IL GATTO CHE VALE UN NOBEL «VIVREMO IN CITTÀ PENSANTI»
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IL GATTO CHE VALE UN NOBEL «VIVREMO IN CITTÀ PENSANTI»
xte / società IL SECOLO XIX DOMENICA 28 OTTOBRE 2012 43 Il Festival della Scienza DALLA FISICA ALLE COSTRUZIONI IL GATTO CHE VALE UN NOBEL Marelli e il paradossso di Schröedinger: «La quantistica? Così è semplice» «VIVREMO IN CITTÀ PENSANTI» L’architetto Carlo Ratti del Mit «Le reti creano la qualità urbana» ELENA NIEDDU GIULIANO GALLETTA IL MISTERO della fisica quantistica è racchiuso in una scatola. Quella, per intenderci, in cui Ervin Schröedinger ha metaforicamente imprigionato un gatto, assieme a una boccetta di veleno. Un micio che è contemporaneamente vivo e morto o, almeno, lo è fino all’apertura del contenitore. Nessun maltrattamento, per carità: è solo un’immagine mentale usata da Schröedinger per prendere in giro la fisica quantisticaecheèdiventata invece l’emblema di una teoria sconvolgente. Ne parla Monica Marelli, fisica e divulgatrice scientifica, autrice di “C’era un gatto che non c’era” (Scienza Express) martedì alle 17.30 all’Informagiovani di Palazzo Ducale. Marelli, perché questo gatto è contemporaneamente vivo e morto? «Nell’esperimento mentale, il micio è chiusonellascatolaconunaboccettadiveleno che si può rompere oppure no: dipende dal decadimento degli atomi. Quindi, quando la scatola è chiusa, per la fisica quantistica, che non prevede, è sia vivo che morto». Perché la fisica quantistica non prevede? «Nella fisica classica, basata sulle idee di Newton, è tutto prevedibile: se io lancio un croccantino a un gatto, tanto per restare in tema, posso sapere quando atterrerà. La fisica quantistica guarda invece il micromondo degli elettroni, dove le regole classiche non valgono più. In questo è sconvolgente: ogni oggetto che usiamo - la penna, il computer è fatto di molecole che, nel loro insieme si comportano secondo le regole della fisica classica. Ma nel piccolissimo, quando ci facciamo noi grandi come gli elettroni, tutto cambia». Qualcuno ha detto che la questione del gatto di Schröedinger è mal posta. «Perché mischia il macro mondo, cioè il gatto, con il micro mondo, cioè gli atomi. Ma anche qui, va detto, non esiste un limite preciso fra grande e piccolo mondo». Apre, quindi, delle questioni filosofiche? «Certo. È collegato al libero arbitrio, al determinismo: dimostra che non è prevedibile ciò che succede». Ad esempio: un elettrone CARLORatti,41anni,architetto e ingegnere, insegna al Mit di Boston, dove dirige il Senseable City Lab, da lui fondato nel 2004. Parlerà al Festival oggi alle 17,30 nel salone del Minor consiglio di Palazzo Ducale sul tema “La città del futuro”. Professore che cos’è la città intelligente? «Quanto sta accadendo a livello urbano è simile a ciò che è accaduto vent’anni fa nella Formula 1. Fino ad allora il successo su un circuito era attribuito principalmente alla meccanica dell’auto e alle capacità del pilota. Poi si è sviluppata la telemetria. L’auto è stata trasformata in un computer monitorato in tempo reale da migliaia di sensori, diventando “intelligente” e più flessibile nel rispondere alle condizioni di gara». E nelle città? «Negliultimidiecianniletecnologiedigitali hanno preso piede nelle nostre città, formando la struttura portante di infrastrutture intelligenti a larga scala. Fibre ottiche a banda larga e reti di telecomunicazione senza fili supportano cellulari, smartphone e tablet che sono sempre più alla portata di tutti». Tutto questo migliora la nostra qualità della vita? «Le risposte per migliorare il nostro lifestyle nascono proprio dallo studio delle città stesse. Infatti, attraverso le reti, il digitale e i sensori, le città di oggi ci parlano, fornendoci continuamente dati da elaborare ed incrociare. Le informazioni ottenute da queste analisi possono avere infinite applicazioni: dalla riduzione dei consumi energetici, allo snellimentodeltraffico,finoalmiglioramentodella raccolta e dello smaltimento dei rifiuti», Lenuovetecnologiepossonoaiutareanche nella progettazione o nel recupero di città o quartieri? «Certo,soprattuttoinItalia.Inunanazione in cui la popolazione non cresce e gli standard abitativinoncambianononsipuòpiùpensare a espandere le aree urbane come nel secolo scorso: oltre a consumare inutilmente territorio vergine, greenfield come si dice in inglese, ciò si traduce inevitabilmente nello svuotamento delle aree già edificate, esponendole al rischio del degrado. Importante sarà invece valorizzare il patrimonio esistente, correg- Il gatto di Schröedinger, vivo e morto può essere in due stati energetici diversi nellostessomomento,finchénonvadoadisturbarlo, cioè a misurarlo. Allora la funzione d’onda collassa e l’elettrone occuperà uno stato solo». C’è chi ha vinto il Nobel grazie a questo super gatto. «È vero. Uno dei due premiati, lo scienziato francese Serge Haroche ha realizzato proprio il gatto di Schröedinger, ma al posto del micio ha intrappolato dei fotoni, cioè dei “grani” indivisibili di luce». Perché ha scelto di scrivere per rendere la fisica comprensibile a tutti? «Quandopreparavolatesidilaurea,misono detta: “Voglio scrivere per raccontare come è bella la fisica”. In Italia la scienza è vissuta come una materia ostica: siamo grandi letterati, esperti di diritto. Nei Paesi anglosassoni è diverso: la cultura scientifica è più radicata. E poi, la scienza non viene vista quasi mai in positivo: la chimica è associata all’inquinamento,lafisicaallabombaatomica e non alle possibilità offerte, ad esempio da una Tac, nella diagnosi precoce dei tumori». Ma la fisica è dappertutto? «È ovunque. Quando camminiamo sfruttiamo l’attrito, quando cuciniamo le leggi della termodinamica. E c’è della scienza anche nel mascara». Nel mascara? «Come faremmo ad avere gli occhi da cerbiatta senza i polimeri? Sono loro a incurvare le nostre ciglia». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Da fare e da vedere LA FORZA DEI CURIOSI Luigi Luca Cavalli Sforza, uno dei più grandi genetisti al mondo, racconta la sua carriera in una conversazione con il figlio Francesco. Alle 11 a Palazzo Ducale. La prenotazione è consigliata SCIENZIATI DEL CAVOLO Il cavolo romano è un bravo matematico, i broccoli sono oncologi, il cavolo rosso è un chimico. Dieci varietà di cavolo fatte a fettine e spiegate da botanici, nutrizionisti, agronomi e biologi molecolari. Alle Cisterne del Ducale, oggi dalle 9.15 alle 17 GALILEO VS. KEPLERO L’astrofisico JeanPierre Luminet confronta due giganti della scienza: Galileo Galilei e Johann Kepler: chi era più creativo dei due? Alle 16 a Palazzo Ducale nella Sala del Maggior Consiglio LABORATORIO VULCANICO La città intelligente vista da Carlo Ratti gendo gli errori urbanistici del secolo scorso e usando le nuove tecnologie». Faccia un esempio. «Il traffico: abbiamo già auto che si guidano da sole o reti che ci permettono di non sprecare tempo e benzina alla ricerca di un parcheggio.Moltideiproblemisipotrebberorisolvere utilizzando meglio le infrastrutture che già esistono. Con meno asfalto e più silicio». La crisi ci spinge a nuovi comportamenti, dal Car-sharing al cohousing, si va verso una “città condivisa”? «Fin da 7000 anni fa, quando sono nate le città la condivisione è stata uno dei principi di basedellavitaurbana.Èpropriolacondivisione il collante che ci spingere a vivere insieme, facendo sì che il tutto sia superiore alla somma delle singole parti. Oggi le reti permettono nuovi modelli di condivisione, più accessibili e veloci». Quali città per mobilità, architetture, scelte urbanistiche, promuovono lo spirito della comunità? «Con il progetto “New urban mechanics”, ad esempio, il sindaco di Boston ha lanciato una campagna per incentivare l´attivismo concreto dei singoli, promossi a “meccanici della città”. Al progetto fanno capo le app sviluppate per aiutare a segnalare i disagi e per mettere in contatto famiglie e insegnanti. Invece di investire in progetti faraonici, le amministrazioni possono limitarsi a creare nuove piattaforme per i cittadini e a intervenire soprattutto per rimuovere gli ostacoli che limitano l’innovazione urbana». [email protected] Impariamo a leggere le rocce vulcaniche dell’Etna: ossidiana e pomici raccontano una storia e ci aiutano ad esplorare un mondo lontanissimo e impervio. Alla Città dei Bambini e dei Ragazzi, Magazzini del Cotone, dalle 10 alle 18 CATTEDRALE DI TURING George Dyson racconta la vita di Alan Turing, l’uomo che ha pensato per primo la macchina virtuale: di fatto, ha aperto la strada verso la realizzazione del computer. A Palazzo Ducale alle 18 CSI: CHILDREN SCIENCE Bastano tre frutti per caricare un lettore Mp3. Come? Lo si scopre nel laboratorio “Csi: Children Science Investigation”: investigatori novelli di una materia beffarda e imprevedibile. Alla Biblioteca De Amicis oggi dalle 9 alle 18 ALLE PORTE DEL CIELO Lisa Randall fa il punto sulla scienza moderna: il pubblico viene guidato attraverso le principali scoperte. Si parla di rischio, creatività e incertezza in tutti i campi del sapere. A Palazzo Ducale, nella Sala del Maggior Consiglio, alle 21 © RIPRODUZIONE RISERVATA BIMBI IN FORMA SCRIVERE A: BIMBI IN FORMA Il Secolo XIX, piazza Piccapietra 21 16121 Genova - Fax 010 5388426 dottor ALBERTO FERRANDO - [email protected] IL LATTE È IMPORTANTE LA MAMMA DI PIÙ Sto aspettando un bambino e mi hanno già detto che probabilmente non potrò allattarlo al seno. Mi può indicare come comportarmi per allattare con il biberon? LETTERA FIRMATA e-mail Non mi spiega il motivo per cui non può allattare. Contatti il pediatra prima della nascita del bambino e si accerti con lui, il suo medico e il ginecologo se davvero non può. Può chiedere anche la consulenza della lega dell’allattamento al seno e dell’Unicef. Se non può comunque, ricordi che la cosa che un bambino deve avere, ed è la più importante, è una mamma serena, qualsiasi sia la forma di allattamento. Quindi prima di tutto si prepari ad accogliere il suo bimbo tra le braccia, concentrandosi quando gli offre il biberon, non perché sta soddisfacendo il suo bisogno di fame ma perché ha il piacere di prendersi cura di lui anche quando mangia. chi vuole e se vuole. Provi a insegnargli che deve divertirsi con gli altri e che, se impresta un gioco, poi gli viene restituito. LA GELOSIA PER I GIOCATTOLI Mio figlio è molto geloso dei suoi giochi. Non tocca quelli degli altri bambini però non vuole che gli altri prendano i suoi. Questo lo porta a isolarsi e a litigare spesso. Io lo sgrido e lui piange. Come posso fare? LETTERA FIRMATA e-mail Non è l’atteggiamento di suo figlio sbagliato, ma quello degli altri bambini. Insegnare il rispetto per le cose degli altri è una forma di educazione, i bambini spesso prendono i giochi degli altri un po’ perché sono abituati all’asilo, ove tutto è di tutti, e un po’ perché non hanno sviluppato il senso della proprietà, cosa che invece ha suo figlio. Non sgridi suo figlio per questo, cerchi di aiutarlo a prestare magari alcune cose che però deve scegliere lui, a LA PAURA DEL DOTTORE Mio figlio di due anni è terrorizzato dal suo pediatra. Per me è sempre un’ansia, mi dispiace cambiare medico perché ho fiducia in lui ma non so più cosa fare. Ho provato a dire al bimbo che dopo gli comprerò un gioco, ma è tutto inutile. LETTERA FIRMATA e-mail Provi a portare il bambino nello studio medico per fargli conoscere l’ambiente senza farlo visitare. Dopo sarà più facile fargli prendere confidenza con il suo medico. Può anche portare un gioco e farglielo dare dal medico. Provi e non si arrenda subito, vedrà che pian piano il bambino si abituerà e non piangerà più. Il promettere un gioco non è la soluzione ideale, perché i bambini sanno sempre come “fregarci”.