GLI ANIMALI NELLA PRIMA GUERRA

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GLI ANIMALI NELLA PRIMA GUERRA
GLI ANIMALI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
I CAVALLI
La prima guerra mondiale sfruttò moltissimo gli animali; cani, asini,
muli, cavalli e piccioni vennero largamente usati nelle operazioni
militari, in un numero che non ha pari nella storia dell’uomo.
Nel corso della storia, i cavalli sono stati spesso utilizzati dalle
truppe militari in battaglia, ma una delle guerre in cui essi furono
adoperati in maniera più massiccia fu proprio la Prima Guerra
Mondiale. Dopo poche settimane dall’inizio della Guerra, nel 1914,
l’esercito Britannico aveva arruolato circa 200.000 cavalli. Questi
animali venivano radunati in paesi come il Regno Unito, il Sud
Africa, la Nuova Zelanda, l’India, la Spagna e il Portogallo. Venivano
organizzati in squadroni di cavalleria e imbarcati per il Fronte
Occidentale. A causa delle frequenti malattie e delle morti
improvvise, l’esercito doveva comprare circa 15.000 cavalli in più
ogni mese, il tutto, per mantenere costante in numero dei cavalli
‘attivi’. I cavalli trasportavano munizioni, artiglieria, armi da fuoco e
bombe, per non parlare degli stessi soldati. È stato stimato che il
peso medio trasportato da un cavallo di cavalleria fosse di circa
57,15 Kg in armi e altri equipaggiamenti. Se a questo valore si
aggiunge il peso medio di un cavaliere, si scopre che i cavalli erano
costretti a trasportare sulle proprie spalle un peso superiore ai 127
Kg.
Nel corso della ‘Grande Guerra’ le truppe utilizzarono spesso anche
i muli.
Questi animali sono più resistenti dei cavalli e questo permetteva
loro di cavarsela leggermente meglio sul fronte.
I CANI
Il cane è un altro animale che ha affiancato l'uomo nei vari conflitti.
I cani erano utilizzati per il trasporto di materiali, cibo e armi e nei
fondamentali servizi di pronto soccorso sul campo, per i quali erano
addestrati simulando battaglie, in modo che si abituassero agli
scoppi e ai rumori, oltre che a riconoscere i soldati feriti e a dare
l’allarme, portando sul posto infermieri e portantini. Erano usati
anche come porta-messaggi: missioni molto pericolose ma
preziosissime in un’epoca di comunicazioni molto difficili.. Nella
prima guerra mondiale diverse migliaia di soldati furono salvati dai
cani addestrati, grazie ai loro raffinatissimi olfatto e udito. «Il cane
sanitario accompagnava i barellanti e cercava attorno al conduttore
in un raggio di 200 metri, un'operazione che andava fatta di notte e
in silenzio. Quando il cane trovava un ferito, riportava un oggetto
appartenente al soldato oppure abbaiava in maniera soffocata,
facendo capire che la ricerca era andata a buon fine. A quel punto
tornava dal conduttore che gli metteva il guinzaglio per essere
condotto dal soldato ferito. I tedeschi predisponevano nella divisa
un pezzo di stoffa che, in caso di ritrovamento, il cane strappava
consegnandolo al conducente cinofilo. Il loro lavoro era talmente
importante che , in assenza dell’ufficiale veterinario, gli animali
feriti dovevano essere soccorsi dagli ufficiali medici. Durante il
primo conflitto mondiale, la Germania impiegò 6.000 cani
addestrati, l'Italia 3.500, che venivano utilizzati soprattutto sulle
Alpi per trascinare slitte cariche di viveri, generi di conforto e
munizioni. Molti animali precipitarono nei dirupi, altri morirono
colpiti dai proiettili e per quelli feriti fu creata, nei vari ospedali,
un'apposita infermeria.
Cane porta messaggi, Esercito americano -1ª guerra mondiale
Cani da guerra muniti di maschera antigas (dal libro ``Cani e Soldati'' del generale Gian Franco
Giannelli).
1
917. Soldati italiani con i loro cani durante la prima guerra mondiale.
Austria, luglio 1916. Un cane trova un soldato ferito sotto un albero, durante la prima
guerra mondiale
1917. Un cane della croce rossa trova un soldato ferito.
CANI SOPPRESSI
Durante la guerra diverse migliaia di cani persero la vita, pare
10.000 solo negli Stati Uniti, ma ancora peggio, quelli sopravvissuti,
alla fine della guerra, crearono problemi logistici agli eserciti che
pensarono, come unica soluzione, alla soppressione. La Francia ne
eliminò 15.000 e un numero imprecisato, ma sicuramente enorme,
gli altri stati». Queste sono solo altre atrocità che si sommano alla
tragedia immane delle guerre, altre vittime oltre ai milioni di
uomini, donne e bambini...
I PICCIONI VIAGGIATORI IN GUERRA
Nei primi anni della “Grande Guerra” quasi tutti gli eserciti, facendo
affidamento sui moderni mezzi di comunicazione, tennero alquanto
in disparte il servizio affidato al piccione viaggiatore in quanto si
riteneva utile il suo impiego soltanto nelle piazzeforti in caso di
assedio. In Italia un utilizzo esteso di questo mezzo di
comunicazione si ebbe solo a partire dal 1917, lungo tutta la fronte,
a una distanza dalle prime linee tale da proteggersi appena dai tiri
dei medi calibri di artiglieria. . Curiosi, anche se non troppo
utilizzati, sono i piccioni fotografi che grazie a una speciale
fotocamera, sistemata sul petto, potevano scattare fotografie
aeree.
Un piccione viaggiatore dell’esercito tedesco a cui è stata legata una fotocamera che
scattava a intervalli di tempo predefiniti.
Il tema degli animali in guerra è poco trattato, ma, nonostante ciò,
alcuni storici scrivono dei libri incentrati su questo argomento. Per
esempio, lo storico Eric Baratay, specialista delle relazioni
uomo-animali, affronta nel suo penultimo libro, “Bêtes des
tranchées Des vécus oubliés” il tema della prima guerra mondiale
dal punto di vista dell’animale, una prospettiva affrontata molto di
rado dagli storici. Analizza il ruolo degli animali nella grande guerra,
esplora e descrive le esperienze di cavalli, cani e piccioni “arruolati”
nel conflitto.