Artisti . Corriere dell arte
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Artisti . Corriere dell arte
P E R I O D I C O Manifesti, originali, grafica, multipli e dipinti Via della Rocca, 4 - TORINO Tel. 011.8174644 D I C U L T U R A E I N F O R M A Z I O N E I.P. Fondato da Carlo Accossato nel 1994 CORRIEREdell’ARTE Direzione e Redazione: P.za Zara, 3 - 10133 Torino Tel. 011 6312666 - Fax 011 6317243 - email: [email protected] - www.corrieredellarte.it Art. 2 Comma 2 Legge 662/96 - Pubblicità inferiore al 45% Spedizione in abbonamento postale Anno XX - n° 3 - Venerdì 14 Febbraio 2014 € 2,50 COURRIER DES ARTS Vermeermania a Bologna Manifesti, originali, grafica, multipli e dipinti Via della Rocca, 4 - TORINO Tel. 011.8174644 Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 7.000 contatti da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno “La ragazza con l’orecchino di perla” per la prima volta in Italia, a Palazzo Fava “Doppio sogno” Torino, Palazzo Chiablese Jan Vermeer, "La ragazza con l’orecchino di perla", 1665 ca. olio su tela, 44,5x39 cm. Mauritshuis Royal Picture Gallery, L’Aia © KKSMH D LORENZO REGGIANI avanti a lei bisogna spogliarsi dell’aneddotica e del feticcio dell’icona pop; bisogna dimenticare il best-seller Neri Pozza di Tracy Che- valier e il film con Scarlett Johansson. Lei è La ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer, il quadro più amato e riprodotto al mondo, con la Gioconda di Leonardo e L’urlo di Munch. Lei è per poco più di cento giorni, fino al 25 maggio, a Bologna, a Palazzo Fava, star indiscussa e assoluta di una raffinatissima mostra sulla Golden Age della pittura olandese, curata da Marco Goldin e tra gli altri da Emilie Gordenker, direttrice del Mauritshuis Museum de L’Aia dove il capolavoro è conservato - e dove tornerà per sempre a giugno - e dal quale provengono tutti i dipinti in esposizione. È l’unica occasione per ammirarla in Italia e in tutta Europa, prima del “rimpatrio”, e dopo il tour che l’ha portata in Giappone (a Tokyo e Kobe) e negli Stati Uniti (a San Francisco, Atlanta e New York). “È ovviamente un onore per me essere riuscito a portare nel nostro Paese per la prima volta quest’opera”, dice Goldin. “Vorrei che il pubblico si ponesse davanti ad essa come a una rappresentazione sublime della bellezza dipinta. In questo quadro tutto vive dentro una sorta di silenzio crepitante, che chiama ognuno di noi verso il luogo dell’assoluto”. Soprattutto De Pisis Alla GAM di Torino tre nuovi appuntamenti L MARIA LUISA TIBONE e ancor numerose schiere di visitatori che affollano la mostra di Renoir alla Galleria di Arte Moderna di Torino sono ora allettate da tre altri appuntamenti che il museo di via Magenta presenta in orari prolungati (ma-me-ve, fino alle 19,30; gio, fino alle 22,30). Al piano terreno VITRINE offre, nell’opera di Manuele Cerutti, uno sguardo di Pause elaborato da ‘Gente di Strada (Passaggio pedonale)’. La giovane curatrice Anna Musini ne costruisce il breve percorso con un lento lavorio di pochi oggetti che in ritmici oli su lino conducono ad un dialogo di forme lontane. Come in L’attesa delle regole 3, fino alla scapulomanzia dell’antica Cina. Al primo piano ecco un importante revival: È Pinot Gallizio -teorico e pratico elaboratore tra il 1956 e il 1959 di una pittura industriale - a dominare una grande pa- rete con la sua Notte barbara. Espressione di una visione cosmica di forte sperimentazione materica, il grande dipinto ha ricevuto, alla Venaria, un importante intervento di restauro. Nel 50° anniversario della morte dell’artista, al secondo piano la sala SURPRISE ,curata da Maria Teresa Roberto, rievoca ‘Ultime notizie’, con brani della pittura industriale dell’artista, fondatore - tra gli altri - di quella Internazionale Situazionista che ricordiamo così bene rievocata da Mirella Bandini. Ma il più importante dei tre appuntamenti s’apre al piano interrato, nella nuova Wunderkammer della Gam. Fino al 6 aprile, attiguo al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, ora aperto al pubblico, lo spazio espositivo curato da Virginia Ber- continua a pag. 2 tone presenta una ‘collezione segreta’. Ed è un grande ritratto del collezionista Alberto Rossi ad accogliere il pubblico nello spazio verde dove splendono una trentina di acquerelli ed oli di Filippo De Pisis che gli fu amico e pressoché coetaneo. Nei lontani miei anni universitari conobbi Alberto Rossi, straordinario narratore d’arte, simpatico a pag. 5 New York, Morgan Library In mostra i disegni di Saint-Exupéry a pag. 11 Milano, Teatro alla Scala Cavalleria Rusticana senza folklore a pag. 12 giornalista che mi invitava a conoscere nella sua casa, affollati sulle pareti, tanti capolavori. Una raccolta straordinaria che mostrava con orgoglio alle giovani amiche. Scendendo dall’immancabile bicicletta e conducendole nell’appartamento-museo. Oltre a De Pisis c’erano Morandi, Tosi, Casorati e molti altri. Oggi la collezione di Alberto Rossi è sata riordinata dal soprintendente di Bologna Luigi Ficacci : alla Natura morta con caffettiera, ai disegni parigini di De Pisis, già rappresentativi di un segno lirico inconfondibile, seguono le opere milanesi, le esuberanti pitture veneziane, con nudi, ritratti, nature morte, fino alle opere più tarde, testimoni della malattia nervosa che sconvolse gli ultimi anni dell’artista; donate in extremis (1956) da Rossi alla GAM, queste esprimono ora la loro altissima qualità poetica e costituiscono uno splendido motivo di visita in contrasto e in prosecuzione dei piaceri offerti da Renoir. Filippo De Pisis, “Testa di giovane”, 1951 acquerello su carta, 33x24,2cm. Donazione A. Rossi, Torino, 1956 © GAM CORRIEREdell’ARTE Pagina 2 14 Febbraio 2014 COURRIER DES ARTS segue dalla prima pagina Vermeermania a Bologna La ragazza, “nata” nel 1665 circa, non è sola e non è l’unico capolavoro di Vermeer in mostra. A farle compagnia c’è Diana e le sue ninfe, quadro di grandi dimensioni, prima opera realizzata dall’artista olandese nel 1653-1654 circa. E ancora 35 altri dipinti, tra cui ben quattro Rembrandt, e poi Frans Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst, Hobbema, Van Ruisdael, Steen, ovvero tutti i massimi protagonisti dell’età d’oro dell’arte olandese, divisi in cinque sezioni. La prima è dedicata alla storia del Mauritshuis; la seconda ai paesaggi; la terza ai ritratti; la quarta agli interni con figure; la quinta alle nature morte. Alla fine, il percorso espositivo si conclude, e tocca il suo culmine, con la grande sala dedicata unicamente a lei, La ragazza con l’orecchino di perla, che si offre ai visitatori lasciandosi immortalare da cellulari, smartphone e tablet, che tutti impugnano per poter dire “c’ero anch’io”, per portarsi via il ricordo di questa figura di grande fascino, fulgido esempio di virtuosismo vermeeriano. Il volto della ragazza è morbidamente modellato, con passaggi graduali e pennellate invisibili, ma l’elemento più straordi- VERONA (Palaexpo) fino al 16 febbraio nario è tuttavia la perla, resa con una lumeggiatura intensa e con il delicato riflesso del colletto bianco. Accanto a questa mostra, la Fondazione Carisbo, Genius Bononiae-Musei nella Città e Linea d’ombra propongono, sempre a Palazzo Fava, “Attorno a Vermeer”, omaggio tributato da 25 artisti italiani contemporanei, da Guccione a Sarnari, da Raciti a Forgioli, scelti da Goldin per il senso della loro adesione all’intima idea specialmente del medium luminoso vermeeriano, senza distinzione tra figurativo e astratto. Il binomio anticocontemporaneo è, del resto, una precisa cifra stilistica del critico veneto, riaffermato in modi diversi e originali in concomitanza di molte delle sue mostre. Intanto è “Vermeermania”, con centomila biglietti già venduti e l’ambizione di arrivare a 220-230 mila presenze per la Ragazza più corteggiata del mondo. Palazzo Fava Palazzo delle Esposizioni Via Manzoni 2 – Bologna “La ragazza con l’orecchino di perla Il mito della Golden Age Da Vermeer a Rembrandt Capolavori dal Mauritshuis” Fino al 25 maggio Info: 0422 429999 Premiata Anna Borgarelli A “Molecola d’Oro” al Centro d’Arte San Vidal – Venezia l Centro d’Arte San Vidal a Ve- dell’ADAC - Atelier di Arte Connezia, venerdì 14 febbraio alle temporanea (Torino) e fa parte delore 18, si svolgerà la premiazione l’AIA - Associazione Italiana “Molecola d’Oro 2014”. Tra i ricono- Acquerellisti (Milano). È socia del sciuti spicca il nome della nota acque- Circolo degli Artisti di Torino e Venerellista torinese Anna Borgarelli, le zia. Il Premio “Molecola” rappresenta cui opere sono custodite in collezioni una delle versioni simboliche leonine pubbliche e private, musei e pinacote- con le quali si esprime il significato che. L’ultima si trova presso il Palazzo Barberini di Roma dove ha esposto una Personale di acquerelli. Anna Borgarelli ha al suo attivo molti premi e riconoscimenti. È stata inoltre presentata alla Anna Borgarelli, “Uno sguardo in maschera”, acquerello, 38x57 cm. Biennale di Venezia nel luglio 2007 (Ateneo Veneto araldico di maestà e potenza. E il Cen- Sala Tommaseo) mentre, in conco- tro d’Arte S. Vidal - UCAI di Venezia mitanza alle Biennali 2009 e 2013, ha prosegue il suo percorso di eccellenza esposto sue Personali presso il Palazzo proponendo manifestazioni artistiche Cornoldi e la Galleria San Vidal a Ve- rivolte alla cultura e in genere alle nezia. L’artista è anche Presidente vicende dell città lagunare. (vi. co.) CORRIEREdell’ARTE Milano, Villa Crespi foto di Valentina Pasolini, 2013 © FAI - Fondo Ambiente Italiano 14 Febbraio 2014 Un pezzo di Storia salvato dal Fai Pagina COURRIER DES ARTS 3 Con Casa Crespi si arricchisce il patrimonio culturale a Milano I ROBERTO ROVEDA n questi giorni si è ritornato a parlare di Grande Brera, si è messo a punto un nuovo progetto milionario e si è fissata la data limite del prossimo marzo per capire se ci sono le risorse pubbliche e private per partire finalmente. Dato il poco tempo a disposizione e le scarse risorse economiche da dedicare alla cultura facile pensare che siamo di fronte all’ennesimo fuoco di paglia. Un grande bluff, più che Grande Brera. Meglio quindi concentrarsi su un successo concreto, certo piccolo e minore rispetto ai progetti riguardanti la maggiore pinacoteca milanese, ma capace comunque di arricchire il patrimonio culturale del capoluogo lombardo e di far felici gli appassionati del “bello”. A fine gennaio, infatti, il FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) ha acquisto una delle più importanti abitazioni borghesi di Milano, Casa Crespi, progettata alla fine degli anni Venti del Novecento e abitata dai proprietari ininterrottamente fino a giorni nostri. Questo ha fatto si che la casa, oltre duecento metri quadri distribuiti su tre piani in pieno centro della città, abbia conservato la struttura originaria così come gli arredamenti e le finiture d’epoca e presenti un allestimento d’epoca studiato e rispettato in ogni suo elemento, dai pavimenti ai lampadari Allo stesso tempo, i Crespi – famiglia amante dell’arte, della musica e delle buone letture - hanno raccolto nel corso dei decenni all’interno della loro abitazione un migliaio di oggetti d’arte, dipinti (tra cui quadri del pittore fiammingo Voet e del Baciccio) e i più di quattromila volumi che costituiscono la biblioteca. La casa quindi rappresenta un pezzo di storia meneghina e racconta di una borghesia colta, riservata e poco amante delle luci dei riflettori tipica della Milano della prima Entrano in scena i Grandi Maestri Alla Galleria Accademia – Torino metà del Novecento, quando non ancora non era la città “da bere”. La sua acquisizione da parte del Fai e la volontà degli ultimi eredi della famiglia Crespi (due signori oramai ultranovantenni) perché venga aperta al pubblico regala a Milano un gioiellino tutto da scoprire, certo meno glamour di tante proposte culturali e artistiche sbandierate in prospettiva Expo, però ancora di queste proposte abbiamo solo sentito gli annunci. Prosegue fino al 26 febbraio, presso la Galleria Accademia di via Accademia Albertina 3/e a Torino, l’esposizione collettiva che ha come protagonisti Grandi Maestri Contemporanei. Info: 011 885408 Nelle immagini: scorcio dell’esposizione; nel riquadro a sinistra, Sebastián Matta, “Le Chemin de l’Englouti”, 1980, olio su tela, 70x65 cm.; in quello a destra, Mimmo Rotella, “Rio Lobo”, 1970, décollage su tela, 140x100 cm. foto © aut./Accademia CORRIEREdell’ARTE 4 Profili d’Artista Il metodo e la sensibilità di un artista Pagina 14 Febbraio 2014 COURRIER DES ARTS La recente “Natività” di Giancarlo Gasparin a Biella S ELIO RABBIONE criveva il critico Angelo Mistrangelo, poco più di trent’anni fa, presentando l’opera di Giancarlo Gasparin: “Un’arte che si ricollega alla “Classicità” della tradizione figurativa italiana, a una misura interpretativa che giorno dopo giorno si è sviluppata e trasformata raggiungendo felici esiti compositivi… scaturisce, da tale impostazione, un dipingere in cui il colore ed il ritmo compositivo si traducono in una linea di contorno fluida, duttile, senza asprezze grafiche. Una linea che segna il limite dei volumi, determina la composta evidenza delle nature morte, delle figure e dei paesaggi”. E annotava ancora Vittorio Bottino: “Giancarlo Gasparin potrebbe benissimo essere un protagonista d‘altri tempi: la validità del lavoro si affianca alla cultura ed all’educazione, per questo i richiami artistici non Giancarlo Gasparin, “Natività con i pastori”, 2013, olio su tela Giancarlo Gasparin, davanti all’altare di San Filippo Neri a Biella squillano acuti nell’aria, ma si snodano come madrigali”. Ecco, guardando indietro nel tempo e ripescando dalla memoria i nomi dei maestri che dal Cinque e dal Seicento tornano tra le tele dell’artista di oggi, ecco, suona come un madrigale, dolce, quasi appartato, non certo squillante, commovente nella propria insonorità questa Natività con i pastori (olio su tavola di uno spessore di cm. 3,5, cm. 140 x 180, il risultato di bozzetti, di disegni, di ombreggiature, di monocromi, di velature) che i Padri Filippini della Chiesa di san Filippo Neri di Biella (i lavori per la costruzione della chiesa iniziarono nel marzo del 1789 per terminare nel 1800, quando con l’annessione del Piemonte da parte dei francesi la Congregazione fu soppressa e la casa della Comunità confiscata, ritornerà in possesso dei sacerdoti all’indomani del Congresso di Vienna) commissionarono al pittore un paio di anni or sono e che in occa- sione delle ultime festività natalizie ha trovato posto su di un paliotto rosso, ricamato con fregi pregevoli, sulla sommità dell’altar maggiore dove solitamente il visitatore ha potuto vedere un’Estasi del santo fondatore. Gasparin con questa sua opera – non ultima, sta lavorando tra l’altro ad un’altra tela che in tempi più o meno prossimi potrà trovare una sua collocazione in una chiesa torinese, a completamento di un dittico assai prezioso – reinterpreta un originale fiammingo cinquecentesco e ripropone con lo sguardo di oggi la grazia e la bellezza dell’occasione, dei visi in atto di contemplare, degli oggetti di ogni giorno catturati in tutta la loro semplicità, dei personaggi mai falsati e ridondanti, ma “scoperti” e offerti con la sincerità di un grande Maestro. Una composizione che allinea secondo moduli antichi la Vergine in atto di scoprire allo sguardo di tre pastori appena giunti a rendere omaggio e ad offrire umili doni il corpo nudo del Bambinello, sotto gli occhi protettivi e amorevoli di san Giuseppe. L’alternarsi dei colori che riempiono le tuniche ed i mantelli, i bruni i blu gli arancio, il centro visivo destinato al Bambino, il candore della tela che fa da culla e il movimento delle pieghe, le capigliature scomposte dei due vecchi, i grandi occhi sgranati del bue e dell’asino, l’intrecciarsi del cesto, il duetto di angeli, il gruppo che s’innalza sulla destra della tela, ogni tratto, ogni particolare riaccompagna alle antiche composizioni, in un inusuale prolungamento verso i giorni nostri. Un lavoro assai pregevole, suggestivo, condotto con metodo, con riconoscibile competenza, con una passione che non viene mai meno, con il bagaglio di cultura originato dall’attento studio degli antichi pittori (quanto sempre inseguiti!), soprattutto con la sensibilità – concretissima – che Gasparin porta in sé. Un tempo per riflettere “Doppio sogno” a Palazzo Chiablese – Torino C CHIARA GALLO he cosa ha mosso la mano di Sandro Chia mentre creava quel vortice di colori pastosi che è Tempest? E Alighiero Boetti come ha partorito l’idea di voler condensare il mondo in tanti piccoli tasselli colorati in Tutto, del 1987? Doppio sogno, mostra curata da Luca Beatrice e Arnaldo Colasanti, pone al pubblico interrogativi come questi lungo un percorso che si snoda attraverso le sale di Palazzo Chiablese a Torino. L’esposizione temporanea è l’insieme di una cinquantina di opere in tutto e sarà visibile sino al 30 aprile. L’iniziativa, voluta come inaugurazione del nuovo Polo Reale, era stata già lanciata questo autunno con la collocazione presso l’adiacente Piazzetta Reale di alcune sculture di artisti quali Igor Mitoraj, Giacomo Manzù, Marino Marini. A distanza di qualche mese vi è stato abbinato, il messaggio onirico, per l’appunto, della pittura. Suddivisa in una decina di sezioni la mostra ripercorre le tematiche classiche dell’arte novecentesca, grazie al contributo di capisaldi quali Giorgio De Chirico o Alighiero Boetti, passando poi alle nuove tematiche della modernità sulle tele di Carlos Donjuan o Daniele Galliano. L’intento è di far rivivere allo spettatore quel momento fantastico che è il sogno, visto in qualità di nutrimento per la creatività dell’artista. Una creatività in grado di far emergere nell’animo di chi osserva quell’impulso interiore volto al miglioramento personale. Ci si confronta con elementi quali il viaggio, il nudo, la memoria, il doppio ritratto, il teatro… tutte tematiche che nel corso del tempo si sono formate nella mente e nei sogni degli artisti dell’ultimo secolo e di oggi. Ognuno di loro ha apportato alle sue opere qualcosa di sé, delle proprie paure, dei propri desideri, semplicemente della propria immaginazione. Ed ecco allora le esperienze in viaggio di Eric White CORRIEREdell’ARTE e Giorgio Ramella, il nudo prepotente di Bernardo Siciliano, per giungere agli specchi di Valerio Berruti e alla geniale, forse un po’ inquietante, opera No Love Lost di Damien Hirst. Affiancate a ciascuna sezione troviamo frasi e poesie di autori diversi, quasi a creare un racconto più che una mostra. Come ci confida Arnaldo Colasanti: “L’iniziativa vuole ricordarci di ritrovare quel tempo per riflettere, quell’intimità profonda che troppo spesso il lavoro e la vita di tutti i giorni ci tolgono”, mentre Luca Beatrice sottolinea che essa “nasce dal tentativo di mettere in dialogo una serie di concetti opposti, solo apparentemente inconciliabili”. 14 Febbraio 2014 Pagina COURRIER DES ARTS 5 Giorgio de Chirico, “Autoritratto”, 1940-45, olio su tela, 28x33 cm. © Fondazione Giorgio e Isa de Chirico / PRT / MIBAC; Sandro Chia, “Tempest”, 1985, olio su tela, 220x200 cm. © Sandro Chia / PRT / MIBAC (qui sotto) Palazzo Chiablese Museo di Antichità di Torino P.za S. Giovanni 2 / p.ta Reale Torino “Doppio sogno Pittura e scultura al Polo Reale di Torino” - II a cura di Luca Beatrice e Arnaldo Colasanti Info: 011 5220450 349 8735297 Renoir, record di visitatori Alla GAM di Torino la mostra dedicata al maestro dell’Impressionismo francese T ANDREA DOMENICO TARICCO ornare in uno spazio espositivo come la GAM diTorino e girare tra le sale gremite di pubblico (affluenza che ha superato le già promettenti aspettative) per assistere all’esposizione retrospettiva dedicata ad un maestro assoluto come Renoir è stato come rivivere nell’Ottocento e tornare indietro nel tempo. Ancora studente presi il treno e mi recai in Francia per vivere le dimensioni che quei maestri avevano provato ed al Musée d’Orsay mi imbattei nelle atmosfere favolistiche di Henri Rousseau, in quelle magiche di Edward Burne-Jones; assistetti alle scomposizioni pre-cubiste di Paul Cézanne, a quelle proto-espressioniste di Vincent Van Gogh, ai primitivismi di Paul Gauguin, alle ricerche formali di Edgar Degas, passando per mostri sacri come Henri Matisse, GeorgesPierre Seurat. Fu in quel momento che vidi l’opera di Pierre-Auguste Renoir L’altalena, un olio su tela del 1876: fu realizzata quando l’autore aveva solo trentacinque anni, nel pieno delle difficoltà economiche che lo portarono a dedicarsi in maniera assidua all’arte. L’opera descrive figurativamente un uomo di spalle rivolto verso una giovane donna sull’altalena, mentre ad un albero posto a sinistra sbuca un secondo personaggio maschile ed una fanciulla. L’imbarazzo della giovane sottolineato dalla vivezza dei colori induce ad un senso di spensieratezza evocato dal gruppo di persone che equilibrano lo sfondo, ma diventa via via un vortice temporale in cui noi tutti siamo immersi. Su quell’altalena è impressionato lo scorrere del progresso che spaventa ma affascina, sfocando la luce in rifrazioni che traducono la materia stessa in massa cromatica. Era l’epoca di capolavori indiscussi, quali Bal au moulin de la Galette; lui a pieno titolo era stato ammesso nel 1864 al Salon des Refusés, istituito da Napoleone III. Oggi, dopo vent’anni, l’ho ritrovato proprio alla GAM - disposto al centro d’un percorso che tocca diverse fasi della sua produzione, distinta in sezioni, come quella dedicata alla ritrattistica (in cui spicca Frédéric Bazille mentre dipinge ‘L’airone con le ali spiegate’), all’in- Auguste Renoir, “Pont du chemin de fer à Chatou”, 1881, olio su tela, Musée d’Orsay Parigi © René-Gabriel Ojéda / RMN - Réunion des Musées Nationaux / distribuzione Alinari fanzia, ai paesaggi e ai nudi -, lui che soleva affermare “ci vedo miriadi di piccole tinte. Ho bisogno di scoprire quelle che faranno vivere e vibrare la carne sulla tela”. Sull’altalena del mondo tutto scorre. Agli inizi del ’900, egli fu ridotto a dipingere su una sedia a rotelle, con i pennelli legati all’avambraccio, ma ostinato a vedere le forme in termini di massa. GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino Via Magenta 3 – Torino “Renoir Dalle collezioni del Musée d’Orsay e dall’Orangerie” Fino al 23 febbraio Info: 011 4429518 CORRIEREdell’ARTE Pagina 6 14 Febbraio 2014 COURRIER DES ARTS Il senso di Micol per la scienza Hangar Bicocca – Milano L MARIANNA ORLOTTI FOTORAMA - febbrezza - ENRICO S. LATERZA Ad occhio nudo nel parco A CURA DI Galleria Carla Sozzani – Milano Il periodo newyorkese di Erwin Blumenfeld Galleria Carla Sozzani, c.so Como, 10 - Milano. Erwin Blumenfeld, Blumenfeld Studio, New York 1941-1960, mostra retrospettiva co-prodotta dal Musée “N. Niépce” di Chalonsur-Saône e dal Folkwang Museum di Essen, a cura di Nadia Blumenfeld Charbit, François Cheval e Ute Eskildsen. A ben vedere, all’atelier di Blumenfeld a Nuova York, nei pressi di Central Park, forse “a treppiedi nudi nel parco”, dei lontani esordi dada e d’avant-garde nulla manca in duroe-puro spirito sperimentale surreali- a mostra, curata da Andrea Lisson, comprende quattro fra le più importanti istallazioni di Micol Assaël e un lavoro site-spe- Micol Assaël, “Mindfall”, 2004-2007, installazione, cabina cific realizzato con vetri appannati (container), motori e cavi elettrici, appositamente aper fumo, tavoli e sedia © l’artista / Johann König, Berlino l’evento - che occupa interamente gli oltre 1800 mq di spazio dello Shed. Il titolo scelto [sorta di “scioglilingua musicale” obiettivamente illeggibile ed impronunciabile per il comune mortale, n.d.r.] nasce dall’accorpamento di diversi termini greci, associati senza alcun significato, così da eludere deliberatamente qualsiasi interpretazione prestabilita e lasciare che l’esperienza diretta del visitatore s’imponga sulla ricezione delle opere. Il progetto di allestimento si concretizza in un percorso che coinvolge gli spettatori in modo fisico e mentale, mettendo in gioco la relazione delle stesse opere con lo spazio circostante: apparecchiature ed equipaggiamenti tecnici, generatori di potenza, vecchi motori, circuiti elettrici aperti e potenti convogliatori d’aria riassemblati perdono la loro funzione d’uso originaria e diventano parte di un’entità nuova: “L’insieme spoglio crea un luogo respingente, dove campi di forza e linee di tensione inducono lo spettatore a riflettere sulla violenza che si annida negli oggetti quotidiani”, secondo l’autrice. Gli ambienti costruiti da Assaël ricordano celle di prigioni abbandonate, stanze spoglie, fredde, fatiscenti, desolanti e desolate, cubicoli, cabine-container E. Blumenfeld, “Doe Eye” claustrofobiche, che impongono necessariamente un’interimmagine di copertina di Vogue US del 1° agosto 1950, fotocolor; azione, provocano una reazione di disagio fisico e psicoin alto a destra, accanto al titolo logico, innescano riflessioni. Il corpo diventa un mezzo, autoscatto b/n del 1955 una potenzialità che si presenta come assenza d’intenzion© The Estate of Erwin Blumenfeld alità e mancanza di soggettività. Quando veniamo in conCondé Nast tatto con le installazioni ready-made dall’artista romana ci confrontiamo con fenomeni naturali insoliti e violenti, come elettricità, sta: basta guardare quel magnetismo, temperature molto basse o alte, che possono essere controlbuñueliano-daliniano occhio-da-cerlati fino a un certo punto e che mettono alla prova la nostra resistenza. biatta (corredato di sopracciglio trucL’intento dell’artista è quello di “evidenziare il legame tra arte e scienza: cato, labbra con rossetto scarlatto e entrambe pongono il dubbio alla base della loro stessa pratica, entrambe neo finto), apparso sulla copertina di necessitano di continui esperimenti e prove per la loro sussistenza”. Vogue dell’estatico agosto 1950. Nato a Berlino nel 1897, quindi fiPirelli HangarBicocca glio della Belle Époque, e morto a Via priv. Chiese 2 – Milano Roma nel 1969, allo spegnersi della Micol Assaël Dolce Vita, l’errante fotografo tede“Iliokatakiniomumastilopsarodimakopiotita” sco di origine ebraica, dopo i sogFino al 4 maggio giorni formativo-esistenziali ad Info: 02 66111573 Amsterdam, dal 1918 al 1935, e Pawww.hangarbicocca.org rigi, dal ’35 al ’41, nella parentesi temporale tra gli Anni Quaranta e Sessanta (cioè dalla fuga da guerra e nazismo, col definitivo approdo salvifico alla Liberty Island sulla Terra delle Promesse - l’America -, al boom postbellico nell’Età dell’Innocenza, che precedette l’omicidio del presidente Kennedy) trovò la sua primavera di fioritura professionale con una sfolgorante carriera di celebre illustratore di moda e pubblicità sulla brillante superficie delle pagine patinate dei maggiori magazine del settore (oltre al già citato Vogue US del mitico direttore Alexander Liberman, l’Harper’s Bazaar, con gente del calibro di Diana Vreeland, Life, Cosmopolitan ed altri), o nella traslucida immagine multicolore delle réclame dei più noti marchi (Elizabeth Arden, Dior, Max Factor, L’Oréal, Helena Rubenstein ecc.), nonché alla corte dei “ricchi e famosi” dell’alta società, di cui fece il ritratto con orpelli su pellicola (Babe Paley, Dovima, Jean Patchett, Grace Kelly...), talvolta svestendone il corpo per scoprirne l’anima. Sotto le sembianze esteriori del look commerciale riuscì spesso a “contrabbandare l’arte” - come confessa nell’autoriflessione di Eye to I nel significato profondo di ricerca inesausta, nel solco della storia culturale dell’Occidente, magari citando Manet o Vermeer. Orecchini-di-perle ai porci?... Senz’ali. L’esposizione sarà visitabile sino al 30 marzo. Info: 02 653531 www.galleriacarlasozzani.org CORRIEREdell’ARTE 14 Febbraio 2014 Pagina COURRIER DES ARTS Gianfranco Schialvino e Gianni Verna raccontano Smens Alla Biblioteca Classense di Ravenna È Gianfranco Schialvino, "Alla Luna", xilografia in corso fino al 26 aprile 2014 presso la Biblioteca Classense, la mostra Smens. la xilografia in rivista. L’esposizione racconta l’avventura della rivista Smens, così atipica nel nuovo millennio per la sua impostazione artigianale che ne prevede la stampa tipografica in poche copie, su un torchio a braccia e con i testi composti con caratteri di piombo. Unica nel suo genere anche per il metodo di riproduzione delle figure, che sono tutte incise su matrici di legno. La collezione della rivista è stata donata dai curatori alla biblioteca, che ora la mette in mostra in linea con la propria vocazione, storicamente definitasi, di luogo di raccolta e conservazione di importanti testimonianze di grafica, ed in particolare, come in questo caso, di xilografia. Un’arte, peraltro, che raggiunge esiti di straordinaria qualità nelle preziose xilografie quattrocentesche delle raccolte classensi, e che idealmente si legano a queste opere contemporanee nel segno della stessa tecnica. È facile tracciare adesso, dopo quindici anni dall’uscita del primo numero di Smens, un bilancio provvisorio di questa particolare rivista; Smens è stata tuttavia un’idea vincente proprio per questa sua caratteristica di essere fuori moda. I protagonisti sono gli autori dei testi e delle figure, tanto sorpresi per essere invitati a partecipare a un viaggio verso l’ignoto quanto pronti a inviarci i loro elaborati sui temi proposti. Le pagine e i legni arrivano in redazione da tutto il Mondo, da Montepulciano e da Montreal, da Montmartre e da Boston… Hanno realizzato le tavole incise dapprima Gianni Verna e Gianfranco Schialvino - insieme nel loro “cenacolo a due”, come definì l’Associazione Nuova Xilografia che edita la rivista il critico e amico Angelo Dragone - e successivamente tutti i più prestigiosi e abili xilografi, da tutto il Mondo, a partire da Remo Wolf fino a Jean Marcel Bertrand, Evgenij Bortnikov, il fiammingo Gerard Gaudaen, Leonard Baskin e Barry Moser, Penelope Jencks, Osvaldo Jalil e ancora Salvo, Francesco Franco, Togo, Nespolo, Tabusso, Soffiantino, Luzzati, i Casorati e tanti altri. Corridoio Grande della Biblioteca Classense Via Baccarini 3 – Ravenna “Smens, la xilografia in rivista” Dal 14 febbraio al 26 aprile Info: 0544 482116 Gianni Verna, "Cabana", xilografia Scultura su carta L 7 Disegni e progetti di Riccardo Cordero in mostra all’Accademia di Belle Arti di Brera – Milano ’Accademia di Belle Arti di Brera ospita, fino al 14 marzo, una mostra di opere su carta dello scultore Riccardo Cordero (Alba, 1942), che documenta la pratica disegnativa e progettuale della sua ricerca plastica, dai primi Anni Sessanta al oggi. Diplomato presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino (1965), l’artista sviluppa la sua formazione creativa legandosi al magistero di artisti quali Sandro Cherchi e Franco Garelli. Dal loro esemplare insegnamento Cordero apprende lo spirito di sperimentazione dei materiali. coniugando la conoscenza della scultura tradizionale e l’esigenza di cercare forme esplodenti e slanci costruttivi. Dopo una fase dedicata all’uso di nuovi materiali sintetici e di tecniche industriali, negli Anni ’60 egli realizza corpi plastici con strutture geometriche e materie informi, aggregazioni spaziali di elementi sospesi tra costruzione razionale e carattere embrionale della forma. La scultura Arti di Carrara, Bologna, Milano e presso l’Accademia “Albertina” di Belle Arti di Torino, dove è stato titolare della cattedra di Scultura dal 1990 al 2002. è vissuta come soggetto dinamico che interagisce con la dimensione urbana e con l’atmosfera del paesaggio, la sua forza vitale si identi ca nei grandi ferri dal pro lo sospeso, cerchi spez- zati e segni in rotazione, forme disarticolate che non perdono mai di vista il moto espansivo che dal centro protende verso l’in nito. Riccardo Cordero ha insegnato nelle Accademie di Belle Accademia di Belle Arti di Brera Biblioteca dell’Accademia Via Brera 28 Milano Riccardo Cordero “Progetti di Scultura” Opere su carta (1961 - 2013) Fino al 14 marzo Info: 02 869551 accademiadibrera.milano.it Artisti scelti dal CORRIEREdell’ARTE Pagina 8 14 Febbraio 2014 COURRIER DES ARTS Melina LEANDRO cell. 340 3234892 Guido MANNINI www.manniniguido.it L’olio su tela di Melina Leandro rappresenta la commistione stilistica tra gli elementi concreti che prevalgono nella figurazione di riferimento e i codici ideali di matrice simbolista. La donna, infatti, viene relazionata alla Madre Terra mediante la sapiente posa di due figure femminili speculari: quella in primo piano mostra il proprio volto con un’espressione assorta, mentre poggia le braccia sulla figura di schiena che nasconde gli arti e il volto. L’una diviene parte dell’altra in un continuum figurativo che indaga le ragioni dell’anima. La pittura viene così interpretata come mezzo evocativo di sogni espressi in poetiche materiali in cui i versi divengono i colori. Quel senso casoratiano di assenza spaziale, al limite di una gravitazione alterata, sospinge le figure nel vuoto circostante, inducendo l’occhio ad agganciarsi alla dimensione onirica come unica possibilità di salvezza. E la terra prende appunto forma nello sguardo di una donna sognante. Colpisce, nell’osservare l’opera di Mannini, il senso spirituale della ricerca atta a ritrovare se stessi. Senso della ricerca attraverso l’attento studio dei dettagli formali che scrutano pittoricamente la Natura. L’equilibrio plastico è determinato dalla linea dell’orizzonte che divide in due lo spazio ottico: nella parte inferiore compare un lembo di terra arsa dal sole, il deserto, in quella superiore la vastità del cielo diurno. In centro “L’attesa”, 2013, olio su tela, 50x50 cm. sono rappresentati due cammelli: quello di sinistra è carico di bagagli, su quello di destra siede un uomo con gli abiti tradizionali. In attesa. Il quadro apre la mente a dimensioni remote, sospese, rinviando lo spettatore ad un viaggio spazio-temporale; ci consente quasi di toccare quella sabbia, di recepire il caldo torrido e di affondare nel silenzio imperante, pur senza esservi mai stati. E in quel punto del Mondo risorge la vita e l’intento di conservarla proprio attraverso il viaggio inteso come salvezza. email: [email protected] cell. 338 8283968 Ella MARCIELLO “Senza titolo”, olio su tela, 120x80 cm. L’originalità di Ella Marciello giunge a Berlino: sarà proprio là, infatti, presso la Galeria Zero, che l’acrilico intitolato Self-portrait of the Artist as a Young Messy (nell’immagine) verrà esposto nell’ambito della Collettiva Kunst 2014, fino al 19 febbraio. Il colore tirato sulla tela attraverso una spatola crea quel movimento materico e quella profondità in grado di comunicarci in maniera espressiva le emozioni che guidano la mano dell’artista. Il rosso di fondo entra in forte contrasto con il soggetto in primo piano, sicché la nostra attenzione ne è totalmente catturata. Questo volto senza occhi, solo sagoma e labbra di un cremisi acceso, ci permettono quasi di identifi“Self-portrait of the Artist as a Young Messy”, acrilico su tela carci con l’autoritratto di Ella, tanto che una domanda sorge spontanea: stava ritraendo se stessa o ciascuno di noi? Così come nei suoi lavori precedenti la Marciello ci affascina con un’opera, per nulla onirica, ma reale e tangibile, tuttavia utilizzata per esprimere un interiorità profonda e personale. (Chiara Gallo) P.za Zara, 3 - 10133 Torino Tel. 011 6312666 / fax 011 6317243 Giuseppe PITRUZZELLO Ancora Pitruzzello con un’opera iper-pop, nella quale i mostri sacri del secolo scorso continuano ad essere evocati, da John Lennon a Marylin Monroe, da Michael Jackson sino alla Coca-Cola; titolo del lavoro: Omaggio a Andy Warhol (2013). Si tratta di una tecnica mista su tela, il cui soggetto incide notevolmente sul senso contemporaneo della massificazione post-industriale che traduce i modelli di una cultura globale in icone allo stato puro. Warhol, posto al centro della composizione, troneggia fotograficamente con i suoi occhiali da sole, mentre i simboli del potere lo sublimano quale padre fondatore dell’odierno modo di vedere. Il suo “quarto d’ora di celebrità per tutti” è divenuto l’eredità di questa gene- “Omaggio a AndyWarhol”, tecnica mista, 70x50 cm. razione immobile. Adesso l’Arte ha il serio compito culturale di andare avanti e di ricercare nel contingente valori capaci di svegliarci. Pitruzzello ci tramanda il passato, comprimendolo in se stesso nel presente ed aprendo lo sguardo verso nuove prospettive future. CORRIEREd Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 7.000 contatti d Corriere dell’Arte CORRIEREdell’ARTE 14 Febbraio 2014 A CURA DI Viviana MANTILARO cell. 333 9061432 Pagina ANDREA DOMENICO TARICCO Alberto Maria MARCHETTI www.albertomariamarchetti.it Colpisce il dipinto di Viviana Mantilaro, intitolato Laguna, per la vivacità cromatica che determina la materia e per il modo di equiparala nella dinamica spaziale, generando equilibri e forze di tensione. Vediamo infatti, una serie di barche ormeggiate in laguna, anteposte figurativamente dal palo del molo, collocato in primo piano quale vettore ad una spazialità che spinge lo sguardo in lontananza verso le stesse imbarcazioni e da qui sino allo sfondo risucchiato dal colore. Il colore, dunque, genera la forma che reagisce allo spazio costituendolo internamente: elementi tecnici determinati da una profonda sensibilità trasmessa espressionisticamente nell’arte. Queste ed altre le caratteristiche del lavoro della Mantilaro che esporrà una ventina di opere dal 1° al 27 febbraio prossimo presso la Cascina Roland, in strada Antica di Francia 11, Villar F o c chiardo ( T o ) . Buona visione. Avveniristica l’opera scultorea di Alberto Maria Marchetti, realizzata con ceramica in due elementi in argilla bianca smaltata con cristallina. Dico avveniristica per la caratteristica di interagire direttamente con il fruitore, che da semplice osservatore può toccare fisicamente l’opera manipolandola come meglio crede, ottenendo così nuove soluzioni che potrà immortalare mediante fotografie che l’artista conserverà gelosamente per assistere alla crescita della sua creatura. In altre parole, afferrando le due estremità della composizione è possibile modificarne lo stato definitivo in costante evoluzione. L’autore diviene l’artefice di una struttura aperta sulla quale i posteri possono apportare modifiche significative senza Scultura ceramica a 2 elementi in argilla bianca smaltata con cristallina mat alterarne le caratteristiche costitutive. Tutto ciò, ovviamente, non mette in discussione la fragilità del pezzo, che deve essere maneggiato con estrema delicatezza! cell. 329 4164423 cell. 331 2525371 Alberto Vittorio VITI “Laguna” L’opera di Alberto Vittorio Viti intitolata Paul Mc Cartney è stata realizzata nel 2013, a carboncino e grafite su Fabriano ruvido. Colpisce la decisione esecutiva per mezzo della quale l’artista ritrae fedelmente un’icona della musica rock, restituendocela in tutte le sue sfumature realistiche: la profondità dello sguardo, il contrasto tra le zone di luce e di ombra, la cura dell’espressione fredda. Una tipizzazione, insomma, che rinvia alle caratteristiche estetiche del musicista britannico. Ma, analizzando bene, ci rendiamo conto che Viti ottiene colore anche in sua assenza, poiché scava - attraverso il sapiente uso dei dettagli figurativi - elementi emozionali come la rugosità della pelle. Una sorta di geografia del volto in primo piano della star internazionale che con quegli occhi ha visto cambiare mode e tendenze della cultura mondiale, concorrendo personalmente a tale rivoluzione del pensiero. Dove ci abbia portati non possiamo dirlo. dell’ARTE “Paul McCartney". carboncino e grafite Loredana ZUCCA L’acrilico su tavola C’era una volta un Re (2013) di Loredana Zucca, tipizza pittoricamente l’incontro metafisico tra l’astrazione simbolica delle tinte e la dinamica costitutiva delle forme derivate dalla pregnanza materica. Vediamo, infatti, un sovrano assiso in trono nell’atto di elargire il suo potere, mentre un cuore ideale si concretizza in alto a sinistra nel turbinio cromatico che domina incontrastato e circoscrive gli elementi. È proprio questo il punto: sembra che l’impatto emotivo dei colori costituisca “C’era una volta un Re”, 2013, acrilico su tavola la forza stessa dell’opera, ove le immagini si formano progressivamente sotto il nostro sguardo, come durante la lettura dello svolgersi narrativo d’una favola; un dinamismo compositivo che si attua nel preciso istante definito in cui l’osservatore si ferma ad osservarlo. Il dialogo tra spettatore ed opera diviene così lo scopo essenziale di tale percorso creativo. La stessa energia generatrice di figure le risucchia successivamente nel vuoto e rinvia l’occhio al fantastico Mondo delle Idee, appunto. da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno 9 COURRIER DES ARTS [email protected] www.corrieredellarte.it CORRIEREdell’ARTE 10 Passione, talento e tecnica L’incisione si fa in sette È Pagina 14 Febbraio 2014 COURRIER DES ARTS Personale di Tea Vietti alla Galleria TeArt di Torino Collettiva alla Galleria Arte Città Amica – Torino L NIVES MARIA SALVO a scoperta del talento, la passione amorosa per i colori, la conoscenza della tecnica: tutto nell’arco di un’esistenza dedicata alla pittura e segnata da scelte personali che partono dall’idea che esistono molteplici poetiche. Lei, Tea Vietti, fino al 15 febbraio presente a TeArt, si racconta e lo fa con un’autentica dolcezza tutta emiliana, mista a uno sguardo acuto e lucido che le ha sempre permesso di distinguere la qualità dell’arte nelle sue molteplici differenze. I colori e la libertà d’espressione, dice di averli imparati già ai tempi dell’Accademia dai maestri: Cherchi, Valinotti, Garelli, Morbelli, Eandi, poi ha fatto da sola e ha insegnato. Ha sempre preteso dall’arte la sua rispondenza a una necessità espressiva, una sintonia ai motivi culturali e forse anche al suo territorio antropologico. I suoi fiori e frutti in mostra svelano alcune sue qualità: la flemma e il silenzio, il senso della posizione e il rispetto per ciò che cerca. Che l’argomento naturalistico sia interessante l’aveva già dimostrato quando nel 2006, in una mostra da Fogola, aveva utilizzati come base per i suoi acquerelli i disegni di Geometria Descrittiva e di Progettazione Industriale che il padre, Gino Vietti, aveva realizzato nel 1922 al Politecnico di Torino. Ma era stata capace di guardare con sereno strabismo anche al nuovo all’astratto, cimentandosi in opere diverse, polimateriche con svolte talvolta metafisiche. Oggi, però, è tornata al primo amore, gli acquerelli, e in mostra il rutilio dei suoi colori tenui, il rosa che tende all’azzurro e soprattutto i giochi delle sue ombre che si rincorrono tra steli e petali, ci restituiscono narrazioni e visioni, liricità e dramma. Specialmente con alcuni soggetti, quali Stella di Natale o Il gioco delle ombre, è riuscita nel suo intento, quello di creare dipinti destinati a sfidare le mode e la velocità dei nuovi tempi, senza per questo rinunciare alla qualità “classica” dell’opera, con uno sguardo d’animo mosso da uno sguardo amoroso, consapevole della necessità dell’opera di dare il segno della propria epoca, anche se difficile da descrivere. Galleria TeArt Via Giotto 14 – Torino Personale di Tea Vietti Fino al 15 febbraio - Info: 011 7717471 in corso dal 21 febbraio presso la Galleria Arte Città Amica di Torino la Collettiva “Incontro”, 7 incisori da Venezia e Torino; organizzata dal Centro Internazionale della Grafica di Venezia, l’Atelier Aperto e Arte Città Amica, ospita sino al 4 marzo le opere di sette artiste; sette personalità diverse con un unico grande interesse: l’incisione, intendendo con essa “sia quella figurativa classica sia quella di ricerca e di sperimentazione - spiega Isidoro Cottino - che trova grande spazio presso l’atelier veneziano”. Carla Motti Parsani. Diplomata presso l’Istituto d’Arte di Torino, insegna Storia dell’Arte fino al 1990, dedicandosi prevalentemente alla pittura e all’ìncisione. Espone in Italia e all’estero. Walterina Zanellati. Frequenta a Venezia l’Accademia di Belle Arti e l’Atelier Aperto, dove approfondisce le tecniche incisorie, sia tradizionali sia sperimentali, seguendo corsi e seminari. Partecipa a varie collettive. Susana Canosa. Dopo la Laurea in Psicologia e Gestione delle Risorse Umane, completa gli studi in Belle Arti. In Connecticut ha lavorato e studiato con Constance Kienmaier e dal 2003 fa parte del Silvermine Guild of Artist. I Neo-Creativisti all’alba del nuovo secolo Rinascenza Contemporanea – Pescara N ANDREA DOMENICO TARICCO uovo secolo, nuovo millennio. Le prerogative dell’arte del futuro sono in atto attraverso gli artisti attuali che Rinascenza Contemporanea ricerca in Italia ed oltre, seguendo le concezioni delle Teorie Sinaptiche atte a riconsiderare le manifestazioni estetiche della tradizione. Dopo le esperienze della Post- Avanguardia italiana che segnava questo passaggio dal vecchio Novecento alla nuova era, alla visione del Nuovo Arcaismo contemporaneo sino al Transizionalismo medioletèo, l’Ars Nova segna la classicità virtualista. Vediamo in rassegna i NeoCreativisti che operano in maniera progressiva come ad esempio Kevin Regonesi, osservatore attento delle pluridimensioni esistenti sino all’incontro sublime del Micro e del Macro effettuati da Secla, per giungere alle geometrizzazioni plastiche di Michelle Rubino, razionalizzatrice degli elementi puri al limite del Pop. E dal Pop si muove Marco Gemelli, riproponendo formulazioni riconoscibili che sfidano le moderne tecnologie sino al 3D od ai criteri espressionistici di Martina Miola, che giunge alla forma attraverso l’astrazione e viceversa sino a sfiorare il sogno. Questo è il terreno su cui si muove Giovanni Tenga, maestro internazionale delle metafisiche oniriche che ricreano l’arte e le strutture stesse della comunicazione. Sotto questa luce osserviamo i lavori di Gina Pardo, incantata dalla bellezza umana o dai simbolismi di Maria Grazia Marniga, poetessa dell’attimo e dell’eternità. Infine l’italo-francese Alexandre Saturnini, cantore lirico di visibilismi dettati dai sensi. Il NeoCreativismo getta le fondamenta per un linguaggio nuovo che spalanca lo sguardo oltre la sfera delle apparenze, secondo un progressismo creativo atto a sconfiggere l’immediatezza della realtà cogliendola nelle sue sfumature più intime. Figurazione ed astrazione si compenetrano in una sintesi perfetta e la mitologia di nuovi mondi prelude ad un innovativo modo di intendere il centro delle cose in ogni dove. Dentro la materia, oltre le stelle così come nelle ignote regioni dello spirito. Scienza e fede, ragione ed istinto, iconismo ed aniconismo proiettano lo sguardo verso una nuova forma di classicità. Luciana Robbiano Francon. Diplomata all’Accademia “Albertina” di Belle Arti di Torino, ha studiato con maestri quali Sergio Saroni, Francesco Franco, Vincenzo Gatti, Franco Fanelli ed Ermanno Barovero. Luisa Asteriti. Nel 1992 fonda con Nicola Sene ed altri colleghi l’Atelier Aperto, sodalizio di artisti che studiano le tecniche grafiche. Una sua opera è stata accolta dal Museo d’Arte Contemporanea di Ca’ Pesaro a Venezia. Lucia Caprifoglio. Diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha realizzato libri d’artista con le proprie incisioni. Espone in Italia e all’estero. È socia fondatrice dell’Associazione “Senso del Segno” di Torino. Junko Hoshino. Nata a Tokyo vive e lavora in Italia dove approfondisce le tecniche incisorie: la padronanza della particolare tecnica nipponica di stampa del baren, la porta a tenere seminari presso l’Atelier Aperto di Venezia. Galleria Arte Città Amica Via Rubiana 15 – Torino “Incontro” Sette incisori da Venezia e Torino Dal 21 febbraio al 4 marzo Info: 011 7717471 Galleria Rinascenza Contemporanea Associazione Culturale Via Palermo 140 – Pescara “Ars Nova. Il Neo-Creativismo” Collettiva Dal 21 febbraio al 21 aprile 2014 Info: 3286979208 Secla © l’artista / RinascenzaContemporanea NEWYORK NEWYORK Q foto © aut. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MAURO LUCENTINI uando avevo sette anni, mio padre, Woody Allen, mi prese per mano e mi condusse nella soffitta della nostra casa. Mi disse di stendermi a terra e di giocare col trenino del mio fratellino più piccolo che era lì, e mentre io giocavo mi penetrò... poi, prima di staccarsi mi sussurrò di essere brava, che quello doveva rimanere un gran segreto tra noi due, e che lui mi avrebbe poi portata a Parigi e avrebbe fatto di me una stella del cinema, mettendomi in uno dei suoi film”. Questo è un estratto di una lettera che Dylan Farrow, figlia adottiva di Allen e di Mia Farrow, oggi ventottenne, intervenendo per la prima volta di persona in una storia già venuta a galla durante la separazione tra Allen e Mia, ma mai provata, ha inviato all’amico di famiglia Nicholas Kristof, celebre columnist del New York Times. Questi l’ha pubblicata in parte sul suo grande giornale e per il resto – la descrizione di un’intera infanzia sottoposta alla violazione carnale, poi quella delle sinistre conseguenze psichiatriche lungo tutta una vita – sull’internet (nytimes/com.ontheground). Il tutto come contributo alla verità all’indomani del conferimento a Woody Allen del premio “alla carriera” o Golden Globe da parte dei critici cinematografici di Hollywood. Due storie - una sordida, che è quella che precede, l’altra esaltante - dominano il mondo dell’arte nel secondo mese di uno squallido e artico inverno americano. E’ una risonanza amplificata per tutt’e due da circostanze speciali: la prima, perchè avviene nell’atmosfera di crescente attesa che contraddistingue le settimane di preparazione del Premio Oscar, che, assegnato in marzo, vedrà anche Woody Allen e i suoi film tra i concorrenti. La seconda, perchè il più venerabile e aristocratico tra i musei di New York ha ritenuto di dedicarvi una delle più incantevoli mostre della sua storia: quella del conte Antoine de St. Exupéry e della sua vita di pilota, patriota, scrittore, poeta e disegnatore francese, che non imparò mai l’inglese ma ebbe per due anni un vivido rapporto affettivo con New CORRIEREdell’ARTE Storia di un piccolo principe 14 Febbraio 2014 Pagina 11 COURRIER DES ARTS I disegni di Saint-Exupéry in mostra alla Morgan Library & Museum traccia. Il più straordinario reperto della mostra, infatti, non sono nè i suoi deliziosi disegni nè i suoi autografi; è il suo braccialetto d’identificazione, d’argento, con il suo nome e quello della adorata moglie, tirato su per caso, solo di recente, impigliato nella rete di un pescatore. Quasi il coronamento magico di tutta la sua vita e di tutta la sua opera. Sarebbe stato forse meglio, in un contesto storico e umano, che queste non venissero rievocate contemporaneamente a quelle di Woody Allen? Disegno ad acquerello (part.) dello scrittore-aviatore francese Antoine de Saint-Exupéry ad illustrazione del suo celebre racconto “Il Piccolo Principe” (“Le Petit Prince”, 1943) York. Amò indicibilmente la vita ma la sacrificò per la sua patria a quarantaquattro anni; ed è forse l’unico scrittore mai vissuto che scrisse la propria autobiografia ideale, ma in un libro per bambini . Tutti sanno di chi parlo, perchè questo libro, intitolato Le Petit Prince (Il Piccolo Principe) conquistò il mondo, con innumerevoli milioni di copie, anche nella sua traduzione in 250 lingue. Però la mostra, nel museo-biblioteca nel centro di Manhattan, che fu un tempo la dimora del banchiere e “re dell’acciaio”, usa ovviamente il titolo inglese, The Little Prince: A New York Story. Essa espone, per la prima volta, tutti gli acquerelli originali creati dallo stesso SaintExupéry per la sua fiaba. Accanto, racconta e documenta l’esemplare esistenza dell’autore e il suo martirio: come questo capitano dell’aviazione francese trovò rifugio nel 1941 dopo la caduta della Francia a New York, dove era già celebre per aver pubblicato un primo bestseller sulla sua vita di pilota; come, al richiamo del generale De Gaulle nel 1943 egli tornò volontariamente in Francia per combattere; e come là trovasse la morte un anno dopo precipitando nel suo aereo da ricognizione al largo di Marsiglia. Ma non senza lasciar The Morgan Library & Museum 225 Madison Ave. / 36th Str. New York (NY) “The Little Prince: A New York Story” Fino al 27 aprile Info: 001 212 6850008 www.themorgan.org CINEMA Il Super Bowl batte i film Gli incassi al Box Office USA Gli studi di Hollywood evitano di distribuire le loro principali produzioni nella settimana di apertura del Super Bowl, l’inizio del campionato di football americano, che vede gran parte del pubblico maschile appiccicato alla televisione; questo il motivo per cui gli ultimi arrivi sui grandi schermi sono due commedie poco ambiziose: That Awkward Moment della Focus Film - interessante soprattutto le giovanette romantiche - e l’altra, Labor Day della Paramount, attraente per i molto intellettuali ma non per le masse. Come successo di cassetta hanno continuato a distinguersi pellicole già in circolazione da diversi giorni, cioè Ride Along (Universal), con Ice Cube e Kevin Hart, che in tre settimane ha incassato 93 milioni di dollari, e il lungometraggio animato Frozen della Disney, che in undici settimane ha realizzato un favoloso incasso di 360 milioni (non contando le future vendite oltreoceano). La delusione maggiore di questo periodo è stato I, Frankenstein, un rifacimento della classica storia di Mary Shelley, che fa del noto mostro - interpretato da Aaron Eckhart - un eroe; costato alla Lionsgate 65 milioni più vaste spese di pubblicità, ne ha realizzati poco più di 8 all’esordio, raccogliendo critiche feroci. Nel frattempo è proseguita la grandinata di premi che generalmente precedono gli Oscar di marzo. Per la regia, il primo premio della Directors Guild (Sindacato dei registi) è andato ad Alfonso Cuaròn per Gravity, mentre la Writers Guild of America (Sindacato dei soggettisti) ha premiato Spike Jonze per il miglior soggetto originale in Her, storia di un uomo (Joaquin Phoenix) che sostanzialmente s’innamora di un computer; e Billy Ray per il miglior adattamento di un lavoro altrui, in questo caso il resoconto autobiografico del capitano Richard Phillips, rapito dai pirati al largo della Somalia, impersonato da Tom Hanks nel film Captain Phillips. (ma. lu.) [I dati ufficiali degli incassi sono forniti dall’Agenzia Rentrak ©] CORRIEREdell’ARTE 12 Scena di gruppo della “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, rappresentata alla Scala Direttore d’orchestra Daniel Harding foto © aut. / Teatro alla Scala Cavalleria senza folclore Pagina 14 Febbraio 2014 COURRIER DES ARTS Teatro alla Scala T ALESSANDRO MORMILE eatro alla Scala listato a lutto per la scomparsa di Claudio Abbado, in una città che si è stretta con affetto, certo non inaspettato, nel ricordo di un milanese che rese grande la Scala nei diciotto anni durante i quali ne fu Direttore Musicale. Nel frattempo si sono succedute le recite di Cavalleria rusticana di Mascagni, preceduta dai due brevi balletti Le spectre de la rose e La rose malade, con rispettive musiche di Weber e Mahler. Sul podio dell’orchestra scaligera l’ormai affermatissimo Daniel Harding, che da giovanissimo fu pupillo di Abbado e che oggi è ospite abituale del teatro milanese, sia per le stagioni dell’Orchestra Filarmonica, sia, come in questo caso, per l’opera. Lo spettacolo che Mario Martone firma per Cavalleria allontana l’opera da ogni riferimento al folclore di Sicilia e pone l’accento sulla ritualità quasi tragica che preclude al sanguinoso epilogo della vicenda. In un contesto scenico di nuda essenzialità - con il coro seduto che assiste alla celebrazione liturgica pasquale, come se alla funzione religiosa fosse demandato il compito di scandire i tempi dell’azione - domina l’oscurità che pare tratteggiare, con cupa pre- destinazione, un rito di morte che si consuma nel finale, a palcoscenico vuoto. Suggestione visiva spoglia da ogni eccesso, così come la direzione di Harding, che palpita di echi europeisti, con sinistri echi mahleriani, per un dramma verista consumato nell’interiorità dell’anima, senza eccessi sonori e con estrema parsimonia di colori. Cast di tutto rispetto, con in primo piano la Santuzza di Liudmyla Monastyrska (Santuzza), voce d’altri tempi, di torrenziale cavata sonora, ma anche controllatissima nell’emissione. Voci come la sua mettono a tacere chi ripete il motto “non ci sono più le voci di una volta”, quelle che, per intendersi, inchiodano alla poltrona lo spettatore per potenza, vigore ed intensità, in difetto solo, come nel caso di questo soprano ucraino, per una certa rigidità espressiva. Ottimo anche il tenore spagnolo Jorge De León, un Turiddu che sembra riscattarsi dalla non troppo felice prova scaligera nell’Aida dello scorso autunno. Solido anche il baritono Vitaliy Bilyy come Alfio, esuberante quanto basta la Lola di Valeria Tornatore e splendida la Mamma Lucia di Elena Zilio, una di quelle cantanti che sembrano vincere il tempo per la presenza teatrale di livello artistico superiore. Pubblico numeroso e successo per tutti. Una famiglia americana “I segreti di Osage County” di John Wells U Meryl Streep e Julia Roberts in “I segreti di Osage County” di John Wells foto © aut./Smokehouse/Weinstein/BiM na grande, numerosa famiglia, nell’assolata Oklahoma, raccolta per il funerale di un padre poeta che non ce l’ha più fatta a vivere e ha detto addio a tutti con un suicidio, una di quelle famiglie che hanno fatto la gioia come la grandezza di autori quali Tennesee Williams o Albee o il vecchio O’Neill, tutti pronti a scarnificare, a scardinare, a distruggere, ad andare a scovare gli angoli più bui di ogni singola esistenza, quanti scheletri negli armadi!, a far saltare quell’equilibrio delicato che ognuno dei personaggi aveva cercato disperatamente di costruirsi. C’è la madre Meryl Streep con cancro in bocca che non fa che buttar giù pillole, la dura figlia Julia Roberts in via di separazione coniugale che cerca di rimetter ordine ma finirà con il fuggire da quel covo di risentimenti e affetti troppo difficili, gli zii ed il cugino (bravissimo) Benedict Cumberbatch che vorrebbe amare ed essere amato ma che non conosce ancora il segreto che da una vita in molti si tengono dentro, c’è la sorellina che si porta dietro lo sconosciuto amante ed il bellimbusto con Ferrari ci proverà pure una notte con la figlia della Roberts. Questi e altri, mentre la giovane domestica di origini cheyenne veglia tacitamente su tutto e su tutti. L’origine è la commedia August: Osage County di Tracy Letts, premio Pulitzer, che l’ha ridotta per lo schermo mentre la regia di John Wells – con il nostro riduttivo titolo di I segreti di Osage County - l’ha claustrofobicamente racchiusa tra le stanze scure della casa, prendendosi il merito (?) che quasi non s’avverte di indirizzare gli attori. Ovvero fa il suo lavoro onestamente, da buon artigiano e confezionatore ma che è come se avesse detto ai suoi attori “andate avanti tranquilli da soli e fate vedere quanto siete bravi”. Nella lineare trascrizione cinematografica, in un susseguirsi di dialoghi esagitati e di scene ad effetto, inquadrando asprezze e fragilità colpite, volendosi ritagliare una propria cifra, Spettacoli Triangolo in noir “Ti amo da morire...” all’Erba – Torino A ffidarsi oggi ad un testo di Aldo Nicolaj vuol dire allontanarsi dall’odierno modo di intendere e di fare (e quindi vedere) il teatro, vuol dire tornare a respirare l’aria del secolo che ci siamo lasciati alle spalle, vuol dire trovarci di fronte temi e personaggi che pur nella loro eternità ci riportano a quegli ormai antichi anni Sessanta e Settanta. Significa anche una buona dose di coraggio – e il coraggio ripaga – mettere in scena un autore (era per inciso nato a Fossano nel ’20) che matematicamente ha sempre goduto – e ancora la gode – di miglior vita all’estero che in casa nostra. Prendete per esempio questo Ti amo da morire…(ebbe il suo battesimo con altro titolo nel ’73 in Germania) visto all’Erba pochi giorni fa (per favore, qualche replica la prossima stagione!), questa Eva che racchiude in sé gran parte delle doti e dei difetti femminili (più questi, con parecchi graffi per il partner), che agguanta un solido quanto debolissimo Bruno per coinvolgerlo in un incidente stradale senza uscita con relativi periodi di prigione e di manicomio, che ne fa il proprio amante installandosi in casa sua, che lo circonda di premurose colazioni Wells tenta di far prendere ai personaggi ed al pubblico una boccata d’aria pura portando la macchina da presa all’esterno ma pur con quelle uscite non riesce a far avvertire il simbolico calore che invade l’estate (il mese nel titolo originale ribadito dall’autore) e che dovrebbe essere la netta cornice che dà corpo alla vicenda. Un film d’attori e ci troviamo davvero di fronte ad un formidabile cast d’attori, quelli citati ma pure Chris Cooper e Margo Martindale e Juliette Lewis. Streep e Roberts sono candidate agli Oscar: qualcuno si arrabbierà se scriviamo che la più brava, del mattino e di altri carezzevoli affetti e di raggiri sino al sussurrato imperativo categorico “devi far fuori mio marito”. Così, come uno dei tanto fatterelli di ogni giorno. Da cui da coppia la commedia si allarga felicemente (quanto felicemente!) in trio, tra il disincantato ed il sulfureo, costeggiando allo stesso tempo le differenti rive della commedia noir e dell’assurdo, sino alla sorpresa finale. Nicolaj sapeva lavorare di fino sulla creta dei personaggi, qui ci butta dentro crudeltà e spensierata serenità, ironia e complicità, egoismo e arrendevolezza, sempre in un crescendo che trova un suo terreno fertile nel dialogo, effervescente, limpido, duro, divertente nei tempi comici e nei ritmi ultraprecisi che Miriam Mesturino, Pietro Longhi e Paolo Perinelli – lui, il marito, sembra essere uscito da un “gioco delle parti” pirandelliano, rifugiato com’è nelle sinfonie di Beethoven e nello studio delle stelle - rendono con grande bravura. Il tutto condito dalla svelta e divertita regia di Silvio Giordani con una assecondante colonna sonora, da Mina a Bobby Solo a Nada, da Los Marcellos Ferial a Milva, anch’essa parte di un bagaglio ormai smarrito. (e. rb.) arrabbiata, dannatamente volgare, giusta, granitica come raramente ti capita di vedere sullo schermo (e quindi un “non protagonista” glielo auguriamo di cuore) è la ex pretty woman mentre la diciotto volte candidata ha preso un versante di glorificante manierismo che in tutta la sua sempiterna perfezione che le va riconosciuta denuncia un quasi insopportabile déjà vu, con tanto di previsione di tic, reclinare di testa, pause, strabuzzare d’occhi che ce la fanno sempre definire “grandiosa” pur nella volontà personale di alzare la bandiera di pericolo? (e. rb.) Spettacoli Danza di morte su un letto d’ospedale “Quartett” di Müller al Teatro Carignano di Torino L ELIO RABBIONE egatissimo alla nuova drammaturgia tedesca (Fassbinder, Achternbusch), Valter Malosti ritorna oggi a quel Quartett di Heiner Müller che lo vide muovere i primi passi nel mondo teatrale. Un testo dell’81, dove l’autore reinterpreta a modo suo uno dei capolavori del Settecento letterario francese, quel Les liaisons dangereuses di François Choderlos de Laclos che al cinema già Frears e Forman hanno con diversissimo successo scandagliato tra velluti e trine e colpi di stiletto. Altresì un testo che si presta ad “ogni” capricciosa lettura se anche Paolo Poli ne dettò anni or sono una trascrizione a modo suo, complice Milena Vukotic. Malosti, in maniera viscerale, ma non dimenticando con intelligenza un discorso tutto di testa che si muove scientificamente tra i monumenti di Pasolini e di Sade, di Genet e di Fellini, rivede Quartett con grande personalità, lo ambienta in un’asettica camera d’ospedale - sotto luci livide attraversate di tanto in tanto dai colori vivissimi inventati da Francesco Dell’Elba, inondandolo di brani operistici e sinfonici come di canzonette degli anni ’30 -, pone su un bianco lettino la marchesa di Merteuil con tanto di flebo legata al braccio ed il cinico Valmont a rifare il verso alle loro battaglie d’amore, al loro erotismo crudele e senza freni, a giocare teatralmente con se stessi, in un continuo scambio d’identità che mostra l’uno come specchio (lucidissimo) dell’altro allineando su uno stesso piano gli esseri uomo e donna, a divenire le proprie vittime, la debole Cécile e la pia madame de Tourcel, troppo inclini a cadere nella rete del gioco ordita dai due aguzzini. E’ un teatro della crudeltà, un dialogo tutto scintille amare dove trovano posto citazioni preziose e bassezze di dubbio gusto, filosofie del vivere e volgarità, una guerra dei sessi che coinvolge gli attori pronti a farsi maschere senza tempo di quel sadismo, un tempo ed un luogo che Müller livella se intende quella lotta, quella partita a scacchi all’ultimo sangue, urlata e sofferta “in un salotto prima della rivoluzione” e “in un bunker dopo la terza guerra mondiale”. Non certo l’amore in quanto tale, ma l’amore come malattia, brutale e scarnificatore, espresso in tutta la propria ferocia sino alle estreme conseguenze. Realtà e finzione continuano ad essere in agguato. Laura Marinoni resta seduta su quel lettino, nel finale, toltasi la parrucca della Merteuil, a fumarsi la sigaretta del dopo passione (o del dopo spettacolo), confermando in quella solitaria conclusione - che riempie l’intero palcoscenico: ha vinto davvero una sfida, stravinta quando in CORRIEREdell’ARTE 14 Febbraio 2014 Pagina 13 COURRIER DES ARTS conferenza stampa fiera diceva che avrebbe voluto averlo in prova Müller tra le mani, che fino a pochi giorni prima non aveva saputo come rigirarsi tra le mani il personaggio - la grandezza di un’interpretazione, un ventaglio di toni incessanti, urlati e in sottotono, tutta la sfacciataggine e l’ambiguità, il rimpianto, le confessioni, e quanto altro ancora. Malosti s’insinua maggiormente come regista che come interprete nella memoria dello spettatore, intrigante, loicamente lucido nel descrivere quella danza di morte che reclama sempre più sangue e veleni. Valter Malosti e Laura Marinoni in un momento dello spettacolo foto Fabio Lovino © aut./TeatroCarignano La bellezza della parola Una ricerca d’amore “Prima del silenzio” al Carignano N ell’epoca squinternata, fasulla, senza valori e becera in cui stiamo vivendo, fatta di ben poco se non di nulla, è bella la sfida, la scelta controcorrente, è bello ritrovare un testo quale è Prima del silenzio che Giuseppe Patroni Griffi – l’autore per eccellenza della Compagnia dei Giovani: con la pretesa che qualcuno ricordi ancora questi nomi – scrisse per Romolo Valli e con cui l’attore concluse la propria carriera e soprattutto la propria vita. Un poeta solitario, questo “lui” senza nome, un autoescluso dal mondo e dagli affetti e dall’arte, che ritrova un anelito di vita e di speranza nell’esistenza picaresca, vagabonda, estremamente vitale, votata più ai fatti e alla soddisfazione del proprio corpo, senza ripari o infingimenti, che non alle parole. E invece ancora si parole si ciba il poeta, depreca “il naufragio della parola”, vede ancora in quel mezzo a tratti spoglio ma sempre pieno della sua importanza il mezzo unico che è rimasto all’uomo per ragionare, per comunicare, per gettare un ponte con il suo simile. Capirete tutto lo stridore che il testo di Patroni Griffi (è datato 1979) si porta appresso, oggi più che alla nascita, oggi che comunichiamo per sms e per abbreviazioni, che il bagaglio epistolare fa sorridere, che buttiamo fuori aria tramite epiteti e grugniti. Quasi animalescamente. Il potaal contrario innesta ogni sua passione, si perde tra il mare con le sue onde (la natura si fa scena), in maniera anche barocca si perde tra i propri sogni, tra le recriminazioni o i falsi consensi di quanti hanno attraversato la sua vita (sullo sfondo, in questo cubo buio, delineato da luci al neon di colori diversi, appaiono la moglie, l’antico maggiordomo, l’insopportabile figlio piccolo borghese), riallaccia il passato al presente, rivendica tutte le sue utopie, anche quel bistrattato kitsch (la bataille des fleurs…) che può nascondere cose non disprezzabili. Sono due mondi in lotta, recalcitranti, pronti all’affermazione di sé: il ragazzo si ributta il suo sacco sulle spalle e con il suo personale credo se ne fugge via, mentre al poeta altro non resta che riaffermare ancora una volta l’importanza della parola. Raccontato così, Prima del silenzio può apparire un vecchio mélo carico di polvere: al contrario sfodera una invidiabile lucidità, una sincerità ed una passione incredibili, giustamente sconcertante per questa pioggia anche visiva di parole liquefatte in questo lugubre vuoto proposto dalla regia senza orpelli di Fabio Grossi. Accanto ad un vitalissimo quanto convincente Eugenio Franceschini, Leo Gullotta mette quasi su un altare i dialoghi lussureggianti, colti, antichi e sigla una delle sue interpretazioni più belle e “sofferte”, fedele ad un autore per cui “le parole rappresentano la capacità dell’uomo di lottare e sopravvivere”. (e. rb.) D MANUELA MARASCIO “Elephant Man” all’Alfieri al 25 febbraio al 2 marzo al Teatro Alfieri andrà in scena Elephant Man, opera tratta dall’omonimo film di David Lynch del 1980, che ricevette ben otto nomination agli Oscar, tra cui Miglior Film e Miglior Attore (John Hurt): è la storia dell’Uomo Elefante, Joseph Merrick, affetto dalla sindrome di Proteo, che gli causa vistose deformità su tutto il corpo e in particolare sul viso, e del giovane chirurgo Frederik Treves, che lo salva dalle angherie e dai soprusi subiti al servizio dei freak-show nella Londra di fine Ottocento. Giancarlo Marinelli è alla regia di uno spettacolo altamente significativo nel panorama contemporaneo, in cui l’estetica del corpo e il culto esagerato della bellezza sono diventati un’ossessione, con conseguenze spesso drammatiche; portare in scena il racconto di un’amicizia tra un chirurgo e un apparente mostro simboleggia un coraggioso sovvertimento di valori, che scardina ogni vuota apparenza, ogni ostentazione di una perfezione fasulla. La storia di Joseph Merrick diventa così la storia della nostra ipocrisia, della nostra difficoltà ad accettare l’altro, il diverso. Così parla il regista: “La vita di Merrick è la vita di ognuno di noi, la tensione di ciascuno ad essere amato non tanto per ciò che è ma per ciò che avrebbe voluto essere”. Nel cast, davvero d’eccezione, Daniele Liotti, Ivana Monti, Rosario Coppolino e Debora Caprioglio. Lo spettacolo arriva a Torino forte di un successo già ampiamente conquistato in varie piazze: coraggiosa e sicuramente ben riuscita la scelta di far interpretare l’Uomo Elefante a Daniele Liotti, bello ma umile nel calarsi nel ruolo; una straordinaria Ivana Monti, accorata e passionale Debora Caprioglio, esemplare il percorso interpretativo di Coppolino. Una storia che fa riflettere sull’importanza della dignità umana, da custodire e preservare ad ogni costo. CORRIERE dell’ARTE COURRIER Pagina 14 Segnalazioni DES ARTS 14 Febbraio 2014 TORINO e PIEMONTE R o b e rt o F a n a r i Galleria Oper e Scelte Via Pescatore 11/d – Torino Fino al 15 marzo Info: 011 5823026 Il lavoro di Fanari si colloca a metà tra mondo reale e mondo immaginario. In mostra soggetti ed elementi della vita quotidiana, estratti dal loro contesto originale e alleggeriti nella struttura. Le sculture prendono forma nella fitta intelaiatura di fili di ferro e si intensificano dove l’artista decide di creare dettagli riconoscibili dei soggetti esposti. (c.s./ c.p.) “ U n ’i d e a d i s tru t t u r a ” Galleria Moitr e Via S. Giulia 37 bis - Torino Fino al 1 marzo Info: 3381426301 È stata inaugurata il 4 febbraio scorso la triplice personale di Nicola Menga, Leonar do Rinaldi e Luciano Sestito, facenti parte del gruppo artistico e curatoriale VVVb. La mostra si sviluppa sul tema del Senso inteso come traccia misteriosa che compare all’interno dell’individuo e che risulta di diversa interpretazione da uno all’altro. “ Tr a c i e l o e t e rr a ” C ol l e t ti va d el l e ‘ M a g n if i ch e’ d i A n t o n i o C a re n a Ar t Design Factor y Via Cav.ri di Vittorio Veneto 23 Rivoli (To) Fino al 15 febbraio Info: 011 9503642 Esporranno le dieci allieve, note come “Le Magnifiche”, di Antonio Carena: Antonella Avataneo , Piera Bessone , Elena C o st an z o , Maria Fri g ie ri , Rosa Moja Gi ove nal e , Sara Gi rau do , Serafina Mar r an g h i n o , Nicoletta Nava , Mariangela N eir ot ti , Greta S tel la e Tin Car ena . Per il quarto anno consecutivo, le sue allieve desiderano ritrovarsi per esporre insieme e rendere omaggio al loro maestro. “ P e rc e z i o n i s o s p e s e ” d i E l i o P a s t o re Galleria Por ta Fer rata Via P.ta Ferrata 7 – Avigliana (To) Fino al 23 febbraio Info: 349 0835181 Attraverso tre categorie il cui denominatore comune è l’uso di un computer, Elio Pastore accosta la ricerca manuale a quella formale. “I ma gi n ary H om e l an d ” d i S u s a n n a Ma j u r i PHOS Centr o Polifunzionale per la Fotografia e le Ar ti Visive diretto da Enzo Obiso Palazzo Buschetti Via Garibaldi 35bis – Chieri (To) Info: 011 7604867 www.phosfotografia.it Fino al 28 febbraio Susanna, come Alice, attraverso lo specchio-d’acqua: così, cristallino, l’umorvitreo dell’ottica della macchina fotografica della giovane artista finlandese s’immerge nell’elemento fluido e si discioglie nel iquido amniotico della madrepatria, indentificandovisi. (e.s.l.) IL CORRIERE DELL’ARTE IL CORRIERE DELL’ARTE È REPERIBILE A M ILANO È REPERIBILE A ROMA PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE : PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE : • P.za Castello • Molino delle Armi ang. Ticinese • C.so Magenta f.te Teatro Litta • C.so Garibaldi 83 • Via Boscovich 22 • P.le Principessa Clotilde • Bookstore Triennale • Bookstore Palazzo delle Stelline • Bookshop Villa Necchi Campiglio Via Mozart 14 • P.za Oberdan ang. v.le Piave • P.za Croce Rossa • P.za Colonna • P.za Colonna ang. l.go Chigi/Tritone • P.za S. Silvestro • L.go Argentina • Via Nomentana • C.so Francia • P.za Fontanella Borghese • P.za Porta Maggiore • Dorothy Circus Gallery Via dei Pettinari 76 • La Diagonale Libreria Via dei Chiavari 75 Vernissage Sabato 15 febbraio - ore 18,30 Circolo degli Artisti di Torino Via Bogino 9 – Torino “Coriolandol’Arte” Collettiva Venerdì 21 febbraio - ore 18,00 Galleria Arte Città Amica Via Rubiana 15 – Torino “Incontro” Sette incisori da Venezia e Torino Venerdì 21 febbraio - ore 18,00 Galleria Rinascenza Contemporanea Via Palermo 140 – Pescara “Ars Nova. Il Neo-Creativismo” Collettiva Sabato 22 febbraio - ore 15,30 Galleria Arte per Voi P.za Conte Rosso 3 – Avigliana (To) “Meditazioni. Sulla natura delle cose” Personale di Elisabetta Viarengo Miniotti Il Corriere dell’Arte dedica le pagine centrali ad artisti selezionati Visto il notevole successo e le crescenti richieste, prosegue l’iniziativa Ar tisti scelti dal Cor r ier e dell’Ar te Per ogni numero saranno ospitati non più di otto artisti a ciascuno dei quali verrà riservato uno spazio di almeno 10x12,5 cm. Ognuno presenterà l’immagine di una sua opera che verrà corredata da una recensione scritta dai nostri critici. Si realizzano anche pagine monografiche per Associazioni e Scuole d’Arte. Il costo della singola uscita è pari a 60 euro. Info: 011 6312666 CORRIEREdell’ARTE COURRIER DES ARTS Direttore Editoriale Pietro Panacci Direttore Responsabile Virginia Colacino Assistente di Direzione Chiara Pittavino Comitato Editoriale Giorgio Barberis, Rolando Bellini, Massimo Boccaletti, Franco Caresio, Angelo Caroli, Claudia Cassio, Massimo Centini, Fernanda De Bernardi, Marilina Di Cataldo, Gian Giorgio Massara, Alessandro Mormile, Massimo Olivetti, Enzo Papa, Lorenzo Reggiani, Gianfranco Schialvino, Maria Luisa Tibone Corrispondente da New York Mauro Lucentini Corrispondente da Berlino Sabatino Cersosimo Hanno collaborato C. Gallo, E.S. Laterza, M. Marascio, M. Orlotti, E. Piacentini, C. Pittavino, E. Rabbione, R. Roveda, N.M. Salvo, A.D. Taricco, D. Tauro Realizzazione grafica interna a cura di E.S. Laterza Fotografo uf ficiale Antonio Attini Redazi oni distaccate Milano Rosa Carnevale Tel. 339 1746312 Roma e Napoli Fabrizio Florian Tel. 388 9426443 Palermo Caterina Randazzo Tel. 334 1022647 Concessionaria di Pubblicità interna Stampa e di stri buzione EditService S.r.l. Str. Piossasco 43/Uß - Volvera (To) Editore Corriere dell’Arte Associazione Culturale Arte Giovani Torino P.IVA 06956300013 in ITALIA “ E l e ga n za ne l l o s ti l e ” E s p o s iz i o n e c o l l et t i v a i n t e rn a z i o n a l e Galleria Spazio Museale Sabrina Falzone Via Pallavicino 29 Milano Fino al 26 febbraio Info: 02 39401339 www.galleriasabrinafalzone.com L’esposizione internazionale vedrà svilupparsi un percorso espositivo incentrato alla pluralità stilistica del nostro Paese. In mostra i seguenti Car ati, artisti: Br u no Crisdesign, Daniela Doni, Carla Foca, Wolf Haussner, Fr anc esc o P a r t i p i lo , Gianfranc o Pietraper tosa. “ P i s s a r ro , l ’ a n i m a d e l l ’ I m p re s s i o n i s m o ” Scuderie del Castello Visconteo P.za Castello Pavia Fino al 2 giugno Info: 0382 309879 www.museicivici.pavia.it Per la mostra sarà proprio il pittore, attraverso un suggestivo racconto in prima persona, ad accogliere e ad accompagnare i visitatori all’interno delle sale espositive. Liberamente ispirato al libro Vortici di Gloria, Il romanzo degli Impressionisti di Irving Stone, il percorso proposto all’interno dell’esposizione, oltre a fornire cenni storico-artistici e biografici sull’artista, si concentra sulle sensazioni e sulle emozioni più intime del pittore. (c.s.) Abbonamenti Annuale (22 nn.): euro 50,00 per l’Italia euro 120,00 per l’estero Arretrati: euro 4,00 C o rr a d o Z e n i ”At la s” Guidi&Schoen Ar te Contemporanea C.ro Storico - vico Casana 31/r Genova Fino al 1° marzo Info: 010 2530557 Nei nuovi lavori l’artista ha abbandonato il suo abituale modello concettuale, le pratiche controllate, la parte più razionale dell’indagine pittorica per fondere ricordi, emozioni, disordine e sensazioni accumulate negli ultimi anni di vita e di viaggi. Zeni inizia ora a dipingere senza un vero bozzetto preparatorio e le idee prendono forma mescolandosi direttamente sulla tela. ( c.s.) “ O s s e s s i o n e N o rd i c a ” Palazzo Rover ella Via Laurenti 8/10 Rovigo Dal 22 febbraio al 22 giugno Info: 0425 460093 A cavallo tra Otto e Novecento, alle Biennali veneziane arrivarono le opere dei “Nordici” (tedeschi, scandinavi, ma anche svizzeri) e nulla fu più come prima. Si parlò di una “ossessione nordica” che imprigionò, mirabilmente, gli artisti attivi al di qua delle Alpi, influenzati fortemente, ciascuno secondo la sua sensibilità. A Palazzo Roverella, per la prima volta, i grandi del Nord a confronto con gli italiani. La storia di una grande, pacifica conquista intellettuale ed emotiva, di una fascinazione che cambiò l’arte in Italia. E non solo. (c.s./c.p.) c.c. postale n. 45958055 intestato a Corriere dell’Arte Associazione Culturale Arte Giovani Aut. Tribunale di Torino n. 4818 del 28/07/1995 ABBÒNATI al nuo vo f orm ato tabl oid CORRIEREdell’ARTE a soli 50 euro per un anno 22 numeri a casa tua CORRIERE dell’ARTE Gallerie ACCADEMIA Galleria Via Accademia Albertina 3/e – Torino Tel. 011 885408 [email protected] Orario: 10,00-12,30/16,00-19,30; chiuso lunedì Prosegue la Collettiva di Artisti contemporanei con, tra gli altri, Pinot Gallizio, Sébastian Matta, Achille Perilli e Mimmo Rotella ARTE CITTÀ AMICA Centro Artistico Culturale Via Rubiana 15 – Torino Tel. 011 7717471 - Fax 011 7768845 www.artecittaamica.it Orario: lun. - sab.16,00-19,00; dom. chiuso; Fino al 18/2 “Arte e Letteratura si incontrano (nel segno e nella parola)” Mostra collettiva dei Soci Dal 21/2 al 4/3 “Incontro” Sette incisori da Venezia e Torino ARTE PER VOI Associazione Culturale P.za Conte Rosso 3 – Avigliana (To) Luigi Castagna - Tel. 011 9369179 Cell. 339 2523791 [email protected] - www.artepervoi.it Paolo Nesta - Tel. 011 9328447 Cell. 333 8710636 [email protected] Orario: sab. - dom. 15,00-19,00 Dal 22/2 al 23/3 “Meditazioni. Sulla natura delle cose” Personale di Elisabetta Viarengo Miniotti ART GALLERY LA LUNA Via Roma 92 – Borgo San Dalmazzo (Cn) Cell. 339 7108501 [email protected] Orario: ven. 16,00-19,00; sab. 10,30-13,00/16,00-19,00; dom. 10,30-12,00 CIRCOLO DEGLI ARTISTI DI TORINO Palazzo Graneri della Roccia Via Bogino 9 – Torino - scala B destra - 1° piano (digitare 4444+ ) Tel./fax 011 8128718 [email protected] www.circolodegliartistitorino.it Orario: lun. - ven. 15,30-19,30 Dal 15 al 27/2 “Coriolandol’Arte” Collettiva LA LANTERNA Galleria di Maristella SANDANO Direttore Artistico: Livio Pezzato Via S. Croce 7/c Moncalieri (To) Tel. 011 644480 - Fax 011 6892962 [email protected] - www.lalanternaarte.com Orario: mart. - sab. 15,30-18,30 A. Arcidiacono, V. Cavalleri, A. Ciocca, E. Colombotto Rosso, D. De Agostini, Gigli, E. Gribaudo, W. Jervolino, Sky Lake, E. Longo, F. Maiolo, E. Maneglia, S. Manfredi, D. Pasquero, G. Peiretti, G. Pezzato, L. Pezzato, C. Pirotti, G. Righini, T. Russo, G. Valerioti inoltre pittori ucraini, naïf croati grafica nazionale ed internazionale LUNA ART COLLECTION Spazio espositivo Via Nazionale 73/1 – Cambiano (To) Tel./Fax 011 9492688 [email protected] www.luna-art-collection.com Orario: lun. - ven. 8,30-17,30; sab. 8,30-17.30 (previa telefonata) In permanenza serigrafie d’arte a tiratura limitata di Coco Cano, Francesco Casorati, Isidoro Cottino, Theo Gallino, Franco Negro, Ugo Nespolo, Ernesto Oldenburg, John Picking, Marco Puerari, Giorgio Ramella, Maurizio Rivetti, Francesco Tabusso, Silvio Vigliaturo MAESTRO Raul VIGLIONE Studio - Galleria - Mostra Culturale Via Servais 56 – Torino Tel. 011 798238 - Cell. 335 5707705 [email protected] - www.raulviglione.it MARTINARTE Laboratorio d’Arte e Corsi C.so Siracusa, 24/a – Torino Tel. 011 3433756 - Fax 011 3091323 Cell. 335 360545 [email protected] Orario: merc. e ven. 9,30-12,30/15,30-19,30; mart. e giov. 9,30-12,30/15,30-22,00 Sono aperte le iscrizioni ai corsi RINASCENZA CONTEMPORANEA Associazione Culturale Via Palermo 140 – Pescara Cell. 328 6979208 [email protected] www.rinascenzacontemporanea.jimdo.com Orario: mar. - sab. (su appuntamento) Dal 21/2 al 21/4 “Ars Nova. Il Neo-Creativismo” Collettiva COURRIER 14 Febbraio 2014 SENESI Galleria d’Arte Via Sant’Andrea 44 – Savigliano (Cn) Tel. 0172 712922 www.senesiarte.it SENSO DEL SEGNO Associazione Culturale Incisione e Disegno Via Duchessa Jolanda 34 – Torino Tel. 011 4473998 www.sensodelsegno.it Fino al 21/2 “Disegni e disegni” Collettiva con C. Barletta, L. Caprioglio, L. Caravella, R. Cavagnero, E. Gili, A. Guasco, L. Laterza, C. Marchitelli Rosa Clot, D. Mezzena, L. Moda, A.M. Nalli D’Onofrio, G. Navaretti Bartolini, N. Ormas, G. Pampiglione, A. Panaro, C. Parsani Motti, L. Porporato, C. Silvi, M.L. Vicentini, C. Vinciguerra SILVY BASSANESE Arte Contemporanea Via Galileo Galilei 45 – Biella Tel. 015 355414 Orario: mart. - ven. 16,30-19,30; sab. e festivi su appuntamento STORELLO Galleria d’Arte Via del Pino 54 – Pinerolo (To) Tel. 0121 76235 Orario: mart. - sab. 9,00-12,15/15,30-19,00; lun. e dom. chiuso In permanenza Opere di Avataneo, Carena, Coco Cano, Faccincani, Fresu, Garis, Luzzati, Massucco, Musante TEART Associazione Artistico-culturale Via Giotto 14 – Torino Tel. 011 6966422 Orario: mart. - sab.17,00-19,00 Fino al 15/2 “Fiori, frutti, giochi delle ombre” Acquerelli di Tea Vietti TINBER Art Gallery @ Pragelato Via Albergian 20 - Souchères Hautes – Pragelato (To) Tel. 0122 78461 [email protected] Orario: sab. e dom. 10,00-12,30/15,30-19,00 In permanenza Opere di Tino Aime, Jean-François Béné, Andrea Berlinghieri, Gianni Bertola, Fulvio Borgogno, Flaviana Chiarotto, Enrico Challier, Dino Damiani, Pierflavio Gallina, Lia Laterza, Claudio Malacarne, Vinicio Perugia, Elena Piacentini, Mariangela Redolfini, Sergio Saccomandi, Luciano Spessot DES ARTS Pagina 15 A.L.P.G.A.M.C. Associazione Ligure e Piemontese Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea BIASUTTI & BIASUTTI Galleria d’Arte Via Bonafous 7/1 – Torino Tel. 011 8173511 Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30 CENTRO ARTE LA TESORIERA C.so Francia 268 – Torino Tel. 011 7792147 Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-20,00; lunedì e festivi chiuso o su appuntamento Mostra collettiva di Artisti dell’Ottocento e Novecento Arte Antica AVERSA Galleria Via Cavour 13 int. cortile – Torino Tel. 011 532662 Orario: mart. - sab. 10,00-12,15/15,30-19,00 “Venezia e il Mediterraneo tra ’800 e ’900” “Da Bossoli a Spazzapan, 1850-1950 Cento anni di pittura” DELLA ROCCA Casa d’Aste Via della Rocca 33 – Torino Tel. 011 8123070/888226 Fax 011 836244 [email protected] - www.dellarocca.net LUIGI CARETTO Galleria Via Maria Vittoria 10 – Torino Tel. 011 537274 Orario: mart. - sab. 9,45-12,30/15,45-19,30 Miscellanea di Pittura Fiamminga e Olandese SANT’AGOSTINO Casa d’Aste C.so Tassoni 56 – Torino Tel. 011 4377770 - Fax 011 4377577 Orario: mart. - sab. 9,30-12,30/15,30-19,30 CORRIEREdell’ARTE - 14 Febbraio 2014