Estratto La storia di tecnologia e di istruzione nell`istruzion
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Estratto La storia di tecnologia e di istruzione nell`istruzion
PUTTING THE LEARNING BACK INTO LEARNING TECHNOLOGY Barry McMullin Dublin City University E-mail: [email protected] Abstract La “storia” delle tecnologie applicate alla formazione, in alcune parti potrebbe essere considerata come una di quelle tante “false albe”. Ogni progresso tecnologico infatti è stato accolto con grande entusiasmo e considerato come il presagio di una rivoluzione sia per i costi che per la qualità dei corsi di formazione (o per entrambe). Grandi somme di denaro sono state spese per effettuare tali previsioni - ma in ogni caso l'effetto a lunga durata è stato, nel migliore dei casi, modesto (nei casi peggiori, realmente negativo). L'applicazione delle tecnologie basate su Internet nella formazione, ha seguito in modo abbastanza costante questo modello - dal reclamo iperbolico, con l'impiego di quantità di risorse straordinarie (per esempio, in questo caso, la crescita irrazionale della febbre di “dot.com”), fino al fallimento pubblico (o meno) nel portare avanti tale rivoluzione (“nessuna differenza significativa” - ancora). Dunque, cosa dovremmo imparare da ciò? Un fattore comune, già riconosciuto nelle iterazioni iniziali, sembra essere la preoccupazione per la sola tecnologia e la conseguente negazione della base teorica pedagogica. Effettivamente, molte innovazioni recenti, benché tecnologicamente abbaglianti, sembrano essere basate su teorie ingenue e primitive riguardo la conoscenza e l’apprendimento. Tuttavia oltre “all’abbaglio tecnologico”, Internet può avere ancora qualcosa di profondamente genuino da donare all’apprendimento. Dal punto di vista del socio-costruttivismo riguardo all’apprendimento (e all’insegnamento) vi sono i segni di una lenta e calma - ma soprattutto economica – rivoluzione di Internet, nascosta al di sotto di parole come “open content”, “wikiwiki”, “blogging” e “moodling”. In questo lavoro considereremo tali sviluppi, collegandoli l'un l'altro alle basi teoriche di riferimento ed infine rischieremo un po’ di previsioni ottimistiche circa il definitivo ruolo di Internet nel processo di miglioramento dell'istruzione superiore. Introduzione Nell’ultima metà del secolo o poco più, ci sono stati ripetuti richiami alle conseguenze delle nuove tecnologie sul processo di apprendimento, alterandolo e modificandolo. A turno, l’apprendimento basato su radio, televisione, videocassette, videodischi interattivi, computer e senza dubbio molti altri, è stato accolto come contributo rivoluzionario che avrebbe radicalmente trasformato la pratica e l’efficacia dell’insegnamento e dell’apprendimento. Nel 1992, Ramsden ha iniziato a ricapitolare le esperienze precedenti, brevemente ma in modo accurato: “Computers and video in higher education have so far rarely lived up to the promises made for them... No medium, however useful, can solve fundamental educational problems. (Ramsden 1992:159–161) Poi sono arrivati Internet ed il World Wide Web. L’“eLearning„ è diventato “the next big thing” e la tecnologia si è trovata sospesa, ancora, nella radicale modifica dell modo in cui le persone imparano. Governi, aziende, istituti scolastici (sia tradizionali che moderni) sono stati tutti abbagliati egualmente dalla promessa di grandi guadagni economici - e dalla minaccia che qualcun altro potesse arrivare prima a tali guadagni! Si sono sviluppate collaborazioni, sono stati presentati molti progetti e sono state messe al lavoro schiere di programmatori, progettatori di contenuti, soggetti esperti. Naturalmente, non poteva durare. L’”Internet boom” è risultato essere una bolla, che è debitamente scoppiata. Anche se l’eLearning non è stato, dopotutto, una panacea, ha comunque smosso le cose. Ramsden era corretto nell'osservazione del fatto che la tecnologia in se stessa non riesce a risolvere i problemi fondamentali dell’apprendimento, ma ci ha permesso di vederli sotto una nuova luce. La mia premessa fondamentale è che vi sia sempre stato almeno un motivo comune e costante nelle promesse fallite delle diverse ondate di tecnologie per l’apprendimento: vale a dire che sono state guidate dalla tecnologia piuttosto che dal processo di apprendimento. Inizio con un’affermazione generale sull'impegno pedagogico: l’apprendimento, particolarmente quello di “alto livello”, è prima di tutto personale, sociale e costruttivista. La conoscenze non possono essere “trasmesse” (elettronicamente o in altri modi!), ma devono essere costruita nuovamente. Tuttavia questo processo di costruzione può essere notevolmente facilitato, specialmente attraverso l’interazione sociale - con gli insegnanti e con i pari . Questa è la base pedagogica del costruttivismo sociale. Io non elaborerò tale teoria all’interno questo lavoro – è trattata in modo esteso in altre parti di questa collezione, ed in particolar modo in Carlile e Jordan (2005) e Higgs e McCarthy (2005). Il mio obiettivo qui assume tale teoria come punto di partenza e la utilizza come “luce guida” sul paesaggio tecnologico. Il mio contributo sarà allora quello più modesto di presentare una selezione di quattro recenti innovazioni tecnologiche che, in mio parere, hanno un potenziale significativo per il sostegno ed il miglioramento dell’apprendimento socio-costruttivista. I primi tre sono generici e non specificamente progettati per l’utilizzo in campo educativo, ma io credo che possano essere adattati perfettamente a tale fine. L’ultimo (moodle) serve, in parte, a confezionare e fare su misura innovazioni generiche che sono facilmente gestibili anche da mani inesperte di insegnanti e professori; ma va anche oltre questo, come vedremo. In conclusione, mi assumerò ancora una volta il rischio di essere ottimista circa le potenzialità delle tecnologie per il miglioramento dell’apprendimento: non in se stesso, ma come uno strumento di cambiamento pedagogico. Open Content/Cultura Libera? Che cosa è? Una delle caratteristiche iniziali di Internet è stato lo sviluppo dei cosiddetti “anonimous ftp server” – i precursori dei moderni siti Web – dove i documenti elettronici sono disponibili per il download per qualunque computer con un collegamento Internet. Questi sono stati adottati rapidamente come strumento per gli accademici (allora gli utenti primari di Internet) per condividere i loro lavori e le loro ricerche. In alcuni casi, questa era soltanto una nuova forma, propria di una tradizione accademica di vecchia data - vale a dire, il libero scambio di “preprints” e di “offprints”. Tuttavia questo ha contrassegnato un cambiamento radicale, in quanto l'accesso a tali documenti ora era molto più veloce (ridotto dalle settimane ai minuti) e una grande quantità di materiali è diventata immediatamente disponibile a chiunque avesse interesse. Il World Wide Web originariamente è nato con una versione migliorata di tale caratteristica iniziale (Berners-Lee 1996)1 ed è ancora in gran parte orientato allo scopo specifico di facilitare lo scambio di materiali tra gli studiosi. Ha introdotto diverse caratteristiche completamente nuove, come l’idea del collegamento “hypertext”- cioè di un link diretto tra i documenti nella rete. Da una parte questa era soltanto una versione più efficiente dei tradizionali dispositivi accademici di citazione e riferimento bibliografico. Ma, dall’altro lato, ha consentito la spontanea emersione, dal basso, di una rete globale, di risorse digitali collegate e connesse, facilmente e liberamente utilizzabile con un browser web e un motore di ricerca, perché indicizzabile. Naturalmente, il web ha oltrepassato velocemente questi inizi nella pratica accademica. Ora è lo strumento principale per i discorsi pubblici, per il commercio di prodotti e servizi, per il governo e l’attivismo politico e per una miriade di altre nuove forme di comunicazione e di interazioni umane. 1 http://www.w3.org/People/Berners-Lee/1996/ppf.html Ma vale la pena di sottolineare che questa innovazione drammatica, definita tecnologica, è stata parassitaria rispetto ad un'innovazione culturale molto più vecchia, vale a dire la tradizione del contenuto “aperto” e del “libero” scambio delle idee umane. Il Web, come lo conosciamo, non può semplicemente divenire ciò che Lawrence Lessig ha chiamato una “permission culture”2 nella quale prima di accedere alle conoscenze o alle idee particolari, bisognerebbe sempre negoziare, individualmente e ripetutamente, i termini specifici - i diritti, permessi, risorse - per garantire tale accesso. Che cosa a che fare con l’apprendimento? Ad un livello base, è chiaro che l’apprendimento – in particolare quello accademico, riflessivo, di “alto livello” - richiede in modo assoluto la garanzia dell'accesso alle “risorse per l’apprendimento”, quali i libri, le pubblicazioni, gli estratti, i commenti, le annotazioni ecc. Effettivamente, un contrassegno tradizionale della qualità o del livello di un'istituzione universitaria è sempre stata la grandezza e lo scopo del suo “learning object repository” e cioè la biblioteca. Il web ha alterato radicalmente tutto ciò permettendo, in linea di principio almeno, agli studenti, dovunque, di accedere ad una raccolta globale e comune delle risorse per l’apprendimento - un contenitore che potrebbe contenere maggiori risorse di una tradizionale biblioteca. Ma la realizzazione di queste potenzialità dipende da: • una creazione originale di tali contenuti; • la pubblicazione (libera e aperta) sul web; • e la posizione o identificazione di tali materiali da parte dei discenti Già ho sottolineato che l'origine stessa del web era quella di un dispositivo per la condivisione delle originali conoscenze degli studiosi. Proprio mentre il web è esploso, differenziandosi tra la cultura popolare e quella accademica, tale uso originale ancora sta costantemente, anche se tranquillamente, prosperando. Molti accademici continuano ad usare i siti web personali per pubblicare senza formalità le pubblicazioni preliminari (o, effettivamente, grandi quantità di lavoro)3, ma c’è stato inoltre uno sviluppo continuo di iniziative su scala più ampia ed in maniera più sistematica. Ciò include la rete ora globale di “eprint archives” che sono indicizzati e reperibili attraverso l’iniziativa “Open Archives”4 e l'emersione delle riviste elettroniche in linea basate su “peerreviewed”, con l’accesso aperto, come First Mondays5, BioMed Central6 ed altri. Inoltre, tantissimi 2 http://free-culture.org/ http://www.williamcalvin.com/ 4 http://www.openarchives.org/ 5 http://www.firstmonday.org/ 6 http://www.biomedcentral.com/ 3 testi “classici„ (dove il copyright è terminato) sono stati ripubblicati sul Web (per esempio il progetto Gutenberg7); e progressivamente sta diventando pratica normale per tutti i documenti, rapporti e risorse del “settore pubblico” preferire la pubblicazione su Web (per esempio, sia la nuova, che la parte storica della legislazione irlandese, ora è disponibile online8). Queste risorse hanno certamente un valore educativo, ma generalmente sono qualcosa che potrebbe essere chiamato tradizionalmente,“fonte primaria” - non vengono considerare come più adatte o efficaci agli scopi dei discenti. Inoltre, almeno per i domini di conoscenza “prestabiliti” ci si aspetterebbe che gli studenti utilizzassero in primo luogo i percorsi secondari, che sono stati specificamente organizzati, progettati ed erogati per facilitare l’apprendimento. È utile qui distinguere almeno due categorie di tale risorse educative: • note/commento/valutazione • libri di testo (e/o i relativi equivalenti digitali, conosciuti come “courseware”). In linea generale, le note di lettura ed i materiali simili, sono risorse relativamente informali, specificamente adattati per soddisfare un certo bisogno locale – di un corso specifico o di una classe - e creato individualmente dall'insegnante responsabile di quel corso. Potrebbero selezionare, ricapitolare e valutare criticamente una gamma di risorse più complete o più generiche - fonti primarie, manuali, ecc. L’utilizzo di tali risorse è una pratica accademica di vecchia data; ma il web ha portato cambiamenti significativi e nuove opportunità: • Dagli albori del web, i diversi insegnanti hanno usato i siti personali (e, recentemente, “ambienti di apprendimento virtuale”) come meccanismo utile per diffondere queste risorse. Questo ha un’importanza pedagogica abbastanza modesta (se c'è ne); ma nella misura in cui vi sarà un miglioramento o verranno ridotte le difficoltà amministrative per gli insegnanti, esso aumenterà in modo corrispondente allo sforzo nell’investimento di risorse nell'istruzione. • Molto più significativo è il fatto che la disponibilità crescente di risorse pedagogiche utili e rilevanti sul Web, fa si che le note possono essere sempre più strutturate sotto forma di commento o annotazione di hypertext. Ciò può essere particolarmente efficiente per la creatività e perché permette collegamenti altamente selettivi, legati alle fonti primarie, con accesso immediato per gli studenti. Ciò era molto più difficile, ma non impossibile, con i mezzi tradizionali. Una biblioteca locale non riusciva ad immagazzinare la quantità necessaria di risorse. Ciò è stato comunemente 7 8 http://www.gutenberg.org/ http://www.irishstatutebook.ie/ compensato dalla pratica di aggregamento degli estratti selezionati attraverso la “lettura a pacchetti” per gli allievi; ma le difficoltà imposte dal copyright sono divenute progressivamente molto più onerose. Naturalmente, il web ha utilizzato un’alternativa, riferendosi ai contenuti web come di pubblico dominio, oppure con una licenza per l’utilizzo aperto (per esempio, Creative Commons9 Free for Education10); ma, come già descritto, vi è una quantità crescente di risorse primarie, in molti domini, che devono essere effettivamente liberi di gestirle in questo modo. Naturalmente, se le note sono strutturate come una sovrapposizione di ipertesti sulle fonti primarie, devono essere create e diffuse in un formato adatto alla visualizzazione sul web; ciò è potenzialmente una significativa barriera tecnologica, a cui ritornerò nelle sezioni successive. Comunque, fra le fonti primarie da un lato e le note di conferenza dall’altro, si trovano le tradizionali risorse educative e i manuali e del courseware. Questi ancora esistono, naturalmente; ma non si sono sviluppati generalmente verso il web ma soprattutto verso le forme on line o l'accesso aperto. Gli editori tradizionali stanno sperimentando modelli di business per la pubblicazione online. Internet ha toccato temi e affari delicati e complessi, che si estendono oltre la semplice pubblicazione dei libri di testo, ma sollevano fondamentali domande circa la natura della “proprietà intellettuale” nell'era digitale. Esplorare questi temi va oltre il mio scopo qui, ma nelle conclusioni, potrei suggerire le diverse direzioni per una ulteriore esplorazione. Wikiwiki, Wikipedia Che cos’è? “Wiki” (che deriva dall’hawaiano “wikiwiki” e significa “veloce”, “rapido”) è un nome generico per una famiglia di sistemi web basati sulla collaborazione. Le pagine web basate sul Wiki sono solitamente riconoscibili immediatamente dal tasto o dal collegamento “edit this page”. Per molti utenti, a primo impatto, ciò sembra sconcertante, se non incredibile, poiché è così differente dal tipico modello “sola lettura” o “consumistico” utilizzato nel web. Ciò nonostante, costituisce un serio e significativo invito ai lettori a modificare immediatamente e liberamente cancellare, rivedere, annotare o integrare, se mancano contenuti. Naturalmente, sono necessari differenti livelli di controllo. I particolari variano fra le diverse versioni. Mentre alcuni wiki sono completamente pubblici, e consentono anche di editare testi in modo non identificato o anonimo, altri richiedono almeno la registrazione dell'utente prima della pubblicazione ed altri ancora possono essere limitati ai gruppi chiusi di utenti pre-autorizzati. 9 10 http://creativecommons.org/ http://www.aesharenet.com.au/FfE/ Forse la cosa più importante è che i wiki sono generalmente facili da utilizzare per la registrazione e la modificazione delle voci e - se necessario – permettono con altrettanta facilità di annullare tali modifiche. Se pertinenti, le modifiche specifiche possono anche essere associate alla persona particolare che le ha immesse; ciò può essere utile anche nei sistemi che permettono la pubblicazione anonima, dove quegli utenti che desiderano essere identificati (o citati!) rispetto ad un contributo particolare, possono farlo. Tali meccanismi sono inoltre necessari per risolvere problemi derivanti da modifiche “simultanee” della stessa pagina da parte di utenti differenti. La caratteristica finale, ma critica, è che i wiki supportano un sistema di “notifica” o di “allerta”, per cui gli utenti possono scegliere di ricevere (tramite email o tramite altro) notifiche automatiche di avviso quando vengono effettuate modifiche (per esempio, quando determinati articoli vengono corretti, o quando vengono creati nuovi articoli rispetto a temi particolari). Ciò permette gli utenti di monitorare in modo efficiente il lavoro, e di rispondere agli interventi degli altri - che è l'essenza effettiva della collaborazione. Visto superficialmente, il wiki può sembrare semplicemente una forma di “Content Management System” (CMS) basato sul web. Tuttavia, anche se vi è una sovrapposizione concettuale, i wiki si distinguono abbastanza, sia tecnologicamente che culturalmente (ed i due campi sono connessi). Tecnologicamente, i wiki sono molto più leggeri se confrontati con i sistemi tipici del CMS. In primo luogo, fanno il numero minimo di domande sull’utente o sul sistema di elaborazione del computer. All'utente non è richiesto di installare alcun software particolare o plugin: un semplice browser web (che, virtualmente per definizione, ogni utente ha già a disposizione) è tutto quello che è richiesto. In secondo luogo, gli utenti che utilizzano il wiki possono contare sull’utilizzo di una scrittura “plain text” che editano all’interno di semplici riquadri del browser; ma questo “plain text” è arricchito con un “mark up” molto semplice ed intuitivo che mostra funzioni testuali comuni come sottolineare, grassetto, ma la più importante, sono i collegamenti ipertestuali. Infine - ed implicito nel suddetto - i wiki possono essere adattati ed ottimizzati in modo specifico, per gestire materiali sul web, dove invece il primo modo di utilizzo è la lettura dello schermo; considerando che i sistemi CMS sono ancora tipicamente orientati alla creazione di materiali “complessi” il cui modo d’utilizzo primario è la lettura dalla carta. I due sono lievemente, ma significativamente, differenti. Queste caratteristiche tecnologiche dei wiki, dunque, danno vita una filosofia di utilizzo distintiva. Le “barriere” (psicotecnologiche) all'accesso sono estremamente basse. Con quasi tutti i web browser si potrà utilizzare il wiki. Gli utenti hanno bisogno di familiarizzare con il “mark up” del wiki (che può variare da un wiki ad un altro), ma poiché questo viene mantenuto semplice ed intuitivo, la maggior parte degli utenti è in grado di iniziare ad editare le proprie pagine wiki già 5-10 minuti dopo aver iniziato per la prima volta ad utilizzarli. La conseguenza è che l’attenzione e lo sforzo dell'utente è rapidamente spostato sull’obiettivo contenutistico, piuttosto che sul superamento di eventuali ostacoli tecnologici o sull’apprendimento di nuovi strumenti complessi. Un esempio: lo strano caso di wikipedia. Forse l'esempio più noto di un wiki pubblico è wikipedia11. Questa è, in effetti, un’enciclopedia collaborativa sul web. Per definizione, è dinamica e in continua modificazione; ma nello spazio di soli quattro anni dal suo inizio e contando interamente su uno sforzo volontario per contribuire (e, naturalmente, modificare) i contenuti, ha già creato oltre 470.000 articoli, che coprono una varietà molto ampia di settori. Contrariamente ad una enciclopedia convenzionale, diretta e composta centralmente, lo sviluppo di wikipedia è organico e guidato da molteplici interessi e dalle differenti abilità di chiunque contribuisca ad esso. Ciò significa che sia l’ampiezza che la profondità degli argomenti è altamente variabile; ma questo non è necessariamente uno svantaggio, poiché permette un processo di sviluppo molto flessibile ed adattabile. Per esempio, la versione originale, in inglese, di wikipedia già si è differenziata per supportare le traduzioni in un’ampia e crescente varietà di altre lingue. Queste includono lingue delle minoranze, quale l'Irlandese. Sarebbe quasi impensabile che un’enciclopedia “tradizionale” fosse stata tradotta in Irlandese, poiché avrebbe implicato un impegno poco pratico sia per essere completa che per essere aggiornata. Al contrario, wikipedia – grazie a un dinamico e flessibile (o caotico?) modello di sviluppo, non si pone un obiettivo di completezza o di un termine di conclusione: consente lo sviluppo incrementale e continuo. Senza dubbio, la versione irlandese di wikipedia non sarà mai così completa o aggiornata quanto la versione inglese; ma per quegli utenti che ne hanno bisogno, sarà molto meglio di non avere affatto un’enciclopedia in lingua irlandese! Inoltre, la wikipedia irlandese probabilmente si evolverà per contenere la primaria o definitiva versione degli articoli su determinati temi specifici. Naturalmente, mutatis mutandis, osservazioni simili sono possibili con altre versioni di lingua di wikipedia. Una reazione comune di molte persone, quando utilizzano wikipedia la prima volta, è rispondere che certamente se vi è la libertà di pubblicare da parte di tutti, la qualità degli articoli non sarà completamente affidabile, considerando che la nozione stessa di enciclopedia tradizionale, afferma che essa dovrebbe essere autorevole. Questa è una critica molto interessante e probabilmente merita un intero articolo, un lavoro dedicato12. 11 12 http://www.wikipedia.org/ http://www.techcentralstation.com/111504A.html In breve, tuttavia, ci sono sia motivi teorici e prove empiriche, che dimostrano che il modello di wikipedia può produrre anche materiali di alta qualità - non importa quanto controintuitivo questo possa sembrare. La base teorica è essenzialmente il nucleo della premessa accademica della “peer review” (revisione paritaria); la tecnologia wiki, combinata con le potenziali comunità globali dei pari, permette la più estrema ed immediata forma di tale “revisione”. La prova empirica è un esperimento in cui un certo numero di articoli di wikipedia sono stati deliberatamente modificati in modo erroneo, introducendo una varietà di errori che andava da quelli più grossolani a quelli più sottili13. In tutti i casi questi errori venivano corretti “… in un paio d’ore”, rivelando una straordinaria capacità di auto-riparazione, che nessuna enciclopedia convenzionale, centralmente controllata, potrà mai avere. Che cosa ha a che fare con l’apprendimento? Lo sviluppo della tecnologia wiki ha evidenti potenziali di utilizzo nella formazione. Basato sulla collaborazione, ad accesso aperto, progetti come wikipedia chiaramente aumentano i materiali che gli insegnanti possono impiegare. Ad esempio, a livello immediato e semplice può essere la possibilità di includere collegamenti a tali materiali adattandoli, con link ipertestuali, alle note di corso. Naturalmente, i materiali wiki non sono differenti da qualunque altra risorsa pubblica del web. Ma i wiki inoltre introducono una possibilità aggiuntiva nuova e distintiva. Supponiamo che un insegnante trovi, ad esempio in wikipedia, una pagina wiki che è rilevante per la sua materia, ma comunque non sia esattamente quello che lui intendeva. Questo è un caso molto comune. Una risposta tradizionale sarebbe quella di provvedere con un'annotazione separata, o con una chiarificazione. Ma con wikipedia l'insegnante può raggiungere letteralmente la pagina ed editare l’originale. Naturalmente, questo dovrà essere fatto con un occhio all’audience generica (altrimenti la modifica probabilmente sarà eliminata immediatamente!), questo è perfettamente compatibile con quelli che sono i bisogni formativi della classe di appartenenza; e il wiki può essere molto più semplice e veloce, sia per un insegnante che scrive che per uno studente che legge. Inoltre, quel miglioramento rappresenta un contributo supplementare alla condivisione globale di risorse, piuttosto che lasciarle in mano ad un gruppo di classe isolato. Anche i piccoli ed individuali miglioramenti possono, se aggregati su base globale, aumentare le possibilità di sviluppi futuri. Così i contributi degli individui possono sostenere e rinforzare reciprocamente gli altri, proprio come in un “circolo virtuoso”. Tuttavia, detto questo, vorrei sottolineare che questa non è la caratteristica fondamentale del wiki e della potenzialità di tale strumento nell’apprendimento. 13 http://alex.halavais.net/news/index.php?p=794 L'opportunità più importante è invitare i discenti a partecipare alla costruzione collaborativa di risorse attraverso il wiki stesso. Una parte essenziale dell’apprendimento riflessivo e costruttivista, è che gli studenti dovrebbero essere portati a riflettere sulla propria conoscenza e a renderla esplicita. Questo, di certo, è il ruolo di un saggio tradizionale, di un componimento ragionato, di un report del progetto. Tuttavia, il wiki permette queste riflessioni ed un’articolazione progressiva fatta in collaborazione – muovendosi verso un pieno modello di apprendimento socio-costruttivista. In teoria, naturalmente, questo può essere realizzato senza il supporto tecnologico di un wiki; gli allievi a lungo si sono impegnati a lavorare nei gruppi e (a volte) a rivedere o criticare il lavoro dei pari. Ma le difficoltà pratiche e le barriere sono significative, fino al punto in cui questo tende ad essere considerato un modo eccezionale, piuttosto che tipico, di imparare. Al contrario, i wiki, con le loro barriere tecnologiche molto basse, ma con funzioni molto ricche e flessibili offrono l'opportunità di un apprendimento collaborativo, costruttivo e molto più estensivo e pervasivo all’interno di ambienti educativi. Bloggers e blogging Che cosa è? Benché il “blogging” sia diventato uno dei più visibili (e popolari) fenomeni del mondo on line negli ultimi anni, non vi è una definizione univoca di che cosa sia un “blog” (o un web-log). Generalmente, il termine si riferisce a qualcosa come un giornale o un diario on line, ma con un certo numero di nuove caratteristiche distintive rispetto al semplice web: • Un blog è creato di solito da una singola persona che forse occasionalmente ospita bloggers; • Consiste in una serie di diversi “posting” pubblicati frequentemente e abbastanza regolarmente. Per rispettare correttamente il nome “blog”, la frequenza dovrebbe probabilmente essere non meno di un post ogni due o tre giorni – e dovrebbe essere massimo nove o dieci in un singolo giorno. • Il posting si basa profondamente sui link ipertestuali; questi possono essere collegamenti alle risorse arbitrarie del web, ma anche i collegamenti ad altri blog sono particolarmente comuni. • Aiutati dall’utilizzo abbondante dei link i post individuali sono tipicamente brevi - forse da uno a tre paragrafi di testo (ma a volte corti come una singola – ipercollegata - frase!). • Il blog può essere utilizzato semplicemente tramite il web, come le web page normali. Tuttavia, poiché sono relativamente dinamici, questo impone una difficoltà al lettore nel controllare regolarmente i nuovi post. Per eludere a questo problema, i blog solitamente offrono un servizio di “syndication”. Ciò significa che un lettore può utilizzare un attrezzo denominato “aggregator” si iscrive ad uno o più blog - così riceverà automaticamente i nuovi post dei blog appena vengono generati. • I blog prevedono solitamente che i lettori postino reazioni o commenti, attaccati al post originale e archiviato con esso. • La tecnologia di blog editing – proprio come i wiki – ha barriere molto basse all’accesso. Dunque, un nuovo utente non ha bisogno di strumenti oltre ad un browser base e può acquisire rapidamente la padronanza dei semplici strumenti per editare il testo. (Effettivamente, in alcuni casi, si possono utilizzare formati simili o identici per la pubblicazione sia sul wiki che sul blog) • Di conseguenza il contenuto dei blog è altamente variabile, idiosincratico e personale in riferimento al particolare proprietario del blog o “blogger”. I blogger sono in qualche modo rievocativi del tradizionale giornale o dell’editoriale di una rivista – ma anche molto differente. Chiunque può avere un blog, aperto al mondo. Data la grande disponibilità di server blog gratis o a basso costo, un blogger debuttante può cominciare a pubblicare a un pubblico globale entro 10-15 minuti! Che cosa a che fare con l’apprendimento? Il blogging pubblico, è un’ovvia ed immediata applicazione nell’educazione alla “scrittura pubblica” – giornalismo, comunicazioni… Questo offre un'occasione immediata agli allievi di impegnarsi fin dalle prime fasi dell’educazione, alla pubblicazione di contenuti. Naturalmente, non vi è alcuna garanzia che conseguiranno un’autentica “readership”, ma l'atto di esporre i propri scritti ad un’audience non costretta, interessata e pubblica certamente sarà molto più significativo (e stimolante) che lo scrivere unicamente per un insegnante o per i compagni di classe, come avviene tradizionalmente. E, naturalmente, a causa dell’ampiezza e dell'interconnessione densa, della cosiddetta “blogosfera”, possono attrarre almeno alcuni lettori interessati, dai quale certamente impareranno lezioni importanti. Queste sono opportunità che semplicemente non esistevano prima dell’avvento di Internet e del web e della recente diminuzione delle barriere degli strumenti di pubblicazione dei moderni server blog. Ma vi sono occasioni molto più generali per l'utilizzo del blog - come delle tecnologie – al di fuori di questi specifici domini. In particolare, i blog possono essere completamente pubblici, ma non devono esserlo necessariamente, questo lascia aperte molte prospettive. I blog possono essere condivisi all’interno di un singolo gruppo classe o anche in gruppi più piccoli all’interno di una classe. Proprio come un wiki, permettono l'interazione sociale dinamica e flessibile nella costruzione e nella risposta ai post degli altri. Tuttavia, contrariamente al sistema wiki, nel blog i diversi post rimangono chiaramente di proprietà dei diversi autori e deliberatamente - vengono congelati una volta inviati, piuttosto che nuovamente editati. Al livello più semplice, il blogging è immediatamente utile agli allievi di ogni disciplina per sviluppare le proprie abilità di scrittura - in uno spazio sociale, tuttavia ancora riservato. Inoltre apre nuove strade per un più profondo “peer-to-peer” e “teacher mediated”, critica e discorso. Naturalmente, altre tecnologie di Internet, quali le mailing list condivise e i forum di discussione sul web, potrebbero anche essere utilizzate in questo modo; ma la particolare architettura della proprietà personale nel blog, provvede ad una strutturazione distintiva e a diverse sfumature del discorso. Portando tutto ciò ad una forma estrema , essenzialmente la stessa tecnologia può supportare “diari di apprendimento” - dove i diversi allievi sono invitati a riflettere regolarmente sulle cose e documentare le proprie esperienze di apprendimento - ma queste sono riservate ad ogni allievo specifico ed all'insegnante. Naturalmente, l'idea di un diario che supporti l’appprendimento non è nuova in sé stessa; ma la tecnologia del blog può renderla molto più pratica da implementare. Con spese generali amministrative o burocratiche minime, sia lo studente che l'insegnante possono allora concentrarsi efficientemente sui sostanziali contenuti di apprendimento. Moodling through Che cosa è? Da moodle.org: Moodle è un pacchetto di software per produrre corsi basati su internet e siti web. È un progetto in continuo di sviluppo, disegnato per supportare una struttura socio costruttivista per la formazione. Moodle è fornito liberamente come software open source14 (sotto la GNU Public License15 ). Ad un primo livello, il moodle è semplicemente un esempio (ancora un altro) di un “Virtual Learning Environment” (VLE), dello stesso genere dei sistemi più come Blackboard16e WebCT17. Cioè comprende una piattaforma basata sul web che supporta una più o meno integrata suite di 14 15 16 17 http://www.opensource.org/docs/definition plain.html http://www.gnu.org/copyleft/gpl.html http://www.blackboard.com http://www.webct.com/ strumenti di supporto all’apprendimento on line. Ad un livello base, offre la “trasmissione” facile delle risorse elettroniche (soltanto) ai membri autorizzati ed autenticati di ogni gruppo di classe. Inoltre ha una varietà di altre funzionalità tipiche di VLE come il forum di classe per le discussioni e la somministrazione di quiz online. Naturalmente, visto in questo modo, è un sistema particolarmente distintivo. Ma vi sono due funzioni molto più importanti nel moodle: • È ispirata da e impegnata nella realizzazione di una particolare struttura pedagogica, vale a dire il costruttivismo sociale. • È distribuito grazie ad una licenza software “open source”. Inoltre anche se moodle supporta una pedagogia orientata alla “trasmissione” ingenua, è primariamente disegnato per facilitare ed incoraggiare l’interazione sociale e la costruzione collaborativa di conoscenze. Dunque, questo già incorpora un gran numero di strumenti facilitativi già descritti nelle sezioni precedenti, supportando anche la possibilità di effettuare modifiche o cambiamenti: • Opzioni dell’“open content”. Un VLE tipico è specificamente destinato ad impedire l'accesso incontrollato alle risorse presenti. Moodle può funzionare in questo modo; ma può funzionare ugualmente in un modo in cui tali risorse sono “browsable”, indicizzabili e reperibili senza permesso speciale o autenticazione. Ciò garantisce molta flessibilità, può essere regolata a discrezione di diversi insegnanti e, comunque, protegge la privacy dell’interazione e della comunicazione tra i diversi partecipanti. Alternativamente, gli insegnanti possono esportare materiali completamente progettati ed impacchettati attraverso moodle.org; è un’operazione fattibile e pratica che permette di condividere i contenuti del corso, precisamente perché il software di supporto – moodle stesso – è disponibile senza nessuna licenza quindi senza elevate barriere economiche. •. Un sistema wiki è integrato all’interno di moodle, semplificando la creazione di wiki per corsi individuali, per le singole classi o ancora per gruppi minori o all’interno di progetti del gruppo o della classe. • Blog. I forum di moodle possono essere configurati all’interno del generico formato discussione ma può anche essere flessibilmente configurato per specifiche funzioni come un giornale individuale per l’apprendimento (riservato ad un insegnante o ad un allievo) o come blog (riservati ad un gruppo di classe, o ad un pubblico mondiale). • Gli strumenti di indagine, di valutazione, come COLLES18, sono stati progettati per facilitare e promuovere l’apprendimento costruttivista e sociale, sono stati inseriti all’interno del moodle. L'uso di tali strumenti serve sia per informare e sensibilizzare gli allievi rispetto ai propri stili e agli 18 http://surveylearning.com/colles/ approcci dell’apprendimento e per dare un feedback agli insegnanti riguardo l'efficacia delle attività per l’apprendimento che stanno facilitando. La seconda caratteristica peculiare di moodle è la sua licenza “open source”. Ho già accennato ad un'implicazione immediata di ciò e cioè - il modo in cui questa disponibilità aperta della piattaforma del software facilita la disponibilità di contenuti o risorse da utilizzare all’interno di tale sistema. Ma la licenza “open source” ha un'importanza più profonda: significa che - in linea di principio almeno - i diversi insegnanti e perfino i principianti, possono partecipare direttamente e contribuire allo sviluppo continuo di questa piattaforma per l’apprendimento. Ci troviamo all’inizio, e rimane ancora da vedere quali potrebbero essere tutte le eventuali possibilità. Tuttavia, un effetto immediato è che - come nel caso del wikipedia - questo modello aperto del contenuto ha facilitato un iniziale adattamento e la specificazione del sistema per gli utenti di lingue diverse (comprese le lingue minoritarie, quale l'Irlandese). È molto difficile comprendere come un rapido adattamento potrebbe essere realizzato usando un qualunque strumento che avesse invece una licenza chiusa. Conclusione: in che direzione andare? Il focus di tale capitolo è incentrato sulla presentazione di un certo numero di innovazioni tecnologiche e culturali recenti e sul tentativo di collegare tali innovazioni alle sfide di miglioramento dell’apprendimento nell’istruzione secondaria. Chiaramente, tutte queste tecnologie convergono ed interagiscono, ma ho suggerito che, insieme, offrono un insieme potente di attrezzi per la riflessione, la collaborazione e la costruzione sociale di conoscenza. La discussione qui deve necessariamente essere breve. Eventualmente, avete a disposizione le diverse opportunità per un’esplorazione più ampia. (hyperlinked, naturalmente, nella versione online!). Vorrei chiudere con un finale, che comprenda indicazioni per risorse più complete: • Dougiamas (1998) rivede brevemente la storia e lo sviluppo generali del costruttivismo ed include una bibliografia eccellente. Ciò può anche essere letto come una base intellettuale per la progettazione di moodle. • Le questioni che riguardano la proprietà intellettuale e il copyright all’interno del mondo digitale, sono analizzate in modo eccellente da Lessig (2004), compreso un suggerimento concreto di un possibile, ma radicalmente nuovo, paradigma di pubblicazione digitale. Giustamente, il libro in se è usato come esemplare: è stato reso disponibile come un libro tradizionale, pubblicato commercialmente, con i diritti riservati e difficile da copiare, ma anche sotto licenza aperta, online, con una specifica licenza che permette la produzione indipendente di lavori derivati (fornisce gli attributi di libro non commerciale e libero). Fra gli effetti interessanti di ciò, possiamo notare la rapida e spontanea comparsa di versioni online alternative, di traduzioni indipendenti in diverse lingue e della trasposizione in altri media (come ad esempio il libro audio). • Downes (2004) fornisce una revisione completa e costruttivamente critica, della storia, della natura e delle prospettive future per l'utilizzo dei blog nella formazione. Alternativamente, Ferdig e Trammell (2004) presentano una discussione introduttiva delicata, elencando alcune strategie specifiche per utilizzare i blog in aula. • Moodle.org è, naturalmente, la fonte primaria per le informazioni su moodle. Inoltre ospita una comunità estremamente attiva e differenziata degli utenti moodle di tutto il mondo. References Berners-Lee, T. (1996). The World Wide Web: Past, Present and Future. http://www.w3.org/People/Berners-Lee/1996/ppf.html Carlile, O. and A. Jordan (2005). It Works in Practice But Will it Work in Theory? In S. Moore, G. O’Neill, and B. McMullin (Eds.), Emerging Issues in the Practice of University Learning and Teaching. Dublin: AISHE . Dougiamas, M. (1998). A Journey into Constructivism. http://dougiamas.com/writing/constructivism.html Downes, S. (2004, September/October). Educational Blogging. EDUCAUSE Review 39(5), 14–26. http://www.educause.edu/pub/er/erm04/erm0450.asp Ferdig, R. E. and K. D. Trammell (2004). Content Delivery in the ’Blogosphere’. T.H.E. Journal (Technological Horizons in Education). http://www.thejournal.com/magazine/vault/A4677A.cfm Higgs, B. and M. McCarthy (2005). Active Learning — from Lecture Theatre to Field-work. In S.Moore, G.O’Neill, and B.McMullin (Eds.), Emerging Issues in the Practice of University Learning and Teaching. Dublin: AISHE. Lessig, L. (2004). Free Culture: How Big Media Uses Technology and the Law to Lock Down Culture and Control Creativity. New York: The Penguin Press. Ramsden, P. (1992). Learning to Teach in Higher Education. London: Routledge.