“tutte le nostre energie vengono spese allo scopo di ottenere quello

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“tutte le nostre energie vengono spese allo scopo di ottenere quello
“tutte le nostre energie vengono spese allo scopo di ottenere quello che desideriamo, e la maggior parte
degli individui non mettono mai in discussione il presupposto di questa attività, il sapere, cioè, quel che
davvero vogliono…
…la verità è che l’uomo moderno vive nell’illusione di sapere ciò che vuole, mentre in realtà vuol quel che
ci si aspetta che voglia.
Per accettare questo è necessario rendersi conto che sapere quel che davvero si vuole non è relativamente
facile, come crede la maggior parte delle persone, ma è uno dei problemi più difficili che gli esseri umani
debbano risolvere.
…la perdita dell’io ha aumentato la necessità di conformarsi…
Rinunciare alla spontaneità e all’individualità significa soffocare la vita.
L’uomo moderno è affamato di vita.”
FUGA DALLA LIBERTA', Eric Fromm, Arnoldo Mondatori Editore, pag. 198 e seguenti, 1994
“Riteniamo che sia possibile dare una risposta positiva, che il processo di sviluppo della libertà non
costituisca un circolo vizioso, e che l’uomo possa essere libero eppure non solo, capace di critica eppure
non oppresso da dubbi, indipendente eppure parte integrante dell’umanità. L’uomo può raggiungere
questa libertà conoscendo se stesso, essendo se stesso…
Noi riteniamo che la realizzazione dell’io si compia non solo per mezzo di un atto intellettuale, ma anche
mediante la realizzazione della personalità totale dell’uomo, per effetto dell’espressione attiva delle sue
possibilità emotive e intellettuali. Queste possibilità sono presenti in tutti; diventano reali solo nella misura
in cui vengono espresse. In altre parole, la libertà positiva consiste nell’attività spontanea della personalità
totale…
L’attività spontanea non è l’attività coatta, alla quale l’individuo è spinto dall’isolamento e dall’impotenza;
non è l’attività dell’automa, che è assimilazione acritica di modelli suggeriti dall’esterno. L’attività
spontanea è libera attività dell’io e implica, psicologicamente, quello che la radice latina della parola,
sponte, significa letteralmente: di propria libera volontà. Per attività non intendiamo il “far qualcosa”, ma
quell’attività creativa che può operare nelle proprie esperienza emotive, intellettuali e sensuali, e anche
nella propria volontà. Un presupposto di questa spontaneità è l’accettazione della personalità totale, e
l’eliminazione della spaccatura tra “ragione” e “natura”; infatti solo se l’uomo non reprime parti essenziali
del proprio essere, solo se è diventato trasparente a se stesso, e solo se le diverse sfere della vita hanno
raggiunto una fondamentale integrazione, è possibile l’attività spontanea…
L’attività spontanea è il solo modo in cui l’uomo può superare il terrore della solitudine senza sacrificare
l’integrità del suo essere; infatti nella realizzazione spontanea dell’io l’uomo si riunisce al mondo: all’uomo,
alla natura e a se stesso.
L’amore è la principale componente di tale spontaneità, non l’amore come dissoluzione dell’io in un’altra
persona, non l’amore come possesso di un’altra persona, ma l’amore come affermazione spontanea degli
altri, come unione dell’individuo con gli altri sulla base della conservazione dell’io individuale..
In ogni attività spontanea l’individuo abbraccia il mondo.”
FUGA DALLA LIBERTA’, Eric Fromm, Arnoldo Mondatori Editore, pag. 201 e seguenti, 1994.
“E’ difficile credere
cosa rende
cosi semplice e dolce
la mia vita.
E’ difficile sentire
il fuoco caldo
del mio giovane cuore
e credere
che queste dolci parole
non siano frutto
di una piacevole illusione.
Sono io, un uomo,
io.
E l’illusione?
Niente può più illudermi
se non la mia vita stessa.
Perché non illudermi allora?”
Luigi Bello
“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo
tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a
molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e sapere riconoscere chi e che
cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio.”
LE CITTA’ INVISIBILI, Italo Calvino, Arnoldo Mondatori Editore, pag 164,1993.
“L’educazione a percepire la bellezza e l’armonia, a riconoscere le disarmonie dei sistemi malati e a
rifiutare l’indottrinamento è certamente un metodo efficace per contrastare la crescente disumanizzazione
della civiltà occidentale… La grande armonia della creazione vivente include necessariamente un gran
numero di dissonanza, che il nostro orecchio è abituato a “non udire”, che noi cerchiamo di rimuovere nel
senso psicoanalitico della parola, cioè di allontanare dalla nostra coscienza.”
Il declino dell’uomo,Konrad Lorenz, Arnoldo Mondatori Editore, pag.211, 1987.
“La città che possiamo prevedere sull’analisi condotta è una città che non elimini la storia dell’uomo, che
recuperi i valori del passato e li ponga in una nuova relazione – più ricca e più complessa – con i valori
possibili del futuro, che garantisca le possibilità e i vantaggi della vita urbana, in particolare la molteplicità
delle scelte, alla totalità dei cittadini.
Non ignorare l’ “esperienza” che è stata accumulata in quasi due secoli nella città capitalistica significa
proprio questo: accettare la rottura della forma urbana come forma fisicamente riconoscibile in quanto
realizzata entro un disegno costante e unitario per mettere a punto una identificazione della forma urbana
di tipo diverso, perché organizzata intorno a una diversa gerarchia delle destinazioni d’uso delle città e del
territorio.”
Origini e sviluppo della città moderna, Carlo Aymonino, Saggi Marsilio, pag. 98 e seguenti, 1993.
“La città non è soltanto un oggetto o uno strumento, il mezzo per compiere certe funzioni vitali; è
ugualmente un quadro di relazioni intercoscienziali, il luogo di un’attività che impiega sistemi di segni ben
più complessi ...”
“Nessuno può sapere oggi quale sarà la città di domani. Forse essa perderà parte della ricchezza semantica
che ebbe in passato…ammettiamo tuttavia che sussista una realtà paragonabile a quella che oggi
chiamiamo città; è solo sul piano dell’utilizzazione che sarà possibile il confronto. Il fatto che il nuovo
linguaggio –vocabolario, sintassi- avrà dovuto essere costruito coscientemente e deliberatamente, influirà
sul suo significato: rischia di abolire l’illusione tradizionale che ci farà apparire le strutture urbane come dati
di natura. E conoscere l’artificialità del sistema obbligherà l’abitante ad intrattenere con esso un rapporto
di secondo grado. Anche se la città del futuro sarà perfettamente funzionale, anche se si adatterà alle
nuove condizioni di vita come le città medioevali lo furono per le esigenze della loro epoca, esso conserverà
il suo valore semiologico solo con la convivenza dei suoi abitanti, il loro gioco e la loro astuzia.”
LA CITTA’. UTOPIE E REALTA’, Francoise Choay, Giulio Einaudi Editore, pag. 76 e seguenti, 1973.
“.. per usare la formulazione di Macchiavelli, l’egoismo è la più potente forza motrice dei comportamenti
umani, il desiderio del vantaggio personale è più forte di tutte le considerazioni morali.. l’assunto implicito
nel pensiero di Lutero e di Calvino, e anche in quello di Kant e Freud, è che l’egoismo equivale all’amore di
sé. Amare gli altri è una virtù, amare se stessi è un peccato. Inoltre l’amore per gli altri e l’amore per se
stessi si escludono a vicenda…
…il sentimento di isolamento e di impotenza nell’uomo moderno viene ancora più acuito dal carattere che
hanno assunto tutti i suoi rapporti umani. Il concreto rapporto di un individuo con un altro ha perduto il suo
carattere diretto e umano e ha acquistato un carattere di manipolazione e strumentalità. Le leggi del
mercato dominano tutti i rapporti sociali e personali…
..Non solo i rapporti economici tra gli uomini, ma anche i rapporti personali hanno questo carattere di
alienazione, invece di rapporti tra esseri umani, essi assumono il carattere di rapporti tra cose. Ma forse il
caso più importante e rovinoso, in cui si manifesta questo spirito di strumentalità e alienazione, è il
rapporto dell’individuo con se stesso…
FUGA o LIBERTA’
“Una volta che i legami primari che davano sicurezza all’individuo siano stati recisi, una volta che egli abbia
cominciato a vedere il mondo esterno come un’entità completamente separata, può scegliere, se vuole
superare l’intollerabile stato di impotenza e solitudine, tra due vie. Per una via può progredire alla “libertà
positiva”; può mettersi in rapporto con il mondo spontaneamente con l’amore e il lavoro, con l’espressione
genuina delle sue facoltà emotive, sensuali e intellettuali; può così ritrovare di nuovo l’unità con l’uomo, la
natura e se stesso, senza rinunciare all’indipendenza e all’integrità della propria personalità. L’altra via che
gli si è aperta è di ritirarsi, di rinunciare alla sua libertà, e di cercare di superare la sua solitudine eliminando
il vuoto che si è formato tra il suo essere e il mondo.”
FUGA DALLA LIBERTA’, Eric Fromm, Arnoldo Mondatori Editore, pag. 97 e seguenti, 1994.
“E conoscessi il mondo, che cos’è, che lo connette nell’intimo”
FAUST, Goethe
“Nel momento in cui abbiamo compreso che i sentimenti e le emozioni sono comunicazioni su una realtà
interna ed esterna esattamente come i risultati dell’attività di misurazione, muta la nostra visione del
rapporto fra l’inconoscibile e il conoscibile. Ma soprattutto muta la nostra immagine di noi stessi, dell’uomo
stesso…. Se ci rendiamo conto di essere tutti interi di questo mondo, noi comprenderemo che di questo
mondo portiamo tutta intera la responsabilità…
…l’uomo è soltanto un effimero anello della catena delle forme viventi. Ci sono buone ragioni per pensare
che egli sia soltanto un gradino nella scala che porterà a un essere realmente umano. Se non altro è
possibile sperarlo.”
Il declino dell’uomo, Konrad Lorenz, Arnoldo Mondatori Editore, pag.228, 1987.
“Ho deciso di perdermi nel mondo.. anche se sprofondo..
lascio che le cose mi portino altrove, non importa dove..
…svincolarsi dalla convinzioni..dalle cose..dalle posizioni”
Da - Morgan “ALTROVE”
“Un esempio di cortina fumogena è l’affermazione secondo cui i problemi sono troppo complicati perché
la persona media possa afferrarli. Al contrario sembrerebbe che molte delle questioni di fondo della vita
individuale e sociale siano semplicissime, così semplici, in realtà, che tutti dovrebbero essere tenuti a
capirle. Il farle apparire così enormemente complicate che solo uno “specialista” può comprenderle –
anche lui, solo nel suo campo specifico di competenza –tende in realtà- e spesso intende- scoraggiare la
fiducia delle persone nella propria capacità di riflettere sui problemi che davvero contano. Il risultato di
questo tipo di influenza è duplice: uno è lo scetticismo e il cinismo nei confronti di tutto quello che vien
detto o stampato, e l’altro è l’infantile fiducia in tutto ciò che viene detto con autorità. Questa
combinazione di cinismo e ingenuità è assai tipica dell’individuo moderno. La sua conseguenza ultima è
quella di scoraggiarlo dal pensare e decidere autonomamente.”
FUGA DALLA LIBERTA’, Eric Fromm, Arnoldo Mondatori Editore, pag. 196 e seguenti,1994.