Riflessioni di copertina

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Riflessioni di copertina
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Down by the Salley gardens my love and I did meet;
She passed the Salley gardens with her little snow-white feet.
She bid me take love easy, as the leaves grow on the tree;
But I, being young and foolish, with her I did not agree.
In a field by the river my love and I did stand,
And on my leaning shoulder she placed her snow-white hand.
She bid me take life easy, as the grass grows on the hills;
But I was young and foolish, and now am full of tears.
William Butler Yeats, 1889
I versi della poesia di Yeats sono presenti in filigrana dietro
alla pittura. Parole, sillabe, singole lettere emergono come un
canto lontano portato dal vento attraverso lo stormire delle
foglie.
Ida Harm riesce a fondere poesia, arte e natura in immagini
esteticamente rassicuranti che sembrano riaffiorare dai nostri
ricordi. Pomeriggi estivi passati a leggere all’ombra di un
grande albero, cullati da un dolce torpore; l’erba fresca sotto
i nostri piedi arabescata da chiazze di chiaroscuro, il baluginare della luce del sole che a tratti illumina le pagine del libro.
Facendo tesoro dell’esperienza impressionista, Ida Harm
dipinge a piccoli tocchi e con pennellate puntuali; le figure,
prive di contorni, sembrano liquefarsi una nell’altra ed emergono per puro contrasto cromatico; i colori non sono reali
ma realistici, traducendo sulla tela l’impressione della realtà
così come “appare” ai nostri occhi e non come “è” in modo
oggettivo.
Al centro della scena c’è l’albero, protagonista assoluto della
pittura, a cui sovente fanno compagnia pochi segni antropici: altalene, dondoli e panchine quasi a simboleggiare i due
estremi della vita, infanzia e vecchiaia. Mentre la nostra vita
corre velocemente da un estremo all’altro, quella dell’albero
disegna una parabola ampia che abbraccia più generazioni
unificandole sotto la sua silenziosa presenza di metafora
viva.
La figura umana, iconograficamente assente, si percepisce
nei dettagli; i rari oggetti e l’aspetto curato e non selvaggio
della vegetazione alludono a una natura familiare e accogliente come quella dei boschi e delle campagne poco fuori
città.
L’albero rappresenta la perfetta armonizzazione tra maschile
e femminile, forza e delicatezza.
Un antico proverbio del Congo recita: “Le radici non sanno
ciò che si propongono di fare le foglie”. Gli alberi di Ida Harm
hanno radici che affondano nel terreno e chiome ampie e
rigogliose come individui saldamente ancorati alla propria
storia personale, agli affetti, alle esperienze vissute, ma con
in testa un turbinio di sogni, idee, possibilità.
Coevo alla poesia di Yeats, che ha ispirato all’artista l’opera
presentata in copertina, è un passo di Karl Marx nel secondo libro del Capitale: “Lo sviluppo della civiltà e dell’industria
in generale si è sempre mostrato così attivo nella distruzione
dei boschi, che, al paragone, tutto ciò che essa fa invece per
la loro conservazione e produzione è una grandezza assolutamente infinitesimale” (1885).
Nell’Anno Internazionale delle Foreste la celebrazione che
Ida Harm dedica agli alberi sembra quasi una sorta di moni-
Ida Harm, Sally Gardens, 2011,
tecniche miste su tela, cm 150 × 100
Pittrice e fotografa autodidatta, Ida Harm nasce a Venezia
nel 1977. Attualmente vive e lavora a Padova.
Dopo una laurea umanistica a pieni voti e diverse esperienze all’estero, si avvicina al mondo dell’arte figurativa
frequentando molti studi di artisti e corsi promossi da
docenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia dove
apprende l’uso di tecniche pittoriche naturali e antiche su
studi dal vero.
Si apre un periodo proficuo in cui partecipa con successo
a concorsi e fiere nazionali e internazionali di arte (Vienna,
Innsbruck, Bolzano, Stoccarda, Padova, Brescia, Reggio
Emilia, Pordenone, Cremona...).
Tra il 2005 e il 2011 lavora negli Stati Uniti e inizia una
stretta collaborazione con la galleria Questarte di Venezia,
tuttora in corso, che le consente di promuovere le sue
opere attraverso mostre personali e numerose fiere d’arte.
A partire dal 2007 affianca all’attività di pittrice quella di
fotografa.
Espone in diverse personali dedicate al tema degli Alberi
e delle Foreste. Il 2011, Anno Internazionale delle Foreste,
costituisce per “l’artista degli alberi”, un periodo di intenso lavoro con numerose mostre ed eventi e con l’uscita
del suo nuovo sito web (www.idaharm.com).
Tra le mostre più recenti segnaliamo: Trees, Gardens,
Forests (personale), Galleria il Rustico, Rosolina (RO) (settembre 2011); Alberi, Boschi, Foreste (collettiva), Galleria
Civica di Brunico-Casa Seebock, Brunico-BZ (agosto
2011); Alberi (personale), spazio espositivo CremonaBooks, Cremona (aprile 2011); Celebrating trees through
art (personale), Galleria Civica di Brunico-Casa Seebock,
Brunico-BZ (agosto 2010).
Ida Harm è un nome d’arte composto dall’accostamento
dei nomi delle due nonne dell’artista, radici femminili della
sua famiglia.
to, soprattutto se accompagnata dalle parole del filosofo
tedesco, al rispetto e alla tutela del patrimonio di risorse e
ricchezze costituito dagli alberi.
In molte culture dell’Africa l’albero è simbolo di nascita e,
per gli Swahili, la vita dell’albero e quella del bambino per il
quale viene piantato restano legate per sempre. Questa
pratica ricorda l’usanza ebraica in epoca talmudica che
consisteva nel piantare un cedro alla nascita di un
maschietto e un pino alla nascita di una bambina; quando
si sposavano, i sostegni della Khuppah (baldacchino nuziale) erano formati dai rami di questi alberi; ancora oggi molti
ebrei usano far piantare un albero in Israele alla nascita del
proprio figlio.
Infine ritengo significativo ricordare che in Italia esiste una
legge, la 113 del 29 gennaio 1992, che prescrive ai Comuni
di piantare un albero per ogni neonato.
Veronica Liotti