Helga Schneider: “La mia infanzia d`inferno” I bambini, la guerra di
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Helga Schneider: “La mia infanzia d`inferno” I bambini, la guerra di
Libri Digitalizzazione in Sanità in grave ritardo Solo il 6% degli italiani prenota visite online, contro un terzo di finlandesi e danesi, e il 27% degli spagnoli. E solo il 31% dei medici utilizza la Rete per lo scambio dei dati sui pazienti con altri operatori sanitari, mentre in Danimarca si arriva al 92%, in Spagna al 64%, nel Regno Unito al 53%. Dati Progetto “Curiamo la corruzione”. Non si sa se la vita di Helga Schneider sia più incredibile o più crudele. Abbandonata nel 1941, all’età di quattro anni, da una madre che considerava i suoi figli un intralcio alla sua carriera di ausiliaria delle SS, Helga ha vissuto anni d’inferno con una matrigna che le ha sempre preferito il fratellino Peter, e a otto anni è precipitata nell’orrore della Seconda guerra mondiale. Ha stretto la mano a Hitler nel bunker di Berlino, ha visto da vicino stupri, fame, sofferenze, umiliazioni, morte. Poi il dopoguerra, un’adolescenza inquieta, la fuga dalla famiglia, il matrimonio in Italia, un figlio, il terribile incontro con la madre ormai anziana ma per nulla pentita delle sue scelte, la scomparsa prematura del marito e infine Helga Schneider: “La mia infanzia d’inferno” i libri, la notorietà, la possibilità di raccontare e raccontarsi, la memoria, finalmente la pace. Ma attenzione, non siamo di fronte ad un fenomeno da baraccone, ad una donna da esibire in un programma tv strappalacrime in prima serata (anche se portarla spesso in tv non farebbe certo male, in questi tempi di calma I bambini, la guerra di ieri e le guerre di oggi 30 “Il rogo di Berlino” di Helga Schneider è un libro di grande attualità per il tema affrontato e per il punto di vista che pone con drammaticità al lettore. Narra le vicende delle fasi finali della Seconda guerra mondiale a Berlino con gli occhi di una bambina di 8 anni. Le emozioni, i sentimenti, gli orrori dei bombardamenti, delle macerie, della povertà e della promiscuità sono raccontati da una prospettiva psicologica particolare: quello di una bambina di fatto abbandonata dai genitori e affidata con un fratello più piccolo alla matrigna e ai nonni. La paura e le speranze si alternano nel racconto tra un bombardamento e l’altro, nella solitudine di istituti e collegi e poi nel chiuso di una cantina, nella ricerca spasmodica di cibo e acqua, nella lotta contro sporcizia e malattie, nella prossimità di anziani e malati che muoiono. Il tutto sino alla traumatica liberazione da parte dell’esercito sovietico, con tanto di paura di violenze ed abusi. L’attualità del racconto è legata a quello che vivono oggi bambini e adolescenti nei tanti focolai di guerra in Medio Oriente e in Africa. Raccontare per non dimenticare e per far riflettere gli adulti sui segni indelebili che restano in un bambino che trascorre gli anni della sua crescita e del suo sviluppo in condizioni così tristi e precarie, dovendo lottare giorno per giorno, ora per ora, per ¢ la sopravvivenza. (Giovanni Corsello) Pediatria numero 3 - aprile-maggio 2016 Helga Schneider Il rogo di Berlino Adelphi 1998 piatta televisiva): Helga Schneider è un fior fior di scrittrice, capace con poche parole di sbattere in faccia ai lettori tutto l’orrore, l’insensatezza, il dolore della guerra e dell’intolleranza con il candore della testimone-bambina che è stata ma anche con la saggezza della testimonedonna che è diventata. Se ripensi a quel giorno nel bunker berlinese che hai raccontato così mirabilmente nel tuo romanzo “Io, piccola ospite del Fuhrer”, quel giorno lontano assieme a tuo fratello Peter e agli altri bambini in visita a Hitler quali sono le immagini che ti tornano alla mente? I corridoi stretti, la poca luce, i muri scintillanti di umidità, la faccia cattiva del medico, la lampada al quarzo, i tubetti del dentifricio, il refettorio e finalmente il cibo: ma soprattutto la vista di Hitler, emozionante, impressionante, deludente, quasi penosa. Quanto fa male scrivere di dolori profondi come quelli del tuo passato? Oppure la scrittura è qualcosa che ti ha aiutata a convivere con quei fantasmi? La scrittura mi ha assolutamente aiutato a convivere con i miei fantasmi e, dopo l’uscita di “Lasciami andare, madre”, soprattutto con quello di mia madre. Non me ne sono totalmente liberata, ma duole di meno. Quando si hanno nel cuore, nella mente, negli occhi ricordi come i tuoi come si convive con la terribile superficialità e ignoranza che sembra permeare ogni aspetto della nostra società? Come si può aiutare il mondo a ritrovare una memoria? Per la prima volta il vicepresidente per le politiche di sicurezza e della salute della National Football League (NFL) Jeff Miller ha riconosciuto il legame diretto tra i frequenti traumi cranici subiti dai giocatori e la comparsa di encefalopatia cronica, grave malattia degenerativa cerebrale di cui soffrono proprio molti giocatori di football americano. L’ammissione è arrivata nel corso di una tavola rotonda organizzata dalla commissione della Camera USA sul governo ed il commercio. Libri Encefalopatia e football americano Molti aspetti della società odierna mi sgomentano, ma se la gente, e specialmente molti giovani, sono diventati indifferenti ai veri valori puntando tutto sul divertimento e sull’esteriorità, credo che non sia del tutto colpa loro. I giovani sono solo il raccolto di quanto hanno seminato le generazioni che li hanno preceduti. Ma per fortuna anche la società italiana è fatta di buoni e di cattivi, di appassionati e di indifferenti, di creativi e distruttivi, e di altrettante persone che amano riflettere, godere dell’arte, dei sentimenti umani autentici e delle cose belle, il più delle volte le più semplici, che possono arricchire e rendere sensata la nostra vita. Il nucleo della tua opera e della tua storia è senz’altro il tuo rapporto con tua madre. Dopo tanti anni dal vostro terribile incontro di Vienna che posto ha tua madre nei tuoi pensieri? È impossibile dimenticare la donna che ti ha donato la vita, anche se non ti ha dato amore e protezione. Penso a mia madre con una sorta di amara rassegnazione per quanto non abbia voluto dare ai figli, alla propria coscienza e agli anni che le erano rimasti dopo il grande errore di aver collaborato con la causa nazista. Ma sento anche il peso dell’inutilità di questi pensieri e nello stesso tempo la consapevolezza che a causa di mia madre una parte del mio carattere è stato deformato, anche se cerco da una vita di combattere questa stortura. (Da¢ vid Frati) Berlino, Salisburgo, Bologna: dove sono piantate le tue radici più profonde? E Per scoprire tutti i libri di Helga Schneider: http://goo.gl/SVAUBV La dieta dei primi 1000 giorni “Un’opera semplice ma rigorosa, efficace per sostenere il lavoro insostituibile dei genitori con i consigli basati sulle più aggiornate evidenze scientifiche”, scrive il professor Gian Paolo Salvioli nella prefazione al libro “La dieta dei primi 1000 giorni” (Mondadori) scritto da Gianfranco Trapani, pediatra esperto in alimentazione e membro del Gruppo di studio SIP sulle Medicine Complementari e da Silvia Calvi, giornalista del settimanale “Donna Moderna”, esperta di temi A cura di Mangialibri.com come si è comportata l’Italia con te, arrivata nel nostro Paese per amore? L’ho dichiarato tante volte: sento le mie vere radici a Berlino dove maggiormente ho sofferto. L’Italia mi ha accolta benissimo e mi ha dato ciò che non mi hanno dato Paesi come la Germania e l’Austria. Tanto più che è l’unico Paese in cui desidero vivere. legati all’educazione e alla famiglia. Il tema dell’alimentazione nei primi 1000 giorni assume un ruolo sempre più importante: recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che il periodo che va dal concepimento ai primi due anni di vita condiziona, insieme agli stili di vita, la salute futura. Il libro offre non solo ai genitori, ma anche agli operatori del settore, una guida fruibile ma rigorosa per orientarsi fra le varie scelte possibili. Una guida completa che ha il pregio di di trattare questi argomenti di estrema attualità in modo rigoroso ma nello stesso tempo chiaro, utile e di facile consultazione. ¢ Gianfranco Trapani La dieta dei primi 1000 giorni Mondadori 2016 Pediatria numero 3 - aprile-maggio 2016 31