La Gazzetta dell`Economia
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la Gazzetta 38/11 new PDF Adobe ati su Registr t azeco.i www.g verla per rice il a -m e via Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XVI – ottobre/ novembre –€ , – Settimanale di informazione economica – www.gazeco.it – Spedizione in abb. postale % Art c. /B L. / – Filiale di Bari QUALCHE RIFLESSIONE SUL RAPPORTO OBI L’agroindustria per il Meridione non è una panacea di FEDERICO PIRRO I l recente studio presentato a Roma dall’Osservatorio Banche-Imprese sul valore aggiunto dei Comuni del Mezzogiorno - con stime per il periodo e previsioni per gli anni - rappresenta indubbiamente un contributo molto stimolante ad un’analisi dei territori meridionali e delle loro dinamiche economiche che dovrebbe arricchirsi sperabilmente di nuove ricerche sempre più circostanziate. E tuttavia, proprio perché dobbiamo essere molto grati ai ricercatori dell’Osservatorio per il loro prezioso e complesso lavoro, svolto trattando e offrendoci una gran quantità di dati disaggregati sino ai Comuni con più di mila abitanti, è opportuno rilevare che non tutto il materiale analitico propostoci risulta, a nostro avviso, pienamente persuasivo. Infatti, circa le previsioni sull’andamento del valore aggiunto al , sono così tante le variabili macroeconomiche di difficile definizione - a partire da quelle di breve periodo che proprio in queste ultime settimane stanno tormentando economisti e policy maker a livello mondiale - da rendere nulla più che un esercizio econometrico pur raffinato quelle stesse previsioni per il prossimo quadriennio. Ma là dove le proposte avanzate per lo sviluppo futuro del Mezzogiorno - sia pure argomentate con grande passione civile dalla Direzione dell’Osservatorio - lasciano fortemente perplessi gli analisti più attenti, è proprio nella indicazione dei comparti che dovrebbero costituire la leva forte della futura crescita del Meridione. Ci si riferisce, in particolare, alla proposta dell’Osservatorio contenuta nello studio presentato di sviluppare nel Sud i territori e i loro paesaggi, l’agroindustria e le eccellenze culturali che, certo, abbonda- no nelle aree meridionali rappresentandovi grandi risorse naturali, umane e tecnologiche sicuramente bisognose di ulteriore potenziamento, e capaci di creare anche nuova occupazione, ma che - è bene dirlo con grande chiarezza - non possono in alcun modo sostituirsi né sul breve, né sul lungo periodo a settori trainanti come siderurgia, petrolchimica, chimica fine, automotive, energia, aerospazio, Ict, transhipment. Certo, anche tali comparti - che per numero di occupati, volumi di investimenti e di esportazioni e relazioni con il sistema della ricerca costituiscono le leve più forti della crescita meridionale - avranno bisogno di ulteriori innovazioni, miglioramenti gestionali, qualificate supply chain e costanti innalzamenti della loro ecosostenibilità; ma guai a pensare per un solo istante che rappresentino il passato dello sviluppo economico meridionale che, nel volgere di un decennio, potrebbero essere anche superati o di molto ridimensionati. I dati più recenti riguardanti i loro siti produttivi e le fabbriche maggiori dicono il contrario, configurando così uno scenario in cui esse saranno sempre più dentro la competizione internazionale con buone chance di successo. Ma anche agroindustria e turismo - e non è pensabile il contrario - sono dentro un mercato mondiale sempre più competitivo, come già oggi è del tutto evidente per tante colture ed aree del Mezzogiorno; e nessuno pertanto può pensare che siano al riparo dalla concorrenza dei prodotti e dei servizi dei competitor esteri. Dall’olio al grano, dai vini all’ortofrutta, gli agricoltori meridionali sanno già da anni cosa significhi competere con derrate provenienti da altri sistemi produttivi del Mediterraneo, europei e in qualche caso Sempre meno immatricolazioni mentre il costo dei carburanti vola Auto a terra benzina alle stelle SCHIRONE ALLE PAGG. 6 E 7 Legambiente – In Puglia qualche luce e molte ombre Privacy e web Il Sud “paga” anche in qualità ambientale Facebook ti amo ma ti temo C ittà italiane immobili per la qualità ambientale: le performance del non hanno migliorato quelle del e ne risentiamo in termini di sicurezza sanitaria, sociale, ambientale e climatica. Ma Centro e Nord si confermano nettamente in vantaggio rispetto al Sud. Così Legambiente nel Rapporto Ecosistema Urbano, l’annuale monitoraggio curato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole Ore sullo stato di salute degli agglomerati urbani, con l’analisi di criticità ed eccellenze e le classifiche dei capoluoghi di provincia. Per la Puglia qualche luce e molte ombre. Con Alberto Fiorillo, portavoce nazionale del “cigno verde”, abbiamo approfondito alcuni dei temi emersi dal dossier. P Dossier Sociale Il libro idea del fondatore di Slow food, Carlo Petrini, di aprire al Sud la sede della Libera università di Scienze gastronomiche sta per diventare realtà. Aprirà ad Orsara e sarà guidata dal maestro Peppe Zullo. “Cercasi” Ricerca: Università bocciate Il no profit (in crisi) supplisce allo Stato Il business nel mobile si fa con le App iù che la navigazione sul web temono l’uso del cellulare. Le telecamere in città passano inosservate mentre l’uso della carta di credito preoccupa ancora, ma meno. E poi c’è Facebook e il timore di ritrovarsi in immagini pubblicate qua e là da amici reali o di social network. Queste le nuove paure degli italiani secondo il “Privacy&Permission Marketing Report ”. “Sono in crescita esponenziale” secondo il neurologo Vito Covelli. LEVANTACI ALLE PAGG. 10 E 11 DAPONTE PAGG. 2 E 3 COLELLA PAGG. 4 E 5 SERVIZI A PAG. 21 TRAVERSA PAGG. 12 E 13 SEGUE A PAG. 17 BUONO ALLE PAGG. 8 E 9 La nuova sfida di Petrini e Slow Food La “scienza del cibo” si studierà a Orsara L’ 2 29 ottobre 4 novembre 2011 Interventi Dossier Classifica accademica delle Classifica degli Atenei Statali - Ranking POLITECNICI ATENEO BORSE ESTRUTSERVIZI CONTRIBUTI TURE WEB INTERNAZIONALIZZAZIONE VOTO Torino Politecnico , Milano Politecnico , Venezia Iuav , Bari Politecnico , POSIZIONE Fonte: elaborazione Censis Servizi S.r.l. Analisi – Impietoso confronto fra Italia e mondo L’Università sempre più “cenerentola” L e università italiane (tra cui anche l’Università e il Politecnico di Bari) in questi giorni sono in fermento per l’approvazione dei nuovi statuti che ridefiniranno l’organizzazione accademica, per adeguarla alla riforma Gelmini, renderla più snella, aprirla maggiormente ai privati, creare più sinergie tra dipartimenti e, magari, favorire un ricambio di poltrone e cattedre. Novità giudicate interessanti da diversi osservatori. La minaccia ai diritti di studenti, accademici e ricercatori, dunque, non sembra arrivare dalla nuova governance quanto dall’atavica carenza di fondi. “La riforma Gelmini – ha detto Marino Regini, prorettore all’internazionalizzazione dell’Università degli Studi di Milano (curatore del libro uscito nel “Malata e denigrata. L’università italiana a confronto con l’Europa”) - ha cambiato la governance con soluzioni in parte anche condivisibili ma non ha sciolto il nodo centrale: tra i Paesi Ocse, l’Italia è ultima dopo la Turchia per investimenti pubblici alle università. E se si tagliano i contributi inevitabilmente si riduce la produttività della ricerca, soprattutto in alcune aree scientifiche”. Questo è il problema generale che tocca tutte le università italiane. Poi ci sono i singoli casi. A parità di risorse, c’è chi galleggia e chi affonda. Come già evidenziato nella precedente puntata del nostro dossier, l’ateneo barese e quello salentino si accontentano di rientrare quest’anno tra i primi al mondo “premiati” dal Times Higher Education World University Rankings : rispettivamente esimo e esima, ossia esimo e esimo tra le università italiane, che però, nel complesso, affondano. Nessuna, infatti, occupa le prime posizioni in classifica. “Anche perché – spiega Regini – salgono le rivali asiatiche, cinesi in particolare, che investono enormi quantità di denaro in ricerca. Nel primo ranking di Shanghai del – riferisce - solo o erano tra le prime nel mondo. Oggi sono ”. È e sarà sempre più anacronistico, pertanto, illudersi che la produzione cinese sia a basso valore aggiunto e sostenuta solo dal costo ridotto della manodopera. “Ma anche Paesi con cui più facilmente l’Italia dovrebbe confrontarsi – precisa Regini - come Germania e Francia, sono più generosi verso la ricerca. Berlino, ad esempio, prevede un sistema di incentivi per gli atenei più meritevoli e ciò ha favorito la risalita nei ranking mondiali di una decina di università tedesche. In Italia non accade nulla di ciò”. Il suo ritardo, sottolinea Regini, è fotografato anche dalle altre classifiche più accreditate delle università mondiali, la Academic Ranking of World Universities (Arwu) di Shanghai, QS World University Rankings, la Higher Education Evaluation and Accreditation Council of Taiwan e quella della Leiden University: “Per quanto non esenti da critiche, queste graduatorie mostrano una sostanziale omogeneità nei giudizi. Le università italiane più quotate sono quasi sempre le stesse. La Statale di Milano, la Sapienza di Roma, Bologna, Padova e Pisa. La Statale è prima per Times ( esima con Milano Bicocca, l’anno scorso esima), Taiwan e Leiden, terza per Shanghai. Per Qs, è passata dal esimo al esimo posto. Shanghai l’ha declassata dallo scaglione a quello . Shanghai, Leiden e Taiwan tengono conto in particolare della qualità, degli indicatori di produttività scientifica e di ricerca. Qs e Times sono basati anche sulla reputazione presso gli accademici del mondo. Altre Università sono ben quotate in ranking più specializzati, quali la Bocconi e i Politecnici di Milano e di Torino. Regini, invece, boccia la classifica di luglio scorso del Censis: “Non la confronterei minimamente i ranking internazionali. Riporta classifiche sempre diverse, inverosimili, a parte la prima, Bologna (Milano è risultata sesta nella graduatoria dei mega atenei, Bari decima; tra i grandi, Lecce settima; tra i medi, Foggia quindicesima, ndr). Usa indicatori costruiti evidentemente in modo artigianale”. Quali sono i punti di forza delle prime della classe? “Per la Statale, come per la Sapienza e Padova, sono la qualità della produzione scientifica, per cui ricevono i punteggi più alti. E un buon livello di produttività lo si raggiunge con i docenti migliori, in Italia attirati dalla sede di maggior prestigio per le loro competenze. Nel nostro Paese vige un sistema non competitivo e centralistico, in cui il premio nobel e l’ultima scartina dei docenti a parità di ruolo sono pagati allo stesso modo. All’estero, invece, i migliori vanno negli atenei dove sono meglio retribuiti e trovano le condizioni di lavoro più favorevoli. Il che spiega anche un punto debole cruciale delle università italiane: il grado di internazionalizzazione, bassissimo, soprattutto per i docenti. A cui si aggiunge un’altra zavorra: il numero di studenti per docente, troppo alto”. Fa la differenza anche la capacità di attrarre finanziamenti per la ricerca, su cui, chiarisce Regini, “in primo luogo incide la credibilità dello scienziato ma anche i servizi garantiti dall’università di supporto nella ricerca dei finanziamenti”. GIUSEPPE DAPONTE La scheda – I criteri dei ranking Le classifiche un rompicapo C lassificare atenei non è semplice come classificare squadre di calcio. Eppure sia a livello nazionale (dove però i fondi pubblici stanziati alle università per ora sono pochi spiccioli) sia a livello europeo, si va verso un sistema che darà sempre più peso a meccanismi di premialità legati alle graduatorie accademiche. Per questo, rileva Francesco Timpano, direttore di Dipartimento di Scienze economiche e sociali dell’Università Cattolica (sede di Piacenza), queste valutazioni e in particolare quella della ricerca, va sempre più affinata. “I ranking sono sensibili ad alcuni indicatori. Ce ne sono di due tipi, di input e di output. I primi, ad esempio, sono quelli che rilevano la dotazione delle università per produrre ricerca, dai laboratori, ai servizi per gli studenti. Gli output, tenuti più in considerazione all’estero, rilevano i risultati della ricerca, come numero di pubblicazioni sulle riviste, sbocchi lavorativi per gli studenti o loro salari medi”. Valutare gli output, spiega Timpano, “è più complicato, anche perché sono più esposti a distorsioni, si pensi al peso che ha il costo della vita (o anche il tipo di facoltà) nel relativizzare il salario medio percepito dagli studenti laureati”. Per Timpano, dunque, è bene conoscere i risultati sintetici ma è più interessante guardare i risultati parziali. “In questo momento – prosegue - stiamo lavorando molto per individuare i criteri per la valutazione della ricerca utili anche a regolare la distribuzione dei finanziamenti, e per correggere le tante possibili distorsioni. Non si possono, infatti, semplicemente contare i contatti di ricerca attivati sul mercato dalle università o i budget che riesce ad attrarre per questo obiettivo. Tali criteri vanno contestualizzati. Ad esempio, non si possono mettere sullo stesso piano la ricerca in un politecnico e quella di una facoltà umanistica. Facoltà e dipartimenti andrebbero comparati solo con facoltà e dipartimenti omologhi di altri atenei. Altro esempio: per i giuristi una pubblicazione solo su una rivista nazionale è molto. Per un economista vale quasi zero”. “In quest’ottica – conclude Timpano - le classifiche italiane sono ancora giovani. Sono realizzate anche da soggetti competenti, quali il Censis, ma devono migliorare per fornire informazioni adeguate anche alle famiglie, che devono scegliere una sede universitaria. E la raccolta dati è l’altra faccia del problema. Sono dichiarati dalle Università. Ma chi li controlla?”. g.d. World Institution Rank Harvard University Stanford University Massachusetts Institute of Technology (MIT) University of California, Berkeley University of Cambridge California Institute of Technology Princeton University Columbia University University of Chicago University of Oxford Yale University University of California, Los Angeles Cornell University University of Pennsylvania University of California, San Diego University of Washington University of California, San Francisco The Johns Hopkins University University of Wisconsin Madison University College London The University of Tokyo University of Michigan - Ann Arbor Swiss Federal Institute of Technology Zurich The Imperial College of Science, Technology and Medicine University of Illinois at UrbanaChampaign University of Toronto Kyoto University University of Minnesota, Twin Cities New York University Northwestern University Washington University in St. Louis University of Colorado at Boulder Rockefeller University University of California, Santa Barbara Duke University The University of Texas at Austin University of British Columbia The University of Manchester University of Maryland, College Park University of Paris Sud (Paris ) Pierre and Marie Curie University - Paris University of North Carolina at Chapel Hill University of Copenhagen Karolinska Institute Pennsylvania State University University Park University of Southern California Technical University Munich University of California, Davis University of California, Irvine Utrecht University The University of Texas Southwestern Medical Center at Dallas Vanderbilt University The University of Edinburgh University of Munich Carnegie Mellon University University of Zurich The Hebrew University of Jerusalem University of Pittsburgh Rutgers, The State University of New Jersey - New Brunswick University of Melbourne Purdue University - West Lafayette University of Heidelberg The Ohio State University Columbus McGill University Brown University Leiden University Uppsala University King’s College London Ecole Normale Superieure - Paris The Australian National University University of Bristol University of Florida University of Geneva University of Helsinki University of Oslo Boston University Moscow State University Arizona State University - Tempe University of Utah University of Arizona Stockholm University Indiana University Bloomington Osaka University University of Rochester University of Nottingham Aarhus University The University of Queensland University of Goettingen Ghent University McMaster University University of Basel Michigan State University Rice University Nagoya University University of Bonn University of Sydney Case Western Reserve University The University of Sheffield Tohoku University Texas A&M University - College Station University of Frankfurt Dossier 29 ottobre 4 novembre 2011 3 università mondiali (ARWU) Country National Rank Total Score . . . Score on Alumni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L’intervista – Il rettore del Politecnico di Torino “A noi manca la cultura del confronto” “L Bari – Critico il prof. Costantino Il Politecnico boccia il Censis “L e classifiche del Censis? Sono da tempo considerate inattendibili, per la scarsa trasparenza della procedura e la significatività dei parametri scelti”. Così il rettore del Politecnico di Bari, Nicola Costantino, boccia la graduatoria che a luglio scorso ha asseganto al Politecnico di Bari l’ultima posizione tra i quattro omologhi italiani (ultima anche la facoltà di ingegneria barese; è andata meglio ad architettura, a metà classifica). Costantino, invece, preferisce parlare dell’ultima classifica del Sole Ore, “su dati più attendibili di Ministero e Istat”, in cui “il nostro abbiamo il punteggio più alto tra gli atenei del Sud e di molte blasonate università del Centro nord (come Torino, Milano e Venezia e la tre di Roma)”. “Anche il ranking internazionale Sir sulla ricerca – aggiunge - ci conferma in buona posizione. Ma la classifica cui teniamo di più è quella Istat, sul successo occupazionale: , % contro la media nazionale di poco superiore al % e degli atenei del sud del % circa”. Il punteggio più basso del Censis è andato a web e internazionalizzazione, ma per Costantino “quella valutazione è di una soggettività disarmante e anche sull’internazionalizzazione ci sarebbe molto da dire”. “I nostri punti di forza? Proviamo a offrire agli studenti il più alto livello di servizio compatibile con gli importi molto bassi delle tasse studentesche. La rivista Campus ci ha classificato al secondo posto in Italia per minor incidenza delle tasse sulle entrate. Ma i nostri veri punti di forza sono i tanti riconoscimenti internazionali ai nostri ricercatori, l’ottima accoglienza riservata dal mondo del lavoro ai nostri laureati, le varie collaborazioni con imprese multinazionali di primo livello, quali HP, Avio e General Electric”. “Il Politecnico di Bari – prosegue – è un protagonista dell’economia pugliese, con innumerevoli collaborazioni con le imprese, locali e non, in ricerca applicata e trasferimento tecnologico. Ha un ruolo di rilievo nei distretti tecnologici regionali (meccatronica, informatica, energia, aerospaziale, alimentare) e in quasi tutti i distretti industriali. I suoi laboratori sono al servizio di diverse imprese. E ha dato vita a circa venti spin-off, cioè nuove imprese, partecipate dai nostri docenti, ricercatori e soprattutto giovani dottori di ricerca formati da noi, che operag.d. no mettendo a frutto i risultati delle nostre ricerche”. e università, più che in passato, devono acquisire la cultura della valutazione, che non è ancora propria del nostro Paese: in Italia questo processo è partito solo da poco. Serve a confrontarci sempre più con sistemi formativi e di ricerca di altri Paesi, ad attuare politiche che ci consentano in tempi relativamente brevi di recuperare le carenze del nostro sistema universitario”. Così il rettore del Politecnico di Torino, Francesco Profumo, da agosto scorso anche al vertice del Consiglio nazionale delle ricerche. Il Politecnico nel rapporto del Times si è piazzato esimo, in quello del Censis primo nella sua categoria. Come valuta questi voti? “Sono piuttosto stabili rispetto agli anni passati. Sono molto contento per il Censis. Nella classifica del Times paghiamo il fatto di essere una scuola tecnica che va a confrontarsi con altre generaliste. Il che rende più complicato il confronto, perché alcuni parametri non sono molto congruenti con il nostro tipo di università. Ad esempio, il numero di citazioni sui lavori: se non sono ponderate, si avvantaggiano i settori medico biologici, dove sono molto più numerose rispetto al settore tecnico. Questa non vuole essere una giustificazione. Rilevo solo che ci sono parametri legati al tipo di università. Non credo ci siano, invece, ranking di serie A e B. Le classifiche sono correlate agli indicatori valutati. In alcuni casi favorevoli ad alcune università, in altri casi meno. D’altra parte, il libero mercato dei ranking porta a ciò, finché non si arriverà a una normalizzazione dei parametri. Ad ora, è più indicativa una comparazione dei risultati registrati nel tempo da un’università nella stessa classifica un modello per le altre? “Siamo un’università atipica, quasi monoculturale, perché eroghiamo solo corsi di ingegneria e architettura. Ma alcuni modelli possono essere indicativi anche per altri. Ad esempio la politica sulla internazionalizzazione. Abbiamo fatto investimenti strutturali, grazie ai quali oggi abbiamo circa il % dei corsi in inglese e rivolgiamo un’attenzione particolare al marketing per acquisire studenti stranieri e ai servizi da offrire loro”. FRANCESCO PROFUMO Profumo: va ancora compreso il valore delle valutazioni piuttosto che un confronto tra ranking di tipo diverso”. Quali i principali punti di forza del suo Politecnico? “Principalmente tre. La qualità scientifica dei prodotti di ricerca, l’internazionalizzazione e la capacità di relazione con il sistema socio economico e, quindi, di acquisire su base competitiva risorse extra rispetto a quelle trasferite dal Ministero, fondi europei e provenienti dalle grandi agenzie mondiali. Nel nostro campus disponiamo di centri di ricerca che sono un mix esemplare di accademia e ricerca pubblica e privata, un ecosistema in cui i nostri studenti possono crescere al meglio”. In che campo ritiene che la sua università possa costituire Punti deboli? “La percentuale di docenti stranieri rispetto ai nostri competitor internazionali. Il secondo problema è il sistema di reclutamento dei nostri docenti, piuttosto rigido, difficile da approcciare per docenti provenienti da fuori, poco attratti anche dai salari, più bassi rispetto ad altre grandi università. Il terzo sono le risorse limitate, soprattutto in questo momento, che riducono la nostra capacità di investire in laboratori, apparecchiature e in altri elementi che possono supportare la ricerca”. Un giudizio sul nuovo statuto approvato. “Positivo. Il risultato lo vedremo nei prossimi anni. Gli statuti devono vivere almeno dieci anni prima di essere giudicati. E bisognerà vedere i regolamenti che scriveremo. Ma va nella direzione di una semplificazione della catena di governo dell’istituzione con un elemento di grande interesse, l’aver eliminato la dicotomia tra ricerca e formazione, ora entrambe sotto la responsabilità dei dipartimenti. E abbiamo conservato alcune nostre peculiarità storiche che finora hanno fatto la nostra forza, come un livello di partecipazione elevato”. g.d. 4 29 ottobre 4 novembre 2011 Imprese Unioncamere – Dopo anni di boom, il quadro globale impone un rallentamento Cooperative sociali e impre al settembre In crisi pure il sociale “frenata” per il settore Provincia Movimenti e tassi previsti dalle imprese sociali nel per settore di attività, ripartizione territoriale e classe dimensionale (Unioncamere - Ministero del Lavoro) Movimenti previsti nel * Tasso di (valori assoluti) variazione** Entrate Uscite Saldo (val. %) . . . , . . , . . . , TOTALE INDUSTRIA SERVIZI Commercio e servizi di alloggio, di ristorazione e turistici . Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio Servizi informatici e delle TLC; servizi avanzati alle imprese Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone . Istruzione e servizi formativi privati . Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati . Altri servizi alle persone . RIPARTIZIONE TERRITORIALE Nord Ovest . Nord Est . Centro . Sud e Isole . CLASSE DIMENSIONALE - dipendenti . - dipendenti . dipendenti e oltre . dipendenti e oltre -- . , , , . - -, . - -, . . , . , . . . . . . , , , - , - . . . - - , - , , -- . -- Assunzioni non stagionali previste dalle imprese sociali per il e segnalazioni del genere, dell’età e della nazionalità per settore di attività, ripartizione territoriale e classe dimensionale (Unioncamere - Ministero del Lavoro) di cui Assunzioni (% su totale assunzioni): non Fino stagion. Personale (v.a.)* Donne a immigrato** anni . , , , . , , , . , , , TOTALE INDUSTRIA SERVIZI Commercio e servizi di alloggio, di ristorazione e turistici , Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio , Servizi informatici e delle TLC; servizi avanzati alle imprese , Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone . , Istruzione e servizi formativi privati . , Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati . , Altri servizi alle persone . , RIPARTIZIONE TERRITORIALE Nord Ovest . , Nord Est . , Centro . , Sud e Isole . , CLASSE DIMENSIONALE - dipendenti . , - dipendenti . , dipendenti e oltre . , Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese , , , , , -- , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , L e imprese sociali costituiscono un segmento del tessuto produttivo nazionale in continua crescita negli ultimi anni. In termini quantitativi, il numero di soggetti operanti in questo segmento ha superato le mila unità, che danno lavoro a quasi mila dipendenti (il , % del totale dei dipendenti dell’economia privata extra-agricola). Lo rivela lo studio pubblicato da ‘Unioncamere’ e promosso, promossa dall’Aiccon, l’Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit La quasi totalità di queste imprese opera nella forma giuridica di cooperativa sociale, una realtà che alla fine di settembre di quest’anno contava uno stock di . imprese iscritte al Registro imprese, in lievissima flessione rispetto allo stesso dato del , dopo anni di crescita sostenuta. Negli ultimi sei anni le cooperative sociali sono cresciute del , % passando dalle . unità rilevate al settembre , alle . risultanti dai registri camerali alla stessa data di quest’anno. In media, l’incremento dello stock nel periodo ha sfiorato il ritmo del % l’anno ( , il dato esatto). Ma se si osserva l’andamento della serie si noterà come l’esplosione della crisi del abbia bruscamente Nonostante le difficoltà imprese oltre le 13mila unità rallentato un processo di espansione ben superiore alle due cifre percentuali l’anno, riportandone la dinamica sui valori di crescita dell’universo di tutte le imprese italiane. Il perdurare della crisi e gli effetti combinati delle politiche pubbliche di risposta basate sul contenimento della spesa pubblica, hanno inevitabilmente avuto un impatto negativo sulla capacità delle imprese sociali di creare valore, sviluppare innovazione e sostenere l’occupazione. Guardando ai risultati economici, nel le imprese sociali che hanno dichiarato un aumento annuale del fatturato sono state molto meno rispetto a quanto segnalato l’anno precedente ( % contro %), con una concentrazione maggiore nelle regioni meridionali. Le difficoltà economiche delle imprese sociali si riflettono Ricadute occupazionali anche sulla stessa capacità innovativa: nel , le imprese che hanno realizzato innovazioni di prodotto o servizio sono risultate appena la metà rispetto all’anno precedente (in media il % contro il % del ), con le regioni meridionali ferme ad un poco esaltante , %. Per il segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi: “La crisi pone l’impresa sociale davanti a sfide inedite, sfide manageriali e, probabilmente, sfide di diversificazione. Si aprono nuovi spazi per operare non solo nell’assistenza e nei servizi alla persona, ma anche nella cultura, nel turismo, nella promozione del territorio. Per affrontare queste sfide è necessario un supplemento di “imprenditorialità”, indispensabile per collocarsi in uno scenario nuovo, in cui necessariamente si dovrà fare meno affidamento sulla dipendenza dal settore pubblico, le cui risorse saranno sempre più ridotte, mentre crescerà la domanda di servizi e beni a forte contenuto sociale e civile. L’impresa può dare un contributo strategico di grande rilievo per ri-orientare la crescita verso un nuovo modello di sviluppo, più sostenibile ed equo, che metta al centro il lavoro e la persona umana”. SANTA COLELLA Ecco come funzionano Tanti i posti Fra volontari Onlus ma meno e aziende che in passato I l rallentamento dell’espansione del settore no-profit, si riflette anche sul fronte dell’occupazione. Pur continuando a creare nuovi posti di lavoro in controtendenza rispetto al complesso dell’economia ( . il saldo positivo tra entrate e uscite nel ), secondo il Sistema Informativo Excelsior il fabbisogno occupazionale delle imprese sociali quest’anno è risultato inferiore di quasi punto percentuale rispetto al ( . le assunzioni non stagionali previste nell’anno in corso, contro le . dell’anno scorso). In termini relativi, fatta eccezione per il disastroso , il pur positivo + , % di quest’anno rappresenta il risultato meno brillante della recente storia: dal + , del al + , % del , passando per il + , % del . In termini assoluti, il settore che da solo determina l’intera crescita occupazionale del è quello della Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati (+ . unità), dove peraltro si concentra poco più dei due terzi dei dipendenti del settore. Da solo, il saldo della sanità supera il saldo complessivo del , arrivando a compensare le perdite fatte registrare nei Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (unità) e nell’Istruzione e servizi formativi privati (). Resta da segnalare come il saldo occupazionale dell’industria (+ , %) sia superiore in termini relativi alla media nazionale. s.c. O ccorre fare un distinguo e chiarire le differenze tra un’impresa sociale, le organizzazioni di volontariato e le associazioni Onlus. La disciplina delle imprese sociali è contenuta nella legge / , resa organica e attuale tramite il d.lgs. / . A partire dagli anni ‘ si sono sempre più affermate forme imprenditoriali e organizzative per perseguire finalità sociali operando all’interno del mercato concorrenziale. Le imprese sociali sono nate per rispondere ai nuovi bisogni trascurati dall’impresa tradizionale e ai quali le politiche governative non erano in grado di fare fronte in maniera adeguata. Le imprese sociali godono del privilegio di poter limitare alcuni aspetti delle responsabilità patrimoniali dei partecipanti anche quando per la forma societaria utilizzata prevarrebbe la responsabilità personale e illimitata di questi soggetti. Organizzazioni di volontariato e Onlus, pur avendo in comune l’assenza di scopo lucro, vengono trattate in modo distinto dalla legge. Mentre le associazioni operano prevalentemente a favore degli iscritti, le Onlus possono svolgere attività commerciali e la loro azione è tipicamente rivolta a favore di soggetti terzi. I campi d’intervento vanno dalla sanità, all’istruzione, alla beneficenza, alla formazione, allo sport. S.C. PALERMO FROSINONE ORISTANO REGGIO CALABRIA POTENZA CAGLIARI RIETI LATINA AVELLINO BENEVENTO LECCE FOGGIA ENNA CATANIA CASERTA AGRIGENTO CALTANISSETTA VIBO VALENTIA TRAPANI MESSINA TRIESTE RAGUSA COSENZA SONDRIO SALERNO GENOVA ISERNIA ASCOLI PICENO CAMPOBASSO ROMA L’AQUILA BARI LIVORNO NAPOLI TARANTO SAVONA CATANZARO IMPERIA SASSARI BERGAMO CUNEO COMO SIENA PESCARA PARMA VARESE VENEZIA TRENTO MASSA CARRARA ALESSANDRIA LA SPEZIA ROVIGO LODI PERUGIA VERCELLI BOLZANO NOVARA CROTONE BELLUNO BOLOGNA BIELLA ANCONA FIRENZE TREVISO MILANO RAVENNA FORLI’ - CESENA SIRACUSA CHIETI ASTI BRESCIA PADOVA MODENA VITERBO PRATO MONZA E BRIANZA VERBANIA AREZZO NUORO PISTOIA RIMINI FERMO TERAMO LECCO LUCCA PIACENZA VERONA MATERA BRINDISI FERRARA TERNI GROSSETO PISA AOSTA PESARO E URBINO TORINO REGGIO EMILIA MACERATA UDINE MANTOVA CREMONA PAVIA VICENZA GORIZIA PORDENONE ITALIA Coop sociali . . Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimpr Imprese se registrate per provincia Totale imprese registrate . rese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Coop sociali x imp. registrate , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , EVOLUZIONE RECENTE DELLE COOPERATIVE SOCIALI Stock, saldi e variazioni % al settembre degli anni (Unioncamere) Anni 5 29 ottobre 4 novembre 2011 Stock al settembre Saldi dodici mesi di ogni anno . - - Var. % dodici mesi - , % . , % . , % . . , % . . , % . . , % Intervista – Titti Divella, di AMO Puglia, spiega ruolo (e difficoltà) del volontariato Il no profit supplisce ai limiti del pubblico È evidente che le imprese sociali e le associazioni senza scopo di lucro nascono per sopperire alla mancanza di quelle statali. Ne abbiamo parlato con Titti Divella, Presidente dell’Associazione Malati Oncologici (AMO) di Puglia. Nonostante la crisi degli ultimi anni le imprese sociali si difendono bene. Sono cresciute del . % negli ultimi anni, anche se la variazione dell’ultimo anno segna un valore negativo (- , %). Come giudica questi dati? “A mio parere questo valore si riferisce alle difficoltà che noi cittadini incontriamo per organizzare un’impresa sociale (più numerose al nord e al centro rispetto al sud) e alla congiuntura economica in atto. La crisi di molte aziende ha determinato ripercussioni anche nel dialogo con le imprese sociali, soprattutto cooperative sociali di tipo B, che avevano avviato partnership commerciali per specifiche forniture: ad esempio confezionamento, imballaggi, ecc (come si evince dall’VIII Workshop nazionale sull’impresa sociale del settembre a cura dell’ISNET). Storicamente area debole per le imprese sociali è il rapporto con i media: più della metà delle organizzazioni interpellate dichiara di non aver avuto occasioni di collaborazione con i media nell’ultimo anno. In tempi di crisi congiunturale, l’orizzonte strategico di una miglior visibilità dell’impresa sociale anche rispetto ad un pubblico ampio e non solo di addetti ai lavori, resta un’opzione a bassa priorità. Anche in questo caso, la soddisfazione diminuisce”. Come si evince dai dati Unioncamere, le province meridionali, sono tra i primi posti nel numero delle cooperative sociali x . imprese registrate. Un dato significativo anche questo, non crede? “Il dato è significativo, ma mi piacerebbe conoscere nel dettaglio i numeri relativi allo stato di ‘salute’ attuale di queste . imprese”. Perché, secondo lei, il territorio ha sempre più bisogno di questo tipo di imprese? Forse nascono per sopperire alla mancanza di strutture pubbliche o ci sono altri motivi? “Esatto. Credo che le imprese sociali, come le associazioni senza scopo di lucro, le associazioni di volontariato, nascano per sopperire alla mancanza di strutture pubbliche”. Infine uno zoom sull’operato dell’associazione che ha fondato, AmoPuglia. E’ in linea con i dati nazionali? Quali considerazione personali può portarci lei che è impegnata direttamente sul campo? “AmoPuglia è un soggetto diverso perché è una onlus che si occupa di assistenza domiciliare gratuita ai malati terminali con medici, infermieri, psicologi TITTI DIVELLA Se il saldo di questi ultimi mesi è negativo, quello dell’occupazione nel settore è positivo con la sanità, l’assistenza sociale e servizi sanitari privati a+ . unità. Cosa ne pensa? “Sono molto favorevole alla nascita di nuove imprese sociali specialmente in settori come sanità, assistenza sociale, ma io stessa ho incontrato non poche difficoltà quando abbiamo fondato AmoPuglia; messi di fronte alla necessità di una scelta abbiamo preferito dar vita ad una Onlus (legge / ) più snella nella sua organizzazione. Tra l’altro, è stato arduo trovare esperti con una profonda esperienza nel settore delle imprese sociali”. specialisti in cure palliative e in terapia del dolore regolarmente retribuiti dall’Associazione in comuni della provincia di Bari, e in due Comuni della BAT”. L’assistenza domiciliare ai malati oncologici terminali è un LEA (Livello Essenziale di Assistenza). I livelli essenziali di assistenza (LEA) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Al momento esiste solo una buona legge, ma quanti anni ci vorranno perché sia operativa ed assicuri ai cittadini un servizio indispensabile? Nelle nazioni europee ‘progredite’ questo servizio è assicurato da molti anni. Il buon esempio viene dalla Gran Bretagna che ha iniziato negli anni . In Italia si registra un divario profondo tra Nord e Sud sia come numero di Hospice presenti sul territorio sia come associazioni no profit che si occupano assistenza domiciliare ai malati oncologici. Questo divario fa si che in Puglia il territorio sia coperto da associazioni in modo non uniforme, a macchia di leopardo con comuni o gruppi di comuni vicini in cui non vi è assolutamente nulla. Per non parlare degli Hospice gestiti dalle AUSL, (solo in tutta la Puglia) assolutamente insufficienti. In Lombardia, tanto per fare un paragone, ve ne sono . In Puglia e precisamente a Monopoli, il dottor Antonio Conversano, Direttore dell’Hospice San Camillo, palliativista noto a livello nazionale, ha realizzato un progetto pilota che per la prima volta vede una stretta collaborazione tra pubblico e privato, nel senso che i medici, gli infermieri e gli psicologi impegnati nell’Hospice offrono anche assistenza domiciliare ai malati terminali di Comuni limitrofi che fanno parte della rete AmoPuglia. La AUSL di riferimento retribuisce un certo numero di personale, oltre il quale interveniamo noi con i fondi raccolti. s.c. Il consorzio Gino Mattarelli La grande rete della solidarietà I l Consorzio nazionale di cooperazione di solidarietà sociale Gino Mattarelli (CGM) è la più grande rete italiana di imprese sociali. La sua base sociale è costituita da consorzi territoriali, distribuiti in tutte le regioni, che coordinano l’attività e l’iniziativa di circa . cooperative ed altre organizzazioni non profit. Il loro scopo è di perseguire l’interesse generale della comunità, della promozione umana e dell’integrazione sociale dei cittadini. Quasi , mld di fatturato I numeri CGM 45mila gli adetti I numeri delle cooperative del Cgm: imprese nel Paese, con quasi un miliardo e milioni di fatturato e mila addetti. servizi per la prima e la seconda infanzia, case famiglia, comunità e centri diurni per anziani, altrettanti per la salute mentale, residenze e centri diurni per la disabilità. Percorsi di inserimento per cassintegrati e disoccupati, disabili, detenuti e strutture o progetti di accoglienza, accompagnamento e integrazione per rifugiati. 6 29 ottobre 4 novembre 2011 Mercati Rincari – Consumi calati dello , %, spese aumentate del , % Paghi più, hai meno Benzina che salasso Sugli automobilisti pesano il prelievo fiscale (cresciuto del 6,8%) e il rincaro del prezzo industriale (+13,1% benzina, +17,7% gasolio) L a ricetta per consumare meno carburante e spendere di più è molto semplice. Basta fare il pieno in Italia. Nei primi nove mesi di quest’anno i consumi di benzina e gasolio per autotrazione sono calati nel nostro Paese dello , %. La spesa è invece aumentata del , % e il prelievo fiscale è aumentato del , %. Queste percentuali di crescita risultano dalla banca dati sui consumi e prezzi del carburante elaborata dal Centro Studi Promotor GL events sui dati ufficiali del Ministero dello Sviluppo Economico. In euro per benzina e gasolio, nei primi nove mesi dell’anno, gli italiani hanno speso , miliardi con una crescita sullo scorso anno di , miliardi. Il fisco ha incamerato ben , miliardi con una crescita di , miliardi. L’incremento del prelievo fiscale è dovuto sia ai due aumenti delle accise decisi dal Governo che all’incremento del gettito Iva in forza del meccanismo che impone il calcolo di questa imposta sulla somma dell’accisa e del prezzo. Dei , miliardi spesi in più dagli utenti della strada da gennaio a settembre ben il % è dovuto all’aumento del prezzo industriale, che è quindi la prima causa dei forti rincari del costo dei carburanti per automobilisti e camionisti. Nei primi nove mesi di quest’anno il prezzo medio della benzina è infatti aumentato del , %, mentre il prezzo medio del gasolio è aumentato del , %. Questa forte dinamica ha consolidato e migliorato la posizione dell’Italia in testa alla classifica dei Paesi europei in cui i carburanti sono più cari. Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico, per il gasolio l’Italia è sul podio. Si classifica infatti terza con un prezzo al litro di , euro, preceduta soltanto dalla Svezia con , euro al litro e dal Regno Unito, saldamente al comando con , euro al litro. Per la benzina, invece, il nostro Paese è “soltanto” quinto con , euro al litro preceduto dal Belgio ( , ), dalla Danimarca ( , ), dall’Olanda ( , ) e dalla Grecia ( , ). ALESSANDRO SCHIRONE Dati di settembre – In Italia calo del , % Loiacono – Moving Center Immatricolazioni giù e il 2012 sembra nero “Fra Iva e Ipt la situazione è sfavorevole” S N el mese di settembre sono state immatricolate in Italia . autovetture con un calo del , % rispetto al livello già molto depresso dello stesso mese del . Questo calo non è certo inatteso, come inattesa non è la sua entità che è relativamente contenuta soltanto perché molte case automobilistiche continuano ad utilizzare la leva dei chilometri zero, cioè delle immatricolazioni a nome dei concessionari di auto nuove da rivendere appena possibile come usato con chilometri zero. Il dato di settembre conferma comunque la previsione del Centro Studi Promotor GL events secondo cui il mercato automobilistico italiano dovrebbe chiudere il con un volume di immatricolazioni leggermente inferiore a un milione e mila unità: un livello peraltro così basso da mettere a rischio la sopravvivenza di un certo numero di aziende concessionarie. Per nulla buone le prospettive per il 2012 Per quanto riguarda l’anno nuovo, non si può certo pensare che si delinei una ripresa per il mercato dell’auto mentre l’economia italiana è sull’orlo dell’abisso. Abisso in cui finirà per precipitare l‘intero settore se saranno ancora rinviate le decisioni necessarie per rilanciare la crescita e se eventuali provvedimenti non saranno tali da dare un impulso immediato alla domanda di beni di consumo. A tale proposito, sottolinea il Centro Studi Pro- motor GL events, l’unico modo per incidere immediatamente sulla domanda è immettere subito aumenti nelle buste paga di operai e impiegati. Questo risultato si può ottenere accogliendo la proposta contenuta nel Manifesto delle Imprese di diminuire l’Irpef e compensare il calo del gettito con un’imposta patrimoniale. Il termine ultimo per un provvedimento di questo tipo, se non è già scaduto, sta per scadere. I più recenti dati statistici dicono che è crollata la fiducia delle imprese e dei consumatori e che la produzione industriale da mesi è in calo, mentre anche le nostre esportazioni sono in frenata, per non parlare dell’andamento dei mercati finanziari. Una ripresa pronosticabile a certe condizioni Per una vera e duratura ripresa è indispensabile un deciso intervento governativo. Come è noto le case automobilistiche non hanno però certo tirato i remi in barca. Il Salone di Francoforte ha dimostrato, e il prossimo Motor Show di Bologna dimostrerà, il forte impegno dell’industria nel proporre novità al pubblico sia in funzione delle esigenze di prima motorizzazione dei paesi emergenti sia per far fronte a una domanda di sostituzione che appare sempre più compressa nei mercati maturi. Ed anche in Italia, pur permanendo le vendite su bassi livelli, non mancano segnali di interesse della domanda nonostante l’inerzia del Palazzo nel rilanciare l’economia e nonostante gli inasprimenti fiscali sull’auto degli ultimi mesi. Un quadro di minor negatività emerge infatti dall’inchiesta congiunturale mensile condotta a fine settembre dal Centro Studi Promotor GL events sui concessionari. I giudizi sugli ordini sono sempre fortemente negativi, ma la quota di concessionari che dichiarano bassi livelli di acquisizione dal % di luglio è passata all’ % di agosto e al % di settembre. Analogo andamento per l’affluenza di potenziali acquirenti nei saloni espositivi dei concessionari. La quota di operatori che stimavano bassa l’affluenza passa dal % di luglio all’ % di agosto e al % di settembre. Certo non si può affermare che il quadro sia mutato decisamente in positivo, ma non si può negare che vi siano segnali di risveglio della domanda dal letargo degli ultia.s. mi mesi. econdo i dati recenti, a seguito del numero di immatricolazioni del mese di settembre, il dovrebbe chiudere con una quota complessiva di poco inferiore al milione e mila autovetture immesse su strada. Una situazione insolitamente anomala di cui ne abbiamo parlato con Gai Loiacono, responsabile di Moving Center a Bari. Molte concessionarie rischiano la chiusura. Ma com’è possibile tutto questo? “Questa drammatica situazione non mi stupisce affatto. In tempi non sospetti era già semplice scorgere i primi segnali della crisi. Oggi il mercato dell’auto è in calo del % e a settembre, come se non bastasse, gli operatori del settore hanno subito l’ennesima beffa. L’IVA è aumentata dell’ %, mentre IPT e passaggio di proprietà sono passati da una tassa fissa ad una tassa a kilowatt. Qualcuno preferisce, o talvolta è costretto, a chiudere per trovare fortuna altrove”. Nonostante la crisi, il clima di fiducia degli operatori del settore è aumentato negli ultimi tre mesi. Ma quali sono le reali prospettive per il ? “Con un clima simile, mi sembra difficile pensare che con l’anno nuovo la situazione possa cambiare e tantomeno che qualcuno possa guardare solo il bicchiere mezzo pieno. I concessionari sono sotto scopa delle case automobilistiche con mandati a tempo determinato, e la gente risparmia perfino sui beni di prima necessità, acquistando alimenti di seconda scelta, cibo di origine cinese e abbigliamento di qualità scadente”. Nella scelta dell’auto quanto pesa l’aumento dei carburanti verificatosi negli ultimi anni? “Sicuramente rappresenta un freno, ma non mi sento di puntare il dito solo su questo aspetto. Chi decide di acquistare un’auto, lo fa a prescindere dal costo di benzina e gasolio. Sulla scelta incide, piuttosto, l’introduzione di nuovi modelli, che ultimamente hanno rilanciato un mercato comunque in collasso. Ma segnali positivi non ce ne sono e su questo bisogna assolutamente riflettere. La crisi del mercato dell’auto deve essere anaa.s. lizzata in un quadro molto più ampio”. Mercati 29 ottobre 4 novembre 2011 7 Vendite auto – Nonostante il crollo del Bel Paese, l’Ue si tiene a galla La Germania traina il mercato europeo L a notizia è che il mercato dell’auto, nel mese di settembre, ha tenuto senza subire ulteriori scricchiolii. Ma detto in questi termini, pare che la situazione sia decisamente migliorata rispetto all’ultima rilevazione del Centro Studi Promotor GL events di Bologna. Eppure le cose non stanno realmente così. Perché si tratta di dati che riflettono la situazione generale del mercato automobilistico europeo. A settembre, nei mercati nazionali dell’Unione Europea più i tre dell’EFTA, sono state immatricolate . . autovetture con una crescita dell’ , % rispetto allo scorso anno. Lo ha annunciato l’Acea (European Automobile Manufacturers’ Association), secondo cui il consuntivo dei primi nove mesi è soltanto lievemente negativo. Le immatricolazioni sono state infatti . . con un calo contenuto nello , %. La leadership del mercato tedesco La discreta tenuta complessiva delle vendite è dovuta soprattutto al Made in Germany, che in settembre ha fatto registrare un incremento dell’ , %. Negativi invece i dati per gli altri quattro Paesi che compongono la pattuglia dei cinque maggiori mercati. In Francia e nel Regno Unito il calo è tuttavia modesto (rispettivamente - , % e - , %) e, molto contenuto, è anche il calo fatto registrare dal mercato spagnolo (- , %). Quest’ultimo è, però, un dato che va correttamente valutato perché il confronto si fa con un settembre particolarmente depresso. A fine agosto, ad esempio, la situazione era simile. Il mercato tedesco era in crescita dell’ , %, quello francese sostanzialmente in pareggio (+ , %) e gli altri tre mercati in calo. Risulta evidente, dunque, il ruolo trainante del mercato tedesco nel caso dell’automobile. Dopo aver pesantemente pagato nel i consistenti incentivi del , infatti, quest’anno il settore è interessato da una forte ripresa con crescite mensili quasi sempre a due cifre. Alla tenuta del mercato tedesco è sostanzialmente legata la possibilità che l’area complessivamente considerata chiuda in lieve crescita il . Il contributo degli altri grandi mercati difficilmente potrà infatti essere positivo e, in particolare, peseranno sul consuntivo la stagnazione su livelli particolarmente depressi del mercato italiano. In Italia continua il periodo buio Anche per il quinto tra i grandi mercati, quello italiano, il confronto si fa con dati particolarmente depressi e ci si potevano quindi attendere contrazioni modeste, invece, per il nostro Paese il calo in settembre è stato del , % nonostante le consistenti iniezioni di chilometri zero. Le prospettive per i prossimi mesi appaiono inoltre difficili perché le preoccupazioni legate al precipitare della situazione economica e la lentezza nell’adottare misure di rilancio non incidono favorevolmente sulla propensione ad acquistare automobili. Tanto più che la fiducia di operatori e consumatori è in caduta libera e sulle decisioni di comprare nuove auto pesano come macigni gli stratosferici rincari dei carburanti e quelli, non meno stratosferici, dei premi di assicurazioni. La crescita dei prezzi di carburanti incide sull’impiego dell’auto (le percorrenze medie sono infatti in calo), ma anche sulle decisioni di acquisto di nuove autovetture. Gli elevatissimi premi di assicurazione denunciati anche dall’Antitrust stanno determinando processi di demotorizzazione in quanto inducono gli anziani a rinunciare all’automobile prima del tempo e costringono molti giovani a rinviare l’acquisto della prima macchina per l’eccessiva onerosità dei premi a copertura RC auto, che è obbligatoria. Il bilancio è comunque positivo Nonostante la situazione dell’Italia, il complesso dei cinque maggiori mercati fa registrare in settembre una crescita dello , %. Gli altri mercati dell’area invece mettono a segno un incremento del , %. Interessante è anche constatare la diffusione della crescita che è messa ben in luce dal fatto che dei paesi dell’area dell’Unione Europea nel periodo gennaio-settembre, sono in crescita e sono in calo. Le prospettive per l’ultima parte dell’anno appaiono di difficile valutazione. Si può tuttavia ritenere che il bilancio consuntivo del si chiuderà non lontano dei livelli del . Preoccupano però le prospettive per il , che appaiono legate essenzialmente alle vicende dell’economia e ai provvedimenti che verranno assunti per rilanciare lo sviluppo di un settore la cui profonda crisi sembra non conoscere mai fine. a.s. Concessionarie Fiat arranca Destinata Wolkswagen a chiudere Sorpassa Toyota? 1 su 5 L N o scenario descritto dal Centro Studi di DEKRA Consulting attraverso i dati recentemente pubblicati è davvero disastroso. Secondo questo studio, in Italia un concessionario su cinque è destinato a chiudere: si tratta di una percentuale molto alta, pari a circa il % del totale. La ricerca, effettuata su un campione di concessionari, ha permesso di analizzare i bilanci ha analizzato i bilanci annuali per l’edizione dell’Osservatorio Bilanci. Il mercato italiano dell’auto è in crisi: i concessionari non riescono a rimborsare i propri debiti al sistema bancario. Quest’anno si potrebbe profilare una clamorosa situazione: un concessionario su due potrebbe chiudere con un bilancio in rosso. Numeri da non sottovalutare. “Il mercato versa in un immobilismo totale – ha spiegato il Vice Presidente di DEKRA Consulting, Claudio Monte – e continua ad avvilupparsi su se stesso, perché chi dovrebbe prendere delle decisioni per invertire la situazione non lo fa”. a.s. el mese di settembre, in Europa, a fronte delle . . auto immatricolate, lo scettro di regina spetta al Gruppo Volkswagen (+ . % rispetto a settembre ), che entro la fine dell’anno potrebbe diventare il maggiore costruttore mondiale di auto per effetto delle difficoltà post terremoto in Giappone del gruppo Toyota. Secondo molti analisti, questo sorpasso sarebbe dovuto avvenire in un futuro più distante ma i risultati positivi che il gruppo tedesco sta riscuotendo in giro per il mondo potrebbero aver mutato questo scenario in via definitiva. Ancora in negativo, invece, la Fiat: l’azienda italiana ha riportato una flessione del - . % rispetto a dodici mesi fa. Il gruppo torinese però fa segnar anche dei notevoli aumenti: infatti crescono Alfa Romeo (+ . %), Lancia (+ . %) e Jeep (+ . %). a.s. 8 29 ottobre 4 novembre 2011 Rapporti Rapporto “Ecosistema urbano” – Italia messa male: situazione peggiorata rispetto al Ambiente in fumo Bocciati i Comuni N elle città italiane manca la sicurezza di cui non si parla: ovvero quella sanitaria, sociale, ambientale e climatica. Smog, traffico, rifiuti, sprechi d’acqua, industrie e abitazioni a rischio sono pericoli sottovalutati per gli italiani. Questo, in sostanza, il messaggio lanciato da Legambiente in occasione della presentazione di “Ecosistema Urbano”, l’annuale Rapporto (giunto alla sua diciottesima edizione) curato dall’associazione, in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole Ore, sulla qualità ambientale dei comuni capoluoghi di provincia. Le città italiane risultano in stallo per la qualità ambientale. Come affermato, infatti, dal presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, “al di là della posizione in classifica, se si va a guardare il punteggio di ogni città, salta agli occhi che non ci sono sostanziali variazioni rispetto al , e se ci sono, nella maggioranza dei casi, sono in negativo. E questo vale per Varese come per Reggio Calabria. Le città sono praticamente ferme e questo perché le amministrazioni locali hanno paura di cambiare passo e di imboccare con determinazione la strada del cambiamento ma soprattutto perché manca la politica, a livello nazionale”. Insomma, un monito di non poco conto, anche alla luce del “cartellino giallo” che l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha recentemente mostrato (si veda in proposito il precedente numero del nostro settimanale) al nostro Paese per il mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti imposti dal Protocollo di Kyoto. Obiettivi centrati non solo dall’Unione Europea nel suo complesso, ma anche dalla maggior parte dei suoi Stati Membri. Ad esclusione, appunto, dell’Italia, dell’Austria e del Lussemburgo. La cattiva qualità dell’aria, ammonisce Ecosistema Urbano, causa solo nei grandi centri . morti l’anno, per la congestione da traffico, che vede le città in testa per numero d’incidenti ( %) e feriti ( , %), per le abitazioni costruite male o nel posto sbagliato, per le fabbriche a rischio d’incidente rilevante, presenti in ben capoluoghi italiani. E’, ad esempio, ancora allarme smog in più della metà dei centri urbani, dove i mezzi privati la fanno da padrone mentre il trasporto pubblico perde passeggeri (a Bari, Catania e Palermo, gli abitanti salgono in media sui bus meno di volte l’anno). Temi, questi, di cui si parla poco o non si parla affatto visto che – come sottolinea il Cigno verde – quasi sempre la sicurezza viene declinata come paura della microcriminalità. In questa situazione d’immobilismo generale, alcuni centri fanno lievi progressi e tanto basta a farli balzare in vetta alle classifiche della qualità urbana. Succede però nel Nord Est, talvolta al Centro, quasi mai al Sud, i cui capoluoghi di provincia occupano le parti basse delle varie graduatorie stilate dal Rapporto. Le peggiori performance riguardano la Sicilia, con Catania ultima per il terzo anno consecutivo. La classifica generale (basata sui vari indici analizzati e suddivisa in tre raggruppamenti in base alla popolazione: oltre mila abitanti, tra e mila e meno di ) vede quest’anno in testa (nei rispettivi gruppi) Venezia, Bolzano e Belluno, seguite da Bologna, Trento e Verbania. Bari è undicesima (su quindici) tra le città grandi, mentre gli altri capoluoghi pugliesi, che rientrano tutti nel novero dei centri di medie dimensioni, si piazzano oltre metà graduatoria: Taranto è .a, Lecce .a, Brindisi .a e Foggia .a (su ). Da segnalare che Parma, nonostante le buone performance ambientali, è stata esclusa a seguito della tempesta giudiziaria che ha coinvolto esponenti della sua Giunta. ANDREA BUONO Intervista – Alberto Fiorillo, curatore del dossier di Legambiente Sindaci sott’accusa A lberto Fiorillo è il portavoce nazionale di Legambiente e colui che ha curato, per conto dell’associazione, il dossier Ecosistema Urbano . Come reputa la situazione del Sud e come si può intervenire? “Anche in questo caso le responsabilità sono degli amministratori. Faccio un esempio: Napoli è tuttora alle prese con l’emergenza Quali sono le principali problematiche che rifiuti, mentre a pochi chilometri c’è Salerno emergono dal Rapporto? che dà lezioni a tutti sulla raccolta differen“Sicuramente quelle relative alla gestione ziata. Quindi non è che i campani siano socialdella mobilità, nelle sue dimensioni della conmente meno attenti degli altri cittadini, l’incagestione del traffico, dell’inquinamento atmopacità è di chi governa, di chi amministra. Lo sferico ed acustico, dell’efficienza nel servizio stesso vale per la Puglia. Ci sono alcune polidi trasporto pubblico. Poi penso alla gestione tiche intelligenti in tema di mobilità, a Lecce dei rifiuti e alle politiche energetiche”. e Bari in particolar modo. C’è però da dire che è bizzarro che una città come Lecce, pianegALBERTO FIORILLO Se avesse una bacchetta magica, cosa camgiante, soleggiata e con un clima invidiabile, bierebbe in primis per far fare alle nostre città un balzo in avanti abbia una percentuale di spostamenti in bicicletta lontanissima da nella direzione della sostenibilità? quella di Bolzano (teoricamente meno ‘ciclabile’). Insomma, dove “Cambierei la testa dei sindaci, perché hanno in mano l’opporsi fa c’è una risposta della popolazione. Ma quel ‘dove si fa’ è frutto tunità di fare tantissimo, spesso a costo zero, talvolta facendo della qualità dell’amministrazione, non di altro ”. guadagnare la città stessa. E invece, nella migliore delle ipotesi per quieto vivere, nella peggiore perché ci sono una serie di lobby e diSorprende l’ottima posizione in classifica (per qualità dell’aria) vieti incrociati cui devono sottostare nella speranza di non perdere di città come Brindisi e Taranto, dove sono attive industrie forteo di guadagnare consensi, lasciano spesso tutto com’è. Faccio un mente impattanti sull’ambiente. Come si spiega? esempio banale: il trasporto pubblico è di proprietà delle ammini“Il risultato è quello perché con quella classifica prendiamo in strazioni locali, le strade su cui esso si poggia pure. Il trasporto pubconsiderazione indicatori sovrapponibili, quindi in particolare il blico costa alle amministrazioni locali un euro ogni trenta centesimi traffico veicolare. Se valutassimo la situazione per quanto riguarda incassati. Non ci sarebbe al mondo nessuna azienda privata che, l’inquinamento industriale, le cose sarebbero diverse per città coavendo l’esclusiva sul tpl e sulle strade, non farebbe di tutto per me Brindisi e Taranto”. farlo diventare prioritario rispetto agli altri mezzi di trasporto. E invece gli autobus finiscono per essere macchine al pari delle altre Secondo lei cosa sta facendo e cosa potrebbe fare questo Gomacchine, quando basterebbe riorganizzare la mobilità con una severno sull’ambiente? rie di percorsi protetti per i bus di superficie per ottenere il triplice “Finora si è fatto davvero poco. E c’è sempre questa spada di vantaggio di disincentivare l’uso dell’auto privata, rendere più effiDamocle del condono edilizio che da solo rappresenterebbe una ciente il tpl e incassare più quattrini”. bastonata incredibile su qualsiasi ipotesi di uno sviluppo sostenibile del Paese”. E delle domeniche pedonali che ne pensa? “L’insieme dei provvedimenti anti-smog attuati dalle amminiIn un periodo di crisi come questo, non sarebbe il caso di investistrazioni locali è un mosaico molto variegato, che però ha mostrare pesantemente in politiche ecosostenibili piuttosto che accantoto in linea generale di essere inefficace. Queste misure rispondono nare i temi ambientali in attesa di tempi più propizi? ad una logica di lanciare un segnale che si sta facendo qualcosa “Sicuramente sì. La green economy è un’opportunità per uscire contro lo smog, ma allo stesso tempo si cerca di chiedere agli audalla crisi economica. Ma per uscire dalla crisi serve tutto: dall’intomobilisti solo piccoli sacrifici. Possono avere un aspetto pedagodustria pesante (magari resa più sostenibile) a quella leggera. Bigico, di monito, ma se qualcuno pensa ancora di poter utilizzare le sogna dare un deciso contributo all’industria del turismo, ancora domeniche a piedi come strumento di contrasto dello smog vuol sottoutilizzata. Serve proprio un cambiamento di mentalità. Come dire che non ha capito niente. In primis perché di domenica il trafpossiamo pretendere un deciso cambio di rotta da chi solo qualche fico è già limitato e in più paradossalmente si penalizzano coloro anno fa si presentava in Parlamento dicendo che l’effetto serra non che dal lunedì al venerdì usano per gli spostamenti sistematici il esiste e che rappresenta un’invenzione degli ambientalisti? Occortrasporto pubblico, la bicicletta, le proprie gambe… E invece la dore perciò un cambio generazionale: non parlo di destra o sinistra, menica sono costretti magari a rinunciare ad una gita fuori porta. ma di persone giovani (non per forza anagraficamente ma mentalSarebbe il caso che si desse una mossa anche il Governo, provando mente), pronte a raccogliere le sfide di un mondo che è completaad elaborare una politica nazionale per la mobilità e vincolando gli mente cambiato”. a.b. interventi ad un’analisi prima/dopo”. Rapporti 29 ottobre 4 novembre 2011 9 I primi problemi: smog, rifiuti, acqua U na delle prime emergenze ambientali da affrontare è di sicuro quella dello smog. In una cinquantina di città si rileva la presenza di aree critiche per le concentrazioni di biossido di azoto (NO ). In centri il numero di giorni di superamento della concentrazione media oraria ( microgrammi/mc) di polveri sottili Pm ha oltrepassato quello massimo consentito ( giorni). Situazione in stallo anche per la dispersione idrica. Dodici comuni continuano ad avere perdite superiori al %, mentre in città viene dissipata più del % dell’acqua immessa. Altra pressione ambientale è la produzione di rifiuti, con il raggiungimento degli obiettivi di legge ancora lontano. Infine, la densità automobilistica: l’Italia, che paga dazio in termini di trasporto pubblico, è in netto svantaggio rispetto ad alcune grandi capitali europee (Londra, Parigi e Berlino), che registrano valori molto bassi ( auto/ abitanti circa: la a.b. metà di quello italiano). Bari 1a per aria pulita... … e per consumi idrici S B u Comuni (con dati validi), nel la situazione relativa all’inquinamento da NO rimane pressoché invariata ( città rispettano i limiti di legge contro le dell’anno scorso), mentre per il Pm si registra un generale miglioramento, con soli centri che sforano il valore-soglia per la protezione della salute umana. Tuttavia, la media nazionale di concentrazione di NO è in lenta ma graduale crescita. E’ poi raddoppiata negli ultimi cento anni la concentrazione di ozono in atmosfera, benché le città che hanno oltrepassato il valore obiettivo nel sono state sei in meno rispetto al . Bari è a sorpresa prima in classifica (tra i grandi centri) per qualità dell’aria (sia per NO che per Pm ). Bene anche Brindisi, Lecce a.b. e Taranto (ai primi posti tra le città di medie dimensioni). ene il capoluogo pugliese anche per consumi idrici domestici (ancora al primo posto tra le città con più di mila abitanti). Foggia è terza, Brindisi .a, Taranto .a, Lecce a metà classifica tra i centri medi. Il valore medio (ponderato) dei consumi domestici in Italia risulta pari a litri al giorno pro capite. Pugliesi che però non brillano per dispersione della rete idrica (ovvero la differenza tra l’acqua immessa e quella consumata per usi civili, industriali e agricoli). Discrete invece le performance in tema di capacità di depurazione, con percentuali vicine al % (solo Taranto è al %): picchi negativi per Catania ( %) e Palermo ( %), Treviso ( %), Benevento ( %) e Imperia ( %!). a.b. In Puglia non si ricicla... … e non si va in autobus T L ra i tasti dolenti per la Puglia vi è la diffusione della raccolta differenziata, la cui percentuale (in Italia) sul totale dei rifiuti urbani è salita dal al (si è passati da una media del , % a una del , %). Se Bari (con un , %, lontanissimo dal , % di Verona) è decima tra le quindici città grandi, Lecce, Brindisi, Foggia e Taranto chiudono la graduatoria dei centri di medie dimensioni, dominata da Novara ( , %) e Salerno, che con il suo , % rende imbarazzante il , % di Napoli (non se la cavano male nemmeno le altre campane). Il primato va tuttavia a Pordenone ( , %). Risultati nella media, invece, per quanto riguarda la produzione di rifiuti (in lento ma costante calo, forse anche per effetto della crisi): a.b. Foggia seconda più virtuosa tra le città medie. e città pugliesi arrancano anche nel trasporto pubblico, con pessimi standard sia nella classifica che tiene conto del numero di passeggeri trasportati annualmente per abitante (che vede i baresi, per esempio, salire in media sui bus solo volte l’anno) sia in quella che tiene conto dei chilometri percorsi dalle vetture per abitante residente (con la sola eccezione di Taranto, quinta tra i capoluoghi di medie dimensioni). Pessimo (meno che per Lecce e Foggia) è anche l’indice di mobilità sostenibile delle nostre città (che valuta fattori quali la presenza di autobus a chiamata e il car sharing), nella media il tasso di motorizzazione (meglio per le moto che per le auto in Puglia: ma male Lecce con auto/ a.b. abitanti, mentre a Foggia circolano solo moto ogni abitanti). Al Sud ciclisti dimenticati Troppi sprechi di energia L C imitata è poi l’attenzione per pedoni, ciclisti, centri storici e verde urbano. Tranne che in alcune città (primeggiano le toscane), infatti, scarseggiano le zone a traffico limitato, mentre le piste ciclabili sono molto più diffuse al CentroNord che al Sud (dove sono praticamente inesistenti: ma Lecce prima meridionale tra le città medie, decima su quarantatre). Il capoluogo salentino e Bari sono le uniche pugliesi a non sfigurare (ma non si conosce il dato di Taranto) quanto ad estensione pro capite della superficie stradale personalizzata (isole pedonali). Sconfortante è infine il dato sul verde urbano fruibile presente nelle nostre città, in coda nelle rispettive graduatorie e più in alto solo se si considera la superficie a.b. di tutte le tipologie di verde sul totale dell’estensione comunale. ala, rispetto al , la quota delle città con consumi elettrici domestici al di sopra dei . kWh annui pro capite ( anziché ). Bari si segnala tra le più sprecone (con un dato in linea con quello di Lecce e Taranto), mentre Foggia e Brindisi emergono come due delle città più parsimoniose in questo senso. Per quanto riguarda la diffusione nei Comuni di fonti di energia rinnovabile o a minore impatto ambientale, Lecce si distingue per l’utilizzo del solare termico, Foggia per quello del solare fotovoltaico (con percentuali tuttavia ancora relativamente basse).Bari risulta infine a sorpresa prima (tra i grandi centri) nella classifica sulle politiche energetiche (basata su indicatori quali l’attuazione di attività di rispara.b. mio energetico o l’acquisto di energia elettrica da fonte rinnovabile). 10 29 ottobre 4 novembre 2011 Dall’ Agroalimentare Slow Food Il movimento del “lento mangiare” è nato a Parigi su iniziativa di Carlo Petrini. Ha compiuto 22 anni Sfide – Scienze Gastronomiche al Sud Apre a Orsara l’università di Slow Food A scuola di civiltà gastronomica, imparando il gusto del “buon vivere”. E’ nata con questi presupposti oltre vent’anni fa la Libera università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, a due bassi da Bra (Cuneo) e da qui si è dipanata la matassa che vent’anni dopo ha fatto rifiorire il gusto della cucina tipica e lanciato sulla scena molti giovani chef divenuti oggi delle “celebrities” nei programmi di cucina che proliferano specie sul satellite. Sono questi i semi che faranno germogliare anche la Scuola di Orsara, divenuta ormai da qualche anno culla del buon gusto e della tradizione gastronomica per opera di chef come Peppe Zullo che dopo un’esperienza in Messico ha deciso di aprire nei Monti dauni, a una sessantina di chilometri da Foggia, una delle condotte più attive di Slow food. Ebbene l’idea che una sezione della Libera università di Pollenzo possa essere aperta proprio a Orsara è venuta a Carlo Petrini, il fondatore del movimento Slow food nonchè della scuola medesima, durante una sua visita a Villa Iamele l’oasi di Zullo che qui possiede un orto e un allevamento di volatili e maiali. “Si può fare – ha detto Petrini – anzi voglio che sia tu a realizzarla”, ha esortato rivolto a Zullo che lo aveva accompagnato attraverso le aree più caratteristiche di Villa Iamele. Come sarà strutturata la sezione di Orsara? Per il momento trapelano pochi particolari (leggi intervista a Zullo a fianco) però i principi cardine saranno gli stessi che forgiano ancora oggi i ragazzi di Pollenzo: grande disciplina, attenzione ai sapori, rispetto per la natura e un’attenzione maniacale affinchè nulla venga lasciato al caso. Petrini insiste molto sul concetto di “lotta allo spreco” e invita i giovani a seguirlo (largamente ricambiato) su questa strada. “Il consumismo di oggi è diventato esasperato – sottolinea Petrini – si spreca dappertutto, nelle famiglie ricche come in quelle povere senza distinzione alcuna. Lo dicono i dati ufficiali sulla spesa delle famiglie italiane: nel spendevamo per la nostra alimentazione quotidiana il % del nostro reddito, oggi soltanto il %. Sarà pur vero che oggi le esigenze sono cambiate e il bilancio familiare assorbe più voci, ci sono più esigenze. Ma guai a noi se pensassimo che la qualità alimentare è un diritto solo per chi può permetterselo. Dobbiamo mangiare meglio, fare attenzione a cosa compriamo e soprattutto non acquistare a vanvera. Va ridotto lo spreco, una delle sciagure più grandi del nostro vivere quotidiano”. E se il rischio che corriamo è la perdita dei valori dei tempi andati, oggi le possibilità per riprendersi il tempo che fugge via non mancano: la Libera università delle Scienze gastronomiche è considerata una fucina di talenti in cucina, punto di riferimento per migliaia di giovani che attraverso i fornelli e la rielaborazione di piatti tipici, si sono affiancati a un modello di vita decisamente inusuale, fors’anche un po’ retrò ma molto, molto affascinante. La libera università potrebbe trovare a Orsara tutte quelle caratteristiche di igiene dei luoghi e di salubrità che hanno contraddistinto la scuola di Pollenzo. Il fondatore di Slow food è stato a Orsara l’ascoltatissima “guest star” di una giornata all’insegna dei piatti tipici e dell’amore per la frugalità di una volta, in occasione della sedicesima edizione de “La Daunia in cucina”, una manifestazione artistico-culinaria di piatti tipici della cucina foggiana che ha esaltato il piacere di stare in tavola coniugandolo con i vantaggi di una bella passeggiata (magari a mo’ di digestivo) nell’orto variopinto a due passi dal ristorante. E’ questo il mondo “vintage” di “Carlin” Petrini, il fondatore del movimento del “mangiar lento” nato nel a Parigi per rifuggire la politica del fast food allora imperante e riaffacciarsi ai piaceri della tavola come usava un tempo (anche quando i soldi erano pochini e la frugalità era un valore aggiunto). Petrini è il grande sacerdote della disciplina gastronomica, il baluardo della buona tavola tra i primi a valorizzare il gusto e la tradizione della cucina “alla poverella”, facendola diventare uno strumento di culto. Oggi le condotte Slow food muovono schiere di appassionati della buona tavola, il movimento ha fatto scuola contribuendo a scalfire lo strapoterere dei Mac Donald’s e dei Burger King, falangi dell’alimentazione americana imposta anche al Vecchio continente se non fosse intervenuta una reazione uguale e contraria. Oggi sono le paninoteche il nemico da battere per i discepoli delle condotte Slow food, il movimento può dire di aver fatto proseliti in tutto il mondo in oltre vent’anni di battaglie in difesa del diritto a mangiar bene. Ora che il movimento è cresciuto fino a diventare una gigantesca community i tempi sono maturi – ha pensato Petrini – per estendere anche al Sud l’esperienza della sua Libera università frequentata da centinaia di giovani provenienti dalle regioni del Sud, affascinati dalle idee di questo signore che propugna attraverso la cucina tipica la riscoperta di un mondo più a misura d’uomo. Pollenzo è un posto immerso nelle langhe piemontesi non sconosciuto a diversi allievi foggiani. La libera università delle Scienze gastronomiche ha, infatti, laureato un anno e mezzo fa la giovane studentessa lucerina Francesca Faccilongo (agricola Paglione) che naturalmente era in prima fila a Orsara ad ascoltare il suo “guru” nella grande factory di Villa Iamele, già ribattezzata “oasi del benessere” dopo l’investitura del celebre Carlin. Al festival dei grandi gastronomi di Villa Iamele ha partecipato anche Oscar Farinetti, grande personaggio della cucina tipica italiana con la sua Eataly (vetrina delle bontà nazionali nel mondo) che ha lanciato un messaggio molto preoccupato sul made in Italy nel mondo: “Il nostro paese all’estero ha perso molto della sua credibilità, diciamo che il valore della nostra gastrinomia è tale che riusciamo a tenerci ancora a galla. Ma servono scatti d’orgoglio, altrimenti la cucina, come la moda e il design, le nostre grandi qualità che tutto il mondo ci invidia, non basteranno a farci vincere la sfida con la concorrenza dei paesi emergenti”. MASSIMO LEVANTACI Peppe Zullo il “maestro” designato “Tra aia e orto tutto semplice” A casa di Peppe Zullo, nell’eremo incantato di Villa Iamele, si fanno un po’ di conti sugli effetti che l’eventuale campus universitario avrà sulla vita di tutti i giorni di questa comunità. Qui sembra di essere tornati indietro di trent’anni, la natura incontaminata di questa realtà a sei chilometri da Orsara di Puglia calza perfettamente con lo spirito del suo fondatore che ama controllare direttamente tutto quanto vi si svolge all’interno. “Noi – dice Zullo – abbiamo davanti a noi un obiettivo importante: far comprendere alle persone che vengono a trovarci quanto si potrebbe migliorare la vita di tutti i giorni se solo seguissimo regole semplici”. Lo chef di Orsara è stato un grande precursore della cucina tipica locale, ha valorizzato le erbe aromatiche dei boschi trovando sempre collocazione a tutti gli ingredienti, anche i più improbabili, nei suoi piatti. “Il nostro orto di mila metri quadrati ci consente di presentare una varietà di piatti che difficilmente si potrebbero gustare altrove. Quel che mettiamo in tavola lo prendiamo a due passi dalla cucina, questo livello di autosufficienza rende questo posto diverso dagli altri”. Per questo Carlo Petrini l’ha scelto per portarvi la scuola di Pollenzo: “E’ stato un grande onore per me aprire le porte a Petrini e lo sarà ancor di più se istituiremo a Orsara una sezione staccata di questa importante università, così inusuale per l’offerta universitaria italiana. Diciamo che ciò che ha davvero impressionato Petrini è stata la nostra organizzazione interna, l’attenzione quasi maniacale che abbiamo a non lasciarci fagocitare dalla cultura del consumismo. La presenza di così tanti rifiuti nelle città italiane è il paradigma degli errori compiuti dalla civilità moderna in materia di smaltimento e che noi cerchiamo di non ripetere: non un solo scarto di verdura – spiega Peppe Zullo – finisce nel cestino dell’umido, ma diventa cibo per le anatre, i pavoni e i fagiani che sono nelle nostre aie. Altro genere di rifiuti finisce invece ai maiali, che naturalmente mangiano tutto e non si fanno problemi di sorta. In questo modo riusciamo a sintetizzare il discorso di filiera e ripercorriamo esattamente ciò che facevano i nostri nonni che non buttavano mai nulla”. m.l. Agroalimentare 29 ottobre 4 novembre 2011 Budget per il cibo Ogni famiglia spende il 19% del bilancio per mangiare. Negli Anni Settanta era quasi il doppio 11 % La sede dell’università L’intervista – Parla il guru “Carlin” Petrini “La battaglia per ridare valore al cibo” C Villa Iamele La prima provincia del Sud Con nuove coop Capitanata regina L e cooperative crescono, non tanto per convinzione quanto per necessità. Nell’ultimo anno - sottolinea con orgoglio Confcooperative Puglia - ne sono sorte altre venti che portano la Capitanata ad essere la prima provincia nel Mezzogiorno per numero di aggregazioni. Ma questa tendenza all’emiliana ha un suo fondamento: “Ci si riunisce sempre più perchè da soli non reggiamo più i costi della concorrenza e del mercato. Nell’ultimo anno decine di piccole e piccolissime imprese agricole hanno dovuto chiudere per bancarotta. Chi è riuscito a tenersi in piedi non ha potuto far altro che prendere atto di un cambiamento epocale: fare gruppo per sopravvivere, non c’è alternativa”. Da quando Confcooperative ha aumentato la sua quota di affiliazioni in provincia di Foggia, è cresciuta di riflesso la quota di export delle imprese daune che mandano all’estero ogni anno migliaia di tonnellate di derrate già trasformate e confezionate. Marchi come Farris (ortofrutta idrogenata) o Giardinetto sono molto più conosciuti nei supermercati del Nord che al sud. E una realtà come Futuragri è stata capace, due anni fa, di scardinare i delicati equilibri che vigevano da più di vent’anni sulla trasformazione del pomodoro imponendosi con uno stabilimento industriale da mila quintali proprio di fronte al colosso del gruppo AR nell’area industriale di borgo Incoronata. Il movimento fa perno oggi su imprese cooperative per oltre mila soci e conta dipendenti diretti. Dunque sarà per necessità o per convinzione, ma è in virtù di questi risultati che al sistema cooperativistico viene oggi affidata una missione epocale: far crescere finalmente il tessuto agricolo locale ancora disperso in mille rivoli. “La debolezza delle nostre imprese - dice Giorgio Mercuri, presidente regionale di Confcooperative - consiste proprio nella loro eccessiva frammentazione. Abbiamo in Capitanata oltre mila aziende iscritte nei registri della Camera di commercio, ma il % di queste realtà non è in grado di competere con nessun genere di mercato. La promozione di nuovi sistemi di aggregazione produce un doppio effetto: consente di sviluppare progetti di filiera a tutto vantaggio della trasformazione agroindustriale nostro vero tallone di Achille almeno fino a qualche anno fa”. m.l. PEPPE ZULLO arlo Petrini è un omone di anni alto , , la barba bianca gli conferisce un aspetto da ascetico. Parla di grandi ideali, considera la terra come la “grande madre” che da sola regge le sorti del mondo, non a caso uno dei suoi ultimi movimenti si chiama Terra Madre. La provincia di Foggia evoca in lui immagini forti, come quella di Peppino Di Vittorio, il sindacalista della Cgil che da piccolo bracciante diede vita sessant’anni fa al riscatto dei lavoratori agricoli nei campi, sconfiggendo la baronia dei padroni e i soprusi che subivano i lavoratori e intere famiglie. “Un uomo che ha guidato il riscatto del Mezzogiorno e che oggi però rischia di essere cancellato, la sua memoria distrutta dalle cronache di tutti i giorni che raccontano di lavoratori extracomunitari sfruttati e vilipesi nei campi. Siamo tornati a quel tempo che fu solo che è cambiata la pelle delle vittime”. Lei ha detto che il pomodoro prodotto in provincia di Foggia è infetto se raccolto in questo scenario di sfruttamento. “Dico di più: ho chiesto ai dirigenti di Slow food Puglia di fare una vera e propria inchiesta sulla strada del pomodoro. Capire dove va a finire, quale azienda di trasformazione lo produce perchè siamo pronti con i nostri militanti a non comprare più quel tipo di marca nei supermercati. Dobbiamo reagire a questa sopraffazione, aiutare questi nostri fratelli che combattono una battaglia senza uscita se non diamo loro una mano”. Lei suggerisce l’idea che lo spreco oggi non sia sinonimo di abbondanza e quindi di progresso, ma l’esatto contrario. Stiamo andando incontro al precipizio? “I tempi non sono buoni, le famiglie hanno sempre più difficoltà a mettere il cibo in tavola. Eppure si spreca anche lì, se andaste a guardare i loro frigoriferi trovereste all’interno tanto di quel cibo che ormai non serve più. Lo spreco, a mio avviso, è il vero male della nostra civiltà moderna, perchè non ci fa comprendere quali siano realmente se nulla fosse, non ci rendiamo conto che sono altre le cose in cui bisognerebbe credere. Noi vogliamo promuovere un messaggio che sia a beneficio soprattutto delle giovani generazioni perchè dobbiamo educarle a un’alimentazione più sostenibile”. CARLO PETRINI Il fondatore di SF: dobbiamo aiutare a crescere e sostenere una nuova classe contadina i bisogni delle persone e non ci permette di valorizzare ciò che abbiamo intorno”. Sarebbe anche un modo per combattere la crisi economica? “Ogni giorno in Europa buttiamo via mila tonnellate di cibo ancora commestibile, mila tonnellate solo negli Stati Uniti. E c’è un miliardo di persone che muore di fame, non riesce a sfamarsi nel mondo industrializzato e evoluto in cui si crede. Vorrà dire qualcosa? Io credo proprio di sì”. Lei ha detto anche che viviamo in una società in cui si spende di più per dimagrire che per mangiare. “E’ un altro dei nostri paradossi. Oggi spendiamo del nostro bilancio familiare appena il % per mangiare, negli anni ’ era quasi il doppio. Però continiamo a sprecare come Un ritorno alle antiche abitudini della nonna, molti già lo fanno. “I nostri giovani oggi sono troppo distratti da un consumismo invadente e capriccioso che ha messo a dura prova anche le risorse, che non sono infinite, della nostra terra. Siamo davanti a una crisi entropica: chiediamo di coltivare sempre di più, ma non capiamo che da un terreno se ricaviamo già non potremo spingerci a ”. In questo modo però l’uomo ha adeguato le produzioni alimentari alla crescente domanda mondiale che da pochi giorni ha superato i miliardi di persone. “Non sono d’accordo: negli ultimi cinquant’anni il cibo ha perso valore, costa solo di più. Restituirgli questo valore è una questione primaria, soprattutto per farlo capire ai giovani. La sovrabbondanza alimentare esiste, ma è sbilanciata: produciamo cibo per miliardi di persone, ma più del % del cibo viene sprecato e in tutto questo un miliardo di persone non mangia nell’assoluto menefreghismo della comunità mondiale. Ridare valore al cibo è importante, ma attenzione: la bontà si coniuga anche nella diversità delle singole produzioni”. Quanto crede che la profezia di Pasolini si stia concretizzando? “Ah, molto. Pasolini diceva: il giorno in cui non avremo più contadini e artigiani avremo perso la nostra storia. Non dico che si stava meglio prima, perchè non è vero. Dobbiamo però pretendere una nuova classe contadina, ma dobbiamo tutti esserle complici perché i prezzi, oggi troppo bassi, del contadino devono consentirgli di campare e di vivere nell’agiatezza”. m.l. 12 29 ottobre 4 novembre 2011 Information technology Internet – Il rapporto sulla privacy online Caro Facebook tanto amato e tanto temuto Gli italiani non possono fare a meno dei social network, ma il 53% ha paura di ritrovarsi inconsapevolmente nelle foto. Preoccupati anche per carte di credito e geolocalizzazione P iù che la navigazione sul web temono l’uso del cellulare. Le telecamere in città passano inosservate mentre l’uso della carta di credito preoccupa ancora, ma meno. E poi c’è Facebook: molti sono gli italiani che non possono farne a meno, prestano attenzione a ciò che scrivono ma temono di ritrovarsi in immagini pubblicate qua e là da amici reali o di social network. Questo almeno è quanto emerge dal ēĆđĎĘĎĉĎėĊĔĈĈĚĕĆğĎĔēĊȂͪͨͨͱ đĎĆĘĕĊęęĎĊĘĆĒĎēĆęĎĊĎđđĔėĔĕĊĘĔ Attenzione media Attenzione alta Modifica dei compor tamenti Usare la carta di credito Navigare sul Web Conversare in chat Fare ricerche sul Web Usare il telefono cellulare Usare l’eMail Usare il telefono fisso Usare le carte fedeltà Usare il fax Circuiti di videosorveglianza Attenzione minima Attenzione media Il piano è generato dalla relazione tra lo score di preoccupazione e lo Ƥ dovuto al timore di essere tracciati. il posizionamento dei diversi Item lungo la diagonale principale ǣ Ƥ del comportamento. Gli ambiti su cui si concentra maggiormente l’attenzione sono tre: l’utilizzo della , le (telefono cellulare), il Web ed in particolare le conversazioni . L’eventualità di essere “tracciati” quando si fanno ricerche sul Web sembra meno fastidiosa che l’essere “osservati” quando si naviga. Preoccupazione che scalza la paura del tracciamento dati della propria carta di credito, fino a due anni fa in cima alla classifica, tuttavia ancora oggi avvertita da una quota consistente di popolazione ( %). Segue la preoccupazione data dagli effetti della geolocalizzazione ( %) che va a influenzare il comportamento del , % degli utenti e che supera la paura di essere intercettati sul cellulare (condivisa dal % degli utenti). ĔĒĕĎđĆğĎĔēĊĉĊĎċĔėĒ ĆęĎĕĊėĘĔēĆđĎėĎĈčĎĊĘęĎĈčĊĎēĎćĎĘĈĔ Ci hai detto di provare fastidio quan Quando ti trovi a dover dare questi d Il numero dei miei conti correnti Entità del mio patrimonio đęėĆĈĈĎĆĒĊēęĔĉĊĎĉĆęĎĕĊėĘĔēĆđĎ ĆĈĊćĔĔĐijđĆĈĔĘĆĈčĊĕėĊĔĈĈĚĕĆĉĎĕĎŭ La fascia di reddito della mia famiglia Ƥ Dz dzǡ ǫ 0% 10% Trovare mie foto/video messi da altri su Facebook Usare la carta di credito 30% 14% CAP di residenza Età 20% Composizione del mio nucleo familiare 18% 11% 17% 10% 18% 9% 14% 7% 13% Usare il telefono Ƥsso 7% Camminare per strada (Circuiti di videosorveglianza) 7% Usare le carte fedeltà (programmi a punti) 5% 13% Usare il fax 3% Domande sul mio tempo libero 19% 11% Scrivere delle eMail La tipologia della mia abitazione 50% 24% 20% Navigare sul Web 40% 23% 20% Conversare in chat Fare ricerche sul Web 20% 30% Inserire i miei contenuti su Facebook Fornire le coordinate geograƤche del luogo in cui mi trovo Usare il telefono cellulare Preoccupazione Sesso Molto preoccupato Abbastanza preoccupato Titolo di studio Consumo di certi prodotti 13% 10% 8% Altro Base: totale campione, 1.018 casi MAURIZIO FIONDA “Privacy&Permission Marketing Report ”, la nuova ricerca sulla privacy in Rete realizzata da Diennea MagNews in collaborazione con Human HighWay. Lo studio, realizzato su un campione online di italiani fra i e i anni, rivela un atteggiamento disincantato degli italiani nei confronti del trattamento dei dati. E un’attenzione minima per i problemi delle intercettazioni. Nella nuova versione della privacy l’online non è considerato un particolare pericolo soprattutto nei suoi strumenti classici. Il social network deve essere ancora digerito e qualche ansia è procurata anche dall’emergente geolocalizzazione. Ma l’italiano medio si sente tutto sommato al sicuro. Rispetto all’edizione il fronte di chi è poco o per nulla preoccupato si è ampliato lievemente % contro il % - mentre si è ristretto il campo dei timorosi che sono invece molto o abbastanza preoccupati ( % rispetto al precedente %). Sostanzialmente stabile è invece la schiera di coloro che si collocano a metà strada (che passa dal % al %). Esaminando nello specifico le diverse situazioni nelle quali una persona può essere “tracciata” si scopre, però, che la percentuale di preoccupati aumenta significativamente fino a coinvolgere la metà della popolazione internet quando si parla di social network. L’eventualità di ritrovarsi inconsapevolmente ritratti su Facebook in scatti che si preferirebbe mantenere riservati è ciò che preoccupa maggiormente gli italiani (ben il % della popolazione di riferimento), tanto che il , % degli intervistati afferma che, a seguito di questo timore, ha modificato il modo in cui utilizza questo social network. Il timore di essere tracciati durante la navigazione sul web è espresso da circa un rispondente su quattro ( %) ed è ancora più bassa la quota di quanti esprimono preoccupazioni legate all’uso dell’e-mail ( %) e alle ricerche sul web (circa il %). In tutte le situazioni analizzate c’è un’evidente relazione diretta tra la preoccupazione verso un certo tipo di tecnologia di tracciamento e i comportamenti di difesa: all’aumentare della preoccupazione le persone affermano con maggior frequenza di modificare il proprio comportamento. È interessante però notare come, pur consapevoli e preoccupati dalle “tracce” lasciate in Rete durante la navigazione, non siano tuttavia disposti a modificare ad esempio il proprio stile di navigazione: i vantaggi sono così tanti che si è disposti a rinunciare a una parte della propria privacy in cambio dei benefici ottenuti. Il % degli intervistati, poi, sostiene che la privacy sia ormai difficilmente difendibile, sul web come nella vita reale. E non è un problema di informazione dovuto all’ignoranza di strumenti come i cookie o altro. Se anche lo sapessero - sostiene il % - continuerebbero a comportarsi nello stesso modo. Per il % le informazioni lasciate sul web e utilizzate a fini di marketing rappresentano la normale evoluzione della pubblicità mentre il % sostiene sia comodo avere contenuti e comunicazioni pubblicitarie su misura. Il %, infine, passa avanti e guarda oltre. Non ha nulla da nascondere e quindi nulla di che avere paura. FABIO TRAVERSA Fionda – Ad di MagNews “C’è un’economia delle informazioni” “A bbiamo scelto di portare avanti questo progetto di ricerca con l’idea di comprendere meglio un fenomeno che fa parte del nostro mondo e che non possiamo trascurare se vogliamo far crescere l’industria del marketing digitale”, commenta Maurizio Fionda, amministratore delegato di MagNews. “Rendere pubblico cosa sanno le persone della profilazione nel web e quanto questa consapevolezza incida nel loro quotidiano significa fare un primo passo di conoscenza reciproca, una sorta di patto di fiducia”. Il , % del campione analizzato è perfettamente consapevole del fatto che il web possa essere in grado di rintracciare il link su cui si ha cliccato per arrivare su un determinato sito, il % sa che la Rete può sapere il paese in cui ci si trova o ancora il , % sa che può essere riconosciuto il modello di browser utilizzato. Tuttavia, in generale, gli utenti sembrano dividersi in tre principali gruppi: quelli “evoluti”, pari al %, quelli con una conoscenza media, nel % dei casi, e quelli con una scarsa conoscenza, pari al %. I più evoluti sono in misura maggiore uomini dai ai anni. Dopo i anni la loro concentrazione diminuisce e aumenta quella di utenti medi (tra i e i anni) e utenti base (over ). Gli evoluti risultano più preoccupati per la propria privacy, rispetto ai meno esperti, su aspetti come geolocalizzazione, uso del ēċĔėĒĆęĎěĆĊĈĔēĘĊēĘĔ ĊėĈĊğĎĔēĊĉĎęĚęĊđĆĉĆĕĆėęĊĉĊđđĆ ǯ ơ ǡ 31% 10% 5% 1% In parte tutelato in parte no Abbastanza tutelato Completamente tutelato Information technology ēĆđĎĘĎĉĎėĊĔĈĈĚĕĆğĎĔēĊȂͪͨͩͩ đĎĆĘĕĊęęĎĊĘĆĒĎēĆęĎĊĎđđĔėĔĕĊĘĔ 13 29 ottobre 4 novembre 2011 đęėĆĈĈĎĆĒĊēęĔĉĊĎĉĆęĎĕĊėĘĔēĆđĎ đĎĚęĊēęĎĕĎŭĊĘĕĊėęĎĘĔēĔĕĎŭĕėĊĔĈĈĚĕĆęĎ Attenzione media Attenzione alta Ƥ Dz dzǡ ǫ Modifica dei compor tamenti Trovare mie foto/video messi da altri su Facebook Usare la carta di credito Inserire i miei contenuti su Facebook Fornire le coordinate geografiche del luogo in cui mi trovo Circuiti di videosorveglianza Usare l’eMail Fare ricerche sul Web Usare il telefono fisso Usare le carte fedeltà Conversare in chat Usare il telefono cellulare Trovare mie foto/video messi da altri su Facebook Usare la carta di credito Inserire i miei contenuti su Facebook 38,0% Fornire le coordinate geogƤche del luogo in cui mi... 31,7% 33,2% Preoccupazione 27,5% 27,3% Usare il telefono cellulare Navigare sul Web Conversare in chat Scrivere delle eMail Attenzione media Fare ricerche sul Web Anche in questa rilevazione si osserva una relazione diretta e quasi lineare tra le dimensioni delle due assi: Ƥ Ǥ Oltre all’utilizzo della carta di credito, che era e continua ad essere uno degli ambiti su cui si concentra maggiormente l’attenzione, le preoccupazioni degli utenti internet si sono spostate sui (da sé o da altri) nei Ǥ ha “oscurato” altri ambiti come le intercettazioni telefoniche che sembrano non preoccupare più di tanto gli intervistati (almeno non quanto FB!). Interessante osservare come gli utenti sono consapevoli e preoccupati delle “tracce” lasciate in rete durante la navigazione, ma molti meno sono Ƥ ǣƤ navigazione sono così tanti che si è disposti a rinunciare ad una parte della propria privacy. Navigare sul Web Usare il telefonƤso Usare le carte fedeltà (programmi a punti) Usare il fax 40,0% 34,2% 52,9%53,8% 50,6% Più esperto Più esperto 29,0% 29,0% 26,8% 27,3% 29,4% 21,9% 21,6% Più esperto 27,6% 21,2% 18,2% 21,1% 20,0% 17,5% Più esperto 24,3% 19,8% 15,5% 25,1% Più esperto 14,9% Utente base 14,4% 17,8% Utente medio 11,8% 14,0% Utente evoluto 25,8% Camminare per strada (Circuiti di videosorvegliana) Usare il fax Attenzione minima 43,0% 46,2% 40,1% 41,5% 39,3% 9,2% Base: totale campione, 1.018 casi Intervista –VitoCovelli,docentediNeurologiaaNapoli ĔēĔđĆĈĔĒĕĎđĆğĎĔēĊǣĎĉĆęĎćĆēĈĆėĎ do ti vengono chiesti i seguenti dati personali nella compilazione di un form online. dati, cosa fai? 48,5% 32,4% “Le nuove tecnologie accrescono le paure” 23,7% 20,7% 20,0% 14,4% 4,5% 1,7% Mi fermo non compilo il form 0,0% 0,0% 0,0% 13,0% ĆđĊČĎĘđĆğĎĔēĊ Ƥ ǡ 37% 16% Non saprei Per nulla tutelato Poco tutelato Base: totale campione, 1.018 casi Base: totale campione, 1.018 casi Molti utenti sono consapevoli delle dinamiche del web. Poche aziende invece sfruttano le opportunità cellulare, ricerche e navigazione sul web. “La cessione di informazioni riguardanti la persona e le finalità del loro trattamento sono e devono essere una scelta individuale consapevole - aggiunge Fionda - Internet ha dato ancora più potere di scambio al consumatore. Se questi non ne è consapevole può finire per essere oggetto di una sorta di prevaricazione a cui le imprese sono naturalmente portate. Ma se diventa consapevole ecco che entra in possesso di una formidabile moneta di scambio con la quale ottenere molto più di ciò che concede. Tutte le informazioni hanno un valore economico e non a caso da qualche anno si inizia a parlare proprio di economia delle in- formazioni personali o economia della privacy. In questo si esplica l’incredibile forza della digitalizzazione. Le aziende devono essere disposte alla negoziazione e al compromesso perché l’online è uno spazio di tutti, una sorta di agorà in cui tutti hanno la parola e l’unico modo per ascoltarla è essere disposti a interagire non più in modo unidirezionale, come abituati da sempre, ma in logica bidirezionale. È una responsabilità imposta dalla digitalizzazione che non tutte le aziende stanno cogliendo. Solo quelle che sanno ascoltare, che hanno algoritmi efficienti e in grado di personalizzare le risposte e i servizi che i loro clienti chiedono vincono la competizione”. f.t. VITO COVELLI V ito Covelli è direttore della Divisione di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari e docente di Neurologia alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II - Napoli. Come commenta i risultati di questa ricerca? “Le paure legate alle nuove tecnologie sono in crescita esponenziale. Il ricorso continuo al web e ai dispositivi più evoluti espone a rischi che attengono alla privacy e a dati personali fortemente sensibili. E il timore di essere messi alla berlina in Rete emerge in tutta la sua dirompenza”. Quali possono essere i “rimedi”? “Rimedi non ce ne sono. L’utilizzo di internet è di sicuro eccessivo. Da un lato prevale la volontà di farsi conoscere e di acquisire nuove amicizie, dall’altro c’è la paura che qualcuno possa immettere i propri dati personali e ciò genera un panico costante. Ormai siamo tutti rintracciabili e intercettabili. Nei giorni scorsi si è parlato della gaffe del ministro francese dell’Industria Eric Besson, che per sbaglio ha inviato ai suoi . amici di Twitter un messaggio superprivato, a sfondo piccante: ‘Quando torno a casa vado a letto. Troppo stanco. Con te?’. Il testo è apparso imme- diatamente sui profili dei . abbonati che lo seguono su Twitter. Qualche minuto dopo il ministro ha cercato di recuperare scrivendo ‘Tutte le mie scuse. Così imparo a non toccare la lista delle bozze e a premere per sbaglio sul tasto invio. Non vado a letto...’. Ma ormai il danno era fatto”. Quali sono, invece, le paure generalizzate che impazzano tra gli italiani? “Tra le nuove paure c’è il timore di rimanere vittima di attentati dopo l’ settembre . Oppure quello di diventare ricchi improvvisamente per uso sfrenato di lotterie o di impoverire rapidamente. C’è chi teme che qualcuno si possa impadronire delle proprie idee. Tra le ‘vecchie’ paure ci sono i serpenti, gli spazi aperti, le malattie, la solitudine, l’ascensore, la morte”. Lei proprio sulle paure sta scrivendo un libro. Di cosa si tratta? “Lo sto componendo con Dionisio Ciccarese e passa in rassegna il concetto di paura: come nasce, quali sono le dinamiche che fanno nascere la paura della paura, che ricadute sociali ed economiche si generano. Si può anche arrivare a evitare ogni contatto per non avere paura”. f.t. Interventi 15 29 ottobre 4 novembre 2011 Fine tuning a cura di Fabio Poli Il tema è: sottostare o no al politically correct imposto dalla comunicazione? La bilancia perdona, il marketing no Lo stereotipo del bello-magro-bravo L a colazione dei campioni. Peperoni, miele e salame piccante. Se te ne freghi dell’alimentazione quotidiana corretta e bilanciata. Se sei fiero della tua taglia . Comincia bene la giornata e falla cominciare bene a tutta la famiglia. I grassi “buoni”, contro la noia delle “solite” colazioni sane, a pane burro e marmellata. Finalmente un’offerta di gusto imperdibile per i tuoi bambini e, perché no, per i nonni e le nonne. Gnamm: la nuova linea di soddisfazioni per la tua Linea. Sapori genuini per chi non ha bisogno di mantenersi in forma. Provali! E se … E se esistesse davvero? Se ci fosse un prodotto coraggioso, oltre il limite del politically correctness! Un prodotto che dice la verità. Che non mente sulle sue qualità: mangi quindi ingrassi! Fuori dagli stereotipi del bello-buono-magro-bravo. Chi l’ha detto, infatti, che dobbiamo sempre rinunciare ai sapori, non solo a tavola? Chi l’ha detto che dobbiamo sottostare alle buone maniere del marketing? Sono stanco di prodotti macrobiotici, light o aggiunti di qualche vitamina della quale non so puntualmente nulla. Sembra che la felicità nasca sempre dall’assenza di qualcosa, ci avete fatto caso? Senza grassi; senza OGM; senza polifosfati; senza zuccheri, senza glutine, lattosio, nichel, carboidrati ... Senza gusto. Alla fine ci resterà anche qualcosa da mangiare? E allora? Allora riprendiamoci il tempo, il gusto e il diritto di ingrassare. Si, il diritto di ingrassare. Il diritto di scegliere se vogliamo o non vogliamo sottostare ad uno stereotipo imposto dalla comunicazione. Gli indignados del marketing. Perché no? Il tema non è cedere alle lusinghe delle maniglie dell’amore, ai centimetri e ai chili di troppo. Il tema è poter scegliere. La vittoria sta nel poter decidere. E l’indignazione, nel fatto che ci hanno tolto la possibilità, e finanche la capacità di scegliere. La bilancia perdona, il marketing no! Ma … magari le bilance ed il marketing sono d’accordo? Un complotto! Ci avete mai pensato? Prima ci danno da mangiare, prodotti inscatolati, trattati con alcool etilici e conservanti a lunghissima scadenza e poi ci dicono che non dobbiamo ingrassare. Prima ci imbottiscono di prodotti a lunghissima conservazione, poi ci dicono che dobbiamo mangiare “fat free”. Siate coerenti, una buona volta. Gli yogurt non fanno passare la menopausa [che poi, cos’è, una malattia?]; un jeans non ti fa trovare l’amore per strada; un rimmel non trasforma un “cesso” [termine tecnico!] in una modella. La regola l’abbiamo capita: non importa che sia vero o veritiero. L’importante è che sia attendibile, coerente a se stesso. E allora: indignatevi pure e mangiate Gnamm. La bilancia perdona, il marketing no! etta la Gazz /10 24w ne PDF e Adob ti su stra Regi o.it ww azec w.g erla ricev per e-mail via silicata ĚŝĂƌŝ glia e Ba йƌƚϮĐ͘ϮϬͬ>͘ϲϲϮͬϵϲʹ&ŝůŝĂůĞ ůĞϰϱ ali di Pu ici e soci njĞĐŽ͘ŝƚʹ^ƉĞĚŝnjŝŽŶĞŝŶĂďď͘ƉŽƐƚĂ om on ec ǁ͘ŐĂ Sistemi ĚŝŝŶĨŽƌŵĂnjŝŽŶĞĞĐŽŶŽŵŝĐĂʹǁǁ ŵĂŶĂůĞ ƫ ϭ͕ϬϬʹ^Ğ ϬϭϬʹΦ ŐŝƵŐŶŽϮ ʹϭϵͬϮϱ ŶŶŽys ana che gr Grano, Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata la Gazzetta 05/10 new La vostra nuova ed esclusiva concessionaria di spazi pubblicitari Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XV - 06 / 12 febbraio 2010 - € 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90 di Dionisio Ciccarese V ia via i sospetti stanno prendendo forma: questa campagna elettorale rischia di non dare alcun valore aggiunto alle prospettive della Puglia. La situazione diventa paradossale perché ci fa rimpiangere persino la stagione della comunicazione politica intrisa di promesse. Quella politica dell’annuncio che porta i vari esponenti a spararla sempre più grossa nel tentativo (spesso riuscito) di incantare un elettorato credulone e smarrito. Cambiali mai portate all’incasso. Ma oggi non è più così. I modelli di rappresentazione della TV e l’autoreferenzialità con gli altri media hanno innescato un meccanismo di circolarità dell’informazione che imprigiona le notizie in un paradigma sempre più lontano dai fatti. Intendo, quelli veri, quelli che hanno a che fare con parole del tipo: strategia, priorità, puntualità, previsione, pianificazione, programmazione, budget, monitoraggio, controllo, reporting. Il popolo pugliese ha nella sua agenda informativa il taglio di capelli del candidato, le aspiranti veline che finiscono per fare i consiglieri di questo o di quell’ente, la girandola di voci su presunti scoop giudiziari. mana Federico Pirro, docente di Storia dell’industria nell’Università barese, in un editoriale sul nostro giornale ha rotto gli indugi e, con l’eleganza che lo caratterizza, ha rivolto ai candidati una di quelle domande che una volta tra i banchi di scuola si definiva “a piacere”: per favore, diteci qualcosa di economico. Diteci, insomma: quale idea della Puglia avete in testa per i prossimi anni? Quali sono le strategie su cui si deve puntare per lo sviluppo? Come la Puglia intende allinearsi all’Europa? E se non bastasse in un altro articolo il prof. Giovanni Ancona, docente di Economia Politica nella medesima Università, con eguale accuratezza e interpretando i dati della crisi ha “stroncato” facili entusiasmi sottolineando che sarà la ripresa dell’occupazione a dirci quando saremo davvero fuori dalla crisi. La risposta del come e quando si farà sta in un taglio di capelli? O nelle arrampicatrici aspirazioni di una velina? E lasciamo in pace San Pio, che, se davvero fa i miracoli, è bene che rivolga il suo sguardo a chi ne ha bisogno. La Puglia in questi mesi per dirla come si dice dalle nostre parti “ha dato spettacolo”. E per dirla con il linguaggio del marketing Carte “revolver” Sì ALLE PAGG. 16 E 17 e febbraio – Due giorni con l’occhio al futuro Il fenomeno Ecco Smau business Private l b l Adobe i su Registrat € 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90 Settimanale di informazione economica - Sped. in abb. post. 45% Art 2 c. 20/B L. 662/96 - Filiale di Bari Elezioni regionali – Scelte strategiche e operative fondamentali attendono il Governatore Vendola, una vittoria palese di Dionisio Ciccarese Comunicazione, potere e governance h sì, è stata una vittoria palese. E anche annunciata. A dispetto dei giochini paracomunicativi che in preda alla disperazione si è tentato di fare per ribaltare un rapporto che non è mai stato in discussione. Vendola ha vinto, ma in realtà non è solo Palese ad aver perso. Piuttosto è stato il centrodestra. Si può dire quel che si vuole e cercare con le parole di camuffare la realtà: Palese non ha mai avuto alcuna chance. Qui accanto pubblichiamo la riproduzione delle tre prime pagine de “La Gazzetta dell’Economia” che riportano i dati cui era pervenuto l’Istituto Piepoli a conclusione di un sondaggio effettuato per nostro conto. E siccome la stupidità non ha limiti qualcuno ha provato a demonizzarli quei numeri con la solita squallida dietrologia che contraddistingue parolai senza arte né parte. Piepoli ne aveva sorriso e aveva sottolineato: “Bisogna solo aspettare qualche settimana. Vedremo”. Abbiamo visto. Non è certo questo il fulcro del nostro ragionamento, ma ne esprime perfettamente l’atteggiamento. Una miscela di ignoranza e supponenza con un esito scontato: il disastro elettorale. Ora si discute dei “se” e dei “ma”. Di una diversa possibile configurazione dei candidati. È troppo tardi. Vendola non solo ha vinto, ma ha già disegnato il “framing” nel cui recinto si giocherà la nuova discussione politica: la fine dei partiti. Vendola già non parla più della leadership nei partiti, ma trasferisce il dibattito su una nuova area di discussione ed è di fatto il leader di una nuova “categoria” che egli stesso tiene a battesimo. Sul piano della comunicazione politica è un risultato raffinatissimo. Ora do- SEGUE A PAG. 25 Internet la Gazzetta 08/10 new La vostra nuova ed esclusiva concessionaria di spazi pubblicitari Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XV - 27 febbraio / 5 marzo 2010 - € 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90 Tel. 080.5857450 Fax 080.5857426 [email protected] Settimanale di informazione economica - Sped. in abb. post. 45% Art 2 c. 20/B L. 662/96 - Filiale di Bari Vendola al comando 27 aio febbr L’esito del nostro sondaggio: il Governatore uscente al 46,5%. A 6 punti di distanza Palese. La Poli Bortone all’11%. Servizi, grafici e tabelle alle pagine 15-16-17 e 18 Foto: Carlo Cofano/Iesseppi A proposito di debito pubblico Turismo – Una regione leader Confindustria – Ecco le “tesi” L’ora di sirtaki e flamenco BIT di Milano: Il Sud ora deve E la tarantella? Puglia sbanca voltare pagina di GIOVANNI FERRI N ell’autunno del in molti dissero “niente sarà più come prima” quando, nell’occhio del ciclone della crisi finanziaria più grave degli ultimi sessanta anni, persino i giganti di Wall Street mostravano piedi d’argilla. I governi di tutto il mondo venivano allora sollecitati al da quel turbinio, le gengive dei salvati addentano ora le mani dei salvatori pubblici. La memoria è breve, le situazioni cambiano rapidamente, occorre stare al passo con i tempi. Oggi, dunque, molti di quei governi che venivano lodati – si pensi all’Irlanda – per la celerità con cui si erano mossi L B a Puglia in fatto di turismo è certamente una regione leader. È quanto merso con chiarezza nei giorni scorsi alla BIT di Milano., importante rassegna fieristica di settore. La regione ha fatto grandi passi in avanti sul piano della destagionalizzazione offrendo un ampio ventaglio di offerte che vanno ben oltre il “bel mare” che per troppi anni ha urocrazia, criminalità e utilizzo fruttuoso dei fondi europei. Questi i temi al centro del confronto al Petruzzelli di Bari nel convegno “Il Sud aiuta il Sud”, organizzato per celebrare i anni della Confindustria. In quattro pagine l’analisi dei dati sull’economia del Mezzogiorno e le strategie di sviluppo pianificate da mondo delle imprese e isti- la Gazzetta 09/10 new € 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90 Vendola tiene il passo Palese insegue (-5,5%) % , % DA PAGINA 15 A PAGINA 18 IL COMMENTO, LE TABELLE E I GRAFICI DEL SONDAGGIO EFFETTUATO DALL’ISTITUTO PIEPOLI ALLE PAGINE 2 E 3 I SERVIZI DI ALESSANDRO DI PIERRO SULLA QUALITÀ DELLA COMUNICAZIONE POLITICA CON INTERVISTE ED OPINIONI Eurispes – I dati parlano fin troppo chiaro You Tube – Il canale e i nuovi stili di vita È proprio vero, La corruzione cresce Vediamo 1 miliardo basta e “brucia” le risorse di video ogni giorno “U chiacchiere L a corruzione continua a essere una piaga: i dati della Corte dei Conti confermano il fenomeno in crescita e l’Eurispes ne n fenomeno paragonabile alle invenzioni della stampa a caratteri mobili di Gutenberg o della radiotelegrafia La vostra nuova ed esclusiva concessionaria di spazi pubblicitari Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XV - 13 / 19 marzo 2010 - € 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90 Tel. 080.5857450 Fax 080.5857426 [email protected] rzo Settimanale di informazione economica - Sped. in abb. post. 45% Art 2 c. 20/B L. 662/96 - Filiale di Bari Vendola sempre in testa 13 ma zo 6 mar , % la Gazzetta 10/10 new Tel. 080.5857450 Fax 080.5857426 [email protected] Settimanale di informazione economica - Sped. in abb. post. 45% Art 2 c. 20/B L. 662/96 - Filiale di Bari Sondaggio – Il Governatore sempre in vantaggio anche nel secondo round dell’indagine di Dionisio Ciccarese Una lezione Ventura sale in cattedra di Dionisio Ciccarese Resta netto il vantaggio su Palese (4,5%). Cala la Poli Bortone. Il prof. Nicola Piepoli ci spiega i perché di tanti consensi per il Governatore uscente Servizi, grafici, tabelle e l’intervista al prof. Piepoli alle pagine 15-16-17 e 18 Tutti i dati del mercato dei giochi Nuove strategie in agricoltura La vera partita Scommette E la Basilicata è ancora tutta da giocare l’Italia in crisi vuol cambiare S i può agevolmente prevedere che le ultime due settimane che ci separano dalle elezioni non saranno prive di fibrillazioni. Le agende si infittiscono, i candidati schizzano da un angolo all’altro del territorio seguendo il percorso imposto da “agende” riempite da chi crede che i candidati siano indistruttibili. Otto, dieci, dodici appuntamenti in un gior- risultato non è in discussione. Vincerà Vendola. Lo abbiamo già detto: vedremo. Il rischio in attesa dell’esito delle urne, e mentre ci accingiamo a osservare gli ultimi effetti speciali delle campagna elettorale, è di perdere di vista la vera partita in gioco. In ballo c’è il futuro delle nostre regioni, ma non in un’ottica localistica come in preda alla I n un anno di crisi come il il mercato dei giochi si è dimostrato in controtendenza: + , % di raccolta complessiva per un totale di , miliardi di euro. Il settore è stato trainato dalle molte innovazioni introdotte dall’AAMS e da uno sviluppo sempre più deciso del gioco on line. Andrea Pirola, manager Carat consulente per Sisal, in un’intervista svela come il profilo del L a crisi del settore dell’agricoltura e dell’allevamento in Basilicata sta imponendo dei cambiamenti di strategia radicali, mirati alla qualità dei prodotti e dei servizi. Il primo intervento, a tutela dei consumatori, è l’avvio di un progetto per la tracciabilità dei suini lucani. La “green economy”, spiega Brillante della Coldiretti in un’intervista, è la strada obbligata per l’agricoltu- Foggia – Ferrovia “spezzata” dal 10 marzo: un disastro ntervista a “cuore aperto” de La Gazzetta dell’Economia a Giampiero Ventura, allenatore genovese, anni, artefice del miracolo Bari, la squadra-sorpresa che in A è decima davanti ad alcune grandi. Ventura parla della sua capacità di “motivatore” che fa gioco di squadra con giocatori, dirigenti e tifosi, del suo essere allenatore arricchito da una lunga esperienza come docente. La motivazione è il suo “mantra”, il segreto per vincere. Ne ha parlato in un incontro con formatori e giornalisti alla Universus di Bari. MATARRESE A PAG. 9 Dubai ( numeri) , ( numeri) Via ___________________________________ Cap _____________ Città __________________________________ Provincia ________ Recapito telefonico _____________________________________ I suoi dati nel rispetto della Legge Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata erla per ricev il via e-ma Ȃ° Inferno usura Le difficoltà di accesso al credito bancario espongono famiglie e imprese al rischio di finire nelle mani di organizzazioni sempre più sofisticate I Nome_______________________Cognome __________________ Invii il coupon al fax Adobe i su Registrat ŶŶŽysʹϮϵŵĂŐŐŝŽͬϰŐŝƵŐŶŽϮϬϭϬʹΦϭ͕ϬϬʹ^Ğƫ ŵĂŶĂůĞĚŝŝŶĨŽƌŵĂnjŝŽŶĞĞĐŽŶŽŵŝĐĂʹǁǁǁ͘ŐĂnjĞĐŽ͘ŝƚʹ^ƉĞĚŝnjŝŽŶĞŝŶĂďď͘ƉŽƐƚĂůĞϰϱйƌƚϮĐ͘ϮϬͬ>͘ϲϲϮͬϵϲʹ&ŝůŝĂůĞĚŝĂƌŝ GIAMPIERO VENTURA La vostra nuova ed esclusiva concessionaria di spazi pubblicitari Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XV - 6 / 12 marzo 2010 - Il presidente Nichi Vendola resta saldamente alla guida della Puglia. Gli elettori lo hanno confermato assegnandogli oltre il % delle preferenze. Più di punti rispetto al suo principale antagonista, Rocco Palese. Alla Poli Bortone è andato invece l’ , % dei voti. Un esito in totale sintonia con i risultati dei tre sondaggi che l’Istituto Piepoli aveva realizzato per il nostro giornale (e di cui pubblichiamo la riproduzione delle prime pagine). Ora dopo una breve pausa (che andrà qualche giorno oltre le festività) il presidente Vendola dovrà nominare la Giunta. Il che dovrebbe accadere intorno al aprile. È questa una fase delicata e il suo esito è tanto più atteso per i molti significati che avrà la composizione della nuova Giunta. desidero sottoscrivere un abbonamento annuale a La Gazzetta dell’ Economia Tariffa per l’ Italia € , Tariffa per l’ Europa € PDF zeco.it www.ga erla per ricev il via e-ma Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XV - 3 / 9 aprile 2010 - E Foto Jim Barber_fotolia la Gazzetta 21/10 new PDF zeco.it www.ga Tel. 080.5857450 Fax 080.5857426 [email protected] Settimanale di informazione economica - Sped. in abb. post. 45% Art 2 c. 20/B L. 662/96 - Filiale di Bari Dati inquietanti dalla ricerca Assofin-Crif-Eurisko sulle “revolving” Le chiacchiere non servono Puglia svegliati! la Gazzetta 13/10 new BARLETTA ALLE PAGG. 16 E 17 ̴ Sul debito L’istruzione caduta ci fa G. 6 E E PAG ACI ALL LEVANT ǯ ͯ Dzdz Tv e sport Puglia scuola 7 EBREO 19 G. 18 E . 21 A PAG rtuosa lia è vi risorse g u P a i L orto d ma a c SA TRAVER ǯȂ ALLE PAG ǯ renza Traspa nche ba ss test re st e ƤǦ ǡ Ǥ Ǥ Ǧ ° ǯ ǡ ° ǯǤ Ǧ Ǥ1 î ǡ Ǥ ǯ Ǥ Ǧ ǡ Ǧ ¿ Ǥ 2E3 ǡ ǡ G. 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Modugno-Bari non saranno comunicati o diffusi a terzi e potrà richiederne, in qualsiasi momento la modifica o la cancellazione. Solo se Lei non desiderasse ricevere nostre comunicazioni lo segnali barrando l’apposita casella 16 29 ottobre 4 novembre 2011 Opinioni di Vito RAIMONDO Il duo Sarkozy-Merkel ha prostrato un governo di fatto commissariato Le risatine franco-tedesche diciamolatutta feriscono l’orgoglio di Silvio Gli schiaffi del duo “Merkozy” ad un Governo commissariato NICOLAS SARKOZY A Bruxelles, il Governo italiano è stato inequivocabilmente commissariato. I presidenti del Consiglio Europeo, Van Rompouy e della Commissione, Barroso hanno consegnato alla nostra delegazione un vero e proprio càhier de dòleance (bilancio, mercato del lavoro, privatizzazione, giustizia, evasione fiscale) sullo Stato italiano che va attuato immediatamente. Berlusconi è rimasto annichilito ed è diventato furioso. Poi, le risate in faccia del duo “Merkozy” lo hanno prostrato. Un colpo duro al suo orgoglio e alla sua vanità. che si è trovato nell’Aldilà! Si merita l’Inferno, di certo. L’Inferno dei cattolici, naturalmente, non quello previsto dal suo Dio. Ma una cosa sento di dire: sulle immagini del suo corpo, prima ferito e poi freddato, non ci azzeccano i titoli dei giornali e delle Tv, oltre che i commenti dei politici, secondo cui “ora, in Libia, si va verso la democrazia”. La democrazia non può essere avviata dall’immagine di un ragazzino con la pistola d’oro in mano dopo l’omicidio (che omicidio è!) in nome di una furia iconoclastica (vendicativa) che non ha nulla di civile. E agli occidentali che hanno nei loro palmares gli eccidi di Mathausen e di Abu Grahib, degli assassini di Ceausescu, di Mussolini e di tanti altri, non resta che stare zitti. Ammutoliscano dalla vergogna. Gheddafi, sino a pochi mesi fa, era il loro degno partner per business più o meno loschi. La Libia, prima di arrivare alla democrazia, dovrà attraversare parecchio deserto…. Sia chiaro. A Berlusconi, ormai, gli fanno scherzi anche i maggiordomi Libia. Non si avvia la democrazia con la furia iconoclastica SILVIO BERLUSCONI MUAMMAR GHEDDAFI Non so dove Muammar Gheddafi, il rais amico di statisti di mezza Europa, sia finito, una volta Sapete chi è Alfredo?. E’ il maggiordomo di Palazzo Grazioli al quale Valter Lavatola avrebbe fatto regalo di alcuni telefonini “sicuri” allo scopo di potersi intrattenere, alla bisogna, con il nostro Premier. Una sera, Alfredo – racconta Berlusconi- gli passò Lavitola e Lui credeva di parlare con il telefonino prsonale del maggiordomo. Invece era un apparecchio panamense donato, appun- to ad Alfredo, dal faccendiere, non si sa perché (si sa, si sa!). Poverino, il presidente del Consiglio. Non può fidarsi nemmeno del telefonino di un suo cameriere, ancorché gallonato. Matarrese assenteista perdonato Ora vuole fare il Sindaco! ANTONIO MATARRESE Dunque, Antonio Matarrese, recordman di assenteismo al Comune di Bari ( sedute in bianco su ) è stato “perdonato” anche (sic!) dagli stessi consiglieri che lo avevano messo sotto accusa. In pratica, la vicenda si è rivelata una perdita di tempo per tutto il Consiglio e per i media che ci si erano buttati sopra. Antonio rimane consigliere. Della serie: ci si può fare eleggere per non partecipare alle attività istituzionali dove si va per lavorare in favore dei cittadini. Penso! In soldoni, Matarrese può continuare a fare – ottimamente, per carità - l’ambasciatore dello sport italiano e anche di Roma , ma non interessarsi molto dei problemi della sua città. Lo facciano gli altri consiglieri! Ho dichiarato, in precedenza, che Antonio è amico mia e della mia famiglia. Quindi non gli voglio male. Anzi. Però, ora, esagera a dichiarare che, dopo questa telenovela, può aspirare a fare il Sindaco. Dai, Tonino, non dirompere! Un Sindaco che ha i tuoi impegni non è un Sindaco nel senso pieno della parola. Ma un’altra cosa. E, poi, sai cosa ti dico? Se farai il primo citta- dino di Bari, mi candido sin d’ora, a divenire tuo collaboratore e mettere a disposizione la mia esperienza e professionalità. Sia chiaro, però: potrò assentarmi volte su , rispetto alle presenze che mi competeranno… Bossi e la pensione della moglie Senatur, chi la fa l’aspetti Chi la fa l’aspetti. La Lega Nord difende strenuamente le pensioni di anzianità (“la fa”, quindi) e non accetta (“l’aspetti”) che il Presidente della Camera, Fini, denunci che la moglie del “senatur” sia andata in pensione alla bellezza di anni! Alla Camera c’è stata addirittura una rissa tra un deputato Fli e un leghista, con il successivo intervento a cavolo del capogruppo della Lega Reguzzoni secondo il quale “Fini non può ricoprire in senso alto il suo ruolo”. Che vuol dire? Che, nella circostanza, lo ha ricoperto in senso basso? Beh, sapete che dico? A me - e a molti - sta proprio bene che la terza carica dello Stato scenda così in basso. Poichè non si può andare in pensione a anni e fare le barricate per mantenere quei privilegi! MARIASTELLA GELMINI Non parliamo, poi, di quella scienziata della Ministra Gelmini che, dopo la boutade demenziale sui neurini nel tunnel, per difendere la signora Bossi ha affermato: “Ha una scuola e tuttora insegna” . Confondendo l’attività imprenditoriale della Bossi con quella d’insegnamento che non esercita da quanto aveva anni. Appunto. Ma non si può pretendere di più da una simile governante! “Non vi offendo, perché io non vi ho insultato, ma vi ho descritto” u s i t a r t s Regi PDF in Adobe Indro Montanelli it . o c e z a g . w w w rla e v e c i r per ail m e a i v Rubriche 29 ottobre 4 novembre 2011 17 segue dalla prima L’agroindustria per il Meridione non è una panacea d’oltreoceano, che risultano spesso più competitivi dei nostri. Anche le più rinomate località turistiche del Sud - dalla Costa Smeralda a Taormina, da Otranto ad Amalfi, dal Gargano alla costa abruzzese - ogni anno devono misurare il loro appeal sul mercato internazionale delle vacanze, confrontandosi con le Maldive, le spiagge di Formentera, i villaggi del Mar Rosso e quelli ai Caraibi. Perciò il continuare a coltivare visioni di lungo periodo della crescita meridionale fuori dalle traiettorie più intuibili dell’apparato industriale del Sud rischia di condannare coloro che le alimentassero ad una crescente marginalità, lontana dalle frontiere più avanzate del dibattito meridionalistico. FEDERICO PIRRO Docente di Storia dell’Industria nell’Università di Bari e di Politiche economiche territoriali nell’Ateneo del Salento leNewsdaTerritorioeImprese inviate le vostre notizie a [email protected] PUGLIA DAISY-Net: primo bilancio sociale fra innovazione e benefici sociali DAISY-Net, il nodo pugliese del Centro di competenza ICTSUD (Information and Communication Tecnology) ha presentato il suo primo bilancio sociale, dallo slogan “L’ecosistema di Atenei e imprese in rete per lo sviluppo sostenibile”. DAISY-Net è una società consortile a responsabilità limitata pubblico-privata composta dagli Atenei della Puglia e da imprese appartenenti ai settori dell’offerta e della domanda di tecnologie di informatica e di comunicazione operanti sul territorio regionale. DAISY-Net supporta gli Atenei, gli altri organismi pubblici e privati e le imprese, al fine di rafforzare gli affari e la competitività delle imprese stesse e il sistema produttivo territoriale. Inoltre il consorzio sviluppa contatti con altre società, consorzi, associazioni ed Enti nazionali e internazionali per collaborazioni scientifiche, tecniche e commerciali in progetti comuni, puntando sulla digitalizzazione come stimolo per le imprese a rivedere i propri processi di business per produzioni distribuibili come servizi e aumentando così la possibilità di internazionalizzare l’offerta e ampliare il mercato. Un circolo virtuoso che ha generato un aumento del patrimonio netto di Daisy, salito a . euro. Concorso internazionale design Per gli asili in Guinea Bissau La Mangini di Putignano, tra le realtà leader nel settore delle partizioni mobili interne, in collaborazione con l’associazione S.ol.co. (Solidarietà Oltre Confine), Onlus che promuove progetti di cooperazione e solidarietà a favore di popolazioni di paesi in via di sviluppo, indice il concorso internazionale di design “Bring the good modular design into african nursery schools”. Il concorso è finalizzato alla progettazione di elementi di design (arredi e attrezzature modulari) per gli asili di Ingorè, in Guinea Bissau, uno dei paesi del quarto mondo sulla costa occidentale dell’Africa. L’obiettivo è quello di stimolare idee funzionali, sostenibili e originali per rendere le scuole materne più accoglienti e confortevoli; sarà la Mangini, in collaborazione con S.ol.co., a realizzare almeno dieci manufatti del progetto vincitore e a inviarli nelle strutture scolastiche delle comunità di Ingorè. La partecipazione al concorso, che mette in palio un premio di . euro, è gratuita e rivolta ai giovani creativi (tra i ei anni), anche organizzati in gruppo; gli interessati potranno proporre la propria candidatura entro il prossimo dicembre. Infrastrutture sociali: nuovi interventi L’assessore al Welfare della Regione Puglia, Elena Gentile, ha presentato i progetti di intervento per la realizzazione di nuove infrastrutture sociali che sono stati finanziati dalla Regione con le risorse dei fondi FESR dell’Asse III - Linea . . Si tratta di www.gazeco.it Direttore responsabile: Dionisio Ciccarese Direttore editoriale: Vito Raimondo Redazione: Via delle Orchidee, 3 - 70026 - Z.I. Modugno-Bari - Tel. 0805857444 Fax 0805857428 - [email protected] Responsabile trattamento dati personali: Dionisio Ciccarese progetti privati sino quelli già istruiti e valutati dal Servizio Programmazione sociale e Integrazione sociosanitaria. A tempo di record sono state espletate le procedure di istruttoria per il primo centinaio di progetti presentati, tanto da pervenire alla firma dei disciplinari e alla concessione dei contributi a soli mesi dall’ avvio del bando regionale. Bando “TIC 2011”: al via le domande A partire da lunedì ottobre sarà possibile presentare le domande per partecipare al Bando per la diffusione delle Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione (TIC) nelle piccole e medie imprese. La Regione Puglia ha stanziato , milioni di euro con l’intento di favorire l’utilizzo delle tecnologie informatiche nelle singole aziende e nei raggruppamenti di Pmi. Sino al novembre si potranno inoltrare le domande attraverso la Procedura telematica attraverso il portale regionale. Cia: produzione olio in linea con l’anno scorso La campagna olearia si sta aprendo in Basilicata con la previsione di una produzione in linea con quella della precedente campagna per un totale di . tonnellate di olio di oliva di pressione. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori della Basilicata che ha rielaborato le stime di fonte Ismea. “Tenuto conto che in gran parte delle regioni maggiormente vocate all’olivicoltura si prevedono riduzioni anche significative come il per cento in meno della Toscana – commentano alla Cia – possiamo ritenerci soddisfatti rispetto ad una perdita nazionale ancor più consistente se si considera la media degli ultimi quattro o addirittura dieci anni.” Il comparto in Basilicata – secondo i dati contenuti nel Piano olivicolo nazionale del ministero delle Politiche agricole – conta su . ettari di superficie olivetata, una produzione di olio di pressione stabilizzata già da tre anni intorno alle . tonnellate l’anno e frantoi in attività. Unioncamere: 430 assunzioni tra ottobre e dicembre Rilancio reti europee: 50 miliardi di euro La Commissione Europea ha presentato un piano di investimenti pari a miliardi di euro destinato a migliorare le reti europee di trasporto, energia e digitali. Gli investimenti mirati nelle principali infrastrutture contribuiranno a creare posti di lavoro e a rafforzare la competitività dell’Europa nel momento in cui ne ha più bisogno. Potranno essere finanziati progetti che completano i collegamenti mancanti delle reti in questione e renderà l’economia europea più verde, grazie all’introduzione di modi di trasporto meno inquinanti, collegamenti a fascia larga ad alta velocità e un uso più esteso delle energie rinnovabili in linea con la strategia Europa . BASILICATA “Progetto Children”: 20 giovani in Romania Venti ragazzi di Policoro di un’età inferiore a anni possono presentare la domanda entro il novembre nell’ambito del “Progetto Children”: l’iniziativa prevede scambi culturali tra il Comune Jonico e quello di Banesti, il cui protocollo di intesa è stato sottoscritto lo sorso maggio. Nel corso degli anni sono state condivise con la Romania diverse esperienze culturali, enogastronomiche, sociali: lo scorso luglio sono arrivati da Banesti dodici ragazzi romeni e tre accompagnatori ospitati in una struttura ricettiva locale, l’Aquarius, dove hanno svolto attività ludico-sportive legate al mare. Il “Progetto Children” segue proprio questa mission: ora saranno i ragazzi di Policoro, con questo avviso pubblico, ad essere ospitati a Banesti (Romania) da famiglie o strutture ricettive del posto, gratuitamente, per apprezzare costumi, usi, tradizioni della nazione Romania in uno scambio interculturale dal contenuto storico come previsto dal protocollo di intesa. Tra ottobre e dicembre le imprese lucane procederanno a assunzioni. La forte contrazione rispetto alle . che erano state pianificate nel III trimestre si spiega con una serie di concause: il contesto di indebolimento della congiuntura economica nazionale e internazionale e il diffuso clima di incertezza, la bassa stagionalità del trimestre in esame ,la tendenza delle imprese ad instaurare i nuovi rapporti di lavoro non alla fine dell’anno, ma all’inizio del successivo. E’ quanto evidenzia il bollettino trimestrale “Excelsior Informa”, curato da Unioncamere Basilicata e pubblicato sul sito www.bas.camcom.it. In particolare, il % delle assunzioni sarà concentrato nel settore dell’industria (comprese le costruzioni) e il % nelle imprese con meno di dipendenti; nel % dei casi le imprese richiederanno un’esperienza lavorativa nella professione o almeno nello stesso settore; le difficoltà di reperimento riguarderanno l’ % delle assunzioni totali; quelle più marcate vengono segnalate nel settore servizi alle persone ( %) e tra le imprese con o più dipendenti ( %); per il % delle assunzioni non stagionali sarà richiesta una laurea o un diploma; fino a assunzioni su potranno essere destinate a personale immigrato. “Borsa del Turismo Religioso”: buyer da 21 nazioni del mondo Provengono da nazioni del mondo i buyer partecipanti alla seconda edizione della BitRel, la “Borsa del Turismo Religioso, dei Pellegrinaggi e dei Cammini” inaugurata mercoledì scorso, ottobre, nel nuovo padiglione della Fiera di Foggia. La delegazione internazionale più numerosa è quella del Brasile con operatori. Sono rappresentati Ungheria, Polonia, Portogallo, Irlanda, Norvegia, Usa, Lettonia, Lituania, Romania, Spagna, Francia, Malta, Canada, India, Cina, Russia, Olanda, Svezia e Australia. Agli operatori turistici BiTrel offre cinque giorni di workshop, incontri business to business, educational tour e i “cammini dello spirito” dai Monti Dauni a Lucera; dalla Chiesa di San Pio a Monte Sant’Angelo. Ogni riproduzione anche parziale è vietata ai termini di legge – Chiuso in tipografia il 27 ottobre 2011 Società editrice: Via delle Orchidee, 1 70026 - Z.I. Modugno-Bari Tel. 0805857439 - Fax 0805857427 P.Q.S. Periodici e Quotidiani del Sud © Copyright P.Q.S. Registrazione Trib. Bari n. 1276 del 19/4/1996 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo settimanale può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. 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Definito “Cibo degli dei” di colore marroncino e polpa soda, spunta in autunno, in genere accanto ai cardi selvatici, sulle brulle e selvagge colline della Murgia. Apprezzato già dai tempi antichi, nel Medioevo era oggetto di canti in alcune taverne e fu considerato prelibato e afrodisiaco al punto tale da essere messo all’indice dal Santo Uffizio perché distoglieva i Cristiani dall’idea di penitenza. Il cardoncello è “onesto” perché non può essere confuso, nemmeno dal raccoglitore più inesperto, con alcun fungo velenoso a differenza di tanti altri “cugini” più famosi. Dal punto di vista gastronomico è un fungo “discreto” e “democratico” perché la sua presenza in un piatto mai ne condizionerà il risultato a scapito degli altri ingredienti, questo grazie al suo sapore gradevole e delicato. La sua consistenza resta ottimale anche dopo la cottura ma è la sua versatilità in cucina quello che più appetisce. Si consuma crudo, con la pasta o con il riso, in abbinamento a piatti di carne, pesce, legumi o verdure, mantenendo inalterate le sue doti organolettiche e il più delle volte esaltando addirittura l’ingrediente in associazione. Ottimo anche arrostito alla brace, fritto, gratinato, trifolato. Conservato sott’olio è come tesoro in uno scrigno. Il cardoncello, oltre ad essere una leccornia, è importante da un punto di vista dietetico. Quello fresco contiene mediamente dall’ - % di acqua, il - % di zuccheri, il , - % di proteine, lo , , % di grassi. Sono presenti in essi tutti gli amminoacidi principali e le vitamine con un livello sorprendentemente insolito di biotina. Il cardoncello è anche impiegato in diete ipocaloriche per il basso contenuto di grassi e per il ridotto valore energetico ( calorie per ogni grammi). Inoltre, la ricerca scientifica ha recentemente evidenziato la presenza nei funghi di sostanze capaci di avere ricadute positive in termini di salute umana abbassando il colesterolo e aumentando le difese immunitarie. La raccolta dei cardoncelli selvatici è roba da grandi esperti e gli appassionati sanno bene, dove trovarli. Due noti fungaioli sono Piero Carlucci di Altamura e Vincenzo Mangione di Gravina. Con loro l’associazione Amici del Fungo Cardoncello di Altamura, e animata sempre con entusiasmo da Onofrio Pepe, organizza scarpinate sulla Murgia alla ricerca del “Cibo degli dei” e pranzi a base di cardoncelli a volte preparati da cuochi famosi come Vissani. Prodotto emblematico del territorio dell’Alta Murgia e della Murgia Materana il cardoncello è certamente tra quelli a maggior rischio di estinzione in quanto, grazie anche a politiche ambientali sconsiderate e irresponsabili iniziate negli anni ‘ , lo spietramento selvaggio della Murgia sta distruggendo in maniera irreversibile l’ambiente naturale nel quale il cardoncello cresce e si riproduce. Una raccolta quella dei cardoncelli che merita religioso silenzio, attenzione all’habitat dove di solito si celano spesso camuffati co- me pietre tra i cardi selvatici. Per decenni raccoglitori senza scrupoli hanno depauperato il patrimonio fungino della Murgia. Da qualche tempo è obbligatorio avere un tesserino per ottenere il quale bisogna sostenere un esame di micologia e con l’obbligo di un prelevamento limitato di funghi. Il profumo, la carnosità, la prelibatezza di questo fungo di Murgia non ha prezzo. Per fortuna s’è appreso a coltivarli e con risultati sicuramente positivi e assai simili a quelli selvatici. Tante le aziende in Puglia e Lucania che si sono dedicate a questa coltura per cui oggi i cardoncelli sono disponibili in abbondanza sulle bancarelle dei mercati e nei negozi dei fruttivendoli. E’ una coltura alternativa anche nel campo della funghicoltura, che rappresenta uno dei comparti più interessanti delle produzioni agricole ed ha goduto sin dai primi anni di coltivazione di una risposta molto interessante da parte del mercato. La coltivazione del Pleurotus eryngii contribuisce a creare un’interessante forma di reddito alternativo e sicuro nel tempo. Questa coltivazione può essere fatta da chiunque possegga un terreno, anche di ridotte dimensioni, un piccolo capitale da investire e una mentalità aperta all’accoglimento di tutte le novità di investimento purché si tratti di funghi selezionati e riprodotti da quelli che crescono spontanei nell’altopiano delle Murge. I cardoncelli si possono coltivare persino in casa acquistando pani irrorati dal micelio di cardoncello. Basta un po’ di umidità, cura quanto basta ed ecco la trifola pronta sul balcone. Conoscere il territorio – Passeggiata fra le… pietre Mangione di Gravina e Carlucci di Altamura Ciccillo e i dinosauri tuffo nel Paleolitico Vincenzo e il Principe professione fungaioli L a raccolta dei funghi come occasione per conoscere Murgia e le sue città e il paniere sarà sempre pieno, almeno di belle sensazioni. Anche la visita alle fungaie di un coltivatore di funghi è pur sempre una bella esperienza. I sassi della Murgia non solo per costruire muretti, trulli e quant’altro. Anche libri di pietra per raccontare le storie di uomini e di animali su di loro tracciate. E chissà che altro può riservare la Murgia se invece di essere sfogliata (o meglio dire... spogliata?) dagli spietratori, questo compito venisse lasciato agli archeologi. Settanta milioni di anni in Puglia imperversava un caldo tropicale, (altro che i ° dei giorni scorsi!) simile a quello dei paesi equatoriali odierni, e il territorio presentava lunghe piane fangose. Erano frequentate da centinaia di dinosauri che passando da dove poi sarebbe stata fondata Altamura, e più precisamente in contrada Pontrelli, la- sciarono non meno di . impronte appartenenti a cinque diverse specie. Orme tutte ben conservate sono da ammirare nella Valle dei Dinosauri. Altra storia avvincente quella dell’Homo arcaicus, scoperto degli speleologi del C.A.R.S. (Centro Altamurano Ricerche Speleologiche) nella grotta carsica di Lamalunga sempre nella Murgia di Altamura. Si tratta dei resti fossili di un uomo, soprannominato familiarmente Ciccillo. Il suo scheletro (risale almeno a mila anni fa), completo in tutte le sue parti, interamente mineralizzate e calcificate, racconta storie di caccia di quando la Murgia era una sorta di savana frequentata da cervi, leoni delle grotte, felini, iene. Nelle vicinanze dello scheletro, infatti, sono stati ritrovati anche resti di animali, fra cui un cranio completo di un cervide. Straordinaria è la Murgia Materana, protetta da un Parco molto efficiente. Sicuramente è uno dei più spetta- colari paesaggi rupestri d’Italia che testimonia l’antico rapporto tra natura e uomo, si trova a Matera a pochi chilometri di distanza dal confine con la Puglia. Anche qui presenze dell’uomo preistorico che ha popolato la Murgia sin dai tempi preistorici, con stazionamenti risalenti al Paleolitico (Grotta dei pipistrelli) e all’epoca Neolitica villaggio di Murgecchia, di Murgia Timone e di Trasanello. Numerose testimonianze di queste fasi si conservano presso il Museo Nazionale “Domenico Ridola” a Matera, mentre testimonianze del periodo greco (VIIIVII secolo a.C.) e romano (dal III a C.) affiorano più numerose sul versante di Montescaglioso. Il paesaggio di questa Murgia è caratterizzato, oltre che da sassi, sempre sassi, da profonde gravine, turgide di macchia mediterranea frequentata da falchi, volpi, rettili e anfibi. V incenzo Mangione, anni fruttivendolo e fungaiolo. tre figli. Da sempre conoscitori dei segreti dei cardoncelli e della loro stagione. E’ lui il riferimento degli oltre cercatori di cardoncelli di Gravina. Nel suo negozio noto come “pidocchietto” in Piazza della Cattedrale è facile di questi tempi incontralo ogni pomeriggio dalle in poi quando aspetta che i cercatori di cardoncelli ritornano al paese dopo aver scarpinato per ogni dove sulla Murgia barese spingendosi anche sulla Murgia materana e finanche alle pendici dei monti di Calabria. Vincenzo fornisce ristoranti della zona e anche di Bari. Il Presidente della repubblica Ciampi lo ha premiato come “difensore dell’habitat rurale”. Nel quando si costituisce l’Associazione Amici del fungo cardoncello è uno dei soci fondatori e formidabile animatore. Tra le sue amicizie Gianfranco Vissani. Pietro Carlucci ecco il gemello altamurano di Vincenzo. Piero Carlucci è il “Principe del cardoncello”. Titolo conquistato dalle continue testimonianze. Conoscitore delle erbe della Murgia, nel suo piccolo negozio di frutta e verdura di via Santa Teresa dov’ è stato girato il leggendario film “Focaccia Blues” di Nico Cirasola di cui è uno dei principali protagonisti, anche Carlucci raccoglie con i fratelli i cardoncelli della Murgia. Basti pensare che viene da una numerosa famiglia di cercatori di erbe spontanee, funghi e lampascioni. E’ anche un consigliere di chi vuole curarsi con le erbe. Qualsiasi problema: dalla stitichezza alle stomatiti è Pierino che ti dà la soluzione. fraBoschi,SentierieTorrenti Arriva San Trifone La Festa Patronale in onore di San Trifone si celebra ogni anno dall’ all’ novembre ad Adelfia. Vi è inoltre un altro giorno, solitamente la domenica seguente, detto dal popolo adelfiese “San Trfon ‘iind a ua’ ‘nicchie” (“San Trifone nella nicchia”) durante il quale si festeggia la posa del Santo Patrono nella nicchia della chiesa di San Nicola. Migliaia di pellegrini si riversano da ogni parte d’Italia per festeggiare l’evento religioso e laico. Nella serata del novembre la festa si apre con il lancio della mongolfiera all’arrivo del quadro vicino la cassarmonica e continua sino a notte fonda con l’alternarsi sul palco di vari concerti di prestigiose Bande. Luminarie, kermesse pirotecnica. Pagina a cura di Vittorio Stagnani Sanità 29 ottobre 4 novembre 2011 19 Terapie oncologiche – Risultati positivi nelle leucemie Farmaco biologico la nuova frontiera F armaci intelligenti che puntano e centrano l’obiettivo della cellula cattiva del cancro da eliminare; esami specifici che individuano il tipo di malattia e gli accoppiano il farmaco che serve facendo evitare le “prove” ed i possibili insuccessi con risparmio di inutili terapie e di collegate tossicità ( a per i chemioterapici; a per i biologici). La rivoluzione si chiama “farmaco biologico”, ottenuto con tecniche di ingegneria genetica, un onere aggiuntivo che – dice il prof. Fabrizio Pane, ematologo dell’Università di Napoli e presidente del ° Congresso della Società italiana di ematologia – rende in termini di guarigioni ed agisce direttamente sul meccanismo perverso della cellula maligna e quasi solo su questa. Il prototipo Imatinib, nella leucemia mieloide cronica ha cambiato – dice il prof. Pane – la vita a medio e lungo termine dei pazienti con guarigioni dell’ % nelle leucemie linfatiche acute del bambino e del % in quelle dell’adulto. Per il mieloma multiplo, difficilmente guaribile, il tempo di sopravvivenza è più che raddoppiato. “Nella leucemia mieloide cronica, con l’introduzione delle nuove terapie – dice il prof. Michele Baccarani (università, Bologna) – la mortalità è scesa a meno del % annuo facendo aumentare il numero di pazienti che convivono con la malattia e che dovranno continuare ad usare farmaci (via orale) o, addirittura, poterne fare ormai a meno ma che devono ”costruirsi una vita reale” mentre la società deve prendersi carico della terapia che costa, per ogni paziente, da . a . euro per anno. Va previsto anche l’inserimento nel mondo della produttività lavorativa, l’integrazione sociale e familiare”. “A fine anni ‘ – dice il prof. Pane – questa forma era sempre mortale e l’aspetativa media di vita era anni”. Il farmaco che ha cambiato la realtà della patologia – Glivec – è il primo risolutore di un cancro (utilizzato anche nella leucemia linfoblastica). Ma vi sono pazienti che non rispondono a questa terapia (dal all’ %). Per questi, il farmaco di seconda generazione (Nilotinib, costa € per giorno di terapia), più specifico. Alternativa anche il Dasanitib. La ricerca continua e, allo stato – dice Pane – sono in commercio farmaci biologici ed oltre in fase di sviluppo. “Sconfitte registriamo ancora nella leucemia mieloblastica dell’anziano mentre la leucemia promielocoitica risponde ai derivati della vitamina A che potranno fare a meno dei chemioterapici sostituiti dall’arsenico, farmaco di poco costo (il veleno che si riabilita). Più facili le vittorie nelle forme con una sola lesione nel Dna; per quelle complesse, strategie ancora difficili. In prospettiva, potremo fare a meno del trapianto di midollo grazie a farmaci efficaci mentre si dovrà fare affidamento su centri di estrema specializzazione distribuiti razionalmente. Specializzazioni – Un master dell’ISTUD in management sanitario applicato all’ematologia Come il medico può diventare manager U n master in management sanitario applicato all’ematologia per consentire a professionisti sanitari ( per anno; questo il ° anno) di “attuare un percorso di formazione su temi di natura manageriale per favorire – dice Stefano Portolano, amministratore delegato di Celgene che finanzia senza condizioni il master realizzato dalla Fondazione ISTUD, nato sotto l’egida ufficiale della Società italiana di ematologia che, nel congresso nazionale di ematologia di Napoli presieduto dal prof. Pane, ne ha ribadito l’impegno - una formazione aggiuntiva che permetta agli specialisti di gestire con efficienza e con differenti modalità, le risorse disponibili e contribuire al mantenimento dei livelli essenzali di eccellenza in un sistema sostenibile”. Tra i lavori che gli iscritti hanno svolto, ha primeggiato perché “più significativo in termini di innovazione” il progetto “stili di leadership tra maschile e femminile in sanità ed ematologia” eseguito dalle dr.sse Silvana S. Capalbo, direttore dell’unita complessa operativa di ematologia dell’azienda ospedaliera universitaria di Foggia e Daniela Diomede, dirigente I livello dell’ematologia dell’ospedale di Trani. La ricerca ha evidenziato la piramide discriminante nelle professioni, fatta da uomini e donne. I primi, che in partenza sono in numero inferiore, affollano le posizioni superiori, le altre stagnano alla base della piramide. Nella classifica dei top degli scienziati italiani, presenti solo donne ( per cento). Alla presidenza delle società scientifiche di emato- donne, come si vede, raggiungono la qualificazione che le proietterebbe verso l’apice ed invece restano al palo anche perché, ad esempio, il vertice maschile – osserva la dr. Capalbo - affida a colleghi maschi temi ed incarichi di ricerca, almeno i più qualificanti”. Per esempio, alla direzione delle unità di ematologia, sono maschi e donne ( %), di queste solo dirigono strutture di alta complessità. Il farmaco logia e materie collegate, solo donne. Alla base, invece, non è così. Nelle scuole di specializzazione gli iscritti, in Italia, sono . maschi e . donne, di cui, nell’area sanitaria, rispettivamente . e . . Nei dottorati di ricerca, ancora maggioranza femminile: . uomini e . donne. “Più Totale costi (materiali + tempo lavoro) PICC , € CVC , € Differenza - , € Variazione CVC vs. - ,% PICC Permanenza gg gg Costi effettivi giornalieri PICC CVC Differenza Variazione CVC vs. PICC Risparmi ottenuti con la procedura proposta (PICC) CVC = catetere venoso centrale ad approccio toracico PICC = catetere venoso centrale ad inserzione periferica I COSTI DELLA SCLEROSI C S clerosi multipla, malattia cronica a decorso variabile che costa . . € per anno per malato, spese a carico del singolo e costi sociali di oltre miliardi e mezzo. Farmaci si susseguono. Tra questi, Fingolimid che mostra riduzione del tasso di ricadute, dei tassi di atrofia cerebrale. Ad oggi, . pazienti sono stati trattati. I risultati presentati ad Amsterdam da Novartis ( , miliardi di dollari investiti in Ricerca e Sviluppo). Il progetto si inserisce nell’attività del “master in management sanitario applicato all’ematologia”, realizzato dalla Fondazione Istud, sotto l’egida della società italiana di ematologia e sostenuta e finanziata incondizionatamente da Celgene, allo scopo di aiutare il sistema sanitario – dice Stefano Portolano, amministratore delegato Celgine, a “mantenere livelli assistenziali di eccellenza in un sistema sostenibile. Si stanno affermando nuovi modelli di scienza che si esprimono in nuovi modelli di business per favorire Gestione dei processi Consigli per acquisti entralizzare. Ma la centralizzazione è un modello complesso da studiare. Nel la spesa del Servizio Sanitario Nazionale per l’acquisto di beni e servizi è stata di circa , miliardi di euro, voce di costo che, dall’inizio del , ha subito il più alto tasso di crescita ( , %). Nel , al ° posto ( , %) dopo i costi per il personale dipendente. Il processo gestionale degli acquisti è il punto critico per attuare un’azione di riduzione e controllo della spesa. Soluzioni innovative sono , , , ,% € € € la ricerca farmaceutica che, negli ultimi anni, ha conosciuto allungamento dei tempi ed aumento dei costi necessari per sviluppare un nuovo farmaco ( miliardo € per costo e sviluppo di un farmaco nuovo nel , lievitato a miliardi nel ) che corre anche l’alea dell’insuccesso (nel , studi clinici hanno rilevato, nell’ultima fase di ricerca, inefficacia del farmaco testato ed il capitale impegnato – quasi miliardi per ognuno – è andato perduto). Il catetere che fa risparmiare Un altro progetto del master in management è quello dell’equipe della Onco-ematologia del’ospedale di Nocera inferiore (prof. D’Arco e dr Califano). Si tratta dell’introduzione di un nuovo catatere venoso centrale ad inserzione da vena periferica (Picc). Il malato, specie oncologico, ha bisogno di reiterate e quotidiane infusioni di liquidi e farmaco endovena. Prevalentemente si infonde attraverso le vene del collo. Il nuovo sistema utilizza, invece, le vene del braccio e può rimanere infilato fino ad un anno, senza necessià di controllo specifico e – dice la capo sala dr. Trezza - può essere gestito da infermieri . Il vecchio sistema, invece, andava controllato e sostituito dopo giorni e richiedeva medici anestesisti. Questo permette di risparmiare sui costi in termini di materiali e tempi di lavoro (risparmio del , %) e di giornate di ricovero (meno , %), a parte la migliorata qualità di vita per il paziente. suggerite dai prof. Fabio Amatucci e Stefania Mele del CERGAS – Università Bocconi (“I processi di acquisto di beni e servizi nelle aziende sanitarie. Elementi di innovazione e modelli di accentramento” Egea). Il processo di centralizzazione degli acquisti sia l’occasione per innestare le iniziative in un più articolato progetto di governance clinica e gestionale che, se ben strutturato e condiviso, darà vantaggi sul lungo periodo e non solo risparmi immediati. Pagina a cura di Nicola Simonetti www.telefonoamico.it Il servizio è gratuito, a tuo carico solo il costo della chiamata: da telefono fisso € 0,06 alla risposta e € 0,024 al minuto, iva compresa. Per i cellulari il costo varia in funzione dell’operatore telefonico. Libri&Riviste 29 ottobre 4 novembre 2011 21 Gli imprenditori più innovativi hanno fiutato l’affare App, nuove galline dalle uova d’oro Geolocalizzazione e mobile marketing Fare business con le App e i social game Autore: Alessandro Prunesti e Fabio Lalli Editore: FrancoAngeli Collana: Management Tools Pubblicazione: Numero di pagine: Prezzo: € ALESSANDRO PRUNESTI L a nuova frontiera del business oggi è rappresentata dal connubio tra i social network e i cellulari di ultima generazione come gli iPhone e i telefoni Android. Con questi nuovi dispositivi, tutti rigorosamente touch screen, è possibile utilizzare migliaia di applicazioni (le App), molte delle quali consentono di accedere ai propri social network preferiti, aggiornare il proprio profilo con foto e video e, ultima novità, condividere con i propri amici informazioni sul luogo (piazza, negozio, ristorante) nel quale ci si trova. Gli imprenditori più innovativi, fiutando l’affare, hanno iniziato a fare marketing attraverso i dispositivi mobili. In che modo? Ad esempio offrono buoni sconto e promozioni speciali agli utenti che fanno più spesso check-in, condividendo cioè sui social network come Facebook, Twitter o Foursquare la loro presenza all’interno di un punto vendita. E a giovarne sono sia le aziende, che vedono aumentare la visibilità online del proprio marchio, che gli utenti, i quali possono divertirsi a competere tra loro per acquisire il numero maggiore di presenze all’interno di uno stesso luogo. Si innesca in questo modo una vera e propria sfida ludica tra gli utenti, combattuta a colpi di check-in fatti attraverso la propria App preferita, in grado di amplificare enormemente il passaparola online. Il libro scritto da Alessandro Prunesti e Fabio Lalli per FrancoAngeli descrive le più innovative strategie di utilizzo dei Location Based Services (i servizi wireless basati su protocolli internet, ac- cessibili attraverso dispositivi mobili, che offrono servizi specifici erogati in base alla localizzazione dell’utente) da parte delle aziende che investono nel mobile marketing. Viene dato particolare rilievo alle strategie di sviluppo delle App, dei social game e dei servizi di geolocalizzazone applicabili al marketing turistico e territoriale. È spiegato, passo dopo passo, in che modo si pianifica una strategia vincente e vengono indicati gli strumenti da utilizzare per metterla in pratica. L’obiettivo finale per le aziende è chiaro: trovare nuovi canali per fidelizzare i propri clienti e acquisirne di nuovi. Il libro ha un tono divulgativo che accompagna il lettore alla scoperta dei casi pratici attuati da aziende italiane ed estere. Si tratta di un vero e proprio “manuale d’uso” rivolto a tutti coloro – imprenditori, agenzie, professionisti – che desiderino scoprire tutte le potenzialità del “mobile business” e ottenere vantaggi a beneficio dei clienti e della propria attività commerciale. LO SVILUPPO DI INTERNET MOBILE I dati forniti dall’Agenzia Onu per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e riportati nel libro evidenziano l’attuale crescita di internet, che nel ha superato i miliardi di utenti, con un bacino raddoppiato rispetto al . Emerge lo sviluppo delle reti mobili, di cui oggi fruisce il % della popolazione mondiale: alla fine del erano stimate , miliardi di sottoscrizioni ai servizi di telefonia mobile, delle quali legate all’uso di servizi G a banda larga. IL MERCATO DEGLI SMARTPHONE L’autorevole società di ricerca Gartner calcola che nel corso del saranno venduti milioni di smartphone, con un incremento del , % rispetto al . Il sistema operativo Android nel corso dei prossimi mesi diventerà la piattaforma più diffusa ed entro il raggiungerà il primato della quota di mercato, che fino al è stata saldamente in mano all’iOS di Apple. L’EVOLUZIONE DEL CONTESTO ITALIANO In Italia sono attivi circa milioni di telefoni cellulari con un tasso di penetrazione tra i più alti del mondo (dati ComScorre). Oltre il % di essi è costituito da smartphone. Cresce la vendita di iPhone (+ , %) e dei devices dotati del sistema operativo Android (+ %). Più del % dei cellulari naviga su internet. IL MERCATO DELLE APP I più recenti dati elaborati dalla società di ricerca specializzata Distimo evidenziano la crescita dell’Apple App Store per iPhone, raddoppiato rispetto all’anno precedente, con . applicazioni disponibili. Un’impennata più forte è quella del Google Android Market, volte più grande rispetto a dodici mesi prima, con . applicazioni pronte a essere scaricate. Il BlackBerry App World e il Nokia Ovi Store hanno a loro volta triplicato le applicazioni a disposizione degli utenti, passando rispettivamente a . e . App. L’intervista – Un libro per divulgare i nuovi modelli di business “Il mobile fa parte della nostra vita” A lessandro Prunesti è consulente nel settore della comunicazione d’impresa, del social media marketing e dell’enterprise . . È nato a Roma nel . Nel ha conseguito la Laurea in Scienze della Comunicazione Istituzionale e d’impresa alla Sapienza e nel si è specializzato con un Master Universitario in Economia e Gestione dello Sport alla Facoltà di Economia dell’Università di Tor Vergata. Si occupa di innovazione digitale e svolge ruoli di docenza presso Università e scuole di formazione. Ricopre l’incarico di social media manager e digital strategic planner presso Sportmunity.com. Com’è nata l’idea del libro? “L’idea è nata dalla constatazione che smartphone e dispositivi mobili sono diventati parte della nostra vita quotidiana e il principale strumento di accesso a internet. Io e Fabio Lalli prendiamo spes- so in considerazione i mercati americano e anglosassone, in cui sono sempre più evoluti sulle innovazioni di marketing, e abbiamo deciso di dar vita a un libro per divulgare i modelli di business legati all’utilizzo dei dispositivi mobile per finalità commerciali delle aziende”. Cosa sono la geolocalizzazione e il mobile marketing? “Quando parliamo di geolocalizzazione chi riferiamo a chi, attraverso uno smartphone o un tablet, fa online il check-in, visto che, all’interno dei social network in cui è presente, condivide con i suoi amici il luogo in cui si trova. C’è il check-in di chi condivide la posizione in un negozio, in un cinema, in un bar, in uno stadio ma anche il check-in di chi condivide informazioni di un prodotto (ad esempio facendo la scansione di un codice a barre). Queste operazioni possono essere utili a un’azienda che può sfrut- tare le modalità di condivisione di informazioni e proporre nuove offerte commerciali. Un ristorante, ad esempio, può prevedere sconti del % o regalare un primo, un antipasto o un aperitivo a chi diventa ‘sindaco’ di quel locale (se cioè ha accumulato più presenze). Perchè le persone siano motivate a fare check-in il marketing della geolocalizzazione si basa sul social gaming: le aziende creano giochi o attività di marketing che stimolino l’interazione tra soggetti”. In che modo la geolocalizzazione si integra con social network come Facebook, Twitter e Foursquare? “L’integrazione è già completa e si fonda sulle App caricate in smartphone e tablet e capaci di stabilire un immediato collegamento con Facebook e Twitter e di favorire così il social gaming. Grazie alla condivisione delle informazioni geolocalizzate sui social network gli utenti fanno pubblicità a un’azienda, a un punto vendita, a un luogo”. Intanto, però, secondo la ricerca sulla privacy in Rete realizzata da Diennea MagNews in collaborazione con Human HighWay, spicca la preoccupazione data dagli effetti della geolocalizzazione ( %) che va a influenzare il comportamento del , % degli utenti. Come commenta questo dato? “Il pericolo è reale e non mi stupiscono queste affermazioni. Di sicuro i maschi tendono di più a condividere la loro posizione e a fare check-in. La situazione può essere gestita solo con la cultura digitale. Le persone devono maturare una certa conoscenza di questi strumenti e impostare in maniera corretta i settaggi sulla privacy su ciascuna applicazione scaricata sul telefonino o sui social network. Molti, purtroppo, non lo fanno, specialmente in Italia. Ma f.t. tutto sta nelle mani dell’utente”. FABIO TRAVERSA Il consulente Fabio Lalli: professione “startupper” F abio Lalli svolge consulenza in ambito ICT. Ha ricoperto ruoli di direzione e ha partecipato allo startup di alcune aziende in ambito tecnologico. È specializzato in progetti di system integration, gestione di infrastrutture e sviluppo di applicazioni web e mobile. Nel ha fondato il business network Indigeni Digitali. “Mi piace presentarmi - scrive sul suo sito - come Strategy Consultant ICT e mi ritengo un innovatore. Gli altri mi definiscono Startupper compulsivo, o imprenditore seriale. Bloggo, Twitto, Comunico, Telefono, Programmo, Navigo, Cerco, Penso, Chatto, Innoveggio, startuppeggio. Ovviamente faccio tutto contemporaneamente”. f.t. 22 29 ottobre 4 novembre 2011 Fiscalmente Risorse trovate – Per attività avviate prima del novembre Per ricerca e sviluppo c’è il credito d’imposta È ora possibile utilizzare il credito di imposta per ricerca e sviluppo, relativo ad attività avviate prima del novembre , e inizialmente non riconosciuto a causa dell’esaurimento delle risorse disponibili. Ecco le modalità per usufruirne. Normativa e prassi. Già con circ. n. /E/ il Fisco aveva precisato che “La presentazione del formulario da parte dei soggetti interessati vale come prenotazione dell’accesso alla fruizione del credito d’imposta con diritto di precedenza su quello relativo ad attività avviate a partire dal novembre ”. E sempre in tema di prenotazione per l’accesso alla fruizione del credito d’imposta, il comma , lettera a), dell’articolo del D.L. n. / prevedeva che l’Agenzia delle entrate comunicasse, relativamente alle prenotazioni per attività di ricerca avviate prima del novembre , “esclusivamente un nulla osta ai soli fini della copertura finanziaria; la fruizione del credito di imposta è possibile nell’esercizio in corso ovvero, in caso di esaurimento delle risorse disponibili in funzione delle disponibilità finanziarie, negli esercizi successivi”. Nelle istruzioni relative alla compilazione del Modello Unico (redditi ) e del Modello Unico (redditi ) veniva precisato che: “Per effetto di quanto disposto dal D.L. n. / , …, a decorrere dall’anno benefi- ciano del credito d’imposta i soggetti che hanno presentato il formulario (mod. FRS) contenente i dati degli investimenti in attività di ricerca e sviluppo ed hanno ottenuto dall’Agenzia delle entrate il nulla osta alla fruizione del credito. I soggetti ammessi al beneficio possono utilizzare il credito d’imposta, secondo le modalità previste dalla norma istitutiva, a decorrere dall’anno per il quale il credito è concesso”. La fruizione del credito d’imposta per l’attività di ricerca avviata prima del novembre era subordinata, quindi, alla comunicazione del nulla osta da parte dell’Amministrazione finanziaria a partire dall’anno cui si riferivano le disponibilità finanziarie indicate nel nulla-osta stesso. Per le attività di ricerca avviate prima del novembre , tuttavia, il diniego del predetto nulla-osta non impediva la maturazione del credito di imposta ma inibiva, solo, l’utilizzo del credito di imposta maturato nei relativi periodi di imposta, a causa dell’esaurimento delle risorse disponibili. Senza quindi escludere la possibilità di un futuro utilizzo in funzione delle disponibilità finanziarie eventualmente stanziate negli esercizi successivi. Al fine di rimediare all’esaurimento delle dispo, della L. nibilità finanziarie, l’articolo , comma n. / ha disposto - per gli anni e - uno stanziamento di ulteriori risorse destinate al finanziamento del credito d’imposta (complessivamente pari a milioni di euro). E finalmente, con decreto del Ministro dello sviluppo economico emanato il marzo di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono state individuate le modalità di utilizzo dell’ulteriore stanziamento disposto dal comma dell’art. della L. n. / . In particolare, il comma dell’art. del citato decreto individua i soggetti destinatari delle predette risorse in quelli rientranti nella lettera a) del comma dell’art. della L. n. / che, avendo già avviato l’attività di ricerca anteriormente al novembre (data di entrata in vigore del D.L. n. / che ha disposto la procedura di monitoraggio), hanno inoltrato per via telematica all’Agenzia delle entrate il formulario (Modello FRS), ma sono rimasti insoddisfatti dall’esito della procedura di prenotazione delle risorse per esaurimento del plafond disponibile. In merito alla ripartizione delle risorse disponibili, il successivo comma fissa le percentuali di utilizzo del “credito d’imposta richiesto, risultante dai formulari denegati per esaurimento delle risorse disponibili, … nella misura massima del , per cento dell’importo complessivamente richiesto per tutti e tre gli anni , e a decorrere dalla data di pubblicazione del presente decreto e dell’ulteriore , per cento del predetto importo a decorrere dall’anno ”. Il Ministero dell’economia e delle finanze ha i contribuenti interessaprecisato che per il I Il fatto Una società immobiliare capitolina ricorreva per cassa- EMILIA CIMINIELLO CHIARA DAMMACCO a cura di Giuseppe Ciminiello FiscoinAula l cosiddetto accertamento induttivo, basato cioè su mere presunzioni, previsto dall’art. , co. , del DPR / può essere applicato dal Fisco anche nel caso in cui il contribuente non abbia ottemperato agli inviti, rivolti dagli degli uffici finanziari, di esibire la documentazione aziendale. Tuttavia, tale specifica ipotesi non può essere equiparata sic et simpliciter ad altre, anche più gravi previste dalla medesima norma. Pertanto, il leggero ritardo nell’adempiere alla richiesta avanzata dall’Ufficio impositore, da sola, non consente l’applicazione dell’accertamento induttivo. Una preclusione cui de ve attribuirsi ancor più valenza se il contribuente abbia comunque adempiuto, nel termine minimo di giorni, a precedenti richieste. La statuizione, rigida, giunge dalla Corte di Cassazione (Pres. Pivetti Rel. Persico) che, con una sentenza recentissima, ha sottolineato la necessità di una valutazione ponderata e sistematica delle norme, scevra da sterili automatismi. ti possono utilizzare in compensazione il credito, nella percentuale massima del , per cento dell’importo richiesto, utilizzando il modello F . La società che ha ricevuto il diniego del nullaosta alla fruizione del credito di imposta maturato per le attività di ricerca avviate prima del novembre per esaurimento delle risorse disponibili, potrà, a decorrere dall’anno , utilizzare in compensazione mediante Modello F – indicando sempre “ ” come anno di riferimento – il credito d’imposta nella percentuale massima complessiva sopra consentita sempreché la società istante abbia realizzato, nei periodi di imposta per i quali ha presentato il formulario (modello FRS), investimenti in attività di ricerca in misura pari a quella indicata nel formulario stesso. Nel caso, invece, di minori investimenti rispetto a quanto indicato nel formulario, l’ammontare del credito d’imposta cui applicare la percentuale massima va calcolato in base alle attività effettivamente realizzate per gli stessi anni d’imposta per cui è presentato il modello. Accertamento nullo se il contribuente risponde con un “leggero” ritardo zione avverso la sentenza resa dalla Commissione Tributaria Regionale ed avente ad oggetto l’impugnativa di un avviso di accertamento Iva, Irpeg ed Irap. In particolare il giudice dell’appello, nel rigettare le richieste della società, ricostruiva la data di tre richieste di documentazione, inviate dall’ufficio alla contribuente; le date in cui tali richieste venivano evase; ed infine l’indicazione precisa, con riferimento a ciascun invito, della documentazione richiesta e depositata. Concludeva ritenendo sussistente un comportamento omissivo della contribuente che integrava le circostanze di cui al D.P.R. n. del , art. , comma . La società ricorreva per Cassazione ponendo, fra gli altri, uno specifico quesito, “Stabilisca codesta Corte se il ritardo nel riscontro ad una richiesta di documenti per dar luogo ad un rimborso di imposta da cui non può desumersi (e non si desume) alcuna valutazione circa l’inattendibilità comples- siva della situazione contabile del contribuente giustifichi o meno l’adozione del metodo di accertamento induttivo D.P.R. n. del , ex art. , comma .” La decisione Il ricorso del contribuente è stato ritenuto fondato. Invero la norma in esame prevede che l’ufficio nell’accertamento del reddito d’impresa possa avvalersi del metodo induttivo: “quando il contribuente non ha dato seguito agli inviti disposti dagli uffici ai sensi dell’art. , comma , nn. ) e ), del presente decreto o del D.P.R. ottobre , n. , art. , comma , nn. ) e )”. A loro volta le disposizioni contenute all’art. cit., comma , nn. e , D.P.R. prevedono che gli uffici possano: “( ) invitare i contribuenti, indicandone il motivo, a esibire o trasmettere atti e documenti rilevanti ai fini dell’accertamento nei loro confronti,.......; ) inviare ai contribuenti questionari relativi a dati e notizie di carattere specifico rilevanti ai fini dell’accertamento nei loro confronti.....”. Il citato D.P.R. n. del , art. , comma , prevede che “..Dalla data di notifica decorre il termine fissato dall’ufficio per l’adempimento, che non può essere inferiore a quindici giorni,...”. Tuttavia, dall’esame congiunto degli artt. e si ricava che il legislatore: - ha imposto all’ufficio di indicare il motivo per il quale vengono rivolti al contribuente inviti di produzione di documenti e/o di risposte a questionari; - ha stabilito per l’ufficio un termine minimo (non inferiore a gg.) da fissare a carico o del contribuente per l’adempimento degli inviti e/o richieste a lui rivolti; - ha sanzionato con la sola inutilizzabilità, peraltro non assoluta (non opera se il contribuente alleghi quanto richiestogli al ricorso introduttivo del giudizio) il mancato adempimento da parte del contribuente a quanto richiestogli; - ha individuato il mancato ottemperamento da par- te del contribuente a quanto richiestogli come uno dei casi (unitamente alla mancata presentazione della dichiarazione, la sottrazione o comunque la mancanza delle scritture contabili, la falsità o l’omissione o la grave irregolarità delle scritture contabili) in cui l’ufficio può procedere all’accertamento induttivo. Se questo è il quadro normativo di riferimento, spiega la Cassazione, dall’esame delle suddette norme si ricava che il legislatore, lungi dallo stabilire una sorta di automatismo, ha graduato le conseguenze in relazione a tipo di inadempimento del contribuente all’invito a produrre documenti e/o risposte a questionari, mettendo il solo totale inadempimento sullo stesso piano delle altre ipotesi previste dal D.P.R. n. del , art. , comma . Tutte tali ipotesi, infatti, intanto legittimano il ricorso al metodo induttivo in quanto, proprio nella loro gravità e specificità, sono caratterizzate dal fatto di impedire all’amministrazio- ne di eseguire un accertamento analitico. Ne consegue che il mero leggero ritardo da parte del contribuente nell’eseguire quanto richiestogli dall’ufficio con la concessione del termine minimo (come nel caso in esame nel quale l’invito alla produzione era stato notificato il . . e la relativa esecuzione era del . . ), non può essere equiparata alle più gravi ipotesi previste e disciplinate dal legislatore nel D.P.R. n. del , art. , comma , soprattutto quando come nel caso di specie, l’invito alla produzione dei documenti era stato preceduto da altri due inviti regolarmente evasi. Concludendo, il giudice di legittimità ha affermato il condivisibile principio di diritto secondo cui: da solo, il “non grave ritardo da parte del contribuente nel riscontro ad una richiesta di documenti da parte dell’ufficio, accompagnata dalla concessione del termine minimo di gg. , specie se già preceduta da altre richieste regolarmente evase, non legittima il ricorso al metodo di accertamento induttivo D.P.R. n. del , ex art. , comma ”. LE SCADENZE FISCALI LUNEDÌ OTTOBRE Versamento della seconda rata dell’imposta sostitutiva dovuta per la rivalutazione delle partecipazioni e dei terreni edificabili e agricoli posseduti alla data del ° gennaio . Termine per l’annotazione, in luogo delle singole fatture, di un documento riepilogativo delle fatture relative all’acquisto di beni e servizi di importo inferiore a euro. Termine per l’invio delle comunicazioni telematiche all’Agenzia delle Entrate, da parte dei soggetti mensili e trimestrali, relative alle operazioni effettuate con operatori economici aventi sede nei Paesi della black list. Pagamento dell’imposta di registro e registrazione dei contratti di locazione dei beni immobili stipu- lati o rinnovati con decorrenza ° ottobre. Il versamento va effettuato a mezzo mod. F utilizzando i seguenti codici tributo e causale contributo: T – imposta di registro per prima annualità contratti di locazione fabbricati; T – imposta di registro per annualità successive contratti di locazione fabbricati; T – imposta di registro per intero periodo contratti di locazione fabbricati; T – imposta di registro per proroghe contratti di locazione e affitti; T – imposta di registro per affitto fondi rustici. Termine per procedere, da parte dei contribuenti esercenti attività d’impresa, alla rilevazione, sulla scheda carburanti mensile degli autoveicoli, del numero dei chilometri percorsi. Chi va&Chi viene Partenze da BARI Destinazione Compagnia Part. Arr. Berlino TXL Bologna Brussels Charleroi Budapest Cagliari : : Ryanair : : L M M G V S D da / / a / / Alitalia : : L M M G V S D da / / a / / Ryanair : : L / / a / / Ryanair : : Ryanair : : W!ZZ : : Ryanair : : Ryanair : : blu express : : Colonia germanwings : : Airberlin : : Airberlin : : M G Note Airberlin Catania Dusseldorf Frequenza da da M da / / a / / S da / / a / / S da / / a / / D da / / a / / G M / / a / / Berlino TXL Bologna Brussels Charleroi Budapest : Ryanair : : L M M G V S D da / / a Alitalia : : L M M G V S D da / / a / / Ryanair : : L / / a / / Ryanair : : Ryanair : : W!ZZ : : Ryanair : : Ryanair : : / / Catania blu express : : V da / / a / / Colonia germanwings : : da / / a / / Airberlin : : Airberlin : : M G Ryanair : : M G M G M G da / / a Cagliari Dusseldorf / / S da / / a / / S da / / a / / Francoforte Hahn Ryanair : : Francoforte Hahn Ryanair : : M G S da / / a / / Genova Ryanair : : Genova Ryanair : : da / / a / / Hannover germanwings : : Hannover germanwings : : 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Arr. / / / / a : M / / a M da / / a / / a : Air Italy da Ryanair / / a Pisa : Eindhoven da Parigi Beauvais : / / da Monaco Ryanair : S Milano Orio al Serio : : S Milano MXP : : G Milano Lin Ryanair V Bologna : G : : Ryanair L : : Airberlin LM Alitalia Ryanair Colonia : Alitalia : Brussels Charleroi : Malta : Note da V L Ryanair Frequenza da Alitalia V D da / / a D da / / a Ryanair Air Italy Zurigo M / / : / / Alitalia / / a : / / Ryanair Pisa da Ryanair / / L MM G V S / / S Ryanair / / / / : S / / a / / / / a Madrid / / / / a Ryanair G da da Airberlin M / / a D da / / a da da S L / / Londra Stansted / / AirOne Air One Londra Gatwick British airways da / / a / / Alitalia Alitalia V / / / / a G Ryanair M / / a da M Malta L da : : V V : : M M : Ryanair L L : : M Partenze da BRINDISI Destinazione Compagnia Part. Arr. / / a / / S G V Ryanair : M M S da da L Airberlin Ryanair G Note : Dusseldorf Weeze Madrid Frequenza Airberlin Dusseldorf Weeze Ryanair Arrivi a BARI Destinazione Compagnia Part. Arr. 23 29 ottobre 4 novembre 2011 Arrivi a FOGGIA Frequenza MM G L Note S D da / / a Isole Tremiti Alidaunia : : da / / a / / Alidaunia : : L da / / a / / Darwin/ Alitalia : : LM da / / a / / Darwin/ Alitalia : : L MM G V da / / a / / Darwin/ Alitalia : : da / / a / / Darwin/ Alitalia : : MG V D da / / a / / Darwin/ Alitalia : : M Darwin/ Alitalia : : D da / / a / / da / / a / / Milano Mxp da / / a / / D da / / a / / da / / a / / Darwin/ Alitalia : : da / / a / / Darwin/ Alitalia : : da / / a / / Palermo Torino Darwin/ Alitalia ORARI IN VIGORE dal : / / : al MM G / / da / / a / / scalo Vieste : / : V S D da / / a / / da / / a / / V S V LM S LM / / G da / / a / / D da / / a / / da / / a / / da / / a / / da / / a / / CONSORZIO DEI COMUNI APPARTENENTI ALL’ ATO RIFIUTI BARI 2 COMUNE DI GIOVINAZZO AMIU BARI RACCOLTA RIFIUTI INDIFFERENZIATI RESIDUALI RACCOLTA RIFIUTI INDIFFERENZIATI svolta da terzi RIFIUTI RESIDUALI DA RACCOLTA DIFFERENZIATA GIA’ TRATTATI PRESSO IMPIANTO RACCOLTA RIFIUTI INDIFFERENZIATI RESIDUALI IMPIANTO DI TRATTAMENTO RACCOLTA RIFIUTI MECCANICO BIOLOGICO INDIFFERENZIATI da terzi DIsvolta GIOVINAZZO RIFIUTI RESIDUALI DA RACCOLTA DIFFERENZIATA GIA’ TRATTATI PRESSO IMPIANTO AMIU BARI BIOSTABILIZZAZIONE IMPIANTO PRIMARIADIETRATTAMENTO SELEZIONE MECCANICO BIOLOGICO DI GIOVINAZZO PRODUZIONE DI CDR O DIRETTAMENTE A RECUPERO SCARTI ENERGETICO SCARTI DANECO IMPIANTI SRL E COMUNE DI GIOVINAZZO ESEMPIO DI MODELLO VIRTUOSO A FAVORE DELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE DANECO IMPIANTI a partire dall’anno 2003 è concessionaria del COMUNE DI GIOVINAZZO del servizio di trattamento e smaltimento dei RIFIUTI SOLIDI URBANI presso il sito in Contrada San Pietro Pago composto da una discarica e una piattaforma transitoria per il trattamento meccanico e biologico dei rifiuti urbani residuali dalle raccolte differenziate. L’impianto transitorio di trattamento è costituito da una serie di macchine mobili, per la riduzione dimensionale e la selezione dei rifiuti, e da otto biocelle per la biostabilizzazione del sottovaglio che mediante la continua insufflazione forzata di aria permette la stabilizzazione biologica del rifiuto. Il flusso di sopravaglio (frazione secca) è avviato a discarica, mentre la frazione umida biologicamente stabilizzata è utilizzata come materiale di copertura giornaliera. FRAZIONE UMIDA FRAZIONE BIOSTABILIZZATA BIOSTABILIZZAZIONE SECCA PRIMARIA E SELEZIONE (RBD) (FSC) FRAZIONE SECCA PRODUZIONE DI CDR(FSC) O DIRETTAMENTE A RECUPERO ENERGETICO IMPIANTO COMPLESSO DI TITOLARITA’ PUBBLICA DI BIOSTABILIZZAZIONE E SELEZIONE RIFIUTI SOLIDI URBANI RESIDUALI DALLE RACCOLTE DIFFERENZIATE CON ANNESSA DISCARICA DI SERVIZIO E SOCCORSO FRAZIONE UMIDA BIOSTABILIZZATA (RBD)BIOSTABILIZZAZIONE SECONDARIA (MATURAZIONE) E RAFFINAZIONE SELEZIONE RMB - RIFIUTO BIOSTABILIZZAZIONE SECONDARIA (MATURAZIONE) BIOSTABILIZZATO E RAFFINAZIONE SELEZIONE MATURO SCARTI Recuperi ambientali RMB - RIFIUTO BIOSTABILIZZATO MATURO SCARTI Recuperi ambientali DANECO IMPIANTI STA AVVIANDO IN QUESTI GIORNI I LAVORI PER LA REALIZZAZIONE DEL DEFINITIVO SISTEMA IMPIANTISTICO COMPLESSO PER LA BIOSTABILIZZAZIONE E SELEZIONE RIFIUTI SOLIDI URBANI RESIDUALI DALLE RACCOLTE DIFFERENZIATE CHE GARANTIRÀ A TUTTI I COMUNI DELL’ATO BARI 2 LA GESTIONE DEL CICLO DI DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI IN COMPLETA AUTONOMIA CON RIDOTTE NECESSITA’ DI VOLUMI DI DISCARICA DA UTILIZZARE PER I SOLI SCARTI DI PROCESSO ED IN SITUAZIONI DI SOCCORSO. L’IMPIANTO PERMETTERA’ UN RISPARMIO DEI VOLUMI DESTINATI ALLA DISCARICA PARI AL 80% DEL PRODOTTO IN INGRESSO DANECO IMPIANTI, con provvedimento di aggiudicazione n. 192 del 09.04.2008, è risultata aggiudicataria della procedura di gara per l’affidamento del pubblico servizio di progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto complesso previsto per la cosiddetta fase a regime, appaltato dal Comune di Giovinazzo con bando del 27 novembre 2006, su delega del Consorzio del comuni costituenti il bacino BA/2, costituito da una linea di biostabilizzazione, selezione meccanica, maturazione e raffinazione del materiale biostabilizzato, nonché dal V lotto di discarica. Il nuovo impianto è destinato al trattamento di circa 400 tonnellate al giorno di Rifiuti Solidi Urbani residuali da Raccolta Differenziata nei comuni della provincia di Bari (raccolti direttamente da Daneco per il Comune di Giovinazzo e proveniente da conferimenti di terzi per gli altri comuni della provincia) e per un quantitativo pari a circa 180 t/g di Rifiuto Biostabilizzato da Discarica proveniente dall’impianto complesso di Bari AMIU. L’impianto produrrà Frazione Secca Combustibile utilizzata per la produzione di CDR o avviata direttamente a recupero energetico e Rifiuto Biostabilizzato Maturo utilizzato come materiale per recuperi ambientali. Le principali sezioni impiantistiche sono: ACCETTAZIONE E PESATURA MEZZI RICEZIONE E PRETRATTAMENTO RIFIUTO SOLIDO URBANO BIOSTABILIZZAZIONE Il reparto di biostabilizzazione è costituito da diciotto biocelle, dimensionate ciascuna per contenere un quantitativo di materiale pari al conferimento giornaliero. Ciascuna biocella è isolata dalle altre e dal corridoio di movimentazione, per mezzo di un portone a scorrimento, così da limitare la dispersione di odori. L’alimentazione delle biocelle avviene in maniera automatica, mediante trasportatore a nastro, senza l’ausilio di operatori, mentre lo scarico delle biocelle è realizzato con mezzo gommato. Il reparto è dotato di aerazione forzata. Il pavimento delle biocelle è realizzato con tecnologia Biomoduli®, elementi modulari autoportanti dotati di diffusori, adatti per la realizzazione di pavimenti forati di distribuzione dell’aria. L’aerazione del materiale è consentita da un plenum in muratura, al quale sono fissati i tubi di collegamento al ventilatore di insufflazione, che opera anche l’aspirazione dalla biocella ottenendo il ricircolo dell’aria insufflata. La raccolta dei percolati avviene per gravità, scorrendo sul piano di posa dei biomoduli. Il processo di biostabilizzazione degli impianti Daneco garantisce il raggiungimento dell’INDICE DI RESPIRAZIONE DINAMICO pari o inferiore a 800 mg O2/kg SV per h. SELEZIONE MECCANICA E PRODUZIONE FRAZIONE SECCA COMBUSTIBILE La selezione meccanica è costituita da un vaglio a tamburo rotante, che seleziona il rifiuto stabilizzato in ingresso in sopravaglio, costituente la frazione secca combustibile (FSC) da inviare a riduzione volumetrica, e quindi a filmatura, e sottovaglio, costituito per lo più da frazione organica stabilizzata, inerti e vetro, costituente il rifiuto biostabilizzato da discarica (RBD), da inviare alla maturazione. Su entrambi i flussi operano i separatori del ferro, mentre sul flusso di sopravaglio opera anche il separatore dell’alluminio. La FSC prodotta sarà avviata a recupero energetico. RICEZIONE RBD RIFIUTO BIOSTABILIZZATO DA DISCARICA PROVENIENTE DA AMIU BARI MATURAZIONE Il reparto di maturazione è costituito da due edifici prefabbricati adiacenti, all’interno dei quali scorrono in senso longitudinale le gru a ponte per il rivoltamento e la traslazione del materiale processato nonché lo scarico dell’RBM a fine trattamento. A servizio dei bacini di maturazione sono installati i ventilatori per l’insufflazione del materiale attraverso il sistema Biomoduli®. Il processo di maturazione degli impianti Daneco garantisce il raggiungimento dell’INDICE DI RESPIRAZIONE DINAMICO pari o inferiore a 400 mg O2/kg SV per h. RAFFINAZIONE - RBM Il reparto di raffinazione zione opera per mezzo di un vaglio stellare che sep separa dall’RBM una (FSC) di piccola pezzatura, da indirizzare zzare alla riduzione volumetrica mentre il sottovaglio, costi costituito dalla frazione organica e inerte, viene inviato ato alle tavole densimetriche, per la separazione del vetro e lla raffinazione finale del prodotto. PRESIDI AMBIE ENTALI Emissioni aerifor ormi Ogni edificio è dotato di sistema di aspirazione diffusa delle arie che sono inviate ai biofi biofiltri, posti in copertura dell’edificio io di biostabilizzazione e maturazione. Tutti i reparti di lavorazione sono caratterizzati da un numero di ricambi ambi orari pari a 2. I biofiltri assicurano un abbattimento del 96% sui volu volumi di aria trattati. Gestione deii reflui La vasca di prima pioggia è stata opportunamente dimensionata mentre l’acqua meteor meteorica di seconda pioggia viene inviataa a una serie di serbatoi interrati, per l’irrigazione del verde ornamentale. I percolati sono convogliati all’impianto pianto di trattamento, che ne rende possibile il riutilizzo per l’antincendio e per uso industriale. Contenimento to del rumore ru Gli interventi di mitigazione acustica adottati sono in grado di limitare il livello di press pressione sonora affinché sia inferiore a 877 dB nelle zone di lavoro del personale di conduzione. Il livello di emissio emissione acustica in corrispondenza del perimetro recintato dell’impianto non supera i 65 dB (A). Mitigazione ambientale ale Per tutti gli edifici prefabbricati sono adottate soluzioni strutturali di pregio. Per le aree non interessate dall’ingombro dei manufatti e dagli edifici è prevista la messa a dimora di ulivi già presenti nell’area. LA DISCARICA La discarica, situata in una ex cava dismessa, ha un ruolo decisamente marginale. E’ allestita secondo le prescrizioni del D. Lgs. 36/2003, realizzando apposita impermeabilizzazione del catino di fondo e delle sponde. Tutto il materiale rinveniente dalle attività di rimodellamento e risagomatura della cava è riutilizzato nell’ambito del cantiere, per attività di realizzazione del sottofondo dell’impianto di selezione e biostabilizzazione e per le opere di viabilità interna. La discarica è dotata di rete di captazione del percolato e di impianto di captazione del biogas. Il pacchetto di chiusura proposto garantisce l’isolamento della discarica tenendo in adeguata considerazione gli assestamenti previsti ed il perfetto recupero ambientale dell’area. Sede legale - Milano via G. Bensi, 12/5 - tel. 02 4831211 - www.danecoimpianti.it - Sede Area Puglia - Giovinazzo (BA) - via De Turcolis 52 - tel. 080 3948893 - fax 080 3948102