Stralcio volume

Transcript

Stralcio volume
Capitolo Primo
Le aziende dei servizi pubblici locali
1.1. Il campo d’indagine e l’approccio metodologico. – 1.2. I servizi pubblici locali tra
innovazione ed «aziendalizzazione». – 1.3. Strategie in atto e modelli di sviluppo nelle local
utilities. – 1.4. I problemi aperti.
1.1. Il campo d’indagine e l’approccio metodologico
Le discipline scientifiche si caratterizzano per due aspetti principali: l’oggetto ed il metodo (Onida, 1951).
Sin dalle origini, gli studiosi di economia aziendale avevano chiarito l’importanza di entrambi per il progresso della disciplina. Da allora, molti contributi hanno analizzato e discusso il suo oggetto di studio, delineandone il
contenuto sotto il profilo teorico e costantemente interpretandolo in funzione dell’evoluzione delle diverse classi di aziende e dell’ambiente in cui
sono inserite (Ferraris Franceschi, 1978). In questo senso l’economia aziendale ha saputo mantenere nel tempo una concezione distintiva per interpretare nuovi fenomeni che sono emersi nel corso degli anni (Fattore, 2005: 1).
Minori sono stati invece i contributi che la dottrina ha saputo proporre
in merito alla metodologia della ricerca, recuperando così di fatto, i principali approcci, già con successo sperimentati, nelle scienze sociali 1.
La questione della metodologia non è stata però sottovalutata, anzi essa è
ritenuta l’unica garanzia per effettuare giudizi di valore sui risultati cui la ricerca perviene, nonché per evidenziarne eventuali possibilità «estensive».
In merito D’Amico (1999) proponendo l’approccio epistemologico di Kuhn, sottolinea l’importanza delle prerogative di una «comunità» scientifica, come insieme di persone
ed idee in grado di «accettare» o meno una teoria, assumendola al proprio interno o respingendola. In tal senso l’approccio apparentemente autoreferenziale, è qui visto in chiave positiva, in quanto lo sviluppo di nuove teorie determina «rivoluzioni» scientifiche e quindi
nuove comunità, in un percorso di crescita incessante.
1
2
La valutazione strategica delle aziende dei trasporti pubblici locali
Al tempo stesso, nelle scienze sociali ed in quelle aziendali, che ne rappresentano una porzione, non pare si possa riconoscere valenza assoluta ad
una metodologia piuttosto che ad un’altra ed anzi risultano particolarmente
numerosi gli approcci, le tecniche e gli strumenti avanzati. Di ognuna si potrà ovviamente evidenziare punti di forza e debolezza, meglio si adatterà ad
un contesto specifico e non ad un altro, etc.
Gli aspetti forse maggiormente rilevanti risultano allora, secondo tale affermazione 2:
– la correttezza del ricercatore;
– la coerenza, tra le ipotesi formulate, gli strumenti utilizzati ed i risultati
sperati;
– il processo, cioè il susseguirsi, logico ed ordinato, di una serie di fasi
che, a partire dalle ipotesi e dalle osservazioni condotte, siano in grado di
guidare poi ai risultati.
Questi punti potrebbero forse rappresentare dei «valori» generalmente
accettati, in grado di assegnare un percorso ad ogni metodologia ed ad ogni
metodo prescelti.
Non sfugge a chi scrive che anche tali snodi critici risultano influenzati
da diverse variabili. La correttezza del ricercatore, ad esempio, si rifà all’etica
dello stesso, per cui pare difficilmente porsi come leva di possibili miglioramenti metodologici, almeno nella nostra limitata prospettiva, se non in sé.
La coerenza ed il processo possono variare invece in funzione della disponibilità di tempo, risorse ed informazioni, per cui pare ovvio che chi più ne
possiede, ceteris paribus, può collocare i propri risultati ad un livello più elevato (Riccaboni, 2005). A parità di risorse invece possono giocare un ruolo
non secondario le capacità intuitive del ricercatore o la conoscenza di modelli teorici di riferimento già validati, da estendere utilmente ad altri campi.
La visuale soggettiva quindi, componente con pari dignità di ogni processo
di ricerca, non pare eliminabile ed anzi si pone nella duplice veste di opportunità e limite: opportunità, perché spesso proficui filoni di ricerca e relazioni
tra più variabili devono essere prima letti ed interpretati solo grazie all’arguzia
od all’intuizione, per poi essere approfonditi e verificati scientificamente; limite, in quanto spesso il background di partenza segna già alcune linee di ricerca,
trascurandone di fatto altre e limitando in sostanza la qualità dei risultati.
Yin (1995: 33 ss.) individua 4 elementi:
– la validità del costrutto, riferito alla coerenza delle misure utilizzate;
– la validità interna, legata al rispetto, nel tempo, dei nessi causa-effetto;
– la validità esterna, cioè la generalizzabilità dei risultati;
– l’affidabilità, ovvero la replicabilità e la standardizzazione del processo.
2
Le aziende dei servizi pubblici locali
3
L’ipotesi qui condivisa è che i limiti delle analisi condotte, le chiavi di lettura, i framework interpretativi vadano chiariti nella premessa, concedendo
così al lettore attento l’opportunità di osservare tra le righe, di ricollocare il
filone teorico e di valutare i risultati in un’ottica più ampia, in cui possa prevalere anche un punto di vista diverso dal contenuto del presente lavoro, i
cui risultati, lo si ribadisce, restano circoscritti e sono il frutto della metodologia utilizzata e del campo d’indagine.
In tal senso ci appare doveroso chiarire propedeuticamente l’approccio
metodologico prescelto e soprattutto delimitare i confini dell’analisi condotta.
Pertanto, in coerenza alla dottrina economico-aziendale, lo scherma seguito è di natura mista, induttivo/deduttivo (Ferraris Franceschi, 1978).
In sostanza, come noto, il percorso induttivo parte dal «particolare» per
arrivare al «generale», cioè si avvia dall’osservazione della realtà, dal riscontro empirico, dall’analisi di uno o più fenomeni reali per elaborare una nuova teoria, che ipotizzi una serie di relazioni tra le variabili coinvolte, con
l’obiettivo poi di generalizzare le considerazioni addotte ad un universo
molto più ampio, ad altri campi d’indagine (Bailey, 2005: 61 ss.). In merito
già Zappa ammoniva sul «dovere della teoria verso i fatti» e non viceversa,
ribadendo che le scienze aziendali non hanno finalità predittive o normative,
ma fanno costante riferimento ai cambiamenti che per primi avvengono negli oggetti del loro studio, cioè nelle aziende. Solo in seguito interverrà la teoria, nel cercare di sistematizzare le conoscenze attraverso modelli e schemi
in grado di descrivere, estendendole in senso positivo (ed in ciò si differenzia quindi dalle scienze fisiche), le condizioni di vita e le manifestazioni di
esistenza 3.
Viceversa il cammino deduttivo si genera dalla formulazione, da parte del
ricercatore, di un’ipotesi che, a priori, mette in connessione due o più aspetti
o fenomeni e che si cerca di verificare attraverso il confronto con la realtà.
Affinché sia massimo il risultato della ricerca, nelle discipline aziendali ci
pare che si debba ricercare il giusto mix tra teoria e prassi, cioè tra approccio
induttivo e deduttivo. Se il primo particolarmente si confà allo studio delle aziende, come già evidenziato dallo stesso Maestro proprio nel momento fondativo della «nuova» disciplina, anche il secondo presenta sicuri vantaggi, legati alla necessità, per il ricercatore, di arricchire il proprio bagaglio culturale e
metodologico di una serie «attrezzi» che, in tale campo, sono rappresentati da
teorie, modelli interpretativi, chiavi di lettura che già sono, cioè, dottrina.
3 Zappa (1957: 11) avverte però: «solo la teoria sa attribuire coerenza alla massa informe e mutevole dei fatti, sa agevolarne l’intendimento e la stessa metodica osservazione:
spesso l’occhio nudo non vede quanto già impresso nella nostra mente».
4
La valutazione strategica delle aziende dei trasporti pubblici locali
Naturalmente le difficoltà non sono poche, pur integrando entrambe le
metodologie. L’analisi empirica è pur sempre una rappresentazione della realtà osservata con gli occhi del ricercatore, per cui altri «occhi» potrebbero
vederci cose ben diverse 4. La teoria, per quanto valida, rischia di vedersi sacrificata e quasi distorta o mal «stiracchiata», pur di «adattarsi» a casi specifici, che seguono la volontà, spesso preconcetta, del ricercatore.
Il presente lavoro nasce dall’osservazione dei sempre più numerosi fenomeni di acquisizione di quote rilevanti di capitale nelle aziende dei servizi
trasporti locali, da parte di operatori internazionali. In particolare, il fenomeno che ha destato l’interesse di chi scrive è legato al crescente interesse
mostrato da tali soggetti (gli acquirenti) per aziende che sviluppano, in forma ormai strutturale, performance estremamente negative, misurate sotto forma di perdite nette di esercizio. L’attenzione è quindi nata potremmo dire
«in negativo», cioè osservando non tanto le strategie di sviluppo di grandi
player del settore, che, normalmente o fisiologicamente, si orientano alla crescita «esterna» acquisendo, anche all’estero, aziende in buona salute, bensì le
ragioni di fondo che giustificano tali scelte nei casi in cui le aziende «prede»
non godano affatto di buona salute.
In sostanza le domanda, correlate, che ci si è posti come focus della ricerca, sono le seguenti 5: perché alcuni leader del mercato internazionale dei servizi pubblici hanno manifestato un così forte interesse per l’acquisto di aziende in gravi crisi economiche e finanziarie? Le aziende in «perdita» hanno
dunque anch’esse un valore? È possibile determinare una metodologia valutativa in questi casi?
Pertanto, si può osservare che, nel lavoro proposto, i problemi sono sorti
dalla realtà e le possibili risposte si sono ricercate nella teoria. In seguito la teoria stessa è stata poi confrontata con le evidenze empiriche e se ne presentano in questa sede i principali risultati.
Il metodo prescelto riguarda quindi il case study o meglio l’explanatory case
study (Ryan et al., 2002: 144), basato su di un universo di 24 casi, da cui è stato
4 È nota in filosofia (Kant, 1781) la differenza tra fenomeno e noumeno, cioè tra realtà
«reale» e realtà osservata. In tal senso si ribadisce che l’osservatore perturba l’osservato e
cioè che la realtà è sempre più complessa di quello che ci appare, nonché in continuo movimento, per cui la prospettiva di chi l’analizza è comunque contingente e limitata ed andrebbero anzi ribadite e meglio precisate, correttamente, le condizioni sotto cui si approfondisce il processo di osservazione.
5 In tal senso Yin (1995) proponendo tre punti focali per sviluppare la ricerca, fissa al
primo posto la definizione chiara dell’obiettivo, che scaturisce dalle seguenti domande: Chi? Cosa? Dove? Come? Gli ulteriori due punto sono il grado di controllo sui comportamenti osservati
posseduto dal ricercatore e la focalizzazione su eventi attuali o che si riferiscono al passato.
Le aziende dei servizi pubblici locali
5
estratto un campione ridotto di 8 processi di acquisizione, che ha poi consentito l’analisi di sole quattro realtà 6. La riduzione dell’universo di analisi
deriva dal perimetro del presente elaborato, per cui, prima di ritornare sulle
caratteristiche dei casi, potrà risultare interessante soffermarsi sul contesto
della ricerca.
Il lavoro si focalizza, dal punto di vista teorico, sull’applicazione delle
metodologie di valutazione aziendale al comparto dei trasporti pubblici locali, come caso particolare del più ampio contesto delle aziende dei servizi
pubblici locali.
Si comprende dunque come il campo si presenti quanto mai ampio, sia
perché la valutazione del capitale economico di un’azienda, nella letteratura
e nella prassi, risulta un argomento ormai consolidato in dottrina, al tempo
stesso però sempre capace di nuove prospettive, ma soprattutto perché le
aziende dei servizi pubblici locali si differenziano notevolmente, spaziando
dalla fornitura di gas ed energia elettrica, sino ai trasporti od alla gestione dei
rifiuti, etc 7.
Tale considerazione ci pare limitare eccessivamente la possibile qualità
dei risultati della ricerca, nonché rendere di fatto impossibile proporre conclusioni generalizzabili od argomentazioni univoche.
Si è proceduto quindi ad una «doppia» riduzione del perimetro di ricerca,
operando sia sul versante delle teorie di valutazione, che su quello delle aziende dei servizi pubblici.
Rispetto al primo punto di vista, ci si è focalizzati maggiormente su una
metodologia di valutazione e su un metodo correlato che meglio sembra
prestarsi ai casi oggetto di analisi, che risulta cioè in grado di spiegare l’inTra i principali fautori ed estensori di tale metodo si veda Yin (1995). In particolare il
metodo dei casi può focalizzarsi su una molteplicità di applicazioni, su una sola realtà di
riferimento o su un numero, anche ridotto, di esempi, ma particolarmente significativo:
quest’ultimo approccio è stato proprio quello selezionato. L’autore li classifica in descrittivi,
illustrativi, sperimentali, esplorativi ed esplicativi.
7 In primo luogo ci sembra opportuno precisare il significato di servizi pubblici locali,
per differenziarli da quelli a dimensione nazionale o regionale. Nei prossimi paragrafi saranno dunque chiarite tali distinzioni, sempre nella prospettiva di evidenziarne le diverse
modalità competitive e l’impatto sulla creazione di ricchezza. Si può anticipare che nelle
local utilities si intravede una peculiarità con il modello teorico di metodologia valutativa, soprattutto negli aspetti centrali del governo e del controllo. Infatti le realtà più piccole rappresentano profili peculiari di analisi soprattutto nel rapporto con il soggetto istituzionale di
riferimento, con gli indirizzi e la mission che questo prefigge o dovrebbe prefiggere, evidenziandone l’influenza sulle peculiarità aziendali a cui assurge l’istituto preposto all’erogazione
del servizio di pubblica utilità e poi, attraverso, il controllo strategico che, in conseguenza a
tale approccio ne caratterizza o, si ripete, ne dovrebbe caratterizzare, l’attività.
6
6
La valutazione strategica delle aziende dei trasporti pubblici locali
teresse, apparentemente non chiaro, per l’acquisizione di aziende fortemente in perdita. Pertanto, dopo una veloce disamina delle caratteristiche principali e dei punti di forza/debolezza delle metodologie «tradizionali» di analisi, si avanza l’ipotesi di una metodologia di valutazione nell’ottica «strategica», basata sul calcolo delle opzioni reali. Nel seguito del lavoro, tale metodo
e tale metodologia vengono, si spera con sufficienza, approfonditi, sia nel
substrato teorico-dottrinale, che nelle formule di calcolo.
Rispetto alla vastità e diversità del settore dei servizi pubblici locali, il
processo di analisi si è focalizzato solo sul comparto dei trasporti.
Tale realtà presenta numerose peculiarità e pur essendo un argomento
meno sviluppato nella letteratura, si è cercato di fornirne un quadro sintetico
e soprattutto propedeutico ai fini della valutazione economica. Infatti, motivo
di interesse precipuo che ha guidato, anche qui, la scelta riguarda il fatto che
esso è l’unico a risultare, come settore somma, in perdita e ciò potrebbe rendere maggiormente complesso l’avventurarsi in un percorso valutativo.
In sintesi, è dunque possibile affermare che la necessità di ridurre la complessità della problematica, al fine di realizzare un’analisi maggiormente approfondita, ricorrendo quindi ad una sola categoria aziendale, ancorché ampia, ed ad una sola metodologia di valutazione nonché ad un solo metodo,
seppur non tradizionali, segna inevitabilmente il percorso del lavoro e la
qualità delle conclusioni, poiché di fatto ne limita la portata 8.
La scelta ritrova, tuttavia, non per cercare giustificazioni, una sua razionalità soprattutto nella componente empirica che, lo si ribadisce, ha caratterizzato l’avvio di tale ricerca, stimolando a ritrovare nella letteratura una metodologia ed un metodo di valutazione adeguati che meglio si adattassero al
caso, verificandone poi, nel seguito del lavoro, la coerenza logica 9.
8 In particolare, il metodo dei casi, soprattutto quando essi sono così esigui, presenta
forti limiti di «generalizzazione» e molti autori, criticando il fondamento epistemologico di
tale metodologia, propendono invece per la tradizionale analisi quantitativa, di natura statistica. In realtà, l’ipotesi qui accolta, è che ogni metodologia abbia dignità scientifica se condotta logicamente, correttamente e coerentemente e che semmai saranno i risultati ad essere limitati, ma non certo privi di significato. Poiché inoltre l’obiettivo di tale lavoro non è
certo quello di proporre nuove teorie generalizzanti, bensì di allargare la visuale di un processo valutativo, si ritiene che la metodologia seguita sia sufficiente. In merito si veda Padovani (2004: 145 ss.). L’autore, la cui indagine riguarda sostanzialmente il medesimo contesto, i servizi di ambientali in tre soli piccoli comuni, evidenzia bene, attraverso un approfondito richiamo dottrinale, le possibilità estensive dei risultati cui perviene anche tale approccio metodologico.
9 Si vuol qui ribadire non solo il carattere di razionalità della scelta effettuata ma soprattutto di necessità, cui nessun ricercatore può sottrarsi, ma è che bene chiarire sin dall’inizio
Le aziende dei servizi pubblici locali
7
Risulta quindi rilevante comprendere la «costruzione» dei casi oggetto del
presente lavoro, anche per chiarirne il numero così esiguo 10.
In particolare, nella letteratura aziendale, la valutazione «strategica» si ritrova solitamente nelle operazioni straordinarie, in cui tale visuale viene
normalmente assunta dal soggetto acquirente 11.
Proprio il settore dei servizi pubblici è stato uno di quelli che negli ultimi
anni è stato maggiormente caratterizzato da numerosissime operazioni straordinarie, volte, in diversa maniera alla crescita aziendale.
Al suo interno, con motivazioni per altro molto simili di cui si dirà in seguito, anche il comparto dei trasporti è stato attraversato da tali processi di
aggregazione, seppur in misura minore 12. In tale casistica si è scelto di osservare quelle operazioni che avessero avuto come partner almeno un operatore internazionale, riducendo di fatto il campione a soli 8 processi 13.
Anche tale opzione risulta motivata non solo dalla possibile peculiarità
(tra un acquisizione «domestica» ed una «estera») ma anche e forse soprattutto dalla novità e dalla frequenza con cui tali operazioni si stanno verificando di recente nel nostro paese.
In tal senso, gli investimenti più rilevanti sono stati almeno tre, sia in
termini assoluti che relativi, ed hanno coinvolto i francesi di Ratp e Transdev e gli inglesi di Arriva.
Il lungo percorso descritto, quasi per «eliminazione», ci porta quindi a
sviluppare tre soli casi, che, a parer di chi scrive, risultano però particolarmente significativi:
in modo da rendere trasparente al lettore la metodologia applicata e la valenza dei risultati
raggiunti. Un’altra possibile motivazione che spesso si ritrova nella selezione metodologica
riguarda l’ampiezza della presenza in letteratura dell’argomentazione che si vuol sviluppare.
In tal senso, argomenti troppo noti ed approfonditi già in dottrina pur costituendo una solida base per ulteriori analisi, risultano di solito poco affascinanti soprattutto per un giovane, ansioso magari di esplorare nuovi sentieri, con tutti i rischi annessi. Per cui, la «preoccupazione» di dire qualcosa di «nuovo» spinge la ricerca verso argomenti meno «tradizionali».
10 Sul metodo dei casi nella ricerca economico-aziendale si veda anche Mari (1994).
11 Si vedano, tra gli altri, Guatri e Bini (2005) e Zanda et al. (1993).
12 Mangia (2005: 87), in merito, individua 23 casi principali, cui si ritiene vada aggiunta,
con tutti i limiti ed i «distinguo» del caso, la vicenda Alitalia.
13 Ad oggi, i gruppi stranieri del settore dei trasporti che operano in Italia, con diversi
ruoli, sono:
– Arriva, Inghilterra;
– Keolis, Francia;
– Transdev, Francia;
– Ratp, Francia.
8
La valutazione strategica delle aziende dei trasporti pubblici locali
– l’acquisizione del 30% del capitale di LFI (La Ferroviaria Italiana),
l’azienda dei trasporti su ferro e gomma delle province di Arezzo e Siena,
realizzata dalla Régie Autonome des Trasport Parisienne (RATP), colosso francese che gestisce la metropolitana e l’intera rete della regione parigina;
– l’acquisizione del 41% del capitale di AMT, l’azienda dei trasporti del
comune di Genova, operata da TRANSDEV, leader del mercato francese e
mondiale;
– l’acquisizione del 100% del capitale di SAB, l’azienda che gestisce una
parte dei trasporti a Bergamo e provincia, da parte di ARRIVA, società inglese.
Tali processi hanno avuto tempi e modalità differenti, infatti quello di Ratp
può considerarsi di fatto il primo grande investimento straniero in Italia (2003)
nel settore, quello di Transdev (2005), il più grande avvenuto in Europa, sia in
termini di investimento, che di quota di capitale messa a gara, quello di Arriva
(2007) ha invece riguardato, insolitamente per il comparto, un gruppo privato.
Vista la tempistica diversificata, l’analisi ha potuto godere di un momento
di riflessione teorica, in cui il modello di riferimento è stato affinato e le variabili in gioco meglio precisate. Inoltre si è preferito effettuare una sorta di
controllo «incrociato», cioè in un caso (Ratp-LFI) l’analisi è stata condotta
presso il soggetto acquirente (sottoponendo ad intervista diretta 14 l’amministratore delegato di RATPI, la divisione italiana di Ratp, il dott. Bruno Lombardi), nel secondo, nei confronti del soggetto cedente, il comune di Genova,
nella persona del dirigente del settore mobilità, dott. Alberto Santel, che,
con il suo staff, ha concertato la procedura di acquisto direttamente con i
14 In riferimento alle caratteristiche che può assumere l’intervista quale metodo qualitativo
d’indagine, si veda Guala (1993). L’autore, riferendosi all’intervista in profondità di natura non
formalmente strutturata, afferma: «Si tratta di uno strumento che mira ad un approfondimento
qualitativo dei problemi affrontati, i quali in genere sono limitati di numero ma pluridimensionali
per le numerose implicazioni personali, assiologiche, comportamentali. L’intervista in profondità
è uno degli strumenti più interessanti nella fase esplorativa, essa ha lo scopo di far emergere le
componenti, razionali e no, dei comportamenti d’acquisto, attraverso una conversazione molto
libera, nella quale è rispettata la spontaneità dell’intervistato, ma sempre guidata da una traccia.
L’intervista in profondità avviene dunque in assenza di schemi rigidi (ipotesi precise, traccia obbligatoria da seguire, domande strutturate, risposte prefissate o facilmente codificabili) e può essere utilizzata in vari contesti: è generalmente non direttiva (cioè non guidata rigidamente
dall’intervistatore) e non standardizzata (cioè non sempre organizzata ed uguale per tutti gli interlocutori); talora essa è utile nei momenti preliminari di una ricerca, per poter poi lavorare meglio alla costruzione di strumenti strutturati. Attraverso l’intervista in profondità, anche rivolta a
«testimoni privilegiati» ossia esperti in particolari campi d’attività oggetto d’indagine, è inoltre
possibile chiarire aspetti non ben conosciuti al momento di definire la ricerca, mentre i relativi
risultati possono fortemente condizionare l’impostazione della fase estensiva».
Le aziende dei servizi pubblici locali
9
francesi, infine nel terzo, attraverso una perizia tecnico-professionale (fornita dall’Ing. Cesare Salerno, Amministratore Delegato del gruppo SAB) sulla
congruità del prezzo pagato da Arriva 15.
A tali casi che potremmo definire «tradizionali» si è deciso, infine, di aggiungere anche un piccolo focus su una vicenda più recente (forse ancora
troppo): l’Alitalia.
Vi sono numerosi motivi, proprio metodologici, che avrebbero sconsigliato l’inserimento di questo ulteriore caso. Tra questi: l’appartenenza dell’azienda ad una altro settore, cioè si tratta sempre di trasporti ma con evidenza il business aereo ha caratteristiche del tutto diverse dalla mobilità urbana od extra-urbana su ferro e gomma; la mancanza di fonti informative dirette, causa indisponibilità dei soggetti attivi nell’operazione e quindi il necessario ricorso a fonti mediate, quali testi, articoli, di taglio prevalentemente giornalistico, più che tecnico-scientifico; l’eco-mediatica dell’operazione
che, visti i risvolti politici o meglio «partitici», rischia di vanificare la volontà,
che sempre deve accompagnare un ricercatore, come visto, di neutralità.
Tuttavia hanno prevalso i motivi di «vicinanza» più che quelli di differenza rispetto ai casi principali e cioè:
– le performance economico-finanziarie in precario equilibrio, per usare un
eufemismo;
– l’interesse di un partner internazionale;
– la formazione di un prezzo di cessione apparentemente lontano dai valori cui avrebbero condotto le logiche valutative classiche;
– l’intervento decisivo della sfera politica, che negli anni è sempre stato il
soggetto dominante nel governo e controllo dell’ex-operatore aereo di bandiera.
L’indagine ha beneficiato, inoltre, sempre in un’ottica «integrativa», dell’analisi documentale di numerosi fonti: siti internet, riviste specializzate,
15 Nelle operazioni di valutazione del capitale economico, a seguito di processi di compra-vendita di aziende o rami, come si dirà meglio in seguito, è noto, alla teoria ed alla prassi, che il valore finale risulta non solo dall’applicazione di una metodologia valutativa ma
spesso soprattutto dalla trattativa che si instaura tra chi compra e chi vende e che tale trattativa può basarsi anche su altri elementi, non direttamente legati all’analisi della prima fase
del processo. Infatti, si è soliti indicare la netta separazione o contrapposizione, a volte, tra
valore (frutto del metodo di stima del capitale economico) e prezzo (che scaturisce invece
dall’incontro di domanda e offerta), per cui la scelta di intervistare un soggetto in un caso e
la parte opposta, seppur in un altro caso, potrebbe risultare interessante, pur precisando
che un’analisi più approfondita avrebbe certamente richiesto di confrontare le controparti
di entrambe le operazioni, ma ciò si è reso di fatto tecnicamente impossibile, almeno per il
momento.
10
La valutazione strategica delle aziende dei trasporti pubblici locali
quotidiani di settore, materiale bibliografico, delibere di giunta, accordi preliminari, contratti di servizio, etc.
L’analisi della letteratura economico-aziendale, per la vastità e la complessità delle tematiche oggetto del presente lavoro, si è soffermata invece
principalmente sulla valutazione aziendale nei casi di acquisizione, formulando l’ipotesi di un nesso dinamico tra governo e controllo dell’azienda, quali
variabili capaci di influenzare il valore e le risultanze del processo valutativo.
Il modello presentato non ha però la velleità di porsi né in prospettiva
deterministica, cioè causa-effetto, tra le variabili ed il valore dell’azienda, né
di formulare alcuna relazione quantitativo-matematica 16, bensì di porre all’attenzione del lettore una metodologia di analisi per la rilevazione delle
fonti e delle informazioni critiche che possono influenzare il processo del
valore, tali da rendere poi il percorso valutativo più adeguato alle sue finalità
e quindi di avvicinare il prezzo negoziato al valore calcolato, nonché di evidenziare eventuali fonti di valore inespresse, almeno nella prospettiva soggettiva dell’acquirente.
Ci sia consentita, infine, un’ultima considerazione.
Il presente lavoro, soprattutto nella parte introduttiva generale, fa riferimento alle evoluzioni intervenute negli ultimi anni nel mondo dei servizi
pubblici locali, richiamando solo a scopo propedeutico e strumentale gran
parte dell’ampia dottrina aziendale, giuridica ed economica, così come sarà
poi fatto, nel secondo capitolo, con il tema della valutazione aziendale.
Nell’ottica di chiarire ribadire ancora una volta le premesse ed i limiti, si
evidenzia che questo lavoro avrebbe richiesto un maggiore approfondimento e forse anche un ordine diverso, soprattutto poiché è risultato, di fatto,
complesso separare logicamente i temi dell’«aziendalizzazione» da quelli del
controllo o della governance, con tutti i rischi di arbitrarietà e duplicazione che
ogni preferenza del genere può comportare.
Anche in questo caso la scelta però è apparsa coerente almeno per due
motivi:
– in primo luogo il focus del presente lavoro si avvale certamente dell’ampia letteratura, economico-aziendale e non, sui temi più attuali delle local
utilities, ma riguarda tali caratteristiche solo nell’ottica dell’influenza che esse
Affermano Borrione e Migliore (2005: 1): «la ricerca qualitativa fornisce spiegazioni
locali e ricostruisce i processi attraverso i quali si generazione relazioni tra variabili. In altre
parole, con la ricerca qualitativa, non ci si propone di stabilire la frequenza di un fenomeno,
quanto piuttosto di illustrare il «come» dei fenomeni in studio, per risalire al perché, alla ricostruzione dei meccanismi causali che, a livello locale, danno conto di quanto osservato».
16
Le aziende dei servizi pubblici locali
11
possono avere sul processo di valutazione del capitale economico di tali realtà
e da qui la natura strettamente propedeutica e strumentale della premessa;
– inoltre, le variabili individuate come critiche in tale processo, anche con
il supporto empirico, hanno proprio riguardato le peculiari modalità di governance e controllo che qualificano i delicati rapporti tra ente ed azienda, e che
quindi si è reputato meglio «valorizzare» in un capitolo autonomo.
Chiaramente ogni modellizzazione, ogni separazione concettuale si giustifica non certo nella realtà, ma solo per finalità conoscitive 17.
1.2. I servizi pubblici locali tra innovazione ed «aziendalizzazione»
La definizione di servizi pubblici varia a seconda del punto di vista che si
sceglie per l’analisi. Tradizionalmente, infatti, sia gli studi giuridici che quelli
economici ed aziendali hanno posto l’accento su profili diversi 18.
Nella prospettiva economico-aziendale il focus riguarda la natura del bisogno che l’attività tende a soddisfare e pertanto sono aziende dei servizi pubblici tutte quelle che orientano la propria mission al soddisfacimento di bisogni pubblici, cioè diffusi, sentiti da tutti i cittadini di una comunità.
In quella giuridica, invece, il punto centrale è la natura del soggetto che
eroga il servizio e cioè sono servizi pubblici quelli gestiti da enti pubblici,
appositamente creati dallo stato nell’interesse generale 19.
Parafrasando Zappa (1957: 55): «I rapporti economici dunque si alternano e si confondono con rapporti di altra indole. L’attività umana è sempre una e non soffre disgiunzioni. Le distinzioni, pur tanto necessarie, hanno carattere soprattutto astratto e scientifico
… l’aspetto economico dei fenomeni della vita collettiva è sempre complementare degli
altri aspetti della vita sociale».
18 Per un’analisi completa si veda Mele (2003: 10 ss.). L’autore individua le seguenti variabili:
– modalità di fruizione del servizio (singoli o universali);
– modalità di copertura dei costi (da mercato, da trasferimenti pubblici, misti);
– categorie dei bisogni soddisfatti (mobilità, comunicazione, informazione, energia, igiene, sanità, etc.);
– caratteri del processo produttivo (assimilabile al manifatturiero o meno);
– caratteri dei servizi pubblici (legate cioè ai beni economici oggetto del servizio).
19 L’approccio giuridico ed aziendale sembrano però complementari in quanto, per definire correttamente un servizio pubblico, appare indubitabile osservare la natura del bisogno che ci si propone di soddisfare e tuttavia tale condizione risulta necessaria ma non sufficiente. Come affermano Giannini (1995) e Salvia (2000: 539), infatti, alcuni bisogni così
qualificati pubblici potrebbero essere ben soddisfatti già dal mercato (mangiare, vestirsi),
17