pdf interattivo - Gallerie degli Uffizi

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pdf interattivo - Gallerie degli Uffizi
4 PERCORSI
PER SCOPRIRE
LA MOSTRA
BUFFONI, VILLANI
E GIOCATORI
ALLA CORTE DEI MEDICI
Palazzo Pitti
Andito degli Angiolini
19 maggio - 11 Settembre 2016
GALLERIE
DEGLI UFFIZI
Galleria Palatina
IL POPOLO
DEI PICCOLI
1
intro
Il tema che percorre l’intera esposizione è l’intrattenimento a corte.
Le opere presentate ci mostrano l’importanza sociale del riso come strumento
di svago e antidoto alla noia, ma anche come pausa dagli impegni e dalle
preoccupazioni che il ruolo istituzionale comporta.
IL RISO
NELLE CORTI
E PER LE STRADE
2
Far ridere è un’arte e come tale esiste fin dall’antichità: per suscitare il
riso ci si affida alla parola o al proprio corpo, sfruttandone anche le sue
difformità. Le attività ed i personaggi che ruotano attorno alla corte medicea,
qui rappresentati, sono indagati con verità; emergono così quegli aspetti
drammatici e malinconici di una comicità giocata sul paradosso, sulla distanza
dai canoni di bellezza ed equilibrio.
3
4
IL GIOCO
VILLANI
E CACCIATORI
I QUATTRO PERCORSI rappresentano dei suggerimenti di
lettura della mostra, una proposta di approfondimento ai vari aspetti
dell’intrattenimento a corte fra XVI e XVIII secolo.
tutte le opere
esposte in mostra
credits
I 4 PERCORSI
IL POPOLO
DEI PICCOLI
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E SCOPRI LE OPERE
RELATIVE AL PERCORSO 1
1
2
3
4
percorso 1
0
ggi, il popolo dei piccoli come si
autodefinisce, al di là delle credenze
e di altre cognizioni che l’ha
contrassegnationel tempo, è una categoria
ben lontana dal sentirsi malata.
La diversità che lo caratterizza ha da sempre
suscitato attenzione e grande curiosità. Nel
corso del tempo ai nani sono stati associati
significati e a volte speciali poteri. Essi erano
legati alla corte nella duplice e complementare
funzione di buffone e prezioso confidente del
signore, poiché si ritenevano dotati di spigliata
intelligenza. La prossimità con la corte, la
condivisione di una vita così rigidamente
scandita dalle regole dell’etichetta, riuscivano
ad avvicinare mondi diametralmente opposti:
paradossalmente la condizione di diverso
diviene un’opportunità di cambiamento
straordinario.
intro
opere
L’acondroplasia (nome derivante dall’unione
di tre parole di origine greca: a - senza, condro
– cartilagine e plasia formazione), come è
noto, è un’alterazione genetica che inibisce lo
sviluppo della cartilagine delle ossa lunghe,
con conseguente disarmonica formazione
dell’apparato scheletrico. E’ questa l’immagine
con cui più frequentemente si rappresenta il
nano nell’arte.
secolo), abbigliato con eleganza a servizio della
Granduchessa d’Austria, accanto all’immagine
fiabesca de Il Gatto Mammone di Faustino
Bocchi in cui i nani sono rappresentati in
un mondo giocoso come musici e cantori
o ancora si rappresenta il nano come una
creatura mostruosa in un’atmosfera surreale
e suggestiva, tra bagliori, sbuffi di vapore e
trasparenze in Orfeo agli inferi.
Le opere di quest’esposizione ci presentano
sia immagini di nani realmente vissuti, che
rappresentazione che attingono ai miti e alla
letteratura. Due aspetti che rappresentano da
sempre il mondo del nanismo.
Fra tutti i personaggi qui rappresentati di cui
in parte si conosce la storia, emerge la figura
del nano Morgante alla corte di Cosimo I
de’ Medici. A Braccio di Bartolo fu attribuito
ironicamente il nome di un celebre gigante
creato dalla fantasia di Luigi Pulci: Morgante. Fu
ritratto in varie occasioni in pitture, sculture e
opere letterarie ed è presente qui in mostra nel
doppio ritratto di Bronzino, tela di un realismo
e una rilevanza quasi scultorea.
Ecco, quindi, il significato dei ritratti che
ritroviamo lungo il percorso come il Ritratto
di nano con mazza ferrata e cane al guinzaglio
di pittore fiorentino (prima metà del XVII
I 4 PERCORSI
IL POPOLO
DEI PICCOLI
1
CLICCA
SULLE
IMMAGINI
PER SCOPRIRE
CIASCUNA
OPERA
2
3
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21
JOSEPH HEINTZ
IL GIOVANE
Orfeo agli inferi
ANONIMO PITTORE
FIORENTINO DEL XVII SEC.
Ritratto di nano con mazza
ferrata e cane al guinzaglio
28
FAUSTINO BOCCHI
Il Gatto Mammone
11
16
ANDREA
DI MICHELANGELO
FERRUCCI (attr.)
Nano con sonagli
intro
opere
AGNOLO BRONZINO
Doppio ritratto
di Braccio di Bartolo
detto il Nano Morgante
15
NICCOLÒ CASSANA
Ritratto di Angiola Biondi
nana di Violante di Baviera
4
IL RISO
NELLE CORTI
E PER LE STRADE
I 4 PERCORSI
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E SCOPRI LE OPERE
RELATIVE AL PERCORSO 2
1
2
3
4
percorso 2
I
l riso, carattere istintivo e distintivo
dell’uomo, tema che attraversa tutta la
mostra con un vario apparato iconografico,
è sempre stato affrontato a livello teorico fin
dall’antichità.
Oggi le più recenti teorie sul riso si sono
dedicate al legame tra benessere psicologico
e umorismo che favorisce la creatività e riduce
stress e tensioni.
Il tema del riso e del divertimento è presente
in questa mostra in alcuni esempi di pittura
di genere del XVII sec.olo che mostrano
manifestazioni di corte e di strada.
Sopravvive nel Medioevo una forma itinerante
di teatralità profana caratterizzata dall’attività
di intrattenitori, giullari e buffoni, che trova
ancora nel ‘600 contrarietà nella morale
intro
opere
cristiana, ma che in realtà è molto apprezzata
dai ceti popolari, dalle famiglie nobili e persino
dal clero. Dobbiamo però distinguere la figura
del giullare da quella del buffone: il primo è
l’intrattenitore libero, il cantastorie, l’ artista di
strada di condizioni umili, spesso mendicante;
il secondo è legato alla corte a cui si adatta e che
gli garantisce una certa agiatezza economica:
di proprietà del principe, risiede stabilmente
nel suo palazzo, è amato, vestito, stipendiato.
Il giullare è spesso accusato di praticare vizi
e mestieri non sempre leciti e comprende
una tipologia molto variegata di intrattenitori:
musici, menestrelli, mimi, addomesticatori di
animali, acrobati, a volte ciarlatani e imbroglioni
che rallegrano luoghi improvvisati quali le
strade, le taverne, le piazze. Il buffone è, invece,
interprete della spettacolarità di corte che, a
cominciare dall’ età rinascimentale, si realizza
sia all’interno del palazzo che all’esterno, nel
tessuto cittadino, in feste, mascherate, trionfi,
canti carnascialeschi. E’ insieme suonatore,
giocoliere, animatore di feste e banchetti, a
volte anche prezioso consigliere. Rimedio alla
noia, possibilità di evasione dagli impegni
ufficiali e dalla routine quotidiana dei signori, il
buffone è un abile professionista, protagonista
di un’arte giocosa ricca di virtuosismi verbali;
spesso enfatizza la follia dei comportamenti
umani con giochi di parole, salti, balli, capriole
per ottenere divertimento e riso.
Una trasgressione mentale e comportamentale
testimoniata in un ricco repertorio iconografico,
come nel dipinto che ritrae Meo Matto di Giusto
Suttermans, dove il buffone di corte è ripreso in
maniera realistica coi tipici tratti psicosomatici
del folle e nelle sue movenze disarticolate.
IL RISO
NELLE CORTI
E PER LE STRADE
percorso 2
intro
I 4 PERCORSI
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SULLE
IMMAGINI
PER SCOPRIRE
CIASCUNA
OPERA
1
2
3
22
25
ARTISTA DELLA FINE
DEL XVII SECOLO
Il venditore di occhiali
(La sposa, il gobbo
e il garzone di Mangiacani)
JUSTUS SUTTERMANS
Madonna Domenica delle Cascine,
la Cecca di Pratolino e Piero moro
23
3
STEFANO DELLA BELLA
Ritratto di Bernardino Ricci,
detto il Tedeschino
JUSTUS SUTTERMANS
Ritratto di un buffone
(Meo Matto)
opere
4
I 4 PERCORSI
IL GIOCO
CLICCA QUI E SCOPRI LE OPERE
RELATIVE AL PERCORSO 3
ESPOSTE IN MOSTRA
E NEL GIARDINO DI BOBOLI
1
2
3
4
percorso 3
N
el Nel Rinascimento esistevano varie
tipologie di giochi, ognuna delle quali,
generalmente, era legata ad una certa
classe sociale. Tra questi ve ne erano alcuni
come i giochi d’azzardo, i dadi, la morra o
le carte, in voga presso i ceti più popolari
ma apprezzati anche dai nobili, sebbene
incontrassero la generale riprovazione
ecclesiastica. Altri erano poi i giochi di abilità,
come gli scacchi e la dama, altri ancora erano
più fisici come l’equitazione e la scherma; infine
c’erano i giochi tipici della civiltà cortigiana
e della conversazione: giochi di parola, dubbi
amorosi, indovinelli e simili.
Alcuni giochi avevano dinamiche piuttosto
violente, che comportavano lo scontro fisico
fra giocatori, a cui necessitavano velocità e
scaltrezza.
intro
opere
Spesso i giochi nascono per caso, altre volte
in occasione di eventi particolari, come il
Calcio in Costume, giocato per la prima
volta il 17 febbraio 1530, durante l’assedio di
Firenze, come forma di irrisione nei riguardi
del nemico.
DI SEGUITO
RIPORTIAMO
ALCUNI GIOCHI
TIPICI
DELL’EPOCA
IL GIOCO DELLE PALLOTTOLE, antesignano
di quello delle bocce, si diffuse nel Medioevo,
divenendo uno dei prediletti dal popolo. Veniva
praticato nelle piazze e nelle strade. Ben presto
però incontrò l’avversione da parte della Chiesa
e dei potenti, a causa delle liti furibonde che il
gioco provocava.
A Firenze, come del resto in altre città, il gioco
era vietato in molti luoghi, lo dimostra il fatto
che, sono ancora visibili alcuni divieti scritti su
pietra, dove i Signori Otto di Guardia e Balia,
la polizia del tempo, proibivano il gioco delle
pallottole e della palla, per ragioni varie, come
il rispetto dei luoghi di culto. Uno di questi
bandi è ancora ben visibile su il muro esterno
della Badia Fiorentina.
A testimonianza dell’importanza che il gioco
aveva in città resta il toponimo della Piazza
delle Pallottole, nella zona di Piazza del Duomo.
I 4 PERCORSI
1
IL GIOCO
2
percorso 3
IL GIOCO DELLE CARTE era spesso avversato
tanto dalle autorità religiose, che lo vedevano
come distrazione dalla preghiera, quanto da
quelle civili. Il gioco, specie quello d’azzardo,
poteva provocare risse o peggio ancora portare
intere famiglie alla rovina. Risalgono alla fine
del Quattrocento giochi come il baccarà e la
scopa napoletana.
intro
opere
IL GIOCO DELLE MINCHIATE FIORENTINE
nasce forse attorno alla metà del Quattrocento
ed ha la prima attestazione scritta nel 1466, in
una lettera di Luigi Pulci a Lorenzo il Magnifico.
Veniva giocato con 97 carte e poteva essere
considerato una variante dei più famosi tarocchi,
anche se non aveva un uso divinatorio.All’interno
del mazzo erano comprese 41 carte dei trionfi,
contro le usuali 22 e al posto dell’immagine
dei cavalli c’erano quelle dei centauri.
Il gioco era conosciuto anche come Germini,
derivante dal termine Gemini (gemelli), una
delle figure delle carte. Il termine sembra che
derivi dal verbo “sminchiare”, col senso di
utilizzare una carta dal valore alto.
Originario da Firenze, il gioco ebbe larga
diffusione e se ne trovano testimonianze
anche in Sicilia, a Genova e perfino nell’Europa
orientale e del Nord.
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ALTRI GIOCHI
ATTRAVERSO
ALCUNE STATUE
DEL GIARDINO
DI BOBOLI
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4
I 4 PERCORSI
IL GIOCO
percorso 3
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IMMAGINI
PER SCOPRIRE
CIASCUNA
OPERA
1
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26
ZANOBI ROSI
(QUI ATTRIBUITO)
Ritratto di giocatore con palla
1
13
NICOLAS RÉGNIER
Scena di gioco e chiromante
in atto di leggere la mano
intro
opere
MAESTRO DELL’INCREDULITÀ DI
SAN TOMMASO (JEAN DUCAMPS?)
Suonatore di chitarra
I 4 PERCORSI
IL GIOCO
percorso 3
GIOVANNI BATTISTA
CAPEZZUOLI
Gioco della Pentolaccia
GIOVANNI BATTISTA
CAPEZZUOLI
Gioco della Civetta
intro
opere
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IMMAGINI
PER SCOPRIRE
CIASCUNA
OPERA
1
2
3
ORAZIO MOCHI,
ROMOLO FERRUCCI
detto DEL TADDA
Gioco del Saccomazzone
4
I 4 PERCORSI
VILLANI
E CACCIATORI
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RELATIVE AL PERCORSO 3
ESPOSTE IN MOSTRA
E NEL GIARDINO DI BOBOLI
1
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3
4
percorso 4
Q
uesto percorso indaga brevemente
l’aspetto culturale e ideologico della
caccia e dei villani nel XVII sec.
attraverso alcuni dipinti qui esposti e alcune
sculture presenti nel Giardino di Boboli. E’
proprio nel Seicento che inizia l’attenzione
verso personaggi popolari quali contadini e
cacciatori, e si rappresentano le prede, i cani
e la selvaggina in generale accanto ai prodotti
della terra.
Vivere in villa ha un significato duplice: da un
lato è legato al controllo della produzione
agricola, dall’altro è ostensione di potere e luogo
di svago. Il riposo intellettuale, il godimento
della campagna, erano veri e propri piaceri
scaturiti dalla frequentazione della villa. Da
qui deriva un nuovo modo di rapportarsi delle
élite cittadine con il mondo contadino. La vita
intro
opere
in campagna è riletta attraverso lo stile del
nobile che ridisegna e rivaluta il rapporto con
il contado, dandogli un nuovo senso. Nel Bacco
fanciullo di un pittore della cerchia di Giovanni
da Sangiovanni, l’ebbro e bizzarro protagonista
della scena, veste abiti contadini da festa e
indossa un elegante cappello piumato. Questo
genere di dipinti si inserisce in quel filone che
rappresenta temi popolari traendo ispirazione
da soggetti di vita quotidiana.
Anche due sculture del Giardino di Boboli,
La lavacapo e La fontana della vendemmia,
entrambe di Valerio Cioli, sono connotate da
una narrazione semplice e naturale.
Uno degli intrattenimenti prediletti dalla
famiglia Medici era la caccia, praticata per
lo più nelle loro ville suburbane, quali quella
di Pratolino, Poggio a Caiano, Cerreto Guidi
ed altre ancora. Passata da necessità di
sopravvivenza a sport codificato, la caccia
contribuì a plasmare parte del territorio
mediceo, ne sono un esempio le Ragnaie del
Giardino di Boboli, boschetti destinati alla
caccia degli uccelli con le reti denominate
“ragne”. E inoltre, con i ritratti di cacciatori,
cani e selvaggina, permise di sviluppare nuovi
modelli iconografici con punte di eccezionale
qualità artistica.
Le scene di caccia erano affidate
prevalentemente ad artisti stranieri, come
nella bellissima tela qui proposta di Giusto
Suttermans, Il guardarobiere di Pratolino con
cacciatori e cuochi della ‘famiglia’ medicea,
di cui sono noti anche i nomi e che proviene
dalla collezione del cardinale Giovan Carlo de’
Medici, fratello di Ferdinando II.
I 4 PERCORSI
VILLANI
E CACCIATORI
percorso 4
L’attività venatoria era praticata anche dalle
donne, come si può vedere nel ritratto Anna
Maria Luisa de’ Medici in abito da caccia, 16911670, di Jan Frans van Douven, esposto nella
Galleria Palatina.
Il complesso dei territori venatori era governato
da una magistratura, quella del Gran cacciatore,
carica rivestita da un esponente dell’entourage
aristocratico mediceo. Ma in parallelo a queste
grandi figure di corte, vi è poi tutto un mondo
variegato di personaggi subalterni spesso
raffigurati dagli artisti dell’epoca con l’intento
di rappresentarne le virtù e le loro particolari
capacità nella pratica venatoria.
intro
opere
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RELATIVE AL PERCORSO 3
ESPOSTE IN MOSTRA
E NEL GIARDINO DI BOBOLI
1
2
3
4
I 4 PERCORSI
VILLANI
E CACCIATORI
percorso 4
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IMMAGINI
PER SCOPRIRE
CIASCUNA
OPERA
1
2
3
27
14
GIOVANNI DA SAN GIOVANNI
(CERCHIA DI)
Bacco fanciullo
JUSTUS SUTTERMANS
Il guardarobiere di Pratolino
con cacciatori e cuochi
della ‘famiglia’ medicea
18
5
GIAMBOLOGNA (ATTR.)
Uccellatore
EBERHARD KEILHAU
detto “MONSÙ BERNARDO”
E BOTTEGA
Venditori ambulanti
intro
opere
4
I 4 PERCORSI
VILLANI
E CACCIATORI
percorso 4
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IMMAGINI
PER SCOPRIRE
CIASCUNA
OPERA
1
2
3
VALERIO CIOLI,
GIOVAN SIMONE CIOLI
Fontana della vendemmia
VALERIO CIOLI
Donna con bambino
detta “La lavacapo”
intro
opere
4
LE OPERE IN MOSTRA
1
MAESTRO DELL’INCREDULITÀ DI SAN
TOMMASO (JEAN DUCAMPS?)
Suonatore di chitarra
2
PITTORE EMILIANO DEL XVIII SECOLO
Nano dormiente (Il nano bocciolo)
3
JUSTUS SUTTERMANS
Ritratto di un buffone (Meo Matto)
4
ANONIMO FIORENTINO DEL XVII SECOLO
Ritratto del nano Gabriello Martinez
5
EBERHARD KEILHAU
detto MONSÙ BERNARDO (e bottega)
Venditori ambulanti
intro
opere
6
DOMENICO CASINI
VALORE CASINI (qui attr.)
Ritratto di Odoardo Farnese
con un nano e un cane
7
FAUSTINO BOCCHI
L’Estate, L’Autunno, L’Inverno
8
ANTON DOMENICO GABBIANI
Quattro servitori alla corte dei Medici
9
ANONIMO PITTORE FIORENTINO
DELLA PRIMA METÀ XVII SECOLO
Ritratto di nano con mazza ferrata
e cane al guinzaglio
10
ANONIMO PITTORE TOSCANO DEL XVII SEC.
Banchetto grottesco
11
NICCOLÒ CASSANA
Ritratto di Angiola Biondi,
nana di Violante di Baviera
12
CESARE DANDINI
Giovane pastore con piva
13
NICOLAS RÉGNIER
Scena di gioco e chiromante
in atto di leggere la mano
14
JUSTUS SUTTERMANS
Il guardarobiere di Pratolino con cacciatori e
cuochi della ‘famiglia’ medicea
15
AGNOLO DI COSIMO detto BRONZINO
Doppio ritratto di Braccio di Bartolo,
detto il Nano Morgante
16A
AGOSTINO UBALDINI
Nano musicante
16B
ANDREA DI MICHELANGELO FERRUCCI (attr.)
Nano con sonagli
17
FAUSTINO BOCCHI
Nani al bagno
18
GIAMBOLOGNA (attr.)
Uccellatore
intro
opere
19A - 19B
NICCOLÒ CASSANA
Giuliano Baldassarrini, detto Zigolino,
in veste di cacciatore
Alberto Tortelli in veste di cacciatore
20
ADRIAEN PIETERSZ VAN DE VENNE (copia da)
Due cantastorie vagabondi
21
JOSEPH HEINTZ IL GIOVANE
Orfeo agli inferi
22
ARTISTA DELLA FINE DEL XVII SECOLO
Il venditore di occhiali (La sposa, il gobbo e
il garzone di Mangiacani)
23
STEFANO DELLA BELLA
Ritratto di Bernardino Ricci, detto il Tedeschino
24
MARGHERITA COSTA
Li buffoni
25
JUSTUS SUTTERMANS
Madonna Domenica delle Cascine,
la Cecca di Pratolino e Piero moro
26
ZANOBI ROSI (qui attribuito)
Ritratto di giocatore con palla
27
GIOVANNI DA SAN GIOVANNI (cerchia di)
Bacco fanciullo
28
FAUSTINO BOCCHI
Il Gatto Mammone
Opere all’interno
del Giardino di Boboli
incluse nei percorsi
VALERIO CIOLI
La Lavacapo
ORAZIO MOCHI
ROMOLO FERRUCCI detto DEL TADDA
Gioco del saccomazzone
GIOVANNI BATTISTA CAPEZZUOLI
Gioco della pentolaccia
GIOVANNI BATTISTA CAPEZZUOLI
Gioco della civetta
VALERIO CIOLI
GIOVAN SIMONE CIOLI
Fontana della vendemmia
intro
opere
1
MAESTRO DELL’INCREDULITÀ
DI SAN TOMMASO (JEAN DUCAMPS?)
attivo a Roma fra la fine del secondo decennio
e la fine del quarto decennio del XVII secolo
Suonatore di chitarra
1620
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 979
Il “musico” è un soggetto in voga nel campo
della pittura di genere fin dal secolo XVI.
In questa tela, che risente dei modelli caravaggeschi,
l’anonimo maestro, forse il francese Jean Ducamps,
ha immaginato il suonatore all’interno di una
taverna, appoggiato al tavolo dove compaiono i dadi,
strumenti di giochi proibiti, e un mazzo di carte.
intro
opere
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MAPPA DEL PERCORSO 3
2
PITTORE EMILIANO
DEL XVIII SECOLO
Nano dormiente
(il nano Bocciolo)
1700-1710 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 5144
La figura del nano placidamente appisolato,
dopo aver vuotato il fiasco di vino,
è un soggetto appartenente al mondo degli umili e dei pitocchi,
descritto con partecipe umanità dal naturalismo lombardo.
Lo stile pittorico rimanda tuttavia più decisamente
alla pittura emiliana degli inizi del XVIII secolo.
intro
opere
3
JUSTUS SUTTERMANS
Anversa, 1597 - Firenze, 1681
Ritratto di un buffone
(Meo Matto)
ante 1640
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 2187
Il dipinto, eseguito con la stesura preziosa
di un ritratto di corte, raffigura Meo Antonio di Domenico Matto,
personaggio vissuto alla corte di Ferdinando II,
dove si esibì in curiose imprese, come l’esecuzione di capitomboli
o il lancio carnascialesco delle uova.
A lui è ispirata la figura di Meo, principe di Marocco,
“nato scimunito”, protagonista della commedia satirica
Li Buffoni di Margherita Costa (1641).
intro
opere
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MAPPA DEL PERCORSO 2
4
ANONIMO FIORENTINO
DEL XVII SECOLO
Ritratto del nano
Gabriello Martinez
1640 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 5244
Questo dipinto tramanda l’immagine di uno dei nani
appartenuti al granduca Ferdinando II.
L’accostamento ai due uccelli palustri, una cicogna
e un mignattaio, è un espediente consueto
per questo tipo di pitture, poiché illustra in modo immediato
le proporzioni dei nani al confronto con uccelli o cani,
in compagnia dei quali sono spesso rappresentati.
intro
opere
5
EBERHARD KEILHAU
detto MONSÙ BERNARDO (e bottega)
Helsingør, 1624 -Roma, 1687
Venditori ambulanti
1660-1680 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 6996
Nelle scene del danese Monsù Bernardo,
popolani e viandanti appaionoin atteggiamenti o
attitudini che rimandano a significati allegorici.
I quattro protagonisti di questa telasi potrebbero
intenderecome allegoria delle età dell’uomo, o
dell’autunno (per la presenza delle castagne), o ancora
dell’udito (simbolizzata dal vecchio suonatore).
intro
opere
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MAPPA DEL PERCORSO 4
6
DOMENICO CASINI
Firenze, 1588 - 1660
VALORE CASINI (qui attr.)
Firenze, 1590 - 1660
Ritratto di Odoardo Farnese
con un nano e un cane
1620 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 2476
La tela, documentata a Palazzo Pitti fin dal 1638,
raffigura Odoardo Farnese, duca di Parma e Piacenza
e promesso sposo di Margherita de’ Medici.
Il principino è qui ritratto all’età di otto anni circa,
accanto ad un cane, secondo una distaccata tradizione aulica.
Il volto del nano che gli è accanto,
si accende viceversa di un’improvvisa verità di vita.
intro
opere
7
FAUSTINO BOCCHI
Brescia, 1659 - 1741
L’Estate
L’Autunno
L’Inverno
1690-1695 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. Castello 1911 nn. 1002, 1004, 1005
Il tema delle Stagioni
come rappresentazione delle attività umane,
ha ispirato le arti figurative fin dall’antichità.
La serie qui esposta, mancante della Primavera,
ha per protagonisti nutriti gruppi di nani
dediti alle occupazioni tipiche
di ogni periodo dell’anno.
intro
opere
8
ANTON DOMENICO GABBIANI
Firenze, 1652 - 1726
Quattro servitori alla corte dei Medici
1684 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 3827
Il dipinto raffigura quattro personaggi realmente vissuti alla corte
medicea. Sono, da sinistra verso destra, il Caporal Buccia, il
Moro e, seduti in primo piano, un nano dall’espressione giocosa,
accompagnato da una scimmietta, e Cristofanino gobbo, che reca
un piatto di spinaci, simbolo di maldicenza.
intro
opere
9
ANONIMO FIORENTINO
DELLA PRIMA METÀ XVII SECOLO
Ritratto di nano
con mazza ferrata
e cane al guinzaglio
1620-1630 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 2453
È qui ritratto uno dei buffoni
al servizio della granduchessa Maria Maddalena d’Austria.
Sul collare del cane sono infatti riportati l
o stemma bipartito e il doppio monogramma della sovrana.
Il nano è abbigliato con la veste ‘alla pollacca’
di stoffa cremisina e impugna una mazza ferrata,
pronto per una parata o una battuta di caccia.
intro
opere
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MAPPA DEL PERCORSO 1
10
ANONIMO PITTORE TOSCANO
DEL XVII SECOLO
Banchetto grottesco
1630-1640 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 5147
Questo curioso banchetto,
composto di figure bizzarre, nani e gobbetti,
è un soggetto di misteriosa interpretazione.
I volti dei personaggi sono ricavati forse da ritratti
assai noti al momento dell’esecuzione del dipinto,
ma oggi difficili da individuare.
Il tema gtottesco è in linea con il filone della pittura
burlesca e giocosa del pieno Seicento fiorentino.
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11
NICCOLÒ CASSANA
Venezia, 1659 - Londra, 1713
Ritratto di Angiola Biondi
nana di Violante di Baviera
ante 1707
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 5140
Angiola Biondi,‘nanina’ al servizio di Violante di Baviera,
è qui ritrattaelegantemente abbigliata
in un arcadico paesaggio agreste,
circondata da fiori ed animali,
tra i quali procede come a passo di danza.
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12
CESARE DANDINI
Firenze, 1596 - 1657
Giovane pastore con piva
1635 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 5706
Entro un recesso boschivo,
un giovane pastore vestito a festa imbraccia la sua piva,
strumento simile alla zampogna usato prevalentemente
in occasione di balli e raduni popolari.
Il dipinto faceva parte della collezione
di Don Lorenzo de’ Medici, fratello del granduca Cosimo II.
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13
NICOLAS RÉGNIER
Maubeuge, 1591 - Venezia, 1667
Scena di gioco e chiromante
in atto di leggere la mano
1624-1625
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria delle Statue e delle Pitture
inv. 1890 n. 9460
Il dipinto propone il tema del gioco e del doppio inganno.
La chiromante – impegnata nella lettura della mano –
è assistita dall’anziana complice che sottrae la borsa
alla giovane donna al centro della scena.
La ladra viene a sua volta derubata dal passante
col cappello, che le prendela gallina dal sacco.
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14
JUSTUS SUTTERMANS
Anversa, 1597 - Firenze, 1681
Il guardarobiere di Pratolino
con cacciatori e cuochi
della ‘famiglia’ medicea
1634 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1912 n. 137
I sei personaggi raffigurati appartenevano
alla ‘famiglia’ stipendiata del granduca e sono stati
tutti identificati perché citati nei conti di Ferdinando II.
La tela coglie un ritrovo di servitori al termine
di una battuta di caccia e prima di un pranzo ristoratore
che i cuochi di corte sono già intenti a preparare.
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15
AGNOLO DI COSIMO
detto BRONZINO
Firenze, 1503 –1572
Doppio ritratto di Braccio di Bartolo
detto il Nano Morgante
ante 1553
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria delle Statue e delle Pitture
inv. 1890 n. 5959
Il dipinto ritrae Braccio di Bartolo,
uno dei nani più popolari della corte di Cosimo I,
ironicamente soprannominato Morgante
come il gigante protagonista
dell’omonimo poema di Luigi Pulci.
È dipinto su entrambi i lati della tela,
per dimostrare che anche la pittura
poteva gareggiare con la scultura
rappresentando la realtà da più punti di vista.
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16 A
AGOSTINO UBALDINI
Firenze, 1578 - 1623
Nano musicante
primi anni venti del XVII secolo
marmo
Firenze, Gallerie degli Uffizi, Giardino di Boboli
Originariamente nel Giardino di Boboli,
in una collocazione non nota,
questo nano baffuto è intento a strimpellare
uno strumento a corde, ormai perduto.
Ancora sconosciuta l’identità del personaggio.
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16 B
ANDREA DI MICHELANGELO
FERRUCCI (attribuito)
Fiesole, 1559 - Firenze, 1626
Nano con sonagli
primi anni venti del XVII secolo
marmo
Firenze, Gallerie degli Uffizi, Giardino di Boboli
Questo nano con folta capigliatura riccioluta,
baffi e barba, è raffigurato seduto, le membra tese,
con sonagli nella mano destra alzata e espressione corrucciata.
L’autore è uno specialista di sculture di questo genere,
tra cui celebri quelle dei nani Barbino e Morgante,
sempre nel Giardino di Boboli.
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17
FAUSTINO BOCCHI
Brescia, 1659 - 1741
Nani al bagno
1687 - 1695
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 4839
Presente nelle collezioni medicee già nel 1700,
il dipinto fu forse commissionato al Bocchi
dal Gran Principe Ferdinando. Nello scorcio fluviale numerosi nani,
resi ancora più minuscoli dal confronto con fiori di passiflora,
sono impegnati, come in una sorta di baccanale,
in diverse attività ludiche ed erotiche.
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18
GIAMBOLOGNA (attr.)
Douai, 1529 – Firenze, 1608
Uccellatore
1635 ca.
bronzo
Museo Nazionale del Bargello
inv. 50B
L’uccellatore è colui che pratica la caccia
agli uccelli per catturarli vivi.
Questo personaggio goffo e rustico sta cercando
le sue prede in una battuta notturna.
Infatti rivolge lo sguardo al suolo, perché nell’erba si nascondono
gli uccelli durante la notte e per aiutarsi nella ricerca
utilizza un ‘frugnolo’ ovvero una grossa lanterna
che emana un raggio diretto e molto intenso
per abbagliare gli uccelli
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19
NICCOLÒ CASSANA
Venezia, 1659 – Londra, 1714
Giuliano Baldassarrini, detto Zigolino
in veste di cacciatore
Alberto Tortelli
in veste di cacciatore
1694
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi, Corridoio Vasariano
inv. 1890 nn. 547, 550
I dipinti fanno parte di una serie di ritratti che
avevano per soggetto i personaggi della cerchia più
intima del Gran Principe Ferdinando.
Alberto Tortelli e Giuliano Baldassarrini,
detto Zigolino, erano due buffoni di corte,
qui abbigliati da cacciatori di ritorno da una battuta.
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20
ADRIAEN PIETERSZ VAN DE VENNE
(copia da)
Delft, circa 1589 - L’Aia, 1662
Due cantastorie vagabondi
XVII secolo
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 5304
Questa antica copia da una invenzione
dell’olandese Adriaen van de Venne ritrae una coppia
di anziani in cammino: un mendicante zoppo
che suona la ghironda, e una donna,
munita di occhiali, che canta
una canzone trascritta su di un foglio.
È un’immagine amara e allegorica
della condizione umana e delle sue contraddizioni.
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21
JOSEPH HEINTZ IL GIOVANE
Augsburg, 1600 ca. - 1678
Orfeo agli inferi
1650 – 1660 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria delle Statue e delle Pitture, depositi
inv. 1890 n. 3807
Il dipinto è opera di un pittore
tedesco di nascita, ma veneziano di adozione.
Specializzato in soggetti bizzarri, rappresenta qui,
entro un’atmosfera da moderno musical,
il momento in cui Orfeo ha appena
terminato un canto per implorare Plutone e Proserpina
di restituirgli Euridice, mentre tutto intorno
è una danza sfrenata di caramogi,
demoni, scheletri e presenze infernali.
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22
ARTISTA DELLA FINE DEL XVII SECOLO
Il venditore di occhiali
(La sposa, il gobbo e il garzone di Mangiacani)
fine del XVII secolo
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. Poggio Imperiale 1860 n. 2028
L’opera, appartenuta al Gran Principe Ferdinando,
raffigura con ironia una donna che, tutta agghindata
di abiti lussuosi ma fuori moda, incurante della sua vecchiaia,
tenta di sedurre un giovane spiantato.
Il venditore di galanterie, che con aria sorniona
le porge un paio di occhiali,
pare invitarla a guardarsi senza infingimenti.
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23
STEFANO DELLA BELLA
Firenze, 1610 - 1664
Ritratto di Bernardino Ricci
detto il Tedeschino
1637
acquaforte
Gallerie degli Uffizi, Gabinetto Disegni e Stampe
inv. 102229
Questa è la prima tra le rare stampe di ritratto a figura intera
realizzate da Stefano Della Bella, disegnatore e incisore,
ideatore di apparati effimeri per gli spettacoli
e le feste della corte medicea.
È qui rappresentato,secondo un’iconografia equestre di solito
riservata ai sovrani o ai condottieri,
Bernardino Ricci, celebre buffone alla corte medicea,
noto come il Tedeschino.
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24
MARGHERITA COSTA
Roma, 1600 ca. - 1657 ca.
Li buffoni
comedia ridicola di Margherita Costa romana a
Berardino Ricci cavaliero del piacere
detto il Tedeschino
Fiorenza: nella stamp. nuoua d’Amador Massi e Lor. Landi, 1641
Firenze, Biblioteca Riccardiana,
Misc. 88.4
Composta dalla poetessa e cantante romana Margherita Costa,
talentuosa artista attiva presso la corte medicea,
la commedia porta sulla scena, in un allusivo gioco di
rispecchiamenti, personalità ed episodi reali.
Tra i personaggi si ricordano Meo Matto e Bernardino Ricci,
entrambi buffoni di corte, nonchè alcuni nani, tutti documentati
al servizio della famiglia granducale nei primi decenni del Seicento.
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25
JUSTUS SUTTERMANS
Anversa, 1597 - Firenze, 1681
Madonna Domenica delle Cascine,
la Cecca di Pratolino e Piero moro
1634 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria delle Statue e delle Pitture
inv. Poggio Imperiale 1860 n. 1356
I nomi delle due contadine ricorrono frequentemente
nei libri contabili del granduca Ferdinando II.
Quello della pollivendola Domenica delle Cascine
è ricordato anche per occasionali pagamenti della corte
elargiti in occasione di alcune sue prestazioni buffonesche.
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26
ZANOBI ROSI (qui attribuito)
Firenze, 1580/1590 - 1633
Ritratto di giocatore con palla
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 5292
Il misterioso giocatore è verosimilmente
uno dei personaggi, forse un buffone,
al servizio dei Medici.
L’uomo è intento a lanciare una palla,
durante il gioco della pallottola,
uno tra i tanti intrattenimenti
in voga presso le corti dell’epoca.
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27
GIOVANNI MANNOZZI
detto GIOVANNI DA SAN GIOVANNI
(cerchia di)
San Giovanni Valdarno, 1592 - Firenze, 1636
Bacco fanciullo
1630 - 1640 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina ed Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 5171
Questo contadinello rubicondo vestito a festa
inneggia ai piaceri del vino ed è forseun personaggio del tempo
ritratto in veste di Bacco. Il dipinto è riconducibile al versante
giocoso e buffonesco della pittura fiorentina del Seicento.
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28
FAUSTINO BOCCHI
Brescia, 1659 - 1741
Il Gatto Mammone
1690 – 1695 ca.
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi,
Galleria Palatina ed Appartamenti Reali, depositi
inv. 1890 n. 6842
A seguito della pomposa regina
che cavalca il gatto a mo’ di destriero,
un trionfante corteo di nani - musici, cantori e servitori attorniano il grosso animale, in una giocosa
rappresentazione da favola popolare.
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l’opera si trova nel Giardino di Boboli
GIOVANNI BATTISTA CAPEZZUOLI
documentato 1755 - 1800
Gioco della pentolaccia
1780
marmo
Il gioco della pentolaccia, ancora oggi in voga,
ed esemplificato dal gruppo scultoreo del Capezzuoli
visibile presso il giardino di Boboli, prevedeva che una persona
bendata colpisse una pentola o un vaso di coccio,
con l’intento di romperlo e liberare così il suo contenuto, che
poteva consistere in denaro o materiali più umile come la sabbia.
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l’opera si trova nel Giardino di Boboli
ORAZIO MOCHI
Firenze, 1571-1625
ROMOLO FERRUCCI detto DEL TADDA
Fiesole, 1544-Firenze, 1621
Gioco del saccomazzone
1615-1620
pietra serena
Questo gioco di origine contadina, rappresentato dalla scultura di
Orazio Mochi, era un tempo assai diffuso.
Vi prendevano parte due giocatori, entrambi bendati che con una
mano reggevano un flabello, ovvero un bastone con delle strisce
attaccate alle sommità mentre l’altra doveva essere tenuta ferma
su un basamento. I due dovevano colpirsi e vinceva quello che
riusciva ad infliggere il numero maggiore di colpi.
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l’opera si trova nel Giardino di Boboli
GIOVANNI BATTISTA CAPEZZUOLI
documentato 1755 - 1800
Gioco del civettino
1780
marmo
Si tratta di un gioco rinascimentale, dove due uomini,
l’uno di fronte all’altro si affrontavano,
fermando con il proprio il piede dell’avversario.
Quindi con una mano dovevano prendersi a schiaffi
e con l’altra parare il colpo.
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l’opera si trova nel Giardino di Boboli
VALERIO CIOLI
Settignano, 1529 - Firenze, 1599
La “Lavacapo”
1595 ca.
marmo
Una donna, superiore al naturale nelle dimensioni e
fortemente caratterizzata nel piglio e nell’abbigliamento popolare,
lava i capelli ad un fanciullo che si dimena.
Realizzata su commissione di Ferdinando I de’Medici,
è una delle ultime opere realizzate da Valerio Cioli,
il quale propone un’interpretazione elegante e caratteristica
del soggetto popolare, che la sua bottega saprà mantenere
anche dopo la morte del maestro.
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l’opera si trova nel Giardino di Boboli
VALERIO CIOLI
Settignano, 1529 - Firenze, 1599
GIOVAN SIMONE CIOLI
attivo tra la fine del XVI secolo e la prima metà del XVII secolo
Fontana della Vendemmia
1599-1607
marmo
La fontana, non attiva, raffigura un vignaiolo che versa
l’uva in un tino, destinato alla pigiatura o alla fermentazione,
mentre un fanciullo lo assiste.
Il contadino ed il tino rientrano nel progetto iniziale
per gli arredi scultorei di Boboli di cui Valerio Cioli
lasciò i modelli, mentre il bimbo che accompagna il villano
è interamente autografo del nipote Giovan Simone.
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GALLERIE
DEGLI UFFIZI
Galleria Palatina
BUFFONI, VILLANI
E GIOCATORI
ALLA CORTE DEI MEDICI
a cura di Anna Bisceglia, Matteo Ceriana e Simona Mammana
Palazzo Pitti
Andito degli Angiolini
19 maggio - 11 Settembre 2016
direzione
Matteo Ceriana
testi
Silvia Barlacchi
Viviana Fanizza
Paola Mastrocicco
Gabriele Morandi
Maria Spanò
grafica
Andrea Biotti
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