42-50 L`itinerario

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42-50 L`itinerario
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Le Incoronate
Il fiume e l’Incoronata
Sepurine, Murter, Incoronata, Zut, Zirje,
Sebenico, Cherca, Scardona
di Piero Magnabosco
in caicco o a vela con AYT YACHTING&TOURS
ebenico e la Dalmazia centrale.
Sebenico, fra le principali città della costa dalmata, è la
più recente come fondazione. Se per tutte le altre Zara,
Spalato,Traù, Ragusa, si risale
ai Romani, ai Greci o più indietro
ancora agli Illiri, la fondazione di
Sebenico è opera degli ultimi arrivati in Adriatico: i Croati. Fu uno
dei grandi re croati che dominarono la regione a cavallo dell’anno
mille a far nascere Sibenik-Sebenico. Kresimir IV costruì qui una
fortezza ed un insediamento nel
1066. Fino ad allora il principale
abitato della zona era Scardona,
ora Skradin, importante centro
agricolo commerciale già in epoca
romana. I croati crearono la città
in una posizione particolarmente
felice da un punto di vista strategi-
S
co. Il canale di Sant’Antonio è un
perfetto porto naturale e consentiva alla navi da corsa croate di
raggiungere velocemente il mare
aperto intercettando le rotte delle
galee veneziane, che tornavano
dall’oriente cariche di merci preziose, a sud dell’Incoronata e
attorno a capo Ploce, in uno dei
pochissimi tratti di Dalmazia privi
di isole e con scarsità di rifugi. Con
la decadenza del regno medioevale di Croazia, Sebenico si avvicinò
sempre più a Venezia ed entrò a
far parte definitivamente dei territori della repubblica nel 1412. Da
quel momento iniziò lo sviluppo
urbanistico e la costruzione delle
opere di difesa che la caratterizzano ancora oggi. Con l’avvicinarsi
dei Turchi alla costa la posizione
della città divenne molto importante come testimoniano le impo-
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nella pagina
precedente
Toreta, isola
Incoronata
sotto
Il forte di
San Nicola;
Il porto di Sepurine
Catamarani,monoscafi e caicchi con partenze da Sebenico
tra le basi proposte per le incoronate da AYT YACHTING&TOURS
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nenti fortificazioni venete sia verso terra sia verso il mare. I Turchi
tra il cinquecento ed il seicento
conquistarono tutto il circondario
compresa Scardona e assediarono
più volte Sebenico senza mai
riuscire ad espugnarla. Il forte di
Sant’Anna, il forte di San Giovanni
e quello di San Nicolò resistettero
sempre ai duri attacchi ottomani.
Anche il canale di Sant’ Antonio,
che congiunge il porto al mare, fu
fortificato. Il canale è probabilmente uno dei più belli e scenografici
accessi marittimi ad una città ed è
dominato sul suo lato meridionale
dallo spettacolare forte di San
Nicola, costruito, come le principali difese veneziane del ’500, dal
Sanmicheli. Nel 1431 Giorgio
Orsini, chiamato in Croazia Jurai
Dalmatinac (Giorgio il dalmata),
cominciò la costruzione della cattedrale di San Giacomo, che realizzata in pietra bianca di Brazza e
Curzola fu terminata nel 1536 ed
è il più bel esempio di architettura
rinascimentale in Dalmazia.
Sebenico diede i natali a molti illustri personaggi, fra i quali spicca il
nome di Nicolò Tommaseo. Il
Tommaseo nacque qui nel 1802
da una antica famiglia sebenicense,
studiò a Spalato, si laureò a
Padova e poi trascorse la maggior
parte della sua vita tra Firenze, sua
città di adozione, e Venezia dove
fu tra i protagonisti della repubblica del 1848. Nonostante o forse
proprio per l’importanza che la
sua figura ha nella letteratura
risorgimentale italiana, nella sua
città natale è quasi del tutto ignorato. Se proverete a spiegare a
qualcuno degli odierni abitanti di
Sebenico che un loro concittadino
è stato l’autore del più importante
dizionario della lingua italiana
dell’800 e che era amico di
Manzoni e Leopardi non sarete
creduti tanto facilmente. Dopo
aver visitato la cattedrale, salirete
attraverso le strette calli fin su al
cimitero. Qui, oltre a vedere un
panorama che ha dell’incredibile
sulle isole, potrete notare le tombe della famiglia Tommaseo ancora ben conservate. Per gli amanti
dello sport una piccola curiosità:
uno dei più grandi cestisti croati,
Drazen Petrovic, nacque qui nel
1964. Prima di morire prematuramente nel 1993 ha fatto in tempo
ad essere premiato per ben 4 volte come miglior giocatore europeo.
Sebenico è un ottimo punto di
partenza per visitare la Dalmazia
centrale vista la sua vicinanza verso nord con l’arcipelago delle
Incoronata e verso sud con le
grandi isole spalatine. Avendo a
disposizione una settimana si possono visitare l’arcipelago di
Sebenico e l’arcipelago dell’Incoronata e risalire il Cherca-Krka in
una piacevole navigazione fluviale.
Sette giorni non sono molti ma
sono sufficienti per cogliere gli
aspetti più interessanti e piacevoli
di questa parte della Dalmazia. La
particolare configurazione dell’area interessata rende possibile
navigare in tutte le stagioni. Anche
in periodi in cui il tempo è meno
stabile e le burrasche sono più frequenti, la quantità dei ridossi e i
grandi spazi di mare protetto da
isole e promontori rendono possibile una navigazione in totale sicurezza.
L’itinerario che abbiamo immaginato è pensato per delle barche a
vela, con tragitti giornalieri limitati
di conseguenza.
Primo giorno da Sebenico
verso nord: usciti dal canale di San
Antonio si passa nello stretto fra
Prvic-Provicchio e Zlarin-Zlarino e
poi a sud dell’isola di Tihat fino a
raggiungere l’isola disabitata di
Zmajan. A seconda del vento
andremo ad ancorarci lungo la
costa occidentale, dove troveremo
ridosso dai settori settentrionali
(Bora e Maestrale) o lungo la
costa orientale dove troveremo
ridosso dai settori meridionali
(Scirocco e Libeccio). Le piccole
baie con il fondale di sabbia e l’acqua limpida non mancano. Ad
ovest c’è Uvala Smetnja molto
ampia e deserta, ma più bella è
l’ansa subito a settentrione di
Smetnja, chiusa ad ovest da un piccolo promontorio e con una verde pineta sulla riva. Ad est
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Zakloscica e Bok sono ottimi
ancoraggi con lo Scirocco. Poche
sono le barche che si ancorano
qui ed è molto piacevole nuotare
nel silenzio e nell’acqua turchese.
Per la sosta notturna ci aspettano
ancora poche miglia (7) verso
nord ovest, fino alla baia di San
Nicola – Sveti Nikola sull’angolo
sud ovest di Murter. San Nicola ha
un piccolo molo a cui si può accostare. Il molo chiude un piccolo
mandracchio pieno di barche locali e con poco fondo, ma all’esterno
ed in testa è sempre libero. La
profondità è intorno ai due metri
e ci si può affiancare, oppure si
può scegliere di dar fondo all’ancora in centro baia su fondo di
sabbia buon tenitore e avvicinarsi
alla banchina con la poppa.
Sull’altro lato della baia ci sono una
piccola chiesa ed una casa abitata
in estate. A ovest del molo c’è un
piccolo colle la cui cima è un ottimo posto per godere del tramonto sull’Incoronata. Dalla baia parte
una strada bianca che attraverso
una bella campagna porta fino al
paese di Jezera in cui si possono
trovare tutti i rifornimenti e anche
diverse trattorie.
Secondo giorno l’arcipelago dell’Incoronata: navigando verso ovest attraversiamo il Mare di
Murter- Murtersko More e arriviamo all’entrata meridionale dell’arcipelago dell’Incoronata passando
nello stretto fra Capo Opat (abate) e l’isola Smokvica (Figarola).
Risalire il canale dell’Incoronata
con il Maestrale estivo dà la possibilità di fare una divertente navigazione a vela con molte virate ravvicinate e continui cambiamenti di
rotta per evitare scogli ed isolette.
Le baie per una sosta sono tantissime. Potremo fermarci per un
bagno a Kanenj Zakan o più a
nord a Lopatica. Per la notte ci
ancoreremo a Kravljacica o a
Lucica, i due ancoraggi più vicini
alla Chiesetta della Madonna dell’Incoronata e alla Toreta, la fortezza medioevale che sorvegliava le
isole. Dagli ancoraggi la passeggiata
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sopra
Smokvica;
Stiniva
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per raggiungere la chiesa ed il forte non è molto agevole, a causa
dei sassi e delle molte buche, ma è
abbastanza breve e merita di essere fatta .
Terzo giorno Zut: per uscire dal canale dell’Incoronata possiamo scegliere di passare a nord
o a sud dell’isola di Katina. Il passaggio a sud Vela Proversa
(Proversa grande) era l’unico agibile fino al 1989 e nei tempi antichi a volte veniva chiuso con una
grossa catena (come indica il
nome dell’isola) per impedire il
passaggio delle navi. Passando da
Vela Proversa bisogna navigare
con cautela perché c’è profondità
a sufficienza (comunque non
superiore ai due metri) solo in
centro al canale. Per avere il giusto
riferimento, a terra sono state
sistemate delle piramidi di pietra
con delle linee nere che permet-
tono di controllare visivamente
l’allineamento di passaggio. Il canale a nord di Katina, Mala Proversa,
è stato aperto solo nel 1989. Fino
ad allora la profondità non superava il mezzo metro, mentre oggi
arriva a quattro metri. Il canale è
ben delimitato da boe rosse e verdi illuminate la notte. Negli anni è
stata istallata una serie di segnalamenti luminosi che rendono possibile l’avvicinamento notturno sia
da est che da ovest. Per la facilità
di passaggio e la profondità più
abbondante la maggior parte delle
imbarcazioni transita da qui.
Sull’isola di Katina ci sono due
trattorie in prossimità dei due passaggi. Entrambe hanno il proprio
approdo. Quella vicino a Vela
Proversa ha un molo attrezzato
con i corpi morti, il molo di Mala
Proversa, invece, non ha molto
fondo ed è disturbato anche dalle
onde delle molte barche di passaggio. La baia di fronte, invece, è
piena di gavitelli che possono
essere usati per un tranquillo
ormeggio. La nostra destinazione
serale sarà una delle tante accoglienti baie del lato orientale dell’isola di Zut. Chi vuole usufruire di
un marina attrezzato andrà nella
baia di Luka Zut dove il Marina Aci
offre tutti i servizi necessari. Nella
baie di Strunac e di Luka Hiljaca ci
sono alcune piccole trattorie che
hanno i loro approdi e alcuni gavitelli. Per gli amanti della tranquillità,
l’ancoraggio nel canale fra il capo
meridionale di Zut e l’isolotto di
Zutska Aba è perfetto. Si dà fondo
al ridosso dalla Bora in circa 6
metri di acqua e la solitudine è
garantita.
Quarto giorno Zirje-Zuri:
riattraversiamo il Mare di Murter,
questa volta verso sud, per raggiungere la più occidentale delle
isole dell’arcipelago di Sebenico.
La posizione strategica di Zirje è
evidente e infatti da sempre ci
furono istallazioni militari di cui
restano molte tracce, dai castellieri illirici, alle fortezze veneziane,
fino ai bunker della guerra fredda. I
due ancoraggi più interessanti
sono lungo la costa sud occidentale e sono attrezzati con gavitelli:
Tratinska, più a nord, e Stupica
all’estremità meridionale. Due
miglia a occidente di Zirje sulla
piccola isola di Blitvenica-Lucetta
c’è un faro austriaco molto bello. I
bassifondi rocciosi e le scogliere
attorno all’isola sono molto famosi fra gli appassionati di immersioni
e la zona è anche molto pescosa.
Le acque attorno a Zirje sono
anche il posto dove è più facile, in
questa parte di Dalmazia, avvistare
dei delfini.
Quinto giorno Prvic-Provicchio: rimaniamo all’interno dell’arcipelago di Sebenico e dopo
avere passato un pomeriggio bal-
neare in una delle baie di Kakan o
del lato meridionale di Kaprjie
(Vela e Mala Nozdra), raggiungiamo in serata uno dei due porti
dell’isola di Prvic. A nord il porto
di Sepurine è piuttosto piccolo e
pieno di barche locali. Si può
ormeggiare sul lato esterno oppure affiancarsi al molo del traghetto
un po’ più a sud. Ci sono anche
dei gavitelli un centinaio di metri a
meridione di fronte ad un trattoria. Il paesino di Sepurine con le
vecchie case di pietra bianca adagiate sull’acqua e con il caratteristico campanile a cipolla è decisamente bello. Lo si può visitare
agevolmente anche andando ad
ormeggiare nel porto di Prvic, a
sud, che in caso di brutto tempo è
sicuramente una scelta migliore. Il
ridosso è ottimo da Bora, mentre
lo Scirocco rende insostenibile
l’ancoraggio in rada ma sul molo si
sta comunque bene. I due paesi,
Prvic e Sepurine, sono collegati da
un breve e piacevole passeggiata.
Sull’isola non ci sono macchine ed
anche in piena stagione l’animazione serale è sempre misurata e piacevole. Le trattorie sono diverse e
tutte accoglienti.
Sesto giorno il fiume e le
cascate: rientriamo nel canale di
Sant’ Antonio ma invece di fermarci a Sebenico proseguiamo
lungo il fiume. Risalire il KrkaCherca è piacevole e molto interessante Appena a monte di
Sebenico, sulla riva est, ci sono
molti allevamenti di molluschi e di
pesce. Si possono acquistare a
prezzi piuttosto interessanti ottime cozze ed ostriche. Poco dopo
passeremo sopra al ponte della
strada costiera. Può capitare di
vedere ogni tanto qualche segua-
sopra
Lucizza
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dall’alto in basso
Le cascate
del Cherca;
Il canale di
Sant’Antonio;
La cattedrale di
San Giacomo
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ce del bungee jumping appeso a
testa ingiù. Più avanti, prima di
Zaton, il fiume piega deciso a
levante ed è la parte più spettacolare della navigazione sul fondo di
uno stretto canyon con le pareti
brulle e desertiche. Dopo un po’
si arriva nel grande lago di
Prokljansko oltre il quale il fiume
ritorna a stringersi e dopo poche
miglia, passati sotto al nuovo ponte dell’autostrada, si arriva alla
nostra meta Skradin-Scardona.
Oltre Skradin la navigazione privata è proibita e comunque un ponte, piuttosto basso, limiterebbe
l’accesso alle barche a motore. A
Skradin c’è un grande marina Aci,
ma si può anche ancorare lungo le
rive in mezzo ai canneti.
L’importante è restare lontani dalle rotte dei piccoli traghetti che
fanno la spola con le cascate. Il
momento più interessante per
visitare le spettacolari cascate, parco nazionale e patrimonio dell’umanità, è il pomeriggio. Da non
perdere è una gita fino al monastero di Visovac sulla piccola isola
al centro del lago superiore. Il
monastero rimase per i lunghi
anni della dominazione turca un
rifugio sicuro. L’ultimo traghetto
che riporta dalle cascate in città
parte intorno alle sette di sera. Se
rimarrete qui oltre questo orario,
l’attenzione dei guardiani si allenta
molto e avrete la possibilità di tuffi
e bagni emozionanti nella cascate
altrimenti proibiti. Per ritornare a
Skradin, poi, basta seguire la bella
strada bianca lungo il fiume e in
mezzora di piacevole passeggiata
sarete di ritorno. A Skradin ci
sono molte trattorie che servono
le ottime cozze degli allevamenti
dei dintorni.
Settimo giorno il ritorno:
abbiamo tutto il tempo per fermarci a perdere tempo e a fare
dei bei bagni in un dei molti ancoraggi lungo il fiume e soprattutto
nel Proljansko jezero. Fra tutti vi
segnalo quello vicino a Rasline sulla costa occidentale del lago, per
arrivarci navigate con cautela e
fate attenzione alle secche.
dall’alto in basso
Sebenico in notturna con vista della cattedrale e il castello
rovine sulle isole incoronate