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INTRODUZIONE Tre è il numero chiave che serve per entrare nel mondo del nostro giornalino. Le tre strade che abbiamo percorso sono quelle del racconto, della poesia e della filosofia. Queste strade nascono dalla nostra mente e ci permettono di immaginare, fantasticare e pensare, ma vengono anche dal cuore che ci permette di sentire. Le tre strade sono diverse, ma possono anche incontrarsi perché si può pensare poeticamente e anche raccontando, così come si può raccontare pensando e occuparsi di cose scientifiche in modo poetico. Tre sono anche i modi in cui abbiamo scritto i nostri testi: collettivo, di gruppo, individuale. Per scrivere i racconti abbiamo usato il sistema delle frasi composte con i bigliettini che ognuno nel gruppo ha scritto di nascosto agli altri e sono venute fuori delle combinazioni veramente strane e divertenti. Per scrivere i nostri pensieri filosofici siamo partiti dal “Libro dei grandi contrari filosofici”. Per continuare col numero tre, speriamo che i lettori leggano almeno tre volte i nostri testi. AUGURI DI BUONA LETTURA DA PARTE DI: UN ERMELLINO BALLA SOTTOTERRA Guerra polare per la Liberazione animale C’era una volta un ermellino che era sempre cacciato per la sua pelliccia tanto desiderata dalle signore “sciccherose” e dai giudici che erano ingiusti verso lui e i suoi fratelli. Il nostro ermellino, che si chiamava Giovannino, finora era sempre sfuggito ai cacciatori, ma un brutto giorno fu catturato con una rete. Un furetto aveva visto tutto e lo seguì. Quando il criminale fu distratto dalla vista di un altro animale,il furetto rosicchiò la rete e così lo salvò. L’ermellino e il suo salvatore fecero amicizia e Giovannino portò il suo nuovo amico nella sua tana segreta che non aveva mai fatto vedere a nessuno. Vicino alla tana trovarono uno scivolo sconosciuto, ci salirono e scesero fino a che arrivarono ad una roccia dove era incastrato un compact disc con una musica da ballo che suonava anche senza il lettore, perché aveva una custodia magica. I due animali rimasero incantati da quella musica rock travolgente, infatti il compact era in una roccia. Invitarono tanti amici e fecero una gara di ballo. Vinse un’ermellina molto carina e Giovannino si innamorò di lei a vista d’occhio. Si sposarono dopo poco tempo e fecero il viaggio di nozze al Polo Nord: erano felici di trovarsi in un posto bianco come loro. Ma un giorno videro degli umani disumani che volevano ammazzare dei cuccioli di foca per impellicciare le solite signore “sciccherose”. I due sposi chiamarono in soccorso tutta la popolazione animale del Polo Nord e del Polo Sud e formarono un grande esercito che iniziò la grande battaglia polare per la liberazione animalesca. I pinguini prendevano a schiaffi i cacciatori, gli orsi gli riscaldavano il sedere con i calci, i trichechi facevano le punture “culari” con le loro siringhe naturali. Alla fine ci fu la vittoria dell’esercito animale e i poveri cuccioli indifesi furono restituiti alle loro mamme. Una foca fece vedere a tutti un passaggio segreto che portava sottoterra, gli animali che avevano vinto la battaglia e quelli liberati andarono nel corridoio sotterraneo. Giovannino si ricordò del cd che aveva trovato, lo mise in funzione e cominciò a ballare. Tutti si unirono al ballo per festeggiare la vittoria contro gli umani disumani che non potevano più accontentare i giudici e le famose signore. La festa durò a lungo perché l’evento da celebrare era proprio speciale e fu ripetuta ogni anno per ricordare l’anniversario. Uno di quegli anni noi andammo in viaggio al Polo Nord e sentimmo dei suoni molto forti che provenivano dall’interno della superficie gelata. Scavammo un buco nel ghiaccio e vedemmo con grande gioia Giovannino e tutti i suoi amici della nostra storia. Quando seppero chi eravamo, ci ringraziarono per averli creati e avergli fatto vivere quella bella avventura della liberazione animale. UN CANE CAVALCA NELLO SPAZIO DOVE VOLANO I CANI C’era una volta un cane di nome Gino che aveva una ferita ad una zampa. Il suo padrone lo trattava male con le frustate perché non gli serviva più per andare a caccia. Un giorno il cane scappò e, dopo tanto cammino faticoso, incontrò un cavallo; gli chiese come si chiamava e lui rispose che il suo nome era Arcobaleno. Poi il cavallo chiese al cane: - Sai mantenere un segreto? Io sono un cavallo alato ma le ali le tengo nascoste sotto il pelo, se no mi portano al circo e mi usano come uno schiavo da divertimento. Io non voglio essere usato per fare soldi con gli spettatori, voglio essere libero. Il giorno dopo Arcobaleno chiese a Gino: - Vorresti venire con me a fare un bel viaggio nello spazio? -Quando si parte? - Ora! Il cane montò sulla groppa del cavallo arcobalenato. Dopo un po’ di volo nello spazio videro un pianeta, vollero sapere di che cosa si trattava e così atterrarono. Era un pianeta deserto, scorsero un cartello dove c’era scritto che se urlavi A, B, C, D, E….! qualcosa sarebbe comparso. I due amici provarono e vennero tantissimi insetti di tutti i tipi, fra questi anche la zanzara anofele che trasmette la malattia della malaria. Scapparono da quel pianeta e, volando volando, incontrarono degli angeli che chiesero al cavallo e al cavaliere se volevano avere una casa nel cielo, loro risposero di sì. Ma all’improvviso gli angeli scomparvero e Gino e Arcobaleno non li videro più. Ripresero il volo tristi e trovarono un altro pianeta che era l’inferno, quando scesero videro gli angeli che erano stati rapiti dai diavoli. Si nascosero dietro delle rocce e a un certo punto si accorsero che il re dei diavoli si era addormentato nel suo letto di fuoco, con un cuscino di carbone che gli reggeva la testa. I due amici approfittarono del sonno del diavolo per sciogliere gli angeli legati ad un palo e con un coltello ammazzarono il diavolo. Nel cielo si videro volare gli angeli liberati e un cane in groppa ad un cavallo alato; dopo un lungo viaggio arrivarono in Paradiso. Gli angeli portarono Gino e Arcobaleno nella casa promessa : una meraviglia! Era fatta di foglie rampicanti con un soffitto di raggi di luce splendente legati insieme, i letti erano soffici come nuvole e le coperte colorate come l’arcobaleno, la doccia era una nuvoletta che quando la toccavi faceva scendere l’acqua. Il cavallo era felice di stare in quel mondo aereo e celeste, perché nessuno lo poteva possedere ed era libero di fare quello che voleva: soprattutto aprire le ali e volare volare finché non era stanco e poteva riposarsi sopra una nuvola. Il cane era ormai guarito ma non c’era più nessuno che lo costringesse ad andare a caccia. UN CONIGLIO INCARTA NEL MARE IL CONIGLIO ANFIBIO C’era una volta un coniglio che aveva un bellissimo manto marrone e due occhi celesti come il mare. Si chiamava Regalino Incartini perché aveva l’abitudine di preparare regali ben incartati che distribuiva agli amici e ai parenti. Un giorno, mentre stava incartando un regalo per suo cugino Francostino, gli venne in mente un’idea: andare per il mondo a fare doni a tutti gli animali e alle persone per fare diventare tutti felici e allegri e far tornare la pace dappertutto. Mentre andava dall’opossum e pensava a cosa regalargli, incontrò una “opassam” e la portò con sé. Quando arrivò dall’opossum e gli propose un regalo, egli rispose: - Non posso pensare a queste cose, sto cercando moglie. Allora Regalino disse: - Mentre venivo da te, ho incontrato una “opassam” e te l’ho portata perché pensavo che fosse la stagione degli amori. L’opossum chiese se poteva averla in sposa e il coniglio rispose: - Se vuole lei… I due si guardarono e si innamorarono, fecero “culino culino” ma si erano scordati che avevano la coda, così per sbaglio si legarono. Per fortuna erano innamorati e non si arrabbiarono per il fatto delle code legate; anzi, lo presero come un simbolo del loro legame d’amore. Per la prima volta il coniglio aveva fatto un regalo non incartato, ma era veramente bello lo stesso. Regalino Incartini riprese il suo viaggio e attraversò tante terre, distribuendo regali che tutti apprezzavano. Un giorno arrivò sulla riva del mare e venne un’onda che lo travolse facendolo finire in acqua. Quando si ritrovò nelle profondità di un mondo per lui sconosciuto, il coniglio vide tanti pesciolini color arcobaleno e si incantò nel vedere quella meraviglia intorno a sé. Ma proprio in quel momento arrivò uno squalo bianco che proveniva dagli abissi marini: era davvero affamato e stava per mangiare il nostro amico. A vederlo marrone, però, lo scambiò per un coniglio pasquale fatto di cioccolata, allora disse: - Non posso mangiarti, il polpo dentista mi ha detto che la cioccolata fa venire la carie ai miei dentini. Così il coniglio si salvò, pensò che il polpo fosse un animale proprio simpatico e decise di fargli un bel regalo. Nel mare non poteva usare la carta per fare le sue confezioni, allora gli venne in mente di incartare con le alghe e di chiudere i pacchi con gli anemoni marini. Al polpo, che aveva tante braccia, regalò dei pennelli e dei colori per dipingere velocemente i pesci grigi. Poi pensò anche agli altri e a un branco di pesci appena colorati regalò degli strumenti musicali per formare la band marina; da quel giorno gli abissi non furono più silenziosi, ma risuonavano a festa facendo UN PAPPAGALLO STRISCIA NEGLI ABISSI IL PAPPAGALLO PENSATORE C’era una volta un pappagallo di nome Crò Crò Ciaccini che viveva sugli alberi, ma non aveva da mangiare perché era povero e non aveva un lavoro. Un giorno si inventò un “lavoro”: fare le missioni nei pianeti sconosciuti e imparare a conoscere cose nuove. Andò su un pianeta chiamato Vulcanino perché c’era un piccolo vulcano che eruttava dolci e cioccolatini, poi faceva un ruttino. Il pappagallo era contento perché finalmente poteva mangiare e divorò tutti i cioccolatini, ma gli venne un’indigestione e vomitò in tutto lo spazio. Quando si fu ripreso volò su un altro pianeta che si chiamava Crocodillo; lì c’erano coccodrilli giganti che cercarono di ammazzarlo per poi mangiarselo. Il pappagallo, vedendo quei giganti, si spaventò e si nascose in una caverna. Nella caverna trovò un oggetto tondo con sopra un sigillo triangolare e si chiese: - Che cosa sarà? L’oggetto, che era magico, rispose: - Sono colui che potrà esaudire ogni tuo desiderio Crò Crò chiese di non essere mangiato dai coccodrilli, ma dopo un attimo quelli arrivarono all’ingresso della caverna. Il pappagallo pensò che quell’oggetto fosse un fanfarone e aveva paura di fare da colazione per quelle boccone. I coccodrilli però erano diventati giocherelloni. Giocarono un po’ “a palla” usando lui e poi lo lanciarono in aria insieme al suo oggetto magico. Il pappagallo proseguì il viaggio col suo nuovo amico. Arrivarono su un pianeta molto rumoroso che si chiamava Parloncino e a Crò Crò sembrò di essere arrivato in un mondo fatto apposta per lui. Gli abitanti di quel pianeta erano uomini con le ali e il becco che parlavano continuamente ricopiandosi fra di loro. Non dicevano mai delle cose pensate, perché le loro parole erano scollegate dal cervello. Il pappagallo fuggì da Parloncino perché c’era una vita troppo uguale alla sua e così si annoiava: lui invece voleva conoscere qualcosa di diverso. Il pappagallo viaggiatore non aveva trovato nello spazio un posto bello e nuovo dove gli piacesse fermarsi, allora pensò di andare sotto la superficie dell’oceano; per questo chiese all’oggetto magico di farlo diventare anfibio per poter respirare negli abissi marini. Quando fu trasformato scese in picchiata dall’azzurro del cielo e si precipitò nell’azzurro del mare. Laggiù vide delle specie di animali che non conosceva, era veramente un mondo fantastico e per lui nuovo. Ammirò moltissimo gli alberelli rossi che brillavano, i pesci con colori vivaci come quelli delle sue penne, le meduse che oscillavano come nuvolette marine, i polpi che eseguivano la danza delle mille braccia, le stelle marine che viaggiavano da uno scoglio all’altro regalando la loro bellezza. Tutto era bello ma quello che colpì di più Crò Crò fu il silenzio immenso e assoluto: per lui era una cosa veramente nuova che lo affascinava. Tutte le creature marine non usavano le parole ma avevano il cervello per pensare e comunicavano fra di loro leggendosi nella mente. Crò Crò le osservò attentamente e piano piano imparò a fare a meno delle parole e ad usare il cervello, per questo fu accolto bene da tutti. Per spostarsi non volava più, ma strisciava negli abissi marini e diventò famoso come primo pappagallo strisciante e pensante della storia. ANDREA B., MATTEO, TOMMASO, LUCA. UN OROLOGIO MANGIA LE FOGLIE Gli orologi hanno Il cuore verde C’era una volta un povero orologio di nome Carlo che era stato cacciato dall’hotel dove lavorava perché suonava troppo presto e svegliava i clienti, allora andò per il mondo in cerca di fortuna. Un giorno arrivò a Fantamondo, un posto ricco di erbe, alberi e fiori. L’ambiente era bello ma Carlo era carnivoro e, quando vide che molti abitanti mangiavano le foglie, esclamò: - Stupide creature! Come fate a mangiare queste schifezze? Quando l’ebbero sentito, gli animali erbivori dissero: Chi è questo ingrato che abbiamo accolto in pace e ci offende? Distruggiamo la sua natura! Per questo lo “slancettarono” e lo “snumerarono”. Il povero orologio piangeva perché non poteva più segnare le ore, così si sentiva triste e inutile. Un giorno incontrò un mago di nome Mago Leopardino che lo vide mogio mogio e gli chiese: - Hai un problema? Carlo era nervoso e rispose di no. Ma Mago Leopardino disse: - Ti ho visto mentre ti levavano le lancette e i numeri e ora sei un oggetto vuoto, ci penserò io. Il mago fece un incantesimo e in un attimo l’orologio riebbe la sua natura completa; era molto contento e disse: - Grazie mille, non so come ringraziarti. Potresti anche fare smettere gli animali di essere arrabbiati con me? Il mago rispose: - Sì, ma mi devi promettere che non prenderai più in giro la natura di questo mondo e che sarai carnivoro ed erbivoro. L’orologio accettò e promise di restare per sempre nel bosco, così ci fu un altro miracolo e diventò amico degli animali: giocava con loro, faceva il cronometro per le loro gare di corsa, li svegliava all’ora giusta. Un giorno, però, gli venne la nostalgia della città, tradì la promessa e lasciò gli animali senza la sua compagnia e il suo aiuto. Quando incontrò i suoi amici orologi raccontò le sue avventure; loro rimasero affascinati da quel mondo verde e colorato tanto diverso dalla città rumorosa e chiesero a Carlo se poteva portarli a conoscere Fantamondo “di persona”. Subito cinquecentomila orologi si avviarono guidati da Carlo, formando un lunghissimo corteo ticchettante: tic tac, tic tac, tic tac…. UN PINGUINO SUONA LA BATTERIA LA MUSICA FA L’ UNIONE C’era una volta un pinguino di nome Johnny che viveva da solo; il suo sogno era suonare una batteria, ma era povero e non poteva comprarla. Un giorno d’estate andò sul monte Everest, sapete perché? Voleva consolarsi vedendo il panorama. La magnifica visione non bastò e il pinguino pensava sempre al suo sogno irrealizzato. La mattina dopo, però, incontrò un vecchio amico: un tricheco brontolone. Si salutarono e il pinguino gli spiegò perché era così triste. Il tricheco brontolone disse che gli poteva dare 1.178 euro, ma ad una condizione: non doveva dirlo a nessuno perché aveva detto a tutti che era povero. Ok- rispose il pinguino, che già pensava alla sua batteria che avrebbe acquistato il giorno dopo. Ma quando si svegliò la mattina si accorse che gli avevano rubato i soldi: era proprio disperato! Ad un certo punto sentì un rumore in cielo e vide un aereo che stava per precipitare e per salvarsi doveva sganciare del peso, sganciò 3.000.503 euro. Il pinguino si accorse che era diventato un milionario. Andò di corsa in un negozio di strumenti musicali che si trovava dentro un iceberg,vide la batteria e se la comprò subito. Riuscì a suonarla al primo tentativo e cominciò a fare degli spettacoli di musica pop, gli diedero tanti soldi e diventò molto più ricco di prima. Ad uno spettacolo incontrò un pinguino che suonava la chitarra e voleva fare i concerti con lui e così fu. La sera andarono in discoteca e piantarono le luci psichedeliche nel ghiaccio e si riflettevano perché il ghiaccio era trasparente. I pinguini ballarono al suono della canzone “Stevenen ligth” ed erano tutti contenti. Ad un certo punto arrivò la polizia comunale perché facevano troppo rumore e scapparono tutti, tranne i due musicisti che cantarono una canzone per i poliziotti e così li convinsero a non arrestare nessuno degli abitanti di quel bel posto. Johnny tornò a casa e dormì tranquillo e a lungo insieme al suo collega. Appena venne il sole fecero un bel concerto molto scatenato e saltavano tutti al ritmo della musica. All’improvviso cascò un meteorite che schiacciò cento pinguini, il nostro amico si spostò in tempo e si salvò. Arrivo l’ambulanza che portò i colpiti all’ospedale e furono salvati. Tutti si domandavano perché fosse cascato il meteorite: forse perché…chissà?.. Boh! Non si trovava il motivo. Un giorno scoprirono un indizio: delle impronte sul meteorite, di scintille. Quando il pinguino lo venne a sapere andò a vedere il meteorite. All’improvviso scoppiò e dentro c’era un complesso rock alieno che era invidioso del successo del pinguino ed era sceso sulla Terra per affermare la sua musica. Il collega batterista esclamò: - Il rock non morirà mai! UN OPOSSUM CANTA AL CENTRO DELLA TERRA AMAR CANTANDO C’era una volta un opossum di nome Guido che cantava molto bene, ma aveva paura di cantare davanti a tutti. Un giorno un suo amico di nome Fabio gli disse: -Vieni dal mio nonno Leandro, ti preparerà una tisana per la voce. Lui rispose di sì e la tisana gli migliorò il canto ma non gli diede il coraggio. L’indomani decise di andare a Gardaland e vide un gioco che si chiamava “Viaggio al centro della Terra”. Lo provò ma disse: - Non è realistico, non mi convince. Poi decise di andare davvero al centro della Terra. La mattina seguente preparò le valige e cominciò il suo viaggio. Cammina cammina, arrivò in una foresta tropicale dove incontrò un troll di nome Banco. Quel giorno era il suo compleanno e come torta desiderava un delizioso pasticcio di opossum. Guido, però, si mise a cantare saltellando qua e là. Il troll si incantò davanti all’opossum ascoltando la sua voce melodiosa e svenne dall’invidia. Guido scappò e si rese conto di aver cantato davanti a qualcuno, ma non aveva ancora il coraggio di cantare davanti a tutti. Durante i suoi viaggi un giorno trovò un albero parlante che stava per morire e gli disse che per poter sopravvivere aveva bisogno di due fiocchi di neve uguali identici; però era difficile trovarli, dato che era estate. L’opossum allora pensò di andarli a cercare al Polo Sud; cercò e ricercò finché non trovò una foca di nome Matas. Guido le spiegò il suo problema. Matas sapeva dove trovare i fiocchi e lo portò dove erano. Guido la ringraziò e torno dall’albero, gli fece mangiare i fiocchi di neve e l’albero ridiventò giovane…. Chiamò il suo amico con il telefono dell’albero e gli propose il viaggio, lui accettò. Prepararono le valige e andarono nella metro gigante che attraversava tutto il mondo sotterraneo. Arrivarono al centro della Terra, lì Guido superò la paura e decise di iniziare la sua carriera di cantante professionista. Scrisse delle canzoni molto belle e poi diede dei concerti a cui andavano in tanti opossum, fra quelli c’era anche la bellissima Antonella. Guido la sentì cantare e capì che era brava, così compose delle canzoni proprio per lei. Insieme incisero dei dischi e fecero concerti a New York, a Parigi, in Brasile, in Svezia…Diventarono così famosi che erano il re e la regina della musica che, partita dal centro della terra, si trasmetteva in tutto il mondo regalando gioia e armonia. Una volta vennero a sapere che c’era una gara di ballo e loro, che cantavano e ballavano in coppia, si allenarono per parteciparvi. Venne il gran giorno e andarono sul luogo della gara, ma venne rimandata perché ci fu un’invasione di falchi. UN TOPO BALLA NELLA LAVA FUOCO D’AMORE Un giorno un topo di nome Stunk stava in riva al mare, trovò una piroga e ci salì. Quando fu al largo, girando lo sguardo scorse un’isola che si chiamava Chos e lui, tutto curioso, cercò di avvicinarsi. Una volta arrivato sull’isola, vide subito una dolce topolina bellissima di nome Mina, e si innamorò a prima vista. Stunk decise di seguirla e le dedicò una bella poesia d’amore, eccola qui. AL MIO SOGNO D’AMORE Sei delicata come i petali di una rosa, sei dolce come il miele che mangio a colazione, sei un’illusione che ha mandato il cielo. Appena ti ho vista mi sono innamorato follemente. Sei la regina del mio cuore, sei la nuvola che il cielo ha portato per il mio profondo amore, sei la luce che illumina la via del mio cuore, sei l’immenso amore per me. Anche se tu non provi niente Ci sarà sempre un posto per te nel mio cuore STUNK La topolina vide il topo che la seguiva e gli chiese: -Chi sei? Perché mi stai seguendo? Stunk gli rispose:-I i i o no non ti ti sta stavo se se seguendo. Mina gli disse: -Vorresti venire a casa mia a bere il tè? Sì o no? Stunk rispose: -Sìììììììììì! I due topi si avviarono. Stunk voleva dire quello che provava per lei, ma non trovava il coraggio e allora la invitò a cena fuori la sera stessa, lei accettò. Una volta arrivati a cena parlavano e riparlavano un po’ di tutto e alla fine Stunk si rivelò a Mina. Lei lo baciò e disse che anche lui le piaceva, così si fidanzarono. UN GIAGUARO CANTA NELL’OLTRETOMBA UN CANTO CHE VIENE DA MOLTO LONTANO C’era una volta un giaguaro di nome Riccardo che viveva in una bella casa insieme alla sua padroncina Sibir; la sua era una vita serena e agiata. Una sera, però, vennero i ladri a casa sua e scassinarono tutto, portarono via anche i vestiti. La mattina dopo Sibir si alzò per vestirsi ma, prima di aprire l’armadio, si accorse di essere in mutande: le avevano rubato anche il pigiama che indossava! Aprì l’armadio e non trovò nulla da mettersi addosso, allora strillò: -Non voglio fare la miss mutanda!!! Urlò così forte che dovette arrivare l’autoambulanza perché ai vicini gli si erano spaccati i timpani. Anche la bambina si era “autostimpanata” e di conseguenza la portarono all’ospedale. A quel punto il giaguaro scappò dalla casa, ma dopo poche ore fu catturato dai proprietari dello zoo di Pistoia. Quando si ritrovò nella gabbia dello zoo non si sentiva a suo agio, perché lui era abituato ad essere un giaguaro ricco. Una sera riuscì a scappare e, dopo giorni e giorni che camminava, si ritrovò di fronte ad un castello di cioccolata che ogni giorno si raddoppiava di un piano. Riccardo venne attirato dalla cioccolata ed era così goloso che entrò dentro. Ma il castello dolcissimo gli riservò una sorpresa: vide il re del male, il suo nome era Jasonik. Il re malvagissimo chiamò i suoi schiavi che erano i mille “tartossi”, cattivissimi scheletri di tartaruga, poi ordinò di rinchiudere l’animale in una gabbia. Il giaguaro era impaurito, seguì il suo istinto e se ne scappò a gambe levate inseguito dai “tartossi”. Durante la fuga si ritrovò davanti ad una capanna, entrò dentro per essere al sicuro dai suoi inseguitori. Nel letto vide una persona (che in verità era un mostro), il nostro giaguaro era bravo e quindi toccò lo sconosciuto per aiutarlo ad alzarsi senza farlo cadere. Però fu Riccardo a cadere svenuto quando si accorse chi aveva veramente di fronte, il mostro invece si alzò. Mentre il giaguaro dormiva, il mostro chiamò i suoi due gemelli assassini che lo uccisero. Poi i due assassini presero il giaguaro e lo portarono al cimitero che si trovava davanti al loro castello. Dopo tre ore il giaguaro si risvegliò nell’oltretomba e non riusciva a controllare la sua voce che era sopravvissuta alla morte e cominciò a cantare con toni altissimi. Quelli che stavano nel mondo vivente sentirono la sua voce e si domandavano cosa fosse quel suono assordante ma bello. Quando lo scoprirono il giaguaro diventò famoso, fece un mucchio di compact disc che fluttuavano sopra le tombe e venivano venduti dalle persone morte al cimitero. UN DRAGO SALTA SULLE MONTAGNE L’ arcobaleno VIVENTE C’era una volta un drago di nome Ugo che giocava con i bambini e badava ai più piccini. Un giorno fece una gita in montagna, andò in un rifugio dentro una caverna e trovò una mappa che indicava il percorso per andare in un mondo meraviglioso. Il drago partì con la mappa in cerca del mondo incantato ma non trovava niente di bello e interessante. Infine si accorse che teneva la mappa in un senso sbagliato e non riusciva a trovare la direzione giusta. Finalmente ci riuscì e seguì tutte le indicazioni della mappa. Quando fu arrivato nel posto che cercava non vedeva niente e capì che forse ci voleva una parola magica; lui, però, non la conosceva ed era disperato per aver fatto quel viaggio per nulla. Siccome aveva camminato tanto, gli era venuta una grande sete e cercò da bere. Trovò una cascata e la bevve tutta, ma gli cascò una goccia d’acqua sopra la mappa e comparve una parola: REJQUASA. Il drago la pronunciò e si aprì un portale: il mondo meraviglioso e incantato era davanti ai suoi occhi, ancora più bello di come se lo era immaginato. Vide delle creature fantastiche che non capivano se era un Dio oppure un triceratopo: nessuno prima di lui aveva visitato quel luogo. Ugo chiese alle creature fantastiche se poteva dormire lì perché era stanco e loro risposero di sì, anche perché avevano paura che rispondendo di no le avrebbe uccise. Dopo aver dormito il drago andò dentro un lago di oro liquido; trovò un luccio gigantesco di venti metri e nove decimetri e lo prese con un mignolo. Le creature lo portarono in un palazzo dove c’era tantissimo oro, lì trovò un’altra mappa che portava in una città. Seguì la mappa e trovò tanti bambini, giocò un po’ con loro e poi disse che aveva scoperto un mondo meraviglioso e voleva farglielo conoscere. I bambini chiesero ai genitori se potevano andare con il drago e loro risposero di sì. Allora Ugo accompagnò i bambini in un lungo viaggio e affrontarono mille pericoli: pescicani, tigri, leoni, uomini primitivi, dinosauri, mostri, maestri…Riuscirono a superarli tutti e finalmente arrivarono sulla montagna dove c’era il passaggio meraviglioso. Quando entrarono, tutti i bambini si stupirono tantissimo perché davanti a loro apparvero cani liberi e non incatenati, persone stranissime come alieni ma gentili, cieli variopinti, fiori che non appassivano mai, scuole divertenti dove si imparava moltissimo, stelle cadenti che cadevano e poi risalivano in cielo, luna park grandissimi e gratuiti e tante altre meraviglie. I bambini cominciarono a fare salti di gioia così alti che fecero il record mondiale di salto in alto. UN TELEVISORE DORME SULLE STELLE UN CANTO LIBERO RISUONA NELL’UNIVERSO C’era una volta un televisore arricchito da tanti cartoni animati che facevano la gioia dei bambini. Però un giorno i grandi di casa erano stanchi di vedere sempre cartoni e mai il telegiornale, così lo buttarono nella spazzatura. Il giorno dopo vide un signore con la mongolfiera e gli chiese: - Che cosa fai? Il signore rispose: - Sto facendo un viaggio di ottanta giorni in giro per il mondo, vuoi venire con me? Il televisore accettò l’invito tutto contento e il signore prima di partire andò a fare il rifornimento di cibo per il viaggio. Quando fu tutto pronto la mongolfiera partì, alzandosi nel cielo come una giovane aquila. Dall’alto il televisore vide i prati verdi, i fiorellini, il sole e delle persone. Lui non aveva mai visto nulla, perché era abituato ad essere solo guardato, ora invece poteva vedere e provava una grande meraviglia. Si sentiva importante e libero, perché finalmente aveva una vera vita emozionante. Quando arrivarono in Spagna vide signore bellissime che ballavano il flamenco. In Inghilterra visitò musei meravigliosi dove c’erano statue antichissime e quadri stupendi. In Cina vide la grande muraglia che come un serpente infinito attraversava montagne e pianure. In Australia ammirò i canguri che saltavano liberi e allegri e un bel mare grande e azzurro. Alla fine degli ottanta giorni aveva visto tutto il mondo, ma era sempre curioso di conoscere cose nuove e pregò il signore di portarlo nello spazio. Il signore accettò la richiesta e così il televisore fece il giro di tutti i pianeti. Da lassù vedeva la Terra come una piccola arancia blu e pensava: - Gli umani credono di essere i re dell’universo e invece vivono su una pallina da niente che si perde nell’immensità infinita. Il televisore provava la gioia per quel lungo viaggio che gli aveva permesso di non essere più uno schiavo degli umani, ma un essere libero che poteva esprimere le sue emozioni, allora si mise a ballare e a cantare. Le stagioni della scuola DAI FENONENI ALLA POESIA autunno CADONO LE FOGLIE Piccole barche colorate lasciano sfinite il grigio mare del cielo naufragando sulla terra. CADONO LE FOGLIE ANIMALI IN LETARGO CASTAGNE IN TERRA Comincia il lungo sonno delle creature letargiche nelle buie case offerte da madre natura. Dalle case spinose sgusciano fuori le future mondine allegre e scoppiettanti. SOFFIA IL VENTO LA RACCOLTA DELLE OLIVE Un grande fiume invisibile scorre veloce e impetuoso fra le rocce celesti sospese nel vuoto celeste Dai retati tappeti le mani accolgono l’amicizia di tante creature di pace. Piccoli fantasmi colorati discendono dalle case stanche e attorcigliate. PIOVE SPESSO SOFFIA FORTE IL VENTO I morti che sono in cielo piangono tristemente ripensando agli anni ruggenti passati nel mondo da viventi. Un immenso corpo trasparente si muove rapido e furioso per le vie celesti. RICOMINCIA LA SCUOLA FA BUIO PRESTO I piccoli abitanti ritornano nella casa della conoscenza aprono le porte della mente. Le stelle della notte rinchiudono il sole in una sfera buia e liberano la sorella luna. GLI UCCELLI MIGRANO LA SPIAGGIA DESERTA Piccoli aerei viventi viaggiano verso altri cieli, dalle buone frecce d’oro del luminoso re del cielo. Non più fiori variopinti ma un’arida distesa grigia come la malinconia che penetra nel cuore. INVERNO CADE LA NEVE CADE LA NEVE Diamanti danzanti, offerti dal cielo freddo nuvoloso e leggero, si posano sulla terra come una fantastica farina che nutre la voglia di bellezza. Infinite stelline bianche col cuore luccicante, inviate dalle nuvolette infreddolite strette strette, scendono a coprire la terra bianca distesa silenziosa e imbiancata. SI FORMA IL GHIACCIO L’ACQUA SI GHIACCIA Frecce, spade, lance figlie della buona acqua che dalle montagne scende. Armi disarmate colpiscono gli occhi ed entrano nei cuori donandoci una meraviglia trasparente e scintillante. Aggrappato alle rocce nasce un mondo fantastico gelido e trasparente: farfalle e pesci uccelli e serpenti come piccole cascate immobili e splendenti vivono la breve vita di un solo inverno. IL VENTO FREDDO GLI ALBERI SPOGLI Il furioso fiume trasparente strappa le bianche lenzuola dal loro letto celeste. L’aria fredda e chiara con mani invisibili ci picchia sulla pelle ma ci apre gli occhi sulla luminosità di un mondo che si mostra splendente. Tristi uomini sconsolati con braccia nude infreddolite aspettano la consolazione delle gemme nascenti: promessa di fiori colorati e della verde vita che sempre rinasce. IL MARE D’INVERNO IL PAESAGGIO RICOPERTO DI BRINA Il grande corpo d’acqua sente nel cuore profondo la pace e la tranquillità della solitudine invernale, ma qualcosa gli manca: il solletico dei piccoli umani sulla pelle azzurra che regala gioiose emozioni alla sua anima liquida e trasparente. Una melodia bianca e silenziosa scende dal cuore freddo del cielo, attraversa le vie nere della notte appena illuminate dalle lucciole (stellari. All’alba finisce il suo viaggio sulla terra che si risveglia e la ricopre di ricami luccicanti: vestito candido da principessa donato dal re dell’infinito bianco. FIORISCONO LE MIMOSE ANIMALI IN LETARGO Perline luminose fluttuano nell’aria fredda, macchie di colore nella stagione grigia. Dormono le tartarughe nella casa sotterranea non più lente ma immobili, statue corazzate che pensano al risveglio fiorito di primavera. Profumi intensi che sanno di primavera: il tempo dei fratelli fiori che non conosceranno mai. Dormono i serpenti, piccoli fiumi infreddoliti nei bui letti, sotto coperte di terra che li riscaldano nel duro inverno. PRIMAVERA VENTO DI PRIMAVERA TORNANO GLI UCCELLI Un corpo fatto di niente scivola nell’azzurro, con voce invisibile ci parla delle sue emozioni nell’incontro con i profumi che si liberano nell’aria. Accarezza dolcemente le creature terrestri che si risvegliano dal sonno e sorridono al sole non più lontano. Aeroplanini naturali sfrecciano pacifici per le vie celesti dove il sereno vince l’oscurità guerriera delle metalliche macchine costruite per la morte. LA NATURA SI RISVEGLIA ALBERI FIORITI La felice rottura di mille arcobaleni dona frammenti multicolori agli alberi spogliati dal rigido inverno. I volti colorati sorridono al mondo in attesa di morire per far nascere i buoni frutti che ci nutrono. La grande madre si toglie il velo grigio e arido, apre le infinite braccia per liberare le sue creature che donano al mondo la bellezza necessaria agli uomini che l’amano ma inutile per i cuori chiusi e spenti. I CANTI DEGLI UCCELLI PRATI FIORITI Strumenti viventi che hanno suonato nei cieli caldi di terre lontane e diverse ritornano a darci la gioia di una musica naturale che fa cantare la terra ballare le sue creature. Occhiolini multicolori dell’immensa faccia verde della madre terra si aprono emozionati alla visione del padre celeste che dona ai suoi piccoli l’acqua che nutre, le frecce luminose che riscaldano, la grande mano trasparente che accarezza LE LUCCIOLE Minuscole stelline, regalate dal Dio del cielo per illuminare da vicino, vagano nel cuore della sera come lanterne naturali che rischiarano i sentieri ai piccoli animali nei verdi mari terrestri oscurati dall’onda della notte Testi collettivi classe3^b TANTE ORE DI LUCE Palla di fuoco che giocava più a lungo in luoghi lontani, lasciandoci poche risorse della sua grande luce, è tornata a consolarci. I suoi raggi luminosi ci riscaldano dentro, ci liberano dalle gabbie di grigio cemento, fanno esplodere d’allegria i nostri cuori che corrono negli spazi aperti della natura colorata. Testi collettivi classe 3^A LA NATURA SIAMO NOI Io sono un fiocco luminoso sospeso nell’alto blu della notte, sono parente di palla di fuoco. Da quassù illumino la mela terrestre osservo quello che accade. Vedo le persone cattive che vogliono mangiarsela tutta lasciano soltanto i noccioli. Io vorrei che la mela fosse un nutrimento per tutti, vedere tanti visi contenti dove brilla la luce che assomiglia al mio cuore. IO SONO UNA STELLA. RACHELE Io sono il big bang, un’esplosione gigante che distrugge e crea, nessuno resiste a me Sono una gigantesca palla di cannone esplosiva e infuocata che vaga nell’universo circondata da stelle che non smettono di brillare. MANUEL Io sono il vulcano: sbuffo dalla bocca vapore e massi infuocati distruggo case ed edifici. Spargo terrore fra la gente gli animali cercano la fuga ma nessuno si può salvare, incenerisco tutto con la lava bollente io sono il vulcano. ADRIANO Io sono il sole: abbaglio il mio pianetino, sto fermo e lui mi corre intorno senza pausa anche quando sparisco nel nulla fino al risveglio dell’alba Io sono il sole: luccicante pietra preziosa con molte braccia, raggi splendenti che abbagliano gli occhi, riscaldano di gioia i cuori dei bambini e danno vita all’erba. GIACOMO Io sono il vento frusciante fra le foglie, spazzino del cielo. Quando brilla il sole sono una carezza lieve ma se voglio accompagno il terribile uragano. Io sono una viaggiatrice, vago felice nel cielo quando il sole se ne va. Piango di gioia e le mie lacrime diventano la pioggia che disseta la natura. Di notte vago fra le case spensierato e senza limiti. Nasco nelle giornate d’inverno nelle calde giornate d’estate muoio ma so benissimo che sempre rinascerò. BEATRICE C. Io sono triste quando viene l’arcobaleno a mostrare la bellezza del cielo sereno con la sua luce crudele che mi cancella dal cielo e io sparisco sconsolata senza lacrime da versare. IO SONO LA NUVOLA. FRANCESCA Io sono il mare, faccio un regalo ai bambini: li faccio entrare nel mio cuore azzurro per tuffarsi nella felicità. Io sono il mare pulito e calmo agitato e sporco contento e triste: non sono solo acqua, sono anche un vivente con un’anima che sente. Io sono il mare, nel mio fondale vivono pesci colorati e alghe, piccole luci animali che brillano nel profondo blu. SILVIA Io sono il grano, nutro le persone con i miei chicchi che quando provano la morte bianca danno vita. Io sono il grano, mi diverte quando il vento mi fa ondeggiare come un mare dorato abitato dai gioielli rossi regalati dalla madre terra. VIRGINIA Il vento che soffia sulle onde del mare mi porta alla riva. Una bambina mi prende, mi accosta all’orecchio e sente la mia musica dolce e calma: il canto antico delle acque dove vivo. La bambina mi fa riposare sulla sabbia asciutta e ricomincio a cantare. Lei sente ancora quella dolce musica che le trasmette l’energia e l’entusiasmo per ballare la danza classica e anch’io mi metto a ballare. IO SONO LA CONCHIGLIA. SANDY Io faccio venire Il cielo sereno, do la felicità ai bambini e li faccio divertire, illumino la terra e gli altri pianeti. Io sono al centro dell’infinito spazio lontano dalla terra, ma faccio nascere i fiori, nutro le piante dai buoni frutti, faccio brillare le onde del mare e accendo le ultime fiamme prima del sonno notturno. IO SONO IL SOLE. NICOLA L. Io sono il sole, illumino e trasmetto energia per far vivere tutto sulla mia amica terra. Io sono l’universo nero e infinito nel buio dell’inferno maledetto e potente. Io sono il sole, la notte mi riposo sotto le grandi coperte dell’oscurità immensa. Mi risveglio al mattino bello carico e pronto per un altro giorno energetico e luminoso. TOMMASO Io sono l’universo, un grande corpo spaziale fermo e silenzioso illuminato dalle stelle e dai miei figli pianeti colorati e splendenti LUCA Io sono una stella, vago nell’immenso cielo in un viaggio infinito con la mia sorella luna e gioco con lei se mi annoio. Io sono una stella, quando arriva l’alba muoio, alla sera risorgo luminosa come sempre. Io sono una stella, dall’alto vedo una pallina dove minuscoli tesserini corrono di qua e di là: ma che faranno? CHIARA Io sono la montagna: sulla mia testa tengo un cappello di neve, le mie braccia sono immensi boschi di abeti, ai piedi sento la frescura del ruscello che scorre in mezzo ai prati verdi. Dall’alto osservo tutto, sono il divertimento degli alpinisti e realizzo i sogni più belli di chi mi viene a scalare, nella notte oscura anch’io sogno con la mia amica luna. NICOLA P. Io sono una stella, quando scendono le immense tenebre la mia grande luce sembra una briciola agli occhi lontani degli uomini. Io sono una stella, figlia della palla infuocata e della delicata luna. Di giorno saluto quel pianeta pieno di vita che cammina su se stesso illuminato e riscaldato da mio padre. Io sono una stella, un fiore luccicante nell’immenso giardino illuminato di notte dai petali splendenti miei e delle sorelle. SOFIA Io sono la lava, malvagio serpente infuocato divoro tutto quello che trovo, disintegro le distese fatte di fili strani, poi torno nella mia camera buia e rotonda a riposare prima di un’altra distruzione. Alla fine del ciclo il cono mio padrone mi rinchiude in una caverna oscura dove rimango senza bruciare, triste per non scatenare il mio corpo infuocato. ANDREA B. Io vago nello spazio, sono una roccia infuocata che a sera atterra su un pianeta ma non ho una meta e provoco esplosioni in tutto lo spazio. Nessuno mi può fermare: sono un razzo, precipito, distruggo, vado più veloce della luce, accendo il vuoto. Appena colpisco un pianeta per lui è la fine, sono il più forte di tutto l’universo: IO SONO L’ASTEROIDE. ANDREA P. Io sono la luna, brillo insieme alle mie amiche stelle. Io sono la luna, di notte illumino il cielo con le mie amiche stelle, la mia luce è delicata come una piuma che vola nello spazio oscuro. Di giorno mio fratello sole, sfera luminosa dell’universo, accende il grande mare oscuro che circonda i pianeti. Siamo due luci diverse: lui è forte e potente, io sono dolce e gentile. Siamo due luci uguali: abbiamo un cuore luminoso che non sarà mai freddo e sempre accompagneremo quella nostra piccola amica che ogni giorno e ogni sera ci chiede una lampada per addormentarsi senza alcuna paura del buio universale. GINEVRA Io sono il fiume, lungo serpente d’acqua percorro la terra infinita che mi culla prima della morte nel mare. Io sono il ruscello, nasco dalla mamma sorgente e scendo dalle montagne portando giù i sassolini, mi allargo e divento adulto. Io sono il fiume, d’inverno mi addormento sotto la mia coperta ghiacciata e mi risveglio in armonia quando mi scopre la primavera. Io sono il ruscello, a ogni discesa saluto le mie amiche piante e regalo acqua fresca alla loro vita verde. Io sono il fiume, regalo un po’ d’acqua ai cuscini volanti che la riversano per nutrire la natura che mi circonda. Io sono il ruscello, a volte il mio corpo azzurro viene sporcato e offeso dagli esseri a due zampe, allora divento triste e le mie gocce sono lacrime ANTONIO IRIS Io sono il lago, occhio celeste con una corona verde. Io sono il lago, con il riflesso del sole divento una perla bella e luccicante. Io sono il lago, quando il freddo inverno mi ricopre di bianco gli uomini corrono sul mio mantello d’argento. Nella calda estate accolgo tutti con un fresco abbraccio. LISA Io sono la cascata, una scala mobile d’acqua che conosce solo la discesa. Non sempre vengo rispettata, c’è qualcuno che mi sporca ma io spazzo via tutto con la mia forza precipitante e porto l’acqua chiara all’immensa distesa blu. Io scendo con una musica fragorosa di rulli di tamburo, mostro la mia bellezza infinita sparisco e sempre rinasco: non conosco la sosta, nella mia natura c’è una vita movimentata. CRISTIAN Io sono il vulcano, grande corpo di pietra con la pancia piena di lava, erutto quando voglio e non smetto mai di bruciare. Io sono l’erba, tappeto verde della madre terra scaldo il suo corpo colorato e bagnato. Io sono il vulcano, faccio lavorare tanto i miei prigionieri infuocati e sfinisco le loro forze che si seccano nel nero fino a morire. Io sono l’erba, quando il vento fa un concerto sventolo le mie sottili braccia strumenti di un’orchestra (naturale. Io sono l’erba, mamma dei fiorellini che vengono rapiti dagli umani. Io sono il vulcano pieno di rabbia, sputo sassi incandescenti proiettili naturali che colpiscono il cielo scuro e si abbattono sulla terra tremante di terrore. PAOLO Io sono il fiore, d’inverno muoio d’estate rinasco. Sono blu, rosa, bianco… mi chiudo e mi apro. Se gli umani non mi staccano dalla mia mamma erba, tocco l’immenso cielo e sono i colori del mondo. Gioco con i miei amici, vivo insieme ai morti, danzo insieme al vento, vivo una breve vita. BEATRICE B. REBECCA Io sono la luna, brillo insieme alle mie amiche stelle. Di giorno non ci sono: il sole accecante mi inganna. Di notte mi libero della luce prepotente e mi affaccio timida nel cielo stellato. Da laggiù mi vedono come una piccola banana, io da lassù vedo tutti come formiche. JASMIN Io sono l’uragano, tutto quello che vedo lo risucchio col mio vortice spaventoso. Quando mi vedono fuggono con forme metalliche ma io sono più veloce. Io sono l’uragano, distruggo quello che voglio, ho la forza per rompere case e grattacieli, vago per il mondo e nessuno mi può fermare. Sono incredibile e furioso e posso fare cose che non potete immaginare, far scomparire tutto tranne me. MATTEO Io sono la rosa, celebre simbolo dell’amore. Posso avere vari colori: rosa, giallo, bianco, rosso. Vivo nei giardini e sono cullata dal vento. Le api vengono da me a fare il bagno nel mio dolce polline. Il mio cuore rosso riscalda i cuori dei bambini tristi e addormentati DENISE Io sono la montagna alta come un gigante. In inverno ho sulla testa un velo candido e gelido luccicante sotto palla di fuoco. A primavera si scioglie in gocce che scendono lungo il mio corpo come lacrime di gioia infinita. Io sono la montagna, ascolto volentieri il suono del vento che mi rinfresca con la sua dolce melodia trasparente e volante. Io sono la montagna, vivo con la testa fra le nuvole ma sono piantata nella terra. Vedo gli umani che nascono gli umani che muoiono, mentre io vivo la mia vita senza anima e infinita. GIADA Piccoli occhi colorati giocano con il vento che soffia leggero. Animali che vagano in cerca di qualcuno che giochi con loro. Le piccole stelle che illuminano la sera con il loro splendore e parlano di quanto si può creare nei cieli dell’immaginazione. Il sole caldo e splendente giallo e luminoso che sorride e regala armonia. IO SONO LA NATURA. MEGAN L’aria mi accarezza col vento e gioco col cielo bianco. La sera attraverso le finestre guardo tutti voi dormire nelle vostre case mentre io mi stupisco ammirando le stelle lontane. In autunno divento vecchia e mi stacco dal babbo albero, poi muoio nella stagione del freddo inverno. A primavera tante sorelle rinascono per abbellire le braccia del babbo e donare allegria alle persone. IO SONO LA FOGLIA ILYA Io sono verde, piena di fiori variopinti che parlano nei campi. I trattori mi fanno il solletico e io, anche se soffro un po’, li ringrazio di aiutarmi a sfamare gli uomini. A volte mi rubano i figli campi per costruire palazzi, rimane poca natura e a me dispiace tanto. Quando in inverno mi ricopre la neve io mi addormento sotto la grande coperta bianca e aspetto il ritorno di quella verde che mi dà la felicità. IO SONO LA CAMPAGNA SERGIO Io sono il bosco di montagna, rinfresco i passanti e offro le dimore a tanti animali. A volte sono triste: quando accendono il fuoco assassino che mi uccide. Il mio cuore verde si spezza in mille granelli grigi. Sono felice quando mi rispettano e posso ammirare tranquillo il panorama da lassù sotto la cresta della montagna che mi fa sentire vicino al sole brillante nell’immenso celeste. JASON Io sono una figlia della natura, i miei petali sono piccole labbra che si muovono dolcemente a ritmo dell’aria. Dagli alberi le foglioline cadono sui miei petali delicati, verdi cappellini regalati dai miei alti e grandi fratelli. Io sono un fiore, mi sento gentile e divertente, faccio amicizia con la stella alpina, la violetta, l’orchidea e la margherita. A volte facciamo il girotondo attorno al sole splendente, il vento ci porta su nel secondo mare e dormiamo nella schiuma celeste. IO SONO LA ROSA. MARGHERITA Io sono la flora, faccio nascere il verde della bellezza e dell’armonia, regalo all’uomo ossigeno e nutro la sua vita. Mi sveglio la mattina insieme al padre sole e comincio a lavorare prima che l’uomo si svegli: sono una fabbrica colorata che lavora e si diverte. Mi ferisce l’anima sentirmi inquinata dall’uomo incosciente, perché lo fa non lo so, eppure lo aiuto tanto. Se continuerà mi ammalerò e un giorno non ci sarò più SARA SIAMO TUTTE E TUTTI IN PENSIERO RIFLESSIONI SUI “CONTRARI FILOSOFICI” RAGIONE/PASSIONE La passione di andare a scuola è molto bella e divertente perché si approfondisce la ragione. ANTONIO La passione è quando vuoi fare una cosa che viene dal cuore, invece la ragione è una cosa che fai, però prima di agire pensi e poi fai. Secondo me la passione e la ragione dovrebbero collaborare perché possono stare bene insieme. MEGAN La passione è come una calamita che ti attira. La ragione è una scatola con dentro tantissimi pensieri. ADRIANO La passione per me è andare a scuola per aumentare la conoscenza. JASMIN Per me la passione è molto bella, perché posso fare tutto quello che mi piace. La ragione è quando ti senti dentro di fare quello che decidi. DENISE La passione è una cosa che viene dal cuore e si fa senza pensarci, come una calamita che si attacca. La ragione si usa pensando alle conseguenze, ma se pensassimo sempre alle conseguenze non potremmo fare niente. LISA Io penso che la ragione sia brutta in confronto alla passione che, secondo me, è più bella perché fai quello che vuoi. GIACOMO Io penso che la passione di andare a scuola sia una ragione per imparare, studiare e riflettere. BEATRICE B. Io penso che ragionare sia giusto, però ci vuole anche la passione, se no ti fissi troppo e non puoi fare niente. La passione, però, non può stare da sola, se no fai certe cose e ci rimetti. La passione e la ragione devono stare insieme. CHIARA La passione è quella che ti costringe a fare una cosa. La ragione è un bisogno ma devi pensarci su. MANUEL Per me la passione è qualcosa a cui sei attaccato e che ti piace particolarmente; una voce dentro di te ti dice che la devi vivere per provare piacere. La ragione è importante, però non bisogna ascoltare solo quella, perché nella vita serve spesso rischiare. Se seguissi soltanto la ragione, cioè le conseguenze, non avrei mai un’avventura. GINEVRA La passione non è sempre bella; c’è anche la passione negativa che dà un’emozione brutta, per esempio quella di uccidere. Bisogna avere la libertà di ragionare prima di agire o commettere atti cattivi. BEATRICE C. La passione e la ragione stanno insieme anche nello scienziato perché, prima di studiare un fenomeno e ragionarci su, viene colpito da un’emozione che gli dà l’entusiasmo di provare a capirlo. CRISTIAN Per me la danza è una passione che mi ha catturato, mi è entrata dentro il cuore e mi fa sentire felice. Però per imparare a danzare devo usare anche la ragione e stare attenta alle spiegazioni della maestra, altrimenti non riuscirei a realizzare bene la mia passione. SANDY Io ho la passione per la musica, perché è bella e me la sento suonare dentro. Però devo usare anche la mente e ragionare per poter conoscere sempre meglio il linguaggio musicale, imparare a suonare e, magari, anche a comporre. Per me la passione e la ragione vanno d’accordo e spero che insieme mi facciano diventare un bravo musicista. NICOLA P. NATURA/CULTURA Io penso che la cultura sia molto importante perché è la nostra sopravvivenza reale: senza la cultura non ci saremmo noi come esseri umani. JASMIN La natura era bella ma per colpa dell’uomo è diventata un porcile. L’uomo, sviluppando una cattiva cultura, l’ha usata come un oggetto di sua proprietà REBECCA La cultura fa parte di noi, ma non è la nostra natura distruggere i luoghi più belli del mondo. La natura è la cosa migliore per noi, è il luogo dove abbiamo iniziato la nostra vita sempre più culturale. IRIS Io penso che la cultura non possa sorpassare i limiti della natura, perché la natura serve all’uomo. LUCA La natura è una distesa di verde che purtroppo l’uomo sta distruggendo. Una cultura diversa è quella che potrà salvare la natura. SOFIA La natura non va distrutta, perché ha un limite e, se verrà superato, non ci sarà più niente. Allora gli uomini saranno costretti a far rinascere la natura ma, visto che non è possibile, dovranno mangiarsi i loro soldi. GIADA Noi facciamo parte della natura e dobbiamo rispettarla, se no moriamo anche noi. ANDREA B. Io penso che la natura sia finita, perché ha un limite da non superare; è come un muro che non si può scavalcare perché, superandolo, si fermerà la scala della vita, forse eterna. BEATRICE B. Gli uomini stanno influenzando la natura, è come una malattia che ha dei batteri che distruggono la natura. ADRIANO Gli uomini che inquinano il mondo si ammalano da soli. La cultura è artificiale e nasce dalla mente dell’uomo che sceglie di operare delle azioni; però deve tener conto del naturale, perché è necessario e ti dà una mano per vivere. L’uomo può migliorare la natura ma non cambiarla, perché la sua libertà non può andare oltre la necessità che lo fa vivere. MEGAN Gli uomini a volte usano una cultura che li porta a fare delle cose senza pensare alle conseguenze. Secondo me, invece, pensare alle conseguenze è importante perché si possono evitare guai. GINEVRA Non tutte le culture nei confronti della natura sono uguali: ci sono quelle che non si preoccupano delle necessità della natura e la inquinano. Invece altre persone hanno una cultura che fa loro amare la natura per la sua bellezza e la studiano per avere con lei un rapporto di passione e conoscenza. NICOLA P. La natura è d’importanza vitale per l’uomo e per questo deve restare in vita. MANUEL L’uomo con la sua mente deve ragionare e capire che la natura è meglio salvarla che ucciderla. Natura e cultura sono due cose diverse, però a volte collaborano anche perché noi uomini siamo fatti di natura e cultura. ILYA Ha ragione Ilya sulla collaborazione, però occorre che l’uomo sviluppi la sua mente e tiri fuori dal cervello i pensieri sbagliati sulla natura. ADRIANO Per me la cultura vuol dire che l’uomo deve pensare a quello che fa, se no la sua vita può finire male. ANDREA P. Secondo me l’uomo deve intervenire sulla natura con la cultura quando ce n’è bisogno. Per esempio a volte è necessario tagliare degli alberi per costruire certe cose; però non bisogna esagerare, se no si muore tutti. JASON La natura e la cultura sono tutte e due importanti: lo sento dentro di me quando con la mia cultura penso a quello che è giusto fare per rispettare le regole e le leggi della natura. MARGHERITA Per me la cultura è una passione di conoscenza che ci attrae molto per sapere di più e vivere meglio insieme. FRANCESCA Per me la cultura è necessaria per conoscere il mondo e cercare di capirlo per imparare a vivere bene all’interno della verde natura. PAOLO TEMPO/ETERNITA’ L’ eternità è come una scala che si allunga ogni volta che saliamo e non finisce mai. Il tempo invece è una normale scala che ha un inizio e una fine. ANTONIO Quando vado al parco Pitagora ed entro nel tunnel il tempo finisce. Io sono felice nel tunnel e non vedo l’ora che il tempo si fermi e diventi eterno. SERGIO Io vorrei che il tempo non finisse, per esempio vorrei che le vite di tutti fossero infinite. A me piace l’eternità perché potrei vedere delle cose che forse da morto non vedrò. NICOLA L. Il tempo sembra che passi piano, invece scorre più velocemente di quello che pensiamo. L’eternità è quando devi fare la fila ed aspettare e sembra che il tempo non passi mai. MANUEL Il tempo scorre sempre, a noi sembra che quando giochiamo scorra troppo velocemente. Invece, quando non ci divertiamo, sembra che il tempo non scorra mai ma in verità scorre sempre uguale. L’eternità è come se il tempo non scorresse mai e si rimanesse sempre nello stesso punto. SARA Per me il tempo finisce perché, quando finirà la vita, finirà anche il tempo. ANDREA B. Il tempo ha un inizio e una fine, l’eternità nessuno dei due. Io vorrei che la mia vita fosse eterna per poter aiutare, consigliare di non uccidere gli umani che nasceranno dopo di me. GIADA L’eternità è infinita come l’universo, ma anche la nostra vita è eterna. Noi moriamo ma la nostra anima va in cielo e lì continua la vita. TOMMASO Se non ci fosse il tempo la vita non potrebbe più scorrere. A me piacerebbe vivere nell’eternità, perché quando faccio un gioco che mi piace vorrei continuarlo per sempre. VIRGINIA Il tempo è una cosa che scorre velocemente e finisce. L’eternità è una cosa che non finisce mai come il miglior amico dell’uomo, cioè Dio. Con il tempo si nasce, si cresce e si muore. La cosa più brutta è la morte, perché noi ci spengiamo proprio come un robot senza carica. L’eternità per me è meravigliosa, perché le cose belle non dovrebbero finire mai. MEGAN Il tempo è un fiume che scorre lento, ma scorre. È come un orologio che non si ferma mai finché non muore. L’eternità invece non assomiglia ad un orologio, perché non scorre e non finisce mai. SILVIA L’eternità è una cosa infinita come l’anima che vive molte volte. Invece noi ci fermiamo alla stazione per il paradiso e siamo tristi quando arriva il treno della morte. IRIS L’eternità è un’immensa stanza buia che sembra non finire mai più e non possiamo neanche immaginarla. LISA Il tempo è una corsa di tutto: mentre passa facciamo quello che ci pare, sono tanti numeretti che corrono. Invece l’eternità è quando sembra che il tempo non passi mai, come una scatola dentro cui si soffoca. MARGHERITA Io penso che il tempo sia più bello dell’eternità, perché so che cosa fare e lo controllo mentre passa. L’eternità mi mette a disagio perché non la conosco e non riesco a controllarla. REBECCA Io penso che il tempo sia importante, se no non ci sarebbe l’orologio. Penso che possiamo durare fino all’eternità, perché abbiamo un’altra vita da passare. JASMIN L’eternità è una scala immobile che attraversa il tempo infinito. Noi umani non possiamo salirci perché siamo finiti. CRISTIAN L’eternità è come un infinito fiume dove l’acqua non scorre mai. Il tempo è un fiume che scorre continuamente, ma finisce nel mare della morte. FINITO/INFINITO Infinito vuol dire che non se ne può vedere il confine. Per esempio l’universo è formato da infinite galassie. Finito vuol dire che si può vedere il contorno. Per esempio la natura della terra, purtroppo, è finita. ANTONIO L’universo è una striscia infinita di colore blu scuro con incisi sopra dei pianeti e delle stelle. I pianeti sono finiti, cioè hanno un confine, le stelle sono molto grandi ma anche loro sono finite. Secondo me l’universo non è un granello di sabbia, ma è uno spazio enorme che noi uomini non ci possiamo neanche immaginare. CHIARA L’infinito è come una grande espansione piena di ombre e di pianeti da scovare. Il finito è molto bello perché, se non ci fosse, le giornate non finirebbero mai e non potremmo ricominciare a vivere un altro giorno. REBECCA L’infinito è l’universo: una coperta scura e senza contorni con tanti disegni misteriosi e sconosciuti. Il finito è il corpo: uno stampo che ogni giorno si moltiplica. IRIS Per me la mente è infinita, perché i pensieri non finiscono mai. FRANCESCA Il finito è una cosa che a un certo punto finisce, come una casa in costruzione che prima o poi sarà finita. Il nostro infinito è come un sogno, perché quando dormiamo facciamo tanti sogni, ma quando ci risvegliamo finisce tutto il bello. MARGHERITA Il mare è finito ma a noi sembra infinito perché non ne vediamo la fine. L’infinito è una cosa che veramente non finisce mai e noi non lo possiamo vedere ma solo sognare. SILVIA A me piace molto l’infinito perché si possono vedere cose mai viste, oppure conoscere cose mai conosciute. Un esempio è la mente che è infinita e dentro di essa vivono i colori delle emozioni e dei pensieri. Il finito, per esempio il mondo, ha un limite di spazio e di tempo; anche le creature che lo popolano sono finite. BEATRICE C. Per me il finito può essere anche molto lungo, ma poi finirà. L’infinito è per sempre, ma noi non ci riguarda perché siamo esseri finiti. ANDREA P. Finito e infinito: questo è ciò che ci circonda ogni giorno. Finito il nostro cuore, infiniti i sentimenti che racchiude. GINEVRA Il finito indica che qualcosa finisce come una storia d’amore fra due innamorati. L’infinito è una cosa che vorresti non finisse mai, per esempio l’amore. MEGAN L’infinito è una cosa che non finisce mai come l’universo oppure i nostri pensieri, ne possiamo pensare milioni e milioni. A me piace questo infinito perché ci fa scoprire cose nuove. I tantissimi pensieri della nostra mente sono come le stelle nello spazio infinite e molto luminose. MATTEO L’infinito è una immensa scia blu che mi incuriosisce molto. SOFIA Per me l’infinito è come l’amicizia che non si dovrebbe mai perdere, perché se no non si potrebbe mai giocare, studiare e amare. DENISE Finito: un motociclista che sale su un aereo dall’alto vede il circuito intero. Infinito: il motociclista a cavallo della sua moto non riesce a vedere oltre le curve e non ha una visione finita. Finito: se io mi metto a sedere e guardo un fiore, lo vedo intero. Infinito. Una formica, che sta sopra un petalo dello stesso fiore, lo vede infinito. VIRGINIA Il corpo è uno solo dalla testa ai piedi, cioè finisce; ma i pensieri che sono dentro la mente che si trova in una parte del corpo, cioè il cervello, sono infiniti. ILYA Il finito è una cosa che finisce come quando costruisci un tavolino e dopo un po’ di tempo è finito. Io vorrei che a scuola il tempo non finisse mai e imparare più cose, perché mi diverte. NICOLA L. Il finito è bello perché puoi vedere come è la forma di una cosa e quali sono i suoi confini. L’infinito è troppo grande, ma per qualcuno è molto bello da guardare ed esplorare. LISA Per me l’infinito è quando arrivo a scuola e aspetto la ricreazione. Quando arriva la ricreazione il tempo lo sento breve e finito, perché sembra che passi in cinque minuti. JASON Il finito è una cosa di cui posso vedere il confine, per esempio l’Italia, però solo da un posto molto alto. L’infinito è una cosa che non posso calcolare, come lo spazio. I pensieri sono infiniti, ma quando si muore si spengono come una candela. ADRIANO Il finito è quando una cosa inizia e poi finisce, invece l’infinito è una cosa che vorresti vedere dove finisce ma non puoi farcela, perché non c’è una fine. Per me è meglio l’infinito, perché sono curiosa e mi interessa molto vedere anche quello che non so dove finisce. SARA La vita dell’uomo è un concetto finito, perché ha un inizio e una fine. L’uomo però sogna l’infinito, perché gli piacerebbe vedere quello che succede dopo la sua morte e per questo spera di vivere in eterno in paradiso. SANDY LIBERTA’/NECESSITA’ Un signore prende una tartaruga in uno scatolone, la porta a casa e la mette in un campo. Dopo due mesi la ritrova nello scatolone e gli dice: -Ma come? Io ti ho dato la libertà e tu te ne stai nello scatolone? - Certo, libertà vuol dire poter scegliere e non essere obbligati. Non esiste la libertà obbligatoria. Necessità vuol dire fare delle cose che non ci piacciono, ma vanno fatte per il nostro bene. Per esempio per me è necessario andare dal dottore. ANTONIO Per me la libertà è molto bella perché puoi fare quello che vuoi. Però può essere bella anche la necessità, perché a volte le cose necessarie che fai possono anche piacerti. GIACOMO La libertà va bene perché fai quello che desideri, ma ci sono anche delle regole da rispettare e, se non vengono rispettate, possono accadere delle cose brutte. PAOLO La libertà è anche andare a scuola per la necessità di sapere. In questo caso la libertà non è il contrario della necessità, ma ne fa parte. La necessità però non può essere una grande gabbia che non si apre mai, ma deve aprirsi per far essere liberi tutti. TOMMASO La libertà secondo me è proprio bella, perché sei libero di esprimerti come vuoi e sei tu a scegliere. La necessità per me non è molto bella, perché sei obbligato a fare una cosa anche se non ti piace. MEGAN Per me la libertà è molto bella, ma secondo quello che fai potrebbe essere anche cattiva. ANDREA P. La libertà per me è un mondo di gioco ma allo stesso tempo di crudeltà che fa molto male. RACHELE Per me la libertà è fondamentale perché si può scegliere di fare qualcosa. Anche la necessità è una cosa fondamentale: per esempio si deve andare a scuola per imparare. SILVIA La libertà è quando devi decidere tu che cosa fare. La necessità è una cosa che non decidi ma devi farla lo stesso. MANUEL Io penso che la scuola sia libera e necessaria perché appartiene a tutte e due. NICOLA L. Per me la libertà è molto bella, perché si può giocare liberi con gli amici e divertirsi. La necessità è molto brutta, perché ti impedisce di giocare e di essere molto più festosi. DENISE La libertà è molto bella, perché la nostra mente può volare con i nostri pensieri; ma non si può levare la libertà agli altri, perché tutti hanno il diritto di far volare i pensieri. SOFIA Io mi sento contento quando vado dalla nonna a vedere il fiume e le piccole cascate; però non sono libero di entrarci, perché ci sono dei pericoli e devo accettare la necessità di evitarli. CRISTIAN CORPO/MENTE Per me il corpo serve per un mucchio di cose: correre, fare il bagno, applaudire, ammazzare…Serve per tutto il nostro corpo e si collega con la mente. La nostra mente è una strada di idee, sogni, desideri e pensieri. Il corpo e la mente sono tutti e due importantissimi. MARGHERITA Per me il corpo e la mente sono tutti e due importanti, perché col corpo puoi fare tante cose diverse che derivano dalla mente. ADRIANO Il corpo e la mente servono tutti e due per vivere, perché con il corpo cammini e fai altre cose e con la mente ragioni. SERGIO Io penso che servano sia il corpo che la mente e noi non possiamo obbligarli a stare separati, perché possono anche stare insieme. CHIARA Per me la mente è una sfera della verità che ci spiega tutto. Il corpo è un mezzo di trasporto molto utile che ci segue per tutta la vita. IRIS Il corpo per me è inutile, perché non può racchiudere i pensieri o la fantasia. La mente è la cosa più bella che ci sia, perché custodisce i nostri pensieri. REBECCA Secondo me il pensiero della Rebecca, che dice che il corpo è inutile non va bene: se il corpo è inutile, come fa a scrivere? Come va in bicicletta? ANDREA B. Secondo me il corpo e la mente sono amici e lavorano insieme: la mente comanda il corpo che la ospita dentro di lui. SOFIA Per me sono importanti il corpo e la mente perché, se ci fosse solo il corpo, non si potrebbe fantasticare e ragionare. Se ci fosse solo la mente non si potrebbe scrivere e giocare: per far conoscere questo pensiero ho usato il corpo e la mente. LISA Il corpo è importante, perché senza di lui non potremmo fare la maggioranza delle azioni; ma è importante anche la mente, perché senza di lei non si potrebbe fantasticare e pensare. ANTONIO Io penso che il corpo sia finito come un puzzle. La mente è finita e infinita. E’ finita perché di fronte ad una cosa molto difficile è imprigionata in una sfera e quindi non può ragionare. E’infinita quando faccio un sogno, perché la mente dice e pensa quello che vuole. BEATRICE B. Io penso che il corpo non sia molto diverso dalla mente, perché quando si è malati la mente non riesce a pensare. Invece quando si ha paura il corpo lo sente perché trema. GIADA La mente è un magazzino immenso di idee, emozioni e colori, la mente è il burattinaio del corpo. Tutti e due sono necessari: uno non può sopravvivere senza l’altro. Dove finisce la mente quando si muore? Per me piano piano si spegne come una lampadina più lentamente che mai. BEATRICE C. Il corpo è uno solo e dobbiamo amarlo. Se non ci fosse, non potremmo fare azioni, amare e neanche giocare. Invece la mente è un palazzo pieno di idee che abitiamo e dove possiamo esprimerci. SARA Secondo me il corpo e la mente servono tutti e due. Se ci fosse solo il corpo le cose le faresti senza pensarci. Invece, se ci fosse solo la mente, tu pensi e ripensi ma non puoi fare niente oltre che pensare. LUCA Io penso che la mente sia utile, perché con lei ci si inventano amici immaginari che ci fanno compagnia. GIACOMO Io penso che la mente sia l’ amica del cervello, perché sono tutti e due intelligenti. JASMIN Se la mente non ci fosse, noi non si potrebbe più pensare, studiare e giocare. Se il corpo non ci fosse, noi non potremmo più correre, mangiare e parlare con gli amici. Io sono contenta di averli tutti e due. DENISE Il corpo e la mente collaborano: ad esempio, quando si parla dei contrari filosofici , penso dei pensieri e il corpo li scrive con le mani, le corde vocali me li fanno leggere. NICOLA L. Il corpo è molto utile per tutte le cose che facciamo. La mente è molto importante, perché altrimenti non potremmo prendere le decisioni. MANUEL Per me il corpo è utile, ma anche la mente serve per tante cose come la conoscenza e l’amicizia che sono due forti legami. Potranno anche finire, ma più spesso restano insieme e legati. ANDREA P. Secondo me la mente è un’enorme sfera di pensieri e di decisioni. Il corpo invece è un signore dell’armonia che ti diverte facendo vivere i pensieri della mente. RACHELE Il corpo è come una macchina robotica inventata da Dio che ci permette di scrivere e di fare tante altre cose. Viene controllato dalla mente che ci fa pensare alle domande, poi ci suggerisce le risposte e ci aiuta a fare le cose correttamente. MEGAN Io penso che il corpo sia uno strumento per scrivere, giocare e fare tante altre cose che vengono suggerite dalla mente. FRANCESCA Con la mente puoi comporre una melodia musicale inventata da te, però serve anche il corpo perché la puoi scrivere e suonare. Il corpo serve per far apparire quello che noi abbiamo dentro. NICOLA P. UNO/MOLTEPLICE Per me uno e molteplice è molto interessante, perché io sono una ma sono composta di tante particelle come un puzzle. Quando il puzzle è finito è uno ma è sempre molteplice, perché è formato da mille pezzetti. VIRGINIA Uno e molteplice mi fa pensare ad Arlecchino, perché è di tutti i colori che sono come particelle. Anche noi siamo un po’ Arlecchini, perché siamo fatti di tante parti diverse che formano insieme quello che ognuno di noi è. SERGIO Io penso che la nostra classe sia molteplice, perché siamo tutti diversi e ognuno ha i suoi pensieri e i suoi gusti. Però può formare anche una unità perché facciamo le cose insieme. Arlecchino è molteplice, ma nello stesso tempo è anche uno, come tutti noi. RACHELE Io sono un solo bimbo, però mi sento molteplice. Per esempio, quando suono, mi sento un artista e provo gioia. Quando sono ammalato mi sento triste e se guarisco provo una grande allegria. Quando sto con la mamma sono il suo bambino, quando sto con i compagni sono un loro amico. Io sono io, ma anche tante persone diverse che vivono dentro di me. NICOLA P. Per fare uno spettacolo ci vogliono tante componenti, altrimenti non riesce bene. Anche lo spettacolo della vita ha bisogno di tanti attori che abitano dentro di noi e ci fanno rappresentare tante belle scene. MARGHERITA Per formare un molteplice ci vogliono tantissimi uno. Per formare un uno ci vogliono tantissimi molteplici. ANDREA B. Io penso che uno e molteplice siano diversi: molteplice sono tante cose e uno è una cosa sola. Però sono anche simili, perché tante cose possono diventare una sola e una sola può diventare tante cose. GIACOMO Anche per me l’uno è una classe che però è formata dal molteplice, perché ci sono bambini diversi con tanti pensieri, idee e sentimenti. LUCA Per me l’uno da solo non esiste: ci vuole anche il molteplice che è unito all’uno. BEATRICE B. Uno di solito non è mai una cosa sola, perché è formato da tante cose diverse. Io, per esempio, sono formato da tante ossa, tanti organi, tante cellule; ma tutte queste cose formano un essere solo, cioè me. Dentro di me poi ci sono idee, sentimenti, passioni, fantasie e tanti sogni. ANTONIO In realtà l’uno non esiste, esiste solo il molteplice, perché tutte le cose sono formate da tante parti. SOFIA Io penso che ogni persona sia fatta di tante particelle che compongono il suo corpo. Ma anche ogni mente è molteplice, perché è fatta di molti pensieri diversi, belli o brutti che siano. PAOLO IO/L’ALTRO Da quando nasciamo ci serve l’altro che ci aiuti a vivere, se no moriremmo. CRISTIAN L’io può vivere anche senza l’altro, però rimane solo e allora la vita diventa triste e noiosa. Se invece l’io sta con l’altro, la vita è divertente e interessante, perché ci si può conoscere a vicenda e vivere delle esperienze insieme. NICOLA P Stare insieme agli altri è bello, perché si possono imparare tante cose. Per esempio noi bambini possiamo conoscere giochi diversi che ci piacciono, perché possono essere più belli di quelli già conosciuti. RACHELE La mia mamma mi ha raccontato che un giorno in un bar è entrato un signore nero e il proprietario gli ha detto: -Qui le bestie non sono accettate. Io penso che non sia giusto che quelli di pelle diversa non siano rispettati, perché siamo tutti esseri umani e abbiamo bisogno di rispetto anche se siamo tutti diversi. Poi penso che anche le bestie devono essere rispettate e non si può usare il loro nome per offendere. LISA Io una volta quando ero andato al bar a fare colazione, ho sentito il barista dire ad un nero che era entrato: -Noi non accettiamo le scimmie. Io ho provato tristezza per il nero e rabbia per il barista. JASON Il mio babbo fa il barista, ma non ha mai cacciato nessuno. Io sono molto contento di lui. TOMMASO Io penso che l’altro si debba rispettare perché siamo tutti uguali tranne la pelle. Non dobbiamo mai disprezzare l’altro e vorrei che fosse una regola. JASMIN Io mi sono fatta una domanda: -Perché, anche se la mia mamma è immigrata dalla Svezia,non la cacciano via nei bar? Il maestro mi ha risposto: -Perché nonè di carnagione scura. E che importa se siamo diversi? A certa gente importa solo di quello. Di solito i bambini sono più intelligenti degli adulti perché accettano le persone diverse. REBECCA Quello che ha detto Jasmin è giusto, perché nessuno deve escludere gli stranieri che sono come noi. Se andremo in un altro paese saremo stranieri anche noi e non ci piacerebbe essere maltrattati. MANUEL Io tutti i sabati al mercato vedo i poliziotti che mandano via i neri che vendono a calci. A volte li portano via con le macchine e ho paura che li mettano in prigione. Ci rimango molto male perché anch’io vengo da un altro paese, la Russia. Per fortuna a scuola sono ben accolto dagli amici, anche se a volte possiamo litigare, e ho trovato un altro babbo. Però c’è un problema: mi manca la neve. ILYA Quello che ha detto Jamin è giusto. Non sarebbe tanto bello se tu fossi un marocchino e qualcuno ti dicesse “marocchino”in modo offensivo. NICOLA L. Io sono una persona e l’altro è una persona che bisogna trattar bene. Se un altro mi disprezzasse ci rimarrei molto male. DENISE Con gli altri ci si dovrebbe comportare meglio, anche con le persone di altre paesi e di altri colori. Non conta il colore, ma come siamo dentro. FRANCESCA Se l’io che offende un altro io si trovasse al posto di quello che ha offeso, come ci rimarrebbe? Le persone hanno bisogno di altre persone, perché non si può vivere senza qualcuno accanto. MATTEO Perché gli uomini bianchi escludono quelli neri? Perché non possiamo essere tutti uguali? Dentro il “guscio” della pelle siamo tutti uguali. Prima di giudicare qualcuno bisogna conoscerlo. BEATRICE C. Io penso che il pensiero di Jasmin sia molto istruttivo, perché anche se siamo diversi siamo tutti uguali e bisogna rispettarci a vicenda. SILVIA Io penso che il pensiero di Jasmin sia molto giusto, ma qualcuno non lo rispetta. Io sono io, cioè me stessa con il mio cuore e la mia mente. L’altro invece è un’altra persona, non importa come è fuori ma come è dentro e, soprattutto, bisogna volersi bene. SARA Per me l’io non è un essere solo, perché c’è l’altro che ci aiuta e ci fa superare le difficoltà. BEATRICE B. Quando sono sola non mi sento isolata, perché ho l’amico immaginario che lo specchio interiore mi permette di incontrare e di parlarci. GIADA Anche se siamo soli dentro una camera, siamo sempre insieme all’amico immaginario che è come uno specchio interiore che ci rispecchia. Invece siamo soli quando non riusciamo a parlare con noi stessi. ANDREA B. Io penso che tutti gli io devono aiutarsi per difendersi e stare bene insieme. Se tutti gli io si rispettassero, il mondo sarebbe migliore. L’io deve sapere che l’altro gli può insegnare molte cose. SOFIA Per me io sono bello, ma anche l’altro, perché siamo tutti belli. GIACOMO Io penso che l’io non sarà mai solo, perché c’è sempre l’altro che l’aiuta. Anche quando l’io sarà solo dentro di sé ci sarà sempre un aiuto importante. IRIS Per me l’altro è una persona da rispettare, proprio come me. Io mi rispetto e tutte le volte, prima di non rispettare qualcuno, mi domando: -Perché non lo dovrei rispettare? GINEVRA Io penso che l’io da solo piange, ha bisogno dell’altro perché l’altro permette a noi umani di vivere. CHIARA Io guardando la televisione ho visto un film dove un signore bianco ha fatto cadere apposta un bicchiere ad un cameriere nero e poi gli ha detto: -Brutto nero, vattene via da qui! Io ci sono rimasta molto male perché tutte le persone vanno rispettate; per questo ha ragione Jasmin. MARGHERITA OGGETTIVO / SOGGETTIVO Quello che pensano Rebecca ed Andrea sul corpo sono due cose soggettive. Secondo me è bello sentire cose vere che dicono gli altri, ma anche dire cose vere o non vere che penso io. Secondo me se non esistesse l’oggettivo scoppierebbe una guerra grandissima perché tutti vorrebbero avere ragione. Ma se esistesse solo l’oggettività non si potrebbe far volare i pensieri. Quando si scrivono i racconti fantastici si usa la soggettività, se si scrive un testo realistico si usa l’oggettività. SOFIA Quando scriviamo le storie non ci si accorge che ci si trova nella soggettività immensa. Oggettivo e oggettivo servono tutti e due. Se noi vivessimo solo nell’oggettività dovrebbero andare bene a tutti le cose ragionate da tutti. Se invece vivessimo solo nella soggettività, alcuni direbbero sì e alcuni direbbero no, così verrebbe fuori una guerra e non si vivrebbe bene. GIADA Oggettiva è una cosa che non si può negare, come “Iris ha un grembiule bianco”. Il soggettivo è una cosa che uno dice come vuole. BEATRICE B. I poeti e gli artisti usano sia l’oggettività, sia la soggettività, perché vedono le cose con gli occhi della fantasia. Quando scriviamo le storie fantastiche a scuola usiamo la soggettività, però usiamo anche l’oggettività, perché ci ispiriamo ad una cosa realistica e la trasformiamo in una fantastica. REBECCA Il soggettivo è importante, perché se no non ci sarebbe la fantasia. Però la fantasia non c’è da usarla troppo perché, se ti buttassi da duecento metri come nei cartoni animati, non ti rialzeresti e saresti morto. Allora serve anche l’oggettività che ti fa capire come stanno veramente le cose TOMMASO Per me la libertà assomiglia alla soggettività, perché ognuno può pensare e immaginare quello che vuole. L’oggettività assomiglia invece alla necessità perché non puoi scegliere. La maglia di Paolo è blu e nessuno lo può negare. LISA Io mi sento molto soggettivo quando penso a cose fantastiche e mi lascio prendere in un mondo tutto mio. Ma poi ritorno nel solito mondo e rivedo le cose oggettivamente. Per esempio, a volte prendo dei cuscini, faccio finta che siano macchine e immagino di guidarle. Quando mi viene il sonno ritornano cuscini e i miei viaggi immaginari finiscono. CRISTIAN Quando alcuni scienziati cominciarono a dire che il sole era fermo e la terra gli girava intorno, furono presi un po’ per matti e le loro idee erano considerate soggettive. Poi, però, la scienza ha dimostrato in modo oggettivo che avevano ragione. Questo vuol dire che la scienza parte da qualcosa di soggettivo che è nella testa degli studiosi e poi diventa una realtà oggettiva. PAOLO ESSERE/APPARENZA Se non ci fossero gli uomini, la natura non apparirebbe a nessuno. Per questo l’apparenza è una cosa bella. Senza di lei l’essere sarebbe triste e sconosciuto. L’essere è molto importante perché a volte l’apparenza inganna e quindi deve essere molto considerato. LISA Se non ci fosse l’apparenza noi non conosceremmo nulla, perché non vedremmo l’essere che per essere conosciuto ha bisogno di apparire. SOFIA L’apparenza può anche essere una cosa che appare in un modo ma in realtà è un’altra. Come un uomo che appare gentile e in realtà è perfido. MANUEL L’essere è una cosa che non sembra ma che è. NICOLA L. Per me l’apparenza è quando ti guardano esternamente e da lì uno può dire se sei bello o brutto, ferendo così i tuoi sentimenti. Invece l’essere è quando ti guardi interiormente e ti dici come sei realmente. MEGAN L’essere può essere un pensiero che è dentro di te e non ti riesce dirlo. Però possiamo avere il coraggio di farlo apparire. MATTEO La realtà è quello che vedono i nostri occhi dal vero. L’apparenza è quello che vedono sempre i nostri occhi, però non lo vedono davvero perché lo guardano molto velocemente e perciò non ci riflettono. SOFIA L’apparenza può essere un pagliaccio sorridente che in verità è triste. SERGIO Per me l’apparenza è una cosa importante che permette di conoscere la realtà e si possono capire tante cose. L’essere è una cosa vera anche se non appare. Ci sono delle differenze fra l’apparenza e l’essere, ma noi abbiamo bisogno di tutti e due. IRIS L’apparenza di una persona buona, dolce e gentile, quando poi è in realtà presuntuosa, arrogante e per niente gentile. Questo è un fatto che ci circonda ogni giorno realmente. GINEVRA La realtà è la conoscenza di qualcosa di definito che tutti possono avere. L’apparenza invece non è un concetto definito, perché può cambiare ogni momento e ognuno ha la sua visione. SANDY Fra la realtà e l’apparenza ci deve essere un equilibrio: troppa realtà potrebbe essere crudele, troppa apparenza non ti farebbe scoprire la verità. BEATRICE C.