newsletter 07-2017

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La Newsletter de
nr. 07-2017
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NOTIZIE DAL MONDO DEL
BIOLOGICO, DALL’EUROPA E… DAL
TAMISO
Questa settimana parliamo di:

Pesticidi letali per le api: fermiamoli!!,
o Pubblicità ingannevole per rendere il cibo più appetibile,
 Glifosato, pesticidi e interferenti endocrini nel Po!,
 Contro banche e burocrazia: i semi sono un bene
comune!!,
o Negli USA le erbe infestanti aumentano la
loro resistenza al glifosato e agli erbicidi,

Il CETA può ancora essere fermato,
o Ripartire dagli orti urbani,
 Carlo Petrini/Slow Food e Cinzia Scaffidi/UnitàTV:
considerazioni sul CETA,
 OGM: l’Italia fa un passo indietro,
o Pesticidi e veleni premiati dai soldi pubblici;
il biologico è la cenerentola delle scelte
politiche,

La Francia dice NO al land-grabbing,
o Il Peccatore,
 La canapa per bonificare terre inquinate,
 “M’illumino di meno 2017” al via,
o L’Isola di Poveglia affittata dai veneziani
per farne un Orto Urbano,

Gentilezza?: dimenticata anche dagli Inglesi,
o Il Parlamento Europeo pubblica “Il Biologico ai raggi X”,
 Allarme contaminazioni per l’invasione di riso
straniero,
 L’Agenda della Salute di febbraio di Terra Nuova.
Buona lettura!!!
LE API STANNO MORENDO METTENDO IN CRISI L’INTERA CATENA
ALIMENTARE. ORA FINALMENTE ANCHE IL CANADA POTREBBE
VIETARE UNO DEI PESTICIDI PIÙ LETALI.
Cari avaaziani,
Siamo più di 3 milioni (tu incluso!) ad aver già firmato
l'appello ai governi di tutto il mondo per vietare i pesticidi
api-killer, e sta diventando la più grande petizione di
sempre per le api!!
Ora tocca al Canada: stanno per decidere anche loro
sul divieto di un pesticida letale per le api. Il governo
è sotto la pressione delle grandi aziende della chimica, ma ha aperto una consultazione pubblica
tramite cui possiamo farci sentire. Ma le lobby della chimica vogliono impedirlo -- e noi
dobbiamo farci sentire, dalla parte delle api!!
Sappiamo che il Canada tiene molto alla sua reputazione internazionale, e hanno preso posizioni
molto coraggiose su temi difficili, come per i rifugiati. Spingiamoli a fare lo stesso anche
per le api, per il Pianeta e per la sicurezza alimentare delle prossime generazioni.
CLICCA QUI PER MANDARE SUBITO IL TUO MESSAGGIO PERSONALE,
e poi inoltra la mail ad amici e familiari -- rendiamo questo appello così forte
da non poter essere ignorato!
Si chiama IMIDACLOPRID, è una sostanza chimica usata su quasi tutta la frutta e la verdura
del mondo e sta minacciando l’intero ecosistema mondiale, che parte proprio da api e
insetti. Ora il Canada potrebbe vietarla. Hanno aperto una consultazione pubblica per
prendere una decisione, ma le lobby dell’industria agrochimica non sono disposte a perdere un
prodotto che vale miliardi. Per questo, sosteniamo il Canada fino alla messa al bando!
Aggiungi il tuo nome prima che la consultazione chiuda, manderemo al governo la più grande
petizione di sempre dalla parte delle api!
SOSTIENI LE API! CHIEDI AL CANADA DI VIETARE QUESTO
PESTICIDA
Le api e altri insetti come le effimere e i moscerini sono creature straordinarie che letteralmente
creano la vita sulla Terra. Le api da sole impollinano circa il 75% dei più importanti raccolti
mondiali. Ma l’imidacloprid è stato collegato al collasso delle colonie di api e al crollo
diffuso delle popolazioni di insetti -- un pericolo non solo per l’ambiente ma per tutto il
nostro sistema alimentare.
Ora Monsanto vuole unirsi a Bayer, e la Dow Chemical alla DuPont. Questi colossi vogliono
avere sempre più potere nel riempire i supermercati con i loro veleni. Ma gli stiamo tenendo
testa, e già in Europa l’uso di pesticidi api-killer è stato vietato anche grazie alle
migliaia di messaggi con cui gli avaaziani hanno sommerso i ministri quando si sono
riuniti a decidere. Il prossimo passo è il Canada. Se chiudiamo questi mercati, l’effetto domino
può colpire anche tutti gli altri Paesi.
È il momento giusto: la consultazione pubblica in Canada può decidere il destino di
questo veleno. Se partecipiamo in massa, e se vinciamo, può significare molto per le api in
tutto il mondo. La consultazione chiuderà tra pochi giorni, firma ora! La biologa Rachel
Carson, che negli anni 70 guidò la protesta grazie a cui venne vietato il DDT negli USA, scrisse
che "Coloro che contemplano la bellezza della terra trovano riserve di energia e forza capaci di
resistere quanto la vita stessa".
Lasciamo che questa forza e questa bellezza incredibile della natura ci guidino ancora una volta
nel resistere, tutti assieme, dalla parte delle api!
Con speranza, Nell, Ari, Oli, Camille, Ricken e tutto il team di Avaaz
(da Avaaz – febbraio 2017)
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Come ci ingannano le pubblicità, rendendo il
cibo irresistibile e perfetto
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Glifosato, pesticidi
e interferenti
endocrini nel fiume Po: il nuovo rapporto ISPRA
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(da Greenme.it – febbraio 2017)
Semi: scambi, banche e burocrazia. Occorre restituire
alle sementi il fondamentale ruolo di bene comune
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Usa, preoccupante aumento della resistenza delle
erbe infestanti al glifosato e ad altri erbicidi.
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(da Il Fatto Alimentare – febbraio 2017)
Il CETA approvato si può ancora fermare
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Ripartire dagli orti
urbani
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(da comune-info – febbraio 2017)
** sull’accordo commerciale UE/Canada – il CETA – appena approvato, è
interessante leggere le considerazioni espresse da Carlo Petrini di Slow Food il
giorno prima dell’approvazione da parte del Parlamento Europeo, che non ha tenuto
in alcun conto i tre milioni e mezzo di firme di tanti cittadini europei contrari a questo
vero e proprio “inciucio” internazionale, ed anche Il glifosato e il CETA, scritto
nella stessa giornata da Cinzia Scaffidi in l’Unità.TV **
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OGM: IL PASSO INDIETRO DELL’ITALIA
L’Italia ha votato SÌ al mais BT11 della Syngenta e al
1507 della DuPont Pioneer, e ha anche votato SÌ al
rinnovo dell’unico OGM al momento ammesso per la
coltivazione nell’Unione europea, il mais MON810 della
Monsanto.
Tutto questo, nonostante il divieto vigente di coltivazione OGM.
Per fortuna, durante la votazione europea, la maggioranza non è stata raggiunta e quindi, per
ora, il voto italiano non avrà conseguenze, ma certo è stata una doccia fredda per tutti noi che
da sempre ci opponiamo al transgenico, nonché un notevole passo indietro nelle politiche
agricole e nelle posizioni prese dall’Italia fino ad ora, in sede Europea.
Per fortuna da noi si continua ad avere il divieto di coltivazione in pieno campo ma persiste una
situazione ibrida perché, mentre se ne vieta l’uso, si importano semi OGM per la mangimistica.
Fatto sta, che si continuano a fare regali alle multinazionali, che in qualche modo devono
ammortizzare il loro vecchio know-how. Ad aggravare la situazione c’è il fatto che questi nuovi
semi OGM sono anche molto poco validi dal punto di vista agronomico, come dimostrano anche
i dossieri che le stesse ditte hanno presentato. Si tratta inoltre di sementi, per nulla innovative
selezionate lontano dalle esigenze produttive e imposte agli agricoltori.
Tutti ormai sanno che affidare la resistenza a un solo gene significa ottenere, nel breve periodo,
un adattamento della natura che porta inevitabilmente all’inutilità di questa tipologia di semi.
Last but not least, la coltivazione di questi semi si basa sull’uso del glifosato, l’erbicida definito
cancerogeno dallo IARC e per il quale stiamo portando avanti un’aspra battaglia, insieme a
circa 40 associazioni, per il definitivo divieto di utilizzo in tutta Europa.
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Pesticidi e veleni premiati con i soldi pubblici. il
biologico, sempre più amato dai consumatori, é la
cenerentola delle scelte politiche
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(da Bio@gricoltura Notizie di AIAB – febbraio 2017)
LA FRANCIA DICE NO AL LAND
GRABBING
Passa al Senato, in via definitiva, la norma che
blocca le speculazioni delle terre agricole.
Che i francesi siano attenti al proprio patrimonio (e
che bene sappiano come valorizzarlo) non si può che
riconoscere. E ora ne hanno combinata una (bella)
delle loro. Questa volta non si tratta solo di difendere
le tipicità locali o dichiarare fuori legge lo spreco alimentare. Si tratta di preservare
l’agricoltura di piccola scala dagli attacchi degli speculatori.
Leggiamo su Le Monde che con l’ultimo voto del Senato, mercoledì 15 febbraio, il Parlamento
francese ha adottato in via definitiva la proposta di legge destinata a fronteggiare
l’accapparamento dei terreni agricoli (land grabbing) opera di affamati e spregiudicati
investitori, a garantire la sovranità nazionale del Paese e a sostenere il modello di agricoltura
familiare riconosciuto come prima forza dell’eccellenza alimentare. Chapeau!
Stando a quanto riporta Le Monde, il testo di legge segue l’acquisizione prestigiosi cru e terreni
cerealicoli importanti da parte di investitori (speculatori?) stranieri e nello specifico cinesi. Un
fatto che deve aver ferito e non poco l’orgoglio nazionale. La Francia dunque dice no ai nuovi
feudi, alla concentrazione in poche mani di fondi sterminati e alle conseguenti monoculture
intensive che tanto piacciono a mercati e profittatori. E lo fa con una norma che assicura
maggiore trasparenza nelle compravendite dei terreni agricoli.
Come? I contraenti saranno obbligati a dichiarare la loro acquisizione, anche se acquistano
meno del 100% delle azioni, soglia prevista dalla normativa precedente che in questo modo
apriva la strada a possibili prelazioni, crescita dei prezzi dei terreni agricoli e diminuzione delle
terre disponibili. Con buona pace dei giovani agricoltori desiderosi di investire nella terra. Un
esempio? Nel 2016, 1 700 ettari di un terreno nell’Indre (dipartimento francese della regione
Centro-Valle della Loira) è stato acquistato da investitori cinesi a prezzi due volte superiori alla
media. I venditori erano, per un cavillo legale, sfuggiti controllo della Società di Sviluppo del
Territorio e Insediamento rurale (SAFER) della regione Centro-Valle della Loira.
Inoltre, il testo adottato rinforza i poteri dei SAFER, che già hanno un diritto di prelazione nelle
compravendite, e perfeziona l’inquadramento giuridico in modo da prevenire speculazioni e
finanziarizzazione dei terreni agricoli da parte delle imprese di investimento.
Certo, land grabbing in Francia ha un significato diverso da land grabbing in Africa. In Etiopia,
per esempio, vuol dire violenze, omicidi, deportazioni, terrore perpetuato anche dalle autorità
governative per favorire gli investimenti stranieri. L’augurio grande è che possano anche i Paesi
africani desiderare e dotarsi di sistemi normativi capaci di arginare i ladri di terra. Nel rispetto
della sovranità alimentare e della vera forza del continente Africano.
(da Slow Food – febbraio 2017)
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Il peccatore
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Bonificare terre inquinate con
la canapa
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(da comune-info – febbraio 2017)
“M’ILLUMINO DI MENO” 2017 È
#CONDIVIVO: UNO STILE DI VITA
SOSTENIBILE
Prima del Trattato di Parigi e di Europa2030 c’era lui,
l’iniziale e fondamentale passo per fermare i cambiamenti
climatici: il 16 febbraio del 2005 entrava in vigore
il protocollo di Kyoto, primo trattato vincolante per
ridurre l’effetto serra causato in particolare dall’aumento di
CO2 nell’atmosfera.
È in quell’occasione che il programma di Radio2 Caterpillar ha ideato la campagna “M’illumino
di meno”, che quest’anno arriva alle XIII edizione: tema centrale l’attenzione agli stili di vita
come una delle cause principali del riscaldamento globale e del conseguente cambiamento
climatico. Il Protocollo prevedeva la riduzione dell’emissioni dei gas serra di almeno il 5%
rispetto al 1990. Fu redatto da 180 paesi nel 1997 in occasione della COP3 in Giappone. Ci
sono voluti quasi dieci anni affinché l’accordo, limitato al solo Primo mondo, entrasse in vigore,
dopo l’adesione della Russia nel 2004. Cinque anni fa, al vertice di Doha, l’applicazione
dell’accordo è stata prolungata fino al 2020, causando la defezione di Russia, Giappone e
Canada: nello stesso anno verrà sostituito dal Trattato di Parigi (di cui abbiamo parlato qui).
I cambiamenti climatici, come racconta la Nuova Ecologia stanno però già avvenendo,
nonostante non tutte le istituzioni e i cittadini ne comprendano la gravità. Torna
dunque M’illumino di meno, per sensibilizzare ognuno di noi sul nostro impatto ecologico e
sui modi per consumare meno e meglio; negli ultimi anni ha spento, insieme alle illuminazioni
private e pubbliche, i grandi monumenti italiani ed europei come gesto simbolico di risparmio
energetico.
L’edizione 2017 sarà venerdì 24 febbraio, tema di quest’anno è #condiVivo: l’appello di
Caterpillar chiede di mettere in comune le proprie risorse – auto cibo, wi-fi – per evitare
sprechi e creare momenti di socialità. Tra le tante scuole che aderiscono, l’istituto
tecnico Einaudi-Gramsci di Padova: per sensibilizzare agli stili di vista ecosostenibili dalle 12.10
alle 12.20 del 24 febbraio la campanella sarà il segnale di spegnere luci e tutti gli apparecchi
elettrici. Molte le iniziative culturali e di svago nella nostra città. Legambiente Padova non
può mancare all’appello: venerdì 24 febbraio dalle ore 19 organizza, in collaborazione
con Mileggi, una densa iniziativa presso Ca’Sana.
“La novità di quest’anno, ci dice Luisa Caldon, coordinatrice di Legambiente Padova - saranno
le Storie alla Brace… leggere, raccontare, ascoltare storie insieme, intorno al fuoco. E’ così
che abbiamo “interpretato” l’invito al #condiVivo: se volete portate la vostra storia: un brano
del tuo libro preferito, un racconto, un articolo… Potrete leggerla ad alta voce o solo
inviarcela, per affidarla ad altre voci….
I temi che ci stanno a cuore sono tanti, ma alcune parole chiave faranno da filo conduttore:
buio, luce, paesaggio, sostenibilità, energia, orto, siepe, risparmio, città, periferia, cultura,
patrimonio, viaggio, consumare meno e vivere meglio”. A seguire cena a lume di candela. È
necessaria la prenotazione: scrivete a: [email protected] entro martedì 21
febbraio.
(Per altre informazioni cliccate qui)
Per raccogliere idee, spunti, testimonianze, articoli e consigli è stata aperta una pagina
Facebook: Verso M’illumino 2017 #CondiVivo a lume di candela: uno spazio virtuale in
cui chiunque può intervenire per raccontare scelte individuali, buone pratiche, o dare consigli
per non dissipare. In città anche momenti di ballo e di musica: alle 19.30 presso Gabbia
Dischi una Jam Session a basso impatto energetico con Francesco Cigana Trio, e dalle 20.30
lezioni di tango argentino a luci soffuse e milonga “in penombra” presso Cochabamba 444.
In provincia dalle ore 17.45 alle 20.45, l’Associazione Astronomica Euganea si trova nella piazza
del municipio con i cittadini di Due Carrare per osservare il cielo e parlare di risparmio
energetico e inquinamento luminoso. A Ponte San Nicolò il Gruppo Donne ha organizzato
aperitivo solidale, conferenza e cena a lume di candela (dalle 19.00 presso il Centro diurno
Amici del Mondo: scarica il volantino cliccando qui).
Auguri di un buona giornata “M’illumino di meno” a tutti, per ricordarci che gli stili di
vita contano.
(da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova – febbraio 2017)
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A VENEZIA I CITTADINI SI TASSANO PER AFFITTARE UN’ISOLA
DELLO STATO E FARNE UN GRANDE PARCO
La Poveglia è un gioiello abbandonato da quasi 50 anni. Un’associazione di veneziani
ha già raccolto 450mila euro per affittarla dal demanio e creare un parco con orti
urbani. Mentre si parla di introdurre il numero chiuso per i visitatori ed allentare la
pressione sulla città, sono i cittadini a muoversi per salvarla.
VENDITA ISOLA DI POVEGLIA:
Per
salvare Venezia non
si
esclude una soluzione choc:
introdurre il numero chiuso dei
visitatori. Ed evitare così lo
scempio di una città invasa a tutte
le ore da orde di turisti (che però
portano molti soldi) e sempre più
abbandonata dai suoi abitanti.
Il governatore del Veneto, Luca
Zaia, molto popolare sul territorio,
non
esclude questa
soluzione
estrema. Ma qualche volta anche a Venezia, prima degli amministratori assenti o distratti, si
muovono i cittadini. E aiutano la città a non morire. Quest’ultimi, infatti, hanno deciso di reagire
di fronte all’inerzia delle pubbliche amministrazioni.
Così sull’isola di Poveglia, davanti a Malamocco, la zona meridionale nei pressi del Lido dove
spesso si va a vogare oppure in gita domenicale con la famiglia si sono rimboccati le maniche
e hanno dato vita a un modello da imitare.
COMITATO POVEGLIA PER TUTTI: Poveglia è un gioiello di cultura e di tesori ambientali,
con sette ettari di storia antichissima, un tempo coltivati dai frati camaldolesi e con alcune
fortificazioni e i resti di un vecchio ospedale geriatrico chiuso già nel lontano 1968. Questo
luogo magico è stato abbandonato per circa mezzo secolo, a parte una spesa di 22
milioni di euro per impedire l’erosione delle sponde.
Poi è arrivato il decreto del governo Renzi, Valore Italia, con il quale alcuni beni demaniali sono
stati messi in vendita. E tra questi compare anche l’isola veneziana.
A quel punto un gruppo di cittadini, preoccupati che la vendita potesse spalancare le
porte all’ennesima speculazione immobiliare o al solito resort a cinque stelle, si sono
fatti avanti, formano un’Associazione e hanno partecipato alla gara per acquistare
l’isola.
Ma l’associazione «Poveglia per tutti», dove centinaia di veneziani si tassano insieme a 600
stranieri amanti di Venezia, non è riuscita a vincere la gara e Poveglia rimane bene demaniale.
A questo punto l’associazione propone una concessione dell’isola per soli cinque anni,
per procedere, con fondi propri, alla messa in sicurezza dell’area. Con la sua trasformazione in
un parco e spazio pubblico restituito ai veneziani, recuperando gli antichi orti urbani. La
proposta regge perché intanto l’associazione, attraverso il crowdfunding, è riuscita a
raccogliere ben 450mila euro con oltre 5mila sottoscrizioni.
AFFITTO ISOLA DI POVEGLIA: A questo punto la palla torna al Demanio, che ha preso tempo
prima di una decisione definitiva. Ma perché aspettare e non dare spazio allo sforzo dei
cittadini che, con i proprio soldi, vogliono salvare un tesoro veneziano? Forse ci sono
altri interessi da difendere?
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Gentilezza per vivere meglio, lo hanno dimenticato
anche gli inglesi. E rifiutano la cosa
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(da Non Sprecare – febbraio 2017)
Il biologico ai raggi X: esce lo studio commissionato
dal Parlamento europeo e...
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Invasi dal riso straniero, allarme
contaminazioni
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(da Terra Nuova – febbraio 2017)
… chiudiamo il nostro notiziario con l’Agenda della Salute di Febbraio, con tanti
consigli e suggerimenti propostici anche questo mese da Terra Nuova
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Buon fine settimana a tutti