Baghonchi - CTM Cagliari
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Baghonchi - CTM Cagliari
Autore: Sergio Mossa Titolo : Baghonchi Possibile o no comportava un rischio calcolato. La marmellata di cotogne fatta in casa era alla portata. Bastava salire su una sedia, sollevarsi un po’ sulle punte come fanno le ballerine, allungare un braccio e distendere la mano per afferrare il barattolo, mentre l'altro braccio si ancorava saldamente alla credenza. Il resto veniva da se. Sembrava un'operazione di semplice esecuzione e di sicuro successo. Ma .... quella testa troppo grande e pesante era difficile da gestire. - Che fai Mino? Sento troppo silenzio - Niente mamma .... Guardo la tv A superficie maggiore corrisponde maggior esposizione ed estensione spaziale. La fisica non aiuta in certi casi. Anzi complica gli spostamenti con una più complessa proiezione vettoriale. Al punto che, nel momento in cui la massima estensione dell'arto coincideva alla minima condizione di equilibrio, bastò un'impercettibile movimento della testa per pregiudicare la stabilità di quel corpo ad essa connesso. "Sbraam" si percepì scomposto e rovinoso nel silenzio di quell'ultimo pensiero che pianificò la sconsiderata missione. Così un attimo appresso si ritrovò sul pavimento dolorante e gambe all'aria. Essere Bagonchi aveva i suoi pro e i suoi contro. Quando correva per i campi con quelle gambette corte e le braccine penzolanti, ad esempio, il suo goffo caracollare lo rendeva simile ad una papera che ondeggiava sotto sopra col sedere all'in su e quando si fermava barcollava ancora come appena sceso da una giostra in movimento. Quando poi andava dal barbiere per il normale taglio dei capelli, era l'unico bambino del quartiere a pagare più degli altri. "Mussiapilusu", il barbiere di fiducia di una torba di ragazzini senza casa e senza meta, sempre in giro per la strada, così chiamato per via degli evidenti buchi che lasciava nelle capigliature dei malcapitati, sosteneva che a maggiore superficie cranica corrispondeva maggior numero di capelli da tagliare, quindi maggior impiego di tempo che comportava un lavoro extra. Per questo la cifra era maggiorata del 10%. - D’altronde …. - Diceva - …. anche gli immobili si valutano al metro quadro lineare come il lavoro nei campi o il taglio dei tessuti. Perché quindi non le teste, da rasare o riassettare Ma essere Bagonchi aveva anche dei vantaggi, evidenti e manifesti. I bambini volevano giocare solo con lui e si divertivano a intrecciare trame di giochi avventurosi e avvincenti. A guardie e ladri, al dottore, a mamma e papà .... e perfino al circo …. era il più richiesto per essere il ladro, il paziente, il figlio birichino o il nanetto sbarazzino e impertinente. Il giorno di un nero inverno imbiancato dal candore della neve precipitata abbondante in tutta la città per tre ininterrotti lunghi giorni, Bagonchi incastrò la sua zucca, tra naso e occhi, nel girocollo di un maglione, che per liberarla dall'incomodo pasticcio fu necessario tagliarlo con le forbici, senza verso alcuno di aggirare il problema in altro modo. - Adesso rimarrai così finché il caldo dell'estate non dilaterà i lembi del maglione .... sempre che non si dilati anche la testa - disse ilare il padre che in quanto a testa si poteva supporre senza smentita da chi Bagonchi avesse ereditato l'ingombrante genoma estetico. - Cosa farai da grande? - gli chiedevano gli idioti e i curiosi. E lui di rimando deciso e sicuro: - La pubblicità in televisione Lo chiamavano: - .... Bagonchi!! - con scherno o con affetto e lui si girava. Era diventato quello il suo nome. Cucito indosso da non poterlo rinnegare. Che strana usanza quella dei soprannomi. Più sono caustici e sgraziati, più sono lividi e veritieri. Quasi ad assecondare una parvenza di realtà troppo difficile da descrivere in altro modo. "Quello sono io .... E nessun altro" pensava di quel nomignolo e di se, da non poterne fare a meno. Che strano destino dal volto smarrito e disgraziato chi lo porta. Simile ad una fiera condanna portata con orgoglio e immedesimazione. Quasi una triste metafora della vita molto più simile a una virtù .... A una vittoria ai punti. A un'affermazione di successo che forma e tempra la persona così a fondo e a forza da non doverne più soffrire se non per essere chiamato col suo vero nome dagli sconosciuti. Da chi non conosce i suoi pregi, le sue capaci inclinazioni e le migliori vocazioni. Il disegno ad esempio. Qualcuno diceva che meglio di lui a memoria di quartiere non ci fosse nessuno. E a pensarci neanche oltre, tra le oriunde conoscenze di città e dei paesi intorno. Ci fu persino chi gli disse di somigliare ad un famoso artista della storia e lo battezzò come il Michelangelo nostrano. Non tutti nascono con i capelli lisci e il naso dritto. A volte neppure con la virtù nel sangue. Ma in questo caso .... Passava notti insonni a pensare che questo suo "difetto" forse poteva trasformarsi in "pregio", da rendersene conto pure chi anche distratto non avrebbe che potuto confermare. Poi di sasso prendeva sonno. Quando crebbe .... non sapeva limitarsi. Esagerava. - Esagerato - gli disse un vicino quando gli permisero di realizzare nella palazzina a ridosso della via principale, un murales. Ma lui impreziosì tutta la facciata da guardare adesso con ammirazione. - Chi lo fa merita più di chi lo è e non lo fa! - Si crogiolava il testone dicendo .... e poi .... - Chi merita? .... Chi vuole o sa esserlo davvero …. quello che vorrebbe! rispondeva a chi chiedeva spiegazioni di rimando. Adesso Bagonchi ha un fregio davanti al suo nome in una targa all'ingresso di un'elegante studio presso un ricco palazzo Liberty del centro. Può sembrare importante. Fuori per la strada campeggia un grande manifesto con la sua foto: "La vostra immagine? .... Affidatela a chi ha testa per i vostri migliori lavori" Dentro c'e un'altra targa che recita questo adagio: "Bagonchi di testa e di cuore .... Ma sopratutto di professione" E poi di seguito, in piccolo: "Non dimenticate di ritirare la fattura prima di uscire .... Grazie."