n. 4 - Ottobre 2006 - Anno 60

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n. 4 - Ottobre 2006 - Anno 60
n. 4 - Ottobre 2006 - Anno 60
Notiziario della comunità parrocchiale Maria Immacolata di Nave (BS)
Calendario
Liturgico
La parola del Parroco
OTTOBRE 2006
25 Mercoledì: Ore 14,30
Centri di Ascolto pomeridiani
22 Mercoledì: Ore 14,30
Centri di Ascolto pomeridiani
1 Domenica: Biciclettata a Adro
26 Giovedì: Ore 20,30
Corso Fidanzati
24 Venerdì: Ore 20,30
Centri di Ascolto
Ore 20,30 Corso Fidanzati
6 Venerdì: 1° Venerdì del mese
Beata Vergine del Rosario
INIZIO SETTIMANA MARIANA
7 Sabato: Ore 14,30
INIZIO ANNO CATECHISTICO
per II° Elementare
e I° Media con Genitori
8 Domenica: 27° fra l’Anno
“L’uomo non separi ciò che Dio
ha congiunto” (Mc 10,2-16)
Ore 9,30 Mandato ai Catechisti
Ore 14,15 Incontro Genitori
dell’Iniziazione Cristiana con
Mons.Beschi
9 Lunedì: Ore 20,30
Presentazione della Lettera
Pastorale del Vescovo
10 Martedì: Ore 20,30 In Duomo:
Incontro Giovani con il Vescovo
11 Mercoledì Ore 21:
Incontro Gruppo Domenica
in Festa
12 Giovedì: Ore 20,30 Incontro
con i Genitori, Padrini e Madrine
dei Cresimandi
13 Venerdì: Ore 20,30
Corso per Fidanzati
14 Sabato: Ore 14,30
INIZIO ANNO CATECHISTICO
per II° e III° Media con Genitori
Ore 20,45 NAVE TEATRO
(parte la rassegna Nave Teatro,
vedere locandine)
15 Domenica: 28° fra l’Anno
“Vendi quello che hai, poi vieni
e seguimi ” (Mc 10, 17-30)
APERTURA ANNO SCOUT
Ore 18,00 Consegna Lampade
ai Centri di Ascolto
e PROCESSIONE MARIANA
27 Venerdì: Ore 20,30
Centri di Ascolto
29 Domenica: 30° fra l’Anno
“Va, la tua fede ti ha salvato”
(Mc 10, 46-52)
Anniversari di Matrimonio
Ore14,30 Genitori II°
e III° Elementari
NOVEMBRE 2006
1 Mercoledì: TUTTI I SANTI
“La volontà di Dio è le vostra
Santificazione” (S.Paolo ap.)
Ore 14,30 Vespro Solenne
e PROCESSIONE AL
CAMPOSANTO (con S. Messa)
2 Giovedì: Commemorazione
dei Defunti. “Dona Loro
l’Eterno Riposo, o Signore”
Ore 7,00 – 8,00 – 9,00
SS. Messe in Parrocchia
Ore 10,00 – 15,00 – 20,00
SS. Messe al Camposanto
3 Venerdì: Primo Venerdì del mese.
Ore 20,30 Corso Fidanzati
5 Domenica: 31° fra l’Anno
“Qual’ è il Comandamento
più grande ?” ( Mc 12, 28b-34)
6 Lunedì: Ore 20,30
Corso Fidanzati
8 Mercoledì: Ore 20,30 Incontro
Zonale Giovani a Bovezzo
9 Giovedì: Ore 20,30
Consiglio Pastorale
10 Venerdì: Ore 20,30
Corso Fidanzati
12 Domenica: 32 fra l’Anno
“Il dono della Vedova”
(Mc 12, 38-44)
Ore 10,30 CRESIME
25 Sabato: Ore 15,00 Rievocazione
Battesimale III° Elementare
26 Domenica: 34° fra l’Anno
“Io sono Re ma il mio regno
non è di questo mondo”
(Gv 18, 33b -37)
Domenica In Festa.
Ore 14,30 Genitori
II° Elementare
27 lunedì: Ore 20,30
Incontro Zonale formazione
Catechisti ICFR
29 Mercoledì: Ore 20,30
Corso Fidanzati
DICEMBRE 2006
1 Venerdì: Primo Venerdì del Mese
2 Sabato: Ore 15,00
Ritiro II° Media
ANNO LITURGICO “C”
Inizia il TEMPO DI AVVENTO
in preparazione al SANTO NATALE
3 Domenica: 1° di Avvento
“Levate il capo, la vostra
Liberazione è vicina !”
(Lc 21, 25-28 e 34-36)
Ore 9,00 Ritiro III° Elementare
Ore 14,30 Ritiro IV° Elementare
4 Lunedì: Ore 20,00
INIZIA IL TRIDUO
DELL’ IMMACOLATA
Ore 20,30 Corso Fidanzati
5 Martedì: Ore 20,00
Triduo dell’Immacolata
6 Mercoledì: Ore 20,00
Triduo dell’ Immacolata
19 Giovedì: Ore 20,30
Corso Fidanzati
15 Mercoledì: Ore 20,30 Veglia di
Preghiera per le Vocazioni
7 giovedì: Ore 20,30
Consiglio Pastorale
20 Venerdì: Ore 20,30
Animatori Centri di Ascolto
17 Venerdì: Ore 20,30
Corso Fidanzati
Ore 20,30 Animatori
dei Centri di Ascolto
8 Venerdì:
SOLENNITA’
PATRONALE
DELL’ IMMACOLATA
CONCEZIONE
“L’ Anima mia Magnifica
il Signore, mio Dio!”
(Lc 1,46-53)
Ore 10,45 S. Messa solenne
con la partecipazione
del “Coro del Garza”
Ore 15,30 Vespri Solenni
22 Domenica: 29° fra l’Anno
“La gloria dei servi”
(Mc 10,35-45)
GIORNATA
MISSIONARIA MONDIALE
Domenica in Festa:
CASTAGNATA
Partenza II° Media
Ore 14,30 Genitori II° Media
19 Domenica: 33 fra l’Anno
“Il Figlio dell’Uomo riunirà
i suoi eletti dai quattro venti”
(Mc 13, 24-32)
Giornata del Seminario
Ore 15,0 Incontro
della Iniziazione Cristiana
pag. 2 Nave Nostra n. 4/2006
Carissimi
parrocchiani,
eccoci all’avvio di questo nuovo anno
pastorale. Nuovo per me che inizio il
primo anno di presenza in mezzo a voi,
ma nuovo anche per voi che, con pazienza, siete chiamati ad accompagnarmi nel nuovo ministero.
Questi tre mesi appena trascorsi sono
stati mesi fruttuosi di incontri, nei
quali abbiamo iniziato a conoscerci,
almeno un poco. Per prima cosa ringrazio vivamente tutti per la grande
familiarità e disponibilità con la quale
ogni volta sono stato accolto da ciascuno: una accoglienza sempre accompagnata dalla cordiale premura di farmi
sentire il benvenuto: “Allora, come va
a Nave?” è la rituale domanda che mi
ha accompagnato ovunque “... certo il
paese è grande, ma vedrà che la gente è
generosa e disponibile; all’inizio sono
un po’ chiusi, ma poi sanno voler bene
ai loro sacerdoti ...”.
Questo è stato frequentemente l’inizio
dei tanti incontri, per strada, in oratorio e nelle famiglie che ho visitato,
soprattutto là dove ci sono ammalati
o anziani. Con tanta cordialità, sono
stato aiutato a superare l’estraneità
iniziale e posso rispondere a tutti con
serenità: “sono contento di essere a
Nave”, anche se, naturalmente, non
potranno mancare impegno e difficoltà. Nel frattempo ho iniziato ad accostare la vita comunitaria nelle attività
estive dei ragazzi, nelle varie feste di
contrada e nelle altre ricorrenze estive;
tutte occasioni preziose per incontrare nella spontaneità molte persone e
iniziare a tessere legami e raccogliere
informazioni che consentono la crescita di una fruttuosa familiarità. I temi
ricorrenti sono stati naturalmente le
vicende del paese nel suo recente passato, le trasformazioni e le tante attività che hanno accompagnato gli anni
della vita comunitaria; un particolare
accento, anche con un pizzico di orgoglio, alle molte iniziative e opere che la
comunità ha saputo realizzare: la cura
delle chiesette di contrada e del santuario di Conche, la ristrutturazione e organizzazione dell’oratorio, le iniziative
pastorali, etc... Ma anche il sincero affetto e la stima per tutti i sacerdoti che
hanno operato nella parrocchia con
l’immancabile affettuoso ricordo per
la presenza e l’opera di don Antonio,
al quale anch’io, come voi, sono molto
grato per la fraterna disponibilità.
Altro tema ricorrente: la pesante ombra dei danni alla chiesa parrocchiale e
il ritardo dei programmi di intervento.
In molti pongono anche direttamente
la domanda sul punto della situazione. Va comunicato che, mentre per
le due discipline dell’Annunciata e di
San Rocco si attende a giorni la comunicazione della delibera dell’avvenuta
assegnazione dei contributi (minimi
in realtà) e la possibilità di procedere
agli interventi di restauro; per la parrocchiale il problema è invece molto
complesso: da una parte la particolare
condizione strutturale della chiesa ha
richiesto una radicale progettazione
per far fronte alla situazione generale,
dall’altra c’è la scarsa disponibilità di
risorse e le resistenze della commissione regionale a valutare ed accogliere
in misura globale le necessità dell’edificio; pertanto il procedimento resta
frenato proprio dalla sua complessità.
All’urgenza di sbloccare la situazione
si accompagnano pertanto la delicatezza delle scelte e delle decisioni che
dovranno essere ponderate con rigore.
Nel prossimo numero del giornalino potremo certamente illustrare con
maggiore precisione e dettagli la situazione e le prospettive.
Quali sono invece i programmi pastorali per il nuovo anno?
Naturalmente da parte mia la sostanza
del programma si limita ad affiancare
con disponibilità il cammino ordinario
della parrocchia perché la mia presenza possa essere di sostegno alla crescita
e alla continuità della vita comunitaria.
Per altro il tema di fondo della riflessione comunitaria ci viene offerto dalla
scelta del nostro Vescovo che, con la
lettera pastorale “Iniziazione Cristiana
ed Eucaristia” invita tutte le comunità
a porre al centro della loro attenzione
il tema dell’Eucaristia: Eucaristia come
punto di arrivo di ogni camino di fede
cristiana, luogo che genera e alimenta
la vita della comunità e punto di partenza per la nostra missione; ed Eucaristia come celebrazione del giorno del
Signore, espressione piena della vita
comunitaria e strumento che ci edifica
come comunità che trasmette al fede
alle nuove generazioni.
Proprio su questo ultimo aspetto si inpag. 3 Nave Nostra n. 4/2006
serisce la novità che caratterizza questo
anno pastorale: l’inizio del nuovo Itinerario di Iniziazione Cristiana, che riguarda, in primo luogo, le famiglie dei
bambini che iniziano il cammino di catechesi, ma riguarda anche l’intera comunità parrocchiale: infatti il compito
di trasmettere la fede ha bisogno di un
consapevole e generoso coinvolgimento di tutta la parrocchia chiamata ad
essere la “chiesa che vive in mezzo alle
nostre case”, per costruire un clima accogliente ed essere una proposta affascinante di vita, capace di annunciare e
testimoniare la salvezza di Gesù Cristo
per gli uomini del nostro tempo.
Punto forza dell’attività pastorale rimane la proposta dei Centri di Ascolto,
giunti già al loro quinto anno di vita,
incoraggiando una sempre maggiore
e vivace partecipazione così da rendere le nostre case un cenacolo dove la
Parola di Dio alimenta la quotidianità e diventa segno e caratteristica del
nostro stile di vita e per diventare ed
essere cristiani adulti nella fede.
Prima di concludere, voglio rinnovare
i miei sentimenti di gratitudine per la
benevole accoglienza e ringraziare soprattutto i tanti collaboratori, don Andrea in particolare, per il supplemento
di impegno, svolto con generosa disponibilità e pazienza, in questi mesi di avvicendamento e del mio inserimento;
porgo a tutti il mio saluto, affidando
alla preghiera reciproca l’augurio di un
nuovo anno ricco di benedizione per
tutte le famiglie e l’intera comunità.
don Gianluigi
Vita parrocchiale
Anagrafe
Parrocchiale
BATTESIMI
MATRIMONI
20
Alessia
14
21
Diego
22
Veronica
23
Giovanni
24
Linda
25
Anna
26
Alessandra
27
Mattia
28
Francesco
29
Matteo
30
Giovanni
31
Giulia
32
Eva
33
Dario
34
Jennifer
35
Luca
36
Giulia
37
Tommaso
38
Cristian
DEFUNTI
15
Fabio
Michela
16
Giovanni
Roberta
17
Giancarlo
Paola
18
Elia
Milena
19
Francesco
Manola
20
Andrea
Stefania
21
Andrea
Francesca
22
Fabio
Sabrina
23
Alessando
Lara
24
14
Matteo
Anni 31
15
Guerino
Anni 62
16
Giulia
Anni 72
17
Luigi
Anni 83
18
Angela
Anni 82
19
Albina
Anni 80
20
Serafina
Anni 87
21
Luciano
Anni 76
22
Giacomo
Anni 84
23
Marta
Anni 86
24
Giovanni
Anni 75
25
Umberto
Anni 69
26
Adriana
Anni 48
27
GianBattista
Anni 68
Andrea
Carla
Claudio
Mariagrazia
25
Sergio
Anna
26
Alessandro
Lara
27
Nicola
Ivana Sara
28
Alessandro
Antonella
29
Joannes
Tania
30
Giorgio
Michela
pag. 4 Nave Nostra n. 4/2006
Vita parrocchiale
SERATA
MISSIONARIA
In
occasio
della Giorna
Mondiale Mi
sionaria, ch
ricorre il 22
ottobre p.v.
il
gruppo
missionario
di Nave Maria Immacolata invita
tutti sabato sera 21 ottobre
alla Santa Messa vigiliare delle
ore 18.30, cui seguirà la cena
comunitaria presso il nostro
Oratorio. Avremo quindi l’opportunità di incontrare il nostro concittadino Don Bruno
Moreschi da anni missionario
in Mozambico, attualmente in
vacanza a Nave.
Ente ecclesiastico
parrocchia Maria Immacolata
Direttore responsabile:
Alessandro Piergentili
Direttore:
don Gianluigi Carminati
Coordinatore:
Livio Tameni
Fotografie:
Claudio Balzarini
Ferruccio Porta
Direzione - Redazione
Amministrazione:
via S. Cesario 2, 25075 Nave (Bs)
Telefono: 0302530119
Impaginazione grafica:
Vincenzo Morandi
Stampa:
Tipografia Olivieri (Nave)
Autorizzazione del Tribunale
di Brescia n. 59/2000
del 5/12/2000
LA COOPERATIVA LA VELA AVVIA IN VAL TROMPIA
LA PROMOZIONE ALL’AFFIDO PROFESSIONALE
Genitori D.O.C.
per bimbi in difficoltà
“Una nuova famiglia? Si, per qualche tempo...
finché mamma e papà non saranno dei genitori migliori.”
D
iventare genitori affidatari
significa rendersi disponibili
ad occuparsi a tempo pieno
di un bambino con tutti i suoi bisogni
educativi, affettivi e gli impegni che
la situazione comporta: la scuola, il
tempo libero, le amicizie, ma anche
i rapporti con la famiglia di origine
e gli incontri con i Servizi Sociali.
Si tratta, come la legge richiede in
materia di affido, di accoglienze che
di norma non superano i due anni.
L’affido familiare è una prospettiva
per quei bambini che vivono in contesti inadeguati alla loro crescita, con
adulti incapaci di proteggerli o che
addirittura con la loro condotta di
vita li mettono in situazioni gravi e
pericolose. Quando i Servizi Sociali
arrivano ad affermare che “i genitori naturali, attualmente, non sono in
grado di occuparsi dei loro figli”, per
questi bambini ha inizio un percorso
impervio che li dovrebbe comunque
ricondurre ad un rientro in famiglia
in condizioni ottimali alla loro crescita. “Di questi ragazzi ti innamori
ancora prima di conoscerli - racconta Alessandra, che ha accolto in casa
una bimba di 7 anni - perché capisci
che sei la loro ultima possibilità di
avere una vita normale... Quando
Monica (non è il suo vero nome ndr)
è arrivata, dopo quattro anni passati in Comunità si è rivelata chiusa e
taciturna, aveva bisogno di un’esperienza vissuta in famiglia per crescere
e riavvicinarsi poi alla sua mamma e
al suo papà”.
Lo scopo del nostro progetto è la realizzazione di un affido professionale
in cui le famiglie affidatarie posseggono una grande capacità educativa,
insieme ad una buona preparazione
per affrontare le problematiche portate dalla famiglia d’origine. Prima di
accogliere un bambino la famiglia, o
la coppia, seguirà un corso di formazione, per entrare a pieno titolo nel
progetto si parteciperà a colloqui con
psicologi o consulenti familiari. In seguito la coppia affidataria seguirà un
iter formativo permanente che consisterà nella partecipazione al gruppo
mensile con tutte le altre famiglie affidatarie. La novità che la Cooperativa La Vela vuole offrire con questo
progetto è rappresentata dalla figura
del consulente familiare e degli educatori che accompagneranno concretamente gli affidatari nei passaggi
cruciali rispetto al minore accolto,
ma anche nelle relazioni con i Servizi
sociali, svolgendo, inoltre, un’azione
specifica sul bambino nel passaggio
tra famiglia d’origine e famiglia affidataria. Le coppie che hanno fatto
questa scelta sanno bene la fatica e
la pazienza che serve prima di poter
vedere i risultati che, comunque, con
il tempo si manifestano; le preoccupazioni sono tante: come comportarsi con il bambino in certi momenti
“particolari”, come accettare le difficoltà dei genitori naturali, cosa accadrà quando il ragazzino tornerà dalla
mamma ed il papà e mancherà a tutti. Pur tuttavia, grazie al sostegno che
verrà dalla rete di affidatari e da tutti
gli operatori coinvolti nel progetto
di affido, la famiglia affidataria non
si sentirà mai sola. Possono fare richiesta per l’affido i single, le coppie
coniugate o conviventi, con o senza
figli, con un’età massima di 60 anni;
non è necessario un titolo di studio
specifico. Nell’affido è previsto un
contributo economico da parte dell’amministrazione pubblica.
Il corso di formazione all’affido professionale inizierà nell’autunno dell’anno 2006 è si svilupperà in sette
incontri serali nei quali interverranno varie figure di specialisti.
Per informazioni:
Cooperativa La Vela 030/2530343
Guido Maifrini 3386678478
pag. 5 Nave Nostra n. 4/2006
Parrocchia
Maria Immacolata
ANNIVERSARI
DI MATRIMONIO
Rinnoviamo insieme l’impegno di amore e fedeltà,
preso davanti a Dio nel
giorno del matrimonio,
celebrando con la Comunità gli anniversari:
5° 10° 15°
20° 25° 30°
35° 40° 45°
50° 55° 60°
con una S. Messa
che si celebrerà
alle ore 10.45 di:
DOMENICA
29 OTTOBRE
Dopo la Celebrazione i
festeggiati e i loro familiari potranno brindare
con un aperitivo presso
l’oratorio. Chi volesse
potrà pranzare in oratorio prenotando in segreteria entro il giorno 25.
Il presente
vale come invito.
tate
s
e
e
l
a
i
spec ’oratorio
nl
tate
s
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a
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spec ’oratorio
nl
co
co
ADOLESCENTI
Ciechi per un’ora e...15 minuti
MAI DA SOLI
E
d ecco in quello stesso giorno
due di loro erano in cammino
per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di
nome Emmaus, e conversavano di
tutto quello che era accaduto. Mentre
discorrevano e discutevano insieme,
Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano
incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse
loro: «Che sono questi discorsi che
state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste;
uno di loro, di nome Clèopa, gli disse:
«Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò:
«Che cosa?». Gli risposero: «Tutto
ciò che riguarda Gesù Nazareno, che
fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo;
come i sommi sacerdoti e i nostri capi
lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso.
Noi speravamo che fosse lui a liberare
Israele; con tutto ciò son passati tre
giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre,
ci hanno sconvolti; recatesi al mattino
al sepolcro e non avendo trovato il suo
corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali
affermano che egli è vivo. Alcuni dei
nostri sono andati al sepolcro e hanno
trovato come avevan detto le donne,
ma lui non l’hanno visto».
Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di
cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare
nella sua gloria?». E cominciando da
Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in
tutte le Scritture ciò che si riferiva a
lui. Quando furon vicini al villaggio
dove erano diretti, egli fece come se
dovesse andare più lontano. Ma essi
insistettero: «Resta con noi perché si
fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il
pane, disse la benedizione, lo spezzò e
lo diede loro. Allora si aprirono loro
gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì
dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un
l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore
nel petto mentre conversava con noi
lungo il cammino, quando ci spiegava
le Scritture?». E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme,
dove trovarono riuniti gli Undici e gli
altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed
è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via
e come l’avevano riconosciuto nello
spezzare il pane (Lc 24,13-35).
L
a Comunità Educativa dell’Oratorio si è ritrovata domenica 24
settembre per ascoltare questa
Parola, per accoglierla, per farla diventare luce che illumina i cammini
del nostro oratorio e di tutta la comunità di Nave.
“Mai da soli” perché i discepoli di
Gesù sanno che non saranno mai da
soli, Lui è vivo, è sempre con loro, è il
pane spezzato e condiviso, che nutre
il cammino.
“Mai da soli” perché i discepoli di
Gesù camminano insieme, sono una
comunità, amici che guardano verso
lo stesso orizzonte, che sono animati
dagli stessi desideri; per non stancarsi, per non arrendersi.
pag. 6 Nave Nostra n. 4/2006
“Mai da soli” per raccontare e raccontarsi, ciò che si vive, ciò che si spera,
ciò che si crede, ciò che si ama; per
imparare ad ascoltare ciò che i nostri
ragazzi e i nostri giovani hanno da
raccontare.
“Mai da soli” per lasciarsi accostare
da Gesù, per accostarsi ai nostri ragazzi, ai nostri giovani, per entrare
nella loro vita, per costruire una storia e un percorso con loro, rischiando
per loro e con loro.
“Mai da soli” perché i discepoli di
Gesù hanno qualcosa da proporre,
senza sconti, senza riserve, con coraggio e determinazione, il Vangelo, la
buona notizia; per accogliere il modo
con cui i ragazzi e i giovani vivono il
Vangelo ed esprimono la loro fede nel
Signore Gesù.
“Mai da soli” per spezzare il pane, per
spezzare la propria vita a servizio degli altri, per condividere gioie e fatiche, per imparare ad amare e lasciarsi
amare, per aprire gli occhi e riconoscere, conoscere di nuovo, Gesù.
L’immagine di Emmaus narra lo stile educativo di Gesù: deve diventare
punto di riferimento per la nostra riflessione e il nostro agire.
Buon cammino a tutti
Don Andrea
Avete mai provato ad immaginare come un non vedente possa vivere il mondo che lo circonda? Sì certo, forse non
è tra le domande più frequenti che un vedente si pone finchè non vive un’esperienza diretta che aiuta a capire.
A
lla proposta di Mariuccia e degli altri educatori di sperimentare un “Dialogo nel buio” noi
ragazzi seppur titubanti abbiamo deciso di metterci in gioco. Così, entusiasti ma timorosi, all’ alba (in realtà
erano le 8.30...ma cosa pretendete?)
di domenica 14 maggio, zaino in spalle, siamo partiti in treno alla volta
della grande Milano.
Giunta alla meta la nostra piccola ma
affiatata ciurma ha compiuto una
breve ma intensa perlustrazione della
città a piedi o in metropolitana, sempre vigili a non perdere per strada i
compagni con la testa un po’ (troppo)
fra le nuvole (non si fanno nomi).
Così, trascorsa la mattinata per le vie
di Milano e dopo un fugace pranzo,
ci siamo diretti all’Istituto dei ciechi
di Milano, sempre più incuriositi dall’imminente esperienza.
La ciurma, che era riuscita ad arrivare
alla meta sana e salva e soprattutto al
completo, riceve la notizia di doversi
dividere in due gruppi rispettivamente da 7 e da 8 persone e di dover abbandonare bagagli e bagaglini prima
di entrare. Ricevute le debite istruzioni dal personale, partito il 1°gruppo,
dopo 15 minuti il 2° gruppo si è avventurato lungo il corridoio che mano
a mano diventava più buio. Prima di
incontrare la nostra guida ad ognuno
pag. 7 Nave Nostra n. 4/2006
di noi è stato consegnato il caratteristico bastone bianco dei ciechi.
A questo punto abbiamo incontrato la
persona senza la quale non avremmo
potuto intraprendere con successo la
nostra avventura. Chi l’ avrebbe mai
detto che un giorno ci saremmo affidati completamente alla guida di un
non vedente?
Nonostante non potessimo vederla ,
lei è subito diventata un saldo punto
di riferimento per ciascuno di noi:
con il suo vigore e la sua sicurezza ci
ha subito conquistati .E, fatto straordinario, dopo averle detto una sola
volta i nostri nomi, era in grado di
avvertire la nostra presenza e riconoscerci senza contatto fisico e senza
sentire le nostre voci.
Le sensazioni che abbiamo provato lungo tutto il percorso sono a dir
poco indescrivibili ed indimenticabili.
Ci credereste che in solo un’ora e 15
minuti abbiamo attraversato i luoghi
più diversi? Ci siamo inoltrati nei
meandri di un’impervia foresta, abbiamo solcato le onde del mare su un
motoscafo, abbiamo visitato la casupola di un marinaio, ci siamo immersi
nello smog di una caotica città e infine ci siamo concessi un drink seduti al
tavolino di un bar, il tutto al buio più
totale. Dopo un po’ di tempo gli altri
sensi si sono acuiti: abbiamo ascoltato, toccato, annusato e gustato le cose
di tutti i giorni in un modo diverso.
Al termine del percorso, quando ormai la luce tornava, a poco a poco abbiamo scorto l’esile ed anziana figura
della nostra guida...la vista inganna!
Affrontata l’esperienza abbiamo avuto modo di riflettere su quanto deve
essere difficile per un non vedente la
vita reale: noi stavamo al buio in un
luogo sicuro che era solo una simulazione degli ambienti esterni ma nonostante ciò c’è stato un avvicinamento
tra la nostra realtà e quella dei non
vedenti, per l’appunto, un “Dialogo
nel buio”.
Francesca Bussacchini
& Angela Garbelli
tate
s
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l
a
i
spec ’oratorio
nl
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spec ’oratorio
nl
co
GIOVANI’N FESTA 2006
pag. 8 Nave Nostra n. 4/2006
co
Alcune immagini dei dieci giorni di
festa di San Luigi 2006 in oratorio,
svoltasi dal 9 al 18 giugno.
pag. 9 Nave Nostra n. 4/2006
tate
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spec ’oratorio
nl
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co
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GREST MATERNA
AMICI
La Spada nella Roccia
Un’avventura iniziata nel lontano 1983
Q
uesta estate è stato fatto un
grest davvero molto particolare infatti il tema era
“LA SPADA NELLA ROCCIA” ed è stato svolto nel misterioso
bosco dell’Istituto Salesiano. Questo
grest durato 3 settimane (3 - 21 luglio) di intensa ricerca del nuovo re
d’Inghilterra insieme a mago Merlino, Anacleto e Semola...e i bambini
erano davvero presi dalla storia tanto da voler diventare addirittura loro
re e regina d’Inghilterra, ma nessuno
riuscì ad estrarre la spada nella roccia
che avrebbe conferito ad uno di loro il
titolo di re d’Inghilterra; allora venne
conferito loro il titolo di cavalieri e in
base alle loro capacità vennero pure
divisi in 4 casate diverse cioè:
-i cavalieri dell’elmo;
-i cavalieri della corazza;
-i cavalieri della lancia;
-i cavalieri dello scudo.
Purtroppo il tempo ci ha aiutato
poco... ma per fortuna durante le avventure esterne il tempo era sempre
splendente e per questo siamo riusciti
a trovare il re d’Inghilterra.
Le avventure esterne sono state 3:
una al parco acquatico Cavour dove i
piccoli cavalieri si sono rinfrescati prima di iniziare la loro dura avventura;
la seconda in una fattoria dove i bambini hanno conosciuto animali giocato
tra il fieno e il granoturco, hanno persino gustato specialità gastronomiche
tipiche di una fattoria e infine hanno
decorato un vasetto con all’interno
della lavanda;
infine l’ultima, cioè la decisiva, al castello medioevale di Gropparello dove
i bambini “hanno dovuto affrontare
terribili orchi, streghe e altre creature
malefiche ma hanno anche incontrato
fate, folletti, il boscaiolo e i loro amici
che li hanno accompagnati in questa
difficile avventura conclusa c’n una vittoria schiacciante del bene sul male”.
Anche le attività svolte all’interno dell’istituto salesiano sono state importanti e sicuramente le più dure delle
altre, ma con dei personaggi così simpatici come si fa’ a non ridere e divertirsi a prendere in giro il mitico gufo
Anacleto chiamandolo “il carciofo volante”...
Grazie ai piccoli cavalieri d’Inghilterra
insieme a Merlino e ad Anacleto, Semola o per meglio dire Artù e stato nominato re d’Inghilterra...è stata un’avventura faticosa ma con un risultato
finale che è stato un successone per le
animatrici ma anche per i bambini!
Un saluto a tutti dagli eroi de
“LA SPADA NELLA ROCCIA”!!!
pag. 10 Nave Nostra n. 4/2006
T
utto è iniziato tanto tanto tempo fa! C’era una volta una bambina piuttosto paffutella con i
capelli lunghi ed un carattere molto
vivace. Spesso, durante il catechismo
veniva ripresa da Suor Assunta e con
la zia Emma si doveva “contrattare”,
perché Lidia, questo era il suo nome,
voleva sempre intervenire interrompendo la lezione di catechesi. Lei non
parlava a sproposito, ma continuava a
fare domande ed a porsi fin da piccola
numerosi interrogativi. Durante il passare degli anni fece tante esperienze.
Ricordo ancora il grest con Don Paolo
nel quale c’erano i laboratori. Lidia pur
essendo spesso in oratorio era sempre
l’ultima ad iscriversi al grest cosicché
i pirografi ed i trafori erano già tutti
prenotati e quindi non le restava altra
scelta che imparare a fare il mezzopunto. Tutti gli anni era un dramma! Tuttavia tra una chiacchierata e l’altra alla
fine delle tre settimane riusciva a fare
il suo quadretto appena più grande di
una fotografia.
Questo è solo l’inizio della mia avventura presso l’oratorio di Nave.
Mi è sempre piaciuto stare in compagnia, fare nuove esperienze, viaggiare e grazie alle proposte dell’oratorio
ho avuto la possibilità di visitare posti
nuovi e partecipare a numerose gite.
Un anno, sola soletta, andai ad Obra,
un campo organizzato dall’A.C.R.
(Azione Cattolica Ragazzi) e da quell’esperienza iniziò per me nuovo
cammino perché ritornata a Nave mi
proposero di fare l’educatrice A.C.R.
Inizialmente mi sentivo un pesce fuor
d’acqua, anche perché avevo solamente pochi anni in più, rispetto ai bambini che dovevo accudire. Ho iniziato a
seguire i bambini che frequentavano la
seconda elementare accompagnandoli
in questo cammino fino alla fine della terza media. Le emozioni condivise
insieme le conservo ancora tutte nel
cuore, i campeggi, le “pastasciuttate”,
la loro prima comunione e la cresima.
Tuttora, quando vedo “i miei ragazzi
di A.C.R.”, per me è un tuffo nel passato che mi riporta all’inizio della mia
esperienza come educatrice. Ascoltare,
stare vicino alle persone e condividere il mio tempo con loro mi è sempre
piaciuto e sentivo che la gente spesso si
confidava ed aveva bisogno di aprirsi
e di parlare. In questo periodo è nato
in me il desiderio di avere alcuni strumenti in più per aiutare e stare vicino
agli altri, cercando di capire in profondità i loro bisogni.
La bambina di tanti anni fa era cresciuta e finalmente stava decidendo quale
strada intraprendere per il suo futuro.
Durante un campeggio una mia animatrice mi aveva lasciato come ricordo un
segnalibro nel quale c’era scritto “Una
nave carica di doni è passata ed il tuo è
la COMUNICABILITA’”. Da quel giorno ho capito che la mia apertura e la
mia spontaneità erano due qualità che
potevo mettere a disposizione degli altri e così ho cercato di fare. Molte persone mi hanno accompagnata ed aiutata. Ero circondata da volontari entusiasti e dinamici. Adolescenti ricchi d’iniziative ed idee e mamme responsabili e
disponibili che collaboravano con me
passo passo. Iniziare come educatrice
al grest per me non è stato un lavoro,
ma continuare con qualche nozione in
più una strada che fin da piccola avevo
percorso. L’oratorio è sempre stato la
pag. 11 Nave Nostra n. 4/2006
mia seconda casa. Conoscevo tutto di
quell’edificio, che nel 2000 è stato ristrutturato e poi inaugurato, anno nel
quale anch’io ho iniziato a lavorare.
Nel nuovo edificio è nato il C.A.G..
Dal quale ho inventato, per lo spazio
pomeridiano dei bambini delle elementari, la parola Sprinter.
Gli ingredienti di questa parola sono:
S come Super, P come Persone, R
come Rispetto I come Invenzioni, N
come Novità, T come Testimonianza,
E come Emozioni, R come Risposte ai
bisogni degli altri. In questa parola ci
sono racchiusi gli obiettivi del mio lavoro e la mia esperienza di vita all’oratorio di Nave.
Un grazie dal profondo del cuore lo
devo a tutte le persone che mi hanno
permesso di vivere tante emozioni e di
crescere come persona nel lavoro, nella
vita quotidiana e nella fede. Ricordo e
porterò nel cuore tutti i volti, i sorrisi e
gli abbracci ricevuti e donati e soprattutto il calore con il quale mi avete salutato. Sappiate che nel mio nuovo lavoro, porterò tutte le esperienze vissute,
i consigli e l’affetto che ho ricevuto in
questi anni dalla comunità di Nave.
Grazie di cuore a tutti!
Lidia Gulino
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GREST ELEMENTARI
GREST MEDIE
Un’avventura in un mondo nuovo
La mappa è nel cuore
Orribili faccende le guerre! Quattro ragazzi sono costretti ad abbandonare la propria casa e la propria città per andare
nella casa di un professore finchè la guerra non finisce. Questa è la sorte che è toccata a Peter, Susan, Edmund e Lucy.
L’estate ormai è finita e cosa ci porteremo di questa...ma sicuramente il grest, anzi “L’isola dei Pirati”.
Infatti il tema di quest’anno era proprio questo...quindi attenzione a voi bucanieri d’acqua dolce in giro ci sono
decine di pirati assetati di nuove avventure.
E
cosa mi dite se in questa casa giocando a nascondino, si dovesse
scoprire un mondo nuovo? Si,
è proprio quello che è successo! Così
anche i bambini, 130 fantastici eroi,
all’improvviso si sono trovati in una
grande foresta, tutta innevata e con al
centro un alto lampione che indicava
la retta via. Si sono trovati a Narnia.
Che bello, penserete, la neve!. Invece
no, per gli abitanti di Narnia non è così
e infatti tutto quel gelo durava già da
cento anni senza un Natale. Narnia,
infatti, era sotto l’incantesimo di una
cattivissima strega bianca , chiamata
Jadis, che si credeva la vera regina di
Narnia. Il compito dei quattro fratelli
e dei bambini? Aiutare Aslan il vero
re, a salvare Narnia da quel gelo infernale . Dopo molte fatiche e molte
periperie, tutti insieme, in un unico
gruppo, abbiamo sconfitto la regina e il suo esercito salvando Narnia
dal gelo. I quattro ragazzi, valorosi
eroi, sono così diventati i quattro re
di Narnia, come una grande profezia
prediceva, ed i bambini sono invece
stati nominati cavalieri di Narnia! Che
esperienza magnifica il Grest, con tre
settimane di gioco, divertimento ed
riflessione; infatti i bambini si sono
trovati faccia a faccia con il grande
mistero della morte e Risurrezione di
nostro Signore! Bene, tutto si è concluso nei migliore dei modi e il nostro cuore è carico di emozioni e mai
ci dimenticheremo di questa grande,
grandissima, meravigliosa avventura
nel mondo di Narnia!
P.S. Tutto è stato allietato dalla nostra
grande amica e guida Lidia, che ha
finito il suo servizio tra di noi; ti ricorderemo sempre...Grazie regina di
cuori.
Gli animatori Grest
Elementari 2006
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i potrebbe dire che sicuramente ci vorranno più di una tempesta per dimenticare i magici
pomeriggi passati insieme o giocando
o costruendo i nostri bellissimi porta
bandiera.... L’avventura in cui portavano giorno dopo giorno i nostri in-
separabili amici, da capitan Bisboccia
a Uillilorbo, ci hanno senza dubbio
fatto crescere e apprezzare i doni che
abbiamo.
Lo so che siete curiosi di scoprire ciò
che i nostri giovani pirati hanno compiuto ma questo è un segreto che ci
Gita a Desenzano
Gita in Val di Fumo
porteremo nella tomba in fondo al
mar...glu!!!glu!!!
L’unica missione che il Capitano mi
consente di raccontare è la missione
finale...tutto iniziò in un caldo pomeriggio di luglio, noi in sella alle nostre
biciclette (non proprio il mezzo preferito da noi pirati) ci siamo diretti a
Desenzano....rrrr!!!! pirati d’acqua
dolce!
Arrivati a Desenzano abbiamo trovato rifugio in una bellissima roccaforte
(era un oratorio! e naenche tanto bello!!!) qui abbiamo trascorso la nottata
all’insegna del poco dormire e del caldo allucinante....
La mattina seguente ci aspettava la
missione, la caccia al tesoro....ogni
squadra schierava due vascelli (pedalò!!!) con altrettanti porta bandiera...
Il gioco consisteva in: svolgere innumerevoli prove di abilità , portare i
vescelli con i rispettivi porta bandiera
alle boe per prendere le prove e poi
agli ormeggi....e cosi facendo fino a
concludere tutte le prove....Alla fine
di questa missione il gruppo che era
in testa era quello dei Neri (chissà
come mai!!!!?) seguito dagli Azzurri,
dai Bianchi e per ultimi i Rossi... ora
arriva il bello, tutte le squadre in base
alla posizione in classifica ricevono
un indizio per poter trovare il tesoro... voi non ci crederete ma il famoso detto: “gli ultimi saranno i primi!”
si è realizzato, infatti i Rossi non con
poche difficoltà hanno trovato il tesoro dei Laghi Lombardi....
Ma la sorpesa più bella è stato scoprire che il tesoro non era altro che
il resoconto del grest che noi abbiamo vissuto... quindi il tesoro siamo
NOI!!!!! Infine un grazie a Mauro,
Don Andrea , a tutti gli anomatori, alle
mamme delle merende e a tuttttttttti i
nosrtri ragazzi per aver contribuito a
realizzare questo magnifico Grest.....
Fate i bravi!!!! E alla prossima pirati
d’acqua dolce....
Non So!!!!!
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MINI-GREST ELEMENTARI 4-8 SETTEMBRE 2006
AMICI
Grazie ragazzi...
YU GI OH
S
i è appena concluso il minigrest
delle elementari. Come animatori ci siamo tuffati con grinta nel
mondo magico di un gioco di carte
che spopola tra i ragazzi, solleticando
la loro e la nostra fantasia: YUGIOH.
Yugioh nasce da un fumetto ed è la
storia di Yugi, un ragazzino investito
dal potere di vincere il gioco della
vita, l’eterna battaglia tra il bene e
il male, grazie all’incontro con l‘anima di un “Faraone” egizio che aveva
sacrificato se stesso per purificare il
mondo dai poteri oscuri. Ci siamo
chiesti: “E’ così lontana questa favola
dal messaggio biblico? E’ possibile un
parallelo tra il faraone e il Risorto? Se
il faraone, come il Risorto, invitasse
ogni ragazzo a giocare la propria vita
con un mazzo particolare di carte LE
VIRTU’ e ad abbandonare I VIZI?”
Ecco allora il minigrest Yugioh: un
invito a vivere l’avventura della vita
da discepoli seguendo ideali cristiani.
I ragazzi si sono cimentati in un duello di carte, conquistate tramite giochi
di squadra, dai nomi particolari: fede,
speranza, carità, prudenza, giustizia,
consiglio, fortezza, temperanza, sapienza, intelletto... Hanno inventato
mostri che rappresentavano le virtù,
si sono confrontati sul significato di
tali mostri, hanno lottato per perdere
carte dai nomi quali superbia-avarizia-ira... Hanno disputato una partita
finale tra le forze del bene. I veri vincitori? Crediamo proprio noi animatori, che abbiamo scoperto come sia
possibile avvicinarsi e dialogare con i
bambini attraverso giochi che spesso
consideriamo troppo moderni, che
abbiamo incontrato i volti di ragazzi
coinvolti e trascinati nelle maglie affascinanti del gioco. Perché anche voi
che leggete sentiate l’invito del Faraone a giocare la vita con carte sagge,
ecco che vi sussurriamo le sue parole: “Sei pronto Yugi: oggi inizia il tuo
grande gioco! Dovrai incontrare altre
persone e sfoderare tutte le tue Virtù.
Dovrai calibrare bene quando usare la
gioia, quando la benevolenza, quando
la fortezza... Usa le carte giuste con gli
altri, agisci con responsabilità e ragione, non essere frettoloso. E quando
durante il gioco sentirai la confusione, pensa con prudenza a questa Piramide: Io ti parlerò e ti indicherò la
via. Ti affido questa missione: compi
il bene ed evita il male, perché l’Amore trionfi sulla terra”.
Semplicemente, con emozione, salutiamo ogni piccolo e grande volto
incontrato sul tavolo da gioco. Alla
prossima partita..
Simona e gli Animatori
Postilla: approfitto dell’occasione per
salutare tutta la comunità di Nave.
Sono un educatrice impegnata professionalmente in progetti per minori e
quest’anno starò con voi come coordinatrice dello Sprinter. Mi auguro
che il tempo mi dia l’opportunità di
incrociare molti sguardi e di stringere
molte mani.
Simona
N
el mio anno propedeutico
di seminario riservo un posto speciale al tempo vissuto
nella comunità di Nave. Rispetto alle
altre esperienze questa di Nave è stata
particolarmente intensa e ricca di valori: la ritengo un’esperienza completa in cui ci sono stati momenti di gioia
e serenità, di gioco e divertimento ma
anche di sconforto e stanchezza, di
solitudine e sofferenza.
Ovviamente avrei voluto che questi
ultimi non ci fossero, ma non è forse nella difficoltà e nella prova che si
cresce e ci si fortifica? Per questo di
tutto rendo sempre grazie a Dio.
Ma ciò di cui veramente devo render
grazie a questa comunità è l’esperienza vissuta con i ragazzi. Quanto più
mi coinvolgevo e mi coinvolgevano
nelle loro attività tanto più crescevo
nell’amicizia e nella fiducia reciproca.
Francesco
(sem. di Livorno)
G.S.O. FEMMINILE
E la Nave va sempre più in là
La squadra
a Lignano
D
opo aver navigato per un anno
intero sulla cresta dell’onda
del campionato provinciale
avendone conquistato il titolo, riportando solo vittorie in ogni partita, siamo approdate alle fase regionale dove
abbiamo ottenuto ottimi risultati che
ci hanno permesso il varo della tanto
sognata fase nazionale!
A bordo del nuovissimo pulmino supag. 14 Nave Nostra n. 4/2006
E’ incredibile, specie per un animatore improvvisato come me, come alla
fine sia stato io ad aver avuto bisogno
del loro aiuto e non viceversa!
Desiderare di stare con i ragazzi e le
ragazze, lavorare con gli animatori,
partecipare alla vita di un sacerdote
con un ammirabile spirito pastorale
hanno lasciato nel mio cuore come
dei semi, che ora, con l’aiuto di Dio,
spetta a me coltivare affinché un giorno possano portare molto frutto.
Un affettuoso saluto e ringraziamento
al parroco don Pierluigi, ai suoi stretti collaboratori (in special modo don
Andrea, don Giangi e il diac. Franco)
e a tutti coloro che hanno partecipato
a rendere la mia esperienza intensa di
valori e significati.
pertecnologico
e
affidabile, per il
quale ringraziamo
il nostro oratorio
e il mitico autista
Balza, ci siamo lanciate cariche di entusiasmo in questa
splendida
avventura. In un clima
di grande amicizia
e rispetto reciproco sia sui campi di
gioco sia nel villaggio ospitante, tra
spiaggia ombrelloni
e piscine, abbiamo assaporato il gusto dello stare insieme e dell’incontro
con altri coetanei provenienti da tutt’Italia!Che meraviglia!
Consce del nostro valore, della nostra forza e compattezza, aspettiamo
il nuovo anno per conquistare il titolo
nazionale che ci è sfuggito solo per
differenza reti nella partita finale che
si è conclusa in parità contro le care
pag. 15 Nave Nostra n. 4/2006
cugine bergamasche. Nuove buone
premesse sorreggono questa nostra
aspirazione (le nazionali... ricordate
Holly e Bengy?) il fiorire della nostra
“rosa –rosa” con l’ingresso di due
nuove giocatrici: Chiara Franzoni e
Jessica Tarullo.
Speciali ringraziamenti a tutte le persone che ci hanno sostenuto, ai fedelissimi tifosi, compresi i temerari che
ci hanno incoraggiato perfino a Lignano, al nostro tenace ed abile allenatore Rove, al paziente e disponibile
preparatore Peppo, a tutti i dirigenti
che hanno reso possibile questa bella stagione Lazza e Patry. Inoltre un
grazie particolare alla generosità della
ditta Gaburrri, dei signori Giuseppe
Faini, Ivano Collio e signora Vanda
Temponi che hanno reso possibile il
concretizzarsi di questo sogno.
Un bacio a tutti e a presto!
Ps: a tutte la ragazze che vogliono far due
tiri a pallone l’invito è sempre aperto!
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IN MISSIONE
Tu, dolce mamma Africa
Siamo Tutti sotto un unico sole, ciascuno nel proprio cammino di vita... Ed ecco che tu dolce mamma Africa mi
hai saputo regalare giorni di cielo donando semplicemente te stessa e stringendo il mio cuore al tuo per farlo battere ancora più forte. Così lontana e così vicina... tu così Africa! Densa di quella luce che può abbagliare chi non
è in grado di seguirla, ma che risplende negli occhi di tutti quelli capaci di amarti per quella che sei.
H
o potuto vedere nuovi orizzonti, conoscere la diversità
sulla medesima strada, credere nella speranza per una pace che può
nascere anche dove la terra è bagnata
dal sangue fraterno.
Vedere mani bianche, mani nere lavorare nel fango con sguardi rivolti ad un
unico futuro, ti rendi conto che nonostante i potenti abbiano marcito la coscienza, ci sono persone che ci credono... Che pian piano, silenziose fanno
piccole scelte, compiono piccole gesta
che profuman d’amore.
Mi manchi, mi manca la tua terra rossa con le impronte dei tuoi figli feriti
dalla vita ma così forti da sorridergli
ancora. Non compatisco il tuo popolo
e non posso pretendere di capirlo fino
in fondo! Quando si ha la pancia piena
è impossibile di parlare di fame!
Sarà la povertà a renderli puliti, sarà
la guerra farli soli e arrabbiati ma ogni
sguardo di bambino, di donna, che ha
incontrato il mio e che ho ammirato
per la dignità, sono stati una miscela
d’emozioni che segnano, un’occasione per guardare me stessa con la mia
consapevolezza di impotenza, la voglia
di uguaglianza e di giustizia dimenticata. Mi manca il tuo eterno abbraccio, quante volte dalle tue colline di
banani, dalle tue strade colorate, colme di gente e di spezie....ti ho sentito vibrare in me... quanti attimi nell’
immensità di hai accolto con quel tuo
sorriso nero di purezza. Dov’è il tuo
odore? I tuoi fior di bimbi purtroppo
malati,abbandonati, privati dei propri
diritti. Quelli che inevitabilmente ti
fanno chiedere a Qualcuno perché è
possibile questo nel 2006. E il tuo canto... soffocato (da chi crede che donare
risolva tutto) è così difficile e tornare
qui e cantarlo! Così che tutti possano
sentire la tua musica di vita.. ora che
le stelle non sono più così magicamente tue... ognuna di loro un tuo bimbo
che nonostante tutto luccica ancora,
trovare una risposta? No comment, è
difficile accettare una realtà così cru-
Sabato 18 novembre
alle ore 20,30
in Parrocchia
sarà riproposta la
rappresentazione
teatrale del
“Processo a Gesù”
Adro in bicicletta
Domenica 01/10/2006
dele però esiste, c’è e fa parte anche di
noi e del mondo!
Burundi, piccolo grande stato, come il
nostro gruppo di sette giovani (guidati
da Suor P.) che insieme hanno percorso un tratto di vita breve ma intenso,
un’esperienza che ti spoglia per farti ritrovare te stesso, per mettersi in
gioco... così che nulla ti scivola più
addosso. La prima settimana al centro
di Kamenghe (Bujumbura), lavorando
a fare i mattoni, attendendo insieme
l’alza bandiera della pace ho conosciuto ragazzi della mia età e ho intravisto
segni di una possibile convivenza tra
Hutu e Tutsi, tra musulmani, cristiani e
muzungu (bianchi), credendo tutt’ora
che un altro mondo è possibile. Nelle
verdi verdi maree di Mivo ho lasciato
un soffio della mia anima... qui abbiamo avuto l’accogliente incontro di alcuni ragazzi italiani che hanno deciso
di dare tre anni della loro vita per i
Batwa (pigmei da sempre emarginati) e
che ci hanno fatto vivere nella grande
famiglia dell’Africa...con le sue mille
contraddizioni che spesso ai miei occhi
sono state e sono insormontabili.
Anche la visita alle Suore francescane
a Ghitega ha permesso di allargare lo
sguardo verso realtà di sofferenze e
gioie autentiche. Al ritorno è facile ripag. 16 Nave Nostra n. 4/2006
cevere complimenti per il tipo di esperienza vissuta, ma se dovessi capire la
vera motivazione del mio viaggio penso che sia per me stessa e per il modo
di concepire le cose anche qui nel nostro quotidiano; non si può in fondo
dimenticare che in una terra come
l’Africa (a meno che non si scelga la vacanza preconfezionata di safari e finte
ricchezze africane) viene spontaneo il
volersi donare all’altro. E’ dolce e forse
un po’ egoistico avere il mal di schiena
alla sera dedicato alla speranza e non
al guadagnare di più per consumare
di più. Se hai davvero amore da dare
hai anche tempo per darlo....Mi piace
pensare che prima o poi la mente dell’uomo riuscirà a viaggiare insieme al
cuore. Grazie mamma Africa per la tua
essenza, per la forza e la fragilità dei
tuoi figli che (secondo me) non generalizzando non si donano alla tua causa..., per le corse infinite dei tuoi bimbi
che catturano le mie speranze. Grazie
per tutto quello che mi hai dato e tolto,
ci hai reso forse più umili e sinceri con
noi stessi. Ancora una volta hai rapito i
miei pensieri che mi fanno compagnia
nell’attesa di un’altra carezza.
Seconda gita a Adro organizzata
dal gruppo “Amici di bici”
Domenica in festa con le famiglie
Famiglie a Sant’Antonio
Amaoro
Emi
pag. 17 Nave Nostra n. 4/2006
L
’esperienza domenicale con le
famiglie non è stata come tutte le
altre: era una cosa per noi nuova e
non sapevamo cosa ci aspettasse. Tuttavia,
le nostre paure sono state subito superate
grazie all’entusiasmo dei genitori e dei
loro bambini che desideravano giocare
e divertirsi stando insieme. Dobbiamo
dire anche che questa esperienza ha fatto
accrescere in noi la voglia di mettersi in
gioco, ma anche lo spirito adatto per
poi continuare il nostro cammino ed
affrontare la nuova esperienza che inizierà
in ottobre. Un ringraziamento particolare
a tutte le persone che hanno partecipato
e collaborato alla realizzazione di questo
progetto e senza le quali tutto ciò non
sarebbe nato. Ci vediamo domenica 22
ottobre per la castagnata.
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AMICI DI BICI
A Santiago in bici
È
passato già più di un mese dalla fine di quella che molti di noi
considerano una delle imprese fisicamente più difficili e più belle della
propria “carriera” ciclistica... Beh, credo
che per gente a cui piace pedalare riuscire a fare 2300 km in 15 giorni sia una
bella soddisfazione, e noi quest’estate ce
la siamo proprio presa.
Ma partiamo dal principio. Ottobre
2005: a pochi mesi dalla nascita del
gruppo Amici di Bici (creato in oratorio con l’intenzione d’ offrire un punto
di riferimento per chi condivide questa
passione), comincia la progettazione di
quella che sarà la terza “impresa” dopo
la Nave-Roma dell’anno giubilare 2000
e la Nave-Lourdes del 2004. Fin dall’inizio non sono certo mancati i problemi, tanti e tali da farci temere in certi
momenti l’annullamento del progetto:
ritardi nelle definizioni di partecipanti
e accompagnatori, preventivi di spese
che non prendevano “forma”, recupero
dei furgoni per l’assistenza... Ma contro
ogni ostacolo organizzativo, un pizzico
di fortuna e una ferrea volontà hanno
fatto sì che la mattina di lunedì 31 luglio fossimo tutti in sella, entusiasti e
pronti a dare inizio a questa nostra avventura sportiva. A rendere il momento
della partenza ancora più significativo
e “solenne”, non potevano mancare un
messaggio d’augurio e un breve momento di riflessione curati dal parroco, alla
presenza di pochi intimi (morose, mogli,
figli e amici) che ci hanno poi salutato
con un caloroso quanto incoraggiante
applauso. In un momento del genere
sono tanti i pensieri che ti passano per
la testa: dopo aver intimamente salutato
con un ultimo sguardo le persone care
che per diversi giorni non vedrai, con un
velo di timore ti domandi fugacemente
se tutto sia a posto, e con un brivido
avverti la tensione per un’impresa così
piena di incognite “organizzative” e così
dura fisicamente... Beh, tanti pensieri a
cui sapevamo avremmo potuto dedicarci a lungo e profondamente, durante le
molte ore solitarie in sella alle nostre biciclette... Il caso ha inoltre voluto far sì
che le date di partenza di questa nostra
ultima impresa e di quella precedente
(Lourdes 2000) venissero a coincidere,
così da rendere ai nostri occhi l’avventura Nave-Santiago ancora più speciale, come se questa bizzarra coincidenza
potesse essere uno strano benaugurate
segno del destino. E così, assieme ai
miei compagni di viaggio (Ugo Olivieri,
Sergio Alghisi, Giorgio Rossi, Orvieto
Tira e gli autisti Gino Foglia e Daniele
Cacioppo), alle 7.15 di lunedì 31 luglio
iniziava la nostra lunga pedalata: un
percorso che ci avrebbe portato nei pri-
pag. 18 Nave Nostra n. 4/2006
mi 1200 km ad attraversare la pianura
padana e la Francia meridionale, e nei
rimanenti 1000 km la Spagna settentrionale, raggiungendo luoghi e culture che,
benché quasi sempre in sella, avremmo
potuto “respirare” e vivere come pochi
riescono a fare. Naturalmente non posso
non menzionare il mio piccolo aiutante
Tom (così affettuosamente ribattezzato
dal gruppo, riconoscente per i “servigi”
offertigli..), il navigatore satellitare che
ancorato al manubrio della mia bici ci
ha aiutato non poco a sbrogliarci dagli
ingorghi delle varie città da attraversare, e che ci ha condotto attraverso zone
veramente uniche dal punto di vista
paesaggistico: anche i mezzi tecnologici,
insomma, hanno contribuito a rendere il
viaggio piacevole e sicuro. I giorni senza
grossi imprevisti (solo 4 forate e 1 banale caduta in tutto il viaggio!) scorrevano,
e i chilometri con fatica e soddisfazione sulle nostre gambe si accumulavano:
dalle cime della Maddalena (valico italo-francese) e del col d’Allos (che con i
suoi 2247 metri era la cosiddetta “cima
Coppi” della nostra pedalata), fino al
lago di Castillon e alle gole del Verdon,
dal lungomare nelle vicinanze di Montpellier fino a Carcassone e ai suggestivi
paesaggi pre-pirenaici, si aprivano continuamente ai nostri sguardi panorami
sempre nuovi e spettacolari. Ritrovarci
ad attraversare paesi e luoghi già noti,
avendo scelto di riallacciarci, a livello di
Montpellier, alla strada già 2 anni prima
percorsa durante il tragitto Nave- Lourdes 2004, riaccendeva in noi il ricordo
dei bei momenti vissuti nella precedente
edizione. In questa rievocazione un po’
nostalgica, il nostro pensiero non poteva
non andare al resto del gruppo rimasto a
casa: peccato non ci fossero anche loro.
Proprio come nel 2004, il 7 Agosto entrammo a Lourdes, raggiungendo quindi la nostra prima meta: dopo una visita
alla cattedrale, aspettammo l’arrivo degli
altri Amici di Bici (Sandro Salvi, Franco
Alghisi e gli autisti Diego Cacioppo ed
Emanuele Tamussi) che, per scelte personali e impegni lavorativi, avevano deciso di compiere con noi solo la seconda metà del viaggio. Naturalmente nel
giorno di riposo programmato a Lourdes ci si inventò di andare a scalare il
Col du Tourmalet (colle mitico del tour
de France) prolungando la nostra “gita”
di un centinaio di km rispetto all’iniziale
tabella di marcia: fortuna che doveva es-
sere la tappa di riposo! Il 9 si ripartì per
intraprendere una delle tappe più dure,
ma più belle, attraverso i Pirenei. Nella
seconda settimana abbiamo potuto raggiungere luoghi davvero unici: stupendi
come Puente la Reina, o curiosi come
il monastero di Iraque, detto anche “la
Fuente del vino” per la sua caratteristica
fontanella da cui sgorga non acqua, ma
vino (qualcuno però deve avere informato la gente del posto del nostro passaggio, perché al nostro arrivo avevano già
“chiuso” i rubinetti... non vi dico le scene di disperazione, dopo una notte passata a progettare come poterne portar
via il più possibile...), o suggestivi come
la Cruz de Ferro (sotto la quale ogni
pellegrino in cammino verso Santiago
depone un piccolo sasso o qualche oggetto personale a testimonianza del suo
passaggio, creando una vera e propria
“montagna” di oggetti d’ogni genere),
o ancora come Portomarin, con il suo
lago e i suoi boschi bruciati dai roghi,
essendo purtroppo quelli i giorni in cui
numerosi incendi flagellavano i terreni
boschivi dell’intera Galizia. Sulla nostra
strada abbiamo inoltre avuto la fortuna
di imbatterci in feste ed eventi culturali
caratteristici di quei luoghi, come la festa a Osorno, con molta gente del paese
in abiti ottocenteschi in occasione del
passaggio lungo l’antica via ferroviaria
di un’autentica locomotiva a vapore, o
l’allegra festa popolare a Santa Marina
de Somoza, con tanto di balli caratteristici, colorati costumi tradizionali... e
buon vino! E così, pedalata dopo pedalata, scoperta dopo scoperta, il gior-
no di ferragosto abbiamo
concluso la nostra piccola
impresa, entrando in Santiago e scattando le rituali
foto davanti alla cattedrale di san Giacomo. Unica
“pecca” del nostro viaggio
non essere arrivati, addirittura in bici come qualche “eccentrico
masochista” proponeva, fino a Finisterre (estremo punto occidentale affacciato sull’oceano, considerato in passato
proprio “la fine della Terra”): problemi logistici organizzativi e soprattutto
condizioni metereologiche avverse non
ci avrebbero permesso di gustare il tramonto sull’oceano come da programma. Insomma, una bellissima “cavalca-
pag. 19 Nave Nostra n. 4/2006
ta” (fortunata anche dal punto di vista
metereologico: mentre a casa non faceva che piovere, incredibilmente noi non
abbiam preso una sola goccia d’acqua
se non a Santiago il giorno della nostra
ripartita!!!) che ci ha portato, attraverso
3 nazioni, ognuna con le sue affascinanti
bellezze, a realizzare un nostro piccolo
sogno. Solo infatti sulla strada del ritorno, seduto sul sedile del furgone che ci
stava riconducendo a casa, mi sono effettivamente reso conto di quanto avessimo realizzato in quei 15 giorni. Veder
scorrere tutti quei km,
riconoscere luoghi calcati pochi giorni prima
con le nostre ruote, e
pensare che tutto fosse
già finito, suscitava uno
strana sensazione, un
sentimento sincero di
malinconia frammista
a soddisfazione, nella
piena consapevolezza di
aver goduto di un’enorme fortuna, perchè non
a tutti è dato di soddisfare i propri ambiziosi
“capricci”, di realizzare i propri piccoli
sogni... Come dicevo ad inizio articolo,
è passato già più di un mese dalla fine di
quella che molti di noi hanno etichettato come una delle imprese fisicamente più difficili e più belle della propria
“carriera” ciclistica... Ovviamente fino
ad oggi!
Luca
Amicabile
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SCOUT CAMPO ESTIVO E/G
Il giro del mondo in 80 giorni!
Da Chies d’Alpago
“Siamo arrivati a Londra?” “eccoci” scesi dal pulman due strani tipi ci vengono incontro “Ehi, ma chi è quel tipo strano?” “si chiama Fogg” mi dice qualcuno all’orecchio, “e l’altro?” domando incuriosito, è Passepartout, il suo custode.
“Partire con l’idea di accettare quello che succederà...Non tutto andrà sempre per il meglio, non ci sarà sempre il sole, il cibo non sarà sempre buono,
i miei compagni di viaggio non saranno sempre perfetti... tutto andrà bene,
sarà bello ed entusiasmante nella misura in cui io per primo saprò adattarmi alle varie situazioni che si presentano e coglierne il lato positivo!”
A
h! Rimango a bocca aperta,
siamo tutti meravigliati, quando ci annunciano “Che fate
li impalati dobbiamo fare il giro del
mondo in 80 giorni è una scommessa che abbiamo fatto con alcuni amici
al Circolo della Riforma, venite con
noi?” “Si” si sente molto timidamente
“l’aereo per Calcutta sta per decollare....SBRIGATEVI!” ci dicono i due
strani personaggi.
Ecco che io e gli altri lupetti e lupette prendiamo il nostro primo aereo,
pronti ad affrontare una nuova avventura! Calcutta deve essere proprio
una bella città, anche se molto povera,
da alcuni abitanti del posto ci viene
raccontata la storia di Madre Teresa
di Calcutta, attraverso delle immagini comprendiamo il grande dono che
questa piccola suora ha dato a questo popolo e a tutti noi. Ma non c’è
tempo da perdere bisogna prendere
la nave per Yokoama, ma la nave la
dobbiamo costruire noi! Eccoci muniti di forbice, colla, cartone e pittu-
ra cominciamo a costruire la nostra
imbarcazione ma che succede! Chi è
che vuole bloccarci il lavoro ecco Fix,
il poliziotto severo, che gioca con la
pittura e scatena una vera e propria
battaglia! Fortunatamente dopo due
giorni di lavoro eccoci tutti soddisfatti “le nostre barche possono affrontare l’oceano” e via per Yokoama...
Passiamo per S.Francisco e arriviamo
a New York; qui decidiamo di fare una
camminata e indossati zaini e borracce alla mano, partiamo per una lunga camminata e nonostante qualche
lamentala alla fine riusciamo ad arrivare, felici di aver raggiunto la meta.
Qualcuno si lamenta, “Ho fame”, ed
ecco che un buon pranzo ci ridà tutte le forze per giocare e raggiungere
nuovamente la casa dove eravamo accampati. Il tempo passa molto più velocemente del previsto e ormai è ora
di raggiungere Londra e di vincere la
scommessa!!!!
Eccoci quindi prendere una nuova
barca, ma che fare nei due giorni di
pag. 20 Nave Nostra n. 4/2006
viaggio? Non c’è da preoccuparsi giochi e attività ne abbiamo in abbondanza; abbiamo costruito uno stellario per conoscere le stelle e riempito
le bottigliette di sale colorato e tanto
altro ancora... ma non si può svelare
tutto...
“TERRA, siamo arrivati a Londra”.
Scesi dalla nave velocemente abbiamo
corso con Foog e Passepartout al Circolo della Riforma urlando a squarciagola “Abbiamo vinto la scommessa, ci
siamo riusciti”!!! Sono passati in fretta questi 80 giorni e sono stati molto
intensi e molto belli, il clima che si è
creato è stato proprio quello di una
famiglia felice e questa è la cosa più
bella per noi capi.
Buona caccia a tutti
I vostri capi
Per chi volesse informazioni sugli
scout a Nave o chi volesse iscrivere il
proprio bambino o la propria bambina chiamare 333/6965548
C
aspita! Rileggendola dal libretto di campo per scrivere quest’articolo mi viene da pensare
che i capi avessero predetto il futuro!
E’ incredibile quanto questa frase possa esser stata vera questa estate al campo, infatti ha sempre piovuto, il cibo
cucinato da noi sui fuochi a volte era
immangiabile e non sempre si riusciva ad andare d’accordo con tutti.. e
proprio per questo ci sono state molte
crisi. Solo cogliendo il lato positivo di
queste situazioni siamo riusciti a superare tutti i momenti di difficoltà.
Il libro di Jovanotti “il grande boh!”
è stata la traccia di riflessioni che ci
hanno fatto capire l’importanza di:
sapersi adattare alle situazioni senza
rinunciare a ciò che si è, riuscire ad
accogliere gli altri, porsi dei traguardi, e di mettersi in gioco anche se la
situazione è difficile.
Questo è stato il mio ultimo campo
estivo di reparto e anche se tutti mi
dicono che “il clan è la parte miglio-
re” so già che l’anno prossimo sentirò
la mancanza del mio reparto, dei miei
compagni di avventura, e perché no di
alcune piccole comodità (tipo il fatto
di non dover camminare 9 giorni con lo
zaino a spalle)dei campi estivi.
Mi mancheranno anche le nostre tradizioni:
l’hike, la gara di cucina,
la serata dei totem, la
giornata al contrario, il
fuoco di bivacco, e perché no, il tanto odiato
fuoco che non sappiamo mai accendere e che
ci fa puzzare di fumo per 15 giorni. Per
tutto questo credo di dover ringraziare
tutti i componenti del reparto, che mi
hanno aiutata ad arrivare fin qui e ad
essere quello che sono... Ci rivedremo
presto...
Un grosso saluto
Gatta pensierosa!
pag. 21 Nave Nostra n. 4/2006
...Route bagnata,
route fortunata...
Donaueschingen-Passau
27/07-07/08 2006
A
vete presente la sensazione di
avere...le scarpe, la maglietta,
le calze, il reggicalze, i jeans, le
mutande bagnate?!?Ecco abbiamo reso
l’idea di come eravamo...su 9 giorni
non ha piovuto quando eravamo in
treno... In Germania il tempo è davvero
pessimo (avete mai visto un camino
acceso in agosto??noi si!!) e lo strano
è che gli “indigeni” sembravano non
curarsene: mentre noi andavamo in giro
in abbigliamento da sci (vestiti a strati
come le cipolle!) loro zampettavano qua
e là tra le colline in costume da bagno.
Ma il brutto tempo non ci ha fermati,
abbiamo continuato imperterriti a
pedalare nonostante alcuni contrattempi:
cerchioni rotti, voli nelle ortiche, gente
spalmata sull’asfalto e chi più ne ha
più ne metta...Comunque la terra dei
Crucchi ci ha riservato anche belle
sorprese, panorami stupendi, birre gratis,
gente ospitale che ha sempre cercato di
aiutarci come meglio poteva...anche
questo è lo spirito di una Route: trovare i
lati positivi in tutto e divertirsi stando in
compagnia e riuscendo anche a superare
i vincoli che ci impone la società (uscire,
bere, sballare,...). La Route è sempre la
Route e come ogni anno ci ha lasciato
qualcosa di importante...
P.S. Il tema della catechesi era la particella
di sodio che fa quello in cui crede anche
se si ritrova da sola (c’è nessuno qui??).
Tanti saluti a tutte le particelle di sodio
(e siamo tante!) che sono scout anche
se gli amici li chiamano “mangiapigne”
e gli dicono che fanno i buchi (...a cosa
serviranno poi!?!...
Deb Simo Els
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VAL MALGA 1 E 2 MEDIA
Mutanti siamo tanti!
A
nno 2010: nel mondo in seguito a mutazioni genetiche la
specie umana ha fatto un balzo evoluzionistico... così sono nati i
mutanti! Esseri umani dotati di poteri
straordinari contro ogni legge fisica e
chimica. Non è fantascienza ma è il
campo Val malga di prima e seconda
media... Ma per poter capire a fondo
cosa significa essere mutanti bisogna
diventare tali, Magneto un mutante
propenso alla distruzione della specie
umana ci ha trasformati tutti in mutanti ognuno con poteri diversi....
E così facendo siamo diventati tutti
degli X-Men cioè mutanti che seguono il maestro Xavier per proteggere il
genere umano da Magneto e dai suoi
tirapiedi...
Giorno dopo giorno abbiamo imparato a conoscere meglio i nostri poteri
e utilizzarli , inoltre ci siamo accorti
che ognuno di noi ha punti deboli che
solo con l’aiuto degli altri si possono
superare... La natura intorno a noi ci
ha aiutato a conoscerci meglio e a imparare dai nostri sbagli... il lavoro che
più ci ha colpito è stato sicuramente
la giornata della diversità in cui abbiamo visto e letto articoli che condannavano i diversi da noi....e ci siamo
accorti che l’uomo nella sua storia ha
compiuto degli sbagli!!Questi sbagli
sono costati milioni di vite e moltissima sofferenza... Allora divisi in gruppi ci siamo impegnati a raffigurare la
diversità e l’ugualianza , c’è chi faceva
il Corriere della diversità , chi la pubblicità progresso ,chi il balletto e via
dicendo....
In fondo ognuno di noi è diverso ma
dev’essere così altrimenti sarebbe
noioso vivere in un mondo di tutte
fotocopie... non pensate!!!
Noi abbiamo concluso che anche se
diversi siamo tutte persone con un anima...che sa amare noi e il prossimo...
Perché l’amore è l’abilità di vedere al
di là delle differenze di un altro e scoprire le bellezze del suo cuore...
Così abbiamo concluso il nostro
campo cosparso di avventure in cui
insieme ci siamo divertiti e abbiamo
scoperto che con l’amore si può tutto anche ciò che sembra impossibile...
Ricordate che in ogni momento e in
ogni istante non sarete mai soli perché c’è sempre qualcuno che vi vuole
bene!!
Ringrazio Mauro, Don Andrea, le
cuoche, i cuochi, gli animatori e tutti
i ragazzi/e che mi hanno fatto vivere
quest’esperienza indimenticabile....
A Cima Plem (3.100 mt)
Stefano....mmm non so!!!!!
I ragazzi al Passo del Gatto
VAL MALGA 3 MEDIA
24 luglio giorno
indimenticabile!
E
hi...Ciao siamo due ragazze che
vogliono raccontare una bellissima avventura!!!! Siete pronti? Tutto iniziò il 24 luglio 2006 con
il nostro campo estivo! Noi ragazzi di
terza media abbiamo sfidato i pirati
di tutti i mari, alla ricerca del tesoro
fine della maledizione. Per riportare
il nostro tesoro di cortesse abbiamo
dovuto costruire delle navi fatti con
le canne di bambù; per un giorno intero...
Che fatica!!!!!!! Dopo aver finito il
nostro lavoro siamo saliti sulle navi
e siamo arrivati su un’isola deserta,
abbiam dovuto lottare tra di noi, chi
vinceva prendeva una parte del tesoro. Nella nostra avventura ci è anche
capitato di alzarci all’alba per andare
in cima Plem.... Eravamo un po’ assonnati....però con grinta siamo partiti! Prima abbiamo percorso le scale
del Miller , per tre ore, poi salendo,
salendo abbiamo percorso il passo
Cristallo...... quando eravamo arrivati, ci siamo riposati e poi Via ... siamo
ripartiti per la cima Plem, siamo arrivati dopo tre ore. Quanta fatica....
Però eravamo entusiasti e eravamo
felici....il tesoro di cui parlavamo è
rappresentato da ognuno di noi in cui
vive la felicità , lo stare bene con gli
altri e andare incontro a Dio...
Una cosa abbiamo in comune tutti
noi...questa cosa è Dio che è il tesopag. 22 Nave Nostra n. 4/2006
ro più grande. Questo campo ci ha
aiutato molto perché abbiamo capito
qual è il nostro tesoro più grande e
poi abbiamo condiviso con gli altri
delle emozioni, esperienze, attività
che ci hanno unito di più...
Ringraziamo anche i nostri educatori che grazie a loro abbiamo capito
quanto è importante la vita e non va
sprecata....
Grazie del vostro ascolto
Cri & Zucri
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VAL MALGA ELEMENTARI
VETTE ESTIVE
In val malga tra fiabe,
magia e... beatitudini!
U
n assolato pomeriggio di luglio
l’affiatato gruppo dei bambini
delle elementari è partito alla
volta di un favoloso convegno di fiabe
presieduto dal professor Nesuk (alias
Luca). Giunti alla meta, i nostri valorosi, grazie al loro fiuto investigativo,
hanno scovato numerosi indizi, stranamente collegati tutti al mondo della
magia. Infatti, col passare dei giorni,
hanno scoperto che il congresso sulle
fiabe, in realtà, altro non era che una
serie di lezioni di magia tenute da diversi insegnanti, nella scuola dove il
preside... era proprio Nesuk. I bambini
hanno così imparato che esistono quattro tipi di magia, tra cui una malvagia:
la magia nera! L’obiettivo, pienamente raggiunto dai 30 coraggiosi, era
sconfiggere quest’ultima avvalendosi
soprattutto del loro spirito di unione,
saldato dagli otto precetti fondamentali: le Beatitudini che
Gesù ci ha insegnato.
Questo campo è stato
vissuto da tutti i partecipanti, grandi e piccoli, con grande emozione, vicino a Lidia,
nostra guida, con noi
per un’ultima indimenticabile esperienza.
Da aspiranti animatori esprimiamo la speranza che il principale
messaggio trasmesso
durante le “lezioni” resti a lungo nel cuore di
pag. 24 Nave Nostra n. 4/2006
ogni bambino: “la collaborazione e un
pizzico di fantasia sono l’arma fondamentale per sconfiggere il male”.
GLI ANIMATORI:
Roberto, Roberta, Enrico, Claudia,
Angela, Francesca, Fabrizio,
Luca, Luca
P.S. Buon cammino Lidia!!!
Scalata alla cima del Gran Paradiso
P
ietro, uno degli artefici della spedizione, mi contattò informandomi di una scalata al Gran Paradiso. Io accettai subito senza indugi!
Le direttive erano: partenza da Nave
sabato 8 luglio alle 6.00 del mattino e
ritorno all’imbrunire del giorno dopo.
Al mio arrivo in oratorio notai che il
gruppo era numeroso: don Andrea,
Pietro, Matteo, Alessandro, Flavio, Elisa, Berni, Giorgio, Francesco Bassolini,
Scazzola e Tameni, Simone, Nicoletta,
Lidia, Nicola, Zola, Mirko.
Ci dividemmo nelle macchine e partimmo!!! Dopo aver sbagliato strada
un paio di volte, giungemmo a Pont,
Val d’Aosta; qui ci cambiammo per
raggiungere il rifugio. La camminata,
durò solo un paio d’ore, e ci condusse
al rifugio Vittorio Emanuele II. Qui ci
sistemammo per la notte, dopodiché
passammo il tempo chi rivedendo l’attrezzatura, chi bevendo del tè.
All’imbrunire il tramonto era fantastico, il vento freddo sferzava sulle guance
arrossate dal sole e dall’emozioni che
solo quei luoghi possono offrire. Verso le otto di sera ci sedemmo a cena;
eravamo allegri soprattutto quando arrivò il cibo. Durante la cena scherzammo molto, soprattutto con lo “zio”...
grazie anche a un paio di bicchieri di
troppo!
Il mattino seguente ci alzammo alle
3.00 consumammo la colazione “un
po’” assonnati! Dopo mezz’ora eravamo sul sentiero buio, con solo le nostra
pile ad illuminarlo.
Mentre salivamo guardavamo il paesaggio: era fantastico! Arrivati all’inizio del ghiacciaio, il sole illuminava già
il nostro cammino.
Durante la scalata non eravamo soli,
c’erano tantissimi stranieri, incuranti
dell’incolumità delle cordate sul loro
cammino (qualcuno cercava di spiegargli la situazione a modo suo!). Nell’ultima salita impervia verso la cima non
si coglieva la differenza tra l’alta montagna e una fiera di paese! La montagna
ripagò tutti noi delle fatiche spese per
raggiungere la vetta, donandoci uno
pag. 25 Nave Nostra n. 4/2006
spettacolo emozionante e fantastico.
Tra il tripudio generale, ci raggiunse
Gianni partito nella notte per arrivare
assieme a noi (è un mostro!!!).
Scendemmo consci del pericolo, visto
che la neve era più molle del mattino a
causa del sole!
Quando arrivammo al rifugio tutta la
stanchezza si fece sentire!
Per raggiungere più in fretta le macchine non seguimmo il sentiero, tagliando
in ogni posto dove era possibile e anche dove non lo era!
La stanchezza ci costrinse a fare tappa
al bar, ove dalla sua vetrata “la gente
del posto” ci rassicurò sulla vera identità dell’animale che vedevamo.
Salimmo in macchina per tornare a
casa, ma oltre a sbagliare strada trovammo una colonna pazzesca!
Fortunatamente arrivammo in tempo
per il secondo tempo della finale dei
mondiali!
Matteo e Alessandro
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La nostra ESTATE on the ROCK
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nche quest’anno mi “tocca” ricordare le esperienze vissute
sulle vette e sui sentieri delle
nostre (e non nostre) montagne.
Il filo conduttore? “Stare insieme in
luoghi che liberano l’animo da tutti i
condizionamenti della frenesia quotidiana”. Andare per monti significa
condividere esperienze, gestire emergenze, affrontare pericoli, conoscere
persone, imparare tecniche, trovare
nuovi stimoli. Le mete più importanti
di quest’estate sono state la vetta del
Gran Paradiso (4’061 m.s.l.m.) e il
Sentiero Roma (6’800 metri di dislivello complessivo), cui si sono affiancate
altre gite come l’Adamello ed il Pizzo
Tresero (gruppo Ortles-Cevedale), entrambi oltre i 3’500 metri di quota.
solo per la sicurezza, ma anche perché
mette alla prova le capacità di affiatamento con i compagni, senza il quale è
molto difficile procedere. Nella vita di
tutti i giorni ci troviamo fianco a fianco con colleghi, amici, familiari come
facessimo parte di una cordata ideale, perciò dobbiamo far tesoro dello
“spirito di adattamento e solidarietà”
vissuto in montagna riversandolo nella
quotidianità. Dopo circa cinque ore di
cammino si raggiunge la vetta e l’emozione, come al solito, è indescrivibile.
Le nuvole, che guardiamo dall’alto in
basso, pare ci dicano che il gioco lo
conducono comunque loro. Questo ci
insegna che chi ha la fortuna di poter
stare in alto, non necessariamente può
fare a meno dei più umili, anzi...
Il Gran Paradiso, noto come il quattromila più frequentato delle Alpi, ci ha
visti impegnati in una salita tra i ghiacci perenni su cui erano presenti moltissimi altri alpinisti. Nonostante ciò,
ognuno di noi è riuscito ad “isolarsi”
scrutando il proprio intimo. Questa è
la vera forza della montagna, permettere sempre ed in ogni circostanza l’introspezione. Come al solito si parte il
mattino prestissimo alla luce delle pile
frontali, per poi salutare l’alba appena
prima di raggiungere il ghiacciaio che
ci “impone” di legarci in cordata.
Questo è un elemento importante non
Il Sentiero Roma è un trekking di cinque giorni che tocca i colli ritenuti tra
i più belli delle Alpi, basti nominare il
Pizzo Badile ed il Monte Disgrazia.
Qui, oltre che con “sorella fatica”, abbiamo dovuto fare i conti con le morene, le pietraie, le vie attrezzate, il
maltempo ed anche con un piccolo infortunio. Comunque lo scenario è fantastico, rocce maestose, paesaggi crudi,
poche persone sulla via, tutti fattori
che hanno stimolato la rievocazione
del “codèr”, un animale mitico ormai
estinto che ha vissuto i momenti d’oro
della vena poetica della nostra amica
pag. 26 Nave Nostra n. 4/2006
Romilda, “ragazzina” di 86 anni che
vive tra Codera e Bresciadega, due paesini montani posti a circa 1’200 metri
di quota, raggiungibili solo a piedi o in
elicottero, ma non per questo desolati,
anzi sono popolati da famiglie che, con
i loro bimbi, amano trascorrere l’estate
in questi luoghi dove non esistono confini, ma tutti sono padroni di tutto.
Il culmine della soddisfazione si raggiunge al rifugio dove, seduti attorno
ad un tavolo, si chiacchiera, si riflette,
si gioca a carte, si beve una birra, insomma, si fraternizza. Questa è l’atmosfera che vogliamo trasmettere a chi
è appassionato di montagna, dando
vita a ciò che stiamo progettando sin
dai tempi dell’Alta via dell’Adamello,
la formazione del GEO, un gruppo
di amici che, utilizzando la montagna
come strumento di crescita, si impegna
ad organizzare gite, escursioni e, perché no, anche scalate che coinvolgano
tutte le fasce di età.
A presto!
Kiru
IL SENTIERO ROMA
Meglio dirlo subito per evitare equivoci: il sentiero Roma non è a Roma!
Nulla a che vedere con la capitale, ma
è un percorso di trekking che si snoda
e si trova nella zona Lecco/ Sondrio e
che ha a che spartire con Valtellina, Val
di Mello, Val Masino, Val Codera ecc
ecc. L’ottantottenne poetessa Rumilda
Dal Prà (per conoscerla dovete andare
al rifugio Luigi Brasca in Val Codera,
ne vale la pena) ne saprebbe sicuramente di più riguardo a queste valli e
ai monti circostanti e saprebbe sicuramente incantarvi con qualcuna delle
sue meravigliose poesie. Ma per esprimere qualcosa su questo sentiero (le
parole non riescono mai ad esprimere
pienamente un’esperienza) preferisco
farmi aiutare dall’amico Giovanni, meglio noto come Evangelista Giovanni.
Tra le sue frasi più “famose” c’è questa:
ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi
abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò
che noi abbiamo contemplato e ciò che
le nostre mani hanno toccato, ossia il
Verbo della vita (alias: amore infinito),
ADAMELLO 23-24 AGOSTO
noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con
noi. Noi non abbiamo veduto, udito e
toccato Gesù Cristo in carne ed ossa
questo è vero però... per tutti abbiamo
potuto udire il soffio del vento che accarezza o scompiglia i capelli, il verso
di una marmotta, il silenzio del mattino
abitato da una presenza eterna invisibile e al contempo così reale, il canto
della natura che è viva dentro forse più
di te, il Padre nostro pregato insieme
e le parole felici dell’amico che ti sta
accanto entusiasta per un nuovo giorno donato e da donare condividendo il
cammino, il cibo e....se stesso. Per tutti
abbiamo visto lo splendore e la maestà
dei monti, i prati verdissimi e i pascoli,
la bellezza del cielo ogni volta diverso,
la durezza e la severità del paesaggio
che dietro nasconde una bellezza da
assaporare passo dopo passo. Abbiamo
toccato con mano ciò che serve davvero
e ci siamo accorti di quanto superfluo
predomina nella nostra vita, abbiamo
toccato la fatica di salire e di scendere,
la difficoltà a restare in piedi, la forza
di volontà e il sacrificio che ci vogliono
per arrivare ad una meta e la consapevolezza dei propri bisogni e limiti. Ma
abbiamo toccato anche la gioia di un
passo conquistato e l’arrivo al rifugio
lontano,la convivialità della cena condita di risate,la fraternità e l’aiuto, così
prezioso per chi va in montagna. Dopo
questo dal cuore non può che sgorgare
un GRAZIE. Un grazie alla montagna
per ciò che gratuitamente ci ha donato e ci ha fatto gustare con il supporto
necessario di piedi, mani cuore e testa
nostri. Un grazie a chi ha condiviso
con me il cammino, insieme si può ed
è bello. Soprattutto sono grata a chi
con pazienza e spirito di sacrificio mi
ha aiutato, incoraggiato e stato vicino
(soprattutto mentre ero appesa alle catene sotto la tempesta!). E poi un grazie
grande al buon Dio, lo lascio per ultimo
perché nella logica evangelica gli ultimi
sono i primi. Il mondo ce l’ha regalato
lui, e “senza di lui niente è stato fatto di
tutto ciò che esiste” (Gv. Cap.1). La sua
presenza di bellezza si è rispecchiata
in questi monti e con S.Francesco non
possiamo che cantare:”Lodate, benedite il Signore, ringraziate e servite con
grande umiltà”.
Adamello,
la vetta tanto ambita...
Q
uattro flash per raccontare
due giorni di montagna di
un’allegra compagnia:
L’INCONTRO: Marco, uno dei rifugisti del Prudenzini. Una persona veramente particolare che ci racconta della
sua esperienza all’Iditarod: 1800km
nel ghiaccio dell’Alaska, in trenta giorni, a -50°, SOLO CON SE STESSO!!!!
Parla di un pellegrinaggio non solo fisico, ma anche spirituale...
Una partita a BRISCOLONE: di circa
venti mani, con Cesare che nonostante
due chiamate assurde, ma vincenti, termina a -15 punti e stabilisce il nuovo
prezzo al barattolo del suo miele (15
euro per l’appunto! Un po’ caro, ma vi
assicuro ne vale la pena!).
LA SVEGLIA: alle quattro, per qualcuno fine di un’interminabile notte insonne; per Pietro e Mirko ora di arrivo
al Prudenzini (sono partiti a mezzanotpag. 27 Nave Nostra n. 4/2006
te da Nave per raggiungerci!). Un momento strano dove vedi gente insonnolita che s’infila imbraghi e ghette tra un
panino con la marmellata e un caffè...
IL CAMMINO: due ore e mezza, forse anche un po’ più, di salita su una
pietraia che spezza le gambe, per poi
arrivare al bivacco Giannantoni. Discesa sulla stessa pietraia, ma contornata dallo spettacolo della neve e dei
camosci... veramente indimenticabile.
Che altro...ah scusate, l’Adamello, la
vetta tanto ambita...beh, dopo 1000m
di dislivello, praticamente già in quota, causa maltempo siamo dovuti scendere. Particolare insignificante: dopo
solo un’ora tutto sereno!
Ma questa è la montagna! E stavolta
non si può incolpare il fazzolettone...
forse gli scarponi di Cesare!
Anna
Testimonianze
Testimonianze
CONFERENZA SAN VINCENZO DE’ PAOLI - PARROCCHIA MARIA IMMACOLATA – NAVE
Nave: una festa di amicizia
L
a pieve della Mitria di Nave ha
rappresentato una splendida
cornice per la tradizionale giornata di amicizia che ogni primavera la
San Vincenzo bresciana organizza per
soci e simpatizzanti.
Lo scopo è quello di rafforzare lo spirito di appartenenza alla nostra associazione e rinsaldare i vincoli di amicizia trascorrendo alcune ore in serenità
coniugando l’aspetto culturale a quello
ricreativo.
La calda accoglienza e la ottima organizzazione offerta dalle amiche della
Conferenza di Nave, ci hanno permesso di apprezzare i tesori artistici racchiusi nella Pieve della Mitria che una
giovane guida, ben preparata, ci ha accompagnato a visitare.
Don Federico Pellegrini, il nostro Assistente spirituale, ha celebrato la Santa
Messa alla quale sono seguite alcune
comunicazioni riguardanti la vita della
nostra Società ed i festeggiamenti a tre
Conferenze che hanno raggiunto traguardi significativi di attività.
La giornata è proseguita con un momento conviviale in un’affascinante
località immersa nella natura che ci ha
riempito i cuori di pace e serenità.
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e arricchito con la loro presenza
questo momento di festa e, particolarmente, alla Conferenza di San Vincenzo di Nave.
Tratto da “La voce del Popolo”
del 23 giugno 2006
Brevi cenni
circa le origini
ed i momenti
più rappresentativi
della nostra Confer
Maria Immacolata
L
a conferenza S. Vincenzo de Paoli nasce a Parigi nel 1833 sotto la
spinta del giovane Federico Ozanam
(1813-1853). Studente della Sorbona
comincia la propria opera caritatevole
apportando aiuti alle famiglie bisognose direttamente nelle loro abitazioni.
Altri ragazzi come lui si unirono in
questa “missione” divenendo confratelli. Verso la fine della guerra (19401945) un gruppo di signore particolarmente sensibili ai bisogni altrui, spinte
dal parroco Don Giacomini, sentirono
la necessità di fondare a Nave la “Conferenza di San Vincenzo”.
In quei tempi il paese si dedicava prevalentemente ad attività agricole e alla
cura dei boschi. Le famiglie erano numerose ed indigenti poiché necessitavano di beni primari. Non esistevano
servizi sociali: solo si collaborava con
l’ECA (Ente Comunale di Assistenza).
I casi di bisogno erano segnalati dal
Parroco che conosceva tutte le famiglie
e seguiva l’Associazione dando consigli
e suggerimenti vari. Come accade oggi,
anche allora, le Consorelle visitavano a
casa i loro assistiti. Alla fine degli anni
’60 il paese si trasformò e con la nascita delle prime ferriere da agricolo
divenne industriale; cominciarono così
ad affluire i primi immigrati in cerca
di lavoro. Dapprima giunsero dalla
Val Camonica, poi soprattutto dal Sud
sprovvisti di tutto. Il Comune, senza
strutture di accoglienza, si trovò in difficoltà dovendo dare a queste famiglie
i servizi primari (casa, mensa, scuola,
servizi sanitari). L’ente si rivolse allora
alla San Vincenzo, quest’ultima si diede da fare per alleviare i bisogni degli
immigrati aiutandoli anche ad inserirsi
nel “loro nuovo paese”.
Alla fine degli anni ’70 arrivarono le
persone colpite dal terremoto del Belice ed il Comune, in collaborazione con
la Conferenza San Vincenzo, dovette
far fronte anche a questo evento. Negli anni ’78–’80, vivendo il paese in un
certo benessere, si verificarono i primi
casi di droga.
Questo problema colse tutti di sorpresa, si era impreparati e non pronti
a vedere e capire la nuova realtà. Tale
evento comportò la distruzione delle
famiglie, lo sviluppo di malattie e incarcerazioni.
Difficile fu per la San Vincenzo avvicinare queste famiglie anche solo per una
parola di conforto. In questa emergenza la San Vincenzo, non potendo visitare i carcerati per questioni burocratiche e per difficoltà di avvicinamento
a questo mondo, sostenne con offerte
specifiche l’opera dell’Assistente Sociale Dante Dossi.
Attualmente la nostra Conferenza si
occupa delle nuove povertà: pensioni
minime, disoccupazione, malattie, degrado famigliare e in particolar modo
degli extracomunitari.
Viene svolto anche un servizio di pronto intervento. Ciò è attuato sempre in
collaborazione con i Servizi Sociali;
viene steso, per ogni famiglia assistita,
un programma d’intervento che prevede tempi di inizio e fine.
Il saluto
a don Giuliano
Con Mons. Giuliano Franzoni viene meno una delle figure preziose del nostro
presbiterio, per il suo essere ed operare da prete e per il suo servizio diligente e
competente nel nostro Istituto Diocesano per il Sostentamento del clero.
E
sprimo la mia partecipazione al
dolore dei familiari e dei suoi
più vicini collaboratori, a nome
anche del vescovo ausiliare e dei vescovi emeriti. Non mi fermerò a delineare il suo molteplice impegno nella
pastorale se non per accenni. Nato a
Nave il 20 giugno 1942, formato in
seminario in vista della risposta alla
sua vocazione presbiterale, ordinato a
Nave il 7 dicembre 1968. Da vicario
parrocchiale festivo nella parrocchia
di Maria Madre della Chiesa a vice
assistente diocesano dell’Azione Cattolica Ragazzi, a vicario cooperatore
festivo nella parrocchia di Castelletto
di Leno, a vicerettore del Seminario;
addetto alla pastorale del mondo del
lavoro; vicario parrocchiale festivo
prima e recentemente amministratore
parrocchiale a Roncadelle; parroco di
Clibbio; insegnante in Seminario daI
1968 al 1992, contemporaneamente
anche cappellano della “Domus Salutis” per 5 anni; parroco poi di Rezzato
S. Giovanni, e poi Rettore dell’istituto
Arici; dal 2001 Presidente dell’IDSC e
dal 2005 canonico della Cattedrale.
Il Signore lo ha chiamato martedì 3
ottobre, in mattinata, dopo aver celebrato, come ogni mattina, la Liturgia
delle Lodi come capitolare in Cattedrale, nel suo ruolo di farsi voce della Chiesa che rende incessantemente
lode a Dio e intercede per la salvezza
del mondo. In quello stesso giorno il
salmo 87 nella Liturgia Eucaristica ci
ha fatto dire: “la mia vita è vicina alla
tomba sono annoverato fra quelli che
scendono nella fossa, sono come un
uomo ormai privo di forza”.
Sul tutto è arrivata improvvisa e imprevista la sua morte, che non c’impedisce, anzi intensifica, il nostro continuare a volergli bene, e a ricordarlo
con la sua parola e il sorriso che aveva
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per tutti, a pregare in suo suffragio.
La sua morte deve essere una lezione
per noi, quella che traiamo dal Libro della Sapienza: “Il giusto, anche
se muore prematuramente, troverà
riposo. Vecchiaia veneranda non è la
longevità, né si calcola il numero degli
anni, ma la canizie per gli uomini sta
nella sapienza, vera longevità è una
vita senza macchia”.
Il libro della Sapienza porta una profonda innovazione nel pensiero del
tempo. Afferma che “il giusto, anche
se muore prematuramente, troverà riposo”, e ne spiega le ragioni: il valore
e il merito della vita dell’uomo non si
misurano in base al numero degli anni,
ma in base alla virtù; la morte prematura libera dai pericoli che circondano l’uomo in questo mondo corrotto;
coloro che hanno vissuto santamente
hanno già compiuto la loro missione.
E Gesù ci ha detto verità confortanti
inerenti la vita e la morte: “Questa è
la volontà di colui che mi ha mandato,
che io non perda nulla di quanto lui
mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo
giorno”.
Mi sento in dovere di dire che cosa
porto via dalla collaborazione con don
Giuliano. La sua capacità di coniugare
cultura e operosità, educazione intellettuale e responsabilità. Mi colpiva il
suo modo di raziocinare: ragionava
con pacatezza e sapeva sostenere le
sue idee non preconcette, fondandole
su argomenti oggettivi e mai in maniera assertoria. Nei contatti, non pochi
e non brevi con me, mi dava prova di
una elevata umiltà intellettuale.
Era dotato di un equilibrato realismo
capace di ricondurre le opinate grandezze alle concrete misure dei quotipag. 29 Nave Nostra n. 4/2006
diano. Il tutto dentro un umano con
le sue virtù e le necessarie miserie che
ogni esistenza umana porta con sé.
Questa è la vicenda terrena di don
Giuliano: in adempimento alla volontà dei Padre egli si è consegnato a
Gesù: quanto al suo essere ed operare pastorale Gesù ha tenuto conto di
tutto, non ha perduto nulla: ed è questo il germe di risurrezione che fiorirà
nell’ultimo giorno. Riprendendo le
parole del Papa di domenica scorsa
possiamo con tutta certezza dire di
don Giuliano che: “L’amore di Cristo
lo ha spinto (2 Cor 5,14) nella gioiosa
esperienza di essere missionario dell’Amore là dove la Provvidenza lo ha
posto, con umiltà e coraggio, servendo
il prossimo senza secondi fini e attingendo nella preghiera la forza della carità lieta e operosa”.
Noi tutti che io abbiamo avuto amico,
collaboratore, confratello, pastore lo
continuiamo ad amare aiutandolo con
la forza della preghiera.
Caro don Giuliano, grazie anche dell’aver fatto prevalere in te la persona
sul ruolo, di avermi dato esempio di
saperti coinvolgere nella vita degli
altri, di avermi dato prova di essere
tanto mente ma soprattutto cuore, capace di relazione umana che non ha
compromesso, anzi ha sublimato il
tuo essere prete.
Mons. Giulio Sanguineti
Nave Teatro 2006
In viaggio con la fede
Confraternita in cammino per Conche
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Parrocchiani in piazza a Siena
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