Spiritualità in carne e ossa
Transcript
Spiritualità in carne e ossa
Spiritualità in carne e ossa Quando si parla di “spiritualità coniugale e familiare” si rischia non di rado di farlo in maniera vaga, evanescente, disincarnata... Da qui la scelta del titolo attorno al quale verranno sviluppati i contenuti essenziali della tematica, quasi a voler rimarcare la necessità, se non l’urgenza, di una riscoperta della “identità” concreta e reale della spiritualità coniugale. Non si dimentichi che la mossa vincente dello Spirito è stata quella dell’Incarnazione... Quando si parla di spiritualità, il pensiero corre immediatamente alla necessità della preghiera, cosa giustissima e sacrosanta, ma non si dimentichi al riguardo questa paradossale (piaceva tantissimo a Gesù l’uso del linguaggio paradossale...) considerazione: “Ogni incontro con Dio è preghiera, ma non ogni preghiera è incontro con Dio”. Nelle due riflessioni che si proporranno si cercherà di evidenziare in maniera concreta le caratteristiche principali di una spiritualità “incarnata” e di passare in rassegna i “comportamenti” concreti e visibili propri della spiritualità coniugale: 1. Per una spiritualità in carne e ossa fatta di trasparenza, tolleranza, tenerezza. 2. “I doni dello Spirito sono comandamento di vita” (FC 19): come vivere nella quotidianità questo suggerimento spirituale? CHE FRUTTI BUONI E GUSTOSl... I “frutti” maturati sugli alberi e sulle piante sono visibili e sono destinati al nutrimento. Anche i “comportamenti” delle persone sono visibili e, paragonati ai frutti, costituiscono il nutrimento delle umane relazioni. San Paolo parla di “frutti” o “doni” dello Spirito... ma, come i frutti maturano a condizione che le piante siano ben radicate nel terreno e ben coltivate, così avviene per i frutti dello Spirito che maturano a condizione che l’anima sia ben piantata e radicata in Dio. I nove frutti dello Spirito dovrebbero di conseguenza caratterizzare i “comportamenti” da adottare nelle relazioni In famiglia e fuori. Come avrà modo di affermare la Familiaris Consortio (n.19 - 1981): “I doni dello Spirito sono comandamento di vita”. Eccoli in sintesi con spunti applicativi: AMORE (preferisco riceverlo o so anche darIo... senza farlo troppo pesare?) GIOIA (riesco a tradurre in sorriso - visibile - I'amore che dico di avere?) PACE (cerco di essere persona di pace per evitare le guerriglie quotidiane?) PAZIENZA (so attendere i tempi di Dio senza bruciarmi in nervosismi e pretese?) BENEVOLENZA (so volere il bene degli altri - e anche il mio - senza strafare?) BONTÀ (so vivere “buone relazioni” evitando lamentele, giudizi, sospiri?) FEDELTÀ (so mantenere le promesse fatte, quali che siano, costi quel che costi?) MITEZZA (come la metto con arroganza, prepotenza, presunzione nell’agire?) DOMINIO DI SÉ (so tenere in armonia corpo e spirito moderando gli impulsi?) È curioso ricordare che anche i VIZI CAPITALI erano inizialmente in numero di 9, ridotti poi a 7: superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia... a cui aggiungere “menzogna” e “paura”. Da ricordare che rimane comunque I’invidia il peccato principe, così come afferma San Paolo riprendendo la Sapienza: “Per invidia del diavolo è entrato il male nel mondo”. Gigi e Maria Avanti