Preview - Associazione ANIMO

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LA COMUNICAZIONE NELL’ETP: MODELLI E
STRUMENTI PER I PROFESSIONISTI DELLA
SALUTE
IV congresso regionale ANIMO FVG
19 settembre 2014
Giulia Ortez – Università degli studi di Udine
[email protected]
OBIETTIVI
• Riflettere sulla comunicazione come chiave per approcciare alla
complessità dei percorsi terapeutici
• Identificare gli strumenti
professionisti socio-sanitari
educativi/comunicativi
per
i
• Individuare i modelli organizzativi innovativi che consentono
una comunicazione/relazione che cura
…………
Day Hospital
Short
Week Surgery
Day Surgery
OSPEDALE
Ricoveri ordinari
Ambulatori
D.S.M.
Residenze Sanitarie Medicalizzate
Hospice
Country
Hospital
Residenze
Sanitarie
Assistenziali
POLIAMBULATORIO
Sistema Semiresidenziale
SERT
M.M.G.
Assistenza
Domiciliare
Integrata
Servizio Visite domiciliari
Assistenza
Domiciliare
Anziani
Disabili fisici
Disabili Psichici
CONSULTORI
Assistenza
Programmata
Assistenza
Infermieristica
Ospedalizzazione a domicilio
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IL TELEFONO SENZA FILI
12/03/2014
CONVIVERE CON LA COMPLESSITÀ
• Viviamo in un mondo determinato dalla complessità dei fenomeni e
nessun contenitore - professionale o organizzativo - è capace di per
sé di comprendere l’intero fenomeno.
• E proprio questa complessità per sua natura è integrata e chiede
integrazione, multiprofessionale e transdisciplinare
[Manzoni, 2013]
Es.: pensiamo al piano di dimissione o all’UVD di una persona…
richiede una
comunicazione scritta e orale, rivalutazione continua, collaborazione,
coordinamento di persone e servizi
QUALE DINAMICA EDUCATIVA NEL CONTESTO
SANITARIO
La pedagogia si inserisce nel cotesto sanitario in quanto parte
essenziale del processo di cura in considerazione del farsi più
complesso e più articolato dell’educare, tanto da richiedere
competenze apposite.
[Blezza , 2009]
L’educazione terapeutica ne è la contestualizzazione in ambito
socio-sanitario in termini di informazione, sviluppo, apprendimento e
socializzazione
[Di Natale, 2005]
LA CENTRALITA’ DELLA PERSONA
• È dunque la pedagogia che può fornire alle
professioni mediche e sanitarie contributi in termini
di strumenti operativi (mediazione, dialogo e
interlocuzione pedagogica), affinchè il rapporto tra la
persona e gli operatori sanitari possa essere pieno e
reciproco e abbia prospettive di sviluppo, di progetti
e di felicità.
1) LA MEDIAZIONE
Da Medium, mezzo, fare da tramite
Con la persona, a volte occorre capire il gap tra le
prescrizioni, le norme di salute e i comportamenti di
salute, mediando con la persona i propri fabbisogni,
eventuali pregiudizi che ostano all’aderenza
terapeutica e che potrebbero prevenire rischi e
complicanze ben più gravi sia di ordine sanitario che
sociale e relazionale.
Serve il «mediatore culturale»

Un adulto su tre, secondo gli studi disponibili, è
analfabeta o semianalfabeta sanitario

I pazienti che non comprendono il linguaggio sanitario
incorrono più spesso in errori medici, ricoveri
ospedalieri e hanno un peggior stato di salute

Non sempre l’alfabetizzazione sanitaria è direttamente
proporzionale al censo e alla scolarità.

Esistono semplici test per identificare i pazienti con
difficoltà di comprensione (memoria, linguaggio,
vista, udito…)
[Sghedoni, 2008]
2) IL DIALOGO
• Diamo per scontato che i pazienti afferrino al volo
tutto ciò che viene detto loro, specie in fase di
dimissione dall’ospedale a domicilio
• Al contrario, studi scientifici mostrano come le
persone abbiano scarsa confidenza con i concetti,
anche quelli apparentemente banali, della
medicina.
le coordinate da seguire sono due:
L’IRONIA E LA MAIEUTICA
2A) IRONIA
•
Questo strumento dialettico consiste nel far cadere via via le
idee errate che possono interferire con la sicurezza del
paziente
• Deficit di conoscenza
• Scarso coinvolgimento
• False informazioni
l’obiettivo è quello di «sdrammatizzare» l’argomento «salutemalattia», tutt’altro che superficiale, affrontandolo con
leggerezza
SMIDOLLATI: APP PER L’ETP IN FASE DI
DIMISSIONE RIVOLTA A PAZIENTI GIOVANI – POST
TCSE
2B) MAIEUTICA
L’altro strumento dialettico per aiutare la persona a far
emergere i suoi bisogni.
Come dire che le parole del sanitario, anche se
sintetiche e ripetibili , debbono proporsi non solo e non
tanto di chiudere un discorso fornendo prescrizioni,
quanto piuttosto di avviarne un altro di prevenzione e di
terapia più lunga e articolata, alla ricerca di stili di vita
più sani.
NURSING CARE AND EDUCATION IS A
CONVERSATION, NOT A LECTURE
[Pedagogical encounters, Frieberg, 2007]
UN PAZIENTE, BOB, INCONTRA UN’INFERMIERA
Bob
Infermiera
Bob dice : Penso di aver bisogno di un lassativo
L'infermiera si ferma di fronte a Bob , lo guarda e
dice : puoi avere del Laxoberal e due compresse
Relaxit
Hmmm, Bob mormora
L'infermiera è in silenzio per un po'. Poi prende
una sedia e si siede accanto al letto.
Lei guarda Bob e dice: Cosa sei solito
prendere a casa ?
Bob non risponde immediatamente , ma poi dice: L'infermiera gli dice che ci sono delle supposte che
Di solito prendo Toilax o Minilax. Peso che sono ugualmente efficaci
funzionino bene
Bob dice che pensa che le supposte facciano male L'infermiera dice : lo so , ma io di solito le
ammorbidisco in acqua
Bob comincia a parlare della importanza di una
dieta contenente abbondanza di scorie per tenere
lo stomaco in ordine. E continua : Non so quale
cibo sia meglio per me '
Dice
l'infermiera:
E’
importante
bere molto e mangiare le[Frieberg,
verdure. 2007]
Bob e la
infermiera continuano la conversazione circa
l'importanza di una corretta alimentazione e dell’
attività fisica
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L'infermiera si ferma di fronte a Bob , lo ascolta e volgendo lo
sguardo verso di lui gli dedica del tempo. Inoltre , pone delle
domande al fine di verificare il suo livello di conoscenza o, in
alternativa , per sapere se c'è qualcosa che lui vorrebbe
sapere . Entrambi si scambiano e verificano spiegazioni ed
esortazioni. Bob fa domande e fornisce informazioni su
alcune esperienze precedenti . Si sviluppa un dialogo dove
l'infermiera sottolinea gli aspetti che Bob necessità di
conoscere , al fine di risolvere il problema con il suo intestino.
3) L’INTERLOCUZIONE PEDAGOGICA
• Si tratta di una particolare relazione d’aiuto, nella quale
prima di tutto si favorisce nell’interlocutore la transizione
problema clinico/assistenziale  diagnosi educativa
Dalla crisi alla progettualità educativa
Tecniche per migliorare la comunicazione verbale
Metodo
Commenti
Parlare più lentamente
La comunicazione migliora quando i pazienti
hanno maggior tempo per assorbire ciò che
viene detto
Usare un linguaggio non medico
Limitare le informazioni
Chiedere alla persona di ripetere
[Modificato da Weiss 2007]
A meno che non abbiano un’esperienza
diretta, o attraverso un familiare, di una
determinata malattia, le persone di solito non
conoscono i termini scientifici associati alla
malattia
Ricordano solo una frazione di ciò che i
sanitari dicono loro, spesso perché i medici
forniscono troppe informazioni. La ritenzione
migliora se la comunicazione è limitata a 2 o
3 punti chiave e se questi punti vengono
ripetuti
E’ utile per verificare che abbiano capito
in maniera corretta
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CONCRETAMENTE…
• Enfatizzare l’approccio relazionale
 Ascolto (chi sei, da dove vieni, cosa ti rende felice, quali sono i
tuoi progetti)
 Comunicazione verbale (mediazione, dialogo e l’interlocuzione
pedagogica)
 Comunicazione non verbale e paraverbale, utilizzo di tutti i 5
sensi e anche il 6°
 Comunicazione scritta (diari, autopatobiografie)
• STRUMENTI SOFT (ICT, Internet, mail, Skype, web 2.0, riunioni,
colloqui, incontri…)
• STRUMENTI HARD (Documentazione, Cartella clinica, lettera di
dimissione infermieristica, cartella educativa, segnalazione UVD, PAI)
MODELLO DI ASSISTENZA
RELASHIONSHIP BASED CARE,
FIZPATRICK, 2014
• presa in carico personalizzata
• continuità dell’assistenza
• coordinamento degli interventi assistenziali
• educazione terapeutica
• PDTA e PDTE (Percorsi assistenziali e percorsi
educativi)
•Case manager, Disability manager, Continuity manager,
ICA
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I PERCORSI DIAGNOSTICI TERAPEUTICI
EDUCATIVI (PDTE)
• Abbiamo luoghi nuovi che non sono fisici ma che
attraversano la fisicità con il percorso di vita della
persona assistita
Sono i PDTE i luoghi che si propongono di attraversare i
luoghi.
L’infermiere, garantendo un continuo divenire di feedback
durante il rapporto che si instaura con l’assistito, rende più
efficace e completa l’ attività professionale per risolvere i
problemi e raggiungere esiti terapeutici
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Educazione terapeutica in pediatria: l’esperienza ‘Io e l’asma’
Protocollo di Percorso Diagnostico Terapeutico Educativo (PDTE)
1a
Valutazione
clinica :
diagnosi
Visita di
controllo
8
settimane
Visita di
controllo
8
settimane
Visita di
controllo
8
settimane
Follow Up
6 mesi
66%
Colloquio
educativo
iniziale
Colloqui con genitori e bambini suddivisi per
fasce d’età
(0-14 aa)
Utilizza il
distanziatore
Verifica
autonomia
1 anno
100%
+
Diario
giornaliero
MMG, Clinico, Infermiere, Assistente sanitaria, Genitori
Laboratorio Clinico Pedagogico
e Ricerca Biomedica – Spedali Civili di Brescia 2013
TAKE AWAY
• La complessità dell’assistenza ai bisogni delle persone richiede
integrazione, multiprofessionale e transdisciplinare
• Gli strumenti pedagogici per l’operatore sanitario sono la
mediazione, il dialogo (ironia e maieutica) e l’interlocuzione
pedagogica
• Il modello assistenziale della presa il carico è quello basato sulla
relazione
• I nuovo modelli organizzativi che favoriscono l’integrazione e la
continuità educativa sono i percorsi assistenziali ed educativi, CM,
ICA, DM.
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BIBLIOGRAFIA
• Blezza F. Strumenti pedagogici per l’operatore sanitario TUTOR
2009, Volume 9, Numero 1: 2-8.
• Cavallo D, Re Luca G, Lusignani M Caratteristiche ed efficacia
della relazione terapeutica tra infermiere e utente: una revisione
della letteratura. L’INFERMIERE 2014
• RNAO LLGG. Stabilire relazioni
TRADUZIONE
A
cura
di
www.evidencebasednirsing.it
terapeutiche 2002.
Silvia
Calanchi;
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