Accordo per patteggiamento…. - Studio Legale Avvocato Pennetta
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Accordo per patteggiamento…. - Studio Legale Avvocato Pennetta
Corriere di Novara GIOVEDÌ 23 GIUGNO 2016 CRONACA 7 ACCORDO CON IL PM PER UNA PENA A 1 ANNO E 4 MESI, MA SERVE ORA IL VIA LIBERA DEL GIUDICE Carolina, vuole “patteggiare” l’unico maggiorenne n Carolina, oltre ai cinque compagni minorenni, era stato indagato, per atti persecutori e diffamazione, anche l’ex fidanzato allora già maggiorenne, ma il pm Giovanni Caspani aveva chiesto l’archiviazione della sua posizione. Il gup Angela Fasano però, letto approfonditamente gli atti, nel gennaio scorso ha convocato le parti in camera di consiglio e deciso la cosiddetta imputazione coatta, ovvero imposto al pm di chiedere il rinvio a giudizio per gli atti persecutori (accogliendo invece l’archiviazione per l’ipotesi di diffamazione). Ebbene, così è stato, e ieri mattina era in programma l’avvio del processo, a porte aperte, per Matteo Bobbio. Il giovane non era presente. Il suo difensore, l’avvocato Elio Giannangeli, ha spiegato al giudice di aver trovato l’accordo con il pm Caspani (ieri sostituito da un viceprocuratore onorario) per l’”applica- zione della pena su richiesta delle parti”, ovvero il cosiddetto patteggiamento. Una pena pari a 2 anni, che si riduce però a 1 anno e 4 mesi grazie allo sconto di un terzo previsto da questo particolare rito che evita tout court il processo. Serve però la ratifica dello stesso giudice, che si è riservato di comunicare il suo (eventuale) via libera nel corso della prossima udienza, fissata al 18 luglio. Se era prevedibile che il pm fosse d’accordo per il patteggiamento, c’è tempo per meditare e valutare per le parti civili, ovvero i genitori di Carolina, assistiti dagli avvocati Anna Livia Pennetta e Andrea Fanella. Non possono opporsi, ma potrebbero presenta- re una sorta di memoria. Col patteggiamento - che, a norma di Codice, non implica una ammissione di colpa - l’imputato non solo non seguirebbe alcun percorso di “recupero sociale” ma di fatto non sconterebbe la pena, non si sporcherebbe il certificato penale e si vedrebbe il reato estinto fra cinque anni (a patto di non commettere, in tale lasso di tempo, delitti analoghi). Insomma, uno scenario ben diverso (pur con una posizione marginale) da quello configuratosi la settimana scorsa per i 5 compagni all’epoca dei fatti invece minorenni, “giudicati” appunto dal Tribunale dei minorenni di Torino e “messi in prova”, a seconda della gravità delle sin- gole accuse, dai 15 ai 27 mesi. Accusati a vario titolo e con ruoli diversi di atti persecutori, “morte come conseguenza non voluta di altro delitto”, violenza sessuale di gruppo, detenzione di materiale pornografico, diffamazione e spaccio di sostanze stupefacenti e pornografia minorile, affronteranno precisi e mirati percorsi educativi e di recupero, impegnandosi anche nel sociale. Al termine, ma solo se tutto filerà liscio, il Tribunale dichiarerà estinti i reati. Va detto che tutti hanno ammesso le proprie responsabilità e si sono detti pentiti. Carolina, sconvolta dalla campagna diffamatori di cui fu vittima, compì il tragico gesto nella notte del 5 gennaio 2013. E divenne il simbolo, suo malgrado, della lotta al cyberbullismo. p.v. IL PROVVEDITORE ATTENDE UNA DETTAGLIATA RELAZIONE DAI VERTICI DELL’ISTITUTO BONFANTINI Bullismo in classe, troppe cose non hanno funzionato n Si fa davvero assordante il silenzio di dirigente e insegnanti del “Bonfantini”, l’istituto superiore novarese teatro di quello che gli inquirenti hanno definito un vero e proprio, oltretutto duraturo, incubo: ripetuti episodi di bullismo dentro e fuori le aule che sono costati a 3 studenti maggiorenni di una quarta una denuncia per atti persecutori, estorsione, violenza privata e porto abusivo di oggetti atti a offendere, oltre alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle vittime - 3 compagni minorenni - e anche di contatti via cellulare, social o quant’altro, firmata dal gip Angela Nutini su richiesta del pm Silvia Baglivo, che ha coordinato le indagini dei Carabinieri. La scuola tace, addirittura dirigenza e insegnanti pare abbiano scelto di non farsi trovare, rinunciando alla possibilità di fornire una propria versione, una spiegazione, perché nel mirino - e questo è anche il punto - non ci sono solo i 3 studenti che avrebbero terrorizzato i compagni più giovani bensì anche l’istituto stesso. Sia chiaro, indagati sono solo i suddetti ragazzi, ma dal quadro emerso nel corso della conferenza stampa tenuta dai Carabinieri venerdì scorso pare proprio che al “Bonfantini” non abbiano percepito la gravità di quanto stava accadendo, che abbiano perlomeno sottovalutato il tutto, e che abbiano preso provvedimenti apparsi blandi, inefficaci e tardivi. I 3 oggi nei guai sono ripe- «E’ emergenza educativa» tenti. Fin dall’inizio dell’anno, stando all’accusa, avrebbero spadroneggiato in quella classe, vessando gli altri compagni, in particolare 3, uno dei quali con qualche problema relazionale. Il tutto documentato da un video raccapricciante, girato da altri ragazzi, che certifica veri e proprio atti di bullismo, a scuola, in classe, fra un’ora e l’altra e durante gli intervalli. Sfottò, insulti ma anche percosse, con l’uso della forza e sorta di bastoni e lame. Il fatto è che le vittime avrebbero segnalato l”incubo” agli insegnanti, ma invano, al punto da essere poi costretti, ad aprile, a sporgere denuncia ai Carabinieri. Che sono intervenuti e hanno finalmente posto fine alle vessazioni. Domanda: possibile che gli insegnanti non si siano resi conto della situazione? E perché, anche magari sottovalutandola, hanno comunque lasciato da soli i ragazzi? In sostanza: dov’erano dirigenti, insegnanti, bidelli? Se lo chiede anche Giuseppe Bordonaro, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale (ovvero l’ex Provveditorato), per noi a sua volta introvabile ma che a un quotidiano ha spiegato di aver chiesto una dettagliata relazione al dirigente del “Bonfantini” su quanto accaduto nel suo istituto: «Deve chiarire inequivocabilmente i fatti - ha detto, confermando che qualcosa non ha funzionato - Il bullismo è un comportamento gravissimo, e la scuola ha il dovere di intervenire per prevenire, af- frontare e combattere tutti gli episodi di questo genere, prima che si debba arrivare all’intervento della magistratura». Appunto. Perchè altrimenti campagne, convegni, seminari e tante belle parole rimangono solo tali. Anche gli accusati - di 19, 20 e 21 anni - hanno scelto, almeno per ora, con le loro famiglie, il silenzio. Hanno dovuto ovviamente affidarsi a un legale e, per quanto ci risulta, avrebbero fornito uno scenario diverso rispetto a quanto contestato. O meglio, un quadro ben più complesso e intricato, e tutto da (ben) chiarire. Insomma, la difesa avrebbe in tasca qualche buona carta da giocare, ovviamente a tempo debito. Paolo Viviani n (p.v.) Sui recenti fatti di cro- sia nella prospettiva dell’esernaca abbiamo chiesto un cizio dei doveri/diritti di educommento, a carattere gene- care ed istruire, ma anche rerale, all’avvocato Anna Livia sponsabilità degli insegnanti, Pennetta, esperta di diritto nonché del dirigente scolastiminorile e avvocato del padre co, sotto il profilo civilistico e di Carolina. Il legale sottoli- non solo, attesa la sua qualità nea «l’estrema gravità del bul- di pubblico ufficiale che lo oblismo considerato ormai un bliga alla denuncia di reati problema di salute internazio- connessi ad atti di bullismo nale in considerazione della verificatisi nel proprio istituesistenza del fenomeno a livel- to. Nella mia personale espelo planetario e le gravissime rienza professionale vengo a conseguenze provocate dai conoscenza di abbandoni sco“bulli” alla salute psico-fisica lastici, di malesseri fisici e psidelle loro vitticologici, di diffime. Purtroppo, coltà sociali e relacome sembra zionali crescenti emergere dalla da parte di preadocronaca, la valulescenti o di adoletazione di tali scenti per la situacomportamenti zione di dileggio è spesso superficui sono sottoposti ciale e banalizda coetanei o da zante dei comgruppi di pari. Risulta, pertanto, asportamenti devianti. Non a casolutamente neso spesso genito- L’avvocato Pennetta cessaria una presa ri ed insegnanti di coscienza, non percepiscono il bullismo co- solo dei giovani autori sulla ilme una realtà che riguarda al- liceità ed antigiuridicità dei tri, certamente non i propri fi- propri comportamenti, ma gli, certamente non i propri anche una maggiore determistudenti. E invece è noto che nazione del mondo adulto distiamo vivendo un momento retta a combattere fatti esecrain cui la gravissima “emergen- bili, come quelli recenti, attraza educativa” rappresenta un verso una azione sinergica in problema la cui soluzione è rete ed una normativa che particolarmente complessa. tratti con le giuste conoscenze Gli esperti ritengono fonda- il fenomeno, così come nel camentale che le agenzie di rife- so della proposta di legge sul rimento più importanti per i “Cyberbullismo” già approvagiovani, e quindi la famiglia e to all’unanimità al Senato e la scuola, si debbano riappro- che, se confermato alla Camepriare della propria funzione ra - conclude l’avvocato Anna educativa e conseguentemen- Livia Pennetta - può offrire te prendere coscienza delle utili strumenti al contrasto del proprie responsabilità. Re- fenomeno, al recupero dei sponsabilità genitoriale, sia giovani devianti, ed alla riabisotto il profilo patrimoniale, litazione della vittima». IN TANTI AL “TROFEO DELIO COSTANZO” DI TIRO A SEGNO DELL’UNUCI NOVARA E VERBANO CUSIO OSSOLA n (p.v.) Il 13 giugno al Tiro a segno nazionale di Varallo Sesia si è conclusa la 3°sessione del Trofeo Delio Costanzo dell’Unuci Novara e Vco. Tradizionale alzabandiera, doveroso e sentito ricordo di tutti i Caduti durante il Primo conflitto mondiale, «al nostro ufficiale ed amico 1°capitano Gianfranco Paggi e a coloro che sono recentemente mancati», e poi il via alla gara: quest'anno con il rituale “Carcano 91”era di scena il “Mauser 8x57 JS”. Una giornata in amicizia, conclusa convivialmente e con le premiazioni. L’Unuci ringrazia «coloro che hanno permesso il regolare svolgimento della gara. Un particolare ringraziamento al Consiglio del Tsn Varallo per l'accoglienza e la collaborazione. Appuntamento al prossimo anno».