Numero 1

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Numero 1
L’enjambement
a.s. 2014/2015
CLASSE 3A Scuola Media E.Fermi Reggio Emilia Capo Redattore: Alice Bonaretti - Vice-Direttore: Emanuele Caruso - Grafica: Leonardo Fazio, Sebastian Tudor
La scrittrice dell’ultima pagina: Arianna Acerbi info@ [email protected]
революция
Guerriglieri
ma non solo
di Andrei Grinciuc e Francesco Roffia
Oggi vi presentiamo Ernesto Guevara de la Serna,
più noto come Che Guevara o semplicemente El
Che. È stato un rivoluzionario, guerrigliero, scrittore e medico argentino. È nato il 14 giugno 1928 e
insieme a Fidel Castro (Fidel Alejandro Castro Ruz,
rivoluzionario e politico comunista cubano) organizzò la rivoluzione a Cuba. Abbiamo scelto questo
personaggio, perché era una persona che ha organizzato una rivoluzione in America con l’appoggio
dell’ Unione Sovietica e perché ha fatto cose eroiche
e storiche.
In questo articolo si parla di eroi rivoluzionari, ma
le rivoluzioni non sono solo in campo storico/politico. Si può considerare rivoluzione tutto ciò che
porta ad un cambiamento, per questo, come secondo eroe rivoluzionario, vogliamo ricordare Steven
Paul Jobs. Nato il 24 febbraio 1955 a San Francisco,
Jobs conseguì il diploma all’Istituto Homestead di
Cupertino (California) nel 1972, e nel 1974, insieme all’amico, Steve Wozniack, iniziò a lavorare
come programmatore di video-games all’Atari (famosa società nordamericana specializzata nell’informatica). Successivamente, i due decisero di mettersi in proprio e quindi il 1° aprile 1976 fondarono
la “Apple Computer” che aveva come sede il garage
dei genitori di Jobs. Inizialmente la società non
ebbe molto successo ed il primo computer chiamato “Apple I” (formato da una scheda madre a cui si
dovevano collegare tastiera, monitor e quant’altro)
portò un guadagno di circa 50000 dollari. Questo
però attirò l’attenzione di un industriale (Mike
Markkula) che comprò un terzo della Apple com-
GIOVANI
RIVOLUZIONARI
di Manuel D’Alterio e Claudio Lomartire
Oggi vorremmo parlarvi di un gruppo di giovani ragazzi che si sono opposti alle idee di Hitler e della Germania nazista; il nome di questo
gruppo era “La Rosa Bianca”. Il gruppo attivo
dal 1942 al 1943, era composto da cinque studenti: Hans Scholl e sua sorella Sophie, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf
e tutti frequentavano l’università di Monaco. I
ragazzi avevano anche partecipato alla guerra,
che confermò le loro idee antinaziste per via
dei disumani trattamenti riservati agli ebrei e
agli altri gruppi considerati inferiori. Loro divulgavano le loro idee tramite alcuni volantini,
ideati e realizzati da loro stessi, che spedivano
a delle famiglie trovate a caso sull’elenco telefonico. I ragazzi della “Rosa Bianca” stamparono
e diffusero sei volantini prima di essere intercettati dalla polizia e un settimo opuscolo venne preparato ma mai distribuito, perché venne
trovato dalla polizia tedesca. Il sesto volantino
venne distribuito proprio nell’università frequentata dai ragazzi e Sophie, salendo in cima
alle scale dell’atrio, gettò gli ultimi volantini rimasti sulla folla sottostante; con questa azione
che può sembrare folle, ma molto coraggiosa,
finisce il periodo di attività della Rosa Bianca,
in quanto Christoph Probst, Sophie e Hans
Scholl vengono catturati, processati e condannati alla pena capitale in pochissimo tempo e
anche agli altri membri dell’organizzazione
venne riservata la stessa sorte.
puter a 250000 dollari. Poi fu prodotto il secondo computer, l’Apple II, che riscosse molto successo. Le vendite sfiorarono il milione di dollari. Il nuovo computer era invece
una “scatola” compatta, con tastiera incorporata. Questo
fu il primo vero personal computer, che portò ad una serie di scoperte e innovazioni che, a loro volta, portarono
ai computer che abbiamo oggi. Con questo abbiamo dimostrato che per “rivoluzionario” si può intendere anche
chi rivoluziona il nostro quotidiano e non solo chi prova
a cambiare il sistema con una guerra o un colpo di stato.
Numero 1 bimestrale 02/15
Rivoluzione, secondo il pensiero di
chi scrive, ha una connotazione positiva: questa parola si usa per indicare
qualcosa che cambia, qualcosa che si
evolve. Quindi un rivoluzionario è
una persona che pensa a qualcosa di
nuovo o a qualcosa di migliore.
Le idee di un rivoluzionario, la maggior parte delle volte, vengono ignorate o peggio ancora derise e, solo
dopo anni, se ne capisce l’importanza, perché spesso queste persone sono
troppo innovative per la loro epoca:
questo non vale solo per le idee ma
anche per i diversi modi di esprimersi come l’arte, la pittura, la scrittura…
ecc. Ne è un esempio uno dei principali artisti dell’impressionismo,
che stiamo studiando: Claude Monet. Oggi famosissimo,
al suo tempo, invece, veniva trattato come un rifiuto; lui è una
di quelle persone che io definirei
rivoluzionarie, perché ha continuato
a dipingere, come anche altri artisti,
nonostante venisse screditato.
Solo oggi se ne riconosce la grandezza.
Un altro esempio, questa volta in ambito politico, è Mazzini che nell’ottocento aveva un’idea di nazione unita e
liberale, che non venne presa in considerazione e su cui però oggi si basa
la nostra costituzione.
Quindi anche se l’importanza dei
rivoluzionari nella loro epoca viene
sottovalutata e rivalutata nel presente, noi dobbiamo sempre pensare
che, senza di loro, niente cambierebbe e tutto resterebbe così com’era nel
passato.
Alice Bonaretti
JUNGE
REVOLUTIONÄRE
Heute wollen wir von einer Gruppe
von
Jungen sprechen die gegen den Ideen Hitler und Nazi-Deutschland waren der Name
dieser Gruppe war “Die Weißen Rose„. Die
Gruppe ( die 1942-1943 aktiv war ) bestand
von Fünf Studenten. Hans Scholl und seine
Schwester Sophie, Christoph Probst, Willi
Graf und Alexander Schmore. Alle Studenten
an der Universität von München. Die Männer nahmen auch an dem Krieg Teil der ihre
Anti-Nazi-Ideen aufgrund der unmenschlichen Behandlung von Juden und anderen
Gruppen bestätigt. Sie verbreiteten ihre Ideen
durch einige selbst entwickelte und hergestellt Flugblatter. Die Jungen der Weißen Rose
druckten und verteilten sechs Flugblatter
bevor sie von der Polizei abgefangen wurden
eine siebter Pamphlet wurde vorbereitet, aber
nie verteilt, da sie von der deutschen Polizei
gefunden wurden das sechste Flugblatt wurde nur an der Universität von den Jungen und
Sophie Scholl das verteilt , sie kletterten sie
Treppe von der Halle und warfen die letzte
verbleibende Flugblatter auf die unten stehende Menschenmenge; Mit dieser Aktion, die
verrückt, aber auch sehr mutig klingt, endete die Tätigkeit der Weißen Rose; Christoph
Probst, Sophie und Hans Scholl wurden ergreifen versucht und zum Tod in Kurzester
Zeit verurteilt. Auch anderen Mitgliedern der
Organisation wurde das gleiche Schicksal gegeben werden.
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THE CRUNCH
In campo economico tiene banco la crisi greca.
di Andrea Simonazzi e Nicole Lusetti
Come ben sapete la Grecia nel 2012 si è indebitata con l’Unione Europea per circa 240 miliardi
di euro, da restituire entro aprile 2015. Il declino greco è iniziato nel 2004 dalle Olimpiadi , il
cui bilancio è risultato rosso. Nel 2008 è iniziata la crisi mondiale e i paesi europei che ne hanno
risentito di più sono Portogallo, Italia/Irlanda, Grecia e Spagna (i cosiddetti “PIGS”). La Grecia
ha fatto, e sta ancora facendo, molti sacrifici: ha abbassato gli stipendi agli statali, ha aumentato
le tasse e ha dimezzato le spese pubbliche. Lo scorso 25 gennaio alle elezioni parlamentari, ha
vinto Tsipras (esponente del centro-sinistra), succedendo al governo Samaras (centro-destra)
con il 36% dei voti. Tsipras è stato eletto perché ha promesso ai greci la fine dei sacrifici imposti
dalla Troika. La Troika è una commissione formata dai rappresentanti della Commissione Europea della Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. La Troika si occupa di
salvare i paesi europei con ampio debito pubblico. L’Unione Europea ha minacciato la Grecia tagliandola fuori dai BOND (acquisiti dalla Unione Europea) per ridurre il debito pubblico, se non
seguirà il piano dei Troika. Il più alto debito d’Europa è quello italiano di 2160 miliardi (ma nel
2015 si dovrebbe abbassare del 5%) mentre quello greco è di 310 miliardi. Il vero problema della
Grecia è la disoccupazione al 27,5%, circa il triplo della media europea (8,9%) e in particolare
quella giovanile è addirittura del 57%. Un altro grande problema della Grecia è che se non segue
le regole dettate dall’Unione Europea e uscirà dall’Euro, l’UE interromperà i rapporti economici
l’intervista
a cura di Susanna Mazza e Mariana Ruda
Abbiamo intervistato Benedetta
Negri, italiana andata a vivere a El
Salvador che si trova in America
centrale. È venuta per spiegarci
com’è la situazione e la vita quotidiana da quelle parti. Abbiamo
compreso che c’è molta criminalità, ma sopratutto molta povertà.
La maggior parte dei bambini non
va a scuola per problemi economici e di trasporto. Le“maras”
sono delle bande criminali che
girano per le strade per derubare
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le persone, alcune volte arrivano ad ucciderle. Ma, grazie al lavoro che svolgono
le persone come Benedetta, i bambini riescono a imparare a leggere e a scrivere e
anche a divertirsi insieme.
D: perché sei voluta andare in El salvador?
R: All’inizio sono partita perché avevo giá degli amici che vivevano lí, e sentendo
i racconti che facevano della Guardería e del lavoro coi bambini mi é venuta la
voglia e la curiositá di conoscere il lavoro e quello che stavano facendo.
D: come ti sei trovata i primi giorni?
R: l’America latina é una realtá diversa dall’Italia o dall’Europa, come avete visto
dalle foto o dal video che vi ho fatto vedere quando sono venuta a scuola. Ci sono
tantissimi bambini che non vanno a scuola perché devono lavorare, stanno tutto
il giorno ai semafori a lavare i vetri delle macchine o chiedere ai passanti dei soldi
per mangiare.... C’é tanta povertá e all’inizio vorresti cercare di aiutare tutti quelli
che incontri. Peró, purtroppo, non é possibile, quindi col lavoro della Guardería
si é iniziato giá da tanti anni a togliere molti bambini dalla strada, insegnando a
leggere, scrivere e alcuni ragazzi adesso stanno studiando all’universitá!
D: hai mai pensato di ritornare in Italia subito?
R: No...
D: come ti hanno accolto i bambini della Guarderia e i loro genitori?
R: I bambini sono sempre felicissimi di venire alla Guardería e soprattutto sono
sempre molto contenti di conoscere amici nuovi. Tutte le volte quando finisce la
Guardería dicono sempre: “Torni anche domani vero?”.
Anche quando gli abbiamo dato e letto tutte le lettere che voi avete scritto, hanno
fatto tantissime domande: volevano sapere chi eravate, quanti anni avevate, dove
studiate, come mai conoscevate la Guardería...allora ho raccontato loro di quando
sono venuta a scuola da voi e di tutto quello di cui abbiamo parlato, e gli ho detto
che adesso hanno dei nuovi amici alla Fermi!
Anche i genitori sono molto contenti, perché riconoscono che il lavoro che si fa é
molto importante per i loro figli.
D: hai avuto paura, i primi giorni, delle bande criminali?
R: C’é sempre un pó di paura, bisogna stare attenti a non andare nei posti dove si
sa che le bande vivono e si muovono..
D: quel è stato il primo cibo che hai assaggiato?
R: Il primo cibo che ho assaggiato é un piatto tipico con uova, fagioli, aguacate e
formaggio.
D: quale è stato quello più buono?
R: Le pupusas....
D: quanto tempo ci hai messo a imparare la lingua?
R: Ho fatto presto a impararla, se no nessuno mi capiva...
D: Ai bambini hai mai fatto assaggiare dei cibi italiani?
R:Una volta al mese facciamo la settimana della nutrizione, e il venerdí di questa
settimana facciamo un pranzo alla guarderia per tutti i bambini e ogni mese cerchiamo di cucinare qualcosa di diverso.
In febbraio per esempio é venuta una amica dal Giappone e ha cucinato giapponese per i bambini, poi sono venuti degli amici dall’Italia e abbiamo fatto cucina
italiana...gli abbiamo fatto anche una torta!
Lettera
a un professore
di Asia Vacondio
Caro professore, le scrivo dall’altra parte. Ricapitolando: lei è un professore di matematica, ha un contatto diretto con i ragazzi, che definisce “una confusione totale”. Lei vuole risposte, anche per come
comportarsi con i giovani d’oggi. Io cercherò di rispondere a tutte le sue domande, essendo anch’io in
questo periodo critico dell’adolescenza. Esigo che lei
mi stia ad ascoltare perché, se si distrae, non capirà
più di tanto. “Una confusione totale” mi suona come
un’offesa. Noi non lo siamo. Personalmente io non
credo che resisterebbe alla nostra età. Troppo grandi
per essere bambini, troppo piccoli per essere adulti.
E’ una buona posizione? Lascio a lei la risposta. Come
mi ha spiegato, i suoi studenti li trova svogliati e sempre con la risata pronta. Non si è accorto che molti di
loro si nascondono dietro quella risata? Forse perché
non si sentono “abbastanza”. Ora le sarà passata per
la testa l’idea che diciamo delle cavolate. Sto cercando d’avere un gergo “sofisticato”, ma sono pur sempre
una quattordicenne e non devo scusarmi per questo.
Non si possono sentire “abbastanza” per vari motivi.
Uno di questi, al giorno d’oggi, per le ragazze, ma non
solo, sono i canoni di bellezza che appaiono nelle pubblicità. “Se sei magra/o, avrai tanti amici e riceverai
attenzione da tutti”. Ma vede come siamo ridotti? O
anche lei è cieco? Se sei qualche chilo in più, non sei
perfetta/o e ciò significa che non vai bene.
Ecco perché i ragazzi cadono in fondo. Penso che
questa sia ignoranza allo stato puro. Non dilungo
il discorso perché se no sarebbe un macello. Un altro motivo è il fatto che i ragazzi non vengono mai
ascoltati. Arrivano a casa e molti vengono criticati
per quello che fanno. A scuola sei un numero. Se sei
un “otto” non c’è di che preoccuparsi. Ma se sei un
“cinque”? Automaticamente lo sei anche a casa. Perché? Perché verrai criticato per il tuo basso impegno.
E non ti faranno esporre il tuo pensiero su quel voto;
quel voto che in fondo non t’appartiene. Le persone
pretendono così tanto da noi, che a volte dimenticano d’esserci passati anche loro. Che poi, professore, la
vostra adolescenza non c’entra niente con la nostra, la
quale è più complicata. Forse perché anche la società
è andata in basso. Poi, ovvio, alcuni problemi persistono da sempre: i litigi, le delusioni amorose ecc.
Voi eravate più liberi. Potevate andare in giro senza
problemi. Ora questa libertà non data, la giustificate
con le persone pervertite che ci sono in giro. Ma mi
scusi, anche quando lei era giovane ce n’erano. Sì, forse di meno, ma eravate a “rischio” anche voi giovani
d’allora. Quindi mi viene da pensare, che quella che
usate voi “adulti” sia una scusa. Pensi, i ragazzi non
possono nemmeno amare liberamente. A me personalmente piace il genere maschile. Ma se non fosse
così? Verrei anch’io presa in giro? Naturalmente sì.
Mi scusi, ma l’amore è amore e io non trovo alcuna
differenza tra uomini e uomini, donne con donne. Ma
sa, qua pure i politici sono ignoranti.
In sintesi, noi siamo quel che siamo. Non siamo tutti
svogliati, molti sono solo stanchi. Stanchi di vivere
dietro le sbarre. Abbiamo anche noi dei valori, e mi
creda non sono superficiali. Siamo maleducati? Sì, alcuni forse sì; altri invece si sono stancati di seguire
determinate regole. Vogliono sbagliare? Li lasci sbagliare. A volte “sbagliare” serve, professore.
Mi raccomando, se non ha capito la mia risposta alle
sue domande, si concentri e la rilegga tre volte, se necessario.
Siamo una confusione totale? Beh allora siamo una
confusione bellissima. Arrivederci professore.
www.internet.it
di Giovanni Boni e Luca Ruozzi
Noi tutti conosciamo internet, però non sappiamo come sia nato. In
questo articolo vi spiegheremo in due righe la sua storia e la sua evoluzione:
• Lo sviluppo dei calcolatori elettronici e l’uso strategico della loro
potenza di calcolo rende indispensabile la realizzazione di un metodo veloce e sicuro di scambio di dati tra calcolatori distribuiti sul
territorio nazionale a grandi distanze tra loro. Nel 1969 nasce la prima rete: ARPANET
• 1971 Nasce @ usato nel primo programma di posta elettronica per
ARPANET, le reti per lo scambio di dati tra calcolatori
• 1984 L’Europa aggiorna la sua rete al protocollo e nasce la rete delle
reti: nasce il World Wide Web
• 1991 nasce WWW e HTML
• 1995 Internet Explorer: prima pagina web creata
• Nel 1998 nasce Google che presto si afferma come motore di ricerca
più usato
• Il nuovo millennio porta ad una ulteriore evoluzione del Web: il
Web 2.0. La prima versione del Web, il Web 1.0, quello degli anni
‘90, è “statico”, con poca interazione con l’utente. Il Web 2.0 permette invece uno spiccato livello di interazione tra il sito e l’utente
mediante blog, forum, chat e sistemi quali Wikipedia, Youtube, Facebook, Myspace, Twitter, Gmail, ecc..
Internet è stata una grande invenzione, però in questi ultimi anni con la
creazione dei blog, chat e forum le persone si creano il loro “io online” e
passano sempre più tempo sul computer.
CINEMA
The Great Debaters
di Samuel Di Marzo e Francesca
Pontone
(Il potere della parola) USA 2007,
drammatico, diretto e interpretato
da Denzel Washington, durata 127
minuti
« Ma il mio avversario sostiene che
non è ancora arrivato il giorno in
cui bianchi e neri vadano nello stesso college, dividano la stessa università, entrino nella stessa classe.
Beh mi potreste cortesemente dire
quando arriverà quel giorno? Arriverà domani? Arriverà la prossima
settimana? Tra un centinaio di anni?
Mai? No! Il tempo per la giustizia, il
tempo per la libertà e il tempo per
l’uguaglianza è ogni giorno, ogni
giorno è adesso. » (Samantha Booke al discorso contro l’università di
Oklahoma).
Il film, ambientato nel 1935, è basato sulla storia vera di Melvin B. Tolson, un professore del Wiley College, stato del Texas. Il professor Tolson,
dopo un’accurata selezione (si parte da 360 studenti per poi sceglierne 45
e arrivare alla fine a soli 4), sceglie i componenti del gruppo dei “debaters”.
Sono Henry Lowe (che lo stesso professore ha salvato qualche giorno prima da un possibile omicidio in una rissa), Samantha Booke (unica, e prima, donna a partecipare all’esperienza), James Farmer Jr. (quattordicenne,
figlio dell’illustre James Farmer) e infine Hamilton Burgess. Con loro forma la prima squadra della scuola, nella quale la ragazza e il più giovane
del gruppo saranno le due riserve. Sia il piccolo James Farmer che Henry
si innamorano di Samantha, ma lei ricambia i sentimenti del ragazzo più
grande causando un notevole disagio nel più giovane del gruppo. Gli allenamenti al dibattito cominciano. Il professor Tolson, che un giorno viene
coinvolto in un dibattito con i suoi allievi, fa sfoggio della sua cultura
citando Willy Lynch, schiavista, da cui deriva il termine linciaggio. La
prima sfida degli studenti è contro un college famoso, il Paul Quinn College, composto da soli neri. In questo dibattito, citando la locuzione latina
“solitudinem faciunt, pacem appellant” riescono ad ottenere la prima vittoria. Si susseguono molte altre vittorie e si arriva infine alla sfida con l’università di Oklahoma. A questo punto, però, Hamilton Burgess lascia il
gruppo, per paura di possibili ritorsioni. Samantha sostituisce Hamilton,
e, nel suo primo dibattito ufficiale, racconta del sergente Crocker (l’ultimo
soldato ad essere ucciso il 13 maggio 1865 nella guerra civile), di Henry
Johnson e Needham Roberts, tutti eroi afroamericani. Samantha termina ribattendo all’avversario (secondo il quale non era ancora il tempo in
cui neri e bianchi potessero studiare negli stessi college) che il tempo per
l’eguaglianza dei diritti deve essere sempre ‘oggi’. Dopo altri sforzi e altri
dibattiti sulla discriminazione razziale, la squadra di Tolson riesce a confrontarsi, tra le tante, con la squadra di Harvard, e vince grazie all’ultimo
discorso tenuto dal più giovane del gruppo.
La Rivoluzione Ludica
di Emanuele Caruso e Sebastian Florin Tudor
L’ uscita della nuove console PS4 e
XBOX ONE ha rivoluzionato il concetto di gioco e pian piano sta raggiungendo prestazioni che pochi anni
fa era possibile raggiungere solo con
l’immaginazione.
Anche i nuovi videogiochi sorprendono le aspettative dei gamers, essendo
molto più realistici e coinvolgenti di
come ci si aspettava. Noi vi spiegheremo tutte le evoluzioni che le console
e, di conseguenza i videogames hanno
compiuto col passare del tempo.
La prima console è la Magnavox Odissey presentata per la prima volta nel
1971, il gioco per essa più diffuso è
“pong”, esso consisteva nel muovere
una stanghetta e colpire una pallina
facendola rimbalzare e rimandandola
indietro; lo scopo del gioco era fare in
modo che l’avversario o il computer
non riuscissero a prendere la pallina.
Dopo ciò venne l’Atari, la prima società che produsse console domestiche.
L’ Atari 2600, è stata la console più
venduta dall’ Atari, con oltre 30 milioni di pezzi (più dell’XBOX o della
play station 4 e l’XBOX ONE assieme)
e il gioco più venduto per essa è stato
PAC-MAN (7 milioni di pezzi).
La console considerata da tutti la più
importante nella storia del retrogaming è il Commodore 64 (abbreviazioni diffuse: “C64”, “C-64”, “C= 64”,
“CBM 64”, “64”) esso è principalmente
un home-computer, presentato mondialmente il 6 giugno 1982 e in Italia il
17 settembre 1982.
E’ stato commercializzato dal agosto
1982 fino a quando non andò fuori
produzione nel 1993.
Se guardiamo il processore del C64 e
uno qualsiasi del mercato attuale notiamo che la differenza di velocità di
trasmissione dati (che, a grani linee,
possiamo intendere come potenzavelocità del computer) è altissima, al
minimo è di 500/1000 volte, ma, può
addirittura arrivare ad essere 4000 volte più veloce, se lo compariamo con i
processori più potenti di adesso (ciò
per farvi capire quanto velocemente si
sono evoluti i computer.)
Avanzando nel tempo, nel 1989 la
Nintendo realizzò il famosissimo
Game boy Advance, i suoi giochi più
famosi furono la prima generazione
Pokemon, The Legend of Zelda e il conosciutissimo Super Mario.
Nel 1994 la Sony lanciò una console
che avrebbe rivoluzionato il mondo
video ludico: la play station 1!
Il gioco più diffuso per essa era il primo
Gran Turismo con oltre 10,95 milioni
di giocatori. La Sony a quei tempi non
poteva sapere che la concorrenza della
Microsoft era dietro l’angolo,appunto
essa creò la Xbox che è stata messa in
vendita il 15 novembre 2001 nel Nord
America, il 22 febbraio 2002 in Giappone e il 14 marzo in Europa e Australia.La Xbox ebbe un successo minore
ma inaudito,oltre 8,49 milioni di copie
del suo gioco più diffuso,”Halo 2”.Ancora oggi la Sony e la Microsoft sono
in un’accanita concorrenza.
Dipendo,
da chi dipendo?
di Alessia Mineo
Rispetto al passato, quando l’uso di sostanze veniva considerato un comportamento “deviato”, oggi si riscontra una sorta di “normalizzazione del
consumo”che porta giovani e meno giovani a ritenere “ normale” l’uso di sostanze. Gli operatori hanno messo in particolare evidenza il pericolo di assumere “mix” di diverse sostanze. Alcol, droghe, psicofarmaci, ecc. Essi sono i
“passatempi” dei giovani adolescenti di oggi.
Nella società attuale i ragazzi vengono bombardati da stimoli, input, informazioni con una frequenza velocissima ed é difficile non andare fuori di testa cercando di stare dietro a tutto questo. Adulti e giovani si sentono come sospesi in
un universo immaginario. L’abuso di alcol, droghe stimolanti e l’uso di queste
sostanze nasce proprio da questo voler fuggire dal mondo. Lo sballo a tutti i
costi viene ricercato continuamente per riuscire a non pensare.
LA DIPENDENZA DAL CELLULARE
Come la televisione ed il computer, anche il telefonino rappresenta uno strumento tecnologico di crescente utilizzo che, come dimostrano recenti studi, é
anche un oggetto verso il quale si può sviluppare una vera e propria dipendenza.
Con la crescita del numero e dei modelli di cellulari, si assiste infatti all’incremento di casi di quella che é già diventata una “malattia sociale”, che e’ stata
definita “telefonino – dipendenza”.
Una delle principali funzioni psicologiche del cellulare é quella di regolare la distanza nella comunicazione e nelle relazioni. Gli adolescenti sono spesso esempio dell’utilizzo del telefonino come strumento di difesa per affrontare le insicurezze nella comunicazione; i genitori invece trovano nel telefonino una risposta
al proprio bisogno di restare costantemente presenti nella vita dei propri figli.
I rischi dell’abuso di queste funzioni sono maggiori nei ragazzi, in quanto l’età
evolutiva é il momento dell’apprendimento delle modalità di contatto sociale
reale e delle capacità di controllo degli impulsi e delle emozioni.
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Talking Fashion
Abbigliamento: uno stress
di Agata Bottazzi e AssiaTaroum
La decisione più difficile per i ragazzi d’oggi? L’abbigliamento di tutti
i giorni! La prima suddivisione è tra femmine e maschi… Le ragazze
di solito si vestono con colori neutri cioè beige, bianco, panna, marrone, etc. oppure i colori accesi per esempio fucsia, giallo, verde, azzurro e
arancione. Ma la nostra vera passione sono le scarpe, di tutti i tipi: con i
tacchi, le All Star , le Adidas, gli stivali, le ballerine, i sandali dei romani,
le Dottor Marten’s alte oppure basse (spesso di colore nero). Poi vengono i cosiddetti “completi”, realizzati con pantaloni stretti ma abbastanza
comodi e spesso con i risvoltini alla fine(per le femmine). Invece i maschi
si mettono le calze lunghe al di sotto del ginocchio di vario tipo come
le calze dei Simpson oppure con il simbolo della marijuana, giocatori
di basket etc. e con un paio di jeans sopra, con molti risvoltini, per fare
vedere le calze. Infine una maglietta lunga a monospalla di vario genere
o maglie di giocatori americani di basket. Alla fine ci sono i capelli, che
in questo periodo vengono sempre legati con una treccia semplice, una
treccia a lisca di pesce, sciolti oppure tagliati molto corti: uno stile un po’
maschile ma con un ciuffo, per fare in modo che risulti più femminile.
Se poi noi femmine vogliamo essere al massimo splendore ci possiamo
anche truccare, ma in ogni luogo in modo diverso: a scuola matita o mascara; per uscire matita, ombretto, mascara e lucidalabbra; con le amiche
come si desidera. Se vogliamo essere coordinate anche con le unghie ci
possiamo dare lo smalto: di questi tempi i colori accesi sono in gran voga
tra le ragazze di 11-13 anni, mentre quelli più spenti vanno forte tra le
adolescenti di 14-20 anni. I maschi, invece, si dividono in due gruppi: i
ragazzi di 11-13 anni e quelli di 14-20 anni. Il primo gruppo si veste con
capi d’abbigliamento molto comodi: tuta o jeans, T-shirt e felpa, scarpe
da ginnastica (soprattutto All Star). I capelli nella maggior parte dei casi
non vengono proprio pettinati, ma solo “smossi”. Il secondo gruppo si
veste con magliette a V e dei maglioni (cardigan di solito) e i pantaloni
rimboccati alla fine,facendo intravedere le caviglie oppure le calze. I capelli vengono pettinati con un ciuffo, spesso di taglio corto. Le scarpe più
gettonate sono Adidas,mocassini di camoscio o Dottor Marten’s. Poi ci
sono delle persone che hanno degli stili diversi di abbigliamento, “privi
di emozioni” per loro stessa affermazione: sono i dark, i punk e gli emo.
Hanno la pelle chiarissima e il loro colore preferito è il nero. Ci sono anche quei giovani che vorrebbero tornare a vestirsi come negli anni ’60-’70
e si vestono con i jeans a zampa di elefante e camicie (di solito i maschi)
e con pantaloni e camicie colorate con fantasie e un cerchietto sopra la
fronte (generalmente le femmine). Infine ci sono i cosiddetti fairy, che
sono dei ragazzi che vestono con colori esplosivi (nel senso di molto sgargianti).
LIBRI
di Alessia Albertini e Siryia Scognamiglio
In questo numero de L’enjambement, dato il tema, vi proponiamo diversi
libri che hanno in comune un cambiamento, l’inizio di una cosa nuova. Il
tema della rivoluzione ha molti significati diversi e in questi libri si può
notare la vastità di questo tema.
La rivoluzione russa di Wood Anthony
L’autore inizia la sua esposizione del 1917 richiamando innanzitutto il contesto dove la rivoluzione ebbe luogo; egli mostra le condizioni dell’impero zarista all’inizio del secolo e mostra anche i
tentativi di riforma dall’alto che furono fatti dallo
zar Nicola II e misura l’impatto che ebbero sulla
Russia la rivoluzione del 1905 e la prima guerra
mondiale. Nella seconda parte Wood parla anche
della rivoluzione, della caduta della zar e dei primi governi provvisori, sino alla presa del potere
da parte dei bolscevichi. Infine Wood riassume le
conseguenze immediate della rivoluzione bolsce vica e l’uscita dalla prima guerra mondiale
HEAT: la sfida
4
di Leonardo Fazio e Alice Garlassi
H.E.A.T. è l’acronimo di High Energy Aerobic Training, in italiano Allenamento Aerobico ad Alta Energia. Si tratta di un nuovo sistema di allenamento sviluppato da due allenatori italiani in grado di fare rivivere in palestra
il gusto delle passeggiate in montagna, quando la possibilità di fare attività
all’aperto è resa impossibile a causa del maltempo o del freddo eccessivo.
L’High Energy Aerobic Training si pratica quindi al chiuso, in gruppo, con
l’ausilio di una base musicale.
Tutto il lavoro si svolge su un tappeto di nuova concezione denominato
Maxerrunner appositamente sviluppato per questo tipo di attività. La macchina non è alimentata a corrente elettrica, l’unica energia usata è quella
cinetica prodotta dal lavoro umano. È infatti l’utilizzatore che a seconda del
passo decide il tipo di sforzo, compresa l’inclinazione. Si inizia piano per
arrivare ad un ritmo più veloce con inclinazioni della pedana sino a 40°
MUSICA
di Thomas Tinterri
CD senz’anima?
La musica del nuovo secolo è caratterizzata da una rivoluzione , quella
digitale , quella di Internet, dell’MP3 e da un declino, quello del supporto
fisico tradizionale. Questa rivoluzione e questo declino hanno finito per
cambiare profondamente lo scenario conosciuto, la percezione della musica e del mercato musicale, nonché la produzione e la creatività.
La rivoluzione digitale sta travolgendo il mercato discografico . Nessun
altro mercato è stato modificato così profondamente dall’avvento di Internet e dall’elettronica. Il mercato della musica, per come l’abbiamo fino
ad oggi conosciuto, ha imboccato la strada del declino, segnato dal crollo
delle vendite dei CD e LP. La musica è dovunque: nelle radio che diffondono migliaia di canzoni, nelle televisioni, nella pubblicità, dove è diventata
spesso predominante. E poi nei supermercati, negli ascensori, nei negozi e
nelle automobili, creando una sorta di colonna sonora costante che spesso
diventa irriconoscibile melodia, ritmo senza senso o rumore di fondo. La
musica perde valore, costantemente, inesorabilmente, si trasforma in prodotto da catena di montaggio, con gruppi musicali tutti uguali, boyband
prodotte a tavolino e giovani stelline che sono spesso vestite soltanto di
qualche microfono. E più perde valore, più si trasforma in un oggetto di
consumo, meno trova acquirenti, persone disposte a spendere soldi per
comprare i dischi. Il disco, da quando si è trasformato in CD, ha perso
gran parte del fascino che aveva avuto negli anni precedenti. Da oggetto
di culto in vinile da conservare gelosamente, da collezionare, è diventato
un piccolo pezzo di plastica, freddo e senza anima, che non contiene più
qualcosa che valga la pena di conservare a lungo.
La rivoluzione comincia da noi di Kirshnamurti Jiddu
Molto bello, fin dal titolo: sono davvero disposte le persone a rivoluzionare loro stesse ?
però sanno cosa vuol dire cambiare ? Kirshnamuti propone all'essere umano di fermarsi ad
osservare il funzionare della propria mente. Il
cambiamento non può essere mai frutto di se
stessi e non può essere provocato da un atto
di volontà nè dall'ambizione di diventare qualcosa di diverso da ciò che si è. Non è qualcosa
che si possa spiegare e comprendere a parole, è qualcosa attraverso cui bisogna passare,
la propria esperienza e l'unica chiave è quella
della consapevolezza.
(...) Ma glielo dovetti dire. Andai a casa sua e decisi di parlarle.
Dopo lunghe settimane di assenza, la rividi. Era bella come sempre, forse anche di più. La riguardai negli occhi prima di andarmene, come se
fosse stata l’ultima volta.
“E se avessi voglia di abbracciarti?” dissi sospirando.
“E se ne avessi voglia anche io?” aggiunse lei.
Le sorrisi, quasi con le lacrime agli occhi e la avvolsi in un abbraccio.
Furono gli ultimi dieci minuti più belli della mia vita. Le baciai lentamente le labbra e sentii tutto il tempo volare via, come se avessi lottato
tanto, ma non abbastanza.
Era un lunedì mattina quando partii. Dopo essere stato tutta la notte
con gli occhi sgranati e pieni di lacrime a fissare il vuoto, ero privo di
forze. Preparai il trolley con i vestiti e il necessario per andarmene.
Poi mi fermai davanti allo specchio. Mi guardai da capo a piedi e una
goccia salata mi rigò il viso. Che cosa avevo fatto per meritarmi tutto
ciò? Forse davvero mio padre non mi voleva. Se doveva trovare il modo
per mandarmi via e non farmi più tornare, l’aveva trovato.
Guidando la valigia fino alla porta di ingresso, salutai mia madre che mi
strinse a lei e scoppiò in un pianto soffocante; mio padre prese il bagaglio
e lo condusse alla macchina sbuffando. Dopo qualche ora facevo già parte della United States Army.
Continua...