VAL di CORNIA - Provincia di Livorno

Transcript

VAL di CORNIA - Provincia di Livorno
I Parchi della
VAL di CORNIA
:;;;;;;;;...&i;~
www.parchivaldicornia .it
. I Pres idente della Provincia di Livo rno
OGGET 'O: formulazione osservazione a l P.A.E.R.P. della Provincia di Livo rno.
Il sottoscritto Dott. Luca Sbrilli, in qualità di Presidente della Parc hi Va l di Cornia . p . s cicta in h Lise dei 5
comuni de lla Val di Cornia , con sede legale in Pi ombi no vi G. L ra rio, 90,
avcndo preso visione dell ' avv iso di consu ltazione del P
.E.R.P. pubb licato .lI l BR, fo rm ula osscr;azione
cd oppos izione alla proposta di ampliamento della attività estratt iva ub ica ta in loc. San Carlo in COlllune di
San Vincenzo.
Il P iano Attività Estrattive provincia l prevede per questa cava un am pliamcntu delle \.:scc\ a/. i mi l1e lla lon3
es t clclL.lttuale sito estrattivo lu ngo la vall e dci Fosso Lungo. L'am pia mcnt< prcv i: to ricade in
Ul1 ~l
valle
particolarmcnte significativa dal punto di vista ambientale, pacsaggistico c st )rico cu lturak.
dimo trazione di tali pecu liarità si ric orda che l' arca di c,; pa ns ion\.: c tratti\ a pre'. ista dal rICIn O ricade
all' interno di un arca codifica ta come STC n05'+ (sit d ' intere" c comu nitario Mon te
C-~Ivi
d i C:1mpi u lia M.ma
eod I 5 1SOOOX ) con una $uperfìeie di circa 95 3 I la d i cui 224 Ha nel comune di _ 'Hl Vil1!.:cl ZO o
Le cara tteristiche peculiari di que. to am bito va ll ivo dt:l comp i s
dc i monti 'alca rei dc I call1pig li t:sç sono
riconducibili agli aspetti class ici, morfologici e \·cg tazio nali, degli ambien ti cm j ei. Mol teplici sono ndla
Lo na le prCSell/.è di cavità carsiche particolannentc sv il uppate in pro f ndità Lanto ùa r"'ndcrc gue la /.ol1a una
de lle più interessanti dal punto di vista spekolo<tieo dd nost ro paese.
Quesk cavitù cars iche hanno anche
un ~l
va lenza storico cu lturak in quanto. come ampiamente dimostrato da
mo ltI ritrova menti in situ , esse no n sono alt ro ehe ddle mi ni ere dc i pl;rioclo etrusco c medioevale.
Alc une d i queste cavità carsiche -m iniere e k re lative d iscaric he ùi lav razione. si twvan ù ili adiacenza alla
zo na di am pliame nto della cava come pre ist dal piano.
ià alcuni allni or ono (2010), la scrivente soci età propose con sp\.:c itìL O rnppono Il.:cnic
all' Ammin istraz ione Com L1llnle di
an
V in c cnz~)
di Clmp liare I" ANP IL . an
(vcdi
Ikgato)
il e. tro (cl .. l Comune di
Ca mpiglia M.ma) nella zona del Comune di Snll Vinc\.;l1/.o che intercs a pr prio l'. mpl iamcnto di ca
previsto. Inol tre, da alcuni anni la Parc hi Val di Cornia Sp
rUI'(~hi
, su incalÌc( ddl ' A11111inistrclzi01l1.! di Sun
' ·al di Comiu S.p.. \ .
K. 1
, .,
'_ l'
1 ·1
11) ( - l') l,o 1.1\
( I T' I ( 1)11 \t~'I\
l, (
rJJ illtlll\
; (l'I · .jU-;' r '.01 ' H lì .1 il
, .
I Parchi della
VALdlCORNIA
Vi ncenzo ha elaborato una proposta di
NPTL, ai sens i d Ila
Rimigliano c raggiun ge iln Cc rlo. circoscri
ndo la
L
na
CSI
R 49/95, che prende origine da lla zo na di
della Cava in essere (vedi allegato). Di questa
pr posta di ANPIL l' mmi nislraLio nc Comun 31e di San Vinc nzo si è già e pressa con alto
dicasi la pro incia di Livorno cd un pa aggio forma le in Regionc Toscana c/o la
ne condivide le tinal ità cSprCSi'è
r
rmal , lo t so
onsulta delle Arce protcllc
Si ritiene Ill:rtanto che la proposta di ampliamento della
C3\ " 1
di calcare
"San Carlo" non co rrisJlonda all e esigenze cd CI pettative delle istituzioni locali c dci loro atti programmatori ,
Per quanto s pra la scrive nte socictù comunica la propria
OPPO IZION
all"ampliamellto previsto da l PI
O TIl 1 A' E TRATTTVE DELLA PROVTN I DJ LIVORNO.
All egato alla prcs.: nte 'i ri p( ltano i seguenti documenti agl i atti dcii ' mmin istrazion Comun' le di San
IIlCCIl ZO;
AprilI; 20 13 g~sll
mali.
NPI
Rimi gliano - San Sii 'c tro - Da l mare alla collina: analis i dei va l ri ed a pd li
Parc hi val di Cornia SpA -
EMO SrI
MariO lO l O - Proposta di am pliamento d II' NPTL San Silvestro
!TI
Com une di San Vi nc cl1/ o.
Parchi val di Com ia . pA
Dala
Piomb ino 20 .()3 .lO 14
n PrcsideI1 t
o Lt .
r
Ll
bri Ili
Ll,
COMUNE DI SAN VINCENZO
PROPOSTA DI AMPLIAMENTO DELL’ANPIL SAN SILVESTRO
(COMUNE DI CAMPIGLIA M.MA) IN COMUNE DI SAN
VINCENZO
Parchi Val di Cornia SpA
Marzo 2010
1
MOTIVAZIONE DELLA PROPOSTA E LOCALIZZAZIONE
La Parchi SpA, società in house providing dei 5 comuni della Val di Cornia ha come missione
statutaria quella di gestire i parchi e musei del territorio, ma anche di stimolare le amministrazioni
comunali nella ricerca di nuove aree di tutela, conservazione e valorizzazione del vasto patrimonio
storico culturale e naturalistico della Val di Cornia.
Nell’ambito della presente fase di Avvio del Procedimento per la revisione del Piano Strutturale del
Comune di San Vincenzo, è maturata l’idea di proporre ufficialmente al Responsabile del
Procedimento ed al Garante della Comunicazione, l’individuazione di una specifica porzione di
territorio suscettibile di una possibile istituzione di una nuova area Area protetta nel Comune di San
Vincenzo. Nello specifico si tratta di una zona di ampliamento (circa 234,4 ha), al suo territorio
comunale, della esistente Area naturale Protetta di Interesse Locale “San Silvestro” nel Comune di
Campiglia Marittima (699 ha).
La proposta, elaborata nasce dalla necessità di una migliore conservazione e valorizzazione del
sistema ambientale del Monte Calvi, già inserito nell’ambito del Sito Natura 2000 “Monte Calvi di
Campiglia”, di cui alla
Del.C.R. 80/2007.
Attualmente
l’ANPIL
esistente “San Silvestro”
(Campiglia M.ma) si estende
su
una
superficie
complessiva di 699 ettari
(Del.G.R 26 novembre
2007,
n.
842
9°
aggiornamento
regionale
delle aree protette del 4°
Programma), ad interessare
una quota parte del più vasto
Sito
di
Importanza
Comunitaria
(SIR/SIC),
esteso su circa 1036 ettari
che comprende porzioni di Foto 1 Alta Valle dei Manienti, ambiente carsico con macchie
teritorio del Comune di basse, garighe, ginepreti e prati aridi. Versante sinistro interno
Castagneto
Carducci
e all’ANPIL esistente e versante destro interessato
Suvereto oltreché Campiglia dall’ampliamento.
Marittima e San Vincenzo.
L’ampliamento dell’ANPIL “San Silvestro” in Comune di San Vincenzo, interessa i versanti
occidentali del Monte Calvi ed in particolare la Valle dei Manienti attualmente interessata
dall’ANPIL solo nei versanti in sponda sinistra idrografica (Foto 1).
2
L’ampliamento ricade interamente nell’ambito del SIC/SIR “Monte Calvi di Campiglia” rendendo
possibile la conservazione di un’area ricca di emergenze botaniche, vegetazionali, faunistiche,
geologiche (area carsica con numerosi siti ipogei) e storico-archeologiche.
L’ampliamento dell’ANPIL consentirà una migliore tutela e gestione dell’importante area del
Monte Calvi ed una sua più corretta fruizione. Tale migliore gestione è evidente per l’importante
Valle dei Manienti attualmente interessata solo per metà dalla presenza di un’area protetta ed
attraversata da un percorso escursionistico.
La gestione della nuova ANPIL, estesa nei Comuni di San Vincenzo e Campiglia M.ma, per una
superficie complessiva di 933,4 ettari, potrebbe essere affidata alla Parchi Val di Cornia SpA
(società in house providing, attuale gestore dell’ANPIL esistente e dell’intero sistema di parchi
della Val di Cornia), con una gestione unitaria in grado di meglio affrontare le problematiche di
conservazione dell’Area Protetta e dello stesso Sito Natura 2000.
Il più vasto interessamento del territorio del Monte Calvi consentirà inoltre di realizzare un
omogeneo regolamento e piano di gestione dell’ANPIL, in grado di affrontare le problematiche di
conservazione dell’area anche al fine di costituire uno strumento per la corretta gestione del Sito
Natura 2000.
Dati attuale ANPIL San Silvestro (Comune di Campiglia M.ma):
Tipologia di Area
Protetta
ANPIL - Area Naturale
Protetta di Interesse
Locale
Nome
San
Silvestro
Strumenti di
gestione
Assente
Atto
istitutivo
Del.C.C. n.15
del 25.2.1998
Ente
gestore
Parchi
Val di
Cornia
SpA
Comuni
Ente
gestore
Parchi
Val di
Cornia
SpA
Comuni
Campiglia
Marittima
Superficie
(ettari)
699
Dati situazione con ampliamento al Comune di San Vincenzo:
Tipologia di Area
Protetta
ANPIL - Area Naturale
Protetta di Interesse
Locale
Nome
San
Silvestro
Strumenti di
gestione
Impegno a
realizzare un
regolamento
e un piano di
gestione.
Atto
istitutivo
Del.C.C.
Comune di
San Vincenzo
e Comune di
Campiglia
M.ma
Campiglia
Marittima,
San
Vincenzo
Superficie
(ettari)
933,4
La proposta avanza inoltre collima con uno degli obiettivi strategici del nuovo Piano Strutturale del
Comune di San Vincenzo che vede un potenziamento degli assi trasversali ed una riqualificazione
del villaggio industriale di San Carlo. Proprio in questa ottica l’ampliamento dell’area protette
porterebbe San Carlo ad essere una nuova porta del parco archeominerario.
3
Figura 2 In blu la proposta dell’ampliamento nel Comune di San Vincenzo dell’ANPIL
“San Silvestro” in Comune di Campiglia M.ma (di colore verde).
La
Società Parchi Val di Cornia è stata costituita il 18 luglio 1993 per iniziativa dei Comuni di
Piombino, Campiglia Marittima, San Vincenzo, Suvereto e Sassetta e di soci privati, ai sensi
dell’art. 22 della legge 142/1990 come Società mista pubblico privato, con il vincolo del prevalente
capitale pubblico.
Dal 2007, per una modifica alla normativa vigente (D. Lgsl 42/2004, art. 115), si è reso necessario
trasformare l’assetto societario raggiungendo una compagine azionaria interamente pubblica. La
Società è stata costituita per attuare il sistema dei parchi della Val di Cornia, ovvero le aree naturali
protette, le aree archeologiche e i beni culturali dei Comuni di Piombino, Campiglia Marittima, San
Vincenzo, Suvereto e Sassetta.
Oltre alla ANPIL “San Silvestro”, la Parchi Val di Cornia SpA gestisce l’ANPIL “Sterpaia” e
porzioni dell’ANPIL “Promontorio di Piombino” entrambe ubicate nel comune di Piombino.
4
CARATTERISTICHE AMBIENTALI DELL’AREA PROPOSTA COME AMPLIAMENTO
DELL’ANPIL.
L’area proposta come ampliamento dell’ANPIL esistente si caratterizza per la concentrazione di
differenti peculiarità, tutte di estremo valore, di tipo paesaggistico, storico, geologico, floristico e
faunistico.
Così come nel confinante versante campigliese anche in questa zona il particolare paesaggio
geomorfologico del Monte Calvi costituisce il presupposto per la presenza di habitat di elevato
interesse conservazionistico. Prevalgono infatti due formazioni rocciose: il calcare e le rocce
eruttive. Il calcare mesozoico puro affiora sulle porzioni sommitali del M. Calvi, conferendogli un
caratteristico colore biancastro ed un aspetto montano, e dando luogo a numerosi fenomeni carsici
epigei ed ipogei, quali cavità e pozzi. Le rocce eruttive sono rappresentate da porfiriti e graniti: a
contatto con il calcare si sono depositati giacimenti minerari di rame, piombo argentifero e stagno,
oggetto in passato di un intenso sfruttamento minerario. L’area comprende infatti un’area
mineralogica sfruttata già in epoca etrusca di cui restano testimonianze nelle cave storiche e nel
vicino e famoso villaggio e centro minerario della Rocca di San Silvestro. Quest’ultimo villaggio
domina sulla Valle dei Manienti oggetto dell’ampliamento dell’ANPIL.
Nella valle dei Manienti e nella confinante ANPIL lungo i filoni di roccia porfirica, a contatto con il
calcare, si sono depositate le mineralizzazioni spesse talvolta centinaia di metri. L'esistenza di
risorse minerarie così abbondanti ha condizionato in modo inequivocabile la disposizione e lo
sviluppo degli insediamenti in quasi tutti i
periodi, a partire sicuramente dall'età etrusca.
La zona in oggetto presenta alcune antiche
coltivazioni e miniere, di elevato interesse
storico ed archeologico, quali la Buca del
Biserno (sottoposta a vincolo archeologico), la
Buca del Burian, Buca di Fohn, Buca degli
Spagnoli, Buca dei Topi e la Buca del Confine.
Numerosissime
le
emergenze
ipogee,
distribuite in un vasto ambiente carsico, con
cavità (Buca dei Grilli, Buca del Biserno, Buca
del Muschio di Scala Santa, Buca delle
Colonne, Buca della Scarpa, Buca Verde, ecc.),
abissi (Abisso San Vincenzo), già inseriti nel
catasto regionale delle grotte della Regione
Toscana, oltre ad altre cavità segnalate dal
Gruppo Speleologico Archeologico Livornese.
L’intero ex distretto minerario del campigliese
rappresenta un ambiente unico non solo nel
contesto nazionale; un luogo dove le tracce
Foto 3 Ginepreti a ginepro fenicio Juniperus
della coltivazione si perdono nelle migliaia di phoenicea nella Valle dei Manienti.
anni e dove si è conservato un paesaggio
minerario che, come in un fotogramma, fissa per epoche diverse, la trasformazione dell’ambiente
attraverso l’azione dell’uomo.
5
Dal punto di vista naturalistico le informazioni derivanti dalla Scheda Natura 2000 del Sito di
Importanza Comunitaria, i dati derivanti dal Progetto RENATO Repertorio Naturalistico Toscano e
le informazioni derivanti dai sopralluoghi, testimoniano dell’alto valore naturalistico e
conservazionistico dell’area.
Nel contesto degli aspetti vegetazionali, una delle più importanti emergenze è rappresentata dalle
garìghe a dominanza di ginepro ossicedro Juniperus oxycedrus e Globularia alypum, con notevole
diffusione anche di ginepro fenicio Juniperus phoenicea, habitat di interesse comunitario e
regionale (Boscaglie a dominanza di Juniperus sp.pl. cod. Natura 2000: 5210). Particolarmente
estesi e di elevato interesse conservazionistico anche gli habitat Boschi mesofili a dominanza di
Quercus ilex con Ostrya carpinifolia e /o Acer sp.pl. (Cod. Natura 2000: 9340) e Praterie aride
seminaturali e facies arbustive dei substrati calcarei (Festuco-Brometea) (*stupenda fioritura di
orchidee) (Cod. natura 2000: 6210), quest’ultimo classificato dalla Direttiva 92/43/CEE come
prioritario.
L’area riveste una notevole importanza per l’elevata diversità floristica, che comprende anche
numerose stazioni di specie endemiche, rare o di interesse fitogeografico, in parte localizzate sulle
parti sommitali del M. Calvi: tra queste deve essere citata in particolare la bivonea del Savi
Jonopsidium savianum, una delle poche specie di interesse comunitario presenti in Toscana, a
costituire anche una delle fitocenosi del progetto RENATO.
Tra le altre specie di flora di elevato interesse e perlopiù di interesse regionale, di cui alla LR
56/2000, sono da citare Crocus etruscus, Ranunculus garganicus, Iris lutescens, Hesperis laciniata,
Biscutella pichiana e Ophrys crabronifera.
L’area è un’importante stazione
anche per invertebrati quali Euchloe
tagis calvensis, e i lepidotteri
Euplagia
quadripunctata
e
Coenonympha corinna elbana, una
farfalla endemica della Toscana.
Nell’area sono presenti rana agile
Rana dalmatina, rana appenninica
Rana
italica,
endemica
dell’Appennino, e il tarantolino
Phyllodactilus europaeus, un piccolo
rettile
endemico
dell’area
mediterranea occidentale. Tra gli
uccelli nidifcanti di interesse Foto 4 Biancone Circaetus gallicus, rapace di interesse
comunitario merita segnalare la comunitario nidificante nell’area del Monte Calvi.
presenza di numerosi rapaci quali
falco pecchiaiolo Pernis apivorus e biancone Circaetus gallicus, oltre a succiacapre Caprimulgus
europaeus e tottavilla Lullula arborea. Particolare interesse riveste la presenza di bigia grossa
Sylvia hortensis e di due specie di averle Lanius collurio e Lanius senator.
6
PERCORSO NORMATIVO DELL’ANPIL ESISTENTE.
L’istituzione dell’ANPIL “San Silvestro”, in Comune di Campiglia M.ma, si attua nel 1998 con
Del.C.C. n.15 del 25.2.1998, su una superficie complessiva di 450 ettari.
Tale istituzione si inserisce quindi nell’ambito del primo aggiornamento delle Aree Protette
regionali (Secondo Programma regionale 1997/1999 approvato con Del.C.R.256/97), ove il Sistema
di aree protette della Val di Cornia e della Provincia di Livorno si arricchisce di numerose nuove
aree protette (Parco Provinciale Montioni; Riserva Naturale Provinciale Padule Orti Bottagone;
ANPIL Baratti - Populonia e ANPIL Sterpaia).
Nell’ambito delle prescrizioni regionali relative a San Silvestro per la Provincia di Livorno
venivano inserite le seguenti: “l’istituzione dell’area protetta “San Silvestro”, in Comune di
Campiglia Marittima, formalizza un assetto di fatto e di progetto riguardante valori paesaggistici,
geolitologici e mineralogici che si sommano all’estrema rilevanza dei valori storico-culturali; la
perimetrazione definitiva dell’area dovrà documentare, attraverso l’accertamento della
permanenza dei valori naturalistici, l’inclusione del Biotopo di Monte Calvi; l’assetto gestionale
dell’area deve considerarsi quale fase transitoria verso la concretizzazione, nel quadro
interprovinciale, del sistema dei poli e percorsi di interesse mineralogico, minerario e di
archeologia mineraria nella Toscana meridionale da sottoporre a regime speciale di area
protetta”.
Con il secondo aggiornamento delle Aree Protette regionali (nell’ambito del riparto delle risorse
finanziarie 1998 approvato con Del.C.R. 174/1998) l’ANPIL “San Silvestro” raggiunge quindi le
dimensioni attuali di 699 ha, di cui 270 ettari a superficie conforme.
IL SITO DI IMPORTANZA COMUNITARIA MONTE CALVI DI CAMPIGLIA E SUOI
RAPPORTI CON LA PROPOSTA DI AMPLIAMENTO DELL’ANPIL SAN SILVESTRO.
L’area proposta, estesa su circa 234,4 ettari, si sviluppa interamente all’interno del Sito Natura
2000, SIR e SIC, “Monte Calvi di Campiglia”, di cui alla Del.G.R. 80/2007. Sistema Natura 2000
già indicato, nell’ambito dei diversi programmi regionali per le aree protette, come “zone di
reperimento” per la istituzione di nuove aree protette.
Di seguito si descrivono i contenuti della Del. G.R. n. 644 del 5 luglio 2004 “Approvazione norme
tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di importanza
regionale”, relativa al Sito in oggetto.
SITO DI IMPORTANZA REGIONALE (SIR)
54 Monte Calvi di Campiglia (IT5160008)
Tipo sito
anche pSIC
CARATTERISTICHE DEL SITO
Estensione
1.036 ha
Presenza di aree protetta
Sito in parte compreso nell’Area Naturale Protetta di Interesse locale (ANPIL) “San Silvestro”.
7
Altri strumenti di tutela
Tipologia ambientale prevalente
Macchia bassa e alta, boschi di sclerofille e latifoglie, garighe, affioramenti rocciosi.
Altre tipologie ambientali rilevanti
Prati secondari, siti minerari.
Principali emergenze
HABITAT
Nome habitat di cui all'Allegato A1 della L.R. 56/2000.
Cod.
Corine
Cod.
Nat.2000
All. Dir.
92/43/CEE
Praterie dei pascoli abbandonati su substrato neutro-basofilo (FestucoBrometea).
34,3234,33
6210
AI*
FITOCENOSI
Consorzi a Jonopsidium savianum del Monte Calvi di Campiglia Marittima.
SPECIE VEGETALI
(AII) Jonopsidium savianum (bivonea di Savi) – Rara specie presente in Toscana in alcune stazioni delle colline
subcostiere livornesi e in una stazione alle pendici del M. Amiata.
SPECIE ANIMALI
(AII*) Euplagia [=Callimorpha] quadripunctaria (Insetti, Lepidotteri)
(AI) Circaetus gallicus (biancone, Uccelli) – Nidificante (da confermare in anni recenti).
Sylvia hortensis (bigia grossa, Uccelli) – Segnalazioni degli scorsi decenni, da riconfermare.
Principali elementi di criticità interni al sito
- Presenza di siti minerari abbandonati.
- Carico turistico in aumento legato alla fruizione dell’area protetta.
- Rischio di incendi.
- Notevole omogeneità delle formazioni forestali legata all’intensa utilizzazione del passato.
- Evoluzione della vegetazione per cessazione del pascolo brado, con riduzione delle praterie e garighe.
- Ridotta estensione della stazione di Jonopsidium savianum.
- Scarse conoscenze naturalistiche.
Principali elementi di criticità esterni al sito
- Diffusa riduzione del pascolo e scomparsa di praterie e garighe, con crescenti minacce per le specie legate a tali
ambienti, per fenomeni di frammentazione e isolamento.
- Bacini minerari ed estrattivi ai confini del sito, con ipotesi di ampliamenti.
- Elevati livelli di antropizzazione ai margini del sito.
PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE DA ADOTTARE
Principali obiettivi di conservazione
a) Mantenimento di elevati livelli di diversità del mosaico ambientale, con i diversi stadi delle successioni
vegetazionali ben rappresentati (di particolare importanza la tutela di praterie e garighe) (E).
b) Conservazione della stazione di Jonopsidium savianum sulla vetta del Monte Calvi e realizzazione di un programma
di conservazione ex situ (E).
c) Incremento della caratterizzazione ecologica della matrice forestale, favorendo la presenza di formazioni più mature
nelle stazioni adatte e il mantenimento di una buona eterogeneità dei soprassuoli boschivi e alto arbustivi (M).
d) Miglioramento delle conoscenze sugli aspetti naturalistici (M).
Indicazioni per le misure di conservazione
- Misure contrattuali (incentivazione del pascolo) o gestionali per la conservazione e il recupero delle aree aperte
(prati secondari, garighe) (E).
- Poiché alcune delle principali cause di degrado/disturbo dipendono da pressioni ambientali originate nel contesto
esterno al sito, per queste dovrà essere opportunamente applicato lo strumento della valutazione di incidenza (E).
- Verifica ed eventuale adeguamento delle previsioni in campo forestale, al fine di assicurarne la coerenza rispetto
agli obiettivi di conservazione (M).
- Avvio di indagini sugli aspetti naturalistici (M).
- Verifica degli impatti del carico turistico, in particolare nella Valle dei Manienti, ed eventuale adozione di opportune
misure normative o di informazione e sensibilizzazione (B).
8
Necessità di Piano di Gestione specifico del sito
Media. Realizzabile in parte nel contesto di un piano e/o regolamento di gestione dell’area protetta, attualmente non
realizzato.
Necessità di piani di settore
L’eventuale elaborazione e adozione di un piano relativo alla conservazione degli habitat di prateria sarebbe sufficiente
e renderebbe non necessario il piano di gestione del sito.
L’attuale ANPIL San Silvestro, risultando in parziale sovrapposizione con il Sito Natura 2000 in
oggetto, attualmente tutela direttamente circa il 38% della superficie del Sito.
La scelta dell’Amministrazione comunale di utilizzare, come da indicazioni dei programmi
regionali per le aree protette, l’intera superficie del Sito interna al territorio comunale come “area di
reperimento” ha portato ad individuare i 234 ettari di nuova ANPIL all’interno del Sito, portando
quindi la superficie complessiva del Sito protetta dallo strumento di ANPIL al 61%.
Tale porzione del Sito corrisponde peraltro alle zone di maggiore valenza naturalistica del Sito in
cui sono presenti le più importanti emergenze di specie di flora, fauna ed habitat (fonte banca dati
RENATO).
L’impegno alla realizzazione di un regolamento unico per la complessiva ANPIL, sotto la gestione
della Parchi Val di Cornia, consentirà inoltre di rispondere alla esigenza, derivante dalle Misure di
conservazione di cui sopra (Del.C.R. 644/2004) e da quanto indicato nella Scheda natura 2000 del
Sito, di disporre di un piano di gestione specifico in grado di rispondere alle problematiche di
conservazione legate alla gestione degli habitat, del carico turistico-escursionistico, alla presenza di
vicini siti estrattivi, agli incendi estivi, ecc.
ALTRE PREVISIONI PIANIFICATORIE E VINCOLISTICHE PRESENTI NELL’AREA
INTERESSATA DALLA PROPOSTA DI AMPLIAMENTO.
A livello di pianificazione provinciale il Piano Territoriale di Coordinamento vigente (1998), in
corso di nuova approvazione, individua l’area del Monte Calvi come una zona di elevato interesse
conservazionistico.
In particolare l’area interessata dall’ampliamento dell’ANPIL è interessata dalla presenza di:
• Aree di interesse scientifico: “Zone per la conservazione degli habitat naturali”
• Aree di interesse naturalistico ambientale: “Ambito di protezione dei biotopi e valori
naturalistici Bi.b”
• Zone archeologiche vincolate ex L.1089/39.
Il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Livorno, recentememte adottato, conferma
la destinazione ed il valore dell’area, inserendo la presenza del Sistema Natura 2000.
Nell’ambito del Piano Strutturale d’area della Val di Cornia (2005) l’area in oggetto ed il
complessivo rilievo del Monte Calvi risulta individuato come elemento di particolare valore
9
naturalistico ambientale, con riferimento al sistema costituito dall’ANPIL “San Silvestro” e dal Sito
Natura 2000, SIR e SIC, “Monte Calvi di Campiglia” (Tav.1 di PS). Le stesse aree vedono inoltre la
conferma delle previsioni di PTC relativamente alle Zone per la conservazione degli habitat
naturali e all’ Ambito di protezione dei biotopi e valori naturalistici Bi.b” (Tav. 5 di PS).
Il Regolamento urbanistico del Comune di San Vincenzo – variante gestionale 2005 – conferma
il valore prevalentemente ambientale dell’area inserendola nell’ambito del Sottosistema ambientale
Collina e Montagna A4 (Tavv. 5 e 6).
La zona soggetta ad ampliamento presenta inoltre alcune aree soggette a vincolo archeologico, con
particolare riferimento alla Valle dei Manienti, ed a vincolo paesaggistico.
La proposta di ampliamento dell’ANPIL di San Silvestro, e la programmata realizzazione di un
regolamento e piano di gestione unico, risulta inoltre coerente con il sistema provinciale di aree
protette. Oltre alla indicazione di aree di reperimento per aree protette nell’ambito del PTC
provinciale già nel Piano pluriennale di sviluppo economico e sociale della Provincia di Livorno si
evidenziava la necessità della “Redazione di un piano e regolamento di gestione comprensivo degli
elementi gestionali del Sito di Importanza Regionale, con particolare riferimento al settore turistico
e alle attività estrattive/minerarie”.
Piombino, 11 Marzo 2010
Dott. Luca Sbrilli
Presidente Parchi Val di Cornia SpA
10
Comune di San Vincenzo
Area Naturale Protetta
di Interesse Locale
Rimigliano – San
Silvestro
Dal mare alla collina
Analisi dei
gestionali
valori
PARCHI VAL DI CORNIA SPA
Luca Sbrilli
NEMO srl Firenze
Leonardo Lombardi,
Linda Colligiani
aprile 2013
e
aspetti
SOMMARIO 1 INTRODUZIONE .................................................................................................. 3
2 QUADRO
CONOSCITIVO:
COMPONENTI
NATURALISTICHE
E
PAESAGGISTICHE ..................................................................................................... 6
2.1
Aspetti geografici, geomorfologici e risorse minerarie ................................... 6
2.1.1 Localizzazione e accessibilità .................................................................... 6
2.1.2 Geomorfologia, risorse minerarie e geotopi ............................................... 6
2.2
Vegetazione e flora ....................................................................................... 9
2.2.1 Paesaggio vegetale ................................................................................... 9
2.2.2 Le emergenze vegetazionali e floristiche ................................................. 12
2.3
Fauna .......................................................................................................... 17
2.3.1 Fonti documentarie e inquadramento generale ....................................... 17
2.3.2 Invertebrati .............................................................................................. 19
2.3.3 Pesci........................................................................................................ 21
2.3.4 Anfibi e Rettili........................................................................................... 21
2.3.5 Avifauna .................................................................................................. 24
2.3.6 Teriofauna ............................................................................................... 33
2.3.7 Le emergenze.......................................................................................... 36
2.4
Aspetti paesaggistici e storico culturali........................................................ 43
3 QUADRO CONOSCITIVO: ASPETTI PIANIFICATORI E VINCOLISTICI .......... 46
4 CRITICITÀ AMBIENTALI ................................................................................... 54
5 ANPIL RIMIGLIANO-SAN SILVESTRO: ELEMENTI GESTIONALI E
REGOLAMENTARI ................................................................................................... 56
6 BIBLIOGRAFIA .................................................................................................. 64 1 INTRODUZIONE
Per le sue elevate valenze ambientali, naturalistiche e paesaggistiche l’area costiera
di Rimigliano è stata storicamente interessata da diverse proposte di tutela che
hanno avuto una sintesi nell’acquisizione al demanio pubblico di gran parte della
zona costiera di Rimigliano. Negli anni ’70 i Comuni della Val di Cornia predisposero
piani regolatori generali – P.R.G. coordinati; in tale contesto, ed ancora in assenza di
un normativa regionale sulle aree protette, l’area costiera di Rimigliano venne
urbanisticamente interessata da un parco territoriale.
Successivamente alla approvazione della LR 49/95 sulle aree protette, nel 1997 e
nel 2005, il Comune di San Vincenzo deliberò alcune proposte di Area naturale
protetta di interesse locale (ANPIL) di Rimigliano, non giunte alla successiva fase di
istituzione ed inserimento nel programma regionale delle aree protette.
Nell’ambito dell’ 11° aggiornamento del Programma triennale regionale per le aree
protette (Del.GR 870/2010), attualmente in fase di Quinto programma, il territorio
comunale di San Vincenzo risulta quindi caratterizzarsi per l’assenza di strumenti di
area protetta riconosciuti dalla LR 49/95. Ciò pur in presenza del “parco pubblico
territoriale di Rimigliano”, così classificato negli strumenti urbanistici comunali, e con
tale classificazione inserito nel più vasto sistema dei parchi e musei gestito dalla
Parchi Val di Cornia Spa, società in house providing dei 5 comuni della Val di Cornia.
Nell’ambito del 5° Programma Triennale regionale per le aree protette, recentemente
trasformato e inserito nel più vasto Piano ambientale ed energetico regionale
(PAER), di prossima approvazione, risulta presente una proposta avanzata dal
Consiglio Regionale, recependo le richieste degli Enti Locali interessati, relativa
“all’avvio del procedimento per la verifica di fattibilità del quarto parco regionale nel
territorio della Val di Cornia, dove risultano già istituite altre Aree Protette”. Tale
proposta “recepisce l’indicazione per la verifica di fattibilità di un nuovo 4° parco
regionale nei territori della Val di Cornia, già interessati da varie aree protette sia
regolarmente istituite che potenzialmente interessanti (tra cui l’area di Rimigliano),
per la possibile gestione unitaria di tutto il comprensorio interessato dalle emergenze
naturalistiche” (Del.CR. 88/2009).
Nell’ambito della Strategia regionale per la tutela della biodiversità, in corso di
approvazione quale parte integrante del PAER, il target di conservazione degli
ambienti costieri individua tra le azioni prioritarie l’ istituzione dell’ANPIL “Dune di
Rimigliano” http://www.regione.toscana.it/ambienteeterritorio/biodiversita/index.html):
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 3 Il Comune di San Vincenzo, in data 28 luglio 2011, ha quindi stipulato una
convenzione con la Parchi Val di Cornia S.p.A. (http://www.parchivaldicornia.it), per
l’attivazione delle procedure necessarie alla definitiva istituzione dell’ANPIL di
Rimigliano, partendo dalle proposte a suo tempo elaborate e con l’obiettivo di
interessare anche i territori posti a monte della Strada della Principessa.
L’analisi delle caratteristiche territoriali e ambientali della porzione centro meridionale
del territorio comunale di San Vincenzo ha portato alla individuazione di una vasta
area, situata tra la costa di Rimigliano e i versanti occidentali del Monte Calvi, di
elevato valore naturalistico e paesaggistico e quale area potenziale per il progetto di
area protetta. Tale territorio, dal mare verso l’entroterra, presenta tre distinti e
caratteristici paesaggi:
1. Paesaggio costiero dunale di elevato valore naturalistico, con habitat dunali
di interesse regionale e comunitario, pinete e leccete su dune fossili e relittuali
aree umide, boschi planiziali e nuclei di sughera. Area in diretto collegamento
con l’ANPIL Baratti-Populonia.
2. Paesaggio della pianura agricola costiera, a comprendere la storica Tenuta
di Rimigliano, con un caratteristico mosaico di agroecosistemi tradizionali,
agricoltura di pianura più intensiva, boschi planiziali relittuali, pinete, aree
umide di elevato interesse conservazionistico (ex Lago di Rimigliano), a
costituire un’area di elevato valore paesaggistico e naturalistico.
3. Paesaggio collinare e montano dei versanti occidentali del Monte Calvi e
della Valle dei Manienti, con complessi rocciosi, sistemi carsici epigei e ipogei,
con elevata presenza di habitat e specie rare e di interesse regionale. Area di
elevato interesse naturalistico, paesaggistico e archeologico in diretto
collegamento con l’ANPIL San Silvestro.
Su tale area è stata approfondita l’analisi delle risorse naturalistiche, paesaggistiche
e storico-culturali e sono stati quindi elaborati diversi scenari di area protetta, basati
sullo strumento di ANPIL (Area naturale protetta di interesse locale) fornito dalla LR
49/95. Tale processo ha visto l’elaborazione di documenti intermedi per la verifica
della fattibilità di diverse proposte di area protetta, comunque tutte incentrate
sull’obiettivo di realizzare un unico sistema protetto dalla costa di Rimigliano alle
pendici del Monte Calvi.
Il processo di analisi ha prodotto la presente proposta finale di ANPIL
“Rimigliano-San Silvestro” estesa su un’area di 1573 ha, ed organizzata su 4
zone omogenee per gli aspetti funzionali e gestionali. Tale area comprende
interamente la zona costiera dunale (circa 137 ha), un mosaico di aree agricole,
boschi e aree umide della pianura interna (circa 636 ha), un’area di pianura
interna e bassa collina (Prunicce – Masseto) con funzioni di collegamento
ecologico (per circa 418 ha) e le pendici occidentali del Monte Calvi e Valle dei
Manienti (per circa 382 ha).
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 4 L’istituzione dell’ANPIL si pone i seguenti obiettivi strategici:
• Tutela dell’importante sistema costiero dunale, anche attraverso il
miglioramento dei livelli di sostenibilità della fruizione turistica.
• Mantenimento delle attività agricole e del paesaggio agricolo di pianura
costiera, con particolare riferimento agli agroecosistemi tradizionali interni alla
Tenuta di Rimigliano, valorizzando le attività agricole biologiche e le attività
agrituristiche.
• Tutela, riqualificazione e miglioramento della gestione dell’area umida dell’ex
lago di Rimigliano, già zona umida continentale (Wetlands International)
censita dal progetto IWC (International Waterfowl Census).
• Miglioramento della gestione e tutela degli importanti nuclei forestali relittuali
planiziali della pianura costiera.
• Tutela e valorizzazione delle importanti emergenze archeologiche,
geomorfologiche, minerarie e dei complessi carsici epigei e ipogei, con
particolare riferimento ai versanti del Monte Calvi e della Valle dei Manienti.
• Valorizzazione del sistema ambientale costa-pianura-collina e completamento
del sistema di aree protette della Val di Cornia con collegamento diretto con le
adiacenti ANPIL San Silvestro (Comune di Campiglia M.ma) a nord-est e
ANPIL Baratti-Populonia (Comune di Piombino) a sud.
La presente proposta contiene gli elementi previsti dalle linee guida regionali di cui
al Dd 7875 del 19991, ha cercato di valorizzare le varie prescrizioni inserite per lo
strumento di ANPIL nei diversi programmi regionali per le aree protette e ha inoltre
valorizzato le altre numerose esperienze di ANPIL già realizzate in Toscana.
1 Linee guida per la formazione delle proposte per il 3 Programma regionale delle Aree Protette.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 5 2 QUADRO CONOSCITIVO: COMPONENTI NATURALISTICHE E
PAESAGGISTICHE
2.1 Aspetti geografici, geomorfologici e risorse minerarie
2.1.1 Localizzazione e accessibilità
Il territorio in oggetto risulta interno al Comune di San Vincenzo, in Provincia di
Livorno, ad interessare il tratto costiero tra San Vincenzo (loc. Villa Biserno) e Torre
Nuova, la pianura costiera, comprendente la Tenuta di Rimigliano e le zone agricole
circostanti, la Valle dei Manienti e i versanti occidentali del Monte Calvi di Campiglia.
Per l’area costiera e della Tenuta la Strada provinciale n.23 della Principessa
costituisce la principale via di accesso; l’area collinare valorizza in aggiunta il ruolo
della Strada Provinciale n.20 di collegamento tra San Vincenzo e Campiglia
Marittima, che consente di attraversare l’area nel suo sviluppo verso la zona
collinare.
L’area costiera vede la possibilità della sola fruizione pedonale e in bicicletta,
mediante utilizzo del sistema di sentieri attrezzati soggetti ad un nuovo e recente
progetto di razionalizzazione e valorizzazione della Provincia di Livorno (con
chiusura dei sentieramenti diffusi e la realizzazione nuovi sentieri attrezzati).
L’accessibilità interna all’area della Tenuta di Rimigliano si realizza mediante strade
secondarie di attraversamento est-ovest, quali Via dei Granai (a sud) e Via del Lago
(a nord) e da un sistema di strade sterrate private. Attualmente l’area delle Tenuta è
di proprietà privata e l’accesso pedonale deve essere autorizzato.
Anche l’area collinare interessa proprietà private con accesso pedonale in parte
organizzato (nella porzione sommitale) lungo la sentieristica esistente legata alla
fruibilità della confinante ANPIL di San Silvestro.
2.1.2 Geomorfologia, risorse minerarie e geotopi
Il paesaggio geologico dell’area costiera di Rimigliano è dominato dalla presenza di
cordoni litorali sabbiosi costituiti da depositi di spiaggia con sabbie da medie a fini
(20-30 m di larghezza), in gran parte interessato da battigia, anteduna e una breve
striscia di macchia bassa e da un largo sistema di depositi eolici (circa 100-200 m)
con sabbie da fine a medie a costituire dune fossili oggi interessate da leccete e
pinete.
Nel tratto meridionale della costa in oggetto alla sabbia si sostituiscono granulometrie
maggiori fino alla ghiaia, con particolare riferimento al tratto tra la Torraccia e la foce
del Canale. Nella costa di Rimigliano alla battigia fa seguito, su tutto il tratto in
oggetto, la mancanza di un sistema di anteduna e duna mobile, ad eccezione di rari
tratti relittuali. La duna fissa risulta interessata dalla presenza di una macchia
mediterranea densa, cui fa seguito un serie di cordoni dunali paralleli, talora anche
con altezze rilevanti (9 m). Nella porzione centro meridionale questo articolato
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 6 sistema morfologico risulta assai più omogeneo con ridotte altezze del sistema
dunale. In corrispondenza della Strada litoranea, dalla contrada Cavalleggeri fino al
Podere Rimigliano, parte della fascia costiera è interessata dall’affioramento di
Panchina (arenarie, da fini a medie, con abbondante componente carbonatica). Tali
formazioni affiorano in modo più esteso all’interno della fascia costiera tra Podere
Walfredo e la Torraccia.
Nella porzione centro meridionale dell’area costiera sono presenti depositi palustri
costituiti da argille con resti di piante e torbe di zone attualmente acquitrinose o
periodicamente acquitrinose. Tali formazioni si dispongono nelle zone retrostanti ai
cordoni dunali in fasce parallele all’andamento delle dune stesse. Nella porzione
centrale dell’area è presente un canale parallelo alla linea di costa, collegato ad
alcune depressioni umide costituite da canneto con specchi d’acqua affiorante
durante le precipitazioni e da boschi planiziali.
Lungo la linea di costa, in corrispondenza di Podere Rimigliano, per un breve tratto
affiorano le Arenarie della Riva degli Etruschi, sabbie cementate con granulometria
da fine a media, ben visibili durante la bassa marea.
In questo tratto di costa di Rimigliano il contributo dell’alimentazione del Fiume
Cecina si fa gradualmente meno rilevante andando verso sud, dove assumono un
ruolo progressivamente più importante i piccoli corsi d’acqua che scendono dalle
colline metallifere.
L’area in oggetto rientra nell’ambito dell’Unità Fisiografica n.2 – da Rosignano al
Golfo di Baratti, nell’ambito del Piano di gestione integrata della costa. In particolare
l’area si sviluppa nell’ambito della sottounità “da Riva degli Etruschi a La Torraccia”.
Nell’ambito delle ultime relazioni sullo Stato dell’ambiente in Toscana (Regione
Toscana, 2008; 2009), la costa di Rimigliano risulta classificata come “spiaggia
stabile o in accrescimento” nella sua porzione settentrionale e come “spiaggia in
erosione nella sua porzione centro meridionale”. In effetti è stata rilevata una
condizione di relativa stabilità ed equilibrio del sistema dunale tra Podere
Cavalleggeri e Casa Rossa e fenomeni di erosione al piede del sistema dunale tra
Casa Rossa e la Torraccia, tratto quest’ultimo caratterizzato anche da una minore
altezza del sistema dunale e da una minore pendenza del sistema battigia-duna.
La pianura costiera interna alla tenuta si caratterizza per la presenza di depositi
palustri e torbosi e da depositi alluvionali. In particolare l’area centrale interna alla
Tenuta di Rimigliano presenta un’area depressa, anche al di sotto del livello del
mare, quale antica sede del Lago di Rimigliano, poi colmata da sedimenti palustri e
da materiale di erosione. Gran parte della pianura costiera risulta caratterizzata dalla
presenza di depositi alluvionali olocenici e da sabbie di Donoratico.
Risalendo verso l’entroterra, lungo le pendici occidentali del Monte Calvi e nella Valle
dei Manienti, l’area si caratterizza per la concentrazione di differenti peculiarità
naturalistiche, tutte di estremo valore, ma con una forte connotazione
geomorfologica.
Così come nel confinante versante campigliese anche in questa zona il particolare
paesaggio geomorfologico del Monte Calvi costituisce il presupposto per la
presenza di habitat di elevato interesse conservazionistico. Prevalgono infatti due
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 7 formazioni rocciose: il calcare e le rocce eruttive. Il calcare mesozoico puro affiora
sulle porzioni sommitali del M.te Calvi, conferendogli un caratteristico colore
biancastro ed un aspetto montano, e dando luogo a numerosi fenomeni carsici epigei
ed ipogei, quali cavità e pozzi. Le rocce eruttive sono rappresentate da porfiriti e
graniti: a contatto con il calcare si sono depositati giacimenti minerari di rame,
piombo argentifero e stagno, oggetto in passato di un intenso sfruttamento minerario.
L’area comprende infatti una zona mineralogica sfruttata già in epoca etrusca di cui
restano testimonianze nelle cave storiche e nel vicino e famoso villaggio e centro
minerario della Rocca di San Silvestro. Quest’ultimo villaggio domina sulla Valle dei
Manienti oggetto dell’ampliamento dell’ANPIL.
Nella valle dei Manienti, e nella confinante ANPIL San Silvestro, lungo i filoni di
roccia porfirica, a contatto con il calcare, si sono depositate le mineralizzazioni
spesse talvolta centinaia di metri. La zona collinare interessata dallo sviluppo
dell’ANPIL presenta alcune antiche coltivazioni e miniere, di elevato interesse storico
ed archeologico, quali la Buca del Biserno (sottoposta a vincolo archeologico), la
Buca del Burian, Buca di Fohn, Buca degli Spagnoli, Buca dei Topi e la Buca del
Confine. Numerosissime le emergenze ipogee, distribuite in un vasto ambiente
carsico, con cavità (Buca dei Grilli, Buca del Biserno, Buca del Muschio di Scala
Santa, Buca delle Colonne, Buca della Scarpa, Buca Verde, ecc.), abissi (Abisso
San Vincenzo), già inseriti nel catasto regionale delle grotte della Regione Toscana,
oltre ad altre cavità segnalate dal Gruppo Speleologico Archeologico Livornese.
L’inventario del Patrimonio minerario e mineralogico della Toscana (Regione
Toscana, 1991) segnala nella porzione collinare dell’ANPIL numerose emergenze ed
in particolare la N. 65 “Valle del Temperino, Valle Lanzi, San Silvestro, Monte Calvi”
Foto 1 Caratteristico paesaggio litoraneo di Rimigliano, interno alla
proposta di ANPIL, con largo arenile sabbioso.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 8 2.2 Vegetazione e flora
2.2.1 Paesaggio vegetale
Ad eccezione dell’ambiente costiero di Rimigliano, per il quale sono disponibili i
quadri conoscitivi naturalistici interni ai progetto per la sistemazione ambientale delle
dune (progetto realizzato dalla Provincia di Livorno), le informazioni derivano dalle
analisi realizzate nell’ambito del presente studio in quanto per l’area risultano assai
scarse le informazioni bibliografiche disponibili. Quest’ultime derivano in parte da
lavori inerenti aspetti agronomici ed ambientali della Tenuta di Rimigliano (Bonari,
ined. s.d.), dall’indagine sui boschi e macchie della Provincia di Livorno (Arrigoni et
al., 2006) e dal recente “Atlante del paesaggio vegetale del litorale livornese”
(Bertacchi et al., 2010). Utili informazioni derivano anche dalla vegetazione forestale
(Arrigoni, 1998; Arrigoni e Menicagli, 1999) e i tipi forestali (Mondino, 1997; Mondino
e Bernetti, 1998) della Toscana e dall’archivio del progetto RENATO - Repertorio
Naturalistico Toscano (Università di Firenze, Museo di Storia Naturale, 2003;
Sposimo e Castelli, 2005). Ulteriori informazioni, anche se in parte datate, derivano
da Bini e Rossi (1991). Per la parte collinare utili informazioni sono derivate
dall’analisi del formulario standard Natura 2000 del locale SIC.
Il paesaggio vegetale dell’area costiera si caratterizza per la presenza di due
sistemi ambientali distinti: una lunga fascia costiera su dune mobili e fisse connotato
da mosaici di habitat dunali, pinete costiere su macchie di sclerofille e piccole aree
umide e una vasta pianura costiera, in parte interna alla Tenuta di Rimigliano, con
aree agricole, poderi sparsi, zone umide dulcacquicole e nuclei boscati con pinete e
boschi di latifoglie.
La fascia litoranea vede la presenza di habitat dunali con uno scarso sviluppo
trasversale. La tipica serie di vegetazione psammofila con battigia, vegetazione
terofitica di anteduna, agropireto, ammofileto, elicriseto, ginepreto, risulta ristretta ed
in parte alterata, trasformandosi spesso in mosaici delle diverse tipologie di
vegetazione psammofila. I tratti di costa meglio conservati ospitano habitat di
anteduna, di duna mobile con Ammophila arenaria, elicriseti e ginepreti a Juniperus
macrocarpa e J. phoenicea con popolamenti floristici caratteristici. In particolare
risultano presenti densi ginepreti, talora frammisti a specie della macchia
mediterranea, Pinus halepensis e Pinus pinaster, al limite tra le dune e la fascia
pinetata retrostante.
Gran parte della prima fascia dunale risulta dominata da una densa vegetazione di
macchia mediterranea con Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, J. phoenicea
Phyllirea angustifolia, Myrtus communis, Pistacia lentiscus, Arbutus unedo, Rhamnus
alaternus, Osyris alba, Smilax aspera, Daphne gnidium, Quercus ilex, ecc., talora
frammista a Pinus pinea e Pinus halepensis.
I rari tratti di duna mobile presentano formazioni miste con Pancratium maritimum,
Euphorbia paralias, Medicago marina, Cakile maritima, Eryngium maritimum,
Sporobolus virginicus, Glaucium flavum, mentre risulta quasi del tutto assente la
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 9 caratteristica graminacea dunale Ammophila arenaria. Sporadica la presenza di
Othanthus maritimus (loc. Torraccia), Elymus farctus, Crucianella maritima, Anthemis
maritima, Euphorbia peplis. Da segnalare l’importante presenza della stazione
relittuale di Solidago litoralis, segnalata per la loc. Casa Rossa e di Centaurea
paniculata ssp. subciliata, entrambe endemiche della costa toscana centrosettentrionale.
La pineta risulta oggi caratterizzata per la presenza di pino d’aleppo, pino marittimo
e pino domestico. Il piano dominato presenta dense formazioni di macchia
mediterranea (Rhamnus alaternus, Phyllirea angustifolia, Smilax aspera, Viburnum
tinus, Arbutus unedo, Erica arborea, Myrtus communis, ecc.), leccete e formazioni
di latifoglie termofile (cerro Quercus cerris, roverella Quercus pubescens) con
presenza anche di farnia Quercus robur e sughera Quercus suber. La pineta costiera
è il risultato di impianti artificiali effettuati dalla proprietà fondiaria nell’Ottocento e,
soprattutto, nei primi decenni del novecento, al fine di accrescere il valore economico
del soprassuolo che tradizionalmente si governava a ceduo per la carbonizzazione.
La pineta risulta talora interrotta dalla presenza di relittuali aree umide retrodunali
(come in loc. Casa Rossa), con canneti a Phragmithes australis, giuncheti, prati
umidi, arbusteti di ricolonizzazione ed ambienti umidi salmastri con salicornieti. Le
zone salmastre al limite meridionale della costa di Rimigliano presentano giuncheti
a Juncus acutus, salicornieti a Salicornia patula, formazioni retrodunali a Limonium
multiforme ed Helichrysum italicum ssp. microphyllum (anche con Inula chritmoides)
ed estese formazioni a Tamarix gallica (tra Torraccia e foce Fosso Caldana), anche
con Atriplex latifolia.
Alcune depressioni interdunali, caratterizzate da affioramento di acqua dolce o dal
ristagno di acqua piovana, ospitano alcuni nuclei di bosco planiziale a dominanza di
Ulmus minor (ad es. presso Casa Rossa).
La pianura interna, in parte compresa nella Tenuta di Rimigliano, risulta
caratterizzato da vaste aree agricole a seminativi non irrigui nella Tenuta (frumento
duro, girasole, mais, favino), seminativi irrigui esternamente ad essa, da numerosi
poderi e da una vasta area umida nella porzione centrale e più depressa, tra il
Canale occidentale ed il Canale orientale di Rimigliano (ex lago di Rimigliano) con
densi ed estesi canneti a Phragmites australis e Typha latifolia, giuncheti a
dominanza di Juncus acutus, prati umidi e nuclei di frassino ossifillo Fraxinus
oxycarpa e olmo campestre Ulmus minor. Tali aree umide si localizzano
internamente ed esternamente alla Tenuta.
In tali cenosi si rinvengono presenze di interesse conservazionistico come Iris
pseudacorus, Salicornia europea, Spergularia media ed Aster tripolium.
Il paesaggio di pianura è inoltre arricchito da alcuni relittuali nuclei forestali
costituiti da pinete ma anche da boschi mesofili e termofili di pianura (Pineta di
Rimigliano, Le Prunicce e parte del Masseto) a dominanza di querce con cerro
Quercus cerris, farnia Quercus robur, roverella Quercus pubescens, sughera
Quercus suber, leccio Quercus ilex e Cerrosughera Quercus pseudosuber,
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 10 caratterizzati da elevata maturità del soprassuolo e la presenza di alberi di notevoli
dimensioni ed età.
La presenza di boschetti ed elementi lineari (filari alberati, siepi, siepi alberate, ecc.)
conferisce al paesaggio agricolo un elevato interesse paesaggistico e storico, con la
presenza anche di viali alberati con pino domestico Pinus pinea (ad esempio il viale
alberato dei Cavalleggeri nel settore settentrionale della Tenuta di Rimigliano).
Il territorio agricolo della Tenuta di Rimigliano, caratterizzato da coltivazioni
biologiche erbacee non irrigue, elevata densità degli elementi arborei ed arbustivi
lineari e puntuali, boschi planiziali, elevata densità del reticolo idrografico e delle aree
umide, scarsa urbanizzazione e presenza di specie di avifauna di interesse
conservazionistico costituisce un esempio di Area agricola ad alto valore naturale
HNVF (High Nature Value Farmlands), quale target di conservazione a livello
comunitario, nazionale e regionale (in particolare target di conservazione del Piano
regionale della biodiversità).
Di particolare interesse, infine, risultano le aree agricole di pianura alluvionale o
costiere caratterizzate da un denso reticolo idrografico minore ed ancora non
eccessivamente frammentate ad opera dell’urbanizzato e da infrastrutture. Elevato
risulta anche l’interesse naturalistico e paesaggistico degli oliveti in ambito collinare,
spesso in contesti caratterizzati da sistemazioni agricole di versante.
Le Aree agricole ad alto valore naturale sono riconosciute nel Piano di Sviluppo
rurale (PSR) programma 2007 – 2013 come aree importanti ai fini della salvaguardia
della agrobiodiversità. Il tema delle HNVF è stato affrontato dalla Commissione
Europea nell’ambito degli indicatori agro-ambientali (COM(2000)20) e, ancor più,
diventando uno dei temi principali della Conferenza Interministeriale Pan-Europea
“L’ambiente per l’Europa” di Kiev nel (UN/ECE, 2003) e della Conferenza Europea
sulla Biodiversità del 2004. Le aree agricole ad alto valore naturale sono
rappresentate da quelle aree in cui l’agricoltura è l’uso del suolo prevalente
(normalmente il dominante) e dove quell’agricoltura mantiene, o è associata, a una
grande varietà di specie e habitat o specie di interesse europeo. Andersen (2003)
identifica le seguenti 3 tipologie di territori agricoli ad elevato valore naturalistico:
• Tipo 1: Terreno agricolo con una elevata copertura di vegetazione seminaturale;
• Tipo 2: Terreno agricolo dominato da agricoltura a bassa intensità o da un
mosaico di territori semi-naturali e coltivati;
• Tipo 3: Terreno agricolo sul quale sono presenti specie rare o una elevata
proporzione di un popolazione di una specie animale e/o vegetale europea o
mondiale.
La porzione collinare dell’ANPIL interessa un diverso paesaggio vegetale, spesso a
forte determinismo edafico, soprattutto quando interesse gli ambienti su rocce
calcaree e i vasti complessi carsici del Monte Calvi.
Nell’ambito di questo territorio, oltre alla superficie forestale, una delle più importanti
emergenze è rappresentata dalle garìghe a dominanza di ginepro ossicedro
Juniperus oxycedrus e Globularia alypum, con notevole diffusione anche di ginepro
fenicio Juniperus phoenicea, habitat di interesse comunitario e regionale (Boscaglie
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 11 a dominanza di Juniperus sp.pl. cod. Natura 2000: 5210). Particolarmente estesi e di
elevato interesse conservazionistico anche gli habitat Boschi mesofili a dominanza di
Quercus ilex con Ostrya carpinifolia e /o Acer sp.pl. (Cod. Natura 2000: 9340) e
Praterie aride seminaturali e facies arbustive dei substrati calcarei (FestucoBrometea) (*stupenda fioritura di orchidee) (Cod. natura 2000: 6210), quest’ultimo
classificato dalla Direttiva 92/43/CEE come prioritario.
L’area riveste una notevole importanza per l’elevata diversità floristica, che
comprende anche numerose stazioni di specie endemiche, rare o di interesse
fitogeografico, in parte localizzate sulle parti sommitali del M. Calvi: tra queste deve
essere citata in particolare la bivonea del Savi Jonopsidium savianum, una delle
poche specie di interesse comunitario presenti in Toscana, a costituire anche una
delle fitocenosi del progetto RENATO (Repertorio Naturalistico Toscano).
Tra le altre specie di flora di elevato interesse e perlopiù di interesse regionale, di cui
alla LR 56/2000, sono da citare Crocus etruscus, Ranunculus garganicus, Iris
lutescens, Hesperis laciniata, Biscutella pichiana e Ophrys crabronifera.
2.2.2 Le emergenze vegetazionali e floristiche
Di seguito si elencano le principali emergenze vegetazionali dell’ANPIL, costituite
dagli habitat di interesse regionale e comunitario di cui alla LR 56/2000 e succ.
modif. Tali emergenze sono prevalentemente concentrate nell’ambito del sistema
dunale di Rimigliano con la presenza di 11 habitat di interesse comunitario/regionale.
Tabella 1 Habitat di interesse comunitario e regionale presenti nel territorio dell’ANPIL
Nome habitat di interesse comunitario (* prioritario)
Nome habitat di interesse regionale
Codice
Natura
2000
Vegetazione annua delle linee di deposito marine.
Vegetazione effimera nitro-alofila delle linee di deposito marino.
1210
Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea
fruticosi).
Formazioni di suffrutici succulenti alofili mediterranei.
1420
Dune mobili embrionali.
Dune mobili embrionali mediterranee con vegetazione psammofila.
2110
Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria
(“dune bianche”).
Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria.
2120
Depressioni umide interdunari.
Stagni delle depressioni interdunali permanentemente allagate.*
2190
Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae.
Dune stabilizzate mediterranee del Crucianellion maritimae.
2210
Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua
Dune con vegetazione annua dei Thero-Brachypodietalia.
2240
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 12 Dune costiere con Juniperus spp.
Dune costiere con vegetazione a ginepri.
2250
Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia.
Dune con vegetazione delle Cisto-Lavanduletalia.
2260
Dune con foreste di Pinus pinea e/o P. pinaster.
Dune con vegetazione alto arborea a dominanza di Pinus pinea e/o P.
pinaster*.
2270
Boscaglie a dominanza di Juniperus sp.pl.
Matorral arborescenti di Juniperus sp.pl.
5210
Praterie aride seminaturali e facies arbustive dei substrati calcarei
(Festuco-Brometea) (*stupenda fioritura di orchidee).
Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su
substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)
6210
Boschi mesofili a dominanza di Quercus ilex con Ostrya carpinifolia e /o
Acer sp.pl.
Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia
9340
Cavità ipogee. Grotte e cavità naturali, sia di origine carsica che tettonica
Grotte non ancora sfruttate a livello turistico
8310
* habitat di interesse regionale recentemente escluso dal nuovo Manuale di interpretazione tra
quelli di interesse comunitario (http://vnr.unipg.it/habitat/).
Le principali emergenze floristiche sono legate agli ambienti dunali e retrodunali di
Rimigliano; tra queste si possono indicare: Ammophila arenaria, Solidago litoralis
(endemismo toscano, specie protetta, presente al Parco di Migliarino, San Rossore
Massaciuccoli, a Castagneto Carducci e presso San Vincenzo), Eryngium
maritimum, Crucianella maritima, Centaurea subciliata, Euphorbia paralias,
Helicrysum stoechas, Juniperus macrocarpa, Medicago marina, Otanthus maritimus,
Pancratium maritimum (specie protetta), Aster tripolium, Cladium mariscus,
Sarcocornia fruticosa, Inula crithmoides, Silene canescens, S. nicaaensis
Ammophila arenaria - Ampiamente presente nelle coste sabbiose italiane e
toscane, risulta presente nell’area di progetto in cenosi relittuali. Specie inserita
nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000 ed inserita Liste Rosse Regionali delle piante
d’Italia (Conti et al., 1997) con la categoria LR.
Centaurea aplolepa ssp. subciliata - Psammofita endemica del litorale sabbioso
della Toscana centro-settentrionale. Segnalata per l’area in oggetto da Arrigoni
(2003). Specie inserita nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000 e nell’allegato C (specie
protette) della stessa legge. Inserita inoltre nelle Liste Rosse Regionali delle piante
d’Italia (Conti et al., 1997) con la categoria LR.
Cladium mariscus – Specie non comune negli ambienti retrodunali dulcacquicoli.
Specie inserita nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000 e nelle Liste Rosse Regionali delle
piante d’Italia (Conti et al., 1997) con la categoria LR.
Crucianella maritima - In Italia risulta presente soprattutto nel litorale tirrenico ed in
Toscana, nelle coste con habitat dunali meglio conservati (Parco di Migliarino e
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 13 Parco della Maremma) ed in modo relittuale altrove (coste sabbiose a sud di Livorno,
Area Protetta della Sterpaia, ecc.). Specie inserita nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000
e nelle Liste Rosse Regionali delle piante d’Italia (Conti et al., 1997) con la categoria
VU.
Eryngium maritimum - In Italia risulta presente sulle coste sabbiose del litorale
tirrenico e adriatico, presente in Toscana negli habitat dunali in ottimo stato di
conservazione e in stazioni dunali relitte. Specie inserita nell’Allegato A3 della L.R.
56/2000 e nelle Liste Rosse Regionali delle piante d’Italia (Conti et al., 1997) con la
categoria VU.
Euphorbia paralias - Specie presente comunemente sui litorali sabbiosi delle coste
italiane, presente in Toscana negli habitat dunali in ottimo stato di conservazione e in
stazioni dunali relitte. Specie inserita nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000 e nelle Liste
Rosse Regionali delle piante d’Italia (Conti et al., 1997) con la categoria VU.
Helicrysum stoechas - Presente in Italia sulle coste tirreniche. Specie inserita
nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000 e nelle Liste Rosse Regionali delle piante d’Italia
(Conti et al., 1997) con la categoria LR.
Inula crithmoides - Specie legata agli ambienti salmastri litoranei e prati salmastri.
Comune nelle coste italiane, presente nella zona di Sterpaia. Specie inserita
nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000.
Juniperus macrocarpa - Specie psammofila delle dune consolidate. Presente
nell’area di studio con particolare riferimento alle aree meglio conservate e meno
soggette ad erosione costiera. Specie inserita nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000.
Medicago marina - Presente in Italia nelle coste sabbiose della penisola e delle
isole. Specie inserita nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000 e nelle Liste Rosse
Regionali delle piante d’Italia (Conti et al., 1997) con la categoria VU.
Otanthus maritimus - Suffrutice strettamente legato agli habitat dunali a
distribuzione Mediterraneo-atlantica. Presente in Italia sia sulle coste adriatiche che
tirreniche e sulle isole. Specie inserita nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000 e nelle
Liste Rosse Regionali delle piante d’Italia (Conti et al., 1997) con la categoria VU.
Non comune nell’area di progetto.
Pancratium maritimum - Specie Steno-mediterranea, relativamente comune nelle
spiagge e nelle dune litoranee della penisola e delle isole. Specie inserita
nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000 e nell’allegato C (specie protetta) della stessa
legge.
Silene canescens - Specie psammofila presente nel litorale alto-adriatico e sulle
coste tirreniche centrali e forse sulle isole. Specie inserita nell’Allegato A3 della L.R.
56/2000.
Silene nicaeensis - Specie Steno-mediterranea litoranea di ambienti dunali, in forte
regresso per cause antropiche. Specie inserita nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000.
Elemento di attenzione del Repertorio Naturalistico Toscano, categoria EN.
Solidago litoralis - Specie endemica delle coste sabbiose della Toscana
settentrionale. Segnalata nell’area in oggetto limitatamente a una stazione relittuale.
Specie inserita nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000 e nell’allegato C (specie protette)
della stessa legge. Inserita nelle Liste Rosse Regionali delle piante d’Italia (Conti et
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 14 al., 1997) con la categoria VU. Elemento di attenzione del Repertorio Naturalistico
Toscano, categoria CR.
Aster tripolium – Specie alofila a distribuzione eurasiatica. Specie inserita
nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000.
Sarcocornia fruticosa – Specie igroalofila di paludi moderatamente salse, a
distribuzione eurimediterranea e sudafricana. Nell’area in oggetto è presente nelle
aree umide di Sterpaia. Specie inserita nell’Allegato A3 della L.R. 56/2000. Elemento
di attenzione del Repertorio Naturalistico Toscano, categoria VU.
Sarcocornia perennis - Specie igroalofila di paludi salse sublitoranee. Nell’area in
oggetto è presente nelle aree umide di Sterpaia. Specie inserita nell’Allegato A3 della
L.R. 56/2000. Elemento di attenzione del Repertorio Naturalistico Toscano, categoria
LR.
Altre specie non di interesse regionale ma comunque di interesse
conservazionistico.
Polygonum maritimum - Specie presente nelle coste italiane. Specie inserita nelle
Liste Rosse Regionali delle piante d’Italia (Conti et al., 1997) con la categoria VU.
Glaucium flavum – Specie dei litorali sabbiosi, ad ampia distribuzione, nel
Mediterraneo è presente nelle regioni meridionali e occidentali.
Anthemis maritima – Specie presente sulle coste delle regioni occidentali del
Mediterraneo.
Puccinellia palustris - Erba perenne graminoide di ambiente palustre, spesso
salmastro, a distribuzione stenomediterranea. Elemento di attenzione del Repertorio
Naturalistico Toscano, categoria EN.
Numerose risultano le stazioni di specie vegetali endemiche, rare o di interesse
fitogeografico, localizzate nelle parti sommitali del M. Calvi: tra queste deve essere
citata in particolare la bivonea del Savi Jonopsidium savianum, una delle poche
specie di interesse comunitario presenti in Toscana, a costituire anche una delle
fitocenosi del progetto RENATO (Repertorio Naturalistico Toscano).
Tra le altre specie di flora di elevato interesse e perlopiù di interesse regionale, di cui
alla LR 56/2000, sono da citare Crocus etruscus, Ranunculus garganicus, Iris
lutescens, Hesperis laciniata, Biscutella pichiana e Ophrys crabronifera.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 15 Foto 3 Costa di Rimigliano: largo arenile con
fascia dunale a Juniperus macrocarpa e J.
phoenicea, habitat prioritario.
Foto 5 Pianura di Rimigliano: aree umide,
campi e canali di bonifica nel paesaggio
agricolo di Rimigliano.
Foto 7 Colline interne: mosaici di garighe,
macchie mediterranee e vegetazione
rupestre nella Valle dei Manienti.
Foto 2 Costa di Rimigliano: Bosco
planiziale delle lame retrodunali a
dominanza di Ulmus minor.
Foto 4 Pianura di Rimigliano: agricoltura
estensiva, storici poderi e nuclei boschivi
nella Tenuta omonima.
Foto 6 Colline interne: Mosaici agricoli, con
boschi, oliveti, seminativi nelle basse colline
interne all’ANPIL.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 16 2.3 Fauna
2.3.1 Fonti documentarie e inquadramento generale
Relativamente agli aspetti faunistici, sono assai scarse le informazioni disponibili sul
territorio, sebbene a livello potenziale l’area risulti certamente di grande interesse.
Nell’ambito del presente studio, il sopralluogo effettuato, sebbene in stagione non
idonea, ha consentito di trarre informazioni utili all’individuazione di siti
potenzialmente idonei per alcune specie di fauna e in taluni casi di accertarne la
presenza.
Relativamente alle fonti documentarie si riporta un quadro sintetico di quelle
analizzate a cui segue una valutazione delle presenze faunistiche accertate e di
quelle ritenute probabili o solo possibili.
Gli aspetti faunistici del territorio che sono stati presi in considerazione riguardano
principalmente la fauna Vertebrata. Per quanto riguarda gli Invertebrati sono state
considerate soltanto le specie di particolare interesse conservazionistico (specie di
interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, regionale ai sensi della L.R.
56/2000 o specie incluse nella Lista d’Attenzione del Repertorio Naturalistico
Toscano) appartenenti alla Classe dei Molluschi, dei Crostacei e degli Insetti. Le
poche informazioni derivano dal Libro Rosso degli Insetti della Toscana e
dall’archivio del Progetto RENATO (cfr. di seguito, fauna vertebrata).
L’analisi della fauna Vertebrata ha invece riguardato cinque Classi: Pesci, Anfibi,
Rettili, Uccelli e Mammiferi.
La maggior parte delle informazioni derivano principalmente da tre archivi
georeferenziati:
• GIS-NATURA, archivio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio,
realizzato nel 2006 in collaborazione con il Politecnico di Milano e la Direzione per la
Protezione della Natura, contenente numerose banche dati derivanti da progetti
nazionali (Ckmap, Atlante erpetologico italiano, Monitoraggio Italiano Ornitologico,
ecc.).
• Progetto RENATO - Repertorio Naturalistico Toscano (Università di Firenze,
Museo di Stria Naturale, 2003; Sposimo e Castelli, 2005);
• Banca Dati del COT (Centro Ornitologico Toscano), solo parzialmente in comune
con il precedente archivio.
I dati ottenuti sono andati ad integrare le informazioni contenute nei Natura 2000
Data Form per il sito 5160008.
Per quanto concerne i Pesci, sono state considerate soltanto le specie di particolare
interesse conservazionistico (specie di interesse comunitario ai sensi della Direttiva
92/43/CEE, regionale ai sensi della L.R. 56/2000 o specie incluse nella Lista
d’Attenzione del Repertorio Naturalistico Toscano).
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 17 Per gli Anfibi e i Rettili quasi tutte le informazioni più recenti derivano dalla
pubblicazione dell’Atlante degli Anfibi e Rettili della Toscana (Vanni & Nistri, 2006),
dell’Atlante degli Anfibi e Rettili d’Italia (Sindaco et al., 2006), entrambi riportanti dati
di presenza/assenza delle singole specie su reticolo a maglia quadrata 10x10 km, e
da Anfibi d’Italia (Lanza et al., 2009). Il sopralluogo, sebbene eseguito in un periodo
non adatto al rilevamento diretto degli individui, ha permesso di trarre utili indicazioni
di idoneità ambientale del territorio indagato per le diverse specie.
Per quanto riguarda gli Uccelli, oltre alle indagini in campo che hanno consentito di
rilevare la presenza e l’idoneità ambientale di numerose specie, la maggior parte
delle informazioni deriva dall’archivio del Progetto RENATO e dagli archivi del COT
(Centro Ornitologico Toscano) e in particolare:
CUA – Censimento degli uccelli acquatici svernanti in Toscana che annualmente
viene svolto a metà gennaio in concomitanza con i censimenti condotti su tutte le
zone umide continentali (Wetlands International). Il territorio infatti comprende
interamente la zona umida individuata con il codice italiano LI0503 (Rimigliano) e un
tratto del litorale individuato con il codice LI0501 (Litorale Donoratico Baratti). I
risultati sono contenuti nell’archivio numerico e una parte di questi è stata pubblicata
nel 2007 nel volume Arcamone E., Dall’Antonia P., Puglisi L., 2007. Lo svernamento
degli uccelli acquatici in Toscana: 1984-2006. Regione Toscana Giunta regionale,
Direzione generale Sviluppo Economico.
(http://www.centrornitologicotoscano.org/publications/Svernamento%20acquatici%20
Toscana%2084-06.pdf). I risultati del censimento 2010 sono stati pubblicati nella
rivista ornitologica Picus n. 70 – 2010 Arcamone E. e Puglisi L., a cura di. (Dato
bibliografico non presente in archivio).
CRONACA – Contiene segnalazioni relative a tutto il territorio regionale durante tutto
l’anno. I dati sono contenuti in un archivio numerico e una parte di questi è pubblicata
nel Volume Arcamone E., Puglisi L., 2007 Cronaca ornitologica toscana.
Osservazioni relative agli anni 1992-2004, estratto da Alula Rivista di Ornitologia
Volume XIII (1-2) – 2006. Edizioni Belvedere
MITO - Monitoraggio delle Specie nidificanti in Toscana, coordinato dal Centro
Ornitologico Toscano e inserito in un più ampio progetto condotto a scala nazionale
Le fonti bibliografiche inerenti i Mammiferi sono risultate più limitate. Se si
eccettuano i lavori già citati a carattere faunistico più generale, sono scarse le
informazioni sulla teriofauna gravitante anche solo parzialmente nel territorio di
Rimigliano. Le informazioni che si riportano nello studio, consistente più che altro da
un elenco delle specie potenzialmente presenti in base alle caratteristiche degli
ambienti, derivano dal lavoro dell’INFS a carattere nazionale, Mammiferi d’Italia, a
cura di Spagnesi & De Marinis (2002) e da dati inediti raccolti dagli autori. Altre
informazioni riguardanti la distribuzione toscana dei Lagomorfi e degli Artiodattili
derivano dal lavoro di Masseti (2003).
Per tutte le Classi, alcune informazioni derivano anche da fonti inedite raccolte, dagli
autori stessi o da altri studiosi e ricercatori specialisti nei vari settori delle Scienze
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 18 Naturali e contenute in Banche dati afferenti a progetti realizzati a diversa scala
(Provinciale, Regionale, Nazionale).
Inoltre, per quanto riguarda l’avifauna sono state consultate due mailing list che
raccolgono le osservazioni di ornitologi in tutta Italia. Le segnalazioni riportano di
solito, oltre alle specie osservate, la localizzazione dei siti di osservazione, a scala di
dettaglio variabile, e la fenologia: EBN Italia (sito presso www.ebnitalia.it; indirizzo:
[email protected]) e il suo nodo toscano Lo Strillozzo
(www.lostrillozzo.it). Sono stati consultati i reports dal 1998 al 2011.
Una terza mailing list (Lista Vertebrati [email protected]) contiene segnalazioni,
report e informazioni generali sui vertebrati italiani.
RISULTATI
Di seguito si riportano le check list relative alle differenti Classi analizzate, con un
breve commento sulla presenza delle specie nelle diverse unità ambientali.
Nell’ambito dell’area infatti si possono riconoscere alcune unità ambientali omogenee
per la fauna:
• Le aree aperte agricole e le formazioni naturali a prevalenza di specie erbacee
con presenza di vegetazione ecotonale; arbusteti e garighe
• Le zone umide con canneti a Phragmites e Thypha e i giuncheti; i prati umidi
• Le formazioni forestali a prevalenza di specie arboree: pinete litoranee e boschi
mesofili e termofili a dominanza di querce
• La fascia litoranea
• Aree antropizzate
2.3.2 Invertebrati
La tabella successiva mostra i risultati relativi alla presenza di invertebrati nell’area di
studio o in zone limitrofe.
Gruppo
LOCALITA
Donoratico - San Vincenzo Marina di Castagneto
SPECIE
Monte Calvi
Anax ephippiger (Burmeister)
Monte Calvi
Coenonympha elbana Staudinger
Brithys crini (F.)
Charaxes jasus
Insetti
Monte Calvi
Euchloe bellezina (Boisduval)
Monte Calvi
Lucanus tetraodon Thunberg
SIC IT5160008
Euplagia (Callimorpha) quadripunctaria
Casa Cavalleggeri
Polloneriella contermina (Pfeiffer, 1848)
Fossa Calda
Melanopsis etrusca Brot, 1862
Monte Calvi
Hypnophila dohrni (Paulucci, 1882)
Monte Calvi
Oxychilus (Oxychilus) uziellii (Issel, 1872)
Monte Calvi
Retinella olivetorum (Gmelin, 1791)
Molluschi Monte Calvi
Solatopupa juliana (Issel, 1866)
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 19 Monte Calvi
Cochlodina (Cochlodinastra) comensis lucensis
(Gentiluomo, 1868)
Monte Calvino
Solatopupa juliana (Issel, 1866)
Venturina
Melanopsis etrusca Brot, 1862
Fra gli invertebrati segnalati nell’area, appare di rilievo la presenza dell’Odonate
Anax ephippiger, specie di interesse regionale, nota per la Toscana in poche località
in provincia di Firenze, Livorno, Grosseto. La specie è sempre segnalata con
pochissimi esemplari e le viene attribuito lo status di vulnerabilità (RENATO, 2011) a
causa della fragilità degli ecosistemi in cui vive. Come in tutti gli Odonati, le larve di
questa specie vivono nell’acqua, dove cacciano piccoli invertebrati e talora piccoli
pesci o girini, mentre gli adulti volano attivamente presso i corsi d’acqua e gli stagni.
Le cause di minaccia risiedono essenzialmente nell’inquinamento delle acque, le
bonifiche delle zone umide, l’uso dei pesticidi. Anax ephigger è inserito fra le specie
vulnerabili anche a livello nazionale (Bulgarini et al., 1998).
Fra gli insetti è presente anche un endemismo toscano limitato all'Isola d'Elba,
all'Isola del Giglio, al Monte Argentario e alla costa tirrenica, la Coenonympha
elbana. Questo lepidottero è tipico degli spazi aperti erbosi. Sebbene la tendenza
della popolazione non sia conosciuta, la specie è considerata vulnerabile in Toscana
e in Italia. Le principali minacce sono costituite dagli incendi e da opere di
valorizzazione turistica.
Unica specie di interesse comunitario (segnalata per il SIC Monte Calvi di Campigna)
è la Euplagia quadripunctaria, un lepidottero che vive in zone aperte dalla pianura
alla montagna prediligendo radure di boscaglie aride e calde. E’ specie comune e
diffusa in tutta Italia, dalla pianura alla montagna, soprattutto nelle parti più calde di
certe vallate. Fra le potenziali cause di minaccia l’inquinamento dell’aria e del suolo e
l’uso di pesticidi.
Charaxes jasius è un lepidottero presente in Toscana sul litorale tirrenico da Livorno
all'Argentario, all'Isola d'Elba, di Giannutri, di Capraia e del Giglio. Si trova anche
nell'interno in varie località dove vegeta il corbezzolo, pianta nutrice della larva. E’
specie di interesse regionale, ritenuta “vulnerabile” sia a livello toscano (RENATO,
2011) che nazionale (Blugarini et al., 1998). Fra le cause di minaccia vi sono la
distruzione degli ambienti di vita, impianti e attività balneari, urbanizzazione, incendi.
Tra i Molluschi è segnalato l’Igromide Polloneriella contermina. Questa specie vive
esclusivamente lungo i litorali sabbiosi; in Toscana, è presente, con una distribuzione
molto frammentaria da Calambrone (LI) fino al Tombolo di Burano (GR). Distruzione
ed alterazione di habitat costituiscono le principali cause di minaccia e in particolare
le alterazioni in conseguenza dello sviluppo del turismo balneare. Specie di interesse
regionale, è inserita fra i molluschi “vulnerabili” in Toscana (RENATO, 2011). Poiché
rappresenta uno degli elementi più importanti della malacofauna delle dune italiane è
necessario garantire alti livelli di tutela a tutti i biotopi dove è ancora presente.
Per il torrente Fossa Calda, che delimita a Sud la pineta di Rimigliano, è segnalato il
mollusco di rilevante interesse conservazionistico Melanopsis etrusca. Questa specie
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 20 è endemica della Maremma Toscana e vive nelle acque termali della fascia costiera
compresa tra Campiglia Marittima (LI) e Roselle (GR). All'inizio del secolo scorso, la
specie era presente in almeno undici stazioni, oggi ridotte a sette. Il numero delle
popolazioni conosciute è in costante calo a causa dei continui interventi antropici che
riducono, distruggendo o inquinando, il peculiare habitat termale. Distruzione ed
alterazione dell’habitat (inquinamento, captazione per scopi irrigui, riempimento e
canalizzazione di corsi d’acqua anche conseguenti alla progressiva urbanizzazione;
gestione del livello idrometrico) sono le principali cause di minaccia. La scomparsa di
alcune popolazioni sembra imputabile in parte allo sfruttamento minerario che ha
portato all'abbassamento delle falde freatiche o il loro inquinamento, in parte
all'imbrigliamento delle acque sorgive. Specie di interesse regionale, in Toscana è
stato elevato a “In pericolo critico” (RENATO, 2011) e l’IUCN lo classifica come “in
pericolo”.
2.3.3 Pesci
L’indagine bibliografica ha fornito un solo record relativo alla presenza della rovella
Rutilus rubilio nel torrente Fossa Calda. Specie endemica italiana, in Toscana è
frequente sia in corsi d’acqua di ambienti collinari interni, che appenninici che costieri
dei principali bacini e sottobacini. Le popolazioni toscane sono probabilmente in
decremento (RENATO, 2011). Specie termofila, la rovella ha un’ampia valenza
ecologica ma mostra una spiccata preferenza per le acque a corrente moderata con
fondo a ghiaia o sabbia e moderata presenza di macrofite. Ciprinide di interesse
comunitario e regionale è ritenuta vulnerabile a livello nazionale (Bulgarini et al.,
1998) e inserita fra le specie prossime alla minaccia dall’IUCN.
2.3.4 Anfibi e Rettili
I dati raccolti sugli Anfibi indicano la presenza certa o potenziale di 8 specie. La
maggior parte delle fonti bibliografiche si basa su una scala ampia e le segnalazioni
non sono tutte direttamente riferibili a località all’interno dell’area di studio. Gli anfibi
si rinvengono nelle zone umide nel periodo riproduttivo; al di fuori di questo
frequentano anche zone aperte con vegetazione ecotonale, boschetti con
sottobosco umido, ecc.
Tra le specie a presenza certa o molto probabile ve ne sono alcune assai comuni in
tutto il territorio, come rospo comune Bufo bufo e rana verde (Pelophylax “esculentus
com.”). Più interessante risulta la presenza del tritone crestato Triturus canifex e di
quello punteggiato Lissotriton vulgaris. T. carnifex è specie di interesse comunitario
(inserita negli Allegati II e IV), è presente nell’Allegato II della Convenzione di Berna.
Entrambe sono specie di interesse regionale per la Toscana. Le segnalazioni di
queste specie provengono da aree limitrofe (Orti Bottagone) ma la presenza di
estese formazioni dulcaquicole retrodunali induce a ritenere assai verosimile la
presenza di tali specie anche all’interno dell’area indagata.
Il rospo smeraldino Bufo viridis è assai comune in ambienti simili di tutta la costa
livornese fino a Follonica. La raganella Hyla intermedia frequenta boschi e aree
palustri, canali di bonifica ricchi di canneti, vegetazione ripariale dei corsi d'acqua in
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 21 genere e di stagni e laghi ma si spinge, con una certa frequenza anche in zone più
asciutte sempre, però, dove siano presenti alberi e cespugli. Si tratta, infatti, di un
Anuro prettamente arboricolo, che vive sulle fronde della vegetazione tra la quale si
mimetizza grazie alla colorazione verde del corpo.
Tabella 2 Elenco specie di Anfibi presenti nell’area di studio e grado di accertamento
Nome scientifico
Nome Comune
Famiglia
Alloctona
Presenza
Triturus carnifex
Tritone crestato
Salamandridi no
Certa/Molto probabile
Lissotriton vulgaris
Tritone punteggiato
Salamandridi no
Certa/Molto probabile
Bufo bufo
Rospo comune
Bufonidi
no
Certa/Molto probabile
Bufo viridis
Rospo smeraldino
Bufonidi
no
Certa
Hyla intermedia
Raganella italiana
Ilidi
no
Certa/Molto probabile
Rana dalmatina
Rana dalmatina
Ranidi
no
Certa/ Molto probabile
Rana italica
Rana appenninica
Ranidi
no
Certa/ Molto probabile
Pelophylax “esculentus com.”
Rana verde
Ranidi
no
Certa/Molto probabile
Tra i rettili, 19 specie sono da ritenere presenti nell’area. Dal totale delle specie sono
escluse le due tartarughe marine (Caretta caretta e Dermochelys coriacea) segnalate
per la costa livornese (Golfo di Baratti e di Piombino; Vanni & Nistri 2006) ma la cui
presenza esula dagli scopi del presente lavoro.
Il livello di conoscenza di questo taxa risulta piuttosto scarso; l’elenco riportato in
tabella comprende perlopiù specie molto comuni. Vi sono pochi dati certi su specie
rare o minacciate, ma la presenza di queste in ambiti limitrofi fa supporre che l’area
possa ospitare popolazioni riferibili a queste specie. In particolare ci riferiamo alla
testuggine palustre, al colubro liscio, al colubro di Riccioli e al cervone (tutte specie di
notevole interesse conservazionistico); si ritiene effettivamente probabile una loro
presenza all’interno dell’area dato che risultano esserci gli habitat idonei ad ospitarli
(aree umide retrodunali per la testuggine e leccete e macchie per le altre tre specie).
Tabella 3 Elenco specie di Rettili presenti e relativo grado di accertamento.
Nome scientifico
Nome Comune
Famiglia
Alloctona
Presenza
Emys orbicularis
Testuggine palustre
Emididi
no
Probabile
Testudo hermanni
Testuggine di Hermann
Testudinidi no
Certa/Molto probabile
Testudo graeca
Testuggine greca
Testudinidi Sì
Possibile
Hemidactylus turcicus Geco verrucoso
Gecconidi
no
Certa/Molto probabile
Tarentola mauritanica Geco comune
Gecconidi
no
Probabile
Gecconidi
no
Possibile
Euleptes europaea
Tarantolino
Anguis fragilis
Orbettino
Anguidi
no
Certa/Molto probabile
Lacerta bilineata
Ramarro
Lacertidi
no
Certa/Molto probabile
Podarcis muralis
Lucertola muraiola
Lacertidi
no
Certa/Molto probabile
Podarcis sicula
Lucertola campestre
Lacertidi
no
Certa/Molto probabile
Chalcides chalcides
Luscengola
Scincidi
no
Certa/Molto probabile
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 22 Hierophis viridiflavus
Biacco
Colubridi
no
Certa/Molto probabile
Coronella austriaca
Colubro liscio
Colubridi
no
Probabile
Coronella girondica
Colubro di Riccioli
Colubridi
no
Probabile
Zamenis longissimus
Saettone comune
Elaphe quatuorlineata Cervone
Colubridi
no
Certa/Molto probabile
Colubridi
no
Probabile
Natrix natrix
Biscia dal collare
Colubridi
no
Certa/Molto probabile
Natrix tessellata
Biscia tassellata
Colubridi
no
Possibile
Vipera aspis
Vipera comune
Viperidi
no
Certa/Molto probabile
I Rettili presenti o potenzialmente presenti nelle zone aperte con la Lucertola
muraiola Podarcis muralis, la Lucertola campestre Podarcis sicula, il Ramarro
Lacerta bilineata, la Luscengola Chalcides chalcides, l’Orbettino Anguis fragilis, il
Biacco Coluber viridiflavus e la Vipera Vipera aspis, specie a larga diffusione
nazionale e di ridotto interesse conservazionistico. Le due specie di lucertola
Podarcis muralis e P. sicula sono considerate molto comuni (Vanni e Nistri, 2005).
Nelle zone a macchia, al margine dei pascoli e nei terreni accidentati, possibile è la
presenza del Colubro liscio Coronella austriaca, una specie localizzata in Toscana e
in diminuzione in tutta Europa. Negli ultimi anni si è fatta sempre più rara in tutto
l’areale in seguito alle modificazioni dell'habitat provocate dalle attività umane e per il
prelievo di esemplari operato per fini di terraristica.
La natrice dal collare Natrix natrix è piuttosto comune in Toscana, vive in ambienti
acquatici di varia natura e tipologia ma è in grado di colonizzare anche zone asciutte
(boschi, pascoli, ecc.) e le aree a forte presenza umana.
Nelle zone boscate comune e diffusa risulta la Lucertola muraiola, specie presente
in tutti i tipi di bosco. Un po’ meno frequenti appaiono il Ramarro, l’Orbettino e la
Vipera comune. Possibile, infine, la presenza del Colubro di Esculapio (o saettone)
Zamenis lonigissimus e del Colubro di Riccioli Coronella girondica. Queste specie
prediligono gli ambienti forestali, i ruderi, i muri a secco e i casolari. Il cervone Elaphe
quatuorlineata frequenta soprattutto i boschi, le boscaglie termofile, la macchia
mediterranea; specie di interesse comunitario e regionale, è ritenuto vulnerabile in
Toscana (RENATO, 2011). E’ relativamente frequente nel sud della regione ma negli
ultimi anni è andato incontro a un generale declino dovuto agli incendi, al degrado
degli ambienti vitali soprattutto per far posto alle strutture residenziali e turistiche
(Vanni e Nistri, 2006).
La testuggine di Hermann Testudo hermannii è forse la specie di maggiore rilievo
presente in questa tipologia ambientale. E’ autoctona e diffusa soprattutto lungo la
costa e nell'immediato entroterra, in ambienti di macchia, nelle pinete e nelle leccete;
è conosciuta anche per località interne. Nelle zone interne e collinari frequenta
boscaglie, boschi e aree ricche di vegetazione arbustiva ma anche garighe, prati
aridi, ecc. L'area di studio presenta caratteristiche ambientali idonee alla specie ma
non si può escludere la presenza di individui sfuggiti alla cattività. E’ specie di
interesse comunitario (Allegati II e IV della Direttiva Habitat) e regionale ai sensi della
56/2000 per quanto riguarda la Toscana; è inserita fra le specie ‘vulnerabili’ dai
risultati del progetto RENATO (2011). Le principali cause di minaccia sono costituite
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 23 dalla distruzione e degrado dei suoi ambienti di vita, a causa di incendi,
disboscamenti, trasformazioni del territorio (costruzione di strade, messa a coltura
intensiva di territori con cespugliati, macchia o boscaglia) (Sposimo e Castelli, 2005).
La testuggine greca Testudo graeca è specie alloctona originaria del Nord-Africa,
Spagna meridionale sud-est europeo e introdotta in Italia a scopi ornamentali. E’
segnalata presso Campiglia marittima e la sua presenza nell’area di studio è da
ritenersi possibile.
Tra i rettili delle zone umide, una delle specie di maggior rilievo presenti è la
testuggine palustre Emys orbicularis. Sebbene in Europa sia inserita tra le specie a
più basso rischio (secondo le categorie IUCN), in Italia è ovunque in sensibile
diminuzione e in Toscana è ritenuta vulnerabile (RENATO, 2011). Vive in numerose
tipologie di zone umide di acqua dolce, corrente o no, con una dieta prevalentemente
carnivora (invertebrati e piccoli vertebrati). Specie di interesse regionale e
comunitario, è minacciata soprattutto dalla scomparsa degli habitat umidi o dal loro
degrado in seguito alle attività antropiche. Risente negativamente della competizione
con specie alloctone quali Trachemys scripta. La consistenza delle popolazioni di
testuggine palustre è scarsa e ritenuta in diminuzione a livello continentale e
nazionale (Bulgarini et al., 1998; Spagnesi e Zambotti, 2001); è protetta dalla
Direttiva Habitat (Allegati II e IV) ed è inoltre specie di interesse regionale per la
Toscana (L.R. 56/2000). In Italia è considerata specie parzialmente minacciata (LR)
(Bulgarini et al., 1998). I rettili acquatici comprendono anche la già citata natrice dal
collare e la natrice tessellata Natrix tessellata; la prima è specie banale, a vastissima
diffusione in Italia e adattabile a diverse situazioni ambientali, essendo capace di
vivere anche lontano dall'acqua e in situazioni di notevole presenza antropica. La
seconda è un serpente di un certo rilievo faunistico, non comune e localizzata in
Toscana.
2.3.5 Avifauna
L’inquadramento dell'avifauna ha riguardato il popolamento nidificante e
secondariamente quello svernante. La maggiore disponibilità di dati sull'argomento
ha permesso di tracciare un quadro complessivo delle specie che, sebbene
incompleto, appare certamente più soddisfacente rispetto a quello delle altre Classi
animali.
L'elenco delle specie presenti è riportato in tabella 4. Complessivamente si riportano
106 specie di cui 33 solo nidificanti, 47 sia nidificanti che svernanti e 26 solo
svernanti. Le considerazione riportate di seguito riguardano soprattutto l’avifauna
nidificante che assume un rilievo maggiore poiché spesso indicatrice di qualità
ambientale.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 24 Tabella 4 Elenco delle specie di uccelli presenti come nidificanti o come svernanti
Nome scientifico
Nome Comune
Presenza
Nidificante
Certa/Molto probabile
Svernante
Tachybaptus ruficollis
Tuffetto
Certa/Molto probabile
Phalacrocorax carbo
Cormorano
Certa/Molto probabile
Phalacrocorax aristotelis
Maragone dal ciuffo
Certa/Molto probabile
Bubulcus ibis
Airone guardabuoi
Certa/Molto probabile
Egretta garzetta
Garzetta
Certa/Molto probabile
Casmerodius albus
Airone bianco maggiore
Certa/Molto probabile
Ardea cinerea
Airone cenerino
Certa/Molto probabile
Phoenicopterus roseus
Fenicottero
Certa/Molto probabile
Anas crecca
Alzavola
Certa/Molto probabile
Anas platyrhynchos
Germano reale
Certa/Molto probabile
Aix sponsa
Anatra sposa*
Pernis apivorus
Falco pecchiaiolo
Certa/Molto probabile
Circaetus gallicus
Biancone
Certa/Molto probabile
Circus aeruginosus
Falco di palude
Certa/Molto probabile
Circus cyaneus
Albanella reale
Certa/Molto probabile
Accipiter nisus
Sparviere
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Buteo buteo
Poiana
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Falco tinnunculus
Gheppio
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Falco columbarius
Smeriglio
Probabile
Falco subbuteo
Lodolaio
Possibile
Phasianus colchicus
Fagiano comune
Certa/Molto probabile
Rallus aquaticus
Porciglione
Probabile
Gallinula chloropus
Gallinella d'acqua
Certa/Molto probabile
Fulica atra
Folaga
Coturnix coturnix
Quaglia
Certa/Molto probabile
Charadrius alexandrinus
Fratino
Possibile
Vanellus vanellus
Pavoncella
Gallinago gallinago
Beccaccino
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Scolopax rusticola
Beccaccia
Probabile
Probabile
Larus melanocephalus
Gabbiano corallino
Certa/Molto probabile
Larus ridibundus
Gabbiano comune
Certa/Molto probabile
Larus michahellis
Gabbiano reale med.
Certa/Molto probabile
Sterna sandvicensis
Beccapesci
Certa/Molto probabile
Columba oenas
Colombella
Certa/Molto probabile
Columba palumbus
Colombaccio
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Streptopelia decaocto
Tortora dal collare
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Streptopelia turtur
Tortora selvatica
Certa/Molto probabile
Clamator glandarius
Cuculo dal ciuffo
Possibile
Cuculus canorus
Cuculo
Probabile
Tyto alba
Barbagianni
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Possibile
Certa/Molto probabile
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Certa/Molto probabile
Pagina 25 Nome scientifico
Nome Comune
Presenza
Nidificante
Svernante
Otus scops
Assiolo
Certa/Molto probabile
Athene noctua
Civetta
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Strix aluco
Allocco
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Asio otus
Gufo comune
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Asio flammeus
Gufo di palude
Caprimulgus europaeus
Succiacapre
Certa/Molto probabile
Apus apus
Rondone comune
Certa/Molto probabile
Merops apiaster
Gruccione
Certa/Molto probabile
Coracias garrulus
Ghiandaia marina
Possibile
Upupa epops
Upupa
Certa/Molto probabile
Jynx torquilla
Torcicollo
Certa/Molto probabile
Possibile
Picus viridis
Picchio verde
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Dendrocopos major
Picchio rosso maggiore
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Dendrocopos minor
Picchio rosso minore
Probabile
Probabile
Calandrella brachydactyla
Calandrella
Possibile
Alauda arvensis
Allodola
Lullula arborea
Tottavilla
Certa/Molto probabile
Galerida cristata
Cappellaccia
Certa/Molto probabile
Hirundo rustica
Rondine
Certa/Molto probabile
Delichon urbicum
Balestruccio
Certa/Molto probabile
Motacilla alba
Ballerina bianca
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Troglodytes troglodytes
Scricciolo
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Prunella modularis
Passera scopaiola
Erithacus rubecula
Pettirosso
Certa/Molto probabile
Luscinia megarhynchos
Usignolo
Certa/Molto probabile
Phoenicurus ochruros
Codirosso spazzacamino
Saxicola torquatus
Saltimpalo
Certa/Molto probabile
Oenanthe oenanthe
Culbianco
Possibile
Monticola solitarius
Passero solitario
Certa/Molto probabile
Turdus merula
Merlo
Certa/Molto probabile
Turdus philomelos
Tordo bottaccio
Certa/Molto probabile
Turdus iliacus
Tordo sassello
Certa/Molto probabile
Cettia cetti
Usignolo di fiume
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Cisticola juncidis
Beccamoschino
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Acrocephalus scirpaceus
Cannaiola comune
Probabile
Acrocephalus arundinaceus
Cannareccione
Probabile
Hippolais polyglotta
Canapino comune
Probabile
Sylvia cantillans
Sterpazzolina comune
Certa/Molto probabile
Sylvia melanocephala
Occhiocotto
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Sylvia atricapilla
Capinera
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Sylvia hortensis
Bigia grossa
Certa/Molto probabile
Phylloscopus collybita
Luì piccolo
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Regulus ignicapilla
Fiorrancino
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Muscicapa striata
Pigliamosche
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Probabile
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Pagina 26 Nome scientifico
Nome Comune
Presenza
Nidificante
Aegithalos caudatus
Codibugnolo
Cyanistes caeruleus
Cinciarella
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Parus major
Cinciallegra
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Sitta europaea
Picchio muratore
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Certhia brachydactyla
Rampichino comune
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Oriolus oriolus
Rigogolo
Possibile
Lanius collurio
Averla piccola
Certa/Molto probabile
Lanius senator
Averla capirossa
Certa/Molto probabile
Garrulus glandarius
Ghiandaia
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Pica pica
Gazza
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Corvus cornix
Cornacchia grigia
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Sturnus vulgaris
Storno
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Passer domesticus
Passera europea
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Passer montanus
Passera mattugia
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Fringilla coelebs
Fringuello
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Serinus serinus
Verzellino
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Carduelis chloris
Verdone
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Carduelis carduelis
Cardellino
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Carduelis cannabina
Fanello
Certa/Molto probabile
Emberiza cirlus
Zigolo nero
Possibile
Emberiza schoeniclus
Migliarino di palude
Strillozzo
Miliaria calandra
*Specie esotica; individui sfuggiti alla cattività
Certa/Molto probabile
Svernante
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Certa/Molto probabile
Assieme alle zone umide le aree aperte sono quelle nelle quali si trova il maggior
numero di specie di interesse conservazionistico. Queste sono utilizzate come aree
di foraggiamento, di caccia, o come siti di nidificazione. Alcune delle specie rilevate,
più comuni e di minor interesse ecologico e conservazionistico, legate a questi
ambienti sono fagiano Phasianus colchicus, colombaccio Columba palumbus, tortora
dal collare orientale Streptopelia decaocto e tortora selvatica Streptopelia turtur,
ballerina bianca Motacilla alba, usignolo Luscinia megarhynchos, saltimpalo Saxicola
torquata, merlo Turdus merula, beccamoschino Cisticola juncidis, canapino Hippolais
polyglotta, sterpazzolina Sylvia cantillans, occhiocotto Sylvia melanocephala,
rigogolo Oriolus oriolus, gazza Pica pica, zigolo nero Emberiza cirlus, strillozzo
Miliaria calandra, oltre a specie spiccatamente antropofile (cfr. § aree antropizzate).
Tra i rapaci diurni legati alle zone aperte sono da menzionare biancone Circaetus
gallicus, falco pecchiaiolo Pernis apivorus e gheppio Falco tinnunculus. Il falco
pecchiaiolo (specie migratrice e nidificante regolare) era inserito tra le specie non
minacciate in Toscana (Sposimo e Tellini, 1995) e la popolazione ritenuta in aumento
almeno a scala locale (Sposimo, 1995). Alla luce dei risultati scaturiti dal progetto
RENATO, la specie è stata invece inserita tra quelle Prossime alla minaccia/Quasi a
rischio (RENATO, 2011). Tra le cause viene annoverata la riduzione dei complessi
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 27 forestali e la gestione a ceduo di quelli residui oltre alla perdita degli habitat di
alimentazione costituiti da zone aperte. Il biancone (specie migratrice e nidificante)
utilizza l’area di studio per il foraggiamento e per la nidificazione. Il biancone
frequenta le zone aperte per la ricerca di cibo che consiste principalmente in Ofidi; la
caccia avviene in garighe, pascoli, coltivi, alvei fluviali ampi, radure. Per la
nidificazione vengono utilizzati complessi forestali di grande estensione, sia di
conifere che di latifoglie, generalmente caratterizzati da scarso disturbo antropico,
(Occhiato in Tellini Florenzano et al., 1997), che possono trovarsi anche a notevole
distanza dalle aree di alimentazione (RENATO, 2011). L'area indagata si trova
all'interno di una vasta zona di grande importanza poiché la maggior parte delle
coppie nidificanti in Toscana si concentra nelle aree collinari centro meridionali
(RENATO, 2011). Questa specie era inserita nella Lista Rossa Toscana tra quelle
rare (Sposimo e Tellini, 1995) ed è oggi ritenuta Prossima alla minaccia/Quasi a
rischio (RENATO, 2011); il biancone si trova in uno stato di conservazione negativo
anche a livello nazionale e continentale. Le maggiori cause di minaccia sono la
cessazione o riduzione del pascolo e l’evoluzione della vegetazione, che ha portato
alla perdita di terreni aperti in aree collinari (RENATO, 2011) e la gestione a ceduo
dei complessi forestali. Il gheppio (specie nidificante, migratrice e svernante; in
Toscana in parte sedentaria) nidifica su pareti rocciose e in cavità di vario tipo
(vecchi edifici, mura, viadotti, alberi, ecc.); i territori di alimentazione sono
rappresentati da ambienti aperti, anche di limitata estensione, quali colture
cerealicole, praterie, pascoli, alvei fluviali, ampie radure e pietraie. La consistenza
della popolazione toscana nidificante non è ben conosciuta; nella Lista Rossa
Toscana viene stimata in 200-500 coppie, in diminuzione (Sposimo e Tellini, 1995).
Attualmente è ritenuta specie a ‘Minima preoccupazione’ (RENATO, 2011); tra le
cause di decrementi locali vi solo l’antropizzazione delle aree collinari e di pianura,
con perdita di habitat di alimentazione (zone pascolate e ad agricoltura estensiva) e
la diminuzione di siti per la nidificazione (edifici rurali ricchi di cavità, pareti rocciose
in aree indisturbate). Fra le specie possibili nidificanti è presente in bibliografia anche
il lodolaio (Falco subbuteo), specie a status di conservazione sfavorevole in Italia
(Bulgarini et al., 1998).
Tutte le specie di rapaci diurni (Falconiformes e Accipitriformes) sono inserite
nell’Allegato II della Convenzione di Berna (Convenzione relativa alla conservazione
della vita selvatica e dell’ambiente in Europa; 1979) che comprende le Specie di
fauna strettamente protette; sono inoltre inserite nella L.157/92 tra le specie oggetto
di particolare tutela.
Il gruccione (Merops apiaster) è legato alle zone aperte per l'alimentazione, mentre
nidifica in colonie su pareti di terra o sabbia compatta e ben drenata, prive di
vegetazione, dove scava gallerie nido. In Toscana questa specie è in espansione
verso le aree interne, soprattutto nel senese e nell'aretino (Giannella in Tellini
Florenzano et al., 1997) e sembra anche in aumento numerico; a scala continentale
è invece ritenuta in declino (Tucker & Heath, 1994).
Il succiacapre Caprimulgus europaeus, specie estiva nidificante e migratrice, inserita
nell'Allegato I della Direttiva Uccelli e nella Lista 2 della LR 56/2000; ritenuta
‘Prossima alla minaccia/Quasi a rischio in Toscana, è in declino in tutta Europa. Il
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 28 succiacapre è legato ad ambienti asciutti e con un certo grado di copertura del suolo
come prati cespugliati, garighe, brughiere a Erica sp. pl., ampi greti fluviali, negli
ecotoni tra pascoli e arbusteti (RENATO, 2011).
Per quanto riguarda i rapaci notturni, vi sono segnalazioni della presenza dell'assiolo
Otus scops, della civetta Athene noctua, e del Barbagianni Tyto alba. Sebbene
nessuna di queste specie sia menzionata dalla Direttiva Uccelli, il trend delle
popolazioni risulta negativo a livello continentale (Tucker & Heath). L’assiolo è
inserito nella Lista 2 della LR 56/2000 e nella Lista Rossa Toscana tra le specie
mediamente vulnerabili; ad oggi è ritenuto prossimo alla minaccia a causa della
modernizzazione delle pratiche agricole che determinano la scomparsa dei siti idonei
alla riproduzione e, in seguito all'utilizzo di pesticidi, delle principali prede (RENATO;
2011). Nidifica nelle cavità di alberi, in prossimità di aree aperte dove caccia
principalmente grossi insetti (lepidotteri, ortotteri, coleotteri). Il barbagianni non è fra
le specie minacciate in Toscana ma appare in declino a livello continentale a causa
della trasformazione degli habitat di nificazione e alimentazione. Tutte le specie di
rapaci notturni (Strigiformes) sono inserite nell’Allegato II della Convenzione di Berna
(Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente in
Europa; 1979) che comprende le Specie di fauna strettamente protette; sono inoltre
inserite nella L.157/92 tra le specie oggetto di particolare tutela.
La presenza del cuculo dal ciuffo fra le specie nidificanti è da ritenere soltanto
possibile. Segnalazioni di avvenuta riproduzione provengono infatti da aree molto
prossime a quella indagata (Orti Bottagone; RENATO 2011). In Toscana era inserita
nella Lista Rossa fra le specie rare (Sposimo e Tellini, 1995) ed è inserita nella Lista
2 della LR 56/2000.
La ghiandaia marina Coracias garrulus, è specie di elevato valore conservazionistico,
inserita nella Lista 2 – All. A della L.R. Toscana 56/2000 e nell’All. I della Direttiva
“Uccelli”; è protetta dalla Convenzione di Berna (Allegato II). Specie in declino a
scala continentale e considerata in pericolo a livello nazionale. In Toscana è
estremamente rara e confinata quasi esclusivamente nella Provincia di Grosseto; tra
i siti di nidificazione in provincia di Livorno vi sono il bosco di Sterpaia e la Val di
Cornia (RENATO, 2011). Attualmente in Toscana è considerata specie Vulnerabile.
Richiede la presenza di ambienti aperti con siepi e alberature, con vecchi alberi ricchi
di cavità o ruderi. Nidifica infatti nelle cavità di vecchi alberi, in Toscana per lo più pini
domestici e querce, ma anche in cassette-nido. Le maggiori minacce per la specie
sono costituite dalle trasformazioni nelle pratiche agricole tradizionali, la diminuzione
e la scomparsa delle vecchie piante camporili, la cessazione del pascolo, che
determinano l’alterazione degli habitat di nidificazione e dei siti idonei alla
costruzione del nido, oltre che la diminuzione delle risorse trofiche.
Presenti come nidificanti certe/molto probabili l’averla piccola (Lanius collurio) e
l’averla capirossa (Lanius senator). L’averla capirossa è specie ritenuta ‘in pericolo’
(RENATO, 2011) mentre l'averla piccola, specie indicata come ben distribuita nella
regione, sebbene in declino (Dinetti in Tellini Florenzano et al., 1997) è ad oggi
ritenuta ‘Prossima alla minaccia’ (RENATO, 2011); entrabe le specie sono inserite
nella Lista 2 della LR 56/2000. Le specie del genere Lanius sono (Laniidae) sono
protette dalla Covenzione di Berna (Allegato II); sono legate ad ambienti con elevata
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 29 eterogeneità: seminativi di tipo tradizionale, pascoli, ricchi di vegetazione ecotonale,
alternati a boschetti, arbusteti. La rarefazione generalizzata di queste specie viene
attribuita alle modificazioni del paesaggio agrario con scomparsa di siepi e
alberature, abbandono delle aree sfavorevoli, riduzione del pascolo, diminuzione di
eterogeneità nelle aree pianeggianti e collinari.
In questa unità ambientale sono state individuate anche specie di rilievo faunistico e
conservazionistico come tottavilla (Lullula arborea) e cappellaccia (Galerida cristata).
La popolazione toscana di tottavilla (specie migratrice a corto raggio, nidificante e
svernante; in Toscana anche in parte sedentaria) presenta un andamento
demografico negativo, provocato dai cambiamenti ambientali che interessano i
paesaggi collinari e montani (Lapini in Tellini Florenzano et al., 1997). Nella Lista
Rossa Toscana (Sposimo e Tellini, 1995) era considerata specie non minacciata ma
la recente revisione delle segnalazioni degli ultimi 20 anni, realizzata nell'ambito del
progetto RENATO ha portato all'inserimento della tottavilla tra le specie 'prossime
alla minaccia/Quasi a rischio' (RENATO, 2011). La popolazione toscana nidificante è
stimata in 1000-4000 coppie (Lapini in Tellini Florenzano et al., 1997). La
cappellaccia (specie sedentaria) è una delle specie nidificanti nell'area di studio
maggiormente legata agli ambienti aperti. Evita infatti qualsiasi tipo di area boscata
(comprese siepi e alberature) mentre la si rinviene in greti fluviali e zone pascolate
(Lapini in Tellini Florenzano et al., 1997). La popolazione regionale è stimata in 15005000 coppie; sebbene ad oggi sia ritenuta non minacciata, la specie appare in
diminuzione in Toscana, analogamente a quanto avviene a scala continentale
(Tucker & Heath, 1994).
Anche la calandrella è segnalata fra le specie nidificanti possibili. Inserita fra le
specie non minacciate nella Lista Rossa Toscana (Sposimo e Tellini, 1995) è oggi da
ritenere specie vulnerabile (RENATO, 2011). La popolazione toscana è infatti in
decremento sia numerico che di areale, minacciata soprattutto dalla perdita di habitat
per la diminuzione delle zone di gariga e degli incolti per evoluzione naturale (spesso
dovuta alla cessazione del pascolo), per urbanizzazione e modifiche colturali nelle
zone agricole litoranee e crescente antropizzazione delle aree dunali.
Da citare infine la presenza invernale della colombella Columba oenas. In particolare
appare significativa la segnalazione di 450 colombelle nella Tenuta di Rimigliano nel
gennaio 2012 (Benucci, LOSTRILLOZZO mailing list). Questa specie si trova in
cattivo stato di conservazione a livello sia nazionale che regionale (inserita fra le
specie ‘in pericolo critico’ nella Lista Rossa nazionale e tra quelle ‘altamente
vulnerabili’ in quella regionale); è inserita nella Lista 2 della LR 56/2000. Dal progetto
regionale RENATO è emerso che i siti di svernamento sono pochi e occupati in
modo irregolare, mentre si hanno scarsissime notizie riguardo la nidificazione (la
popolazione regionale dovrebbe contare circa 20 coppie). La colombella nidifica in
ambienti boschivi maturi ma è necessaria la vicinanza di campi coltivati e incolti che
utilizza per alimentarsi.
Tra le specie nidificanti più o meno strettamente legate agli ambienti forestali vi
sono picchio rosso maggiore (Picoides major), picchio rosso minore (Dendrocopos
minor), picchio verde (Picus viridis), torcicollo (Jynx torquilla), upupa (Upupa epops)
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 30 e numerosi Passeriformi tra cui capinera (Sylvia atricapilla), pettirosso (Erithacus
rubecula), picchio muratore (Sitta europea), luì piccolo (Phylloscopus collybita),
ghiandaia (Garrulus glandarius), fringuello (Fringilla coelebs), oltre ai rapaci diurni già
citati, che nidificano nei complessi forestali. Nei boschetti e nelle alberature alternate
a spazi aperti, le entità maggiormente caratterizzanti l’avifauna risultano capinera,
verdone, cardellino, verzellino, codibugnolo (Aegithalos caudatus), oltre alle specie
ubiquitarie già citate.
Alcune delle specie suddette sono legate in modo particolare a ecosistemi di bosco
maturo. In particolare picchio rosso maggiore, picchio verde e picchio muratore
utilizzano cavità in alberi di grosse dimensioni. Il picchio verde (sedentario in
Toscana) nidifica in boschi di pianura e di collina, con alberi di dimensioni mediogrosse; non si dimostra molto selettivo nei confronti della specie ma è
particolarmente abbondante nelle cerrete (Merendi, 1996; Puglisi in Tellini
Florenzano et al., 1997) e nelle pinete. Nella nostra Regione non sembra minacciato
ma è indicato come in declino in Europa (Tucker & Heath, 1994). Il picchio rosso
maggiore (sedentario) in Toscana nidifica in molti tipi di bosco: pinete, cerrete,
castagneti da frutto, formazioni ripariali, ma diviene abbondante ove siano presenti
alberi vecchi e senescenti (Tellini Florenzano in Tellini Florenzano et al., 1997). Il
picchio muratore (sedentario) è fra le specie nidificanti in Toscana, forse quella che
più caratterizza i boschi maturi. La specie è ritenuta non minacciata in Toscana (la
popolazione regionale è stimata in 6000-15000 coppie).
Il rampichino Certhia brachydactyla e il torcicollo Jynx torquilla sono specie forestali
che si riscontrano anche negli agroecosistemi ricchi di vecchi alberi (ad es. oliveti e
campi con alberature).
E’ presente fra le specie nidificanti certe anche lo sparviere Accipiter nisus, un
rapace legato alle formazioni forestali sia per la nidificazione che per l’attività trofica.
E’ inserito nella Convenzione di Berna tra le specie strettamente protette.
Legati a questi ecosistemi anche due rapaci notturni: allocco (Strix aluco) e gufo
comune (Asio otus).
Sebbene il record sia datato (1996) merita citare infine una segnalazione relativa alla
nidificazione della bigia grossa Sylvia hortensis. Questa specie, difficile da contattare
e dalle preferenze ambientali di non facile definizione, è inserita nelle Liste Rosse
nazionale e regionale fra le specie ‘in pericolo’ e definita ‘altamente vulnerabile’ nel
progetto RENATO; è protetta dalla Convenzione di Berna e inserita nella Lista 2 della
LR 56/2000. E’ generalmente indicata come specie legata a boschi mediterranei e
submediterranei aperti, spesso pascolati, ma anche a oliveti, frutteti e alla macchia
mediterranea. In Toscana è stata segnalata negli ultimi anni in zone collinari.
Le zone umide, le aree acquitrinose o i campi soggetti a periodici allagamenti sono
frequentati abitualmente da numerose specie di Uccelli acquatici o comunque legati
agli ecosistemi acquatici; si ricordano tuffetto Tachybaptus ruficollis, garzetta Egretta
garzetta, airone cenerino Ardea cinerea, airone guardabuoi Bubulcus ibis, airone
bianco maggiore Casmerodius albus, germano reale Anas pltyrhynchos, alzavola
Anas crecca, beccaccino Gallinago gallinago, folaga Fulica atra la cui presenza è
riferibile a individui in migrazione, a subadulti che ancora non si riproducono oppure
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 31 ad animali nidificanti a distanza anche rilevante oppure ancora segnalati come
svernanti nell’area. Tali specie utilizzano queste aree per alimentarsi.
Nidificano invece nell'area di studio specie come gallinella d’acqua Gallinula
chloropus, porciglione Rallus aquaticus, ballerina gialla Motacilla cinerea presenti
con popolazioni sedentarie e nidificanti oppure soltanto in periodo riproduttivo), entità
adattabili piuttosto diffuse in Toscana.
Tra le specie svernanti spicca la presenza del Gufo di palude Asio flammeus, noto
nel territorio regionale solo per pochissime località. Molto interessante è il dato di
presenza dell’albanella reale Circus cyaneus, rapace che durante l’inverno diviene
legato alle aree umide e del falco di palude Circus aeruginosus.
Le specie segnalate per il litorale e la fascia dunale sono per lo più svernanti (ad
esempio le varie specie di Laridae e Sternidae).
Di grande rilievo conservazionistico sono le segnalazioni relative alla presenza del
fratino Charadrius alexandrinus, sebbene sia lo svernamento che la nidificazione
siano indicate soltanto come “possibili”. Il fratino è una delle più rare fra quelle
nidificanti in Toscana; il trend della popolazione è fortemente negativo e la specie è
attualmente ritenuta ‘in pericolo’ (RENATO, 2011). La principale minaccia sembra
costituita dal turismo balneare nelle spiagge libere; il mantenimento in assetto
naturale delle coste sabbiose e la limitazione in periodo riproduttivo del disturbo
antropico, in particolare a quello legato al turismo balneare, sono indicate come
misure prioritarie per la conservazione. Il fratino è in declino in tutta Europa, inserito
nell’Allegato II della Direttiva Uccelli e nella Lista 2 della LR 56/2000; è protetto dalla
convenzione di Berna.
Il popolamento legato agli ambienti antropizzati è, per buona parte, costituito da
specie originariamente legate agli ambienti rupestri e da entità generaliste e
ubiquitarie che si adattano a riprodursi in una grande varietà di ambienti essendo
anche capaci di sfruttare risorse trofiche differenziate. Alcune di esse inoltre,
traggono vantaggio dalle attività dell'uomo. Sugli edifici costruiscono il nido rondine
Hirundo rustica, storno Sturnus vulgaris, passera d'Italia Passer italiae, oltre al
gheppio. Le aree coltivate nei pressi delle abitazioni sono frequentate anche da
specie forestali o ecotonali quali merlo Turdus merula, capinera Silvya atricapilla,
cinciarella Parus caeruleus, cinciallegra Parus major, alcuni fringillidi Gen. Carduelis.
Sono particolarmente favoriti dalle attività antropiche anche alcuni Corvidi, in
particolare la cornacchia Grigia Corvus corone cornix e la gazza Pica pica.
In queste aree non sono generalmente presenti specie di elevato valore ecologico e
conservazionistico. Tuttavia le aree rurali, formate da nuclei di vecchia costruzione e
fabbricati tradizionali, possono costituire siti importanti per la nidificazione di specie di
interesse quali il gheppio e il passero solitario (Benucci in Tellini Florenzano et al.,
1997; Sposimo in Tellini Florenzano et al., 1997) e varie specie di rapaci notturni.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 32 2.3.6 Teriofauna
L'elenco dei mammiferi, con relativo grado di accertamento della presenza, è
riportato in tabella 5. Sono state considerate complessivamente 41 specie, di cui
però 24 da ritenere certe o molto probabili sul territorio analizzato. Di tutte le altre
specie si possiedono notizie decisamente scarse o riferite ad aree esterne.
Tabella 5 Elenco delle specie di mammiferi presenti.
Nome scientifico
Nome Comune
Alloctona
Presenza
Crocidura leucodon
Crocidura a ventre bianco
no
Certa/Molto probabile
Crocidura suaveolens
Crocidura minore
no
Certa/Molto probabile
Suncus etruscus
Mustiolo
no
Certa/Molto probabile
Neomys fodiens
Toporagno d’acqua
Sorex minutus
Toporagno nano
no
Probabile
no
Probabile
Sorex antinorii (ex araneus) Toporagno comune
Talpa caeca
Talpa europaea
Erinaceus europaeus
Rhinolophus euryale
Rhinolophus
ferrumequinum
Rhinolophus hipposideros
Talpa cieca
Talpa europea
Riccio europeo
Rinolofo euriale
no
no
no
no
Probabile
Probabile
Certa/Molto probabile
Probabile
Rinolofo maggiore
no
Probabile
Rinolofo minore
no
Probabile
Myotis emarginatus
Vespertilio smarginato
no
Probabile
Myotis myotis
Vespertilio maggiore
no
Probabile
Pipistrellus kuhlii
Pipistrello albolimbato
no
Certa/Molto probabile
Pipistrellus pipistrellus
Pipistrello nano
no
Certa/Molto probabile
Hypsugo savii
Pipistrello di Savi
no
Certa/Molto probabile
Oryctolagus cuniculus
Coniglio selvatico
si
Certa/Molto probabile
Lepus europaeus
Lepre europea
si
Certa/Molto probabile
Sciurus vulgaris
Scoiattolo comune
no
Certa/Molto probabile
Eliomys quercinus
Topo quercino
no
Probabile
Glis glis
Ghiro
no
Certa/Molto probabile
Muscardinus avellanarius
Moscardino
no
Possibile
Myodes glareolus
Arvicola rossastra
no
Probabile
Arvicola amphibius
Arvicola d'acqua
no
Probabile
Apodemus flavicollis
Topo selvatico collo giallo
no
Certa/Molto probabile
Apodemus sylvaticus
Topo selvatico
no
Certa/Molto probabile
Rattus norvegicus
Ratto delle chiaviche
si
Certa/Molto probabile
Rattus rattus
Ratto nero
si
Certa/Molto probabile
Mus musculus
Topolino domestico
no
Certa/Molto probabile
Hystrix cristata
Istrice
no
Certa/Molto probabile
Myocastor coypus
Nutria
si
Certa/Molto probabile
Vulpes vulpes
Volpe comune
no
Certa/Molto probabile
Canis lupus
Lupo
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Certa/Molto probabile
Pagina 33 Meles meles
Tasso
no
Certa/Molto probabile
Mustela nivalis
Donnola
no
Certa/Molto probabile
Mustela putorius
Puzzola
no
Probabile
Martes martes
Martora
Martes foina
Faina
no
Certa/Molto probabile
Sus scrofa
Cinghiale
si
Certa/Molto probabile
Capreolus capreolus
Capriolo
no
Probabile
Possibile
Le aree coltivate e incolte, preferibilmente quelle con maggiore copertura di arbusti
fungono da aree di alimentazione e di rifugio per Mammiferi ad ampia diffusione e di
minore importanza dal punto di vista conservazionistico, quali volpe Vulpes vulpes,
cinghiale Sus scrofa e capriolo Capreolus capreolus, sicuramente presenti nella
zona. I Lagomorfi sono rappresentati sia dalla lepre europea che dal coniglio
selvatico, quest’ultimo oggetto di una indagine specifica proprio a Rimigliano (Santilli
& Bagliacca, 20102), e in questo caso non vi sono difetti di indagine. La lepre è, parte
dell’area indagata, sotto il controllo della gestione venatoria e gli esemplari presenti
derivano quasi totalmente da immissioni programmate.
Nelle zone di transizione tra gli ambienti aperti e il bosco e dove maggiore è la
presenza di siepi, è presente il Riccio Erinaceus europeus. In questi stessi ambienti è
possibile la presenza di mustelidi quali donnola Mustela nivalis, puzzola Mustela
putorius e martora Martes martes. La martora è specie di interesse regionale per la
Toscana; Inserita dell’All. III della Convenzione di Berna, è specie particolarmente
protetta ai sensi della L. 157/92.
La puzzola è specie di interesse regionale per la Toscana; è inserita nell’All. III della
Convenzione di Berna; è inoltre specie particolarmente protetta ai sensi della 157/92.
In questa unità ambientale è possibile la presenza di alcuni micromammiferi comuni:
Suncus etruscus, Crocidura suaveolens, Microtus savii, Apodemus sylvaticus e Mus
domesticus.
Le specie di chirotteri segnalate per i siti o per aree vaste comprendenti anche quella
in esame, sono 8. I chirotteri italiani sono tutti inseriti nell’Allegato IV della Direttiva
Comunitaria “Habitat” (specie animali e vegetali di interesse comunitario che
richiedono una protezione rigorosa) e alcuni sono inseriti anche nell’Allegato IV
(specie animali e vegetali la cui conservazione richiede la designazione di zone
speciali di protezione).
Nell’area indagata tra le specie di maggior interesse si segnala il ferro di cavallo
maggiore Rhinolophus ferrumequinum, il rinolofo euriale R. euryale e il ferro di
cavallo minore Rhinolophus hipposideros. Le prime due specie sono classificate
come vulnerabili a livello nazionale (Bulgarini et al., 1998) mentre la terza è ritenuta
in pericolo; sono specie di interesse regionale per la Toscana e di interesse
comunitario, inserite in entrambi gli Allegati della Direttiva Habitat. Dal progetto
RENATO è emerso che il rinolofo euriale e il r. minore sono da ritenere specie
2 Habitat use by the european wild rabbit (Oryctolagus cuniculus) in a coastal sandy dune ecosystem of central
Italy - Hystrix It. J. Mamm. (n.s.) 21(1) (2010): 57-64
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 34 vulnerabili. I rinolofi prediligono zone calcaree ricche di caverne e non lontano
dall’acqua. I rifugi, sia estivi che invernali, si trovano prevalentemente nelle grotte o
in altre cavità sotterranee. Tutte e tre le specie sono in forte declino in tutto l’areale
per l’uso di pesticidi che impoveriscono le aree di foraggiamento, per la rimozione di
siepi e boschetti che vengono utilizzati come riferimenti nello spostamento dai rifugi
alle aree di foraggiamento, per le attività escursionistiche, in particolare quelle
speleologiche, che possono provocare un eccessivo disturbo alle colonie riproduttive
in estate e alle colonie ibernanti durante.
Come tutti i Chirotteri necessitano di una serie di rifugi dove ripararsi durante il
giorno, accoppiarsi, riprodursi, superare in stato di letargo i rigori della stagione
invernale (RENATO, 2011).
Vi sono dati e segnalazioni anche per due specie di Vespertilionidi. Il vespertilio
maggiore Myotis emarginatus e il vespertilio smarginato M. myotis. Analogamente a
quanto visto per i rinolofi, queste sono specie di interesse regionale per la Toscana e
di interesse comunitario, inserite in entrambi gli Allegati della Direttiva Habitat.
Bulgarini et al. (1998) li indica come vulnerabili analogamente a quanto indicato da
RENATO (2011).
Tutti i chirotteri sono protetti dalla Convenzione di Berna (Allegato II).
Nelle zone boscate o con prevalenza di specie arboree il già citato riccio è
presumibilmente una delle specie a maggiore diffusione nell'area, grazie all'ampia
valenza ecologica. La presenza di strade molto transitate costituisce una delle
maggiori cause di morte per questa specie che tuttavia attualmente si trova un buono
stato di conservazione.
Lo scoiattolo sciurus vulgaris è specie tipicamente forestale. E' inserito nel Libro
Rosso degli animali d'Italia (Bulgarini et al., 1998) tra le specie vulnerabili minacciate
dalla competizione con specie simili introdotte e dall'alterazione degli habitat.
Ampiamente diffuso in tutta la provincia, l’istrice Hystrix cristata è con ogni probabilità
presente anche nell’area di studio. E’ inserito nell’All. IV della Direttiva 92/43/CEE.
Ampiamente distribuito risulta il cinghiale Sus scrofa, analogamente a quanto detto
per la lepre, anche grazie alle massicce immissioni non sempre ufficializzate.
Per quanto riguarda la presenza del lupo Canis lupus, vi sono segnalazioni per il
Comune di Suvereto a metà degli anni ‘90. A partire dalla metà degli anni ‘80, la
presenza del lupo è documentata da segnalazioni attendibili e da uccisioni per la
Toscana meridionale (Provincia di Grosseto; Boitani e Ciucci, 1993; Arcà, 1993; Arcà
et al., 1985; Calvario e Sarrocco, 1987); ancora negli anni ’90, esistono segnalazioni
che confermano la presenza di un nucleo di lupo nella Toscana meridionale/Lazio
settentrionale (Boitani e Ciucci, 1996; Capizzi, 1996; Papi, 1998), fino ai più recenti
avvistamenti e segnalazioni, peraltro non sempre verificate, degli anni 2000 (Calò,
2004). Le popolazioni subiscono notevoli fluttuazioni numeriche e dimostrano una
grande mobilità, in buona parte dovute ai contrasti con l’uomo; questi fattori, uniti alla
difficile contattabilità della specie e alla necessità di indagini mirate, rendono difficile
affermare con certezza la presenza del lupo in una data area nel breve periodo. Dai
dati del progetto RENATO tuttavia, emergono segnalazioni un po’ per tutto il territorio
regionale e recentemente un individuo è stato segnalato nel Parco di Migliarino San
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 35 Rossore Massaciuccoli proveniente probabilmente dai Monti Pisani (Gambogi R.,
com. pers.) e dunque giunto nella Tenuta presidenziale attraversando aree
fortemente antropizzate. Il territorio in esame appare, in parte, certamente adatto
alla specie, grazie alla presenza delle superfici boscate, alla presenza di prede, al
grado di antropizzazione non elevato e, non in ultimo per importanza, alla presenza
di corridoi di collegamento. Il lupo è specie di interesse regionale (Lista 2 – All. A
della L.R. Toscana 56/2000) e comunitario (Allegati II e IV); è inserito nell’Allegato II
della Convenzione di Berna; in Italia è inserito nella Lista Rossa dei Vertebrati tra le
specie vulnerabili (Bulgarini et al., 1998); è specie particolarmente protetta dalla L.
157/92.
Il moscardino Muscardinus avellanarius è specie arboricola ma frequenta aree con
copetura vegetale bassa, ai margini delle zone boscate o in aree ricche di cespugli.
E’ un gliride ben diffuso sul territorio regionale (RENATO, 2011). Specie di interesse
regionale (Toscana) e comunitario (All. IV). E’ inserito nell’All. III della Convenzione di
Berna e IUCN lo classifica tra le specie vulnerabili; la Lista Rossa dei vertebrati
d’Italia lo considera specie vulnerabile (Bulgarini et al., 1998).
Indicata come probabile anche la presenza del congenere quercino Eliomys
quercinus; è un Gliride elusivo che vive principalmente in boschi estesi e maturi e
sembra subire una generale rarefazione a causa della diminuzione della qualità o
della sottrazione dell’habitat in cui vive. Specie di interesse conservazionistico è
indicata come prossima alla minaccia dalla IUCN; è classificata tra le specie in
pericolo critico in Italia (Bulgarini et al., 1998) e in pericolo in Toscana (RENATO,
2011); è inserito nella Lista 2 della LR 56/2000.
E’ probabile che anche alcune delle specie più interessanti presenti in un’area più
vasta di quella interessata dal presente studio potrebbero, in qualche misura,
occuparla o attraversarla poiché, per le proprie caratteristiche ambientali e di
localizzazione geografica, si configura come una potenziale area di collegamento
funzionale fra la costa e zone interne collinari.
Sui chirotteri invece le informazioni sono del tutto assenti, se si eccettua un dato di
Pipistrello albolimbato per la loc. Torraccia. Tuttavia le grandi potenzialità offerte da
una matrice forestale così ben conservata, fanno supporre la presenza di una ricca
comunità.
I Carnivori comprendono specie piuttosto comuni e sinantropiche, come volpe,
donnola e faina, ma anche specie più esigenti e interessanti come il tasso e
probabilmente la puzzola Mustela putorius (specie di interesse regionale e
comunitaria) e la martora Martes martes.
2.3.7 Le emergenze
Per valutare più correttamente l’importanza della fauna (per la Classe degli Uccelli è
stata valutata soltanto la popolazione nidificante), è stata elaborata una tabella che
mostra il ‘valore’ delle singole specie in base al loro stato di conservazione.
Per definire lo status di conservazione delle diverse specie, si è fatto riferimento alle
alle “Liste Rosse” globali, locali e a quelle relative ad alcuni taxa. Per quanto
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 36 riguarda l’importanza delle specie ai fini della protezione è stato considerato
l’inserimento delle singole specie in alcune Convenzioni internazionali e Direttive,
oltre che in specifiche liste contenute in Leggi Regionali e Nazionali:
- Red List of threatened Animals (IUCN, 1988)
- Birds in Europe. Their conservation status (ETS) (Tucker & Heath, 1994),
relativamente alle specie nidificanti. Tale opera contiene uno studio delle specie
avifaunistiche nidificanti in Europa, dei trend delle popolazioni e degli areali,
nonché delle cause di un eventuale declino di tali specie. In base ad una serie di
parametri (tra cui proprio l’andamento delle popolazioni e degli areali), tutti gli
uccelli nidificanti in Europa vengono inseriti in ‘Categorie di Status’ che riguardano
lo “stato di salute” della specie;
- Libro Rosso degli Animali d’Italia. Invertebrat’ (Bulgarini F., Calvario E., Fraticelli F.,
Petretti F., Sarrocco S., 1998), che contiene una lista delle specie minacciate
- Libro Rosso degli Animali d'Italia. Vertebrati (Bulgarini et al., 1998)
- Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Toscana (Sposimo & Tellini, 1995) che indica
quali specie si trovano, nella nostra regione, in uno stato di conservazione non
favorevole;
- Direttiva 79/409/CEE del Consiglio concernente la conservazione degli uccelli
selvatici (nota come Direttiva Uccelli) del 2 aprile 1979
- Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione
degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatica.
- Convenzione di Berna – convenzione relativa alla conservazione della vita
selvatica e dell’ambiente naturale in europa; 19 settembre 1979
- Legge 11 Febbraio 1992, n. 157, Norme per la protezione della fauna selvatica
omeoterma e per il prelievo venatorio
- Legge Regionale. Toscana n. 56 del 6 aprile 2000, legge concernente la
conservazione e la tutela degli habitat naturali, della flora e della fauna
- I risultati del progetto RENATO (2011), repertorio naturalistico ottenuto mediante la
raccolta, l’approfondimento e la riorganizzazione delle conoscenze disponibili sulle
emergenze faunistiche presenti sul territorio toscano, e la loro rielaborazione. Tali
indicazioni appaiono particolarmente importanti poiché hanno portato alla
modificazione del giudizio sullo status di talune specie sul territorio toscano e
saranno pertanto utilizzate per l’elaborazione della nuova Lista Rossa Toscana.
Nella tabella le informazioni sono riportate di fianco a quelle relative alla “vecchia”
Lista Rossa (Sposimo e Tellini, 1995), per un confronto immediato. Quest’ultimo
dato è inoltre di particolare interesse poiché, oltre a costituire il risultato di uno
studio recente e approfondito, riporta le categorie di status secondo le nuove
categorie IUCN.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 37 Tabella 6 INVERTEBRATI: emergenze
ELEMENTO ATTENZIONE CLASSE IUCN DIR9243
CEE PRIORITARIO
RED LIST LR562000
ITALIA Anax ephippiger (Burmeister) Insetti Lucanus tetraodon Thunberg Insetti Euchloe bellezina (Boisduval) Insetti Coenonympha elbana Staudinger Insetti Brithys crini (F.) Insetti Charaxes jasius (L.) Euplagia [Callimorpha] quadripunctaria Insetti Insetti All II sì Vulnerabi
le Minima preoccup
azione Melanopsis etrusca Brot, 1862 Molluschi In pericolo Hypnophila dohrni (Paulucci, 1882) Molluschi Molluschi Minima preoccup
azione Molluschi Molluschi Solatopupa juliana (Issel, 1866) Retinella olivetorum (Gmelin, 1791) Oxychilus (Oxychilus) uziellii (Issel, 1872) Cochlodina (Cochlodinastra) comensis lucensis (Gentiluomo, 1868) Polloneriella contermina (Pfeiffer, 1848) Vulnerabi
le Minima preoccup
azione Minima preoccup
azione ENDEMISMO RENATO A Vulnerabile A, B Minima preoccupazione
A, B Minima preoccupazione
A, B Regionale Vulnerabile A, B Minima preoccupazione
A, B Vulnerabile A, B Minima preoccupazione
A, B Regionale In pericolo critico A Minima preoccupazione
A A Minima Transregionale preoccupazione
Minima Nazionale preoccupazione
A Minima Transregionale preoccupazione
Molluschi A Minima Transregionale preoccupazione
Molluschi A Vulnerabi
le Minima preoccup
azione Vulnerabile Tabella 7 ANFIBI E RETTILI: emergenze
NOME
SCIENTIFICO
Triturus carnifex
Lissotriton vulgaris
Bufo viridis
Rana dalmatina
NOME
ITALIANO
Tritone
carnefice
Tritone
punteggiato
Rospo
smeraldino
IUCN
LC
CONV.
BERNA ALL
II
ALL II
LC
Rana dalmatina LC
DIR 92/43/CEE ALL II
ALL II
(ampelensis)
ALL II
RED LIST
ITALIA
56/2000 A
RENATO
All A/2
Minima
preoccupazione
All A/2
Minima
preoccupazione
DD
ALL II
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 38 Rana
appenninica
Testuggine
palustre
europea
Testuggine di
Herman
Testuggine
greca
Rana italica
Emys orbicularis
Testudo hermanni
Testudo graeca
Euleptes europaea
Podarcis muralis
LC
ALL II
LR/NT
NT
ALL II
V
ALL II
NT
ALL II
Tarantolino
Lucertola
muraiola
LC
Lucertola
campestre
LC
Podarcis sicula
Coronella austriaca
Coronella girondica
Elaphe
quatuorlineata
Natrix natrix
Natrix tessellata
Colubro liscio
colubro di
Riccioli
Cervone
Natrice dal
collare
Natrice
tessellata
LR
All A/2
Minima
preoccupazione
LR
All A/2
Vulnerabile
EN
All A/2
Vulnerabile
LR
EX
(insulanica)
CR
(caerulea) EX
(sanctistep
hani)
All A/2
All A/2
LR
All A/2
Minima
preoccupazione
Minima
preoccupazione
Minima
preoccupazione
ALL II
LR
All A/2
Vulnerabile
ALL II (cypriaca)
VU (Cetti)
All A/2
Minima
preoccupazione
All A/2
All A/2
LC
LR/LC
Minima
preoccupazione
Minima
preoccupazione
Tabella 8 UCCELLI: emergenze
NOME
SCIENTIFICO
NOME
ITALIANO
ETS
IUCN
CONV.
BERNA
ALL II
DIR
79/409/C
EE
RED LIST
ITALIA
157/92
NON
MINACCIA
TA
Pernis apivorus
Falco
pecchiaiolo
(S)
LC
ALL II
All I
VU
Biancone
(R)
LC
ALL II
All I
EN
RED LIST
TOSCANA
56/2000
A
All A/2
Prossimo
alla
minaccia/
Quasi a
rischio
Prossimo
alla
minaccia/
Quasi a
rischio
All A/2
Minima
preoccup
azione
All A/2
Circaetus
gallicus
RARA
MEDIAME
NTE
VULNERA
BILE
Falco
tinnunculus
Falco
columbarius
Gheppio
D
LC
ALL II
Smeriglio
(S)
LC
ALL II
All I
Falco subbuteo
Coturnix
coturnix
Lodolaio
(S)
LC
Quaglia
comune
(H)
LC
Fratino
(D)
LC
D
LC
(S)
LC
ALL II
VU
LR
c,II/2
Charadrius
alexandrinus
Streptopelia
turtur
Clamator
glandarius
Tortora
selvatica
Cuculo dal
ciuffo
ALL II
All I
LR
c,II/2
ALL II
RENATO
CR
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” STATUS
INDETERM
INATO RARA
MEDIAME
NTE
VULNERA
BILE
All A/2
ALTAMEN
TE
VULNERA
BILE
All A/2
NON
MINACCIA
TA
RARA
All A/2
Vulnerabi
le
In
pericolo
Non
valutato
Pagina 39 Tyto alba
Barbagiann
i
(D)
LC
ALL II
LR
Otus scops
Assiolo
(H)
LC
ALL II
Civetta
(D)
LC
ALL II
LR
Athene noctua
Caprimulgus
europaeus
Merops
apiaster
Coracias
garrulus
Succiacapr
e
(H)
LC
ALL II
Gruccione
(H)
LC
ALL II
Ghiandaia
marina
VU
NT
ALL II
Upupa
(D)
LC
Torcicollo
(D)
LC
ALL II
Picchio
verde
(H)
LC
ALL II
LR
Picchio
rosso
minore
(S)
LC
ALL II
LR
Calandrella
D
LC
ALL II
Cappellacci
a
(H)
LC
All I
LR
All I
EN
Upupa epops
Jynx torquilla
Picus viridis
Dendrocopos
minor
Calandrella
brachydactyla
Galerida
cristata
All I
Lullula arborea
Tottavilla
H
LC
All I
Rondine
H
LC
ALL II
Balestrucci
o
(D)
LC
ALL II
Culbianco
(D)
LC
ALL II
Passero
solitario
(H)
LC
ALL II
Hirundo rustica
Delichon urbica
Oenanthe
oenanthe
Monticola
solitarius
Sylvia hortensis
Muscicapa
striata
Bigia
grossa
H
LC
ALL II
Pigliamosc
he
H
LC
ALL II
EN
Lanius collurio
Averla
piccola
(H)
LC
ALL II
All I
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” NON
MINACCIA
TA
MEDIAME
NTE
VULNERA
BILE
NON
MINACCIA
TA
All A/2
NON
MINACCIA
TA
All A/2
NON
MINACCIA
TA
ALTAMEN
TE
VULNERA
BILE
All A/2
NON
MINACCIA
TA
NON
MINACCIA
TA
NON
MINACCIA
TA
STATUS
INDETERM
INATO MEDIAME
NTE
VULNERA
BILE
NON
MINACCIA
TA
All A/2
NON
MINACCIA
TA
NON
MINACCIA
TA
NON
MINACCIA
TA
NON
MINACCIA
TA
ALTAMEN
TE
VULNERA
BILE
MEDIAME
NTE
VULNERA
BILE
ALTAMEN
TE
VULNERA
BILE
NON
MINACCIA
TA
NON
MINACCIA
TA
Prossimo
alla
minaccia/
Quasi a
rischio
Prossimo
alla
minaccia/
Quasi a
rischio
Vulnerabi
le
Vulnerabi
le
All A/2
Prossimo
alla
minaccia/
Quasi a
rischio
All A/2
In
pericolo
All A/2
Vulnerabi
le
All A/2
In
pericolo
critico
All A/2
Prossimo
alla
minaccia/
Quasi a
rischio
Pagina 40 Lanius senator
Sturnus
vulgaris
Passer
domesticus
Passer
montanus
Carduelis
cannabina
Miliaria
calandra
Averla
capirossa
Storno
Passera
europea
(D)
LC
D
LC
D
LC
Passera
mattugia
(D)
LC
Fanello
D
LC
Strillozzo
(D)
LC
ALL II
MEDIAME
NTE
VULNERA
BILE
NON
MINACCIA
TA
LR
c
All A/2
In
pericolo
NON
MINACCIA
TA
NON
MINACCIA
TA
NON
MINACCIA
TA
c
ALL II
Tabella 9 MAMMIFERI: emergenze
NOME
SCIENTIFICO
Crocidura
suaveolens
Neomys
anomalus
Sorex
samniticus
Neomys
fodiens
Talpa caeca
NOME
ITALIANO
Crocidura
minore
Toporagno
acquatico
di Miller
Toporagno
appenninic
o
Toporagno
d'acqua
IUCN
LC
CONV.
BERNA
ALL II
DIR. HABITAT
ALL II
RED LIST
ITALIA
157/92
56/2000 A
RENATO
ALL II
LC
LC
All A/2
Vulnerabile
All A/2
Vulnerabile
Minima
preoccupaz
ione
All A/2
DD
Talpa europaea
Talpa cieca
Talpa
europea
Pipistrellus
kuhlii
Pipistrello
albolimbato
LC
ALL II
LR
All A/2
Hypsugo savii
Pipistrello
di Savi
LC
ALL II
LR
All A/2
LR
All A/2
Vulnerabile
Minima
preoccupaz
ione
Minima
preoccupaz
ione
Minima
preoccupaz
ione
Pipistrellus
pipistrellus
Myotis myotis
Myotis
emarginatus
Rhinolophus
euryale
Rhinolophus
ferrumequinum
Rhinolophus
hipposideros
Oryctolagus
cuniculus
Lepus
europaeus
Arvicola
amphibius
Pipistrello
nano
Vespertilio
maggiore
Vespertilio
smarginato
Ferro di
cavallo
euriale
Ferro di
cavallo
maggiore
Ferro di
cavallo
minore
Coniglio
selvatico
Lepre
europea
Arvicola
terrestre
LC
LC
LC
LC
ALL II
ALL II
VU
All A/2
Vulnerabile
LC
ALL II
ALL II
VU
All A/2
Vulnerabile
NT
ALL II
ALL II
VU
All A/2
LC
ALL II
ALL II
VU
All A/2
Vulnerabile
Prossimo
alla
minaccia
LC
ALL II
ALL II
EN
All A/2
Vulnerabile
NT
EN (huxleyi)
LC
CR (meridiei)
LC
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” In pericolo
Pagina 41 Glis glis
Muscardinus
avellanarius
Ghiro
Moscardino
LC
VU (melonii)
All A/2
All A/2
In pericolo
Quercino
Scoiattolo
Sciurus vulgaris comune
NT
VU
CR
(liparensis);
VU
(dichrurus);
EN (sardus)
LC
VU
Hystrix cristata
Istrice
LC
Martes martes
Mustela
putorius
Martora
Puzzola
europea
NT
LR
PP
All A/2
In pericolo
LC
DD
PP
All A/2
In pericolo
Meles meles
Tasso
LC
Canis lupus
Lupo
Volpe
comune
LC
VU (Italicus)
PP
All A/2
LC
Capriolo
LC
Eliomys
quercinus
Vulpes vulpes
Capreolus
capreolus
LC
Minima
preoccupaz
ione
ALL II
ALL II
ALL II
EN (italicus)
LEGENDA
DIR 92/43/CEE – Specie inserita nell’All II della Direttiva Habitat: SPECIE ANIMALI E VEGETALI D'INTERESSE
COMUNITARIO LA CUI CONSERVAZIONE RICHIEDE LA DESIGNAZIONE DI ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE
DIR 79/409/CEE – Specie inserita nell’All II della Direttiva Uccelli: SPECIE D'INTERESSE COMUNITARIO LA CUI
CONSERVAZIONE RICHIEDE LA DESIGNAZIONE DI ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE
PRIORITARIA – Specie prioritaria ai sensi della DIR 92/43/CEE
CONVENZIONE DI BERNA – Specie inserita nell’Allegato II della Convenzione di Berna ‘CONVENZIONE RELATIVA ALLA
CONSERVAZIONE DELLA VITA SELVATICA E DELL'AMBIENTE ATURALE IN EUROPA. (Adottata a Berna il 19 settembre
1979)’ – Allegato II: Specie di fauna rigorosamente protette
IUCN – Categoria di status da IUCN Red List of Threatened species
ETS - = specie inclusa nell’elenco delle European Threathened Species (Tucker and Heath, 1994); - D = specie in declino, V =
specie vulnerabile, R = specie rara;
RED LIST ITALIA – Status di conservazione in Italia da BULGARINI F., CALVARIO E., FRATICELLI F., PETRETTI F. E SARROCCO S.,
1998 - Libro Rosso degli animali d’Italia. Vertebrati. 210 pp.; WWF Italia, Roma. E da BULGARINI F., CALVARIO E., FRATICELLI F.,
PETRETTI F. E SARROCCO S., 1998 - Libro Rosso degli animali d’Italia. Invertebrati; WWF Italia, Roma. EN = specie in pericolo,
VU = specie vulnerabile, LR = specie a più basso rischio, DD = carenza di informazioni, NE = non valutato;
157/92 – Specie particolarmente protetta ai sensi della L. 157/92 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e
per il prelievo venatorio
LR 56/2000 – Specie inserita nell’Allegato A della Legge Regionale 56/2000: HABITAT NATURALI E SEMINATURALI E
SPECIE ANIMALI E VEGETALI DI INTERESSE REGIONALE, LA CUI CONSERVAZIONE PUÒ RICHIEDERE LA
DESIGNAZIONE DI SIR. Specie inserita nell’Allegato B della Legge Regionale 56/2000: SPECIE ANIMALI PROTETTE AI
SENSI DELLA LR 56/2000
LRT = specie inclusa nella Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Toscana (Sposimo e Tellini, 1995) - B = specie altamente
vulnerabile, B* = specie mediamente vulnerabile, C = specie rara, D = specie a categoria di status indeterminata, E = specie
insufficientemente conosciuta, F = specie con popolazione autoctona minacciata di inquinamento genetico, N = specie che
attualmente non sembra minacciata;
RENATO – Status regionale Toscana in base ai risultati del progetto RENATO Repertorio Naturalistico Toscano
(aggiornamento 2011)
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 42 2.4 Aspetti paesaggistici e storico culturali
Il territorio in oggetto presenta importanti valori paesaggistici e storico-culturali diffusi.
La fascia costiera rappresenta una emergenza paesaggistica di grande valore, per la
continuità della fascia dunale, l’assenza di elementi antropici di alterazione, e la
presenza di una continua vegetazione dunale con macchie costiere e pinete/leccete
retrodunali.
L’importanza paesaggistica dell’area è testimoniata dalla presenza di uno specifico
vincolo paesaggistico istituito con DM 18/12/1953 Zona della fascia costiera sita nel
comune di San Vincenzo (Livorno) su circa 532 ettari a comprendere il sistema
dunale di Rimigliano e parte del territorio della Tenuta agricola. Il vincolo indicava tra
le motivazioni come “la zona predetta offre dei caratteristici e singolari aspetti di non
comune bellezza naturale godibili dai numerosi punti di vista accessibili al pubblico”.
Alla fascia costiera segue un caratteristico paesaggio agricolo di pianura costiera,
con la storica presenza della Tenuta di Rimigliano, con aree a seminativi mosaicate
con nuclei forestali di latifoglie e conifere, aree umide (ex Lago di Rimigliano) e
numerosi elementi vegetali puntuali e lineari (alberi camporili, siepi, siepi alberate,
filari alberati, ecc.) che arricchiscono il paesaggio agricolo.
Il valore paesaggistico e storico della vasta area agricola di Rimigliano risulta
implementato dalla presenza di un caratteristico sistema dei poderi, un tempo di
proprietà Gherardesca (Podere Walfredo, P. Contessa lea, P. Sveva Manfredi, P.
Fossa Calda) e dalle numerose opere idrauliche necessarie alla bonifica dell’area
umida.
Il paesaggio storico della costa fino alla fine del ‘800 era infatti dominato dalla
presenza di un lago (Lago di Rimigliano) e da numerosi acquitrini. Nel XVI secolo la
pesca era fiorente, in particolare in una palude naturale creata a nord del Parco dal
corso d’acqua denominato Botro ai Marmi, non sfociante nel mare. Per favorirla
ulteriormente, i Campigliesi convogliarono in questa palude le acque di più ruscelli,
tra cui il cosiddetto “Rio Emiliano”, da cui il nome del Parco.
L’ex lago di Rimigliano fu gradualmente bonificato a partire dl 1833 quando Leopoldo
II di Lorena istituì il Consorzio di Bonifica e fece aprire la Foce di Terranuova.
La scomparsa definitiva del lago fu opera dell’ultima decisiva bonifica operata nel
1929. Il Lago di Rimigliano defluiva in mare mediante la Fossa Calda, proveniente
dalle sorgenti termali di Caldana di Venturina, in loc. Torrenuova, quest’ultima in età
moderna dotata di mulino per l’utilizzo del flusso dell’acqua.
L’area costiera presenta anche testimonianze archeologiche di un certo interesse,
quali la tomba etrusca delle Spade e dei Cavalleggeri, situata in un boschetto presso
la Villa dei Cavalleggeri, costituita da una tomba a camera circolare della base di tufo
lavorato a scalpello del diametro di circa 8 m.
L’area risulta interessata dalla presenza della storica Via dei Cavalleggeri e dal
caratteristico sistema di torri costiere e di stazioni di posta, opera dei pisani e
risalente ai primi decenni del trecento. Risale al periodo della dominazione
napoleonica l'allargamento e la ricostruzione totale della strada litoranea San
Vincenzo - Piombino, avvenuta nel 1804-1805 per accogliere nella città di Piombino
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 43 la principessa Marianna Bonaparte, poi Elisa Baciocchi, alla quale il fratello
Napoleone aveva assegnato il principato di Piombino, con l'aggiunta in seguito di
quello di Lucca. Ancora oggi la strada della Principessa è il raccordo più
scenografico tra le due cittadine.
La strada dei Cavalleggeri era così denominata per la qualifica specifica di alcuni
soldati, i Cavalleggeri appunto, addetti alla “scorreria” sulla via costiera che, con
caratteri di mulattiera, si snodava lungo tutto il litorale roccioso e sabbioso, sia a nord
di Livorno lungo il Tombolo, sia a sud fino a Torre Nuova, dove si allacciava alla
tratta piombinese.
Nel 1304 fu innalzata la torre di San Vincenzo, alcuni anni dopo la stazione di posta
dei Cavalleggeri, successivamente trasformata in piccolo forte, poi la Torraccia o
Torre Vecchia, al confine meridionale dell’ANPIL, tuttora esistente unitamente alla
adiacente stalla medievale, infine la Torre Nuova o Torrenova, costruita verso la
metà del Trecento. Queste torri vennero poi ristrutturate nel sec. XVI dai Medici, con
la trasformazione di Torre Nuova in un piccolo forte (Maffei Cardellini, 1994).
Lungo la linea di costa il sistema delle torri di guardia (Torraccia o Torre Vecchia e
Torre Nuova) costituisce un elemento fortemente caratterizzante la parte meridionale
dell’ANPIL. Tali presenze costituiscono una parte di un lungo sistema di punti di
avvistamento e presidi fortificati distribuiti lungo la costa toscana, quale efficiente
elemento di difesa in un lungo periodo dai Medici agli ultimi granduchi. La Torraccia
fu costruita dai pisani e successivamente ristrutturata dal granduca Cosimo I; con
l’insabbiamento della costa e l’allontanamento della torre dal mare il ruolo della
Torraccia fu sostituito dalla Torre Nuova fatta costruire da Cosimo III in prossimità
della foce della Fossa Calda (Semplici, 2006).
Foto 8 Costa di Rimigliano: Edificio
rurale e Torre Nuova (in primo piano)
presso la foce della Fossa Calda al
confine meridionale dell’ANPIL.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 44 Nella porzione collinare l'esistenza di abbondanti risorse minerarie ha condizionato in
modo inequivocabile la disposizione e lo sviluppo degli insediamenti in quasi tutti i
periodi, a partire sicuramente dall'età etrusca. La zona collinare interessata dallo
sviluppo dell’ANPIL presenta alcune antiche coltivazioni e miniere, di elevato
interesse storico e archeologico, quali la Buca del Biserno (sottoposta a vincolo
archeologico), la Buca del Burian, Buca di Fohn, Buca degli Spagnoli, Buca dei Topi
e la Buca del Confine.
Numerosissime le emergenze ipogee, distribuite in un vasto ambiente carsico, con
cavità (Buca dei Grilli, Buca del Biserno, Buca del Muschio di Scala Santa, Buca
delle Colonne, Buca della Scarpa, Buca Verde, ecc.), abissi (Abisso San Vincenzo),
già inseriti nel catasto regionale delle grotte della Regione Toscana, oltre ad altre
cavità segnalate dal Gruppo Speleologico Archeologico Livornese.
Foto 9 Costa di Rimigliano: tratto meridionale delle dune di Rimigliano, con
vegetazione sclerofillica retrostante dominate dalla Torraccia o Torre Vecchia. In
secondo piano il Monte Calvi con le aree minerarie e sulla sinistra la Valle dei
Manienti.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 45 3 QUADRO
CONOSCITIVO:
VINCOLISTICI
ASPETTI
PIANIFICATORI
E
Nel presente capitolo vengono illustrati i contenuti degli strumenti pianificatori,
urbanistici e vincolistici presenti nell’area la cui conoscenza costituisce un requisito
essenziale, in termini di coerenza, con la proposta di ANPIL, ma anche utili
riferimenti per la fase gestionale.
Il Piano di Indirizzo Territoriale della Toscana (PIT 2005-2010) è stato approvato
con Del.C.R. n.72 il 24 luglio 2007. Con Del.C.R. n.32 del 16 giugno 2009 la Regione
Toscana ha adottato il provvedimento relativo all’implementazione del PIT con la
disciplina paesaggistica. In tale contesto l’ANPIL risulta inserita nell’Ambito di
paesaggio n.23 “Val di Cornia” che individua tra i suoi obiettivi la “tutela e incremento
del grado di naturalità della costa sabbiosa e della pineta costiera; in particolare nei
tratti di costa in condizioni di totale naturalità è da escludere la localizzazione di
attrezzature portuali. Tutela integrale dei sistemi dunali”.
Nell’ambito del paesaggio agricolo dell’ANPIL gli obiettivi sono legati al
“Mantenimento degli elementi strutturanti il paesaggio rurale, quali sistemazioni
idrauliche, elementi di equipaggiamento vegetale, trama viaria agricola, strade,
muretti a secco, terrazzamenti e ciglionamenti, favorendone la ricostituzione, il
ripristino e la valorizzazione. Conservazione degli assetti rurali del territorio agricolo
di pianura”. L’amministrazione comunale, per quanto di propria competenza:
“dispone misure volte ad evitare che l’introduzione di attività ricettive turisticoalberghiere vada a sminuire il valore storico ambientale del paesaggio agricolo”.
Nell’ambito del Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Livorno,
approvato con Del.C.P. n. 52 del 25.03.2009, l’area risulta prevalentemente inserita
nell’Unità 18 e 20 nel Sistema 3 relativo al Paesaggio della pianura del Cornia e delle
Colline Metallifere, ove tra gli obiettivi strategici individua la “Tutela del valore
naturalistico al fine di favorire e potenziare la presenza di avifauna e la connessione
tra gli ecosistemi della costa e dell’entroterra. Valorizzazione del sistema di relazioni
fra aree in grado, per caratterizzazione ecosistemica, di costituire un corridoio di
valore ecologico utile a favorire la connessione tra sistemi di aree protette anche a
scala interprovinciale (Rimigliano, Sterpaia, Tombolo di Follonica).”
In particolare per la Risorsa paesaggio lo Statuto del Territorio del PTC individua per
l’area in oggetto la necessità di una “Salvaguardia dell’assetto idraulico-agrario
storico dei paesaggi della bonifica, attraverso il mantenimento dell’efficienza del
reticolo dei canali, la valorizzazione dei manufatti idraulici, il recupero della trama
fondiaria minuta della rete della viabilità interpoderale, il potenziamento dei filari
alberati e siepi campestri. Contenimento della dispersione insediativa in area agricola
e della polverizzazione dei nuclei fondiari con insediamenti residenziali stagionali,
regolamentazione delle trasformazione insediative ai fini turistici di campeggi,
parcheggi camper, aree servizi in prossimità della costa. Valorizzazione del
patrimonio edilizio diffuso di interesse paesaggistico e del sistema difensivo delle
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 46 torri costiere”. “Riqualificazione delle aree periferiche in espansione e ridefinizione
dei margini dei centri urbani di pianura, con particolare attenzione alla matrice
insediativa dove appare indispensabile l’innalzamento della qualità degli spazi aperti,
il potenziamento dell’equipaggiamento vegetale delle infrastrutture di pertinenza ed
una sostanziale caratterizzazione dell’insediamento urbano. Necessità di un attento
controllo delle trasformazioni insediative a fine di favorire una coesistenza equilibrata
tra la richiesta delle aree residenziali anche ad uso stagionale e la realtà strutturale
dell’area della pianura della Val di Cornia, con forte produzione agricola ed orticola.
Salvaguardia del mosaico rurale dalla espansione edilizia ed infrastrutturale, …. “
Figura 1 Valori naturalistici ed ecosistemici della Provincia di Livorno con
individuazione del corridoio ecologico tra la costa e le aree collinari attraverso i
nuclei forestali (Tav. A2 Statuto del Territorio Risorsa Paesaggio, PTC Livorno).
Lo stesso PTC, rafforzando la proposta di ANPIL estesa dal mare alla collina,
individua l’area in oggetto (cerchiata in viola), come ambito del territorio rurale con
ruolo di connessione ecologica.
Costituiscono invarianti paesaggistiche per il Sistema 3 (Paesaggio della pianura del
Cornia e delle Colline Metallifere):
… L’articolato sistema del reticolo dei canali artificiali è segnato da una diffusa
presenza di edificato minore sparso, costituito da case unifamiliari e magazzini
agricoli, di modesto valore testimoniale nell’architettura rurale tradizionale. La
pianura è attraversata dalle strade principali e dalle reti infrastrutturali legate
all’attività produttiva, modesto il reticolo infrastrutturale minore. La caratterizzazione
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 47 dei borghi collinari di mezzacosta (Campiglia e Suvereto) si relaziona ai sistemi
colturali collinari degli oliveti, in trasformazione alle quote più basse verso colture di
vigneto specializzato. Importante il ruolo connettivo tra le aree protette (Rimigliano San Silvestro – Montoni - Sterpaia) e le potenzialità ecosistemiche nelle relazioni tra
costa ed entroterra. Per il sistema in oggetto, in particolare Paesaggio di pianura
della Val di Cornia a dominante agricola orticola (San Vincenzo, Torre Mozza,
Riotorto, Venturina) (AdP 18), la disciplina del PTC, all’art.22, afferma come “Nel
sistema assumono una particolare rilevanza i parchi naturali e culturali di Rimigliano,
Baratti e Populonia, promontorio di Piombino, Oasi Orti Bottagone, Bosco della
Sterpaia, quali luoghi e funzioni determinanti di un riequilibrio socioeconomico
rispetto alla storica monocultura industriale ed a quella turistica in particolare, come
dimostrato dalla crescita ipertrofica di S. Vincenzo”.
Il Comune di San Vincenzo è dotato di Piano strutturale approvato con Del.CC n.
81 del 25.09.1998. Il Piano strutturale per la Tenuta di Rimigliano consentiva il
recupero di 12.500 mq di superfici esistenti da destinarsi a Residenze Turistico
Alberghiere, oltre la possibilità di realizzare nuove superfici per complessivi 18.000
mq, sempre per funzioni turistiche.
Il Comune è dotato di Regolamento urbanistico, la cui Variante Gestionale è stata
approvata con Del.CC n.67 del 20.07.2006. Con Del. CC n.15 del 28.10.2009 è stato
dato avvio al procedimento di Revisione generale del Piano Strutturale, ai sensi
dell’art. 15 del la LR n. 1/2005.
Il Comune di San Vincenzo ha approvato una Variante al Piano Strutturale per i
sottosistemi A.1 e A.2 (ex artt. 14 e 15 delle N.T.A.), oggi Sottosistema della Pianura
Costiera (articolo unico delle Norme) con D.C.C. n. 81 del 26.09.2008. Tale variante
al Piano Strutturale subordinava la definizione degli interventi sul patrimonio edilizio
esistente alla redazione di un apposito P.A.M.A.A. (art. 42 della LRT n. 1/2005 e
relativo regolamento di attuazione) che definisse le quantità delle strutture esistenti,
ancora necessarie per la conduzione agricola della Tenuta.
La tenuta è infine stata suddivisa, all'interno della Variante al Piano Strutturale, in
Aree di Interesse specifiche (tav. A2.1 delle U.P.R., unità di paesaggio rurale, degli
allegati della variante comunale):
1. Aree di interesse naturalistico ambientale - Ambito di protezione dei biotopi e valori
naturali (Bi.b): corrispondente alla superficie occupata dalla Pineta di Rimigliano;
2. Aree di interesse naturalistico ambientale - Ambito delle aree boscate:
corrispondente alla superficie della tenuta occupata dalle restanti superfici forestali;
3. Aree di interesse paesaggistico - Area di interesse paesaggistico di tipo “A”:
corrispondenti alla restante superficie della tenuta (superfici agricole).
Nel corso del 2010 l’Azienda Agricola Rimigliano srl ha redatto il PPMAA (Piano
Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale) relativo alla Tenuta di
Rimigliano, successivamente approvato dalla Provincia di Livorno.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 48 Nell’ottobre 2010 è stata adottata la variante al Regolamento urbanistico Comune
di San Vincenzo per la Tenuta di Rimigliano e approvata definitivamente con
Del.C.C. n.83 del 3.10.2011.
Tale variante prevede, tra recuperi e nuove previsioni, una superficie massima di
circa 23.000 mq di cui 16.808.89 mq di ex poderi ed annessi esistenti, trasformati in
edilizia residenziale per un complessivo di 13.191,29 mq e in recuperi a fini agricoli
per 3.417,76 mq, e un massimo di 6.000 mq di alberghiero.
Relativamente alla previsione residenziale essa è pari a circa 140 appartamenti (450
presenze stimate) distribuite tra i vari poderi; la previsione alberghiera è legata all’ex
podere Contessa Lea (per circa 150 posti letto).
La costa di Rimigliano è in gran parte classificata come parco territoriale esistente
dal Piano strutturale del Comune di San Vincenzo, che individua inoltre le aree
forestali della costa e della pianura e le stesse aree dunali come Risorse ambientali.
Parte delle aree agricole esterne alla Tenuta sono classificate come Risorse
agronomiche nell’ambito delle Risorse ambientali del PS.
Pur non risultando mai inserita nell’ambito dei programmi triennali per le aree
protette di cui alla LR 49/95, il territorio di Rimigliano rappresenta una delle prime
esperienze toscane di parco comunale, riconosciuto negli strumenti urbanistici,
risalente agli anni 1972-1973. Nel 1988 tale area risultava in gran parte inserita
nell’ambito del sistema di “aree protette” di cui alla LR 52/82 e Del.C.R 296/88 con la
denominzione di “Fascia costiera di Rimigliano e Baratti” (cat.a) (Maffei Cardellini,
1994; Guarducci e Rombai, 1999).
Con Del.G.C. n.220 del 25.09.1997 il Comune deliberò una proposta di ANPIL,
anche quale elemento condizionante la formazione del nuovo Piano Strutturale,
estesa sulla costa di Rimigliano, la Tenuta, alcune porzioni forestali di collina e parte
della Valle dei Manienti. Tale proposta non è stata successivamente inserita nei
programmi regionali per le aree protette ed è quindi da intendersi come area di
reperimento per future proposte di ANPIL. Il cosiddetto Parco Costiero di Rimigliano
è stato quindi inserito nel Sistema dei Parchi della Val di Cornia a gestione della
Parchi Val di Cornia.
Nell’ambito del 5° Programma Triennale regionale per le aree protette, recentemente
trasformato e inserito nel più vasto Piano ambientale ed energetico regionale
(PAER), di prossima approvazione, per il territorio comunale di San Vincenzo non
risultano essere pervenute proposte di area protetta ad eccezione di quella avanzata
dal Consiglio Regionale, recependo le richieste degli Enti Locali interessati, relativa
“all’avvio del procedimento per la verifica di fattibilità del quarto parco regionale nel
territorio della Val di Cornia, dove risultano già istituite altre Aree Protette”.
Tale proposta “recepisce l’indicazione per la verifica di fattibilità di un nuovo 4° parco
regionale nei territori della Val di Cornia, già interessati da varie aree protette sia
regolarmente istituite che potenzialmente interessanti (tra cui l’area di Rimigliano),
per la possibile gestione unitaria di tutto il comprensorio interessato dalle emergenze
naturalistiche” (Del.CR. 88/2009).
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 49 La parte collinare dell’ANPIL, comprendente la Valle dei Manienti e i versanti
occidentali del Monte Calvi, risulta interna al Sito di Importanza Comunitaria
(SIR/SIC) “Monte Calvi di Campiglia”, di cui alla Del.GR n. 34 del 2011.
Relativamente alle aree a vincolo paesaggistico è stato consultato il Sistema
Informativo Territoriale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Regione Toscana,
ove le aree censite e cartografate (in collaborazione con le Soprintendenze territoriali
e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana –
Ministero per i Beni e le Attività Culturali) sono quelle tutelate ai sensi della ex Legge
1497 del 29 giugno 1939, poi abrogata e sostituita prima dal D.Lgs. n.490 del 29
ottobre 1999, successivamente dal D.Lgs n.42 del 22 gennaio 2004 “Codice dei beni
culturali e del paesaggio”.
L’area risulta interessata dal vincolo paesaggistico con particolare riferimento al
“territorio costiero” di cui alla lettera a, comma 1, art.142 D.lgs 42/2004.
La fascia costiera interna all’area vasta presenta una zona vincolata con DM del 18
dicembre 1953 Fascia costiera sita nel comune si San Vincenzo con singolari
aspetti di non comune bellezza naturale e in particolare la fascia costiera sita nel
territorio del Comune di San Vincenzo così delimitata: dal Fosso dei Cipressetti
(confine col Comune di Castagneto Carducci) fino al Fosso dell'Acquaviva e dal mare
fino a 350 metri misurati dal ciglio a monte della via aurelia; dal fosso dell'Acquaviva
al fosso del Renaione e dal mare fino a 700 metri misurati dal ciglio a monte della via
aurelia; dal fosso del Renaione fino al fosso della Torre Nuova (confine col Comune
di Piombino) e dal mare fino al 350 metri misurati dal ciglio a monte del Viale Della
Principessa, ha notevole interesse pubblico ai sensi della legge 29 giugno 1939, n.
1497 ed e', quindi, sottoposta a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa.
Per la stessa area soggetta a vincolo paesaggistico con DM il piano paesistico
regionale adottato individua i seguenti elementi di rischio e le seguenti strategie per il
controllo delle trasformazioni:
Elementi di rischio:
• Elementi di degrado come edifici sulla e in prossimità della spiaggia,
progressiva scomparsa delle dune e sporcizia della lecceta, inficiano il valore
e la bellezza dei panorami.
• Insediamenti sulla spiaggia nella parte nord del perimetro del vincolo, che
hanno comportato la scomparsa delle dune.
• Presenza di insediamenti di scarsa/nulla qualità urbanistica ed architettonica
spesso ubicati in prossimità della spiaggia nel tratto sud dell’abitato
denominato “Principessa”.
• Notevole incremento edilizio legato alla valorizzazione turistica, progressiva
scomparsa della duna.
Strategie per il controllo delle trasformazioni:
• Riqualificazione delle aree insediate esistenti sulla fascia costiera in
corrispondenza della Principessa.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 50 • Limitare la nuova edificazione, verificare l’ubicazione e la qualità architettonica
e urbanistica delle nuove previsioni.
• Divieto di realizzazione di edifici in prossimità della spiaggia.
• Conservazione dei caratteri tipologici degli edifici rurali di impianto storico e
delle loro pertinenze.
• Gestione della lecceta con attenzione alla pulizia.
• Regolamentare la fruizione della duna anche attraverso lo studio di percorsi
alternativi.
• Mantenimento e gestione della pineta.
La zona collinare interessata dallo sviluppo dell’ANPIL presenta alcune antiche
coltivazioni e miniere, di elevato interesse storico e archeologico, quali la Buca del
Biserno (sottoposta a vincolo archeologico) e le buche del Burian, di Fohn, degli
Spagnoli, dei Topi e la Buca del Confine. La Valle dei Manienti presenta
rilevantissimi valori archeologici, con la presenza di cinta murarie ascrivibili al VI-V
sec. A.C, resti di coltivazioni minerarie di epoca etrusca e medievale, cinte murarie di
epoca protostorica e, più in basso, in loc. Poggio alle Strette e Le Porcarecce, abitati
etruschi della fine del VII-VI sec. A.C. e necropoli di età orientalizzante ed arcaica.
Numerosissime le emergenze ipogee, distribuite in un vasto ambiente carsico, con
cavità (Buca dei Grilli, Buca del Biserno, Buca del Muschio di Scala Santa, Buca
delle Colonne, Buca della Scarpa, Buca Verde, ecc.), abissi (Abisso San Vincenzo),
già inseriti nel catasto regionale delle grotte della Regione Toscana, oltre ad altre
cavità segnalate dal Gruppo Speleologico Archeologico Livornese.
Nell’ambito della proposta di ANPIL numerosi sono gli istituiti faunistico
venatori (anche con aree a divieto di caccia **) quali:
9
9
9
9
9
9
9
ZRV Zona di Rispetto Venatorio “Val di Gori” (parte della ex ZRC)**;
Zona a regolamento specifico (parte della ex ZRC V al di Gori);
ANPIL Rimigliano (Parco comunale)**;
Fondi chiusi (Pianura di San Vincenzo; Masseto; Torraccia)**;
Azienda Faunistico venatoria Rimigliano;
Centri privati per la produzione di fauna selvatica allo stato naturale;
Appostamenti fissi di caccia.
La Tenuta di Rimigliano è classificata come Azienda Faunistico Venatoria, per una
superficie complessiva di 570 ettari (specie di indirizzo dell’azienda: lepre).
Nella Tenuta sono presenti 3 appostamenti fissi per la fauna selvatica migratoria ed
un ampio recinto per l’ allevamento e la caccia al cinghiale.
Complessivamente il 25% del territorio dell’ANPIL è soggetto a specifico
divieto di caccia (400 ha), a questa superficie devono poi essere aggiunte le
aree a divieto di caccia di cui all’art.33 della LR 3/94 e succ. modif. (100 m da
immobili e fabbricati, 50 m da strade, ferrovie, ecc.).
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 51 Il territorio dell’ANPIL è soggetto prevalentemente a proprietà privata ad eccezione
del “parco pubblico di Rimigliano” (circa 100 ha) che interessa gran parte del
territorio del settore Costa di Rimigliano. Sono inoltre presenti alcune aree private
gravate da diritto di uso pubblico: area costiera presso Podere San Francesco e area
forestale in loc. Masseto lungo la SP Campiglia Marittima.
Per la fascia costiera di Rimigliano è stato approvato dalla Provincia di Livorno un
progetto esecutivo relativo al ripristino degli habitat dunali e alla riqualificazione
dell’accessibilità pedonale.
Figura 2 ANPIL Rimigliano-San Silvestro: mosaico degli elementi di base per la
perimetrazione della dell’ANPIL Rimigliano-San Silvestro.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 52 Figura 3 ANPIL Rimigliano-San Silvestro: mosaico degli Istituti faunistici e
appostamenti fissi.
Aree a divieto di caccia(400 ha):
Zona di Rispetto Venatorio “Val di Gori” (parte della ex ZRC)
Fondi chiusi (Pianura di San Vincenzo; Masseto; Torraccia)
Parco comunale Rimigliano
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 53 4 CRITICITÀ AMBIENTALI
Il territorio dell’ANPIL, si caratterizza per la presenza di valori, criticità, problematiche
di conservazione e gestionali differenti. Ciascuna delle quattro zone interne all’ANPIL
mostrano diverse criticità ambientali, dagli elevati carichi turistici estivi alle modalità di
“pulizia” dell’arenile nella fascia costiera, dalla riduzione delle attività agricole e alle
previsioni residenziali ed alberghiere all’interno della Tenuta. L’ANPIL si pone
l’obiettivo di eliminare o mitigare tali criticità al fine di meglio preservare i valori
naturalistici e paesaggistici del territorio.
Di seguito vengono elencate le diverse criticità presenti nelle quattro zone interne.
Per tali criticità il successivo capitolo illustra le proposte gestionali e gli elementi
prescrittivi per il regolamento dell’ANPIL.
Zonizzazione
ANPIL
ZONA A
Dune di
Rimigliano
Criticità e problematiche di conservazione
•
•
•
•
•
•
•
ZONA B
Tenuta di
Rimigliano e
aree limitrofe
•
•
Area in parte interessata da processi di erosione del sistema
dunale (settore centro meridionale della costa).
Aumento del carico turistico sugli ambienti costieri per
incremento delle strutture residenziali, turistiche e alberghiere
nel territorio comunale e in quelli limitrofi.
Presenza di attività periodiche di pulizia dell’arenile non
coerenti con la conservazione degli habitat di anteduna e duna
mobile.
Deperimento di porzioni di pineta e dei relittuali nuclei di
sughera (presenza sempre più ridotta per i processi di
chiusura ed evoluzione del bosco).
Interrimento di aree umide retrodunali con perdita di importanti
habitat palustri.
Insufficiente organizzazione della rete sentieristica nel settore
meridionale, con elevato calpestio e sentieramento.
Effetto barriera della Strada Comunale della Principessa (SP
23) e relativa illuminazione .
Previsioni turistico-residenziali e alberghiere all’interno della
Tenuta, con previsione di aumento dei livelli di
artificializzazione, del carico antropico e turistico e riduzione
del valore paesaggistico e naturalistico.
Presenza di una azienda faunistico venatoria con
appostamenti fissi per la fauna selvatica migratoria ed un
ampio recinto per ungulati (cinghiale). Disturbo alla fauna e
alterazione del bosco planiziale di Rimigliano (Pineta di
Rimigliano) per la realizzazione di appostamenti e per l’elevato
carico di ungulati.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 54 •
•
•
•
•
•
ZONA C
Pianura e
bassa collina
Prunicce Masseto
•
•
•
ZONA D
Monte Calvi e
Valle dei
Manienti
•
•
•
Riduzione delle attività agricole all’interno della Tenuta con
perdita di ambienti agricoli tradizionali di elevato valore
naturalistico e paesaggistico.
Presenza di strutture turistico residenziali interne all’ANPIL in
loc. Podere di Rimigliano
Presenza di infrastrutture lineari nord-sud con effetto barriera,
con particolare riferimento alla linea ferroviaria per Roma e alla
Via Aurelia Nord (SP 39 della Principessa).
Isolamento dei nuclei boschivi di pianura (in particolare della
Pineta di Rimigliano) e mancanza di una gestione finalizzata al
miglioramento delle caratteristiche ecologiche degli habitat
forestali.
Interrimento delle aree umide (canneti) presenti a sud della
Tenuta di Rimigliano.
Riduzione della qualità ecologica del reticolo idrografico
minore (Botro ai Marmi e canali orientale e occidentale di
Rimigliano).
Isolamento ed elevato carico di ungulati nei nuclei boschivi di
pianura (in particolare del bosco Le Prunicce) e mancanza di
una gestione finalizzata al miglioramento delle caratteristiche
ecologiche degli habitat forestali (Prunicce e Masseto). Azione
di barriera operata dai recinti delimitanti i nuclei boscati.
Presenza di assi di trasporto nord-sud con effetto barriera, con
particolare riferimento alla linea ferroviaria per Roma, alla
Strada Statale Aurelia (SS1) e Via Vecchia Aurelia (SP 39).
Queste ultime due a costituire una importante barriera tra il
sistema di pianura e quello collinare.
Riduzione della qualità ecologica del reticolo idrografico
minore (Botro ai Marmi).
Adiacenza a siti estrattivi e minerari di elevato impatto
ambientale e paesaggistico.
Presenza di ex discarica inserita nel piano di bonifica e
recupero ambientale.
Mancanza di una gestione delle aree boscate finalizzata al
miglioramento delle caratteristiche ecologiche degli habitat
forestali
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 55 5 ANPIL RIMIGLIANO-SAN SILVESTRO: ELEMENTI GESTIONALI E
REGOLAMENTARI
Come già anticipato nel capitolo il territorio dell’ANPIL si sviluppa su un’area di 1573
ha, organizzata su 4 zone omogenee per gli aspetti funzionali e gestionali:
Zona A Dune di Rimigliano (137 ha)
Zona B Tenuta di Rimigliano e aree limitrofe (636 ha)
Zona C Pianura e bassa collina Prunicce - Masseto (418 ha)
Zona D Monte Calvi e Valle dei Manienti (382 ha)
Figura 4 Zonizzazione interna ANPIL Rimigliano – San Silvestro
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 56 Per l’ottimale gestione dell’ANPIL e ritenuta indispensabile la realizzazione di un
apposito regolamento di gestione, che verrà redatto e approvato entro 6 mesi
dalla istituzione dell’area protetta.
Per ogni zona interna all’ANPIL sono di seguito individuati gli elementi prescrittivi e
fondanti la successiva fase di redazione del regolamento di gestione e le azioni
gestionali urgenti, anche quali risposte agli elementi di criticità individuati nel
capitolo precedente.
Zonizzazione
ANPIL
ZONA A
Dune di
Rimigliano
Elementi prescrittivi per la
dell’ANPIL e azioni gestionali
•
•
•
•
•
•
•
•
redazione
del
Regolamento
Regolamentazione della fruizione turistica e dell’uso delle
strutture per l’accessibilità alla spiaggia. Obbligo di utilizzo degli
accessi attrezzati per l’accesso all’arenile e divieto di calpestio
delle dune mobili.
Mantenimento della proprietà pubblica complessiva dell’area.
Individuazione di divieti funzionali alla realizzazione di un’attività
turistica estiva sostenibile: divieto di realizzare stabilimenti
balneari; divieto di raccolta di specie vegetali delle dune; divieto
di abbandono di rifiuti e utilizzo degli appositi cestini; divieto di
accensione dei fuochi.
Regolamentazione delle attività periodiche di pulizia della
battigia, attualmente causa di forti alterazioni agli ambienti di
battigia, anteduna e duna mobile: individuazione delle modalità
sostenibili di pulizia della spiaggia riducendo l’utilizzo dei mezzi
pesanti e individuando un fascia di tutela interdetta ai mezzi
meccanici; collocazione del materiale spiaggiato (posidonia,
materiale organico e sabbia) esclusivamente a chiudere le
aperture nel sistema dunale e al il piede di esso; divieto di
collocazione del materiale spiaggiato direttamente su dune
mobili esistenti e con vegetazione psammofila.
Divieto di accesso ai mezzi motorizzati ad eccezione dei mezzi
compatibili con il punto precedente e ai mezzi di soccorso e di
controllo.
Analisi dei carichi turistici attuali e futuri sul sistema dunale di
Rimigliano e individuazione dei carichi ottimali sostenibili.
Regolamentazione e organizzazione del sistema dei parcheggi
sulla base del carico turistico ottimale.
Regolamentazione della gestione forestale mediante redazione
di un apposito piano di gestione, finalizzato alla tutela delle
cenosi forestali e a ridurre il deperimento di porzioni di pineta e
di sugherete, garantendo la fruibilità e la sicurezza.
Regolamentazione della gestione idraulica al fine di preservare
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 57 •
•
•
•
•
ZONA B
Tenuta di
Rimigliano e
aree limitrofe
•
•
•
•
le importanti aree umide retrodunali.
Norme di tutela della flora, della fauna e degli habitat (con
particolare riferimento alle specie vegetali e animali e agli habitat
di interesse regionale e/o comunitario).
Regolamentazione del verde pubblico e privato al fine di evitare
il diffondersi di specie vegetali aliene invasive.
Realizzazione azioni di riapertura di aree umide retrodunali
nell’ambito del bosco di Rimigliano.
Realizzazione azioni di mitigazione dell’effetto barriera della
strada comunale della Principessa.
Regolamentazione dell’illuminazione pubblica e privata
finalizzata alla massima riduzione dell’inquinamento luminoso
(soprattutto nella fascia costiera e in aree boscate). Anche per
l’illuminazione esistente lungo la SP: attuazione di adeguate
scelte tecniche con illuminazione solo verso il basso e
schermatura verso il mare e il bosco, limitazione dell’intensità
luminosa e utilizzazione di lampade ai vapori di sodio a bassa
pressione.
Obbligo del mantenimento delle attività agricole interne alla
Tenuta di Rimigliano, mantenimento di strutture e personale
sufficiente per la gestione agricola della Tenuta. Tale attività è
indispensabile per il mantenimento dei valori naturalistici del
paesaggio agricolo di Rimigliano.
Regolamentazione e valorizzazione delle attività agricole interne
all’ANPIL al fine di promuovere l’agricoltura biologica e in
generale l’attività agricola anche mediante marchio di qualità
dell’area protetta o del sistema Parchi val di Cornia. Promozione
di Accordi Agroambientali d’Area per la valorizzazione delle
attività agricole e la tutela della biodiversità.
Regolamentazione delle attività urbanistiche ed edilizie, del
verde pubblico e privato, delle strutture verdi, della sistemazione
delle pertinenze poderali, illuminazione e parcheggi, in coerenza
con le caratteristiche paesaggistiche e naturali dell’area,
privilegiando soluzioni che escludano la realizzazione di piscine,
campi da golf e campi da tennis. Attuazione di adeguate scelte
tecniche relative agli impianti di illuminazione (illuminazione solo
verso il basso, scelta adeguata dei punti luce e limitazione
dell’intensità luminosa, utilizzazione di lampade ai vapori di
sodio a bassa pressione, utilizzazione di dispositivi per
l’accensione solo al passaggio di persone o automezzi nel
parcheggio, ecc.).
Obbligo del mantenimento della rete stradale interna alla Tenuta
come strade bianche non asfaltate.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 58 •
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Per la struttura alberghiera prevista al Casale Principessa Lea
risulta da preferire lo spostamento della previsione alberghiera
esternamente all’ANPIL. L’alternativa allo spostamento consiste
nella riduzione del dimensionamento previsto (e numero posti
letto), oltre alla realizzazione di un mascheramento vegetale sul
lato ex lago, la realizzazione di una struttura con vocazione ad
albergo rurale e utilizzo di parte dei volumi per punto informativo
del sistema dei parchi della Val di Cornia.
Verifica della possibilità di riduzione delle volumetrie residenziali
per i diversi Casali, con particolare riferimento al Podere
Uguccione e al Podere Fossa Calda.
Istituzione di un’area a divieto di caccia nell’area umida dell’ex
alveo del lago di Rimigliano (almeno su una superficie di 200 ha)
interna alla zona umida continentale (Wetlands International)
censita dal progetto IWC con il codice LI0503 Rimigliano. Tale
ampliamento porterà la quota di ANPIL soggetta a divieto di
caccia da 400 ha (25%) a 600 ha (38%).
Realizzazione di interventi di riqualificazione naturalistica
dell’area umida dell’ex Lago di Rimigliano, con riallagamento e
gestione della vegetazione igrofila.
Azioni di riqualificazione ecologica del reticolo idrografico minore
(Botro ai Marmi e canali orientale e occidentale di Rimigliano).
Tutela dei nuclei forestali mediante gestione selvicolturale
naturalistica, e con obbligo di redazione di appositi piani di
gestione (con particolare riferimento al bosco planiziale e pineta
di Rimigliano).
Riduzione della estensione del recinto di ungulati all’interno della
Pineta di Rimigliano al fine di ridurne l’impatto sulla rinnovazione
forestale.
Tutela degli elementi arborei lineari e puntuali caratteristici della
Tenuta (filari alberati, siepi, siepi alberate, boschetti, ecc.).
Realizzazione di azioni di mitigazione sulle infrastrutture lineari
nord-sud con effetto barriera, con particolare riferimento alla
linea ferroviaria per Roma e alla Via Aurelia Nord (SP 39 della
Principessa).
Realizzazione di sentieristica di collegamento tra la costa e il
sistema collinare e montano. Realizzazione percorso attrezzato
per la visita all’area umida dell’Ex Lago di Rimigliano.
Regolamentazione degli accessi, promuovendo l’accessibilità
pubblica in alcuni settori della Tenuta.
Trasformazione della ex scuola situata presso il Podere
Rimigliano in punto visite/centro informazioni dell’area protetta.
Regolamentazione degli usi della risorsa idrica.
Norme di tutela della flora, della fauna e degli habitat (con
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 59 •
ZONA C
Pianura e
bassa collina
Prunicce Masseto
•
•
•
•
•
•
•
•
ZONA D
Monte CalviValle dei
Manienti
•
•
•
•
•
•
particolare riferimento alle specie vegetali e animali e agli habitat
di interesse regionale e/o comunitario).
Verifica della realizzabilità di un vivaio di specie vegetali
autoctone ed ecotipi locali.
Tutela dei nuclei forestali mediante gestione selvicolturale
naturalistica, con obbligo di redazione di appositi piani di
gestione (con particolare riferimento ai boschi delle Prunicce e di
Masseto).
Riduzione del carico di ungulati nell’ambito dei nuclei forestali.
Riduzione dell’isolamento dei nuclei forestali mediante
miglioramento loro caratterizzazione ecologica e aumento delle
dotazioni ecologiche (siepi, filari alberati, ecc.) della matrice
agricola.
Regolamentazione e valorizzazione delle attività agricole interne
all’ANPIL al fine di promuovere l’agricoltura biologica e in
generale l’attività agricola e agrituristica, anche mediante
istituzione di un marchio di qualità dell’area protetta o del
sistema Parchi val di Cornia.
Riduzione dell’effetto barriera degli assi infrastrutturali nord-sud
valorizzando il ruolo del reticolo idrografico minore (Botro ai
Marmi).
Regolamentazione delle attività urbanistiche ed edilizie, del
verde pubblico e privato, al fine di ridurre il consumo di suolo e
mantenere/recuperare alti livelli di qualità paesaggistica.
Tutela degli elementi arborei lineari e puntuali.
Realizzazione della sentieristica di collegamento tra la costa ed
il sistema collinare e montano.
Norme di tutela della flora, della fauna e degli habitat (con
particolare riferimento alle specie vegetali e animali e agli habitat
di interesse regionale e/o comunitario).
Regolamentazione delle modalità di accesso con particolare
riferimento alla Valle dei Manienti, e valorizzazione della
sentieristica.
Regolamentazione delle attività edilizie, del verde pubblico e
privato e delle altre strutture pubbliche e private.
Tutela dei nuclei forestali mediante gestione selvicolturale
naturalistica e redazione appositi piani di gestione.
Tutela dei siti archeologici e delle emergenze geomorfologiche e
minerarie epigee e ipogee.
Recupero ambientale della ex discarica.
Norme di tutela della flora, della fauna e degli habitat (con
particolare riferimento alle specie vegetali e animali e agli habitat
di interesse regionale e/o comunitario).
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 60 Le zone A, B e D costituiscono le aree di maggiore valore naturalistico e
paesaggistico dell’ANPIL, ma non di minore importanza risulta la zona C di pianura e
bassa collina, che si configura come un elemento di connessione fisica ed ecologica
tra la parte costiera e la zona collinare e montana.
La zona C risulta attraversata da nord a sud da due importanti assi
infrastrutturali, ed in particolare dalla SS 1 Via Aurelia e dalla SP 39 Via Aurelia, tali
assi non interrompono la continuità paesaggistica dell’area ma risultano elementi di
barriera rispetto alle componenti ecologiche.
Quest’ultimo effetto risulta comunque mitigato dalla presenza del reticolo idrografico
minore, in particolare del Botro ai marmi, non interrotto da tali assi, che collega la
zona di pianura con il sistema collinare e la Valle dei Manienti (Fosso dei Manienti
affluente nel Botro ai marmi). La permeabilità di tali barriere risulta inoltre aumentata
dalla presenza di alcuni sottoattraversamenti lungo la SS 1, ma soprattutto dal suo
inserimento nell’ambito del paesaggio agricolo di pianura, ove le specie degli
ambienti agricoli, diversamente da quelle degli ambienti forestali (più sensibili alla
frammentazione), risultano meno condizionate dai fenomeni di frammentazione ma
più legate alla perdita di habitat.
In termini di barriera alla fruizione del territorio dell’ANPIL, la presenza di sotto e
sovrattraversamenti dell’Aurelia consentono un buon collegamento pedonale e
stradale tra le due zone dell’ANPIL, ciò con particolare riferimento agli
attraversamenti dell’Aurelia da parte di Via della Caduta (a sud) e della strada San
Vincenzo-Campiglia M.ma (a nord).
Con la istituzione dell’ANPIL potranno comunque essere individuate azioni specifiche
di ulteriore mitigazione dell’effetto barriera degli assi stradali sia per il miglioramento
della permeabilità ecologica sia per una migliore fruizione dell’area.
Relativamente al settore venatorio l’istituzione dell’area protetta intende valorizzare il
contributo gestionale fornito dalla presenza di diversi istituti faunistico venatori.
Circa il 25% della superficie dell’ANPIL è interessata attualmente dal divieto di
caccia (400 ettari). A questa superficie devono poi essere aggiunte le aree a divieto
di caccia di cui all’art.33 della LR 3/94 e succ. modif. (100 m da immobili e fabbricati,
50 m da strade, ferrovie, ecc.). Con l’istituzione dell’ANPIL si prevede inoltre di
aumentare le aree a divieto di caccia, attraverso l’apposito regolamento, di ulteriori
200 ha (nell’ex alveo del Lago di Rimigliano), pari al complessivo 38% (600 ha)
dell’area protetta.
La nuova ANPIL Rimigliano-San Silvestro costituirà un elemento del sistema
regionale e provinciale delle aree protette, con gestione da parte della Parchi
Val di Cornia Spa, soggetto gestore di numerose altre aree protette nell’ambito
del territorio della Val di Cornia.
La Parchi Val di Cornia SpA, società “in house providing” (condivisa con gli altri 4
Comuni della Val di Cornia), ha la missione statutaria di progettare, realizzare e
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 61 gestire in maniera integrata il sistema dei parchi, delle aree protette e dei musei
dell’intera Val di Cornia.
La società ha maturato un’esperienza ventennale nella gestione di tali patrimoni
pubblici e in particolare gestisce in loco, sin dalla loro istituzione, l’ANPIL Sterpaia nel
Comune di Piombino e porzioni delle ANPIL del Promontorio di Piombino (Piombino)
e di San Silvestro (Campiglia M.ma).
Attualmente, e da oltre 10 anni, la soc. Parchi Val di Cornia gestisce il Parco urbano
della pineta di Rimigliano per conto dell’Amministrazione comunale di San Vincenzo.
Per l’anno 2012, sono stati spesi dalla società Parchi, circa 175.000,00 euro per la
gestione complessiva del Parco territoriale di Rimigliano. Tale spesa comprende il
personale (una persona a tempo indeterminato che opera tutto l’anno all’interno del
parco e due stagionali da aprile a ottobre) adibito per le funzioni di controllo del
parco, le spese per la manutenzione ordinaria della cartellonistica, delle staccionate,
dei percorsi e della viabilità, oltre che alla pulizia del parco e delle strutture dei servizi
igienici. Per la gestione ordinaria dell’ANPIL Rimigliano-San Silvestro la Parchi Val di
Cornia considera sufficienti le risorse economiche e di personale già disponibili per il
territorio costiero di Rimigliano, a cui si aggiungono le risorse degli uffici centrali della
Parchi per una gestione più complessiva nell’ambito del sistema locale di aree
protette. Gran parte delle proprietà pubbliche sono infatti localizzate nella zona delle
dune di Rimigliano, ove si concentra anche la quasi totalità dei carichi turistici e della
fruizione. Nella gestione ordinaria per il restante territorio dell’ANPIL è realizzabile un
controllo saltuario da parte degli operatori della Parchi Val di Cornia, anche per la
verifica dell’attuazione del futuro Regolamento, in collaborazione con le altre autorità
competenti alla vigilanza e controllo.
Per la futura progettazione e realizzazione di interventi di gestione naturalistica o di
fruizione sostenibile la Parchi Val di Cornia, assieme all’amministrazione comunale e
provinciale potrà richiedere cofinanziamenti su fondi regionali, nazionali o comunitari.
In questa fase la presente relazione individua come urgenti l’istituzione dell’area
protetta, la predisposizione del regolamento di gestione e l’attuazione di una gestione
ordinaria, misure attuabili senza necessità di ulteriori risorse economiche aggiuntive.
Relativamente agli ecosistemi costieri di Rimigliano gli interventi più urgenti relativi
alla riqualificazione del sistema dunale, alla riduzione dei fenomeni erosivi, alla
razionalizzazione del carico turistico ed al completamento della senti eristica, sono
già stati progettati e finanziati nell’ambito degli interventi prioritari di recupero e
riequilibrio del litorale toscano di cui alla Del. Consiglio Regionale n. 47/2003
A livello di ambito della Val di Cornia la proposta consentirà una gestione
complessiva delle principali emergenze naturalistiche e paesaggistiche legate
agli ambienti costieri, sabbiosi e rocciosi, con una gestione coordinata tra la costa di
Rimigliano, il golfo di Baratti, la costa del Promontorio di Piombino e i sistemi dunali
della costa di Sterpaia, anch’essa interessata da un’ANPIL a gestione Parchi Val di
Cornia. La tutela della pianura costiera e dell’area del Monte Calvi consentirà di
ampliare la gestione conservazionistica della Valle dei Manienti, una delle eccellenze
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 62 naturalistiche alla scala provinciale, solo per metà inserita nell’ambito dell’ANPIL
“San Silvestro” (Comune di Campigli M.ma).
La proposta di ANPIL “Rimigliano-San Silvestro” si configura inoltre come un
elemento funzionale alla creazione di una complessiva rete ecologica della Val di
Cornia in quanto consente di costituire un sistema ecologico continuo ANPIL San
Silvestro – ANPIL Rimigliano/San Silvestro (in futuro trasformabile in una unica
ANPIL intercomunale) – ANPIL Baratti-Populonia – Riserva Naturale Provinciale
“Padule Orti Bottagone” (in estensione verso ovest con il recente ampliamento della
Riserva ed area contigua) – ANPIL Sterpaia (collegata alla riserva mediante l’area
contigua istituita) – Parco Interprovinciale di Montioni (in collegamento con ANPIL
Sterpaia attraverso un progetto finanziato dalla Provincia di Livorno di riqualificazione
del reticolo idrografico minore).
Tale ANPIL realizza quindi una chiusura formale di un importante sistema ad anello
di Aree protette e di Siti Natura 2000 che circoscrive la pianura del Fiume Cornia.
La possibile futura realizzazione di corridoi ecologici all’interno della pianura,
intervento previsto dal piano di gestione del Parco di Interprovinciale di Montioni per
l’area vasta della pianura del Cornia, completerebbe la fisionomia di una articolata
rete ecologica che di fatto costituisce un unico sistema che, se opportunamente
gestito, potrebbe rafforzare l’ipotesi di un futuro parco regionale della Val di Cornia.
Figura 5 ANPIL Rimigliano-San Silvestro nel contesto del Sistema di Aree
protette e Siti della Rete Natura 2000 della Val di Cornia.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 63 6 BIBLIOGRAFIA
AA.VV., 1973 - Il territorio non urbano della Provincia di Livorno. Studi di un piano.
Provincia di Livorno.
AA.VV., 1992 - La costa una sfida europea. EUCC.
ALBANESE F., 1991 - Les initiatives du conseil de l’Europe en faveur des zones
cotieres. In European Coastal Conservation Conference.
ANDREOTTI A., BACCETTI N., PERFETTI A., BESA M., GENOVESI P., GUBERTI V., 2001 –
Mammiferi ed Uccelli esotici in Italia: analisi del fenomeno, impatto sulla
biodiversità e linee guida gestionali. Quad. Cons. Natura, 2, Min. Ambiente –
Ist. Naz. Fauna Selvatica.
ARCAMONE E. (ED.), CENTRO ORNITOLOGICO TOSCANO, REGIONE TOSCANA, 1991 - Lo
svernamento di Anatidi e Folaga in Toscana, 1984-1988. Suppl. 1 dei
Quaderni del Museo di St. Nat. di Livorno, 10 (1989).
ARRIGONI P.V., 1981 - Aspetti del paesaggio vegetale che scompaiono in Italia: la
flora e la vegetazione dei litorali sabbiosi. Collana del programma finalizzato
CNR “Promozione dell’ambiente” AC/1/101.
ARRIGONI P.V., 1993 - Tipologia vegetazionale e dinamismo delle pinete litoranee
toscane. Pretirage del “Convegno sulla salvaguardia delle pinete litoranee”.
Grosseto, pp. 21-30.
ARRIGONI P.V., 2003 – Le centauree italiane del gruppo “Centaurea paniculata L.”.
Parlatorea VI: 49-78.
ARRIGONI P.V., BENESPERI R., DELL’OLMO L., FERRETTI G., 2006 – Boschi e macchie
della Provincia di Livorno. Firenze. Ed. Tassinari, pp. 73.
BACCETTI N., DALL’ANTONIA P., MAGAGNOLI P., MELEGA L., SERRA L., SOLDATINI C.,
ZENATELLO M., 2002 - Risultati dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti
in Italia: distribuzione, stima e trend delle popolazioni nel 1991 - 2000. Biol.
Cons. Fauna, 111: 1 - 234.
BACCETTI N., L. SERRA, 1994 - Elenco delle zone umide italiane e loro suddivisione in
unità di rilevamento dell’avifauna acquatica. I.N.F.S., Documenti Tecnici, 17.
BARSALI E., 1904 - Aggiunte alla flora livornese. Bull. Soc. Bot. Ital., pag. 202-209.
BELLONI G., SCHIANO E., 1997 - La duna costiera in Toscana. Proposte per la
protezione, conservazione e ripristino. Delegazione WWF Toscana, Regione
Toscana, Dipartimento Ambiente. Editrice dell’Acero.
BERTACCHI A., LOMBARDI T., MANNOCCI M., SPINELLI P., SPINI D., 2010 – Atlante del
paesaggio vegetale del litorale livornese. Edizioni ETS. pp.153.
BIRDLIFE INTERNATIONAL, 2004 – Birds in Europe: populations estimates, trends and
conservation status. BirdLife International (BirdLife Conservation Series n.12).
Cambridge, UK, pp. 374.
BOSETTO G., 1961 - Aspetti particolari dei rimboschimenti delle sabbie litoranee. Ann.
Accad. Ital. Sci. Forest., 313-381.
BRICHETTI P., DE FRANCESCHI P., BACCETTI N. (EDS), 1992 - Fauna d’Italia. XXIX. Aves.
I, Gaviidae - Fasianidae. Edizioni Calderini, Bologna, pp. 964.
BRICHETTI P., FRACASSO G., 2003 – Ornitologia italiana. 1 Gaviidae-Falconidae.
Identificazione, distribuzione, consistenza e movimenti degli Uccelli italiani.
Alberto Perdisa Editore, Bologna, pp.463
BRICHETTI P., FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana. 2 Tetraonidae - Scolopacidae.
Alberto Perdisa Editore, Bologna
BRICHETTI P., FRACASSO G., 2006 – Ornitologia italiana. 3 Stercorariidae Caprimulgidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 64 BRICHETTI P., FRACASSO G., 2007 – Ornitologia italiana. 4 Apodidae -Prunellidae. Oasi
Alberto Perdisa Editore, Bologna
BRICHETTI P., FRACASSO G., 2008 – Ornitologia italiana. 5 Turdidae - Cisticolidae. Oasi
Alberto Perdisa Editore, Bologna
BRICHETTI P., FRACASSO G., 2010 – Ornitologia italiana. 6 Sylviidae Parodoxornithidae. Oasi Alberto Perdisa Editore, Bologna
BRICHETTI P., FRACASSO G., 2011 – Ornitologia italiana. 7 Paridae - Corvidae. Oasi
Alberto Perdisa Editore, Bologna
BRICHETTI P., MASSA, B. 1998 - Check-list degli uccelli italiani aggiornata a tutto il
1997. Riv. It. Ornit., 68 (2): 129 - 152.
Buccianti M., 1975 - Il pino marittimo in Toscana. Ann. Acc. Ital. Sc. For. XXIII: 219260. 1974.
BULGARINI F., CALVARIO E., FRATICELLI F., PETRETTI F. E SARROCCO S., 1998 - Libro
Rosso degli animali d’Italia. Vertebrati. 210 pp.; WWF Italia, Roma.
BULGARINI F., CALVARIO E., FRATICELLI F., PETRETTI F. E SARROCCO S., 1998 - Libro
Rosso degli animali d’Italia. Invertebrati; WWF Italia, Roma.
CANTIANI M., 1971 - Sui rimedi per salvare dal deperimento la pineta litoranea di
Cecina. Ital. Forest. Mont. 26 (6): 214-221.
Ceccolini G. & Cenerini A., 1998. Parchi, riserve e aree protette della Toscana.
Regione Toscana, WWF Delegazione toscana.
CENTRO
ORNITOLOGICO
TOSCANO.
Banca
dati
numerica
[email protected]
CERFOLLI F., PETRASSI F., PETRETTI F. (EDS), 2002 – Libro rosso degli Animali d’Italia.
Invertebrati. WWF Italia – ONLUS, Roma.
CHIARUGI A., 1923 - Contributo alla conoscenza della flora del litorale toscano. Bull.
Soc. Bot. Ital., 106-112.
COMMISSION OF THE EUROPEAN COMMUNITIES, 1991 - Corine Biotopes Manual, Habitats
of the European Community. ECSC-EEC-EAEC, Brussels, Luxembourg.
COMMISSIONE EUROPEA, DG AMBIENTE, 2002 - Valutazione dei piani e dei progetti che
possono avere incidenze significative sui siti Natura 2000 - Guida
metodologica alle indicazioni dell’art. 6 comma 3 e 4 della direttiva Habitat.
COMUNI DI SAN VINCENZO, PIOMBINO, CAMPIGLIA, SUVERETO, 1973 – Il parco Naturale di
Rimigliano. Provincia di Livorno.
COMUNI DI SAN VINCENZO, PIOMBINO, CAMPIGLIA, SUVERETO, PROVINCIA DI LIVORNO,
1973 – Il Parco Naturale di Rimigliano.
CORSI F., PORCIANI M., 1999 – L’avifauna del “Padule” di Scarlino (Grosseto).
Avocetta, 23: 78.
DEL FURIA L., DE FILIPPI G., D’ORIANO V., LUCIANI L., CAMINELLI M., 2008 – Evoluzione
morfologica della costa toscana: principali risultati dello studio e ricerca per
l’implementazione del uadro conoscitivo dell costa toscana nell’ambito del
Piano Regionale di gestione integrata della costa. In Cipriani L. e Regoli E., (a
cura di ), Il piano di gestione integrata della costa a fini del riassetto
idrogeologico. Erosione costiero, l’implementazione del quadro conoscitivo.
Regione Toscana.
DREAM ITALIA SCRL, 2003 INED. – Programma ventennale degli interventi del
complesso forestale “Bandite di Scarlino”. Regione Toscana, Relazione
tecnica inedita
GATTESCHI P., MILANESE B., 1988 - Condizioni della vegetazione del litorale toscano a
sud di Livorno. Monti e Boschi, n.2.
GAZZOLA L., INSOLERA I., 1982 - Parchi Naturali l'esperienza di Rimigliano. Edizione
delle Autonomie.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 65 GAZZOLA L., INSOLERA I., 1982 – Parchi Naturali. L’esperienza di Rimigliano. Roma.
GEHU J.M., COSTA M., SCOPPOLA A., BIONDI E., MARCHIORI S., PERIS J.B., FRANCK J.,
CANIGLIA G., VERI L., 1984 - Essai synsystématique et synchorologique sur les
vègétations littorales italiennes dans un but conservatoire. Doc. Phytosoc. n.s.
VIII: 393-474. Camerino.
GROPPALI R., FANFANI A., PAVAN M., 1981 - Aspetti della copertura forestale della flora
e della fauna nel paesaggio naturalistico dell'Italia Centrale. Collana Verde n.
55, Ministero Agricoltura e Foreste.
GUARDUCCI A., ROMBAI L., 1999 – Tra Natura e Cultura. Parchi e Riserve di Toscana.
Centro Editoriale Toscano.
GUAZZI E., TOMEI P.E., 1993 - Contributo alla conoscenza dei biotopi igrofili presenti
nella Toscana Meridionale. Atti Mus. Civ. Stor. Nat. Grosseto. 15: 23-53.
HEATH M.F., EVANS M.I. (EDS), 2000 – Important Birds Areas in Europe: priority sites
for conservation. 2: Southern Europe. BirdLife Conservation Series n° 8,
BirdLife International, Cambridge, UK.
MAFFEI CARDELLINI G., 1994 – Rimigliano e Poggio San Leonardo. In Toscana da
Proteggere. Riferimenti per la formazione del sistema regionale di aree
protette. Marsilio Editore.
MASCAGNI A., ROCCHI S., TERZANI F., CALAMANDREI S., 1998 – Contributo alla
conoscenza dei Coleotteri degli ambienti acquatici della Toscana. I.
Psephenidae, Limnichidae, Dryopidae, Elmidae (Coleoptera, Dryopoidea).
Quaderni del Museo di Storia Naturale di Livorno, 14: 49 – 78.
MESCHINI E., S. FRUGIS (EDS.), 1993 - Atlante degli uccelli nidificanti in Italia. Suppl.
Ric. Biol. Selvaggina, XX: 1-344.
PELLEGRINI L., 1984 – La bonifica della Val di Cornia al tempo di Leopoldo II (18311860). Pontedera, Bandecchi e Vivaldi ed.
PERFETTI A., (a cura di) – 2010 – Conservazione degli ecosistemi costieri della
Toscana settentrionale 2005-2009. Ente Parco regionale Migliarino, San
Rossore e Massaciuccoli.
PINNA S., 1995 – Mutamenti del paesaggio geografico nel Parco Naturale di
Rimigliano (Livorno). Rivista Geografica Italiana, 102. Pag. 625-650.
PREDA A., 1895 - Contributo alla flora vascolare del territorio livornese. 1^ e 2^
centuria. Nuovo Giorn. Bot. Ital., n.s. 2: 108-118; 217-222.
PREDA A., 1896 - Contributo alla flora vascolare del territorio livornese. 3^ e 4^
centuria. Bull. Soc. Bot. Ital., 6-11, 190-194.
PROVINCIA DI LIVORNO, 1997 - Il sistema dunale della Provincia di Livorno. Analisi
dello stato di fatto. 7 luglio 1997.
QUERINI R., 1969 - Decadenza delle coste e delle spiagge italiane. Nat. e Mont., 9
(3): 11-15.
REGIONE TOSCANA, 1991 – Inventario del patrimonio minerario e mineralogico in
Toscana. Aspetti naturalistici e storico-archeologici. Dipartimento Ambiente.
REGIONE TOSCANA, 1993 - Salvaguardia delle pinete litoranee. Dipartimento
Agricoltura e Foreste. 21-22 ottobre 1993, Grosseto. pp. 183.
REGIONE TOSCANA, 1994 – Parchi culturali in Toscana. Firenze. Angelo Pontecorboli
Editore.
REGIONE TOSCANA, 1994 - Toscana da proteggere. Riferimenti per la formazione del
sistema regionale delle aree protette. Marsilio Editore.
REGIONE TOSCANA, 1995 – Parchi culturali in Toscana. Quaderni della Fondazione
Giovanni Michelucci. Angelo Pontecorbi Ed.
REGIONE TOSCANA, 1996 - Direttiva habitat. Dipartimento Ambiente, Area 1: Tutela e
valorizzazione delle risorse ambientali.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 66 REGIONE TOSCANA, CASTELLI C. E SPOSIMO P. (A CURA DI ), 2005 – La biodiversità in
Toscana. Specie e habitat in pericolo. Archivio del Repertorio Naturalistico
Toscano (RENATO). Regione Toscana, Direz. Gen. Pol. territoriali e
Ambientali. Tip. Il Bandino, Firenze, 302 pp. + CD-Rom.
ROCCHI S., 1991 – Idroadefagi del “Padule” di Fucecchio e delle altre principali zone
palustri della Toscana (Coleoptera: Haliplidae, Hygrobiidae, Gyrinidae,
Dytiscidae). Redia, 74: 51 – 75.
SARGENTINI M., TRAMBUSTI M., CIPRIANI L., MORELLI F., REGOLI C., 2004 – Il Piano
regionale di gestione integrata della costa: Schede degli interventi di recupero e
riequilibrio del litorale.. In Cipriani L. e Regoli E., (a cura di ) - Il piano di
gestione integrata della costa a fini del riassetto idrogeologico. Erosione
costiera. Regione Toscana.
SCOCCIANTI C., 2001 – Amphibia: aspetti di ecologia della conservazione. WWF Italia,
Sezione Toscana, Editore Guido Persichino Grafica, Firenze, 430 pp..
SCOCCIANTI C., CIGNA P., DONDINI G. & VERGARI S., 1999 – Studio dell'impatto delle
infrastrutture viarie sulla fauna: gli investimenti di Vertebrati durante un anno
di campionamento di 5 strade in Toscana. Atti del Secondo Convegno
Nazionale SHI, Praia a Mare. Riv. Idrobiol., 40: 173-181
SEMPLICI A., 2006 – Viaggio in Maremma. Itinerari tra i Parchi della Val di Cornia.
Parchi Val di Cornia, Nardini ed.
SERRA L., MAGNANI A., DALL’ANTONIA P., BACCETTI N., 1997 - Risultati dei censimenti
degli uccelli acquatici svernanti in Italia, 1991 - 1995. Biol. Cons. Fauna, 101:
1 - 312.
SFORZI A., BARTOLOZZI L. (EDS.), 2001 – Libro Rosso degli insetti della Toscana.
Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, Sez. di Zoologia “La
Specola”, ARSIA – Agenzia regionale per lo Sviluppo e l’innovazione nel
settore Agricolo-forestale. EFFEEMME LITO srl, Firenze.
SOCIETAS HERPETOLOGICA ITALICA, 1997 - Atlante provvisorio degli anfibi e dei rettili
italiani. Annali del Museo Civico di Storia Naturale "Giacomo Doria" Genova,
91: 95-178.
SPOSIMO P., TELLINI G., 1995 - L’avifauna Toscana. Lista rossa degli uccelli nidificanti.
Centro Stampa Giunta Regionale Toscana, Firenze, 32 pp.
SPOSIMO P., TELLINI G., 1997 - Valutazione della situazione dell’avifauna in Toscana.
Lista Rossa degli uccelli nidificanti. Atti I Conferenza sullo Stato dell’Ambiente
in Toscana. 6: 273-288. Regione Toscana. Giunta Regionale.
TELLINI FLORENZANO G., ARCAMONE E., BACCETTI N., MESCHINI E., SPOSIMO P., 1997 Atlante delle specie nidificanti e svernanti in Toscana. Monografie Mus. Stor.
Nat. Livorno, 1.
TUCKER G.M., M.F. HEATH, 1994 - Birds in Europe. Their conservation status.
Cambridge, UK: BirdLife International (BirdLife Conservation Series n°3).
UNIVERSITÀ DI FIRENZE, MUSEO DI STORIA NATURALE, 2003 (INED.) - Progetto di
approfondimento e di riorganizzazione delle conoscenze sulle emergenze
faunistiche, floristiche e vegetazionali della Toscana. Banca dati del
Repertorio Naturalistico Toscano. ARSIA, Dipartimento delle Politiche
Territoriali
e
Ambientali
della
Regione
Toscana.
http://geoserver.etelnet.it/website/renato/
VAGGE I., BIONDI E., 1999 – La vegetazione delle coste sabbiose del Tirreno
settentrionale italiano. Fitosociologia 36 (2): 61-95.
VANNI S., LANZA B., 1982 – Note di erpetologia italiana: Salamandra, Triturus, Rana,
Phyllodactylus, Podarcis, Coronella, Vipera. Natura, Soc. Ital. Sci. Nat., Museo
Civ. St. nat., Acquario Civ., Milano, 73 (1-2): 3 - 22.
Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Rimigliano‐San Silvestro” Pagina 67