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ORGANOLOGIA L'organologia è la scienza che studia gli strumenti musicali, indagandone storia, caratteristiche acustiche e meccaniche, tecniche costruttive e prassi esecutive. Il termine deriva dal greco ὄργανον (= utensile, strumento, strumento musicale) ed è stato usato per la prima volta da Michael Praetorius nel suo trattato Syntagma Musicum, del 1618. Solo alla fine dell’Ottocento Victor-­‐Charles Mahillon (1880-­‐1922) sviluppò, sulla base degli studi di François-­‐Auguste Gevaert (1828-­‐1908), una classificazione quadripartita, perfezionata poi da Eric Moritz von Hornbostel e Curt Sachs nel 1914. Le quattro classi organologiche, determinate sulla base del principale materiale vibrante, sono: 1) cordofoni, 2) aerofoni, 3) membranofoni e 4) idiofoni. Iniziamo ora una breve descrizione dei principali strumenti musicali: IL FLAUTO
Il flauto è uno strumento musicale appartenente al gruppo dei legni. A differenza di strumenti aerofoni simili come l'oboe o il clarinetto, il flauto non utilizza un'ancia, ma un labium, ovvero un "fischietto", oppure un semplice foro su cui si soffia trasversalmente. Il flauto è probabilmente lo strumento musicale più antico. Come gli altri strumenti aerofoni risonanti, il flauto produce il suono grazie all'oscillazione dell'aria contenuta nella cavità dello strumento. La vibrazione sonora, generata dalla pressione del soffio, viene modulata grazie all'apertura e alla chiusura dei fori, che avviene direttamente con le dita, oppure attraverso delle chiavi. Si possono distinguere varie categorie di flauti: la più comune è quella dei "flauti dolci" che sono flauti diritti e a cavità aperta in cui si varia la lunghezza della colonna d'aria risuonante mediante l'apertura e la chiusura dei fori. I "flauti traversi" sono invece caratterizzati dalla mancanza di un labium e dal fatto di essere tenuti "di traverso" rispetto all'esecutore, in genere alla sua destra (flauto traverso, flauto d'amore, ottavino). L'attribuzione dei flauti alla famiglia dei "Legni" deriva dal fatto che, fino al XIX secolo, la materia più utilizzata per la loro costruzione era appunto il legno. Oggi i flauti traversi sono normalmente costruiti in metallo, mentre in legno vengono tuttora prodotti i flauti dritti. Il suono emesso dallo strumento esce dalla parte inferiore dello stesso e quindi buona norma microfonarlo in questa zona dove è presente la maggiore pressione sonora. 1 L’OTTAVINO L'ottavino, chiamato anche flauto piccolo o piccolino, è la più piccola taglia del flauto traverso. Viene realizzato in metallo o in legno duro (ebano). Le sue dimensioni sono pari alla metà di un flauto traverso. La sua estensione comprende il Re4 come nota più grave e si estende per tre ottave. È uno strumento traspositore, in quanto lo strumentista, pur leggendo la partitura ed impostando le posizioni delle chiavi nella stessa maniera del flauto traverso, porta l'altezza delle note stesse all'ottava superiore. Inoltre, possiede l'ottava più alta in assoluto fra tutti gli strumenti musicali. Tra i più celebri esempi in cui l'ottavino emerge in tutta la sua personalità ricordiamo “La Danza cinese” dal balletto “Lo schiaccianoci” di Cajkovskij. La microfonazione dell’ottavino segue canoni comuni a quelli illustrati per il flauto. FLAUTO D’AMORE Il flauto d'amore è uno strumento musicale della famiglia dei flauti traversi, nella quale occupa il posto del mezzosoprano, anche se a volte viene chiamato "flauto tenore". Si tratta di uno strumento traspositore, in La o in Sib; L'estensione del flauto d'amore in Sib va dal Lab3 al Mi7. Diversamente dal flauto contralto, il rapporto fra il diametro del tubo e la lunghezza è molto simile al flauto traverso in Do; ciò permette di avere un timbro più caldo senza perdere la facilità di suono nell'ottava più alta. In rapporto, il flauto contralto ha un maggiore diametro rispetto alla lunghezza del tubo. Ciò comporta una maggiore potenza d'emissione nel registro grave, ma crea problemi all'intonazione e alla facilità di suono delle note nel registro più alto. 2 FLAUTO CONTRALTO Il flauto contralto è uno strumento a fiato della famiglia dei legni. È l'estensione immediatamente più grave del flauto in do. Si caratterizza per il suo caldo e distinto timbro nella porzione più bassa della sua estensione. Il tubo del flauto contralto è considerevolmente più spesso e lungo rispetto al flauto in do e richiede più fiato da parte dell'esecutore. Comunque fornisce una presenza dinamica maggiore nell'ottava e mezzo più bassa della sua estensione. Legge in chiave di sol (suonando una quarta più in basso rispetto alle note scritte). La sua estensione va dal sol3 (il sol sotto il do centrale) al sol6 (4 tagli addizionali sopra il rigo in chiave di violino). La testata può essere dritta o curva e il fatto che sia uno strumento traspositore permette ai flautisti di suonare lo strumento senza dover imparare nuove posizioni. È presente nella “Sagra della Primavera” di Stravinsky. OBOE L'oboe è uno strumento musicale a fiato ad ancia doppia appartenente al gruppo dei legni. Di forma conica, è generalmente fatto di ebano, mentre i tasti e la meccanica sono in metallo. L'estensione dell'oboe va dal Si b sotto il Do centrale del pianoforte fino al La due ottave al di sopra, quindi quasi due ottave e mezza partendo dal DO centrale. L'oboe moderno ha la capacità di emettere tutti i suoni cromatici compresi nell'ambito di quasi tre ottave (la sua estensione va dal si 2 al sol 5 o anche al la); la prima ottava è costituita da suoni naturali, mentre i rimanenti sono suoni armonici. È dotato di un numero variabile di fori e di quattordici chiavi. Il suo timbro caratteristicamente nasale è piuttosto penetrante e incisivo ma può raggiungere, specie nel registro medio, effetti di grande dolcezza. La microfonazione dell’oboe può avvenire con uno o più microfoni anche se l’emissione maggiore di suono proviene, come la maggior parte degli strumenti a fiato, dalla parte inferiore dello strumento. 3 CORNO INGLESE Il corno inglese è uno strumento musicale a fiato ad ancia doppia e canna conica. Si tratta in effetti di un oboe contralto, la cui estensione è una quinta giusta sotto quella dell'oboe. L’estensione va dal MI sotto il DO centrale fino al SI b. Rispetto all’oboe, difatti, il corno inglese possiede un'ancia più larga che ne agevola l'emissione del suono. Da notare ancora che mentre nell'oboe il cannello con l'ancia doppia si inserisce direttamente nel pezzo superiore dello strumento, il corno inglese si avvale di un tubicino metallico inclinato, chiamato "esse" per la sua forma, che fa da interfaccia tra il cannello e lo strumento stesso. La microfonazione segue procedure simili a quelle dell’oboe. OBOE D’AMORE L’Oboe d’amore appartiene alla famiglia degli strumenti ad ancia doppia ed è molto simile ad un oboe, ma leggermente più grande e con un tono più tranquillo e sereno che lo fanno considerare il mezzosoprano ed il contralto della famiglia degli oboi. L'oboe d'amore è accordato a una terza minore sotto quella dell'oboe moderno. La campana ha la forma di una pera ed un bocchino simile a quello del corno inglese. L’oboe d’amore viene suonato perpendicolarmente rispetto al musicista. La microfonatura segue canoni analoghi a quelli di tutti gli strumenti simili all’oboe, tenendo sempre molta attenzione ai rumori meccanici dovuti alla meccanica dello strumento stesso. 4 HECKELPHONE L'heckelphon è uno strumento musicale a fiato ad ancia doppia appartenente alla famiglia degli oboi. Suona un'ottava sotto all'oboe ordinario ed è pressappoco un oboe baritono, ma differisce da quest'ultimo per timbro, forma ed estensione. Le partiture per questo strumento vanno scritte in chiave di violino un'ottava sopra i suoni reali. L’impugnatura da parte dello strumentista è analoga all’oboe, perpendicolarmente al corpo del musicista. La microfonazione dell’heckelphon può prevedere uno o due microfoni posti uno nella parte inferiore dello strumento ed un secondo posto difronte allo strumentista. Il grosso del suono proviene dal microfono inferiore mentre il secondo, facendo molta attenzione ai rumori provocati dalle meccaniche, ha la funzione di restituire spazialità al suono. 5 CLARINETTO Il clarinetto è uno strumento traspositore, vale a dire uno strumento che quando sul pentagramma legge un Do, produce un suono reale che non corrisponde al Do, ma a un'altra nota (che è la nota in cui è "tagliato" lo strumento). Nella fattispecie, il clarinetto legge un DO come SI b, per cui trasporta in chiave di tenore. Esistono quindi diversi tipi di clarinetto, differenti per intonazione (ed ovviamente di grandezze diverse), che leggono tutti nella stessa chiave e con le stesse diteggiature, producendo però note reali diverse, "trasposte" appunto verso il grave o l'acuto. Questi strumenti formano una vera e propria famiglia composta dai seguenti tipi di clarinetto: •
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Piccolo in La♭ (noto come "sestino"); Piccolo in Mi♭ (o anche "quartino"); Soprano in Do; Soprano in Si♭ (il più diffuso); Soprano in La; Contralto in Fa (noto come corno di bassetto); Contralto in Mi♭; Basso in Si♭ (o clarone); Contralto in Mi♭ (detto anche "contra-­‐alto" o "octocontralto" secondo l'uso anglosassone, per distinguerlo da quello un'ottava più acuto); Contrabbasso in Si♭. Genericamente, quando si parla di clarinetto, si sottintende il registro facendo implicito riferimento al clarinetto soprano in Si♭, il più utilizzato. Il clarinetto è diviso in cinque parti, unite ad incastro con guarnizioni in sughero. Partendo dall'alto, lo strumento inizia con il bocchino, corredato di ancia e legatura. Segue il barilotto, che fa risuonare le vibrazioni. La parte centrale è costituita dal corpo superiore e dal corpo inferiore. Su questi due corpi sono presenti ventiquattro fori di dimensioni differenti: sette fori, di cui sei circondati da anelli, vengono chiusi dalle dita, mentre gli altri vengono chiusi dai cuscinetti, azionati dagli anelli oppure dalle diciassette o diciotto chiavi (a seconda del modello). Tramite la chiusura e l'apertura dei fori della parte centrale, viene modificata la lunghezza della colonna d'aria vibrante in modo da ottenere i suoni dell'intonazione desiderata. Lo strumento termina con la campana, che dà ulteriore risonanza ai suoni. L'estensione del clarinetto è di tre ottave più un intervallo di sesta minore o maggiore a seconda del modello. 6 CLARINETTO PICCOLO Il clarinetto piccolo, noto anche come Quartino, è uno strumento a fiato, ad ancia semplice, appartenente alla famiglia dei clarinetti. Per clarinetto piccolo s’intende in genere il clarinetto tagliato in Mi , una terza sopra il do centrale. Questo strumento, di costruzione affine al clarinetto soprano, ha un timbro più brillante, squillante. Il clarinetto piccolo è dotato degli stessi fori e chiavi del clarinetto soprano (anche se in versione ridotta) ed è formato dagli stessi pezzi. Il bocchino è più piccolo di quello del clarinetto in Si e di conseguenza anche le ance. Lo strumentista lo impugna nella maniera classica di impugnatura del clarinetto, perpendicolarmente al proprio corpo. La microfonazione avviene così come abbiamo già illustrato per l’oboe oppure il flauto, prestando sempre molta attenzione ai rumori meccanici provocati dalle chiavette che, soprattutto in passaggi veloci possono deteriorare il contributo sonoro complessivo. CLARINETTO BASSO Il clarinetto basso è uno strumento musicale a fiato (strumento traspositore ad ancia semplice) appartenente alla famiglia dei clarinetti. Questo strumento è tagliato in Si♭, un'ottava sotto il clarinetto soprano. Il clarinetto basso nella sua forma moderna, è composto da 5 pezzi: il bocchino (con legatura ed ancia), il collo (o "S"), il pezzo superiore, il pezzo inferiore e la campana (con la caratteristica forma a pipa). A differenza degli altri membri della sua famiglia, si tratta di uno strumento curvo, che l'interprete suona tenendolo verticalmente rispetto al suolo. L'estensione del clarinetto basso va normalmente dal Re b sotto la chiave di basso al Sol sopra la chiave di violino, ha quindi un'estensione utile di circa quattro ottave. 7 FAGOTTO Il fagotto è uno strumento musicale a fiato ad ancia doppia appartenente al gruppo dei legni, di cui costituisce il basso. Strumento dalle notevoli capacità musicali è in grado di estendersi per tre ottave e mezzo. Il fagotto è costituito da un lungo tubo di legno (circa 2 metri e 50 cm) ripiegato su stesso a forma di U. Termina con un padiglione e lungo il tubo si trovano dei fori chiusi da un sistema di chiavi particolare. L'imboccatura ad ancia doppia è inserita in un tubetto metallico ripiegato e collegato allo strumento. Ha un timbro grave e pastoso utilizzato nelle orchestre sinfoniche. Lo strumentista impugna il fagotto portando la parte superiore (dove è ubicato il foro d’accordo) verso il davanti e la parte inferiore verso le spalle. La microfonazione del fagotto è abbastanza impegnativa viste le dimensioni notevoli dello strumento ed la particolarità di avere il foro di espulsione d’aria principale, praticamente alle spalle dello strumentista. È opportuno quindi impiegare una multimicrofonazione se si desidera riprendere il suono di questo strumento nella sua interezza. CONTROFAGOTTO Il controfagotto è uno strumento musicale ad ancia doppia che rappresenta la tessitura contrabbassa dell'intera famiglia. Deriva dal fagotto, di cui è, in un certo senso, un ampliamento e ne condivide l'intero sistema di chiavi e di posizioni, tanto che a suonare questo strumento sono solitamente i fagottisti. Lo strumento è traspositore d'ottava verso il basso, vale a dire che le note scritte suonano d'effetto un'ottava sotto. A causa delle sue notevoli dimensioni e peso, l'esecutore deve suonarlo poggiandolo a terra difronte a sé. la microfonazione di questo strumento è resa complicata dalle sue dimensioni, per questo può essere prevista una multimicrofonazione. 8 CORNO Il corno è uno strumento musicale a fiato che fa parte degli aerofoni e della sottofamiglia degli ottoni con canneggio conico. Viene anche chiamato Corno Francese per essere distinto da quello inglese. I corni possiedono valvole, azionate con la mano sinistra, per deviare l'aria in tubature aggiuntive per cambiare l'altezza. Il timbro è soffice e profondo. Rispetto agli altri ottoni presenti nell'orchestra, l'estensione del corno può raggiungere quasi le 5 ottave. L'estensione del corno doppio in FA-­‐SIb va dal SIb contrabbasso (SIb0) al Fa acuto (FA4), che in chiave del corno si scrivono come FA contrabbasso e DO bisacuto, ma al grave si può spingere fino al FA contrabbasso (FA0), per il corno DO contrabbasso. Gli antichi corni (detti anche Corni naturali) erano molto più semplici degli odierni, non potevano emettere tutti i suoni: gli unici possibili erano quelli corrispondenti ai suoni armonici che il tubo emetteva variando la pressione dell'aria e la tensione del labbro. TROMBA La tromba è uno strumento musicale appartenente alla famiglia degli ottoni. Tra gli ottoni è quello che suona nella parte più acuta del registro. Il suono viene prodotto immettendo aria nello strumento per mezzo della vibrazione delle labbra a contatto con il bocchino, in modo che esse producano un fine ronzio. Essendo infatti un labiofono, non è la vibrazione di un'ancia ad emettere il suono, bensì quella delle due labbra del musicista. Il trombettista può scegliere la nota da emettere, fra un insieme di tonalità fondamentali e armonici essenzialmente modificando la pressione del flusso dell'aria immessa e l'apertura labiale: più l'apertura labiale è ampia, maggiore la portata del flusso d'aria, minore la sua pressione, più la nota emessa sarà grave e viceversa; I pistoni permettono di modificare il percorso dell'aria nello strumento, alterandone la lunghezza e quindi variando la tonalità emessa. Con i soli tre tasti della tromba in Sib, un trombettista può suonare in ogni chiave. Il trombino, o tromba piccola, suona ad un'ottava più in alto rispetto alla tromba. La tromba è uno strumento prodotto in molte tonalità. La più diffusa è la tromba in Sib, seguita da quelle in Do, in Mib e quindi in Re. In molti paesi, fra cui gli Stati Uniti e gran parte dell'Europa, la tromba in Do è tuttora quella in uso nelle orchestre. L'estensione della tromba in Sib parte dalla nota scritta Fa# grave e sale cromaticamente, passando per il Do centrale, fino a due ottave e mezza in alto. La nota più alta solitamente consentita è scritta come Do (suona Sib; ogni nota scritta sul pentagramma delle partiture per tromba in Sib corrisponde alla corrispettiva del piano ma un tono sotto), sebbene si possano ottenere note più alte. Per ciò che concerne la microfonazione della tromba abbiamo poche possibilità visto che l’unica emissione sonora è la campana dello strumento, potremmo scegliere tra microfoni più scuri per attutire l’eventuale brillantezza eccessiva della tromba, ma ciò è a discrezione dell’uso da farsi della ripresa sonora. 9 TROMBONE Il trombone è uno strumento musicale aerofono della famiglia degli ottoni. Nella versione moderna e più comune è noto come trombone a tiro o trombone a coulisse, ed è caratterizzato da una pompa mobile, (il “tiro” appunto, o “coulisse” in francese, “slide” in inglese), a forma di U, che unisce due tubi paralleli, ed è in questo modo allungabile modificando il percorso dell'aria e l'intonazione dell'armonico di base. Esiste anche il trombone a pistoni che è strutturato sul medesimo principio della tromba. L'estensione dello strumento dipende quasi esclusivamente dalla capacità e abilità del trombonista. In prima posizione la nota più grave è il Sib1, mentre allungando la coulisse in settima posizione si può ottenere un Mi1 (ovvero il Mi più grave suonabile con un pianoforte). Andando verso l'acuto, seguendo gli armonici naturali si possono ottenere note molto acute, come ad esempio il Reb5 in seconda posizione (nota contenuta nell'assolo di trombone del Bolero di Ravel). Per tradizione il trombone non è uno strumento traspositore come ad esempio la tromba. I trombonisti leggono in chiave di basso, tenore e contralto in note reali, qualsiasi trombone stiano utilizzando. Il trombone a tiro utilizza la coulisse per variare l'armonico di base dello strumento. Esistono sette posizioni che si equivalgono alle combinazioni dei tre pistoni di altri ottoni a pistoni. Le posizioni sono numerate per convenzione da 1 a 7, in proporzione all'estensione della coulisse (dove 1 è completamente ritratta e 7 completamente estesa). Quando si utilizzano le ritorte lo strumento cambia tonalità e di conseguenza le posizioni semitonali lungo la coulisse si distanziano fra loro. Si hanno infatti solo sei posizioni con la ritorta di Fa abbassata e solamente cinque con le ritorte di Fa e di Solb abbassate assieme. Le tecniche musicali utilizzabili sono le medesime di altri ottoni con l’aggiunta della possibilità di effettuare il glissato ed il vibrato con la coulisse. Una gran varietà di sordine possono essere usate per variare il suono e spesso sono stati utilizzati (nel jazz e nello swing) anche oggetti di uso quotidiano per l'effetto wa-­‐wa come cappelli o ventose. la microfonazione segue canoni analoghi alla tromba. TROMBONE CONTRALTO Raro, ma ultimamente sempre più utilizzato, soprattutto nella musica classica. Il trombone contralto è tagliato una quarta sopra il trombone tenore (il padre della famiglia rispetto al quale si fanno i rapporti): è in Mib. In passato era comune anche il contralto in FA. Alcune ditte producono contralti con una ritorta in Sib (se azionata porta praticamente lo strumento in sesta posizione) che rende più agevoli alcuni passaggi nelle posizioni basse e aiuta l'intonazione della settima posizione, essendo quella presa solo con la coulisse sempre leggermente crescente. La ritorta aiuta anche l'esecuzione dei trilli (avendo più posizioni a disposizione, c'è la possibilità di trovare una combinazione che permetta di avere degli armonici più vicini fra loro, agevolando il trillo). La microfonazione è analoga a quella utilizzata per il trombone. 10 TROMBONE TENORE Il più comune, intonato in Sib una ottava sotto la tromba, generalmente senza ritorta, viene molto usato in orchestra, ha la ritorta trasportatrice in Fa, grazie alla quale può coprire un'ampia estensione di note, le valvole per il passaggio dell'aria nella ritorta sono di vario tipo. La definizione tenor-­‐basso è ormai obsoleta, nata assieme alla ritorta. Oramai col termine tenore s’intende un trombone tenore in Sib oppure uno in Sib con ritorta in Fa, e taluni indicano come tenor-­‐basso un trombone in Sib con una ritorta in Fa ma con canneggio largo da trombone basso. La microfonazione segue procedure simili a quelle della tromba e trombone facendo attenzione questa volta alle dimensioni della campana, più grande rispetto a tromba e trombone e quindi bisogna prestare attenzione alla posizione del microfono. TROMBONE BASSO Utilizzato spesso in orchestra classica oppure in big band ha canneggio ampio, ha generalmente 2 ritorte (alcuni trombonisti bassi utilizzano ancora vecchi modelli con la sola ritorta Fa, che differiscono dai simili tenori per la cameratura e la campana più ampie). Ci sono due configurazioni possibili delle valvole: quella indipendente e quella dipendente. •
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Configurazione indipendente: vi sono due ritorte, una in Fa (praticamente azionandola si porta lo strumento in sesta posizione) e una in Solb (quinta posizione). Le due valvole possono essere azionate una alla volta oppure assieme, portando lo strumento in Re quindi avremo uno strumento in Sib/Solb/Fa/Re. Configurazione dipendente: sempre con due ritorte, ma questa volta possiamo azionare la valvola in Fa da sola oppure azionando la seconda valvola verrà aperta automaticamente anche la prima quindi avremo uno strumento che potrà passare in Sib/Fa/Re. 11 TROMBONE CONTRABBASSO Si tratta dello strumento più grave della famiglia. Ne esistono modelli in SIb cioè un'ottava sotto al trombone tenore (che sono spesso caratterizzati da una doppia coulisse) usati molto raramente, e modelli in FA, una quarta sotto al trombone tenore, che sono invece i più usati, come nelle esecuzioni della “Tetralogia” di Richard Wagner. Questi strumenti sono quasi sempre dotati di due ritorte (valvole) che permettono di non utilizzare le posizioni "distanti", altrimenti raggiungibili solo con l'uso di una maniglia. Tra i moderni costruttori di riferimento di questi strumenti si possono ricordare Laetzsch e Thein, entrambi di Brema. La microfonazione segue canoni analoghi a quelli visti per i tromboni, facendo attenzione al lungo ed ampio canneggio del trombone contrabbasso che potrebbe urtare il microfono o l’asta dello stesso. TUBA La Tuba (Flicorno basso o Bombardone) e il Bassotuba (Flicorno contrabasso e Flicorno basso grave) sono degli strumenti musicali appartenenti alla famiglia degli ottoni e alla sottofamiglia dei flicorni, di cui sono i membri dal suono più grave. La prima tuba fu costruita in Germania dalla Moritz. Esistono quattro tipi di tube: in Fa e Mib, chiamate tube basse, che suonano nella stessa estensione del violoncello; in Do e Sib, chiamate contrabbasse, che suonano nell'estensione del contrabbasso. Queste ultime sono le tube che si suonano in molte orchestre liriche e sinfoniche di tutto il mondo. La maggior parte del repertorio per tuba è scritto in chiave di basso con note reali. La microfonazione della tuba avviene principalmente con un solo microfono, questa volta però non più di fronte allo strumentista, visto che la campana, dalla quale uscirà il suono, è rivolta verso l’alto. Da prestare attenzione anche alla distanza tra microfono e strumento considerata la pressione sonora prodotta ed il diametro della campana. 12 SAXOFONO SOPRANINO Il sassofono sopranino è uno dei più piccoli membri della famiglia dei sassofoni. Si tratta di uno strumento traspositore in Mi b. La sua estensione reale va dal Reb5 al La7 (un'ottava sopra il sassofono contralto), ma, come per tutti i sassofoni, viene scritta dal Sib4 al Fa#7. Date le loro piccole dimensioni i sopranini sono normalmente diritti, ma ne esistono anche alcuni sopranini curvi. Dall'avvento del sassofono sopranissimo introdotto alla fine del XX secolo da Benedikt Eppelsheim, il sopranino in Mib ha ceduto la palma del più piccolo membro della famiglia dei sassofoni. L'impiego più notevole del sopranino si trova nel Boléro di Maurice Ravel. La microfonazione, come per tutti gli strumenti simili al saxofono, può avvenire mediante uno o più microfoni ponendone uno sulla parte superiore dello strumento (prestando attenzione ai rumori meccanici provocati dalle chiavette) ed uno sulla parte inferiore, posto sulla campana (dalla quale uscirà la gran parte del suono che caratterizza lo strumento stesso). SAXOFONO SOPRANO Il sassofono soprano è la voce sopranile della famiglia dei sassofoni. Si tratta di uno strumento traspositore in Sib. La sua estensione reale va dal Lab4 al Mi7 (gli ultimi modelli arrivano al Fa 7), ma, come per tutti i sassofoni, viene scritta dal Sib4 al Fa# 7 (per gli ultimi modelli Sol 7). Normalmente diritto, il soprano esiste anche in versione curva e semicurva (chiamata talvolta saxello). I problemi di costruzione (i fori portavoce sono molto piccoli) lo hanno reso per molto tempo uno strumento con gravi problemi d'intonazione limitandone l'uso. Oggi, grazie al miglioramento delle tecniche di costruzione, il problema dell'intonazione è stato superato negli strumenti di media e ottima qualità. Nella musica moderna è tornato in auge a partire dagli anni 1940, grazie a Sidney Bechet e John Coltrane. Negli ultimi anni, a parte l'uso molto frequente nell'ambito del jazz, viene molto spesso usato per assoli anche in brani di musica leggera. Il timbro è tipicamente nasale e sottile. Si tratta del più acuto sassofono di uso comune. 13 SAXOFONO CONTRALTO Il sassofono contralto, a volte abbreviato alto, è la voce di contralto della famiglia dei sassofoni. Tra tutti gli strumenti della famiglia, è quello che offre il miglior compromesso tra dimensioni, peso, imboccatura, ergonomia delle mani e problemi d'intonazione: per questo motivo è spesso consigliato come primo strumento. Infatti è il sax virtuoso per eccellenza: la sua espressività nelle mani di un bravo strumentista è duttile, la sua agilità come quella dei flauti, oltre al poter raggiungere un'elevata intensità; le sue applicazioni musicali sono molteplici. Si tratta di uno strumento traspositore in Mib. La sua estensione reale va dal Reb3 al La5, ma, come per tutti i sassofoni, viene scritta dal Sib3 al Fa#7. La microfonazione segue procedure analoghe a quelle già illustrate per gli altri strumenti appartenenti alla famiglia dei saxofoni. SAXOFONO TENORE Il sassofono tenore è la voce tenorile della famiglia dei sassofoni. Il sax tenore incarna l'immagine del sassofono nell'iconografia popolare ed è riconoscibile per via della caratteristica "gobba" del collo. Si tratta di uno strumento traspositore in Sib. La sua estensione va dal Lab3 al Mi6 (il mi alto nel rigo in chiave di violino) ma, come per tutti i sassofoni, viene scritta dal Sib sotto il rigo al Fa # sopra il rigo. La produzione dei suoni sopracuti è piuttosto agevole con il sax tenore. Questo fa sì che molti tenoristi jazz siano in grado di estendere la tessitura dello strumento anche di un'ottava al di là della tessitura normale. Il timbro del tenore può variare da scuro fino ad essere abbastanza brillante da rivaleggiare, nelle ottave superiori, con il sax contralto. Il tenore è soprattutto utilizzato in formazioni bandistiche e jazzistiche, mentre il suo impiego orchestrale (a differenza del sax contralto) è piuttosto limitato: ha generalmente parti di accompagnamento che spesso divide con l'euphonium e il trombone. Diverso è invece il caso per quello che riguarda i quartetti di sassofoni, dove il tenore è presenza fissa. La popolarità del tenore inizia con il jazz, grazie al genio di Coleman Hawkins che seppe trasformarlo da strumento di accompagnamento a protagonista, funzione che ricopre ancora oggi in numerosissime formazioni jazz. Dal jazz il tenore venne poi introdotto nella musica Rock, anche se con minor prominenza. 14 SAXOFONO BARITONO Il sassofono baritono è la voce baritonale della famiglia dei sassofoni. Si tratta di uno strumento traspositore in Mib. La sua estensione reale va dal Reb3 al La5, ma, come per tutti i sassofoni, viene scritta dal Sib4 al Fa#7. In situazioni orchestrali accade di trovare parti per baritono scritte in chiave di Fa (chiave di basso), il che rende possibile utilizzare a questo scopo parti per tuba o trombone: questo richiede un relativo sforzo allo strumentista, poiché in chiave di basso, dopo la riscrittura in Do, la posizione delle note, con opportuni adattamenti delle alterazioni, resta la stessa della parte tradizionale. I moderni sassofoni baritoni hanno spesso una campana allungata che alloggia una chiave addizionale che permette l'emissione del La grave. Il baritono è il sassofono grave di uso più comune. Tra i sassofoni comuni, si distingue per le dimensioni e la caratteristica voluta del collo, che serve a limitare l'altezza complessiva dello strumento, che è comunque considerevole. Il peso dello strumento (6.5 kg) lo rende scomodo per le bande in movimento e di difficile sostegno in generale, soprattutto se suonato in piedi, per cui è abbastanza usuale che il collarino usato per il tenore e il contralto venga sostituito da un'imbragatura che distribuisce il peso dello strumento, che per gli altri sassofoni è interamente sostenuto dal collo, sulle spalle e la schiena del suonatore. La microfonazione di questo strumento è complessa date le dimensioni notevoli dello strumento ma, come già visto per gli altri strumenti appartenenti alla famiglia dei saxofoni, la principale fonte sonora è la campana dello strumento, quindi, il microfono principale verrà, ancora una volta, posto in prossimità della stessa (prestando attenzione all’angolazione del microfono nei confronti della campana per evitare che, la grande quantità d’aria che investirà la capsula microfonica, possa provocare rumori nella ripresa) ed un secondo e terzo microfono potranno essere posti ai lati dello strumento per riprendere la parte alta dello stesso (prestando molta attenzione in questo caso alle fasi dei due microfoni). 15 TIMPANI Il timpano è uno strumento musicale a percussione. Appartiene alla classe dei membranofoni a suono determinato. Esso consiste in una membrana, chiamata pelle, tesa su un grande fusto chiamato "caldaia" solitamente in rame, in altre leghe metalliche o in materiali plastici. Vengono suonati per mezzo di due battenti, generalmente a punta morbida (feltro o altro materiale). In orchestra sono sempre presenti in coppia (da cui il nome plurale), a volte in set comprendenti tre, quattro o più strumenti. L'intonazione viene determinata dalla tensione della pelle: ogni strumento ha un'estensione che varia da una quinta ad un'ottava cromatica. La modifica dell'altezza viene effettuata oggi per mezzo di un pedale che agisce contemporaneamente su tutte le viti di tensione della pelle. Anticamente queste venivano avvitate o svitate manualmente una ad una, obbligando il timpanista (ed il compositore) a mantenere la stessa intonazione durante tutto un brano. L'uso del pedale e di un apposito quadrante graduato permettono una rapida intonazione dello strumento ed effetti di glissato. Anche nei timpani provvisti di pedale sono comunque presenti viti che permettono di mantenere la tensione della membrana equilibrata in tutti i punti. I suoni vengono oggi notati in altezza reale in chiave di basso (talvolta senza accidenti in chiave). Anticamente si utilizzava una notazione convenzionale in cui il Do rappresentava la tonica ed il Sol la dominante del pezzo: la reale intonazione era indicata a chiare lettere all'inizio del brano. I timpani sono in uso prevalentemente in orchestre di musica classica dal XVII secolo. Haydn fu tra i primi compositori ad inserire interventi di timpani nelle sue sinfonie. Tra le tante, la 103 viene definita "col rullo di timpani" appunto per l'importanza che ha questo strumento nel brano. In seguito anche Beethoven nelle sue opere sfoggiò le doti espressive e potenti dello strumento; esempio è la sinfonia corale. XILOFONO Lo xilofono è uno strumento musicale a percussione. È costituito da due file di barrette di legno disposte come la tastiera di un pianoforte, cioè le note naturali nella fila inferiore e quelle alterate nella fila superiore. Questo per quanto riguarda la versione moderna dello strumento, perché in passato era dotato di una sola fila. Al di sotto delle barrette, in corrispondenza di ciascuna di esse vi sono dei tubi aperti che fanno da cassa di risonanza, cioè filtrano il suono. L'altezza delle note dipende dalla lunghezza delle barrette: più sono lunghe e più il loro suono è grave e viceversa. Lo xilofono fa parte della categoria delle percussioni a suono determinato e lo si suona con delle mazzuole di legno. Spesso per prolungare il suono si usa la tecnica del trillo, che consiste nel battere le bacchette sulla stessa barretta in rapida alternanza. Altri effetti ottenibili sono il glissando e le note ribattute. La sonorità di questo strumento è secca e legnosa ma molto limpida, anche se il suono si spegne subito. L'estensione dello xilofono va dal Do3 (261 Hz) al Do6 (1.046 Hz) e cioè tre ottave. Pur essendo una percussione, nel XIX secolo alcuni musicisti lo presentarono come strumento solista. La microfonazione avviene solitamente mediante due microfoni posti sulla parte superiore dello strumento ad una altezza tale da riprendere omogeneamente tutti i legni dello xilofono e prestando attenzione al movimento dello strumentista con le bacchette. 16 CELESTE La celeste è uno strumento musicale idiofono, ossia che produce il suono mediante il materiale stesso di cui è composto senza l'ausilio di parti poste in tensione: nel caso specifico si tratta di uno strumento idiofono a percussione, il cui aspetto è simile a quello di un pianoforte verticale di piccole dimensioni. Il suono, dal caratteristico timbro simile a quello del carillon, viene prodotto da alcune lamelle di metallo sospese tramite un sistema di martelletti e comandate da una tastiera (lo stesso sistema applicato dal pianoforte) e da una pedaliera. Quindi le sonorità che è in grado di produrre sono flebili, ovattate nel registro grave, luminose nel medio e brillanti nell'acuto. In quanto varianti dello xilofono, con lamelle di metallo al posto di quelle di legno, la celeste (come il glockenspiel) è classificata tra i metallofoni. Costruita e brevettata nel 1886 dal francese Auguste Mustel, la celeste fece uno degli sui primi ingressi nel mondo musicale con il balletto lo schiaccianoci di Pëtr Il'ič Čajkovskij, episodio Danza della Fata Confetto. SISTRO Sistro è il nome di due diversi strumenti musicali. Il primo è uno strumento idiofono. È uno strumento in metallo, con una parte a forma di ferro di cavallo, con un manico e delle aste, perciò il suono viene prodotto scuotendo il sistro. Il numero e lo spessore delle lamelle flottanti ne definisce e caratterizza l’altezza e l’intensità del suono; un suono che resta comunque -­‐ come in molti altri analoghi strumenti a sonagli -­‐ indeterminato, e cioè senza una precisa connotazione tonale. Il secondo è uno strumento più moderno, composto da un sostegno e da file di campanelli fatti di bronzo o di acciaio. Il suono viene prodotto da un martelletto che potrà essere di legno o di acciaio a seconda del materiale di campanelli. La microfonazione di questi strumenti avviene, per la maggior parte dei casi, con microfoni panoramici a cui lo strumentista avvicina, con maestria, lo strumento di volta in volta per risaltare alcuni colori a discapito di altri. 17 CAMPANE Le campane tubolari sono uno strumento musicale idiofono a percussione a suono determinato. Si tratta di una serie di "campane", lunghe barre metalliche cave (solitamente tubi di ottone a altro appesi verticalmente a circa due metri di altezza), che si accordano modificando la lunghezza. Sono normalmente suonate colpendole con un martello speciale, a testa di cuoio grezzo o di plastica, nella parte alta del tubo. Nelle orchestre sinfoniche simulano il suono delle campane da chiesa. Sono utilizzate in composizioni sinfoniche, come la Sinfonia fantastica di Berlioz, l'Ouverture 1812 di Čajkovskij o la Nona sinfonia di Mahler, ma sono impiegate anche nella musica popolare. La microfonazione delle campane avviene solitamente con due microfoni, posti uno di fianco all’altro, sulla parte superiore delle campane. Si può decidere di disporre i microfoni dal lato del musicista, se si desidera riprendere l’attacco dei colpi di martello o bacchette, oppure si possono disporre i microfoni sul retro delle campane (parte opposta a quella dello strumentista) per avere un suono più dolce con minore attacco. SEGA Lo strumento è formato da una normale sega trapezoidale da falegname in acciaio. Si suona con un archetto da contrabbasso o violoncello. Si suona da seduti, con il manico della sega tra le cosce. L'estensione può andare da due a tre ottave circa. L'intonazione delle note può essere regolata solo con l'orecchio, visto che è difficile determinare quale curvatura sia necessaria per produrre una determinata altezza. Il suono è contemporaneamente dolce, vibrante e lamentoso; Non sono possibili passaggi di agilità e note brevi, data la lunga risonanza della lama. La dinamica è piuttosto limitata. Oltre al suono prodotto con l'arco, la sega può essere suonata anche con bacchette morbide, creando un effetto misterioso. Sebbene sia elencata tra gli strumenti "accessori" dei percussionisti, la sega musicale richiede una certa perizia nell'uso dell'arco ed un buon orecchio melodico. Per ciò che concerne la microfonazione possiamo riprendere la sega con un singolo microfono posto nella posizione più comoda da concordare anche con i movimenti dello strumentista. 18 VIBRAFONO Il vibrafono è uno strumento musicale a percussione della famiglia degli idiofoni a suono determinato. Esso è composto da lamelle in metallo che ne costituiscono i tasti, percossi da battenti con la testa in gomma o feltro. Il suono di ogni tasto viene amplificato da un tubo metallico di lunghezza opportuna posto al di sotto del tasto stesso, chiamato anche risuonatore tubolare o canna di risonanza. Un'elica posta in cima ad ogni tubo viene fatta ruotare tramite un motore elettrico a velocità controllabile. Questo congegno varia l'intensità del suono emesso in relazione alla velocità del motore, generando l'effetto vibrato. Un pedale di smorzamento simile a quello presente sul pianoforte consente all'esecutore di intervenire sulla lunghezza della nota prodotta. I vibrafoni tradizionali hanno un'estensione di tre ottave, ma esistono modelli con estensione di quattro ottave. Il vibrafono ha molte caratteristiche comuni con lo xilofono, nel quale i tasti sono però in legno ma senza amplificazione, e con la marimba, che ha sempre i tasti in legno, ma nella parte inferiore porta delle zucche svuotate che hanno il compito di amplificare il suono. La microfonazione segue canoni simili a quelli già descritti per lo xilofono. ARPA L'arpa è uno strumento musicale cordofono a pizzico. L'arpa da concerto a pedali è dotata di 47 corde tese tra la cassa di risonanza e una mensola detta "modiglione", con un'estensione di 6 ottave e mezza e intonato in do bemolle maggiore. I suoni estranei a questa tonalità si possono ottenere agendo su 7 pedali a doppia tacca; ogni corda è in grado di produrre tre note diverse ed è possibile costruire una scala cromatica. La microfonazione può avvenire anche con tre microfoni, due posti sulla parte superiore per la ripresa delle corde, mentre uno posto sulla cassa armonica facendo attenzione ai rumori provocati dai pedali azionati dallo strumentista. 19 VIOLINO Il violino è uno strumento musicale della famiglia degli archi, dotato di quattro corde intonate ad intervalli di quinta. Si tratta dello strumento più piccolo e dalla tessitura più acuta tra i membri della famiglia. La corda più bassa (e quindi la nota più bassa ottenibile) è il sol2, il sol subito sotto al do centrale (do3); le altre corde sono, in ordine crescente, il re3, il la3 e il mi4. Il violino, essenzialmente, è costituito dalla cassa armonica (necessaria per la risonanza) e dal manico, innestato nella parte superiore della cassa. L'archetto, più spesso semplicemente detto arco, è costituito da un'asticella di legno molto elastico, ai cui estremi viene agganciato, un fascio di crini di coda di cavallo tenuto teso da un meccanismo a vite chiamato nasetto. Il suono del violino può essere alterato per mezzo della sordina, un piccolo blocchetto che può essere in gomma, in legno o in metallo, e che viene agganciato al ponticello, di solito in mezzo alle due corde del Re e del La. Smorzando le vibrazioni del ponticello stesso, provoca l'emissione di un suono più dolce e delicato, con minori armoniche sopra ogni nota che viene suonata. Viene spesso utilizzato anche per studiare con un suono di volume più basso, ma anche nelle esecuzioni, dove sia richiesto un suono più smorzato. La corda del La viene accordata per prima, generalmente a 440 Hz. Le fonti più antiche riguardanti il violino ci permettono di far risalire la sua nascita all'inizio del XVI secolo. La microfonazione può avvenire a distanza o a contatto, nel primo caso viene posto un microfono o sopra o di fronte lo strumentista (dipende dal tipo di suono che vogliamo ottenere), nel primo caso si avrà un suono più stridulo dove la fanno da padrone le corde, mentre nel secondo caso si avrà un suono d’insieme, più equilibrato e dolce del primo. nella microfonazione a contatto invece sarà applicato un microfono direttamente sullo strumento per la ripresa del suono mediante le vibrazioni della cassa armonica. Si potrà anche microfonare il violino con entrambe queste due tecniche, applicando sia un microfono a contatto che un microfono distanziato e miscelare i due suoni in fase di mixaggio. Un altro giusto compromesso è il microfono applicato direttamente sullo strumento, che garantirà un suono sempre costante considerando anche i movimenti che lo strumentista necessariamente farà durante l’esecuzione. In questa occasione bisogna prestare molta attenzione alla posizione del microfonino, trovandogli una impugnatura stabile, ed a direzionare la capsula microfonica verso la maggiore fonte di suono. Solitamente si applica in prossimità del ponte dello strumento. Per quanto riguarda invece la ripresa d’insieme di questo strumento si applicano, di solito, microfoni panoramici che vadano a riprendere una sezione di strumenti per volta, di norma usa adoperare un microfono per leggio, cioè un microfono per ogni coppia di strumentisti. 20 VIOLA La viola è uno strumento appartenente alla famiglia degli archi. Si distingue dal violino per le dimensioni (è circa 1/7 più grande), per l'estensione (è accordata una quinta sotto) e per il timbro (molto più profondo e meno brillante). L'intonazione delle quattro corde della viola (partendo dalla più acuta) è la seguente: •
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1° corda: La 2° corda: Re 3° corda: Sol 4° corda: Do la microfonazione segue canoni simili (se non uguali) a quelli già illustrati per il violino, prestando molta attenzione alla posizione del microfono in rispetto ai movimenti dello strumentista e dell’archetto utilizzato per suonare lo strumento. VIOLONCELLO Il violoncello è uno strumento musicale del gruppo dei cordofoni a corde strofinate (ad arco), appartenente alla famiglia degli archi; è dotato di quattro corde, accordate ad intervalli di quinta giusta. Si suona da seduti tenendo lo strumento tra le gambe, poggiato su un puntale presente nella parte inferiore dello strumento. L'esecutore muove l'archetto trasversalmente sulle corde. Il violoncello possiede quattro corde accordate ad intervalli di quinta giusta: la corda del La (cantino), del Re, del Sol e del Do. La corda del La emette un suono tre semitoni più in basso del Do centrale e la corda del Do è due ottave più basse del Do centrale. L'estensione del violoncello va dal Do due ottave sotto il Do centrale fino al Mi due ottave sopra al Do centrale. L'archetto viene fatto scorrere sulle corde, le dita della mano sinistra possono agire sulla tastiera premendo sulle corde per diminuirne la lunghezza, modificando così la frequenza del suono ottenuto. Come gli altri strumenti ad arco, anche il violoncello può essere pizzicato, sollevando le corde con l'ultima falange e rilasciandole. 21 CONTRABBASSO Il contrabbasso, è uno strumento musicale della famiglia dei cordofoni ad arco. Il suono viene prodotto tramite l'attrito sulle corde del crine di cavallo montato su una bacchetta di legno, detta archetto, mentre nel jazz viene suonato quasi esclusivamente pizzicando le corde con le dita della mano destra. È lo strumento con il suono più grave di tutti gli archi Le quattro corde producono rispettivamente dalla più acuta alla più grave i suoni SOL-­‐RE-­‐LA-­‐MI in accordatura da orchestra. Per indicare con più precisione la reale altezza di una nota, viene utilizzata una nomenclatura che affianca al nome della nota un numero. Questa numerazione inizia dalla nota più bassa del pianoforte (La 0) fino alla nota più alta (Do 8). Seguendo questo schema, le corde del contrabbasso sono •
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1ª corda: Sol 2/La 2/La 2 2ª corda: Re 2/Mi 2/Fa# 2 3ª corda: La 1/Si 1/Re 2 4ª corda: Mi 1/Fa# 1/La 1 Esistono anche contrabbassi a cinque corde, in cui la più grave è generalmente un Do 1 o un Si 0. La microfonazione (analoga a quella del violoncello) avviene solitamente mediante un unico microfono posto di fronte allo strumento, in base al suono che si vorrà ottenere si potrà spostare il microfono verso le “esse” della cassa armonica (per avere un suono più rotondo e dolce), oppure verso le corde (per avere maggiore attacco), oppure verso il ponte dello strumento (per avere un buon compromesso tra attacco e morbidezza). Anche per il contrabbasso (così come per la viola) si potranno applicare microfoni a contatto o microfoni in miniatura in microfonazione ravvicinata. 22 PIANOFORTE Il pianoforte è uno strumento musicale in grado di produrre il suono grazie a corde che vengono percosse per mezzo di martelletti azionati da una tastiera. È l'unico strumento a far parte dei cordofoni. Il pianoforte è costituito da sei parti: •
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la cassa, la tavola armonica; la struttura portante e il rivestimento esterno; la tastiera; la meccanica; la cordiera; i pedali -­‐ risonanza o forte (normalmente a destra) La cassa e la tavola armonica sono fatte generalmente in legno principalmente di abete e pioppo. La tastiera è quella parte del pianoforte dove sono posizionati i tasti. La base su cui questa regge è spesso in abete. Lo strumento dispone generalmente di 88 tasti (sette ottave e una terza minore), 52 bianchi e 36 neri, disposti nella classica successione che intervalla gruppi di due e tre tasti neri. La meccanica è una delle parti fondamentali del pianoforte perché vi stanno tutta una serie di strumenti e sistemi che permettono la produzione del suono con l'azione del martelletto sulla corda attraverso l'abbassamento del tasto. I pianoforti possono avere dai due ai quattro pedali, a seconda del costruttore e dell'epoca di costruzione. Sono posti nella parte bassa dello strumento, facilmente raggiungibili dai piedi del pianista, e servono ad alterare il suono dello strumento in diversi modi. Si distinguono i seguenti tipi di pedale: •
risonanza o forte (normalmente a destra) Tale pedale, una volta azionato, alza contemporaneamente tutti gli smorzatori, sorta di feltrini che hanno il compito di fermare le vibrazioni della corda immediatamente dopo il rilascio del tasto. Di conseguenza, azionando il pedale, le corde continuano a vibrare finché il suono non si spegne naturalmente. L'impiego di questo pedale aiuta a legare i suoni ed, eventualmente, a creare una sorta di alone timbrico e armonico dato anche dal resto delle corde non più smorzate che entrano in una vibrazione simpatica generata dalle onde sonore delle note appena suonate. •
una corda o piano o 1C (normalmente a sinistra) Tale pedale, nei pianoforti a coda, sposta leggermente tutta la tastiera e la martelliera verso la destra dell'esecutore. In tal modo il martelletto azionato dalla pressione del tasto colpisce solamente una o due corde delle tre che sono associate a ogni tasto 23 •
quarto pedale (a sinistra, solo in alcuni modelli di pianoforti a coda) Utilizzato e brevettato da costruttori come Fazioli e Stuart & Sons, non è altro che una trasposizione sui modelli a coda del pedale piano dei pianoforti verticali. Il meccanismo infatti non fa altro che avvicinare tutti i martelletti alle corde, riducendone così la corsa e producendo un suono con un volume ridotto senza modificarne il timbro (come invece succede con una corda). •
tonale o sostenuto (al centro) Il pedale tonale è presente nei pianoforti a coda e deve essere azionato successivamente alla pressione di un tasto o di un gruppo di tasti. È in sostanza un pedale di risonanza che agisce solo per un gruppo limitato di tasti, quelli premuti immediatamente prima all'azione del pedale; gli altri non saranno interessati dalla sua azione. •
sordina (al centro, solo negli strumenti destinati allo studio e solo nei pianoforti verticali, al posto del pedale tonale) La sordina (presente anche in altri strumenti) è un pedale che aziona una leva, attraverso la quale viene interposto tra le corde e i martelletti un lungo panno di feltro. Il suono così ottenuto è piuttosto attutito. Tra i pianoforti orizzontali, più comunemente conosciuti come pianoforti a coda; esistono, a seconda della lunghezza della cassa, a un quarto di coda (145–170 cm), mezza coda (175–190 cm), tre quarti di coda (200–240 cm) e gran coda da concerto (o gran coda, o coda da concerto; 240–308 cm); producono, in ordine crescente, suoni qualitativamente sempre migliori a causa dell'ampiezza sempre maggiore della cassa armonica e della lunghezza delle corde. Esiste anche il Pianoforte Verticale: è disposto verticalmente, così come la sua tavola armonica e le corde che stanno dietro alla tastiera. La sua altezza oscilla tra i 100 e i 155 centimetri. È usato principalmente per lo studio a differenza di quello orizzontale usato prettamente per i concerti. Le differenze con il pianoforte orizzontale sono molte a partire dell'ampiezza della cassa armonica, che è minore di quella di un pianoforte orizzontale, e dalla meccanica priva del doppio scappamento. Le corde sono disposte verticalmente (quelle gravi e parte di quelle medie sono disposte diagonalmente in maniera opposta, da qui la denominazione "a corde incrociate"; questo sistema sfrutta la maggiore lunghezza della diagonale di un rettangolo per ottenere corde più lunghe) e a ogni nota corrispondono a seconda del tipo di suono, gruppi di una, due o tre corde. La microfonazione può avvenire in svariati modi, la microfonazione più classica è data dall’impiego di due microfoni, distanziati tra di loro che “guardano” le corde nella cassa armonica, ad una distanza dalle corde che varia dai 30 ai 50 cm (a seconda del risultato che si vorrà ottenere). Si potrà microfonare il pianoforte anche con un X-­‐Y posto direttamente sulle corde del pianoforte dando maggiore attacco ed un suono più incisivo al contributo sonoro ripreso. Si può microfonare anche la parte inferiore del pianoforte che contribuirà ad avere un suono più “grosso” e caldo miscelandolo con la ripresa dall’alto come abbiamo già visto. In questa occasione però dobbiamo stare attendi alle fasi dei microfoni tra superiore ed inferiore. 24 CHITARRA La chitarra è uno strumento musicale cordofono, che viene suonato con i polpastrelli, con le unghie o con un plettro. Il suono è generato dalla vibrazione delle corde, che sono tese al di sopra del piano armonico che, a sua volta, poggia sulla cassa armonica che amplifica il suono. Le corde sono tese tra il tiracorde, fissato sul ponticello, ed il capotasto, essendo fissate tra il ponticello e le meccaniche poste sulla paletta. Sul manico, la tastiera consente di accorciare la lunghezza della parte di corda vibrante e di suonare la nota o le note desiderate premendo la corda stessa appena dietro il rispettivo tasto. L'accordatura più comune, nota come accordatura spagnola, è Mi-­‐Si-­‐Sol-­‐Re-­‐La-­‐Mi dalla corda più acuta alla più grave. Questa accordatura, in cui l'intervallo tra due corde adiacenti è di una quarta giusta (tranne che tra seconda e terza corda, che distano di una terza maggiore), si è imposta per ragioni storiche e per la sua praticità nel formare accordi mediante posizioni della mano sinistra non complicatissime. Le chitarre possono essere suddivise innanzitutto in due categorie, a seconda del modo in cui viene amplificato il suono delle corde in vibrazione: •
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acustiche, con un corpo vuoto a formare la cassa armonica, quando è principalmente prevista una amplificazione che sfrutti le naturali proprietà della fisica del suono, secondo un tipo di amplificazione che potremmo definire meccanico; elettriche, con un corpo pieno e solido, e manico rinforzato da un'anima (in genere d'acciaio, chiamata truss rod), poiché sono munite di corde metalliche; è necessario l'ausilio di una amplificazione elettrica, tramite collegamento a una cassa acustica o a un amplificatore che funzionano a corrente elettrica; il suono acustico di una chitarra elettrica a corpo solido è molto debole e poco percepibile, data l'assenza di cassa di risonanza; Chitarra classica L'amplificazione è ottenuta per risonanza dal corpo vuoto a forma di otto (la cassa armonica), mentre la tavola superiore è responsabile dello spostamento d'aria. Il cavigliere (o paletta) è leggermente inclinato all'indietro. La chitarra classica si suona da seduti, poggiando lo strumento sulla gamba sinistra, leggermente rialzata tramite un apposito poggia-­‐piede. La ripresa sonora della chitarra acustica e classica è molto simile (se non uguale), può essere fatta con uno o più microfoni, l’emissione sonora maggiore è, come ovvio, dal buco d’accordo della cassa armonica, quindi sarà questo il punto da microfonare con maggiore attenzione, basterà spostare il microfono sull’asse del manico in prossimità della buca per ottenere un suono più corposo/offuscato oppure più sgonfio/brillante. Un secondo microfono potrà essere applicato al manico per riprendere anche lo strofinio delle dita sulle corde caratteristico di questi strumenti. Per quanto riguarda la chitarra elettrica invece verrà microfonato l’amplificatore a cui sarà connesso la chitarra (visto che, come abbiamo già visto, la chitarra elettrica è uno strumento “muto”). Sulla microfonazione dell’amplificatore della chitarra ci sarebbero una miriade di tecniche ma possiamo riassumere elencando solo le più comuni: che prevedono l’utilizzo di un microfono direttamente sull’altoparlante dell’amplificatore (in asse oppure fuori asse), oppure la multimicrofonazione che prevede più microfoni per esaltare le caratteristiche sonore che maggiormente si addicono al suono desiderato. 25