India - TOAssociati

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Ayurveda filosofia di vita
di Francesco Garufi
tratto da Dossier India di Viaggiando
Nell'India in piena crescita tecnologica
sopravvive ancora un'arte millenaria, ormai
conosciuta in tutto il mondo: l’Ayurveda.
Ci capita spesso di leggere questa parola e,
forse, qualcuno ha anche avuto occasione di
sperimentare massaggi eseguiti con questa
tecnica o prodotti naturali derivati da
conoscenze ayurvediche.
Spesso però si parla dell'Ayurveda solo come
"tecnica di bellezza", senza comprendere
appieno il vero significato di quella che
costituisce una branca della medicina indiana
a tutti gli effetti. Dal sanscrito Ayur (vita) e
Veda (conoscenza) la parola Ayurveda indica
la conoscenza del modo con cui ottenere una
lunga vita.
Questa scienza trae le sue origini dai Veda, i
più antichi libri a noi tramandati dalla
millenaria tradizione indiana. Non solo,
l’Ayurveda è soprattutto una filosofia di vita
olistica che aiuta a comprendere il fenomeno
della creazione, della preservazione e
dell'emancipazione del processo di vita
universale.
Tra Karma e Samskara
II fine della filosofia ayurvedica è il
raggiungimento di una totale armonia fisica,
psichica e spirituale. Per acquisire questo
equilibrio, l’Ayurveda da molta importanza al
benessere del corpo e alla conservazione e
preservazione del proprio fisico dalle malattie.
Essere in buona salute, per questa filosofia
millenaria, significa vivere in uno stato di
totale appagamento dei sensi, della mente e
dell'anima. L'Ayurveda non prende solo in
considerazione la vita umana a partire dal
concepimento, ma anche il Karma e
Samskara delle vite precedenti.
Karma è la legge di causa-effetto, mentre
Samskara sono le "conseguenze" del Karma
presenti nell'individuo, sia a livello conscio
che inconscio.
Karma e Samskara sono ciò che il corpo
eredita e porta con sé dalle vite passate alla
vita attuale e che di nuovo terra con sé nella
prossima vita dopo la morte.
In sostanza, i concetti filosofici di Karma e
Samskara servono a farci comprendere che la
nostra condizione presente non è altro che il
risultato di ciò che abbiamo fatto nel nostro
passato a livello di azioni e pensieri e che,
attraverso la stessa dinamica, il nostro futuro
sarà determinato da come agiamo nel nostro
presente.
La medicina ayurvedica sostiene inoltre
l'ipotesi dell'origine psicosomatica delle
malattie ed è per questo che il medico
ayurvedico, durante la visita al paziente,
cerca di consigliare anche delle tecniche per
la purificazione, non solo del corpo ma anche
della mente, con l'obiettivo di risvegliare e
aumentare lo stato di attenzione e di
consapevolezza, preludio alla coscienza del
sé. Un approccio, dunque, diverso da quello
della medicina occidentale e per questo,
forse, poco compreso.
I tre dosha
Se avrete occasione di farvi visitare da un
medico ayurvedico, vedrete che cercherà
innanzi tutto di capire a quale dosha
appartenete. Questa parola in Ayurveda fa
riferimento alle tre forze vitali primarie
responsabili delle funzioni fisiologiche e
psicologiche dell'organismo. I nomi dei tre
dosha sono vata, pitta e kapha e insieme
formano uno dei concetti più importanti
dell'Ayurveda, ossia il tridosha.
Secondo questa dottrina medica si ritiene che
il mondo e tutto quanto in esso contenuto sia
composto da cinque "elementi" o sostanze:
Aria, Fuoco, Acqua, Terra ed Etere.
In sanscrito, i cinque elementi sono
conosciuti come mahabhuta e quando si
aggregano per costituire il corpo degli esseri
viventi lo fanno secondo certe modalità,
combinandosi per formare i dosha.
Queste tre energie vitali primarie sono
chiamate anche i "tre umori biologici" o
"costituenti corporei" e sono presenti in ogni
parti del corpo, ma in certe parti si trovano in
maggiore quantità. I tre dosha vengono presi
in considerazione dal medico al fine di
individuare la costituzione individuale,
l'origine delle malattie, i trattamenti, i metodi
per mantenere la buona salute, la routine
giornaliera e'stagionale, le terapie di
purificazione, le terapie di tonificazione, il
massaggio, il tipo di esercizio fisico e la dieta.
Questo perché ognuno di essi ha delle ragioni
specifiche di squilibrio e ognuno causa
determinate malattie per le quali esistono
trattamenti specifici al fine di ricreare la
giusta armonia negli elementi.
Ogni individuo può corrispondere a un dosha
specifico o essere un mix di dosha diversi. Il
compito del medico ayurvedico è di cercare di
ripristinare l'equilibrio perduto, in caso di
dosha squilibrati, attraverso una diagnosi che
parte dall'analisi del polso, differente
dall'interpretazione occidentale del battito
cardiaco, volta ad "individuare" il pulsare dei
tre dosha in tre punti vicini, sia nel braccio
destro che in quello sinistro, alla ricerca delle
anomalie o disarmonie tra di loro.
Secondo questa scuola di pensiero,
potremmo avere, ad esempio, un eccesso di
vata e quindi problemi di disidratazione,
invecchiamento prematuro, pelle secca e una
lenta cicatrizzazione delle ferite.
Una "insufficienza di vata" può, invece,
causare sensazioni di pesantezza, pigrizia e
una cattiva circolazione. Non solo, anche il
nostro aspetto esteriore rispecchia un
determinato dosha. Nel caso di una persona
vata il corpo sarà molto alto o molto basso,
tendente ad uno dei due estremi, scheletrico
e pieno di energia. Oppure, rientrando nella
tipologia del dosha-pitta, avere una pelle
liscia che tende ad un colorito spento e, negli
uomini, una calvizie prematura.
A ciascun dosha corrispondono anche altre
caratteristiche. Ad esempio, i tipi pitta hanno
un metabolismo attivo e un buon appetito,
preferiscono i sapori acri e le bevande fredde,
hanno un'abbondante traspirazione e
tendono ad una temperatura corporea calda.
Lo squilibrio dei tre dosha è dovuto
principalmente a cattive abitudini alimentari
non in attinenza con il nostro specifico "tipo
dosha" oppure a determinati stili di vita
come, ad esempio, nel caso di un tipo vata,
stare svegli fino a tardi la notte, guardare
troppa televisione, vivere in un ambiente
rumoroso, mangiare mentre si è ansiosi o
depressi, sottoporsi a un continuo stato di
stress, avere una attività sessuale eccessiva.
Ristabilire l'equilibrio
Ultimata l'analisi del paziente attraverso altri
esami e individuato il dosha in eccesso, il
medico ayurvedico stabilisce le pratiche e i
rimedi ayurvedici più idonei per riportare
l'equilibrio all'interno del corpo e risvegliare il
potenziale di autoguarigione presente in
ognuno di noi.
Le cure ayurvediche si svolgono
generalmente in due fasi. Al principio, si
purifica l'organismo tramite una serie di
particolari trattamenti igienici e di
rigenerazione, in quanto solo se il corpo è
perfettamente depurato potranno avere
effetto i medicamenti.
In seguito, si rimettono in moto le funzioni
carenti per mezzo di tarmaci, integratori
alimentari, regole dietetiche e di
comportamento. Una volta che l'organismo
del paziente è stato ripulito, il medico
procederà alla somministrazione di tarmaci
ayurvedici che consistono in un'infinità di
rimedi vegetali, minerali e animali - oltre alla
prescrizione di una dieta personalizzata,
eventualmente arricchita da integratori
alimentari - e consiglierà regole di igiene
personale e di stile di vita che spesso
comprendono tecniche di rilassamento,
meditazione e pratica dello Yoga.
Nel caso vogliate provare la medicina
ayurvedica direttamente nella sua terra di
origine, potete recarvi nella regione indiana
del Kerala che offre strutture altamente
qualificate come il Somatheeram Ayurvedic
Center.
Qui, a 20 Km a sud di Trivandrum, in un
centro immerso in una rigogliosa foresta di
palme e affacciato sulla magnifica spiaggia
della costa del Malabar, uno staff altamente
qualificato con dodici medici e 67 terapisti
potrà garantire la massima professionalità e
l'applicazione di tutte le tecniche
dell'Ayurveda per avvicinarvi a questa antica
filosofia.
In conclusione, l'Ayurveda non è solo una
branca della medicina indiana bensì un vero
modo di vivere, tanto che in India è ancora
molto seguita dalla popolazione e anche in
Occidente sta iniziando ad ottenere un
discreto seguito.
Molte ricerche sono state fatte e sono ancora
in corso per avvalorare con metodi moderni e
scientifici quanto riportato nei testi indiani di
migliaia di anni fa.
La medicina occidentale tradizionale sembra
finalmente accorgersi dell'efficacia
terapeutica dei preparati e dei trattamenti –
che rappresentano l'aspetto esteriore della
medicina ayurvedica - e della validità dei
trattamenti "inferiori" come la meditazione
che ci riportano allo scopo principale
dell'Ayurvedica, quello di farci ricordare "chi
siamo" in realtà.