legge morale naturale e diritto - Riviste dell`Ateneo Pontificio Regina

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legge morale naturale e diritto - Riviste dell`Ateneo Pontificio Regina
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art ico lo
legge morale
naturale e diritto
Daniele Tortoreto
S
Studia Bioethica - vol. 6 (2013) n. 2-3, pp. 100-105
Docente invitato,
Facoltà di bioetica,
Ateneo Pontificio
Regina
Apostolorum,
Roma
100
an tommaso d’Aquino sostiene che
la legge civile è «ordinatio rationis ad
bonum commune promulgata»1. la
legge civile presuppone il primato della ragione ed è finalizzata al bene comune.
il bene fondamentale della vita della persona
umana deve essere garantito dallo Stato.
il bene comune non può essere inteso nel
senso del bene della maggioranza, ma come
ricerca delle condizioni per le quali ogni persona possa realizzare il proprio essere e la
propria vita. la legge civile deve creare le
condizioni per la realizzazione delle singole
persone.
nell’Enciclica Evangelium Vitae giovanni
Paolo ii dice che la legge civile deve assicurare per tutti i membri della società il rispetto
di alcuni diritti fondamentali, che appartengono alla natura della persona e che qualsiasi
legge positiva deve riconoscere e garantire.
Primo e fondamentale tra tutti è l’inviolabile
diritto alla vita di ogni essere umano2.
l’istruzione Donum Vitae della congregazione per la dottrina della Fede mette in rilievo che i diritti inviolabili dell’uomo devono
essere riconosciuti e rispettati da parte della
società civile e dell’autorità politica; tali diritti
dell’uomo non dipendono né dai singoli individui e neppure rappresentano una concessione della società e dello Stato:
appartengono alla natura umana e sono inerenti alla persona in forza dell’atto creativo da
cui ha preso origine3.
Quando lo Stato non riconosce il diritto inviolabile alla vita di ogni essere umano, vengono minati i fondamenti stessi dello Stato.
le leggi che autorizzano e favoriscono
l’aborto e l’eutanasia sono radicalmente in
contrasto con il bene comune e, pertanto,
sono del tutto prive di autentica validità giuridica.
giovanni Paolo ii nell’Evangelium Vitae mette
in rilievo che «il misconoscimento del diritto
alla vita, infatti, proprio perché porta a sopprimere la persona per il cui servizio la società ha motivo di esistere, è ciò che si
contrappone più frontalmente e irreparabilmente alla possibilità di realizzare il bene comune»4.
la società ha motivo di esistere per la promozione del bene della persona umana.
la persona precede lo Stato, perché lo Stato
trae origine dalle persone e trae il suo fondamento nell’aiutare la crescita delle singole
persone. la società è perciò per le persone e
delle persone.
San tommaso sostiene che la legge umana
può essere considerata tale solamente se è
conforme alla retta ragione e deriva dalla
legge morale naturale5. San tommaso afferma inoltre che se invece la legge civile è in
contrasto con la legge morale naturale, allora
non sarà legge bensì corruzione della legge6.
nell’Enciclica Evangelium Vitae giovanni
Paolo ii sostiene che «Una delle caratteristiche proprie degli attuali attentati alla vita
umana (…) consiste nella tendenza ad esigere
una loro legittimazione giuridica, quasi fossero diritti che lo Stato, almeno a certe condizioni, deve riconoscere ai cittadini e,
conseguentemente, nella tendenza a pretendere la loro attuazione con l’assistenza (…)
dei medici e degli operatori sanitari»7.
nell’Enciclica Veritatis Splendor giovanni
Paolo ii mette in rilievo che la legge morale
naturale implica l’universalità. «Essa, in
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quanto iscritta nella natura razionale della
persona, si impone ad ogni essere dotato di
ragione e vivente nella storia»8.
la legge morale naturale si presenta come
una profonda esigenza della persona alla
piena realizzazione della propria vita.
San tommaso dice che la legge morale naturale è la «luce della intelligenza infusa in noi
da dio. grazie ad essa conosciamo ciò che si
deve compiere e ciò che si deve evitare. Questa luce e questa legge dio l’ha donata nella
creazione»9.
l’uomo è capace di conoscere i principi primi
della legge morale naturale, che risuonano nel
suo cuore chiamandolo sempre a fare il bene
e ad evitare il male. l’uomo è capace anche
di conoscere le norme morali derivate, tali
sono le norme etiche che riguardano la tutela
della vita umana10.
le esigenze che appartengono alla legge morale naturale richiedono di essere riconosciute
e tutelate nella vita sociale attraverso il diritto.
in questo senso, si può parlare di diritto naturale, con le conseguenti codificazioni legislative, i cui fondamenti non risiedono in un
mero atto di volontà umana bensì nella stessa
natura della persona11.
È per questa ragione che i diritti fondamentali
dell’uomo sono considerati inviolabili e non
negoziabili, sottratti quindi all’arbitrarietà di
ogni patto sociale o del consenso della maggioranza.
Benedetto XVi nel suo discorso alle nazioni
Unite del 2008 sottolinea che i diritti umani
«sono basati sulla legge naturale iscritta nel
cuore dell’uomo e presente nelle diverse culture e civiltà. Rimuovere i diritti umani da
questo contesto significherebbe restringere il
loro ambito e cedere ad una concezione relativistica, secondo la quale il significato e l’interpretazione dei diritti potrebbero variare e
la loro universalità verrebbe negata in nome
di contesti culturali, politici, sociali e persino
religiosi differenti»12.
Benedetto XVi evidenzia che la giustizia è
spesso negata quando i diritti vengono presentati «semplicemente in termini di legalità,
(...) deboli proposizioni staccate dalla dimensione etica e razionale, che è il loro fondamento e scopo»13.
Schooyans sottolinea che basta considerare
gli attuali dibattiti su questioni vitali come
l’eutanasia, l’aborto, la sterilizzazione di
massa, l’omosessualità ecc., per rendersi
conto di quanto l’interpretazione invertita e
perversa dei diritti umani si sia ovunque insinuata14.
Un problema di particolare gravità è l’impostazione individualista la quale non riconosce
l’esistenza di valori morali universali.
Questa interpretazione si è ampiamente diffusa nelle grandi organizzazioni internazionali, tra le quali vanno citate ai primi posti
l’onU e molte delle sue agenzie.
la società internazionale sembra basarsi sempre meno sulla concezione dei diritti umani
affermati nella dichiarazione universale dei
diritti dell’uomo del 194815. l’art. 3 della dichiarazione afferma che ogni essere umano
ha il diritto alla vita.
il positivismo giuridico, una posizione che
pretende di separare il diritto dalla morale, sta
rendendo sempre più difficile l’effettiva difesa
della vita umana da parte delle legislazioni di
alcuni Paesi e stanno emergendo varie forme
di tirannia, in cui alcuni uomini possono decidere del destino di altri.
da diversi anni, infatti, le leggi sull’aborto volontario approvate in molti Paesi hanno impunemente trasformato il concetto di
“delitto” in “diritto”, legittimando la prevaricazione dei più forti sulla vita dei più deboli.
il positivismo giuridico conduce, in ultima
istanza, ad una concezione del diritto che prescinde da qualsiasi criterio di giustizia.
Quando le leggi autorizzano l’aborto o l’eutanasia non solo non sono vincolanti per la
coscienza ma sollevano piuttosto il grave e
preciso obbligo di opporsi ad esse mediante
obiezione di coscienza16.
di fronte alle leggi che autorizzano l’aborto
o l’eutanasia ogni persona deve opporre obiezione di coscienza in ragione del proprio diritto a non essere costretti a partecipare ad azioni
moralmente cattive.
ogni uomo ha il dovere di non prestare la sua
collaborazione formale «a quelle pratiche che,
pur ammesse dalla legislazione civile, sono in
contrasto con la legge di dio. infatti, dal
punto di vista morale, non è mai lecito coo101
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perare formalmente al male. tale coopera- lo Stato deve riconoscere la dignità di ogni
zione si verifica quando l’azione compiuta, o persona umana, rispettare i suoi diritti intanper la sua stessa natura o per la configura- gibili e inalienabili, assumere il “bene cozione che essa viene assumendo in un con- mune” come fine e criterio regolativo della
creto contesto, si qualifica come vita politica.
partecipazione diretta ad un atto contro la «nel caso (…) di una legge intrinsecamente
vita umana innocente o come condivisione ingiusta, come è quella che ammette l’aborto
dell’intenzione immorale dell’agente princi- o l’eutanasia, non è mai lecito conformarsi ad
pale»17.
essa, “né partecipare ad una campagna di opiogni persona ha la responsabilità morale per nione in favore di una legge siffatta, né dare
gli atti che compie e a questa responsabilità ad essa il suffragio del proprio voto”»20.
nessuno può mai sottrarsi.
giovanni Paolo ii nell’Evangelium Vitae esanel discorso alle namina il caso in cui un
Benedetto XVI
zioni Unite Benedetto
voto parlamentare riXVi evidenzia che
sultasse determinante
ha evidenziato che
«nel nome della libertà
per far approvare una
i diritti umani
deve esserci una correlegge più restrittiva, rilazione fra diritti e dovolta cioè a diminuire il
sono fondati sulla
veri, con cui ogni
numero degli aborti aupersona è chiamata ad
torizzati, in alternativa
legge morale naturale
assumersi la responsaad una legge più periscritta nel cuore dell’uomo missiva già in vigore.
bilità delle proprie
scelte, fatte in conseguenza dell’entrata in giovanni Paolo ii sostiene che nel caso cirapporto con gli altri»18.
tato, qualora non fosse possibile evitare o
Alcune correnti di pensiero sostengono che abrogare completamente una legge abortista,
la legge dovrebbe limitarsi a recepire l’opi- un parlamentare, la cui personale assoluta opnione della maggioranza dei cittadini. Questa posizione all’aborto fosse chiara e da tutti cotesi si basa sulla convinzione che la verità sia nosciuta, potrebbe lecitamente sostenere
inaccessibile all’uomo. in nome di un falso proposte rivolte a limitare i danni di una tale
concetto di libertà alcuni autori giungono a legge e a diminuirne gli effetti negativi sul
sostenere che, in una società moderna e plu- piano della cultura e della moralità pubblica.
ralistica, dovrebbe essere lasciata a ogni per- giovanni Paolo ii afferma che in questo
sona l’autonomia di disporre della propria modo, infatti, non si attua una collaborazione
illecita a una legge ingiusta; piuttosto si comvita e altrui.
Queste tendenze affondano le loro radici nel pie un legittimo e doveroso tentativo di limirelativismo etico che contraddistingue gran tarne gli aspetti iniqui21.
parte della cultura contemporanea.
ogni persona ha il diritto/dovere di rifiunell’Evangelium Vitae giovanni Paolo ii evi- tarsi di partecipare a commettere un’ingiudenzia che alcuni attentati alla vita umana e stizia. lo Stato non può costringere la
radicali negazioni della libertà si commettono persona a compiere un’azione intrinsecain nome del “relativismo etico”. Quando una mente incompatibile con la sua dignità. la
maggioranza parlamentare legittima la sop- possibilità di rifiutarsi di partecipare alla fase
pressione, pur a certe condizioni, della vita consultiva, preparatoria ed esecutiva di atti
umana non ancora nata, non fa altro che as- contro la vita deve essere assicurata ai mesumere una decisione “tirannica” nei con- dici, agli operatori sanitari e ai responsabili
fronti dell’essere umano più debole e delle istituzioni ospedaliere, delle cliniche e
indifeso. «la coscienza universale giusta- delle case di cura.
mente reagisce nei confronti dei crimini con- le persone che ricorrono all’obiezione di cotro l’umanità di cui il nostro secolo ha fatto scienza devono essere salvaguardate non solo
da sanzioni penali, ma anche da qualsiasi
così tristi esperienze»19.
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danno sul piano legale, disciplinare, economico e professionale22.
la difesa e la promozione della vita di ogni
essere umano è una sollecitudine non solo
personale ma sociale, che ciascun uomo deve
coltivare, ponendo l’incondizionato rispetto
della vita umana a fondamento di una rinnovata società.
giovanni Paolo ii nell’Evangelium Vitae ricorda che «il creatore ha affidato la vita dell’uomo alla sua responsabile sollecitudine,
non perché ne disponga in modo arbitrario,
ma perché la custodisca con saggezza e la amministri con amorevole fedeltà»23.
«in continuità con tutta la tradizione della
chiesa è anche la dottrina sulla necessaria
conformità della legge civile con la legge morale»24.
nell’Enciclica Evangelium Vitae giovanni
Paolo ii approfondisce il rapporto tra la legge
civile e la legge morale partendo dal brano
degli Atti degli Apostoli nel quale si afferma
che «Bisogna obbedire a dio piuttosto che
agli uomini» (At 5, 29).
giovanni Paolo ii ricorda che «Fin dalle origini della chiesa, la predicazione apostolica
ha inculcato ai cristiani il dovere di obbedire
alle autorità pubbliche legittimamente costituite (cfr. Rm 13, 1-7; 1 Pt 2, 13-14), ma nello
stesso tempo ha ammonito fermamente che
“bisogna obbedire a dio piuttosto che agli
uomini”»25.
giovanni Paolo ii mette in rilievo che «già
nell’Antico testamento, proprio in riferimento alle minacce contro la vita, troviamo
un esempio significativo di resistenza al comando ingiusto dell’autorità. Al faraone, che
aveva ordinato di far morire ogni neonato
maschio, le levatrici degli Ebrei si opposero.
Esse “non fecero come aveva loro ordinato
il re di Egitto e lasciarono vivere i bambini”
(Es 1, 17)». giovanni Paolo ii evidenzia il
motivo profondo di questo loro comportamento: le levatrici temettero dio.
giovanni Paolo ii sottolinea che «È proprio
dall’obbedienza a dio — al quale solo si deve
quel timore che è riconoscimento della sua
assoluta sovranità — che nascono la forza e
il coraggio di resistere alle leggi ingiuste degli
uomini. È la forza e il coraggio di chi è dispo-
sto anche ad andare in prigione o ad essere
ucciso di spada, nella certezza che “in questo
sta la costanza e la fede dei santi (Ap 13,
10)”»26.
il rispetto incondizionato del diritto alla vita
di ogni persona, dal concepimento fino alla
sua morte naturale, è uno dei pilastri su cui si
regge ogni società civile.
il compito di difendere e promuovere la vita
di ogni essere umano grava in particolare
sulle autorità politiche. giovanni Paolo ii nell’Evangelium Vitae evidenzia che le autorità
politiche sono chiamate a servire l’uomo e il
bene comune e hanno il dovere di compiere
scelte coraggiose a favore della vita, innanzitutto nell’ambito delle disposizioni legislative.
«in un regime democratico, ove le leggi e le
decisioni si formano sulla base del consenso
di molti, può attenuarsi nella coscienza dei
singoli che sono investiti di autorità il senso
della responsabilità personale». ma a questa
responsabilità «nessuno può mai abdicare, soprattutto quando ha un mandato legislativo o
decisionale, che lo chiama a rispondere a dio,
alla propria coscienza e all’intera società di
scelte eventualmente contrarie al vero bene
comune. Se le leggi non sono l’unico strumento per difendere la vita umana, esse però
svolgono un ruolo molto importante e talvolta determinante nel promuovere una mentalità e un costume. Qualsiasi norma “che
viola il diritto naturale alla vita di un innocente è ingiusta e, come tale, non può avere
valore di legge”»27.
Una particolare responsabilità grava sui medici, i farmacisti, gli infermieri, i cappellani, i
religiosi, gli amministratori e i volontari28.
Essi sono chiamati ad essere custodi e servitori della vita umana. nell’attuale contesto
culturale e sociale, in cui l’arte medica rischia
di smarrire la sua imprescindibile dimensione
etica, i medici possono essere talvolta tentati
di trasformarsi in artefici di manipolazione
della vita o addirittura in operatori di morte.
di fronte a tale tentazione la loro responsabilità è oggi fortemente cresciuta e «trova la
sua ispirazione più profonda e il suo sostegno
più forte proprio nell’intrinseca e imprescindibile dimensione etica della professione sanitaria, come già riconosceva l’antico e
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sempre attuale giuramento di Ippocrate, secondo così via. Quando uno comincia a non avere
il quale ad ogni medico è chiesto di impe- questi crimini (e nessun cristiano deve averli),
gnarsi per il rispetto assoluto della vita umana comincia a levare il capo verso la libertà, ma
e della sua sacralità»29.
questo non è che l’inizio della libertà, non la
giovanni Paolo ii nell’Evangelium Vitae af- libertà perfetta”»35.
ferma che «i comandamenti di dio ci inse- i comandamenti di dio sono un dono del
gnano la via della vita. i precetti morali negativi, Suo amore per la realizzazione e la crescita
cioè quelli che dichiarano moralmente inac- della persona.
cettabile la scelta di una determinata azione, «ogni uomo sinceramente aperto alla verità
hanno un valore assoluto per la libertà e al bene, con la luce della ragione e non
umana: essi valgono sempre e comunque, senza il segreto influsso della grazia, può arsenza eccezioni. indicano che la scelta di de- rivare a riconoscere nella legge naturale scritta
terminati comportanel cuore (cfr. Rm 2,
Le leggi che autorizzano
menti è radicalmente
14-15) il valore sacro
incompatibile
con
della vita umana dal
l’aborto o l’eutanasia
primo inizio fino al suo
l’amore verso dio e
con la dignità della per- sono radicalmente in contrasto termine, e ad affermare
sona, creata a sua imil diritto di ogni essere
con il bene comune
magine: tale scelta,
umano a vedere somperciò, non può essere riscattata dalla bontà mamente rispettato questo suo bene primadi nessuna intenzione e di nessuna conse- rio. Sul riconoscimento di tale diritto si fonda
guenza, è in contrasto insanabile con la co- l’umana convivenza e la stessa comunità pomunione tra le persone, contraddice la litica»36.
decisione fondamentale di orientare la pro- giovanni Paolo ii dice che i diritti dell’uomo
pria vita a dio»30.
devono essere riferiti a ciò che l’uomo è per
il comandamento di «non uccidere» obbliga natura e in forza della propria dignità, e non
ogni essere umano a rispettare, amare e pro- già alle espressioni delle scelte soggettive promuovere la vita umana. Esso, infatti, risuona prie di coloro che ottengono il consenso della
nella coscienza morale di ciascuno come maggioranza37. nell’Enciclica Evangelium vitae
un’eco insopprimibile dell’alleanza originaria giovanni Paolo ii ha denunciato il pericolo
di dio creatore con l’uomo e da tutti può es- grave che questa falsa interpretazione dei disere conosciuto alla luce della ragione31.
ritti dell’uomo, come di diritti della soggettila vita umana è un dono di dio, una realtà vità individuale, sganciata dal riferimento alla
«sacra» affidata alla responsabilità del- verità della natura umana, possa portare
l’uomo32. dio, pertanto, è l’unico Signore anche i regimi democratici a trasformarsi in
della vita: l’uomo non può disporne33. la vita un sostanziale totalitarismo38.
e la morte dell’uomo sono, dunque, nelle l’uomo è un essere libero, ma la sua libertà
mani di dio34.
non è illimitata. Essa è chiamata ad accettare
il comandamento di «non uccidere» indica il la legge morale che dio ha dato all’uomo. la
limite invalicabile al di la del quale l’uomo libertà dell’uomo trova la sua vera e piena reanon deve andare. Questo precetto morale lizzazione nell’accettazione della legge morale
spinge a compiere azioni per difendere e pro- naturale.
la legge di dio, dunque, non attenua né tanto
muovere la vita umana.
i comandamenti, in particolare i precetti mo- meno elimina la libertà dell’uomo, al contrarali negativi, sono l’inizio e la prima tappa ne- rio la garantisce e la promuove.
cessaria del cammino verso la libertà: «la Agire a favore della vita significa contribuire
prima libertà — scrive sant’Agostino — con- al rinnovamento della società mediante la cosiste nell’essere esenti da crimini... come sa- struzione del bene comune. «non è possibile,
rebbero
l’omicidio,
l’adulterio,
la infatti, costruire il bene comune senza ricofornicazione, il furto, la frode, il sacrilegio e noscere e tutelare il diritto alla vita, su cui si
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fondano e si sviluppano tutti gli altri diritti
inalienabili dell’essere umano. né può avere
solide basi una società che — mentre afferma
valori quali la dignità della persona, la giustizia
e la pace — si contraddice radicalmente accettando o tollerando le più diverse forme di
(…) violazione della vita umana, soprattutto
se debole ed emarginata»39.
Solo il rispetto della vita della persona umana
può fondare e garantire gli importanti beni
della società, come la democrazia e la pace.
l’uomo ha il compito di rispettare, promuovere, amare, servire la vita umana: così facendo ogni persona esercita la sua
responsabilità verso gli altri e manifesta, nei
fatti e nella verità, la sua riconoscenza a dio
per il grande dono della vita.
notE
SAn tommASo d’AQUino, Summa Theologiae, i.a–ii.ae,
q. 90, art. 4, ad 1.
2
cfr. gioVAnni PAolo ii, lettera Enciclica Evangelium
Vitae, 25 marzo 1995, libreria Editrice Vaticana, città
del Vaticano 1995, n. 71.
3
cfr. congREgAzionE PER lA dottRinA dEllA
FEdE, Istruzione Donum Vitae su il rispetto della vita umana
nascente e la dignità della procreazione, 22 febbraio 1987,
parte iii.
4
gioVAnni PAolo ii, lettera Enciclica Evangelium
Vitae, op. cit., n. 72.
5
cfr. SAn tommASo d’AQUino, Summa Theologiae, iii, q. 93, a. 3, ad 2um.
6
cfr. Ibid., i-ii, q. 95, a. 2.
7
gioVAnni PAolo ii, lettera Enciclica Evangelium
Vitae, op. cit., n. 68.
8
id., lettera Enciclica Veritatis Splendor, 6 agosto 1993,
libreria Editrice Vaticana, città del Vaticano 1993, n.
51.
9
Riportato da: Ibid., n. 12.
10
cfr. J. dE d. ViAl coRREA, E. SgREcciA (a cura di),
Natura e dignità della persona umana, libreria Editrice Vaticana, città del Vaticano 2003, 16-17.
11
Ibid., 17.
12
BEnEdEtto XVi, «discorso in occasione dell’incontro con i membri dell’Assemblea generale dell’organizzazione delle nazioni Unite», 18.4.2008, new
York, in Il Regno-Documenti, 9 (2008), 272.
13
Ibid.
14
m. SchooYAnS, Il volto nascosto dell’ONU. Verso il governo mondiale, il minotauro, Roma 2004, 57. Si veda
1
anche: id., Aborto e politica, libreria Editrice Vaticana,
città del Vaticano 1991; id., Nuovo disordine mondiale, S.
Paolo ed., cinisello Balsamo milano 2000; id., Terrorismo dal volto umano, cantagalli, Siena 2009.
15
id., Il volto nascosto dell’ONU. Verso il governo mondiale,
op. cit, 57.
16
cfr. gioVAnni PAolo ii, lettera Enciclica Evangelium Vitae, op. cit., n. 73. Sulla tematica dell’obiezione
di coscienza si veda E. SgREcciA e J. lAFFittE (a cura
di), La coscienza cristiana a sostegno del diritto alla vita, libreria Editrice Vaticana, città del Vaticano 2008.
17
gioVAnni PAolo ii, lettera Enciclica Evangelium
Vitae, op. cit., n. 74.
18
BEnEdEtto XVi, «discorso in occasione dell’incontro con i membri dell’Assemblea generale dell’organizzazione delle nazioni Unite», op. cit., 271.
19
gioVAnni PAolo ii, lettera Enciclica Evangelium
Vitae, op. cit., n. 70.
20
Ibid., n. 73.
21
cfr. Ibid.
22
cfr. Ibid., n. 74. in proposito si veda m. SchooYAnS,
Terrorismo dal volto umano, op. cit., 136-146.
23
gioVAnni PAolo ii, lettera Enciclica Evangelium
Vitae, op. cit., n. 76.
24
Ibid., n. 72.
25
Ibid., n. 73.
26
Ibid.
27
Ibid., n. 90.
28
cfr. A. gRzESKoWiAK, «obiezione di coscienza per
categorie professionali particolari», in E. SgREcciA e
J. lAFFittE (a cura di), La coscienza cristiana a sostegno del
diritto alla vita, op. cit., 202-239.
29
gioVAnni PAolo ii, lettera Enciclica Evangelium
Vitae, op. cit., n. 89.
30
Ibid., n. 75.
31
cfr. Ibid., n. 76.
32
cfr. Ibid., n. 22.
33
cfr. congREgAzionE PER lA dottRinA dEllA
FEdE, Istruzione Donum Vitae su il rispetto della vita umana
nascente e la dignità della procreazione, op. cit., introduzione, 5.
34
cfr. gioVAnni PAolo ii, lettera Enciclica Evangelium Vitae, op. cit., n. 39.
35
Riportato da Ibid., n. 75. cfr. anche id., lettera Enciclica Veritatis Splendor, op. cit., n. 23.
36
gioVAnni PAolo ii, lettera Enciclica Evangelium
Vitae, op. cit., n. 2.
37
cfr. gioVAnni PAolo ii, «discorso ai partecipanti
all’assemblea generale della Pontificia Accademia per
la Vita», 27 febbraio 2002, in J. dE d. ViAl coRREA,
E. SgREcciA (a cura di), Natura e dignità della persona
umana, libreria Editrice Vaticana, città del Vaticano
2003, 13.
38
cfr. gioVAnni PAolo ii, lettera Enciclica Evangelium Vitae, op. cit., nn. 19-20.
39
Ibid., n. 101.
105