«Nella zootecnia di precisione il futuro dell`allevamento»
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«Nella zootecnia di precisione il futuro dell`allevamento»
DOSSIER / NUOVI SPUNTI DALLA RICERCA Dal Crea di Lodi «Nella zootecnia di precisione il futuro dell’allevamento» di Giorgio Setti Permetterà di razionalizzare la produzione, facendo scendere i costi unitari. Così Andrea Galli, direttore del Crea-Flc di Lodi L’ applicazione delle tecniche di zootecnia di precisione potrà salvare la redditività dell’allevamento di bovine da latte. È il messaggio di Andrea Galli, direttore del centro Crea-Flc di Lodi, che spiega: «Sono ormai numerose le evidenze che ci permettono di concludere che questo innovativo insieme di tecniche e di procedure riesce a rendere più efficiente l’azienda zootecnica da latte. E quindi ad abbassare il costo unitario di produzione, riconsegnando un tornaconto all’imprenditore». Andrea Galli e Fabio Abeni nell’allevamento di Cascina Baroncina (Lodi). In evidenza il microfono per valutare i problemi respiratori dei vitelli. 26 INFORMATORE ZOOTECNICO Si parla di questa tecnica, chiamata anche precision livestock farming (Plf), solo da pochi anni, continua il ricercatore. «Ma è ormai chiaro che permette di raggiungere risultati concreti e misurabili: più benessere animale, meno spesa in farmaci, ottimizzazione dell’alimentazione delle bovine, più produttività, meno impatto ambientale. Lo dimostrano sia le prime applicazioni nelle stalle italiane ed europee, sia i risultati sperimentali del nostro centro e di altri centri di ricerca europei. Per questo posso affermare che risiede anche nella Plf il futuro dell’alleva- Andrea Galli con il casaro del caseificio sperimentale di Cascina Baroncina, Salvatore Francolino. n. 18-2016 21 ottobre DOSSIER / NUOVI SPUNTI DALLA RICERCA Sopra: altre due immagini dell’allevamento di Cascina Baroncina. In evidenza sul collare delle bovine la presenza del sistema multisensore (sensore della ruminazione più rilevamento del movimento collo in tre dimensioni). mento da latte». Anche per questo «consiste proprio negli studi sulla Plf una delle attività di punta del centro Crea di Lodi», nonostante qui a Lodi non siano certo trascurati altri filoni di ricerca, altrettanto decisivi, come quelli sulla zootecnia biologica, sulla sostenibilità ambientale dell’allevamento, sulla chimica del latte e dei derivati, sulla microbiologia e la tecnica della caseificazione, sul miglioramento genetico delle foraggere, sulla gestione agronomica a bassissimo impatto. Ora, la Plf consiste in breve nell’effettuare misurazioni con sensori di alcuni comportamenti e parametri della bovina, nel valutare tali misurazioni attraverso software dedicati, nel prendere le conseguenti decisioni anche con retroazioni automatiche, o robotizzate. Ed è soprattutto nella seconda di queste tre fasi che si sviluppano gli studi del Crea L’ARTICOLAZIONE DELLA RICERCA ZOOTECNICA CREA Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) è in una fase di profonda riorganizzazione. Tale riorganizzazione coinvolge anche il settore zootecnico: infatti, presto, il Centro di ricerca per le produzioni foraggere e lattiero casearie di Lodi (Crea-Flc) con l’Unità di ricerca per la selezione dei cereali e la valorizzazione delle varietà vegetali di Sant’Angelo Lodigiano (Crea-Scv), il Centro di ricerca per la produzione della carne ed il miglioramento genetico di Monterotondo - Roma (Crea-Pcm), l’Unità di ricerca per la suinicoltura di San Cesario sul Panaro - Modena (Crea-Sui), l’Unità di ricerca per la zootecnia estensiva di Muro Lucano - Potenza (Crea-Zoe), spiega Andrea Galli, confluiranno nel futuro Centro di ricerca per la zootecnia e l’acquacoltura (Crea-Za). Il costituendo Centro avrà quattro sedi: Lodi, Roma, Modena e Potenza. Il centro Crea-Flc di Lodi, dove agisce lo stesso Galli assieme ad altri 23 ricercatori, ben noti tra gli operatori del settore, svolge la sua attività di ricerca nel campo delle «produzioni foraggere e lattiero casearie». Il Centro ha due sedi operative: la prima relativa alle attività di ricerca nell’ambito delle foraggere (chimica, biologia e miglioramento genetico); la seconda relativa al settore lattiero-caseario (zootecnia di precisione, zootecnia biologica e sostenibilità aziendale, chimica del latte e derivati, microbiologia e tecnologia casearia). Il Centro si avvale inoltre delle strutture presenti presso la Cascina Baroncina di Lodi, una unità formata da un caseificio sperimentale e da una azienda zootecnica con 60 bovine da latte ad altissima produzione, con numerosi e avanzati sistemi di zootecnia di precisione. Il Crea-Flc è attivo sul territorio tramite una importante accordo di collaborazione con l’Associazione provinciale allevatori di Cremona, che gli consente di estendere l’attività di ricerca direttamente su uno dei più importanti territori per l’allevamento della bovina da latte a livello europeo. T.V. n. 18-2016 21 ottobre INFORMATORE ZOOTECNICO 27 DOSSIER / NUOVI SPUNTI DALLA RICERCA di Lodi sulla Plf. Spiega infatti il ricercatore Fabio Abeni: «Noi cerchiamo di ottimizzare queste misurazioni provando a rendere i relativi algoritmi sempre più efficienti. O a proporre nuovi algoritmi». Nuovi sensori Ma una buona parte degli stessi studi si applica anche allo sviluppo di nuovi sensori, aggiunge Galli. Ad esempio nell’ambito del riconoscimento dei suoni emessi dall’animale: installazione di microfoni, messa a punto di sensori per registrare la tosse dei vitelli (allo scopo di riconoscere patologie) e le vocalizzazioni degli adulti (allo scopo di individuare estri, o situazioni di sofferenza, o problemi etologici/ gerarchici), elaborazione di algoritmi per diagnosticare le tossi dei vitelli. Oppure, altro esempio, sviluppo di nuovi sensori per lo studio della ventilazione Luca Buttazzoni. Schermata, relativa a una singola bovina, sulla variazione dell’attività motoria (linea verde) e del tempo di ruminazione (linea blu). Il passaggio della linea verde nell’area superiore del grafico indica il superamento della soglia di attenzione dell’attività stessa; è una variazione significativa tale da allertare l’allevatore per un possibile estro. La possibilità dell'estro è confermata dal calo contemporaneo del tempo di ruminazione. della stalla. Obiettivo: «Rilevare non solo la temperatura - spiega Galli - ma anche l’umidità, la presenza di ammoniaca e altre situazioni ambientali. Sensori dedicati a questo esistono già, ma si sporcano, perdono efficienza, non colgono alcune importanti microsituazioni come eventuali ristagni localizzati di ammoniaca. Noi cerchiamo di mettere a punto una migliore gestione o localizzazione di sensori come questi, o di renderli meno costosi». Anche sensori già bene ottimizzati dall’industria, come podometri, attivometri e ruminometri, sono oggetto di studio a Lodi, ma non per migliorarli, bensì per in- serirli in nuovi “modelli” di Plf. Lo stesso vale per il cosiddetto precision feeding, alimentazione di precisione: anche in questo caso al Crea di Lodi si usano sensori già affermati, come il sensore Nirs applicato al carro unifeed, ma se ne ipotizzano «nuove modellistiche». A proposito di valutazione Nirs (near infrared ray spectroscopy): «Abbiamo realizzato noi – aggiunge Galli – l’ingegnerizzazione di uno strumento Nir portatile per la valutazione qualitativa non distruttiva delle forme di Parmigiano Reggiano. Permette di valutare ben 70-100 forme all’ora. È in corso la calibrazione di uno strumento EMISSIONI, LONGEVITÀ E INCROCI DA CARNE TRA GLI STUDI DEL CREA DI MONTEROTONDO Tra i progetti più d’avanguardia ai quali si sta per applicare il Crea-Pcm (produzione della carne e miglioramento genetico) di Monterotondo, Roma, ce n’è una serie relativa alle cosiddette emissioni zootecniche. Spiega il direttore del centro, Luca Buttazzoni: «Abbiamo diversi progetti di prossima attivazione riguardanti lo studio dell’impatto ambientale dell’allevamento bovino, sulle emissioni di metano, per esempio. Il ruminante emette metano, che 28 INFORMATORE ZOOTECNICO è 22 volte più climalterante della CO2. Se si riuscissero a contenere, anche in parte, le emissioni gassose, si potrebbe contribuire a ridurre la produzione di gas serra, tenendo comunque conto che le emissioni di gas climalteranti da fermentazioni enteriche rappresentano solo il 2,54 % delle emissioni nazionali (Ispra, 2014)». E in che modo? «Anche con il miglioramento genetico degli animali. È una sfida complessa dal punto di vista n. 18-2016 21 ottobre DOSSIER / NUOVI SPUNTI DALLA RICERCA analogo per il Grana Padano». La partnership con la Fiera di Cremona Infine dobbiamo ricordare dell’accordo tra il Crea-Flc di Lodi e Cremonafiere: il primo sarà il partner scientifico della società fieristica per i prossimi tre anni. Ha commentato Antonio Piva, presidente di Cremonafiere: «Con questo accordo, che per noi ha una grande valenza strategica, si apre uno spazio molto vasto per portare in fiera le innovazioni, le ricerche e tutti gli spunti di aggiornamento utili per i professionisti dell’allevamento e della filiera lattiero-casearia». Firmatario dell’accordo Andrea Galli, che ha spiegato: «L’intesa prevede un importante ruolo nella programmazione e organizzazione di momenti divulgativi nell’ambito delle attività fieristiche in contesti quali la zootecnia di precisione, la zootecnia biologica e la sostenibilità ambientale». Un primo output di questa partnership consiste in un paio di indagini, una sulla “zootecnia di precisione” l’altra sulla “agricoltura di precisione”, i cui risultati verranno presentati alla Fiera di Cremona. Spiega Cremonafiere: «Il centro Crea-Flc di Lodi, in collaborazione con l’Apa di Cremona, ha avviato un’indagine conoscitiva sulla zootecnia di precisione: a un campione di oltre 700 aziende è stato sottoposto un questionario volto a fotografare lo stato dell’arte del settore e a misurare la conoscenza delle nuove frontiere dell’innova- Posizionamento del sistema Nirs sul sistema di desilamento del carro per l’analisi dell’insilato di mais. zione in stalla. Gli esiti verranno presentati nell’ambito dell’edizione 2016 delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona. Contestualmente verrà illustrata la situazione dell’agricoltura di precisione in Italia». In merito all’indagine sulla zootecnia di precisione, Galli ha sottolineato: «Le aziende interpellate, 400 delle quali conferenti al Consorzio per la tutela del formaggio Grana Padano dop, appartengono alla provincia di Cremona, uno dei principali territori per la zootecnia da latte scientifico, perché bisogna misurare le emissioni di metano, ma affascinante e possibile». Un altro filone di ricerca si concentra sull’allungamento della longevità delle vacche. «Uno dei nostri studi è verificare se l’utilizzo dell’incrocio tra razze da latte, nel nostro caso tra la frisona e la pezzata rossa, può dare animali più longevi. Secondo la letteratura scientifica mondiale, e l’esperienza di paesi come quelli scandinavi o la Nuova Zelanda, questo è fattibile. Noi stiamo facendo una prova nella nostra azienda sperimentale: mettiamo a confronto le razze pure e gli incroci. È logico che l’incrocio produce meno della razza pura, però, secondo le nostre previsioni, il maggior valore degli animali di scarto e dei vitelli e la in Italia e in Europa. Attribuiamo un’importanza strategica a questa operazione in quanto solo la percezione di utilità può portare l’allevatore a scommettere sulle nuove tecnologie che assicurano un miglioramento nella gestione aziendale». La zootecnia di precisione sarà l’oggeto di un convegno in programma alla Fiera di Cremona, sala Monteverdi, dalle ore 14 di venerdì 28 ottobre. Oltre a Galli, parleranno Luigi Sartori, Marcella Guarino, Carlo Bisaglia, Fabio Abeni e Giovanni Taglia- maggiore resilienza delle vacche meticce dovrebbero più che compensare la produzione di latte, soprattutto nei periodi di basso prezzo del latte come l’attuale». Infine Buttazzoni ci ha spiegato che nel Centro stanno sperimentando anche un’altra prova per ovviare a deficit produttivi nella produzione di carne: aumentare la gemellarità della razza bovina maremmana. «La razza bovina maremmana è una razza rustica, che vive sempre all’aperto e partorisce con grande facilità: secondo la nostra esperienza non ha alcun problema a partorire vitelli gemelli anche in incrocio con la piemontese. E i vitelli piemontese con maremmano hanno tutte le caratteristiche per poter essere ingrassati con buone rese». Laura Saggio n. 18-2016 21 ottobre INFORMATORE ZOOTECNICO 29 DOSSIER / NUOVI SPUNTI DALLA RICERCA PROGETTO EU-PLF, LA CONFERENZA FINALE Centotrenta specialisti provenienti da 17 paesi hanno partecipato alla conferenza finale del progetto Eu-Plf (Precision livestock farming), tenutasi il 29 settembre a Bruxelles. Fra i presenti agricoltori, allevatori, istituti di ricerca, imprese, fornitori di strumenti per la Plf, organizzazioni non governative. L’evento è stato organizzato dal consorzio Ue-Plf e dall’Animal Task Force (www.animaltaskforce.eu). L’obiettivo del progetto era sviluppare strumenti di gestione basati sul monitoraggio continuo e automatico degli animali all’interno delle stalle, al fine di tenere sotto controllo il loro stato di salute e di benessere e l’impatto ambientale delle produzioni, in tempo reale. Gli strumenti Plf sono in grado di fornire all’allevatore ferri. Il convegno, spiega Galli, «affronterà un excursus a tutto campo anche sulla ricerca in tema di zootecnia di precisione. Il discorso si collega naturalmente 30 INFORMATORE ZOOTECNICO un preavviso in caso di cambiamenti inaspettati all’interno dell’allevamento. Il monitoraggio in tempo reale dei suoni, per esempio, fornisce segnalazioni in merito al rischio di problemi respiratori. Anche gli strumenti che effettuano monitoraggio attraverso l’uso di telecamere sono in grado di tenere sotto controllo il comportamento e le attività degli animali. In occasione della conferenza di Bruxelles, gli allevatori che hanno testato gli strumenti Plf nelle loro aziende durante lo svolgimento del progetto europeo hanno potuto elencare i vantaggi ottenuti dall’impiego delle tecnologie Plf. Per saperne di più si può visitare il sito internet www.eu-plf.euI.Z. all’upgrade tecnologico raggiunto sul fronte dell’automazione: va da sé, infatti, che strumenti come i robot di mungitura e i sistemi “intelligenti” di alimentazione n. 18-2016 21 ottobre offrono un supporto prezioso alla zootecnia di precisione attraverso un processo di interconnessione indirizzato al miglioramento della gestione dell’azienda». l