42-50 L`itinerario
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42-50 L`itinerario
L’itinerario 42 M A R Z O / A P R I L E 2 0 0 8 Le Incoronate Il fiume e l’Incoronata Sepurine, Murter, Incoronata, Zut, Zirje, Sebenico, Cherca, Scardona di Piero Magnabosco in caicco o a vela con AYT YACHTING&TOURS ebenico e la Dalmazia centrale. Sebenico, fra le principali città della costa dalmata, è la più recente come fondazione. Se per tutte le altre Zara, Spalato,Traù, Ragusa, si risale ai Romani, ai Greci o più indietro ancora agli Illiri, la fondazione di Sebenico è opera degli ultimi arrivati in Adriatico: i Croati. Fu uno dei grandi re croati che dominarono la regione a cavallo dell’anno mille a far nascere Sibenik-Sebenico. Kresimir IV costruì qui una fortezza ed un insediamento nel 1066. Fino ad allora il principale abitato della zona era Scardona, ora Skradin, importante centro agricolo commerciale già in epoca romana. I croati crearono la città in una posizione particolarmente felice da un punto di vista strategi- S co. Il canale di Sant’Antonio è un perfetto porto naturale e consentiva alla navi da corsa croate di raggiungere velocemente il mare aperto intercettando le rotte delle galee veneziane, che tornavano dall’oriente cariche di merci preziose, a sud dell’Incoronata e attorno a capo Ploce, in uno dei pochissimi tratti di Dalmazia privi di isole e con scarsità di rifugi. Con la decadenza del regno medioevale di Croazia, Sebenico si avvicinò sempre più a Venezia ed entrò a far parte definitivamente dei territori della repubblica nel 1412. Da quel momento iniziò lo sviluppo urbanistico e la costruzione delle opere di difesa che la caratterizzano ancora oggi. Con l’avvicinarsi dei Turchi alla costa la posizione della città divenne molto importante come testimoniano le impo- L’itinerario 44 nella pagina precedente Toreta, isola Incoronata sotto Il forte di San Nicola; Il porto di Sepurine Catamarani,monoscafi e caicchi con partenze da Sebenico tra le basi proposte per le incoronate da AYT YACHTING&TOURS L’itinerario 46 M A R Z O / A P R I L E 2 0 0 8 nenti fortificazioni venete sia verso terra sia verso il mare. I Turchi tra il cinquecento ed il seicento conquistarono tutto il circondario compresa Scardona e assediarono più volte Sebenico senza mai riuscire ad espugnarla. Il forte di Sant’Anna, il forte di San Giovanni e quello di San Nicolò resistettero sempre ai duri attacchi ottomani. Anche il canale di Sant’ Antonio, che congiunge il porto al mare, fu fortificato. Il canale è probabilmente uno dei più belli e scenografici accessi marittimi ad una città ed è dominato sul suo lato meridionale dallo spettacolare forte di San Nicola, costruito, come le principali difese veneziane del ’500, dal Sanmicheli. Nel 1431 Giorgio Orsini, chiamato in Croazia Jurai Dalmatinac (Giorgio il dalmata), cominciò la costruzione della cattedrale di San Giacomo, che realizzata in pietra bianca di Brazza e Curzola fu terminata nel 1536 ed è il più bel esempio di architettura rinascimentale in Dalmazia. Sebenico diede i natali a molti illustri personaggi, fra i quali spicca il nome di Nicolò Tommaseo. Il Tommaseo nacque qui nel 1802 da una antica famiglia sebenicense, studiò a Spalato, si laureò a Padova e poi trascorse la maggior parte della sua vita tra Firenze, sua città di adozione, e Venezia dove fu tra i protagonisti della repubblica del 1848. Nonostante o forse proprio per l’importanza che la sua figura ha nella letteratura risorgimentale italiana, nella sua città natale è quasi del tutto ignorato. Se proverete a spiegare a qualcuno degli odierni abitanti di Sebenico che un loro concittadino è stato l’autore del più importante dizionario della lingua italiana dell’800 e che era amico di Manzoni e Leopardi non sarete creduti tanto facilmente. Dopo aver visitato la cattedrale, salirete attraverso le strette calli fin su al cimitero. Qui, oltre a vedere un panorama che ha dell’incredibile sulle isole, potrete notare le tombe della famiglia Tommaseo ancora ben conservate. Per gli amanti dello sport una piccola curiosità: uno dei più grandi cestisti croati, Drazen Petrovic, nacque qui nel 1964. Prima di morire prematuramente nel 1993 ha fatto in tempo ad essere premiato per ben 4 volte come miglior giocatore europeo. Sebenico è un ottimo punto di partenza per visitare la Dalmazia centrale vista la sua vicinanza verso nord con l’arcipelago delle Incoronata e verso sud con le grandi isole spalatine. Avendo a disposizione una settimana si possono visitare l’arcipelago di Sebenico e l’arcipelago dell’Incoronata e risalire il Cherca-Krka in una piacevole navigazione fluviale. Sette giorni non sono molti ma sono sufficienti per cogliere gli aspetti più interessanti e piacevoli di questa parte della Dalmazia. La particolare configurazione dell’area interessata rende possibile navigare in tutte le stagioni. Anche in periodi in cui il tempo è meno stabile e le burrasche sono più frequenti, la quantità dei ridossi e i grandi spazi di mare protetto da isole e promontori rendono possibile una navigazione in totale sicurezza. L’itinerario che abbiamo immaginato è pensato per delle barche a vela, con tragitti giornalieri limitati di conseguenza. Primo giorno da Sebenico verso nord: usciti dal canale di San Antonio si passa nello stretto fra Prvic-Provicchio e Zlarin-Zlarino e poi a sud dell’isola di Tihat fino a raggiungere l’isola disabitata di Zmajan. A seconda del vento andremo ad ancorarci lungo la costa occidentale, dove troveremo ridosso dai settori settentrionali (Bora e Maestrale) o lungo la costa orientale dove troveremo ridosso dai settori meridionali (Scirocco e Libeccio). Le piccole baie con il fondale di sabbia e l’acqua limpida non mancano. Ad ovest c’è Uvala Smetnja molto ampia e deserta, ma più bella è l’ansa subito a settentrione di Smetnja, chiusa ad ovest da un piccolo promontorio e con una verde pineta sulla riva. Ad est 47 2 0 0 8 Zakloscica e Bok sono ottimi ancoraggi con lo Scirocco. Poche sono le barche che si ancorano qui ed è molto piacevole nuotare nel silenzio e nell’acqua turchese. Per la sosta notturna ci aspettano ancora poche miglia (7) verso nord ovest, fino alla baia di San Nicola – Sveti Nikola sull’angolo sud ovest di Murter. San Nicola ha un piccolo molo a cui si può accostare. Il molo chiude un piccolo mandracchio pieno di barche locali e con poco fondo, ma all’esterno ed in testa è sempre libero. La profondità è intorno ai due metri e ci si può affiancare, oppure si può scegliere di dar fondo all’ancora in centro baia su fondo di sabbia buon tenitore e avvicinarsi alla banchina con la poppa. Sull’altro lato della baia ci sono una piccola chiesa ed una casa abitata in estate. A ovest del molo c’è un piccolo colle la cui cima è un ottimo posto per godere del tramonto sull’Incoronata. Dalla baia parte una strada bianca che attraverso una bella campagna porta fino al paese di Jezera in cui si possono trovare tutti i rifornimenti e anche diverse trattorie. Secondo giorno l’arcipelago dell’Incoronata: navigando verso ovest attraversiamo il Mare di Murter- Murtersko More e arriviamo all’entrata meridionale dell’arcipelago dell’Incoronata passando nello stretto fra Capo Opat (abate) e l’isola Smokvica (Figarola). Risalire il canale dell’Incoronata con il Maestrale estivo dà la possibilità di fare una divertente navigazione a vela con molte virate ravvicinate e continui cambiamenti di rotta per evitare scogli ed isolette. Le baie per una sosta sono tantissime. Potremo fermarci per un bagno a Kanenj Zakan o più a nord a Lopatica. Per la notte ci ancoreremo a Kravljacica o a Lucica, i due ancoraggi più vicini alla Chiesetta della Madonna dell’Incoronata e alla Toreta, la fortezza medioevale che sorvegliava le isole. Dagli ancoraggi la passeggiata L’itinerario M A R Z O / A P R I L E sopra Smokvica; Stiniva M A R Z O / A P R I L E 2 0 0 8 L’itinerario 48 per raggiungere la chiesa ed il forte non è molto agevole, a causa dei sassi e delle molte buche, ma è abbastanza breve e merita di essere fatta . Terzo giorno Zut: per uscire dal canale dell’Incoronata possiamo scegliere di passare a nord o a sud dell’isola di Katina. Il passaggio a sud Vela Proversa (Proversa grande) era l’unico agibile fino al 1989 e nei tempi antichi a volte veniva chiuso con una grossa catena (come indica il nome dell’isola) per impedire il passaggio delle navi. Passando da Vela Proversa bisogna navigare con cautela perché c’è profondità a sufficienza (comunque non superiore ai due metri) solo in centro al canale. Per avere il giusto riferimento, a terra sono state sistemate delle piramidi di pietra con delle linee nere che permet- tono di controllare visivamente l’allineamento di passaggio. Il canale a nord di Katina, Mala Proversa, è stato aperto solo nel 1989. Fino ad allora la profondità non superava il mezzo metro, mentre oggi arriva a quattro metri. Il canale è ben delimitato da boe rosse e verdi illuminate la notte. Negli anni è stata istallata una serie di segnalamenti luminosi che rendono possibile l’avvicinamento notturno sia da est che da ovest. Per la facilità di passaggio e la profondità più abbondante la maggior parte delle imbarcazioni transita da qui. Sull’isola di Katina ci sono due trattorie in prossimità dei due passaggi. Entrambe hanno il proprio approdo. Quella vicino a Vela Proversa ha un molo attrezzato con i corpi morti, il molo di Mala Proversa, invece, non ha molto fondo ed è disturbato anche dalle onde delle molte barche di passaggio. La baia di fronte, invece, è piena di gavitelli che possono essere usati per un tranquillo ormeggio. La nostra destinazione serale sarà una delle tante accoglienti baie del lato orientale dell’isola di Zut. Chi vuole usufruire di un marina attrezzato andrà nella baia di Luka Zut dove il Marina Aci offre tutti i servizi necessari. Nella baie di Strunac e di Luka Hiljaca ci sono alcune piccole trattorie che hanno i loro approdi e alcuni gavitelli. Per gli amanti della tranquillità, l’ancoraggio nel canale fra il capo meridionale di Zut e l’isolotto di Zutska Aba è perfetto. Si dà fondo al ridosso dalla Bora in circa 6 metri di acqua e la solitudine è garantita. Quarto giorno Zirje-Zuri: riattraversiamo il Mare di Murter, questa volta verso sud, per raggiungere la più occidentale delle isole dell’arcipelago di Sebenico. La posizione strategica di Zirje è evidente e infatti da sempre ci furono istallazioni militari di cui restano molte tracce, dai castellieri illirici, alle fortezze veneziane, fino ai bunker della guerra fredda. I due ancoraggi più interessanti sono lungo la costa sud occidentale e sono attrezzati con gavitelli: Tratinska, più a nord, e Stupica all’estremità meridionale. Due miglia a occidente di Zirje sulla piccola isola di Blitvenica-Lucetta c’è un faro austriaco molto bello. I bassifondi rocciosi e le scogliere attorno all’isola sono molto famosi fra gli appassionati di immersioni e la zona è anche molto pescosa. Le acque attorno a Zirje sono anche il posto dove è più facile, in questa parte di Dalmazia, avvistare dei delfini. Quinto giorno Prvic-Provicchio: rimaniamo all’interno dell’arcipelago di Sebenico e dopo avere passato un pomeriggio bal- neare in una delle baie di Kakan o del lato meridionale di Kaprjie (Vela e Mala Nozdra), raggiungiamo in serata uno dei due porti dell’isola di Prvic. A nord il porto di Sepurine è piuttosto piccolo e pieno di barche locali. Si può ormeggiare sul lato esterno oppure affiancarsi al molo del traghetto un po’ più a sud. Ci sono anche dei gavitelli un centinaio di metri a meridione di fronte ad un trattoria. Il paesino di Sepurine con le vecchie case di pietra bianca adagiate sull’acqua e con il caratteristico campanile a cipolla è decisamente bello. Lo si può visitare agevolmente anche andando ad ormeggiare nel porto di Prvic, a sud, che in caso di brutto tempo è sicuramente una scelta migliore. Il ridosso è ottimo da Bora, mentre lo Scirocco rende insostenibile l’ancoraggio in rada ma sul molo si sta comunque bene. I due paesi, Prvic e Sepurine, sono collegati da un breve e piacevole passeggiata. Sull’isola non ci sono macchine ed anche in piena stagione l’animazione serale è sempre misurata e piacevole. Le trattorie sono diverse e tutte accoglienti. Sesto giorno il fiume e le cascate: rientriamo nel canale di Sant’ Antonio ma invece di fermarci a Sebenico proseguiamo lungo il fiume. Risalire il KrkaCherca è piacevole e molto interessante Appena a monte di Sebenico, sulla riva est, ci sono molti allevamenti di molluschi e di pesce. Si possono acquistare a prezzi piuttosto interessanti ottime cozze ed ostriche. Poco dopo passeremo sopra al ponte della strada costiera. Può capitare di vedere ogni tanto qualche segua- sopra Lucizza L’itinerario 50 dall’alto in basso Le cascate del Cherca; Il canale di Sant’Antonio; La cattedrale di San Giacomo M A R Z O / A P R I L E 2 0 0 8 ce del bungee jumping appeso a testa ingiù. Più avanti, prima di Zaton, il fiume piega deciso a levante ed è la parte più spettacolare della navigazione sul fondo di uno stretto canyon con le pareti brulle e desertiche. Dopo un po’ si arriva nel grande lago di Prokljansko oltre il quale il fiume ritorna a stringersi e dopo poche miglia, passati sotto al nuovo ponte dell’autostrada, si arriva alla nostra meta Skradin-Scardona. Oltre Skradin la navigazione privata è proibita e comunque un ponte, piuttosto basso, limiterebbe l’accesso alle barche a motore. A Skradin c’è un grande marina Aci, ma si può anche ancorare lungo le rive in mezzo ai canneti. L’importante è restare lontani dalle rotte dei piccoli traghetti che fanno la spola con le cascate. Il momento più interessante per visitare le spettacolari cascate, parco nazionale e patrimonio dell’umanità, è il pomeriggio. Da non perdere è una gita fino al monastero di Visovac sulla piccola isola al centro del lago superiore. Il monastero rimase per i lunghi anni della dominazione turca un rifugio sicuro. L’ultimo traghetto che riporta dalle cascate in città parte intorno alle sette di sera. Se rimarrete qui oltre questo orario, l’attenzione dei guardiani si allenta molto e avrete la possibilità di tuffi e bagni emozionanti nella cascate altrimenti proibiti. Per ritornare a Skradin, poi, basta seguire la bella strada bianca lungo il fiume e in mezzora di piacevole passeggiata sarete di ritorno. A Skradin ci sono molte trattorie che servono le ottime cozze degli allevamenti dei dintorni. Settimo giorno il ritorno: abbiamo tutto il tempo per fermarci a perdere tempo e a fare dei bei bagni in un dei molti ancoraggi lungo il fiume e soprattutto nel Proljansko jezero. Fra tutti vi segnalo quello vicino a Rasline sulla costa occidentale del lago, per arrivarci navigate con cautela e fate attenzione alle secche. dall’alto in basso Sebenico in notturna con vista della cattedrale e il castello rovine sulle isole incoronate