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La Fondazione Petruzzelli presenta il Béjart Ballet Lausanne
La Fondazione Petruzzelli propone il secondo appuntamento del cartellone 2012 nel segno della
grande danza con Ballet for life. “Le presbytère n’a rien perdu de son charme, ni le jardin de
son éclat” di Maurice Béjart.
Lo spettacolo del Béjart Ballet Lausanne è in programma al Teatro Petruzzelli di Bari martedì 19,
mercoledì 20 e giovedì 21 giugno alle 20.30.
Ad impreziosire le coreografie del grande artista francese le musiche dei Queen e di Wolfgang
Amadeus Mozart ed i costumi creati da Gianni Versace.
A curare il disegno luci Clément Cayrol, il montaggio video Germaine Cohen, la realizzazione
delle luci Dominique Roman.
Lo spettacolo di teatro danza debuttò al Théâtre National de Chaillot (Parigi) nel 1997 con la
partecipazione straordinaria di Elton John e dei Queen.
Biglietti in vendita al Botteghino del Teatro Petruzzelli e su www.bookingshow.com.
Informazioni: 080.975.28.40.
“Le presbytère n’a rien perdu de son charme, ni le jardin de son éclat”
Questo balletto è legato a molti sentimenti che mi appartengono in questo momento. Lo considero
un balletto allegro e pieno di gioia, né sinistro né disfattista. Se non dico che è un balletto sulla
morte, il pubblico non se ne accorgerà nemmeno. Ispiratomi da Jorge Donn e da Freddie Mercury,
non sarà un balletto sull’aids, ma su persone morte in giovane età. Non voglio dire che sono morti
troppo presto, perché non sono sicuro che le cose arrivino troppo presto o troppo tardi, in genere
arrivano quando devono arrivare. Accanto ad alcuni brani dei Queen metterò qualche pezzo di
Mozart per pianoforte, oppure dei brani strumentali, ma nessuna voce perché già tutti i brani dei
Queen sono cantati. Anche Mozart è morto in giovane età, a 35 anni, dieci anni prima degli altri
due: Freddie e Donn sono morti a 45 anni.
Ecco io lavoro su tutto questo, cerco di approfondire alcune cose, a volte procedo a tentoni, allora
riguardo le videocassette dei Queen, ascolto sistematicamente tutti i loro dischi, paragono le diverse
registrazioni di ogni brano e ho in realtà un debole per le registrazioni live. Quando registrano in
studio sono più lenti, meno trasportati dal pubblico.
Poiché desideravo un titolo che non evocasse nulla, rileggendo Gaston Leroux ho scelto quella che
ne Le Mystère de la chambre jaune è la parola d’ordine del detective Rouletabille: “Le presbytère
n’a rien perdu de son charme, ni le jardin de son eclat”. Mi è stato poi riferito che questa frase era
stata ripresa dai surrealisti e che circolava già “clandestinamente” a quei tempi. E’ in effetti una
frase che non significa nulla ma che è affascinante, poeticamente molto bella e musicale.
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Periodico della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari - Registrazione Tribunale di Bari n.11 del 28.03.11
Direttore responsabile: Monica Sbisà - Redazione: via Putignani 12/A Bari, 70121
Telefono: 080.975.28.30 cell. 346.592.09.37 E-mail [email protected]
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Desidero che i costumi siano bianchi, completamente bianchi. Ho voluto che li creasse Gianni
Versace. Con il bianco si possono inventare delle forme stravaganti, pur mantenendo sempre un
certo rigore. Uno dei regali che questa nuova creazione mi fa è l’occasione di lavorare con Gianni.
Sono passati alcuni anni dall’ultima volta che abbiamo collaborato. Io amo molto lavorare con lui
perché il suo entusiasmo e il suo fervore sono contagiosi. Oltre cento boutique in tutto il mondo
portano il nome di Gianni Versace, ma non è questo che mi interessa, e mi chiedo se è questo che
interessa a lui. Dal momento in cui iniziamo a lavorare insieme, lui ha le angosce e le manie tipiche
di un debuttante, proprio come me. E’ il segreto della nostra amicizia».
Maurice Béjart
(giugno-luglio 1996)
Béjart Ballet Lausanne il cambiamento nella continuità
Tratto da “La vie de qui?” – Ed. Flammarion, 1996
Si può parlare di rottura? Il Béjart Ballet Lausanne ha dimostrato la sua capacità di assorbire gli
choc e persino di trarne un motivo di crescita. Uno choc? Quello subito nel 2007 alla morte del suo
fondatore. Da allora Gil Roman è il custode del cambiamento nella continuità. Gli choc del 1982: la
scomparsa di Jorge Donn, uno dei maggiori esponenti della compagnia, e la modifica dell’organico
della Compagnia che passa da 60 a 25 ballerini. Ne derivano numerose creazioni, tra le quali, il
capolavoro Le Mandarin merveilleux. Ma c’è ancora uno choc da ricordare: l’avvento della più
stupefacente «trasformazione» mai registrata dagli annali della danza. Nel 1987 si assiste al
rinnovamento del Ballet du XXe siècle che si trasforma nel Béjart Ballet Lausanne.
1987-2012, un quarto di secolo di attività ininterrotta sia sul piano della creazione che della
diffusione. Un attività continua, sempre in divenire, in cui coreografi e ballerini non hanno mai
smesso di sorprendere, commuovere e colpire il pubblico di tutto il mondo. Col passare degli anni
il repertorio si è costantemente arricchito di opere di rilievo: Dibouk (1988), Ring um den Ring
(1990), Tod in Wien (1991), Mister C (1992), Balade de la rue Athina (1993), King Lear –
Prospero (1994), Le Presbytère… (1997), Schiaccianoci (1998), Le Manteau (1999), Enfant-roi
(2000), Lumière (2001), Tokyo Gesture (2002) tra le altre. E di quelle che portano la firma di Gil
Roman: Echographie d’une baleine (2003), Casino des esprits (2004), Aria (2008), Syncope
(2010), Là où sont les oiseaux (2011).
Béjart, così come dedicava un'attenzione estrema ai membri della compagnia per i quali creava dei
ruoli su misura, amava anche impreziosire i suoi programmi invitando numerose étoile: Maja
Plissetskaja e Patrick Dupond (Kurozuka), Eric Vu-An (Chaka), Jean Babilée, l’eterno ragazzo di
settant’anni (Vita Nova), Larrio Ekson (King Lear – Prospero), Sylvie Guillem (Racine Cubique,
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Sissi l’impératrice anarchiste), Laurent Hilaire (Episodes), Marcia Haydée (AmoRoma), MarieClaude Pietragalla (Juan y Teresa), Mikhail Baryshnikov (Piano Bar), senza dimenticare Ute
Lemper (La Mort subite) e Yvette Horner (Casse-noisette). Nel 1997, la première parigina di
Presbytère… (su musica di Mozart e dei Queen) viene messa ancor più in risalto dalla
partecipazione di John Deacon, Brian May, Roger Taylor e Elton John che intona Show must go on
con l’acclamazione del pubblico stupefatto. Di tutt’altro registro, Le Sacre du printemps del 2010
presentato in Giappone, spettacolo con l’accompagnamento dell’Orchestra Filarmonica d’Israele
sotto la direzione di Zubin Mehta.
Ma c’è un altro creativo che ha dimostrato grande fedeltà al Béjart Ballet e al suo coreografo
creatore, si tratta di Gianni Versace. La collaborazione dei due ha preso il via a Bruxelles (Malraux)
ed è proseguita a Losanna coi sontuosi costumi di Souvenir de Léningrad, Pyramide, ChéreauMishima-Péron, Le Presbytère… e Baroco Bel Canto, tra gli altri. Nel 2007 per rendere omaggio
all’amico tragicamente scomparso dieci anni prima Maurice Béjart mette in scena Grazie, Gianni,
con Amore alla Scala di Milano.
Nonostante il BBL abbia il privilegio di esibirsi sulle scene più prestigiose del mondo: Teatro alla
Scala, Opéra di Parigi, Opéra Royal di Versailles, Teatro Bol’šoj, Teatro Colón di Buenos Aires,
Volksoper di Vienna… continua a esibirsi anche in luoghi meno noti sempre con un ampio
riscontro di pubblico. In effetti durante tutta la sua carriera, Béjart non ha mai smesso di rendere la
danza accessibile a un vasto pubblico. Al Luna-Park di Buenos Aires in un clima sovreccitato, i
ballerini avevano persino l’impressione di trovarsi in uno stadio di calcio, come fosse una serata di
Coppa del Mondo.
Per molti anni Gil Roman, vice-direttore e figura di spicco della compagnia ha condotto le tournée
della compagnia quando il coreografo non vi partecipava. È stato designato direttore artistico del
Béjart Ballet Lausanne da Maurice Béjart nel 2007, da allora guida i trentacinque ballerini della
Compagnia nelle tournée in moltissimi posti nel mondo e allo stesso tempo si dedica
all’arricchimento del repertorio riprendendo le coreografie di Béjart (Serait-ce la mort?, Cantate
51, Light), apportando il suo proprio contributo (Là où sont les oiseaux) e commissionando delle
creazioni ad altri coreografi. Dalle fila del BBL si sono formate alcune personalità come Sthan
Kabar-Louët, Joost Vrouenraets e Tony Fabre; altre beneficiano di una reputazione internazionale
come Jean-Christophe Maillot e Alonzo King.
Nelle mani di Gil Roman, il Béjart Ballet Lausanne può ben sperare per il suo futuro.
Jean Pierre Pastori
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