La Gazzetta dell`Economia

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Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
Anno XVI –
ottobre/ novembre
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– Settimanale di informazione economica – www.gazeco.it – Spedizione in abb. postale
% Art c.
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/
– Filiale di Bari
QUALCHE RIFLESSIONE SUL RAPPORTO OBI
L’agroindustria
per il Meridione
non è una panacea
di FEDERICO PIRRO
I
l recente studio presentato
a Roma dall’Osservatorio
Banche-Imprese sul valore
aggiunto dei Comuni del Mezzogiorno - con stime per il periodo
e previsioni per
gli anni
- rappresenta
indubbiamente un contributo
molto stimolante ad un’analisi
dei territori meridionali e delle loro dinamiche economiche
che dovrebbe arricchirsi sperabilmente di nuove ricerche
sempre più circostanziate.
E tuttavia, proprio perché
dobbiamo essere molto grati
ai ricercatori dell’Osservatorio
per il loro prezioso e complesso lavoro, svolto trattando e
offrendoci una gran quantità
di dati disaggregati sino ai
Comuni con più di mila abitanti, è opportuno rilevare che
non tutto il materiale analitico
propostoci risulta, a nostro avviso, pienamente persuasivo.
Infatti, circa le previsioni
sull’andamento del valore aggiunto al
, sono così tante
le variabili macroeconomiche
di difficile definizione - a partire da quelle di breve periodo
che proprio in queste ultime
settimane stanno tormentando economisti e policy maker
a livello mondiale - da rendere
nulla più che un esercizio econometrico pur raffinato quelle
stesse previsioni per il prossimo quadriennio.
Ma là dove le proposte avanzate per lo sviluppo futuro del
Mezzogiorno - sia pure argomentate con grande passione
civile dalla Direzione dell’Osservatorio - lasciano fortemente perplessi gli analisti più attenti, è proprio nella indicazione dei comparti che dovrebbero costituire la leva forte della
futura crescita del Meridione.
Ci si riferisce, in particolare,
alla proposta dell’Osservatorio contenuta nello studio
presentato di sviluppare nel
Sud i territori e i loro paesaggi,
l’agroindustria e le eccellenze
culturali che, certo, abbonda-
no nelle aree meridionali rappresentandovi grandi risorse
naturali, umane e tecnologiche
sicuramente bisognose di ulteriore potenziamento, e capaci
di creare anche nuova occupazione, ma che - è bene dirlo con
grande chiarezza - non possono in alcun modo sostituirsi né
sul breve, né sul lungo periodo
a settori trainanti come siderurgia, petrolchimica, chimica
fine, automotive, energia, aerospazio, Ict, transhipment.
Certo, anche tali comparti
- che per numero di occupati, volumi di investimenti e di
esportazioni e relazioni con
il sistema della ricerca costituiscono le leve più forti della
crescita meridionale - avranno
bisogno di ulteriori innovazioni, miglioramenti gestionali, qualificate supply chain
e costanti innalzamenti della
loro ecosostenibilità; ma guai
a pensare per un solo istante
che rappresentino il passato
dello sviluppo economico meridionale che, nel volgere di un
decennio, potrebbero essere
anche superati o di molto ridimensionati. I dati più recenti
riguardanti i loro siti produttivi
e le fabbriche maggiori dicono
il contrario, configurando così
uno scenario in cui esse saranno sempre più dentro la competizione internazionale con
buone chance di successo.
Ma anche agroindustria e
turismo - e non è pensabile
il contrario - sono dentro un
mercato mondiale sempre più
competitivo, come già oggi è
del tutto evidente per tante
colture ed aree del Mezzogiorno; e nessuno pertanto può
pensare che siano al riparo
dalla concorrenza dei prodotti
e dei servizi dei competitor esteri. Dall’olio al grano, dai vini
all’ortofrutta, gli agricoltori
meridionali sanno già da anni
cosa significhi competere con
derrate provenienti da altri sistemi produttivi del Mediterraneo, europei e in qualche caso
Sempre meno immatricolazioni mentre il costo dei carburanti vola
Auto a terra
benzina alle stelle
SCHIRONE ALLE PAGG. 6 E 7
Legambiente – In Puglia qualche luce e molte ombre
Privacy e web
Il Sud “paga” anche
in qualità ambientale
Facebook
ti amo
ma ti temo
C
ittà italiane immobili per la qualità ambientale:
le performance del
non hanno migliorato
quelle del
e ne risentiamo in termini di sicurezza sanitaria, sociale, ambientale e climatica. Ma
Centro e Nord si confermano nettamente in vantaggio rispetto al Sud. Così Legambiente nel Rapporto Ecosistema Urbano, l’annuale monitoraggio
curato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole Ore sullo stato di salute degli agglomerati urbani, con l’analisi di criticità ed eccellenze e le classifiche dei
capoluoghi di provincia. Per la Puglia
qualche luce e molte ombre. Con Alberto Fiorillo,
portavoce nazionale del “cigno verde”, abbiamo
approfondito alcuni dei temi emersi dal dossier.
P
Dossier
Sociale
Il libro
idea del fondatore di Slow food, Carlo Petrini, di aprire al Sud
la sede della Libera università di Scienze gastronomiche sta
per diventare realtà. Aprirà ad Orsara e sarà guidata dal maestro
Peppe Zullo.
“Cercasi”
Ricerca:
Università
bocciate
Il no profit
(in crisi)
supplisce
allo Stato
Il business
nel mobile
si fa
con le App
iù che la navigazione sul
web temono l’uso del cellulare. Le telecamere in città
passano inosservate mentre
l’uso della carta di credito preoccupa ancora, ma meno. E
poi c’è Facebook e il timore di
ritrovarsi in immagini pubblicate qua e là da amici reali o di
social network. Queste le nuove
paure degli italiani secondo il
“Privacy&Permission Marketing
Report
”. “Sono in crescita
esponenziale” secondo il neurologo Vito Covelli.
LEVANTACI ALLE PAGG. 10 E 11
DAPONTE PAGG. 2 E 3
COLELLA PAGG. 4 E 5
SERVIZI A PAG. 21
TRAVERSA PAGG. 12 E 13
SEGUE A PAG. 17
BUONO ALLE PAGG. 8 E 9
La nuova sfida di Petrini e Slow Food
La “scienza del cibo”
si studierà a Orsara
L’
2
29 ottobre
4 novembre 2011
Interventi
Dossier
Classifica accademica delle
Classifica degli Atenei Statali - Ranking
POLITECNICI
ATENEO
BORSE ESTRUTSERVIZI CONTRIBUTI TURE
WEB
INTERNAZIONALIZZAZIONE
VOTO
Torino Politecnico
,
Milano Politecnico
,
Venezia Iuav
,
Bari Politecnico
,
POSIZIONE
Fonte: elaborazione Censis Servizi S.r.l.
Analisi – Impietoso confronto fra Italia e mondo
L’Università
sempre più
“cenerentola”
L
e università italiane (tra cui anche l’Università e il Politecnico di Bari) in questi
giorni sono in fermento per l’approvazione dei nuovi statuti che ridefiniranno l’organizzazione accademica, per adeguarla alla
riforma Gelmini, renderla più snella, aprirla
maggiormente ai privati, creare più sinergie tra
dipartimenti e, magari, favorire un ricambio di
poltrone e cattedre.
Novità giudicate interessanti da diversi osservatori. La minaccia ai diritti di studenti, accademici e ricercatori, dunque, non sembra arrivare dalla nuova governance quanto dall’atavica carenza di fondi. “La riforma Gelmini – ha
detto Marino Regini, prorettore all’internazionalizzazione dell’Università degli Studi di Milano (curatore del libro uscito nel
“Malata e
denigrata. L’università italiana a confronto con
l’Europa”) - ha cambiato la governance con soluzioni in parte anche condivisibili ma non ha
sciolto il nodo centrale: tra i Paesi Ocse, l’Italia
è ultima dopo la Turchia per investimenti pubblici alle università. E se si tagliano i contributi
inevitabilmente si riduce la produttività della ricerca, soprattutto in alcune aree scientifiche”.
Questo è il problema generale che tocca
tutte le università italiane. Poi ci sono i singoli
casi. A parità di risorse, c’è chi galleggia e chi
affonda. Come già evidenziato nella precedente puntata del nostro dossier, l’ateneo barese
e quello salentino si accontentano di rientrare
quest’anno tra i primi
al mondo “premiati”
dal Times Higher Education World University
Rankings
: rispettivamente
esimo
e
esima, ossia esimo e esimo tra le università italiane, che però, nel complesso, affondano. Nessuna, infatti, occupa le prime
posizioni in classifica. “Anche perché – spiega
Regini – salgono le rivali asiatiche, cinesi in
particolare, che investono enormi quantità di
denaro in ricerca. Nel primo ranking di Shanghai del
– riferisce - solo o erano tra le
prime nel mondo. Oggi sono ”. È e sarà sempre più anacronistico, pertanto, illudersi che la
produzione cinese sia a basso valore aggiunto
e sostenuta solo dal costo ridotto della manodopera.
“Ma anche Paesi con cui più facilmente l’Italia dovrebbe confrontarsi – precisa Regini - come Germania e Francia, sono più generosi verso la ricerca. Berlino, ad esempio, prevede un
sistema di incentivi per gli atenei più meritevoli
e ciò ha favorito la risalita nei ranking mondiali di una decina di università tedesche. In Italia
non accade nulla di ciò”.
Il suo ritardo, sottolinea Regini, è fotografato anche dalle altre classifiche più accreditate
delle università mondiali, la Academic Ranking
of World Universities (Arwu) di Shanghai, QS
World University Rankings, la Higher Education Evaluation and Accreditation Council of
Taiwan e quella della Leiden University: “Per
quanto non esenti da critiche, queste graduatorie mostrano una sostanziale omogeneità nei
giudizi. Le università italiane più quotate sono
quasi sempre le stesse. La Statale di Milano, la
Sapienza di Roma, Bologna, Padova e Pisa. La
Statale è prima per Times (
esima con Milano Bicocca, l’anno scorso
esima), Taiwan e
Leiden, terza per Shanghai. Per Qs, è passata
dal
esimo al
esimo posto. Shanghai l’ha
declassata dallo scaglione
a quello
. Shanghai, Leiden e Taiwan tengono conto
in particolare della qualità, degli indicatori di
produttività scientifica e di ricerca. Qs e Times
sono basati anche sulla reputazione presso gli
accademici del mondo. Altre Università sono
ben quotate in ranking più specializzati, quali
la Bocconi e i Politecnici di Milano e di Torino.
Regini, invece, boccia la classifica di luglio
scorso del Censis: “Non la confronterei minimamente i ranking internazionali. Riporta classifiche sempre diverse, inverosimili, a parte la
prima, Bologna (Milano è risultata sesta nella
graduatoria dei mega atenei, Bari decima; tra i
grandi, Lecce settima; tra i medi, Foggia quindicesima, ndr). Usa indicatori costruiti evidentemente in modo artigianale”.
Quali sono i punti di forza delle prime della
classe? “Per la Statale, come per la Sapienza e
Padova, sono la qualità della produzione scientifica, per cui ricevono i punteggi più alti. E un
buon livello di produttività lo si raggiunge con
i docenti migliori, in Italia attirati dalla sede di
maggior prestigio per le loro competenze. Nel
nostro Paese vige un sistema non competitivo
e centralistico, in cui il premio nobel e l’ultima
scartina dei docenti a parità di ruolo sono pagati allo stesso modo. All’estero, invece, i migliori
vanno negli atenei dove sono meglio retribuiti
e trovano le condizioni di lavoro più favorevoli. Il che spiega anche un punto debole cruciale delle università italiane: il grado di internazionalizzazione, bassissimo, soprattutto per
i docenti. A cui si aggiunge un’altra zavorra: il
numero di studenti per docente, troppo alto”.
Fa la differenza anche la capacità di attrarre
finanziamenti per la ricerca, su cui, chiarisce
Regini, “in primo luogo incide la credibilità dello scienziato ma anche i servizi garantiti dall’università di supporto nella ricerca dei finanziamenti”.
GIUSEPPE DAPONTE
La scheda – I criteri dei ranking
Le classifiche
un rompicapo
C
lassificare atenei non è semplice come classificare squadre
di calcio. Eppure sia a livello nazionale (dove però i fondi
pubblici stanziati alle università per ora sono pochi spiccioli)
sia a livello europeo, si va verso un sistema che darà sempre
più peso a meccanismi di premialità legati alle graduatorie accademiche. Per questo, rileva Francesco Timpano, direttore di
Dipartimento di Scienze economiche e sociali dell’Università
Cattolica (sede di Piacenza), queste valutazioni e in particolare
quella della ricerca, va sempre più affinata.
“I ranking sono sensibili ad alcuni indicatori. Ce ne sono di
due tipi, di input e di output. I primi, ad esempio, sono quelli
che rilevano la dotazione delle università per produrre ricerca,
dai laboratori, ai servizi per gli studenti. Gli output, tenuti più in
considerazione all’estero, rilevano i risultati della ricerca, come
numero di pubblicazioni sulle riviste, sbocchi lavorativi per gli
studenti o loro salari medi”.
Valutare gli output, spiega Timpano, “è più complicato, anche perché sono più esposti a distorsioni, si pensi al peso che
ha il costo della vita (o anche il tipo di facoltà) nel relativizzare il
salario medio percepito dagli studenti laureati”.
Per Timpano, dunque, è bene conoscere i risultati sintetici
ma è più interessante guardare i risultati parziali. “In questo
momento – prosegue - stiamo lavorando molto per individuare
i criteri per la valutazione della ricerca utili anche a regolare la
distribuzione dei finanziamenti, e per correggere le tante possibili distorsioni. Non si possono, infatti, semplicemente contare
i contatti di ricerca attivati sul mercato dalle università o i budget che riesce ad attrarre per questo obiettivo. Tali criteri vanno contestualizzati. Ad esempio, non si possono mettere sullo
stesso piano la ricerca in un politecnico e quella di una facoltà
umanistica. Facoltà e dipartimenti andrebbero comparati solo
con facoltà e dipartimenti omologhi di altri atenei. Altro esempio: per i giuristi una pubblicazione solo su una rivista nazionale
è molto. Per un economista vale quasi zero”.
“In quest’ottica – conclude Timpano - le classifiche italiane
sono ancora giovani. Sono realizzate anche da soggetti competenti, quali il Censis, ma devono migliorare per fornire informazioni adeguate anche alle famiglie, che devono scegliere una
sede universitaria. E la raccolta dati è l’altra faccia del problema. Sono dichiarati dalle Università. Ma chi li controlla?”. g.d.
World Institution
Rank
Harvard University
Stanford University
Massachusetts Institute of
Technology (MIT)
University of California,
Berkeley
University of Cambridge
California Institute of
Technology
Princeton University
Columbia University
University of Chicago
University of Oxford
Yale University
University of California, Los
Angeles
Cornell University
University of Pennsylvania
University of California, San
Diego
University of Washington
University of California, San
Francisco
The Johns Hopkins University
University of Wisconsin Madison
University College London
The University of Tokyo
University of Michigan - Ann
Arbor
Swiss Federal Institute of
Technology Zurich
The Imperial College of Science,
Technology and Medicine
University of Illinois at UrbanaChampaign
University of Toronto
Kyoto University
University of Minnesota, Twin
Cities
New York University
Northwestern University
Washington University in St.
Louis
University of Colorado at
Boulder
Rockefeller University
University of California, Santa
Barbara
Duke University
The University of Texas at
Austin
University of British Columbia
The University of Manchester
University of Maryland, College
Park
University of Paris Sud (Paris )
Pierre and Marie Curie
University - Paris
University of North Carolina at
Chapel Hill
University of Copenhagen
Karolinska Institute
Pennsylvania State University University Park
University of Southern
California
Technical University Munich
University of California, Davis
University of California, Irvine
Utrecht University
The University of Texas
Southwestern Medical Center
at Dallas
Vanderbilt University
The University of Edinburgh
University of Munich
Carnegie Mellon University
University of Zurich
The Hebrew University of
Jerusalem
University of Pittsburgh
Rutgers, The State University of
New Jersey - New Brunswick
University of Melbourne
Purdue University - West
Lafayette
University of Heidelberg
The Ohio State University Columbus
McGill University
Brown University
Leiden University
Uppsala University
King’s College London
Ecole Normale Superieure - Paris
The Australian National
University
University of Bristol
University of Florida
University of Geneva
University of Helsinki
University of Oslo
Boston University
Moscow State University
Arizona State University - Tempe
University of Utah
University of Arizona
Stockholm University
Indiana University Bloomington
Osaka University
University of Rochester
University of Nottingham
Aarhus University
The University of Queensland
University of Goettingen
Ghent University
McMaster University
University of Basel
Michigan State University
Rice University
Nagoya University
University of Bonn
University of Sydney
Case Western Reserve
University
The University of Sheffield
Tohoku University
Texas A&M University - College
Station
University of Frankfurt
Dossier
29 ottobre
4 novembre 2011
3
università mondiali (ARWU)
Country
National
Rank
Total
Score
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Score on
Alumni
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L’intervista – Il rettore del Politecnico di Torino
“A noi manca
la cultura
del confronto”
“L
Bari – Critico il prof. Costantino
Il Politecnico
boccia il Censis
“L
e classifiche del Censis? Sono da tempo considerate inattendibili, per la scarsa trasparenza della procedura e la
significatività dei parametri scelti”. Così il rettore del Politecnico di Bari, Nicola Costantino, boccia la graduatoria che a luglio
scorso ha asseganto al Politecnico di Bari l’ultima posizione tra
i quattro omologhi italiani (ultima anche la facoltà di ingegneria barese; è andata meglio ad architettura, a metà classifica).
Costantino, invece, preferisce parlare dell’ultima classifica del
Sole Ore, “su dati più attendibili di Ministero e Istat”, in cui
“il nostro abbiamo il punteggio più alto tra gli atenei del Sud
e di molte blasonate università del Centro nord (come Torino,
Milano e Venezia e la tre di Roma)”.
“Anche il ranking internazionale Sir
sulla ricerca – aggiunge - ci conferma in buona posizione. Ma la classifica cui teniamo di più è quella Istat, sul successo occupazionale: , %
contro la media nazionale di poco superiore al % e degli atenei del sud del % circa”.
Il punteggio più basso del Censis è andato a web e internazionalizzazione, ma per Costantino “quella valutazione è di una
soggettività disarmante e anche sull’internazionalizzazione ci
sarebbe molto da dire”.
“I nostri punti di forza? Proviamo a offrire agli studenti il più
alto livello di servizio compatibile con gli importi molto bassi
delle tasse studentesche. La rivista Campus ci ha classificato al
secondo posto in Italia per minor incidenza delle tasse sulle entrate. Ma i nostri veri punti di forza sono i tanti riconoscimenti
internazionali ai nostri ricercatori, l’ottima accoglienza riservata dal mondo del lavoro ai nostri laureati, le varie collaborazioni con imprese multinazionali di primo livello, quali HP, Avio e
General Electric”.
“Il Politecnico di Bari – prosegue – è un protagonista dell’economia pugliese, con innumerevoli collaborazioni con le imprese, locali e non, in ricerca applicata e trasferimento tecnologico. Ha un ruolo di rilievo nei distretti tecnologici regionali
(meccatronica, informatica, energia, aerospaziale, alimentare)
e in quasi tutti i distretti industriali. I suoi laboratori sono al servizio di diverse imprese. E ha dato vita a circa venti spin-off,
cioè nuove imprese, partecipate dai nostri docenti, ricercatori e
soprattutto giovani dottori di ricerca formati da noi, che operag.d.
no mettendo a frutto i risultati delle nostre ricerche”.
e università, più che in
passato, devono acquisire la cultura della valutazione,
che non è ancora propria del
nostro Paese: in Italia questo
processo è partito solo da poco. Serve a confrontarci sempre più con sistemi formativi e
di ricerca di altri Paesi, ad attuare politiche che ci consentano
in tempi relativamente brevi
di recuperare le carenze del
nostro sistema universitario”.
Così il rettore del Politecnico di
Torino, Francesco Profumo, da
agosto scorso anche al vertice
del Consiglio nazionale delle
ricerche.
Il Politecnico nel rapporto
del Times si è piazzato
esimo, in quello del Censis primo
nella sua categoria. Come valuta questi voti?
“Sono piuttosto stabili rispetto agli anni passati. Sono molto
contento per il Censis. Nella
classifica del Times paghiamo il
fatto di essere una scuola tecnica che va a confrontarsi con altre generaliste. Il che rende più
complicato il confronto, perché alcuni parametri non sono
molto congruenti con il nostro
tipo di università. Ad esempio,
il numero di citazioni sui lavori:
se non sono ponderate, si avvantaggiano i settori medico
biologici, dove sono molto più
numerose rispetto al settore
tecnico. Questa non vuole essere una giustificazione. Rilevo
solo che ci sono parametri legati al tipo di università.
Non credo ci siano, invece,
ranking di serie A e B. Le classifiche sono correlate agli indicatori valutati. In alcuni casi favorevoli ad alcune università, in
altri casi meno. D’altra parte, il
libero mercato dei ranking porta a ciò, finché non si arriverà a
una normalizzazione dei parametri. Ad ora, è più indicativa
una comparazione dei risultati
registrati nel tempo da un’università nella stessa classifica
un modello per le altre?
“Siamo un’università atipica, quasi monoculturale, perché eroghiamo solo corsi di
ingegneria e architettura. Ma
alcuni modelli possono essere
indicativi anche per altri. Ad esempio la politica sulla internazionalizzazione. Abbiamo fatto
investimenti strutturali, grazie
ai quali oggi abbiamo circa il
% dei corsi in inglese e rivolgiamo un’attenzione particolare al marketing per acquisire
studenti stranieri e ai servizi da
offrire loro”.
FRANCESCO PROFUMO
Profumo:
va ancora
compreso il
valore delle
valutazioni
piuttosto che un confronto tra
ranking di tipo diverso”.
Quali i principali punti di forza del suo Politecnico?
“Principalmente tre. La qualità scientifica dei prodotti di
ricerca, l’internazionalizzazione e la capacità di relazione
con il sistema socio economico
e, quindi, di acquisire su base
competitiva risorse extra rispetto a quelle trasferite dal
Ministero, fondi europei e provenienti dalle grandi agenzie
mondiali. Nel nostro campus
disponiamo di centri di ricerca
che sono un mix esemplare di
accademia e ricerca pubblica e
privata, un ecosistema in cui i
nostri studenti possono crescere al meglio”.
In che campo ritiene che la
sua università possa costituire
Punti deboli?
“La percentuale di docenti stranieri rispetto ai nostri
competitor internazionali. Il
secondo problema è il sistema
di reclutamento dei nostri docenti, piuttosto rigido, difficile da approcciare per docenti
provenienti da fuori, poco attratti anche dai salari, più bassi
rispetto ad altre grandi università. Il terzo sono le risorse limitate, soprattutto in questo
momento, che riducono la
nostra capacità di investire in
laboratori, apparecchiature e
in altri elementi che possono
supportare la ricerca”.
Un giudizio sul nuovo statuto approvato.
“Positivo. Il risultato lo vedremo nei prossimi anni. Gli
statuti devono vivere almeno
dieci anni prima di essere giudicati. E bisognerà vedere i regolamenti che scriveremo. Ma va
nella direzione di una semplificazione della catena di governo
dell’istituzione con un elemento di grande interesse, l’aver
eliminato la dicotomia tra ricerca e formazione, ora entrambe
sotto la responsabilità dei dipartimenti. E abbiamo conservato alcune nostre peculiarità
storiche che finora hanno fatto
la nostra forza, come un livello
di partecipazione elevato”.
g.d.
4
29 ottobre
4 novembre 2011
Imprese
Unioncamere – Dopo anni di boom, il quadro globale impone un rallentamento
Cooperative sociali e impre
al settembre
In crisi pure il sociale
“frenata” per il settore
Provincia
Movimenti e tassi previsti dalle imprese sociali nel
per settore di attività, ripartizione territoriale e classe
dimensionale (Unioncamere - Ministero del Lavoro)
Movimenti previsti nel
*
Tasso di
(valori assoluti)
variazione**
Entrate Uscite Saldo
(val. %)
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TOTALE
INDUSTRIA
SERVIZI
Commercio e servizi
di alloggio, di
ristorazione e turistici
.
Servizi di trasporto,
logistica e
magazzinaggio
Servizi informatici
e delle TLC; servizi
avanzati alle imprese
Servizi operativi di
supporto alle imprese
e alle persone
.
Istruzione e servizi
formativi privati
.
Sanità, assistenza
sociale e servizi
sanitari privati
.
Altri servizi alle
persone
.
RIPARTIZIONE TERRITORIALE
Nord Ovest
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Nord Est
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Centro
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Sud e Isole
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CLASSE DIMENSIONALE
- dipendenti
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- dipendenti
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dipendenti e oltre
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dipendenti e oltre
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-,
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Assunzioni non stagionali previste dalle imprese sociali
per il
e segnalazioni del genere, dell’età e della
nazionalità per settore di attività, ripartizione territoriale
e classe dimensionale (Unioncamere - Ministero del Lavoro)
di cui
Assunzioni (% su totale assunzioni):
non
Fino
stagion.
Personale
(v.a.)* Donne a
immigrato**
anni
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TOTALE
INDUSTRIA
SERVIZI
Commercio e servizi
di alloggio, di
ristorazione e turistici
,
Servizi di trasporto,
logistica e
magazzinaggio
,
Servizi informatici
e delle TLC; servizi
avanzati alle imprese
,
Servizi operativi di
supporto alle imprese
e alle persone
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Istruzione e servizi
formativi privati
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Sanità, assistenza
sociale e servizi
sanitari privati
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Altri servizi alle
persone
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RIPARTIZIONE TERRITORIALE
Nord Ovest
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Nord Est
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Centro
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Sud e Isole
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CLASSE DIMENSIONALE
- dipendenti
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- dipendenti
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dipendenti e oltre
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Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese
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L
e imprese sociali costituiscono un segmento
del tessuto produttivo
nazionale in continua crescita negli ultimi anni. In termini
quantitativi, il numero di soggetti operanti in questo segmento ha superato le mila unità, che danno lavoro a quasi
mila dipendenti (il , % del
totale dei dipendenti dell’economia privata extra-agricola).
Lo rivela lo studio pubblicato
da ‘Unioncamere’ e promosso,
promossa dall’Aiccon, l’Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit
La quasi totalità di queste
imprese opera nella forma giuridica di cooperativa sociale,
una realtà che alla fine di settembre di quest’anno contava
uno stock di .
imprese
iscritte al Registro imprese, in
lievissima flessione rispetto allo stesso dato del
, dopo
anni di crescita sostenuta.
Negli ultimi sei anni le cooperative sociali sono cresciute
del , % passando dalle .
unità rilevate al
settembre
, alle .
risultanti dai
registri camerali alla stessa
data di quest’anno. In media,
l’incremento dello stock nel
periodo ha sfiorato il ritmo del
% l’anno ( , il dato esatto).
Ma se si osserva l’andamento della serie si noterà
come l’esplosione della crisi
del
abbia bruscamente
Nonostante
le difficoltà
imprese
oltre
le 13mila
unità
rallentato un processo di espansione ben superiore alle
due cifre percentuali l’anno,
riportandone la dinamica sui
valori di crescita dell’universo
di tutte le imprese italiane. Il
perdurare della crisi e gli effetti combinati delle politiche
pubbliche di risposta basate
sul contenimento della spesa
pubblica, hanno inevitabilmente avuto un impatto negativo
sulla capacità delle imprese
sociali di creare valore, sviluppare innovazione e sostenere
l’occupazione.
Guardando ai risultati economici, nel
le imprese
sociali che hanno dichiarato un
aumento annuale del fatturato
sono state molto meno rispetto a quanto segnalato l’anno
precedente ( % contro
%),
con una concentrazione maggiore nelle regioni meridionali.
Le difficoltà economiche delle
imprese sociali si riflettono
Ricadute occupazionali
anche sulla stessa capacità innovativa: nel
, le imprese
che hanno realizzato innovazioni di prodotto o servizio
sono risultate appena la metà
rispetto all’anno precedente
(in media il % contro il % del
), con le regioni meridionali ferme ad un poco esaltante , %.
Per il segretario generale
di Unioncamere, Claudio Gagliardi: “La crisi pone l’impresa
sociale davanti a sfide inedite,
sfide manageriali e, probabilmente, sfide di diversificazione. Si aprono nuovi spazi per
operare non solo nell’assistenza e nei servizi alla persona, ma
anche nella cultura, nel turismo, nella promozione del territorio. Per affrontare queste
sfide è necessario un supplemento di “imprenditorialità”,
indispensabile per collocarsi
in uno scenario nuovo, in cui
necessariamente si dovrà fare
meno affidamento sulla dipendenza dal settore pubblico, le
cui risorse saranno sempre più
ridotte, mentre crescerà la domanda di servizi e beni a forte
contenuto sociale e civile.
L’impresa può dare un contributo strategico di grande
rilievo per ri-orientare la crescita verso un nuovo modello
di sviluppo, più sostenibile ed
equo, che metta al centro il lavoro e la persona umana”.
SANTA COLELLA
Ecco come funzionano
Tanti i posti Fra volontari
Onlus
ma meno
e aziende
che in passato
I
l rallentamento dell’espansione del settore
no-profit, si riflette anche sul fronte dell’occupazione. Pur continuando a creare nuovi posti di lavoro in controtendenza rispetto al complesso dell’economia ( .
il saldo positivo tra
entrate e uscite nel
), secondo il Sistema
Informativo Excelsior il fabbisogno occupazionale delle imprese sociali quest’anno è risultato inferiore di quasi punto percentuale rispetto al
( .
le assunzioni non stagionali
previste nell’anno in corso, contro le .
dell’anno scorso).
In termini relativi, fatta eccezione per il disastroso
, il pur positivo + , % di quest’anno
rappresenta il risultato meno brillante della recente storia: dal + , del
al + , % del
,
passando per il + , % del
. In termini assoluti, il settore che da solo determina l’intera crescita occupazionale del
è quello della Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati
(+ .
unità), dove peraltro si concentra poco
più dei due terzi dei dipendenti del settore.
Da solo, il saldo della sanità supera il saldo
complessivo del
, arrivando a compensare
le perdite fatte registrare nei Servizi operativi
di supporto alle imprese e alle persone (unità) e nell’Istruzione e servizi formativi privati
(). Resta da segnalare come il saldo occupazionale dell’industria (+ , %) sia superiore in
termini relativi alla media nazionale.
s.c.
O
ccorre fare un distinguo e chiarire le
differenze tra un’impresa sociale, le organizzazioni di volontariato e le associazioni
Onlus. La disciplina delle imprese sociali è
contenuta nella legge / , resa organica e
attuale tramite il d.lgs. / .
A partire dagli anni ‘ si sono sempre più
affermate forme imprenditoriali e organizzative per perseguire finalità sociali operando
all’interno del mercato concorrenziale. Le imprese sociali sono nate per rispondere ai nuovi bisogni trascurati dall’impresa tradizionale
e ai quali le politiche governative non erano
in grado di fare fronte in maniera adeguata.
Le imprese sociali godono del privilegio
di poter limitare alcuni aspetti delle responsabilità patrimoniali dei partecipanti anche
quando per la forma societaria utilizzata
prevarrebbe la responsabilità personale e illimitata di questi soggetti. Organizzazioni di
volontariato e Onlus, pur avendo in comune
l’assenza di scopo lucro, vengono trattate in
modo distinto dalla legge. Mentre le associazioni operano prevalentemente a favore degli iscritti, le Onlus possono svolgere attività
commerciali e la loro azione è tipicamente
rivolta a favore di soggetti terzi. I campi d’intervento vanno dalla sanità, all’istruzione,
alla beneficenza, alla formazione, allo sport.
S.C.
PALERMO
FROSINONE
ORISTANO
REGGIO CALABRIA
POTENZA
CAGLIARI
RIETI
LATINA
AVELLINO
BENEVENTO
LECCE
FOGGIA
ENNA
CATANIA
CASERTA
AGRIGENTO
CALTANISSETTA
VIBO VALENTIA
TRAPANI
MESSINA
TRIESTE
RAGUSA
COSENZA
SONDRIO
SALERNO
GENOVA
ISERNIA
ASCOLI PICENO
CAMPOBASSO
ROMA
L’AQUILA
BARI
LIVORNO
NAPOLI
TARANTO
SAVONA
CATANZARO
IMPERIA
SASSARI
BERGAMO
CUNEO
COMO
SIENA
PESCARA
PARMA
VARESE
VENEZIA
TRENTO
MASSA CARRARA
ALESSANDRIA
LA SPEZIA
ROVIGO
LODI
PERUGIA
VERCELLI
BOLZANO
NOVARA
CROTONE
BELLUNO
BOLOGNA
BIELLA
ANCONA
FIRENZE
TREVISO
MILANO
RAVENNA
FORLI’ - CESENA
SIRACUSA
CHIETI
ASTI
BRESCIA
PADOVA
MODENA
VITERBO
PRATO
MONZA E BRIANZA
VERBANIA
AREZZO
NUORO
PISTOIA
RIMINI
FERMO
TERAMO
LECCO
LUCCA
PIACENZA
VERONA
MATERA
BRINDISI
FERRARA
TERNI
GROSSETO
PISA
AOSTA
PESARO E URBINO
TORINO
REGGIO EMILIA
MACERATA
UDINE
MANTOVA
CREMONA
PAVIA
VICENZA
GORIZIA
PORDENONE
ITALIA
Coop sociali
.
.
Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimpr
Imprese
se registrate per provincia
Totale imprese
registrate
.
rese
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Coop sociali
x
imp.
registrate
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EVOLUZIONE RECENTE DELLE COOPERATIVE SOCIALI
Stock, saldi e variazioni % al settembre degli anni
(Unioncamere)
Anni
5
29 ottobre
4 novembre 2011
Stock al settembre
Saldi dodici mesi
di ogni anno
.
-
-
Var. % dodici mesi
- , %
.
, %
.
, %
.
.
, %
.
.
, %
.
.
, %
Intervista – Titti Divella, di AMO Puglia, spiega ruolo (e difficoltà) del volontariato
Il no profit supplisce
ai limiti del pubblico
È
evidente che le imprese
sociali e le associazioni
senza scopo di lucro nascono
per sopperire alla mancanza
di quelle statali. Ne abbiamo
parlato con Titti Divella, Presidente dell’Associazione Malati
Oncologici (AMO) di Puglia.
Nonostante la crisi degli ultimi anni le imprese sociali si
difendono bene. Sono cresciute del . % negli ultimi anni,
anche se la variazione dell’ultimo anno segna un valore
negativo (- , %). Come giudica
questi dati?
“A mio parere questo valore
si riferisce alle difficoltà che noi
cittadini incontriamo per organizzare un’impresa sociale (più
numerose al nord e al centro
rispetto al sud) e alla congiuntura economica in atto. La crisi di
molte aziende ha determinato
ripercussioni anche nel dialogo
con le imprese sociali, soprattutto cooperative sociali di tipo
B, che avevano avviato partnership commerciali per specifiche
forniture: ad esempio confezionamento, imballaggi, ecc (come si evince dall’VIII Workshop
nazionale sull’impresa sociale
del settembre
a cura dell’ISNET). Storicamente area debole per le imprese sociali è il
rapporto con i media: più della
metà delle organizzazioni interpellate dichiara di non aver
avuto occasioni di collaborazione con i media nell’ultimo anno.
In tempi di crisi congiunturale,
l’orizzonte strategico di una miglior visibilità dell’impresa sociale anche rispetto ad un pubblico
ampio e non solo di addetti ai
lavori, resta un’opzione a bassa
priorità. Anche in questo caso,
la soddisfazione diminuisce”.
Come si evince dai dati Unioncamere, le province meridionali, sono tra i primi posti
nel numero delle cooperative
sociali x .
imprese registrate. Un dato significativo
anche questo, non crede?
“Il dato è significativo, ma mi
piacerebbe conoscere nel dettaglio i numeri relativi allo stato di ‘salute’ attuale di queste
.
imprese”.
Perché, secondo lei, il territorio ha sempre più bisogno
di questo tipo di imprese? Forse nascono per sopperire alla
mancanza di strutture pubbliche o ci sono altri motivi?
“Esatto. Credo che le imprese sociali, come le associazioni
senza scopo di lucro, le associazioni di volontariato, nascano
per sopperire alla mancanza di
strutture pubbliche”.
Infine uno zoom sull’operato
dell’associazione che ha fondato, AmoPuglia. E’ in linea con i
dati nazionali? Quali considerazione personali può portarci lei
che è impegnata direttamente
sul campo?
“AmoPuglia è un soggetto
diverso perché è una onlus che
si occupa di assistenza domiciliare gratuita ai malati terminali
con medici, infermieri, psicologi
TITTI DIVELLA
Se il saldo di questi ultimi
mesi è negativo, quello dell’occupazione nel settore è positivo con la sanità, l’assistenza
sociale e servizi sanitari privati
a+ .
unità. Cosa ne pensa?
“Sono molto favorevole alla
nascita di nuove imprese sociali
specialmente in settori come
sanità, assistenza sociale, ma io
stessa ho incontrato non poche
difficoltà quando abbiamo fondato AmoPuglia; messi di fronte alla necessità di una scelta
abbiamo preferito dar vita ad
una Onlus (legge
/ ) più
snella nella sua organizzazione.
Tra l’altro, è stato arduo trovare esperti con una profonda
esperienza nel settore delle imprese sociali”.
specialisti in cure palliative e in
terapia del dolore regolarmente retribuiti dall’Associazione in
comuni della provincia di Bari, e in due Comuni della BAT”.
L’assistenza domiciliare ai
malati oncologici terminali è
un LEA (Livello Essenziale di
Assistenza). I livelli essenziali
di assistenza (LEA) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio
sanitario nazionale è tenuto a
fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento
di una quota di partecipazione
(ticket). Al momento esiste solo una buona legge, ma quanti
anni ci vorranno perché sia operativa ed assicuri ai cittadini
un servizio indispensabile?
Nelle nazioni europee ‘progredite’ questo servizio è assicurato da molti anni. Il buon
esempio viene dalla Gran Bretagna che ha iniziato negli anni .
In Italia si registra un divario
profondo tra Nord e Sud sia come numero di Hospice presenti
sul territorio sia come associazioni no profit che si occupano
assistenza domiciliare ai malati
oncologici. Questo divario fa si
che in Puglia il territorio sia coperto da associazioni in modo
non uniforme, a macchia di leopardo con comuni o gruppi di
comuni vicini in cui non vi è assolutamente nulla. Per non parlare degli Hospice gestiti dalle
AUSL, (solo in tutta la Puglia)
assolutamente insufficienti. In
Lombardia, tanto per fare un
paragone, ve ne sono
.
In Puglia e precisamente a
Monopoli, il dottor Antonio
Conversano, Direttore dell’Hospice San Camillo, palliativista
noto a livello nazionale, ha
realizzato un progetto pilota
che per la prima volta vede una stretta collaborazione tra
pubblico e privato, nel senso
che i medici, gli infermieri e gli
psicologi impegnati nell’Hospice offrono anche assistenza
domiciliare ai malati terminali
di Comuni limitrofi che fanno
parte della rete AmoPuglia. La
AUSL di riferimento retribuisce
un certo numero di personale,
oltre il quale interveniamo noi
con i fondi raccolti.
s.c.
Il consorzio Gino Mattarelli
La grande rete
della solidarietà
I
l Consorzio nazionale di cooperazione di solidarietà sociale
Gino Mattarelli (CGM) è la più grande rete italiana di imprese sociali. La sua base sociale è costituita da
consorzi territoriali, distribuiti in tutte le regioni, che coordinano l’attività e
l’iniziativa di circa .
cooperative ed altre
organizzazioni
non profit. Il loro scopo è di perseguire l’interesse generale della comunità, della promozione umana e dell’integrazione sociale dei cittadini.
Quasi , mld di fatturato
I numeri CGM
45mila gli adetti
I
numeri delle cooperative del Cgm:
imprese nel Paese,
con quasi un miliardo e
milioni di fatturato e mila addetti.
servizi per la prima e la seconda infanzia,
case
famiglia,
comunità e centri diurni per anziani, altrettanti per
la salute mentale,
residenze e centri diurni per la disabilità.
Percorsi di inserimento per cassintegrati e disoccupati, disabili,
detenuti e strutture o progetti di accoglienza, accompagnamento e integrazione per rifugiati.
6
29 ottobre
4 novembre 2011
Mercati
Rincari – Consumi calati dello , %, spese aumentate del , %
Paghi più, hai meno
Benzina che salasso
Sugli automobilisti pesano il
prelievo fiscale (cresciuto del
6,8%) e il rincaro del prezzo
industriale (+13,1% benzina,
+17,7% gasolio)
L
a ricetta per consumare meno carburante
e spendere di più è molto semplice. Basta
fare il pieno in Italia. Nei primi nove mesi
di quest’anno i consumi di benzina e gasolio per
autotrazione sono calati nel nostro Paese dello
, %. La spesa è invece aumentata del , % e il
prelievo fiscale è aumentato del , %. Queste
percentuali di crescita risultano dalla banca dati
sui consumi e prezzi del carburante elaborata
dal Centro Studi Promotor GL events sui dati
ufficiali del Ministero dello Sviluppo Economico.
In euro per benzina e gasolio, nei primi nove
mesi dell’anno, gli italiani hanno speso , miliardi con una crescita sullo scorso anno di ,
miliardi. Il fisco ha incamerato ben , miliardi
con una crescita di , miliardi. L’incremento del
prelievo fiscale è dovuto sia ai due aumenti delle
accise decisi dal Governo che all’incremento del
gettito Iva in forza del meccanismo che impone
il calcolo di questa imposta sulla somma dell’accisa e del prezzo.
Dei , miliardi spesi in più dagli utenti della
strada da gennaio a settembre ben il % è dovuto all’aumento del prezzo industriale, che è
quindi la prima causa dei forti rincari del costo
dei carburanti per automobilisti e camionisti.
Nei primi nove mesi di quest’anno il prezzo medio della benzina è infatti aumentato del , %,
mentre il prezzo medio del gasolio è aumentato
del , %.
Questa forte dinamica ha consolidato e migliorato la posizione dell’Italia in testa alla classifica dei Paesi europei in cui i carburanti sono
più cari. Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico, per il gasolio l’Italia è sul podio. Si classifica infatti terza con un prezzo al litro di ,
euro, preceduta soltanto dalla Svezia con ,
euro al litro e dal Regno Unito, saldamente al
comando con ,
euro al litro. Per la benzina,
invece, il nostro Paese è “soltanto” quinto con
,
euro al litro preceduto dal Belgio ( , ),
dalla Danimarca ( ,
), dall’Olanda ( ,
) e
dalla Grecia ( , ).
ALESSANDRO SCHIRONE
Dati di settembre – In Italia calo del , %
Loiacono – Moving Center
Immatricolazioni giù
e il 2012 sembra nero
“Fra Iva e Ipt
la situazione
è sfavorevole”
S
N
el mese di settembre sono
state immatricolate in Italia
.
autovetture con un
calo del , % rispetto al livello
già molto depresso dello stesso
mese del
. Questo calo non
è certo inatteso, come inattesa
non è la sua entità che è relativamente contenuta soltanto
perché molte case automobilistiche continuano ad utilizzare
la leva dei chilometri zero, cioè
delle immatricolazioni a nome
dei concessionari di auto nuove
da rivendere appena possibile
come usato con chilometri zero. Il dato di settembre conferma comunque la previsione del
Centro Studi Promotor GL events secondo cui il mercato automobilistico italiano dovrebbe
chiudere il
con un volume di
immatricolazioni leggermente
inferiore a un milione e
mila unità: un livello peraltro così
basso da mettere a rischio la sopravvivenza di un certo numero
di aziende concessionarie.
Per nulla buone le
prospettive per il 2012
Per quanto riguarda l’anno
nuovo, non si può certo pensare che si delinei una ripresa
per il mercato dell’auto mentre
l’economia italiana è sull’orlo
dell’abisso. Abisso in cui finirà
per precipitare l‘intero settore
se saranno ancora rinviate le
decisioni necessarie per rilanciare la crescita e se eventuali
provvedimenti non saranno
tali da dare un impulso immediato alla domanda di beni di
consumo. A tale proposito,
sottolinea il Centro Studi Pro-
motor GL events, l’unico modo
per incidere immediatamente
sulla domanda è immettere subito aumenti nelle buste paga
di operai e impiegati. Questo
risultato si può ottenere accogliendo la proposta contenuta
nel Manifesto delle Imprese di
diminuire l’Irpef e compensare
il calo del gettito con un’imposta patrimoniale. Il termine
ultimo per un provvedimento
di questo tipo, se non è già scaduto, sta per scadere. I più recenti dati statistici dicono che è
crollata la fiducia delle imprese
e dei consumatori e che la produzione industriale da mesi è in
calo, mentre anche le nostre esportazioni sono in frenata, per
non parlare dell’andamento dei
mercati finanziari.
Una ripresa pronosticabile
a certe condizioni
Per una vera e duratura ripresa è indispensabile un deciso
intervento governativo. Come
è noto le case automobilistiche
non hanno però certo tirato i
remi in barca. Il Salone di Francoforte ha dimostrato, e il prossimo Motor Show di Bologna
dimostrerà, il forte impegno
dell’industria nel proporre novità al pubblico sia in funzione
delle esigenze di prima motorizzazione dei paesi emergenti
sia per far fronte a una domanda di sostituzione che appare
sempre più compressa nei mercati maturi. Ed anche in Italia,
pur permanendo le vendite su
bassi livelli, non mancano segnali di interesse della domanda nonostante l’inerzia del Palazzo nel rilanciare l’economia
e nonostante gli inasprimenti
fiscali sull’auto degli ultimi mesi. Un quadro di minor negatività emerge infatti dall’inchiesta
congiunturale mensile condotta a fine settembre dal Centro
Studi Promotor GL events sui
concessionari. I giudizi sugli ordini sono sempre fortemente
negativi, ma la quota di concessionari che dichiarano bassi livelli di acquisizione dal % di luglio è passata all’ % di agosto
e al % di settembre. Analogo
andamento per l’affluenza di
potenziali acquirenti nei saloni
espositivi dei concessionari. La
quota di operatori che stimavano bassa l’affluenza passa dal
% di luglio all’ % di agosto e
al % di settembre. Certo non
si può affermare che il quadro
sia mutato decisamente in positivo, ma non si può negare che
vi siano segnali di risveglio della
domanda dal letargo degli ultia.s.
mi mesi.
econdo i dati recenti, a seguito del numero di
immatricolazioni del mese di settembre, il
dovrebbe chiudere con una quota complessiva di
poco inferiore al milione e
mila autovetture
immesse su strada. Una situazione insolitamente
anomala di cui ne abbiamo parlato con Gai Loiacono, responsabile di Moving Center a Bari.
Molte concessionarie rischiano la chiusura.
Ma com’è possibile tutto questo?
“Questa drammatica situazione non mi stupisce affatto. In tempi non sospetti era già semplice scorgere i primi segnali della crisi. Oggi il
mercato dell’auto è in calo del % e a settembre,
come se non bastasse, gli operatori del settore
hanno subito l’ennesima beffa. L’IVA è aumentata dell’ %, mentre IPT e passaggio di proprietà
sono passati da una tassa fissa ad una tassa a kilowatt. Qualcuno preferisce, o talvolta è costretto,
a chiudere per trovare fortuna altrove”.
Nonostante la crisi, il clima di fiducia degli operatori del settore è aumentato negli ultimi tre mesi. Ma quali sono le reali prospettive per il
?
“Con un clima simile, mi sembra difficile pensare che con l’anno nuovo la situazione possa cambiare e tantomeno che qualcuno possa guardare solo il bicchiere mezzo pieno. I concessionari
sono sotto scopa delle case automobilistiche con
mandati a tempo determinato, e la gente risparmia perfino sui beni di prima necessità, acquistando alimenti di seconda scelta, cibo di origine
cinese e abbigliamento di qualità scadente”.
Nella scelta dell’auto quanto pesa l’aumento
dei carburanti verificatosi negli ultimi anni?
“Sicuramente rappresenta un freno, ma non
mi sento di puntare il dito solo su questo aspetto.
Chi decide di acquistare un’auto, lo fa a prescindere dal costo di benzina e gasolio. Sulla scelta
incide, piuttosto, l’introduzione di nuovi modelli,
che ultimamente hanno rilanciato un mercato comunque in collasso. Ma segnali positivi non ce ne
sono e su questo bisogna assolutamente riflettere. La crisi del mercato dell’auto deve essere anaa.s.
lizzata in un quadro molto più ampio”.
Mercati
29 ottobre
4 novembre 2011
7
Vendite auto – Nonostante il crollo del Bel Paese, l’Ue si tiene a galla
La Germania traina
il mercato europeo
L
a notizia è che il mercato dell’auto,
nel mese di settembre, ha tenuto
senza subire ulteriori scricchiolii. Ma
detto in questi termini, pare che la situazione sia decisamente migliorata rispetto all’ultima rilevazione del Centro
Studi Promotor GL events di Bologna.
Eppure le cose non stanno realmente
così. Perché si tratta di dati che riflettono la situazione generale del mercato
automobilistico europeo. A settembre,
nei
mercati nazionali dell’Unione
Europea più i tre dell’EFTA, sono state
immatricolate . .
autovetture con
una crescita dell’ , % rispetto allo scorso
anno. Lo ha annunciato l’Acea (European Automobile Manufacturers’ Association), secondo cui il consuntivo dei primi
nove mesi è soltanto lievemente negativo. Le immatricolazioni sono state infatti .
.
con un calo contenuto
nello , %.
La leadership del mercato tedesco
La discreta tenuta complessiva delle
vendite è dovuta soprattutto al Made in
Germany, che in settembre ha fatto registrare un incremento dell’ , %. Negativi invece i dati per gli altri quattro Paesi
che compongono la pattuglia dei cinque
maggiori mercati. In Francia e nel Regno
Unito il calo è tuttavia modesto (rispettivamente - , % e - , %) e, molto contenuto, è anche il calo fatto registrare dal
mercato spagnolo (- , %). Quest’ultimo
è, però, un dato che va correttamente
valutato perché il confronto si fa con
un settembre
particolarmente depresso. A fine agosto, ad esempio, la situazione era simile. Il mercato tedesco
era in crescita dell’ , %, quello francese
sostanzialmente in pareggio (+ , %)
e gli altri tre mercati in calo. Risulta evidente, dunque, il ruolo trainante del
mercato tedesco nel caso dell’automobile. Dopo aver pesantemente pagato
nel
i consistenti incentivi del
,
infatti, quest’anno il settore è interessato da una forte ripresa con crescite mensili quasi sempre a due cifre. Alla tenuta
del mercato tedesco è sostanzialmente
legata la possibilità che l’area complessivamente considerata chiuda in lieve
crescita il
. Il contributo degli altri
grandi mercati difficilmente potrà infatti
essere positivo e, in particolare, peseranno sul consuntivo la stagnazione su
livelli particolarmente depressi del mercato italiano.
In Italia continua il periodo buio
Anche per il quinto tra i grandi mercati, quello italiano, il confronto si fa
con dati particolarmente depressi e ci si
potevano quindi attendere contrazioni
modeste, invece, per il nostro Paese il
calo in settembre è stato del , % nonostante le consistenti iniezioni di chilometri zero. Le prospettive per i prossimi
mesi appaiono inoltre difficili perché le
preoccupazioni legate al precipitare della situazione economica e la lentezza
nell’adottare misure di rilancio non incidono favorevolmente sulla propensione
ad acquistare automobili. Tanto più che
la fiducia di operatori e consumatori è
in caduta libera e sulle decisioni di comprare nuove auto pesano come macigni
gli stratosferici rincari dei carburanti e
quelli, non meno stratosferici, dei premi
di assicurazioni. La crescita dei prezzi di
carburanti incide sull’impiego dell’auto
(le percorrenze medie sono infatti in calo), ma anche sulle decisioni di acquisto
di nuove autovetture. Gli elevatissimi
premi di assicurazione denunciati anche
dall’Antitrust stanno determinando processi di demotorizzazione in quanto inducono gli anziani a rinunciare all’automobile prima del tempo e costringono
molti giovani a rinviare l’acquisto della
prima macchina per l’eccessiva onerosità dei premi a copertura RC auto, che è
obbligatoria.
Il bilancio è comunque positivo
Nonostante la situazione dell’Italia, il
complesso dei cinque maggiori mercati
fa registrare in settembre una crescita
dello , %. Gli altri
mercati dell’area
invece mettono a segno un incremento
del , %. Interessante è anche constatare la diffusione della crescita che è
messa ben in luce dal fatto che dei
paesi dell’area dell’Unione Europea nel
periodo gennaio-settembre,
sono in
crescita e sono in calo. Le prospettive
per l’ultima parte dell’anno appaiono di
difficile valutazione. Si può tuttavia ritenere che il bilancio consuntivo del
si chiuderà non lontano dei livelli del
. Preoccupano però le prospettive
per il
, che appaiono legate essenzialmente alle vicende dell’economia e
ai provvedimenti che verranno assunti
per rilanciare lo sviluppo di un settore la
cui profonda crisi sembra non conoscere mai fine.
a.s.
Concessionarie
Fiat arranca
Destinata Wolkswagen
a chiudere Sorpassa
Toyota?
1 su 5
L
N
o scenario descritto dal
Centro Studi di DEKRA Consulting attraverso i dati recentemente pubblicati è davvero
disastroso. Secondo questo
studio, in Italia un concessionario su cinque è destinato a chiudere: si tratta di una percentuale molto alta, pari a circa il %
del totale. La ricerca, effettuata
su un campione di
concessionari, ha permesso di analizzare i bilanci ha analizzato i
bilanci annuali per l’edizione
dell’Osservatorio Bilanci.
Il mercato italiano dell’auto è in
crisi: i concessionari non riescono a rimborsare i propri debiti
al sistema bancario. Quest’anno si potrebbe profilare una
clamorosa situazione: un concessionario su due potrebbe
chiudere con un bilancio in rosso. Numeri da non sottovalutare. “Il mercato versa in un immobilismo totale – ha spiegato
il Vice Presidente di DEKRA
Consulting, Claudio Monte – e
continua ad avvilupparsi su se
stesso, perché chi dovrebbe
prendere delle decisioni per invertire la situazione non lo fa”.
a.s.
el mese di settembre,
in Europa, a fronte delle . .
auto immatricolate, lo scettro di regina
spetta al Gruppo Volkswagen (+ . % rispetto a settembre
), che entro
la fine dell’anno potrebbe
diventare il maggiore costruttore mondiale di auto
per effetto delle difficoltà
post terremoto in Giappone del gruppo Toyota. Secondo molti analisti, questo
sorpasso sarebbe dovuto
avvenire in un futuro più
distante ma i risultati positivi che il gruppo tedesco
sta riscuotendo in giro per
il mondo potrebbero aver
mutato questo scenario
in via definitiva. Ancora in
negativo, invece, la Fiat:
l’azienda italiana ha riportato una flessione del - . %
rispetto a dodici mesi fa.
Il gruppo torinese però fa
segnar anche dei notevoli
aumenti: infatti crescono
Alfa Romeo (+ . %), Lancia
(+ . %) e Jeep (+ . %).
a.s.
8
29 ottobre
4 novembre 2011
Rapporti
Rapporto “Ecosistema urbano” – Italia messa male: situazione peggiorata rispetto al
Ambiente in fumo
Bocciati i Comuni
N
elle città italiane manca
la sicurezza di cui non
si parla: ovvero quella
sanitaria, sociale, ambientale e
climatica. Smog, traffico, rifiuti, sprechi d’acqua, industrie e
abitazioni a rischio sono pericoli sottovalutati per gli italiani.
Questo, in sostanza, il messaggio lanciato da Legambiente in
occasione della presentazione
di “Ecosistema Urbano”, l’annuale Rapporto (giunto alla sua
diciottesima edizione) curato
dall’associazione, in collaborazione con Ambiente Italia e Il
Sole
Ore, sulla qualità ambientale dei
comuni capoluoghi di provincia.
Le città italiane risultano in
stallo per la qualità ambientale. Come affermato, infatti, dal
presidente di Legambiente,
Vittorio Cogliati Dezza, “al di
là della posizione in classifica,
se si va a guardare il punteggio
di ogni città, salta agli occhi che
non ci sono sostanziali variazioni rispetto al
, e se ci sono,
nella maggioranza dei casi, sono in negativo. E questo vale
per Varese come per Reggio
Calabria. Le città sono praticamente ferme e questo perché
le amministrazioni locali hanno
paura di cambiare passo e di
imboccare con determinazione
la strada del cambiamento ma
soprattutto perché manca la
politica, a livello nazionale”.
Insomma, un monito di non
poco conto, anche alla luce del
“cartellino giallo” che l’Agenzia
Europea per l’Ambiente ha recentemente mostrato (si veda
in proposito il precedente numero del nostro settimanale)
al nostro Paese per il mancato
raggiungimento degli obiettivi
di riduzione delle emissioni climalteranti imposti dal Protocollo di Kyoto. Obiettivi centrati non solo dall’Unione Europea
nel suo complesso, ma anche
dalla maggior parte dei suoi
Stati Membri. Ad esclusione,
appunto, dell’Italia, dell’Austria
e del Lussemburgo.
La cattiva qualità dell’aria,
ammonisce Ecosistema Urbano, causa solo nei grandi centri
.
morti l’anno, per la congestione da traffico, che vede
le città in testa per numero
d’incidenti ( %) e feriti ( , %),
per le abitazioni costruite male o nel posto sbagliato, per le
fabbriche a rischio d’incidente
rilevante, presenti in ben
capoluoghi italiani. E’, ad esempio,
ancora allarme smog in più della
metà dei centri urbani, dove i
mezzi privati la fanno da padrone mentre il trasporto pubblico
perde passeggeri (a Bari, Catania e Palermo, gli abitanti salgono in media sui bus meno di
volte l’anno). Temi, questi, di cui
si parla poco o non si parla affatto visto che – come sottolinea il
Cigno verde – quasi sempre la
sicurezza viene declinata come
paura della microcriminalità.
In questa situazione d’immobilismo generale, alcuni centri
fanno lievi progressi e tanto
basta a farli balzare in vetta alle
classifiche della qualità urbana. Succede però nel Nord Est,
talvolta al Centro, quasi mai
al Sud, i cui capoluoghi di provincia occupano le parti basse
delle varie graduatorie stilate
dal Rapporto. Le peggiori performance riguardano la Sicilia,
con Catania ultima per il terzo
anno consecutivo. La classifica
generale (basata sui vari indici
analizzati e suddivisa in tre raggruppamenti in base alla popolazione: oltre
mila abitanti,
tra
e
mila e meno di )
vede quest’anno in testa (nei
rispettivi gruppi) Venezia, Bolzano e Belluno, seguite da Bologna, Trento e Verbania. Bari è
undicesima (su quindici) tra le
città grandi, mentre gli altri capoluoghi pugliesi, che rientrano tutti nel novero dei centri di
medie dimensioni, si piazzano
oltre metà graduatoria: Taranto è .a, Lecce .a, Brindisi
.a e Foggia .a (su ). Da
segnalare che Parma, nonostante le buone performance
ambientali, è stata esclusa a seguito della tempesta giudiziaria
che ha coinvolto esponenti della sua Giunta.
ANDREA BUONO
Intervista – Alberto Fiorillo, curatore del dossier di Legambiente
Sindaci sott’accusa
A
lberto Fiorillo è il portavoce nazionale di
Legambiente e colui che ha curato, per
conto dell’associazione, il dossier Ecosistema
Urbano
.
Come reputa la situazione del Sud e come
si può intervenire?
“Anche in questo caso le responsabilità sono degli amministratori. Faccio un esempio:
Napoli è tuttora alle prese con l’emergenza
Quali sono le principali problematiche che
rifiuti, mentre a pochi chilometri c’è Salerno
emergono dal Rapporto?
che dà lezioni a tutti sulla raccolta differen“Sicuramente quelle relative alla gestione
ziata. Quindi non è che i campani siano socialdella mobilità, nelle sue dimensioni della conmente meno attenti degli altri cittadini, l’incagestione del traffico, dell’inquinamento atmopacità è di chi governa, di chi amministra. Lo
sferico ed acustico, dell’efficienza nel servizio
stesso vale per la Puglia. Ci sono alcune polidi trasporto pubblico. Poi penso alla gestione
tiche intelligenti in tema di mobilità, a Lecce
dei rifiuti e alle politiche energetiche”.
e Bari in particolar modo. C’è però da dire che
è bizzarro che una città come Lecce, pianegALBERTO FIORILLO
Se avesse una bacchetta magica, cosa camgiante, soleggiata e con un clima invidiabile,
bierebbe in primis per far fare alle nostre città un balzo in avanti
abbia una percentuale di spostamenti in bicicletta lontanissima da
nella direzione della sostenibilità?
quella di Bolzano (teoricamente meno ‘ciclabile’). Insomma, dove
“Cambierei la testa dei sindaci, perché hanno in mano l’opporsi fa c’è una risposta della popolazione. Ma quel ‘dove si fa’ è frutto
tunità di fare tantissimo, spesso a costo zero, talvolta facendo
della qualità dell’amministrazione, non di altro ”.
guadagnare la città stessa. E invece, nella migliore delle ipotesi per
quieto vivere, nella peggiore perché ci sono una serie di lobby e diSorprende l’ottima posizione in classifica (per qualità dell’aria)
vieti incrociati cui devono sottostare nella speranza di non perdere
di città come Brindisi e Taranto, dove sono attive industrie forteo di guadagnare consensi, lasciano spesso tutto com’è. Faccio un
mente impattanti sull’ambiente. Come si spiega?
esempio banale: il trasporto pubblico è di proprietà delle ammini“Il risultato è quello perché con quella classifica prendiamo in
strazioni locali, le strade su cui esso si poggia pure. Il trasporto pubconsiderazione indicatori sovrapponibili, quindi in particolare il
blico costa alle amministrazioni locali un euro ogni trenta centesimi
traffico veicolare. Se valutassimo la situazione per quanto riguarda
incassati. Non ci sarebbe al mondo nessuna azienda privata che,
l’inquinamento industriale, le cose sarebbero diverse per città coavendo l’esclusiva sul tpl e sulle strade, non farebbe di tutto per
me Brindisi e Taranto”.
farlo diventare prioritario rispetto agli altri mezzi di trasporto. E
invece gli autobus finiscono per essere macchine al pari delle altre
Secondo lei cosa sta facendo e cosa potrebbe fare questo Gomacchine, quando basterebbe riorganizzare la mobilità con una severno sull’ambiente?
rie di percorsi protetti per i bus di superficie per ottenere il triplice
“Finora si è fatto davvero poco. E c’è sempre questa spada di
vantaggio di disincentivare l’uso dell’auto privata, rendere più effiDamocle del condono edilizio che da solo rappresenterebbe una
ciente il tpl e incassare più quattrini”.
bastonata incredibile su qualsiasi ipotesi di uno sviluppo sostenibile del Paese”.
E delle domeniche pedonali che ne pensa?
“L’insieme dei provvedimenti anti-smog attuati dalle amminiIn un periodo di crisi come questo, non sarebbe il caso di investistrazioni locali è un mosaico molto variegato, che però ha mostrare pesantemente in politiche ecosostenibili piuttosto che accantoto in linea generale di essere inefficace. Queste misure rispondono
nare i temi ambientali in attesa di tempi più propizi?
ad una logica di lanciare un segnale che si sta facendo qualcosa
“Sicuramente sì. La green economy è un’opportunità per uscire
contro lo smog, ma allo stesso tempo si cerca di chiedere agli audalla crisi economica. Ma per uscire dalla crisi serve tutto: dall’intomobilisti solo piccoli sacrifici. Possono avere un aspetto pedagodustria pesante (magari resa più sostenibile) a quella leggera. Bigico, di monito, ma se qualcuno pensa ancora di poter utilizzare le
sogna dare un deciso contributo all’industria del turismo, ancora
domeniche a piedi come strumento di contrasto dello smog vuol
sottoutilizzata. Serve proprio un cambiamento di mentalità. Come
dire che non ha capito niente. In primis perché di domenica il trafpossiamo pretendere un deciso cambio di rotta da chi solo qualche
fico è già limitato e in più paradossalmente si penalizzano coloro
anno fa si presentava in Parlamento dicendo che l’effetto serra non
che dal lunedì al venerdì usano per gli spostamenti sistematici il
esiste e che rappresenta un’invenzione degli ambientalisti? Occortrasporto pubblico, la bicicletta, le proprie gambe… E invece la dore perciò un cambio generazionale: non parlo di destra o sinistra,
menica sono costretti magari a rinunciare ad una gita fuori porta.
ma di persone giovani (non per forza anagraficamente ma mentalSarebbe il caso che si desse una mossa anche il Governo, provando
mente), pronte a raccogliere le sfide di un mondo che è completaad elaborare una politica nazionale per la mobilità e vincolando gli
mente cambiato”.
a.b.
interventi ad un’analisi prima/dopo”.
Rapporti
29 ottobre
4 novembre 2011
9
I primi problemi: smog, rifiuti, acqua
U
na delle prime emergenze ambientali da affrontare è di sicuro quella dello
smog. In una cinquantina di città si rileva la presenza di aree critiche per le
concentrazioni di biossido di azoto (NO ). In
centri il numero di giorni di superamento della concentrazione media oraria ( microgrammi/mc) di polveri sottili
Pm ha oltrepassato quello massimo consentito ( giorni).
Situazione in stallo anche per la dispersione idrica. Dodici comuni continuano
ad avere perdite superiori al %, mentre in
città viene dissipata più del %
dell’acqua immessa.
Altra pressione ambientale è la produzione di rifiuti, con il raggiungimento degli
obiettivi di legge ancora lontano.
Infine, la densità automobilistica: l’Italia, che paga dazio in termini di trasporto
pubblico, è in netto svantaggio rispetto ad alcune grandi capitali europee (Londra,
Parigi e Berlino), che registrano valori molto bassi ( auto/
abitanti circa: la
a.b.
metà di quello italiano).
Bari 1a per aria pulita...
… e per consumi idrici
S
B
u
Comuni (con dati validi), nel
la situazione relativa all’inquinamento
da NO rimane pressoché invariata ( città rispettano i limiti di legge contro
le dell’anno scorso), mentre per il Pm si registra un generale miglioramento,
con soli centri che sforano il valore-soglia per la protezione della salute umana.
Tuttavia, la media nazionale di concentrazione di NO è in lenta ma graduale crescita. E’ poi raddoppiata negli ultimi cento anni la concentrazione di ozono in atmosfera, benché le città che hanno oltrepassato il valore obiettivo nel
sono
state sei in meno rispetto al
. Bari è a sorpresa prima in classifica (tra i grandi
centri) per qualità dell’aria (sia per NO che per Pm ). Bene anche Brindisi, Lecce
a.b.
e Taranto (ai primi posti tra le città di medie dimensioni).
ene il capoluogo pugliese anche per consumi idrici domestici (ancora al primo posto tra le città con più di
mila abitanti). Foggia è terza, Brindisi .a,
Taranto .a, Lecce a metà classifica tra i centri medi. Il valore medio (ponderato)
dei consumi domestici in Italia risulta pari a
litri al giorno pro capite. Pugliesi
che però non brillano per dispersione della rete idrica (ovvero la differenza tra
l’acqua immessa e quella consumata per usi civili, industriali e agricoli). Discrete
invece le performance in tema di capacità di depurazione, con percentuali vicine
al
% (solo Taranto è al %): picchi negativi per Catania ( %) e Palermo ( %),
Treviso ( %), Benevento ( %) e Imperia ( %!).
a.b.
In Puglia non si ricicla...
… e non si va in autobus
T
L
ra i tasti dolenti per la Puglia vi è la diffusione della raccolta differenziata, la
cui percentuale (in Italia) sul totale dei rifiuti urbani è salita dal
al
(si
è passati da una media del , % a una del , %). Se Bari (con un , %, lontanissimo dal , % di Verona) è decima tra le quindici città grandi, Lecce, Brindisi,
Foggia e Taranto chiudono la graduatoria dei centri di medie dimensioni, dominata da Novara ( , %) e Salerno, che con il suo , % rende imbarazzante il , % di
Napoli (non se la cavano male nemmeno le altre campane). Il primato va tuttavia
a Pordenone ( , %). Risultati nella media, invece, per quanto riguarda la produzione di rifiuti (in lento ma costante calo, forse anche per effetto della crisi):
a.b.
Foggia seconda più virtuosa tra le città medie.
e città pugliesi arrancano anche nel trasporto pubblico, con pessimi standard
sia nella classifica che tiene conto del numero di passeggeri trasportati annualmente per abitante (che vede i baresi, per esempio, salire in media sui bus
solo
volte l’anno) sia in quella che tiene conto dei chilometri percorsi dalle
vetture per abitante residente (con la sola eccezione di Taranto, quinta tra i capoluoghi di medie dimensioni). Pessimo (meno che per Lecce e Foggia) è anche
l’indice di mobilità sostenibile delle nostre città (che valuta fattori quali la presenza di autobus a chiamata e il car sharing), nella media il tasso di motorizzazione
(meglio per le moto che per le auto in Puglia: ma male Lecce con
auto/
a.b.
abitanti, mentre a Foggia circolano solo moto ogni
abitanti).
Al Sud ciclisti dimenticati
Troppi sprechi di energia
L
C
imitata è poi l’attenzione per pedoni, ciclisti, centri storici e verde urbano.
Tranne che in alcune città (primeggiano le toscane), infatti, scarseggiano le
zone a traffico limitato, mentre le piste ciclabili sono molto più diffuse al CentroNord che al Sud (dove sono praticamente inesistenti: ma Lecce prima meridionale tra le città medie, decima su quarantatre). Il capoluogo salentino e Bari sono
le uniche pugliesi a non sfigurare (ma non si conosce il dato di Taranto) quanto
ad estensione pro capite della superficie stradale personalizzata (isole pedonali).
Sconfortante è infine il dato sul verde urbano fruibile presente nelle nostre città,
in coda nelle rispettive graduatorie e più in alto solo se si considera la superficie
a.b.
di tutte le tipologie di verde sul totale dell’estensione comunale.
ala, rispetto al
, la quota delle città con consumi elettrici domestici al di
sopra dei .
kWh annui pro capite ( anziché ). Bari si segnala tra le più
sprecone (con un dato in linea con quello di Lecce e Taranto), mentre Foggia e
Brindisi emergono come due delle città più parsimoniose in questo senso. Per
quanto riguarda la diffusione nei Comuni di fonti di energia rinnovabile o a minore impatto ambientale, Lecce si distingue per l’utilizzo del solare termico, Foggia
per quello del solare fotovoltaico (con percentuali tuttavia ancora relativamente
basse).Bari risulta infine a sorpresa prima (tra i grandi centri) nella classifica sulle
politiche energetiche (basata su indicatori quali l’attuazione di attività di rispara.b.
mio energetico o l’acquisto di energia elettrica da fonte rinnovabile).
10
29 ottobre
4 novembre 2011
Dall’
Agroalimentare
Slow Food
Il movimento del “lento
mangiare” è nato a Parigi
su iniziativa di Carlo Petrini.
Ha compiuto 22 anni
Sfide – Scienze Gastronomiche al Sud
Apre a Orsara
l’università
di Slow Food
A
scuola di civiltà gastronomica, imparando il gusto del “buon vivere”. E’ nata
con questi presupposti oltre vent’anni
fa la Libera università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, a due bassi da Bra (Cuneo) e da
qui si è dipanata la matassa che vent’anni dopo ha fatto rifiorire il gusto della cucina tipica
e lanciato sulla scena molti giovani chef divenuti oggi delle “celebrities” nei programmi di
cucina che proliferano specie sul satellite. Sono
questi i semi che faranno germogliare anche la
Scuola di Orsara, divenuta ormai da qualche
anno culla del buon gusto e della tradizione gastronomica per opera di chef come Peppe Zullo
che dopo un’esperienza in Messico ha deciso
di aprire nei Monti dauni, a una sessantina di
chilometri da Foggia, una delle condotte più
attive di Slow food.
Ebbene l’idea che una sezione della Libera università di Pollenzo possa essere aperta proprio
a Orsara è venuta a Carlo Petrini, il fondatore del
movimento Slow food nonchè della scuola medesima, durante una sua visita a Villa Iamele l’oasi di Zullo che qui possiede un orto e un allevamento di volatili e maiali. “Si può fare – ha detto
Petrini – anzi voglio che sia tu a realizzarla”, ha
esortato rivolto a Zullo che lo aveva accompagnato attraverso le aree più caratteristiche di
Villa Iamele. Come sarà strutturata la sezione
di Orsara? Per il momento trapelano pochi particolari (leggi intervista a Zullo a fianco) però i
principi cardine saranno gli stessi che forgiano
ancora oggi i ragazzi di Pollenzo: grande disciplina, attenzione ai sapori, rispetto per la natura e
un’attenzione maniacale affinchè nulla venga lasciato al caso. Petrini insiste molto sul concetto
di “lotta allo spreco” e invita i giovani a seguirlo
(largamente ricambiato) su questa strada. “Il
consumismo di oggi è diventato esasperato –
sottolinea Petrini – si spreca dappertutto, nelle famiglie ricche come in quelle povere senza
distinzione alcuna. Lo dicono i dati ufficiali sulla
spesa delle famiglie italiane: nel
spendevamo per la nostra alimentazione quotidiana il
% del nostro reddito, oggi soltanto il %. Sarà
pur vero che oggi le esigenze sono cambiate e
il bilancio familiare assorbe più voci, ci sono più
esigenze. Ma guai a noi se pensassimo che la
qualità alimentare è un diritto solo per chi può
permetterselo. Dobbiamo mangiare meglio, fare attenzione a cosa compriamo e soprattutto
non acquistare a vanvera. Va ridotto lo spreco,
una delle sciagure più grandi del nostro vivere
quotidiano”.
E se il rischio che corriamo è la perdita dei
valori dei tempi andati, oggi le possibilità per riprendersi il tempo che fugge via non mancano:
la Libera università delle Scienze gastronomiche
è considerata una fucina di talenti in cucina,
punto di riferimento per migliaia di giovani che
attraverso i fornelli e la rielaborazione di piatti
tipici, si sono affiancati a un modello di vita decisamente inusuale, fors’anche un po’ retrò ma
molto, molto affascinante. La libera università
potrebbe trovare a Orsara tutte quelle caratteristiche di igiene dei luoghi e di salubrità che
hanno contraddistinto la scuola di Pollenzo. Il
fondatore di Slow food è stato a Orsara l’ascoltatissima “guest star” di una giornata all’insegna dei piatti tipici e dell’amore per la frugalità
di una volta, in occasione della sedicesima edizione de “La Daunia in cucina”, una manifestazione artistico-culinaria di piatti tipici della cucina foggiana che ha esaltato il piacere di stare in
tavola coniugandolo con i vantaggi di una bella
passeggiata (magari a mo’ di digestivo) nell’orto variopinto a due passi dal ristorante.
E’ questo il mondo “vintage” di “Carlin” Petrini, il fondatore del movimento del “mangiar
lento” nato nel
a Parigi per rifuggire la
politica del fast food allora imperante e riaffacciarsi ai piaceri della tavola come usava un
tempo (anche quando i soldi erano pochini e
la frugalità era un valore aggiunto). Petrini è il
grande sacerdote della disciplina gastronomica,
il baluardo della buona tavola tra i primi a valorizzare il gusto e la tradizione della cucina “alla
poverella”, facendola diventare uno strumento
di culto. Oggi le condotte Slow food muovono
schiere di appassionati della buona tavola, il movimento ha fatto scuola contribuendo a scalfire
lo strapoterere dei Mac Donald’s e dei Burger
King, falangi dell’alimentazione americana imposta anche al Vecchio continente se non fosse intervenuta una reazione uguale e contraria.
Oggi sono le paninoteche il nemico da battere
per i discepoli delle condotte Slow food, il movimento può dire di aver fatto proseliti in tutto
il mondo in oltre vent’anni di battaglie in difesa
del diritto a mangiar bene. Ora che il movimento
è cresciuto fino a diventare una gigantesca community i tempi sono maturi – ha pensato Petrini
– per estendere anche al Sud l’esperienza della
sua Libera università frequentata da centinaia di
giovani provenienti dalle regioni del Sud, affascinati dalle idee di questo signore che propugna
attraverso la cucina tipica la riscoperta di un
mondo più a misura d’uomo.
Pollenzo è un posto immerso nelle langhe
piemontesi non sconosciuto a diversi allievi foggiani. La libera università delle Scienze gastronomiche ha, infatti, laureato un anno e mezzo fa
la giovane studentessa lucerina Francesca Faccilongo (agricola Paglione) che naturalmente era
in prima fila a Orsara ad ascoltare il suo “guru”
nella grande factory di Villa Iamele, già ribattezzata “oasi del benessere” dopo l’investitura del
celebre Carlin.
Al festival dei grandi gastronomi di Villa Iamele ha partecipato anche Oscar Farinetti, grande personaggio della cucina tipica italiana con
la sua Eataly (vetrina delle bontà nazionali nel
mondo) che ha lanciato un messaggio molto
preoccupato sul made in Italy nel mondo: “Il
nostro paese all’estero ha perso molto della sua
credibilità, diciamo che il valore della nostra gastrinomia è tale che riusciamo a tenerci ancora
a galla. Ma servono scatti d’orgoglio, altrimenti la cucina, come la moda e il design, le nostre
grandi qualità che tutto il mondo ci invidia, non
basteranno a farci vincere la sfida con la concorrenza dei paesi emergenti”.
MASSIMO LEVANTACI
Peppe Zullo il “maestro” designato
“Tra aia e orto
tutto semplice”
A
casa di Peppe Zullo, nell’eremo incantato di Villa Iamele, si
fanno un po’ di conti sugli effetti che l’eventuale campus
universitario avrà sulla vita di tutti i giorni di questa comunità.
Qui sembra di essere tornati indietro di trent’anni, la natura
incontaminata di questa realtà a sei chilometri da Orsara di
Puglia calza perfettamente con lo spirito del suo fondatore
che ama controllare direttamente tutto quanto vi si svolge
all’interno. “Noi – dice Zullo – abbiamo davanti a noi un obiettivo importante: far comprendere alle persone che vengono a
trovarci quanto si potrebbe migliorare la vita di tutti i giorni se
solo seguissimo regole semplici”. Lo chef di Orsara è stato un
grande precursore della cucina tipica locale, ha valorizzato le
erbe aromatiche dei boschi trovando sempre collocazione a
tutti gli ingredienti, anche i più improbabili, nei suoi piatti. “Il
nostro orto di mila metri quadrati ci consente di presentare
una varietà di piatti che difficilmente si potrebbero gustare altrove. Quel che mettiamo in tavola lo prendiamo a due passi
dalla cucina, questo livello di autosufficienza rende questo posto diverso dagli altri”.
Per questo Carlo Petrini l’ha scelto per portarvi la scuola di
Pollenzo: “E’ stato un grande onore per me aprire le porte a
Petrini e lo sarà ancor di più se istituiremo a Orsara una sezione staccata di questa importante università, così inusuale per
l’offerta universitaria italiana. Diciamo che ciò che ha davvero
impressionato Petrini è stata la nostra organizzazione interna, l’attenzione quasi maniacale che abbiamo a non lasciarci
fagocitare dalla cultura del consumismo. La presenza di così
tanti rifiuti nelle città italiane è il paradigma degli errori compiuti dalla civilità moderna in materia di smaltimento e che
noi cerchiamo di non ripetere: non un solo scarto di verdura – spiega Peppe Zullo – finisce nel cestino dell’umido, ma
diventa cibo per le anatre, i pavoni e i fagiani che sono nelle
nostre aie. Altro genere di rifiuti finisce invece ai maiali, che
naturalmente mangiano tutto e non si fanno problemi di sorta. In questo modo riusciamo a sintetizzare il discorso di filiera
e ripercorriamo esattamente ciò che facevano i nostri nonni
che non buttavano mai nulla”.
m.l.
Agroalimentare
29 ottobre
4 novembre 2011
Budget per il cibo
Ogni famiglia spende
il 19% del bilancio per
mangiare. Negli Anni
Settanta era quasi il doppio
11
%
La sede dell’università
L’intervista – Parla il guru “Carlin” Petrini
“La battaglia
per ridare
valore al cibo”
C
Villa Iamele
La prima provincia del Sud
Con nuove coop
Capitanata regina
L
e cooperative crescono, non tanto per convinzione quanto per necessità. Nell’ultimo anno - sottolinea con orgoglio
Confcooperative Puglia - ne sono sorte altre venti che portano la
Capitanata ad essere la prima provincia nel Mezzogiorno per numero di aggregazioni. Ma questa tendenza all’emiliana ha un suo
fondamento: “Ci si riunisce sempre più perchè da soli non reggiamo più i costi della concorrenza e del mercato. Nell’ultimo anno
decine di piccole e piccolissime imprese agricole hanno dovuto
chiudere per bancarotta. Chi è riuscito a tenersi in piedi non ha
potuto far altro che prendere atto di un cambiamento epocale:
fare gruppo per sopravvivere, non c’è alternativa”.
Da quando Confcooperative ha aumentato la sua quota di affiliazioni in provincia di Foggia, è cresciuta di riflesso la quota di
export delle imprese daune che mandano all’estero ogni anno
migliaia di tonnellate di derrate già trasformate e confezionate.
Marchi come Farris (ortofrutta idrogenata) o Giardinetto sono
molto più conosciuti nei supermercati del Nord che al sud. E
una realtà come Futuragri è stata capace, due anni fa, di scardinare i delicati equilibri che vigevano da più di vent’anni sulla trasformazione del pomodoro imponendosi con uno stabilimento
industriale da
mila quintali proprio di fronte al colosso del
gruppo AR nell’area industriale di borgo Incoronata.
Il movimento fa perno oggi su
imprese cooperative per
oltre mila soci e conta
dipendenti diretti. Dunque sarà
per necessità o per convinzione, ma è in virtù di questi risultati
che al sistema cooperativistico viene oggi affidata una missione
epocale: far crescere finalmente il tessuto agricolo locale ancora disperso in mille rivoli. “La debolezza delle nostre imprese
- dice Giorgio Mercuri, presidente regionale di Confcooperative
- consiste proprio nella loro eccessiva frammentazione. Abbiamo in Capitanata oltre mila aziende iscritte nei registri della
Camera di commercio, ma il % di queste realtà non è in grado
di competere con nessun genere di mercato. La promozione
di nuovi sistemi di aggregazione produce un doppio effetto:
consente di sviluppare progetti di filiera a tutto vantaggio della
trasformazione agroindustriale nostro vero tallone di Achille almeno fino a qualche anno fa”.
m.l.
PEPPE ZULLO
arlo Petrini è un omone di
anni alto , , la barba
bianca gli conferisce un aspetto da ascetico. Parla di grandi
ideali, considera la terra come
la “grande madre” che da sola regge le sorti del mondo,
non a caso uno dei suoi ultimi
movimenti si chiama Terra Madre. La provincia di Foggia evoca in lui immagini forti, come
quella di Peppino Di Vittorio,
il sindacalista della Cgil che da
piccolo bracciante diede vita
sessant’anni fa al riscatto dei
lavoratori agricoli nei campi,
sconfiggendo la baronia dei
padroni e i soprusi che subivano i lavoratori e intere famiglie. “Un uomo che ha guidato
il riscatto del Mezzogiorno e
che oggi però rischia di essere
cancellato, la sua memoria distrutta dalle cronache di tutti i
giorni che raccontano di lavoratori extracomunitari sfruttati e
vilipesi nei campi. Siamo tornati
a quel tempo che fu solo che è
cambiata la pelle delle vittime”.
Lei ha detto che il pomodoro
prodotto in provincia di Foggia
è infetto se raccolto in questo
scenario di sfruttamento.
“Dico di più: ho chiesto ai
dirigenti di Slow food Puglia di
fare una vera e propria inchiesta sulla strada del pomodoro.
Capire dove va a finire, quale
azienda di trasformazione lo
produce perchè siamo pronti
con i nostri militanti a non comprare più quel tipo di marca
nei supermercati. Dobbiamo
reagire a questa sopraffazione,
aiutare questi nostri fratelli che
combattono una battaglia senza uscita se non diamo loro una
mano”.
Lei suggerisce l’idea che lo
spreco oggi non sia sinonimo
di abbondanza e quindi di progresso, ma l’esatto contrario.
Stiamo andando incontro al
precipizio?
“I tempi non sono buoni, le
famiglie hanno sempre più difficoltà a mettere il cibo in tavola.
Eppure si spreca anche lì, se andaste a guardare i loro frigoriferi trovereste all’interno tanto di
quel cibo che ormai non serve
più. Lo spreco, a mio avviso, è
il vero male della nostra civiltà
moderna, perchè non ci fa comprendere quali siano realmente
se nulla fosse, non ci rendiamo
conto che sono altre le cose
in cui bisognerebbe credere.
Noi vogliamo promuovere un
messaggio che sia a beneficio
soprattutto delle giovani generazioni perchè dobbiamo educarle a un’alimentazione più
sostenibile”.
CARLO PETRINI
Il fondatore
di SF:
dobbiamo
aiutare a
crescere e
sostenere
una nuova
classe
contadina
i bisogni delle persone e non ci
permette di valorizzare ciò che
abbiamo intorno”.
Sarebbe anche un modo per
combattere la crisi economica?
“Ogni giorno in Europa buttiamo via mila tonnellate di cibo ancora commestibile, mila
tonnellate solo negli Stati Uniti. E c’è un miliardo di persone
che muore di fame, non riesce
a sfamarsi nel mondo industrializzato e evoluto in cui si crede.
Vorrà dire qualcosa? Io credo
proprio di sì”.
Lei ha detto anche che viviamo in una società in cui si spende di più per dimagrire che per
mangiare.
“E’ un altro dei nostri paradossi. Oggi spendiamo del nostro bilancio familiare appena
il % per mangiare, negli anni
’
era quasi il doppio. Però
continiamo a sprecare come
Un ritorno alle antiche abitudini della nonna, molti già lo
fanno.
“I nostri giovani oggi sono
troppo distratti da un consumismo invadente e capriccioso
che ha messo a dura prova anche le risorse, che non sono infinite, della nostra terra. Siamo
davanti a una crisi entropica:
chiediamo di coltivare sempre
di più, ma non capiamo che da
un terreno se ricaviamo già
non potremo spingerci a
”.
In questo modo però l’uomo ha adeguato le produzioni
alimentari alla crescente domanda mondiale che da pochi
giorni ha superato i miliardi
di persone.
“Non sono d’accordo: negli
ultimi cinquant’anni il cibo ha
perso valore, costa solo di più.
Restituirgli questo valore è una
questione primaria, soprattutto per farlo capire ai giovani.
La sovrabbondanza alimentare
esiste, ma è sbilanciata: produciamo cibo per
miliardi
di persone, ma più del % del
cibo viene sprecato e in tutto
questo un miliardo di persone
non mangia nell’assoluto menefreghismo della comunità
mondiale. Ridare valore al cibo
è importante, ma attenzione:
la bontà si coniuga anche nella
diversità delle singole produzioni”.
Quanto crede che la profezia di Pasolini si stia concretizzando?
“Ah, molto. Pasolini diceva:
il giorno in cui non avremo più
contadini e artigiani avremo
perso la nostra storia. Non dico
che si stava meglio prima, perchè non è vero. Dobbiamo però
pretendere una nuova classe
contadina, ma dobbiamo tutti
esserle complici perché i prezzi,
oggi troppo bassi, del contadino devono consentirgli di campare e di vivere nell’agiatezza”.
m.l.
12
29 ottobre
4 novembre 2011
Information technology
Internet – Il rapporto sulla privacy online
Caro Facebook
tanto amato
e tanto temuto
Gli italiani non possono fare a meno dei social
network, ma il 53% ha paura di ritrovarsi
inconsapevolmente nelle foto. Preoccupati
anche per carte di credito e geolocalizzazione
P
iù che la navigazione sul web temono l’uso
del cellulare. Le telecamere in città passano inosservate mentre l’uso della carta di
credito preoccupa ancora, ma meno. E poi c’è
Facebook: molti sono gli italiani che non possono
farne a meno, prestano attenzione a ciò che scrivono ma temono di ritrovarsi in immagini pubblicate qua e là da amici reali o di social network.
Questo almeno è quanto emerge dal
ēĆđĎĘĎĉĎėĊĔĈĈĚĕĆğĎĔēĊȂͪͨͨͱ
đĎĆĘĕĊęęĎĊĘĆĒĎēĆęĎĊĎđđĔėĔĕĊĘĔ
Attenzione media
Attenzione alta
Modifica dei compor tamenti
Usare la carta di credito
Navigare sul Web
Conversare in chat
Fare ricerche sul Web
Usare il telefono cellulare
Usare l’eMail
Usare il telefono fisso
Usare le carte fedeltà
Usare il fax
Circuiti di videosorveglianza
Attenzione minima
Attenzione media
Il piano è generato dalla relazione tra lo score di preoccupazione e lo •…‘”‡†‹‘†‹Ƥ…ƒ†‡Ž…‘’‘”–ƒ‡–‘
dovuto al timore di essere tracciati. il posizionamento dei diversi Item lungo la diagonale principale
‡•’”‹‡—ƒ”‡Žƒœ‹‘‡†‹”‡––ƒ‡“—ƒ•‹Ž‹‡ƒ”‡–”ƒŽ‡†‹‡•‹‘‹†‡ŽŽ‡†—‡ƒ••‹ǣ’”‡‘……—’ƒœ‹‘‡‡‘†‹Ƥ…ƒ
del comportamento. Gli ambiti su cui si concentra maggiormente l’attenzione sono tre: l’utilizzo della
…ƒ”–ƒ†‹…”‡†‹–‘, le ‹–‡”…‡––ƒœ‹‘‹–‡Ž‡ˆ‘‹…Š‡ (telefono cellulare), il Web ed in particolare le conversazioni
˜‹ƒ…Šƒ–‡ƒ˜‹‰ƒ”‡•—Ž‡„. L’eventualità di essere “tracciati” quando si fanno ricerche sul Web sembra
meno fastidiosa che l’essere “osservati” quando si naviga.
Preoccupazione che scalza la paura del tracciamento dati della propria carta di credito, fino a
due anni fa in cima alla classifica, tuttavia ancora
oggi avvertita da una quota consistente di popolazione ( %). Segue la preoccupazione data
dagli effetti della geolocalizzazione ( %) che va
a influenzare il comportamento del , % degli utenti e che supera la paura di essere intercettati
sul cellulare (condivisa dal % degli utenti).
ĔĒĕĎđĆğĎĔēĊĉĊĎċĔėĒ
ĆęĎĕĊėĘĔēĆđĎėĎĈčĎĊĘęĎĈčĊĎēĎćĎĘĈĔ
Ci hai detto di provare fastidio quan
Quando ti trovi a dover dare questi d
Il numero dei miei conti correnti
Entità del mio patrimonio
đęėĆĈĈĎĆĒĊēęĔĉĊĎĉĆęĎĕĊėĘĔēĆđĎ
ĆĈĊćĔĔĐijđĆĈĔĘĆĈčĊĕėĊĔĈĈĚĕĆĉĎĕĎŭ
La fascia di reddito della mia famiglia
ƒ••ƒ†‘ƒ†‡•ƒ‹ƒ”‡‡ŽŽ‘•’‡…‹Ƥ…‘Ž‡†‹˜‡”•‡•‹–—ƒœ‹‘‹‡ŽŽ‡“—ƒŽ‹’‘••‹ƒ‘‡••‡”‡
Dz–”ƒ……‹ƒ–‹dzǡ’—‘‹’‡”ˆƒ˜‘”‡†‹”…‹’‡”…‹ƒ•…—ƒ†‹‡••‡“—ƒ–‘–‹…‘•‹†‡”‹’”‡‘……—’ƒ–‘ǫ
0%
10%
Trovare mie foto/video messi da altri
su Facebook
Usare la carta di credito
30%
14%
CAP di residenza
Età
20%
Composizione del mio nucleo
familiare
18%
11%
17%
10%
18%
9%
14%
7%
13%
Usare il telefono Ƥsso 7%
Camminare per strada
(Circuiti di videosorveglianza) 7%
Usare le carte fedeltà (programmi a punti) 5%
13%
Usare il fax 3%
Domande sul mio tempo libero
19%
11%
Scrivere delle eMail
La tipologia della mia abitazione
50%
24%
20%
Navigare sul Web
40%
23%
20%
Conversare in chat
Fare ricerche sul Web
20%
30%
Inserire i miei contenuti su Facebook
Fornire le coordinate geograƤche
del luogo in cui mi trovo
Usare il telefono cellulare
Preoccupazione
Sesso
Molto preoccupato
Abbastanza preoccupato
Titolo di studio
Consumo di certi prodotti
13%
10%
8%
Altro
Base: totale campione,
1.018 casi
MAURIZIO FIONDA
“Privacy&Permission Marketing Report
”, la
nuova ricerca sulla privacy in Rete realizzata da
Diennea MagNews in collaborazione con Human
HighWay. Lo studio, realizzato su un campione
online di
italiani fra i e i
anni, rivela un
atteggiamento disincantato degli italiani nei confronti del trattamento dei dati. E un’attenzione
minima per i problemi delle intercettazioni.
Nella nuova versione della privacy l’online non
è considerato un particolare pericolo soprattutto
nei suoi strumenti classici. Il social network deve
essere ancora digerito e qualche ansia è procurata anche dall’emergente geolocalizzazione. Ma
l’italiano medio si sente tutto sommato al sicuro.
Rispetto all’edizione
il fronte di chi è poco
o per nulla preoccupato si è ampliato lievemente % contro il % - mentre si è ristretto il campo dei
timorosi che sono invece molto o abbastanza preoccupati ( % rispetto al precedente %). Sostanzialmente stabile è invece la schiera di coloro che si
collocano a metà strada (che passa dal % al %).
Esaminando nello specifico le diverse situazioni nelle quali una persona può essere “tracciata”
si scopre, però, che la percentuale di preoccupati
aumenta significativamente fino a coinvolgere la
metà della popolazione internet quando si parla
di social network. L’eventualità di ritrovarsi inconsapevolmente ritratti su Facebook in scatti che si
preferirebbe mantenere riservati è ciò che preoccupa maggiormente gli italiani (ben il % della popolazione di riferimento), tanto che il , %
degli intervistati afferma che, a seguito di questo
timore, ha modificato il modo in cui utilizza questo social network.
Il timore di essere tracciati durante la navigazione sul web è espresso da circa un rispondente su quattro ( %) ed è ancora più bassa la
quota di quanti esprimono preoccupazioni legate all’uso dell’e-mail ( %) e alle ricerche sul web
(circa il %).
In tutte le situazioni analizzate c’è un’evidente
relazione diretta tra la preoccupazione verso un
certo tipo di tecnologia di tracciamento e i comportamenti di difesa: all’aumentare della preoccupazione le persone affermano con maggior
frequenza di modificare il proprio comportamento. È interessante però notare come, pur consapevoli e preoccupati dalle “tracce” lasciate in
Rete durante la navigazione, non siano tuttavia
disposti a modificare ad esempio il proprio stile
di navigazione: i vantaggi sono così tanti che si
è disposti a rinunciare a una parte della propria
privacy in cambio dei benefici ottenuti.
Il % degli intervistati, poi, sostiene che la privacy sia ormai difficilmente difendibile, sul web
come nella vita reale. E non è un problema di
informazione dovuto all’ignoranza di strumenti
come i cookie o altro. Se anche lo sapessero - sostiene il % - continuerebbero a comportarsi nello stesso modo. Per il % le informazioni lasciate
sul web e utilizzate a fini di marketing rappresentano la normale evoluzione della pubblicità mentre il % sostiene sia comodo avere contenuti
e comunicazioni pubblicitarie su misura. Il %,
infine, passa avanti e guarda oltre. Non ha nulla
da nascondere e quindi nulla di che avere paura.
FABIO TRAVERSA
Fionda – Ad di MagNews
“C’è un’economia
delle informazioni”
“A
bbiamo scelto di portare avanti questo progetto di ricerca con l’idea di
comprendere meglio un fenomeno che fa parte del nostro
mondo e che non possiamo
trascurare se vogliamo far crescere l’industria del marketing
digitale”, commenta Maurizio
Fionda, amministratore delegato di MagNews. “Rendere
pubblico cosa sanno le persone della profilazione nel web e
quanto questa consapevolezza
incida nel loro quotidiano significa fare un primo passo di conoscenza reciproca, una sorta
di patto di fiducia”.
Il
, % del campione analizzato è perfettamente
consapevole del fatto che il
web possa essere in grado di
rintracciare il link su cui si ha
cliccato per arrivare su un determinato sito, il % sa che la
Rete può sapere il paese in cui
ci si trova o ancora il , % sa
che può essere riconosciuto il
modello di browser utilizzato.
Tuttavia, in generale, gli utenti
sembrano dividersi in tre principali gruppi: quelli “evoluti”,
pari al %, quelli con una conoscenza media, nel
% dei
casi, e quelli con una scarsa
conoscenza, pari al %. I più evoluti sono in misura maggiore
uomini dai ai anni. Dopo i
anni la loro concentrazione
diminuisce e aumenta quella di
utenti medi (tra i e i anni)
e utenti base (over ). Gli evoluti risultano più preoccupati
per la propria privacy, rispetto
ai meno esperti, su aspetti come geolocalizzazione, uso del
ēċĔėĒĆęĎěĆĊĈĔēĘĊēĘĔ
ĊėĈĊğĎĔēĊĉĎęĚęĊđĆĉĆĕĆėęĊĉĊđđĆ
†‹’‡†‡–‡‡–‡†ƒŽ–—‘‰”ƒ†‘†‹
‹ƒ–‡”‹ƒ†‹’”‘–‡œ‹‘‡†‡‹†ƒ–‹’‡”•
•‡•ƒœ‹‘‡†‹“—ƒ–‘Žǯƒ––—ƒŽ‡•‹•–‡
‡ơ‡––‹˜ƒ‡–‡Žƒ–—ƒ’”‹˜ƒ…›ǡ†‹”‡•–‹
31%
10%
5%
1%
In parte tutelato in parte no
Abbastanza tutelato
Completamente tutelato
Information technology
ēĆđĎĘĎĉĎėĊĔĈĈĚĕĆğĎĔēĊȂͪͨͩͩ
đĎĆĘĕĊęęĎĊĘĆĒĎēĆęĎĊĎđđĔėĔĕĊĘĔ
13
29 ottobre
4 novembre 2011
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đĎĚęĊēęĎĕĎŭĊĘĕĊėęĎĘĔēĔĕĎŭĕėĊĔĈĈĚĕĆęĎ
Attenzione media
Attenzione alta
ƒ••ƒ†‘ƒ†‡•ƒ‹ƒ”‡‡ŽŽ‘•’‡…‹Ƥ…‘Ž‡†‹˜‡”•‡•‹–—ƒœ‹‘‹‡ŽŽ‡“—ƒŽ‹’‘••‹ƒ‘‡••‡”‡
Dz–”ƒ……‹ƒ–‹dzǡ’—‘‹’‡”ˆƒ˜‘”‡†‹”…‹’‡”…‹ƒ•…—ƒ†‹‡••‡“—ƒ–‘–‹…‘•‹†‡”‹’”‡‘……—’ƒ–‘ǫ
Modifica dei compor tamenti
Trovare mie
foto/video messi
da altri su
Facebook
Usare la carta di credito
Inserire i miei contenuti su Facebook
Fornire le coordinate geografiche del luogo in cui mi trovo
Circuiti di videosorveglianza
Usare l’eMail
Fare ricerche sul Web
Usare il telefono fisso
Usare le carte fedeltà
Conversare in chat
Usare il telefono cellulare
Trovare mie foto/video
messi da altri su Facebook
Usare la carta di credito
Inserire i miei contenuti su Facebook
38,0%
Fornire le coordinate geog”ƒƤche
del luogo in cui mi...
31,7%
33,2%
Preoccupazione
27,5%
27,3%
Usare il telefono cellulare
Navigare sul Web
Conversare in chat
Scrivere delle eMail
Attenzione media
Fare ricerche sul Web
Anche in questa rilevazione si osserva una relazione diretta e quasi lineare tra le dimensioni delle due assi:
’”‡‘……—’ƒœ‹‘‡‡‘†‹Ƥ…ƒ†‡Ž…‘’‘”–ƒ‡–‘Ǥ Oltre all’utilizzo della carta di credito, che era e continua
ad essere uno degli ambiti su cui si concentra maggiormente l’attenzione, le preoccupazioni degli utenti
internet si sono spostate sui …‘–‡—–‹’—„„Ž‹…ƒ–‹ (da sé o da altri) nei ‘…‹ƒŽ‡–™‘”ǤŽ’”‘„Ž‡ƒ†‡ŽŽƒ
’”‹˜ƒ…›•—ƒ…‡„‘‘ ha “oscurato” altri ambiti come le intercettazioni telefoniche che sembrano non
preoccupare più di tanto gli intervistati (almeno non quanto FB!). Interessante osservare come gli utenti
sono consapevoli e preoccupati delle “tracce” lasciate in rete durante la navigazione, ma molti meno sono
†‹•’‘•–‹ƒ‘†‹Ƥ…ƒ”‡‹Ž’”‘’”‹‘•–‹Ž‡†‹ƒ˜‹‰ƒœ‹‘‡‹…‘•‡‰—‡œƒ†‹“—‡•–‘ǣ‹„‡‡Ƥ…‹†‡”‹˜ƒ–‹†ƒŽŽƒ
navigazione sono così tanti che si è disposti a rinunciare ad una parte della propria privacy.
Navigare sul Web
Usare il telefon‘Ƥ•so
Usare le carte fedeltà
(programmi a punti)
Usare il fax
40,0%
34,2%
52,9%53,8%
50,6%
Più esperto
Più esperto
29,0%
29,0%
26,8%
27,3%
29,4%
21,9%
21,6%
Più esperto
27,6%
21,2%
18,2%
21,1%
20,0%
17,5%
Più esperto
24,3%
19,8%
15,5%
25,1%
Più esperto
14,9%
Utente base
14,4%
17,8%
Utente medio
11,8%
14,0%
Utente evoluto
25,8%
Camminare per strada
(Circuiti di videosorveglianœa)
Usare il fax
Attenzione minima
43,0%
46,2%
40,1%
41,5%
39,3%
9,2%
Base: totale campione,
1.018 casi
Intervista –VitoCovelli,docentediNeurologiaaNapoli
ĔēĔđĆĈĔĒĕĎđĆğĎĔēĊǣĎĉĆęĎćĆēĈĆėĎ
do ti vengono chiesti i seguenti dati personali nella compilazione di un form online.
dati, cosa fai?
48,5%
32,4%
“Le nuove tecnologie
accrescono le paure”
23,7%
20,7%
20,0%
14,4%
4,5%
1,7%
Mi fermo non compilo il form
0,0%
0,0%
0,0%
13,0%
ĆđĊČĎĘđĆğĎĔēĊ
…‘‘•…‡œƒ•’‡…‹Ƥ…ƒ†‡ŽŽƒ‘”ƒ–‹˜ƒ
•‘ƒŽ‹ǡ•‡†‘˜‡••‹‡•’”‹‡”‡Žƒ–—ƒ
ƒ‘”ƒ–‹˜‘‹–ƒŽ‹ƒ‘–—–‡Ž‹
†‹•‡–‹”–‹
37%
16%
Non saprei
Per nulla tutelato
Poco tutelato
Base: totale campione,
1.018 casi
Base: totale campione,
1.018 casi
Molti utenti sono consapevoli
delle dinamiche del web.
Poche aziende invece
sfruttano le opportunità
cellulare, ricerche e navigazione sul web.
“La cessione di informazioni
riguardanti la persona e le finalità del loro trattamento sono
e devono essere una scelta individuale consapevole - aggiunge Fionda - Internet ha dato
ancora più potere di scambio
al consumatore. Se questi non
ne è consapevole può finire per
essere oggetto di una sorta di
prevaricazione a cui le imprese sono naturalmente portate.
Ma se diventa consapevole ecco che entra in possesso di una
formidabile moneta di scambio
con la quale ottenere molto
più di ciò che concede. Tutte
le informazioni hanno un valore economico e non a caso da
qualche anno si inizia a parlare
proprio di economia delle in-
formazioni personali o economia della privacy. In questo si
esplica l’incredibile forza della
digitalizzazione. Le aziende
devono essere disposte alla negoziazione e al compromesso
perché l’online è uno spazio di
tutti, una sorta di agorà in cui
tutti hanno la parola e l’unico
modo per ascoltarla è essere
disposti a interagire non più in
modo unidirezionale, come abituati da sempre, ma in logica
bidirezionale. È una responsabilità imposta dalla digitalizzazione che non tutte le aziende
stanno cogliendo. Solo quelle
che sanno ascoltare, che hanno
algoritmi efficienti e in grado
di personalizzare le risposte e i
servizi che i loro clienti chiedono vincono la competizione”.
f.t.
VITO COVELLI
V
ito Covelli è direttore della Divisione di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera Policlinico
di Bari e docente di Neurologia alla Facoltà di
Medicina e Chirurgia dell’Università Federico
II - Napoli.
Come commenta i risultati di questa ricerca?
“Le paure legate alle nuove tecnologie sono in
crescita esponenziale. Il ricorso continuo al web e
ai dispositivi più evoluti espone a rischi che attengono alla privacy e a dati personali fortemente
sensibili. E il timore di essere messi alla berlina in
Rete emerge in tutta la sua dirompenza”.
Quali possono essere i “rimedi”?
“Rimedi non ce ne sono. L’utilizzo di internet è
di sicuro eccessivo. Da un lato prevale la volontà
di farsi conoscere e di acquisire nuove amicizie,
dall’altro c’è la paura che qualcuno possa immettere i propri dati personali e ciò genera un panico
costante. Ormai siamo tutti rintracciabili e intercettabili. Nei giorni scorsi si è parlato della gaffe
del ministro francese dell’Industria Eric Besson,
che per sbaglio ha inviato ai suoi .
amici
di Twitter un messaggio superprivato, a sfondo piccante: ‘Quando torno a casa vado a letto.
Troppo stanco. Con te?’. Il testo è apparso imme-
diatamente sui profili dei .
abbonati che lo
seguono su Twitter. Qualche minuto dopo il ministro ha cercato di recuperare scrivendo ‘Tutte le
mie scuse. Così imparo a non toccare la lista delle bozze e a premere per sbaglio sul tasto invio.
Non vado a letto...’. Ma ormai il danno era fatto”.
Quali sono, invece, le paure generalizzate che
impazzano tra gli italiani?
“Tra le nuove paure c’è il timore di rimanere
vittima di attentati dopo l’ settembre
. Oppure quello di diventare ricchi improvvisamente
per uso sfrenato di lotterie o di impoverire rapidamente. C’è chi teme che qualcuno si possa impadronire delle proprie idee. Tra le ‘vecchie’ paure ci sono i serpenti, gli spazi aperti, le malattie, la
solitudine, l’ascensore, la morte”.
Lei proprio sulle paure sta scrivendo un libro.
Di cosa si tratta?
“Lo sto componendo con Dionisio Ciccarese e
passa in rassegna il concetto di paura: come nasce, quali sono le dinamiche che fanno nascere la
paura della paura, che ricadute sociali ed economiche si generano. Si può anche arrivare a evitare
ogni contatto per non avere paura”.
f.t.
Interventi
15
29 ottobre
4 novembre 2011
Fine tuning
a cura di Fabio Poli
Il tema è: sottostare o no al politically correct imposto dalla comunicazione?
La bilancia perdona, il marketing no
Lo stereotipo del bello-magro-bravo
L
a colazione dei campioni. Peperoni, miele e salame piccante. Se te
ne freghi dell’alimentazione quotidiana corretta e bilanciata. Se sei
fiero della tua taglia .
Comincia bene la giornata e falla cominciare bene a tutta la famiglia. I
grassi “buoni”, contro la noia delle “solite” colazioni sane, a pane burro e
marmellata. Finalmente un’offerta di gusto imperdibile per i tuoi bambini
e, perché no, per i nonni e le nonne.
Gnamm: la nuova linea di soddisfazioni per la tua Linea. Sapori genuini
per chi non ha bisogno di mantenersi in forma. Provali!
E se … E se esistesse davvero? Se ci fosse un prodotto coraggioso, oltre
il limite del politically correctness! Un prodotto che dice la verità. Che non
mente sulle sue qualità: mangi quindi ingrassi! Fuori dagli stereotipi del
bello-buono-magro-bravo.
Chi l’ha detto, infatti, che dobbiamo sempre rinunciare ai sapori, non
solo a tavola? Chi l’ha detto che dobbiamo sottostare alle buone maniere
del marketing? Sono stanco di prodotti macrobiotici, light o aggiunti di
qualche vitamina della quale non so puntualmente nulla. Sembra che la
felicità nasca sempre dall’assenza di qualcosa, ci avete fatto caso? Senza
grassi; senza OGM; senza polifosfati; senza zuccheri, senza glutine, lattosio, nichel, carboidrati ... Senza gusto. Alla fine ci resterà anche qualcosa
da mangiare?
E allora? Allora riprendiamoci il tempo, il gusto e il diritto di ingrassare.
Si, il diritto di ingrassare. Il diritto di scegliere se vogliamo o non vogliamo sottostare ad uno stereotipo imposto dalla comunicazione. Gli
indignados del marketing. Perché no?
Il tema non è cedere alle lusinghe delle maniglie dell’amore, ai centimetri e ai chili di troppo. Il tema è poter scegliere. La vittoria sta nel
poter decidere. E l’indignazione, nel fatto che ci hanno tolto la possibilità, e finanche la capacità di scegliere.
La bilancia perdona, il marketing no!
Ma … magari le bilance ed il marketing sono d’accordo? Un complotto! Ci avete mai pensato? Prima ci danno da mangiare, prodotti inscatolati, trattati con alcool etilici e conservanti a lunghissima scadenza e poi ci dicono che non dobbiamo ingrassare. Prima ci imbottiscono
di prodotti a lunghissima conservazione, poi ci dicono che dobbiamo
mangiare “fat free”.
Siate coerenti, una buona volta. Gli yogurt non fanno passare la
menopausa [che poi, cos’è, una malattia?]; un jeans non ti fa trovare
l’amore per strada; un rimmel non trasforma un “cesso” [termine tecnico!] in una modella.
La regola l’abbiamo capita: non importa che sia vero o veritiero.
L’importante è che sia attendibile, coerente a se stesso.
E allora: indignatevi pure e mangiate Gnamm. La bilancia perdona,
il marketing no!
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Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
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€ 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90
di Dionisio Ciccarese
V
ia via i sospetti stanno
prendendo forma: questa campagna elettorale
rischia di non dare alcun valore
aggiunto alle prospettive della
Puglia. La situazione diventa
paradossale perché ci fa rimpiangere persino la stagione
della comunicazione politica intrisa di promesse. Quella politica dell’annuncio che porta i vari
esponenti a spararla sempre
più grossa nel tentativo (spesso
riuscito) di incantare un elettorato credulone e smarrito. Cambiali mai portate all’incasso. Ma
oggi non è più così.
I modelli di rappresentazione della TV e l’autoreferenzialità con gli altri media hanno
innescato un meccanismo di
circolarità
dell’informazione
che imprigiona le notizie in un
paradigma sempre più lontano
dai fatti. Intendo, quelli veri,
quelli che hanno a che fare con
parole del tipo: strategia, priorità, puntualità, previsione, pianificazione, programmazione,
budget, monitoraggio, controllo, reporting. Il popolo pugliese
ha nella sua agenda informativa
il taglio di capelli del candidato,
le aspiranti veline che finiscono
per fare i consiglieri di questo o
di quell’ente, la girandola di voci su presunti scoop giudiziari.
mana Federico Pirro, docente
di Storia dell’industria nell’Università barese, in un editoriale
sul nostro giornale ha rotto gli
indugi e, con l’eleganza che lo
caratterizza, ha rivolto ai candidati una di quelle domande che
una volta tra i banchi di scuola
si definiva “a piacere”: per favore, diteci qualcosa di economico. Diteci, insomma: quale idea
della Puglia avete in testa per
i prossimi anni? Quali sono le
strategie su cui si deve puntare
per lo sviluppo? Come la Puglia
intende allinearsi all’Europa?
E se non bastasse in un altro articolo il prof. Giovanni
Ancona, docente di Economia
Politica nella medesima Università, con eguale accuratezza e
interpretando i dati della crisi
ha “stroncato” facili entusiasmi
sottolineando che sarà la ripresa
dell’occupazione a dirci quando
saremo davvero fuori dalla crisi.
La risposta del come e quando si
farà sta in un taglio di capelli? O
nelle arrampicatrici aspirazioni
di una velina? E lasciamo in pace
San Pio, che, se davvero fa i miracoli, è bene che rivolga il suo
sguardo a chi ne ha bisogno.
La Puglia in questi mesi per dirla come si dice dalle nostre parti
“ha dato spettacolo”. E per dirla
con il linguaggio del marketing
Carte
“revolver”
Sì
ALLE PAGG. 16 E 17
e febbraio – Due giorni con l’occhio al futuro
Il fenomeno
Ecco Smau business
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Elezioni regionali – Scelte strategiche e operative fondamentali attendono il Governatore
Vendola, una vittoria palese
di Dionisio Ciccarese
Comunicazione,
potere
e governance
h sì, è stata una vittoria palese. E anche annunciata. A
dispetto dei giochini paracomunicativi che in preda alla disperazione si è tentato di fare per
ribaltare un rapporto che non è
mai stato in discussione. Vendola
ha vinto, ma in realtà non è solo
Palese ad aver perso. Piuttosto è
stato il centrodestra. Si può dire
quel che si vuole e cercare con
le parole di camuffare la realtà:
Palese non ha mai avuto alcuna
chance. Qui accanto pubblichiamo la riproduzione delle tre prime
pagine de “La Gazzetta dell’Economia” che riportano i dati cui
era pervenuto l’Istituto Piepoli
a conclusione di un sondaggio
effettuato per nostro conto. E
siccome la stupidità non ha limiti
qualcuno ha provato a demonizzarli quei numeri con la solita
squallida dietrologia che contraddistingue parolai senza arte né
parte. Piepoli ne aveva sorriso e
aveva sottolineato: “Bisogna solo aspettare qualche settimana.
Vedremo”. Abbiamo visto.
Non è certo questo il fulcro
del nostro ragionamento, ma ne
esprime perfettamente l’atteggiamento. Una miscela di ignoranza
e supponenza con un esito scontato: il disastro elettorale. Ora si
discute dei “se” e dei “ma”. Di
una diversa possibile configurazione dei candidati. È troppo tardi.
Vendola non solo ha vinto, ma ha
già disegnato il “framing” nel cui
recinto si giocherà la nuova discussione politica: la fine dei partiti.
Vendola già non parla più della leadership nei partiti, ma trasferisce
il dibattito su una nuova area di
discussione ed è di fatto il leader
di una nuova “categoria” che egli
stesso tiene a battesimo. Sul piano della comunicazione politica è
un risultato raffinatissimo. Ora do-
SEGUE A PAG. 25
Internet
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Vendola al comando
27
aio
febbr
L’esito del nostro sondaggio:
il Governatore uscente al 46,5%.
A 6 punti di distanza Palese.
La Poli Bortone all’11%.
Servizi, grafici e tabelle alle pagine 15-16-17 e 18
Foto: Carlo Cofano/Iesseppi
A proposito di debito pubblico
Turismo – Una regione leader
Confindustria – Ecco le “tesi”
L’ora di sirtaki
e flamenco BIT di Milano: Il Sud ora deve
E la tarantella? Puglia sbanca voltare pagina
di GIOVANNI FERRI
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ell’autunno del
in
molti dissero “niente sarà
più come prima” quando,
nell’occhio del ciclone della crisi
finanziaria più grave degli ultimi
sessanta anni, persino i giganti
di Wall Street mostravano piedi
d’argilla. I governi di tutto il mondo venivano allora sollecitati al
da quel turbinio, le gengive dei
salvati addentano ora le mani dei
salvatori pubblici. La memoria è
breve, le situazioni cambiano rapidamente, occorre stare al passo
con i tempi. Oggi, dunque, molti
di quei governi che venivano lodati – si pensi all’Irlanda – per la
celerità con cui si erano mossi
L
B
a Puglia in fatto di turismo
è certamente una regione
leader. È quanto merso
con chiarezza nei giorni scorsi
alla BIT di Milano., importante
rassegna fieristica di settore.
La regione ha fatto grandi
passi in avanti sul piano della
destagionalizzazione offrendo
un ampio ventaglio di offerte
che vanno ben oltre il “bel
mare” che per troppi anni ha
urocrazia,
criminalità
e utilizzo fruttuoso dei
fondi europei. Questi i
temi al centro del confronto al
Petruzzelli di Bari nel convegno
“Il Sud aiuta il Sud”, organizzato per celebrare i
anni
della Confindustria. In quattro
pagine l’analisi dei dati sull’economia del Mezzogiorno e le
strategie di sviluppo pianificate
da mondo delle imprese e isti-
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Vendola tiene il passo
Palese insegue (-5,5%)
%
, %
DA PAGINA 15 A PAGINA 18 IL COMMENTO, LE TABELLE E I GRAFICI DEL SONDAGGIO EFFETTUATO DALL’ISTITUTO PIEPOLI
ALLE PAGINE 2 E 3 I SERVIZI DI ALESSANDRO DI PIERRO SULLA QUALITÀ DELLA COMUNICAZIONE POLITICA CON INTERVISTE ED OPINIONI
Eurispes – I dati parlano fin troppo chiaro You Tube – Il canale e i nuovi stili di vita
È proprio vero, La corruzione cresce Vediamo 1 miliardo
basta e “brucia” le risorse di video ogni giorno
“U
chiacchiere L
a corruzione continua a essere una piaga: i dati della Corte dei Conti confermano il fenomeno in crescita e l’Eurispes ne
n fenomeno paragonabile alle invenzioni della
stampa a caratteri mobili di Gutenberg o della radiotelegrafia
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Anno XV - 13 / 19 marzo 2010 -
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Vendola sempre in testa
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6 mar
, %
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Sondaggio – Il Governatore sempre in vantaggio anche nel secondo round dell’indagine
di Dionisio Ciccarese
Una lezione
Ventura
sale
in cattedra
di Dionisio Ciccarese
Resta netto il vantaggio
su Palese (4,5%).
Cala la Poli Bortone.
Il prof. Nicola Piepoli
ci spiega i perché
di tanti consensi per
il Governatore uscente
Servizi, grafici, tabelle
e l’intervista al prof. Piepoli
alle pagine 15-16-17 e 18
Tutti i dati del mercato dei giochi Nuove strategie in agricoltura
La vera partita Scommette E la Basilicata
è ancora
tutta da giocare l’Italia in crisi vuol cambiare
S
i può agevolmente prevedere che le ultime due
settimane che ci separano dalle elezioni non saranno
prive di fibrillazioni. Le agende
si infittiscono, i candidati schizzano da un angolo all’altro del
territorio seguendo il percorso
imposto da “agende” riempite da chi crede che i candidati
siano indistruttibili. Otto, dieci,
dodici appuntamenti in un gior-
risultato non è in discussione.
Vincerà Vendola. Lo abbiamo già
detto: vedremo.
Il rischio in attesa dell’esito
delle urne, e mentre ci accingiamo a osservare gli ultimi effetti
speciali delle campagna elettorale, è di perdere di vista la vera
partita in gioco.
In ballo c’è il futuro delle nostre regioni, ma non in un’ottica
localistica come in preda alla
I
n un anno di crisi come il
il mercato dei giochi si è dimostrato in controtendenza: + , %
di raccolta complessiva per un
totale di , miliardi di euro.
Il settore è stato trainato dalle
molte innovazioni introdotte
dall’AAMS e da uno sviluppo
sempre più deciso del gioco on
line. Andrea Pirola, manager Carat consulente per Sisal, in un’intervista svela come il profilo del
L
a crisi del settore dell’agricoltura e dell’allevamento
in Basilicata sta imponendo dei
cambiamenti di strategia radicali, mirati alla qualità dei prodotti
e dei servizi. Il primo intervento,
a tutela dei consumatori, è l’avvio di un progetto per la tracciabilità dei suini lucani. La “green
economy”, spiega Brillante della Coldiretti in un’intervista, è la
strada obbligata per l’agricoltu-
Foggia – Ferrovia “spezzata” dal 10 marzo: un disastro
ntervista a “cuore aperto” de
La Gazzetta dell’Economia a
Giampiero Ventura, allenatore
genovese,
anni, artefice del
miracolo Bari, la squadra-sorpresa che in A è decima davanti
ad alcune grandi. Ventura parla
della sua capacità di “motivatore” che fa gioco di squadra
con giocatori, dirigenti e tifosi,
del suo essere allenatore arricchito da una lunga esperienza
come docente. La motivazione
è il suo “mantra”, il segreto per
vincere. Ne ha parlato in un incontro con formatori e giornalisti alla Universus di Bari.
MATARRESE A PAG. 9
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I suoi dati nel rispetto della Legge
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Le difficoltà
di accesso al
credito bancario
espongono
famiglie e imprese
al rischio di finire
nelle mani di
organizzazioni
sempre più
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Anno XV - 6 / 12 marzo 2010 -
Il presidente Nichi Vendola resta saldamente
alla guida della Puglia. Gli elettori lo hanno confermato assegnandogli oltre il % delle preferenze. Più di punti rispetto al suo principale
antagonista, Rocco Palese. Alla Poli Bortone è
andato invece l’ , % dei voti. Un esito in totale sintonia con i risultati dei tre sondaggi che
l’Istituto Piepoli aveva realizzato per il nostro
giornale (e di cui pubblichiamo la riproduzione
delle prime pagine). Ora dopo una breve pausa
(che andrà qualche giorno oltre le festività) il
presidente Vendola dovrà nominare la Giunta.
Il che dovrebbe accadere intorno al
aprile.
È questa una fase delicata e il suo esito è tanto
più atteso per i molti significati che avrà la composizione della nuova Giunta.
desidero sottoscrivere un abbonamento annuale a
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Anno XV - 3 / 9 aprile 2010 -
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Dati inquietanti dalla ricerca Assofin-Crif-Eurisko sulle “revolving”
Le chiacchiere
non servono
Puglia svegliati!
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29 ottobre
4 novembre 2011
Opinioni
di Vito RAIMONDO
Il duo Sarkozy-Merkel ha prostrato un governo di fatto commissariato
Le risatine franco-tedesche
diciamolatutta feriscono l’orgoglio di Silvio
Gli schiaffi del duo “Merkozy”
ad un Governo commissariato
NICOLAS SARKOZY
A Bruxelles, il Governo italiano è stato inequivocabilmente commissariato. I presidenti
del Consiglio Europeo, Van Rompouy e della
Commissione, Barroso hanno consegnato alla
nostra delegazione un vero e proprio càhier
de dòleance (bilancio, mercato del lavoro, privatizzazione, giustizia, evasione fiscale) sullo
Stato italiano che va attuato immediatamente.
Berlusconi è rimasto annichilito ed è diventato furioso. Poi, le risate in faccia del duo “Merkozy” lo hanno prostrato. Un colpo duro al suo
orgoglio e alla sua vanità.
che si è trovato nell’Aldilà!
Si merita l’Inferno, di certo. L’Inferno dei cattolici, naturalmente, non quello previsto dal suo
Dio. Ma una cosa sento di dire: sulle immagini
del suo corpo, prima ferito e poi freddato, non ci
azzeccano i titoli dei giornali e delle Tv, oltre che
i commenti dei politici, secondo cui “ora, in Libia,
si va verso la democrazia”.
La democrazia non può essere avviata dall’immagine di un ragazzino con la pistola d’oro in
mano dopo l’omicidio (che omicidio è!) in nome
di una furia iconoclastica (vendicativa) che non
ha nulla di civile.
E agli occidentali che hanno nei loro palmares
gli eccidi di Mathausen e di Abu Grahib, degli assassini di Ceausescu, di Mussolini e di tanti altri,
non resta che stare zitti. Ammutoliscano dalla
vergogna. Gheddafi, sino a pochi mesi fa, era il loro degno partner per business più o meno loschi.
La Libia, prima di arrivare alla democrazia, dovrà attraversare parecchio deserto…. Sia chiaro.
A Berlusconi, ormai, gli fanno
scherzi anche i maggiordomi
Libia. Non si avvia la democrazia
con la furia iconoclastica
SILVIO BERLUSCONI
MUAMMAR GHEDDAFI
Non so dove Muammar Gheddafi, il rais amico
di statisti di mezza Europa, sia finito, una volta
Sapete chi è Alfredo?. E’ il maggiordomo di
Palazzo Grazioli al quale Valter Lavatola avrebbe fatto regalo di alcuni telefonini “sicuri” allo
scopo di potersi intrattenere, alla bisogna, con
il nostro Premier.
Una sera, Alfredo – racconta Berlusconi- gli
passò Lavitola e Lui credeva di parlare con il
telefonino prsonale del maggiordomo. Invece
era un apparecchio panamense donato, appun-
to ad Alfredo, dal faccendiere, non si sa perché
(si sa, si sa!).
Poverino, il presidente del Consiglio. Non può
fidarsi nemmeno del telefonino di un suo cameriere, ancorché gallonato.
Matarrese assenteista perdonato
Ora vuole fare il Sindaco!
ANTONIO MATARRESE
Dunque, Antonio Matarrese, recordman di assenteismo al Comune di Bari ( sedute in bianco su ) è stato “perdonato” anche (sic!) dagli
stessi consiglieri che lo avevano messo sotto accusa. In pratica, la vicenda si è rivelata una perdita di tempo per tutto il Consiglio e per i media
che ci si erano buttati sopra.
Antonio rimane consigliere. Della serie: ci si
può fare eleggere per non partecipare alle attività istituzionali dove si va per lavorare in favore
dei cittadini. Penso!
In soldoni, Matarrese può continuare a fare
– ottimamente, per carità - l’ambasciatore dello
sport italiano e anche di Roma
, ma non interessarsi molto dei problemi della sua città. Lo
facciano gli altri consiglieri!
Ho dichiarato, in precedenza, che Antonio è
amico mia e della mia famiglia. Quindi non gli
voglio male. Anzi.
Però, ora, esagera a dichiarare che, dopo questa telenovela, può aspirare a fare il Sindaco.
Dai, Tonino, non dirompere! Un Sindaco che ha
i tuoi impegni non è un Sindaco nel senso pieno
della parola. Ma un’altra cosa.
E, poi, sai cosa ti dico? Se farai il primo citta-
dino di Bari, mi candido sin d’ora, a divenire tuo
collaboratore e mettere a disposizione la mia
esperienza e professionalità. Sia chiaro, però:
potrò assentarmi
volte su , rispetto alle
presenze che mi competeranno…
Bossi e la pensione della moglie
Senatur, chi la fa l’aspetti
Chi la fa l’aspetti. La Lega Nord difende strenuamente le pensioni di anzianità (“la fa”, quindi)
e non accetta (“l’aspetti”) che il Presidente della
Camera, Fini, denunci che la moglie del “senatur”
sia andata in pensione alla bellezza di anni!
Alla Camera c’è stata addirittura una rissa tra
un deputato Fli e un leghista, con il successivo
intervento a cavolo del capogruppo della Lega
Reguzzoni secondo il quale “Fini non può ricoprire in senso alto il suo ruolo”. Che vuol dire? Che,
nella circostanza, lo ha ricoperto in senso basso?
Beh, sapete che dico? A me - e a molti - sta proprio bene che la terza carica dello Stato scenda
così in basso. Poichè non si può andare in pensione a anni e fare le barricate per mantenere
quei privilegi!
MARIASTELLA GELMINI
Non parliamo, poi, di quella scienziata della Ministra Gelmini che, dopo la boutade demenziale
sui neurini nel tunnel, per difendere la signora
Bossi ha affermato: “Ha una scuola e tuttora insegna” . Confondendo l’attività imprenditoriale
della Bossi con quella d’insegnamento che non
esercita da quanto aveva anni. Appunto.
Ma non si può pretendere di più da una simile
governante!
“Non vi offendo, perché io non vi ho insultato, ma vi ho descritto”
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Rubriche
29 ottobre
4 novembre 2011
17
segue dalla prima
L’agroindustria per il Meridione non è una panacea
d’oltreoceano, che risultano spesso
più competitivi dei nostri.
Anche le più rinomate località turistiche del Sud - dalla Costa Smeralda
a Taormina, da Otranto ad Amalfi, dal
Gargano alla costa abruzzese - ogni
anno devono misurare il loro appeal
sul mercato internazionale delle vacanze, confrontandosi con le Maldive,
le spiagge di Formentera, i villaggi del
Mar Rosso e quelli ai Caraibi.
Perciò il continuare a coltivare visioni di lungo periodo della crescita
meridionale fuori dalle traiettorie
più intuibili dell’apparato industriale
del Sud rischia di condannare coloro
che le alimentassero ad una crescente
marginalità, lontana dalle frontiere
più avanzate del dibattito meridionalistico.
FEDERICO PIRRO
Docente di Storia dell’Industria
nell’Università di Bari e di Politiche
economiche territoriali nell’Ateneo
del Salento
leNewsdaTerritorioeImprese
inviate le vostre notizie a [email protected]
PUGLIA
DAISY-Net: primo bilancio sociale
fra innovazione e benefici sociali
DAISY-Net, il nodo pugliese del Centro di competenza ICTSUD (Information and Communication Tecnology) ha presentato il suo primo bilancio sociale, dallo slogan “L’ecosistema di
Atenei e imprese in rete per lo sviluppo sostenibile”.
DAISY-Net è una società consortile a responsabilità limitata
pubblico-privata composta dagli Atenei della Puglia e da
imprese appartenenti ai settori dell’offerta e della domanda di
tecnologie di informatica e di comunicazione operanti sul territorio regionale. DAISY-Net supporta gli Atenei, gli altri organismi pubblici e privati e le imprese, al fine di rafforzare gli affari
e la competitività delle imprese stesse e il sistema produttivo
territoriale.
Inoltre il consorzio sviluppa contatti con altre società, consorzi, associazioni ed Enti nazionali e internazionali per collaborazioni scientifiche, tecniche e commerciali in progetti comuni,
puntando sulla digitalizzazione come stimolo per le imprese a
rivedere i propri processi di business per produzioni distribuibili
come servizi e aumentando così la possibilità di internazionalizzare l’offerta e ampliare il mercato. Un circolo virtuoso che
ha generato un aumento del patrimonio netto di Daisy, salito a
.
euro.
Concorso internazionale design
Per gli asili in Guinea Bissau
La Mangini di Putignano, tra le realtà leader nel settore delle
partizioni mobili interne, in collaborazione con l’associazione
S.ol.co. (Solidarietà Oltre Confine), Onlus che promuove progetti di cooperazione e solidarietà a favore di popolazioni di paesi in via di sviluppo, indice il concorso internazionale di design
“Bring the good modular design into african nursery schools”.
Il concorso è finalizzato alla progettazione di elementi di design
(arredi e attrezzature modulari) per gli asili di Ingorè, in Guinea
Bissau, uno dei paesi del quarto mondo sulla costa occidentale
dell’Africa. L’obiettivo è quello di stimolare idee funzionali, sostenibili e originali per rendere le scuole materne più accoglienti e
confortevoli; sarà la Mangini, in collaborazione con S.ol.co., a realizzare almeno dieci manufatti del progetto vincitore e a inviarli
nelle strutture scolastiche delle comunità di Ingorè.
La partecipazione al concorso, che mette in palio un premio
di .
euro, è gratuita e rivolta ai giovani creativi (tra i
ei
anni), anche organizzati in gruppo; gli interessati potranno
proporre la propria candidatura entro il prossimo dicembre.
Infrastrutture sociali:
nuovi interventi
L’assessore al Welfare della Regione Puglia, Elena Gentile, ha
presentato i progetti di intervento per la realizzazione di nuove
infrastrutture sociali che sono stati finanziati dalla Regione con
le risorse dei fondi FESR dell’Asse III - Linea . . Si tratta di
www.gazeco.it
Direttore responsabile: Dionisio Ciccarese
Direttore editoriale: Vito Raimondo
Redazione: Via delle Orchidee, 3 - 70026 - Z.I.
Modugno-Bari - Tel. 0805857444 Fax 0805857428 - [email protected]
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Dionisio Ciccarese
progetti privati sino quelli già istruiti e valutati dal Servizio Programmazione sociale e Integrazione sociosanitaria. A tempo di
record sono state espletate le procedure di istruttoria per il primo centinaio di progetti presentati, tanto da pervenire alla firma
dei disciplinari e alla concessione dei contributi a soli mesi dall’
avvio del bando regionale.
Bando “TIC 2011”:
al via le domande
A partire da lunedì
ottobre
sarà possibile presentare le
domande per partecipare al Bando per la diffusione delle Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione (TIC) nelle piccole e medie
imprese. La Regione Puglia ha stanziato , milioni di euro con l’intento di favorire l’utilizzo delle tecnologie informatiche nelle singole aziende e nei raggruppamenti di Pmi. Sino al novembre
si
potranno inoltrare le domande attraverso la Procedura telematica
attraverso il portale regionale.
Cia: produzione olio
in linea con l’anno scorso
La campagna olearia
si sta aprendo in Basilicata con la
previsione di una produzione in linea con quella della precedente
campagna per un totale di .
tonnellate di olio di oliva di pressione. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori della Basilicata che ha rielaborato le stime di fonte Ismea.
“Tenuto conto che in gran parte delle regioni maggiormente
vocate all’olivicoltura si prevedono riduzioni anche significative
come il per cento in meno della Toscana – commentano alla Cia
– possiamo ritenerci soddisfatti rispetto ad una perdita nazionale
ancor più consistente se si considera la media degli ultimi quattro
o addirittura dieci anni.” Il comparto in Basilicata – secondo i dati
contenuti nel Piano olivicolo nazionale del ministero delle Politiche
agricole – conta su .
ettari di superficie olivetata, una produzione di olio di pressione stabilizzata già da tre anni intorno alle
.
tonnellate l’anno e
frantoi in attività.
Unioncamere: 430 assunzioni
tra ottobre e dicembre
Rilancio reti europee:
50 miliardi di euro
La Commissione Europea ha presentato un piano di investimenti pari a
miliardi di euro destinato a migliorare le reti europee di trasporto, energia e digitali. Gli investimenti mirati nelle
principali infrastrutture contribuiranno a creare posti di lavoro e
a rafforzare la competitività dell’Europa nel momento in cui ne ha
più bisogno. Potranno essere finanziati progetti che completano
i collegamenti mancanti delle reti in questione e renderà l’economia europea più verde, grazie all’introduzione di modi di trasporto meno inquinanti, collegamenti a fascia larga ad alta velocità e
un uso più esteso delle energie rinnovabili in linea con la strategia
Europa
.
BASILICATA
“Progetto Children”:
20 giovani in Romania
Venti ragazzi di Policoro di un’età inferiore a
anni possono
presentare la domanda entro il
novembre
nell’ambito del
“Progetto Children”: l’iniziativa prevede scambi culturali tra il Comune Jonico e quello di Banesti, il cui protocollo di intesa è stato
sottoscritto lo sorso maggio.
Nel corso degli anni sono state condivise con la Romania diverse
esperienze culturali, enogastronomiche, sociali: lo scorso luglio
sono arrivati da Banesti dodici ragazzi romeni e tre accompagnatori ospitati in una struttura ricettiva locale, l’Aquarius, dove
hanno svolto attività ludico-sportive legate al mare. Il “Progetto
Children” segue proprio questa mission: ora saranno i ragazzi di
Policoro, con questo avviso pubblico, ad essere ospitati a Banesti
(Romania) da famiglie o strutture ricettive del posto, gratuitamente, per apprezzare costumi, usi, tradizioni della nazione Romania
in uno scambio interculturale dal contenuto storico come previsto
dal protocollo di intesa.
Tra ottobre e dicembre
le imprese lucane procederanno a
assunzioni. La forte contrazione rispetto alle .
che erano
state pianificate nel III trimestre si spiega con una serie di concause: il contesto di indebolimento della congiuntura economica
nazionale e internazionale e il diffuso clima di incertezza, la bassa stagionalità del trimestre in esame ,la tendenza delle imprese
ad instaurare i nuovi rapporti di lavoro non alla fine dell’anno, ma
all’inizio del successivo. E’ quanto evidenzia il bollettino trimestrale
“Excelsior Informa”, curato da Unioncamere Basilicata e pubblicato sul sito www.bas.camcom.it.
In particolare, il % delle assunzioni sarà concentrato nel settore dell’industria (comprese le costruzioni) e il % nelle imprese
con meno di
dipendenti; nel % dei casi le imprese richiederanno un’esperienza lavorativa nella professione o almeno nello
stesso settore; le difficoltà di reperimento riguarderanno l’ % delle
assunzioni totali; quelle più marcate vengono segnalate nel settore
servizi alle persone ( %) e tra le imprese con
o più dipendenti
( %); per il % delle assunzioni non stagionali sarà richiesta una
laurea o un diploma; fino a
assunzioni su
potranno essere
destinate a personale immigrato.
“Borsa del Turismo Religioso”:
buyer da 21 nazioni del mondo
Provengono da
nazioni del mondo i buyer partecipanti alla
seconda edizione della BitRel, la “Borsa del Turismo Religioso, dei
Pellegrinaggi e dei Cammini” inaugurata mercoledì scorso,
ottobre, nel nuovo padiglione della Fiera di Foggia. La delegazione
internazionale più numerosa è quella del Brasile con operatori.
Sono rappresentati Ungheria, Polonia, Portogallo, Irlanda, Norvegia, Usa, Lettonia, Lituania, Romania, Spagna, Francia, Malta, Canada, India, Cina, Russia, Olanda, Svezia e Australia. Agli operatori
turistici BiTrel offre cinque giorni di workshop, incontri business
to business, educational tour e i “cammini dello spirito” dai Monti
Dauni a Lucera; dalla Chiesa di San Pio a Monte Sant’Angelo.
Ogni riproduzione anche parziale è vietata ai termini di legge – Chiuso in tipografia il 27 ottobre 2011
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18
29 ottobre
4 novembre 2011
Itinerari
Il cibo degli dei – Storia e leggende del fungo della Murgia
Finalmente torna
il re cardoncello
P
leurotus eryngii, dietro questo serioso e scientifico nome
con relativo aggettivo in latino, si cela lo squisito fungo apulo lucano noto come cardoncello, cardarello, ferlengo,
altrimenti detto pure fungo di ferula. Definito “Cibo degli dei” di
colore marroncino e polpa soda, spunta in autunno, in genere accanto ai cardi selvatici, sulle brulle e selvagge colline della Murgia.
Apprezzato già dai tempi antichi, nel Medioevo era oggetto di
canti in alcune taverne e fu considerato prelibato e afrodisiaco al
punto tale da essere messo all’indice dal Santo Uffizio perché distoglieva i Cristiani dall’idea di penitenza.
Il cardoncello è “onesto” perché non può essere confuso, nemmeno dal raccoglitore più inesperto, con alcun fungo velenoso
a differenza di tanti altri “cugini” più famosi. Dal punto di vista
gastronomico è un fungo “discreto” e “democratico” perché la
sua presenza in un piatto mai ne condizionerà il risultato a scapito
degli altri ingredienti, questo grazie al suo sapore gradevole e delicato. La sua consistenza resta ottimale anche dopo la cottura ma
è la sua versatilità in cucina quello che più appetisce. Si consuma
crudo, con la pasta o con il riso, in abbinamento a piatti di carne,
pesce, legumi o verdure, mantenendo inalterate le sue doti organolettiche e il più delle volte esaltando addirittura l’ingrediente in
associazione.
Ottimo anche arrostito alla brace, fritto, gratinato, trifolato.
Conservato sott’olio è come tesoro in uno scrigno.
Il cardoncello, oltre ad essere una leccornia, è importante da
un punto di vista dietetico. Quello fresco contiene mediamente
dall’ - % di acqua, il - % di zuccheri, il , - % di proteine, lo , , % di grassi. Sono presenti in essi tutti gli amminoacidi principali
e le vitamine con un livello sorprendentemente insolito di biotina.
Il cardoncello è anche impiegato in diete ipocaloriche per il basso
contenuto di grassi e per il ridotto valore energetico ( calorie
per ogni
grammi). Inoltre, la ricerca scientifica ha recentemente evidenziato la presenza nei funghi di sostanze capaci di avere
ricadute positive in termini di salute umana abbassando il colesterolo e aumentando le difese immunitarie.
La raccolta dei cardoncelli selvatici è roba da grandi esperti e gli
appassionati sanno bene, dove trovarli. Due noti fungaioli sono
Piero Carlucci di Altamura e Vincenzo Mangione di Gravina. Con
loro l’associazione Amici del Fungo Cardoncello di Altamura, e animata sempre con entusiasmo da Onofrio Pepe, organizza scarpinate sulla Murgia alla ricerca del “Cibo degli dei” e pranzi a base di
cardoncelli a volte preparati da cuochi famosi come Vissani.
Prodotto emblematico del territorio dell’Alta Murgia e della
Murgia Materana il cardoncello è certamente tra quelli a maggior
rischio di estinzione in quanto, grazie anche a politiche ambientali
sconsiderate e irresponsabili iniziate negli anni ‘ , lo spietramento selvaggio della Murgia sta distruggendo in maniera irreversibile
l’ambiente naturale nel quale il cardoncello cresce e si riproduce.
Una raccolta quella dei cardoncelli che merita religioso silenzio,
attenzione all’habitat dove di solito si celano spesso camuffati co-
me pietre tra i cardi selvatici. Per decenni raccoglitori senza scrupoli hanno depauperato il patrimonio fungino della Murgia. Da
qualche tempo è obbligatorio avere un tesserino per ottenere il
quale bisogna sostenere un esame di micologia e con l’obbligo di
un prelevamento limitato di funghi.
Il profumo, la carnosità, la prelibatezza di questo fungo di Murgia non ha prezzo. Per fortuna s’è appreso a coltivarli e con risultati sicuramente positivi e assai simili a quelli selvatici.
Tante le aziende in Puglia e Lucania che si sono dedicate a questa coltura per cui oggi i cardoncelli sono disponibili in abbondanza sulle bancarelle dei mercati e nei negozi dei fruttivendoli.
E’ una coltura alternativa anche nel campo della funghicoltura,
che rappresenta uno dei comparti più interessanti delle produzioni agricole ed ha goduto sin dai primi anni di coltivazione di una
risposta molto interessante da parte del mercato.
La coltivazione del Pleurotus eryngii contribuisce a creare un’interessante forma di reddito alternativo e sicuro nel tempo. Questa
coltivazione può essere fatta da chiunque possegga un terreno,
anche di ridotte dimensioni, un piccolo capitale da investire e una
mentalità aperta all’accoglimento di tutte le novità di investimento purché si tratti di funghi selezionati e riprodotti da quelli che
crescono spontanei nell’altopiano delle Murge.
I cardoncelli si possono coltivare persino in casa acquistando
pani irrorati dal micelio di cardoncello. Basta un po’ di umidità, cura quanto basta ed ecco la trifola pronta sul balcone.
Conoscere il territorio – Passeggiata fra le… pietre
Mangione di Gravina e Carlucci di Altamura
Ciccillo e i dinosauri
tuffo nel Paleolitico
Vincenzo e il Principe
professione fungaioli
L
a raccolta dei funghi come occasione per conoscere Murgia e le sue
città e il paniere sarà sempre pieno, almeno di belle sensazioni. Anche la visita alle fungaie di un coltivatore di funghi è pur sempre una bella esperienza.
I sassi della Murgia non solo per
costruire muretti, trulli e quant’altro.
Anche libri di pietra per raccontare le
storie di uomini e di animali su di loro
tracciate. E chissà che altro può riservare la Murgia se invece di essere sfogliata (o meglio dire... spogliata?) dagli
spietratori, questo compito venisse lasciato agli archeologi.
Settanta milioni di anni in Puglia
imperversava un caldo tropicale, (altro che i ° dei giorni scorsi!) simile a
quello dei paesi equatoriali odierni, e il
territorio presentava lunghe piane fangose. Erano frequentate da centinaia
di dinosauri che passando da dove poi
sarebbe stata fondata Altamura, e più
precisamente in contrada Pontrelli, la-
sciarono non meno di .
impronte
appartenenti a cinque diverse specie.
Orme tutte ben conservate sono da
ammirare nella Valle dei Dinosauri.
Altra storia avvincente quella dell’Homo arcaicus, scoperto degli speleologi
del C.A.R.S. (Centro Altamurano Ricerche Speleologiche) nella grotta carsica
di Lamalunga sempre nella Murgia di
Altamura. Si tratta dei resti fossili di un
uomo, soprannominato familiarmente
Ciccillo. Il suo scheletro (risale almeno
a
mila anni fa), completo in tutte le
sue parti, interamente mineralizzate e
calcificate, racconta storie di caccia di
quando la Murgia era una sorta di savana frequentata da cervi, leoni delle
grotte, felini, iene. Nelle vicinanze dello scheletro, infatti, sono stati ritrovati
anche resti di animali, fra cui un cranio
completo di un cervide.
Straordinaria è la Murgia Materana,
protetta da un Parco molto efficiente.
Sicuramente è uno dei più spetta-
colari paesaggi rupestri d’Italia che
testimonia l’antico rapporto tra natura e uomo, si trova a Matera a pochi
chilometri di distanza dal confine con
la Puglia.
Anche qui presenze dell’uomo preistorico che ha popolato la Murgia sin
dai tempi preistorici, con stazionamenti risalenti al Paleolitico (Grotta
dei pipistrelli) e all’epoca Neolitica
villaggio di Murgecchia, di Murgia
Timone e di Trasanello. Numerose
testimonianze di queste fasi si conservano presso il Museo Nazionale
“Domenico Ridola” a Matera, mentre
testimonianze del periodo greco (VIIIVII secolo a.C.) e romano (dal III a C.)
affiorano più numerose sul versante di
Montescaglioso.
Il paesaggio di questa Murgia è caratterizzato, oltre che da sassi, sempre sassi, da profonde gravine, turgide di macchia mediterranea frequentata da falchi, volpi, rettili e anfibi.
V
incenzo Mangione,
anni fruttivendolo e fungaiolo. tre figli. Da
sempre conoscitori dei segreti dei cardoncelli e della loro stagione. E’ lui il
riferimento degli oltre
cercatori di
cardoncelli di Gravina. Nel suo negozio
noto come “pidocchietto” in Piazza
della Cattedrale è facile di questi tempi incontralo ogni pomeriggio dalle
in poi quando aspetta che i cercatori
di cardoncelli ritornano al paese dopo
aver scarpinato per ogni dove sulla
Murgia barese spingendosi anche sulla
Murgia materana e finanche alle pendici dei monti di Calabria.
Vincenzo fornisce ristoranti della
zona e anche di Bari. Il Presidente della repubblica Ciampi lo ha premiato
come “difensore dell’habitat rurale”.
Nel
quando si costituisce l’Associazione Amici del fungo cardoncello
è uno dei soci fondatori e formidabile
animatore. Tra le sue amicizie Gianfranco Vissani.
Pietro Carlucci ecco il gemello altamurano di Vincenzo. Piero Carlucci è il
“Principe del cardoncello”. Titolo conquistato dalle continue testimonianze.
Conoscitore delle erbe della Murgia,
nel suo piccolo negozio di frutta e
verdura di via Santa Teresa dov’ è stato girato il leggendario film “Focaccia
Blues” di Nico Cirasola di cui è uno dei
principali protagonisti, anche Carlucci
raccoglie con i fratelli i cardoncelli della
Murgia. Basti pensare che viene da una
numerosa famiglia di cercatori di erbe
spontanee, funghi e lampascioni. E’ anche un consigliere di chi vuole curarsi
con le erbe. Qualsiasi problema: dalla
stitichezza alle stomatiti è Pierino che
ti dà la soluzione.
fraBoschi,SentierieTorrenti
Arriva San Trifone
La Festa Patronale in onore di San
Trifone si celebra ogni anno dall’ all’
novembre ad Adelfia. Vi è inoltre un
altro giorno, solitamente la domenica
seguente, detto dal popolo adelfiese
“San Trfon ‘iind a ua’ ‘nicchie” (“San
Trifone nella nicchia”) durante il quale
si festeggia la posa del Santo Patrono
nella nicchia della chiesa di San Nicola.
Migliaia di pellegrini si riversano da
ogni parte d’Italia per festeggiare l’evento religioso e laico. Nella serata del
novembre la festa si apre con il lancio
della mongolfiera all’arrivo del quadro
vicino la cassarmonica e continua sino
a notte fonda con l’alternarsi sul palco
di vari concerti di prestigiose Bande.
Luminarie, kermesse pirotecnica.
Pagina a cura
di Vittorio Stagnani
Sanità
29 ottobre
4 novembre 2011
19
Terapie oncologiche – Risultati positivi nelle leucemie
Farmaco biologico
la nuova frontiera
F
armaci intelligenti che puntano e centrano l’obiettivo
della cellula cattiva del cancro da eliminare; esami specifici che individuano il tipo di malattia e gli accoppiano
il farmaco che serve facendo evitare le “prove” ed i possibili
insuccessi con risparmio di inutili terapie e di collegate tossicità ( a per i chemioterapici; a per i biologici).
La rivoluzione si chiama “farmaco biologico”, ottenuto
con tecniche di ingegneria genetica, un onere aggiuntivo
che – dice il prof. Fabrizio Pane, ematologo dell’Università di Napoli e presidente del ° Congresso della Società
italiana di ematologia – rende in termini di guarigioni ed
agisce direttamente sul meccanismo perverso della cellula maligna e quasi solo su questa.
Il prototipo Imatinib, nella leucemia mieloide cronica
ha cambiato – dice il prof. Pane – la vita a medio e lungo
termine dei pazienti con guarigioni dell’ % nelle leucemie
linfatiche acute del bambino e del % in quelle dell’adulto. Per il mieloma multiplo, difficilmente guaribile, il tempo di sopravvivenza è più che raddoppiato.
“Nella leucemia mieloide cronica, con l’introduzione
delle nuove terapie – dice il prof. Michele Baccarani (università, Bologna) – la mortalità è scesa a meno del %
annuo facendo aumentare il numero di pazienti che convivono con la malattia e che dovranno continuare ad usare farmaci (via orale) o, addirittura, poterne fare ormai a
meno ma che devono ”costruirsi una vita reale” mentre
la società deve prendersi carico della terapia che costa,
per ogni paziente, da .
a .
euro per anno. Va
previsto anche l’inserimento nel mondo della produttività
lavorativa, l’integrazione sociale e familiare”.
“A fine anni ‘ – dice il prof. Pane – questa forma era
sempre mortale e l’aspetativa media di vita era anni”.
Il farmaco che ha cambiato la realtà della patologia –
Glivec – è il primo risolutore di un cancro (utilizzato anche
nella leucemia linfoblastica). Ma vi sono pazienti che non rispondono a questa terapia (dal all’ %). Per questi, il farmaco di seconda generazione (Nilotinib, costa
€ per giorno
di terapia), più specifico. Alternativa anche il Dasanitib.
La ricerca continua e, allo stato – dice Pane – sono in
commercio
farmaci biologici ed oltre
in fase di
sviluppo.
“Sconfitte registriamo ancora nella leucemia mieloblastica dell’anziano mentre la leucemia promielocoitica
risponde ai derivati della vitamina A che potranno fare a
meno dei chemioterapici sostituiti dall’arsenico, farmaco
di poco costo (il veleno che si riabilita).
Più facili le vittorie nelle forme con una sola lesione nel
Dna; per quelle complesse, strategie ancora difficili.
In prospettiva, potremo fare a meno del trapianto di
midollo grazie a farmaci efficaci mentre si dovrà fare affidamento su centri di estrema specializzazione distribuiti
razionalmente.
Specializzazioni – Un master dell’ISTUD in management sanitario applicato all’ematologia
Come il medico può diventare manager
U
n master in management sanitario applicato all’ematologia per consentire a professionisti sanitari ( per anno; questo il ° anno)
di “attuare un percorso di formazione su temi di
natura manageriale per favorire – dice Stefano
Portolano, amministratore delegato di Celgene
che finanzia senza condizioni il master realizzato dalla Fondazione ISTUD, nato sotto l’egida
ufficiale della Società italiana di ematologia che,
nel congresso nazionale di ematologia di Napoli
presieduto dal prof. Pane, ne ha ribadito l’impegno - una formazione aggiuntiva che permetta
agli specialisti di gestire con efficienza e con
differenti modalità, le risorse disponibili e contribuire al mantenimento dei livelli essenzali di
eccellenza in un sistema sostenibile”.
Tra i lavori che gli iscritti hanno svolto, ha primeggiato perché “più significativo in termini di
innovazione” il progetto “stili di leadership tra
maschile e femminile in sanità ed ematologia”
eseguito dalle dr.sse Silvana S. Capalbo, direttore dell’unita complessa operativa di ematologia
dell’azienda ospedaliera universitaria di Foggia
e Daniela Diomede, dirigente I livello dell’ematologia dell’ospedale di Trani.
La ricerca ha evidenziato la piramide discriminante nelle professioni, fatta da uomini e
donne. I primi, che in partenza sono in numero
inferiore, affollano le posizioni superiori, le altre
stagnano alla base della piramide.
Nella classifica dei top
degli scienziati italiani, presenti solo
donne ( per cento). Alla
presidenza delle società scientifiche di emato-
donne, come si vede, raggiungono la qualificazione che le proietterebbe verso l’apice ed invece restano al palo anche perché, ad esempio,
il vertice maschile – osserva la dr. Capalbo - affida a colleghi maschi temi ed incarichi di ricerca,
almeno i più qualificanti”. Per esempio, alla direzione delle
unità di ematologia,
sono
maschi e
donne ( %), di queste solo
dirigono strutture di alta complessità.
Il farmaco
logia e materie collegate, solo donne.
Alla base, invece, non è così. Nelle scuole di
specializzazione gli iscritti, in Italia, sono .
maschi e .
donne, di cui, nell’area sanitaria, rispettivamente .
e .
.
Nei dottorati di ricerca, ancora maggioranza
femminile: .
uomini e .
donne. “Più
Totale costi (materiali + tempo lavoro)
PICC
,
€
CVC
,
€
Differenza
- ,
€
Variazione CVC vs.
- ,%
PICC
Permanenza
gg
gg
Costi effettivi giornalieri
PICC
CVC
Differenza
Variazione CVC vs.
PICC
Risparmi ottenuti con la procedura proposta (PICC)
CVC = catetere venoso centrale ad approccio toracico
PICC = catetere venoso centrale ad inserzione periferica
I COSTI DELLA SCLEROSI
C
S
clerosi multipla, malattia cronica a decorso
variabile che costa .
.
€ per anno per malato, spese a carico del singolo e costi sociali di oltre
miliardi e mezzo. Farmaci
si susseguono. Tra questi,
Fingolimid che mostra riduzione del tasso di ricadute,
dei tassi di atrofia cerebrale. Ad oggi, .
pazienti
sono stati trattati. I risultati
presentati ad Amsterdam
da Novartis ( , miliardi di
dollari investiti in Ricerca e
Sviluppo).
Il progetto si inserisce nell’attività del “master in management sanitario applicato all’ematologia”, realizzato dalla Fondazione Istud, sotto l’egida della società italiana di ematologia e
sostenuta e finanziata incondizionatamente da
Celgene, allo scopo di aiutare il sistema sanitario
– dice Stefano Portolano, amministratore delegato Celgine, a “mantenere livelli assistenziali di
eccellenza in un sistema sostenibile. Si stanno
affermando nuovi modelli di scienza che si esprimono in nuovi modelli di business per favorire
Gestione dei processi
Consigli
per acquisti
entralizzare. Ma la centralizzazione è un modello complesso da studiare.
Nel
la spesa del Servizio Sanitario Nazionale per
l’acquisto di beni e servizi è
stata di circa , miliardi di
euro, voce di costo che, dall’inizio del
, ha subito il più
alto tasso di crescita ( , %).
Nel
, al ° posto ( , %)
dopo i costi per il personale
dipendente.
Il processo gestionale degli acquisti è il punto critico
per attuare un’azione di riduzione e controllo della spesa.
Soluzioni innovative sono
,
,
,
,%
€
€
€
la ricerca farmaceutica che, negli ultimi anni, ha
conosciuto allungamento dei tempi ed aumento dei costi necessari per sviluppare un nuovo
farmaco ( miliardo € per costo e sviluppo di un
farmaco nuovo nel
, lievitato a miliardi nel
) che corre anche l’alea dell’insuccesso (nel
,
studi clinici hanno rilevato, nell’ultima
fase di ricerca, inefficacia del farmaco testato ed
il capitale impegnato – quasi miliardi per ognuno – è andato perduto).
Il catetere che fa risparmiare
Un altro progetto del master in management
è quello dell’equipe della Onco-ematologia
del’ospedale di Nocera inferiore (prof. D’Arco
e dr Califano). Si tratta dell’introduzione di un
nuovo catatere venoso centrale ad inserzione
da vena periferica (Picc). Il malato, specie oncologico, ha bisogno di reiterate e quotidiane
infusioni di liquidi e farmaco endovena. Prevalentemente si infonde attraverso le vene del collo. Il nuovo sistema utilizza, invece, le vene del
braccio e può rimanere infilato fino ad un anno,
senza necessià di controllo specifico e – dice la
capo sala dr. Trezza - può essere gestito da infermieri . Il vecchio sistema, invece, andava controllato e sostituito dopo
giorni e richiedeva
medici anestesisti.
Questo permette di risparmiare sui costi in
termini di materiali e tempi di lavoro (risparmio del , %) e di giornate di ricovero (meno
, %), a parte la migliorata qualità di vita per
il paziente.
suggerite dai prof. Fabio Amatucci e Stefania Mele del
CERGAS – Università Bocconi (“I processi di acquisto di
beni e servizi nelle aziende
sanitarie. Elementi di innovazione e modelli di accentramento” Egea).
Il processo di centralizzazione degli acquisti sia
l’occasione per innestare le
iniziative in un più articolato
progetto di governance clinica e gestionale che, se ben
strutturato e condiviso, darà
vantaggi sul lungo periodo e
non solo risparmi immediati.
Pagina a cura
di Nicola Simonetti
www.telefonoamico.it
Il servizio è gratuito, a tuo carico solo il costo della chiamata: da telefono fisso € 0,06 alla risposta e € 0,024 al minuto, iva compresa.
Per i cellulari il costo varia in funzione dell’operatore telefonico.
Libri&Riviste
29 ottobre
4 novembre 2011
21
Gli imprenditori più innovativi hanno fiutato l’affare
App, nuove galline
dalle uova d’oro
Geolocalizzazione e mobile marketing
Fare business con le App e i social game
Autore: Alessandro Prunesti e Fabio Lalli
Editore: FrancoAngeli
Collana: Management Tools
Pubblicazione:
Numero di pagine:
Prezzo: €
ALESSANDRO PRUNESTI
L
a nuova frontiera del business oggi è rappresentata dal connubio tra i social network e i cellulari di ultima generazione
come gli iPhone e i telefoni Android. Con questi nuovi dispositivi, tutti rigorosamente touch screen, è possibile utilizzare
migliaia di applicazioni (le App), molte delle quali consentono di
accedere ai propri social network preferiti, aggiornare il proprio
profilo con foto e video e, ultima novità, condividere con i propri amici informazioni sul luogo (piazza, negozio, ristorante) nel
quale ci si trova.
Gli imprenditori più innovativi, fiutando l’affare, hanno iniziato a fare marketing attraverso i dispositivi mobili. In che modo?
Ad esempio offrono buoni sconto e promozioni speciali agli utenti che fanno più spesso check-in, condividendo cioè sui social
network come Facebook, Twitter o Foursquare la loro presenza
all’interno di un punto vendita. E a giovarne sono sia le aziende,
che vedono aumentare la visibilità online del proprio marchio,
che gli utenti, i quali possono divertirsi a competere tra loro per
acquisire il numero maggiore di presenze all’interno di uno stesso luogo.
Si innesca in questo modo una vera e propria sfida ludica tra gli
utenti, combattuta a colpi di check-in fatti attraverso la propria
App preferita, in grado di amplificare enormemente il passaparola online.
Il libro scritto da Alessandro Prunesti e Fabio Lalli per FrancoAngeli descrive le più innovative strategie di utilizzo dei Location
Based Services (i servizi wireless basati su protocolli internet, ac-
cessibili attraverso dispositivi mobili, che offrono servizi specifici
erogati in base alla localizzazione dell’utente) da parte delle aziende che investono nel mobile marketing. Viene dato particolare rilievo alle strategie di sviluppo delle App, dei social game e
dei servizi di geolocalizzazone applicabili al marketing turistico
e territoriale. È spiegato, passo dopo passo, in che modo si pianifica una strategia vincente e vengono indicati gli strumenti da
utilizzare per metterla in pratica. L’obiettivo finale per le aziende
è chiaro: trovare nuovi canali per fidelizzare i propri clienti e acquisirne di nuovi.
Il libro ha un tono divulgativo che accompagna il lettore alla
scoperta dei casi pratici attuati da aziende italiane ed estere. Si
tratta di un vero e proprio “manuale d’uso” rivolto a tutti coloro
– imprenditori, agenzie, professionisti – che desiderino scoprire
tutte le potenzialità del “mobile business” e ottenere vantaggi a
beneficio dei clienti e della propria attività commerciale.
LO SVILUPPO DI INTERNET MOBILE
I dati forniti dall’Agenzia Onu per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e riportati nel libro evidenziano l’attuale crescita di internet, che nel
ha superato i miliardi di
utenti, con un bacino raddoppiato rispetto al
. Emerge lo sviluppo delle reti mobili, di cui oggi fruisce il % della popolazione
mondiale: alla fine del
erano stimate , miliardi di sottoscrizioni ai servizi di telefonia mobile, delle quali
legate all’uso di
servizi G a banda larga.
IL MERCATO DEGLI SMARTPHONE
L’autorevole società di ricerca Gartner calcola che nel corso del
saranno venduti
milioni di smartphone, con un incremento del , % rispetto al
. Il sistema operativo Android nel corso dei prossimi mesi diventerà la piattaforma più diffusa ed entro
il
raggiungerà il primato della quota di mercato, che fino al
è stata saldamente in mano all’iOS di Apple.
L’EVOLUZIONE DEL CONTESTO ITALIANO
In Italia sono attivi circa
milioni di telefoni cellulari con un
tasso di penetrazione tra i più alti del mondo (dati ComScorre).
Oltre il % di essi è costituito da smartphone. Cresce la vendita
di iPhone (+ , %) e dei devices dotati del sistema operativo Android (+
%). Più del % dei cellulari naviga su internet.
IL MERCATO DELLE APP
I più recenti dati elaborati dalla società di ricerca specializzata
Distimo evidenziano la crescita dell’Apple App Store per iPhone,
raddoppiato rispetto all’anno precedente, con
.
applicazioni disponibili. Un’impennata più forte è quella del Google Android
Market, volte più grande rispetto a dodici mesi prima, con
.
applicazioni pronte a essere scaricate. Il BlackBerry App World e il
Nokia Ovi Store hanno a loro volta triplicato le applicazioni a disposizione degli utenti, passando rispettivamente a .
e .
App.
L’intervista – Un libro per divulgare i nuovi modelli di business
“Il mobile fa parte della nostra vita”
A
lessandro Prunesti è consulente
nel settore della comunicazione
d’impresa, del social media marketing
e dell’enterprise . . È nato a Roma nel
. Nel
ha conseguito la Laurea
in Scienze della Comunicazione Istituzionale e d’impresa alla Sapienza e nel
si è specializzato con un Master
Universitario in Economia e Gestione
dello Sport alla Facoltà di Economia
dell’Università di Tor Vergata. Si occupa
di innovazione digitale e svolge ruoli di
docenza presso Università e scuole di
formazione. Ricopre l’incarico di social
media manager e digital strategic planner presso Sportmunity.com.
Com’è nata l’idea del libro?
“L’idea è nata dalla constatazione che
smartphone e dispositivi mobili sono diventati parte della nostra vita quotidiana e il principale strumento di accesso a
internet. Io e Fabio Lalli prendiamo spes-
so in considerazione i mercati americano e anglosassone, in cui sono sempre
più evoluti sulle innovazioni di marketing, e abbiamo deciso di dar vita a un
libro per divulgare i modelli di business
legati all’utilizzo dei dispositivi mobile
per finalità commerciali delle aziende”.
Cosa sono la geolocalizzazione e il
mobile marketing?
“Quando parliamo di geolocalizzazione chi riferiamo a chi, attraverso uno smartphone o un tablet, fa online il
check-in, visto che, all’interno dei social
network in cui è presente, condivide con
i suoi amici il luogo in cui si trova. C’è il
check-in di chi condivide la posizione in
un negozio, in un cinema, in un bar, in uno stadio ma anche il check-in di chi condivide informazioni di un prodotto (ad esempio facendo la scansione di un codice a barre). Queste operazioni possono
essere utili a un’azienda che può sfrut-
tare le modalità di condivisione di informazioni e proporre nuove offerte commerciali. Un ristorante, ad esempio, può
prevedere sconti del % o regalare un
primo, un antipasto o un aperitivo a chi
diventa ‘sindaco’ di quel locale (se cioè
ha accumulato più presenze). Perchè le
persone siano motivate a fare check-in
il marketing della geolocalizzazione si
basa sul social gaming: le aziende creano
giochi o attività di marketing che stimolino l’interazione tra soggetti”.
In che modo la geolocalizzazione si
integra con social network come Facebook, Twitter e Foursquare?
“L’integrazione è già completa e si
fonda sulle App caricate in smartphone e
tablet e capaci di stabilire un immediato
collegamento con Facebook e Twitter
e di favorire così il social gaming. Grazie
alla condivisione delle informazioni geolocalizzate sui social network gli utenti
fanno pubblicità a un’azienda, a un punto vendita, a un luogo”.
Intanto, però, secondo la ricerca sulla privacy in Rete realizzata da Diennea
MagNews in collaborazione con Human
HighWay, spicca la preoccupazione data dagli effetti della geolocalizzazione
( %) che va a influenzare il comportamento del , % degli utenti. Come
commenta questo dato?
“Il pericolo è reale e non mi stupiscono
queste affermazioni. Di sicuro i maschi
tendono di più a condividere la loro posizione e a fare check-in. La situazione può
essere gestita solo con la cultura digitale.
Le persone devono maturare una certa conoscenza di questi strumenti e impostare
in maniera corretta i settaggi sulla privacy
su ciascuna applicazione scaricata sul telefonino o sui social network. Molti, purtroppo, non lo fanno, specialmente in Italia. Ma
f.t.
tutto sta nelle mani dell’utente”.
FABIO TRAVERSA
Il consulente
Fabio Lalli:
professione
“startupper”
F
abio Lalli svolge consulenza
in ambito ICT. Ha ricoperto
ruoli di direzione e ha partecipato allo startup di alcune aziende in ambito tecnologico.
È specializzato in progetti di
system integration, gestione
di infrastrutture e sviluppo di
applicazioni web e mobile. Nel
ha fondato il business network Indigeni Digitali. “Mi piace presentarmi - scrive sul suo
sito - come Strategy Consultant
ICT e mi ritengo un innovatore.
Gli altri mi definiscono Startupper compulsivo, o imprenditore
seriale. Bloggo, Twitto, Comunico, Telefono, Programmo,
Navigo, Cerco, Penso, Chatto,
Innoveggio, startuppeggio. Ovviamente faccio tutto contemporaneamente”.
f.t.
22
29 ottobre
4 novembre 2011
Fiscalmente
Risorse trovate – Per attività avviate prima del
novembre
Per ricerca e sviluppo
c’è il credito d’imposta
È
ora possibile utilizzare il credito di imposta
per ricerca e sviluppo, relativo ad attività
avviate prima del
novembre
, e
inizialmente non riconosciuto a causa dell’esaurimento delle risorse disponibili. Ecco le modalità
per usufruirne.
Normativa e prassi.
Già con circ. n. /E/
il Fisco aveva precisato che “La presentazione del formulario da parte
dei soggetti interessati vale come prenotazione
dell’accesso alla fruizione del credito d’imposta
con diritto di precedenza su quello relativo ad attività avviate a partire dal novembre
”.
E sempre in tema di prenotazione per l’accesso alla fruizione del credito d’imposta, il comma
, lettera a), dell’articolo
del D.L. n.
/
prevedeva che l’Agenzia delle entrate comunicasse, relativamente alle prenotazioni per attività di ricerca avviate prima del novembre
,
“esclusivamente un nulla osta ai soli fini della
copertura finanziaria; la fruizione del credito di
imposta è possibile nell’esercizio in corso ovvero,
in caso di esaurimento delle risorse disponibili in
funzione delle disponibilità finanziarie, negli esercizi successivi”.
Nelle istruzioni relative alla compilazione del
Modello Unico
(redditi
) e del Modello Unico
(redditi
) veniva precisato
che: “Per effetto di quanto disposto dal D.L. n.
/
, …, a decorrere dall’anno
benefi-
ciano del credito d’imposta i soggetti che hanno
presentato il formulario (mod. FRS) contenente i
dati degli investimenti in attività di ricerca e sviluppo ed hanno ottenuto dall’Agenzia delle entrate
il nulla osta alla fruizione del credito. I soggetti
ammessi al beneficio possono utilizzare il credito
d’imposta, secondo le modalità previste dalla norma istitutiva, a decorrere dall’anno per il quale il
credito è concesso”.
La fruizione del credito d’imposta per l’attività
di ricerca avviata prima del novembre
era
subordinata, quindi, alla comunicazione del nulla
osta da parte dell’Amministrazione finanziaria a
partire dall’anno cui si riferivano le disponibilità
finanziarie indicate nel nulla-osta stesso.
Per le attività di ricerca avviate prima del
novembre
, tuttavia, il diniego del predetto
nulla-osta non impediva la maturazione del credito di imposta ma inibiva, solo, l’utilizzo del credito
di imposta maturato nei relativi periodi di imposta,
a causa dell’esaurimento delle risorse disponibili.
Senza quindi escludere la possibilità di un futuro
utilizzo in funzione delle disponibilità finanziarie
eventualmente stanziate negli esercizi successivi.
Al fine di rimediare all’esaurimento delle dispo, della L.
nibilità finanziarie, l’articolo , comma
n.
/
ha disposto - per gli anni
e
- uno stanziamento di ulteriori risorse destinate al
finanziamento del credito d’imposta (complessivamente pari a
milioni di euro).
E finalmente, con decreto del Ministro dello
sviluppo economico emanato il
marzo
di concerto con il
Ministro dell’economia e delle
finanze, sono state individuate le
modalità di utilizzo dell’ulteriore
stanziamento disposto dal comma
dell’art. della L. n. /
.
In particolare, il comma dell’art. del citato
decreto individua i soggetti destinatari delle predette risorse in quelli rientranti nella lettera a) del
comma dell’art. della L. n.
/
che, avendo già avviato l’attività di ricerca anteriormente al
novembre
(data di entrata in vigore del
D.L. n.
/
che ha disposto la procedura di
monitoraggio), hanno inoltrato per via telematica
all’Agenzia delle entrate il formulario (Modello
FRS), ma sono rimasti insoddisfatti dall’esito della
procedura di prenotazione delle risorse per esaurimento del plafond disponibile.
In merito alla ripartizione delle risorse disponibili, il successivo comma fissa le percentuali di
utilizzo del “credito d’imposta richiesto, risultante dai formulari denegati per esaurimento delle
risorse disponibili, … nella misura massima del
, per cento dell’importo complessivamente
richiesto per tutti e tre gli anni
,
e
a
decorrere dalla data di pubblicazione del presente
decreto e dell’ulteriore , per cento del predetto importo a decorrere dall’anno
”.
Il Ministero dell’economia e delle finanze ha
i contribuenti interessaprecisato che per il
I
Il fatto
Una società immobiliare
capitolina ricorreva per cassa-
EMILIA CIMINIELLO
CHIARA DAMMACCO
a cura di Giuseppe Ciminiello
FiscoinAula
l cosiddetto accertamento
induttivo, basato cioè su
mere presunzioni, previsto
dall’art.
, co. , del DPR
/
può essere applicato
dal Fisco anche nel caso in
cui il contribuente non abbia
ottemperato agli inviti, rivolti dagli degli uffici finanziari,
di esibire la documentazione
aziendale. Tuttavia, tale specifica ipotesi non può essere
equiparata sic et simpliciter
ad altre, anche più gravi previste dalla medesima norma.
Pertanto, il leggero ritardo
nell’adempiere alla richiesta
avanzata dall’Ufficio impositore, da sola, non consente l’applicazione dell’accertamento
induttivo. Una preclusione
cui de ve attribuirsi ancor più
valenza se il contribuente abbia comunque adempiuto, nel
termine minimo di giorni, a
precedenti richieste.
La statuizione, rigida, giunge dalla Corte di Cassazione
(Pres. Pivetti Rel. Persico) che,
con una sentenza recentissima, ha sottolineato la necessità di una valutazione ponderata e sistematica delle norme,
scevra da sterili automatismi.
ti possono utilizzare in compensazione il credito,
nella percentuale massima del , per cento
dell’importo richiesto, utilizzando il modello F .
La società che ha ricevuto il diniego del nullaosta alla fruizione del credito di imposta maturato
per le attività di ricerca avviate prima del
novembre
per esaurimento delle risorse disponibili, potrà, a decorrere dall’anno
, utilizzare
in compensazione mediante Modello F – indicando sempre “
” come anno di riferimento – il
credito d’imposta nella percentuale massima complessiva sopra consentita sempreché la società istante abbia realizzato, nei periodi di imposta per
i quali ha presentato il formulario (modello FRS),
investimenti in attività di ricerca in misura pari a
quella indicata nel formulario stesso.
Nel caso, invece, di minori investimenti rispetto a quanto indicato nel formulario, l’ammontare
del credito d’imposta cui applicare la percentuale
massima va calcolato in base alle attività effettivamente realizzate per gli stessi anni d’imposta per
cui è presentato il modello.
Accertamento nullo se il contribuente
risponde con un “leggero” ritardo
zione avverso la sentenza resa
dalla Commissione Tributaria
Regionale ed avente ad oggetto l’impugnativa di un avviso
di accertamento Iva, Irpeg ed
Irap. In particolare il giudice
dell’appello, nel rigettare le
richieste della società, ricostruiva la data di tre richieste
di documentazione, inviate
dall’ufficio alla contribuente;
le date in cui tali richieste venivano evase; ed infine l’indicazione precisa, con riferimento
a ciascun invito, della documentazione richiesta e depositata. Concludeva ritenendo
sussistente un comportamento omissivo della contribuente
che integrava le circostanze di
cui al D.P.R. n.
del
,
art. , comma .
La società ricorreva per Cassazione ponendo, fra gli altri,
uno specifico quesito, “Stabilisca codesta Corte se il ritardo
nel riscontro ad una richiesta
di documenti per dar luogo
ad un rimborso di imposta da
cui non può desumersi (e non
si desume) alcuna valutazione
circa l’inattendibilità comples-
siva della situazione contabile
del contribuente giustifichi
o meno l’adozione del metodo di accertamento induttivo
D.P.R. n.
del
, ex art.
, comma .”
La decisione
Il ricorso del contribuente è
stato ritenuto fondato. Invero
la norma in esame prevede
che l’ufficio nell’accertamento
del reddito d’impresa possa
avvalersi del metodo induttivo: “quando il contribuente
non ha dato seguito agli inviti disposti dagli uffici ai sensi
dell’art. , comma , nn. )
e ), del presente decreto o
del D.P.R.
ottobre
, n.
, art. , comma , nn. ) e
)”. A loro volta le disposizioni
contenute all’art.
cit., comma , nn. e , D.P.R. prevedono che gli uffici possano: “( )
invitare i contribuenti, indicandone il motivo, a esibire o
trasmettere atti e documenti
rilevanti ai fini dell’accertamento nei loro confronti,.......;
) inviare ai contribuenti questionari relativi a dati e notizie
di carattere specifico rilevanti
ai fini dell’accertamento nei
loro confronti.....”. Il citato
D.P.R. n.
del
, art. ,
comma , prevede che “..Dalla
data di notifica decorre il termine fissato dall’ufficio per l’adempimento, che non può essere inferiore a quindici giorni,...”. Tuttavia, dall’esame
congiunto degli artt.
e
si ricava che il legislatore: - ha
imposto all’ufficio di indicare
il motivo per il quale vengono
rivolti al contribuente inviti di
produzione di documenti e/o
di risposte a questionari; - ha
stabilito per l’ufficio un termine minimo (non inferiore a
gg.) da fissare a carico
o
del contribuente per l’adempimento degli inviti e/o richieste
a lui rivolti; - ha sanzionato con
la sola inutilizzabilità, peraltro
non assoluta (non opera se il
contribuente alleghi quanto
richiestogli al ricorso introduttivo del giudizio) il mancato
adempimento da parte del
contribuente a quanto richiestogli; - ha individuato il mancato ottemperamento da par-
te del contribuente a quanto
richiestogli come uno dei casi
(unitamente alla mancata presentazione della dichiarazione, la sottrazione o comunque
la mancanza delle scritture
contabili, la falsità o l’omissione o la grave irregolarità delle
scritture contabili) in cui l’ufficio può procedere all’accertamento induttivo. Se questo è
il quadro normativo di riferimento, spiega la Cassazione,
dall’esame delle suddette norme si ricava che il legislatore,
lungi dallo stabilire una sorta
di automatismo, ha graduato
le conseguenze in relazione
a tipo di inadempimento del
contribuente all’invito a produrre documenti e/o risposte
a questionari, mettendo il solo
totale inadempimento sullo
stesso piano delle altre ipotesi
previste dal D.P.R. n.
del
, art. , comma . Tutte
tali ipotesi, infatti, intanto legittimano il ricorso al metodo
induttivo in quanto, proprio
nella loro gravità e specificità,
sono caratterizzate dal fatto
di impedire all’amministrazio-
ne di eseguire un accertamento analitico.
Ne consegue che il mero
leggero ritardo da parte del
contribuente
nell’eseguire
quanto richiestogli dall’ufficio con la concessione del termine minimo (come nel caso
in esame nel quale l’invito alla
produzione era stato notificato il . .
e la relativa
esecuzione era del . .
),
non può essere equiparata alle più gravi ipotesi previste e
disciplinate dal legislatore nel
D.P.R. n.
del
, art. ,
comma , soprattutto quando come nel caso di specie,
l’invito alla produzione dei
documenti era stato preceduto da altri due inviti regolarmente evasi.
Concludendo, il giudice di
legittimità ha affermato il condivisibile principio di diritto
secondo cui: da solo, il “non
grave ritardo da parte del contribuente nel riscontro ad una
richiesta di documenti da parte dell’ufficio, accompagnata
dalla concessione del termine
minimo di gg. , specie se già
preceduta da altre richieste
regolarmente evase, non legittima il ricorso al metodo di
accertamento induttivo D.P.R.
n.
del
, ex art.
,
comma ”.
LE SCADENZE FISCALI
LUNEDÌ
OTTOBRE
Versamento della seconda rata dell’imposta
sostitutiva dovuta per la rivalutazione delle partecipazioni e dei terreni edificabili e agricoli posseduti alla data del ° gennaio
.
Termine per l’annotazione, in luogo delle singole fatture, di un documento riepilogativo delle fatture relative all’acquisto di beni e servizi di
importo inferiore a
euro.
Termine per l’invio delle comunicazioni telematiche all’Agenzia delle Entrate, da parte dei
soggetti mensili e trimestrali, relative alle operazioni effettuate con operatori economici aventi
sede nei Paesi della black list.
Pagamento dell’imposta di registro e registrazione dei contratti di locazione dei beni immobili stipu-
lati o rinnovati con decorrenza ° ottobre. Il versamento va effettuato a mezzo mod. F utilizzando i
seguenti codici tributo e causale contributo:
T – imposta di registro per prima annualità
contratti di locazione fabbricati;
T – imposta di registro per annualità successive contratti di locazione fabbricati;
T – imposta di registro per intero periodo
contratti di locazione fabbricati;
T – imposta di registro per proroghe contratti di locazione e affitti;
T – imposta di registro per affitto fondi rustici.
Termine per procedere, da parte dei contribuenti esercenti attività d’impresa, alla rilevazione, sulla scheda carburanti mensile degli
autoveicoli, del numero dei chilometri percorsi.
Chi va&Chi viene
Partenze da BARI
Destinazione Compagnia Part. Arr.
Berlino TXL
Bologna
Brussels
Charleroi
Budapest
Cagliari
:
:
Ryanair
:
:
L M M G V S D da / / a
/ /
Alitalia
:
:
L M M G V S D da
/ / a
/ /
Ryanair
:
:
L
/ / a
/ /
Ryanair
:
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Ryanair
:
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:
:
Ryanair
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:
Ryanair
:
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blu express
:
:
Colonia
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:
:
Airberlin
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Airberlin
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M
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Note
Airberlin
Catania
Dusseldorf
Frequenza
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S
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/ /
D da / / a
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Berlino TXL
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Charleroi
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L M M G V S D da / / a
Alitalia
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L M M G V S D da
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Ryanair
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L
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/ /
Ryanair
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:
Ryanair
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:
W!ZZ
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:
Ryanair
:
:
Ryanair
:
:
/ /
Catania
blu express
:
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V
da
/ / a
/ /
Colonia
germanwings
:
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da
/ / a / /
Airberlin
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:
Airberlin
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:
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Ryanair
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M
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M
G
M
G
da / / a
Cagliari
Dusseldorf
/ /
S
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/ /
S
da
/ / a
/ /
Francoforte Hahn
Ryanair
:
:
Francoforte Hahn
Ryanair
:
:
M
G
S
da
/ / a
/ /
Genova
Ryanair
:
:
Genova
Ryanair
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:
da
/ / a
/ /
Hannover
germanwings
:
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Hannover
germanwings
:
:
Kos
Ryanair
:
:
Kos
Ryanair
:
:
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:
L
GV
G
Londra Gatwick British airways
:
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Dusseldorf Weeze
Madrid
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Dusseldorf Weeze
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Destinazione Compagnia Part. Arr.
23
29 ottobre
4 novembre 2011
Arrivi a FOGGIA
Frequenza
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Isole Tremiti
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CONSORZIO DEI COMUNI APPARTENENTI ALL’ ATO RIFIUTI BARI 2
COMUNE DI GIOVINAZZO
AMIU BARI
RACCOLTA RIFIUTI
INDIFFERENZIATI RESIDUALI
RACCOLTA RIFIUTI
INDIFFERENZIATI
svolta da terzi
RIFIUTI RESIDUALI DA
RACCOLTA DIFFERENZIATA
GIA’ TRATTATI PRESSO
IMPIANTO
RACCOLTA RIFIUTI
INDIFFERENZIATI RESIDUALI
IMPIANTO
DI TRATTAMENTO
RACCOLTA
RIFIUTI
MECCANICO
BIOLOGICO
INDIFFERENZIATI
da terzi
DIsvolta
GIOVINAZZO
RIFIUTI RESIDUALI DA
RACCOLTA DIFFERENZIATA
GIA’ TRATTATI PRESSO
IMPIANTO
AMIU BARI
BIOSTABILIZZAZIONE
IMPIANTO
PRIMARIADIETRATTAMENTO
SELEZIONE
MECCANICO BIOLOGICO
DI GIOVINAZZO
PRODUZIONE DI CDR
O DIRETTAMENTE A RECUPERO
SCARTI
ENERGETICO
SCARTI
DANECO IMPIANTI SRL E COMUNE DI GIOVINAZZO ESEMPIO DI MODELLO VIRTUOSO A FAVORE
DELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
DANECO IMPIANTI a partire dall’anno 2003 è concessionaria del COMUNE DI GIOVINAZZO del servizio di trattamento e smaltimento dei RIFIUTI SOLIDI URBANI presso il sito in Contrada San Pietro Pago composto da una discarica e una
piattaforma transitoria per il trattamento meccanico e biologico dei rifiuti urbani residuali dalle raccolte differenziate. L’impianto transitorio di trattamento è costituito da una serie di macchine mobili, per la riduzione dimensionale e la selezione
dei rifiuti, e da otto biocelle per la biostabilizzazione del sottovaglio che mediante la continua insufflazione forzata di aria
permette la stabilizzazione biologica del rifiuto.
Il flusso di sopravaglio (frazione secca) è avviato a discarica, mentre la frazione umida biologicamente stabilizzata è utilizzata come materiale di copertura giornaliera.
FRAZIONE UMIDA
FRAZIONE
BIOSTABILIZZATA
BIOSTABILIZZAZIONE
SECCA
PRIMARIA E SELEZIONE
(RBD)
(FSC)
FRAZIONE
SECCA
PRODUZIONE DI CDR(FSC)
O DIRETTAMENTE A RECUPERO
ENERGETICO
IMPIANTO COMPLESSO DI TITOLARITA’ PUBBLICA DI BIOSTABILIZZAZIONE E
SELEZIONE RIFIUTI SOLIDI URBANI RESIDUALI DALLE RACCOLTE DIFFERENZIATE
CON ANNESSA DISCARICA DI SERVIZIO E SOCCORSO
FRAZIONE UMIDA
BIOSTABILIZZATA
(RBD)BIOSTABILIZZAZIONE
SECONDARIA (MATURAZIONE)
E RAFFINAZIONE SELEZIONE
RMB - RIFIUTO
BIOSTABILIZZAZIONE
SECONDARIA
(MATURAZIONE)
BIOSTABILIZZATO
E RAFFINAZIONE SELEZIONE
MATURO
SCARTI
Recuperi ambientali
RMB - RIFIUTO
BIOSTABILIZZATO
MATURO
SCARTI
Recuperi ambientali
DANECO IMPIANTI STA AVVIANDO IN QUESTI GIORNI
I LAVORI PER LA REALIZZAZIONE DEL DEFINITIVO SISTEMA IMPIANTISTICO COMPLESSO PER LA BIOSTABILIZZAZIONE E SELEZIONE RIFIUTI SOLIDI URBANI
RESIDUALI DALLE RACCOLTE DIFFERENZIATE CHE
GARANTIRÀ A TUTTI I COMUNI DELL’ATO BARI 2 LA
GESTIONE DEL CICLO DI DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI
IN COMPLETA AUTONOMIA CON RIDOTTE NECESSITA’ DI VOLUMI DI DISCARICA DA UTILIZZARE PER
I SOLI SCARTI DI PROCESSO ED IN SITUAZIONI DI
SOCCORSO.
L’IMPIANTO PERMETTERA’ UN RISPARMIO DEI
VOLUMI DESTINATI ALLA DISCARICA PARI AL
80% DEL PRODOTTO IN INGRESSO
DANECO IMPIANTI, con provvedimento di aggiudicazione n. 192 del 09.04.2008, è risultata aggiudicataria della
procedura di gara per l’affidamento del pubblico servizio di progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto
complesso previsto per la cosiddetta fase a regime, appaltato dal Comune di Giovinazzo con bando del 27 novembre
2006, su delega del Consorzio del comuni costituenti il bacino BA/2, costituito da una linea di biostabilizzazione, selezione meccanica, maturazione e raffinazione del materiale biostabilizzato, nonché dal V lotto di discarica.
Il nuovo impianto è destinato al trattamento di circa 400 tonnellate al giorno di Rifiuti Solidi Urbani residuali da
Raccolta Differenziata nei comuni della provincia di Bari (raccolti direttamente da Daneco per il Comune di Giovinazzo e proveniente da conferimenti di terzi per gli altri comuni della provincia) e per un quantitativo pari a circa 180
t/g di Rifiuto Biostabilizzato da Discarica proveniente dall’impianto complesso di Bari AMIU. L’impianto produrrà
Frazione Secca Combustibile utilizzata per la produzione di CDR o avviata direttamente a recupero energetico e
Rifiuto Biostabilizzato Maturo utilizzato come materiale per recuperi ambientali.
Le principali sezioni impiantistiche sono:
ACCETTAZIONE E PESATURA MEZZI
RICEZIONE E PRETRATTAMENTO RIFIUTO SOLIDO URBANO
BIOSTABILIZZAZIONE
Il reparto di biostabilizzazione è costituito da diciotto biocelle, dimensionate ciascuna per contenere un quantitativo
di materiale pari al conferimento giornaliero. Ciascuna biocella è isolata dalle altre e dal corridoio di movimentazione,
per mezzo di un portone a scorrimento, così da limitare la
dispersione di odori. L’alimentazione delle biocelle avviene in maniera automatica, mediante trasportatore a nastro,
senza l’ausilio di operatori, mentre lo scarico delle biocelle
è realizzato con mezzo gommato. Il reparto è dotato di aerazione forzata. Il pavimento delle biocelle è realizzato con
tecnologia Biomoduli®, elementi modulari autoportanti
dotati di diffusori, adatti per la realizzazione di pavimenti
forati di distribuzione dell’aria. L’aerazione del materiale è consentita da un plenum in muratura, al quale sono fissati i tubi di collegamento al ventilatore di insufflazione, che opera anche l’aspirazione dalla biocella ottenendo il ricircolo dell’aria insufflata. La raccolta dei percolati avviene per gravità, scorrendo sul piano di posa dei biomoduli.
Il processo di biostabilizzazione degli impianti Daneco garantisce il raggiungimento dell’INDICE DI RESPIRAZIONE DINAMICO pari o inferiore a 800 mg O2/kg SV per h.
SELEZIONE MECCANICA E PRODUZIONE FRAZIONE SECCA COMBUSTIBILE
La selezione meccanica è costituita da un vaglio a tamburo rotante, che seleziona il rifiuto stabilizzato in ingresso
in sopravaglio, costituente la frazione secca combustibile (FSC) da inviare a riduzione volumetrica, e quindi a
filmatura, e sottovaglio, costituito per lo più da frazione
organica stabilizzata, inerti e vetro, costituente il rifiuto
biostabilizzato da discarica (RBD), da inviare alla maturazione. Su entrambi i flussi operano i separatori del
ferro, mentre sul flusso di sopravaglio opera anche il separatore dell’alluminio. La FSC prodotta sarà avviata a
recupero energetico.
RICEZIONE RBD RIFIUTO BIOSTABILIZZATO DA DISCARICA PROVENIENTE DA AMIU BARI
MATURAZIONE
Il reparto di maturazione è costituito da due edifici prefabbricati adiacenti, all’interno dei quali scorrono
in senso longitudinale le gru a ponte per il rivoltamento e la traslazione del materiale processato nonché
lo scarico dell’RBM a fine trattamento. A servizio dei bacini di maturazione sono installati i ventilatori per
l’insufflazione del materiale attraverso il sistema Biomoduli®.
Il processo di maturazione degli impianti Daneco garantisce il raggiungimento dell’INDICE DI RESPIRAZIONE DINAMICO pari o inferiore a 400 mg O2/kg SV per h.
RAFFINAZIONE - RBM
Il reparto di raffinazione
zione opera per mezzo di un vaglio stellare che sep
separa dall’RBM una (FSC) di piccola
pezzatura, da indirizzare
zzare alla riduzione volumetrica mentre il sottovaglio, costi
costituito dalla frazione organica
e inerte, viene inviato
ato alle tavole densimetriche, per la separazione del vetro e lla raffinazione finale del
prodotto.
PRESIDI AMBIE
ENTALI
Emissioni aerifor
ormi
Ogni edificio è dotato di sistema di aspirazione diffusa delle arie che sono inviate ai biofi
biofiltri, posti in copertura dell’edificio
io di biostabilizzazione e maturazione. Tutti i reparti di lavorazione sono caratterizzati da un
numero di ricambi
ambi orari pari a 2. I biofiltri assicurano un abbattimento del 96% sui volu
volumi di aria trattati.
Gestione deii reflui
La vasca di prima pioggia è stata opportunamente dimensionata mentre l’acqua meteor
meteorica di seconda pioggia
viene inviataa a una serie di serbatoi interrati, per l’irrigazione del verde ornamentale. I percolati sono convogliati all’impianto
pianto di trattamento, che ne rende possibile il riutilizzo per l’antincendio e per uso industriale.
Contenimento
to del rumore
ru
Gli interventi di mitigazione acustica adottati sono in grado di limitare il livello di press
pressione sonora affinché
sia inferiore a 877 dB nelle zone di lavoro del personale di conduzione. Il livello di emissio
emissione acustica in
corrispondenza del perimetro recintato dell’impianto non supera i 65 dB (A).
Mitigazione ambientale
ale
Per tutti gli edifici prefabbricati sono adottate soluzioni strutturali di pregio. Per le aree non interessate
dall’ingombro dei manufatti e dagli edifici è prevista la messa a dimora di ulivi già presenti nell’area.
LA DISCARICA
La discarica, situata in una ex cava dismessa, ha un ruolo decisamente marginale. E’ allestita secondo le
prescrizioni del D. Lgs. 36/2003, realizzando apposita impermeabilizzazione del catino di fondo e delle
sponde. Tutto il materiale rinveniente dalle attività di rimodellamento e risagomatura della cava è riutilizzato
nell’ambito del cantiere, per attività di realizzazione del sottofondo dell’impianto di selezione e biostabilizzazione e per le opere di viabilità interna.
La discarica è dotata di rete di captazione del percolato e di impianto di captazione del biogas. Il pacchetto
di chiusura proposto garantisce l’isolamento della discarica tenendo in adeguata considerazione gli assestamenti previsti ed il perfetto recupero ambientale dell’area.
Sede legale - Milano via G. Bensi, 12/5 - tel. 02 4831211 - www.danecoimpianti.it - Sede Area Puglia - Giovinazzo (BA) - via De Turcolis 52 - tel. 080 3948893 - fax 080 3948102