L`esposizione - Fotografia.it
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Speciale Bianco e Nero L’esposizione Il fotografo che stampa da sè le proprie foto è avvantaggiato. Già al momento dell’esposizione della pellicola può scegliere valori di tempo e diaframma che gli facilitino la stampa. È indispensabile sapere usare bene l'esposimetro. Che sia del tipo incorporato nella fotocamera, oppure uno strumento separato, non importa. Indispensabile è conoscerne possibilità e limiti. Esposimetri ed esposizione L'esposimetro della macchina fotografica misura la luce riflessa dal soggetto. Dal momento che l'esposimetro è tarato sui valori del grigio medio, la misurazione indicata sarà valida al 100% solamente quando le condizioni effettive sono conformi alla taratura. Per i soggetti che non corrispondono al grigio medio, il fotografo dovrà modificare la misurazione se vuole ottenere una esposizione perfettamente rispondente alla scena inquadrata. Ad esempio se il soggetto inquadrato è molto scuro, l’esposimetro suggerirà un aumento dell’esposizione; avverrà il contrario se il soggetto è molto chiaro. La logica dell’esposimetro è quella di garantire un’immagine perfettamente leggibile, ma se vogliamo rendere l’atmosfera della situazione sarà necessario intervenire con una compensazione: se è la zona chiara a essere misurata, dovremo aumentare l’esposizione da +1 a +2 valori di diaframma. Per le parti scure, dovremo sottoesporre di altrettanto. Misurazione con luce riflessa La misurazione che tiene conto della luce riflessa dal soggetto si chiama "misurazio- ne con luce riflessa". Tutti gli esposimetri incorporati nelle fotocamere reflex operano secondo tale modalità. Il metodo è sperimentato, tuttavia bisogna diffidarne quando il soggetto presenta una predominanza di aree chiare o scure. Un paesaggio, nel quale il cielo occupa una grande parte dell'immagine, sarà reso troppo scuro, perché quest'ultimo influenza in maniera preponderante la lettura. In questo caso conviene dirigere l'obiettivo verso una superficie grigia, oppure un po' verso il basso, memorizzare l'esposizione così trovata e solo dopo eseguire l'inquadratura desiderata e scattare. Misurazione della luce incidente Con un esposimetro a mano possiamo eseguire anche la misurazione a luce incidente. La si effettua puntando l'esposimetro, posto vicino al soggetto, verso la sorgente di luce che lo illumina. Occorre però ricordarsi di porre sulla cellula di lettura la calotta opalina, che ha la funzione di diffondere la luce in maniera uniforme. Questa tecnica dà risultati sempre di buon livello, perché la misurazione non viene influenzata dalle zone troppo chiare o scure del soggetto, né dal suo colore preponde- rante. Misurazione del contrasto La misurazione del contrasto di una scena è importante per valutare se la pellicola sarà in grado di riprodurre tutte le sfumature di luce. Mediamente una pellicola è in grado di restituire una differenza di luminosità pari a 8/9 diaframmi. Fanno eccezione le pellicole che si sviluppano nel bagno colore C41; queste hanno infatti una latitudine di posa nettamente più ampia, che raggiunge circa dodici diaframmi. Il contrasto del soggetto e la latitudine di posa della pellicola interagiscono strettamente fra di loro. Se la misurazione del contrasto del soggetto mostra una differenza di otto diaframmi fra le luci e le ombre più importanti del soggetto, la pellicola sarà in grado di riprodurre tutti i toni della scena ripresa. Se la differenza di luminosità è maggiore, ad esempio con un soggetto molto contrastato caratterizzato da una differenza di dodici diaframmi tra le parti più chiare e quelle più scure, questo soggetto non potrà essere restituito correttamente da una pellicola che abbia una latitudine di posa di otto diaframmi. Puntando l’esposimetro spot su punti diversi dell'immagine si otterranno misurazioni diverse: Puntare su un’area grigia è come inquadrare il cartoncino grigio, e l'esposizione conseguente è corretta. Puntando su una zona molto scura otterremo un'immagine sovraesposta senza più alcuna leggibilità nelle zone luminose. Puntando su una zona molto chiara otterremo un'immagine sottoesposta, senza più alcuna leggibilità nelle ombre. Foto Gerardo Bonomo Quindi, al momento dell'esposizione, bisognerà scegliere i punti che vogliamo esposti correttamente. Se impostiamo un valore medio, perderemo dei dettagli sia in piena luce sia nelle ombre profonde. Se sovraesponiamo le luci intense, queste perderanno ancora dettagli, mentre le ombre ne guadagneranno. In caso contrario le luci intense saranno più ricche di particolari, ma le ombre rimarranno senza dettaglio. Occorre anche ricordarsi che la sovraesposizione porta ad un aumento della grana e ad una attenuazione della nitidezza, a causa della diffusione della luce all'interno della emulsione. La latitudine di posa delle pellicole è però largamente sufficiente per la maggior parte dei soggetti. Solamente con soggetti ad alto contrasto dobbiamo decidere su ciò che ha maggiore importanza: le ombre oppure le luci. Questa scelta può avere rilievo anche nei casi in cui si intende effettuare interventi creativi al di là della semplice restituzione del soggetto. Per effettuare una misurazione precisa conviene utilizzare un esposimetro spot, che permette di effettuare misurazioni con un angolo di campo ridotto. È così possibile misurare in maniera selettiva le ombre e le luci delle parti più importanti dell’immagine da riprendere. In mancanza della misurazione spot si può effettuare una lettura ravvicinata sul soggetto in modo da leggerne solamente una piccola parte. La fase dell’esposizione è strettamente legata a quella dello sviluppo. Se ci troviamo di fronte a un soggetto ad alto, o debole, contrasto, modificando l’esposizione al momento della ripresa, e di conseguenza lo sviluppo, otterremo un migliore contrasto sul negativo. Se la scena inquadrata presenta un contrasto elevato, suggeriamo di sovraesporre la ripresa di mezzo diaframma e sottosviluppare la pellicola del 20%. Per un debole contrasto basta prolungare lo sviluppo del 20%, essendo superflua una correzione dell'esposizione. Queste valutazioni richiedono una notevole esperienza, per cui suggeriamo a quanti sono alle prime armi di evitare questi interventi; è infatti possibile compensare in parte eventuali insufficienze del negativo nella fase di stampa. Anche la stampa su carta gioca un ruolo molto importante; attenzione però che la carta ha una gamma massima di 1:50, cioè l'equivalente di sei diaframmi e mezzo. Ovvero la carta può restituire un numero limitato di livelli di luminosità. Perciò le densità più alte della pellicola finiranno per essere "compresse". Questo limite però può essere in parte superato con le tecniche della mascheratura e bruciatura, come vedremo più avanti.