Maggio 2014 - Alatel Lazio

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Maggio 2014 - Alatel Lazio
N. 38 - Maggio 2014 - Periodico di informazione per i soci “SENIORES TELECOM ALATEL LAZIO” - Allegato a “Esperienza” Maggio 2014
ASSOCIAZIONE SENIORES TELECOM - ALATEL
INFORMAZIONE PER I SOCI DEL LAZIO
I
G
G
A
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V
I
E
D
E
N
I
L
O
T
R
A
C
nelle pagine centrali
SENIORES TELECOM ALATEL
sommario
1
inCIPIT
19
2
Direttore Editoriale
Guglielmo Carretti
3
Capo Redattore
Luciano Stoppa
4
Comitato di Redazione
Francesco Abet, Aldo Baldazzi, Virio Berti,
Renato Cardinali, Carlo Carissimi, Guglielmo
Carretti, Enrico Casini, Giancarlo Cocco,
Domenico Fiorini, Franco Fontana, Giuseppe
Gargano, Cesare Lucarelli, Amalia Madonna,
Roberto Malasoma, Pier Paolo Musicarelli,
G.Carlo Pasquini, Francesco Pettorini, Franco
Roscini, Luciano Stoppa, Marco Turbati.
Sede SENIORES TELECOM
ALATEL LAZIO
Via Cristoforo Colombo,142 - 00147 Roma
Tel. 06.54432940 - fax 06.54432175 (0-24)
inALATEL
Alatel Nazionale
inDESTINAZIONE
Destinazione Teti
5
6
Gocce Legislative
7
inTELECOM
Facilitazioni telefoniche
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inTERRITORIO
Le Statue Parlanti
10
inVATICANO
I due Papi Santi
inANNIVERSARI
La SIP e la TELECOM
[email protected]
Sito: www.alatel.it
E-mail:
per versamenti:
• conto corrente postale numero 91364000
intestato a: ALATEL - Associazione
Lavoratori Seniores Gruppo Telecom Italia s.p.a.
oppure
• Bonifico bancario sul c/c
Unicredit Banca di Roma codice
IBAN IT 20 Q 02008 05134 000005485499
• Bonifico sul c/c postale Alatel Lazio
IBAN IT 15 C 07601 03200 000091364000
Fotografie G. Amadei, C. Carissimi, G. Carretti,
F. Pettorini, L. Stoppa, P. Zaccaria
Impaginazione e grafica Duemme grafica
Stampa Duemme grafica
Via della Maglianella, 71 00166 Roma
tel./fax 06.45437273 - 06.45437338
[email protected] - www.duemmegrafica.it
Finito di stampare nel mese di Maggio 2014
26
inNOTIZIE
inDIRITTO
inPITTURA
Gustave Klimt
inCIELO
Marte
Il cannone di Roma
Ascoli- 2 euro - M.d.l.
11
(dal lunedì al venerdì ore 9-12)
24
inSENIORITY
Premiazione 35/nni
inSIEME
• Mostra d’Orsay
• Orto Botanico
• S. Angelo Romano
• Amelia
• Arezzo
• Concerto di primavera
Cari Soci
Periodico d’informazione per i Soci
SENIORES TELECOM - ALATEL/LAZIO
n. 38
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inMEMENTO
Spigolature
1° DI COPERTINA
Cartoline dei viaggi
3° DI COPERTINA
Angolo del fotografo
4° DI COPERTINA
Foto attività
incipit
Cari Soci,
Un saluto dal Vostro Presidente
Gian Carlo Pasquini
La Segreteria chiude da martedì 1° luglio e riapre lunedì 1° settembre.
I volontari dell’Alatel Lazio augurano a tutti i Soci “Buone Vacanze”
1
nel Convegno annuale del gennaio u.s.
allorché abbiamo trattato il tema della “previdenza” (chi era presente lo ricorderà e l’abbiamo anche scritto sulla precedente edizione del
Giornale) ci eravamo lasciati con la promessa
di dare un seguito concreto alle varie lettere indirizzate all’INPS per ottenere chiarimenti sulle
modalità applicative della nota legge 214 del
2011 istitutiva di un contributo “di solidarietà”
a carico degli ex iscritti ai Fondi Speciali, tra i
quali quello dei Telefonici.
Tale impegno è stato mantenuto avendo preso accordi con un noto Avvocato di
Roma per aprire un contenzioso legale verso l’INPS. La notizia è stata subito divulgata
ad ampio raggio tramite la pubblicazione sul nostro sito, attraverso la nota mensile
delle newsletter per tutti quelli che ci hanno comunicato la loro email e con lettere di
“memento” a coloro che in base all’anzianità, abbiamo ipotizzato potessero avere
un interesse fondato.
Per facilitare l’insieme delle operazioni ci siamo assunti l’onere di raccogliere
le adesioni per poi dare il via all’Avvocato il cui Foro è quello del Tribunale di Roma.
In questa prima tornata, pertanto, saranno interessati solo i Soci che hanno la residenza nella Capitale.
In seguito esamineremo la situazione dei Soci risiedenti nelle altre sedi del Lazio
i cui Fiduciari sono già all’opera per valutare i potenziali aderenti non compresi nella
competenza del Tribunale di Roma .
Sull’argomento in questione, consentitemi un piccolo sfogo: ritenevo che l’azione
legale che stiamo per intraprendere contro questo prelievo forzato, così tanto ingiusto,
soprattutto perché le modalità adottate dall’INPS le riteniamo non conformi allo spirito
della legge, avesse più seguito; le adesioni sono state invece di gran lunga inferiori
alle mie ottimistiche aspettative.
Pazienza, noi dell’Alatel Lazio con “francescana” volontà manteniamo i nostri
impegni di carattere sociale e diciamo a tutti voi: GRAZIE per il contributo annuale
che versate per l’adesione all’Alatel (unico cespite che ci consente la programmazione
delle numerose attività) ma, nello stesso tempo, desidereremmo anche un ulteriore
contributo: una presenza più attiva nelle nostre iniziative.
Guglielmo Carretti
inalatel
SENIORES TELECOM - ALATEL
Riunione del consiglio Direttivo Nazionale
2
me al Responsabile delle Risorse Umane, dott. Mario Di Loreto.
Nei giorni 17 e 18 marzo 2014 si è riunito il Consiglio
Direttivo Nazionale per il rinnovo delle cariche sociali
per il triennio 2014-2016 che riguardano il Presidente Nazionale - confermato il dott. Antonio Zappi
- , il Comitato Esecutivo, il Collegio dei Revisori, il Collegio dei Probiviri oltre al Segretario Generale, al Segretario Amministrativo e al Vice Segretario Generale. In proposito abbiamo il piacere di comunicare che
in questa nuova struttura annoveriamo alcuni Soci
dell’Alatel Lazio e cioè: Franco Fontana quale nuovo Vice Segretario Generale, Enrico Casini come Direttore Amministrativo, Gian Carlo Pasquini Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti nel quale figurano anche Pietro Zaccaria e Livio Lampis come
membri effettivi e, come supplenti, Pasquale Cleri,
Cesare Lucarelli e Guglielmo Carretti responsabile delle attività editoriali Nazionali; a questi nostri
amici, a nome di tutti i Soci del Consiglio Regionale
del Lazio, inviamo le nostre congratulazioni unitamente agli auguri di “Buon Lavoro”.
Sono state poi presentate le linee operative per lo stesso triennio e delineata la struttura della Presidenza
Nazionale. Il Consiglio Direttivo ha poi proclamato la
nomina a Presidente Onorario dell’Associazione
del dott. Marco Patuano, A.D. di Telecom Italia
che è poi intervenuto alla seduta del 18 marzo insie-
Il dr. Patuano ha riconosciuto alla nostra
Associazione la funzione di ponte tra
chi è in servizio e chi lo è stato, con l’affermazione di quei valori che rendono
l’Azienda un organismo teso a risultati
che soddisfino le varie componenti,
ognuna per la propria parte, e dello
spirito di appartenenza al proprio mondo di lavoro. La situazione dell’Azienda
decisamente migliorata nei risultati e
nelle prospettive, con ottime posizioni
nella rete fissa e qualità eccellente nel
mobile di nuova generazione, consente di programmare gli investimenti necessari a tenere la qualità del
servizio a livelli di eccellenza con conseguente espansione e prestare migliore attenzione alle funzioni di
formazione e riqualificazione del personale necessarie per tenere il passo con le tecniche sempre più sofisticate del servizio prestato. Sono poi i intervenuti,
oltre al dr. Di Loreto, i responsabili delle Assicurazioni
sanitarie integrative, ASSILT e ASSIDA, che, ribadendo lo spirito di solidarietà che anima le rispettive
organizzazioni, hanno illustrato le modalità messe in
atto nelle loro strutture per migliorare il servizio ed i
rapporti con i propri assistiti.
da sin: PATUANO - ZAPPI - DI LORETO
Dopo il diploma trovai lavoro immediato, come da
previsioni, presso un’impresa edile dove, in un paio
d’anni, feci anche un po’ di carriera essendo bravino
tanto nella contabilità quanto nella gestione degli
operai che in quel periodo, lavorando con il Piano
INA-Casa, erano arrivati ad 800 per quell’impresa.
Poi, un giorno arrivò una convocazione dalla spett.
soc. TETI che, dovendo rientrare nelle percentuali di
legge che obbligavano le imprese ad assumere anche
orfani di guerra, mi offriva appunto di essere assunto
presso quella grande Società. Io ero un po’ perplesso
perché, pur essendo un lavoro “sicuro” - l’impresa di
3
Avevo sostenuto l’esame di terza media con voti buoni
e con un parere degli insegnanti che mi indirizzava
ad un liceo classico ma il consiglio di famiglia decise
che, per far entrare in casa una boccata di ossigeno
economico - eravamo cinque figli - era meglio frequentassi un Istituto tecnico commerciale per diplomarmi Ragioniere, cosa
che sembrava potesse
darmi qualche più rapida opportunità di impiego. Perciò l’Istituto che
frequentai era il “Vincenzo Gioberti” in Corso Vittorio Emanuele;
una delle caratteristiche
della scuola, oltre ad
avere la sede in un bellissimo palazzo antico,
era di trovarsi quasi di
fronte alla sede della allora unica compagnia
telefonica nel Lazio, la
TETI, Telefonica Tirrena.
Succedeva poi che, all’uscita da scuola, all’incirca verso l’ora di
pranzo, io dovessi passare proprio sul marciapiede che sottostava a quel palazzo e sentissi provenire, dal piano interrato, accentuati odori di cucinato,
essendoci lì sotto la mensa degli impiegati e dei tecnici, che spesso rivelavano l’uso notevole di broccoli
e, forse, di cipolla, cosa che mi faceva commiserare
alquanto quei frequentatori della mensa mentre pensavo che mai e poi mai sarei stato della loro partita.
indestinazione
Da un marciapiede all’altro di corso Vittorio
Guglielmo Carretti
DESTINAZIONE TETI
costruzioni dopo qualche anno dovette, infatti, chiudere - sul momento avrei percepito uno stipendio pari
a quasi il 40% inferiore a quello che già prendevo .
Ma le lacrime di mia madre e le sue incitazioni mi
spinsero ad accettare l’invito, sostenni l’esame di un
Direttore Amministrativo come il dr. Mario Antonelli
che, nel farti le domande di rito, ti scrutava con attenzione al di sopra degli occhialini da presbite, e fui assunto in 3/A (impiegato d’ordine), dopo un paio di
mesi passai in 2/D (Lavoratore specializzato - nell’impresa edile si sarebbe chiamato mezza cucchiara,
quello che prepara la malta al muratore -) e divenni
così un frequentatore giornaliero della mensa di Corso Vittorio. Però evitavo i minestroni con i broccoli.
Guglielmo Carretti
inseniorityl
4
SENIORITY DAY
Il giorno dei riconoscimenti
Lo ha affermato con trasporto il dott. Mario Di Loreto, Responsabile del “People Value”, nel rivolgersi
ai premiati per aver raggiunto i 35 anni di lavoro nelle
telecomunicazioni, dopo essere stati assunti nel 1978
nelle varie Aziende poi confluite in Telecom Italia. Quello fu un anno che lasciò molti segni nella storia del Paese, con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, con i
primati di Sara Simeoni,
con l’inaspettata elezione
al soglio Pontificio del primo Papa polacco, di quel
Giovanni Paolo II che proprio in questi giorni è stato
posto su un gradino più alto ancora, quello della santità, testimoniato nell’albo
dei Santi della Chiesa cattolica. E, come documenta
il filmato prodotto con i documenti dell’Archivio storico di Telecom Italia, in Italia
si riempivano le sale cinematografiche con i film di
Verdone e di Moretti, nell’aria volavano le note di
Renato Zero e la gente telefonava dalle cabine stradali con i gettoni e con il disco combinatore; oggi non
esistono più né i gettoni né
i dischi combinatori né quasi tutte le cabine stradali.
Giorno dei riconoscimenti
e dei ringraziamenti, ha
detto Di Loreto, per ciò che
è stato dato all’Azienda e
per la capacità di testimoniarne il valore insito nella
propria esperienza proiettata al futuro e derivante dalle
trasformazioni nelle quali esserne stati parte integrante
costituisce valore altamente positivo.
Valore che sarà trasmesso alle nuove generazioni di
cui l’Azienda ha bisogno di ripopolarsi.
Dei testimoni dell’esperienza accumulata negli anni
passati, i Soci dell’Associazione Seniores Telecom
Alatel, si è fatto portavoce il Presidente Nazionale
dott. Antonio Zappi che dalla propria lunga
esperienza di lavoro ha
maturato la convinzione
che nella collaborazione,
nell’ascolto, nell’integrazione fra persone con intenti e motivazioni comuni possono formarsi capitali di risorse da offrire all’Azienda di appartenenza e alla società in genere. L’Alatel è costituita da
persone che non intendono far perdere il valore
della propria vita di lavoro, hanno da poco rinnovato la propria struttura
di cui ha anche preso atto
l’A.D. di Telecom Italia,
Dott. Marco Patuano, partecipando ai lavori del Consiglio Direttivo. La loro convinzione è
che l’unico motivo determinante per la vita dell’Associazione sia la possibilità di offrire all’Azienda la propria collaborazione perché si
possono intraprendere
iniziative sfidanti. ma tralasciare di fare affidamento sull’esperienza di
chi ha fornito una vita di fattiva collaborazione è come voler far funzionare un organismo cui manchi una
funzione essenziale.
SILVIO ASCOLI, Fiduciario delle Spille d’Oro Olivetti, bravo poeta romanesco e membro del
Comitato di Redazione, ci ha improvvisamente lasciato. Desideriamo ricordarlo con una poesia, tra le tante da lui scritte, inviataci dalla nuova Fiduciaria Manuela MOTTIRONI.
LI CONZIJI
SILVIO ASCOLI (26.3.2009)
“Trovateve da fa’”, “nun v’abbacchiate”,
“nun state co’ le mano ne le mano”,
“che ce vòlete fa’ vie’ da lontano
‘sta crisi che v’angustia le giornate!”
Sta sorta de bonissimi conziji
er Mago li dispenza a piene mani
a li disoccupati che, domani,
nun ponno fa’ magna’ manco li fiji.
Le conoscemo ggià ‘ste frasi mosce
che er potente regala ar disperato:
Maria Antonietta ce l’ha già inzegnato:
“Nun ce sta pane? Magnate le briosce!”
5
NUMISMATICA - La nuova moneta da 2 Euro
“Due carabinieri nella tormenta, a simboleggiare lo sforzo che il militare dell’Arma compie ogni giorno per far vincere la legge, la giustizia,
per portare lo Stato dovunque egli si trovi, ma sempre vicino al cittadino”. Trattasi di una reinterpretazione della scultura “Pattuglia dei carabinieri nella tormenta”, realizzata da Antonio Berti nel 1973. Leonardo
Gallitelli, Comandante Generale dei Carabinieri, ha così descritto la
moneta da due euro celebrativa del 200/o anniversario di fondazione
dell’Arma, presentata a Roma. La moneta avrà una circolazione di 6
milioni e mezzo di pezzi e sarà presente in tutta Europa.
(lusto)
MAESTRI DEL LAVORO
In data 1° maggio u.s. con una suggestiva cerimonia svoltasi nel Palazzo
del Quirinale in Roma sono state consegnate a cura del Ministro del Lavoro Poletti le Stelle al Merito del Lavoro; tra gli interventi quello del nostro
Presidente Nazionale Antonio Zappi che ha parlato dei valori del lavoro e
dell’importanza dell’anziano nella vita sociale. Subito dopo tutti i presenti
sono stati fatti accomodare nella sala stampa ove il Presidente Napolitano ha celebrato ufficialmente il “Primo Maggio”.
Tra i premiati abbiamo il piacere di annoverare i seguenti nostri
SOCI ALALTEL LAZIO
Cesare LUCARELLI • Franco PETTORINI • Gianpaolo VENTURA • Angelo VITTIGLIO
ai quali vanno le più vive congratulazione della Redazione e di tutti i Soci dell’Alatel.
Luciano Stoppa
indiritto
GOCCE… LEGISLATIVE
Continuiamo la rubrica che “apre le finestre” sulle più recenti e principali leggi, sentenze, decreti
o quant’altro possa interessare i nostri Soci ed il loro ambiente familiare, condominiale, lavorativo,
economico, ecc. Non possiamo qui pubblicare per intero le normative, per cui ci limitiamo a darne
il “succo” con alcuni riferimenti (es.: n° della G.U.- estremi della Sentenza, del Decreto, della Circolare, ecc.) utili per chi voglia ricercare ed approfondire maggiormente l’argomento.
6
IMMOBILE ABUSIVO: NULLITA’
Se si scopre che l’immobile oggetto di contrattazione
ma non per quelli “preliminari”; stesso concetto: è
per la vendita è “abusivo” il preliminare di compra-
nullo il preliminare di compravendita di una mansar-
vendita risulta nullo. Lo prevede la Cassazione
da quando è ricavata dal sottotetto non abitabile. Infi-
con sentenza n° 23591/2013 che in questo
ne la Cassazione n° 23339/2013 afferma: la
modo ha dettato un nuovo orientamento rispetto a
compravendita di un terreno (sul quale costruire) è
quello che prevedeva la nullità solo per gli atti c.d.
nulla se si scopre che non è edificabile.
“traslativi” (cioè quelli che trasferiscono la proprietà),
AFFITTO PER LE VACANZE e LOCAZIONI
Arrivano i mesi estivi e quindi insieme al problema di
re pagati in contanti ma solo con mezzi tracciabili
affittare la casa per le vacanze, anche qualche novità.
(assegno, bonifico, ecc): lo prevede la legge
Infatti a parte che la locazione superiore a 30 giorni
147/2013 art. 1 c.50)- Però a questa legge è
deve essere registrata e che sul contratto deve essere
stata già apportata di recente una modifica: in data 5
ben scritto che “...l’immobile deve essere utilizzato
febbraio il Dipartimento del Tesoro ha chiarito
solamente ad uso di civile abitazione e per finalità
che se il pagamento non supera la soglia di Euro
turistiche…”, c’è da tener presente che dal 1° gen-
999,99 l’inquilino può continuare a pagare
naio 2014 i canoni di locazione non possono esse-
l’affitto in contanti.
PAGAMENTO CON IL BANCOMAT
Dal prossimo luglio 2014 si potrà pretendere di
proroghe che ha rivisto i termini e la normativa del
pagare gli operatori commerciali e i professionisti
Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del
attraverso il Bancomat. Lo prevede il Decreto Mille-
24/1/2014 in attuazione pratica del d.l. 169/2012.
S
N
EW
CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’ “TELEFONICI” - RICORSO
L’Alatel Lazio sta inoltrando - per conto di un congruo numero di Soci - un ricorso avverso
il c.d. “contributo di solidarietà” effettuato dal 1.1.2012 e sino al 31.12.2017 sulla pensione dei “telefonici” quali ex iscritti al Fondo Speciale. Il ricorso per il momento è incardinato
sul Tribunale di Roma e quindi è rivolto ai residenti nel comune. A seguire verranno esaminate le modalità per poter attivare analoga iniziativa per i residenti nelle altre sedi.
intelecom
La Redazione
ACCORDI TRA TELECOM ITALIA e LʼALATEL
“TUTTO”
FACILITAZIONI
SUI SERVIZI TELEFONICI,
Per informazioni accedere al sito
www.alatel.it o chiamare il
Numero Verde 800299225
COME ADERIRE
Richiedere di aderire è semplice, ti
bastano 3 mosse:
1 - Chiama il 187 e richiedi lʼofferta desiderata.
2 - Scarica il modello di adesione dal sito www.alatel.it e
completalo con cura in ogni sua
parte
3 - Consegna il modello compilato alla sede Alatel di appartenenza.
[1]
Per quanto riguarda il traffico uscente
verso cellulari nazionali si presume il
rispetto dei seguenti parametri:
• traffico giornaliero uscente non
superiore a 300 minuti;
• traffico mensile uscente non
superiore a 1500 minuti.
“INTERNET SENZA LIMITI”
con sconto di € 14,00 sul canone
mensile (riduzione da 37,90 a 23,90
€/mese). Nel costo mensile è compreso il canone della linea fissa telefonica, il traffico Internet illimitato e il
traffico voce verso i fissi nazionali a 0
€cent/min. e 16 €cent. di scatto alla
risposta.
7
Rammentiamo che i
PENSIONATI TELECOM
E I COLLEGHI IN MOBILITAʼ
ISCRITTI ALLʼALATEL
(in regola con il versamento della
quota associativa)
hanno la possibilità di poter usufruire
di queste interessanti
consente di effettuare da casa chiamate illimitate verso tutti i numeri fissi
e i cellulari nazionali[1] senza scatto
alla risposta, di navigare in Internet
senza limiti fino a 7 Mega e di inviare
300 sms al mese da webmail verso
tutti i cellulari, con un costo fisso di
30,90 €/mese, anziché € 32,90, oltre
allo sconto mensile di 14,00 €/mese,
pari a 168 €/anno, già concesso agli
associati ALATEL per “TUTTO SENZA
LIMITI”.
Coloro che avevano già aderito a
“TUTTO SENZA LIMITI” (offerta non più
commercializzata da Telecom) mantengono lʼattuale tariffa o, se vogliono, possono passare a “TUTTO” con un contributo “una tantum” di € 39,00.
Carlo Carissimi
interritorio
8
LE STATUE PARLANTI DI ROMA
Erano in origine sparse in diversi punti della Capitale,
le cosiddette statue parlanti e sono una delle migliori espressioni dell’anima romana dalle quale
emergeva, non senza un certo spirito di sfida, il malumore popolare nei confronti del potere e l’avversione alla corruzione ed all’arroganza dei suoi rappresentanti. La loro tradizione nasce in epoca pontificia,
quando il popolo cominciò ad appendere cartelli con
scritte satiriche al collo o ai piedi di queste sculture.
Oltre alle sei statue parlanti (che di seguito illustriamo,
e cioè: Madama Lucrezia a Pza. S. Marco, Marforio
oggi nei Musei Capitolini, Il Babbuino in Via del Babbuino, Il Facchino a Via Lata e L’Abate Luigi a p.za
Vidoni ), la più celebre e conosciuta è certamente.
PASQUINO
Divenuta figura caratteristica della città fra il XVI ed il XIX secolo. Il “nostro”
Pasquino è un frammento di un antico gruppo statuario, copia di un originale greco del 240-230 a.C. rinvenuto nel 1501 a seguito di scavi nello
Stadio di Domiziano (l’attuale p.za Navona), che si pensa raffiguri Menelao che sorregge il corpo di Patroclo morente. Fu fatto porre dal cardinale
Oliviero Carafa all’angolo di palazzo Orsini ( poi Braschi ) verso la p.za
già di Parione e che oggi è invece p.za Pasquino. Ad essa venne attribuito
il nome di un sarto dalla lingua mordace che abitava nei paraggi e da
poco deceduto. I
salaci componimenti posti in bella vista presso la
Povero mutilato dar Destino
statua
furono
come te sei ridotto!
dette “pasquinaDiceva un Cane che passava sotto
te” e sovente eraAr torso de Pasquino
Te n’hanno date de sassate in faccia
no i papi stessi ad
Hai perso l’occhi, er naso….E che te resta?
essere bersaglio
un avanzo de testa
delle aspre satire romanesche, tanto che la statua stessa
su un corpo senza gambe e senza braccia!
corse il rischio di essere distrutta. Pasquino, quindi rapNun te se vede che la bocca sola
presentò per secoli quello che è oggi il ruolo (possiacon una smorfia quasi strafottente
mo dire) della stampa di opposizione ed ebbe come
Pasquino borbottò: Segno evidente
interlocutori le altre cinque statue romane.
che nun ha detto l’urtima parola.
Ma chi ha detto che Pasquino ha finito di parlare? L’ultima parola spetterà sempre a lui; lo afferma la statua
stessa rispondendo a tono a questa poesia di Trilussa.
MADAMA LUCREZIA
Si tratta di un colossale busto di epoca romana, alto circa 3 metri, attualmente posto su un basamento all’angolo tra il Palazzetto Venezia
e la basilica di S. Marco, nell’omonima piazza, unica rappresentante
femminile della cosiddetta “Congrega degli Arguti” Non si è potuta
assegnare una identificazione certa sul personaggio ma sembra essere la dea Iside (o una sua sacerdotessa) perché il nodo della veste
sul petto è una caratteristica che ricondurrebbe a quel culto. Il busto
sarebbe stato donato a Lucrezia d’Alagno, amante di Alfonso V
d’Aragona re di Napoli, la quale dopo la morte di Alfonso si trasferì
a Roma ed abitò nei pressi del luogo dove si trova la statua.
IL BABBUINO
È la raffigurazione di un “sileno giacente” su una base rocciosa, chiamato dal popolo di Roma “babbuino” perché così brutto e deforme da
poter essere paragonato ad una scimmia. La fontana ad uso pubblico
fatta realizzare dal nobile Alessandro Grandi in onore di Pio V fu posta
ad ornamento della vasca quadrangolare addossata alla facciata del
lazzo. La statua era talmente singolare da far mutare il toponimo della
strada da v. Paolina in V. del Babbuino. Solo nel 1957, a seguito di
una campagna di recupero portata avanti da alcuni cittadini romani,
il Sileno è tornato nella via che della statua aveva preso il nome, e si
trova ora a fianco della chiesa di Sant’Atanasio dei Greci.
MARFORIO
IL FACCHINO
Posta originariamente in via del Corso, sulla facciata principale del
palazzo de Carolis Simonetti (oggi palazzo del Banco di Roma), nel
1874 fu spostata nella posizione attuale, sulla facciata laterale dello
stesso palazzo, in via Lata. È la più giovane delle statue parlanti, risalendo infatti al 1580, anno in cui Jacopo Del Conte la realizzò su
incarico della Corporazione degli Acquaroli (ma il Vanvitelli, nel
1751, la attribuisce addirittura a Michelangelo). Rappresenta infatti
un “acquarolo”, quella figura che, fino a quando, alla fine del ‘500,
i pontefici ripristinarono gli acquedotti, prendeva l’acqua dalle fontane pubbliche e la rivendeva porta a porta.
L’ABATE LUIGI
Dal 1924 si trova nuovamente in piazza Vidoni, sul muro laterale della
Basilica di Sant’Andrea della Valle; tale collocazione è quella originaria, poiché la statua fu rinvenuta nelle fondazioni di Palazzo Vidoni,
nell’area del Teatro di Pompeo. Nel corso del tempo è stata comunque
trasferita alcune volte. È una scultura di epoca tardo-romana, raffigurante probabilmente un alto magistrato. In mancanza di una precisa
identificazione, il nomignolo gli è stato assegnato dalla fantasia popolare con la. solita arguzia per la particolare somiglianza al sagrestano
della vicina chiesa del Sudario conosciuto appunto con quel nome.
9
Marforio è un’enorme scultura marmorea di epoca romana, risalente al I secolo, raffigurante forse il dio Nettuno, l’Oceano o il Tevere.
Fu una delle statue parlanti di Roma, forse la più nota dopo Pasquino.
Fu rinvenuta nel Foro di Augusto, presso il tempio di Marte Ultore,
nell’area poi denominata Foro di Marte, da cui è probabile provenga
il nome. Più delle altre cinque statue è il protagonista di numerosi dialoghi a distanza con Pasquino (una sorta di botta e risposta su problemi sociali e politici): le pasquinate, finalizzate a colpire anche pesantemente e sempre in modo anonimo i personaggi pubblici più in
vista nella Roma del XVI e XVII secolo.
Giuseppe Gargano
invaticano
I DUE PAPI SANTI
10
Un evento straordinario ha segnato la data del 27
aprile 2014: Papa Francesco ha proclamato Santi i
suoi predecessori Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
I fedeli sono affluiti in Piazza San Pietro da tutto il
mondo per un momento di gioia e di preghiera.
GIOVANNI XXIII, eletto Papa il 28 ottobre 1958,
è conosciuto da tutti come il “Papa buono” per il suo
carattere di un Pastore premuroso che non mancava
mai di dare, con semplici parole, conforto a coloro
che ne avessero bisogno, e di parlare con coraggio
dei grandi problemi della ’umanità. Significative sono
state le visite all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù
ed al Carcere Regina Coeli. A Giovanni XXIII si deve
la convocazione del Concilio Vaticano II, fortemente
voluto e aperto l’11 ottobre 1962, che sarà un punto
di svolta nella storia della Chiesa. Con nostalgia ricordiamo il famoso “discorso della Luna” a conclusione di quella storica giornata. Papa Roncalli si spense
il 3 giugno 1963 e, proprio in quei tristi giorni di commiato, si comprese quanto la sua figura fosse universalmente amata e quanto fondamentale il suo Magi-
stero. Carol Wojtyla, diventato Papa all’età di 58 anni
il 19 ottobre 1978, con il nome di GIOVANNI
PAOLO II, è stato il primo Papa straniero dopo 455
anni di Pontefici italiani. Nei 27 anni di Pontificato,
uno dei più lunghi della storia papale, le opere compiute sono state moltissime: i viaggi apostolici effettuati nel mondo per
portare la novella
di Cristo, il dialogo
con le altre confessioni, la difesa dei
valori morali della
vita e della famiglia, l’incontro con
milioni di pellegrini, con Governanti
di ogni parte del
mondo. L’incontro
speciale con i giovani nel 1985, per
i quali ambiva
grandi progetti, ha
dato il via alle Giornate Mondiali della
Gioventù. Dal tragico attentato del
13 maggio 1981 si
salvò, ma non dalla sofferenza; infatti il suo Magistero
è continuato con stoica sopportazione del dolore.
Giovanni Paolo II si è spento 2 aprile 2005 lasciando
nella disperazione l’intera umanità. Rimane nei cuori
di tutti la storica frase “ … non abbiate paura, aprite,
anzi spalancate le porte a Cristo…” Papa Francesco,
nell’omelia della canonizzazione ha detto che i due
papi santi sono stati “uomini coraggiosi”, non hanno
avuto “paura” di chinarsi sulla “sofferenza “ e sulle
“piaghe” dell’uomo, e in questo modo ”hanno dato
testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di
Dio, della sua misericordia”. I nuovi santi, “sono stati
sacerdoti, vescovi e papi del XX secolo, ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati sopraffatti.
Più forte in loro, era Dio”.
11
SIP - ITALCABLE - IRITEL (ASST) - TELESPAZIO - SIRM
4
9
9
1
20
TELECOM ITALIA
e
50 SIP
SI CELEBRANO
4
1
20
inanniversari
4
6
9
1
Autori Vari
RICORDIAMO LE TELECOMUNICAZIONI
ANNI DI
ANNI DALLA NASCITA
DELLA
Guglielmo Carretti
STORIA DEL MARCHIO SIP
12
C’era una volta un’azienda che non aveva la faccia, le
mancava cioè l’identità, quel segno, quella parola,
quell’immagine che ad un semplice sguardo racconta la
vita, la storia, la missione d’una entità, di un’organizzazione che operi nella società.
In altre parole mancava del marchio, del logotipo, di
quello che per una persona è la foto su una carta di identità.
La SIP si era costituita nel 1964, quando lo Stato italiano , avendo nazionalizzato la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, aveva indennizzato i gestori
privati di quel settore e questi decisero di investire quei
capitali così ottenuti nel settore delle telecomunicazioni
che in quei tempi aveva subito un rallentamento nello
sviluppo proprio perché le precedenti Società concessionarie non avevano certezza del loro futuro.
Comunque i notevoli impegni di sviluppo addossatisi
dalla SIP da quel 1964, primo fra tutti l’impegno portato a termine a tempo di record nel 1970 della teleselezione integrale su tutto il territorio italiano, avevano
“distratto” la Dirigenza da quegli aspetti relativi più all’immagine, all’estetica. Questo concetto cominciò a
prendere piede più consistente alla fine degli anni ’70
alla luce degli ampliati rapporti con l’utenza e con
l’esterno in genere, quindi per tutti gli strumenti che
realizzavano queste relazioni, dalle campagne pubblicitarie alla carta intestata, ai veicoli aziendali di servizio.
Chi scrive era allora responsabile del Servizio Pubblicità
di Direzione Generale e con i propri collaboratori portò
a conoscenza dell’alta Dirigenza la necessità di unificare
e coordinare l’aspetto di tutti gli strumenti che mettevano l’Azienda in rapporto con l’esterno ma anche, considerando il Personale un tipo di pubblico qualificato,
con il proprio interno. Da una ricerca accertammo che
la ragione sociale della Società nei suoi rapporti esterni,
anche semplicemente come logo SIP, veniva coniugata
in una ventina di forme diverse a seconda del Servizio
emittente, spesso ognuno anche geloso delle forme create autonomamente. È noto, a chi ha vissuto in quel pe-
riodo in Azienda, che le passate Concessionarie avevano
continuato a vivere per molti aspetti nelle susseguenti
Direzioni di Zona che spesso tendevano a mantenere
una propria autonomia rispetto alla Presidenza ed alla
Direzione Generale. Per questo la documentazione delle
5 Direzioni di Zona e della Direzione Generale utilizzavano spesso forme diverse d’immagine. La carta intestata di lettere e comunicazioni varie utilizzava anonimi e
superati caratteri “bodoniani” – quelli con le “grazie”,
come venivano definite certe appendici di quei caratteri
– e i disegni o le mappe emesse dagli uffici tecnici usavano spesso i normografi più a portata di mano per riportare la ragione sociale.
Per ovviare provvisoriamente a questo stato di cose il valente grafico del Servizio Pubblicità predispose un logotipo di natura semplice ed incisiva, forse un po’ troppo
“scatolato” nell’acronimo ma che, perlomeno, proponeva un’immagine univoca; anche se non sempre in periferia si aderiva a quella proposta.
In quel periodo anche altre grandi Aziende italiane avevano sentito la stessa necessità, sulla scia delle teorie che
inserivano l’immagine aziendale nel “Marketing mix”,
ossia l’insieme di azioni e condizioni messe in atto da
un’Azienda per il raggiungimento dei propri obiettivi
sia istituzionale, sia commerciali. Aveva iniziato la Montedison, poi l’Alitalia-ATI, seguì la IP – Italiana Petroli
ad appoggiarsi ad un’Agenzia specializzata nello studio
dei marchi o logotipi; era la Landor Associates, di Los
Angeles, che aveva l’originale caratteristica di avere la
propria sede a bordo di un vecchio ferryboat ancorato
stabilmente nel porto di Los Angeles. Con la collaborazione dell’Agenzia pubblicitaria McCann Erickson, che
aveva iniziato a curare la pubblicità della SIP, si fornì
alla Landor un briefing, un insieme di indicazioni su come la Dirigenza intendeva comunicare l’immagine
dell’Azienda all’esterno, che venne poi integrato da alcune interviste che gli accounts dell’Agenzia tennero agli
alti Dirigenti. Si misero al lavoro una decina di teams
che elaborarono proposte distinte e, dopo una serie di
selezioni, gli americani presentarono all’Alta Direzione
e ai Responsabili dei servizi interessati le due proposte
finali; vinse per 16 voti a 1 la soluzione che presentava
un’immagine di apertura e di velocità, di tendenza al futuro che si confaceva ad una grande Azienda di telecomunicazioni tesa ad uno sviluppo tecnologico di tutto
il tessuto sociale e che rendeva precisamente l’immagine
dell’Azienda così come la Dirigenza intendeva che il
proprio pubblico la percepisse,
Il marchio, che era nato allora come SIP – Società Italiana per l’Esercizio Telefonico, venne poi modificato
come la nuova ragione sociale dell’Azienda in SIP – So-
Ricordo: 1964 – nasce la SIP
La nascita della SIP dalla unificazione delle ex concessionarie STIPEL – TELVE – TIMO- TETI – SET fu dal sottoscritto vissuta in
prima persona a seguito delle immediate esigenze che la nuova organizzazione impose sotto l’aspetto inquadramentale del personale; infatti, nonostante che l’esercizio del servizio telefonico fosse uguale in tutto il territorio
nazionale, esistevano però differenze nelle mansioni e di collocazione di queste nelle relative categorie stipendiali. Le riunioni tra SIP e OO.SS. per trattare questo problema e pervenire ad una omogeneità – in verità non
semplice – sfociarono (lo ricordate?) con un lodo arbitrale demandato al Sottosegretario al Ministero del Lavoro
On. E. Calvi (luglio 1966). Una volta passati alla parte applicativa di questo nuovo e omogeneo sistema inquadramentale vi furono dei reclami da parte di dipendenti che ritenevano il nuovo paradigma mansionistico loro
assegnato non corrispondente in pieno a quello goduto nella ex azienda di provenienza. Fu necessario pertanto
formare nelle 5 Zone in cui era divisa la nuova SIP (e che corrispondevano alle ormai decadute concessionarie)
alcuni gruppi di lavoro con il compito di esaminare – di concerto con la nuova Direzione Generale - questo contenzioso sulla base di “dettagliate analisi delle mansioni” ed il successivo bilanciamento tra la vecchia categoria
e la nuova; il sottoscritto, operando in seno al Servizio Personale e Organizzazione e avendo in precedenza frequentato a Milano alcuni seminari presso l’Istituto per l’Addestramento nell’Industria (I.A.I.) in tema di “job
evaluation” (valutazione dell’importanza della mansione ai fini retributivi), fu chiamato a far parte di uno di
questi gruppi.
Esperienza bellissima che mi ha subito catapultato nella nuova nascente realtà: la SIP.
Luciano Stoppa
13
anche in tutte le declinazioni che l’applicazione del marchio veniva sistematicamente estesa alle diverse espressioni relative alle diverse funzioni aziendali.
cietà Italiana per le Telecomunicazioni, ed ha mantenuto la sua validità con un semplice adeguamento anche
con il cambio di ragione sociale quando, nel 1994, nacque la nuova azienda che, raggruppando tutte le Società
operanti nelle tlc in Italia, prese l’attuale denominazione
di Telecom Italia; anche nella nuova configurazione è
tuttora confacente all’immagine di un’azienda in continuo e ampio sviluppo nei servizi e nelle tecnologie.
Alcuni personaggi sono imprescindibili dalla storia della
SIP – Società Italiana per l’Esercizio Telefonico (poi delle Telecomunicazioni). Il dott. Paolo Benzoniè, per noi
il più rappresentativo di questi,:è stato Amministratore
Delegato dal 1976 al 1991 e dal 1980 anche Vice Presidente.
la rappresentanza della Società nelle occasioni ufficiali
(Sappiamo che, oltre al suo titolo di ingegnere, stava seguendo corsi di medicina ritenendo fosse quello il suo
campo una volta terminati gli impegni con le telecomunicazioni n.d.r)).
Il prof. Gigli, fra i maggiori esperti di telecomunicazioni
anche internazionali (Nel suo ufficio aveva una targa
con la riproduzione del telescritto che informava della
realizzazione dell’ultimo collegamento per il completamento della Teleselezione da utente su tutto il territorio
nazionale ndr)
14
G. Carretti - P.P. Musicarelli
IL DR. PAOLO BENZONI ALLA SIP
Più tardi il dr. Francesco Silvano, venuto in SIP dopo essere stato l’anima della SEAT e aver ricoperto incarichi
nella STET, della quale divenne più tardi Amministratore Delegato.
In occasione dei 50 anni di Telecom lo abbiamo incontrato per potergli “strappare” qualche ricordo o fatto da
lui vissuto al vertice dell’Azienda; per noi nulla è cambiato
della sua persona: lo ricordavamo proprio così come l’abbiamo rivisto ora, burbero ma sempre corretto ed entusiasta delle iniziative intraprese o da intraprendere, e come lo ricordavamo dalle caricature che il nostro amico
Sergio Spera (vedi oltre) gli dedicava, ritraendolo assorto
ma dai movimenti veloci evidenti dal suo loden agitato.
E adesso ci dica: durante il suo incarico si è trovato a gestire eventi importanti, ce ne può illustrare qualcuno?
Come prima domanda gli abbiamo chiesto:
Altri eventi attengono alla vita sociale e ricordo tra i più
felici il raggiungimento nel 1980 di 13 milioni di abbonati al telefono con incremento del 188% rispetto al
1964; il Centenario delle Società Concessionarie Telefo-
Dr. Benzoni come si trovò nel suo passaggio dall’IRI
a quell’incarico, prestigioso e altamente responsabile,
di AD in SIP.?
Entusiasta soprattutto dalla correttezza e dalla competenza di tutto lo staff dirigenziale trovato nell’Azienda,
oltre alla qualità del personale che vi lavorava. Personaggi
che, durante il tempo trascorso in Azienda, ha potuto apprezzare oltre che per la competenza tecnica anche per
l’umanità e per lo stile di vita da loro condotto. In particolare l’ing. Perrone, che, alla grande preparazione tecnica, univa uno comportamento riservatissimo, rifuggiva
dalle occasioni di pubblicità personale e lasciava agli altri
Di fatti ce ne sarebbero molti, ma mi sovviene uno di tipo
“personale”: nel 1979 un tragico incidente stradale ci tolse l’ing. Carlo Perrone, primo e indimenticato Presidente
della neonata SIP; fu un dolore immenso come collega e
l’ Azienda veniva a perdere improvvisamente una colonna portante delle telecomunicazioni.
niche nel 1981, in occasione del quale il Presidente pro tempore, Ottorino Beltrami, presentò al Presidente Pertini il volume 1881-1981
Cento anni al servizio del Paese (realizzato dal
Servizio Pubblicità delle Relazioni Esterne SIP,
n.d.r.); l’introduzione del videotel e del videolento che segnò una svolta epocale nell’uso del
telefono per i servizi sociali che allora venivano
resi disponibili.
E questa “crisi economica “ della SIP che fu un periodo turbolento della Società che Ella dovette affrontare
con problemi verso il mondo politico e verso l’utenza,
come la ricorda?.
Fu il periodo che vide la SIP con bilanci negativi per due
esercizi, con problemi creati dal mondo politico che, per la
situazione contingente, non consentiva l’adeguamento delle tariffe all’effettivo costo del servizio. Ricordo in particolare l’accanimento del senatore Libertini, membro della
Commissione Comunicazioni; ci trovammo in un certo
momento ad avere difficoltà ad assicurare il pagamento degli stipendi. Ma si reagì, ricorrendo al miglioramento della
qualità del servizio, avendo finalmente ottenuto un ritocco
delle tariffe, ed anche a mezzo della comunicazione.
Si è quindi introdotto il ricordo della prima campagna
di informazione verso l’utenza “Il Telefono. La Tua voce”, una campagna sui generis firmata dal p r o d o t t o
invece che dal committente (qualcuno diceva anche che
la SIP non se la sentiva di apparire) ma dovuta soprattutto al fatto che la campagna era sostenuta da tutte le
Aziende del Gruppo STET impegnate nelle Telecomunicazioni anche internazionali e, esternamente, anche
dall’ASST, Azienda di Stato per i Servizi Telefonici. La
campagna aveva il compito di far capire all’utenza, ma
anche al mondo politico, quali fossero la complessità e
la tecnica necessarie per far funzionare il sistema telefonico e dei nuovi servizi che venivano via via offerti all’utenza con le nuove applicazioni tecniche.
15
Altri eventi anche dolorosi che mi sono rimasti
impressi con amarezza sono: nel 1980 il terremoto in Irpinia che impegnò duramente tutta
la struttura manutentiva;la crisi economica della SIP, conseguenza delle condizioni sociali e politiche del Paese che non consentivano in quel
momento storico un adeguato ritorno dal servizio prestato.
da sin. : ZACCARIA - MUSICARELLI - BENZONI CARRETTI
L’incontro è cordialmente terminato con un brindisi
mentre ricordavamo al Dr. Benzoni la sua veloce camminata attraverso i corridoi di via Flaminia avendo in
mente una sua immagine riservata a pochi fortunati:
quella che l’amico e collega Sergio Spera, il nostro grafico alle Relazioni Esterne, gli dedicò in quegli anni che
fummo suoi collaboratori; vogliamo riportarla qui, in
calce all’intervista immaginando di fargli cosa gradita.
(la foto del dr. Benzoni in b/n è dell’Archivio Storico di
Telecom Italia)
Cinzia Esposito
CINQUANTA ANNI FA LA SIP
Società Italiana per l’Esercizio Telefonico
16
Il 2014 sarà un anno di ricorrenze per la storia delle telecomunicazioni italiane e del nostro Gruppo. Si celebreranno infatti i 50 anni dalla nascita di SIP, primo
operatore unico nazionale, e di Cselt, il Centro Studi e
Laboratori di Telecomunicazioni, nonché i 20 anni di
Telecom Italia.
co, approvata da IRI e STET, dopo la nazionalizzazione
del settore elettrico avvenuta lo stesso anno. Nasce anche lo Cselt- Centro studi e laboratori di telecomunicazioni - e la Stet acquisisce il controllo di Italcable e Telespazio: la telefonia urbana e interurbana, ad eccezione dei servizi di spettanza ASST, è nelle mani di un unico Gruppo.
Dedichiamo perciò quest’articolo alla SIP, ripercorrendo le tappe salienti della sua nascita e descrivendo anche
il contesto socio-economico dell’epoca.
Tabella 1 alla data del 31.12.1964
LA SIP E LA MODERNIZZAZIONE DEL PAESE
Abbonati al servizio telefonico
Apparecchi telefonici
Densità telefonica
Il 1964, per l’ Italia, è un anno cruciale: si completa l’Autostrada del Sole, si apre il Traforo del San Bernardo che
collega l’Italia alla Svizzera, si inaugura a Milano la prima linea metropolitana e... si produce il primo barattolo
di Nutella!
Il Paese sta profondamente cambiando rispetto agli anni
del dopoguerra, per il fenomeno dell’industrializzazione, della diffusione dei consumi, della scolarizzazione di
massa.
Nelle case degli italiani inizia ad entrare anche il telefono,
grazie ad un migliore tenore di vita - siamo negli anni del
famoso “boom economico” – e il sistema delle telecomunicazioni raggiunge dimensioni tali da allinearsi alle maggiori nazioni industrializzate (dall’1,6 % di percentuale
dei telefoni installati nel 1947 al 2,8% nel 1962).
In occasione della nazionalizzazione del settore elettrico
(Legge n° 1643del 1962), le cinque società telefoniche
concessionarie sull’intero territorio nazionale sin dal
1925 - STIPEL ( Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda), TELVE (Società Telefonica delle
Tre Venezie), TIMO (Telefoni Italia Medio-Orientale),
TETI (Società Telefonica Tirrenia) e SET (Società Esercizi Telefonici) – arrivano a una grande riorganizzazione.
Nell’ Assemblea straordinaria del giugno 1964,: una fusione per incorporazione decreta la nascita di una nuova
società, la SIP, Società italiana per l’esercizio telefoni-
oltre 4,2 milioni
oltre 5,5 milioni
10,5%
Una Convenzione dello stesso anno in sostanza “somma” le convenzioni con le cinque concessionarie e attribuisce il traffico svolto tra i 21 centri di compartimento
alla ASST e alla SIP il traffico urbano, interurbano e a
breve/media distanza. Il servizio internazionale è invece
ripartito tra ASST (Paesi europei e bacino del Mediterraneo) e Italcable (traffico internazionale).
SIP, UN MARCHIO “MODERNO”
In regime di “monopolio di stato”, si inizia a parlare di
una prima strategia di marca per una nuova azienda come la SIP, con un nuovo segno grafico, pensato per uscire dalle pagine dei bilanci e parlare alla società e ai consumatori del boom economico.
L’uso del marchio non è ancora strettamente codificato,
anzi è piuttosto frammentato e soggetto a diverse interpretazioni grafiche piuttosto “libere”, spesso di tipo verticale, con la scritta in blu su fondo giallo o completamente nero.
recchi di colori e forme diverse, adattabili all’arredamento domestico. ”. Inoltre, negli esercizi commerciali, l’uso
del telefono è “raccomandato” per incrementare la propria attività. In questo decennio, in seguito alla crescita
delle chiamate interurbane, in ogni Regione si installano apparecchi funzionanti mediante prepagamento di
un gettone. Lo Cselt ne realizza il sistema di restituzione, così da calcolare esattamente l’importo della teleselezione. Il successo della telefonia pubblica è straordinario e le nuove icone saranno le cabine telefoniche per
la cui diffusione territoriale l’Italia sarà ai primi posti in
Europa.
Con l’aumento della penetrazione del servizio telefonico, il telefono diviene “complemento d’arredo” e la comunicazione si fa promozionale: Già le concessionarie
proponevano, accanto ai collegamenti singoli per case e
uffici, i collegamenti duplex, esclusivamente per abitazioni per aumentare il traffico telefonico; per lo stesso
motivo si propone l’aumento delle prese telefoniche negli uffici e negli appartamenti per rendere più facile l’approccio, con la campagna “Il telefono al guinzaglio”
(immagine in alto) e quella sul “punto telefono” rivolta
a costruttori e artigiani.
Anche il design comunica: nasce il “bigrigio” (1962) e
il telefono “Grillo” (1967, dell’arch. Marco Zanuso), il
telefono di casa diventa icona domestica, sparisce quindi
il telefono nero a muro e fanno la loro comparsa appa-
Nel 1964 gli abbonati in Italia sono oltre 4,2 milioni
con una densità dell’8%: In Francia sono circa 2,9 milioni, in Svezia 2,6 milioni, ma in Gran Bretagna superano i 5,5 milioni e in Germania i 4,5 milioni. In Giappone sono ben 8,8 milioni e negli USA addirittura 55,7
milioni, con una densità del 28,7%.
Le politiche di sviluppo perseguite dalla STET per il
tramite della SIP consentono che, nell’ area del Mezzogiorno, tra il 1964 e il 1970, gli abbonati passino
da 765.000 a 1.407.948 e la densità telefonica si attesti al 9,9 %, colmando così il divario tra le regioni meridionali e le altre.
Il mondo affascinante e suggestivo delle telecomunicazioni troverà un importante impulso nel decennio
successivo, con l’avvio nel 1970 della teleselezione integrale da utente in tutto il territorio nazionale, traguardo che decreta l’Italia come il sesto paese del mondo a usufruire di questo servizio che evita l’intervento
dell’operatrice per i collegamenti anche interurbani.
La storia dell’uomo è anche la storia della sua capacità
di comunicare, una storia costellata da grandi progressi
tecnologici e da grandi conquiste rivoluzionarie, che
spesso noi oggi, nella nostra quotidianità, consideriamo
naturali, quasi scontate.
SIP in passato,nell’ambito e con la collaborazione di
tutte le Aziende del Gruppo STET, e Telecom Italia oggi, hanno accompagnato e sostenuto in questi cinquant’anni l’evoluzione tecnologica del nostro Paese e
di conseguenza il suo sviluppo economico e sociale.
17
LA CRESCITA CONTINUA
DEL SERVIZIO TELEFONICO
Guglielmo Carretti
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L’ATTENZIONE PER GLI ANZIANI NELLE
SOCIETÀ DI TELECOMUNICAZIONI
Nelle 5 Società concessionarie telefoniche ante 1964
(ricordiamole: STIPEL –
TELVE – TIMO – TETI –
SET) era già in uso il benemerito comportamento del
dare ai lavoratori anziani
delle aziende un certo riconoscimento della loro “fedeltà”
al compimento dei 25, 30 e
35 anni di anzianità di servizio, in modo diverso per ogni
Azienda, ma simile nel loro
simbolismo di riconoscenza
per il tempo trascorso nell’Azienda stessa. Anche l’Italcable ci risulta tenesse in considerazione, ed in termini più
consistenti, considerato il
minor numero di dipendenti,
una premiazione ai dipendenti con maggiore anzianità
di servizio.
Con la costituzione della SIP
nel 1964 venne effettuato un
coordinamento comune a tutte le allora Direzioni di Zona – che praticamente continuavano l’esercizio telefonico
nelle aree territoriali delle rispettive Concessionarie – e venne più tardi favorita la costituzione di una Associazione
Nazionale che raggruppasse tutti i lavoratori anziani della nuova Azienda: nacque perciò la
ALAS Associazione Nazionale Lavoratori Anziani SIP
per riunire i lavoratori con oltre venti anni di servizio in SIP e nelle precedenti Concessionarie, strutturata con una
Presidenza Nazionale e più Gruppi Regionali sotto la Presidenza, quasi sempre, dei rispettivi Direttori Regionali.
Il Primo Convegno Nazionale degli “anziani SIP” si tenne nell’ottobre 1965 a Firenze (vedi foto)
Questa organizzazione si è mantenuta nel tempo (a fianco il marchio assunto dalla nuova Associazione), anche con la trasformazione di tutte le Aziende esercenti le telecomunicazioni nella
Telecom Italia nel 1994 dando luogo a
ALATEL, Associazione Nazionale
Lavoratori Anziani delle Telecomunicazioni
poi modificata nel logo come
SENIORES TELECOM ALATEL
per tutto il Gruppo Telecom Italia.
insieme
A.A.V.V.
GIRARE GIRARE
I CAPOLAVORI MUSEO ORSAY (F. Pettorini)
pittoriche si punta sulla resa degli effetti del colore e
della luce en plein air. Gli artisti si distaccano dai paesaggi e dai modelli antichi e rappresentano nuovi
soggetti imperniati sulla città di Parigi del secondo Impero e della Seconda Repubblica, fulcro della nuova
civiltà del XIX secolo, con i suoi grandi Boulevard e l’Expo del 1878. Dominano le scene di vita in società,
i balli e scorci di vita privata. Esponenti principali:
Manet, Renoir con il motivo ricorrente delle ragazze
al pianoforte; De-gas con le ballerine e le scene di danza; Pizzaro
paesaggista. La crisi dell’impressionismo porta all’evoluzione del
linguaggio pittorico. Si va verso il
Simbolismo e l’Intimismo. Si
torna all’essenziale, alla stilizzazione, si cerca una armonia
primigenia. Pochi colori riempiono
il disegno grafico: Vallotton, Veuillard. I Simbolisti vanno al di là della
realtà, ma non è ancora la metafisica. La mostra si
chiude con l’eredità lasciata dall’impressionismo con
vari autori e correnti. Il Pointillismo, con la tecnica
di scissione dei colori in tanti punti per poi ricomporre
il quadro in un gioco riflesso di colori, spinge al limite
la separazione delle macchie cromatiche propria
dell’impressionismo: Signac. Il Decorativismo, con
la pittura orientaleggiante verso i motivi giapponesi e
con quadri ad effetto arazzo: Bonnard, Vuillard,
Servisier. Ed infine i maestri primordiali del 900:Van
Gogh ispiratore di Matisse, Gauguin ispiratore del
Primitivismo, Cezanne ispiratore del cubismo.
19
L’esposizione presso il complesso del Vittoriano ha
portato a Roma per la prima volta le opere straordinarie realizzate tra il 1848 e il 1914 dai grandi
maestri francesi, opere custodite presso il Museo
d’Orsay di Parigi che offre la sintesi della produzione più rappresentativa delle correnti che dominarono l’ottocento francese. Vi era a Parigi una antica
stazione ferroviaria, ormai in disuso e destinata alla
demolizione. Il presidente Giscard d’Estaing ne decise
il recupero in un grande Museo ne
affidò il restauro dell’ architetta Gae
Aulenti. Inaugurato nel 1986, nel
Museo confluirono le opere del Jeu
de Pomme e del Luxembourg ed altre opere acquisite. Apre la mostra
il grande orologio da stazione, emblema dell’Orsay, oltre una serie di
foto che testimoniano i momenti della trasformazione. Si inizia con l’arte accademica degli anni 1850, in
cui prevale l’edonismo classico con personaggi vetero-testamentali e mitologici. La pennellata è dolce e
piacevole con sfumature e delicatezza di toni. Prevalgono le opere di Delannoy e Bourguereau. Ad essa
segue nel 1860 la reazione all’accademismo con l’arte realista, con il principale rappresentante in
Courbet. I personaggi sono uomini e donne comuni
tratti realtà, con la loro spontaneità fisognomica e le
pose della vita ordinaria. Non più belle e stilizzate
modelle nella loro radiosa bellezza e nelle eleganti
pose classiche. Ad essa segue il naturalismo della scuola di Barbizon con l’approccio alla “natura” e al
paesaggio. Nasce con lo scoprire la villeggiatura da
parte delle borghesia francese; l’avvento del treno a
vapore rende facilmente raggiungibile Parigi con le
coste della Normandia: compaiono nella pittura, paesaggi di campagna, paesaggi costieri e vedute di marine. È la generazione ante-impressionismo. Si studia
la luce nei suoi aspetti: luce che filtra tra i rami e che
pervade le scene. Ma le rappresentazioni sono ancora fotografiche, manca l’immediatezza dell’impressionismo. Proseguendo nella mostra, si arriva all’epoca dell’impressionismo, che con nuove tecniche
ORTO BOTANICO DI ROMA (F.Pettorini)
20
Si estende nel centro di Roma alle pendici del Gianicolo su una area di 12 ettari. Sorge su una antico boschetto sacro di epoca romana. Nasce nel 500 come
giardino della villa Riario-Forzini, dimora nel 600
della regina Cristina di Svezia e nel 1729 passa ai
Corsini di Firenze che incaricarono l’architetto Fuga
di dare al giardino un assetto secondo lo stile francese
dell’epoca.
L´Orto Botanico ospita esemplari arborei di grande importanza e piante di provenienza di ogni parte
del mondo. Alberi imponenti dominano i viali: il pino
dell’Himalaia, il preistorico Ginko Biloba, l’Araucaria
dell’Australia, una gigantesca Quercia da sughero sopravvissuta a molti incendi .Nella zona delle
piante di ambiente arido (dette succulente) spiccano
Agavi e Fichi d’India; abbiamo poi la zona delle palme Africane e dell’Oceania; poi la zona delle Piante
Mediterranee, faggi, querce e mirti; la zona delle conifere con i grandiosi Tassi e la caratteristica la Palma serpente dell’Asia che cresce orizzontalmente. Interessante il fitto bosco dei Bambù e la zona delle Rose: la rosa canina, gallica, la sgargiante rosa di Damasco e le rose gialle della Persia.
piche orientali, disposte in modo da creare variegate
macchie di verde e con un gazebo di sosta per ammirare la frescura e la bellezza del posto. Discendendo si incontrano la serra delle piante grasse con
una vasta collezione di piccole piante spinose dei deserti, la serra tropicale in cui le fitte piante ricostruiscono per il visitatore la sensazione della foresta tropicale e il Giardino dei Semplici con le piante aromatiche e medicinali.
Notevoli la grande fontana del Tritone in basso
e la Fontana degli 11 zampilli che si sviluppa
dall’alto in basso sul fianco del Gianicolo.
La visita si è svolta nel pieno della fioritura di maggio
e i Soci si sono molto interessati alle pregevoli e professionali spiegazioni della guida.
In alto è stato realizzato il Giardino Giapponese,
sul modello di giardini orientali: una oasi con laghetti,
cascatelle, ponticelli, circondati da piante cadenti ti-
S. ANGELO ROMANO (C. Carissimi)
Un altro fine settimana piacevolmente trascorso dai
colleghi dell’Alatel Lazio. Allietati da una bella giornata di sole, quasi a festeggiare la festa della donna
(era infatti l’8 marzo), siamo andati a visitare una antica cittadina della nostra Regione – in verità poco
nota -S. Angelo Romano.
romani ed ai monti Cornicolani. Nelle sale del Castello è stato allestito un interessantissimo museo
preistorico, con l’esposizione di moltissimi reperti
rinvenuti nel territorio, dei quali, il direttore, l’archeologo Fabio Sebasti, nostra guida, ci ha illustrato con
dovizia di particolari molti dettagli.
La cortesia della polizia municipale (alla quale ci eravamo rivolti) ha permesso di arrivare sino quasi alla
sommità con il pullman, ove svetta l’ imponente
Castello Orsini-Cesi: da questa posizione e dall’alto dei suoi spalti merlati abbiamo potuto ammirare
un vastissimo territorio, che dal mare Tirreno si estende fino a Roma, ai paesi della Sabina, ai castelli
Si deve agli Orsini tra il 1371 e il 1444, la trasformazione della preesistente rocca in castello, con la realizzazione delle quattro torri d’angolo, due della
quali per funzione esclusivamente difensiva. Successivamente, il castello passò alla famiglia Cesi e Federico Cesi (fondatore della nota Accademia dei Lincei),
trasformò dal 1615 al 1628 la parte abitativa del ca-
stello in dimora nobiliare. Molto interessante, inoltre,
anche se molto danneggiata per il crollo degli intonaci
e nonostante i recenti restauri, gli affreshi della Sala
del Principe con l’albero genealogico dei Cesi e dei
Salviati, famiglia cui apparteneva Isabella seconda
moglie di Federico. E dopo la storia e la cultura, l’incontro si è concluso con una splendida ed abbondante refezione presso il ristorante “Dar Pennazza”
che, oltre, ai piatti molto apprezzati, ha offerto alle
signore presenti un omaggio floreale sia sui tavoli che
individualmente, per festeggiare la ricorrenza dell’8
marzo.
Il gruppo davanti al Castello Cesi
Una visita ad una città in provincia di Terni che presenta una storia leggendaria e molto antica; il borgo
medioevale, le cui origini risalgono almeno al IX secolo
a.C., è uno scrigno prezioso. Una città che ha visto il
dominio romano e la forza distruttrice dei Goti e poi
la libertà come comune indipendente nel Medioevo.
Tutto questo ci è stato illustrato da una valida guida che abbiamo incontrato al nostro arrivo a
Porta Romana e che ci ha subito illustrato le
impressionanti mura a grandi massi calcarei
poligonali uniti fra loro a incastro senza elementi
“leganti”. Poi con delle navette riservate (opportunamente prenotate dall’Alatel Lazio) siamo
saliti sino al piazzale della Cattedrale da cui abbiamo potuto godere il panorama della città. Entrati nella Cattedrale siamo colti da stupore: si
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AMELIA (M. L. Sparaci)
tratta di un imponente edificio del secolo IX ampliato
dal XVII con numerosi opere di valenti autori e con
notevoli monumenti funerari della famiglia Farrattini.
All’esterno la Torre Civica alta più di 30 metri a
pianta dodecagonale. Poi ridiscendendo verso il basso
abbiamo attraversato vicoli dal caratteristico acciottolato: siamo passati davanti al Municipio, alla
Loggia del Banditore e ci siamo fermati a visitare
il Teatro Sociale: autentico gioiello della metà
del ‘700 a pianta a ferro di cavallo con tutte le
sue strutture in legno decorato ancora originali
e con un sipario che raffigura il leggendario
assedio di Amelia da parte di Federico Barbarossa. Avremmo avuto bisogno di una intera
giornata per visitare meglio la città e tutti i suoi
caratteristici siti: comunque l’Alatel ci ha dato
modo di avere una prima valida conoscenza di
questo antico borgo; ognuno di noi si è poi ripromesso di tornarvi.
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AREZZO (D. Fiorini)
Questa volta per la nostra gita di aprile, l’Alatel Lazio
ha scelto di andare a visitare la bella città di AREZZO in concomitanza con l’esposizione della Mostra
dell’Antiquariato. Arezzo è stato in passato antico
centro etrusco e poi romano sino ad essere libero comune nel medioevo. La città è situata alla confluenza
di tre delle quattro vallate che compongono la sua
provincia. a Nord della città ha inizio il Casentino,
che è la valle percorsa dal primo tratto dell’Arno; a
Nord-Ovest si trova il Valdarno Superiore, sempre
percorso dall’Arno nel tratto che scorre fra Arezzo e
Firenze; a Sud si trova la Val di Chiana, una pianura
ricavata dalla bonifica di preesistenti paludi. Partiti
da piazzale Parri in perfetto orario con il pullman guidato da Angelo (in questo caso non quello custode),
il nostro ormai storico “silenzioso e discreto” autista
che ci accompagna da anni nelle varie gite, ci siamo
diretti alla volta di Arezzo contenti di passare una bella giornata tra varie bancarelle con l’auspicio di trovare qualche oggetto interessante e sperando nel bel
tempo, che in quei giorni non prometteva niente di
buono.
Prima sosta Orte dove abbiamo incontrato i nostri
amici di Viterbo, sempre numerosi nel partecipare alle gite, ben coordinati dalla fiduciaria della sezione
di Viterbo M. Luisa Sparaci. Tutti insieme abbiamo poi
ripreso il cammino verso la nostra meta. Appena ripartiti è iniziata un leggera pioggia che ci ha accompagnato per tutto il tragitto, ma che fortunatamente
ha smesso appena giunti ad Arezzo. Giunti ad Arezzo ci siamo diretti verso la Mostra dell’Antiquariato, non disdegnando di soffermarci a guardare la
La Cattedrale
scenografia delle belle stradine, dei palazzi, dei negozi eleganti e bar (dove in uno di questi ho bevuto
un ottimo cappuccino) che man mano si incontravano
nel centro storico di questa bella città. Le bancarelle,
numerosissime erano sparse nelle varie stradine, nei
vari slarghi e sotto i portici di qualche storico palazzo
dove si potevano vedere oggetti di antiquariato interessanti insieme ad oggetti più recenti di minore interesse, ma tuttavia gustosi da vedere.
Non abbiamo ignorato la bella Cattedrale e sede
Vescovile intitolata ai Santi Pietro e Donato, dove abbiamo potuto vedere lungo la parete sinistra, a fianco
della porta di sacrestia la Maddalena di Piero
della Francesca, affresco celebre realizzato intorno all’anno 1460.
Poi siamo andati a visitare la bella chiesa di San
Francesco dove sono presenti i famosi affreschi di
Piero della Francesca, uno splendido Crocefisso e tante altre opere. Terminato il giro turistico ci siamo ritrovati all’”Osteria de’ Mercanti” per un giusto riposo
e gustare degli ottimi piatti della gastronomia toscana
(un’ottima Ribollita - Fettuccine alla toscanaccia - e un
secondo a base di cinghiale).
Alla fine del pranzo ci siamo ritrovati (ved. foto) in
piazza Guido Monaco (prende il nome da un illustre cittadino Aretino nato nel 992,grande musicista
tra i più studiati nel medio evo); saliti sul pullman siamo ripartiti per Roma non prima di aver lasciato e salutato a Orte i nostri amici di Viterbo e dandoci appuntamento per le prossime gite.
L’Altare
Arezzo - I partecipanti a Piazza Guido Monaco
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CONCERTO DI PRIMAVERA (A. Baldazzi)
Come è ormai consuetudine, anche quest’anno, e più
precisamente sabato 10 maggio u.s., la nostra Associazione ha organizzato il “Concerto di Primavera” presso il Teatro del Pontificio Istituto delle Maestre Pie Filippini. La Signora Carla Carretti, accompagnata da una orchestra jazz, ha eseguito con la
sua bella voce da soprano, un repertorio di canzoni
napoletane (NAPULE È MILLE CULURE…”) a ritmo jazzistico che assumevano l’aspetto di preziosi acquarelli, tali da suscitare emozioni ed un visibile consenso da parte del pubblico presente. Applausi ed
ovazioni durante e a fine spettacolo hanno salutato la
signora Carla e i bravissimi orchestrali che, a richiesta, non hanno lesinato a concedere numerosi bis. ReCarla Carretti e l’Orchestra Jazz
sta il rammarico per gli assenti per la folla a S. Pietroche non hanno potuto condividere con noi uno
spettacolo diverso, ricco di suoni, emozionante ed
estremamente professionale.
Amalia Madonna
e la Kunstschau
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inpittura
GUSTAV KLIMT
Gustave Klimt, nasce nel 1862 a Vienna e ivi muore nel 1918. Eredita dal padre (orafo) l’amore per
l’artigianato e per la preziosità dei metalli, e dalla
madre la passione per il mondo della musica.
Condividerà l’amore per l’arte sia con il fratello Ernst,
con il quale formerà un sodalizio artistico, che con
l’altro fratello Georg, scultore e cesellatore, il quale
fabbricherà delle splendide cornici per i suoi dipinti.
Klimt è ritenuto un enfant prodige della pittura accademica del tardo Ottocento, ed anche uno dei fautori
dello stile “pompier” in Austria. L’art pompier, nata in
Francia, indica quell’arte accademica ed ufficiale in
cui ci si limita a ripetere i temi mitologici, letterari e
storici del passato, in particolare greco romano, che
pur eseguiti con una buona tecnica, ottengono rappresentazioni spesso pompose e vuote delle singole
creatività artistiche.
Nel 1879 fonda, con il fratello Ernst e il compagno di
studi Franz Match, una compagnia di artisti la “Kunstlercompagnie”, che parteciperà anche all’opera
di rinnovamento e di abbellimento all’interno della
ringstrass, la strada che cinge ad anello il centro storico della capitale austriaca, cominciando dalle vetrate della Chiesa votiva e poi alla decorazione di vari
ed importanti edifici.
All’età di 30 anni il pittore matura una nuova consapevolezza e una diversa visione della sua arte, divenendo uno dei più coraggiosi innovatori dell’arte
viennese, leader di quella che viene definita “la secessione viennese”. Il termine deriva dalla storia
romana secessio plebis, e sta ad indicare la scissione
di gruppi artistici dalle organizzazioni ufficiali, con
l’intento di rinnovare il mondo artistico. Di temperamento introverso, timido e schivo, Klimt è stato tuttavia
un pittore erotico di rara intensità, artista polemico e
provocatorio, dai risultati altamente originali, riuscendo a conquistare un suo posto nel panorama del simbolismo internazionale. Nel 1897 nasce quale movimento secessionista il gruppo “Unione degli artisti figurativi austriaci” di cui Klimt fa parte e che comprende i più moderni ed audaci architetti e pittori. Il gruppo si dota di una propria rivista “Ver sacrum” (primavera sacra) il cui nome ancora una volta fa riferimento alla storia romana e sta ad indicare un programma di rinnovamento fondamentale e decisivo
L’artista collabora alla rivista con illustrazioni e decori. Il gruppo avrà una propria sede di esposizione, e
sull’ingresso della quale comparirà una scritta che tradotta è: “ad ogni tempo la sua arte, all’arte
la sua libertà”; la scritta sarà rimossa dai nazisti
nel 1938. Nel 1906 Klimt però si distacca dall’Unione, dando vita insieme al altri pittori alla Kunstschau (rassegna d’arte) e dipinge il primo dei
grandi ritratti del periodo d’oro.
Nel manifesto della 1^ mostra della secessione
(1898) Klimt rappresenta se stesso e i suoi compagni
nell’immagine del possente Teseo che sta per affondare la mano omicida nel corpo del Minotauro, una
forte simbolizzazione della giovane arte che colpisce
al cuore la tradizione. Lo stesso dicasi per il manifesto
dell’anno successivo con la rappresentazione di Pallade Atena a simboleggiare l’affermazione dello stile
moderno all’intero della cultura del periodo. Così anche nell’opera Nuda Veritas che simboleggia
l’identificazione della verità con l’arte: la vera arte,
vera perché nuda e mostra la sua vera immagine senza ipocrisie. È tra il 1901 e il 1909 che l’arte di Klimt
raggiunge la piena maturità, è di questo periodo,
definito “stile d’oro”, il fregio di Beethoven, di 24
metri, nel quale è rappresentato un fiero cavaliere
(forse lo stesso artista) che
attraverso la poesia guida
l’umanità verso il superamento del dolore. Altro
fregio importante del pittore è quello di Palazzo
Stoclet a Bruxelles, composto di 15 pannelli di
marmo lavorati a mosaico
con inserti d’oro, maiolica
IL BACIO
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GIUDITTA
e smalti. L’artista è passato alla storia come il più
grande pittore dell’universo femminile. Le donne da
lui dipinte possiedono un inquietante fascino. Le opere
ancora oggi più ammirate sono appunto le allegorie:
Giuditta, il Bacio, Pesci d’Oro, Bisce d’acqua, La Speranza, nelle quali, non senza scandalo per l’epoca, la figura femminile è rappresentata in
modo sempre più sensuale. Il Bacio nel quale il corpo dell’uomo e della donna si fondono in una sola ed
unica figura di inestimabile bellezza, sta a simboleggiare la completa fusione tra l’universo femminile e
quello maschile.
Grande scalpore e disapprovazione suscitarono i tre
pannelli dipinti dall’artista su richiesta del Ministero
dell’Istruzione e che dovevano essere collocati nell’Università viennese: la Filosofia (1900), La Medicina (1901) La Giurisprudenza (1903). Per le
prime due opere il tema era la vittoria della luce sulle
tenebre ma il pittore fornì una sua visione del theatrum
mundi ovvero un’umanità sofferente avvitata in un lungo grappolo di corpi nudi e dolenti galleggianti nel
vuoto cosmico. Lo stesso dicasi per la Giurisprudenza,
il pensiero rappresentato dall’artista era in antitesi al
conformismo imperante. Dopo un periodo di inattività
tra il 1909 e il 1910, Klimt abbandona i fondi oro e
il decoro geometrico, per un cromatismo più acceso il
così detto “stile fiorito” (1908 – 1918), con un accentuato uso dell’arabesco, con variopinti tappeti di fiori
e motivi orientaleggianti. Altri capolavori, si collocano
in un vero e proprio ciclo della vita, con le opere: La
Vergine, Adamo ed Eva, La Sposa, la Culla,
in cui l’artista ripercorre le tappe dello sviluppo della
vita umana, evidenziandone la fragilità e la bellezza.
Gianni Amadei
mistero e fascino
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instronomia
IL PIANETA MARTE
MARTE è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e l’ultimo dei pianeti di tipo
terrestre dopo Mercurio, Venere e la Terra. Viene
chiamato il “Pianeta Rosso” per il suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di
ferro che lo ricoprono. Ha una densità leggermente
inferiore a quella della Terra e una superficie che presenta conformazioni similari con pianure, montagne,
vulcani e due calotte polari; ha due satelliti denominati Deimos e Phobos.
Questo pianeta ha sempre rappresentato sia nella letteratura sia nell’immaginario collettivo, il luogo più
adatto, nel nostro sistema solare, ad ospitare forme
di vita extraterresti; già alla fine dell’800 l’astronomo
americano Percival Lowell teorizzava che i canali avvistati sulla superficie del pianeta potessero essere
opere realizzate dagli abitanti di Marte. Nel 1976 la
sonda spaziale Viking scattò una foto della superficie
di Marte nella quale si evidenziò una forma rocciosa
che ricorda le sembianze di un volto umano
(ved. foto).Tra le diverse interpretazioni di questa immagine ve ne fu una in particolare che sosteneva si
trattasse di un’opera costruita da antiche forme di vita
intelligente che visitarono o abitarono il pianeta in
passato.
Dunque Marte ha da sempre suscitato nell’uomo un
grande interesse, molto fascino e tanta curiosità. Nel
corso degli anni, come tutti i pianeti del sistema solare, Marte alterna periodi di scarsa visibilità a periodi
dove l’osservazione telescopica permette la visione di
molti dettagli superficiali. Periodi nei quali il pianeta si presenta in opposizione (ved. figura), ossia una posizione opposta a quella del Sole rispetto
alla nostra visuale. Con una distanza di 92 milioni di
chilometri, quello del 2014 rappresenta il massimo
avvicinamento dopo l’opposizione del 28 Dicembre
2007, quando la Terra e Marte erano distanti soltanto
0.6 ua (unità astronomiche 1 ua = 149.600.000 Km).
Marte ha raggiunto l’opposizione l’8 Aprile 2014; la
Terra si trovava esattamente tra il Sole ed il Pianeta
Rosso, che sarà osservabile nelle sue migliori condizioni.
Le opposizioni di Marte si verificano circa ogni 26
mesi. Non tutte le opposizioni sono però ugualmente
favorevoli, la distanza tra i pianeti può infatti sensibilmente variare.
Ogni 15 o 17 anni, l’opposizione si verifica entro poche settimane dal passaggio al perielio di Marte (il
punto della sua orbita in cui si trova più vicino al sole),
in questi casi il pianeta rosso si troverà molto vicino
rispetto alla Terra. L’ultima grande opposizione di
questo tipo si è verificata nel 2003, la prossima sarà
nel 2018.
L’opposizione del 2014 apre il periodo più favorevole
per l’osservazione di Marte, e anche se nei prossimi
anni sarà ancora più grande non vedevamo così bene
il pianeta rosso dal 2007! Quest’anno durante l’opposizione si troverà a circa 92 milioni di km di distanza dalla Terra, per confronto nella grande opposizioni
del 2003 era a “soli” 55,73 milioni di km, e nel 2018
LO SPARO DEL CANNONE
St’usanza che pareva bell’e morta
é tornata de moda un’antra vorta.
Mo mezzogiorno a tutte le persone
J’arivié segnalato dar cannone.
Quanno lo sento penso co’ la mente
a’ na preghiera che me viè dar core
e mormoro : Signore
fa ch’er cannone serva solamente
per avvertì tutta l’umanità
che sta arivanno l’ora de magnà.
CHECCO DURANTE
(Roma 1893 – 1976) attore e
poeta romanesco, con la sua proverbiale schiettezza e bonomia
celebrò così quell’avvenimento.
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Ricerca di Marte nel cielo stellato
L’uso di segnare il tempo con un
colpo di cannone fu introdotto
nel 1847, da Pio IX, per dare
uno standard alle campane delle
chiese di Roma, affinché suonassero all’unisono la stessa ora.
Questo cannone fece ogni giorno
“a mezzogiorno” il suo dovere
fino al 1939 quando fu messo a
tacere a causa degli eventi bellici
di quegli anni. Terminato il conflitto, solo a seguito di una petizione portata avanti nella trasmissione di Mario Riva (Il
Musichiere) il 21 aprile 1959, in
occasione del 2712° anniversario
della fondazione di Roma, il cannone tornò a “far sentire la sua
voce”, a mezzogiorno in punto,
con un vecchio obice di 149/13
cambiato nel 1991 con una
bocca da fuoco 105/22 in uso
durante il secondo conflitto
mondiale.
inaiuto
ROMA
IL GIANICOLO
E LO SPARO
DEL CANNONE
La Redazione
lo troveremo distante 57,59 milioni di km. Questa variazione di distanza influisce ovviamente sulle osservazioni, facendoci apparire il disco del pianeta più
grande o più piccolo.
Il pianeta rosso che, come già detto, si trova in
opposizione dallo scorso 8 aprile, ha raggiunto la minima distanza dal nostro pia-
neta nella notte del 15 aprile a causa delle orbite planetarie non perfettamente circolari. Il periodo favorevole per l’osservazione continuerà per tutta la primavera; potremo vederlo alto
sopra l’orizzonte EST tra le stelle della Vergine, non
lontano dalla stella Spica, in una regione di cielo povera di astri luminosi con le quali confonderlo. Inoltre
la sua colorazione ambrata – arancione sarà un altro
indizio da cercare per essere sicuri di averlo individuato. Per rintracciarlo potremo farci aiutare dall’Orsa Maggiore. Prolungando la curva che sembrano formare le 3 stelle della coda, la prima stella luminosa
che raggiungeremo sarà Arturo, continuando il nostro
percorso celeste incapperemo in Spica, della Vergine,
poco sopra Marte brillerà inconfondibile.
Quindi seguite la mappa e... naso all’insù per godervi
questa meraviglia del creato!
La Redazione
inmemento
Associazione per l’assistenza sanitaria integrativa ai lavoratori
delle Aziende del Gruppo Telecom Italia
Sito internet: www.assilt.it
I Soci ASSILT del Lazio fanno riferimento al L'Unità Operativa di Roma che ha
sede in Via del Pellegrino 155 - 00186 - Servizio fax: 06.6846.6168
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Assilt/Centro.” Comunque nella sede Telecom di V.le Colombo,142
(nell’atrio di ingresso) rimane attiva la cassetta postale per la raccolta della
corrispondenza.
Sportello amministrativo - Via del Pellegrino 155 - Roma
Riceve il lunedì ed il martedì dalle ore 09.30 alle ore 12.30.
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Associazione per l’Assistenza Sanitaria Integrativa
A Dirigenti Aziende del Gruppo Telecom Italia
ID A
S
S
A
Via Tripoli, 94 - 10137 Torino
Sono state modificati i criteri per la gestione
ed il recapito delle domande di rimborsi
Digitare: www.assida.it e seguire le istruzioni
oppure digitare: www.alatel.it e poi Lazio.
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ASSOCIAZIONE SPILLE D’ORO OLIVETTI
Delegazione di Roma e del Lazio
Fiduciaria Manuela MOTTIRONI - Tel/Fax 06.687346
Sede: (presso Fondazione Adriano Olivetti) - Via Zanardelli, 34 00186 Roma
Orario presenza in sede: Martedì e Giovedì ore 10,00 - 12,30
Ho
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già ric ostale
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Devo ricordarmi di rinnovare la
QUOTA SOCIALE 2014
(invariata a Euro 25,00/anno)
Per il versamento si può provvedere tramite
- il c/c postale n° 91364000 intestato a
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Mi raccomando, non indugiare, perché il tuo contributo è molto importante.
(per informazioni è attivo il numero verde 800299225 (da Lu a Ve ore 9-12)
Caro Socio, ti ricordiamo che se usufruisci delle
FACILITAZIONI TELEFONICHE concesse
ai pensionati Soci Alatel Lazio,
il MANCATO RINNOVO DELLA QUOTA ASSOCIATIVA
ENTRO E NON OLTRE IL 31 GENNAIO
provoca la revoca automatica delle
“facilitazioni” concesse
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L’ ANGOLO DEI FOTOGRAFI
Tra i nostri Soci vi sono degli ottimi fotografi che ci inviano i loro
“scatti” relativi alle attività cui partecipano (e che servono spesso
a corredo degli articoli del Giornale) e “scatti” di altro genere, bellissimi ed interessanti. Ebbene questa volta abbiamo scelto alcune
foto del Socio Gianni AMADEI di eccezionale bravura; infatti le
tre immagini riproducono l’effetto lente di una goccia di acqua che
riflette i fiori sul retro; tanta professionalità e pazienza per la
messa a fuoco dell’oggetto in un mondo quasi infinitesimale.
Chi volesse cimentarsi in questa esperienza,
questi i mezzi tecnici impiegati
e i parametri di scatto:
-
Fotocamera Reflex
Treppiedi
Obiettivo Macro
Diaframma chiuso (F/16)
Tempo di esposizione 1/60
ISO: 400
Luce naturale in esterno
Cari Soci,
come saprete, per venire incontro alle richieste di essere più frequentemente e
tempestivamente aggiornati sulle attività dell’Alatel, è stato avviato da tempo
un progetto che prevede mensilmente l’invio di una e-mail relativo alle informazioni di maggiore “attualità”.
Quindi cari amici Soci, Voi che non avete ancora provveduto a farci avere (tramite il N° verde 800299225)
il vostro email (o quello di qualche familiare) comunicatecelo subito in modo che anche. Voi possiate essere
tempestivamente informati. Grazie.
(La Segreteria)
SENIORES TELECOM ITALIA
ALATEL LAZIO
Consiglio Regionale Lazio
S. Angelo Romano - Il Castello Cesi
Amelia - la Torre dodecagonale
Arezzo - S. Francesco
Il nostro autista Angelo
Arezzo - Il Duomo:
"La Maddalena"
di P. della Francesca
Amelia: i Soci davanti alla Porta Maggiore
Arezzo - il Mercato dell'Antiquariato