7 marzo 2016 File
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Laboratorio di scrittura Mirko Tavosanis 7 marzo 2016 Gli strumenti del mestiere Scrittura • • • • • Una definizione restrittiva: la trascrizione nello spazio di una lingua parlata naturale (con adattamenti) Non occorre aspettare che il testo sia stato pronunciato per intero... all’interno di una pagina gli occhi si spostano in una frazione di secondo dall’inizio alla fine D’accordo, in alcune situazioni è più comodo chiedere (se uno ha a portata di mano una persona in grado di rispondere, e disponibile a rispondere; oppure un’interfaccia vocale evoluta) Tuttavia molto spesso nel mondo del lavoro leggere la risposta è il modo più rapido per ottenere le informazioni mancanti Vedremo più avanti che è naturale integrare la trascrizione del parlato con altre cose (disegni, schemi, evidenziazioni...) 2 Scrittura • Una distinzione classica, presente in tutti i manuali di linguistica: – La lingua parlata non richiede supporti tecnologici: solo il corpo umano e l’ambiente circostante (aria) – La lingua scritta invece richiede strumenti preparati • La distinzione è classica, ma è sbagliata. La scrittura si può fare e si fa benissimo usando solo il corpo e l’ambiente circostante… anche se di solito è comodo avere qualche supporto preparato! • La scrittura è in continuità con la capacità di lasciare segni, così come le lingue parlate sono in continuità con la capacità di emettere suoni Storia della scrittura • • • Tuttavia… si parla di scrittura in senso pieno solo quando il sistema è in grado di rappresentare una lingua parlata Qui entrano in gioco la tecnologia e le convenzioni! La scrittura in senso pieno è stata inventata indipendentemente almeno tre volte: – Sumeria (dal 3300 a. C.) ed Egitto (dal 3200 a. C.), considerati in connessione anche se sono sistemi molto diversi – Cina (1800 a. C.?) – Città maya dell’America Centrale (dal 200 a. C.) • Il principio comunque è unico La scrittura non riproduce tutti i tratti del parlato • Il parlato può essere riprodotto graficamente («scritto») da uno spettrogramma con opportuni metadati • Tuttavia, nessun sistema di scrittura storico (o utilizzabile facilmente da esseri umani) ha questa fedeltà di riproduzione • Le trascrizioni appena viste usano segni speciali per riprodurre le pause, ecc., ma anche così il risultato è parziale • I sistemi storici eliminano alcuni tratti… e introducono nuove possibilità Che cosa si perde La classificazione di Halliday (rielaborata e contestualizzata per la comunicazione elettronica in italiano da Pistolesi 2004) identifica come i principali elementi persi : • i tratti indicali (i tratti cioè che identificano il singolo parlante: estensione di tono e altezza della voce, cadenza e così via) • l’intonazione • i segni paralinguistici che accompagnano il discorso (gesti, espressioni della faccia...) Nella scrittura tradizionale, e nella scrittura elettronica, sono state elaborate varie strategie di sostituzione La scrittura oggi • Sono in uso molti sistemi per rappresentare il parlato… con i limiti che abbiamo visto • I sistemi più diffusi rappresentano: – morfemi o parole (il cinese: 中文) – sillabe (hiragana giapponese: つづく) – consonanti, con la distinzione tra: • sistemi che trascrivono solo le consonanti (abjad) come quello arabo • sistemi che indicano le vocali con segni ausiliari per le consonanti (abugida), come il devanagari per lo hindi – alfabeti completi di vocali e consonanti (alfabeto latino) • L’alfabeto è un sistema molto flessibile, ma non è il sistema più adatto per rappresentare molte lingue (infatti, per il cinese crea molte complicazioni) • Comunque l’alfabeto oggi è il sistema più diffuso Il principio alfabetico • In teoria, il principio alfabetico è semplice: una lettera per ogni fonema della lingua parlata • In pratica, nessun sistema di scrittura storico ha raggiunto questo obiettivo (lo raggiunge l’Alfabeto Fonetico Internazionale – IPA, che avete in parte studiato) • Né il sistema di scrittura latino né quello italiano rispettano in pieno il principio alfabetico. Per esempio, nel settore delle vocali: – l’alfabeto latino (a differenza di quello greco, che lo fa parzialmente) non rappresenta la quantità delle vocali – l’ortografia italiana non distingue tra vocali aperte e vocali chiuse • Comunque, rispetto all’ortografia di molte altre lingue, quella latina e quella italiana hanno una buona corrispondenza tra lettere e fonemi Il trionfo dell’alfabeto latino • Esistono diversi tipi di alfabeto: greco, cirillico, latino... • Quello latino, codificato in Italia quasi 2500 anni fa, è oggi il più diffuso • L’alfabeto latino è stato adottato da tutte le lingue dell’Europa occidentale • Ha anche una grande diffusione extraeuropea e negli ultimi secoli si è espanso a spese di molti sistemi di scrittura di altro tipo • Per l’italiano è (quasi) dalle origini l’unico sistema adottato Verso l’alfabeto italiano • Dalle scritture semitiche (abjad)… • … si passa all’alfabeto greco • Dall’alfabeto greco dell’Eubea si passa all’alfabeto etrusco… Origini dell’alfabeto italiano • … dall’alfabeto etrusco si passa poi all’alfabeto latino… • … che, nella forma grafica usata in età classica, in sostanza usiamo ancora oggi • Nel Medioevo l’alfabeto latino è stato usato anche per rappresentare i volgari italiani, e poi l’italiano… ol che ha richiesto adattamenti! • Oggi ci sono le lettere accentate, la distinzione tra u e v, la j e la w; più le forme minuscole e corsive delle lettere • Riferimento: Florian Coulmas, The Blakcwell Encyclopedia of Writing Systems, Oxford, Blackwell, 1996 Caratteri, glifi, font…? • Queste distinzioni le vedrete in dettaglio all’interno di corsi come Progettazione grafica o Codifica di testi: qui ci accontenteremo di dare le indicazioni di base • Parleremo di lettere (solo quelle dell’alfabeto) o di caratteri (tutti i segni codificati) • Per i vari tipi di caratteri a stampa parleremo di font («disegno del carattere») • Partiamo dalla scrittura a mano… anche se ne parleremo poco Scrittura a mano • Dotata di altissimo prestigio sociale e mantenuta dai professionisti (medici) • In alcuni settori è importante anche dal punto di vista funzionale: grafica, progettazione, progettazione web per realizzare «prototipi di carta»… • Curare la vostra scrittura a mano è un buon investimento! Quattro tipi di caratteri a mano Oggi nella scuola italiana si insegnano di solito: • Corsivo minuscolo (nella forma della corsiva inglese tonda) • Corsivo maiuscolo • Stampato o stampatello minuscolo • Stampato o stampatello maiuscolo Corsivo • La parola è fonte continua di confusione, perché in italiano si indicano come corsivo due cose molto diverse (definizioni del dizionario De Mauro): 1. grafia usata comunemente quando si scrive a mano (corrispondente, aggiungo io, all’inglese cursive) 2. (Termine specialistico della tipografia) carattere inclinato verso destra, comunemente usato per dare risalto ad una parte di testo (corrispondente, aggiungo io, all’inglese italic) • Alle origini (inventato da Aldo Manuzio e Francesco Griffo nell’anno 1500) il corsivo a stampa era un font indipendente, creato per imitare l’elegante scrittura umanistica a mano; oggi esiste come forma alternativa di molti font • Ne riparleremo quando vedremo come si deve usare il corsivo nei testi professionali Dal manoscritto al dattiloscritto • Dalla fine dell’Ottocento si è diffusa nel mondo del lavoro la scrittura a macchina • Dattilografare è stato fino a tempi recenti un lavoro di basso rango, spesso femminile: chi sapeva dattilografare a volte nascondeva questa competenza • I professionisti e i dirigenti (ma anche i semplici impiegati) scrivevano a mano o dettavano testi che poi venivano battuti a macchina • A partire dal 1980, più o meno, anche i dirigenti hanno cominciato a scrivere da soli (di solito con due dita) usando il computer Dalla macchina da scrivere al computer… e oltre • Le tastiere delle macchine da scrivere sono state adottate dai computer, e poi da tablet e smartphone • Forse non sono il modo più efficiente per scrivere su questi strumenti (v. Swype, i sistemi di scrittura facilitata, ecc.); comunque c’è una forte inerzia storica • In ogni caso: – una volta c’era un apprendimento specifico di tecniche e convenzioni per la dattilografia – oggi non c’è, e molti utenti scrivono al computer in modo ben poco efficiente • Prima differenza: la dattilografia vera è a dieci dita, non a due, e richiede che lo sguardo non sia rivolto alla tastiera ma al testo da copiare («scrittura a tastiera cieca») • Questo sistema consente di trascrivere rapidamente grandi quantità di testo, e si impara in qualche giorno… decidete voi se investire in questo studio A ogni dito sono assegnati alcuni tasti Tastiere • Per la scrittura professionale in italiano è quasi indispensabile una tastiera italiana • Un testo italiano digitato con una tastiera inglese spesso richiede un po’ di lavoro per essere reso presentabile • Le tastiere dei tablet e dei portatili vanno bene per digitazione breve, ma una tastiera estesa italiana (103 tasti), con tastierino numerico, è utilissima per lavori prolungati • Se scrivete molto, investite su tastiera e dintorni: tastiera estesa, supporto per i polsi, mouse ergonomico, piano di lavoro adeguato, posizione corretta del corpo, pause nella scrittura, ecc. (ci sono ottime probabilità che da qui al 2066 le vostre mani e la vostra schiena vi ringrazino!) • Il compromesso migliore per le vostre esigenze dovete trovarlo voi, ma tenete presente che ci sono diverse possibilità Programmi per scrivere • Molte delle funzioni richiamabili da tastiera dipendono dal programma che userete • Buona parte della scrittura professionale è effimera: dopo un po’ si butta via, quindi non occorre rielaborarla successivamente o tenere copie durature (gli archivi sono un costo, non una risorsa) • In casi del genere, va bene qualunque tipo di programma, inclusi i programmi on line come Google Docs • Per alcuni tipi di lavori rivolti al pubblico esterno, tuttavia, occorre usare strumenti professionali: spesso, programmi installati per l’elaborazione di testi • Anche per i vostri elaborati di laurea questo è un requisito fondamentale! Non cercate di scriverli con il Blocco note di Windows… • Per semplicità, vedremo i sistemi Windows 10, ma molte funzioni sono simili su Apple o su Ubuntu (e nelle vecchie versioni dei sistemi operativi) Programmi per l’elaborazione di testi • I criteri per scegliere il programma dipendono da ciò che dovete fare, ma alcuni requisiti normali per i prodotti professionali sono: – capacità di importare ed esportare file in formato compatibile con Word e in PDF – capacità di usare gli apostrofi invece degli apici (ne parleremo più avanti) – evidenziazione degli errori ortografici in italiano – supporto degli stili • I prodotti on line come Google Docs sono utili in molte circostanze, ma non per gli usi più sofisticati • Tra gli installati, il mercato professionale è dominato da Word, come parte del pacchetto Office di Microsoft • Una buona alternativa a Word (open source e gratuita) è Writer, inserito nel pacchetto Libre Office Movimento • Per lavorare più rapidamente è consigliabile imparare a usare le scorciatoie da tastiera • Per esempio, muoversi con i tasti freccia o con il «Pagina su» / «Pagina giù», e non con il mouse • In molti programmi, il cursore può essere spostato rapidamente usando il tasto «Control»: tenuto premuto, sposta il cursore di una parola, non di un carattere • Abilità di base: – Selezionare tenendo premuto il tasto delle maiuscole mentre si usa il cursore – Copiare, incollare e tagliare con CTRL+C, CTRL+V, CTRL+X – CTRL+Z per annullare l’ultima azione fatta • A seconda di quello che vi interessa fare, esistono molte scorciatoie da tastiera Gestire il testo • Se il vostro programma ha la correzione automatica delle parole, disabilitatela subito (oppure configuratela per particolari sequenze di caratteri) • Va invece sempre usata l’evidenziazione automatica degli errori • Il controllo grammaticale di Word è così scadente che in pratica è utile solo per evidenziare gli spazi doppi… • Titoli e altre cose: non cercate di allinearli battendo spazi! Usate i comandi di allineamento o, meglio ancora, gli stili • Alla base, un principio che ritroverete con i fogli di stile per HTML o XML (CSS o XSL): separare il contenuto dalle istruzioni per presentarlo Accenti acuti o gravi? • • • • • Nell’ortografia italiana si distingue tra accento acuto (é) e accento grave (è); l’accento circonflesso è quasi in disuso L’accento grave indica le vocali aperte; l’accento acuto le vocali chiuse Tuttavia, i, u e a non hanno distinzione tra aperte e chiuse: in questi casi si usa solo l’accento grave (Einaudi usa l’accento acuto per í e ú, visto che queste sono vocali chiuse in assoluto; Einaudi usa anche altre soluzioni grafiche idiosincratiche) Del resto, è solo una convenzione Nella pratica, la distinzione è importante solo per la differenza tra e aperta («caffè») ed e chiusa («né»); le tastiere italiane non hanno ó 25 Un limite delle tastiere • • • • • È pratica normale dell’editoria italiana usare l’accento anche per le lettere maiuscole … cioè, in pratica, per la sola È nella terza persona singolare del verbo essere Le tastiere di computer italiane non comprendono però la È; molti, scrivendo al computer, rimpiazzano quindi questa lettera con E’ Per dare un aspetto più professionale al testo è viceversa consigliato usare È (inserendo la lettera accentata attraverso combinazioni di tasti, comandi del tipo “inserisci simbolo” e via dicendo) Spesso i correttori automatici sono impostati per sostituire E’ con È 26 Il computer ci mette del suo Anche se abbiamo disinserito la correzione automatica: apriamo Word e proviamo a inserire apostrofi e virgolette • • • • • Un conto sono gli apici: ' (diritti) • Un conto gli apostrofi: ’ (curvi) L’utente normale però non si accorge della differenza, e non si chiede come mai un solo tasto può produrre due caratteri diversi La correzione automatica qui è rapida e di regola invisibile… lo vedete con CTRL+Z Lo stesso accade per le virgolette doppie 27