Schede libri - Visit Rosignano

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Schede libri - Visit Rosignano
Mercoledì 3 agosto
Giorgio Panariello
Famoso comico della "banda toscana" da cui proviene anche Pieraccioni, è diventato in poco tempo il
beniamino del pubblico. Grazie alla sua grande carica espressiva, passa con disinvoltura attraverso la
televisione, il teatro, il cinema. È stato scoperto da Costanzo, ma la sua esplosione è stata nel 1998,
anno del suo primo film con Cecchi Gori, Bagno Maria, cui è seguito il grande successo della
trasmissione televisiva Torno Sabato. Per Mondadori ha pubblicato: "Non ti lascerò mai solo" (2008),
"Guardami negli occhi (quando mi abbandoni)" (2009) e "Due ragazzi" (2013).
Descrizione
Molti sono i doni che un animale domestico elargisce perché a lui non importa chi tu sia o cosa tu abbia
fatto durante la giornata: il tuo cane non ti chiederà mai conto di niente.
«Caro Zeus, da dove cominciare? Prima di conoscerti per me i cani erano come i nani da giardino. M'ero
appena preso una nuova casa con giardino e così ho pensato bene di comprarmi un cane, un po' per
fare da guardia – non si sa mai, no? – e un po' per giocarci ogni tanto. Tutto pensavo, meno che mi
avresti cambiato per sempre la vita.» Giorgio Panariello racconta in una lettera la meravigliosa
esperienza d'amore con il suo cane, Zeus. Meravigliosa perché composta di gioia, conoscenza reciproca,
figuracce in mezzo alla via, tenerezze, qualche parola magica e tanto altro ancora. D'amore perché solo
l'amore ha la forza di cambiare i connotati della nostra esistenza. Insieme alla lettera del grande attore
toscano, questo libro raccoglie una selezione fra quelle giunte in risposta all'appello della Lega Nazionale
per la Difesa del Cane e che raccontano le tante sfumature che può assumere il rapporto tra una
persona e il suo cane. C'è lo studente fuorisede che si porta il suo alano e quindi fatica il triplo a trovare
una stanza con uso cuccia; la signora che sente che la sua cagnetta sta per partorire e, senza pensarci
un secondo, molla i colleghi di lavoro per correre ad assisterla; il ricordo di una bambina che trovò il suo
amico del cuore come regalo di Natale, il più importante. E tante altre meravigliose follie che
sembreranno incredibili solo a chi non ha mai avuto e amato un cane. C'è un mondo intero che ha
allungato una mano verso una zampa ricevendone uno strattone di vivificante amore. Molti sono i doni
che un animale domestico elargisce perché a lui non importa chi tu sia o cosa tu abbia fatto durante la
giornata: il tuo cane non ti chiederà mai conto di niente, non ti giudicherà, ma sarà sempre felice di
rivederti e pronto a regalarti il suo saluto di bentornato con un caldo abbraccio di pelo. Lui ci sarà
sempre.
Lunedì 8 agosto
Emanuele Burrafato
E’ un danzatore e scrittore italiano, laureato presso la Facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università La
Sapienza di Roma, ha danzato nei corpi di ballo del Teatro San Carlo di Napoli, dell'Arena di Verona, del
Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Trieste e nelle compagnie Aterballetto, Danzare la vita di Elsa
Piperno, Aton Dino Verga Danza, Astra Roma Ballet. Come primo ballerino, tra gli altri, ha danzato nel
Pinocchio di Fabrizio Monteverde, al Teatro Regio di Torino, nel Concilio dei pianeti di Tommaso Albinoni
per la Celebrazione del cinquantennale dei Solisti Veneti con la regia di Stefano Poda, e per la
compagnia di Susanna Egri a Torino. Nel 2013 ha pubblicato per la Casa Editrice Gremese la biografia
dell'étoile Elisabetta Terabust, intitolata Elisabetta Terabust, l'assillo della perfezione e nel 2016, sempre
per Gremese, il volume Luciana Savignano, l'eleganza interiore
Descrizione
Luciana Savignano ripercorre le tappe della sua brillante carriera, condotta sui palcoscenici di tutto il
mondo, al fianco dei coreografi e dei danzatori più rappresentativi della seconda metà del Novecento.
Traendo spunto dalle competenti domande e dalle minuziose ricerche storiche di Emanuele Burrafato,
che insieme a lei ha anche danzato, la Savignano ricorda le collaborazioni con personalità straordinarie
quali Maurice Béjart, Roland Petit, Paolo Bortoluzzi, Rudolf Nureyev, Alvin Ailey, Mario Pistoni, di cui
spesso regala un ritratto toccante ed esclusivo. Recensioni, profili critici, interviste inedite e raro materiale
fotografico illustrano il suo percorso artistico, evidenziando le peculiarità di una danzatrice unica e
irripetibile, capace di incarnare sulle scene una femminilità diversa e lontana da ogni stereotipo di
ballerina. Il racconto prende vita a Milano, tra le mura della scuola del Teatro alla Scala, e si sposta
subito dopo sul suo palcoscenico, fino a toccare i teatri più importanti del globo, tra gioie e dolori,
successi e solitudine, in un mondo a volte feroce alle cui leggi Luciana non si piega. Ma il vero viaggio è
interiore, alla ricerca e alla scoperta di sé attraverso l'amore per la danza, che per la Savignano è
passione unica, duratura, totale e incondizionata.
Martedì 9 agosto
Simonetta Agnello Hornby
Simonetta Agnello Hornby è nata a Palermo e vive dal 1972 a Londra, dove ha svolto la professione di
avvocato dei minori ed è stata per otto anni presidente part time dello Special Educational Needs and
Disability Tribunal. Ha pubblicato con Feltrinelli La Mennulara (2002), La zia marchesa (2004),
Boccamurata (2007), Vento scomposto (2009), La monaca (2010), La cucina del buon gusto (con Maria
Rosario Lazzati, 2012), Il veleno dell’oleandro (2013), Il male che si deve raccontare (con Marina Calloni,
2013), Via XX Settembre (2013) e Caffè amaro (2016). Ha inoltre pubblicato: Camera oscura (Skira,
2010), Un filo d’olio (Sellerio, 2011), La pecora di Pasqua (con Chiara Agnello; Slow Food, 2012), La mia
Londra e Il pranzo di Mosè (Giunti, 2014). I suoi romanzi sono stati tradotti in tutto il mondo e hanno vinto
numerosi premi.
Descrizione
Gli occhi grandi e profondi a forma di mandorla, il volto dai tratti regolari, i folti capelli castani: la bellezza
di Maria è di quelle che gettano una malìa su chi vi posi lo sguardo, proprio come accade a Pietro Sala che se ne innamora a prima vista e chiede la sua mano senza curarsi della dote - e, in maniera meno
evidente, all'amico Giosuè, che è stato cresciuto dal padre di lei e che Maria considera una sorta di
fratello maggiore. Maria ha solo quindici anni, Pietro trentaquattro; lui è un facoltoso bonvivant che ama i
viaggi, il gioco d'azzardo e le donne; lei proviene da una famiglia socialista di grandi ideali ma di mezzi
limitati. Eppure, il matrimonio con Pietro si rivela una scelta felice: fuori dalle mura familiari, Maria scopre
un senso più ampio dell'esistenza, una libertà di vivere che coincide con una profonda percezione del
diritto al piacere e a piacere. Attraverso l'eros, a cui Pietro la inizia con sapida naturalezza, arriva per lei
la conoscenza di sé e dei propri desideri, nonché l'apertura al bello e a un personalissimo sentimento
della giustizia. Durante una vacanza a Tripoli, complice il deserto, Maria scopre anche di cosa è fatto il
rapporto che, fino ad allora oscuramente, l'ha legata a Giosuè. Comincia una rovente storia d'amore che
copre più di vent'anni di incontri, di separazioni, di convegni clandestini in attesa di una nuova pace.
Venerdì 12 agosto
Massimo Cirri
Massimo Cirri, toscano trapiantato a Milano, è psicologo e giornalista. Da venticinque anni lavora nei
servizi pubblici di salute mentale. Dal 1997 autore e voce di Caterpillar, su Radio2, e prima a Radio
Popolare di Milano. Autore teatrale con Lella Costa, ha scritto per “Diario”, “Linus”, “Smemoranda”,
“Tango” e “Playboy”. Coautore di Via Etere (Feltrinelli, 1988), Il mistero del vaso cinese (Sperling &
Kupfer, 1993), Nostra Eccellenza (Chiarelettere, 2008), Dialogo sullo -Spr+Eco (Promo Music, 2010), A
colloquio. Tutte le mattine al Centro di Salute Mentale (Feltrinelli, 2009), Il tempo senza lavoro (2013) e
Un'altra parte del mondo (2016). È stato autore televisivo per Fuori Orario (1987-1988, Rai3), Saxa
Rubra (1994, Rai3), Mitiko (2006, La7). Si è inventato i RadioIncontri di Riva del Garda. È specializzato in
criminologia clinica e ama decespugliare.
Descrizione
La storia straziante di Aldo T., figlio di Palmiro Togliatti. Una storia di solitudine, timidezza e gentile follia.
Il romanzo di un uomo che non ha lasciato memoria in un mondo pieno di memoria.
L’ultima volta che compare in pubblico è ai funerali di Togliatti, suo padre. Lui lo chiamano Aldino, anche
quando è un uomo adulto. Suo padre Il Migliore. Dopo i funerali, Aldo scompare. Sappiamo che ha già
avuto problemi di salute mentale, che vive con la madre Rita Montagnana a Torino. Lì, negli anni
cinquanta, fa l’ingegnere dei telefoni, ma non dura molto. Una volta lo trovano a Civitavecchia, sul molo.
Sembra un barbone, ferma un marinaio, vuole salire sulla sua nave, partire. E vuole partire anche
vent’anni dopo, quando a Le Havre s’incanta a spiare l’altra parte del mondo. L’America che non vedrà
mai. Palmiro Togliatti cerca per lui cure migliori, in Unione Sovietica (dove Aldino è cresciuto e ha
studiato) e in Bulgaria. Nel 1979 Aldo viene “preso in consegna” dal Partito comunista. Lo ritroviamo in
una casa di cura, Villa Igea, a Modena. Ci sta fino alla morte nel 2011, a ottantasei anni. In clinica, per
via di quel cognome pesante, nei documenti c’è scritto solo Aldo. È un paziente “bravo”, legge romanzi in
francese e in russo, compila la “Settimana Enigmistica” che, insieme alle sigarette Stop, gli porta un
militante del Pci, Onelio Pini. Lo va a trovare due volte alla settimana, e nell’89 tocca a lui informarlo che
l’Unione Sovietica non c’è più. Aldo: “Non ci credo”. Massimo Cirri ricostruisce la figura di Aldino con una
narrazione che procede, nel dispiegarsi di voci narranti e piani temporali diversi, lungo diverse traiettorie.
Stiamo accanto ad Aldino come a un fratello, eternamente minore, eternamente assente. E alla fine, nel
rumore dei grandi disegni del mondo, spicca in una nebbia di follia e solitudine chi resta silenziosamente
indietro. E questo “indietro” ci fa eredi e testimoni.