FUTURO DA COLLEZIONE (mastro oro)
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FUTURO DA COLLEZIONE (mastro oro)
Un orologio, un mondo Dietrich Organic Time OT-4 di andrea rovani P uò un orologio da solo definire la personalità di un uomo? A volte andando contro il detto “l’abito non fa il monaco” e a volte confermandolo, secondo noi sì. L’orologio è lo specchio della persona, segnale di decisioni che la identificano, primo accessorio che determina la scelta di tutti gli altri. Ogni mese in questa rubrica mi calerò nei panni di un uomo diverso, definito dall’orologio che porta al polso e dalle scelte che ne derivano. Chissà che qualcuno non si riconosca nella descrizione... Aiuto. Al polso di un tizio in treno c’è questo orologio. Dovete aiutarmi a capire cos’è, perché non me lo levo dalla testa. Lo voglio. È grande, di una forma particolare, non tondo e neanche quadrato. Sembra una specie di ragno allacciato al polso, perché il quadrante è aperto sul meccanismo con una forma singolare. Mi piace tantissimo ma non riesco a trovarlo da nessuna parte (googlare “orologio ragno” o “spider watch” non ha dato grandi risultati). Non mi dispiacciono gli orologi, ma certamente non sono un appassionato. Neanche ne porto uno al polso. Non ne sento la necessità, però mi piace vederli al polso degli altri. Sono un osservatore. Deve essere una cosa legata all’aspirazione che ho di scrivere. Oppure al fatto che sono italiano. Noi italiani ci osserviamo molto l’un l’altro: “Guarda la moto di quello là”, “Guarda quello che scarpe, le voglio anch’io” oppure il classico “Guarda quella che...”, ma forse l’ultimo non conta. Quindi, mi avete chiesto di descrivere il mio orologio e io non ne ho uno. Però ora ho cambiato idea, perché vedo quest’orologio e sì, vorrei averne uno uguale. Vi spiego perché. Osservando le persone, come dicevo, ho notato che l’orologio è indos- 32 Nuovo modello della collezione Organic Time di Dietrich, OT-4 presenta una cassa in carbonio con trattamento PVD grigio e quadrante multilivello. Il cinturino Nubuck di colore grigio scuro con cuciture blu può facilmente essere sostituito con l’ampia gamma di cinturini Dietrich, che includono per la prima volta anche il caucciù. Movimento meccanico automatico modificato, base Miyota 82-S-7, a vista dal lato quadrante. Prezzo: 2.150 euro. L’OROLOGIO 238 - Giugno 2015 Le cuffie stereo per dispositivi mobili Urbanite di Sennheiser sono realizzate con cerniere in acciaio inossidabile e archetto rivestito in tessuto. Sono disponibili nei modelli nation, denim, sand, plum e black. Prezzo: 179 euro. Per informazioni: www.exhibo.it sato soprattutto dagli uomini sulla quarantina, con begli abiti e camicie probabilmente su misura, roba che io non saprei, ma quando la vedi tutta insieme su una persona ti accorgi che c’è una certa differenza con il classico “impiegato di banca”. A volte ne ho incontrati alcuni anche con i gemelli. Pensavo che quelli ormai li portasse solo il mio amico Mario, che vedo unicamente ai matrimoni. Invece ce ne sono ancora, ed è diventata un po’ una mania studiarli. Perché, sorpresa sorpresa, non ci sono più solo i gemelli d’oro. Questi signori, che forse sono poco più grandi di me ma mi viene da chiamarli signori, ne indossano di vari e colorati. Tanto che quasi quasi ho pensato di comprarmi anch’io una camicia così e costruirmi dei gemelli con le minifigures Lego. Poi ho realizzato che sarei stato ridicolo a mettere la camicia con i gemelli sotto la felpa. A parte gli scherzi (che poi, magari i gemelli Lego li hanno già fatti ma io non lo so; oddio, è possibile?), l’idea dell’orologio la abbino quindi a questo tipo di persona. Seria. Impegnata. Con un lavoro importante. Cerco di esercitare la fantasia e gli affibbio una moglie, dei figli, un mutuo, una casa arredata con mobili di famiglia e librerie di design, cucina tecnologica, computer, tablet, smartphone, impianto stereo, un cane (di razza). Tutto l’armamentario, insomma. E l’orologio è quasi sempre tondo, classico, a volte sportivo ma nulla che attiri la mia attenzione. Ho una fantasia limitata, mi rendo conto. Un po’ stereotipata. Forse dovrei abbandonare l’idea dello scrivere. Perché l’uomo davanti a me è un esemplare del genere di cui sopra, ma porta un orologio mai visto prima e che io vorrei rubargli dal polso. Ora, potrei facilmente domandargli che orologio è, ma il tipo sta da un’ora al telefono. A quanto pare c’è un L’OROLOGIO 238 - Giugno 2015 33 Un orologio, un mondo problema cui non si trova soluzione. Roba di budget, target, consiglio, board, skill, e altre parole del classico vocabolario del manager. Idea! Lo fotografo. Con nonchalance, fingendo di inviare una mail. Che ci vuole? Destrezza, ecco che ci vuole. Ma quale nonchalance. Devo essermi piegato un po’ troppo in avanti. E di lato. E sporto dal sedile. Perché il tizio mi sta guardando con aria sospettosa. Meglio ricompormi e guardare fuori dal finestrino. Per aggravare la situazione potrei solo mettermi a fischiettare. Oddio, l’ho fatto. Sono un imbecille. La curiosità mi divora. Ma è possibile che quello dall’altra parte del telefono non sia capace di risolvere da solo il suo problema di budget? Il mio uomo dovrebbe licenziarlo. Immediatamente. Ora gli scrivo un biglietto e glielo passo sul tavolino che ci divide: “Licenzia questo cretino e dimmi che orologio porti”. L’apparenza inganna? Dettagli che rivelano una personalità Forse è un po’ azzardato. Ok, aspetto. Osservo ancora l’orologio, per fissarlo bene nella memoria. Di base è grigio. Sembra marmorizzato. Ho un’illuminazione: potrebbe essere in carbonio, perché mi ricorda qualcosa. Poi, dunque, il quadrante è di due colori, con una specie di X al centro che non so perché mi fa pensare ad Alien. Oltre alle lancette, vedo degli ingranaggi blu, ma non saprei dire di cosa si tratta. Faccio cadere il giornale che mi hanno gentilmente offerto sul treno (non l’ho neanche sfogliato) e mi sporgo per guardarlo meglio. La forma è allungata e il cinturino è allacciato all’orologio in un modo particolare. Inizio a vergognarmi un po’. Anche il vicino di treno, dall’altro lato del corridoio, inizia a guardarmi con curiosità, e un po’ di fastidio. Abbasso sul naso gli occhiali da sole. Guardo fuo- 34 Il modello TRS06 è l’interpretazione Tom Rebl del classico occhiale da sole “aviator”. Protagonista indiscusso è l’acciaio, al quale si possono abbinare tre tonalità cromatiche diverse: oro antico, acciaio grezzo e acciaio brunito. Le parti terminali sono in pelle e i trattamenti anticati dell’acciaio gli conferiscono uno stile vintage. Prezzo: 349 euro. Per informazioni: www.tomrebl.com ri. Il vicino continua a fissarmi e il mio uomo mi guarda di sottecchi mentre parla al telefono, ormai con la mano a coprirsi la bocca. Metto anche le cuffie. Mi sento ridicolo. È ora di allontanarsi e andare alla carrozza bar. Vorrei darvi più indizi sull’orologio. Se ne sapessi di più, potrei anche ricostruire meglio la personalità del suo proprietario. Mi infastidisce quell’uomo. Il fatto che uno così “normale” abbia scelto un oggetto che mi piace tanto mi destabilizza. Significa che c’è un mondo, fuori dal mio, in cui vivono creature diverse, che sfuggono ai miei parametri di valutazione. Quasi quasi potrei scriverci sopra un racconto. I contrasti mi intrigano. Già sto cambiando lo scenario in cui si muove il mio uomo. Ora è single. La casa è la stessa, ben accessoriata, ma sono scomparsi i mobili d’epoca e le composizioni floreali (quelle le avevo aggiunte mentre guardavo il paesaggio fuori dal finestrino). Invece c’è un maxischermo con videoproiettore e una bicicletta in carbonio appesa al muro all’ingresso. E una palestra. Sì, una palestra in casa. E va bene, sono passato da uno stereotipo a un altro. A quest’ultimo manca solo la Batcaverna. Resterò rintanato qui al bar fino all’arrivo del treno in stazione. Riflettendo sul piano B senza futuro per la mia vita. Già mi figuravo le decine di copie in fila nelle vetrine di tutte le librerie, migliaia di download della versione eBook. Sogni infranti. Per colpa di un orologio da polso. Quando torno al mio posto il treno sta già entrando in stazione e il manager ha finalmente finito con il telefono, ma è già in piedi, con trolley al seguito. Mi sembra difficile attaccare discorso ormai. “Aveva dimenticato il cellulare” mi dice e me lo passa. Ottima conclusione. Non solo invadente, anche rimbambito. Ringrazio e saluto. Ci perdiamo fra la gente sulla banchina e addio alla mia curiosità. Prendo il telefono per avvertire che sono arrivato. Scorro il dito sullo schermo e mi appare una foto. Non ci credo. È l’orologio. Fra le applicazioni aperte una nota: “Ho visto che lo osservava. È un Dietrich OT-4, cassa in carbonio, movimento a vista. Mi fa piacere che le sia piaciuto. La vedrò stasera in consolle, spero”. Eccolo là, un appassionato di techno. Dovevo capirlo subito. Ne aveva tutta l’aria. L’OROLOGIO 238 - Giugno 2015