OGM - Riviste
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OGM - Riviste
(1) La produzione e diffusione di piante geneticamente modificate (2) di interesse agronomico e lutilizzo da parte dei consumatori della filiera agroalimentare suscita nellambito della ricerca e della società civile un dibattito continuo ed acceso, che trova la sua ragione dessere nelle limitate conoscenze dei potenziali effetti della loro diffusione nellambiente e sulla salute umana. In Italia, la coltivazione in campo di OGM è proibita, se non a scopo sperimentale, e comunque, in aree confinate e opportunamente individuate tramite specifiche autorizzazioni. Le attenzioni poste dal nostro Paese al settore primario si estendono anche alle attività a valle: dalla trasformazione fino alla distribuzione. La possibilità di contaminazione da OGM degli alimenti ad uso umano o zootecnico o delle sementi destinabili alla coltivazione, deve essere chiaramente riconoscibile. Per gli alimenti, alcune catene della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) si sono trovate a dover individuare e distinguere sullo scaffale, in maniera inoppugnabile, i prodotti OGM dai prodotti NON OGM ed a fornire ampie garanzie di rintracciabilità delle materie prime e complementari e dei processi di produzione coinvolti, facendo ricorso allo strumento del- n di ERICA CANDIOLI, GIAN ANTONIO BATTISTEL AQA - Agenzia per la Garanzia della Qualità in Agricoltura S. Michele allAdige (TN) la certificazione, supportata da robuste analisi sui prodotti coinvolti. La coltivazione di OGM Ma qual è la dimensione del fenomeno OGM, tenuto conto che negli ultimi anni sono state ottenute nel mondo numerose piante geneticamente modificate, tra cui: mais, soia, colza, tabacco, cotone, patata, pomodoro, barbabietola da zucchero e riso? Le ultime statistiche pubblicate ISAAA (1) stimano, al 2001, in circa 53 milioni di ettari le coltivazioni ufficiali (3) OGM, con un incremento, rispetto al 2000 di 8,4 milioni di ettari. La produzione risulta relativamente alla superficie coltivata: concentrata in quattro Paesi - 68% in USA, 22% in Argentina, 6% in Canada e 3% in Cina - per un totale pari al 99%; ✔ dedicata principalmente a quattro tipi di colture: 63% soia, 19% mais, 13% cotone e 5% colza; ✔ con caratteristica del tipo (4) resistente ad erbicida per il 77% (soia, mais, cotone). Ciò evidenzia come i Paesi europei abbiano un ruolo totalmente marginale nella coltivazioni transgeniche; relativamente allUE, ciò è spiegabile principalmente con le preoccupazioni espresse dai cittadini europei nei confronti degli OGM presenti negli alimenti, le quali sono perfettamente riflesse in una legislazione comunitaria molto restrittiva. ✔ TERRA TRENTINA Premessa RICERCA/ALIMENTI OGM Scienza e tecnica al servizio del consumatore 35 RICERCA/ALIMENTI OGM I cittadini europei e gli OGM negli alimenti Lultima indagine ufficiale sulla percezione pubblica degli OGM nellUE condotta tra novembre e dicembre 1999 e pubblicata nel 2000 in Eurobarometro (5) evidenziava nellUE (2): ✔ un aumento - tra il 1996 ed il 1999 - degli oppositori ai prodotti alimentari GM: dal 39% al 53% (in Italia dal 39% al 51%); ✔ scarsa credibilità delle fonti di informazione governative in quanto ritenute allineate con le industrie nella promozione dei prodotti GM; ✔ uninsufficiente informazione diretta ai consumatori. Segnatamente questultimo aspetto sembrava celare una sorta di diffidenza nonostante la ferrea legislazione nel frattempo pubblicata nei confronti di prodotti etichettati come non contenenti OGM o non derivanti da OGM, delle modalità per rintracciare la casualità o accidentalità di eventuali contaminazioni e dellaffidabilità metodiche analitiche impiegate. TERRA TRENTINA Legislazione comunitaria tra autorizzazioni ed obblighi di etichettatura e rintracciabilità di alimenti OGM 36 Ne consegue che, a differenza di quanto accade in altri Paesi, il dibattito sugli OGM nellUE è fortemente influenzato dai consumatori che richiedono chiarezza e trasparenza, non solo sul prodotto in sé, ma anche sui processi di trasformazione correlati. Lattuale legislazione comunitaria risulta permeata dal principio di precauzione (3), secondo il quale in mancanza di assolute certezze dellassenza di effetti avversi sono necessarie disposizioni che permettano di prevenire rischi inaccettabili per la salute umana e per lambiente. A partire dal 2000, lUE ha cominciato a dare attuazione al Libro Bianco sulla Sicurezza Alimentare (4) relativamente a tutte le misure prioritarie previste dal relativo Piano dAzione. Lintento dellUE di definire uninterazione tra disposizioni orizzontali e settoriali sembra favorire un quadro legislativo di riferimento coerente ed omogeneo. Lautorizzazione alla commercializzazione di prodotti contenenti o composti da OGM e utilizzati come alimenti - è regolamentata dalla Direttiva 2001/18/CE che entrerà in vigore il 17 ottobre 2002, abrogando la Direttiva 90/220/CEE sulla base della quale sono stati autorizzati 10 prodotti GM - 4 tipi di mais, 4 di colza, 1 di soia e 1 di cicoria (6). I Regolamenti (CE) 257/97 e (CE) 1139/98 - e successive modifiche: Reg. (CE) 49/2000 e (CE) 50/2000 - e la già citata Direttiva 2001/18/CE stabiliscono elementi e limiti analitici relativi agli obblighi di etichettatura per alimenti contenenti OGM, nel caso in cui superino una soglia pari all1% (7) dei singoli ingredienti e siano presenti nel prodotto unicamente a seguito di contaminazioni accidentali (8). La casualità della presenza di elementi OGM nellali- mento deve essere comunque provata tramite la rintracciabilità, utilizzando opportuni sistemi e/o procedure (9). Al fine di ultimare gli adempimenti relativi al summenzionato Piano dAzione, la Commissione ha presentato nel luglio 2001: una proposta di Regolamento relativo agli alimenti e ai mangimi GM (5); una proposta di Regolamento concernente la rintracciabilità e letichettatura degli OGM, la rintracciabilità di prodotti alimentari e mangimi prodotti a partire da OGM, nonché recante modifica della Direttiva 2001/18/CE (6). Il contributo della normazione volontaria Al fine di facilitare lattività laboratoriale di analisi degli OGM, va sottolineato, in questo contesto, la presenza dei gruppi di lavoro dellISO International Standardization Organization - (ISO/TC 34/ WG7 GMO, dal 2000), del CEN European Committee for Standardization (CEN/TC 275/WG11 GMO, dal 1999), ma anche dellUNI Ente Italiano di Unificazione (la Commissione Alimenti e Bevande ha formato il Gruppo di Lavoro GL 4 Organismi Ge- Laboratori di prova e approccio alle analisi degli OGM Attualmente vi è ancora un carenza di metodi normalizzati in Europa, fatta eccezione per la Francia che sta pubblicando le norme relative ai me- todi di analisi degli OGM (7). Per effettuare unanalisi OGM, comunque, è possibile rivolgersi a laboratori attrezzati, che, in alcuni casi, sono riconosciuti da un Organismo di Accreditamento nazionale (SINAL); questo permette alle analisi eseguite di fornire garanzie al mercato. Molti laboratori nazionali accreditati svolgono la loro attività sulla base di metodiche per lestrazione del DNA, lidentificazione e la quantificazione degli OGM, sviluppate internamente cioè messe a punto dagli operatori del laboratorio stesso o preparate dal Centro di Ricerche dellUnione Europea (JRC) di Ispra o dal Ministero della Sanità. Tutte queste metodiche possono essere tuttavia ricondotte ad un modello generale, illustrato nello schema in Fig. 1, che indica i passaggi che devono essere effettuati per verificare se un prodotto potrà essere messo in commercio e se dovrà essere etichettato o meno. Innanzi tutto, occorre eseguire unanalisi qualitativa (screening), volta a definire solo se il campione contiene OGM. Si ricerca, infatti, la presenza o lassenza del promotore 35S (e/o del terminatore NOS), che sono sequenze regolatrici comuni alla maggior parte degli OGM, compresi quelli autorizzati al commercio in Italia (Fig. 2). In caso di risultato positivo, è quindi necessario identificare il transgene presente, verificando se è uno di quelli autorizzati al commercio; viceversa, lanalisi si arresta. Se non si riscontra nessun transgene autorizzato, lalimento è da ritenersi sicuramente illegale (è transgenico ma non ne è consentita la commercializzazione). In caso di risultato positivo, invece, è prevista la successiva quantificazione dellOGM: se i singoli ingredienti superano la percentuale dell1%, scatta lobbligo riportarne in etichetta la presenza. RICERCA/ALIMENTI OGM neticamente Modificati negli Alimenti (GMO)) che stanno definendo standard riguardanti anche il controllo di qualità dei prodotti finiti. Tali standard hanno lo scopo di definire degli appositi protocolli operativi a supporto della legislazione comunitaria e nazionale , integrandone i requisiti di principio citati in merito alle attività di campionamento e rilevamento (detection). Fig. 1: Approccio alle analisi laboratoriali degli OGM. Fig. 2: Schema della struttura di un OGM. Disegno schematico della struttura di un OGM. Nelle piante che contengono transgeni, il promotore e il terminatore molto frequentemente sono il promotore 35S del virus mosaico del cavolfiore (CaMV) e il terminatore NOS (nopalina sintasi) di Agrobacterium tumefaciens. Le metodiche laboratoriali attualmente utilizzate per lanalisi degli OGM nelle matrici alimentari, ad uso umano o zootecnico, si basano fondamentalmente su due principi: lidentificazione del segmento di DNA ricombinante (transgene) oppure il rilevamento della proteina codificata dal gene stesso (ad esempio, la molecola responsabile della resistenza agli insetti). I metodi basati sulla ricerca delle proteine codificate dai transgeni, di tipo immunologico (ad es. ELISA), si basano TERRA TRENTINA I metodi analitici 37 RICERCA/ALIMENTI OGM sullutilizzo di anticorpi specifici diretti verso queste proteine. I vantaggi di questo metodo riguardano soprattutto la rapidità di esecuzione e la presenza in commercio di kit rapidi e semplici per la determinazione anche in campo della presenza di OGM. Tuttavia, esistono alcuni problemi, tra i quali la possibilità che le proteine vengano degradate durante i procedimenti di lavorazione (es. cottura), limitando lutilizzo della tecnica solo a materie prime non lavorate. Appare preferibile quindi, rilevare direttamente la modificazione genetica a livello del DNA. Il primo passaggio consiste nellestrarre il DNA dalla matrice alimentare ingrediente o prodotto , operazione tanto più difficoltosa quanto più è complessa la matrice, in quanto leventuale presenza di polisaccaridi, lipidi, composti fenolici può compromettere lestrazione di quantità sufficienti di DNA e di qualità adeguata. La tecnica utilizzata per rilevare le modificazioni genetiche, di notevole specificità e di elevata sensibilità, è la reazione a catena della Polimerasi (PCR), che permette di amplificare (cioè di moltiplicare un altissimo numero di volte) la sequenza di DNA di cui interessa verificare la presenza, per mezzo di un enzima, la DNA Polimerasi e utilizzando uno strumento detto termociclatore. Requisito essenziale per il funzionamento della PCR, è la conoscenza esatta delloggetto dellanalisi, cioè della sequenza nucleotidica del transgene o di una sua parte. Anche la tecnica PCR presenta alcuni inconvenienti: è possibile, infatti, che se il DNA estratto non è sufficientemente purificato, alcune sostanze presenti nelle matrici alimentari complesse possono inibire lenzima DNA Polimerasi e nuocere allandamento della reazione, compromettendo il risultato finale; inoltre, negli alimenti che hanno subito trasformazione industriale, il DNA può presentarsi in quantità ridotta, danneggiato (es. lecitina di soia) e perfino non più rilevabile in prodotti raffinati (es. olio di semi di mais). È necessario, quindi effettuare sempre una prova della presenza di DNA vegetale amplificabile, predisponendo una reazione PCR che rilevi un gene endogeno della pianta in questione. TERRA TRENTINA Tab. 1: Alimenti in cui sono utilizzati mais e soia, quindi soggetti a controllo ed etichettatura. 38 Vegetale Soia Mais Semilavorato Semi di soia Farine di soia Isolati proteici di soia Lecitine di soia Olio di soia Semi di mais Farine di mais o granella Amido di mais Sciroppo di glucosio Olio di mais Prodotti alimentari Minestroni surgelati, conserve alimentari, prodotti da forno, alimenti dietetici e per l'infanzia, cioccolata, integratori dietetici, latte vegetale, gelati, prodotti dolciari Insalate, prodotti vegetali, prodotti da forno, prodotti dolciari, confetture, gelati, prodotti per l'infanzia La tecnica PCR sopra descritta, ci permette di ottenere una valutazione qualitativa del campione analizzato, in termini di presenza/assenza del promotore 35S e/o del terminatore NOS (fase di screening) o del transgene specifico (fase di identificazione). La fase successiva di quantificazione viene effettuata solitamente con la tecnica della PCR RealTime. Si utilizza uno speciale termociclatore, che registra in tempo reale un segnale di fluorescenza proporzionale al numero di copie del gene ricercato nel campione di partenza, per confronto con un campione di riferimento a titolo noto. La sensibilità strumentale di questa tecnica può arrivare allo 0,0001%, anche se questo è un valore teorico, definito per condizioni ottimali di reazione, che non sempre si verificano a causa di problemi legati al tipo di matrice alimentare e alla quantità relativa di DNA estratto. Conclusioni Appare chiaro come il quadro generale, che riguarda gli OGM, sia complesso e articolato: la legislazione si sta muovendo nellambito di controlli sempre più accurati e di regole più restrittive, gli Organismi di Normazione stanno approntando norme in grado di uniformare e validare le metodiche di analisi per gli (1) www..isaa.org/publications/briefs/Brief_24.htm (2) INRA - ECOSA (2000): The Europeans and Biotechnology. Eurobarometro 52.1. 15 March 2000. (3) COM(2000) 1 final. Bruxelles, 2.2.2000. (4) COM(1999) 719 def.. Bruxelles, 12.1.2000. (5) COM(2001) 425 def. 2001/0173 (COD). Bruxelles 25.7.2001. (6) COM(2001) 182 def.. 2001/0180 (COD). Bruxelles 25.7.2001. (7) AFNOR XP V 03-020-1 Produits alimentaires: Dètection et quantification des organismes vègètaux gènètiquement modifiès et produits dèrivès. Note (1) Larticolo riassume parte dei risultati derivanti dallattività di ricerca condotta dal Gruppo di Lavoro Normalizzazione allinterno del Progetto, denominato OSSERVA, finanziato - ai sensi dellart. 9 della L.P. n. 3 del 20 marzo 2000 e con riferimento Fondo Unico per le attività di ricerca - dalla Provincia Autonoma di Trento, il quale ha visto lAgenzia per la Garanzia della Qualità in Agricoltura coinvolta assieme allIstituto Agrario di San Michele allAdige. (2) La legislazione comunitaria vigente allart. 2 della Direttiva 2001/18/ CE - definisce OGM un organismo il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto si verifica in natura tramite laccoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale. (3) LInternational Service for the Acquisition of Agri-Biotech Application (ISAA) produce ogni anno una serie di statistiche basate sulla vendita di semi GM - sulle piante transgeniche oggetto di commercializzazione. (4) La moderna tecnologia del DNA ricombinante, infatti, permette di integrare il patrimonio genetico originale di una pianta mediante linserimento di un gene proveniente da un altro organismo, in grado di conferirle caratteristiche agronomicamente utili (ad es., resistenza ad un particolare erbicida e/o ad un determinato insetto) DPR 128/99, per gli alimenti destinati ai lattanti. (9) In assenza di una disposizione legislativa ad hoc, tale principio è sancito dallart. 18 del Reg. (CE) 178/2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce lAutorità Europea per la Sicurezza Alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare. Si rammenta che, ai sensi dellart. 65 del summenzionato Regolamento, a partire dal 1º gennaio 2005 sarà obbligatorio definire sistemi di rintracciabilità in tutte le fasi di produzione (agricoltura compresa), della trasformazione e della distribuzione. RICERCA/ALIMENTI OGM Fonti bibliografiche (5) Sondaggi simili furono condotti nel 1991 (Eurobarometro 35.1), nel 1993 (Eurobarometro 39.1) e nel 1996 (Eurobarometro 46.1). (6) In Italia, a seguito del Decreto del Presidente del Consigli dei Ministri del 4 agosto 2000, è stata sospesa cautelativamente la commercializzazione di tre dei quattro tipi di mais e di tre dei quattro tipi di colza autorizzati nellUE (7) Tale soglia legale, al momento, non si applica né ai mangimi né alle sementi. (8) Divieto assoluto della presenza di OGM, però, è sancito dal Reg. (CEE) 2092/91 per i prodotti biologici e dal FATTI/PREVISIONI Con ordinanza pubblicata in Gazzetta Ufficiale 26 novembre 2002 il Ministero per la salute pubblica vieta per 1 anno luso di test vivo per la diagnosi precoce della BSE, cioè della malattia della mucca pazza, da effettuarsi su bovini prima della macellazione. Il provvedimento, nasce dal fatto che nessuno dei numerosi test in vivo preannunciati o messi a punto da centri di ricerca pubblici e/o privati è stato validato dal ministero della sanità o dalla commissione di sicurezza veterinaria dellUnione Europea. Ci vorrà qualche anno prima di avere a disposizione uno o più test o metodi diagnostici della BSE su bovini vivi. *** Da 2 anni i viticoltori trentini che volevano piantare nuovi vigneti erano costretti ad acquistare fuori provincia i diritti di reimpianto, in quanto la riserva disponibile presso il Servizio di vigilanza e promozione dellattività agricola era esaurita. Fonti di acquisto erano le regioni Puglia, Lazio e Sicilia, ma il flusso è stato interrotto o è prossimo allesaurimento. La regine Puglia ha infatti imposto il divieto di vendere diritti di reimpianto dal giugno del 2001. La Sicilia si appresta ad emanare analogo provvedimento a partire del 31 dicembre 2002. Nel Lazio la disponibilità di quote è prossima a finire. *** Nel frantoio dellAssociazione Agraria di Riva del Garda sono state effettuate anche questanno prove di taratura di un apparecchio analizzatore a raggi infrarossi che consente di misurare la qualità delle olive e dellolio che se ne ricava fin dal momento della consegna. La messa a punto dellapparecchio viene fatta anche da altri frantoi che aderiscono al Consorzio di tutela della DOP GARDA. In futuro il provino diventerà di routine. I produttori di olive saranno obbligati a conferire il prodotto la sera stessa della giornata di raccolta ed avranno subito i dati parametrici qualitativi o di resa della partita consegnata. TERRA TRENTINA OGM, per renderle più affidabili e sicure e gli Organismi di Certificazione, che con la possibilità di ottenere certificazioni di prodotto NON OGM, offrono un valido strumento riconosciuto dal mercato. 39