leggi il sommario e il focus

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Editoriale
I
l ritorno di David Gilmour in laguna è un evento che vale doppio e, proprio per questo, VeneziaMusica
ha deciso di dedicare alla voce e chitarra dei Pink Floyd le pagine del Focus. Una scelta un po’ «estiva»
ma dal significato profondo perché il concerto di Gilmour in Piazza San Marco il 4 e 5 agosto segna una
riconquista a tutto tondo dell’area marciana dopo infinite, e spesso inutili, polemiche sull’uso e l’abuso
degli spazi monumentali della città.
In questo numero abbiamo scelto di approfondire il senso di una manifestazione sola proprio perché farà da spartiacque tra la concezione rigidamente conservativa della Piazza e la sua vocazione naturale – fin dai tempi
della Serenissima – a ospitare eventi che la rendano viva e desiderabile. Quindi bentornato David, scrive per noi Enzo Gentile, da sempre in grado di «sprigionare sonorità sinuose, inafferrabili, capaci di accarezzare le stelle».
Il concerto di Gilmour sarà uno dei tanti appuntamenti importanti sotto le stelle delle notti d’estate. Chiusa la maggior parte dei teatri, infatti, in questi mesi la musica si sposta all’aperto. Con Eric Clapton, che il 10 luglio all’Arena di Verona proporrà il miglior pop e blues dell’ultimo quarantennio. Con James Brown, che incanterà il Jazz Festival di Udine. E soprattutto con l’Estate Musicale della Fondazione Santa Cecilia di Portogruaro che proporrà, tra
l’altro, un prelibatissimo concerto di Natalia Gutman, artista«dalle mille vite, dove la musica prende forme diverse»
come dice Mirko Schipilliti.
Musica d’estate anche a Bassano e dintorni con «Operaestate», ovvero quattrocento spettacoli tra piazze, parchi e castelli. O infine, per restare in laguna, con
Venezia Suona che a fine luglio porterà nelle calli e nei campi del centro storico centinaia di musicisti di belle speranze e vaste ambizioni che per due giorni faranno vibrare la città.
In questo numero ospitiamo anche un contributo illuminante di Quirino Principe sul Lucio Silla di Mozart che – insieme all’omaggio di Eugenio Barba
a Ravenna – arriva a segnare un altro passo nel
lungo anno mozartiano che ha contagiato tutti. Un’«opera-cerniera – scrive Principe – a conclusione dei soggiorni italiani e preannunciante i
percorsi secondo i quali si svilupperà in Mozart
l’opera seria di tradizione italiana».
Dedicato a Puccini come problema critico e storiografico è invece lo scritto di Emilio Sala. «Ciò che importava a Puccini – ci dice lo studioso – non era la situazione drammatica ma l’effetto che essa poteva avere sul
pubblico. La prima parte dell’ultimo atto di Tosca, fino alla sua entrata, è una delle cose meno drammatiche del melodramma in genere, non perché sulla scena non succede
granché ma perché non succede nulla nella musica».
Infine un accenno a settembre, quando musica e cultura lasceranno le piazze per ritrovarsi nuovamente nei teatri ma
non solo. Dalla Mostra del Cinema al Premio
Campiello, dalla Biennale Architettura alle
stagioni di concerti che rincominceranno
un po’ ovunque. Un settembre mondano e frizzante come sempre, per Venezia, che inizia il primo settembre al
Teatro La Fenice con il premio Una
vita per la musica al Maestro Zubin Metha che proprio in laguna festeggerà nel modo migliore
i suoi settant’anni. Auguri.
Manuela Pivato
Maria Callas in Tosca
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Sommario / Contents
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Editoriale
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Il ritorno di David Gilmour
Focus On
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Ad agosto il concerto in Piazza San Marco
David Gilmour returns
His concert in Saint Mark’s Square in August
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Atom Heart Gilmour: bentornato David!
Dalla sua chitarra sonorità che accarezzano le stelle
Atom Heart Gilmour: Welcome back, David!
Music from his guitar caresses the stars
di / by Enzo Gentile
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Sulle tracce colorate e alcoliche dei Pink Floyd
Da Cambridge a Versailles, le cartoline musicali del gruppo
Following the colourful and alcoholic steps of Pink Floyd
From Cambridge to Versailles, the group’s musical postcards
18
di / by Alfredo Marziano
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«Così riporto i concerti a San Marco»
Da Lou Reed agli U2 Fran Tomasi racconta gli eventi che ha organizzato
«That’s how I’ll bring concerts back to Saint Mark’s»
From Lou Reed to U2 Fran Tomasi talks about the events he has organised
di / by Tommaso Gastaldi
18
Piazza San Marco restituita alla musica
Dai Pink Floyd a «Shark Tale», usi e abusi dell’area marciana
Music returns to Saint Mark’s Square
From Pink Floyd to «Shark Tale», use and abuse of the Marciana area
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All’Opera
Un po’ di confusione tra scena e camerini
Qualche notizia su «Lucio Silla» di Mozart
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di Quirino Principe
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Puccini e l’arbitrarietà drammaturgica
All’Arena in scena la «Tosca» e la «Butterfly»
di Emilio Sala
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A Portogruaro il violino diventa grande
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Concorso per giovanissimi con un premio magico
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Un festival per il principe degli strumenti
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Il suono gentile e nobile di Natalia
La cornice sinfonica
I progetti del nuovo direttore della Fondazione Musicale Santa Cecilia
Quindici finalisti da tutto il mondo
Pavel Vernikov spiega le scelte della rassegna
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La Gutman protagonista dell’Estate Musicale di Portogruaro
di Mirko Schipilliti
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Scrigni di musica a «Operaestate»
Centinaia di spettacoli tra le piazze e i castelli di Bassano
di Chiara Squarcina
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Sacro e barocco
Tutti i numeri di Corelli
L’esecuzione dei Vespri d’organo alla Salute
di Paola Talamini
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La vita nella musica di Zubin Metha
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La meravigliosa palestra del Premio Venezia
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Venezia continua a suonare
Note veneziane
Il riconoscimento al grande maestro con un concerto
Giuseppe Albanese racconta la vittoria che gli ha cambiato la vita
Il 29 e 30 luglio la manifestazione di concerti all’aperto
di Arianna Silvestrini
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«Ballo Galleggiante», un modo diverso di fruire la città
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Venezia: la visione è in attesa
A Venezia serate di musica «istantanee» insieme ai francesi Plug-in Circus
Un’estate di laboratorio pubblico di arte, new media e proiezioni extra-ordinarie
di Amerigo Nutolo
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Sommario / Contents
Contemporanea
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Quel Don Giovanni di Eugenio Barba
Una cronica teatralmusicale
di Cristina Ventrucci
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A Bassano la danza contemporanea in tutte le sue dimensioni
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La fiaba non sempre incantata di Virgilio Sieni
di Susanne Franco
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A Bassano le sperimentazioni del coreografo toscano
di Andrea Nanni
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Fernanda libera e beat
Cinquant’anni a cavallo della letteratura con la Pivano
di Dario Ventimiglia
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L’altra musica
Carmen Consoli, il respiro della Sicilia
La cantante catanese torna a dialogare fra parole e musica
di John Vignola
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Teresa, voce e incantesimo dei Madredeus
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Clapton nella vita e nella musica
Il canto doloroso della vita nell’ensemble rinnovato
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L’attesissimo concerto all’Arena di Verona
di Guido Michelone
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Herbie Hancock: invenzioni a più dimensioni
A Bassano il pianista erede di Miles Davis
di Enrico Bettinello
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Ritorna James, James Brown
Il «Padrino del Soul» a Udine per il Jazz Festival
di Stefania Bordignon
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La Biennale di Gozzi e Goldoni
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La magia cangiante della «Donna serpente»
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La «Disfida dei Carlo» scende in campo
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Tragico e caricaturale Dürrenmatt
Dintorni
Maurizio Scaparro illustra il suo Festival del teatro
Le primarie della Biennale
Alla Querini gli straordinari disegni dello scrittore svizzero
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di Eugenio Bernardi
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La commedia musicale sovietica sbarca alla Mostra del Cinema
di Patrizia Parnisari
In vetrina
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Cinema e Campiello per un settembre mondanissimo
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L’ICAI, la commedia dell’arte dei maestri
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«Perché ho fondato l’Istituto della Commedia dell’Arte Internazionale»
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L’«aria» enigmatica della musica vocale colta
Nell’alta concentrazione di eventi anche la Biennale Architettura
Gianni De Luigi parla dell’istituto teatrale sostenuto dalla Fondazione di Venezia
di Gianni De Luigi
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Alla Levi il seminario delle Antiche Civiltà del Mediterraneo
di Margherita Gianola
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Meraviglie d’Oriente per «Suoni di Fiaba»
A Vittorio Veneto il IV Concorso di composizione per l’infanzia
di Massimiliano Goattin
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Rubriche
Zoom
Appuntamenti / Events a cura di Stefania Bordignon
Il Veneto in Musica
Dopo lo spettacolo / After the performance a cura di Stefania Bordignon
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Focus On
Il ritorno di David Gilmour
Ad agosto il concerto in Piazza San Marco
David Gilmour returns
His concert in Saint Mark’s Square in August
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l concerto porterò i brani di On an Island preceduti da un paio di cose meno recenti. La
seconda parte la dedicherò invece al materiale Pink Floyd che sento più vicino»
or the concert I’ll perform a couple of older
things and then pieces from On an Island.
I’ll dedicate the second part to the Pink Floyd
music I feel closest to»
«Venezia è una delle mie città preferite. Quello di 17
anni fa è stato per noi un grande evento. Ha significato
molto suonare in un posto così bello. Dei problemi politici non eravamo al corrente. Ma è stato molto, moltissimo tempo fa... Questo concerto è tutta un’altra cosa, molto più piccola, e sono certo che sarà un’esperienza piacevole per tutti»
«Venice is one of my favourite cities. The concert 17
years ago was really important for us. Performing in such a beautiful place really meant a lot to us. We were unaware of the political problems. But it was a long ,
long time ago... This concert is something completely different, on a much smaller scale, and I’m sure everyone
will find it really pleasant»
«Nel mio futuro non vedo un altro progetto “Pink
Floyd”. Sto bene così. Non riuscirei a sostenere la pressione di un altro tour come Pink Floyd, a soddisfare le
aspettative di una cosa come questa»
«I don’t think there’ll be another “Pink Floyd” project
in the future. I’m fine the way I am. I wouldn’t be able
to stand the pressure of another Pink Floyd tour, meeting the expectations of something like this»
7
Focus On
La biografia
P
Biography
F
adri del cosiddetto «rock psichedelico», i Pink
athers of so-called «psychedelic rock», Pink Floyd was
Floyd nascono alla metà degli anni sessanta in Infounded in the middle of the 1960s in England when three
ghilterra dall’incontro fra tre studenti di architettura,
architecture students, Roger Waters, Nick Mason and Richard
Roger Waters, Nick Mason e Richard Wright, e uno
Wright met Syd Barret, an art student who was originally from
studente di pittura originario di Cambridge, Syd BarCambridge. Their first record, Piper at the Gates of Dawn
ret. Nel 1967 esce il loro primo disco Piper at the Gacame out in 1967. Shortly after, Syd Barret was eliminated from
tes of Dawn. Di lì a breve, Syd Barret viene allontanato
the band due to problems of schizophrenia and was replaced by
dalla band a causa di problemi di schizofrenia e sostithe guitarist David Gilmour, with whom they made their second
tuito dal chitarrista David Gilmour, con il quale veralbum, A Sourceful of Secrets. This was followed by Umrà composto il secondo album A Saurceful of Secrets.
magumma in 1969 and then Atom Heart Mother; two
Nel 1969 è la volta di Ummagumma seguito poi da Atom
sound tracks came out the same year – More which was
Heart Mother; nello stesso anno erano uscite due cowritten for the homonymous film by Barbet Schroeder, and then
lonne sonore: More scritta per l’omonimo film di Barthe sound track for the film Zabriskie Point by Michelangebet Schroeder al quale segue la registrazione delle mulo Antonioni. Published in 1971, Meddle brought Pink Floyd
siche per il film Zabriskie Point di Michelangelo Antocloser to rock and anticipated the release of the antholog y Relnioni. Meddle, pubblicato nel 1971, riporta i Pink Floyd
ics. After the recording of Live at Pompeii in 1972 and afverso sonorità più rock e anticipa l’usciter the flop of Obscured by Clouds, Pink
ta dell’antologia Relics. Nel 1972, doFloyd wrote what was to become and remain
po la registrazione del Live at Pompei
their most famous album: The Dark Side
Ummagumma, 1969
e dopo l’insuccesso di Obscured by
of the Moon. The record, the content of
Clouds, i Pink Floyd compongowhich was inspired by the subject of huno quello che rimane il loro laman alienation, was dedicated to Syd
voro più celebre di sempre: The
Barret and met with such resounding
Dark Side of the Moon. Il disco,
success that it made the Guiness
il cui contenuto è ispirato al
Book of Records with 1,500
tema dell’alienazione umaweeks of being in the charts.
na, è dedicato a Syd BarIn 1974, after a long pause,
ret e ottenne un succesthey released Wish You
so enorme che è valWere Here, which was
so al gruppo l’entrata
the name of its outstandnel guinness dei priing title track, and the
mati con 1500 setsuite Shine on you cratimane di presenza
z y diamond. In 1977
nella classifica di Bilthey recorded Animals,
lboard. Nel 1974, dopo
inspired by Orwell’s Anuna lunga pausa, pubbliimal Farm and the textucano Wish You Were Heal and musical re-elaboration
re nel quale spiccano la tiof old pieces eliminated from
tle track, e la suite Shine on you
their previous albums. The long
craz y diamond. La rielaboraziotour that followed marked the bene testuale e musicale di vecchi
ginning of Waters’ intolerance, resultpezzi scartati dagli album preing in the creation of the contents of the
cedenti costituiscono il materiale
concept album The Wall, which was recon cui registrano nel 1977 l’abum
leased in 1979 and inspired by that very
Animals, ispirato alla «Fattoria degli
«wall» of incommunicability that had gone
Animali» di Orwell. Il lungo tour che
up between the band and the public. A film
ne segue dà inizio a episodi d’insofferenof the same name by the director Alan Parkza di Waters, che lo porteranno a sviluppare i conteer was based on The Wall. The disagreements between Waters
nuti del concept album The Wall uscito nel 1979 e ispirato
and Gilmour resulted in the bass player abandoning the group
proprio a quel «muro» di incomunicabilità che si era
after the release of The Final Cut in 1983. Led by Gilmour
venuto a creare tra la band e il pubblico. Da The Wall
and still using the Pink Floyd brand – which meant legal dissarà tratto anche un omonimo film diretto dal regista
putes with Waters – A Momentary Lapse of Reason was reAlan Parker. I dissidi tra Waters e Gilmour porteranleased in 1987 and then followed by the live recording of Delino il bassista ad abbandonare il gruppo dopo la pubcate Sound Of Thunder. 1994 saw the release of The Diblicazione di The Final Cut nel 1983. Guidati da Gilvision Bell, with Mason and Wright returning to the band as
mour e continuando a usare il marchio Pink Floyd,
composers and players; this was then followed by a long world
non senza strascichi giudiziari con Waters, nel 1987
tour which resulted in the record Pulse in 1995. Apart from the
esce A Momentary Lapse of Reason, seguito a breve dalla
recent On an Island, David Gilmour has also released anothtestimonianza live Delicate Sound Of Thunder. Nel 1994
er two solo albums – David Gilmour in 1978 and About
è la volta di The Division Bell che vede il rientro nelFace in 1984. (t.g.)
la band di Mason e Wright in veste di compositori ed
esecutori a cui seguì un lungo tour mondiale dal quaIn concomitanza con il concerto veneziano di David Gille venne tratto il disco Pulse del 1995. Oltre al recenmour – parte del ricavato del quale sarà devoluto ad Emerte On an Island David Gilmour ha al suo attivo altri
gency – verrà presentato il volume Back to Venice di Tommadue album solisti: l’omonimo David Gilmour del 1978 e
so Gastaldi, che ripercorre le vicende legate al concerto laAbout Face del 1984.
gunare dei Pink Floyd del 1989.
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Focus On
Atom Heart Gilmour: bentornato David!
Dalla sua chitarra sonorità che accarezzano le stelle
Atom Heart Gilmour: Welcome back, David!
Music from his guitar caresses the stars
C
i sono artisti che dicono tutto, trasmettono ogni
sensazione, le emozioni più forti e maestose non
appena li guardi: giusto un attimo dopo averne incrociato l’effigie, da un poster, da una maglietta, da uno
schermo, grande o piccolo. Capita perché questa è la società dello spettacolo e apparire, dunque essere, nel regime
della comunicazione dettato dall’immagine, pare persino
naturale. Ma non è stato sempre così. Me lo ricordo bene
com’era quando noi, la generazione che si affacciò alla musica tra fine dei sessanta e l’inizio dei settanta, cominciavamo a vivere all’ombra del rito rock, il 33 giri come totem di
riferimento. Sono tra quelli che si cibavano di vinile, prima ancora che di pizza e Nutella. Tra le principali scoperte
d’epoca proprio i Pink Floyd, un’accolita di esseri bizzarri
e sbilenchi, capaci di bruciare suoni e visioni nello spazio
di una canzone, o di stendere il loro sapere lungo un’intera
facciata di lp, venti minuti senza prendere respiro. Le copertine ignoravano il culto della personalità, e dispiegavano realtà tutte speciali, una mucca, la foto di gruppo per
un gioco di specchi all’infinito, e poi macchie di psichedelia, sembianze macinate dal colore, dalle distorsioni, dalle dilatazioni che erano l’ossigeno stesso di quel suono, di
brani che avrebbero fatto epoca. Si può dire che in faccia li vedemmo per la prima volta grazie a un film-documentario, Pink Floyd at Pompei, ripresa di un concerto molto
speciale che tanto avrebbe significato per la band, ma anche per la promozione del sito archeologico: un matrimonio perfetto. Tra di loro un ragazzone con i capelli lunghi,
l’occhio chiaro e il fare morbido, saggio di chi sarebbe andato lontano, a conferma che la fisionomica sa anche essere scienza esatta: David Gilmour era l’ulti-
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T
di / by Enzo Gentile
here are artists that say it all, that transmit every sensation, the strongest and most overwhelming
emotions when you just look at them - just a moment after you’ve seen the effig y, on a poster, a t-shirt, or a
screen, whether big or small. That’s because this is a society of performance and appearing, and therefore being, in a
regime of communication that is dictated by images almost
seems completely natural. But it has not always been like
that. I still clearly remember what it was like when we, the
generation that faced the music at the end of the ‘60s and
beginning of the ‘70s, began to live in the shadows of the
rock ritual, long-playing records as a reference point. I was
amongst those whose diet consisted first and foremost in vinyl, and then pizza and Nutella. One of the major discoveries of that period was none other than Pink Floyd, a band
of bizarre, hare-brained beings, who were capable of burning sounds and visions in just one song, or of expressing
their knowledge in one whole side of an LP, twenty minutes
without a breath. The sleeves ignored any personality cult,
unfolding completely unusual situations, a cow, a group photo for a game of never-ending mirrors, psychedelic splashes,
forms minced by colours, distortions, dilatations that were
the very oxygen of sound, of pieces that were to go down in
history.
One can say that we saw them for the very first time
thanks to a film-documentary Pink Floyd at Pompei,
filmed at a concert that was not only important for the
band, but also for the promotion of the archaeological site a perfect combination. Amongst them was a boy with long
hair, light eyes and a soft manner, an example of who was
to go far, just to confirm that physiognomy is also an accurate science. David Gilmour was the last arrival who
clasped the guitar and released sounds that were sinuous,
elusive, capable of touching the stars. Basically, that was the
only concession Pink Floyd made to their physicality - otherwise it was the records that spoke, the daring, formidable
graphic choices that said it all, that narrated and illuminated each and every part of a formidable cosmogony.
Although they were the most loved and popular group for
ages in the rock circuit, Pink Floyd entrusted the «shining»
of their adventure to the public’s fantasy, the collective imagination - it was just as well that their faces remained indistinct, almost as if they were to be imagined.
Gilmour was no exception, becoming the absolute leader
over the years, the admiral of a boat heading towards nevernever land. Yes, because although they abstained and kept
their distance from the market – no more records, not one
tour, just memories and materials from the good old days –
from a distance Pink Floyd continued to dominate both the
consciousness and memory – always under the guidance of
that discrete anonymous figure, impervious to being
Focus On
mo arrivato che imbracciava la chitarra e sprigionava sonorità sinuose, inafferrabili, capaci di accarezzare le stelle. Quella, sostanzialmente, è stata l’unica concessione fatta dai Pink Floyd alla loro fisicità: per il resto sono stati i
dischi a parlare, le ardite, formidabili scelte grafiche a dire tutto, a raccontare, a illuminare ogni piega di una formidabile cosmogonia. Nonostante per lunghi tratti siano stati i più amati e celebrati del circo rock, i Pink Floyd hanno
affidato lo «shining» della loro avventura alla fantasia del
pubblico, all’immaginazione collettiva: tanto valeva che i
volti rimanessero indistinti, quasi da indovinare. Non ha
fatto eccezione Gilmour, con l’andare del tempo divenuto
leader assoluto, ammiraglio di una navicella diretta verso
l’isola che non c’è. Sì, perché, pur restando digiuni e lontani dal mercato – non più un disco, non un tour, solo ricordi e recuperi di materiali dei bei tempi andati – i Pink
Floyd hanno continuato, da lontano, ad ammaestrare co-
the lead character but always with his magic touch.
We rediscovered him during the past months, giving himself, giving us a solo record for his sixtieth birthday, the
third in a life time, On An Island – A record that has
the merit of having brought him back «on the road». And
back to Saint Mark’s Square, where he will continue to caress the stars.
Welcome back, David.
scienze e memoria: sempre sotto la guida di un signore geloso di quell’anonimato discreto, impermeabile al protagonismo, ma comunque provvisto del suo tocco magico.
Lo abbiamo ritrovato nei mesi scorsi, a regalarsi, a regalarci per i suoi sessant’anni un disco solista, terzo di una vita, On An Island: un lavoro cui si deve almeno il merito di
averlo riportato «on the road». E di restituirlo a piazza San
Marco, dove continuerà ad accarezzare le stelle.
Welcome back, David.
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Focus On
Sulle tracce colorate e alcoliche dei Pink Floyd
Da Cambridge a Versailles, le cartoline musicali del gruppo
Following the colourful and alcoholic steps of Pink Floyd
From Cambridge to Versailles, the group’s musical postcards
D’
accordo, qualcuno ricorda ancora le polemiche, il caos,
i veleni, la sporcizia, i balletti della politica, il disastro
ecologico sfiorato. Ma resta il fatto che dalla sera del 15
luglio 1989 piazza San Marco, la laguna e il Canal Grande sono diventati (anche) spettacolari cartoline musicali spedite in ogni angolo del mondo, scorci di storia del rock, fantastiche proiezioni visive di una musica che sembra fatta apposta per abitare gli spazi,
dilatarli, trasformarli risultandone a sua volta trasformata: la musica dei Pink Floyd, appunto. Che hanno suonato a
Versailles e sulla Piazza
Rossa di Mosca, altri incubi logistici tramutati in altri show indimenticabili. Che hanno riempito di vibrazioni arcane e misteriose i resti fragili e maestosi di Pompei, scosso con la potenza degli impianti quadrifonici i fondali sottomarini del laghetto londinese di Crystal Palace. Questi e tanti altri, da allora,
sono diventati, anche, «i
luoghi dei Pink Floyd».
Passeggi per Cambridge, la cittadina universitaria che ha dato i natali a
Barrett, a Waters e a Gilmour, e non puoi fare a meno di pensare a Syd il diamante pazzo
rintanato chissà dove o anonimamente in giro per le vie del centro. Al «lunatic» di Dark Side of the Moon sdraiato sull’erba di fronte
alla cappella del King’s College. A quel pervertito di Arnold Layne che rubava la biancheria intima delle ragazze dagli stendibiancheria e al placido torpore dei Grantchester Meadows, meta prediletta di oziosi pomeriggi estivi in riva al fiume Cam. Alla quiete dei quartieri suburbani in cui loro sono cresciuti. Al grigiore austero delle scuole come la Cambridgeshire High School for Boys,
in cui presidi e insegnanti terrorizzavano i bambini invece di «lasciarli in pace» come anni dopo Roger Waters urlerà sui ritmi disco di «Another brick in the wall». Alle feste colorate e alcoliche in
splendide ville appena fuori le mura come quella che appare sulla
copertina di Ummagumma, residenza di famiglia della prima moglie di Storm Thorgerson, graphic designer insigne, autore di copertine epocali e membro onorario della famiglia Floyd. Rivedi una
Cambridge d’altri tempi, post guerra e pre flower power, e ti chiedi
cosa possa essere scattato nella testa di quei bravi ragazzi della middle class, cosa li abbia scaraventati oltre i binari prestabiliti dalla loro
educazione piccolo borghese, più in là del sogno ricorrente di tanti
coetanei che amavano il blues e volevano la pelle nera. A Londra
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A
di / by Alfredo Marziano
lright, some people remember the controversy, the chaos, the poison,
the dirt, the political pussy-footing, coming closer to an ecological
disaster But the fact remains that on the evening of July 15th 1989,
Saint Mark’s Square, the lagoon and the Grand Canal (also) became spectacular musical postcards that were sent to every corner of the world, views of
the history of rock, fantastic visual projections of a music that seemed to have
been written for that very space, diluting it and transforming it, and in turn
being transformed itself - Pink Floyd’s music, no less. They played in Ver-
Live at Pompeii, 1971
sailles and in the Red Square in Moscow too, other logistical nightmares that
became unforgettable shows. They filled the fragile majestic remains of Pompeii with their arcane, mysterious vibrations, shook the seabed of the London lake in Crystal Palace with their quadraphonic sound system. These and
many more have become «sites of Pink Floyd». Walking along the streets of
Cambridge, the university town where Barrett, Waters and Gilmour were
born, you can’t help but think of Syd, the mad diamond hiding goodness
knows where or wandering through the city centre anonymously; Or «lunatic» from the Dark Side of the Moon, lying on the grass in front of King’s
College Chapel; or that pervert Arnold Layne who stole young girls’ underwear from the washing lines and the phlegmatic torpor of the Grantchester Meadows, the favourite destination for a laz y summer’s afternoon along
the riverbanks of the Cam; or the peace and quiet of the suburban districts
where they grew up; the austere drabness of the schools like Cambridgeshire
High School for boys, where headmasters and teachers terrorised the children
instead of «leaving them alone» as Roger Waters was to shout in the record
«Another brick in the wall»; or the colourful alcoholic parties in magnificent
villas just outside the city walls like the one on the sleeve of Ummagumma,
the family home of the first wife of Storm Thorgerson, the famous graphic designer and author of epochal sleeves and honorary member of the Floyd family. You see a Cambridge from times gone by, post-war and pre-flower power,
Focus On
Barrett e Waters inconand you ask yourself what
trano Wright e Mason,
was going on in the heads
studenti di architettuof those well-behaved midra al Politecnico di Redle class boys, what made
gent Street, e sono altri
them break out of those
luoghi, altre cartoline,
pre-defined tracks of their
altri ricordi. Lo UFO
small town education, well
Club di Tottenham
beyond the common dream
Court Road, che ogof many of their peers who
gi non c’è più, luogo di
loved the blues and wantincontro prediletto di
ed black leather. In Lonquella strana, variopindon, Barrett and Waters
ta, «stonata» tribù psimeet Wright and Machedelica che proprio
son, architecture students
in quel momento, fine
at the Regent Street Poly’66-inizi ’67, prende cotechnic, and there are other
Promozionale, 1969
scienza di sé e della sua
places, other postcards, othconsistenza numerica,
er memories. The Tottenfaccia a faccia, spalla a spalla in un piccolo scantinato denso di fuham Court Road UFO Club that no longer exists, once the favourite meetmi azzurrognoli e dolciastri, con i pavimenti impiastricciati di biring place for that strange, multicoloured «tone-deaf» psychedelic tribe that at
ra, miniabiti casacche colorate e collanine che strusciano, luci strothat very moment, at the end of ‘66 and the beginning of’67, suddenly became
boscopiche e corpi che danzano fino all’alba del giorno dopo. Ti
aware of themselves and their actual numbers, face to face, shoulder to shoulmetti sulle tracce dell’Alexandra Palace e del Marquee, del Middder, in a small cellar full of bluish, sweetish smoke, with floors covered with
le Earth e della Roundhouse, gli altri templi del Sixties underground,
beer, mini-dresses and coloured blouses and necklaces that chafe, stroboscopic
e tra la periferia Nord di Londra, Camden e Soho scopri un’altra
lights and bodies that dance until day break the following day. You follow the
città coperta dalla polvere del tempo, con i confini confusi daltracks of Alexandra Palace and the Marquee, Middle Earth and Roundla memoria vacillante. Arrivando in treno dall’aeroporto, scorgi
house, other temples of the Sixties underground, and in the suburbs in
le quattro inconfondibili ciminiere bianche della centrale elettrica
the north of London, Camden and Soho, you discover another city that has
di Battersea, e ti metti a fissarle
been covered with the dust of time,
chiedendoti dove mai sia finito
with borders confused by vacillating
il maialino volante di Animals.
memories. If you take the train from
E tra Covent Garden, South
the airport, you’ll see the four unmisKensington ed Earls Court ti
takeable white chimneys of Battertrovi a ripercorrere le staziosea power station, and you stare at
ni della via crucis di un Barthem, asking yourself where on earth
rett sempre più solo, irrequiethe flying pig in Animals endto e disorientato, prima di tored up. And between Covent Garnare a casa e chiudere le serden, South Kensington and Earls
rande sul mondo. SommesCourt, you’ll go past all the stations
samente, in linea con il proof the via cruces of an increasingly sofilo pubblico, sempre discrelo Barrett, restless and disorientatto, dei Magnifici Quattro, aned, before going back home and closche Londra e Cambridge proing the shutters on the world. Meekfumano ancora di Pink Floyd,
ly and discrete, in line with the pubse ci si sforza di cercare e si lalic profile of the Magnificent Four,
vora un po’ d’immaginazioPink Floyd still abound in London
ne. Ce l’hanno insegnato loro,
and Cambridge, if you make the efd’altra parte, che alla immagifort to look and use a bit of imaginanazione non bisogna porre lition. On the other hand, they were
mite: viaggiando a tutta velothe ones who taught us that imaginacità tra le stelle, impostando i
tion has no limits - Travelling high
comandi per il centro del sole,
speed amongst the stars, setting the
esplorando la faccia scura delcommands for the centre of the sun,
la luna. Venezia è stata un’altra
exploring the dark side of the moon.
delle loro (e nostre) fantasie diVenice was another of their (and
Con Syd Barrett all’Ufo Club, 1966
ventate realtà.
our) fantasies that became true.
Alfredo Marziano è un giornalista musicale free lance, collaboratore del sito Web Rockol e di altre testate
specializzate. Con il collega Mark Worden sta lavorando a un libro sulla Londra e sulla Cambridge dei Pink
Floyd, in versione inglese e italiana.
Alfredo Marziano is a freelance music journalist, contributor
to the Web Rockol site and other specialised newspapers. Together with his colleague Mark Worden, he is working on a
book on Pink Floyd’s London and Cambridge, in both English and Italian.
13
Focus On
«Così riporto i concerti a San Marco»
Da Lou Reed agli U2 Fran Tomasi racconta gli eventi che ha organizzato
«That’s how I’ll bring concerts back to Saint Mark’s»
From Lou Reed to U2 Fran Tomasi talks about the events he has organised
I
n più di venti anni di carriera Fran Tomasi ha organizzato centinaia di concerti ed eventi con artisti del calibro di Pink Floyd, U2, e Rolling Stones tanto per citare i più celebri. Lo incontriamo per parlare del suo lavoro, dei suoi ricordi e di questa nuova avventura che porterà
David Gilmour, chitarrista dei Pink Floyd, a Venezia il 4 e 5
agosto dopo una prima data a Firenze in Piazza Santa Croce il 2 agosto.
Dopo più di 15 anni lei ritorna a Venezia con metà dei Pink Floyd,
allora è vero che la vendetta è un piatto da consumare freddo?
Ti ringrazio per la battuta ma non c’è nessuna vendetta da
compiere, tanto meno una riparazione. Torniamo a Venezia molto volentieri perché Venezia è una città stupenda e
San Marco è un palcoscenico straordinario e lo stesso David Gilmour è contento di avere di nuovo l’occasione di suonare qui e fare una cosa diversa da quella che abbiamo fatto nell’89.
Qual è stata la reazione in Comune quando è stato proposto il concerto?
Non appena la notizia è filtrata, la stampa ha provato a
riaccendere una polemica, come se ci fosse il ritorno di
«quelli che hanno organizzato i Pink Floyd», mentre il Comune, in particolar modo il sindaco Cacciari e tutto il suo
staff hanno considerato il progetto in maniera positiva. Un
concerto in Piazza San Marco con quattromila posti a sedere, in fondo, dà ragione a coloro che nell’89 affermavano che
Venezia non può sostenere un mega-concerto benché allora
non successe nulla grazie alla civiltà di duecentomila persone, come all’epoca sottolineò lo stesso Questore.
Sono più di 25 anni che lei organizza concerti: com’è cambiato questo
mondo, in particolar modo con all’avvento di Clear Channel che è la società che ha globalizzato questo settore?
Avendo oramai passato i sessanta, comincio a fare delle riflessioni sulla mia vita e per fortuna non ho molti rammarichi o ripensamenti. Ho intrapreso svariate attività e ogni
volta che le ho abbandonate l’ho fatto perché pensavo che
si fosse esaurita quella carica ideale, quella voglia di migliorare e cambiare il mondo intorno a me che ha sempre motivato le mie scelte. Ho abbandonato il «posto sicuro» alla Zanussi per fare il condirettore in una casa di rieducazione sperimentale di semilibertà per ragazzi con problemi giudiziari
e poi ho scelto di lavorare in un Centro d’Igiene Mentale per
partecipare alla chiusura dei manicomi. Quanto alla musica,
quando ho cominciato l’Italia era tagliata fuori dai circuiti
più importanti per i problemi di contestazione portati avanti
da vari movimenti che chiedevano la «musica gratis». I cancelli venivano sfondati, e non era poi così raro il lancio di
bombe molotov sui palchi, come accadde ai concerti di Lou
Reed e di Santana. Eravamo alla fine degli anni settanta e
già operavano colleghi come David Zard, Franco Mamone
o Francesco Sannavio. Credo di poter dire, senza discono14
di / by Tommaso Gastaldi
D
uring a career spanning more than twenty years,
Fran Tomasi has organised hundreds of concerts
and events with outstanding stars such as Pink
Floyd, U2, and the Rolling Stones, to name just some of the
most famous. We are meeting him to discuss his work, his
memories, and this new adventure that will bring the Pink
Floyd guitarist, David Gilmour, to Venice on August 4th
and 5th after the première in Piazza Santa Croce in Florence on August 2nd .
After more than 15 years you are returning to Venice with half of Pink Floyd – so it’s true that revenge is a dish best served cold?
Thanks for the joke but it’s certainly not a question of revenge, and not even reparation. We love going back to Venice because it is such an amazing city and Saint Mark’s is an extraordinary stage; and David Gilmour himself is happy to have a chance to perform here again and do something different to what
we did in ’89.
How did the City
Council react when you
proposed the concert?
As soon as the news became
known, the press tried to revive the controversy, as if «the
people who had organised Pink
Floyd» were coming
back, while the City Council, and
t h e
Mayor
Cacciari and
all his
staff in
partic ul a r,
saw the
projec t
in
a
positiv e light.
A concert in
Saint M a rk’s
Annie Lennox
Focus On
scere le capacità dei miei colleghi, di aver dato un contribuito importante nell’alzare lo standard organizzativo dei concerti portandolo agli stessi livelli degli altri paesi europei. Ricordo con orgoglio quando nel 1988, alla fine di un concerto dei Pink Floyd, abbiamo ricevuto i complimenti per l’efficienza e siamo stati paragonati a promoter americani e giapponesi! Oggi sento di aver esaurito la funzione che mi ero
posto, quella cioè di attivare il mercato italiano dell’intrattenimento musicale e francamente sono un po’ disgustato dalle condizioni in cui oggi i miei colleghi sono costretti a lavorare. Preferisco, quindi, fare il consulente: ho partecipato
come docente a un master sull’Industria dello Spettacolo all’Università La Sapienza di Roma e mi occupo in prevalenza di progetti speciali legati alla musica e alla cultura. Continuo a lavorare solo con gli artisti con
cui ho un rapporto
di amicizia e di stima come gli U2 o
lo stesso Gilmour.
Clear Channel ha
una vocazione monopolistica del mercato, e c’è anche chi,
a ragione, contesta il
prezzo troppo alto
dei biglietti; la teoria applicata è la seguente: «è giusto applicare il prezzo del
biglietto più alto che
un fan è disposto a
pagare». Lo trovo
«criminale» e assolutamente contrario a qualsiasi logica
che tenga in considerazione lo sviluppo di nuovi talenti,
continuamente penalizzati da questo
meccanismo. Le tasche di un ragazzo
vengono svuotate
da un concerto «imU2
portante» costringendolo a rinunciare ad altri. Forse sarà vero che abbiamo ancora dei prezzi più
bassi rispetto ad altri paesi europei, ma abbiamo anche salari
ed economie diverse. L’attuale mercato risulta essere un’arena in cui si svolge una competizione feroce fra tre o quattro
promoter in cui io non voglio più inserirmi perché la logica è
quella di chi offre di più o di chi ha più potere. Una volta fare il promoter voleva dire sentirsi ed essere parte di un team
con l’agente e il manager con i quali si discutevano le scelte
più appropriate rispetto a quando e dove suonare, con quale
prezzo del biglietto ecc. La gara era vinta da chi aveva l’idea
migliore, da chi dava maggiori garanzie a vari livelli, non solo sul fronte economico.
Si ricorda qual è il primo concerto che ha organizzato?
È stato un concerto di Lou Reed a Milano in cui, devo ammetterlo, sono stati fatti molti errori a causa della mia totale inesperienza. Sbagli non tanto dal punto di vista produtti-
Square with four thousand seats, basically means that all
those who said Venice isn’t able to support a mega-concert
back in ’89 were right, although nothing actually happened
thanks to the civilised behaviour of two hundred thousand
people, as the Police Chief himself said at the time.
You’ve been organising concerts for over 25 years.
How has it changed over the years, in particular
with arrival of Clear Channel, the company that
has globalised the sector?
Now I’m over sixty, I’ve starting looking back over my life and luckily I have very few regrets or doubts. During my
life I started all kinds of activities and each time I abandoned them it was because I thought that ideal stimulus, that
desire for change that always guided my decisions had run its
course - for example when I worked in a home for the rehabilitation of disturbed teenagers for five years, or when I decided to open a jazz club in Venice. As far as music is concerned, when I started Italy wasn’t part of the most important circuits because it lacked a certain professionalism. Together with colleagues such as David Zard, Franco Mamone
and Roberto De Luca, we raised the organisational standards of concerts to those in other European countries. Today I
feel I have fulfilled the role I had assigned myself, that of activating the Italian market of musical entertainment; today
I’m a consultant, I teach on a Master’s Course at the Sapienza in Rome and I concentrate on special projects linked
to music and culture, working together with artists I am also
friends with such as U2 and Gilmour himself. It’s clear that
Clear Channel has the monopoly on the market and there
are also people who say the tickets are too expensive. The
15
Focus On
vo, visto che comunque gli artisti importanti viaggiano con
una schiera di tecnici professionisti, quanto a mancanze ad
esempio sul catering, che allora in Italia non si sapeva nemmeno cosa significasse, sugli allegati tecnici e sulle richieste
dell’artista. Fummo «tormentati» da Lou Reed e da tutto il
suo entourage a ogni data anche quando le cose funzionavano e anche se alla fine il tour fu comunque un grande successo. In seguito, nelle successive tournee teatrali, abbiamo
simpatizzato e stabilito con Lou un ottimo rapporto di rispetto.
C’è un concerto che ricorda come un incubo e uno invece che ricorda con
maggior piacere?
Oltre a quel primo tour di Lou Reed ricordo ancora con
dolore delle date con Jaco Pastorius negli anni novanta, con il quale si era instaurata una buona amicizia dopo alcuni concerti con i Weather Report in anni precedenti. Benché nessuno se ne rendesse conto, Jaco era davvero malato, afflitto da veri e propri deliri psicotici. Non
era solamente «strano» e lo potevo affermare proprio grazie alla mia esperienza di 5 anni passati in ambito psichiatrico. Il manager non ne voleva sapere di cancellare i concerti e sottoporlo a cure appropriate e così continuammo
tra alti e bassi, alternando momenti buffi a episodi drammatici. Il tour si concluse con la caduta di Jaco dal balcone
della sua camera d’albergo. Era rimasto appeso per alcuni
minuti gridando aiuto, mentre gli altri pensavano si trattasse di una delle sue solite stranezze. Trascorremmo la
notte in ospedale da soli (!) e i medici gli diagnosticarono
la rottura della spalla e del bacino. Pagai personalmente
tre posti di prima classe e lo rispedii negli Usa appena fu
possibile, senza che nessuno dei suoi compagni o il manager se ne curassero. Poco dopo morì accoltellato da un
uomo della sicurezza di un club. Uno dei più bei concerti,
invece, credo sia stato quello degli U2 a Modena, nell’‘87
dove è nata la mia amicizia con gli U2 e con Paul McGuinnes (manager della band ndr). Fu un concerto straordinario e avevamo allestito un bar gratuito per tutti, musicisti, ospiti e tecnici. Lì è nata quest’amicizia che ancora dura ed è un’esperienza che tutti ricordano con piacere.
È risaputo che lei e Bono siate amici: non le pesa essere riconosciuto più per questa amicizia che per tutto quello che ha fatto in questi
anni?
No, non mi pesa. A volte sono i miei amici che mi ricordano che io sono il «famoso Fran Tomasi» ma è una cosa
che io veramente non riesco a realizzare. Lavoro con persone celebri in tutto il mondo, ed è normale che viva di luce riflessa. Con alcuni, non tutti, ma con quelli con i quali potevo condividere una visione del mondo ho instaurato un rapporto di amicizia: Annie Lennox, Peter Gabriel, David Byrne, Jim Kerr, David Gilmour, e soprattutto
gli U2, Bono in particolare. Molti fan degli U2 mi riconoscono e mi salutano fuori dagli stadi o dagli hotel ma tutto ciò
non mi dà fastidio. Quel che mi disturba non è tanto la questione della fama, ho un ego composto e molto stabile e anche il mio narcisismo è molto soddisfatto e sono orgoglioso di tutto ciò che ho fatto, piuttosto mi infastidiscono le richieste strampalate, il fatto di essere utilizzato come mezzo
per contattare direttamente gli U2 come se io fossi uno del
loro entourage.
C’è un qualche ricordo vissuto con uno degli artisti con cui lei ha lavorato che ci vuole rivelare?
Potrei dirti di notti passate con Annie Lennox, con Bono
o con Peter Gabriel… sono così tanti che faccio fatica a ri16
competition between the three or four promoters is fierce and
I don’t want to be part of it because the general logic is one
of who offers the most or who has the most power while in
the past, decisions were discussed and taken together with the
artist management and whoever offered the most guarantees
at the various levels, not just financially, was chosen.
Do you remember the very first concert you organised?
It was a Lou Reed concert in Milan and I must admit
that there were loads of mistakes due to my total inexperience. Not so much mistakes from the productive point of
view, since famous artists always travel with a whole team of
professional technicians, but more mistakes regarding things
Jaco Pastorius
like catering, which was still completely unheard of in Italy
at that time, as well as technical aspects and the artist’s
requests. Lou Reed himself and his whole entourage made
fun of us for ages even though the tournée itself was a success thanks to the guarantees we could offer the artists since we had the experience of a period of considerable protests behind us when the artists risked being hit with Molotovs on the stage.
Do you have a particular experience with one of
the artists you worked with that you’d like to tell
us about?
I could tell you about the nights I spent with Annie Lennox, Bono and Peter Gabriel … there were so many that
it’s difficult to remember them all. Maybe the most amusing
Focus On
cordarli. Forse, quello più divertente è stato quando Bono
era a Roma per incontrare il Papa. Siamo stati a cena fuori e
c’era un aereo che li aspettava alle sette di mattina. L’assistente personale di Bono insisteva perché andasse a letto ma lui
voleva restare fuori a divertirsi un po’. Chiese a me se sapessi di qualche locale in zona ma io non essendo del posto non
ne conoscevo, cosicché pensò bene di fermare una macchina che passava di lì per chiedere dove poter continuare la serata. Le persone che erano in quella macchina stavano andando in una discoteca, e Bono senza pensarci due volte salì
con loro e se ne andò tra la disperazione della sicurezza e del
suo staff. Riuscii a raggiungerlo e passammo tutti una magnifica notte in giro per piazze e locali romani. Un altro ricordo magnifico è stato quando nel settembre del 2001 io e
Bono visitammo la mostra di Balthus a Palazzo Grassi a Venezia, accompagnati dalla moglie del pittore, quella è stata
davvero un’esperienza indimenticabile.
Senza dubbio questa sua professione deriva dalla passione per la musica: ma che cosa ascolta Fran Tomasi?
Da un po’ di tempo sono ritornato al jazz, in particolare siccome suonavo un po’ la chitarra, prediligo chitarristi
come Bill Frisell, Larry Corryel o Kenny Burrell. Poi c’è il
blues che è sempre stato la mia passione e ultimamente ho
cominciato a sentire musica classica. Non disdegno l’hip
hop e la musica nera americana.
Lei è veneziano, che rapporto ha con la città?
Per un po’ di anni, dopo la morte di mia moglie, io e la mia
famiglia ci siamo autoesiliati da Venezia. Avevamo bisogno
di scrollarci di dosso questo dolore, questo ricordo, questa
pregnanza che la città aveva rispetto alla donna amata da
me e dai miei due figli. Adesso ci rimettiamo il naso, essendo riusciti in molti anni a rielaborare quel lutto. Credo che ritornerò a Venezia visto che ho ancora una casa e una piccola barca, questa è una città straordinaria ancor di più se si ha
una barca per poterla vivere.
Se le chiedessero di fare l’Assessore alla Cultura, accetterebbe?
Non credo di essere in grado, soprattutto perché mi mancherebbe una «capacità» politica, anche se potrei dire di essere meglio di tanti altri che ho conosciuto. Mi piacerebbe lavorare sulla riattivazione di Venezia con iniziative interessanti come la festa per il restauro della torre dell’orologio organizzata dal mio ex collaboratore Marco Balich (veneziano e
organizzatore della cerimonia d’apertura e chiusura delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, ndr) o come questo mio ritorno a Venezia con David Gilmour, o ancora, come mi è già stato chiesto altre volte, fare qualche evento al Teatro Verde. Penso
francamente che questa città abbia bisogno di una spolveratina e bisogna lavorare in questo senso. C’è anche una piccola sorpresa che forse realizzeremo a settembre anche se per
ora non posso rivelare nulla. Ci stiamo riavvicinando a questa città con molta attenzione e prudenza ma con molta voglia di tornarci.
Immaginiamo che le diano carta bianca per organizzare in città ciò che
vuole: che farebbe?
Rifarei un concerto su una piattaforma galleggiante, nel
giorno del Redentore; questa volta però non con il palco rivolto verso la piazza per esigenze televisive, solo per spettatori in barca, con un ensemble italiano di musica classica, magari con un bravo tenore. Lo farei volentieri perché
fa parte della tradizione veneziana. È inutile negare che con
il concerto dell’89 abbiamo riproposto una tradizione tipica
del ‘700, solo che era…un po’ più grosso!
was when Bono was in Rome to meet the Pope. We had been
out for dinner and an aeroplane was waiting for them at seven in the morning. Bono’s personal assistance kept on insisting he should go to bed but he wanted to stay out and have a bit of fun. He asked me if I knew any bars in the area
but I wasn’t from that area so I didn’t, so he stopped a car
that was passing by and asked where he could spend the rest
of the evening. The people in that car were going to a disco,
and without thinking twice Bono just got in and went, much to the desperation of his staff and security people. We later discovered the people in that car were transsexuals. In the
end we managed to catch up and we spent a great evening in
the Roman squares and bars. Another memory is when Bono and I visited the Balthus exhibition in Palazzo Grassi
in Venice in September 2001, accompanied by the painter’s
wife – that really was an unforgettable experience.
There is absolutely no doubt that your profession
Peter Gabriel
stems from your passion for music: but what does
Fran Tomasi actually listen to?
For some time now, I’ve gone back to jazz , in particular,
since I played the guitar a bit, I prefer guitarists such as Bill
Frisell or John Scofield, then I’ve always been mad about the
blues, and recently I’ve started listening to classical music. I
don’t dislike hip hop and American black music.
You’re Venetian, what relationship do you have
with the city?
For a couple of years, after the death of my wife, I and my
family opted for voluntary exile from Venice. We needed to
shake off that pain, that memory, that pregnance that the
city had for the woman I and my two children loved. Now
we go back every now and then, after many years of having
finally managed to deal with that grief. I think I will go
back to Venice since I still have a house and small boat there, it’s an extraordinary city, and even more so if you have a boat there.
17
Focus On
Piazza San Marco restituita alla musica
Dai Pink Floyd a Shark tale, usi e abusi dell’area marciana
Music returns to Saint Mark’s Square
From Pink Floyd to «Shark Tale», use and abuse of the Marciana Area
P
iazza San Marco ritorna a palpitare e le massime
vibrazioni si avranno il 4 e 5 agosto quando David Gilmour, voce e chitarra dei Pink Floyd, salirà sul palco per incantare 4.000 spettatori. Per la città
l’evento ha una portata storica perché, di fatto, riapre il
sacrario dell’area marciana a spettacoli che molti volevano banditi per sempre e senza possibilità di deroga.
Lo spartiacque, com’è nella memoria di tutti, fu il concerto dei Pink Floyd dell’89 quando Piazza San Marco si
trasformò in un carnaio incandescente. Quella sera ac-
Vinicio Capossela
cadde di tutto e, di fatto, non accadde nulla. Ai giovani fu regalato un concerto che portano ancora nel cuore,
agli amministratori di allora fu rimproverato aspramente
di non aver saputo prevedere le conseguenze di un evento di questa portata.
Da allora, il concerto dei Pink Floyd è rimasto il termine di paragone di quello che si può o non si può, si deve o non si deve fare in Piazza San Marco e tutto quello
che è venuto dopo si è sempre portato dietro l’ombra di
una possibile sventura. Messa nella bambagia del silenzio e del rispetto, l’area marciana ha assistito negli anni
ad accesi dibattiti e infinite polemiche sul suo uso e abuso, al punto che organizzare qualcosa in Piazza San Marco ha sempre qualcosa di psicologicamente paralizzante. Due anni fa, in occasione della Mostra del Cinema,
sbarcò a San Marco Shark Tale e la Piazza fu trasformata in un immenso cinema all’aperto con un mega schermo gonfiabile che oscurò l’Ala Napoleonica e torri alte
come metà campanile per i proiettori e i riflettori. Tonnellate di peso che, il giorno dopo, lasciarono il ricor18
O
nce again Saint Mark’s Square is going to throb
and the strongest vibrations will be on August 4th
and 5th when David Gilmour, the voice and guitarist of Pink Floyd, will go on stage to enchant 4,000 spectators. The event is of great historic importance to the city because it means reopening the very heart of the Marciana area
that many people would have liked to prohibit for ever, without
any exceptions at all.
As everyone remembers well, the watershed was the Pink
Floyd concert in ’89 when Saint Mark’s Square was transformed into an incandescent scrum.
That night, everything and absolutely nothing happened. Young people
witnessed a concert they will never
forget, and the city council administration was severely criticised for
not having foreseen the consequences
of such an important event.
Ever since, the Pink Floyd concert has been an expression for the
comparison of what you can and
what you can’t do in Saint Mark’s
Square, what you must and what
you mustn’t do and everything that
happened afterwards was always
shrouded by the shadows of a possible disaster. Mollycoddled in silence and respect, over the years the
Marciana area has been the subject
of fierce debates and endless controversy regarding its use and abuse,
so much so that organising anything
in Saint Mark’s Square has always had an element of psychological paralysis.
Two years ago, for the Film Festival Shark Tale came
ashore in Saint Mark’s and the Square was transformed into
a massive open-air cinema, with a mega inflatable screen that
covered the Napoleonic wing and towers as high as half the bell
tower with projectors and lights. Weighing tonnes, the day after they left the mark on the brickwork. Holes, cracks, stone
corners missing. Shark Tale might have been too much but, to
compensate, New Year’s Eve last year was absolutely nothing.
Worried they would attract too many people to the Square,
the Councillor for Tourism, Augusto Salvadori, forbade absolutely any kind of event, with the result that the Square
was invaded by tourists and young people looking for something to celebrate with anyway. So, this year will see an aboutturn. This year the finance sector of the city will be organising
a Marciana-compatible New Year’s Eve – first and foremost
the Piazza San Marco Association – and they are currently
working on an agreement with the director of ceremonies of the
Turin Olympic Games, Marco Balich.
Meanwhile, the debate on how the Square should be used has
Focus On
do sui «masegni». Buche, crepe,
angoli di pietre divelti. Shark Tale forse fu troppo ma, in compenso, il Capodanno dell’anno scorso fu niente. Nel timore di attirare troppa gente in Piazza, l’assessore al Turismo Augusto Salvadori proibì ogni genere di manifestazione con il risultato che la
Piazza fu invasa egualmente da
turisti e ragazzi in cerca di qualcosa con cui festeggiare. Quindi per quest’anno si farà dietrofront. A organizzare un Capodanno
marciano-compatibile
provvederanno le categorie economiche della città – e per prima
l’Associazione Piazza San Marco
– che stanno prendendo accordi
con il regista delle cerimonie dei
Goran Bregovic
giochi olimpici di Torino Marco
Balich. Nell’attesa il dibattito sull’utilizzo della Piazza non si placa. Qualche settimana fa, infatti, l’arrivo di una Ferrari
rosso fuoco scaldò gli animi dei più rigidi difensori della
Piazza tranquilla. Per l’inaugurazione del nuovo negozio
di Maranello, infatti, la monoposto fu portata in Piazza
dove restò un paio d’ore come una star.
Ora tocca a Gilmour ma prima di avere il sì definitivo ci sono state lunghe trattative. Non a caso, prima dell’assenso, l’assessore al Patrimonio e ai Lavori Pubblici che coordina il Comitato che si occupa del coordinamento dei lavori e delle iniziative dell’area marciana, era
stato molto prudente. «Del concerto di Gilmour parleremo in quella sede – aveva detto – e poi decideremo, valutate tutte le circostanze». Valutate le circostanze, il concerto si farà.
Negli anni, del resto, la Piazza ha ospitato altre volte
concerti dal vivo ma tutti molto soft. Da Peter Gabriel a
Patti Smith, da Julio Iglesias a Goran Bregovic, da Vinicio Capossela a Paolo Conte. In molti di questi casi, senza
alcuna polemica, e con disagi ridotti al minimo. (m.p.)
not relented. In fact, just a couple of weeks ago, the arrival of
a fiery red Ferrari excited even the most staunch defenders of a
tranquil Square. The single-seater was the star in the Square
for a couple of hours for the inauguration of the new Maranello shop.
Now it is Gilmour’s turn, but it took considerable negotiations before it was confirmed. It was no coincidence that the
Councillor for Heritage and Public Works, who coordinates
the Committee that deals with the coordination of the works
and initiatives in the Marciana area was extremely cautious
before saying yes. «We shall discuss the Gilmour concert there
– he said – and then we shall decide, once all the circumstances have been evaluated». The circumstances were evaluated and
the concert is to be.
Furthermore, over the years the concert has staged other live
concerts, but they were all really «softº. From Peter Gabriel to
Patti Smith, Julio Iglesias to Goran Bregovic, Vinicio Capossela to Paolo Belli. In very many of these cases there was absolutely no controversy and any inconvenience was minimal. (m.p.)
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