Centonove numero 24

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Centonove numero 24
ANNO XXI Numero 24
20 GIUGNO 2014
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
POSTALE A REGIME
SOVVENZIONATO 45% (ME)
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
EURO 1,50
S...coppiati
MESSINA
È GUERRA AL CONSIGLIO
COMUNALE PER LA DELIBERA
DEL SINDACO SUL REGISTRO
DELLE UNIONI CIVILI.
IL CENTRODESTRA DICE NO
MENTRE IL PD CI RIPENSA.
MESSO ALLE STRETTE
DAI COMPAGNI DI PARTITO
20 Giugno 2014
il punto
EDITORIALE
Un programma
per la Sicilia
DI
ENZO BASSO
MA C’È UN futuro per la Sicilia? E
se sì, da quali vie passa?
L’economia dell’Isola ormai è allo
stremo. Il tasso di disoccupazione
giovanile è schizzato a valori postbellici, quasi il 40%. Un tetto
superato solo dal livello-record
della tassazione sulle imprese:
l’Irap più alta d’Europa. Tradotto:
un invito esplicito ad evadere le
tasse. Dimostrato dal fatto che
Riscossione Sicilia chiude in rosso:
la Regione ha ricapitalizzato con
40 milioni di euro la società che
dovrebbe finanziare i servizi pagati
dai siciliani. Per tappare le altre
falle di bilancio, poi, Crocetta è
riuscitio, non si sa ancora per quali
vie, a farsi garantire dalla Stato
una anticipazione straordinaria di
570 milioni di euro. Una cifra pari
ai finanziamenti europei che la
Regione ha ormai accertato avere
perso. L’elenco potrebbe
continuare fino alla noia. O anche il
disgusto. Lo stesso che si prova a
leggere il Corriere della Sera che ha
intervistato, il manager di Nuovo
Consorzio Venezia, quello delle
tangenti al Mose, autore di un
lapsus froidiano: “Funzionava tutto
come la Sicilia ai tempi d’oro”. Ecco
quei tempi sono finiti. La diligenza
è stata assaltata. Ma il tema resta
sempre lo stesso: da dove ripartire?
La Grecia un programma lo ha
presentato. Difficile da digerire. Dai
costi sociali altissimi, ma lo ha
fatto. La Sicilia, perché,
quantomeno non comincia a
stilarlo questo programma? Le
sabbie mobili, come le tangenti del
Mose a Venezia, hanno un tempo.
Poi si sprofonda.
Le stragi dell’egoismo
Il bisogno di avere tutto e subito. E se un ostacolo si sovrappone tra noi e la meta,
lo abbattiamo senza pietà. In questo brodo culturale nessuno può ormai dormire tranquillo
DI
DOMENICO BARRILÀ
LA STRAGE FAMILIARE di Motta Visconti è uno dei mille
quotidiani capitoli del grande romanzo delle scorciatoie, dove sono
bandite le categorie del tempo e dello spazio, ed esiste un solo
protagonista, l’ego, che chiede di essere onorato ogni istante e a
qualsiasi costo, mentre ci prende per mano e ci riporta in quelle
caverne da dove credevamo di essere usciti.
Un paio di anni fa mi trovavo a Torino, relatore di un convegno
promosso dalla regione Piemonte, sul taxi che mi riportava alla
stazione di Porta Nuova avevo trovato un quotidiano, in prima
pagina campeggiavano titolo e cronaca di un gravissimo fatto di
sangue, anche questo accaduto tra mura domestiche, figlio delle
medesime distorsioni presenti nella mattanza di Motta Visconti.
Dopo ripetuti richiami al figlio di dodici anni, che non si decideva
ad unirsi al resto della famiglia per la cena, essendo impegnato in
un videogioco, un padre esasperato aveva bruscamente staccato la
spina del congegno. Il figlio, come morso da una vipera, aveva
raccolto un taglierino sulla scrivania e colpito alla carotide il
genitore, salvato poi miracolosamente dai chirurghi dopo un
intervento durato una decina di ore.
Cosa lega i due episodi dovrebbe apparire evidente. Una brodo
culturale torbido, acceleratissimo fino allo sfinimento, funestato
dall’ossessione della gratificazione istantanea, minato dalla
progressiva perdita della stessa idea di responsabilità, sopraffatto
dall’avanzata irresistibile di una nuova pletora di universi paralleli,
ognuno popolato da un solo abitante, universi che si sfiorano
senza mai toccarsi o che si toccano giusto per sopraffarsi. Tutto e
subito, a qualunque costo, e se un ostacolo si frappone tra noi e la
meta, lo abbattiamo senza pietà, dopo averlo privato della sua
umanità e ridotto al rango di oggetto inanimato, perché questo ci
permette di colpire senza patemi, salvo quelli che giungono
Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon
In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella
Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Enzo Basso
Garante del lettore: Attilio Raimondi
centonove pagina 2
quando le tempeste adrenaliniche si sono placate, quando oramai
è troppo tardi, come accade a quell’uomo che dopo avere sgozzato
moglie e figli ora chiede per sé il massimo della pena.
Solitudine, unico sentimento condiviso, alimentata da parole prive
di senso, espressioni che oramai corrono di bocca in bocca e che
senti ripetere in tutte le salse, come una nuova liturgia della parola
che ti annichilisce con la sua profondissima banalità. Vincente,
alla grande, top player e altri funambolismi verbali, uno stupidario
sconfinato che finisce per evocare un mondo dove non c’è posto
per le persone normali, cioè noi poveri cristi, in definitiva per
nessuno. Dopo lo sterminio della famiglia di Motta Visconti, molte
persone, amici soprattutto, mi hanno scritto, esprimendo
sgomento e pareri molto profondi, tra tutti scelgo la riflessione di
Davide, pastore della chiesa avventista che, senza ipocrisia e senza
cercare rassicurazioni, ci mette crudamente di fronte agli abissi
della nostra natura: “A volte ci chiediamo come abbiano potuto
avere luogo, nel cuore del Novecento, l’olocausto o altre simili
atrocità. Ma basta guardare l’essere umano quale carica di violenza
e di follia si porta dentro per capire, almeno in parte. La cosa che
angoscia di più è che non si tratta di alcuni pochi pazzi in una
società di uomini ( e donne) sani e razionali. Ma ciascuno di noi è
potenzialmente un assassino, anche quando non ha ancora ucciso
nessuno. C’è un eccedenza di male in noi, che non può essere del
tutto prevenuta da sani modelli educativi, che pure ovviamente
servono”. Per un sincronismo imprevedibile, nelle stesse ore
prendeva la strada della possibile soluzione anche l’orrendo
omicidio della ragazzina Yara Gambirasio, che non riposerà in
pace, e nemmeno noi, ma almeno, al netto dei soliti esibizionismi
fuori luogo delle autorità, ora la tragedia sembra avere una trama
e un epilogo. Magra consolazione, ma è meglio che niente.
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20 Giugno 2014
riservato
IL CASO. I legali degli imprenditori di Gioiosa chiedono alla Prefettura l’accesso ai documenti. Il diniego superato con la sentenza del Tar
Consorzio dei Mollica mafioso? Sì, no, forse
ROMA. Il tasso di mafiosità si misura
con le sentenze dei tribunali o con le
cattive frequentazioni? Il tema è stato
affrontato dalla prima sezione del Tar
del Lazio, a proposito del ricorso
presentato dagli avvocati Francesco
Zaccone e Angelo Clarizia per conto del
Corsorzio Stabile Aedars, 44 imprese
raggruppate, quasi un migliaio di
dipendenti sparsi nei cantieri di
tutt’Italia, oggi in concordato
preventivo, che fanno capo, secondo
una interdittiva antimafia del
settembre 2013 della Prefettura di
Roma, ai fratelli Mollica di Piraino.
Dopo il diniego della Prefettura di
Roma, i legali si sono rivolti al Tar per
avere accesso ai documenti che hanno
determinato l’interdittiva antimafia
all’origine del blocco dei lavori in vari
cantieri, dal Veneto a Quarto Oggiaro a
Milano, dove il consorzio era
impegnato nella costruzione di una
settantina di alloggi popolari, a
Taranto, dove era in corso un “projet
financing” da 30 milioni di euro, a
Porto Empedocle dove le imprese
raggruppate lavoravano per la
sistemazione della darsena e del Porto.
Secondo il collegio, presieduto da Linda
Santulli, non bastano “le note di
archivio” della direzione investigativa
antimafia di Messina o la semplice
intestazione della società di
CORTE DEI CONTI
Assunzioni Pdl verso il Ppi
Una soluzione per “sanare”
PALERMO. La Corte dei Conti, dà un
assist al gruppo parlamentare del
"Pdl verso il Ppi", a proposito delle
contestate assunzioni dei
collaboratori del gruppo
parlamentare.
La soluzione proposta dal consigliere
delegato, Anna Luisa Carra, portata
in discussione alla sezione di
controllo di Via Notarbartolo
mercoled' 18 giugno, è che i
dipendenti sottoscrivano, "ora per
allora" il contratto proposto il 21
dicembre 2012.
Questa soluzione, ad avviso della
Corte, potrebbe sanare l'insolita
posizione dei collaboratori,
coordinati e continuativi, del gruppo
parlamentare Pdl che si sono rifiutati
di firmare il contratto. Molte altre
"contestazioni" sono state superate
dalle integrazioni fornite dal
gruppo.L'Ars ha trasferito al gruppo
161.582,76 a titolo di contributo per
il personale dipendente.
Domenico Mollica
maggioranza del Consorzio, la Fracla srl, le
cui quote sono detenute dalla suocera di
Pietro Mollica, Tindara Scaffidi, al 2% e dal
nipotino, Francesco Davide Mollica al 98%,
per decidere l’interposizione societaria.
I giudici amministrativi, Roberto Proietti e
Antonella Mangia, nella sentenza
depositata il 13 febbraio scorso, passano al
setaccio tutta la storia imprenditoriale dei
Mollica. Dall’ascesa della Siaf , ai rapporti
controversi con Angelo Siino, ritenuti non
adegutamente comprovati da una
sentenza passata in giudicato dalla Corte di
Appello di Reggio Calabria, fino alla zona
grigia che legava, secondo la Dia di
Messina, a doppio filo i Mollica al
geometra Francesco Scirocco, le cui società
Italcantieri spa e Assetti del Territorio, sono
state esclude dal consorzio Aedars, fin dal
2005, quando si è capito che non
rispettavano il protocollo di legalità,
“Carlo Alberto della Chiesa” secondo lo
statuto sottoscritto.
Basta solo rilevare, scrivono ancora i
giudici, che Scirocco si trova a tutt’ooggi
in carcere, i Mollica sono invece stati
assolti da tutte le accuse. Come assolto
dalla Corte di Assise di Messina, nel
2011 è stato l’imprenditore di Patti
Salvatore Casamento, che, per avere il
“pass” per i lavori pubblici, avrebbe
presentato i Mollica al ministro dei
lavori pubblici di Cosa Nostra, Angelo
Siino. Quindi la linea di confine tra
“sodali” e vittime della mafia, visto che
in alcune sentenze si parla dei Mollica
come vittime delle estorsioni, è un fil
rouge, dove il sospetto va provato. Per
questo i giudici del Tar Lazio hanno
dato ragione ai legali di Aedars e hanno
compensato le spese con le altre parti in
causa, la Prefettura di Roma, il
Ministero degli Interni e il Comune di
Reggio Calabria.
Di recente i Mollica, oltre ad avere
ospitato nella loro villa di Gioiosa
Marea, il presidente Crocetta in
campagna elettorale, intrattengono
rapporti conviviali con l’ex ministro
delle Telecomunicazioni Totò Cardinale,
la cui figlia deputata, Daniela, è
fidanzata con il figlio di Domenico
Mollica.
SOMMARIO
PRIMO PIANO
6/8. Convivenze anno zero
L’istituzione del Registro delle Unioni Civili
POLITICA
9. Megafono, c’eravamo tanto amati
Si scioglie il gruppo parlamentare della lista Crocetta
10. Unicredit, pochi spiccioli
La quota della Regione Sicilia ridotta ad un lumicino
11. Stretto, il Car...tour
E’muro contro muro tra Comune di Messina
e Caronte & Tourist su orari e tariffe
12. La scelta di Picciolo
A Brolo l’onorevole rinuncia alla presidenza.
E “favorisce” il cognato
SICILIA
13. Prefetture, risiko siciliano
Il progetto di riforma del governo prevede
un taglio netto, ma nell’isola poche le certezze
14. Promozione, stregati da Morgana
L’Ateneo si affida alla tv per farsi pubblicità
15. Romano a lezione di tagli
Il piano per dimezzare gli affitti scolastici
16. Giustizia, la rivoluzione digitale
Da luglio sparisce il cartaceo
18. Messina ad orologeria
L’allarme in una perizia del professore Fiorillo
20. Oncologia glamour
Pazienti in passerella
22. La cremazione può attendere
Tutto pronto ma il servizio non parte
23. Biomasse tra i reperti
Proteste contro il progetto della Comet Bio
24. Ritorno a Fiumara d’arte
La Provincia di Messina riconsegna a Presti
le opere del museo all’aperto
ECONOMIA
25. Messina la fa Franca
La città dello Stretto in testa alla graduatoria
del ministero dello sviluppo
POSTER
30. Se sbocciano i libri
Al museo Nello Cassata un mese
“a tutto volume”
34. Com’è moderna Santa Eustochia
Il testo sulla Santa a Castanea
RUBRICHE
4-5. Settegiorni
28. Qui Europa/Consulenti lavoro/Consumatori
32. Libri / Classifica / Lacerti di Letture
36 Spettacoli
37 Rubriche
38-39 Lettere & Commenti
38. Qui scuola/Heritage/Ecologia e Ambiente
39. Eliodoro/Animal House/Antibuddaci
39. 150 Parole da Palermo
centonove pagina 3
TOP SECRET
GENIO CIVILE MESSINA
Santoro verso la presidenza
Sciacca all’Urega
MESSINA. Braccio di ferro sulla
direzione del Genio Civile a
Messina: anzichè la presidenza
dell'ingegnere Santi Trovato, in
quota Drs, prende quota la presidenza di Leonardo Santoro,
funzionario della Motorizzazione, vicino all'Udc. Per Gaetano Sciacca, si profilerebbe
invece la presidenza dell'Urega,
l'organismo che tratta gli appalti sopra-soglia, al posto dell'ex intendente di finanza, Pippo
Merlino.
VELENI IN PROCURA
Ricorso in Appello contro
l’assoluzione di Rossi
MESSINA, Il procuratore Guido
Lo Forte ed il sostituto, Antonio
Carchietti, hanno presentato ricorso in Appello, contro l'assoluzione nei confronti dell'ex
numero 1 della Procura di Siracusa, Ugo Rossi, e dei magistrati
Roberto Campisi, Maurizio
Musco e dell'ispettore del Nictas, Giancarlo Chiara, nell'ambito dell'inchiesta, "Veleni in
Procura". I quattro erano stati
assolti dal tribunale di Messina
"perchè il fatto non sussiste"
nello scorso mese di febbraio. La
Procura peloritana ha fatto ricorso in Appello alla luce delle
dichiarazioni del -pentito, Fabrizio Blandino.
PALAZZO DEI LEONI
Assenteismo alla Provincia
Indagine alle battute finali
MESSINA. L'indagine della polizia giudiziaria sul fronte assenteismo alla Provincia è a
una svolta: acquisiti gli ultimi
fogli presenze e operati i dovuti riscontri, sono state verificate tutte le discrasie. Una
trentina i casi manifesti di dipendenti che risultavano in servizio e intanto venivano ripresi
fuori da Palazzo dei leoni, chi al
bar, chi a fare la spesa.
20 Giugno 2014
CHI SALE
Nicola Vernuccio
PALERMO. L'ex assessore agli
enti locali della giunta Lombardo, trova il tempo per fare
il manager " a gratis" di tre
aziende in liquidazione, la
Multiservizi, Biosphera e Beni
culturali spa. Curriculum? E' dipendente della Resais, azienda
in liquidazione de vanti anni.
Giuseppe Alessi
MESSINA. Il consigliere del
Nuovo Centrodestra della
Quinta Ciroscrizione ha fatto
un figurone all’incontro con il
sindaco di Messina. Alessi, infatti, lo ha incalzato parlando
di risanamento, svincoli e anche restituzione della Rada San
Francesco. Un fuoco di fila che
ha generato anche un equivoco. Complimentandosi con
Alessi, Accorinti ha chiesto: «Sei
per caso di centrosinistra?».
Giacomo D’Arrigo
MESSINA. Il direttore dell’Agenzia Giovani torna in consiglio comunale, nella sua Nizza
di Sicilia, grazie al Consiglio di
Giustizia Amministrativa. I giudici, infatti, hanno riconosciuto
al gruppo “Cambia Nizza”, scalzato dal Tar nel giugno 2013,
alcuni voti ingiustamente annullati. Insieme a D’Arrigo,
rientrano in aula Carmelo Campailla, Antonietta Cintorrino,
Francesco Briguglio e Alessia
Coledi.
Daniele Ialacqua
MESSINA. L’assessore all’Ambiente del Comune non molla
la presa. Nel conrso di un incontro richiesto all’assessore regionale al Territorio, Maria Rita
Sgarlata, Ialacqua ha ottenuto
garanzie sull’inserimento del
Parco dei Peloritani nel “Piano
regionale dei parchi e delle riserve naturali”. La nuova area
coinvolgerà i 34 Comuni compresi nei confini.
Vincenzo Garofalo
MESSINA. Il deputato del
Nuovo Centrodestra alla Camera è riuscito a far approvare
un ordine del giorno che potrebbe costituire una svolta:
’“Anche gli utenti siciliani che
percorrono almeno 20 volte al
mese l'autostrada devono
avere diritto ad una riduzione
del pagamento del pedaggio
autostradale del 20%”. Garofalo ha rivolto la richiesta al ministro delle Infrastrutture, nonché compagno di partito,
Maurizio Lupi.
settegiorni
CORSI D’ORO. Il deputato del Pd chiede di essere ascoltato dalla giunta per le autorizzazioni a procedere
Genovese, braccio di ferro sulle intercettazioni “fuorilegge”
ROMA. Intercettazioni, operate fuori dai
confini della legge, su una utenza
telefonica intestata alla società Caronte
& Tourist, "in esclusivo uso personale a
un parlamentare che non può essere
intercettato, se non previa
autorizzazione della Camera".
E’ il tema sul quale Francantonio
Genovese ha chiesto di essere
nuovamente ascoltato dalla giunta per
le autorizzazioni a procedere del
Parlamento. L’organismo, presieduto da
Ignazio La Russa, si è riservato di sentire
il parlamentare tra l’otto e il sedici
luglio.
Ma al centro della contesa “giuridicopolitico-giudiziaria” non ci sono solo un
centinaio di conversazioni giudicate dal
gip Giovanni De Marco “non
Francantonio Genovese
manifestatamente irrilevanti” ma
anche la gestione dell’inchiesta
“Corsi d’Oro” e del relativo processo
da parte della Procura e del Tribunale
L’INCHIESTA. Appello contro la mancata scarcerazione. E sull’interrogatorio...
Rizzo, i domiciliari possono attendere
MESSINA. I difensori di Chiara Rizzo, moglie di Amedeo
Matacena in carcere a Reggio Calabria, hanno presentato
appello al Tribunale del Riesame contro il rigetto, da parte
del gip Olga Tarzia, dell'istanza di scarcerazione della
propria assistita. Secondo gli avvocati Carlo Biondi e
Bonaventura Candido, l'interrogatorio di garanzia di Chiara
Rizzo sarebbe nullo poiché il divieto di interlocuzione con il
difensore per cinque giorni, indicato dal gip che ha emesso
l' ordinanza di custodia cautelare, sarebbe da intendersi a
decorrere dall'esecuzione del provvedimento e non dall'
arrivo in Italia di Chiara Rizzo. Dopo l'ex ministro degli
Interni Claudio Scajola, i domiciliari sono stati concessi
anche alla sua segretaria, ritenuta una teste-chiave. Ma è
sul ruolo della messinese Chiara Rizzo,
che gli inquirenti svolgono un giro di
vite, teso a capire la trama dei
rapporti da una parte con Scajola,
dall'altra con l'imprenditore
Bellavista Caltagirone, che non ha
esitato a regalare una Posche
Cayenne alla donna così frizzante
definita dalle riviste di Montecarlo
"Champagne". Dall'altra parte, c'è
poi la richiesta di divorzio dal
marito, Amadeo Mataceno, che
ora annuncia il rientro da Dubai,
dove si trova latinate, "per stare
Chiara Rizzo
vicino alla famiglia".
SOCIETÀ
Quaderni del Rotary, presentazione a Messina
MESSINA. Martedì 24 giugno alle 20.30, nei locali del Royal
Palace Hotel, avverrà la presentazione del terzo quaderno
del Rotary Club di Messina, dedicato questa volta a
Salvatore Pugliatti, a cura di Sergio Alagna e Giovanni
Molonia, con scritti di Ferdinando Amata, Sergio Alagna,
Giuseppe Campione, Luigi Ferlazzo Natoli, Teresa Pugliatti,
Nazareno Saitta, Alba Crea e Giovanni Molonia.
Casting a Palermo per Braccialetti rossi
PALERMO. Sabato prossimo, nell'Astoria Palace Hotel a
Palermo, dalle 10.30 alle 18, si terranno i provini per
trovare i nuovi volti che saranno protagonisti della seconda
serie della fiction di Rai 1 "Braccialetti rossi". Sono richiesti
bambini e adolescenti, dagli 8 ai 20 anni, siciliani, anche
senza precedenti esperienze da attore, che prenderanno
parte alla serie che sarà girata a Roma a settembre.
Percorso di legalità alla “Albino Luciani”
PALERMO. Il percorso per la legalità cui ha aderito da 10 anni
la scuola “Castronovo dell’I.C. Albino Luciani”, con gli studenti
impegnati in convegni e concorsi sul tema, nonché incontri
con i familiari delle vittime di mafia, si è concluso con la
manifestazione “Legalitiamo”. Gli studenti hanno presentato i
loro lavori alla presenza di autorità militari e politiche e ospiti
graditi sono stati Angela, Gino e Gianluca Manca, genitori e
fratello di Attilio Manca , famiglia in attesa di giustizia.
CAPO D’ORLANDO. Le richieste del Movimento Giovani Lavoratori
Precari in piazza, arretrati senza rate
CAPO D’ORLANDO. L’amministrazione orlandina ha annunciato che si sostituirà alla
Regione e anticiperà quattro mesi di stipendi arretrati ai precari del comune. Ma loro
non ci stanno. Per questo motivo i precari del Movimento Giovani Lavoratori sono
scesi in piazza. Un corteo silenzioso che si è mosso tra il comune e il salone Cristo Re,
dove i vertici del sindacato hanno spiegato le loro ragioni. Massimo Bontempo e
Giuseppe Sergio Leggio hanno spiegato che «la proposta avanzata
dall’Amministrazione destinava ai lavoratori interessati, 4 mensilità con scadenze
precise entro il 30 giugno la mensilità di gennaio; entro il 10 agosto Febbraio; entro il
30 Settembre Marzo; entro il 30 ottobre Aprile. «Noi, pur apprezzando la proposta,
non l’abbiamo accettata perché essendo in arretrato di 5 mensilità, percepire gli
stipendi in questo modo non ci consentirà di far fronte al quotidiano». Ed avanzano la
loro richiesta: ottenere entro il 30 giugno almeno 2 mensilità; riconoscere al personale
l’intera somma di circa 888 mila euro a copertura del periodo regresso (gennaiomaggio 2014), «che la regione erogherà come anticipo pari al 40% dovuto per l’intero
anno, per il personale».
centonove pagina 4
di Messina che vede ancora molti
soggetti, da più di sei mesi agli
arresti domiciliari, come l’ex autista
di Genovese Roberto Giunta.
Genovese contesterà non solo il
“fumus persecutionis” che ha
spaccato in due la commissione, ma
la scelta dei tempi per decidere i
provvedimenti: lo stesso Tribunale
della libertà, formato dagli stessi
magistrati, ha respinto la richiesta di
attenuazione della pena proposta dai
legali di Genovese a inizio mese e
tornerà a esprimersi sugli stessi punti
e sugli stessi argomenti il 25 giugno
prossimo sulla richiesta di arresto in
carcere riproposta dai Pm dell’accusa,
coordinati dal procuratore aggiunto
Sebastiano Ardita.
20 Giugno 2014
settegiorni
MESSINA. Degrado e abbandoni, le proteste del Comitato
CHI SCENDE
Sos per piazza del Popolo
Elvira Amata
MESSINA. Da più parti è stata
festeggiamenti del tanto amato S.
indicata come la scommessa per il
Antonio, quando la piazza versa in
futuro: la rinascita di piazza Lo Sardo
uno stato di degrado e i portici sono
alias Del Popolo. “Sono valsi a nulla –
il vespasiano della città. Le criticità e
denuncia il Presidente del Comitato
lo stato di abbandono sono tali da
Ridateci Piazza Del Popolo, Michele
non garantire l’incolumità pubblica,
Ainis – i fiumi d’inchiostro, le
lo testimoniano gli ultimi
segnalazioni, le petizioni popolari, ed
avvenimenti di cronaca:
anche le preghiere, per ridare dignità
accoltellamenti, sparatorie da far
e lustro all’unico slargo ovale dotato
west, auto incendiate, ecc..
di portici, i cui prospetti vincolati
Insulto perenne alla quinta scenica di
dalle Belle arti, portano l’illustre
edifici che cingono la piazza sono,
firma dell’architetto Ernesto Basile,
così come documentano queste
esponente siciliano del modernismo
internazionale e
del Liberty. La
piazza più bella
del centro
messinese, appare
sempre più buia,
sporca e lesa nel
suo decoro, nella
sua tradizione
storia. “Ci
domandiamo –
prosegue Ainis –
come si possa solo
pensare di
organizzare
eventi ludici, notti
bianche, anche se
Alcune immagini di piazza del Popolo tra rifiuti e degrado
legate ai
SERRO. I tralicci di Terna a ridosso del “monumento”
Pietra Giuliana, arrivano le ruspe
SERRO. Doveva essere una cerimonia breve, festosa, nella quale
la poetessa italo-greca Irene Caterinaki Bruno, innamorata di
Serro e della sua Pietra Giuliana, consegnava alla cittadinanza
un'ode proprio all' "eterna cariatide", divenuta simbolo del
paese, ed invece si è percepita l'angoscia della comunità per
l'arrivo, la notte precedente, dei macchinari per installare nel
parco comunale vicino alla Pietra il traliccio n. 44
dell'elettrodotto Terna. Alla presenza del sindaco del Comune
di Villafranca Tirrena
Matteo De Marco, dei
capigruppo del Consiglio
Comunale Gaetano
Lamberto e Antonino
Lamberto e del consigliere
Mario Russo, ha introdotto
i lavori Mario Barresi, anche
in rappresentanza del
Circolo Nino Campanella
ospitante l’incontro,
evidenziando il valore
culturale dell'omaggio che
la poetessa ha voluto fare
alla comunità di Serro;
Placido La Rosa ha
delineato la figura di Irene
Caterinaki Bruno, vedova
La poetessa Caterinaki Bruno
poetessa, pittrice, artista
eclettica, nota non solo nel
panorama siciliano, che con la sua iniziativa ha focalizzato
l’attenzione sulla pietra sollecitando anche una adeguata
riqualificazione del luogo. E su ciò ha dato la disponibilità alla
collaborazione il sindaco De Marco, aderendo al lancio del
Concorso di idee che avrà come sbocco, nei prossimi mesi, la
collocazione della targa accanto alla Pietra, nel quadro della
sistemazione più adeguata di tutta l'area.
MESSINA. Il consigliere comunale di Messina è fedele al suo
look nei secoli dei secoli. Ha
fatto di tutto per evitare l’acconciatura anni Sessanta del parrucchiere messo a disposizione
dal Cirs per la sfilata vintage
svoltasi all’Irrera. Amata si è prestata a salire sul palco con uno
spelndido abito nero «ma i capelli non si toccano - ha confidato - Sarei capace di piangere
se mi cambiassero pettinatura».
Manlio Magistri
immagini: l’assoluta precarietà
dell’illuminazione, assente negli ormai
putridi portici ricolmi di deiezioni e in
quasi tutto il marciapiede che li corona,
la mancanza di cestini per la raccolta dei
rifiuti, la mai giunta potatura dei secolari
ficus, i graffiti nei prospetti, insomma
tutto è degrado.
«Qualcuno direbbe, - si legge in una
nota del Comitato - che ci azzeccano? Il
wrestling, la lambada, la danza del
ventre con Sant Antonio? E per quale
santa ragione il volume degli impianti
audio, affidato a due speaker, era
talmente alto da far tremare i vetri delle
abitazioni fino alle 2 e 30 della notte?
Non ci resta che pregare».
ROSA E NERO
Vincenzo Franza festeggia 50 anni
MESSINA. Una ventina di amici, alla presenza della
elegante mamma Olga, al Marina di Nettuno per i 50
anni di Vincenzo Franza, imprenditore dei traghetti,
che ha voluto festeggiare il compleanno, con qualche
giorno di ritardo sulla data del calendario, in
compagnia degli amici più stretti, e in un clima
"riservato e minimalista" .
Palermo, confetti rossi per Emanuela Rizzo
PALERMO. Nonostante lo stress che comporta la
predisposizione degli avvisi fallimentari, ha trovato
il tempo anche per i preparativi delle nozze.
Emanuela Rizzo, nostra referente Edicom, ha
sposato lo scorso 9 giugno Gabriele Cacioppo a
Palermo, nella Chiesa della Catena, prima del
ricevimento presso l’hotel Zagarella. Ai novelli sposi
e alla famiglia gli auguri di Centonove.
MESSINA. L’ex commissario dell’Asp di Messina si è visto bocciare dal Tar il ricorso presentato contro la nomina a direttore
generale dell’azienda di Giovanni Migliore. Magistri ha impugnato anche la delibera di
giunta con la designazione dei
direttori generali nominati da
Crocetta. Il Tar ha respinto anche
questo. Dalla sentenza viene
fuori anche un dato curioso: ad
oggi non esisterebbero ancora i
decreti definitivi di nomina.
Ciro Caravà
MESSINA. L’ex sindaco di Campobello di Mazara condannato a
8 mesi di reclusione per peculato
d'uso. I fatti contestati sono relativi alla campagna elettorale del
2008, quando Caravà utilizzò un
video realizzato in precedenza in
cui veniva ripreso un bene confiscato alla mafia. Secondo l'accusa, quelle immagini furono realizzate utilizzando l'auto blu del
Comune. A febbraio Caravà fu
assolto dall'accusa di concorso in
associazione mafiosa.
Orazio Micali
SIRACUSA. Non c’è pace per l’ex
soprintendente di Siracusa. Nonostante un’ordinanza del giudice del Lavoro lo abbia rimesso
in sella dopo che era stato rimosso dall’incarico con 13 mesi
di anticipo, Micali deve affrontare adesso l’offensiva di Legambiente. L’associazione, infatti, ha scritto a Crocetta di
fermare l’insediamento in forza
di una condanna in primo
grado per reati commessi durante il proprio lavoro.
Trecastagni in festa per nonna Mimma
Carmelo Pino
TRECASTAGNI. Ha compiuto 103 anni Domenica
Graziano, appassionata del gioco a briscola, fra le
più lucide e longeve donne dell’isola. In perfetta
forma fisica ed intellettiva, tanto da vestirsi e
cucinarsi da sola, la ‘centenaria’, vive a Trecastagni,
ha tre figli e 18 tra nipoti. Per il suo 103esimo
compleanno ha festeggiato in un locale con la
famiglia: a tavola erano in 40. Alla serata anche il
sindaco di Trecastagni Giovanni Barbagallo che le
ha fatto visita e le ha donato una targa ricorso a
nome dell’amministrazione comunale e un mazzo di
fiori.
MILAZZO. Il sindaco “scivola” sui
bagni pubblici. Il primo cittadino
a maggio 2013 aveva promesso
la ripertura dei vespasiani di via
Crispi come servizio a supporto
dei turisti. A distanza di un anno
- come contestato dai 5 Stelle - rimangono chiusi.
centonove pagina 5
20 Giugno 2014
primopiano
MESSINA. Si infiamma il dibattito sulla delibera del sindaco per l’istituzione del Registro delle Unioni Civili
Convivenze anno zero
Levata di scudi in consiglio comunale. Il centrodestra è compatto sul no, ad eccezione dell’outsider Pippo Trischitta,
mentre i democratici dentro il Comune tornano sui propri passi dopo la campagna a favore degli iscritti del Pd
DI
DANIELE DE JOANNON E TIZIANA CARURO
MESSINA. Una storia che si ripete. La
prima volta fu nel 2000, poi nel 2006.
Nel frattempo, a Messina, due
Circoscrizioni, la quarta e la quinta
battevano i “fratelli maggiori” del
consiglio comunale approvando il
registro delle Unioni civili. Due passaggi,
quelli consumati dai presidenti
dell’epoca Francesco Palano Quero
(riconfermato) e Alessandro Russo,
oggi entrambi renziani del Pd, che non
hanno avuto alcuna eco al Comune,
dove adesso, a rimescolare le carte, ha
pensato il sindaco Renato Accorinti
con una delibera che dovrebbe istiutuire
il registro. Un atto già silurato in
Commissione e prossimo a essere
chiamato in consiglio comunale. Solo
che, oggi, qualcosa forse sta cambiando,
ma solo per “ragion di partito”.
PD CONTRO PD. A uniformarsi al
coro dei “no”, che ha visto come tenore
il deputato e leader dell’Udc Gianpiero
D’Alia (che pure aveva dovuto
appoggiare, a denti stretti, la medesima
proposta elaborata nel 2006 dal “suo”
presidente d’Aula, Fabio D’Amore),
erano stati anche i consiglieri comunali
del Partito democratico, contrari proprio
nei giorni in cui il premier Renzi
annunciava un disegno di legge per
regolamentare il settore. A “sbloccare”
tutto, un’iniziativa dei renziani Russo e
Quero, che con il Circolo Pd Libertà,
insieme all’Area Civati, al Comitato
Messina per Renzi, all’associazione “Big
Bang!” alla Federazione provinciale dei
Giovani Democratici e alll’associazione
Culturale giovanile “FutureDem” hanno
iniziato una raccolta di firme in piazza a
partire dal 17 giugno: «Il Pd, partito
laico e aconfessionale, persegue
La raccolta firme del pd a favore del registro delle Unioni Civili
l'obiettivo di una normativa di settore
che istituisca le civil partnership, ossia
delle forme giuridiche che riconoscano
alle coppie etero ed omosessuali non
unite in matrimonio di poter ottenere gli
stessi diritti civili che spettano alle
coppie coniugate. Mentre in tutta la
Sicilia provvedimenti di regolarizzazione
delle unioni di fatto sono stati approvati
in diversi comuni, senza distinzioni di
colori politici, a Messina ancora non è
presente un provvedimento di civiltà”.
Tanto è bastato per mettere in mora i
consiglieri democratici, che quasi
sicuramente presenteranno una delibera
migliorativa (esemplata su quella
approvata nelle circoscrizioni) per
dimostrare non solo di essere in linea
con il partito, ma di superare,
“sgambettandolo” lo stesso sindaco. A
tessere la tela, consultandosi anche con
gli animatori dei banchetti, il
capogruppo Paolo David. A mediare
con i consiglieri più recalcitranti, Felice
Calabrò, già candidato sindaco alle
amministrative di giugno.
IN RPOVINCIA. Messina, anche a
livello di giunta, è un fanalino di coda.
Infatti, l’elenco dei Comuni della
provincia che hanno approvato il
registro (in alcuni casi solo la giunta)
inizia con Torregrotta, che ha detto “sì”
nel 2012. Poi è stata la volta di
Mazzarrà Sant’Andrea (2013), Milazzo e
Taormina (2014). A Barcellona, la
giunta Collica ha varato il
provvedimento, ma si attende il
consiglio, consiglio che, invece, a Lipari
ha detto “no”. Il primo diniego dell’aula
consiliare di Messina risale al 2000,
quando a capitanare la “rivolta” fu
l’esponente della Destra Sociale,
Silvano Arbuse. Tra le motivazioni,
c’era anche la privacy. Quindi, nel 2006,
ci provò D’Amore, durante la giunta di
centrosinistra, ma fu un nulla di fatto
nonostante l’amministrazione fosse
quella di centrosinistra. L’iniziativa di
Accorinti arriva quando persino l’Ars ha
deliberato in tal senso, demandando ai
Comuni il compito di istituire i registri.
LE POSIZIONI IN CAMPO. Ad aprire
la strada al dibattito sulle unioni civili ci
ha pensato l’Udc, con il gruppo
consiliare che già in IX commissione
aveva fatto ben intendere ad Accorinti
che la delibera approvata in Giunta
qualche mese fa non avrebbe avuto vita
facile. Immemore del passato, lo stato
maggiore dello scudo crociato messinese
si è dato appuntamento proprio nella
sala consiliare per avvertire, a chiare
lettere, che in aula, l’approvazione del
registro sulle unioni civili, sarebbe stata
tutt’altro che una passeggiata di salute.
D’Alia e i suoi si sono “scudati”
relegando al Governo nazionale la
competenza “su una questione che hanno detto in conferenza stampa - non
può essere affrontata da un regolamento
comunale”. Secondo l’Udc, il registro,
insomma non avrebbe alcuna utilità
concreta neppure per i beneficiari diretti
e, piuttosto che impegolarsi in terreni
“non familiari”, l’Amministrazione
avrebbe dovuto pensare “a ciò che gli
compete, ovvero sostenere quei nuclei
riconosciuti attraverso politiche fiscali
che riducono la tassazione sugli
immobili o sui servizi”. Contrari
all’approvazione del registro anche i
“colleghi” del Ncd. Anche se tra i due
GEOGRAFIE
Sei capoluoghi su 9
A CATANIA, PALERMO, ENNA, SIRACUSA, RAGUSA
E TRAPANI L’AULA SI È GIÀ ESPRESSA A FAVORE
Dei nove capoluoghi di provincia, ben sei sono
quelli in cui i consigli comunali hanno approvato la
proposta di istituire appositi registri che consentano
alle coppie non sposate - tra di esse, anche quelle
omosessuali - di formalizzare la propria unione,
ottenendo in tale modo un riconoscimento utile a
beneficiare di particolari diritti (si pensi alla domanda
per poter accedere agli alloggi di edilizia residenziale
pubblica o alla possibilità di avere informazioni sullo
stato di salute del convivente); privilegi un tempo
spettanti soltanto alle coppie sposate. Le principali
città che hanno accolto questa apertura sono Catania,
Palermo, Enna, Siracusa, Ragusa e Trapani.
A Catania, a spingere per l’approvazione del registro è
stato il sindaco, Enzo Bianco, in persona. Il primo
cittadino ha presentato la proposta come “uno
strumento di civiltà”. Alla parità delle opportunità, ha
fatto invece riferimento il sindaco di Palermo, Leoluca
Orlando, secondo il quale riconoscere le unioni civili è
stato un modo per rispondere ai dettami previsti dalla
nostra Costituzione e un passaggio fondamentale per
fare di Palermo una città accogliente.
Risale alla fine dello scorso anno, invece, la prima
registrazione di una coppia di fatto nel registro delle
unioni civili di Enna. Si è trattato di due donne, Teresa
e Stefania, che hanno così potuto legittimare il loro
rapporto sentimentale. Ha parlato invece di “tutela
centonove pagina 6
delle minoranze” il sindaco di Siracusa, Giancarlo
Garozzo, presentando la scorsa estate l’approvazione
del registro da parte del consiglio aretuseo, mentre
nella vicina Ragusa le coppie di fatto hanno dovuto
penare un po’ di più per vedere operativa l’istituzione
del registro a causa di un regolamento attuativo che
tardava ad arrivare.
Tra i capoluoghi, l’ultimo ad aver fatto il grande passo
è stato Trapani, dove un paio di settimane fa il
consiglio ha detto sì all’unanimità alla proposta fatta
dal consigliere Ninni Barbera.
Ma non sono soltanto le grandi città a muoversi verso
un riconoscimento formale delle unioni civili: comuni
come Palagonia, Bagheria, Niscemi e Leonforte
dimostrano che scegliere per un ampliamento dei
diritti sia un orientamento sempre più diffuso.
Simone Olivelli
primopiano
L’INTERVISTA
Padre Pati: «Un riconoscimento va previsto»
NEL 2007, quando il presidente del Consigloio Romano
Prodi voleva promulgare i “dico”, il suo maestro, padre
Felice Scalia, si disse favorevole a una legislazione che
riguardasse le convivenze fuori dal matrimonio,
sottolineando, da religioso, come in presenza dell’amore
c’è Dio. Oggi, in merito alla questione del Registro delle
Unioni civili, parla l’allievo Francesco Pati, prete diocesano:
«Penso che un riconoscimento legislativo alle coppie di
fatto debba essere previsto, e parlo da uomo che è anche
sacedote. Due persone che stanno insieme, e non mi
interessa il loro genere, devono avere da figli di dio la
possibilità di gestire la propria affettività all'aperto. Una
coppia di fatto etero o no - spiega - non toglie nulla a
nessuno». Pati, poi, affronta l’argomento da un’altra
angolazione: «Da religioso, affronto così il problema:
ovviamente la famiglia in quanto tale è nata per essere
eterologa e con fini procreativi, ma un altro genere di
convivenza ci può essere e deve avere un riconoscimento.
Il mio pensiero è che ci sia un riconoscimento all'amore e
l’amore non ha gerene, è neutro». Per Pati, «ogni cosa deve
essere chiamata con il proprio nome: il matrimonio è una
cosa, altro sono le convivenze che non hanno nulla di più
e nulla di meno dal punto di vista “normale”». Per quanto
Padre Francesco Pati
riguarda la Chiesa, «sta iniziando a fare un discorso
differente, non c'è più la chiusura ermetica di un tempo,
e si vede anche grazie al nuovo Papa». Riguardo alla
circostanza che il registro, in sé, non risolva i problemi, Pati
sotiene che, comunque «serve per sensibilizzare». (D.D.J.)
Pippo Trischitta
Paolo David
Daniela Faranda
consiglieri del Nuovo Centro Destra,
Daniela Faranda e Nicola Crisafi,
non c’è una totale condivisione
sull’argomento (con tutta probabilità
voteranno entrambi contro la delibera
sulle unioni civili), ma per motivi
diversi. Faranda, infatti, non si dichiara
contraria al registro in sé, pur
sostenendo che non risolva il problema
alla radice soprattutto perché “in
assenza di una legislazione nazionale,
un registro locale non annulla quelle
problematiche che le coppie non unite
in matrimonio incontrano durante il
loro rapporto”. Di altro avviso è, invece,
Nicola Crisafi, secondo cui, in assenza di
una normativa nazionale, la sola unione
è quella tra uomo e donna. Sempre sul
versante destrorso Forza Italia è ancora
piuttosto incerta sull’argomento, anche
se il capogruppo Giuseppe Trischitta
annuncia che ogni consigliere avrà
massima libertà di coscienza
sull’argomento. A livello personale,
Trischitta ha intenzione di proporre delle
modifiche alla delibera esitata dalla
Giunta e, qualora venissero approvate, il
suo sarà un “sì” al registro. “Siamo
Messina”, invece, non ha ancora
raggiunto una posizione ufficiale sul
punto. Il gruppo consiliare di cui è
anima anche il movimento “Vento dello
Stretto” rimane ancora abbastanza
diviso. Quindi si dovrà attendere ancora
qualche giorno per conoscere la linea
ufficiale del gruppo.
Il vero caos sta, però, nel centro-sinistra.
Pur essendo, per storia e battaglie
“sposate”, generalmente a favore delle
20 Giugno 2014
unioni civili, Pd messinese e collaterali
stanno vivendo, invece, sull’argomento,
una sorta di logorio interno. A giocare
un ruolo fondamentale è, senza dubbio,
anche l’eventualità di consegnare in
mano un trofeo di non poco conto
all’Amministrazione Accorinti. Un altro
aspetto fondamentale che frena i
consiglieri democratici locali a votare
favorevolmente il registro è certamente
da rintracciare in quell’incetta di, quasi
storici, esponenti del centro-destra
imbarcati dalla coalizione che ha
sostenuto il candidato a sindaco Felice
Calabrò. Molti dei quali oggi siedono in
Consiglio grazie anche ad un elettorato
abbastanza conservatore. Un esempio
lampante è Giuseppe Santalco che,
personalmente, ha già annunciato il suo
voto contrario al provvedimento. Il
capogruppo del Pd, Paolo David, parla
invece di una delibera “vestita” in
maniera sbagliata. Per questo, qualora
dovesse approdare a breve all’esame del
Consiglio, tutti i democratici, compreso il
gruppo “Felice per Messina” voterebbero
contrariamente al registro. L’obiettivo è
quello di bocciare la delibera Accorinti e
proporne una nuova a cui si sta già
lavorando. Per quanto riguarda il gruppo
consiliare dei Progressisti democratici,
Daniele Zuccarello, si dice invece
favorevole alla delibera anche se non
esclude la possibilità di presentare
eventuali emendamenti. Zuccarello
sottolinea che «il partito democratico nel
resto d’Italia ha avuto una posizione
favorevole» e, di conseguenza, non
comprende perché a Messina non si opti
per una visione unitaria favorevole al
provvedimento. Sempre all’interno della
coalizione di centro-sinistra rimane
spaccato il “Megafono” con due
consiglieri che voteranno a favore e due
contro. Mentre i Dr che contano ben sei
consiglieri a Palazzo Zanca si dichiarano
favorevoli al provvedimento,
considerando che “mira a garantire dei
diritti rivolti a una larga frangia della
popolazione che comprende non solo
persone dello stesso sesso unite da un
legame affettivo, ma anche unioni
eterosessuali non convenzionali”.
Scontata la posizione dei consiglieri di
“Cambiamo Messina dal basso” che, sul
punto sono uniti pro-registro.
LA SCHEDA
Da Bottari ai Dico
LA PRIMA PROPOSTA FU FIRMATA DALLA DEPUTATA
MESSINESE DEL PCI. NEL 2007, IL TENTATIVO DI PRODI
La battaglia per le Unioni civili, in parlamento, inizia
nel 1986. grazie all'Interparlamentare donne
Comuniste” e ad Arcigay. In particolare, furono la
senatrice Ersilia Salvato e le deputate Romana
Bianchi e la messinese Angela Bottari a presentare
alle rispettive Camere di appartenenza un disegno di
legge sulle unioni civili. Nel 1988, su insistenti pressioni
di Arcigay, Alma Agata Cappiello, avvocato e
parlamentare socialista, presentò la prima proposta di
legge. Dagli anni novanta diventa consistente il
numero di proposte di legge per le unioni civili
presentate sia alla Camera che al Senato, così come
diventano pressanti gli inviti del Parlamento Europeo
a parificare coppie gay e eterosessuali così come
coppie conviventi e sposate. Nel corso della XIII
legislatura fu presentata almeno una decina di disegni
di legge (da Nichi Vendola, Luigi Manconi, Gloria
Buffo, Ersilia Salvato, Graziano Cioni, Antonio
Soda, Luciana Sbarbati, Antonio Lisi, Anna Maria
De Luca, e Mauro Paissan). Nel corso della XIV
legislatura, con l'attività politica del deputato Franco
Grillini e della militanza omosessuale, il dibattito
sull’approvazione di una proposta per i Pacs ha
trovato un consenso trasversale.
È a quel punto che sembra arrivata la svolta
definitiva con i DICO, ovvero l’acronimo di “Diritti e
doveri delle persone stabilmente Conviventi”. A
centonove pagina 7
proporre il disegno di legge, in quel caso, non fu un
parlamentare ma direttamente il Governo Prodi, che
lo lanciò nel 2007 per poi vederlo silurato. Avrebbero
potuto beneficiare degli effetti del disegno di legge, i
conviventi ovvero “due persone maggiorenni, anche
dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi,
che convivono stabilmente e si prestano assistenza e
solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli
di matrimonio, parentela, affinità, adozione,
affiliazione, tutela”. Il progetto era finalizzato al
riconoscimento giuridico alle “convivenze” che
risultano iscritte nei registri anagrafici di ogni
comune. I diritti immediatamente fruibili sarebbero:
decisioni in materia di salute e in caso di morte;
permesso di soggiorno; utili di impresa; tassa di
successione; contratto di locazione; agevolazioni in
materia di lavoro; diritti di successione.
20 Giugno 2014
primopiano
ALTRI FRONTI. Passa alla Camera la normativa che ridurrà la tempistica a sei o a dodici mesi
Divorzio, facciamolo breve
Se il Senato dovesse approvare, molte coppie si ritroveranno automaticamente divorziate.
Soddisfatti gli avvocati, che però avvertono: «La legge non interviene sui contenziosi legati agli addii»
MESSINA. E mentre le coppie non
spostate sono alla ricerca di una
legittimazione, cambia tutto per chi,
invece, era ricorso al matrimonio ma
non ne vuol più sapere. Con un addio ai
tre anni canonici e tempi che scendono
ai sei mesi in caso di consensualità,
l’Italia cambia marcia con il “Divorzio
breve”, la nuova normativa approvata
alla Camera e adesso al vaglio del
senato che “taglia” tutti i tempi, ma non
quelli che costituiscono i cosiddetti
“strascichi” degli addi, ovvero divisione
dei beni e quant’altro. Queste dispute,
infatti, possono perdurare per anni.
VISTO DAI LEGALI. «In realtà, la
disciplina dovrà passare al vaglio della
pratica e degli effetti procedurali»,
spiega Nicola Nastasi, giovane
avvocato che si occupa anche di cause di
separazione. «La tempistica si riduce
anche nel caso di separazione giudiziale,
che prevede 12 mesi in tutto. L’aspetto
ulteriormente positivo è che, se la legge
dovesse passare al Senato, avrebbe
effetto retroattivo, e in tanti potrebbero
trovarsi divorziati, con un ulteriore
alleggerimento per i Tribunali». E,
soddisfattissima, è anche Carmen
Currò, che si occupa dai trent’anni di
separazioni e divorzi: «L’Italia è ancora
molto indietro sotto il profilo della legge
e sotto il profilo dell’aggiornamento.
Quella in approvazione al Senato è una
modifica che doveva essere già
approvata da tempo. Mi interessa
soprattutto - aggiunge - che alla Camera
ci sia un atteggiamento
differenterispetto a quaranta anni fa,
quando ci fu una divisione tra gli italiani
sul divorzio e io iniziai a fare politica
proprio occupandomi di questo». Ciò
che la riforma non risolve, sono alcune
conseguenze dell’addio fra i coniugi: «Se
Carme Currò
tutto andrà come previsto, si potrà
ottenere una sentenza parziale di
divorzio che permetterà all’ex coniuge di
risposarsi, ma la risoluzione di eventuali
addebiti, dal mantenimento ai figli,
passando per i beni, in caso di percorso
giudiziale, possono durare anni.
Insomma, allo stato delle cose, la
riforma del divorzio attiene solo ai
tempi per la risoluzione del vinciolo».
LE LUNGAGGINI. Al di là della
tempistica lunga, a Messina alcuni
problemi sono derivati anche dal
sovraccarico di lavoro per i giudici. «In
riva allo Stretto, infatti, le cause di
famiglia vanno a Messina alla prima
sezione, che non si occupa solo di cause
di famiglia. L’ultima statistica - continua
- dava un numero complessivo, tra
divorzi e separazioni, pari a duemila in
un solo anno». Come già accennato, a
prolungare l’agonia di una separazione
sono anche i contenziosi per il
mantenimento: «Quando devi fare una
prova per testi per provare il tenore di
vita della famiglia, per provare il lavoro
nero di uno dei coniugi o attività
economiche collaterali, o fare una
richiesta che porti il giudice a chiedere
indagini alla Guardia di Finanza sul
coniuge che non vuol dare una
situazione economica veritiera, allora
passano mesi. In tutto ciò, poi, può
inserirsi l’affidamento dei figli, con
molte questioni che si dovrebbero
evitare, come perizie, consulenze
tecniche di parte, interventi di assistenti
sociali e neuropsichiatri infantili. Questo
- spiega - solo per riuscire ad ottenere
l’affidamento».
LA SCHEDA
Tutte le novità in aula
G DIVORZIO BREVE. Stop alla separazione
di 3 anni per chiedere il divorzio. Il termine
scende a 12 mesi per la separazione
giudiziale e a 6 mesi per la consensuale,
indipendentemente dalla presenza o meno
di figli. Se la separazione è giudiziale, il
termine decorre dalla notifica del ricorso.
G COMUNIONE LEGALE. La comunione dei
beni si scioglie quando il giudice autorizza
i coniugi a vivere separati o al momento di
sottoscrivere la separazione consensuale.
G APPLICAZIONE IMMEDIATA. Il 'divorzio
breve' sarà operativo anche per i
procedimenti in corso.
G NORMATIVA IN CORSO. La causa che
conduce al divorzio è la separazione legale
dei coniugi protratta ininterrottamente per
almeno tre anni a far tempo dalla prima
udienza di comparizione dei coniugi innanzi
al tribunale nella procedura di separazione
personale, anche quando il giudizio
contenzioso si sia trasformato in
consensuale. Per la decorrenza dei tre anni
non vale il tempo che i coniugi hanno
trascorso in separazione di fatto, senza cioè
richiedere un provvedimento di omologa al
Tribunale. Il divorzio può quindi essere
richiesto: in caso di separazione giudiziale,
consensuale e di fatto.
TORTI E RAGIONI. «In un divorzio
non consensuale - racconta Carmen
Currò - può capitare di tutto, ad
esempio che mentre da conviventi il
tenore di vita era medio, con la
separazione e il divorzio, dovendo
quantificare questi esborsi, non sempre
si riesce a farlo. In tal senso, il ruolo
dell’avvocato è importantissimo,
perché, se ragionevole, dirà al suo
cliente che che non si può andare oltre
a una determinata cifra». Non si pensi,
però, che il mantenimento sia sempre a
carico del marito: «Capita molto spesso
che il coniuge economicamente più
debole possa essere l’uomo. Il perché?
Le donne vincono concorsi per posti di
alto livello e sono anche titolari di
esercizi commerciali».
D.D.J.
CURIOSITÀ
Se il prete e il marito...
DALLE SEPARAZIONI FITTIZIE ALLE STORIE DI ORDINARIA
FOLLIA CHE GENERANO L’ADDIO TRA DUE CONIUGI
Ci sono gli imperscrutabili, cioè coloro che si
presentano per una separazione consensuale
“fittizia” e solo per preservare i beni. In quel caso,
l’avvocato può anche non accorgersi di niente. E poi
ci sono i clienti in guerra anche per i servizi da caffè,
che fanno periziare e in caso vendere, se indivisibili,
pur di non restare l’uno col piattino e l’altra con la
tazzina. Ma le cause delle separazioni? Gli avvocati
ne hanno viste di tutti i colori, e alcune, che fanno
quasi sorridere, in realtà sono reamente tristi e
brutte. Come quella del marito che metteva il
lucchetto al frigorifero, tenendolo in un’altra stanza,
così da controllare il cibo che veniva consumato dalla
moglie. O come, sulla stessa linea, del marito che
provava a costringere alla separazione consensuale
la moglie disoccupata lasciandola a casa e senza un
centesimo per fare la spesa. Conclusione? La signora
doveva mangiare dalla vicina. In questo caso, però, il
marito ha pagato: è stato condannato in Cassazione
per maltrattamenti. C’è poi tutta una casistica, molto
alta, che riguarda le nozze contratte in tarda età.
Questi matrimoni, che fanno tanta simpatia, spesso
terminano dopo appena un anno perché nessuno dei
due tollera il cambio di abitudini generato dalla
convivenza.
Tra le cause di divorzio, anche quando la moglie,
straniera, si accorge di essere stata sposata solo per
centonove pagina 8
fare da badante alla suocera. In questo caso, la
signora ha chiesto la separazione e il marito
l’annullamento, subendo una condanna per lite
temeraria. Anche l’eccessivo controllo può diventare
un boomerang: sbaglia il marito che mette sotto
controllo telefono, computer e casa; sbaglia la
moglie che suona al campanello della presunta
amante del coniuge (e finisce denunciata); sbaglia
l’amante che finisce altrettanto denunciata per
eccessive telefonate silenziose. A Messina, tra casi di
questo genere, c’è anche quello della moglie
condannata per aver danneggiato l’auto dell’amante
con la candeggina. Determinante, la testimonianza a
suo sfavore del marito. Tra le separazioni per
tradimento il flagranza, non può non essere
ricordato il divorzio di una moglie che trovò il marito
a fare sesso con un sacerdote. (D.D.J.)
20 Giugno 2014
politica
Nello Dipasquale
Rosario Crocetta
REGIONE. Si scioglie il gruppo parlamentare della Lista Crocetta. In cinque fanno gruppo a sè
Megafono, c’eravamo tanto amati
Di Giacinto, Dipasquale, Oddo, Coltraro e Malafarina danno vita a “Territorio e socialismo” in polemica col
presidente che si accontenta di essere “una costola del Pd”. Finocchiaro: «Ora comincia la vera rivoluzione»
PALERMO. L’unico che non ha fatto
dichiarazioni è il senatore del
Megafono, Beppe Lumia. Per il resto, il,
presidente Crocetta non si è smentito:
“Per me questi cinque deputati possono
anche andare all’opposizione…”. Si è
sciolto così il gruppo parlamentare
“Megafono-Lista Crocetta”. Ora i
cinque deputati che ne facevano parte,
Di Giacinto, Dipasquale, Oddo,
Coltraro e Malafarina fanno gruppo a
sé, si chiameranno “Territorio e
socialismo”. Una frattura insanabile, se
è vero che Massimo Finocchiaro, alter
ego messinese del presidente della
Regione, a botta calda commenta a
Centonove: “La vera rivoluzione,
comincia adesso. Ora siamo liberi di
organizzarci sul territorio e dare spazio
a quella che è la vera spinta del
Movimento: la lotta alla corruzione, al
malaffare, da perseguire ogni giorno,
spostando poi l’asse sulla crescita vera
dell’economia, che non è fatta di vuoti
slogan antimafia, ma di interventi a
favore delle imprese e della parte sana
della società siciliana…”. Un cambio di
passo, insomma, che modifica gli
equilibri politici della Sicilia. Ma cosa
c’è dietro questa clamorosa rottura? Da
molto tempo alcuni deputati, il
messinese Giovanbattista Coltraro
prima, il palermitano Di Giacinto poi,
l’ex sindaco di Ragusa Dipasquale a
ruota, mostravano segni di
insofferenza verso la gestione quasi
monopolistica del potere da parte del
presidente della Regione: lamentavano
che in molte scelte, comprese le
nomine di sottogoverno, i deputati del
Megafono non venissero mai sentiti.
Alcuni, come Coltraro, vicepresidente
della commissione attività produttive,
hanno sempre avuto problemi anche a
farsi ricevere. A fare traboccare il vaso,
poi, la scelta non condivisa da parte
del drappello di deputati della
candidatura alle europee di Michela
Stancheris, il cui risultato “appannato”
da parte di Crocetta è stato, senza
mezzi termini, rinfacciato alla
rappresentanza dei deputati, martedì
scorso in un vertice operativo al
ristorante-pizzeria “Swit Life” di
Termini Imerese.
Con un paio di ore di ritardo, Crocetta
è arrivato all’appuntamento quando la
discussione tra i deputati e i vari
coordinatori provinciali, si era
infiammata su quale futuro dare al
movimento: chi voleva farne un
partito, chi una associazione. Tutti,
comunque contrari a fare del
Megafono una costola del Pd, accusa
neanche velatamente nascosta a
Crocetta. Che da sensitivo ha attaccato
a testa bassa, i suoi aficionados. Con
valutazioni anche ruvide: qui ci sono
onorevoli che da soli non vanno oltre
gli ottanta voti, chi rappresentano se
non sé stessi? Per Crocetta il Megafono
è prima di tutto un modo di essere:
come i Renziani hanno il movimento
“big Bang”, così nel Pd c’è l’area del
Megafono, movimento che ha bisogno
di un comune sentire. La lontananza
dalle logiche del potere, la ricerca di
nuovi consensi sul territorio.” E su
questo Crocetta ha consumato poi la
stoccata finale: a giudicare dai voti,
Michela Stancheris è stata preferita da
giovani e simpatizzanti, non certo per
il lavoro fatto dai deputati nei loro
territori”. Due giorni dopo, il divorzio:
Nello Dipasquale ha annunciato la
nascita di Socialismo e Territorio. La
risposta di Crocetta è stata augurale:
“Acqua davanti e…ventu darreri”.
ALLEANZE
Il governatore strattonato
L’UDC CHIEDE UNA VIRATA VERSO IL CENTRODESTRA.
I CUPERLIANI TIRANO DALLA PARTE OPPOSTA.
RISULTATO: LA PARALISI. MENTRE LA CRISI ESPLODE
PALERMO. L’Udc ha chiesto a Crocetta una virata
verso il centrodestra, “aprendo” la giunta alla
partecipazione di Ncd, il partito di Alfano con
quale lo scudocrociato di D’Alia si è federato. I
cuperliani, attraverso le parole del segretario del
Pd Fausto Raciti, chiedono la stessa cosa: apertura
all’ala del partito, rimasta danneggiata dall’ultimo
rimpasto di giunta. Risultato finale: Crocetta non si
muove. “Non posso cambiare assessori una volta al
mese…”. Dopo le elezioni europee e le elezioni
amministrative, si è punto e a capo.
Con l’aggravante che la crisi continua mordere e
dalle ultime dichiarazioni del dirigente Vincenzo
Falgares in audizione all’Ars, la Sicilia rischia di
perder qualcosa come 550 milioni di fondi europei,
gli stessi che Crocetta avrebbe strappato al governo
nazionale rinunciando in parte al contenzioso che
danni contrappone l’Isola al governo nazionale,
sulle quote da accise da rigirare alla finanza
pubblica siciliana.
Un fatto sul quale alcuni giornali si interrogano,
ma che da Palazzo d’Orleans non ha finora ricevuto
nessuna smentita. E come in un copione già scritto
si ripropone la polemica a distanza tra il presidente
Crocetta e il presidente dell’Ars Ardizzone a
centonove pagina 9
proposito dei contenuti della manovra finanziaria
che non arrivano in aula.
Da accontentare ci sono legioni di lavoratori, dagli
articolisti che ormai minacciano suicidi collettivi, ad
altre categorie da sempre aggrappate alle
mammelle della Regione: tra queste spiccano i
dipendenti della Multiservizi, di Biosphera e della
Beni culturali spa, confluiti tutti sotto una nuova
sigla, societaria, affidata alle cure di Nicola
Vernuccio, ex assessore agli enti locali di Raffaele
Lombardo, in servizio da anni alla Resais, l’area
parcheggio della Regione per tutte le iniziative
industriali andate a male.
E qui resta aperto il capitolo “partecipate”, appena
aperto dal Presidente a caccia di fondi per ripinare
la voragine dei conti.
20 Giugno 2014
politica
DOSSIER APERTI
PIANO DISMISSIONI. La quota della Regione Sicilia ridotta ad un lumicino: 0,16 per cento
Unicredit, pochi spiccioli
Ai valori di Borsa, la quotazione si attesta su 65 milioni di euro. Cui va aggiunta la quota
della Fondazione. Ecco cosa resta del Banco di Sicilia. E come rischia di finire anche Italkali
La sede del Banco di Sicilia in via Garibaldi a Messina
MESSINA. Ma quanto vale ai valori di
Borsa la quota della Regione Sicilia
dentro Unicredit che il presidente
Crocetta ha annunciato vuole
dismettere?
Secondo gli analisti, non più di 65
milioni di euro. E’ tutto quello che
rimane del glorioso marchio “Banco di
Sicilia”, assorbito prima da Banco di
Roma, poi da UniCredit, istituto di
credito internazionale che, in più
round, ha operato poderosi aumenti di
capitale, l’ultimo da sette miliardi di
euro, per favorire la sua espansione
al’estero.
Aumenti, ai quali, a Regione Sicilia
non ha aderito, al punto che la sua
quota si è ridotta al lumicino, un
misero 0, 16%, nulla rispetto ad altri
azionisti di peso come i libici, o come
Abu Dabi che si attestano su quote
qualificate del 5%.
Rappresentata dal magistrato siciliano
Marianna Li Calzi, in consiglio di
amministrazione, oggi la Sicilia
accanto al suo 0,16, può solo accostare
un altro 0,15%, la quota che
rappresenta la Fondazione Banco di
Siiclia, presieduta da Giovanni Puglisi.
Una quota che ai valori di borsa non
supera i sessanta milioni di euro.
Cifre, queste, che nel calderone della
spesa corrente della Sicilia, i cui residui
attivi da cancellare, che si trascinano
da un decennio, si attestano su tre
miliardi e mezzo di euro,
rappresentano solo pannicelli caldi.
Lo 0,16% è quello che rimane del
“Banco di Sicilia”, uno dei cinque
istituti di diritto pubblico d’Italia,
autorizzato a battere moneta, che nei
momenti d’oro aveva sedi distaccate a
New York e guardava con interesse a
tutte le politiche commerciali della
Sicilia nel Mediterraneo, tanto da
avere sezioni di credito specialiazzate
nell’agricoltura, nel marittimo,
nell’alberghiero.
Ora quello che rimane alla Sicilia, è
solo l’Irfis, istituto di medio credito,
declassato a “106”, la licenza di una
semplice finanziaria, dopo che ha
ceduto “la 107l”, a licenza bancaria, a
Unicredit.
Altra preda sulla quale il presidente
Crocetta ha puntato gli occhi, l’Italkali,
la società dei sali marini, partecipata
dalla Regione al 51%, che vede tra i
soci la famiglia Morgante.
Un centinaio di milioni di euro di
fatturato, Italkali è l’ultima impresa
“gioiello” della regione imprenditrice,
una avventura che secondo i calcoli
dell’ex assessore all’Industrioa
Giuseppe Castiglione “è costata in
trent’anni alla Regione “non meno di
5000 mila miliardi di vecchie lire”.
Ora quel che resta di questa avventura
imprenditoriale, è parcheggiato alla
Resais, una sorta di cimitero degli
elefanti dei dipendenti, “dismessi” o
rottamati, da enti l’Espi, l’ente di
sviluppo industriale.
Ma quanto vale il 51% di Italkali,
azienda che ha sede a Realmonte, in
provincia di Agrigento? Un primo
bando promosso dalla liquidatrice
Alessi, quando era assessore
all’Industria il messinese Antonio
D’Aquino, è stato poi ritirato: valutava
in 18 miliardi di vecchie lire la quota
della regione. Ma non si era tenuto
conto della qualità delle azioni “A” e
“B”, di investimento e privilegiate,
sulle quali lo statuto approvato all’atto
di nascita non ammette deroghe.
A impugnare la cessione anche i soci
austraici di “Salimen”, azienda che
detiene il 10%, insieme a un gruppo
francese. Le potenzialità dell’azienda
sono enormi: Italkali, che ha una sede
pure a Porto Marghera, anni fa aveva
messo gli occhi sulla miniera di
Pasquasia in provincia di Enna, ricca di
sali potassici, ma l’autorizzazione alla
società fu revocata dalla stessa Regione
e i 1500 operai impiegarti nella
miniera, parcheggiati alla Regione.
Oggi Italkali, con cento milioni di
fatturato l’anno, tratta solo sale da
cucina e “sale antigelo”, venduto ai
Paesi del Nord. Alle richieste della
società presieduta da Nino Scimemi,
per avviare nuove miniere per scavare
la Kaianite, trovata in provincia di
Agrigento e Palermo, la Regione ha
sempre disertato gli appuntamenti.
Così la partita delle dismissioni in
Sicilia è complicata dal vento della
crisi, che delimita poco la differenza
tra “vendita” e s-vendita”.
E.B.
centonove pagina 10
Terme e Ast,
le altre prede
SULL’AZIENDA TRASPORTI
L’INTERESSE DI MONTANTE
PALERMO. Il capitolo “partecipate”
è quello sul quale il presidente
Crocetta vuole accelerare: “quando
ci sono gli utili i privati li mettono
in tasca, i costi vengono invece
scaricati sul pubblico”.
Compagnia delle Isole.
Nell’elenco predisposto alla
Regione, la prima dismissione
riguarda la “Compagnia delle
Isole”, partecipazione valutata
sette milioni di euro in una
società che ha acquistato tra
mille polemiche, sotto il governo
Lombardo, il ramo di impresa ex
Siremar. Oggi l’azienda è al
centro di vivaci contestazioni da
parte dei sindaci sul servizio
svolto da e per le Isole, che
hanno portato il Ministero delle
Infrastrutture a sollevare pesanti
prescrizioni. Una fidejussione da
parte della Regione rilasciata,
con il supporto di Unicredit, è
stata oggetto di una sentenza
negativa da parte del Consiglio di
Stato: alterati i criteri minimi di
concorrenza.
AST. Altro capitolo è l’Ast,
l’azienda pubblica dei Trasporti
recentemente ricapitalizzata con
una iniezione di trenta milioni di
euro. A puntare gli occhi
sull’azienda, che macina conti in
perdita al punto che i mezzi non
escono più dall’autoparco per
mancanza di benzina, è il
presidente di Confindustria
Antonella Montante, titolare di
una piccola partecipazione dentro
Jonica Trasporti, che fa parte
dell’azionariato. Crocetta ha più
volte dichiarato di non volere
privatizzare, ma nessun passo
ufficiale è stato fatto dal
managment per risanare
l’azienda di trasportop pubblico
locale.
LE TERME. Altro dossier aperto: le
terme di Sciacca e Acireale. Da
tempo in liquidazione, le strutture
che fino agli Anni Ottanta erano il
fiore all’occhiello del termalismo
regionale, ormai sono pronte e
confezionate per essere cedute. Ma
le proposte finora avanzate alla
liquidatrice Alba Alessi sono assai
lontane dagli obiettivi prefissati.
20 Giugno 2014
politica
MESSINA. È muro contro muro tra il Comune e Caronte & Tourist su i nuovi orari delle navi veloci e le tariffe
Stretto, il Car...tour
Dal 30 giugno, le partenze e gli arrivi da Salerno porteranno i mezzi pesanti in via La Farina, in una zona non coperta
dall’ordinanza anti-tir. L’amministrazione studia le contromosse, ma la società risponde: «È dal 2006 che è così»
MESSINA. Da una parte i nuovi orari
delle navi veloci, rinviati di volta in
volta, che cozzano con lo spirito
dell’ordinanza anti tir firmata dal
sindaco della città (non attiva per i
camion che sbarcano al Molo
Norimberga). Dall’altra, invece, lo
scontro frontale sul caro tariffe legatoi
alla navigazione “ordinaria” da e per la
Calabria. Nel giro di pochi giorni, il
conflitto tra l’amministrazione comunale
guidata da Renato Accorinti e il
gruppo Caronte & Tourist, capitanato da
Vincenzo Franza, ha raggiunto il calor
bianco. Il suo apice? mercoledì 18, con
una conferenza stampa del gruppo
indirizzata contro l’assessore alle
politiche del Mare, Filippo Cucinotta,
reo di aver detto “corbellerie” sui prezzi
delle tratte. Il tutto, per giunta, a poche
ore dal tavolo tecnico in Comune per
affrontare il combinato disposto
ordinanza-nuovi orari. Alla fine del
vertice, la fumata è stata grigia, e tutto è
stato rinviato a oggi (venerdì 20, ndr).
Ma la matassa, il passaggio dei tir in
centro alle 14 è di difficile soluzione.
I NUOVI ORARI. Il conto alla rovescia
è già in corso. Dal 30 infatti, entrerà in
vigore del nuovo orario della Cartour
che resterà in vigore fino al 27 luglio. Le
navi che partono dal Molo Norimberga,
nella zona falcata, costituiscono, con un
totale di circa novantamila tra camion e
tir, il 12% del totale del traffico
gommato che attraverso lo Stretto.
Attraversa lo Stretto, ma anche la città,
per la precisione via La Farina fino al
viale Europa. Le nuove partenze fissate
vanno dal lunedì al venerdì saranno
all’una di notte e alle 15. Nel fine
settimana, invece, il sabato sono previste
all’1 e alle 23 e trenta, e la domenica
alle due di notte. Una modifica su questi
due giorni interverrà dal 28 luglio e
durerà fino al 6 settembre (partenze di
sabato e domenica all’una di notte ed
alle 14). Ovviamente, le modifiche
riguardano anche le navi in partenza da
Salerno con destinazione Messina, che
giugeranno in piena mattinata, alle 11.
LE MOSSE DEL COMUNE.
Contattato telefonicamente, l’assessore
Cucinotta spiega: «Stiamo per andare in
riunione proprio per decidere la linea da
seguire. Di più non posso dire...». Ma
quale potrebbe essere l’indirizzo della
giunta Accorinti? Netta la posizione di
Luigi Sturniolo, eletto con il
movimento del sindaco, “Cambiamo
Messina dal basso”: «Il 30 giugno un
nuovo fiume di tir invaderà il centro
cittadino in pieno giorno. Questo è,
evidentemente, l'intento degli armatori
che, proprio in questi giorni, hanno
definito “corbellerie” le argomentazioni
dell'assessore Cucinotta sulle tariffe di
Caronte & Tourist, laddove è lo stesso
Vincenzo Franza a definirle elevate, e
“zona grigia” le voci critiche che si sono
alzate a difesa degli interessi e della
salute dei cittadini. L'amministrazione
Accorinti è obbligata, anche in relazione
alle premesse con le quali ha fatto
irruzione sulla scena politica, ad
impedire l'ennesimo insulto alla città. È
auspicabile, comunque, ordinanza o non
L’ARMATORE
ordinanza, che i cittadini facciano
sentire la propria ostilità il giorno
dell'avvio del nuovo orario della
Cartour. È necessario che torni a
riappropriarsi della strada il movimento,
che tra il 2000 e il 2001, pose la
questione del rischio causato
dall'attraversamento della città da parte
dei tir e individuò le possibili
alternative. La città è di chi la abita, non
una servitù nell'interesse di pochi».
LA POSIZIONE DI CARONTE. In
un comunicato stampa il direttore
generale Calogero Famiani precisa:
«Gli orari di qualunque servizio di
linea sono il prodotto di approfondite
valutazioni su elementi il più possibile
oggettivi, a partire dalle esigenze della
clientela, degli operatori e dall’impatto
sul territorio. Quelli delle navi della
flotta Cartour non fanno certo
eccezione e sono stati, a suo tempo,
adeguatamente modellati e su di essi
c’è stato l’opportuno confronto con
l’amministrazione. La loro validità è
dimostrata dal fatto che sono
pacificamente in vigore da anni.
Naturalmente, come è nostro costume,
non ci sottrarremo ad un sereno
dialogo per valutare eventuali fatti che
abbiano modificato o stiano
modificando il contesto complessivo
nel quale stiamo operando».
IL NODO TARIFFE. Ad accendere
l’ultima polemica, le parole di Cucinotta
sul caro-prezzi applicato da Caronte e
Tourist, anche in relazione a un regime
di sostanziale monopolio. Per il delegato
del sindaco di Messina sono troppo alte,
per Vincenzo Franza in media, se non in
alcuni casi al di sotto, delle tariffe
europee. Sicuramente, però, sono più
alte di quelle della tratta di 40 minuti tra
Sandvikvåg a Halhjem (in Norvegia, che
mette in relazione le due più importanti
città dopo Oslo, ossia Stavanger e
Bergen), che costa 26, 59 euro. O anche
della tratte di 1 ora tra Edøya e
Sandvika, (sempre in Norvegia), il cui
prezzo è 11, 39 euro, e di un’ora tra
Rutledal e Rysjedalsvika (sempre in
Norvegia che mette in relazione la
grande città di Bergen con Ålesund). Il
prezzo? Sempre costa 11, 39.
D.D.J.
L’ASSESSORE
Franza: «È tutto nella media»
Cucinotta: «Vado all’Antitrust»
IN CONFERENZA STAMPA, lasciandosi trasportare, ha anche
usato la parola “corbellerie” per definire la tesi dell’assessore
Filippo Cucinotta. Una forma colorita che, comunque, si ritrova
anche nelle dichiarazioni del comunicato stampa ufficiale del
Franza
gruppo di Vincenzo Franza: “Il documento presenta errori
grossolani, tali da inficiarne non soltanto la valenza scientifica
ma l’effettiva funzionalità allo scopo dichiarato di far luce sull’eventuale
incongruenza dei prezzi praticati per l’attraversamento dello Stretto ai passeggeri
con o senza auto al seguito e ai mezzi commerciali. Nonostante talune improvvide
dichiarazioni dell’Assessore alle politiche del mare - presumibilmente per difetto
d’informazione - siamo convinti dell’assoluta buona fede del Sindaco e della
Giunta». Ma le tariffe, insomma, sono o non sono care? Franza risponde così: «È
caro traghettare, ma le nostre tariffe sono in linea». Ma quale è il margine di
guadagno? «Nella media delle altre compagnie».
LA SUA RISPOSTA più efficace alle critiche di Vincenzo Franza
sarà oggi (venerdì 20, ndr) a Roma, quando Filippo Cucinotta
andrà all’Antitrust: «Ovviamente parlerò del regime di
monopolio sullo Stretto e sul caro tariffe», spiega. Riguardo
Cucinotta
alla polemica con l’armatore, Cucinotta ha detto: «Prima di
parlare di “corbellerie”, dovrebbero leggere con attenzione
gli studi di cui parlano. Se lo avessero fatto, avrebbero visto che le variabili da
loro citate, lunghezza della tratta, frequenze delle corse, presenza di
finanziamenti pubblici, sono precisamente riferite negli studi, avrebbero visto
che il modello costruito fitta precisamente e predice in maniera corretta il valore
tariffario in funzione della distanza. Le variabili considerate sono state ottenute
applicando metodologie rodate, evidenziando l’esistenza di elevatissime
correlazioni (Coefficiente di Pearson) e le conclusioni sono state esposte con la
dovuta prudenza dei lavori preliminari».
centonove pagina 11
20 giugno 2014
politica
MILAZZO
Al voto con Pino, Italiano e Formica
Partono le strategie. Mellina attacca il Pd. Il sindaco con D’Alia
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Milazzo. A sentire i nomi viene un senso
Beppe Picciolo
BROLO. L’onorevole rinuncia alla presidenza. E “favorisce” il cognato
La scelta di Picciolo
Il deputato preferisce mantenere l’assessorato assegnato a Pietro Marino.
E cede la guida dell’aula. A spese dell’avvocato Anna Ricciardo
Brolo. Il battibecco tra il
neopresidente del consiglio comunale
Giuseppe Miraglia e la giovane
consigliere di Minoranza, Ada
Agnello, sin dalle prime battute del
nuovo consiglio comunale brolese
riapre le perplessità sulla nomina. La
poltrona era data per certa alla prima
eletta, l'avvocato Anna Ricciardi. La
professionista alla vigilia era
accreditata, non solo per i suffragi
ricevuti, ma per l’appoggio da parte
del’onorevole messinese Beppe
Picciolo (Dr). Ma così non è stato. Ad
aprire i lavori della prima seduta è
stataRicciardi, ma poi ha dovuto
lasciare di buon grado le redini
dell’aula a Giuseppe Miraglia.
Nonostante le dichiarazioni volessero
accreditare la tesi della condivisione e
dell'accettazione delle scelte del
gruppo, così no sarebbe stato. I
retroscena descrivono la giovane
professionista soccombente di fronte
alle scelte dell'onorevole Picciolo che
ha preferito lasciare in giunta il
cognato e perdere la presidenza
dell’aula. In principio sembrava che
Pietro Marino, superimpegnato
professionista, dovesse cedere il passo
sin da subito, tesi suffragata dal
magro bottino elettorale. Viceversa le
dinamiche familiari hanno avuto il
sopravvento e Picciolo avrebbe optato
per la scelta più "fidata" del pur
riluttante cognato a spese della
Ricciardi.
Sul fronte amministrativo è polemica
sulla questione rifiuti. Il costo del
servizio, inadeguato, a dire di Ada
Agnello è oltremodo caro e
sottostimato in bilancio. Di diverso
avviso l'amministrazione. Sul fronte
burocratico è stata avviata una
riduzione delle aree di responsabilità
con la turnazione dei dirigenti.
di dejavu. Un po’ come quando si ripete
come un mantra la formazione della
nazionale italiana che ha vinto i
Mondiali di Spagna nel 1982. Al posto
di Zoff, Rossi e Tardelli a Milazzo ci si
deve “accontentare” di Pino, Italiano,
Formica. Anche se manca un anno al
voto amministrativo già fanno capolino
i primi nomi. E sono sempre gli stessi.
Naturalmente di acqua sotto i ponti ne
deve ancora passare, ma gli addetti ai
lavori cominciano timide riunioni. Il
primo a sciogliere le riserve è stato
l’avvocato Giovanni Formica (Pd) il
quale durante un comizio in piazza dal
tema "Verso le amministrative 2015" ha
«sommessamente» comunicato che si
vuole candidare a sindaco chiedendo le
primarie al suo partito. Formica con al
fianco una serie di attivisti come
Giacomo Patanè, Fabrizio Spinelli,
Maria Grazia Filoramo, Assunta Sciacca
ha attaccato l’amministrazione del
sindaco Carmelo Pino (anche lui vicino
al Pd), riservando frecciatine però
anche agli assessori che orbitano nella
sua aria: Stefania Scolaro, Dario Russo,
Salvatore Gitto. «Il gruppo consiliare
Pd aveva chiesto a chi rappresenta il
partito in giunta di fare un passo
indietro – spiega Formica - l'accordo
politico all'epoca nacque all’interno di
un partito gestito da Francantonio
Genovese, al centro di un sistema che
non ho mai condiviso». Poi l’affondo
sulla gestione del Castello a cura
dell’assessore Dario Russo: «A luglio
scorso, durante una manifestazione, ho
trovato all’interno pure un tavolo di
plastica con prodotti tipici di Condrò. E
poi banner pubblicitari? Chi li ha messi?
Cosa hanno pagato queste aziende?
VENETICO
Vigili in consiglio comunale
TENSIONI TRA L’AMMINISTRAZIONE E IL COMANDO DELLA POLIZIA MUNICIPALE
Venetico. Lo scontro tra il comando della polizia municipale e il sindaco di
Venentico Francesco Rizzo approderà presto in aula consiliare. A chiedere
chiarimenti la minoranza. Lo scorso 12 agosto sono esplose le tensioni tra i quattro
vigili in servizio e l’amministrazione con un comunicato del sindaco Csa a firma del
rappresentante territoriale Santino Paladino e del coordinatore provinciale Pietro
Fotia. Contestati i massacranti turni di lavoro specialmente nel periodo luglio e
agosto. «Tutte invenzioni - replica il sindaco Rizzo - la nostra pianata organica
prevede sei vigili, loro sono quattro di ruolo un contrattista e uno che svolge
compiti di ufficio. Non sono pochi. Tutti gli anni abbiamo concesso orari
compensativi e ogni anno aiutato da uomini dela Protezione civile». Il Csa, però,
non cede e contesta «pochi mezzi umani e finanziari».
Francesco Rizzo
centonove pagina 12
Carmelo Pino e Lorenzo Italiano
Come sono state scelte?». Attacchi
mirati. Tranne imprevisti, Pino si
ricandiderà, ma in caso di
“emergenza”, in prima fila, pronti a
sostituirlo ci sarebbero i “compagni”
Stefania Scolaro e Dario Russo. Pino
dopo i guai giudiziari di Genovese ha
cominciato a prendere le distanze dal
Pd guardando con interesse l’attività
politica dell’onorevole Giampiero D’alia
(Udc). A non avere riposto la speranza
di ritornare al comune anche lo
sconfitto delle ultime amministrative,
Lorenzo Italiano. Dopo non avere
centrato una serie di obiettivi tra cui la
candidatura alle Regionali con Grande
Sud ha confidato agli amici il desiderio
di ottenere la rivincita contro il
“cugino” Pino. Italiano, vicino
all’onorevole Bernadette Grasso, i
questo momento si sta riorganizzando
anche grazie all’incarico nel gruppo
azzurro all’Ars. Dunque si ripeterebbe
lo scontro di quattro anni fa: Pino,
Italiano e Formica. Ma i candidati
saranno almeno cinque. A far parte
della partita potrebbe essere anche il
consigliere uscente Roberto Mellina.
Dopo diverse legislature in aula
vorrebbe tentare il grande salto.
Intanto attacca Formica: «Con quale
coraggio comiziano contro
l'amministrazione Pino -dice - quando
è parte essenziale del disastro. Il
sindaco è un loro elettore avendo
sempre votato alle primarie del Pd, con
quale sfrontatezza si ergono paladini
contro questa Amministrazione, senza
dire che in Consiglio Comunale, per ben
due volte, il Pd milazzese non ha
permesso la presentazione della
mozione di sfiducia a Carmelo Pino».
20 Giugno 2014
sicilia
La Prefettura di Messina
RIFORME. Il progetto di riforma del governo prevede un taglio netto, ma nell’Isola le certezze sono poche
Prefetture, risiko siciliano
A scomparire sicuramente saranno Enna e Caltanissetta. Per il resto, complice il passaggio
alla Camera, è tutto da definire. A cominciare da Messina, al bivio tra dipartimentale e distrettuale
MESSINA. Non è un problema di
ordine, sicurezza, protezione civile, che
sarebbero comunque assicurati, ma una
questione di principio e di prestigio. Già,
perché alla lunga fila delle dismissioni
che potrebbero colpire Messina, con in
testa l’Autorità Portuale e la Camera di
Commercio, si teme possa rientrare
anche la Prefettura. In realtà, il destino
di Palazzo del Governo è abbastanza
blindato non soltanto dal passaggio in
parlamento del progetto di riforma, ma
anche dai 21 criteri che sono stati
definiti. Motivo per cui, l’unico dubbio si
lega a cosa sarà la Prefettura di Messina,
se Dipartimentale (Circoscrizionale) o
distrettuale.
IL RISIKO DEGLI UFFICI. Posto che
Palermo sarà sede della Prefettura con
ruoli di coordinamento su tutta la
Regione, le sole a essere certamente
dismesse saranno Enna e Caltanissetta
(che sarà accorpata a Palermo). Per le
altre “minori”, ad esempio Trapani,
potrebbe scattare la riqualificazione a
distrettuale (in quanto aree
caratterizzate da forti criticità, in questo
caso anche i migranti). Messina e
Catania, invece, potrebbero diventare sia
distrettuali (soprattutto se l’Ars sancirà il
passaggio a Città Metropolitane, ma i
compiti di questa tipologia sono da
definire) che dipartimentali. In questo
caso, ad esempio, Messina ingloberebbe
Enna, mentre il capoluogo Etneo
potrebbe includere Siracusa. Ma anche
no, perché, ad esempio, se Catania
diventasse distrettuale, allora Siracusa e
Ragusa potrebbero essere accorpate tra
loro, conla prima città sede degli uffici.
Allo stesso modo, il destino di Agrigento
potrebbe mutare, diventando al pari di
Trapani, distrettuale, oppure
dipartimentale con l’accorpamento con
il capoluogo più a ovest della Sicilia.
Insomma, complici i sindacati, le reali
necessità e i parlamentari, la partita
siciliana è ancora tutta da giocare.
IL PROGETTO. Il progetto di
riorganizzazione della presenza dello
Stato sul territorio, in realtà, non è del
tutto sconosciuto (uno fu bocciato dalla
Copmmissione Affari Istituzionali della
Camera nel giugno del 2013). Lo scopo,
oltre a quello di contrastare la
frammentazione organizzativa dello
Stato e favorire, in tal maniera, la
concentrazione e l'accorpamento degli
uffici periferici, ha come principale
obiettivo il contenimento della spesa
pubblica. L’obiettivo del Governo, infatti,
è di “eliminare” 66 prefetture delle 106
esistenti, ma non solo. Al di là delle
funzioni, di cui ancora deve
comprendersi il vero progetto
riformatorio (se di rafforzamento o di
dismissione) un risparmio potrebbe
derivare da un taglio netto al numero
dei Prefetti. Attualmente sono circa 200:
106 a capo delle singole
Prefetture/Commissariati di Governo,
altri a capo dei Dipartimenti e Direzioni
Centrali ministeriali. Se si eliminassero
davvero 66 Prefetture e
conseguentemente i Prefetti a capo, si
risparmierebbe fino a 1.000.000 di euro
ogni mese. A fronte di uno stipendio
mensile medio di circa 15.000 euro per
Prefetto di prima nomina, moltiplicato
per il numero delle sedi che
scomparirebbero, si arriverebbe a
990.000 € di risparmio ogni mese. Il
problema è che, allo stato attuale, non si
sa che fine farebbero questi Prefetti, se
verrà concesso loro una sorta di
“scivolamento” perché prossimi alla
pensione (in genere la nomina a Prefetto
arriva in tarda età e comunque,
mediamente, non prima dei 55 anni)
oppure se collocati a svolgere altre
attività istituzionali come commissari
straordinari presso Comuni sciolti e/o
commissariati con (immagino) un
abbassamento dello stipendio tabellare
perché non più a capo di funzioni e
competenze delle nuove articolazioni
ministeriali.
TRA IL DIRE E IL FARE. Il premier
ha parlato di un numero complessivo
non superiore a 40 Prefetture. I
sindacati, soprattutto prefettizi,
consentirà, complice la Camera, di
mantenere circa 70/80 strutture. Sul
fronte risparmio, le organizzazioni
ritengono che il riordino non
condurrebbe ad una economia
gestionale. In realtà, una parte dei costi
si lega proprio al mantenimento delle
sedi. Tante Prefetture sono presso
immobili non demaniali ma in affitto
con pagamenti di canoni annuali che
vanno dai 250.000 ai 300.000 euro, ai
quali si aggiungono, le spese di
gestione. Tra queste, anche quelle
relative agli alloggi dei Prefetti, quelli
“rappresentanza” e gli ultimi, destinati
alle improbabili visite del Presidente
della Repubblica, che devono essere
mantenuti sempre in ordine. (D.D.J:)
LA SCHEDA
I ventuno criteri
ECCO I PRINCIPI CARDINE PER DECIDERE IL DESTINO
DELLE SEDI. CHE CON LE CITTÀ METROPOLITANE...
Il piano di riordino approvato dal Consiglio dei
Ministri prevede l’individuazione di nuovi ambiti
territoriali che verrebbero definiti in base a 21 criteri
numerici: superficie in chilometri quadrati, abitanti,
attività produttive, attività commerciali, Vigili del
Fuoco, Carabinieri, Guardia di Finanza, agenti di
Pubblica Sicurezza, soccorsi e protezione civile,
Comuni, manifestazioni di rilievo sotto il profilo
dell’ordine pubblico, beni sequestrati e confiscati, enti
sciolti per infiltrazioni mafiose, omicidi e violenze
sessuali, rapine e furti, procedimenti e sportelli
immigrazione, stranieri sbarcati nel 2013, centri per
immigrati, procedimenti per la concessione della
cittadinanza, risorse umane, costo prefetture.
La previsione fa riferimento a tre fattispecie di
Prefetture: la prima corrispondente ai capoluoghi di
Regione, la seconda, dipartimentale o circoscrizionale,
con accorpamento di alcune Prefetture attualmente
incardinate negli ambiti provinciali (es. Caltanissetta
con Palermo, Lodi con Milano, Biella con Novara) e la
terza, distrettuale, per aree caratterizzate da
particolari criticità (ex plurimis, aree caratterizzate da
elevata incidenza di criminalità organizzata e/o dalla
presenza di aziende soggette ad elevati rischi di
infiltrazione mafiosa). Sebbene la riforma sia stata già
approvata dal Governo, solo con un successivo
provvedimento verranno individuati compiutamente
centonove pagina 13
gli ambiti territoriali.
Al di là dei risparmi di spesa per mantenere strutture
fisiche, l’accorpamento di alcune Prefetture
consentirebbe l'eliminazione di Uffici che, a distanza
di pochi km, svolgono funzioni similari (Lodi con
Milano, Caltanissetta con Palermo, Biella con Novara,
et similia). A titolo esemplificativo, l'esercizio
centralizzato (a livello regionale) di funzioni di
gestione del personale, di controllo di gestione, di
economato, di gestione dei sistemi informativi
automatizzati, di gestione dei contratti. È chiaro che la
presenza delle Prefetture è quanto mai necessaria per
garantire presidi di legalità e di sicurezza del
territorio. Il Prefetto svolge infatti funzioni di
“cerniera” tra le amministrazioni, di raccordo con gli
Enti Locali, di analisi socioeconomica del distretto
provinciale di riferimento.
20 Giugno 2014
sicilia
MESSINA. L’Ateneo si affida alla televisione per farsi pubblicità, accogliendo il progetto di una associazione
Promozione, stregati da Morgana
Le perplessità in Senato Accademico sono state superate grazie alla garanzia del coinvolgimento
di tutti gli studenti. La restante pubblicità va a Rtp, che con 6000 euro garantirà dieci trasmissioni ad hoc
MESSINA. L’Ateneo di Messina va in
televisione. L’Università ha deciso di
promuovere l’attività istituzionale
puntando solo sul piccolo schermo e
lasciando da parte carta stampata. Anzi
no, perché, in fondo, come si legge nella
delibera del Senato Accademico che ha
per oggetto “Promozione delle attività
dell’Ateneo e dell’Offerta Formativa:
determinazioni”, a fronte
dell’opportunità “di promuovere le
attività universitarie e l’Offerta
Formativa sulle testate giornalistiche
territoriali”, di fatto si è tenuto conto dei
soli due preventivi offerta presentati che
potevano rientrare nel budget di 10 mila
euro (nel 2005 era 50 mila). Preventivi
che non discendono da un piano di
comunicazione, visto che lo stesso non è
più stato pubblicato perché l’Università
non è obbligata a farlo. Da qui, la scelta
di puntare sul digitale terrestre,
“sbarcando” su Rtp e su Onda Tv, in
quest’ultimo caso attraverso
un’associazione universitaria dello stesso
Ateneo, la “Morgana”, presieduta da
Maria Smeralda Mangano
(secondo il sito) o da Francesco
Armone (secondo la richiesta) e vicina
ad Alberto De Luca, dottore di ricerca
in Storia Contemporanea, già candidato
al consiglio comunale di Messina e
recentemente firmatario, come
“Morgana”, della Federazione Nuova
Destra.
I DUE PREVENTIVI. Il primo è stato
proposto il 3 aprile scorso dalla nuova
concessionaria di pubblicità del gruppo
Gazzetta del Sud-Radio Televisione
Peloritana, la “GDS
Media&Communication”, che, al prezzo
di 6.000 euro più iva, garantirà la messa
in onda di dieci puntate realizzate dalla
redazione della Rtp sull’Università degli
Studi di Messina più due passaggi
giornalieri per ogni singola puntata. In
aggiunta, poi, la replica dell’intero ciclo
di trasmissioni con due passaggi
giornalieri. Il secondo, del 28 aprile,
regolarmente autorizzato dal Rettore
Pietro Navarra e vistato dal Delegato
alla Comunicazione, Marco
Centorrino, riguarda la proposta “per
la realizzazione di una trasmissione
televisiva degli studenti dell’Università
degli Studi di Messina sull’Ateneo
Peloritano, dal titolo Study for Me, che
sarà prodotta con l’apporto tecnico di
Onda Tv e sarà messa in onda dalla
stessa emittente in 7 puntate più 70
repliche”. Il costo totale sarà di 3.660
euro (compresa iva, di cui 2.652 come
affitto Comunicarte su Onda Tv e 1098
per il regista e per l’operatore). La
proposta trova forza in una precedente
esperienza andata in porto con il canale
Pietro Navarra
televisivo, ovvero la trasmissione
Univercity realizzata sempre dagli
studenti dell’Ateneo di Messina senza
alcun contributo. A inoltrare la delibera
approvata dal Senato, Valeria
Ruggeri (responsabile Ufficio Stampa)
e Antonio Fallico (responsabile
Settore Servizi Amministrativi e di
Coordinamento attività istituzionale).
PASSAGGI MANCANTI. In Senato
Accademico, a mostrare perplessità su
un provvedimento che, di fatto, affida
la una trasmissione a una singola
associazione, non rappresentativa di
tutto il corpo studentesco, era stato
uno dei senatori eletti, Guglielmo
Sidoti, che racconta: «Alla fine si è
deciso di approvare tutto a condizione
che fosse previsto il coinvolgimento
delle altre associazioni e di tutti gli
iscritti». In realtà, però, sembra che
questa eventualità fosse già
contemplata nella richiesta, come
racconta il rettore: «Già nella proposta
degli studenti era specificata
l’intenzione di coinvolgere nel progetto
altre associazioni ed altri colleghi con
in testa i rappresentanti degli studenti
in seno agli organi di governo
dell'Ateneo». Navarra, poi, conferma
anche le parole di Sidoti: «In più,
proprio al momento di votare la
delibera, abbiamo posto come
condizione essenziale il rispetto di
questa parte della proposta».
TV E WEB. Ma perché utilizzare il
digitale per invogliare le iscrizioni
proprio nell’epoca in cui i giovani
seguono quasi esclusivamente il web? Il
Magnifico risponde così: «Partiamo da
NOMINE
Garanzia in Commissione
Rinnovata la Commissione di Garanzia
dell’Ateneo di Messina. A farne parte per i
prossimi due anni, Giuseppe Gembillo
(professore ordinario), Giuseppe Ingrao
(associato), Nancy Spanò (ricercatore),
Antonio Fallico (rappresentante del
personale tecnico-amministrativo) e
Guglielmo Sidoti (rappresentante degli
Studenti). Prevista dal Codice Etico, ha il
compito di vigilare sulla osservanza dei
principi ispiratori e dei canoni del codice
stesso. La Commissione elegge al proprio
interno, a maggioranza dei due terzi dei
suoi componenti, il Presidente. Quest’ultimo
designa, non più tardi di trenta giorni dal
suo insediamento, un
Vicepresidente.
un dato. Il mezzo televisivo, nonostante
una disinfiammazione registratasi a
partire dalla fine degli anni ’90, è
ancora il medium di riferimento nel
nostro Paese con un tasso di
penetrazione superiore al 90%. È vero
che la fascia d’età dei principali
utilizzatori si sta sempre più
innalzando, ma è altresì vero che
quando l’Università parla della propria
offerta formativa, non si rivolge
esclusivamente ai ragazzi, bensì anche
alle loro famiglie. Di certo, comunque,
non sottovalutiamo la rete. Tutt’altro. La
parte principale della campagna per
pubblicizzare le immatricolazioni è
incentrata proprio sul web. In questo
caso, sfruttiamo il nostro sito Internet
istituzionale, che, per fornire un dato di
riferimento, nei primi quattro mesi
dell’anno ha fatto registrare più di 77
milioni di contatti e una media mensile
di oltre 600 mila utenti unici, con un
incremento medio in questo caso del
76% se parametrato a quanto avvenuto
nei 12 mesi precedenti. Abbiamo altresì
cambiato aspetto alla pagina Facebook
dell’Ateneo, il cui seguito è in costante
crescita ed anche quello è un canale che
stiamo utilizzando per veicolare la
nuova offerta formativa.
D.D.J.
L’EVENTO
Il giorno del Gattopardo
UN CONVEGNO E UNA GIORNATA DI STUDI PER CELEBRARE
IL ROMANZO. GRAN FINALE CON LA PROIEZIONE DEL FILM
Un evento culturale dedicato a “Il Gattopardo”, è
quello organizzato dall’Università il prossimo 21 giugno e
che sarà aperto a tutti i messinesi. Organizzato
dall’Ateneo insieme all’Assemblea Regionale Siciliana e la
Fondazione Federico II, avrà inizio alle 9, presso l’Aula
Magna con un convegno, promosso dal Dipartimento di
Civiltà Antiche e Moderne, sul tema “Il Gattopardo:
quando il mito si fa storia”, che sarà un’occasione per far
luce su alcuni aspetti di quel particolare periodo storico.
Dopo i saluti del Rettore, del Presidente dell’Aers,
centonove pagina 14
Giovanni Ardizzone e del Direttore del Dicam, Marianna
Gensabella, all’incontro interverranno i professori Santi
Fedele, Giuseppe Fontanelli, Corradina Polto, Mario
Bolognari e Alessia Cervini. Subito dopo, alle ore 12, nella
Galleria dell’Aula Magna verrà inaugurata “Caro Piccolo ti
scrivo…La corrispondenza ‘minore’ degli ultimi gattopardi
di Sicilia”, una mostra di cartoline inedite dei Piccolo di
Calanovella (dalla collezione privata di Franco Tumeo) che
vedrà l’intervento di Gioacchino Lanza Tomasi, il quale
rappresenta l’eredità materiale e culturale di Giuseppe
Tomasi di Lampedusa che ha custodito non solo il
patrimonio culturale in termini di documentazione
storica, ma anche i luoghi e la memoria. In serata , alle ore
20, nel Teatro all’aperto della Cittadella Sportiva sarà
proiettata la versione restaurata (2013) del film “Il
Gattopardo” di Luchino Visconti (1963).
La proiezione sarà accessibile a tutti, gratuitamente.
20 Giugno 2014
sicilia
LA SCHEDA
MESSINA. Il commissario della provincia regionale vara un piano per dimezzare gli affitti scolastici
Romano a lezione di tagli
Il primo intervento a Tortorici: l’affitto di una sede distaccata costa 1500 euro ad alunno.
Il Provveditorato agli studi si trasferisce all’ex Iae. Nel Palasport di Sant’Agata Militello, invece...
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Messina. Millecinquecento euro ad
alunno. E’ la cifra che paga la Provincia
regionale per l’affitto di un immobile nel
comune di Tortorici e ospitare la sede
distaccata dell’istituto tecnico “Tomasi di
Lampedusa” di Sant’Agata di Militello.
Complessivamente 85 mila euro per una
popolazione scolastica di 56 unità. E’
solo uno dei casi che il commissario
straordinario della Provincia regionale,
Filippo Romano, ha portato alla luce
nell’ambito di un piano di
razionalizzazione degli affitti scolastici
dell’ente. Si parla di 3 milioni di euro
l’anno. Dal prossimo anno scolastico la
cifra sarà ulteriormente sfoltita.
Romano, infatti, coadiuvato dai dirigenti
Vincenzo Carditello ed Enzo Gitto, sta
rivedendo l’organizzazione non solo di
istituti scolastici ma anche del
provveditorato agli studi di Messina che
trasferirà gli uffici al primo piano
dell’ex Iae, la sede distaccata della
Provincia. Verranno ceduti 20 locali per
gli uffici, più spazi per gli archivi. Al loro
interno opereranno 50 dipendenti. Il
Ministero della Pubblica istruzione
pagherà 300 mila euro l’anno. Somme
che, già dal primo anno, verranno
utilizzate per ristrutturare tutto
l’immobile che necessita di
adeguamenti. Ad essere presa di mira
non è solo la sede decentrata
tortoriciana del “Tomasi di Lampedusa”.
La sede centrale, infatti, si trova
attualmente ospitata in un immobile di
proprietà privata che risulta essere la più
costosa delle locazioni passive dell’Ente:
il canone annuo ammonta a 658 mila
euro per una popolazione scolastica di
595 alunni e pertanto 1.105,88 euro pro
capite. Somme che l’ente di via Cavour
non si può più permettere (i
trasferimenti erariali sono scesi negli
ultimi anni dal consolidato storico di
euro 30 milioni del 2010 al dato di 2,7
milioni del 2013). Nelle ultime ore sta
prendendo piede una ipotesi inedita:
modificare il progetto da 11 milioni di
euro del complesso sportivo che la
Eurovega sta portando avanti su project
financing della Provincia e trasformare
uno dei corpi di fabbrica nella nuova
scuola.
Un altro risparmio significativo, 300
mila euro annui, sono quelli che l’ente
non dovrà più versare a privati con il
trasferimento del Conservatorio di
Musica Angelo Corelli dall’attuale sede
nei locali appositamente realizzati in
Filippo Romano
un’ala dell’istituto Quasimodo di
Messina, a Fondo fucile. Lo screening
disposto da Romano non risparmia
nessuno. Se l’intero progetto diventerà
operativo la spesa per fitti passivi dagli
attuali 3 milioni di euro l’anno passerà a
un milione 250 mila, limitando d’ora in
avanti le locazioni ai soli casi in cui sia
impossibile il reperimento di immobili di
proprietà pubblica o la costruzione di
nuovi edifici. Le polemiche non
tarderanno ad arrivare. Quella già
esplosa riguarda i tagli di Tortorici. Il
sindaco Rizzo Nervo si è rivolto anche al
prefetto. «Appare evidente che il
mantenimento di una sede dal costo
esorbitante come quella di Tortorici si
pone in insanabile contrasto con gli
obiettivi di risparmio o moralizzazione
della spesa pubblica - spiega, però, il
commissario Filippo Romano - Diversa è
la questione relativa al mantenimento
del corso di studio, tema sul quale,
peraltro, non ha competenza la
Provincia Regionale bensì la Regione su
proposta provinciale e previa intesa
ministeriale». La Provincia, in una fitta
corrispondenza, aveva cercato una
soluzione che consentisse il
mantenimento della sezione staccata a
Ecco gli interventi
Ecco i punti salienti della riorganizzazione
scolastica in provincia di Messina:
G Il trasferimento dell’Ufficio scolastico
Provinciale presso gli stessi uffici provinciali
con un risparmio di euro 300.000;
l Il trasferimento del Conservatorio di Musica
“A. Corelli” in una sede appositamente
ristrutturata ricavata da altro istituto
scolastico con popolazione in diminuzione,
e con un risparmio di euro 300 mila euro.
G Ridistribuzione di tutti gli istituti scolastici
di Barcellona e trasformazione del
Palacultura in edificio scolastico con un
risparmio pari a circa euro 260 mila euro.
l Ridistribuzione di tutti gli istituti scolastici
di Capo d’Orlando con un risparmio di circa
euro 408 mila euro.
G Recupero di una nuova ed unica sede per
Liceo Scientifico “Amari” di Patti con
locazione con patto di riscatto di un nuovo
edificio a norma per un importo inferiore di
30 mila euro l’anno rispetto alla somma dei
canoni degli attuali plessi, siti peraltro in
diverse aree della città;
G Individuazione di una nuova ed unica sede
per l’Istituto d’Arte Guttuso di Milazzo con
locazione con patto di riscatto di un nuovo
edificio a norma, con risparmio ancora da
quantificare in quanto la gara è in corso;
G Per quanto riguarda la sede di S.Agata di
Militello sono allo studio provvedimenti
analoghi a quelli di Capo d’Orlando e con
previsione di realizzare un nuovo edificio
scolastico con un mutuo.
Tortorici, a costo zero. Locali idonei
erano stati individuati all’interno
dell’Istituto comprensivo n. 1 di Tortorici
e ne aveva anche ottenuta la
disponibilità dal relativo Consiglio di
Istituto. «Successivamente, tuttavia, il
sindaco aveva impedito la positiva
conclusione dell’accordo - conclude
Romano - evidenziando che ogni
decisione in merito al plesso spettava
esclusivamente al Comune in quanto
ente proprietario. Appare evidente che il
reperimento di una sede gratuita in
Tortorici consentirebbe il mantenimento
della sezione staccata. La sede è ampia e
SAN PIER NICETO
I racconti delle prof
CINQUE DOCENTI DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO SCRIVONO
LE STORIE DEI PERSONAGGI LOCALI DALLE GRANDI VIRTU’
Gualtieri Sicaminò. Si intitola “Uomini e tradizioni” ed è un
libro che racconta la storia di quattro personaggi
sconosciuti o poco conosciuti di Condrò, Gualtieri
Sicaminò, Monforte San Giorgio e San Per Niceto. E sulle
tradizioni dimenticate e attuali dei comuni coinvolti.
Un’iniziativa partita due anni fa dall’Istituto Comprensivo
San Pier Niceto diretto da Luisa Lo Manto e realizzata
grazie alla volontà delle docenti Santina Parisi,
Annamaria Gangemi, Nuccia La Torre, Flavia Polito e
Mimma Ruggeri che hanno selezionato racconti e foto
centonove pagina 15
per dare vita ad un volume unico nel suo genere. Il libro
verrà presentato giovedì 26 giugno alle 18,30 nei locali
della scuola Luigi Pirandello di San Pier Niceto.
All’incontro, moderato dal professor Franco Biviano, si
parlerà della storia dei quattro personaggi scelti dal
gruppo di lavoro: Antonio Bonfiglio (scultore di Condrò)
Natale Colosi (scienziato e batteriologo di Gualtieri)
Giovanni Fronte (musicista di Monforte San Giorgio) e
Rosario Giuseppe Ruggeri (neuropsichiatra di San Pier
Niceto). «Nel corso di questi due anni – spiega Santina
Parisi, coordinatrice del gruppo – abbiamo raccolto
documenti e foto per raccontare nel migliore dei modi le
vite di questi personaggi e le tradizioni di questi comuni.
E’ venuto fuori un bel lavoro che è stato ultimato
soprattutto grazie agli sponsor privati che hanno creduto
nel progetto e ci hanno aiutato economicamente».
R.F.
20 Giugno 2014
sicilia
LA SCHEDA
Commissione
paritetica
Proprio per oliare un passaggio
“indolore” al telematico, di
recente la commissione paritetica
di Palazzo Piacentini, composta
dagli avvocati Antonio Tesoro,
Carlo Carrozza, Giovanni Arena e
Vincenzo Ciraolo, oltre che dai
magistrati Viviana Cusolito,
Corrado Bonanzinga e Francesco
Catanese, ha organizzato una
serie di incontri sul processo civile
telematico. La Corte d’Appello di
Palazzo Piacentini la scorsa
settimana ha infatti ospitato
anche l’avvocato Maurizio Reale,
uno dei massimi esperti di Pct in
Italia.
Dopo il 30 giugno avvocati, magistrati e cancellieri non potranno più depositare o acquisire numerose tipologie di atti in versione cartacea
SVOLTE. Dal prossimo luglio dovrà sparire quasi tutto il cartaceo nei procedimenti civili. Ecco cosa cambia
Giustizia, la rivoluzione digitale
Si sperava nella proroga del guardasigilli che con questo provvedimento vuole risparmiare 21 milioni di euro all’anno. Ma è necessario
un investimento per dotarsi delle strumentazioni necessarie alla digitalizzazione. Il progetto pilota dei cancellieri di Messina
DI
TIZIANA CARUSO
MESSINA. Chi sperava in una
proroga all’ultimo minuto da parte
del guardasigilli Andrea Orlando
dovrà rassegnarsi. Dal prossimo
luglio si assisterà alla quasi totale
scomparsa del cartaceo nei
Andrea Orlando
procedimenti civili. Stop agli assidui
viaggi con annessa estenuante attesa
in cancelleria e agli occhi strabuzzati
che scorrono gli archivi. Bastano un
software, una smartcard, una pec e
qualche click. Ma quelle che per
alcuni sono semplici, e quasi
provvidenziali, assonanze del lessico
web, per altri rappresentano una
nuova “grammatica” della giustizia
piuttosto ostica da padroneggiare e
con cui dover fare, e presto, i conti
perché il nuovo “formato” del
processo civile, a breve, avrà quasi
esclusivamente cifre binarie.
A COLPI DI BIT. Dopo alcune
sperimentazioni e significative
variazioni alla prima normativa che
ha inaugurato la stagione del
processo civile telematico, datata
febbraio 2001, ecco che dopo il 30
giugno di quest’anno avvocati,
magistrati e cancellieri non potranno
più depositare o acquisire numerose
tipologie di atti in versione cartacea.
A cominciare dall’intero
procedimento monitorio (deposito
ricorso e provvedimento del giudice)
nonché tutti gli altri procedimenti in
relazione al deposito degli atti endo
procedimentali per le cause
instaurate a partire dal 30 giugno.
Nelle procedure concorsuali, invece,
l’obbligo si applicherà solo al
deposito degli atti e dei documenti
da parte del curatore, del
commissario giudiziale, del
liquidatore, del commissario
liquidatore e del commissario
straordinario.
RISPARMI VS COSTI. Se da un lato,
solo per le spese vive, le stime
ministeriali sul risparmio che
deriverà dall’informatizzazione del
processo civile si aggirano attorno ai
21 milioni di euro all’anno, dall’altro
SCELTE
Software, divisi tra Lextel e Giuffrè
I software del Pct generalmente vengono suddivisi in due categorie
“redattori” e “gestionali”. I primi sono programmi di “imbustamento”
semplice, i secondi invece rappresentano una vera e propria piattaforma
dotata di molteplici funzioni, tra cui persino il controllo della regolarità dei
documenti. Alcuni sono freeware, per altri invece il costo varia da 100 ad 800
euro all’anno. I più usati sono Quadra della Lextel e Cliens del gruppo
Giuffrè. Tra i più elaborati e costosi ci sono Kleos di Oa Sistemi e il software
lanciato da Il Sole 24 ore. Mentre i più economici sono Quick Iuris (nella
versione gratuita) e un programma realizzato dalla regione Toscana, a costo
zero.
centonove pagina 16
sicilia
20 Giugno 2014
SOPPRESSIONI
Se sparisce
il Tar di Catania
Il trubunale di Messina
sarà necessario un “piccolo”
investimento iniziale per dotarsi di
tutta la strumentazione necessaria a
“digitalizzarsi”. Il vocabolario del
processo civile telematico non potrà
infatti fare a meno della “consolle”,
ovvero quel pacchetto di strumenti
informatici composto da smartcard,
pec e software pda) il cui costo
complessivo annuale può variare da
un minimo di circa 250 euro a un
massimo di quasi 1000 euro all’anno.
GEOGRAFIA DEL PCT. Anche se in
alcuni uffici giudiziari italiani
l’attivazione del deposito telematico
è iniziata già da qualche tempo e i
dati sulle percentuali di utilizzo sono
costantemente in crescita, la
geografia di assimilazione
dell’informatizzazione dei processi
civili mostra alcuni picchi di
avanguardia, ma anche sistemi
ancora praticamente all’anno zero.
Come ad esempio quello di
Catanzaro. Nei tre distretti messinesi,
secondo gli ultimi dati diffusi dal
Ministero della Giustizia in un report
relativo all’anno 2013, sono stati in
tutto 91 gli atti depositati in formato
telematico da soggetti esterni
(avvocati, curatori, delegati o
ausiliari), contro gli 879 di Palermo e
i 1.834 di Catania. Maglia nera della
Sicilia è stata invece Caltanissetta
con appena 47 atti depositati da
soggetti esterni. Fermandosi a
un’analisi superficiale dei dati,
rispetto agli avvocati messinesi,
sembrerebbero aver fatto meglio i
magistrati che in tutto, nel 2013,
hanno depositato 811 atti. Anche se
in confronto ai colleghi palermitani
(17.804 atti depositati), catanesi
(10.175) e persino nisseni (7.373)
hanno iniziato ad “abbracciare” il
processo telematico piuttosto
tardivamente.
SPRINT 2014. La musica per i
magistrati è cambiata nel 2014,
quando ormai gran parte di essi
(tranne i giudici onorari) sono stati
dotati della “consolle”. Ad oggi circa
l’80% dei magistrati messinesi
deposita in telematico. Indietro, e di
parecchio, sono invece rimasti gli
avvocati. Sui circa 2500 iscritti
OCCORRE SAPERE
Non sei telematico? Decadi
Il Ministro della Giustizia, di recente, ha raccomandato ad Avvocatura e
personale di cancelleria di collaborare per evitare che a ridosso del 30
giugno si produca il sovraffollamento delle cancellerie e per consentire,
nei giorni successivi un ordinato deposito telematico.
Ma cosa succederà se, ad esempio, gli altri 2490 civilisti messinesi non
saranno pronti?
Incapperanno in una situazione piuttosto spiacevole. Ovvero quella di
decadere irrimediabilmente dalla possibilità di presentare atti entro i
termini previsti e, quindi, di difendere il proprio cliente.
all’Ordine, infatti, solo una decina di
studi civilisti risultano essersi
convertiti all’informatizzazione.
Nonostante gli uffici giudiziari
messinesi siano decisamente più
pronti rispetto ad altre numerose
realtà italiane.
Un discorso a parte riguarda i
cancellieri. Forti di un progetto pilota
che ha coinvolto la sezione
fallimentare, i messinesi, nel 2013,
non sono andati male rispetto alla
media nazionale avendo scansionato
quasi 47 mila atti, contro, ad
esempio, i 34 mila di Caltanissetta.
Ancora una volta meglio, hanno fatto
però, Palermo e soprattutto Catania
che, oltre ad avere un bacino
d’utenza potenzialmente più ampio,
già dal 2008 aveva attivato
l’informatizzazione del processo
civile.
L’INCOGNITA PREGRESSO. Un
problema, a livello nazionale,
potrebbe essere rappresentato però
dai tempi di scansione dei fascicoli
pregressi, uno degli orientamenti per
risolvere la questione potrebbe essere
quello di affiancare al lavoro dei
cancellieri, l’impegno degli avvocati
per provvedere ad inviare tutti gli atti
“del passato” in formato telematico.
Di questo si farà garante anche il
presidente dell’Ordine degli avvocati
Franco Celona che, con un’alzata di
spalle confezionata in parole,
riconosce il ritardo con cui gran parte
degli iscritti si stanno presentando
alla data spartiacque del 30 giugno,
anche se si dichiara fiducioso che, a
partire dal prossimo 1 gennaio
(giorno in cui anche per i
procedimenti in corso a quella data,
ma instaurati prima del 30 giugno,
sarà obbligatorio l’utilizzo della via
digitale) i civilisti messinesi
andranno a tutto bit.
centonove pagina 17
CATANIA. Otto sedi periferiche del
Tar soppresse dal Governo Renzi.
Tra queste anche quella di Catania.
Il dl non è stato ancora pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale, ma, a meno
di modifiche, a partire dal prossimo
1 ottobre gli uffici di via Milano
chiuderanno i battenti. Con un
decreto del premier Renzi, entro il
15 settembre, dovranno, infatti,
essere stabilite le modalità di
trasferimento del contenzioso
pendente, delle risorse umane e di
quelle finanziarie al Tar di Palermo.
Non sono tardate le prime reazioni
al provvedimento. A tuonare,
immediatamente, è stato il
presidente della sede etnea,
Salvatore Veneziano, che ha parlato
di una spending review di facciata
che non tiene conto del confronto
tra i numeri di Palermo e quelli di
Catania, dove ci sono quattro
sezioni contro tre e la mole di
contenziosi, abbracciando tutte le
città della Sicilia orientale, è di gran
lunga superiore a quella di Palermo
(si parla di circa 55mila ricorsi
pendenti). A sposare la posizione di
Veneziano, uno schieramento
politico piuttosto “trasversale”
composto dal segretario regionale
dello scudo crociato, Giovanni
Pistorio, secondo il quale risulta
“inaccettabile privare della sede
distaccata di Catania il territorio più
dinamico dell'economia siciliana che
si appresta a vedere la nascita di
ben due città metropolitane”. A
dargli man forte anche il deputato
regionale di Forza Italia Marco
Falcone che chiede all’Ars una tirata
d’orecchie diretta al Governo Renzi,
a braccetto col sindaco di Palermo e
presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca
Orlando, che ha parlato di un
provvedimento adottato in danno
alla giustizia, alle imprese e ai
cittadini. A insorgere sono anche gli
avvocati delle città siciliane che
fanno riferimento al Tar di Catania,
tra tutte Ragusa e Messina. La
richiesta è quella di rivedere la
norma a livello nazionale e di
adottare come principio di
soppressione il calcolo sul minor
numero di contenziosi pendenti.
20 Giugno 2014
sicilia
LA LEGENDA
COSA CAMBIERÀ:
G Le aree a ad elevata e molto
elevata suscettività della carta alla
propensione ai crolli, saranno
considerate alla pari di un’area P3 e
P4 del PAI (elevata o massima
pericolosità)
G le aree a valle delle zone a elevata
e molto elevata suscettività dovranno
considerare una zona di
propagazione dei massi dove saranno
necessari studi sulle traiettorie di
caduta
G Le aree individuate con elevata e
molto elevata suscettività alle colate
rapide saranno considerate
alla stregua delle aree a elevata e
molto elevata pericolosità (P3 e P4 dei
PAI
G per i torrenti di primo e secondo
ordine, si prevede una fascia di
inedificabilità assoluta e/o limitazione
all’uso di 20 metri a cavallo del centro
dell’impluvio, pari a dieci metri da
ogni eventuale argine presente.
Alcune zone della città devastate dall’alluvione
DISSESTO IDROGEOLOGICO. L’allarme nel documento del professore di Geologia Francesco Fiorillo
Messina ad orologeria
Il procuratore Lo Forte scrive al governatore Crocetta sui risultati della perizia depositata al processo
per l’alluvione di Saponara. Che si è chiuso con l’archiviazione. Ma le responsabilità sono tante
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Quello che è successo a
Saponara e Giampilieri potrebbe
accadere da un momento all’altro su
tutto il territorio”. Che Messina fosse
Guido Lo Forte
una provincia ad altissimo rischio
idrogeologico era cosa risaputa, ma la
faccenda, alla quale è stato dato
sigillo accademico da Francesco
Fiorillo, professore di geologia
dell’università del Sannio e
consulente tecnico della Procura nel
processo per l’alluvione di Saponara,
diventa clamorosa quando
sull’argomento il procuratore capo di
Messina Guido Lo Forte, sente la
necessità di scrivere al presidente
della Regione Rosario Crocetta.
CARO ROSARIO TI SCRIVO. Il
processo penale per il disastro
ambientale del 22 novembre 2011,
che ha portato alla morte di tre
persone, si è chiuso con
un’archiviazione: non è colpa di
nessuno. Di responsabilità, invece, ce
ne sono parecchie, e Lo Forte le
elenca una ad una, citando alla
lettera uno dei passaggi fondamentali
della relazione di Fiorillo: “Il Ctu
sottolinea che in aree limitrofe a
quella di Spatafora e con similari
caratteristiche geomorfologiche (tipo
Giampilieri) potranno essere colpite,
in futuro, da analoghi dissesti a
seguito del verificarsi di condizioni
idrogeologiche sfavorevoli. L’effetto al
suolo delle piogge, oltretutto, risulta
notevolmente amplificato dal fatto
che il territorio, da decenni, è stato
interessato da un’intensa
centonove pagina 18
G Le aree a molto elevata suscettività
all’innesco di fenomeni di
scorrimento planare e rotazionale
saranno considerate equivalenti alle
Pericolosità del PAI P3 - P4. In
considerazione della tipologia del
fenomeno sarà prevista una fascia di
rispetto assoluto intorno a tali aree
pari a 20 metri a monte ed ai fianchi
dell’area, mentre a valle la fascia avrà
un’ampiezza di 50 metri.
urbanizzazione che interferisce
sempre più con la naturale evoluzione
dei pendii”, scrive Lo Forte. Perché il
procuratore capo sente la necessità di
sottolineare il concetto e di
trasmetterlo al presidente della
sicilia
regione?
IL PAI? FA ACQUA. A mappare le
zone ad alto rischio e pericolosità, in
Sicilia, ci pensa il Piano d’assetto
idrogeologico. Una lacuna normativa
parecchio pericolosa, suggerisce la
relazione di Fiorillo. Perché? Perché le
modalità di redazione del piano,
scrive Lo Forte, “sono basate
soprattutto su situazioni di dissesto in
qualche modo già verificatesi. Questo
criterio – continua il procuratore capo
– lascia fuori gran parte delle aree
interessate dallo sviluppo di frane
superficiali e veloci, come quella della
frazione Scarcelli del 22 novembre
2011. Di conseguenza, zone non
interessate in passato da fenomeni di
instabilità, non risultano essere
considerate nel Pai”. Esattamente
come è accaduto a Saponara (ma
anche a Giampilieri). In pratica, il
piano si limita a “censire” gli episodi
franosi, senza proferire parola su
terreni che invece potrebbero franare,
per caratteristiche geologiche, o
mettere a rischio un abitato a causa
dell’antropizzazione dei luoghi. Una
lacuna normativa della quale la
regione è perfettamente al corrente.
A PALERMO SAPEVANO. Il 22
dicembre del 2011, un mese dopo la
tragedia di Saponara, una nota del
dipartimento regionale al territorio
spiegava come il Pai fosse strumento
“dinamico suscettibile, nel tempo di
aggiornamenti e modifiche, e la sua
redazione avviene in base agli studi
precedenti e di tutte le segnalazioni
prodotte dagli enti territorialmente
competenti che hanno piena
conoscenza del proprio territorio, e
pertanto l’acquisizione dei predetti
dati consente di procedere alla
valutazione ed alla
omogeneizzazione degli stessi”. Si
interviene, insomma, a posteriori.
Dopo le frane. E le tragedie. Basta
così, dice Lo Forte.
MEGLIO PREVENIRE CHE CURARE.
“A parere del consulente d’ufficio –
scrive ancora Lo Forte –
l’evento del 2 novembre 2010
(un’alluvione, fortunatamente senza
vittime, che ha attivato colate di
detriti a Saponara e che non è stata
tenuta in considerazione, ndr)
avrebbe dovuto sollecitare l’utilizzo
anche di altre metodiche, al fine di
poter valutare le condizioni di rischio
delle zone ricadenti alla base di ripidi
pendii per i quali non c’erano notizie
di frane precedenti”. Quali sono
questi metodi? “Una zonazione delle
aree a rischio più coerente con la
struttura del territorio, basate non
solo su informazioni di frane
precedenti ma anche su modelli
previsionali, di tipo empirico o
deterministico, calibrati mediante
confronto con aree limitrofe dalle
similari caratteristiche
geomorfologiche precedentemente
interessate da frane”, spiega Lo Forte,
col conforto dell’analisi del perito
Fiorillo. Esattamente ciò che il
comune di Messina ha fatto tre anni
fa.
RADIOGRAFIE. In meno di vent’anni 42 morti per le bombe d’acqua
Fermate la strage
La convenzione tra Comune ed Enea per mappare
un territorio dilaniato dal cemento nelle colline
Messina vista dall’alto
MESSINA. Prima Giampieri e
Scaletta, poi Saponara. Ma in mezzo
anche Mili, Briga, santa Margherita,
Barcellona, le stesse Giampilieri e
Saponara, persino Messina stessa, con
l’esondazione dei torrenti Annunziata
e Pace. Territorio fragile, quello
messinese, che da due decenni viene
regolarmente flagellato da bombe
d’acqua che fanno franare porzioni di
territorio. Una situazione che in meno
di vent’anni esige un tributo di 42
vite umane. Una strage. Per fermare
la quale, nel 2010, palazzo Zanca
firma una convenzione con l’Enea,
ente nazionale all’energia e ambiente
perché il territorio cittadino sia
esaminato da cima a fondo e mappato
in maniera da identificare non solo le
zone in cui sono avvenuti dissesti e
frane, ma soprattutto quelli che, in
futuro, di dissesti e frane potrebbero
esserne teatro. Una metodologia
quasi lapalissiana, ma che invece non
è mai stata normata. Fino ad oggi.
Perché, ed è la prima volta, il
dipartimento regionale al territorio
ha deciso per l’inserimento della
nuova metodologia in un piano
d’assetto idrogeologico.
IL PAI CHE VERRA’. Nella nota
dell’assessorato di fine marzo, lo studio
commissionato da palazzo Zanca è
definito “di grande interesse per il P.A.I.
in quanto rappresenta un primo
documento tecnico di raccordo tra le
metodologie di previsione delle zone di
innesco dei dissesti e la
rappresentazione degli areali di
pericolosità ai fini delle politiche di
salvaguardia nei confronti del rischio
idrogeologico. Infatti, il documento si
inserisce nella fase di passaggio della
rappresentazione delle pericolosità
geomorfologiche: dal PAI che
testimonia le condizioni di maggiore
rischio già manifesto, al PAI basato sulla
suscettibilità al dissesto che individuerà
anche le condizioni di pericolosità
potenziale”. Una specie di rivoluzione
burocratica. Alla quale si accompagna
una sorprendente autocritica da parte
dello stesso ufficio regionale. “Nella
condizione attuale, l’aggiornamento del
PAI secondo le metodologie classiche
20 Giugno 2014
perde di significato, soprattutto se si
considera il fatto che, ad esempio, i
dissesti avvenuti 3 o 4 anni fa,
andrebbero ad avere una pericolosità
media (P2), con conseguente
sottovalutazione delle pericolosità
effettive e potenziali a cui gran parte
del territorio messinese è soggetto”,
confessano dall’assessorato.
Una’ammissione di sottovalutazione del
rischio rivoluzionaria. A cosa porterà?
STOP AL CEMENTO IN COLLINA. Il
Comune di Messina, ha attivato negli
ultimi 5 anni, attraverso una serie di
delibere di Giunta, alcune procedure
per la predisposizione di una variante
urbanistica specifica di salvaguardia
ambientale che, oltre a prevedere il
declassamento a zona agricola (E1
coeff di edificabilità 0.03 m3/m2) per
le aree a rischio non edificate,
introduce criteri di perequazione
urbanistica. La volumetria sottratta alle
colline, in pratica, viene “spalmata” su
porzioni di territorio degradato e da
riconvertire. Pratica che, per
l’attuazione definitiva deve passare da
Palermo. Problemi? Nessuno, anzi.
“l’aggiornamento del PAI con le
metodologie classiche viene sospeso in
attesa di completare e istituzionalizzare
l’attuale “modello” di salvaguardia e
messa in sicurezza predisposto in questi
ultimi anni dal Comune di Messina”,
scrivono dall’assessorato”. I problemi
arrivano qui.
CALENDE GRECHE. “Si chiede
pertanto a codesta Amministrazione di
organizzare una prima riunione tecnica
presso la sede del Comune al fine di
affrontare le problematiche sopra
esposte e predisporre un piano di
lavoro in collaborazione, nell’ambito di
una fase di sperimentazione del PAI e
delle politiche di mitigazione del
rischio a carattere regionale e locale in
generale”, chiedevano da Palermo. A
marzo. Oggi, a metà giugno, la
riunione tecnica non si è ancora svolta.
IL LIBRO
Ecotown del Mediterraneo secondo Pidalà
MESSINA. Sarà presentato il 20 giugno all’Ordine degli architetti di Messina alle
ore 15.30 il libro Visioni, Strategie e Scenari nelle esperienze di piano di Andrea
Marçel Pidalà (edito dalla Franco Angeli). 360 pagine sono il sunto di dieci anni
d’intensa attività di ricerca unita alla professione, il suggello di un’esperienza nel
campo della pianificazione urbanistica condotta a vari livelli da Marçel Pidalà che
dedica un ampio capitolo alla città di Messina, al contesto metropolitano (da
Zancle a Milay, sino a Milazzo, ovvero l’area dei Peloritani) e ai Nebrodi.
Stimolante la proposta di Messina Ecotown del Mediterraneo, dove l’autore
affresca Visioni creative e Scenari ecologicamente auto-sostenibili come progetto
multi-scalare e propositivo di assetto spaziale del territorio. In sostanza l’urbanista
propone di ripensare le connessioni ecologiche degli
insediamenti ricucendo il rapporto tra le aree collinari e
montane mediante corridoi ecologici e idrologici (passando
per il recupero di fiumi e torrenti) e l’alleggerimento della
congestione edilizia e urbanistica (con interventi di
recupero e riqualificazione) per tutta l’area metropolitana
e soprattutto con la proposta di una nuova struttura di
piano diversa dalla classica zonizzazione. All’incontro
anche parteciperanno l’avvocato Aurora Notarianni,
l’ingegnere Gaetano Sciacca e il presidente dell’Ordine
degli Architetti, Giovanni Lazzari.
Andrea Marcel Pidalà
centonove pagina 19
20 Giugno 2014
sicilia
MESSINA. Pazienti in passerella perchè “Le Ali continuano a battere”
Oncologia glamour
L’associazione si presenta al Palacultura con una serata che si propone
di superare il “disagio per la malattia”. E una scommessa da vincere
DI EMANUELA GIORGIANNI
MESSINA. “Insieme, consapevolmente, si può
vincere”. Queste parole rappresentano il punto
centrale, intorno al quale si è articolato lo
spettacolo benefico “Le Ali continuano a battere”,
tenutosi al Palacultura di Messina, sabato 14
giugno. L’evento, nel quale l’oncologia incontra e
si confronta con la musica, il teatro e la moda,
rendendo i pazienti stessi protagonisti, è stato
promosso e organizzato da Chiara Celano,
studentessa di medicina, insieme a un gruppo di
altri giovani colleghi, Vincenzo Adamo, direttore
Oncologia medica del Papardo, dal dipartimento
cultura del Comune e dall’Associazione siciliana
sostegno oncologico, società non lucrativa di
utilità sociale.
E sono proprio le stesse parole “insieme,
consapevolmente, si può vincere” a concludere il
cortometraggio "Insieme" di Annamaria Liquori,
che vede protagonisti gli attori Giorgia Wurth,
Euridice Axèn, Monica Scattini e Nicolas
Vaporidis. Presentato per la prima volta alla
mostra del cinema di Venezia, racconta la
toccante storia vera di due sorelle (nella realtà
gemelle), una delle quali si ammala di cancro,
riuscendo però a sconfiggerlo, grazie al
fondamentale aiuto datole da parte dei medici
e al sostegno dei suoi cari. Terminato il video,
che ha dato inizio alla serata, segue una tavola
rotonda cui prendono parte oltre ad Adamo
(già organizzatore di una serie di laboratori di
centonove pagina 20
bellezza per le pazienti oncologiche), il
deputato regionale e componente
Commissione Sanità Ars Beppe Picciolo, la
presidente della Commissione Sanità del
Comune Rita La Paglia, la socia fondatrice
dell’Associazione italiana Gist (tumore stromale
gastrointestinale) onlus Gabriella Tedone, e
l'autrice del libro "Nutrizione e cancro"
Giovanna Cardile.
La dottoressa La Paglia chiarisce quali siano i
diversi fattori di rischio per contrarre la
malattia che investono soprattutto lo stile di
vita: fumo, alcol, vita sedentaria,
alimentazione. «Poi ci sono cause in campo
infettivologico - spiega - malattie quali epatite
b e c o il papilloma virus, e altre in ambito
ambientale, primo fra tutti il problema dei
rifiuti. Uno studio promosso a livello europeo,
interessando venti paesi, ha dimostrato che
l’incidenza della malattie oncologiche si sposta
in maniera notevole dal 30 al 43%, laddove
esistono industre con produzione di tossine di
prodotti chimici”.
La dottoressa Tedone spiega il
particolare ruolo svolto dalla sua
associazione: “Ci occupiamo di
pazienti affetti da tumori rari, il
tumore stromale gastrointestinale
è raro trai rari, anziché cinque
casi su 100 mila abitanti, questo
ne costituisce soltanto 1,5. Sono
malattie orfane dell’attenzione
della ricerca, dell’ interesse di
mercato, delle industre
farmaceutiche, che non hanno
Un momento della sfilata
sicilia
delle pazienti oncologiche
interesse a investire su piccoli nuclei. La possibilità di
guarigione non è inferiore a quella dei tumori più diffusi,
ma i pazienti hanno necessità ben precise, quali
conoscere la malattia, trovare i medici e i punti di
riferimento, conoscere la gestione della terapia. E le
terapie sono affidate del tutto ai pazienti, è necessario,
perciò, conoscere le varie interazioni. Questo è il nostro
compito”. Continua il dibattito la dottoressa Cardile,
raccontando il suo libro: “Realizzato insieme al dottor
Giacomo Dugo, nasce dalla mia passione per la
medicina, pur non essendo questo il mio ambito, e
l’alimentazione, in seguito a un evento personale. Mio
padre, malato di cancro, eliminando e favorendo alcuni
cibi è riuscito a mantenere la sua malattia, arrivando a
vivere, al posto dei quattro mesi che gli erano stati dati,
ai quattro anni . Ma quali sono i punti che abbiamo
raggiunto? “Oggi abbiamo ottenuto tanto, - spiega il
professore Adamo - sono fiero di lavorare in questo
periodo storico, si stanno scoprendo molti nuovi aspetti,
terapie oncologiche innovative, che il paziente può fare a
casa, continuando a essere, però, seguito. Terapie
personalizzate o a bersaglio, le quali sembravano solo un
sogno, adesso sono diventate una realtà. Possiamo
parlare dell’ 85% di guarigione, grazie soprattutto alla
prevenzione”. La serata si è conclusa con una standing
ovation per la sfilata di moda sponsorizzata dai marchi
messinesi Tina Arena, Iannello, Arnold e Arnold, e
Chirico. Sedici donne, e quattro uomini, tutti pazienti
oncologici, sono diventati gli impeccabili modelli della
serata. Due le parole chiave della serata, come ha fatto
notare il presentatore. Riscatto: la malattia crea disagio,
ma questi modelli hanno dimostrato che non c’è niente
di cui avere vergogna. E scommessa: perché bisogna
lanciare il messaggio positivo: la prevenzione può vincere
la malattia.
ASSOCIAZIONE HOUSE CONCERT
Solstizio d’autore con la stilista Ferrara
MESSINA. “Solstizio d’autore” è il titolo della manifestazione promossa
dall’associazione culturale House Concert che si svolgerà il 21 giugno nei
giardini di Villa Cianciafara a Contesse.
Accompagnata dalle note dell’orchestra “Night
and day” che, “sul filo della nostalgia” allieterà
la serata con le note di cantautori come
Buscaglione, Gino Paoli, Luigi Tenco e
Domenico Modugno, l’occasione sarà utile
per riproporre il fascino degli abiti originali
di Mimma Ferraro, “maestra sarta,
couturiere e stilista” messinese che portò
negli anni Quaranta l’alta moda in riva
allo Stretto. A fornire gli abiti originali
firmati da Mimma Ferraro, che fu
ospite di grandi stilisti come Yves
Saint Laurent, Coco Chanel e
Pierre Balmain, oltre un ristretto
gruppo di signore di Messina, ha
collaborato anche il museo del
Costume e della moda di Mirto. Se a
indossare gli abiti, negli anni Quaranta erano
“mannequin di successo” come “Alla” di Dior,
Gigliola, Thea, Mery e Marta Marzotto, ora, tra i
profumi del giardino di Villa Cianciafara,
saranno le figlie e le nipoti delle dame messinesi.
A fare da cornice alla manifestazione, le
fotografie della “belle epoque” fornite dalla
famiglia Mallandrino-Cianciafara e i ricercati
scatti di “Messina Viva” del fotografo Mimmo
Irrera. Alla manifestazione hanno assicurato la
loro presenza Antonella e Carmelo Carraro, figlia
e nipote della stilista. Del comitato d’onore della
manifestazione fanno parte, l’ingegnere Amedeo
Mallandrino, la signora Maria Teresa Stagno
d’Alcontres Batolo.
20 Giugno 2014
Donne in passerella per il Cirs all’Irrera a mare
Cirs, ovvero la solidarietà è cultura
NEL NOME DELL’IDENTITÀ RECUPERATA, SI AGGIUNGERE UN TASSELLO AL MOSAICO DELLA CIVILE CONVIVENZA
DI GIUSEPPE RUGGERI
MESSINA. A luci spente, il ricordo della sfilata
sul palco dell’Irreramare è ancora vivo e,
come succede quando la musica finisce,
qualche riflessione è d’obbligo.
Non è facile dimostrare che la cultura può
procedere a pari passo con la solidarietà, un
binomio del genere non ha mai avuto vita
lunga. La solidarietà scaturisce da una
condizione di bisogno, costituisce la risposta
del singolo – o della collettività – a un disagio
sociale. La cultura viene vista piuttosto come
un bisogno tutt’altro che primario, una sorta
di completamento spirituale per persone che,
scusando la volgarità, hanno già la pancia
piena. Una manifestazione di cultura è ad
esempio la ricerca dell’identità - anche
questo un termine che certo non si mangia come dire del proprio nome e cognome, del
senso d’appartenenza. Ma di che parliamo?
Tra il disagio e la ricerca dell’identità ce ne
corre. Sono due stranieri che si parlano senza
riuscire a comprendersi. A confutare una tesi
tanto annosa ci pensa il Cirs. Ci ripensa, anzi,
perché nel giugno 2009, nel Salone delle
Bandiere di Palazzo Zanca, il Centro Italiano
di Reinserimento Sociale
presieduto da Maria
Celeste Celi ha ideato e
organizzato un convegno
sull’identità perduta, e i
fondi di una raccolta
allestita per l’occasione
sono stati devoluti in
beneficenza. Cos’è il Cirs?
Una realtà
geograficamente nascosta,
avvolta com’è dalle chiome
fronzute degli alberi che
circondano la veranda
affacciata a volo d’aquila
sulla via 24 Maggio. Ma che
di vita ne contiene molta, è
la vita delle ragazze madri ospitate e avviate
in un percorso di formazione e lavoro e dei
loro bambini (il più giovane dei quali ha
meno di un anno) nati nella casa-famiglia.
Quotidianamente, percorrendo un cammino
spesso interrotto da ostacoli di ogni tipo,
questa realtà si confronta con un mondo che
ignora la solidarietà vera. Perché non
bastano le proclamazioni d’intenti, e
neppure le collette di beneficenza, se non si
coglie il senso sostanziale di un’attività del
genere. E il senso è quello della condivisione,
che passa attraverso la compenetrazione
nelle problematiche che affiorano dal
centonove pagina 21
disagio. Cosa c’entra il Cirs con l’identità? Chi
scrive ha provato a capirci di più e,
proponendo il tema dell’identità perduta di
Messina, vale a dire quel senso profondo di
abbandono che si percepisce percorrendo in
lungo e in largo una città della quale
continuano a mancare i punti di riferimento
essenziali, si è reso conto che una sensazione
simile la provano i disagiati del centro
sociale. La provano ogni volta che alle parole
non seguono i fatti, fotografando una
dimensione in cui l’ipocrisia regna sovrana e
il bisogno vero, diviene merce di scambio per
voti della politica. Della politica senza
scrupoli, svincolata da ogni possibile morale,
la politica dei più e che, come l’araba fenice,
si rinnova generazione dopo generazione
perché è l’uomo, in fondo, a non cambiare.
L’identità da recuperare, perché è parte
inscindibile di noi che rischiamo di non avere
un futuro senza sapere chi siamo in un
presente anonimo e privo di coordinate
spazio-temporali, torna ad essere un tema
del Cirs. Che l’ha rilanciato alla città
celebrando il 13 giugno scorso l’anniversario
della Rassegna Cinematografica
dell’Irreramare, inaugurata nel lontano 1955.
Un’occasione che non andava perduta, e che
ha visto l’avvicendarsi, sul grande palco
allestito sotto le stelle di una serata senza
vento, di personalità del mondo dello
spettacolo, del cinema. Nel segno di una città
che tenta di riprendersi ciò che uno strano
destino – ma il destino non è forse l’impronta
che ciascuno di noi dà alla sua storia? – da
tempo le ha negato ma che probabilmente
non è ancora morto. Dorme in un cantuccio
dell’anima insieme alle speranze e agli
entusiasmi di un’epoca che, uscita dalle
ceneri della guerra, s’impegnava a ricostruire
quanto era andato perduto. Senza
dimenticare il proprio passato, che è
insegnamento continuo, nel bene e nel male,
ma soprattutto senza dimenticare le radici
che hanno suggellato l’appartenenza a un
tessuto di storia, tradizione, cultura.
Già, la cultura. Il cibo dell’anima - diranno
alcuni. Ma anche una grande occasione di
solidarietà, perché i proventi della serata
sono stati devoluti all’attività del Cirs che non
ha mai smesso di operare per le sue ragazze
e i suoi bambini, per le famiglie nate dalla
violenza, dalla vergogna, dalla
sopraffazione. Così, nel nome dell’identità
recuperata di Messina, si è cercato di
aggiungere un tassello in più al complesso
mosaico della civile convivenza. Solidarietà, a
volte, può essere anche sinonimo di cultura.
20 Giugno 2014
sicilia
L’ingresso del Gran Camposanto di Messina
MESSINA. Forni ultimati, tariffe stabilite, 200 salme che attendono. Ma il servizio non parte. Ecco perchè
La cremazione può attendere
Dopo la prima accensione dell’impianto a gennaio, il dirigente del dipartimento Cimiteri ha preparato
il regolamento. Ma occorre rimisurare le emissioni. Manna promette: «Sarà tutto pronto entro l’estate»
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Il forno crematorio è stato
ultimato da tempo, le lacune normative
sono state colmate, le salme in attesa
sono oltre duecento, le tariffe sono state
già stabilite e le agenzie di pompe
funebri hanno dato rassicurazioni ai
loro clienti. Eppure, a Messina, il
servizio di cremazione dei defunti non è
ancora partito. E ad attenderlo sono in
parecchi.
COLLAUDO A GENNAIO. E’ metà
gennaio quando, per la prima volta,
viene acceso il forno crematorio
costruito all’interno del gran
camposanto. E’ tempo di collaudo, e
cinque salme, con l’autorizzazione delle
famiglie, vengono cremate in base alla
disponibilità manifestata dalle famiglie,
che hanno avuto accesso gratuitamente
al servizio dato che l’impianto era in
collaudo. Riuscitissimo, tanto che dal
dipartimento ai Cimiteri, il dirigente
Domenico Manna prepara il
regolamento da inviare in consiglio
comunale. Poi, a complicare le cose,
arriva la burocrazia. E la legge.
LE MODIFICHE. Cosa è successo?
“Niente di preoccupante”, spiega lo
stesso Manna. Solo dei lavori di
adeguamento. “Le operazioni di
collaudo sono lunghe, anche perché al
nostro impianto sono state fatte alcune
modifiche in relazione a richieste dei
vigili del fuoco, ed è stato necessario
rimisurare le emissioni”. Perché,
sull’argomento, la Regione Sicilia si è
dimostrata piuttosto rigida. “Ci sono
molti limiti posti dall’assessorato
dell’Ambiente sulle emissioni” conferma
Manna. Tanto che è stato necessario
rivolgersi ad una ditta esterna che
monitorizza i fumi emessi
nell’atmosfera durante la combustione
del cadavere. E quindi? Quando entrerà
in vigore l’impianto? “Il regolamento è
in commissione. Diciamo che sarà
approvato prima dell’estate, io avrei
sperato entro giugno, ma ormai
contiamo i giorni”. Non è solo Manna
ad avere fretta. Perché la tumulazione
per cremazione ha già parecchie
richieste. Oltre duecento, secondo gli
esercenti delle pompe funebri.
AFFARI COL MORTO. L’iniziativa,
secondo chi lavora nel settore, è stata
accolta molto positivamente, anche se
in fase embrionale e con parecchia
confusione su tempi e tariffe.
Confusione che, di nuovo, tocca a
Manna sbrogliare. “Dai dati a dire il
vero a noi risultano meno richieste, ma
è chiaro che quelle di chi lavora nelle
pompe funebri sono più attendibili.
Questo ci conforta, perché vuol dire
che abbiamo visto lungo, e che in città
c’è domanda di tumulazioni
alternative. Da un punto di vista
“utilitaristico” – spiega il dirigente - più
lavora l’impianto meglio è, perché si
abbattono i costi e perché i cimiteri
sono ormai ben oltre la capacità. Si
diffondesse l’abitudine alla
cremazione, si potrebbero liberare
parecchi loculi”. E sulle tariffe? Nel
regolamento in discussione in
commissione Cimiteri a palazzo Zanca,
in attesa del voto dell’aula, la tariffa
“base” è stabilita in 380 euro (una
circolare del 2002 stabilisce in 396
euro il massinmo tariffario in Italia),
per una semplice cassa di legno. Il
forno crematorio di Messina, però, ha
la possibilità di bruciare anche i
metalli: quindi casse in zinco o
cadaveri con protesi. Motivo per il
quale sono stati necessarie delle
modifiche all’impianto. “Il tipo di forno
lo consente – spiega ancora Manna –
ma occorreva una modifica per la
differenziazione dello zinco dal legno.
Con questo tipo di operazione, i tempi
si raddoppiano, ed è necessaria
l’assistenza di un altro addetto”. E alla
tariffa base vanno aggiunti trecento
euro in più a rimborso spese”. “La
tariffa è comunale, fuori comune pesa
di più”, precisa Manna. Cosa significa?
Che molte delle richieste di cremazione
vengono da fuori Messina.
ALL’AVANGUARDIA. Quello all’interno
del gran camposanto, è infatti il
secondo impianto in Sicilia. Quello di
Palermo, però, è di parecchie
generazioni precedenti, è utilizzato
pochissimo a causa dei costi elevati e
dell’impossibilità di incenerire i metalli,
ed ha costi molto più alti di quello di
Messina. Per trovarne uno simile,
informano dal dipartimento comunale,
bisogna arrivare fino a Salerno. Fare
“affari col morto” non sarà
gradevolissimo, ma con l’entrata a
regime dell’impianto, Messina
intercetterebbe tutto il “mercato”
siciliano e calabrese di chi ha scelto di
far cremare i propri cari, e di tenerne le
ceneri, ultimi resti mortali, a casa con
sé. O di disperderle.
LA NORMATIVA
Una scelta da scrivere nel testamento
MESSINA. Quella della cremazione è una pratica
relativamente poco diffusa in Italia, e normata da una legge
del 2001 che disciplina “la pratica funeraria della cremazione,
nonché, nel rispetto della volontà del defunto, la dispersione
delle ceneri”. Chi è che decide della cremazione di una salma?
La stessa “salma”: una disposizione testamentaria, l’iscrizione
ad associazioni riconosciute che abbiano tra i propri fini
statutari quello della cremazione dei cadaveri dei propri
associati o, in mancanza di testamento, la volontà del coniuge
o, in difetto, del parente più prossimo. Cosa ne è delle ceneri,
ultima spoglia mortale del defunto? La legge prevede la
dispersione, la tumulazione, l’interramento o l’affidamento ai
familiari in urna sigillata. La cremazione, rispetto alle altre
forme di tumulazione, è definitiva, non si torna indietro. Del
cadavere, infatti, non restano che ceneri, che la legge dispone
possano anche essere disperse, oltre che conservate in
centonove pagina 22
un’urna. Cosa che renderebbe impossibile l’esumazione dei
cadaveri in caso di richieste da parte delle autorità giudiziarie
per indagini successive alla sepoltura. E i cimiteri non hanno
obbligo di conservare alcunché. Per questo, è la stessa autorità
giudiziaria a comunicare se è possibile procedere alla
cremazione di una salma, come stabilito dal regolamento di
polizia mortuaria del 1990: “l’autorizzazione alla cremazione
spetta all’ufficiale dello stato civile del comune di decesso, che
la rilascia acquisito un certificato in carta libera del medico
necroscopo dal quale risulti escluso il sospetto di morte dovuta
a reato ovvero, in caso di morte improvvisa o sospetta
segnalata all’autorità giudiziaria, il nulla osta della stessa
autorità giudiziaria, recante specifica indicazione che il
cadavere può essere cremato”. Chi “conserva l’identità” della
salma è il medico necroscopo, che ha obbligo di raccogliere
dal cadavere, e conservare per un periodo minimo di dieci
anni, campioni di liquidi biologici ed annessi cutanei, a
prescindere dalla pratica funeraria prescelta, per eventuali
indagini per causa di giustizia.
20 Giugno 2014
sicilia
Proteste in piazza contro la centrale di biomassa
FURNARI. Proteste contro il progetto della Comet Bio. Nell’area di Maraffino vi sarebbe una necropoli
Biomasse tra i reperti
Durante una manifestazione a cui hanno partecipato cittadini del comprensorio, il comitato
spontaneo teme per la produzione di olio e vino. Ginatempo: «Noi non aizziamo nessuno»
DI
PAMELA ARENA
Furnari. «Il progetto di cogenerazione
a biomasse, oltre a non rispettare le
direttive europee, nazionali e
comunali, contrasta con la volontà dei
cittadini furnaresi e dei paesi
confinanti che in più sedi hanno detto
“no” alla realizzazione della centrale».
Questa in sintesi la posizione espressa
dal presidente del comitato “No alla
centrale a biomasse” Gioacchino
Messina, che in una recente
manifestazione in piazza San Nicolò ha
precisato la natura apolitica del
movimento a cui hanno aderito anche
cittadini di Falcone, Terme Vigliatore,
Tripi e Basicò. Nel manifesto di
fondazione del comitato si evidenzia
che «i cittadini di Furnari, dopo avere
subito gli enormi danni della discarica
di Mazzarrà Sant’Andrea non
intendono continuare a subire
aggressioni al proprio territorio e alla
propria salute. Le linee guida
nazionali, prima del rilascio delle
autorizzazioni, raccomandano il
coinvolgimento dei cittadini e questi
ultimi hanno detto no! Questa volontà
non può essere elusa e le ragioni sono
tante e vanno dalla produzione di olio
extravergine di oliva, (Valdemone
Dop), al vino Mamertino Doc, e al fatto
che Furnari e i comuni limitrofi
ricadono all’interno dei territori dei
Gal (Peloritani, Terre dei Miti e della
Bellezza) e, per questo motivo, sono
stati esclusi dall’Assessorato regionale
alle risorse agricole e alimentari
dall’azione «impianti pubblici per la
produzione di energie a fonti
rinnovabili». «Inoltre – continua il
manifesto - vi sono diverse contrade
confinanti con il sito previsto per
l’insediamento dell’impianto a
biomasse, a forte valenza archeologica
in quanto presentano resti di
insediamenti di età romano-imperiale
(vincolo legge 1089/39), vi sono
tracce di una necropoli preistorica (in
contrada Grotte), di insediamenti di
epoca classica (nella confinante
contrada Masseria), di insediamenti di
epoca bizantina e di una necropoli di
epoca greco-classica in altre vie vicine.
Non si capisce per quale ragione è
stato scelto il sito di contrada
Maraffino dato che nel territorio del
comune di Furnari e dei comuni
limitrofi non esistono boschi né
coltivazioni di mais e le poche
ramaglie prodotte dalla potatura degli
ulivi vengono utilizzate per alimentare
tanti caminetti nelle abitazioni in
famiglia. La quantità necessaria ad
alimentare l’impianto non esiste nel
raggio dei 40 km di cui si parla nel
progetto – conclude il documento - e
non si capisce neanche quali e quante
siano le disponibilità di materiale delle
11 aziende agricole associate alla
Comet Bio srl con una quota nominale
di 10 euro ciascuna di cui versate solo
euro 2,50». Il comitato “No alla
centrale a biomasse” e le associazioni
ambientaliste Zero Waste Sicilia,
Legambiente del Longano fanno
appello ai sindaci, ai consigli comunali,
ai parlamentari regionali, nazionali ed
europei, affinché sostengano questa
battaglia. A precisare alcuni aspetti è
anche il presidente dell’associazione
Zero Waste Sicilia, professore
Beniamino Ginatempo: «Vi sono
evidenze scientifiche le quali
dimostrano che un impianto a
biomasse non può fare green power.
Evidenze che lo stesso proponente del
progetto, Ivo Blandina, non ha voluto
ascoltare visto che proprio mentre
stavo cominciando ad elencarle in
occasione del consiglio comunale
aperto, ha preferito andarsene dopo
aver ricevuto contestazioni dai
cittadini presenti. Di sicuro, questi non
erano stati aizzati da me, che non
avevo ancora preso la parola. Durante
il mio intervento, inoltre, non ho
dichiarato che nell’impianto saranno
utilizzati rifiuti, ma che altri impianti si
sono trasformati in inceneritori di
rifiuti, come quello di Massafra
(Taranto). Studi scientifici
internazionali hanno
inoppugnabilmente assodato che le
centrali a biomasse sono inquinanti: a
parità di energia prodotta inquinano
molto di più delle centrali a gas
naturale col risultato che la qualità
dell’aria globalmente peggiora invece
di migliorare». Inoltre, secondo il
docente, non viene mai tenuto in conto
l’effetto combinato di tanti impianti
che insistono nello stesso territorio.
«Un esempio vicino a noi è la Valle del
Mela, in cui tutti gli impianti (centrale
elettrica, raffineria, acciaieria,
elettrodotti) sono più o meno a norma,
ma l’incidenza di patologie è ben più
alta della media. Nessuno è
responsabile legalmente, ma la
popolazione si ammala e muore. E a
Furnari c’è già la discarica di contrada
Zuppà”.
SAN FILIPPO DEL MELA
Edipower, sit-in a Palermo
I SINDACATI PROCLAMANO SCIOPERO. IL 2 LUGLIO PROTESTA CONTRO LA REGIONE
San Filippo del Mela. Hanno atteso per settimane che il presidente Crocetta fissasse
quell’incontro che anche i vertici provinciali di Cgil, Cisl, Uil Confidustria ed il
Comune di San Filippo del Mela avevano richiesto congiuntamente, ma adesso
dicono basta. Sindacati e Rsu hanno comunicato che il prossimo 2 luglio i
lavoratori torneranno ad incrociare le braccia per lo sciopero di 8 ore e si
recheranno a Palermo per un sit-in di protesta sotto la sede della Presidenza
della Regione Siciliana. Per i lavoratori della centrale di San Filippo del Mela da
mesi impegnati in una difficilissima vertenza «è giunto il momento che anche il
Governo Regionale faccia la propria parte».
centonove pagina 23
Centrale Edipower
20 Giugno 2014
sicilia
TUSA. La Provincia regionale di Messina riconsegna al mecenante Presti le opere del museo all’aperto
Ritorno a Fiumara d’arte
Il commissario straordinario Romano cede in comodato d’uso “Il muro della vita” di Mistretta
e “Una curva gettata alle spalle del tempo” di Castel di Lucio. «Non abbiamo fondi per preservarle»
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
TUSA. A rischio c’è il futuro dell’enorme
patrimonio artistico di Fiumara d’Arte.
A scendere in campo per salvare le
opere realizzate dal mecenate Antonio
Presti a cavallo tra gli anni 80 e 90 sono
la Provincia regionale di Messina e i
comuni dei Nebrodi che le ospitano sul
proprio territorio. Allo studio un
modello di protocollo che consenta di
manutenzionare le installazioni
distribuite nel “percorso turistico culturale” che coinvolge i centri di
Mistretta, Castel di Lucio, Pettineo,
Motta d’affermo, Reitano e Tusa. In
sostanza, il commissario della Provincia
regionale di Messina, Filippo Romano,
ha impegnato gli uffici a predisporre
entro il 10 luglio un protocollo che
preveda di restituire in comodato d’uso
le opere in possesso dell’ente alla
Fondazione “Fiumara d’Arte” (costituita
dallo stesso Presti per preservare i suoi
beni artistici), in modo da provvedere
alla salvaguardia e alle necessarie
manutenzioni. Modello che Romano
proporrà anche ai sindaci che, a dire il
vero, hanno ottenuto recentemente un
finanziamento per il restauro, ma che
dovranno continuare a garantire quello
ordinario. Stesso ragionamento, ma
percorso inverso, di quello fatto nei
decenni scorsi da Antonio Presti il quale
riteneva che solo affidandole alla
gestione pubblica le opere avrebbero
potuto godere di una cura continuativa
(e di finanziamenti ad hoc)
consentendo loro di continuare a
“vivere”. Ma i tempi sono cambiati e le
casse degli enti pubblici sono vuote. La
Provincia possiede due opere: “Una
curva gettata alle spalle del tempo”, di
Paolo Schiavocampo, lungo la Sp 176
“castelluzzese” al km 16,9, in un’area di
pertinenza stradale adiacente al
tracciato viario. E “Il muro della Vita” di
autori vari, realizzata su un muro di
contenimento della Sp 176
“Castelluzzese al km 34,5. Il complesso
del monumento di Fiumara d’Arte è
sottoposto ad un contributo per la
promozione e valorizzazione del
percorso turistico culturale”, il quale
riconosce che il 60% delle somme siano
erogate a favore dei comuni per la
manutenzione delle opere d’arte, nulla è
previsto a favore della Provincia.
Romano, così, ad un anno dal suo
insediamento, ha deciso di risolvere
pure questa annosa questione,
ponendosi in ogni caso il problema della
conservazione delle due opere di
proprietà provinciale, per la quale non
risulta che, ad oggi, siano stati effettuati
L’opera “Una curva gettata alle spalle del tempo”
interventi. «Appare peraltro evidente –
scrive Romano - che se, da un lato, la
richiamata legge regionale, nulla
attribuisce alla Provincia in termine di
risorse finanziarie, dall’altro lato ciò non
esime da responsabilità questo ente nel
caso in cui l’omessa manutenzione delle
opere comporti danni a terzi. Risulta
peraltro che la disposizione regionale di
favore per “Fiumara d’Arte” negli ultimi
esercizi finanziari non sia stata più
riproposta (la famigerata tabella H,
ndr)». Romano, dunque, invita i comuni
a proporre uno schema di convenzione
da stipulare con la fondazione “Fiumara
d’arte” che preveda il comodato d’uso
gratuito per un periodo il più lungo
possibile delle opere della fondazione
“Fiumara d’arte” e l’obbligo da parte
della Provincia regionale, in quanto
Ente proprietaria sia delle opere sia
delle strade, di assicurare «adeguate
aree di rispetto entro un ampio raggio
di ciascuna opera» (in queste aree di
rispetto sarà inibita qualsivoglia
realizzazione edilizia se non
strettamente indispensabile per la tutela
della sicurezza stradale, nonché
qualsiasi segnaletica se non imposta dal
codice della strada). Resterà alla
Provincia l’obbligo di realizzare opere
esterne ai manufatti artistici «che ne
agevolino la fruizione tutelando al
contempo la sicurezza dei visitatori e
degli utenti della strada». Antonio
Presti, già contattato da Romano, ha già
espresso un assenso di massima.
Situazione diversa per i comuni. «Per
noi amministratori questo è diventato
un falso problema – sostiene, però,
Giuseppe Franco, sindaco di Castel di
Lucio che nel proprio territorio ospita “Il
labirinto di Arianna, la “curva” e
Arethusa, la coloratissima decorazione
in ceramica di Piero Dorazio con la
collaborazione di Graziano Marini della
caserma dei carabinieri – le difficoltà
sono state superate grazie al
finanziamento intercettato dal consorzio
intercomunale “Valle Halesa” di ben 2
milioni e mezzo. Sono trascorsi 25 anni
e non bastano più semplici
manutenzioni ma un vero restauro. Già i
lavori sono stati appaltati con la
supervisione della Fondazione di
Antonio Presti». Nei mesi scorsi, invece,
è stata già predisposta la segnaletica
turistica e l’illuminazione delle opere,
grazie ad un altro finanziamento di
circa 400 mila euro. « Noi non abbiamo
mai stipulato un atto nel quale Presti ci
cede le opere – precisa Angelo Tudisca,
sindaco di Tusa – ma di fatto ci siamo
sempre mossi affinché le opere
venissero tutelate come se
appartenessero al patrimonio comunale.
La nostra economia turistica non può
prescindere da Fiumara d’arte. Proprio
per questo rimaniamo a disposizione del
commissario Romano per qualsiasi tipo
di collaborazione». Il comune di
Pettineo, invece, non ospita un’opera ma
un museo domestico. Ogni famiglia che
ha ospitato gli artisti a pranzo, ha
ottenuto un pezzo della una tela lunga
un chilometro realizzata nel corso di
una manifestazione d’arte. «Abbiamo
promosso un censimento di queste tele
per capire quanti sono disposti a
prestarli per una mostra e consentire
anche agli altri di godere delle opere».
APPUNTAMENTI
Rito della luce a Motta d’affermo
IL 21 E 22 GIUGNO SARÀ POSSIBILE VISITARE LA PIRAMIDE DI MAURO STACCIOLI
Motta d’Affermo. Anche quest’anno la “Fondazione Antonio Presti” rinnova il Rito
dela luce. Il 21 e 22 giugno, in occasione del Solstizio d’estate, in cima alla collina di
Motta d’Affermo sarà aperta al pubblico l’imponente “Piramide – 38° Parallelo”,
opera di Mauro Staccioli. La Piramide, alta trenta metri, è orientata a nord-ovest e
spaccata da una fessura da cui entra il sole al tramonto. Sarà possibile anche
visitare la mostra fotografica “Luce e Segni” del giornalista e condirettore del
Giornale di Sicilia Giovanni Pepi che rimarrà aperta sino al 14 settembre. Quaranta
scatti che ripercorrono il viaggio del visitatore attraverso le stanze del Museo
Albergo “Atelier sul Mare” .
centonove pagina 24
Antonio Presti
economia
SPECIALE. La città dello Stretto in testa alla graduatoria del ministero dello sviluppo
DOMENICA 22.810,47; PROFUMERIE POKER
Srl 22.810,47; CIS Srl 22.810,47; F.A.R.C. Srl
22.810,47; MODIEL Srl 22.810,47;
MOBILIFICIO MARCHESE Srl 22.810,47;
SOGIM Srl SOCIETA' GESTIONE 22.810,47;
MILLE MOLLICHE Snc dei F.lli Giambattista e
Nunzio Gazzara 22.810,47; 109 PRESS Srl
22.810,47; CRUPI GIOVANNI 22.810,47;
NICOTRA COSTRUZIONI Srl 18.248,37;
NICOTRA MARIANO 17.107,85; TUTTO
GIOCO - Srl 21.099,68; CASELLI MOTORS Srl
21.213,74; TERMINAL TREMESTIERI Srl
Giuseppe 22.810,47; FRISONE GIOVANNA
22.810,47; SERVIZI NORIMBERGA SOCIETA'
15.967,33; ALICENTER Srl 22.810,47;
CONSORTILE PER AZIONI 22.810,47; P4 Srl
BORGOSANO GIOVANNI 22.810,47;
22.810,47; FULL RENT Srl 11.405,23; A.G.
TRASPORTI LONIA Srl 11.405,23;
GROUP di Angelo Asterite Sas 20.529,42;
RISANAMENTO MESSINA Srl 22.810,47;
EUROIMPRESA Srl 9.124,19; THE GIFT di
GRAFO EDITOR Srl 12.571,07; BONCODDO
Giacomo e Nadia Caridi Snc 22.810,47;
MARMI SNC di Boncoddo Salvatore & C.
BERTE' ANGELA & C. SNC di Bertè Angela
21.944,55; TIKART DI GI.TI. 22.810,47;
22.810,47; GIA.NA. CARBURANTI Sas di
GALLETTA MARIA 22.810,47; SGARLATA
Caridi Giacomo e Nadia 22.810,47; EASY
SALVATORE 22.810,47; SIRACUSANO
CAFE' Sas di Caridi & C. 22.810,47; ESSEBI
AUTOMOBILI Srl 22.810,47; IMES MULTISERVIZI di Spanò Bascio Vincenzo
INDUSTRIE METALLURGICHE E
22.810,47; SAMPERI di Fulvio e Michela
SIDERURGICHE Srl 22.810,47; DHS
Samperi & C. Sas 14.896,72; TECNOMARE Srl
CONGREX Srl 22.810,47; A.Z.P. Srl
22.810,47; DUE EMME di Marchetta Antonio
UNIPERSONALE 21.708,51; KARTOFLAK di
& C. Sas 17.107,85; PANARELLO FILIPPO
Cambria Maria & C. Sas 5.702,62;
22.810,47; PASTICCERIA PETRELLA S.N.C. di
ARCOBALENO Cooperativa sociale 22.810,47;
Petrella Natala & C. 22.810,47; J FIN SERVIZI
RUTA Srl 11.405,23; DUTO CAR SERVICE Srl
FINANZIARI Srl 22.117,03; CAMI PIETRO &
22.810,47; EUROEDITORIALE di Picciolo
FIGLI Sas 22.810,47; ORIADE Srl 22.810,47;
Rosaria 5.702,62; WORKSHOP INSIDE Srl
GIRONE ROSA MARIA 11.405,23;
9.124,19; VITA GIACOMO - Srl 22.810,47;
PUBBLISTRETTO Srl 22.810,47; EMPORIUM
SICILY EXPRESS COURIER di Giovanna
Srl 22.810,47; BABYSCIC Srl 22.810,47;
D’Arrigo 11.405,23; ARENA ANNIBALE RNA
OLIMPY Srl 22.810,47; TES - TECNO
22.810,47; CESAREO FARMACOSM Srl
ELEVATOR SYSTEM Cooperativa Arl
22.147,14; AM TRASLOCHI di Campagna
11.405,23; OLISERVICE Sas di Allegra
Marco 11.385,16; CAVALLARO SALVATORE
Vincenzo & C. 2.281,05; GASTRONOMIA E
570,26; SIFAM-SISTEMI INDUSTRIALI FRIGO
ROSTICCERIA di Ruggeri Sergio 22.793,49;
ARRED. MERIDIONALI Srl 11.405,23;
L'AUTORICAMBIO di Saporitp Massimo
AUDITORE CARMELO 5.702,62; MEGA22.810,47; GENTILUOMO SERVICE Srl
SISTEM di Mancuso Francesco 17.107,85;
11.405,23; LA CELERE DISINFESTAZIONI di
GRUPPO CORONA Srl 22.810,47 EUROPA
Occhino Giovanni 22.761,16; PANIFICIO
AUTO Spa 19.662,62; LADY M. Srl 11.405,23;
SCUDO GIOVANNI dei Fratelli Scudo Snc
SURGELOMANIA di Morabito Danilo
22.713,83; VISALLINFISSI di Visalli Santo
19.453,57; S. & M. di Scipilliti Matteo
22.765,59; ALEXA di Alessia Golino 2.281,05;
22.810,47; PIANETA MARE di Bonaffini
DE ROSA LUIGI 2.281,05; SERVER di Galletta
Carmelo & C. Sas 22.810,47; CENTRO
Grazia Maria 22.810,47; RAMER Srl
ELABORAZIONI DATI LORIA 22.810,47; BAR
22.810,47; EXPLORER INFORMATICA Srl
MARACANA' Srl 22.810,47; PIGNATARO
9.694,45; SAITTA ALDO 2.281,05; RITROVO
PORTA MESSINA dei Fratelli Di Pietro Santo e
Luciano Snc 22.810,47;
IRRERA VERONICA
11.405,23;
NOME ZFU
ISTANZE IMPORTO medio FORNITURA NAVALI
per impresa
STRACUZZI Srl
18.307,57;
54.713,37
ZFU di Aci Catena
163
PELLEGRINO NUNZIO
15.264,51
Zfu di Acireale
671
11.405,23; BALSAMO
25.959,34
Zfu di Bagheria
454
LETTERIA 22.810,47;
15.845,03
Zfu di Barcellona Pozzo di Gotto
566
IL BOSCO DEI 100
79.807,96
Zfu di Castelvetrano
110
ACRI Cooperativa
86.348,37
Zfu di Catania
214
sociale 22.810,47;
38.201,39
Zfu di Enna
196
COSENTINO
64.422,10
Zfu di Erice
121
CATERINA 21.970,13;
33.124,89
Zfu di Gela
418
GALTIERI ANTONINO
21.199,89
Zfu di Giarre
293
20.864,88; DENARO
18.622,08
Zfu di Lampedusa e Linosa
382
SALVATORE 22.810,47;
LMG Srl 22.810,47; LA
20.110,37
Zfu di Messina
792
VENAUTO di La Vena
79.733,19
Zfu di Palermo (Brancaccio)
159
Andrea 22.810,47;
31.130,33
Zfu di Palermo (Porto)
347
SANDI GIUSEPPE
23.728,25
Zfu di Sciacca
343
22.810,47;
17.661,55
Zfu di Termini Imerese
449
D'AGOSTINO PIETRO
15.237,64
Zfu di Trapani
480
22.810,47;GIOIE
17.835,08
Zfu di Vittoria
525
D'ORO di Sturniolo
27.201,24
Insieme delle 18 Zfu della Sicilia
6.683
Concetta 22.810,47;
ROTELLA DANIELE
Messina la fa Franca
Assegnati quasi 182 milioni di euro per 792 istanze. Agevolazioni fruibili attraverso
il modello F24. Ecco di seguito l’elenco completo dei beneficiari e i relativi importi
MESSINA. E’ Messina la società in testa alla graduatoria emessa dal
ministero dello sviluppo per Zfu, le zone franche urbane della Sicilia.
L’importo delle agevolazioni assegnate si attesta su 181.785.861,13 euro e in
testa alla classifica svetta Messina con 792 su 6.683 istanze, a fronte di un
finanziamento ammesso di 17 milioni di euro. Le agevolazioni concesse
saranno fruibili attraverso il modello F24, dove bisognerà indicare il codice
tributo che il direttore generale dell’agenzia delle entrate a giorni dovrebbe
emettere. Potranno essere dedotte, oltre all’Irap, la tassa sulle attività
produttive regionali, anche l’Imu, per i proprietari di immobili e l’esonero
totale per il versamento dei contributi per i dipendenti. Ecco di seguito
l’elenco delle imprese ammesse al contributo a Messina. La differenza degli
importi è data dall’entità del contributo richiesto e dalla disponibilità dei
fondi, in rapporto alle istanze pervenute.
FRATELLI CHIOFALO Srl 22.810,46;
CALOGERO SEBASTIANO 2.281,04;
AGRITECNICA di Bellamacina Marco
22.810,46; GENERALE ITALIANA
PUBBLICITA' Srl 22.810,46; NASISI Srl a
capitale ridotto 22.810,46; GRUPPO
IMMOBILIARE 2R Srl 22.810,46; NASISI Srl
22.810,46; FIORIBEL di Sergi Giovanna
22.810,46; SUNROOF Srl 22.810,46; ARGEL
Srl 17.107,84; CUCINOTTA MICHELE & C. Sas 5.702,61; PINTER Srl 22.810,46;
SETTIMO GIUSEPPA 22.810,46; EASYDECOR
Srls 22.810,46; MARINO LETTERIO
22.404,63; G & G S.A.S. di Giuseppa Morgante
E C. 22.810,46; LA PARANZA di Bonaffini
Salvatore 22.810,46; L.C.T. S.R.L. 11.405,22;
HOLLYWOOD PARRUCCHIERI di Lo Presti
Vincenzo 22.810,46; TECNOLOCK di
Gogliandolo Paolo 21.960,91; SANCAR S.A.S.
di Davì Elena & C. 22.810,46; OPIUM
FITNESS CLUB di D’Angelo Francesca
22.810,46; LSA SERVIZI SRL 19.388,89;
CERAOLO S.A.S. di Ceraolo Rosa & C
22.810,46; GI.PI. Srls 22.810,46; COLAPESCE
- RISTORAZIONE Srl a capitale ridotto
22.810,46; DI GIOVINE EMILIO 22.810,46;
CELESTI PIETRO 22.810,46; ROMEO MARIA
22.810,46; PREMIATA DITTA
RISTRUTTURAZIONI DI BAGNATO
SALVATORE 22.810,46; ARENA ANTONINO
22.810,46; SPARACINO NICOLETTA
22.810,46; ARCIDIACONO MAURIZIO
22.810,46; VELO ADRIANO 22.810,46
NEW AGE DI ANTONINO SOTTILE
22.810,46; BONFIGLIO MAURIZIO 22.810,46;
ARCOLACI S.R.L. 22.810,46; SORELLE PINO
S.N.C. di Pino Giovanna e Pino Marioa Pia
22.810,46; EFFEDI SERVICE di Felughi
Domenico 22.810,46; S.O.E.C.O. Srsl
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DELLO STRETTO Snc di Carbonaro Antonio e
Pagano 22.810,47; LA BUFALINA DEL
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Briguglio Giuseppe e fabio Snc 22.810,47;
'EUROART' di Giuseppe Corsaro 20.529,42;
INGEMI DARIO 22.810,47; MARBI Srl
22.810,47; SOMEDIL Srl 22.810,47;
ITALIMPRESE GENERAL CONTRACTOR Srl
22.810,47; BORGIA & GIALLOMBARDO Snc
di Carmelo Borgia & C. 22.810,47; MARTELLI
SAVERIO 17.107,85; CARMELO GENTILE
TRASLOCHI di Carmelo e Francesco Paolo
Gentile Srl 11.405,23; REITI MAURIZIO
11.405,23; SENORITA DI BIONDO
VALENTINA 19.388,90; PIENOBLU Srl
22.810,47; CAMMAROTO GIUSEPPE
22.810,47; RITROVO SUNRISE di Bernardo
Salvatore 19.959,16; RUSSO CATERINA
22.810,47; CHARYBDIS VACCINES Srl
22.810,47; PERRI SANTO GIUSEPPE
8.862,55; ASAN FLORIN 22.810,47; PUGLISI
FABIO 22.810,47; IL FORNO....DEI SAPORI di
Salvà Salvatore 2.281,05; LA BELLA PIETRO
22.810,47; GAROFALO Spa 22.810,47;
VITTORIO CUNDARI Srl 22.810,47;
CRISAFULLI EMANUELE 10.264,71;
UNISERVICE Srl 21.669,94; PANCONSUL Srl
22.810,47; ALL STAR di Angelo Maimone
20.529,42; CO.F. COFANI FUNEBRI AMABILE
dei F.lli Stracuzzi Giuseppe e Rocco 19.331,87;
PANDOLFINO GIUSEPPA 22.810,47; KVS
ENGINEERING Srl 2.281,05; ZAPPALA'
DANIELA 11.405,23; FRAZZICA PATRIZIA
22.810,47; COSTANZO GAETANO 22.810,47;
IRRERA FRANCESCO 22.810,47; IRRERA
BIAGIO 22.582,36; FRANCICA ROCCO
VINCENZO 22.354,26; EBANISTERIA
MESSINESE DI CARBONE PATRIZIO
21.555,89; MANGANO 22.810,47; ALOVISI
PIETRO 22.810,47; PARATORE GIUSEPPE
6.843,14; VITA Srl 20.529,42; LONGO
NUNZIO 11.405,23; G.B. ORTODONZIA di
Bono Pietro 22.810,47; E.A.T. SERVICE Snc di
Pietrafitta Gaetano & C. 19.959,16; SERVIZI
ELETTROINDUSTRIALI EUROPEI - Srl
19.388,90; NAPOLI VINCENZO 11.234,16;
SACCA GIUSEPPE 22.810,47; LA MONICA
VINCENZO 11.405,23; RITROVO CHRISTIAN
Sas di Marchiafava Christian & C. 22.810,47;
LRB Snc di Bombaci Francesco & C.
22.810,47; SALINI GIUSEPPE 22.810,47;
ASPRI GIUSEPPE 22.810,47; IMPRESA EDILE
SI.AL. di Muscolino Salvatore 22.810,47; IL
CIELO E IL MARE di Carbonaro Roberto
22.810,47; AVVENIRE 2000 - Coop 22.810,47;
SANTORO ANTONINO 22.810,47; HAPPY
SUSHI WOK Srl 22.810,47; LINE LADY di
Panetta Graziella 21.669,94; RETE ABILE Coop sociale 22.810,47; ALCACOM Srls
22.810,47; CLT coop 11.405,23; DI GIOVINE
SANTA 22.810,47; CURRO' LOGISTICA
11.405,23; DARPEX Srl 22.810,47; F.V.F.
MULTISERVICE Srls 3.421,57; BRUSCHETTO
STELLARIO 20.715,44; D.M. SERVIZI di
Marretta Domenico 22.810,47
SICILCOSTRUZIONI Coop 22.810,47; CICALA
VINCENZO 22.810,47; FRATELLI CANTALI Srl
3.991,83; ARRIA ANTONELLA 22.810,47;
PELORITANA SERVICE di Andrea Coluccio
22.810,47; RI.FO.TRAS.-IND.RIFUSIONE E
TRASFORMAZ. ROTTAMI di Panebianco
Nunzio 22.810,47; RIGGIO GIUSEPPE
22.810,47; TECNOLOGIE INDUSTRIALI
NAVALI Srl. 5.688,36; CANNAO' GIUSEPPE
22.810,47; SERRA DOMENICA 22.810,47; 4S
DI SETTINERI CONCETTO 22.810,47;
IMPIANTISTICA DELLO STRETTO di Micalizzi
Antonino & C. Sas 22.810,47; TRINACRIA
2001 di Freni Maria & C. Snc 22.810,47;
SICILIFT Coop 22.810,47; ROBERTO ANGELA
22.810,47; SCHIAVO GIOVANNI 22.810,47;
G.R.S. SERVIZI di Savoca Carleo Giuseppe
22.810,47; PANARELLO ANGELO 11.405,23;
GULLOTTA NENZI 22.810,47; NAVAL
COSTRUZIONI di Baeli Antonio 22.810,47;
MINUTOLI GIUSEPPE 11.405,23; MILLO Srl
22.810,47; MASTER FOOD Srl 22.810,47;
PELLEGRINO FRANCESCO 22.810,47;
SAMAG CERAMICHE di Magazù Santa
20.529,42; MANGANO GIUSEPPE 11.405,23;
CURCURUTO FLAVIA 20.463,27; DE
FRANCESCO MELANIA 22.810,47;
CO.M.MAN Srl UNIPERSONALE 11.405,23;
MUTTO ANDREA 22.810,47; RICCARDO
TRASPORTI Coop 11.405,23; RUSSO
GIUSEPPE 22.810,47; CMO Srl 22.810,47;
PINTAUDI ANTONINO 11.405,23; CASA
DELLA PASTA FRESCA di Aspri Santina
21.669,94; ARTISTICA LAMPADARI Srl
22.810,47; ZOE ACCONCIATORI di Calabrese
Giuseppina 22.810,47; FONDARO' KATIUSCIA
22.810,47; ECO.TECNICA del dott. Giuseppe
Dibella 22.810,47; M.G.V.T. COSTRUZIONI
Srls 22.810,47; F.LLI RAMUGLIA Snc di
Giovanni ed Antonino 12.545,76; TACCO A
VISTA di Vita Giuseppe 11.405,23; MAZZEO
STEFANO 22.810,47; TACCO A VISTA di
Saglimbeni Carmelo 11.405,23; ABATE
MICHELINA 22.810,47; NAVAL STRATEGIC
CONSULTING Srl 11.405,23; EFFEAUTO
22.240,21; HSA Srl 22.810,47; F.LLI
GALLETTA S.N.C. di Domenico & Letterio
Galletta 22.810,47; ROMEO GIANLUCA
22.810,47; DADO GIUSEPPINA 2.851,31;
IMMOBILIARE 4V Srl 22.810,47; UNIVERSO
VETRO Srl 22.810,47; CURRO' TRASPORTI
Srl 11.405,23; SALIMA Srls 22.810,47;
AUGUSTA BAKERY Srls 11.405,23; BUCCA
MARIA ANTONELLA 5.702,62; SOCEVI Srls
22.810,47; LABORATORIO PASTICCERIA E
GELATERIA SOTTOSANTI di Luciano
Sottosanti & C. Snc 22.810,47; CURRO'
PAOLO & C. Sas 22.810,47; PAPANDREA Snc
di Papandrea Silvana & C 22.810,47;
CACOPARDO MARIA 22.810,47; SAIJA
ANGELO 3.421,57; ARRIGO ANTONINO
22.810,47; GERMANA' MARIO 17.107,85;
EVENTI S.A.S DI MARIA AMARI 22.810,47;
IDEAL COIFFEUR DI CAMPO ELISA & C. Snc
22.810,47; VE.RA. PELLI di Raffa Vera
22.810,47; GENNARO VALERIA 22.810,47;
IDEAL BAR di Campo Elisa & C. Sas
22.810,47; D'ARRIGO WALTER 22.810,47;
ROMACOLLECTION Srl 7.983,66; C.D.
EXPRESS Srl 11.405,23; ARCIDIACONO
SILVIA 22.810,47; IL COMPRO ORO di Rustica
Letterio 17.107,85; CAMBRIA MARIO
22.810,47; NUOVA C.I.T. INOX di Popolo
Lorenzo 22.810,47; A.M.A.P.A.R.M.A. Snc di
Favazzi Mollica Basilio e C. 11.405,23
DOLCI TRADIZIONI Snc di Garufi Giuseppa e
Pandolfino Massimo 22.810,47; STURIALE
NICOLINO 22.810,47; LAZZARO GAETANO
11.405,23; LO SCHIAVO KRIZIA 22.810,47;
GALLETTA ANGELO 22.810,47; STRACUZZI
AGOSTINO 22.810,47; MANGANO GIACOMO
11.405,23; LOTTA DOMINICI Sas di Lotta
Giuseppe e C. 22.810,47; ING. ARCOVITO
PAOLO COSTRUZIONI Srl 22.810,47;
SICILYNVEST IMMOBILIARE Srl 22.810,47;
GUGLIELMO di Salice Francesca 22.810,47;
MARESSA FRANCESCO 22.810,47; BONOMO
Srl 21.101,05; L.A.F.E. PROFESSIONAL Srl
11.975,50; NICOSIA RENATA 22.810,47;
RIZZO CARMELO 22.810,47; RISTORANTE
ARCADIA di Amoroso Francesco 22.810,47;
SPADARO ROBERTO 22.810,47; MANGANO
CARMELO 11.405,23; ZERONOVANTA Srl
12.404,79; EUROPEAN IMMOBILIARE Srl
22.810,47 SOFFLI ANDREA 22.810,47;
GI.TRA. Srl 22.810,47; GENI Sas di Antonino
Paratore e C. 16.423,54; TRINO ROSARIO
21.142,59; COIFFEUR 2000 di Galtieri Pietrina
22.810,47; LENZO VIVIANA 22.810,47;
CO.FRI. di Frisone Concetta 21.099,68; MILLO
CERAMICHE Srl 22.810,47; SCUOLA SERVIZI
S.R.L. 22.810,47; STEGA di Smediel Gaetano
Sas 7.490,39; BOTTARI ADOLFO 21.099,68;
BALSAMA' Srl 22.810,47; ZIZZO GIUSEPPE
22.810,47; MASSIMILIANI PNEUMATICI Srl
22.810,47; FARMACIA CARLEO di Carleo
Luigina & C. Snc 22.810,47; ONORANZE
FUNEBRI PIAZZA ANTONINO Srl 11.405,23;
D'ANDREA EPIFANIO 22.810,47; CATANIA
ANTONELLA 21.489,17; MESSINA CATERING
HANNO DETTO
Anci: strumento importante per lo sviluppo
PALERMO. "L'Anci e i comuni siciliani hanno sollecitato oggi al ministero
dello Sviluppo economico per le iniziative di sviluppo industriale, il concreto
avvio delle Zone Franche Urbane, importante strumento di sviluppo
territoriale previsto dall'Unione Europea". Lo ha detto il presidente dell'Anci
Sicilia Leoluca Orlando esprimendo apprezzamento per la pubblicazione, da
parte del ministero per lo Sviluppo economico, dell'elenco delle imprese che
beneficeranno di interventi finanziari per complessivi 182 milioni di euro. I
finanziamenti sono destinati a diciotto zone franche urbane ricadenti in
diciassette comuni dell'Isola, di cui due a Palermo.
centonove pagina 27
20 Giugno 2014
di Valeria & Claudia Balsamà Snc 22.810,47;
FERRO MICHELE 22.810,47; AIRF Srls
22.810,47; D'ARRIGO ROSA 22.810,47;
AGRIFRUTTA S.N.C. DI VECCHIO C. & C.
22.810,47; LA FRUTTA DI SICILIA Srl dei F.lli
Vecchio e Scandurra 22.810,47; BERENATI
FILIPPO 5.702,62; RIPARAZIONE AUTO di
Pettinato Salvatore 5.702,62; ITALIANO
MATTEA 22.810,47; EDILZANCLE Srl
11.405,23; DE LUCA MONDO Srl 22.810,47;
RIZZO GIUSEPPA 22.810,47; DI GIORGIO
GIANNITTO GIUSEPPE 22.810,47; GIMES - Srl
22.810,47; GRUPPO INVESTIMENTO
ORGANIZZATO Srl 22.810,47; TRADING &
SERVICES Srls 22.810,47; SELENE GROUP
Srls 22.810,47; G.I.S.A.T. GESTIONE
INFORMATICA SOLUZIONI AZIENDALI
TECNOLOGICHE Srl 17.792,17; STUDIO
ODONTOIATRICO JASZCZYNSKA URSZULA
M. GALLETTA di Jaszczynska Urszula
Magdalena & C. 22.810,47; DE FRANCESCO
NATALE 11.405,23; DE CAR Srl 22.810,47;
SPRINT CAR di Greco Antonino e C. Sas
22.810,47; GEM Srl 22.810,47; C.M.D.
COSTRUZIONI MECCANICHE di Dipietro
Paolo 5.702,62; FRENI GIUSEPPE Srl
22.810,47; DI NICOLO' EDIZIONI di
Costantino Di Nicolò 18.989,71; CHIOVE'
FABIANA 17.107,85; MOTOR CO Srl
22.810,47; M.D.L. di De Luca Domenico Sas
19.959,16; AUDIO K SERVICE HORIZON di
Macrì Antonino 22.810,47; MORABITO
FRANCESCO 22.810,47; MESSINA CAR DI
Vavassori Massino 21.651,58; CALIGIORE
COSTRUZIONI Srl 22.357,22; F.LLI
TRISCHITTA Snc di Salvatore e Mario
Trischitta 22.642,24; VISALLI MARIO
22.810,47; ORTOFRUTTICOLA MESSINESE
Srl 21.997,05; ANDREACCHIO MARIA
CARLOTTA 2.851,31; B.D.M.B. di Dominici
Salvatore e Morana Salvatore & C. Sas
22.810,47; R.D. COLOR Sas di Morabito
Pieroroberto & C. 22.810,47; CUCINOTTA
PLACIDO 22.810,47; 2015 Srl 20.430,42;
GIAMBOI ANNA MARIA 22.810,47;
MICALIZZI ANTONIO 22.495,57;
PELLEGRINO EMANUELE 22.810,47; EURO
CONSULTING Sas di la Scala Maurizio & C.
11.405,23; ROMEO SALVATORE GRANDI
IMPIANTI 22.704,51; CARBONE GIUSEPPE
22.810,47; SCIBONA DANIELA 21.669,94;
GALEANO VINCENZO 22.810,47; MAGIC
WORLD di Alessandra Mariani 11.405,23;
CHILLE' GIOVANNI 1.140,52; EDILPAS
COSTRUZIONI Snc di Emanuele Settineri
22.810,47; IG di Ingemi Gaetano E C. Sas
22.810,47; BONANNO Sas di Giuffè
Alessandro e C. 22.696,42; T.I.S. Srl
(TECNOLOGIE IMPIANTI E SERVIZI )
UNIPERSONALE 22.810,47; MELOGRANO Srl
22.810,47; MEDITERRANEA INFORMATICA di
Larinà Vincenzo 11.405,23; TROVATO
GAETANO 19.388,90; A.M.T. SERVICES Srl
22.810,47; DIESEL ENGINEERING
ASSISTANCE Srl 21.669,94; OMNIA 2006
Cooperativa 18.248,37; G.M. di Francesca
Barrilà SOCIETA' UNIPERSONALE 22.810,47;
ELAR DIVISION SICILIA Srl 22.582,36;
GENIPET Srl 16.537,59; MORGANTE
CATERINA 11.405,23; SMALEX Srl 11.405,23;
LEPA Srl 21.744,65; ALLESTO di Bellantone
Marco 22.810,47; TODARO ROSARIO
22.810,47; MAIORANA DISTRIBUZIONE Srl
20.966,92; R.S. MOTORS di Restalonga
Serafino 8.553,93; CALANDRA Srl 11.405,23;
FENGA CLAUDIO 11.405,23; CENTRO
SERVIZI SICILIA Srl UNIPERSONALE
22.810,47.
20 Giugno 2014
economia
QUI EUROPA. Il problema al centro delle politiche europee. Le soluzioni per evitare catastrofi naturali
Cambiamento Climatico, le strategie Ue
DI SALVATORE CIFALÀ
Il cambiamento climatico è
uno dei temi più discussi, ed
è un problema globale che
richiede sforzi comuni per
trovare soluzioni efficaci.
L'Europa e le sue istituzioni pongono da
sempre al centro delle loro campagne e
politiche il problema del cambiamento
climatico, impegnandosi ad adottare
strategie per una crescita sostenibile a
tutti i livelli. Inoltre, si deve considerare il
fatto che, al pari di molte altre regioni del
mondo, l’Unione europea è vulnerabile a
quasi tutti i tipi di catastrofi naturali.
Queste provocano ogni anno danni per
l'ammontare di miliardi di euro, che
incidono sulla stabilità economica e sulla
crescita. I costi di eventi particolarmente
catastrofici, se non adeguatamente coperti
da un’assicurazione, possono gravare
pesantemente sul bilancio del paese
colpito e causare conseguenti squilibri
interni ed esterni. Si tratta quindi di un
problema serio, che tocca cittadini,
imprese e governi di tutta l’Unione.
In merito a questo tema la Commissione
europea, lo scorso 16 aprile ha presentato
due documenti: la strategia UE di
adattamento ai cambiamenti climatici e
un Libro Verde. La strategia introduce un
CONSUMATORI
L’affitto di locali
Secondo una legge del 2011,
in caso di contratti di
locazione di immobili ad uso
abitativo non registrati
entro il termine stabilito
dalla legge ovvero di
contratti registrati in cui sia stato
indicato un importo inferiore a quello
effettivo, la durata della locazione è
stabilita in quattro anni a decorrere dalla
data della registrazione, volontaria o
d'ufficio. Inoltre, a decorrere dalla
registrazione, il canone annuo di
locazione viene fissato in misura pari al
triplo della rendita catastale, oltre
l'adeguamento, dal secondo anno, in
base al 75 per cento dell'aumento ISTAT.
Se il contratto prevede un canone
inferiore, si applica comunque il canone
stabilito dalle parti. La disposizione di cui
sopra è stata tuttavia dichiarata
incostituzionale con una sentenza dello
scorso mese di marzo della Corte
Costituzionale con la conseguenza che i
conduttori, che si erano avvalsi della
suddetta, rischiavano di subire l’azione di
sfratto per morosità e la richiesta del
pagamento dei canoni di locazione
previsti dai contratti originari.
Francesco Suria, legale
NOMINE
ASSOCIAZIONE FINANZIERI
Giuseppe Sturniolo
presidente Anfi S.Agata
SANT’AGATA. Una sezione Anfi a
Sant’Agata Militello. L' Associazione
Nazionale Finanzieri d'Italia, nel
corso della riunione del comitato
esecutivo nazionale, ha ratificato le
nomine di Giuseppe Sturniolo alla
carica di presidente e di Carmelo
Urso vice; Basilio Calà e Giuseppe
Pagano sono stati eletti consiglieri.
Matteo Ciffo, Angelo Scolaro e Gaetano Mililli sono i sindaci effettivi. La
carica di sindaci supplenti è stata
conferita ad Antonino Arasi e ad Alfio Imbroscì.
ORDINE PSICOLOGI
quadro normativo e meccanismi atti a
rendere l’UE maggiormente capace di
affrontare gli effetti attuali e futuri dei
cambiamenti climatici. Il Libro verde
lancia invece una consultazione pubblica
sul grado di adeguatezza delle
assicurazioni che tutelano da eventi
catastrofici attualmente disponibili sul
mercato. Connie Hedegaard, Commissaria
responsabile dell’Azione per il clima, ha
così dichiarato: “Ridurre le emissioni
mondiali di gas serra deve restare una
delle nostre massime priorità, se vogliamo
contenere il riscaldamento globale al di
ASSOENOLOGI
Enosimposio 2014 dedicato
al mercato globale
PALERMO. Si svolgerà dal 17 al 20 luglio
a Campo Felice di Roccella, in provincia
di Palermo l'Enosimposio di
Assoenologi Sicilia, il tradizionale
convegno annuale che vede riuniti gli
enologi e gli enotecnici dell'isola. Il 20°
Enosimposio di Assoenologi Sicilia
ruoterà su un unico argomento: "vino e
territorio - fare impresa nel mercato
globale" per discutere del
posizionamento attuale del vino
siciliano nel mercato globale e delle
prospettive future. L'obiettivo è di
tracciare una linea guida utile e
concreta per tutti i tecnici e le imprese
siciliane. "Il vino siciliano è di altissima
qualità - dice il Presidente di
Assoenologi Sicilia, Giacomo Manzo - Il
mercato globale è complesso e
insidioso. Dobbiamo essere preparati. E'
per questo motivo che abbiamo voluto
dedicare l'Enosimposio a quest'unico
argomento: per capire i risultati
raggiunti finora e ragionare insieme su
quanto può ancora essere migliorato.
Abbiamo invitato importanti
personalità del mondo dell'impresa e
siamo impazienti di discutere con loro
dei nostri vini".
sotto dei 2°C e scongiurare l’insorgere di
cambiamenti climatici pericolosi. In
Europa, tuttavia, gli effetti negativi dei
cambiamenti climatici si fanno già sempre
più sentire, perciò è fondamentale che lo
sviluppo territoriale avvenga all’insegna
dell’adattamento a questi cambiamenti. La
nostra strategia aiuterà i governanti dei
paesi europei a scegliere le soluzioni
migliori nell’interesse dei loro cittadini, in
modo da stimolare la crescita e
l’occupazione ed evitare di dover
affrontare domani ingenti costi umani,
economici e ambientali".
Fulvio Giardina ai vertici
del Consiglio nazionale
SIRACUSA. Il presidente del Consiglio dell' Ordine degli Psicologi della
Sicilia, Fulvio Giardina, è il nuovo
presidente del Consiglio Nazionale
degli Psicologi per il quadriennio
2014 - 2017. Lo ha eletto il Consiglio
Nazionale costituito dai presidenti
degli Ordini regionali e di quelli provinciali di Trento e Bolzano - nel
corso della prima seduta della nuova
consiliatura. Giardina, 64 anni, è responsabile del Servizio Prevenzione
e Protezione dell' ASP di Siracusa.
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Festival del Lavoro2014. Obiettivo quinta settimana
Tutto è pronto a Fiuggi per ospitare dal 25 al 28 giugno
prossimi sia il Congresso dei Consulenti del lavoro, sia il
Festival del Lavoro® 2014. Quattro giorni che vedranno
coinvolti i Consulenti del lavoro nel formulare proposte per
un nuovo lavoro e stimolare un confronto diretto con tutti i
protagonisti del mondo del lavoro: dalla politica alle parti sociali, dagli
imprenditori agli intellettuali, dai lavoratori ai giovani in cerca di risposte per il
loro futuro. Il lavori dell’8°Congresso nazionale saranno aperti alla presenza del
Ministro del lavoro Poletti, mentre i ministri della giustizia Orlando, dell’interno
Alfano e della salute Lorenzin, interverranno nel corso dei lavori del Festival del
lavoro® in altrettante tavole rotonde su rappresentanza dei lavoratori, tutela dei
cittadini e lavori sicuri…lavoratori al sicuro. Centinaia di ospiti, tra cui i più noti
ordinari di diritto del lavoro che saranno impegnati in confronti tecnici con gli
esperti della Fondazione Studi sui temi di stretta attualità giuridica. Tra i temi che
sanno affrontati: gestione crisi d’impresa, collaborazioni virtuose, welfare
aziendale, asseverazione contributiva e retributiva per le imprese, apprendistato
e percorso scuola-lavoro, contratti a termine e rappresentanza sindacale. Il paese
continua a essere in grande difficoltà, le aziende chiudono, il tasso di
disoccupazione non accenna a fermare la sua folle corsa. Per questo è ancora più
importante far sentire forte e chiara la voce dei protagonisti del mondo del
lavoro, dando un grande contributo al dibattito nazionale, pensando al lavoro
come qualcosa di concreto: perché le esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie
sono il punto di partenza per favorire la ripresa dell’economia italiana. L’edizione
2014, con il tema «Obiettivo quinta settimana», si manterrà fedele allo spirito che
ormai da quattro anni pervade la manifestazione: tre giorni di convegni, eventi
culturali, dibattiti con politici, parti sociali, rappresentanti del mondo
dell’industria e delle imprese, intellettuali. L’appuntamento è dal 26 al 28 giugno
2014. Il Festival del lavoro® che si terrà a Fiuggi, sarà preceduto dall’8° Congresso
nazionale dei Consulenti del lavoro il 25 e il 26 giugno p.v. L’ingresso è libero,
l’iscrizione obbligatoria. Per tutte le informazioni è possibile consultare il sito
dedicato: www.festivaldellavoro.it .
centonove pagina 28
poster
20 Giugno 2014
MURALES DI UMANITÀ VARIA
Lezioni a “Terre di cinema” all’interno del convento agostiniano
FORZA D’AGRO’. Nel borgo medievale la quarta edizione del festival dedicato ai talenti internazionali
Il cinema? E’ fotografia
Ospite d’eccezione del cinecampus è Oscar Garret Brown, inventore della steadicam
FORZA D’AGRO’. Terre di cinema, il
principale festival italiano dedicato
all’arte e alla tecnica della fotografia
cinematografica, giunge alla quarta
edizione, dal 22 giugno al 6 luglio 2104
in Sicilia, nel borgo medievale di Forza
d'Agrò e nei comuni limitrofi della Valle
d'Agrò (Taormina). Ideato dal direttore
della fotografia Vincenzo Condorelli
(AIC), Terre di Cinema propone al
pubblico le eccellenze di questo settore
dell’industria cinematografica con una
particolare attenzione ai talenti
emergenti della fotografia nel panorama
nazionale e internazionale. I direttori
della fotografia sono dunque i principali
protagonisti di un ricchissimo
programma che a fianco della
proiezione dei film prevede ogni giorno
masterclass, un cinecampus residenziale
per quaranta allievi provenienti da tutto
il mondo e uno showcase
dell'innovazione tecnologica.
Attesissimo ospite dell’edizione 2014 è
l'inventore della steadicam, il premio
Oscar Garrett Brown (ASC), direttore
della fotografia di oltre cento film che, a
partire da Shining, con l’indimenticabile
avanzare della macchina da presa nei
corridoi dell’Overlook Hotel, ha poi
collaborato con registi come Steven
Spielberg (Indiana Jones e il tempio
maledetto, 1984), Woody Allen (Hanna
e le sue sorelle, 1986) e Martin Scorsese
(Casino, 1995). Garrett Brown terrà una
masterclass (27 giugno) in esclusiva per
il pubblico di Terre di Cinema all'interno
della sezione Masters of Light dedicata
ai maestri del cinema mondiale. Nella
stessa sezione sarà presente tra gli altri
anche il Maestro Luciano Tovoli (AIC,
ASC) che inaugura il festival con Il
mistero di Oberwald (1980), diretto da
Michelangelo Antonioni e che il 24
giugno, sarà premiato con il Nastro
d'Argento speciale 2014 da Laura Delli
Colli, Presidente del Sindacato
Nazionale Giornalisti Cinematografici
Italiani.
Sezione principale del Festival è New
Cinematographers Award, il concorso
internazionale che presenterà una
selezione di film dei migliori talenti
emergenti della fotografia
cinematografica. Fra questi, la greca
Olympia Mytilinaiou (GSC) che
partecipa con Miss Violence, film
vincitore del Leone D’Argento 2013 e
Gergely Poharnok (HSC) con Miele
diretto da Valeria Golino, nomination
migliore fotografia al David di Donatello
2014; e in anteprima per l'Italia, la
francese Jeanne Lapoirie (AFC) che
presenta Michael Kohlhaas, candidato
alla Palma d’Oro nel 2013 e alla miglior
fotografia del César 2014.
Altre due anteprime assolute per l’Italia
nel programma di Terre di Cinema: nella
sezione Focus On, dedicata quest’anno
ai Balcani saranno presentatiThe
Disobedient di Mina Djukic, già
anteprima mondiale al Sundance Film
Festival 2014 e Withering di Milos Pusic.
I due giovani registi serbi saranno
presenti al festival e terranno una
masterclass sul nuovo cinema balcanico.
Mentre nella sezione Italian New Waves
che promuove i nuovi talenti e le nuove
forze creative che si impongono nel
panorama cinematografico italiano,
domenica 29 giugno saranno ospiti di
Terre di cinema il regista Fabio Mollo e
l'attrice Alessandra Costanzo con il film
Il Sud è niente.
Tutti gli eventi ruotano attorno al
Cinecampus residenziale, formato da 40
studenti (registi, direttori della
fotografia, montatori), provenienti dalle
più prestigiose scuole di cinema
internazionali. Tra queste: London Film
School (Regno Unito), HFF Hochschule
fur Film und Fernsehen “Konrad Wolf”
(Germania), St. Petersburgh State
University of Film & TV (Russia),
NARAFI-LUCA School of Arts (Belgio),
Tel Aviv University – Film & TV
Department (Israele), Estudio de Cine
(Spagna), Escuela de Cine de Uruguay
(Uruguay). Lavorando in troupe miste
internazionali, sulla base di un fitto
calendario di workshop ed esercitazioni,
gli studenti realizzeranno 14
cortometraggi dedicati ai grandi film del
passato girati a Taormina e Forza d'Agrò
che saranno presentati in esclusiva
durante la serata conclusiva di Terre di
Cinema (6 luglio) e durante la 30ma
edizione del Festival europeo di Brest, lo
storico festival francese con cui Terre di
Cinema ha avviato un gemellaggio.
Parte integrante del programma sarà
anche lo showcase internazionale
dell'innovazione tecnologica del settore,
un'esposizione delle migliori
attrezzature da ripresa cinematografiche
e televisive utilizzate sui set
cinematografici più importanti che avrà
luogo venerdì 27 e Sabato 28 giugno
2014 a Taormina, in concomitanza con i
Nastri d'Argento.
ZOOM
Pamela ed Eva, Taormina si fa sexy
TAORMINA. E’ stato il festival delle donne quelloche si
concluderà a taormina sabato 21 giugno. L’eterea Carla
Fracci, la bellissima Kim Feenstra, e la sempre magnetica
Pamela Anderson, la casalinga disperata Eva Longoria
sono solo alcune fra le star che hanno lasciato tutti senza
respiro sull’altrettanto mozzafiato panorama della
Terrazza Maserati dell’Hotel Timeo, dove come ogni sera
si è tenuto l’esclusivo cocktail. L'ex bagnina della serie tv
Baywatch, diventata famosa in tutto il mondo, è stata la
più paparazzata. All'ultimo festival di Cannes ha
confessato di aver subito violenze, da bambina e poi da
centonove pagina 29
adolescente, parla del suo impegno sociale rivolto
appunto contro la violenza alle donne, in difesa degli
animali e dell'ambiente. Impegno sociale anche per Eva
Longoria. Ha ricevuto il premio Cariddi come
riconoscimento del suo impegno nel sociale, in qualità di
fondatrice della ‘Eva Longoria Foundation’, per gli aiuti
alle giovani donne e madri latino-americane. Sul palco
del Taormina film fest, la Longoria non ha smentito il suo
lato sexy. L’attrice 39enne di origine messicana, ha
indossato un lungo abito rosso senza spalline e con un
piccolo strascico. La diva a Taormina non era sola, ma è
stata accompagnata dalla sua buona amica e collega
Melanie Griffith, che fresca di separazione ha posato con
Eva per le foto e qualche selfie.
20 Giugno 2014
postergioielli
BARCELLONA. Al museo Nello Cassata un mese “a tutto volume”
Se sbocciano i libri
Un assortimento di scritti prevalentemente dell’Ottocento e una collezione di giornali
che arrivano alle soglie degli anni ‘50 del secolo scorso. Ecco le raccolte che raccoltano la storia
DI
GIUSEPPE PANTANO
BARCELLONA POZZO DI GOTTO.
Non poteva che sfociare in una mostra
sul libro antico e sui periodici d’epoca,
visto il notevole patrimonio di carta
stampata di cui è in possesso il Museo
etnostorico “Nello Cassata” di
Barcellona Pozzo di Gotto. All’interno
della struttura, oltre alla ricostruzione
di 45 antiche botteghe di arti e
mestieri, ricche di 22 mila oggetti
d’epoca catalogati e vincolati dalla
Soprintendenza ai Beni Culturali di
Messina, trova spazio infatti una
variegata biblioteca con annessa
emeroteca. Le pubblicazioni conservate
contemplano un assortimento di
volumi prevalentemente dell’Ottocento
e una collezione di vecchie testate
giornalistiche italiane che arriva alle
soglie degli anni 50 del secolo scorso.
Raccolte che sono stabilmente
collocate, con la dovuta catalogazione,
al piano superiore del museo di
contrada Manno, situato ad appena 4
Km dagli svincoli autostradali di
Milazzo o di Barcellona.
Per questa specifica esposizione della
carta stampata d’epoca a partire da
maggio, mese dedicato alla cultura del
libro, un piccolo ma selezionato
catalogo è stato allestito al piano terra
dell’articolato complesso museale, a
contatto diretto e più immediato con il
pubblico. Una mostra che si lega
soprattutto alla paziente opera di
cernita di Antonino Costa, curatore
della rassegna, a cui si deve questo
particolare “invito alla lettura”
riguardante intere pagine del passato,
che possono essere “visitate” sotto vari
motivi d’interesse sia da parte di
studiosi che di semplici appassionati.
Di una prima sezione dell’esposizione
fanno parte circa 100 libri, che datano
la maggior parte dal 1700 al 1830,
termine cronologico fino al quale
vengono classificati, secondo la
terminologia ufficiale, come antichi.
Molti di essi, di provenienza varia e
sottoposti a restauro cartaceo,
risultano stampati in diversi centri
italiani ed esteri (Palermo, Napoli,
Venezia, Parigi, Lipsia, etc) a
dimostrazione di una già attestata
circolazione libraria in Sicilia di livello
europeo. Ai fini della mostra le
pubblicazioni sono state esposte
secondo la materia trattata, così
risultano preponderanti quelle di
argomento giuridico, di religione,
Rilegature artigianali di registri contabili del Settecento
storia, filosofia, ma non mancano i
classici, latini e greci, la letteratura,
italiana e francese, oppure quelli di
scienze naturali o di fisica.
Anche da una rapida osservazione dei
titoli selezionati emerge, oltre una
chiara visione sugli interessi culturali e
di studio dei passati fruitori,
indirettamente, anche un piccolo
spaccato sulle professioni esistenti nel
territorio e sulle preferenze letterarie
del ristretto ceto colto della società
messinese dei secoli scorsi.
Tra le curiosità vanno segnalate una
“Storia d’Italia del Guicciardini”
pubblicata a Venezia nel 1587 e
l’Eneide in latino con la traduzione di
Annibal Caro (disponibile su e-book
per i visitatori muniti di pen-drive,
insieme a una registrazione sonora del
1981 effettuata da Nello Cassata senior
sull’opera di Publio Virgilio Marone).
Nella parte della mostra riguardante i
vecchi periodici sono esposte circa 50
testate nazionali suddivise in varie
raccolte che comprendono: “La
Domenica del Corriere”, “Le cento città
d’Italia”, “La Moda illustrata”, “Scena
Illustrata” e tante altre riviste di
divulgazione culturale come “Il
romanziere popolare” della Società
Editoriale Milanese che pubblicava
romanzi a puntate (come “Il segreto
del vecchio” di Dostojewsky o “I
profughi” di Conan Doyle).
Particolarmente toccanti sono le
pagine sul terremoto di Messina del
1908 illustrate da Beltrame su “La
Domenica del Corriere”, con i vari
soccorritori, tra cui i marinai russi e la
regina Elena di Savoia.
Non mancano neanche le pubblicazioni
stampate a livello locale, che fiorirono
tra Otto e Novecento, come “L’eco del
Longano”, “Minos”, “Il Corriere della
Provincia”, “La Lanterna”, che spesso
rappresentarono posizioni e correnti
politiche opposte in quel determinato
periodo storico che consentì, come
dimostrano le pubblicazioni stesse, una
libera attività di stampa e di pensiero.
Una sezione a parte è quella dei
manoscritti, rappresentati da una
cinquantina di atti notarili (non
pergamenacei) e da alcuni voluminosi
registri contabili di attività economiche
della zona risalenti al Settecento,
particolarmente belli nella loro
rilegatura artigianale, ma soprattutto
interessanti come documentazione per
ricostruire un attendibile profilo socio-
centonove pagina 30
Alcuni dei libri di letteratura italiana in esposizione
economico dell’area messinese.
Collegabile all’universo dei libri e della
carta stampata non manca nel museo
un’apposita area dedicata ai mezzi per
la sua produzione, dai voluminosi
macchinari tipografici, con relativo
corredo di caratteri in piombo, alle
rotative, dal semplice ciclostile alle
macchine da scrivere. A proposito di
quest’ultime, è presente una collezione
davvero speciale, dove si trova di
tutto. Alcune risalenti agli anni 20-30,
molte fabbricate negli Stati Uniti o in
Germania, tra le più curiose vanno
segnalate quella ad un solo tasto
(modello Mignon prodotta della
Europa Schreibmaschinen A.G. di
Berlino), quella per bambini con gli
animaletti raffigurati sulla tastiera
20 Giugno 2014
posterprotagonisti
La collezione speciale di macchine per scrivere
La regina Elena tra i feriti del terremoto del 1908,
“La Domenica del Corriere” (Disegno di A. Beltrame)
(prodotta dalla LC Smith & Corona
Typewriters inc. in America), quella
con caratteri cirillici di produzione
russa e tante altre rarità. Ovviamente
anche le Olivetti (della Ing. Olivetti &
c.) sono ben rappresentate, pure per
ricordare un bel pezzo di storia
dell’industria italiana, a cominciare
dalla “Lexicon 80” – famosa anche per
il costante rapporto di lavoro con
intellettuali, scrittori e giornalisti di
grande spessore: Sinisgalli, Sciascia,
Montanelli etc. – per finire alla mitica
“Lettera 22”, uno dei simboli
dell’italian style nel mondo (forse la
portatile più famosa) tanto da esser
esposta nella collezione permanente di
design al Museum of Modern Art di
New York.
La mostra, che rimarrà aperta per tutto
il mese di giugno, sta registrando una
buona affluenza di visitatori.
Scorrendo il registro delle firme situato
all’ingresso si nota che l’esposizione è
stata oggetto di visita ufficiale da parte
dell’Assessore Regionale ai Beni
Culturali, Giusi Furnari, che con la sua
presenza ha voluto attestare un giusto
riconoscimento per l’impegno di chi ha
organizzato questo particolare evento.
Un episodio che dimostra solo in parte
le molteplici potenzialità che l’intera
struttura museale (bisognevole forse di
più ampio respiro) può ancora
riservare. A cominciare, per esempio,
da una scuola per il restauro del libro
cartaceo …
A MARGINE
Nel giorni di San Giorgio
COME NASCE LA CELEBRAZIONE CHE MIRA
A INCORAGGIARE I GIOVANI ALLA LETTURA
La “Mostra del libro antico e della stampa
periodica” del Museo Cassata si inserisce a
pieno diritto nella campagna “Il maggio
dei libri 2014” promossa in campo
nazionale dal “Centro per il Libro e la
Lettura” del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, che ha fatto seguito alla
“Giornata mondiale del libro e del diritto
d'autore” promossa dall'UNESCO,
proclamata come ogni anno per il 23
aprile, appuntamento ormai fisso nel
calendario delle manifestazioni culturali
italiane.
Così l’idea di questa celebrazione nata
anni orsono in Catalogna, dove il 23 aprile,
giorno di San Giorgio, una rosa viene
tradizionalmente donata per ogni libro
venduto, da Barcelona in terra iberica
sbarca nella Barcellona siciliana, nel museo
realizzato da Antonio Franco Cassata.
L’intento è quello di incoraggiare tutti, ed
in particolare i giovani, a scoprire il piacere
della lettura e a mostrare un rinnovato
rispetto per il contributo di quelle persone
che hanno promosso il progresso sociale e
culturale dell'umanità attraverso i libri,
anche tramite la semplice ma appassionata
raccolta e conservazione delle pagine
scritte, come nel caso di questo museo.
Franco Cassata, ideatore del Museo
centonove pagina 31
Antonino Costa, il curatore della Mostra
20 Giugno 2014
posterlibri
LETTI&RILETTI. La monografia di Giovanni Di Benedetto che prende spunto dall’Emilio di Rousseau
La difficile arte di educare
Il romanzo semplice da leggere e rivoluzionario nei contenuti ha dato una svolta epocale nella
storia della pedagogia teorica e praticata. Tre secoli dopo ancora molto resta però “da cogliere”
DI
AUGUSTO CAVADI
PALERMO. Dopo due o tre secoli gli
scritti di uno scienziato conservano solo
un valore storiografico ma hanno poco o
nulla da dire ai posteri: l’evoluzione della
ricerca scientifica li rende obsoleti. Non
così per filosofi, letterati, artisti, poeti:
restano contemporanei di chiunque li
legga, dopo pochi anni o dopo millenni.
Se qualcuno ne dubitasse potrebbe
aprire la bella monografia (Un’arte che si
impara. Educazione e politica nell’Emilio
di Rousseau, Istituto Poligrafico Europeo,
Palermo, 2014) che Giovanni Di
Benedetto ha dedicato ad una delle arti
più difficili: l’educazione di ogni nuova
generazione. E lo ha fatto prendendo
spunto, con fedeltà al testo originario ma
non in maniera pedissequa, da quel
romanzo semplice da leggere e
rivoluzionario nei contenuti - Emilio –
che J. J. Rousseau ha pubblicato nel
1762 e che ha dato una svolta epocale
alla storia della pedagogia teorica e
praticata. Il pensatore ginevrino,
certamente non scevro da contraddizioni
nel corso delle sue riflessioni e
soprattutto nella sua vicenda
esistenziale, è però consapevole di non
avere ricette infallibili: “Nella misura in
cui l’educazione è un’arte, appare quasi
impossibile che abbia successo, poiché
l’armonico concorrere dei fattori a ciò
necessari non dipende da nessuno”. Un
secolo e mezzo dopo Freud gli farà eco
rispondendo alle richieste di consigli da
parte di una madre: “Non si preoccupi,
signora. Si comporti, piuttosto,
spontaneamente: tanto, qualsiasi
atteggiamento assumerà, sarà senz’altro
LACERTI DI LETTURE
sbagliato”.
Pur nell’incertezza di base, alcuni punti
fermi si possono comunque individuare.
E Di Benedetto, genitore e insegnante, li
rintraccia con acume nelle pagine di
Rousseau: evitare “la logica del
comando, della forza e dell’obbedienza”
che provoca, quando ci riesce, un
assenso ipocrita; scartare il nozionismo e
sollecitare il pensiero autonomo;
convincersi che nel processo educativo
bisogna imparare a “perdere tempo”
piuttosto che a cercare e a imporre
accelerazioni illusorie e alla fine
dannose; mirare, al di là della mera
istruzione, all’arte di vivere da parte
dell’allievo… Se alcune di queste
indicazioni sono entrare nella mentalità
comune (anche se non altrettanto nella
pratica educativa quotidiana), altre
stentano molto ad essere comprese e
condivise. E invece, anche nell’ottica di
Di Benedetto, sono rilevanti in sé e di
bruciante attualità. Mi riferisco,
soprattutto, all’idea che “educazione e
politica sarebbero parti complementari
di un unico insieme”: sia nel senso che il
sistema educativo è condizionato dal
sistema socio-politico sia nel senso che, a
sua volta, può condizionare le
trasformazioni delle istituzioni e delle
pratiche politiche. Quanto avrebbero da
imparare gli insegnanti – e in generale
gli educatori – odierni che oscillano fra il
silenzio pudico sulle tematiche politiche
e gli interventi inopportunamente
propagandistici! Che la politica debba
restare fuori dalle scuole, dalle
parrocchie, dalle associazioni apartitiche
è inoppugnabile se per politica
intendiamo competizione elettorale a
colpi di slogan e di pettegolezzi; ma se
intendiamo informazione critica sulle
diverse proposte ideologiche e
programmatiche avanzate dagli
schieramenti presenti nel Paese e nel
parlamento, la politica - in quanto
cultura politica – non può continuare a
restare fuori dalle aule se non si vuole
affossare del tutto quel poco di
democrazia che ci rimane nell’era della
teledipendenza. Tra i valori socio-politici
che, secondo Rousseau, andrebbero
indicati ai giovani come primari e
irrinunciabili, l’uguaglianza effettiva dei
cittadini; l’amore per la società (inteso
come capacità di immedesimarsi nelle
gioie e soprattutto nelle pene altrui); il
disprezzo dei corrotti e dei parassiti
(“Colui che mangia nell’ozio il pane che
non ha guadagnato da sé; e il titolare di
rendite, pagato dallo Stato per non far
niente, non differisce affatto ai miei
LA CLASSIFICA
Jean-Jacques Rousseau
occhi dal brigante che vive a spese dei
viandanti”); la libertà non “dai” legami
sociali , ma “di” costruire relazioni eque
in un contesto istituzionale orientato al
primato del bene comune rispetto
all’interesse privato. Ci si potrebbe
chiedere come mai, dopo più di due
secoli, delle indicazioni così limpide da
apparire evidenti non abbiano dato i
frutti sperati. Ma la risposta è tanto
semplice da risultare disarmante: questo
genere di insegnamenti incidono solo se
testimoniati con la vita prima che
proclamati dalle cattedre.
www.augustocavadi.com
DI FELICE IRRERA
Un siciliano di Messina rievoca gli incontri, in una quarantina di anni di giornalismo e
anche oltre, con trentuno personaggi con i quali ha avuto maggiore dimestichezza e
che, per un motivo o per un altro, hanno acquisito un piccolo-grande posto nella storia
contemporanea. Sono ritratti giornalistici, brevi ed anche efficaci, ma in qualche caso
(vedi Craxi) condizionati dai rapporti personali. Per carità, anche questa è storia, magari
microstoria, ma pur piena di aneddoti, partecipata, vivace, godibile.
Giuseppe Loteta, Istantanee tra cronaca e storia, Pungitopo 2014, pp. 128, € 15,00
Casati Modigliani
Dan Brown
1Sveva
La moglie magica - Sperling & Kupfer
4
Inferno - Mondadori
Markus Zusak
Stefano Benni
2Storia
di una ladra di libri - Frassinelli
5
Pantera - Feltrinelli
Tiziano Tersani
Massimo Gramellini - La magia di
Un' idea di destino. Diari di una vita
un buongiorno - Longanesi
3straordinaria
6
Longaneri
www.wuz.it
FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)
Interiore homine
Vi sono opere d’arte che segnano il passaggio da
un’epoca all’altra. Opere che sono pietre miliari
della storia. “La terra trema è un classico del
neorealismo. Più avanti non si va, col mondo del
lavoro, i pescatori, la presa di coscienza dei loro
problemi eccetera. Il verismo di Verga diventa neorealismo e si
esaurisce.” Le elezioni non sono più il momento in cui si
compie la democrazia, ma una vera e propria, spietata e
ferale, lotta tra bande dove chi vince prende tutto e non fa
prigionieri. “La politica ha cessato di essere scienza di
governo, ed è diventata arte della conquista e della
conservazione del potere. Così la bontà di un uomo politico
non si misura sul bene che egli riesce a fare agli altri, ma sulla
rapidità con cui arriva al vertice e sul tempo che vi si
mantiene. La lotta politica non più tra fazione e fazione, ma
interna allo stato.” La classe dirigente paralizza lo sviluppo
del paese. Il sottogoverno si concede alla perversione della
politica dominandola come una meretrice con un maschio
eccitato e impulsivo. “I nostri dirigenti sono colpevoli. Finché
essi rimangono impuniti, tutti noi siamo complici. Parole
sante.” Quando la mediocrità prevale tutti sono tranquilli. Il
talento è eversivo. “L’età media, la statura media, la media
oraria. Tutto quello che è medio è aumentato, dicono
contenti.” Bianciardi, Pasolini, Eco, Sciascia, e pochi altri
avevano capito tutto prima che iniziasse e ce lo hanno
lucidamente spiegato. Ma a noi i profeti stanno antipatici.
“Faranno insorgere bisogni mai sentiti prima. Chi non ha
l’automobile l’avrà e poi ne daremo due per famiglia e poi
una a testa, anche un televisore a ciascuno, due frigoriferi,
due lavatrici. A tutti. Purché siano pronti a pestarsi i piedi l’un
l’altro dalla mattina alla sera. Io mi oppongo.”
centonove pagina 32
Il potere si radica e colpisce, perché la maggioranza delle sue
vittime fa il suo gioco, collabora con il carnefice alla fabbrica
delle catene. “La rivoluzione deve cominciare da ben più
lontano, deve cominciare in <interiore homine>. Occorre che
la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non
produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a
rinunziare a quelli che ha.
Vent’anni di mito aziendalista: un modello fondato sulla
frode che per affermarsi ha preordinato praterie d’ignoranza
e alimentato oceani di disimpegno sociale ideologico e
culturale.
“Vedeva avanzare un nuovo feudalesimo tetro, crudele,
eroico, magnifico, intollerante, di ciarlatani e ipocriti. Un
mondo nuovo, trionfante ma involgarito, privo di idealità.”
Lacerti tratti da: ““La vita agra ” - 1962
Luciano Bianciardi
postermostre
20 Giugno 2014
DA NON PERDERE
MILAZZO. Prorogata l’esposizione all’ex Trony
Re Factory
Il progetto di Emanuela Ravidà che si ispira all’omonimo
studio ideato da Andy Warhol negli anni Sessanta
MILAZZO. Prorogata al 20 giugno la
chiusura della mostra “Livelli
atmosferici di natura artificiale”,
personale di RE (nome d’arte di
Emanuela Ravidà) a cura di Stefania
Lanuzza all’ex
Trony di Milazzo
(catalogo ita/eng
Magika Edizioni).
Dopo
l’inaugurazione del
20 maggio scorso,
avvenuta alla
presenza di un
attento pubblico di
appassionati, la
mostra ha avuto
un grande successo
di critica e
visitatori, come
testimoniato dalle
centinaia di ospiti
che hanno potuto
apprezzare le oltre
60 opere esposte.
Particolarmente
apprezzata
l’installazione site
specific che dà il
titolo alla mostra e
le opere Mattino e
Poesia realizzate su supporti non
convenzionali come i vecchi infissi.
Lo spazio espositivo si è inoltre
progressivamente arricchito di
significati, fino ad assumere i contorni
di un microcosmo sociale: ha così preso
forma la “RE Factory”, progetto che si
ispira all’omonimo studio ideato da
Andy Warhol negli anni ’60.
Raccogliendone il testimone l’artista ha
scelto di aprire i locali al pubblico,
incoraggiando chi voglia esprimersi in
qualsiasi forma ad usufruire dello
spazio. È quindi una “chiamata alle
armi” quella di RE, che chiede di
impugnare penne e strumenti,
macchine
fotografiche e
pennelli per
risvegliare l’estro e
incentivare la ricerca
e la contaminazione
tra forme espressive
diverse. Ha
dichiarato l’artista:
“Credo che
dovremmo avere
anche noi una sorta
di factory...Siete tutti
benvenuti! Chiunque
necessiti di un luogo
dove esternare il
proprio estro artistico
in qualsiasi forma,
colore e suono si
accomodi.”
La proposta è già
stata accetta da
alcuni giovani che
cercano la propria
strada all’interno
della sfera culturale
milazzese, attraverso un percorso
spontaneo di condivisione che sta
portando a nuove creazioni. Fino al 20
giugno, termine ultimo della personale,
sarà quindi possibile per gli artisti in
cerca di spazio trovare possibilità
espressive presso la sede espositiva,
nella speranza di avviare un percorso
che non si limiti alla durata temporale
della mostra ma che diventi una realtà
di cooperazione e reciproco sostegno.
Una delle immagini in mostra
Alle Egadi "Ombre dal fondo"
Esposti i risultati di un progetto esplorazione subacquea
PALERMO. Il progetto Ombre dal
Fondo sbarca alle Egadi. Presso il
palazzetto Florio slamostra
fotografica itinerante dal titolo
"Ombre dal fondo" che illustra con
30 pannelli fotografici i risultati
della campagna d'esplorazione
subacquea condotta quest' inverno
dall'Associazione "Progetto Mare" di
Palermo in collaborazione con la
Soprintendenza del Mare della
Regione Siciliana. Del team fanno
parte il documentarista Riccardo
Cingillo, coordinatore ed ideatore
del progetto, il fotografo subacqueo
Santo Tirnetta, Massimiliano Piccolo
e Massimo Ardizzoni di Rebreather
Sicilia e l'editore Qanat di Palermo
Toni Saetta. La mostra è visitabile
per una settimana, sino a domenica
22 giugno. In mostra, per la prima
volta, le immagini di alcuni relitti
individuati ad oltre 70 metri di
profondità sui fondali siciliani, ed
esplorati grazie all'impiego del
Rebreather, sofisticato strumento di
immersione che permette di operare
in sicurezza in fondali di oltre 100.
Grazie a testimonianze preziose il
regista Riccardo Cingillo ha potuto
ricostruire la storia dei relitti
documentati, e racconta come i
subacquei del team rebreather
Sicilia si sono immersi nelle acque
di Acitrezza, Marina di Caronia e
Trapani per documentare alcuni
relitti già noti alla Soprintendenza
del Mare. Si tratta di reperti che non
erano ancora stati studiati perché
situati a profondità non
raggiungibili in sicurezza con le
tradizionali tecniche d'immersione.
La mostra fotografica propone le
immagini di immenso fascino
scattate dal fotografo subacqueo
Santo Tirnetta durante la campagna
di esplorazione subacquea, che
mettono in luce due relitti di 2000
anni fa ancora da studiare con parte
del loro carico di anfore, e due relitti
risalenti alla seconda guerra
mondiale.
MODICA
“Le mie onde” tra le poesie
PERSONALE DI FOTOGRAFIA
DI IURATO A PALAZZO GRIMALDI
Modica. Dal 21 giugno al 6 luglio il Palazzo Grimaldi
ospiterà la personale di fotografia di Renato Iurato dal
titolo “Le mie onde” (inaugurazione sabato 21 giugno,
ore 18.30 ). “Le mie onde” è anche il titolo di un volume
realizzato con le immagini di Renato Iurato, le poesie di
Cetta Lentinello e gli apparati critici di Enzo Gabriele
Leanza, che sarà presentato in occasione
dell’inaugurazione. Il percorso espositivo della mostra
propone un “viaggio” attraverso la visione intima che
l’artista ha del mare. Gli scatti, realizzati con la tecnica del
mosso fotografico, non sono la semplice
registrazione di un fatto fisico, bensì l’apparizione
dell’idea, una sequenza di istanti sovrapposti che riesce a
dare forma all’acqua. «Dietro ogni mia immagine – spiega
Iurato - non c’è solo l’istinto e il colpo d’occhio, ma la
paziente attesa del momento giusto, quello che lascia il
“segno” di un passaggio d’acqua e di un passaggio di
pensiero». «Quella di Iurato – scrive Leanza a questo
proposito - è un’attenzione di matrice poetica per il
movimento e per la luce e per i colori che dal loro
connubio si generano, che prescinde dalla dimensione
toponomastica del luogo, per dare invece concretezza al
tempo, che ci viene proposto senza interruzioni, nel suo
stesso fluire, nell’alternanza del concavo e del convesso
delle onde, chiudendo e dilatando al tempo stesso la
nostra visione, oltre l’apparente limite
dell’inquadratura».
centonove pagina 33
Renato Iurato
20 Giugno 2014
posterprotagoniste
Da destra l’autrice Elena La_Fauci Di Rosa con le due figlie, Domenico Gerbasi direttore del museo e Maria Rabe che_ha presentato il libro al museo Castanea (nella foto accanto)
MESSINA. “Comunione col Divino” di Elena La Fauci Di Rosa al museo “I ferri du misteri”
Com’è moderna Santa Eustochia
Il testo sulla santa donato alla nascente biblioteca dell'etno-antropologico di Castanea: alla quarta edizione,
presentato da Maria Rabe della Soprintendenza, narra l'incredibile storia della mistica dal corpo incorrotto da 6 secoli
DI
MARIA TIZIANA SIDOTI
MESSINA. A Castanea, villaggio a 400
metri su in affaccio mozzafiato sullo
Stretto di Messina e sguardo e sullo
Jonio e sul Tirreno, a spartivento sui colli
Sarrizzo, c'è un museo dagli antichi
suoni e colori di mestieri di un tempo, "I
Ferri du Misteri". Che ora nella sua
biblioteca "in costruzione" ha un nuovo
dono, "Comunione col Divino. Una storia
che ha dell'incredibile: Santa Eustochia
Foto d’epoca al museo I ferri du misteri
Smeralda Calafato di Messina" di Elena
La Fauci Di Rosa. Che, giunto alla 4
edizione Montevergine ai 25 anni della
canonizzazione della già Beata Eustochia
dell'11 giugno 1988, è stato presentato
ai primi di maggio del 2014
all'inaugurazione della nuova sede del
castanoto museo etno-antropologico da
Maria Rabe, funzionario direttivo della
Soprintendenza di Messina Unità
Operativa XI, da sempre impegnata nel
settore bibliografico dei libri antichi, qui
a "I Ferri du Misteri" in "volontariato
culturale" per l'allestimento
della biblioteca: il viaggio
affascinato in punta di penna
semplice ma in ricerca puntuale
di documenti e fonti storiche
dalla "Legenda" di Suor Jacopa
Pollicino, sempre vicina a Santa
Eustochia, a Padre Francesco
Terrizzi, con disegni, preghiere e
righi musicali, senza trascurare
spazi per chi si adoperò per la
canonizzazione, nella vita di
fatti straordinari della Calafato
anche dopo la morte, dai
miracoli all'incorruttibilità del
corpo da 6 secoli, dalla
costruzione di un monastero,
l'unico a resistere alla precarietà
del tempo, nella via dei
Monasteri, ora XXIV Maggio,
alla lotta in umiltà ma
decisione, punto di riferimento
per molti ma in fuga dal voler
essere protagonista, per
un'esistenza di consacrazione
contro le convenzioni sociali che
la volevano sposa ad un uomo e
per un ordine riformato in
ossequio alla Regola di S.
Chiara, alla canonizzazione per la prima
volta nella storia nella città della
canonizzata ad opera di Papa Giovanni
Paolo II, e non a Roma.
Dottoressa Rabe, in occasione
dell'inaugurazione della nuova sede
del museo etno-antropologico "I Ferri
du Misteri", lei ha presentato il libro
"Comunione col Divino" di Elena La
Fauci Di Rosa: com'è nata questa
collaborazione?
«Collaboro con il geometra Gerbasi,
direttore del museo etno-antropologico "I
Ferri du Misteri" per l'allestimento della
biblioteca che si inserirà nella collezione
preziosa e pregevole di reperti attestanti
gli antichi mestieri. Avuto in dono il
testo "Comunione col Divino" della La
Fauci Di Rosa, il direttore mi ha proposto
di leggerlo per farne una recensione. Ho
accettato con entusiasmo e la lettura mi
ha fatto scoprire una creatura incredibile,
Santa Eustochia. Dopo alcuni incontri
con l'autrice e il direttore abbiamo deciso
di inserire la recensione come un
momento d'incontro durante
l'inaugurazione della nuova sede del
museo».
Nel testo su vita, opere e processo di
canonizzazione di Santa Eustochia
Smeralda Calafato, l'autrice procede
con semplicità ma con dovizia di
dettagli e confronto puntuale delle
fonti anche per la ricostruzione del
contesto storico in cui la Santa visse,
MISTRETTA
Letterate nei luoghi di Maria Messina
Mistretta. Le studiose dell’associazione Società Italiana delle Letterate coronano il
lavoro di indagine e svelamento dei talenti letterari femminili in Italia. Nel week end di
metà giugno, rappresentanti Giuliana Misserville, Pina Mandolfo e Gisella Modica, il
folto gruppo delle letterate ha vivificato le dorate vie pietrose della storica città di
Mistretta con presenze colorate e performance teatrali lungo percorsi di ricostruzione
di episodi e quadri tratti dall’opera narativa di Maria Messina, scrittrice finora più nota
all’estero che in patria, e recuperata dai mistrettesi agli onori della letteratura italiana
in toto, fino al recupero della salma nel cimitero monumentale. In progetto SIL la
pubblicazione dei suoi racconti dal Corriere dei Piccoli. Questo tipo di visita-passeggiata
realizza una nuova modalità di approfondimento culturale che intende rileggere e
scoprire le tracce dell’opera là dove l’autrice l’ha concepita, lasciando anche in loco un
ricordo manufatto, una targa commemorativa nella via a lei intitolata, a ricordo della
collaborazione fra la SIL e l’Ass. Progetto Mistretta. Non si è trattato del passaggio
effimero di una ventata culturale, mobile piuma che spesso connota le attività
convegnistiche, ma di un risuscitare e rivivere l’esperienza letteraria di un’autrice
ritrovando i luoghi dell’ispirazione, della descrizione, del sentimento nella sua
elaborazione creativa, avvalorati da letture scelte ad hoc.
Alla città di Mistretta è rimasta anche un’eredità immateriale complessa, anzitutto per le
studentesse liceali, lettrici e interpreti, a proseguire l’impegno filodrammatico; alle
associazioni l’offerta di istituire stabilmente il seducente percorso turistico; poi l’invito
alle signore dei circoli cittadini ospitanti a rompere il tetto di cristallo iscrivendosi col
proprio cognome a quegli stessi circoli cui partecipano come “mogli di”, mentre ancora
centonove pagina 34
20 Giugno 2014
posterprotagoniste
arricchendo il racconto con
illustrazioni in bianco e nero: quali
sono i punti di forza ed interesse?
«L'autrice, la professoressa La Fauci,
profonda credente e appassionata della
Santa, descrive con dovizia di particolari
tratti da fonti autorevoli, la vita e il
contesto storico della Calafato. I disegni
del testo in bianco e nero riescono ad
essere incisivi nella loro semplicità,
aiutandoci a capire anche visivamente
quanto descritto a parole nel testo.
L'autrice è un'apprezzata pittrice e i suoi
disegni corredano in maniera semplice
ed incisiva l'opera».
Il libro apre alcune riflessioni: come la
figura di una santa e mistica, di cui
ancora a distanza di 6 secoli si parla,
possa catturare il nostro
interesse ed essere
attuale? Forse il fatto
che in fondo si tratti del
sogno di una giovane
contro i pregiudizi, le
opposizioni e le invidie di
tanti?
«La lettura del testo ci aiuta
a capire come questa
"donna" sia stata
antesignana per il periodo
storico e sociale in cui visse.
La donna era considerata una
merce di scambio tra famiglie
al fine di contrarre un matrimonio
vantaggioso ma nonostante questo essa
seppe contrastare tale prassi in maniera
decisa, ferma, saggia per esaudire il suo
sogno: dedicare la sua esistenza a Cristo.
Questa donna incarna quanto di più
attuale si possa desiderare ai nostri
giorni, riuscendo a realizzare i propri
progetti, la costruzione di un proprio
monastero e l'osservanza della regola di
Santa Chiara, la più rigida».
In tutto il testo, a partire dalla
copertina, c'è un accostamento tra
Santa Eustochia ed un altro illustre
messinese, suo contemporaneo,
Antonello da Messina con alcune sue
opere...
«Questa quarta edizione si arricchisce
con l'inserimento nella coperta
dell'Annunciata di Antonello da Messina
e di molti suoi famosi quadri all'interno.
La scrittrice segue l'ipotesi che i nostri
due concittadini si conoscessero e che
Antonello si sia ispirato alla Santa per il
suo celeberrimo dipinto. Numerosi
studiosi smentiscono tale tesi ma
l'autrice avvalora tale ipotesi,
affiancando l'Annunciata al ritratto del
Marinaio che si pensa fosse Bernardo
Calafato, il padre di Eustochia».
Ritornando al museo "I Ferri du
Misteri" di Domenico Gervasi, cosa
può dirci della collezione e
della nascente biblioteca?
«Il museo è diventato una
realtà grazie alla passione del
proprietario e direttore
Domenico Gerbasi. I pezzi
collezionati nel tempo e
donati da estimatori del
settore hanno reso questo
sito un punto di riferimento
per non dimenticare gli
antichi mestieri e tutti
quegli attrezzi di uso
comune diventati ormai
delle rarità. Anche la
Soprintendenza ai Beni Culturali di
Messina ha considerato l'importanza di
questo sito, facendo catalogare i pezzi
esistenti (Osvaldo Prestipino Giarritta,
funzionario direttivo della
Soprintendenza Unità Operativa X,
autore della catalogazione, in itinere,
ndr). All'interno di questo gradevole
contesto una piccola biblioteca trova lo
spazio adeguato per approfondire
attraverso testi specifici la conoscenza sia
del territorio che delle attrezzature
esposte. Spero che la biblioteca entro il
prossimo anno possa diventare fruibile
ed invito chiunque a visitare a Castanea
il Museo risorsa del territorio».
le balconate sulla piazza pullulano di soli uomini. Infatti nei romanzi di Maria Messina
arriva sempre l’intrusa forestiera a scompigliare le carte: agli inizi del ‘900 il vento
dell’emancipazione faceva ancora paura. Per le visitatrici l’immersione nell’ambiente
dell’autrice ha funzionato come déjà vu, annullando il tempo trascorso e riproponendo
personaggi il cui fascino narrativo sta nello scavo dentro psicologie di ribellione, celate
dall’assunto convergente fra norma descrittiva maschile e impulsi femminili. A
settembre appuntamento è a Lerici per la vita e l’opera di Mary Shelley.
Franca Sinagra Brisca
Ritratto di Maria Michailovna Volkonskaja
Donne, la storia siamo noi
UNA RECENTE PUBBLICAZIONE CELEBRA IL CINQUANTENARIO
DELLA FONDAZIONE DI SOROPTMIST DI MESSINA
DI
FELICE IRRERA
MESSINA. Molte donne, in modi diversi
e in differenti contesti temporali, hanno
illustrato la città dello Stretto con il loro
impegno e la loro opera, a volte
riconosciuta e addirittura mitizzata,
altre resa oscura o addirittura ignorata
anche e soprattutto per via di una
dignità sociale troppo a lungo ritenuta
inferiore a quella dell’uomo. Benché
alcuni dei loro nomi, con la propria
storia, piccola o grande che sia,
emergano dal racconto di storici e
cronisti di età diverse, quali Bartolomeo
da Neocastro, Tommaso Fazello,
Francesco Maurolico, Rocco Pirro,
Placido Samperi, Caio Domenico Gallo,
Gaetano Oliva, Giuseppe La Farina,
Giuseppe Grosso Cacopardo, Gaetano La
Corte Cailler e tanti altri di età più
recente, nonché da vari dizionari
biografici, le loro vicende sono
scarsamente conosciute dal grande
pubblico per via della reperibilità, non
sempre agevole, delle opere in cui sono
ricordate. È per questo che non si può
non accogliere favorevolmente il volume
“Donne a Messina. Storia delle donne
come storia della città” (MD Edizioni,
Messina 2014, pp. 269) che il
Soroptimist International Club di
Messina, in occasione del cinquantesimo
anniversario della sua fondazione
(celebrato con l’organizzazione di un
Convegno e di due mostre, una su
“Donne a Messina” e una su
“Cinquant’anni di Storia Soroptimista”),
ha affidato alla cura di Michela
D’Angelo e Giovanni Molonia, offrendo
così alla città, ad opera degli stessi
curatori e di una quindicina di altre
firme (molte delle quali femminili ed
alcune di attuali socie dell’Associazione)
dei preziosi medaglioni di donne non
solo messinesi di nascita, ma che nella
nostra città hanno operato mettendo in
mostra le loro qualità di scrittrici,
poetesse, patriote, artiste, musiciste e
cantanti o consacrando se stesse alla
preghiera nella vita monacale e
riuscendo, nella pratica di essa, veri e
centonove pagina 35
propri esempi di santità. Senza contare
che addirittura centinaia sono le donne
che, come risulta da un saggio di
Gaetano La Corte Cailler (“La donna
nella beneficenza in Messina dal XII al
XIX secolo”, 1913), segnalato dalla
D’Angelo, semplicemente si dedicarono
ad attività benefiche fondando chiese e
monasteri, aprendo istituti e creando
case per donne povere.
La divisione del volume in sezioni offre
pure al lettore la possibilità di scegliere il
tema per lui più interessante,
riguardante il rapporto delle donne che
operarono in città, oltre che nelle
attività benefiche, con il potere, l’arte, la
musica, la letteratura, la religione,
l’istruzione, la scienza,
l’imprenditorialità, le professioni; e non
mancano nemmeno accenni al mito, con
la gigantessa Mata e la Fata Morgana; e
alla visione allegorica con cui gli artisti
rappresentarono la città: dalla
montorsoliana fontana di Orione in
piazza Duomo (dove Messina appare
ornata di classiche vesti) alla statua,
anch’essa classicheggiante, che la
rappresenta grata a Ferdinando II per la
concessione del portofranco, posta di
fronte al Municipio in largo Minutoli,
opera ottocentesca di Giuseppe Prinzi.
Ci si potrebbe chiedere, per finire,
perché l’intera pubblicazione sia
dedicata solo alle donne; ma la risposta
è semplice se si cita solo qualche cifra.
Nel 1991, Maria Canto pubblicava un
“Dizionario degli uomini illustri
messinesi” in cui, su un totale di 1200
voci, solo 30 erano donne, mentre
risulta che nella toponomastica
dell’intero nostro Paese soltanto il 7%
delle strade sono intitolate a personaggi
femminili. Se è vero che occorre essere
ricordati per continuare ad esistere, il
volume assume quasi il significato di un
risarcimento, per i nomi coperti da una
coltre d’oblio da una società per troppo
tempo quasi esclusivamente maschile ed
anche, perciò, indirettamente, per le
tante eroine senza nome del quotidiano
che pur hanno operato attivamente
nella nostra città.
F.I.
20 Giugno 2014
posterspettacoli
Un momento dello spettacolo Icona
PATERNO’. A Roccanormanna lo spettacolo siciliano sfida i tagli della Regione
Il festival della Resistenza
DI
PAOLO RANDAZZO
PATERNO’. Quasi una sfida, una
risposta tagliente: da una parte l’
assessore regionale Stancheris che
dichiara urbi e orbi che ebbene no,
quest’estate non ci saranno spettacoli
e rassegne in Sicilia finanziate dalla
Regione perché di soldi da spendere in
teatro, musica e danza la Regione non
ne ha più, dall’ altra i teatranti e gli
artisti riuniti negli “Stati generali dello
spettacolo” (specialmente le realtà più
attive nel comprensorio catanese come
Scenario Pubblico, Zo Centro Culture
Contemporanee, Mercati Generali,
Città Teatro, Lomax, Cinestudio,
Catania Jazz, Associazione musicale
Etnea insieme col Circuito Musicale
Siciliano, Statale 114 insieme con la
Rete di Drammaturgia Contemporanea
Latitudini) che raccolgono la sfida e si
lanciano ad organizzare nella Rocca
Normanna di Paternò un nuovo
festival (Roccanomanna-Fest, edizione
zero) che coprirà un arco temporale
che va dal 17 luglio a fine agosto. La
notizia è stata data la settimana scorsa
in un apposita conferenza stampa.
Spettacoli a pagamento ovviamente
(con biglietti dai 10 ai 20 euro), col
Comune di Paternò che offrirà ai
partecipanti solo promozione e servizi
logistici. Insomma non soldi pubblici
ma ascolto, condivisione e politiche in
un’ ottica culturale che rifugge dai
“grandi eventi” e non vuol cadere nel
rischio opposto del dilettantismo
devastante in termini d’immagine e di
costruzione di una consapevolezza
culturale diffusa. «L’impegno
finanziario per affrontare tale impresa
è condiviso tra i partecipanti in modo
da ripartire e condividere il rischio
(fattore essenziale nell’attuale
momento di crisi economica) – spiega
Silvio Parito di “Latitudini” - e
realizzare un modello virtuoso che può
esser riproposto in altre realtà,
ribaltando schemi obsoleti, oggi non
riproponibili: ovvero, da un lato la
politica dei “grandi eventi”, in cui l’
Ente pubblico ha speso enormi risorse
senza lasciare traccia sul territorio (ad
Il Castello normanno di Paternò
esempio “Il Circuito del Mito”),
dall’altro le manifestazioni “a costo
zero”, i festival del dilettante, gli
eventi pubblicitari o commerciali
carenti di professionalità e caratura
culturale». Nel merito della proposta
artistica si tratta di nove spettacoli di
teatro contemporaneo, uno spettacolo
di danza, uno spettacolo di teatro di
tradizione, quattro spettacoli di teatro
e danza per bambini, otto concerti,
undici proiezioni cinematografiche,
con un fitto calendario che sarà
diffuso non appena definito.
Riccardo III
NOVITA’
La fabbrica infuocata
IN ONORE DI LUIGI NONO, LA COMPOSIZIONE MUSICALE
DI TADDEI CON LA PARTECIPAZIONE DI GIOVANNI TORRES LA TORRE
Giovanni Torre La Torres
TORINO. Nell’ambito del Festival Antidogma Musica, il 10
giugno scorso al Teatro Vittoria di Torino è stata messa in
scena la prima de “La fabbrica infuocata” , con la direzione di
Giorgio Tedde. La breve opera musicale, di circa 15‘, celebra il
cinquantenario della prima de “La fabbrica illuminata” a La
Fenice di Venezia, opera che il famoso compositore Luigi Nono
( 1924-1990) dedicò agli operai della Italsider di Cornegliano
con testi di Giuliano Scabia e Cesare Pavese. Con
un’intitolazione attualizzata a ricalco, l’opera di Taddei
accoglie brani da un testo poetico di Giovanni Torres La Torre,
artista orlandino. Versatile nelle arti, il Nostro associa la
centonove pagina 36
musicalità dei suoi versi all’immaginifico della sua prosa e ai
colori caldi della sua pittura. I brani inseriti nell’opera sono
tratti dalla poesia “La terra dei fuochi”: “E perché altri uomini
di fango / e malefici ingegni / hanno devastato avvelenandola
/ la memoria dei luoghi / il suolo l’aria e le acque / il seno
delle madri / il sorriso dei bambini?” …. “Luna visionaria che
continua il suo viaggio / nei cieli appestati della terra dei
fuochi / stanca e dolente per il lutto alle porte delle case / e i
nomi che escono nei lamenti delle madri” Il poeta è stato
attratto da quegli aspetti della musica contemporanea dove
nonianamente “violenza umana e sonora si intrecciano”
perché “la sintesi di arte e politica significa suprema
responsabilità”. Persona affabile e ritrosa, l’anziano compagno
Torres, la cui inestinguibile vena poetica incontra temi di
grande attualità, pubblicherà fra poco la raccolta di poesie
civili “Luna visionaria” per le edizioni di Prova d’Autore.
Franca Sinagra Brisca
posterrubriche
NUOVE VISIONI
DI MARCO OLIVIERI
Tutta colpa del vulcano
Non è una commedia
sferzante e memorabile. Non
è geniale, né provocatoria e
profonda. Scritto
dall’esperto Laurent Zeitoun
(“Un piano perfetto”, “I
truffacuori”) e dal regista
Alexandre Coffre (“Une pure affaire”), il
francese “Tutta colpa del vulcano” si
regge sulla bravura dei due protagonisti:
Dany Boon e Valérie Bonneton. Nei panni
di due litigiosissimi ex coniugi alle prese
con tragicomiche disavventure, complice
l’eruzione del vulcano islandese
Eyjfjallajökull, per giungere in Grecia e
assistere in tempo al matrimonio della
figlia, Boon e Bonneton formano una
coppia davvero azzeccata. Il film prende
spunto dalla realtà – un’eruzione
avvenuta nel 2010 e che impose la
chiusura degli spazi aerei in molte zone
europee – e l’evento costituisce il
pretesto per costringere i protagonisti a
fare insieme un improbabilissimo viaggio,
reso pericoloso dai risentimenti e le
reciproche ostilità. La bravura dei due
interpreti, per espressività e forza comica,
sopperisce alla pigrizia di sceneggiatore e
regista, i quali si limitano a realizzare una
passabile black-comedy, con trovate da
minimo sindacale. Un mix di grottesco,
cattiveria e un tocco di sentimento nel
finale, nel segno della scontata
riappacificazione fra i due divorziati. Un
insieme reso comunque godibile dalla
presenza scenica dei due mattatori. Gli
spunti iniziali, tuttavia, sembravano più
promettenti e la commedia si trascina tra
qualche guizzo e momenti troppo
prevedibili.
MESSINA. Alla Sala Laudamo
Actorkids in scena
con la fiaba di Calvino
MESSINA. ActorKids, ActorGym e
Progetto Suono alla Sala Laudamo
venerdì 20 giugno alle ore 19 mettono in
scena “La prima spada e l'ultima scopa”
liberamente tratto dalla fiaba di Italo
Calvino con adattamento
e regia di Cecilia Foti. Il
progetto “ActorKids” è una
palestra teatrale per
giovanissimi tra i 6 e i 13
anni con lo scopo di far
divenire il teatro un luogo
Cecilia Foti
fisico nel quale giocare e
divertirsi e dove
apprendere i vari strumenti della
recitazione: voce, corpo, ritmo, relazioni
di gruppo, studio del personaggio,
esercizio della memoria, letture dei testi
da drammatizzare, danza e canto. Chi
parteciperà allo spettacolo di venerdì alla
Laudamo potrà ascoltare i sax di
Maugeri, le chitarre di Fichera, il teen
choir, le Glorius e altro ancora.
20 Giugno 2014
CASTING
"Da Salina a Sanremo"
MUSICA
APPUNTAMENTO AL CENTRO COMMERCIALE
TREMESTIERI CON LA PRIMA SELEZIONE
DEI CONCORSI GRATUITI DI MAREFESTIVAL
Viva le cassette
La vincitrice del 2013 Ketty Ragno
MESSINA. Al via la II edizione del
concorso di canto e danza "Da Salina a
Sanremo" promosso da MareFestival
Salina: da oggi sono aperte le iscrizioni
gratuite ai casting in programma
venerdì 27 giugno al Centro
Commerciale di Tremestieri con inizio
alle ore 15. La gara è rivolta a giovani
talenti cantanti (da 12 a 32 anni) e
ballerini (16-25) che dovranno
presentare un pezzo a scelta libera: una
giuria di esperti selezionerà i migliori
che accederanno alla semifinale di
sabato 26 luglio al Monte di Pietà,
patrocinata dalla Provincia Regionale di
Messina. La kermesse di Salina, di cui è
madrina Maria Grazia Cucinotta, ha già
portato fortuna e lanciato tanti talenti in
questi anni (nel 2013 la Miss Italia
Giulia Arena) e dal 31 luglio al 5 agosto
accoglierà vip, autorità, giornalisti e
turisti durante sei giornate ricche di
cinema, anteprime, musica,
presentazioni libri, sfilate ed eventi
collaterali promossi dall'associazione
culturale Prima Sicilia, guidata da
Massimiliano Cavaleri (direttore
artistico delle kermesse), Patrizia Casale
e Francesco Cappello e col patrocinio
dei Comuni di Santa Marina Salina
(sindaco Massimo Lo Schiavo) e Malfa
(sindaco Salvatore Longhitano). La
competizione canora è ispirata al
DE GUSTIBUS
programma di RaiUno "Tale e Quale
Show": gli esperti giudicheranno prima
di tutto la preparazione vocale. Al fine
di arricchire l'esibizione dal punto di
vista scenico e soprattutto nella
finalissima di Salina, i concorrenti
saranno invitati, col supporto
dell'organizzazione, a utilizzare trucco,
acconciature, abbigliamento e accessori
in grado di ricordare l'artista prescelto,
così da rendere omaggio a grandi
cantanti in uno spettacolo dove la
musica sarà protagonista. Per la danza
sono ammessi vari stili sia solisti che
passi a due. Delle giurie faranno parte
nomi noti dello spettacolo e del
giornalismo oltre ad autorità e ospiti del
Festival. Nella finale, che si terrà
giovedì 1° agosto in piazza Santa
Marina Salina, i concorrenti cantanti e
ballerini che avranno passato il turno
della semifinale messinese si sfideranno
per vincere il Premio Mare Festival. Il
riconoscimento dà diritto a un'esibizione
nel febbraio 2015 a "Casa Sanremo",
salotto ufficiale del Festival della
Canzone Italiana, promosso dal Gruppo
Eventi, presieduto da Vincenzo
Russolillo, che nella settimana
festivaliera riunisce giornalisti, cantanti,
addetti ai lavori, discografici. L'anno
scorso fu Ketty Ragno a dominare il
palco dopo la vittoria eoliana.
DI CESARE NATOLI
Ci sarà anche un
‘Cassette Store Day’.
Dopo il Record Store
Day, che dal 2007
celebra in tutto il
mondo i fasti del
vinile, il prossimo 27 settembre
verranno glorificate – anche in
città italiane come Palermo, Torino
e Milano – le musicassette. Sono
state un simbolo degli anni '80,
grazie soprattutto al Walkman
Sony, che ne consacrò il successo
in nome della portabilità. In
realtà, però, le musicassette in
realtà nascono agli inizi degli anni
'70; anche in questo caso, come
con gli Lp - malgrado non abbiano
il fascino dei vecchi 33 giri in
vinile e sicuramente nemmeno il
loro suono - forse l’effetto
nostalgia potrà più di tutto anche
perché sul piano dell’utilizzo è
impossibile dimenticare i nastri
fagocitati dai ‘mangianastri’
recuperati dal buon appassionato
armato di penna Bic. Ciò
nonostante le audiocassette sono
ancora usatissime, specie in generi
di nicchia come industrial music,
punk e garage. Gli organizzatori,
che manco a farlo apposta
producono artisti su nastro
magnetico, sperano che il boom
del vinile possa contagiare i nastri
in nome di un supporto fisico
economico e pratico, specie per
chi vuole produrre e vendere
direttamente la propria musica a
basso costo.
DI MASSIMO LANZA
Provenzani al Cous Cous Fest
E’ LO CHEF MILANESE Andrea Provenzani il
vincitore delle selezioni nazionali del Cous Cous Fest
Preview, l’anteprima del Cous Cous Fest che si
svolgera a Settembre di San Vito Lo Capo.
Provenzani, che si è imposto sugli altri 5 concorrenti
provenienti da tutta Italia - Enrico Panero, Daniela
Cicioni, Sara Latagliata, Michele Mauri e Marcello Valentino - farà
quindi parte della squadra italiana, capitanata dallo chef sanvitese
Peppe Salmeri, in gara a settembre alla prossima edizione del
Cous Cous Fest. Lo chef - che lavora al ristorante “Il Liberty” di
Milano dove propone una cucina istintiva, umorale, espressione
del proprio essere - ha conquistato la giuria tecnica, presieduta dal
giornalista Paolo Marchi e quella popolare composta dai visitatori,
presentando un piatto di cous cous dal titolo “La mia Sicilia”, con
centonove pagina 37
pesce spada, cipolle al Marsala, zafferano, uvetta, latte di
mandorla e cenere di melanzane.Al secondo posto, per appena 12
centesimi di punto, il cannolo di cous cous di Enrico Panero, chef
ad Eataly Firenze; terza Daniela Cicioni e il suo cous cous vegano.
Possono essere contenti gli organizzatori dell’anteprima del Cou
Cous Fest la manifestazione ancora una volta è riuscita bene e ha
portato a San Vito lo Capo tanti importanti chef italiani che anno
contribuito sicuramente alla crescita del livello qualitativo della
rassegna e della ristorazione sanvitese, favorendo scambi di
professionalità. L’appuntamento è adesso per la prossima edizione
del Cous Cous Fest, dal 23 al 28 settembre con un programma che
mette insieme gastronomia, cultura, musica e intrattenimento per
tutta la famiglia. Tanti i visitatori che hanno partecipato
all’anticipo del Cous Cous Fest partecipando ai laboratori
gastronomici proposti dall’attore e chef Andy Luotto e dallo chef
palermitano Filippo La Mantia, molto seguite anche le lezioni su
come fare a casa il Cous cous.
20 Giugno 2014
posterlettere
QUI SCUOLA
GUI
HERITAGE
DI ANDREA SMITH
DI SERGIO BERTOLAMI
Calendario scolastico
A scuola il 17 settembre
Il futuro è in tasca
Gli studenti delle classi finali
delle superiori hanno iniziato
mercoledì scorso la fase che li
porterà alla conclusione del percorso
scolastico –per il conseguimento del
diploma - con la prima prova scritta degli
esami di Stato. E, tenendo conto dei
candidati che compongono la
commissione, già dopo la prima
settimana di luglio cominceranno ad
essere noti gli esiti, per assaporare quel
tanto agognato senso di libertà di non
dover più tornare a scuola. Gli studenti
delle altre classi, invece, non hanno
avuto il tempo di giungere all’ultimo
giorno di lezione, che già hanno sentito
parlare di ritorno a scuola. L’Assessorato
regionale, infatti, con decreto del 9
giugno ha disposto l’inizio delle lezioni
del prossimo anno scolastico il 17
settembre 2014 e la fine il 13 giugno
2015, con la novità del ponte di
Carnevale. In particolare, fermi restando
il calendario delle festività nazionali, ivi
compresa la festa del patrono, in Sicilia
l’attività scolastica nella scuola
dell’infanzia e le lezioni della scuola
primaria e secondaria di primo e secondo
grado sono sospese: dal 22 dicembre al 6
gennaio, il 16 e 17 febbraio per le
vacanze di Carnevale, dal 2 al 7 aprile per
le vacanze di Pasqua e il 15 maggio per
festa dell’Autonomia Siciliana.
Nell’ambito del calendario scolastico i
Consigli di Circolo e d’Istituto, in funzione
del POF, possono determinare
adattamenti del calendario circa la data di
inizio e la sospensione delle lezioni, con i
criteri della compensazione, nel corso
dell’anno scolastico. E a questo punto
appare verosimile che più di una
istituzione scolastica anticiperà l’inizio
delle lezioni di uno o più giorni, visto che
il 17 settembre cade di mercoledì. Per la
validità dell’anno scolastico, comunque,
dovranno essere svolti almeno 200 giorni
di lezione.
ECOLOGIA&AMBIENTE
MESSINDRASTICA
DI FABIO AMATO
Messina, notte bianca e arancini
E finalmente anche Messina, adeguandosi alle Città
Europee, ed avendo partecipato egregiamente alle ultime
elezioni, piazzandosi come sempre per tutto, all' ultimo
posto, ha istituito la Notte bianca! Una nottata bellissima,
con tutti i musei aperti, l'isola pedonale piena di gente, che
camminava festosa mangiando calia e semenza, e
chiaramente buttando per terra le bucce, formando cosi un tappeto di
residui, che in confronto l'infiorata di Noto è ridicola. Ed i negozi!?
Pazzesco! Tutti aperti, addobbati con fiori e cotillions, che appena entravi
ti offrivano focaccia, arancini e birra, infatti più che una Notte Bianca,
sembrava la Sagra della Focaccia e dell'arancino. Ma comunque, ognuno
ha quel che si merita!!! Ci siamo diretti poi verso la passeggiata a mare,
dove in ogni angolo , c'erano gruppi musicali che suonavano di tutto , dal
jazz al funky , dal rock al blues , era un tourbillon di suoni e colori e tutti
ballavano. Sembrava di essere a Rio de Janeiro. Procedendo verso il Faro,
tutte le spiagge erano piene di gente che mangiava da enormi barbecue,
pieni di carne e verdure arrostite, e per chi voleva tornare in città, c'era un
servizio navetta , organizzato dalla Caronte che ti riportava
gratuitamente in Citta'. Minchia, dicevano tutti, felici e contenti , questa si
che e' una Notte Bianca !Piano piano arrivava l'alba, e tutto diventava
veramente bianco, etereo, quasi inesistente ed impalpabile, e
svegliandomi dal mio torpore, e dal mio annebbiamento , mi rendevo
conto che forse la vera Notte Bianca era questa, inesistente e non quella
che avevo sognato. Felice del fatto che la mia Città, era rimasta la stessa,
mi riaddomentai e ripresi a sognare. Non dopo aver gustato una mezza
con panna e brioche. Questa veramente reale! Buonanotte!
Proprio così: il futuro lo
portiamo in tasca. Non mi
riferisco alle proposte di un
assessore che in mancanza
d’idee per valorizzare e
promuovere la cultura a
Messina, preferisce
ripescare soluzioni monetarie come i
miniassegni. Guardo piuttosto al
dibattito nazionale dove, alla Sapienza
di Roma, Dario Franceschini, ministro
dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo, ha incontrato Eric Schmidt,
presidente di Google, che a chiare
lettere ha fatto presente il gap,
cognitivo quanto strutturale, che sta
facendo perdere all’Italia la
competitività del suo asset migliore:
«L'Italia deve diventare digitale
portando sul web le ricchezze culturali
e ciò deve essere supportato dal
mobile che ha un'alta penetrazione».
Gli fa eco da Torino John Elkann, al
congresso mondiale dell’editoria, che
afferma: «Non c’è dubbio che, se un
terzo della popolazione mondiale si
connette quotidianamente ad Internet
attraverso smartphone e tablet,
diventa prioritario il tema della
comunicazione attraverso la tecnologia
mobile». Tant’è che le strategie legate
al “digital first” (digitale innanzi tutto)
presto assumeranno un’attenzione
preminente. Non è un leaked
document, trapelato occultamente.
Perché, alla luce dei fatti, la soluzione
è da trovarsi nel cambio di abitudini
nell’acquisizione delle informazioni.
Consiste in contenuti e prodotti
editoriali adeguati all’era della
digitalizzazione, utilizzando new
media e connessioni Internet,
attraverso motori di ricerca e
soprattutto in mobilità. L’incognita
rimane ancora il modello di business.
Ma questo, per fortuna, non è un
problema degli assessorati alla cultura.
[email protected]
DI ANNA GIORDANO
Acqua e trasparenza
Il 40% (probabilmente anche di più)
dell’acqua che scorre nei tubi, si perde
lungo il percorso. Si prospetta un’estate
con disservizi, che già alcune zone della
città subiscono (13 giorni senz’acqua sono
un incubo, già lo è uno, figuriamoci 13), ma mai che si
pensi e si dica e si faccia la manutenzione e la
riparazione delle condotte che perdono. Le strade
perpendicolari al mare di Messina sono tutte fiumare
coperte, andarci sotto è una visione da inferno: ferri
cadenti o caduti, cemento ammalorato, tubi d’acqua
che perdono alla grande. Perché, anziché andare a
prelevare nell’Alcantara (e relativi prezzi anche
ambientali, non solo in euro), non si pensa a rimettere
in sesto la rete idrica? E come mai si continuano a
emungere le fiumare, o a prevedere nuove (e infinite)
lottizzazioni ovunque, dando per scontato che l’acqua si
avrà, costi quel che costi? Mi ricordo una delle tante
lottizzazioni previste sulla riviera nord, dove si era
scritto che per fornire l’acqua alle ville (500), si sarebbe
dovuto costruire un nuovo serbatoio comunale e
attingere acqua dai pozzi, alias dalle falde delle
fiumare. L’acqua, bene preziosissimo, viene ancora oggi
trattata come se fosse perenne, presente sempre e
comunque, eppure la storia anche attuale dovrebbe
insegnarci che laddove c’è, va preservata il più possibile,
non prelevata senza limiti per farne poi, spesso, usi
futili, piscine in primis. Se si emungono troppo le falde,
entra poi acqua dal mare, si salinizza e non si può usare
mai più, è un processo irreversibile e già Reggio
Calabria lo vive da anni. E visto che ancora oggi e
nonostante anni e anni di richieste, sia scritte che a
centonove pagina 38
voce, in incontri ufficiali, il Comune di Messina non
mette on line le Valutazioni di Incidenza (ovvero gli
studi che dovrebbero farsi per le opere in Zona a
Protezione Speciale), mi domando cosa sia stato scritto
per i tanti progetti già approvati, in merito alla risorsa
idrica, preziosissima. Forse, ci fosse stata evidenza
pubblica, e la possibilità per noi di scrivere man mano
cosa di sbagliato c’era in questi studi, o se e cosa era
stato omesso (acqua inclusa), non si sarebbero sviluppati
comportamenti non virtuosi nei vari passaggi
autorizzativi di opere varie in una zona protetta, che la
Procura ha invece individuato. Ci sono milioni di
profughi ambientali, e l’oro blu, come si chiama l’acqua,
è una delle cause quando inizia a scarseggiare. Tutto in
natura è prezioso e va attentamente calibrato il suo uso.
Quindi, riparate le condotte anziché parlare di nuovi
prelievi, e mettete on line progetti e studi, la
trasparenza è un obbligo, non un optional.
postercommenti
DISCUTIAMONE
ELIODORO
DI GIOVANNI FRAZZICA
Corruzione, dal sesterzio all’euro
MESSINA. Ora che Roberto Benigni si è
messo a parlare di corruzione è bene dare un
po’ di attenzione al fenomeno, potrebbe
diventare un fatto politico serio, visto che nel
vivaio della sinista storica ex-Pci le novità
scarseggiano, un savonarola di prestigio,
simpatico, da usare anche in chiave antiGrillo, potrebbe essere una grande risorsa.
Purtroppo sembra che in Italia finisca col
prevalere un sistema politico corrotto, si
parla di "cleptocrazia", cioè "governo di
ladri", oppure, in senso più ironico, di
"repubblica delle banane". Entrambe le
definizioni non giovano alla nostra economia
che ha fatto registrare un calo del 58% degli
investimenti stranieri. Sostiene Robert
Klitgaard che «la corruzione è un reato
basato sul calcolo, non sulla passione. Le
persone tendono a corrompere o a essere
corrotte quando i rischi sono bassi, multe e
punizioni minime, e le ricompense grandi».
Gherardo Colombo, ospite de “'i’ntervista” di
Maria Latella su Sky TG24, ha sostenuto che
"la corruzione è un male endemico del
nostro Paese". Sarebbe il caso di riflettere sul
concetto di “male endemico”, atteso che lo
stesso ex-magistrato non si riferiva
all’esperienza di Mani Pulite, che aveva
gestito personalmente, ma a qualcosa che
aveva radici in tempi più remoti. Si potrebbe
pensare allo scandalo dei petroli, che
determinò la caduta del Governo Rumor il 2
Marzo del 1974, o, andando ancora a ritroso,
al 28 gennaio 1893, quando troviamo lo
scandalo della Banca romana, uno dei più
clamorosi e consistenti di tutti i tempi. Ma fu
quella degli antichi romani la prima grande
150 PAROLE DA PALERMO
Un lavoro per Marco
DI
MARIA D’ASARO
Lo chiamo Marco, ma si potrebbe
chiamare Francesco, Salvo o Giuliano. E’
un ragazzo palermitano di trent’anni, con
una storia simile a quella di tanti suoi
coetanei: un’infanzia difficile, l’istituto
superiore lasciato a metà, una qualifica di
elettricista conseguita in un corso di
formazione regionale. Marco non sa fare
solo l’elettricista: sa fare anche
l’imbianchino, s’intende di idraulica, sa
persino piastrellare un garage. Vorrebbe
solo una cosa, adesso: lavorare. Anche
pulire le scale, piantare pomodori o
lavare i cessi: purchè sia un lavoro onesto.
Ma nella Palermo di oggi la sua è una
richiesta da sogno e Marco continua a
rimanere disoccupato. E’davvero assurdo
e ingiusto che un trentenne volenteroso
non abbia un lavoro e un reddito propri:
è come se la società lo tenesse in
prigione, nella prigione invisibile della
sua dipendenza dai familiari. Marco è
innocente, ha diritto di vivere libero. Cosa
aspetta la buona politica ad aiutarlo?
20 Giugno 2014
palestra in cui si svolsero i primi sontuosi
esercizi di corruzione, talmente importanti, da
entrare nei libri di storia. Esistevano già allora
dei veri e propri organizzatori di campagne
elettorali, come Publio Cornelio Cetego, che,
grazie alla sua rete di amicizie, sapeva come
conquistarsi il favore del popolo, era un vero e
proprio mercante di voti, in grado di
controllare tutta la città. Lo stesso Lucullo, che
voleva il governo della Cilicia, malgrado
avesse più volte condannato l’immoralità di
Cetego, dovette conquistare la sua amante,
Precia, per poter ottenere la nomina che
desiderava. Sono noti anche accordi preelettorali ed il voto di scambio, le cosiddette
coitiones, per cui due candidati si
scambiavano i voti dei loro elettori fidati o
comprati, come nel caso dei due edili del 55
a.C. Plancio e Plozio, che furono eletti dallo
stesso numero di tribù e dallo stesso numero
di voti all’interno di ciascuna tribù, per cui i
votanti erano stati ben istruiti. E poi ci fu
Verre che rubò in Sicilia, a piene mani, tanto
che Cicerone gli dedicò ben sette orazioni, ma
ne bastarono due per convincerlo che era
meglio andarsene in esilio, sparire. Sarebbe
interessante fare un esame comparato per
capire il valore della corruzione di Verre, che
era espresso in sesterzi, rapportato a quello
dei grandi scandali italici consumati in lire o,
più recentemente, direttamente in euro. In
attesa di veder soddisfatta questa curiosità,
torniamo al dr. Colombo che ha
detto:”Dall'inizio di mani pulite sono passati
22 anni, forse non bastano per cambiare se è
così radicato nella cittadinanza il senso di
trasgredire le leggi invece di rispettarle".
Colombo pensa non solo all’alta corruzione,
ma anche a quella spicciola, del vigile urbano
che chiude un occhio in cambio di una busta
di spesa. Questo rende debole il Paese, c’è una
parte della base sociale propensa alla
connivenza e alla tolleranza perché presa
nella ragnatela dei piccoli compromessi. Per
venirne fuori, più che leggi speciali o nuove
authority, serve un cambio di mentalità, per
cui occorre puntare soprattutto sulla scuola ed
i tempi, come è immaginabile, non saranno
brevi.
ANIMAL HOUSE
Una poltrona da centomila euro
CATANIA - Una poltrona ben ricompensata quella di direttore generale di
Sostare, la partecipata del Comune che gestisce le strisce blu: centomila euro
l'anno. Occupata, poltrona e compenso, da persona non gradita dal nuovo
presidente, Gilberto Cannavò, esponente del rampantissimo "Articolo 4" di Lino
Leanza, che vuole mandare a casa Giacomo Scarciofalo, ex segretario della CGIL,
da dodici anni direttore generale. A Scarciofalo viene imputata la responsabilità
di un disavanzo di 200mila euro nel bilancio scorso, dopo l'aumento delle ore
lavorative del personale. Ma, forse, ancora più grave, sarebbe stato
l'annullamento di un accordo che attribuiva all'imprenditore Virlinzi un
risarcimento per la vicenda del parcheggio Europa, oggi semideserto. Il
presidente Cannavò ha già ottenuto un parere legale che lo autorizza al
defenestramento. In corsa per il nuovo incarico un legale crocettiano.
ANTIBUDDACI
DI DINO CALDERONE
Lavoro, qualche luce
Rendere più efficiente
il passaggio fra
l'Università e il mondo
del lavoro non è facile. La ricerca
del primo impiego, anche per un
giovane che ha conseguito la laurea
dopo un lungo e impegnativo corso
di studi, è infatti molto tortuosa e
problematica. Ancora più difficile è
immaginare di realizzare contatti
positivi fra Università e imprese in
contesti sociali come il nostro, che
presenta livelli sempre più alti di
disoccupazione. Eppure anche a
Messina è possibile realizzare
iniziative di qualità che possono
indicare prospettive nuove ed
aprire qualche speranza nei più
giovani. La giornata che C.A.R.E.C.I.
e C.O.P. dell'Ateneo peloritano e
Fondazione Consulenti per il Lavoro
hanno recentemente promosso ha
raggiunto brillantemente questi
ambiziosi obiettivi. Durante il Job
Day del 12 giugno a Piazza
Antonello si sono presentati, da un
lato 20 aziende della provincia di
Messina interessate ad attivare 22
tirocini per laureati degli ultimi 5
anni (giovani fino a 29 anni o
disoccupati di qualsiasi età) e,
dall'altro, ben 889 candidati con
relativo curriculum. Un risultato
importante per gli organizzatori che
conferma la bontà dell'iniziativa e li
incoraggia a continuare in questo
inedito percorso realizzato per la
prima volta in Italia (altre aziende
messinesi sono già pronte a
condividere questa interessante
proposta). I tirocini consentiranno a
22 laureati di fare un primo ingresso
nel mondo del lavoro per poter
verificare e orientare meglio e più
direttamente le proprie scelte
professionali, ma serviranno
soprattutto ad accendere qualche
piccola luce su un territorio nel
quale l'elenco delle aziende che
chiudono, il numero dei licenziati
che crescono, sono diventati da
tempo gli unici indicatori negativi
comuni. Iniziative come il Job Day
non possono certo ridimensionare
questi dati impressionanti e renderli
meno catastrofici, ma riescono a
squarciare un orizzonte chiuso e
oscuro che opprime e recide ogni
speranza di futuro non solo fra i più
giovani.
[email protected]
DI ROBERTO SALZANO
Vacanze separate
DOMANI INIZIA ufficialmente la stagione
estiva 2014 e, col caldo, torna un appello
che non può non essere rinnovato: gli
animali non vanno abbandonati. Boom di partenze e
conseguente boom di abbandoni, nonostante le molte
campagne di sensibilizzazione. Tristi previsioni, poi
puntualmente confermate dai bilanci diffusi al termine
dei tre mesi più torridi dell'anno, lontanissimi dall'essere
rassicuranti: migliaia di esemplari lasciati sulle strade,
destinati ad aggravare la già preoccupante piaga del
randagismo. La vita in compagnia di un amico a quattro
zampe è un rapporto in piena regola, una convivenza che
prevede diritti da garantire e doveri da osservare. Un
rapporto in cui non è contemplata l’opzione delle
centonove pagina 39
“vacanze separate”. Una “separazione” che per il gatto o
il cane in questione non sarebbe una scelta ma una
sgradita sorpresa, una terribile delusione. Abbandonare
un animale è un reato, punito con l’arresto e il
pagamento di un’ammenda. Le associazioni animaliste si
occupano della questione sempre con tempestività e
puntualità, ricordando che non può subentrare il
disinteresse di fronte ad una realtà così dura. Si scuotono
le coscienze e si tiene alta l’attenzione. Eppure i numeri
restano sconfortanti. Proprio perché si ripropone con
gravità pressoché inalterata, il fenomeno va condannato
e stigmatizzato con immutata fermezza e il messaggio
ribadito con identica convinzione: sono ancora troppi i
soggetti che pensano che l'affetto abbia scadenze
stagionali. Il loro evidentemente sì, ma non quello degli
esseri viventi che sono capaci di lasciarsi alle spalle senza
il minimo scrupolo.