Focus 02 - italiano
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Focus 02 - italiano
focus sulla ricerca SUPSI - Dipartimento della Formazione e dell’Apprendimento Quando leggere è un problema Uno studio del Dipartimento della Formazione e dell’Apprendimento (DFA) della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) sui disturbi di apprendimento della lettura nella Svizzera italiana, disturbi troppo spesso sottovalutati anche dalla scuola. «È stato utile effettuare una fotografia della situazione nella Svizzera italiana per capire quali passi intraprendere per la formazione degli insegnanti, ma anche per sostenere i bambini in difficoltà.» Giocando con le lettere Fabio Leoni, psicologo DFA-SUPSI 02 SUPSI - Dipartimento della Formazione e dell’Apprendimento Ansioso, insicuro, distratto, fragile, apatico e magari anche svo- gliato, sono alcune delle caratteristiche che gli insegnanti attribuiscono Il DFA, già Alta Scuola Pedagogica (ASP), di Locarno è un dipartimen- a quei bambini con evidenti difficoltà nella lettura; ma dietro quelle to della SUPSI che si occupa della formazione iniziale e continua dei difficoltà e quel bambino poco brillante a volte c’è un Disturbo Speci- docenti di scuola dell’infanzia, elementare, media e media superiore, fico dell’Apprendimento (DSA), c’è un bambino tutt’altro che svogliato. nonché di ricerca in ambito educativo. Il dipartimento svolge attività di Un recente studio della SUPSI, finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero ricerca in rete con docenti, istituti scolastici, altri centri in Svizzera e nel per la Ricerca Scientifica (FNS DoResearch) e condotto da ricercatori del mondo, come servizio alle scuole e agli insegnanti, su due dimensioni: nuovo DFA di Locarno, ha studiato le rappresentazioni che gli insegnanti una sistematica presa di consapevolezza delle pratiche di insegna- di scuola elementare della Svizzera italiana hanno della dislessia e quan- mento nelle scuole e una dinamica di innovazione volta al migliora- ti sono i bambini con simili disturbi. Il titolo del progetto è “La dislessia, mento della qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento, ponendo un disturbo specifico dell’apprendimento: rappresentazioni degli inse- sempre al centro gli allievi/studenti. gnanti e diffusione nelle scuole della Svizzera italiana”. Leggere è un piacere, una gioia, a volte però può trasformarsi web: in una fatica immane e frustrante. Questo studio è un primo passo per DFA: www.dfa.supsi.ch affrontare un problema così delicato e complesso, soprattutto in una SUPSI: www.supsi.ch realtà multilingue come quella Svizzera. SUPSI - Dipartimento della Formazione e dell’Apprendimento Quei grovigli chiamati parole condo un approccio di tipo interattivo, quello più usato, o di tipo sillabico, o misto. Il 39% predilige, per esempio, un approccio interattivo globale, in cui la parola è fotografata nella sua interezza e si lavora sul Per un bambino dislessico, le parole rischiano di essere un po’ suo senso, mentre per altri, per esempio, è importante lavorare sul come grovigli di lettere tutte uguali. Il sistema ortografico pesa mol- significato del segno grafico, sulla lettera. Alla luce di questo, è emer- to sulla gravità del disturbo. In lingue “trasparenti” come l’italiano, o so come per il 71% dei docenti, il tipo di approccio alla lettura usato come il tedesco, dove a ogni suono corrisponde un segno grafico, le in questa prima fase possa rendere più o meno evidenti le difficol- difficoltà di lettura sono minori. Lo studio condotto dallo psicologo Fa- tà, questo non vuol dire che sia l’approccio a crearle, ma che questo bio Leoni e dalla pedagogista Feliciana Tocchetto, ricercatori del DFA possa contribuire ad accentuarle. Il problema è che oggi non esiste SUPSI, è durato 20 mesi, si è concluso nel 2009 e ha visto la partecipa- una formazione specifica per i docenti su questi disturbi, e molto è zione di centinaia di docenti e allievi della scuola elementare. affidato all’autoformazione, alla spinta personale mentre un bambino dislessico avrebbe bisogno d’interventi specifici e strutturati. La Svizzera italiana fa riferimento a due sistemi scolastici diver- si, quello del Cantone Ticino, e quello dei Grigioni che, pur lasciando autonomia alle comunità italofone, è legato principalmente al sistema quanti fossero i bambini con simili problemi. È stato considerato un Una parte importante dello studio ha cercato poi di capire tedesco. Tuttavia, per la dislessia non esistono protocolli o normative campione di 824 allievi fra studenti di terza (418) e quinta elementare federali, non esistono protocolli diagnostici nella Svizzera italiana, tan- (406). Attraverso prove diverse, di primo livello, come la “MT: valuta- tomeno normative per aiutare gli allievi con simili disturbi. L’obiettivo zione del livello di apprendimento della lettura”, che ha permesso di è stato quello di fare un quadro della situazione e stimolare una rifles- effettuare un primo screening in relazione alla rapidità e correttezza sione su come intervenire. di lettura, escludendo poi i bambini con risultati sotto la norma ma riconducibili ad altri problemi, di tipo cognitivo, psicologico o perché l’italiano non era la prima lingua, si è passati a una seconda fase con Fabio Leoni, psicologo DFA - SUPSI «Sono bambini e ragazzi non malati, ma con un modo di apprendere diverso.» prove specifiche per la dislessia. Alla fine, il dato è di un 3,5-4,5 % (46 allievi) con importanti difficoltà nella lettura; una percentuale in linea con altri studi condotti su popolazioni di lingua italiana. In realtà, i ricercatori tendono a precisare che, vista la tipologia dello studio è più corretto parlare solo di difficoltà di lettura e non di dislessia, dal momento che non si è trattato di diagnosi e che ci sono importanti sfumature: alcuni per esempio hanno più difficoltà nella velocità, altri nella correttezza della lettura. Cos’è la dislessia? Anche per un insegnante non è facile risponFeliciana Tocchetto, pedagogista DFA- SUPSI dere. Nella prima fase della ricerca sono stati sottoposti questionari a 400 docenti di scuola elementare della Svizzera italiana, per capire le loro rappresentazioni sulle difficoltà di lettura. Circa il 60% degli intervistati ha riconsegnato il questionario, un risultato che per i ricercatori mostra la sensibilità e la preoccupazione dei docenti verso questo tema. Per quasi tutti la lettura è un fattore chiave nei processi di apprendimento, ma non c’è chiarezza sulle cause del disturbo: il 70% sostiene infatti che la cause non siano chiare e una buona percentuale non si è espressa in proposito. Si nota poi come gli insegnanti n. 02 - maggio 2010 pongano l’accento non sugli aspetti primari del disturbo, ma su aspetti . 02 secondari come, per esempio, le condizioni socio-affettive. Tutto ciò è legato all’incertezza mostrata sul tema e spiega perché a volte non si la ricerca possa darci qualche strumento di sostegno in più. Non si affrontino le vere difficoltà dei bambini le quali stanno nella velocità e guarisce dalla dislessia, ma si può arrivare a un recupero funzionale, correttezza nella lettura. consapevoli del fatto che anche un allievo dislessico, con gli adeguati mezzi compensativi, soprattutto con gli ausili informatici di oggi, può Per i nostri docenti - dice Fabio Leoni - è importante il primo ap- proccio alla lettura e alla scrittura, del resto è in queste fasi che emer- Dopo quanto emerso, ci aspettiamo adesso che il futuro del- raggiungere livelli d’istruzione universitaria senza difficoltà. gono i problemi, nel primo confronto del bambino con la parola scritta. L’insegnante può avvicinare il bambino alla lettura in modi diversi, se- Per saperne di più ascolta il podcast su www.ticinoscienza.com Referenti e autori: Dipartimento formazione e apprendimento Grafica, immagini e testi sono a cura di [email protected] Le schede Focus sulla ricerca, immagini e podcast sono scaricabili dal sito www.ticinoscienza.com Fabio Leoni Psicologo Fsp/Skjp DFA - SUPSI Piazza S. Francesco 19 CH-6600 Locarno [email protected] Feliciana Tocchetto Pedagogista, DFA - SUPSI Piazza S. Francesco 19 CH-6600 Locarno [email protected]