Fonti alternative, il solare in casa direttamente dallo spazio

Transcript

Fonti alternative, il solare in casa direttamente dallo spazio
Fonti alternative, il solare in casa direttamente dallo spazio
Gabriele Trama
NUOVE TECNOLOGIE Entrerà in funzione nel 2016 la prima stazione di ricezione di energia
extra terrestre. Per usufruire dei 1.700 GWh previsti sarà sufficiente montare un'antenna. Il
progetto in fase avanzata negli Usa.
I pannelli fotovoltaici nascono per fornire energia ai primi satelliti lanciati in orbita intorno alla
Terra.
Solo più tardi, con le prime crisi petrolifere, si pensò di usarli anche per la produzione
dell'elettricità necessaria agli usi quotidiani, installandoli soprattutto sui tetti degli edifici. Ma
l'efficienza di tali installazioni, rispetto a quelle nello spazio, risultò 8-10 volte inferiore a causa
della ridotta esposizione e del filtro atmosferico. I
nfatti, nello spazio un pannello è esposto perennemente alla luce solare, essendo al di fuori del
ciclo giorno notte e a quello stagionale, è al riparo dai fenomeni atmosferici come piogge,
nuvole e così via, e non subisce il filtro dell'atmosfera che assorbe parte della radiazione solare.
Venne perciò naturale pensare a un modo per sfruttare tali vantaggi usando pannelli in orbita
capaci di inviare sulla Terra l'energia prodotta.
Il primo a formulare tale ipotesi fu il tedesco Peter Glaser, che già quarant'anni fa teorizzò la
possibilità di trasformare l'energia elettrica prodotta nello spazio in onde radio a bassissima
frequenza per la trasmissione sulla Terra. I primi studi a livello europeo, ai quali partecipò anche
l'Italia, dimostrarono la fattibilità tecnologica del progetto, che fu abbandonato solo perché non
conveniente economicamente.
La vertiginosa crescita del costo dell'energia (oggi solo temporaneamente frenata dalla crisi
finanziaria) unita a quella della domanda, con l'affermarsi delle nuove potenze economiche
Cina e India, nonché la necessità di ricorrere sempre più a fonti di energia pulite per combattere
il riscaldamento del globo, hanno riacceso, nei primi anni del 2000, l'interesse per il progetto
soprattutto negli Stati Uniti. La tecnologia per trasformare energia elettrica in microonde, simili a
quelle che usano i cellulari, viene realizzata e testata.
Ecco quindi la notizia di questi giorni: la Paciic gas & Energy (Pg&E) ha fatto domanda alla
Public utilities commission per collegare alla rete elettrica la prima stazione di ricezione di
energia prodotta nello spazio da costruire a Fresno, California. Tale stazione immetterà in rete
1/2
Fonti alternative, il solare in casa direttamente dallo spazio
nel 2016 circa 800 GWh e negli anni successivi 1.700 GWh, prodotti da una centrale
fotovoltaica di 200 MW in orbita geostazionaria.
La società costruttrice della centrale orbitante, la Solaren, ha calcolato che la resa otto volte
superiore dei pannelli fotovoltaici spaziali rispetto a quelli terrestri può rendere competitiva
l'energia prodotta, malgrado i costi elevati di realizzazione, derivanti soprattutto dalla necessità
di effettuare 4-5 lanci per inviare tutto il materiale nello spazio. La Sbsp, Space based solar
power, come viene definito l'impianto, ha anche un altro notevole vantaggio economico e
ambientale, derivante dalla trasmissione dell'energia direttamente dal satellite alla stazione
ricevente.
Infatti, in caso di elettrificazione di aree rurali in qualsiasi parte del mondo, basterà realizzare
un'antenna ricevente, risparmiando chilometri di linee di trasmissione costose, inquinanti e a
maggior dispersione. Pg&E e Solaren sono dunque già in una fase avanzata del progetto, ma
anche alla ricerca di finanziamenti e non nascondono di sperare nelle sovvenzioni governative.
Il presidente Obama ha promesso di finanziare lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e la
centrale fotovoltaica orbitante ha tutti i numeri per ottenerlo.
2/2