Forme e Modelli di Comunicazione in Età Contemporanea
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Forme e Modelli di Comunicazione in Età Contemporanea
ALBERTO BANTI Forme e modelli di comunicazione in età comunicazione in età contemporanea contemporanea Anno accademico 2015‐2016 Forme e modelli di comunicazione in età contemporanea (12 CFU) Obiettivi formativi: Il corso intende affrontare criticamente i principali eventi e i più dibattuti problemi storiografici che hanno riguardato i secoli XIX e XX. Le grandi trasformazioni dell'età contemporanea p saranno affrontate con una p particolare attenzione alla nascita della società di massa e ai processi di massificazione, all'emergere dei movimenti sociali e politici e all'intensificarsi delle relazioni internazionali. Lo sviluppo pp dei mezzi di comunicazione,, la centralità dei modelli visivi,, le nuove forme di propaganda e di comunicazione politica saranno oggetto di specifici approfondimenti grazie anche all'uso degli archivi multimediali. CFU: 12 Modalità di verifica finale: Esame finale. Programma per frequentanti: A.M. Banti, Tempi e culture, vol. 3, Laterza A M B i T i l l 3 L A.M. Banti, Le questioni dell’età contemporanea, Laterza + Lezioni e slides Programma d'esame Programma d esame per non frequentanti: per non frequentanti: ‐ A.M. Banti, L'età contemporanea. Dalle rivoluzioni settecentesche all'imperialismo, Laterza. A M Banti L'età età contemporanea. Dalla Grande Guerra a oggi, Laterza. contemporanea Dalla Grande Guerra a oggi Laterza ‐ A.M. Banti, L ‐ Lyn Gorman – David McLean, Media e società nel mondo contemporaneo, il Mulino ‐ Theodor W. Adorno, Sulla popular music, Armando ‐ Noam Chomsky Noam Chomsky – Edward S. Herman, La fabbrica del consenso, ovvero la politica dei mass Edward S. Herman, La fabbrica del consenso, ovvero la politica dei mass media, il Saggiatore Flusso comunicativo di Harold Lasswell (1902‐1978) (1948): Î Contesto (Edward Thompson [1924 Contesto (Edward Thompson [1924‐1993]) 1993]) Î Gruppi di decisione (Roland Barthes [1915‐1980]) Î Formazioni discorsive (Michel Foucault [1926‐1984]) Î Natura del medium (Marshall McLuhan [1911‐1980] / Noam Chomsky [1928]) Î Comunità interpretative (Stanley Fish [1938]) / Teoria della ricezione / Cultural Studies (Stuart Hall [1932‐2014]) Nascita di un Nascita di un’opinione opinione pubblica: il pubblica: il XVIII secolo Í Periodi nei quali i maschi adulti alfabetizzati superano il 50% del totale La carta ci dice che nel 1750‐1800 Î nelle zone nere e grigie scure sono analfabeti tra il 5 e il 45% dei maschi adulti; Î mentre nelle altre zone i maschi adulti analfabeti sono tra il 55 e il 90%. IInoltre: l ‐ i tassi di analfabetismo per le donne sono dovunque più alti di quelli dei maschi; ‐ e i tassi di analfabetismo in campagna p g sono sempre p molto p più alti che in città Tempi di spostamento: inizio ‘800 Londra‐Edimburgo (640 km) 800: carrozza a cavalli, 6 6‐7 7 giorni ‐ Inizio ‘800: ‐ [Adesso: in aereo, un’ora e dieci] Londra‐Manchester (330 km) ‐ Inizio ‘800: carrozza a cavalli, 1‐2 giorni ‐ [Adesso: in aereo, un’ora] Î Sulle carrozze (ma anche per nave) viaggiano merci, persone, libri, lettere private. Î Dalla fine del XVII secolo e per tutto il XVIII, sulle carrozze viene caricato anche un altro tipo di merce: I giornali Î Il primo quotidiano pubblicato in Europa fu la «Leipziger Zeitung», 1660. La «London Gazette» ‐ giornale periodico con notizie recenti – esce per la prima volta nel 1665. Il primo quotidiano inglese è il «Daily Daily Courant Courant»,, che esce nel 1702. In Inghilterra i giornali provinciali sono 24 nel 1723, una cinquantina nel 1782 (Gorman‐MacLean, p. 16). Î «Nelle colonie americane la diffusione dei quotidiani fu rapida. rapida Già nel 1690 uscì una prima testata, “Publick Occurences”, che ebbe vita breve; ma poco dopo, nel 1704, uscì il settimanale “Boston News‐Letter”, distribuito agli abbonati mediante servizio postale. I giornali coloniali andarono sviluppandosi nel corso del Settecento e il primo quotidiano, il “Pennsylvania Evening Post”, venne fondato nel 1783. Nel tardo Settecento anche in America esistevano quotidiani, come il “Pennsylvania Packet” e il “Daily Advertiser” di Philadelphia. Il Primo emendamento della Costituzione statunitense, ratificato nel 1791, garantì la libertà necessaria a questa stampa in crescita» (Gorman‐MacLean, p. 16). Î I giornali possono essere letti individualmente, a casa propria; oppure possono essere letti in luoghi di socializzazione collettiva, ovvero nei caffè; poi, dal tardo ‘700 anche nei club di lettura; e nelle associazioni. associazioni I caffè nel XVIII secolo Î Come spiega Johann Pezzl in una sua descrizione di Vienna edita nel 1786, nelle botteghe del caffè: «non vi si beve soltanto caffè, ma anche tè, cioccolata, punch, limonata, latte di mandorla, mandorla rosolio, rosolio gelati, ecc., tutte cose che fino a un paio di secoli fa in Germania non si conoscevano neanche di nome. Vi si può studiare, schiacciare sc acc a e u un p pisolino, so o, trattare affari, mercanteggiare, fare pubblicità, tramare intrighi p g e complotti, organizzare gite, leggere riviste e quotidiani ecc.». Coffee‐house di Londra, 1668 (British Museum, London) Esempi letterari dal Settecento italiano: Î Carlo C l Goldoni G ld i ambienta bi i un caffè in ffè una delle d ll sue commedie di più iù note: La L bottega b d l del caffè. Scritta originariamente nel 1750 con delle sezioni da recitare in dialetto veneziano, Goldoni la rivede e la dà alle stampe poi nel 1753, dopo averla completamente riscritta in italiano. italiano Î Una delle più importanti riviste italiane dell’epoca, pubblicata a Milano tra 1764 e 1766 da un gruppo di intellettuali di cui fanno parte i fratelli Pietro e Alessandro Verri, Verri Cesare Beccarla, Paolo Frisi e altri, si intitola proprio «Il Caffè». Î Nell Nell’Introduzione Introduzione scritta da Pietro Verri si spiega che la rivista si chiama così perché essa non fa altro che pubblicare le discussioni e le osservazioni degli avventori di una bottega, aperta a Milano da un negoziante greco, raccolte e trascritte da un frequentatore abituale; naturalmente è tutta un un’elegante elegante finzione; i saggi hanno diversi autori, e non riproducono affatto le discussioni che si tengono in una bottega del caffè; ma l’espediente è brillante e serve a sdrammatizzare l’impegno e l’ambizione degli articoli che sono pubblicati sulla rivista. p La nascita dell’opinione pubblica secondo Habermas Î Cosa C sii cerca suii giornali? i li? Informazioni I f i i pratiche: i h condizioni di i i dei d i porti;i orarii di partenza delle navi e delle carrozze; condizioni politiche dei luoghi più vari; eventi eccezionali (carestie, epidemie, disastri naturali); notizie sulle decisioni dei governi: per esempio, notizie sulle nuove forme di tassazione. tassazione Î Nel cercare queste notizie, si cominciano ad esprimere pareri sulle politiche pubbliche. Î Ed è lì che si rompe uno degli equilibri fondamentali dell’assolutismo europeo, come osserva Jürgen Habermas (nato nel 1929) in Storia e critica dell’opinione pubblica, un libro edito nel 1962. 1962 Î Secondo Habermas, l’assolutismo ha teso a separare le istituzioni pubbliche dello stato (sovrano, corte, burocrazia, esercito), dalle istituzioni private incastonate nella società (imprese, individui, famiglie), che non dovrebbero interferire con la sfera pubblica; in questo contesto l’assolutismo ha coltivato il progetto di un controllo totale delle due sfere. Î Ma le forme nuove di sociabilità (caffè; salons), di informazione e di comunicazione segnano, secondo Habermas, la nascita di una diversa concezione della sfera pubblica: è una concezione che implica che si aprano maggiori spazi affinché le diverse componenti di una società possano esprimersi criticamente sulla gestione del potere (sulla fiscalità; sulle politiche economiche; sul modo di concepire e gestire il potere). Nuove proposte di filosofia politica Î Nei nuovi spazi di sociabilità e grazie alla sensibilità di un nuovo pubblico, si sviluppa così un nuovo pensiero filosofico che critica le istituzioni dell’assolutismo e che immagina forme diverse di articolazione del potere. Î È un pensiero che prende a modello le istituzioni politiche che sono nate nell’Inghilterra del XVII secolo, secolo al termine delle due rivoluzioni che vi hanno luogo (1642‐1649; (1642 1649; 1688‐1689). 1688 1689) Î È ispirato al contrattualismo di John Locke (1632‐1704). Î È elaborato da intellettuali, prevalentemente francesi, come Montesquieu, Diderot o Rousseau. Î Nei suoi minimi tratti essenziali disegna una nuova teoria della sovranità, che è tuttavia sviluppata in una doppia articolazione: Il rovesciamento della sovranità DIVINITA’ ↓ RE ↓ FUNZIONARI E ISTITUZIONI RAPPRESENTANTI ↑ POPOLO Due diversi modelli politici Î Concezione politica incorporata nel costituzionalismo britannico / Montesquieu Î Jean‐Jacques Rousseau (1712‐1778), Emilio, 1762; Il contratto sociale, 1762 Î Separazione dei poteri Î Volontà generale ÎE ÎEsecutivo – i l il i legislativo – giudiziario i di i i Î Un’unica volontà esprime istituzioni omogenee U ’ i l à i i i i i Î Pluralismo istituzionale Î Monismo istituzionale Î Pluralismo politico‐ideologico Î Monismo politico‐ideologico Diffusione del pensiero illuminista Un paradosso apparente p pp del nuovo pensiero politico: amore romantico i e ruolo delle donne e ruolo delle donne La polemica contro i matrimoni combinati e la nascita dell’amore romantico D Emilio Da E ili (1762) di J.‐J. J J Rousseau: R «Nei matrimoni che si fanno per volontà dei padri, si tiene conto unicamente delle istituzioni e delle opinioni: non le persone si uniscono, uniscono bensì i ceti e i patrimoni. patrimoni Ma queste sono cose che possono mutare, solo le persone restano, solo quelle gli sposi si portano ovunque con sé: nonostante i capricci della sorte, sono soltanto i rapporti personali che decidono della felicità di un matrimonio. u at o o […] Tocca a ciascuno degli sposi scegliersi il compagno più adatto. La reciproca simpatia dev’essere il loro primo legame; gli occhi, i cuori debbono essere per essi la prima guida. Poiché il loro principale dovere, una volta uniti, è di amarsi, e poiché al cuore non si comanda, questo dovere ne comporta necessariamente un altro: bisogna cominciare ad amarsi prima di unirsi. È qui che trionfa il diritto della natura, e niente può sopprimerlo: coloro che l’hanno ostacolato con tante leggi civili hanno dato più importanza all’ordine apparente che alla felicità del matrimonio e ai costumi dei cittadini. cittadini […] perciò ritengo che certe affinità di gusti, di umori, di sentimenti, di caratteri, dovrebbero indurre un padre assennato, fosse anche un principe, fosse anche un monarca, a concedere senza esitazione al proprio figlio la ragazza con cui si trovasse ad avere tanti elementi in comune, anche se nata in una famiglia di infimo rango, anche se avesse avuto per padre il boia. Sì, io sostengo che due sposi sinceramente uniti, dovessero pur subire tutte le sventure immaginabili, troveranno nel piangere insieme una felicità più vera che se disponessero di tutte le fortune della terra, ma fossero amareggiati dalla disunione dei cuori». La «misoginia» di Rousseau ‐ 1 Da Emilio (1762) di J.‐J. J J Rousseau: Rousseau «Nell’unione dei sessi ciascuno concorre egualmente allo scopo comune, ma non alla stessa maniera. Da ciò nasce la prima diversità determinabile nell nell’ambito ambito dei rapporti morali dell dell’uno uno e dell’altro. L’uno [il sesso maschile] dev’essere attivo e forte, l’altro [il sesso femminile] passivo e debole; è necessario che l’uno voglia e possa, è sufficiente che l’altro offra poca resistenza. Stabilito questo principio, ne consegue che la donna è fatta soprattutto per piacere all’uomo. Se è vero che l’uomo deve a sua volta piacerle, questa è una necessità meno immediata: il suo merito è nella sua potenza; egli piace per il fatto stesso che è forte. Non è questa la legge dell’amore, lo ammetto, ma è quella della natura anteriore all’amore stesso. N v’è Non ’è alcuna l parità ità tra t i sessii quanto t alle ll conseguenze derivanti d i ti dalla d ll loro l di diversità. ità Il maschio hi è maschio solo in determinati momenti, la femmina è femmina per tutta la vita, o almeno per tutta la giovinezza: essa è continuamente assoggettata alle esigenze del proprio sesso e, per adempierne bene le funzioni, funzioni deve avere una complessione fisica che vi si adegui. adegui Ha bisogno di riguardarsi durante la gravidanza, ha bisogno di riposo in occasione del parto, ha bisogno di una vita riposata e sedentaria per allattare i suoi figli; le occorrono, per educarli, pazienza e dolcezza, le occorrono uno zelo e un affetto che nulla possa scoraggiare; fungendo da legame tra loro ed il padre, lei sola glieli fa amare e gli dà fiducia di poterli chiamare suoi. Con quanta tenerezza e con quanta premura deve adoperarsi per mantenere unita la famiglia! E tutti questi compiti non debbono apparirle come faticose virtù, ma come spontanee e gradite attività, altrimenti la specie umana verrebbe bb assaii presto ad d estinguersi. i i […] tutta l’educazione delle donne dev’essere in funzione degli uomini. Piacere e rendersi utili piccoli, averne cura da ggrandi, consigliarli, g a loro, farsene amare e onorare, allevarli da p consolarli, rendere loro la vita piacevole e dolce: ecco i doveri delle donne in ogni età della vita e questo si deve loro insegnare fin dall’infanzia. Finché l’educazione femminile non partirà da q p questo p principio, p , si discosterà dal suo vero fine e i p precetti impartiti p alle donne non gioveranno né alla loro felicità né alla nostra». «Non occorre dunque soltanto che la moglie sia fedele, ma che sia giudicata tale dal marito, dai congiunti, congiunti da tutti; occorre che sia modesta, modesta attenta, attenta riservata, riservata e che porti agli occhi altrui, come nella propria coscienza, la testimonianza della sua virtù. Infine, se è necessario che un padre ami i suoi figli, è altrettanto necessario che stimi la loro madre. Sono queste le ragioni che fanno annoverare anche ll’apparenza apparenza tra i doveri della donna e rendono per lei l’onore e la reputazione non meno indispensabili della castità. Da questi principi deriva, insieme con la differenza morale tra i sessi, un ulteriore motivo di dovere e di convenienza, che prescrive specialmente alle donne la più scrupolosa attenzione sulla loro condotta, condotta sulle loro maniere, sul loro contegno. Sostenere genericamente che i due sessi sono eguali e hanno doveri identici significa perdersi in vane declamazioni, significa non dire niente finché non sii dia di adeguata d t risposta i t alle ll questioni ti i che h abbiamo bbi t toccato» t La «misoginia» di Rousseau ‐ 1 Da Emilio (1762) di J.‐J. Rousseau: «Lettori, L i mii rimetto i all vostro giudizio i di i e vii prego di essere sinceri: i i che h cosa cii dà migliore i li opinione di una donna, quando entrate nella sua stanza, il trovarla intenta alle occupazioni proprie del suo sesso, sesso alle cure della casa, casa affaccendata a rassettare i panni dei suoi bambini, oppure il sorprenderla in atto di scriver versi dinanzi alla specchiera, circondata da libercoli di ogni sorta e da mucchi di corrispondenza sotto forma di biglietti di tutti i colori? Ogni ragazza troppo amante della letteratura resterà zitella per tutta la vita, quando sulla terra ci saranno soltanto uomini sensati». sensati» Quali le ragioni della «misoginia progressista»? Î Attacco complessivo contro le istituzioni di «ancien régime», sia pubbliche che private; Î Quindi: attacco contro l’assolutismo; contro i matrimoni combinati; contro la libertà intellettuale, politica e sessuale delle donne, a corte come nelle famiglie aristocratiche. Dal pensiero all’azione: le rivoluzioni settecentesche Due rivoluzioni politiche: America del Nord (1773‐1789) ‐ Francia (1789‐1799) Î Motivo originario delle crisi rivoluzionarie: la questione fiscale M i i i i d ll ii i l i i l i fi l Î Caratteri distintivi: la nuova concettualizzazione della politica si traduce nella redazione di dichiarazioni dei principi e di costituzioni di dichiarazioni dei principi e di costituzioni Î Dichiarazioni dei principi fondamentali: ‐ Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America, 4 luglio 1776 ‐ Dichiarazione dei diritti dell Dichiarazione dei diritti dell’uomo uomo e del cittadino, 26 agosto 1789 e del cittadino 26 agosto 1789 Î Costituzioni: ‐ Costituzione degli Stati Uniti d’America, 1787 (entra in vigore nel 1789) ‐ Costituzione del Regno di Francia, 1791 g , Fasi iniziali della guerra di indipendenza americana ‐ 1764‐65: nuove tasse imposte dal governo britannico; ‐ reazione dei coloni americani: “No taxation without representation” ‐ 1773, 16 dicembre: Boston tea party ‐1775: primi scontri militari l tra i coloni l e le truppe britanniche ‐ 1776, 1776 4 luglio: l li Di hi Dichiarazione i di Indipendenza dei tredici Stati Uniti d’America ‐ 1781: conclusione della Guerra di Indipendenza ‐ 1783: Pace di Parigi: La costituzione degli USA ‐ 1787, Costituzione degli Stati Uniti d’America (entra in vigore nel 1789) ‐ assetto federale ‐ rigorosa divisione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) [Montesquieu, Lo spirito d ll leggi, delle l i 1748] Costituzione USA – schema grafico Costituzione USA – schema grafico Potere legislativo Congresso, articolato in: Camera dei rappresentanti: membri eletti ogni 2 anni. Senato: ogni assemblea legislativa di ciascun i singolo i l stato t t elegge l 2 senatori t i per 6 anni, con una rotazione di 1/3 ogni 2 anni Potere esecutivo Presidente: Eletto ogni 4 anni. L’elezione è indiretta: ogni Stato nomina un numero di suoi «grandi elettori» pari al numero di Senatori e Membri del Congresso o g esso a cu cui lo o SStato a o haa diritto. Potere giudiziario Corte suprema: originariamente composta da 6 membri, che poi diventano 7 e infine 9. I giudici della Corte Suprema sono nominati a vitaa da dal Presidente. es de e Î La Corte suprema non può essere sciolta né dal Congresso, né dal Presidente. Î Il Presidente non può essere «sfiduciato» dal Congresso. ÎIl Congresso non può essere sciolto dal Presidente. ÎIl Congresso ha potere di controllo sul Presidente (la Camera può metterlo in stato di accusa; e in quel caso il Senato è costituito in alta corte, cioè nel tribunale che deve giudicarlo). Î Il Senato ratifica gli atti del Presidente. Î Il Presidente promulga le leggi approvate dal Congresso. Î Il Presidente può rinviare le leggi al Congresso; ma se la legge rinviata viene riapprovata da entrambe le Camere con una maggioranza di 2/3, la si considera automaticamente promulgata. Î Il Presidente nomina a vita i membri della Corte suprema. Î I membri della Corte godono di un incarico a vita; non possono essere allontanati d ll’i dall’incarico i néé dal d l Congresso C néé dal d l Presidente. Î Quando un membro della Corte suprema muore, il Presidente in carica ha diritto a nominare il sostituto. Î Attraverso una serie di importanti sentenze emesse dai primi dell’Ottocento in avanti, la Corte suprema ha finito per attribuirsi il compito di svolgere un controllo di costituzionalità sulle leggi sia statali che federali, sebbene tale ruolo non sia esplicitamente previsto dalla costituzione: ciò significa che la Corte può giudicare della coerenza tra singole leggi e le norme contenute nella costituzione federale. Inclusioni / esclusioni: Î Dalla Dichiarazione di Indipendenza dei tredici Stati Uniti d d’America America, 4 luglio 1776 “Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per sé stesse evidenti, che tutti gli uomini sono stati creati uguali, uguali che essi sono stati dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità”. Î Questi principi non si applicano alle donne, agli schiavi, agli indiani, ai poveri. [1808: abolizione dell’importazione degli schiavi; 1774‐1804: abolizione della schiavitù in alcuni Stati del Nord; negli Stati del Sud la schiavitù e il commercio interno degli schiavi restano legali] Fasi iniziali della Rivoluzione francese Î Crisi fiscale dello Stato monarchico Î Agosto 1788: convocazione degli Stati generali Î 5 maggio 1789: inaugurazione degli Stati generali a Versailles Î 17 giugno 1789: il Terzo Stato si autoconvoca in Assemblea nazionale Î 20 giugno 1789: giuramento della pallacorda Î 9 luglio: l’Assemblea si ribattezza “Assemblea nazionale costituente” Î 14 luglio: presa della Bastiglia 14 luglio: presa della Bastiglia Î False notizie; grande paura dell’89 Î 4 agosto: abolizione dei privilegi feudali Î 26 agosto: Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino Dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, 26 agosto 1789. I rappresentanti del Popolo Francese, costituiti in Assemblea Nazionale […] hanno stabilito di esporre, in una Dichiarazione solenne, i diritti naturali, inalienabili e sacri dell'uomo […]. In conseguenza, l'Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell'Essere Supremo, i Diritti seguenti dell'Uomo e del Cittadino. Articolo primo – Gli uomini nascono e rimangono liberi ed uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull'utilità comune. 2. – Lo scopo di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell'uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all'oppressione. 3. – Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo, nessun individuo può esercitare un'autorità che da essa non emani espressamente. 4. – La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri: così l'esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo non ha altri limiti che quelli che assicurano agli altri membri della società il godimento di questi stessi diritti. Questi limiti non possono essere determinati che dalla Legge. 5. – La legge non ha diritto di vietare che le azioni nocive alla società. Tutto ciò che non è vietato dalla Legge non può essere impedito e nessuno può essere costretto a fare ciò che essa non ordina. 6. – La Legge è l'espressione della volontà generale. Tutti i cittadini hanno il diritto di concorrere personalmente o per mezzo di loro rappresentanti alla sua formazione. Essa deve essere la stessa per tutti, sia che protegga, sia che punisca. Tutti i cittadini, essendo uguali ai suoi occhi, sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed impieghi pubblici secondo la loro capacità e senz’altra distinzione che quella delle loro virtù e del loro ingegno. […] La Costituzione del Regno di Francia Î Approvata il 13 settembre 1791, disegna il profilo di una monarchia costituzionale, dotata di un Parlamento monocamerale eletto a suffragio censitario indiretto Î Grande differenza rispetto al caso statunitense: incredibile instabilità del quadro politico costituzionale i i l Sequenza dei governi in Francia dal 1789 al 1870: ‐ 1789: scoppio della Rivoluzione francese ‐ 1791, 13 settembre: Monarchia Costituzionale 1792, 21 settembre: proclamazione della Prima Repubblica francese ‐ 1792, 21 settembre: proclamazione della Prima Repubblica francese ‐ 1793, 21 gennaio: il re Luigi XVI di Borbone viene giustiziato ‐ 1793 (2 giugno) – 1794 (27 luglio): Repubblica giacobina (Robespierre) ‐ 1794, 27 luglio (9 termidoro): colpo di Stato che abbatte i giacobini 1794 27 luglio (9 termidoro): colpo di Stato che abbatte i giacobini ‐ 1795‐1799: Repubblica direttoriale (Direttorio = governo) ‐ 1799, 9‐10 nov. (18‐19 brumaio): colpo di Stato di Bonaparte ‐ 1799‐1802: Consolato (Napoleone Bonaparte primo console) ‐ 1802‐1804: Consolato vitalizio (Napoleone Bonaparte console a vita) ‐ 1804‐1815: Impero (Napoleone I imperatore) ‐ 1815‐1830: Monarchia costituzionale (Luigi XVIII [1814/15‐1824] / Carlo X [1824‐39]) 1830‐1848: 1848: Monarchia liberale (Luigi Filippo d Monarchia liberale (Luigi Filippo d’Orléans Orléans re) re) ‐ 1830 ‐ 1848‐1851: Seconda Repubblica ‐ 1851‐1870: Secondo impero (Napoleone III imperatore) ‐ 1870‐1940: Terza Repubblica 1870 1940: Terza Repubblica Come possiamo spiegare questa incredibile instabilità? Î François Furet, Critica della rivoluzione francese, Laterza, Roma‐Bari 1980 [ed. or. 1978]. Î Ossessione unanimistica [«Repubblica una e individibile»] Î Ogni gruppo, ogni leader ritiene di essere l’unico portatore dell’unica possibile volontà della nazione; e per tale ragione tende a considerare chi non la pensa al suo stesso modo come un nemico i o un traditore t dit d abbattere. da bb tt Î Ne consegue che la concezione pluralistica della rappresentanza e della politica stenta ad affermarsi. affermarsi Caratteri complessivi dell’esperienza rivoluzionaria in Francia Î Riorganizzazione della azione politica sulla base della nuova concezione della sovranità nazionale/popolare; Î riordinamento amministrativo e giudiziario sulla base del principio dell dell’eguaglianza eguaglianza di tutti davanti alla legge Æ abbattimento dei privilegi feudali, nobiliari, ecclesiastici; Î e tuttavia concetto ambiguo di eguaglianza (e di libertà): la libertà politica e l’eguaglianza giuridica non sono riconosciute né alle donne, né agli schiavi, né alle classi popolari Î primo regime dittatoriale «democratico» – la “Repubblica del Terrore” (2 giugno 1793‐ 27 luglio 1794) [35.000 – 40.000 morti] Î primo regime dittatoriale su base militare – Consolato / Impero napoleonico (1799‐ 1815) PRINCIPALI MUTAMENTI POLITICI NELL’EUROPA DELL’OTTOCENTO L’Europa prima e dopo il 1815 Aspetti generali del quadro politico post‐1815 Î Trattati tra le grandi potenze: ‐ 1° novembre 1814 – 9 giugno 1815: Congresso di Vienna ‐ 26 settembre 1815: Patto della Santa Alleanza ‐ 20 novembre 1815: Quadruplice alleanza Î Principio di legittimità / Prevalenza di Stati privi di istituzioni rappresentative / Monarchie amministrative Î Idee antagoniste: ‐ Liberalismo ‐ Democrazia ‐ Idea di nazione Î Grande instabilità. Tre ulteriori rivoluzioni: 1820‐21; 1830‐31; 1848‐49 Î Particolare importanza dell’idea di nazione Quando nasce la moderna idea di nazione? Î Nasce con ll’affermarsi affermarsi della «nuova politica», politica» ovvero con il «rovesciamento della sovranità». Î Virtualmente o effettivamente la «nuova politica» chiama le «masse» dentro lo spazio del «politico»; e lo fa indicando sinteticamente la «massa dei cittadini» con termini semplici ed evocativi: «popolo»; «nazione». Î Tra i due termini, quello di «nazione» risulta esprimere, con maggiore precisione, il nuovo soggetto collettivo che possiede la sovranità: ‐ Art. 3 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (26 agosto 1789): «Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo, nessun individuo può esercitare un’autorità che da essa non emani espressamente». Î Grande innovazione, poiché in precedenza il lemma «nazione» non apparteneva al vocabolario del politico. Î Il che rende la sua diffusione ‐ almeno inizialmente – difficile, sia perché è un’idea politicamente eversiva; sia perché, essendo totalmente nuova, dev’essere comunque trasmessa a masse parzialmente i l o integralmente i l analfabete. lf b Î Flusso comunicativo (1) Chi la promuove? Î Chi vuole “fare come in Francia” (dinamica imitativa) Î Chi reagisce contro l’imperialismo napoleonico (dinamica reattiva) Î Giovani politici e intellettuali: Friedrich Schiller, Theodor Körner, Heinrich von Kleist, Walter Scott, George Byron, Giovanni Berchet, Alessandro Manzoni, Francesco Hayez, Eugène Delacroix, Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi Flusso comunicativo (3) Con quali mezzi viene diffuso il discorso nazionale? i l ? a) Strumenti di propaganda: giornali; volantini stampe volantini; b) Propaganda face‐to‐face segrete; t Giovine Gi i Italia) It li ) (sette c) Romanzi storici, raccolte poetiche, drammi teatrali, pitture, statue, melodrammi Î Estetica della politica ((George p g Mosse)) Flusso comunicativo (2) Qual è il messaggio del discorso nazionale? Quali sono i suoi contenuti? Î Politica delle emozioni, che deriva dalla costruzione di un sistema simbolico di grandissimo impatto emotivo, fondato su cinque elementi fondamentali: (a) La nazione come comunità culturale Î Lingua, storia, religione (b) La nazione come comunità genealogica [biopolitica] Parole/chiave: ‐ sangue / razza /stirpe ‐ genealogia ‐ storia /studio del passato ‐ madre‐patria – padri della patria – fratelli e sorelle d’Italia Alessandro Manzoni, Marzo 1821, 1848 1 Soffermati sull'arida sponda, 2 volti i guardi al varcato Ticino, 3 tutti assorti nel novo destino, 4 certi in cor dell'antica virtù 5 han giurato: non fia che quest'onda 6 scorra più tra due rive straniere: 7 non fia loco ove sorgan barriere 8 tra l 'Italia e l'Italia, mai più! 9 l 'han giurato: altri forti a quel giuro 10 rispondean da fraterne contrade, 11 ffil d 11 affilando nell ll 'ombra le spade ' b l d 12 che or levate scintillano al sol. 13 Già le destre hanno strette le destre; 14 già le sacre parole son porte: 14 già le sacre parole son porte: 15 o compagni sul letto di morte, 16 o fratelli su libero suol. 18 della Bormida al Tanaro sposa, 19 del Ticino e dell'Orba selvosa 20 scerner l 'onde confuse nel Po; 21 chi stornargli del rapido Mella 22 e dell 'Oglio le miste correnti, 23 chi ritogliergli i mille torrenti 24 che la foce dell'Adda versò, 25 quello ancora una gente risorta ll 26 potrà scindere in volghi spregiati, 27 e a ritroso degli anni e dei fati, 28 i 28 risospingerla ai prischi i l i i hi dolor: d l 29 una gente che libera tutta, 30 o fia serva tra l'Alpe ed il mare; 31 una d 'arme 31 una d arme, di lingua, d di lingua d'altare altare, 32 di memorie, di sangue e di cor . [ ] […] 17 Chi potrà della gemina Dora, (c) La nazione come comunità sessuata ‐ sfere separate / differenze di genere (David) ‐ amore romantico / amore patriottico (Ugo Foscolo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis, 1802) amore romantico / amore patriottico (Ugo Foscolo Le ultime lettere di Jacopo Ortis 1802) ‐ onore ‐ stupri JJacques‐Louis L i David (1748‐1825), Il giuramento degli Orazi, 1784, olio su D id (1748 1825) Il i d li O i 1784 li tela, cm 330 x 425, Louvre, Parigi Francesco Hayez, Hayez La sposa di Ruggier Mastrangelo da Palermo insultata dal francese Droetto e vendicata con la morte di questo (I Vespri siciliani [1282]), 1844‐1846, olio su tela cm 225 x 300, Galleria d‘arte Moderna, Roma. Antoine‐Jean Gros (attribuito a), La Repubblica, 1794‐95, Musée du Château de V Versailles ill Francesco Hayez, La Meditazione Francesco Hayez La Meditazione , 1850, 1850 collezione privata Francesco Hayez, La Meditazione Francesco Hayez La Meditazione , 1851, 1851 Verona, Civica Galleria d’Arte Moderna Giovanni Berchet, Matilde, 1824 La fronte riarsa, stravolti gli sguardi, la guancia cosparsa d’angustia e pallor, da sogni bugiardi Matilde atterrita, si desta, s’interroga, s’affaccia alla vita, scongiura i fantasmi che stringonla h i l ancor: ‐ Cessate dai carmi; non ditelo sposo: non ditelo sposo: no, padre, non darmi all’uomo stranier. Sul volto all’esoso Sul volto all esoso, nell’aspro linguaggio ravvisa la sordida prontezza al servaggio prontezza al servaggio, l’ignavia, la boria dell’austro guerrier. Rammenta chi è desso, l’Italia, gli affanni; non mescer l’oppresso col sangue oppressor. Fra i servi e i tiranni sia l’ira il sol patto. A pascersi d’odio que’ perfidi han tratto ’ fidi h fin l’alme più vergini create all’amor. – E sciolta le chiome, riversa nel letto, dà in pianti siccome dà in pianti, siccome chi speme non ha. Serrate sul petto Le trepide braccia Le trepide braccia, di nozze querelasi che niun le minaccia, paventa miserie che Dio non le dà. Tapina! l’altare, l’anello è svanito; ma innanzi le pare quel ceffo tuttor. Ha bianco il vestito, h il i ha il mirto al cimiero, l i i i fianchi gli fasciano il giallo ed il nero, colori esecrabili colori esecrabili a un italo cor.