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a cura di Claudio Cerritelli premio marconi 2009 per l’arte multimediale maurizio osti GUGLIELMO MARCONI XXIII° PREMIO INTERNAZIONALE DI PITTURA SCULTURA E ARTE ELETTRONICA CIRCOLO ARTISTICO • UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA • FONDAZIONE GUGLIELMO MARCONI PREMIO MARCONI 2009 PROMOTORI COMITATO D’ONORE Sindaco di Bologna Sergio Cofferati Presidente Camera di Commercio Bologna Bruno Filetti SEGRETARIO GENERALE Rettore Università di Bologna Pier Ugo Calzolari Presidente ASCOM Bologna Enrico Postacchini CURATORI DELLE MOSTRE Assessore alla Cultura Angelo Guglielmi Direttore ASCOM Giancarlo Tonelli COMITATO SCIENTIFICO Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna Fabio Roversi Monaco Presidente Acantho Roberto Vancini Circolo Artistico di Bologna Fondazione Guglielmo Marconi Università degli Studi di Bologna Bartolomeo de Gioia Claudio Cerritelli Bartolomeo de Gioia Claudio Cerritelli Silvano Conti Luciano Bertacchini Bartolomeo de Gioia Vittorio Riguzzi Marco Battaglia Francesco Martani Giulio Bargellini Oddone Sangiorgi Amalia Baraldi Querino Merella Tino Rasero Gianpiero Pace Mario Bargiotti Luciano Mattei Giuliano Amabile Franco Savignano COMITATO ORGANIZZATIVO Maria Bargiotti Giusy Gualtieri Gimmy de Paulis Francesca de Paolis Giovanna Montini Tiziana Alberani Giorgio Gramantieri Paolo Fedriga Gianpiero Pace Rossella Fedriga Raffaele de Gioia Franco Savignano Vice Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna Virginiangelo Marabini Presidente Fondazione Marconi Gabriele Falciasecca Presidente Galleria d’Arte Moderna Lorenzo Sassoli de Bianchi Direttore Galleria d’Arte Moderna Gianfranco Maraniello Presidente onorario del Circolo Artistico Silvano Conti Presidente Saiet Daniele Furlanetto Presidente Teleimpianti Maurizio Barcelloni Corte Presidente Museo Bargellini Giulio Bargellini Presidente Unicredit Banca Aristide Canosani Presidente Tratos Scavi Albiano Bragagni Presidente Fondazione Cà La Ghironda Francesco Martani Presidente FIA Oddone Sangiorgi Socio Fondatore Corte Isolani Francesco Cavazza Isolani Presidente Gruppo Hera Tomaso Tommasi di Vignano SEGRETERIA GENERALE Circolo Artistico Corte Isolani, 7/A ALLESTIMENTI Franco Savignano 2 GUGLIELMO MARCONI PREMIO INTERNAZIONALE DI PITTURA SCULTURA ED ARTE ELETTRONICA promosso da Circolo Artistico di Bologna Università degli studi di Bologna Fondazione Guglielmo Marconi Insigniti del “Premio Marconi” dal 1988 al 2009 Max Bill, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Luciano Minguzzi, Lucio Saffaro, Concetto Pozzati, Pirro Cuniberti, Francesco Martani, Emilio Tadini, Mirta Carroli, Giò Pomodoro, Mario Nanni, Luciano Menetti, Nino Migliori, Elio Nanni, Nicola Evangelisti, Pompilio Mandelli, Gillo Dorfles, Raimondo Rimondi, Marco Cardini, Leonello Tarabella, Pietro Cascella, Salvatore Scarpitta, Giorgio Bariani, Giuliano Giuliani, Luigi E. Mattei, Eugenio Carmi, Bruno Raspanti, Luciano Giaccari, Tullio Pericoli, Germano Sartelli, Mauro Mazzali, Filippo Centenari, Emilio Vedova, Arnaldo Pomodoro, Silvio Canini, Sergio Vacchi, Sibylle Geiger, Alessia de Montis, Marcello Jori, Giuseppe Maraniello, Mattia Ruggeri, Giovanni Pintori, Flavio Favelli, Maurizio Osti. Partecipanti ai convegni: Ai convegni conclusivi del “Premio Marconi” sul tema Arte e Scienza e “Idea di comunicazione” presieduti dal 1988 da Giulio Carlo Argan e dopo la sua scomparsa da Gillo Dorfles hanno partecipato Il Magnifico Rettore pro-tempore dell’Università di Bologna: Fabio Roversi Monaco I Presidenti della Fondazione Marconi: Giancarlo Corazza e Gabriele Falciasecca La Presidenza del Circolo Artistico di Bologna: Silvano Conti, Umberto Severi, Bartolomeo de Gioia Critici e storici dell’arte, letterati e artisti: Max Bill, Andrea Emiliani, Filiberto Menna, Renato Barilli, Achille Bonito Oliva, Gianni Scalia, Alberto Boatto, Massimo Carboni, Flavio Caroli, Tommaso Trini, Luciano Caramel, Giuseppe Pirovano, Adriano Baccilieri, Bruno Bandini, Giorgio Celli, Emilio Tadini, Giuseppe Pittano, Vittorio Boarini, Giovanni Pintori, Silvia Pegoraro, Vittoria Coen, Giuseppe Zigaina, Francesco Martani, Giulio Bargellini, Luigi Veronesi, Luciano Minguzzi, Marcello Pecchioli, Nino Migliori, Carmelo Genovese, Lucio Saffaro, Leone Pancaldi, Pietro Bonfiglioli, Concetto Pozzati, Giovanni Accame, Nino Castagnoli, Stefano Bonaga, Vittorio Riguzzi, Pietro Bellasi, Claudio Spadoni, Gregorio Scalise. Claudio Cerritelli e Bartolomeo de Gioia hanno curato all’interno del Comitato scientifico tutte le rassegne del Premio Marconi 3 PRIMO CONVEGNO SUL TEMA ARTE COME SCIENZA Da sinistra: Claudio Cerritelli, Bartolomeo de Gioia, Pietro Bonfiglioli, Bolasco, Giulio Carlo Argan, Max Bill, Vittorio Boarini, Renato Barilli e Giorgio Celli Tenutosi in occasione della prima edizione del Premio Marconi presieduto da Giulio Carlo Argan, Bologna, Palazzo dei Congressi, Aprile 1988 CONVEGNO DEDICATO A GIULIO CARLO ARGAN SUL TEMA ARTE E SCIENZA Sabato 29 Aprile 1995 Presiede Gillo Dorfles Comune di Bologna, Settore Cultura, Assessore alla Cultura Concetto Pozzati Circolo Artistico di Bologna, Sala dello Stabat Mater, Palazzo dell’Archiginnasio foto a sinistra, da sinistra: Pietro Bonfiglioli, Massimo Carboni, Concetto Pozzati, Gillo Dorfles, Alberto Boatto e Bruno Bandini foto a destra: intervento di Claudio Cerritelli. SECONDO CONVEGNO CONCLUSIVO DEL PREMIO MARCONI Da sinistra, in basso: Celli, Pozzati, Argan, Emiliani, Bonfiglioli, Boarini. Da sinistra in alto: Pintori, Cerritelli, Pancaldi, Pecchioli, Pittano. Tenutosi a Bologna l’8 Maggio 1992 in chiusura della terza edizione del premio Marconi, Sala Consiliare della provincia di Bologna 4 IN RICORRENZA DEL CENTENARIO DEL NOBEL A GUGLIELMO MARCONI Allorquando, nel 1987, ricoprivo la gravosa carica di Capo dell’Ispettorato delle Comunicazioni di Stato per l’Italia medio orientale e nel contempo quella di Presidente della più antica e gloriosa istituzione artistico-culturale della città di Bologna qual’è il Circolo Artistico fondato nel 1879, glorioso perché annoverò all’atto della sua costituzione fra i promotori e i sostenitori, Giosuè Carducci, Enrico Panzacchi, Alfredo Oriani, Olindo Guerrini ed altri ancora, letterati ed artisti, fino al mitico Giorgio Morandi, mai più pensavo che abbandonando la Dirigenza Generale delle Telecomunicazioni per dedicarmi interamente all’area artistica, mai più pensavo, dicevo, che per saldare virtualmente la ex professione all’arte avrei abbracciato, per ideare un premio d’arte da legare al nome del celebre scienziato bolognese, in toto, il binomio Arte e Scienza di cui Giulio Carlo Argan, il maggior storico dell’arte della seconda metà del secolo era fervido assertore. Da allora ad oggi d’intesa con la Presidenza della Fondazione Marconi e con il Rettore dell’Università di Bologna, anno dopo anno sono stati designati a ricevere il Premio per la pittura, la scultura e l’arte elettronica oltre cinquanta maestri e artisti ai vertici dei valori dell’arte contemporanea, per primo Max Bill designato nel 1987 da Giulio Carlo Argan che ne promosse la mostra presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna presiedendo per altro il primo convegno conclusivo sul tema arte e scienza al Palazzo dei Congressi. Dell’internazionalità del Premio Marconi avemmo un riscontro nel 2002 all’Istituto Italiano di Cultura di New York allestendo una mostra dei premiati ed un Convegno sul tema arte e scienza che risvegliò il vivo interesse della stampa della metropoli nonché di critici e storici italiani e stranieri che sottolinearono fortemente la originalità e la singolarità della iniziativa con articoli e testimonianze riportate nella rivista Iterarte del Circolo Artistico. E oggi nel 2009 anno in cui si celebra il centenario dell’assegnazione del Nobel a Guglielmo Marconi avvenuto nel gennaio del 1909, i promotori del Premio hanno convenuto di assegnare il premio per la Pittura a Giovanni Pintori che propone una sintesi delle sue ricerche pittoriche sviluppatesi dagli anni Settanta ad oggi come continuità con i modelli dell’avanguardia pittorica del ‘900. Il premio per l’Arte Multimediale a Maurizio Osti che riflette intorno ai modelli della comunicazione dalla tradizione pittorica alla rivoluzione informatica. Il premio per l’Arte Tecnologica a Flavio Favelli che affronta i flussi dell’esistenza come memoria condensata nella dimensione poetica dei luoghi vissuti e di quelli ancora inesplorati. I promotori hanno inoltre ritenuto che meritava ancor più sottolineare l’evento del 2009 dando vita ad un libro riassuntivo di tutte le edizioni della manifestazione curate da Claudio Cerritelli, docente a Brera, curatore insieme al sottoscritto delle ultraventennali manifestazioni. Un testo cioè che ripercorre la storia del Marconi con un nutrito apporto di immagini relative a questo lungo arco di eventi dedicato a colui il quale per prima avviò l’era delle comunicazioni senza filo nell’etere. A fine stagione, è nostro intendimento riproporre al pari di quanto si fece a New York, una rassegna di tutti i maestri e artisti premiati per consacrare, nell’anno del centenario ancor più la mitica immortale figura dello scienziato bolognese. Bartolomeo de Gioia 5 6 Maurizio Osti l’identità molteplice 7 Per avvicinarsi alla ricerca di Maurizio Osti può servire -in fase preliminare- ricordare le definizioni di “concettualismo inquieto” e “concettualismo impuro” formulate da Pietro Bonfiglioli in relazione ad alcuni artisti di area italiana che negli anni Settanta si sono impegnati in una critica dell’arte come produzione analitica di processi conoscitivi. Si tratta di procedure mentali non separate dalla manipolazione dei materiali, dalla pratica del fare come restituzione visiva di proposizioni concettuali che hanno comunque bisogno di rivelarsi nella fisicità di segni, forme e oggetti appartenenti al sistema della comunicazione e alle sue metamorfosi tangibili. Alla radice dell’arte di Osti sta infatti la forza magnetica della pittura che dialoga con il filtro della fotografia e con la traccia della scrittura in una comune ricerca di tensioni formali legate ad un desiderio di bellezza come compresenza di sensi e di idee che si mostrano e si dissolvono nella stupefazione del loro farsi. Il concetto di arte multimediale è aperto a molteplici implicazioni che oscillano tra il versante analitico dei linguaggi e il suo destrutturarsi, tra l’affermazione di un significato codificato nella tradizione e il rovesciamento dei valori proposto dall’avanguardia. Questo orientamento si sviluppa, non senza contraddizioni, dall’impulso primordiale dell’atto creativo all’urgenza di verificarne la portata immaginativa negli eventi del fare, anche a rischio di consegnare la propria identità a molteplici icone possibili, a mutevoli derive del senso. L’arte di Osti esprime un metodo esemplare nell’ambito delle poetiche concettuali attingendo sia ad elementi di nuova scrittura che a respiri minimalisti, sempre commisurati alla necessità di un rapporto simbolico primario con il flusso inarrestabile del mondo. L’artista si muove nella dialettica incessante tra finito e in-finito, insegue connessioni che spezzano il freddo dominio del linguaggio logico, in quanto una pratica dell’arte che voglia dirsi critica e poetica non può cristallizzarsi in se stessa ma ha la necessità di dissolversi in ipotesi di verifica sempre differenti. Si avverte il peso di queste idee nella riflessione dei primi anni Settanta intorno al corpo del libro come memoria secolare intrisa di materia, di umori scritturali e pittorici che derivano direttamente dalla sperimentazione dell’oggetto, ora ridotto all’ingombro macerato della carta, ora rivelato nella sua veste sacrale, o infine dilatato nella sinestesia di valori visivi, tattili e sonori. Il termine rivelazione assume un ruolo centrale da cui si dirama la conoscenza labirintica della realtà attraverso il gesto disvelante dell’alchimia, gesto non esauribile ma illimitato che sconfina dal perimetro autoreferenziale del linguaggio per farsi esperienza totale. Parallela all’attività pensante dell’artista-filosofo emerge l’energia imponderabile dell’artista-poeta che evoca altre dimensioni a partire dalle inquietudini ancestrali del proprio punto di vista individuale. L’opera è il luogo di risonanza delle potenzialità linguistiche dei valori costituiti e di quelli legati all’invenzione, luogo sublime dove continuamente si rinnova la dialettica delle opposizioni, la sintesi tra razionalità ed emozione, progetto e casualità, metodo programmatico e produzione di forme imprevedibili. Rivelare significa per Osti mostrare il non-conosciuto, disvelare l’invisibile ma anche rimettere in luce le icone del visibile, giocare sul valore provvisorio della conoscenza che affronta il mondo nella sua integrità spaziale, non lasciando nulla di intentato, dal limpido esercizio mimetico alla percezione delle sue ambigue apparenze. L’unità delle cose viene attinta attraverso l’idea del “doppio” come divenire continuo della vita e della morte, del diurno e del notturno, della luce e dell’ombra, della trasparenza e dell’opacità. Sono termini, questi, non semplicemente evocativi, ma calati nella verità fisica delle materie che l’artista adopera come strumenti di misurazione dello spazio e del tempo, valori archetipici che non si chiudono in se stessi ma si espandono nelle profondità intersoggettive dell’umano sentire. Nelle opere dedicate alla persistente tematica della “doppia contrapposizione” il referente iconografico si avvale dell’opposto, la figurazione canonica sta a fronte della disgregazione, alla capacità disegnativa si congiunge la polvere di grafite o la traccia lieve e trasparente del silicone. La forma dialoga con l’informe, Apollo e Dioniso sono figure mitologiche che accompagnano questo sforzo di conoscere l’origine, oscillano tra la serena individuazione del visibile e l’oscurità del sogno che evoca le forze irrazionali. Osti tiene sempre presente queste opposte direzioni che si interrogano a vicenda, nelle istallazioni realizzate tra il 1975 e il 1979 si affida ad un rituale espositivo dove piano orizzontale e ritmo verticale dialogano attraverso passaggi intermedi che coinvolgono il mentale e il tattile. Nella tavola “autocancellante” la parola “finito” mostra il germinare della scrittura tra affermazione e sparizione, con sensibile adesione ai valori dissolventi della luce, al trasalire del colore verso il nulla. Si tratta di un’evocazione di sensi pittorici in cui la scrittura si trova nel clima adatto alla sua trasfigurazione concettuale, mentre afferma il suo dictat la parola perde peso, visibilità, certezza di durare a lungo nell’eterno. Nell’istallazione dedicata al binomio “trasparenze opacità” colore e parola si muovono in simbiosi avvolgendo lo sguardo con lo stupore della luce mutevole, la mano tocca la superficie come un colloquio con la materia. L’opera-operazione si rivolge al lettore quasi per rivelare ulteriormente i sensi della visione e congiungere i dati empirici del fare alla vastità sublime dello spaesamento in cui l’occhio si trovare ad agire. Anche l’idea di autoritratto è intesa come luogo dello straniamento tra la persistenza dell’essere e il suo infinito propagarsi nel cosmo; in “IO 10” l’immagine è formata da due entità segniche che l’artista definisce “morfemi analogici” in grado di congiungere icona visiva e verbale in uno stesso nucleo linguistico. è di nuovo la figura dell’artista-alchimista ad essere proposta nell’atto di compiere il “gesto disvelante-rivelante”, di porsi nel luogo dell’opera come soggetto che fonda sull’umiltà conoscitiva tutto il suo potere creativo. Il procedimento maieutico di Osti non ha dogmi teoretici, si confronta con il vissuto come fonte diretta del sapere, non esclude dunque dal suo orizzonte l’esperienza del dubbio come critica dei presupposti su cui si articola il processo di costruzione dell’immagine. Da un lato sta la limpida gestione dei codici ricevuti dalla tradizione, compresa quella delle avanguardie, dall’altro sta lo sconfinamento dai termini stabiliti per accedere alla soglia dello smarrimento e dell’infinita mutazione dei sensi. Lo scollamento tra il piano della logica e quello dell’immaginazione è la situazione in cui l’artista meglio identifica il flusso della propria vena creativa, il destino della visione come essenza profetica che ha la forza di sfidare il tempo attraverso il levitare della materia. Si tratta di una forza intuitiva visibile in un altro autoritratto in cui alla limpida presenza della parola “portrait” corrisponde il caos magmatico della materia fissata nel suo oscuro primordio. Questa dialettica operativa sostiene le successive stagioni di ricerca dove l’uso del disegno e della pittura rappresenta un ritorno alla tradizione senza mai perdere contatto con il laboratorio sperimentale dell’avanguardia. Nel ritratto del figlio Donatello l’artista identifica la congiunzione tra passato e futuro attraverso l’immagine simbolica della culla come metafora della genesi ininterrotta che in sé contiene infinite possibilità di creare forme innovative. Lo stupore del disegno è origine di ogni visione, l’elogio della grafite come freccia del pensiero ha la capacità di formalizzare il divenire delle idee trasformando il caos in ordine, la disgregazione nella promessa di nuove percezioni cosmiche. In “Icone d’Occidente”, ciclo di lavoro che lo tiene impegnato durante gli anni Ottanta, Osti riconsidera i processi di costruzione iconica come fondamenti del visibile che, pur riferendosi alla dimensione mimetica del passato, sanno far emergere il respiro dell’origine, il mistero di una visione vicina all’esperienza del sacro. I sentieri culturali che accompagnano la riflessione di Osti sono quelli più volte indicati dalla critica: da Damasceno a Florensky, da Heidegger a Nietzsche, da Jung a Bachelard, a tutti coloro che dai precetti 8 dell’esoterismo occidentale fino alle sponde del materialismo razionale sono punti di riferimento ineludibili. Al di là dei nutrimenti sapienziali ciò che conta è sempre la capacità di tradurre il fermento ideativo nella responsabilità estetica delle opere come strumenti di affermazione di un progetto creativo totale. Attraverso la serie degli “Alberi filosofici” dei primi anni Ottanta la prospettiva alchemica rinnova le metodologie intuitive per rapportarsi con la “natura naturans”, una natura non più da contemplare ma da agire all’interno del corpo-mente. Ciò implica non solo la fisicità delle forme ma soprattutto il desiderio di risvegliare lo sguardo dalle mortificazioni degli artifici tecnologici, un riscatto interiore di fronte all’appiattimento dei valori sensoriali, gli unici in grado di far viaggiare le idee per il mondo senza disperdere nell’oblio la loro energia ermeneutica. Nell’ultimo decennio Osti torna al piacere sensuale della carta riprendendo a lavorare sul libro come struttura totemica fatta di strappi e frammenti che sostituiscono il codice convenzionale dell’oggetto con il corpo polimorfico della scultura. Questo ritrovamento di sensi plastici verte sulla trasformazione quantitativa della materia nella qualità della sintesi finale, punto di arrivo di un lungo processo di sedimentazione che spinge la dimensione terrestre verso lo slancio della sublimazione spirituale. In questo ambito nasce l’idea di costellazione di micro-eventi linguistici dove pittura e fotografia stabiliscono nuove regole combinatorie tra l’originale e il multiplo, tra l’attimo irripetibile della materia e la sua riproducibilità tecnica, come si trattasse di una mappa che si modifica sulla parete in un movimento aperto all’infinito. Parallelamente al percorso artistico Osti si cimenta con appassionato rigore nell’attività grafica che lo vede originale autore di manifesti, copertine, marchi, logotipi e altri interventi riconosciuti a livello internazionale. Anche in questa area di ricerca l’artista agisce criticamente sulle convenzioni della comunicazione informativa sviluppando la volontà di stupire e, soprattutto, il progetto di innovare la struttura del linguaggio grafico nella complessità dei suoi aspetti razionali ed emotivi, dalla composizione del testo alla ridefinizione dei suoi specifici processi. Tra i progetti più rilevanti va segnalata l’invenzione dei caratteri Pomona, la riscrittura dell’Alfabeto Folk ispirato ai lettering usati da Ben Shahn, storico esempio di trasgressione dei codici visivi moderni. Più recentemente Osti ha rilanciato con il “progetto Viriditas” una parola desueta appresa dai testi di Ildegarda di Bingen. Si tratta di un vocabolo -spiega l’artista- utilizzabile sia nell’ambito della comunicazione mass-mediatica che nel campo della ricerca artistica visiva, musicale e letteraria. Viriditas è dunque parola che anima le energie vitali del pensiero creativo, parola programmatica che serpeggia lungo tutti i percorsi delle arti come dimensione sovratemporale che annulla i confini della conoscenza e diventa estensione totale pur occupando poco spazio per la sua brevità lessicale. In questo impegno grafico Osti è consapevole di frequentare metodologie grafiche affini alla sua ricerca d’artista ed è convinto di esprimere la medesima tensione poetica che caratterizza il suo modo di testimoniare l’arte come luogo dell’inafferrabile armonia. Luogo della conoscenza infinita e della bellezza fondata sull’esperienza tangibile dei sensi, luogo delle contaminazioni sublimi che può essere raggiunto attraverso l’indispensabile individuazione delle contraddizioni. Claudio Cerritelli 9 opere 8 quintali di carta e filo metallico (dettaglio) 1970 Scultura dimensioni reali Galleria di Palazzo Galvani, Bologna 11 12 Trasparenze opacità 1975 Installazione Cantica (genesi esodo apocalisse) 1972 Libro installazione ed. di 3 + misure variabili 13 14 The Book of its Own Life Libro scultura per tatto e nastro registrato 1977 ed. di 3 Finito/In 1976 Diapositive per 3 proiettori e nastro registrato Mercato del Sale, Milano 15 Finito Tavola autocancellante 1975-77 Installazione IO/10 1979 Installazione, ed. di 3 Performance alla Galleria San Luca, Bologna 1994 16 17 Self Portrait 1979 Installazione 18 Doppia contrapposizione 1971-73-75 dittico 19 Disegno 1877-1977 Disegno su carta + polvere di grafite su vetro 20 Apollo e Dioniso 1982-1987 Dittico, disegno su silicone su vetro 21 Legno di vite 1983 Albero filosofico 22 L’albero della gnosi 1983 Albero filosofico 23 Donatello 10 1994 Grafite su silicone su tela sagomata e resina poliestere 24 25 Caosmo t3-t8 1996-2000 Installazione 26 Caosmo t4-t9 1996-2000 Installazione 27 Ezra Pound Most High Lord Pensieri sull’amore/Pensieri sull’arte 1993-1995 Libro d’artista, Pazzini Editore 28 Arthur Rimbaud Illuminations/Illuminazioni 2004 Libro d’artista, Pazzini Editore 29 Finito 2007 Installazione 30 Finito (dettaglio) 2007 Stampa lambda su alluminio 31 Lybris 1993 Carta e resina poliestere Lybris 2007 Libro, carta e silicone 32 33 34 35 Costellazione miniature (dettaglio) 2007 Costellazione miniature 2007 Libro installazione 36 Viriditas 2007 Libro installazione 37 38 FF FOLK LA FAMIGLIA DEI CARATTERI DIGITALI FOLK OGNI ATTO CREATIVO STABILISCE UN AVVICINAMENTO AL MODELLO ISPIRATIVO MA AL TEMPO STESSO UN SUO FRAINTENDIMENTO CHE CONDUCE ALLA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA OPERA. LA FAMIgLiA dEi CARAtTERi digITALI FoLk, In PARtICoLARE NeLLE DuE VaRiANTi FoLk e FoLK RouGh rEGuLAR Si poNE CoMe InvEnZionE E RiscRITtuRA InTEnZIoNaLmenTe FeDeLe In uNA aCcEZiOne sTiLIsTiCa AGgiORnAta, Che PoTRmMo DefiNiRe XeROx, Che iL PiTtoRe, GrafiCo e DesIGneR MauRiZio Osti HA EsegUiTo IspIrANdoSi Ad oPeRE GrAFiche e PiTtorIcHe DeLl'ARTiStA Ben ShahN. La REALiZzAzIonE DelL'iNTerO AlfaBeto Di oGni Font, È sTATA OTteNUTa AtTrAVeRSO UnA RiscRitTuRA iN STilE xERoX SisTEMAtIZzATA e InTeGrAta AtTrAVersO Il DisegNO dElLE LeTtERe, dEi NumEri e Dei SimBolI MAnCAnTi. TuTtO ciO' PeR TesTiMoNiaRe La PotEnZIALità CreaTIva e AtTuAlE INsiTA NElL OperA GrAFica LeGAtA IN PARTicoLAR Modo Al LetTEriNG Di Un PitTORe Che A DisTANZa Di oLTre Un QuaRTo Di SecOLo DALlA SuA MorTe PResENTA AsPeTti Di EsTreMA ATtualITa. L'iNTeNZiOnAlITà CoNceTtualE, CultUrAlE e di PoETiCa Del PitToRE E DesIgNer, InsEGnANte di TecNIcHe GraFichE SPeCiALi ALl'AcCAdEMiA DI BELle ARtI di BolOGnA, ITALY, È quELla di eSTEnDeRE Al Di FuOri dei LIMITi PeRImeTRaLi DeLl'OPeRa ORiGiNArIA, Dei LIMITi SpAzIAli DELla GAlLEriA d’ARte O DElLa FRuiBiLITà Del LiBro CATaLOGo, LA PERceZIOne DelL'ARtisTICiTà DElLa SCriTtuRA Di Ben ShaHn Per ImMETtERlA Nei NuovI MEdiA AtTRAvErso lA ReaLiZzazIonE e DisTrIBuZIOne EdiToRiALE Di FONtS Da PubBLIcArE pReSsO LA FontFont DI BERlIno e distRIbuIRlE INTeRnAZIonalmentE AtTRAVeRso IL CAtALOgO Font SHOP INtERnATIONAL. In qUeSTo MODo Una RinNOVATa PeRceZIOne DELl'ESpREsSIvITà DElLA SCRITtuRa dI Ben ShaHn PoTRà TroVaRe atTRAvERSo QueSTa OPeRaZionE InTeRPRetaTIVA NuovI LingUAGgi, Nuovi Spazi, Nuove FoRme AppLICATiVe E iNteRPRetATIVe RiNnOVaNDo cOSÌ Nel MonDo ConTEMPoRANEo LA MEMOriA DelL’ARTISta E l'inFLueNZA Da Lui EseRciTAta Nel CAmpO DElLa GrAficA E DeL SOfTWaRe E PoTeRla Così TeStimONIAre Nel Mondo Ad ALtRe GioVani GeneRAZIoni TesTO COMpoSto In Folk ReGular e lIghT Il 15 2 1996 MauRiZiO oSti FF Folk Dichiarazione di poetica 1996 stampa digitale da file 39 Folk f F light r egular E N F G 8 9 0 Ff Ff G folk F E 8 D N 7 C 6 B LM Z 45 ^ T A I H R S X Y 3 ()=? g Q 2 f W 1 &/ z % e OP V y "£$ >< d n U t ! c §* b lm s x °ç r w A i h pq v u o 9 0 D C 5 B M Z 4 L T Y 3 A I ^ H R S X 1 2 =? ) g Q ( W z / f & V e O P U x y £$% >< "! § * d n t w c °ç b l m r s v u A i q h p o 6 7 FF Folk display (Regular, Light) 1996 font digitale 40 folk F l ight rough F r o ugh regular G 9 0 F G E 7 D N 6 C 5 M T Z 4 B A I L S Y 3 ?^ X 2 )= R H g Q W 1 &/( z % f P e O U V y £$ >< x !" §* d n t c m s w °ç b l r v A i q u h p o 8 9 0 Ff Ff F E D N C B M T A I L S H R X Y g f P Q W z1 V e d n O U xy t c w m s b r v A il q u h p o folk 8 7 6 5 ?^ Z 4 ()= 3 / 2 %& $ < !"£ §*> °ç FF Folk display (Light Rough, Rough Regular) 1996 font digitale 41 B “Ballet USA” Shahn’s highly recognizable and unique lettering style, which he called "unlettered lettering", became a part of his art and can be seen in many of his paintings, illustrations, and graphics poster such as “Ballet USA”, 1959, (The Museum of Modern Art, New York). FF Folk Regular was inspired by this kind of lettering. ()}{ aIaI ()}{ aIaI ()}{ aIaI 01 MAURIZIO OSTI Pazzini Editore (Verucchio, Italy), was one of the first to use FF Folk in some of his artist book editions, such as a recent version of Rimbaud's “Illuminations” 2004, the poster “Elogio della Bellezza”, (Elegy to Beauty) and 33 Miniature in “O1 Collana di eventi inediti” 2005, where Folk Regular, Folk Rough Regular and Folk Rough Light are used. 33 MINIATURE 01 PER L’EUROPA MAURIZIO OSTI 25 artisTI 3 a 4 7 © 8 2 1 FF Folk Anatomia di un carattere 2006 stampa digitale su Kapamount 0 3 $ 42 J Folk® rough regular LA FAMIgLiA dEi CARAtTERi digITALI FoLk, In PARtICoLARE NeLLE DuE VaRiANTi FoLk rEGuLAR e FoLK RouGh rEGuLAR Si poNE CoMe InvEnZionE E RiscRITtuRA InTEnZIoNaLmenTe FeDeLe In uNA aCcEZiOne sTiLIsTiCa AGgiORnAta, Che PoTRemMo DeFiNiRe XeROx, EsegUiTa IspIrANdoSi Ad oPeRE GrAFichE e PiTtorIcHe di Ben ShaHN. La REALiZzAzIonE DelL'iNTerO AlfaBeto Di oGni Font, È sTATA OTteNUTa AtTrAVeRSO Un traCciatO di uN nUoVO SEGNO SisTEMAtIZzATO e InTeGrAtO AtTrAVersO Il DisegNO dElLE LeTtERe, dEi NumEri e Dei SimBolI MAnCAnTi. TuTtO ciÒ PeR TesTiMoNiaRe La PotEnZIALitÀ CreaTIva E AtTuAlE INsiTA NElL’OperA GrAFica LeGAtA IN PARTicOLAR Modo Al LetTEriNG Di Un PitTORe Che A DisTANZa Di oLTre Un QuaRTo Di SEcOLo DALlA SuA MorTe PResENTA AsPeTti Di EsTreMA ATtualITÀ in SpEciAl MoDo pER QuEL che RigUARdA l'inVEnzIonE DeLlA ScRITtUra. L iNTeNZiOnAlITÀ CoNcETtualE, CUltUrAlE e PoETiCa È QuELla di eSTEnDeRE Al Di FuOri dei LIMITi PeRImeTRaLi DeLl’OPeRa ORiGiNArIA, Dei LIMITiSpAzIAli DELla GAlLEriA d'ARte O DElLa FRuiBiLITÀ Del LiBro CATaLOGo, LA PERceZIOne DelL'ARtisTICiTÀ DElLa SCriTtuRA Di Ben ShaHn Per ImMETtERlA Nei NuovI MEdiA Tramite lA ReaLiZzazIonE e DisTrIBuZIOne EdiToRiALE Di FONtS Da PubBLIcArE pReSsO LA FontFont DI BERlIno e distRIbuIRlE INTeRnAZIonalmentE mediante IL CAtALOgO Font SHOP INtERnATIONAL. In qUeSTo MODo Una RinNOVATa PeRceZIOne DELl‘ESpREsSIvITÀ DElLA SCRITtuRa GraFiCa dI Ben ShaHn PoTRÀ TroVaRe, atTRAvERSo QueSTa OPeRaZionE InTeRPRetaTIVA, NuovI LingUAGgi, Nuovi Spazi, Nuove FoRme di eseCuZioNE E APpLIcAZiONE ILlUSTRANDo La MEMORIA DelL’ARTISta E L'inFLueNZA Da Lui EseRciTAta Nel CAmpO DElLa GrAficA, ASsIcURANDoNE in tal modo la TeStimONIAnza Nel Mondo Ad ALtRe GioVani GeneRAZIoni. + EXP, LF FOLK ROUGH REGULAR (UPPERCASE) ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZßfiflJ abcdefghijklmnopqrstuvwxyzßfiflJ ABcdEfGhIjKLMnoPqRsTUvWXYzßfiflJ ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZßfifl abcdefghijklmnopqrstuvwxyzßfifl ABcdEfGhIjKLMnoPqRsTUvWXYzßfifl ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZßfifl abcdefghijklmnopqrstuvwxyzßfifl ABcdEfGhIjKLMnoPqRsTUvWXYzßfifl ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZßfifl abcdefghijklmnopqrstuvwxyzßfifl ABcdEfGhIjKLMnoPqRsTUvWXYzßfifl ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ1234567890 (¢¤ƒ$£¥€&%‰¼½¾¹²³ªº8⁄†‡\) ›¦{±+—–÷×~><=}¿?¡!/[¶§#]°*.,:;…„•o”‘O’,o“< «àáâäãåæéèêëíìîïıóòôöõøœúùûüçðłñšŸýž» ÀÁÂÄÃÅÆÉÈÊËÍÌÎÏÓÒÔÖÕØŒÚÙÛÜÇðŁÑŠÿÝž folk rough regular (lowercase) FoLK RouGH ReGuLAR (u. & l. cASE) FF FOLK® ROUGH LIGHT FOLK ROUGH LIGHT + EXP, LF FOLK ROUGH LIGHT (UPPERCASE) folk rough light (lowercase) FOLK ROuGH LIgHT (U. & l. cASE) Ö @ µ S B b B b D ¥ M ¿ S Q I w 43 MauRiZiO oSti Q ALSO REVEAL FF FOLK ROUGH REGULAR LA FAMIGLIA DEI CARATTERI DIGITALI FOLK OGNI ATTO CREATIVO STABILISCE UN AVVICINAMENTO AL MODELLO da cui trae ispirazione MA AL TEMPO STESSO UN SUO FRAINTENDIMENTO CHE CONDUCE ALLA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA OPERA. Mentre i linguaggi del pensiero astratto corrono verso la comprensione che li divora e quindi lì muoiono ed esauriscono la loro funzione, i linguaggi dell’arte sollecitano anch’essi la comprensione e, senza consumarsi nel loro effetto, non danno adito a interpretazioni univoche perché “danzano”, spingendosi verso la comprensione e oltre. Nelle Miniature ci sono questi due ritmi: un ritmo inatteso che trascende il segno come mero significante al servizio del significato e che è corpo. E un ritmo del pensiero astratto che al contempo è abisso per la ragione. La necessaria moltiplicazione del frammento, attraverso il gioco della ripetizione variata, addolcisce e impreziosisce i ‘piccoli oggetti’, quasi icone, producendo nello stesso tempo l’assenza di compiacimento di chi li guarda. Tuttavia il fascino di queste forme difformi, produttrici d’insoddisfazione, esercita una sorta di spasmo, di corto circuito, di ellisse. Osservandole si è trascinati dalla polverizzazione, dalla miniaturizzazione della vita stessa, in contrasto con l’anelito di quell’unità che la pittura – appena evocata in disperse e fratte tracce, tra colate di lava fuoruscite da bocche vulcaniche simili ad occhi rivolti all’interno di se stessi – aveva potuto esprimere all’origine in un concetto ontoteologico di bellezza. La miniatura raddoppia formalmente il trinciamento, i segni di frantumazione e rovina, di separazione e ostensione del perduto, del fuori tempo che, proprio FOLK LIGHT (UPpER & lOWER cASE) It is possible to compose text by combining uppercase and lowercase interchangeably (UPPERCASE ONLY, lowercase only, and UpPeR aNd LoWeRcAsE) to achieve a more personal artistic effect. The designers modified the outlines of each letter in order to achieve a fine balance between the imperfection of letterforms and the harmony of textual color. Folk (1995-2003) folk light (lowercase) FF + EXP, LF FOLK LIGHT (UPPERCASE) Each creative act draws close to the original model but at the same time this creates a flaw which leads to the emergence of a new work. MAURIZIO OSTI & JANE PATTERSON (ITALY & USA) FOLK LIGHT DESIGNING TYPE IS LIKE GIVING AN INDIVIDUAL VOICE TO THE PRINTED TEXT. PAraphrasinG JoHn RUskin, to draw ClEarly iS poEtry, proPhEcy and rEligiOn aLl in One. Portrait of a typeface • Folk® LIGHT FF Folk is an expressive typeface designed by Maurizio Osti and Jane Patterson in 1995 and published by FontFont in 2003. The distinguishing features of Folk Regular and Folk Rough Regular are their unique double weights heavy and light drawn to emphasize the contrast within the letter The height of the letters and numbers vary as does the kerning and the base line is deliberately imperfect. Folk Regular and Folk Rough Regular are very close to Shahn’s original lettering and Folk Light and Folk Rough Light have been created to complete the family. Each font has a full character set and typographic symbols with kern pairs and special dingbats. Folk is a splendid display of typeface with a lot of ‘character’, especially for artistic purposes. ThE TypeFacE CharaCter is the VoicE Of teXt. atTrAcT artiSt A FREE RELATIONSHIP WITH T FF General features of the fonts Ben Shahn's Folk Alphabet was originally created as leTtering in 1940 and reconstructed and redesigned by Maurizio Osti and Jane PatTerson in 1995 with the consent and apProval of Mrs. Bernarda Shahn and the Estate of Ben Shahn, under license from VAGA (New York). neR en the folk regular (lowercase) FoLK ReGuLAR (upPeR & lower cASE) AaBb Folk + EXP, LF FF FOLK is a font inspired by Ben Shahn’s lettering used in his paintings and lithographs. The Ben Shahn Folk Alphabet was originally created as lettering in 1940. He drew his alphabet taking inspiration from vernacular shapes - an “unlettered lettering” - and he called it “folk alphabet”. He believed that letters and words should have the same importance as images and drawings, The idea was to break all the established typographic rules and for this reason we can consider Folk Alphabet an historical prototype of “creative typeface”. FF Folk family has been recreated exclusively of uppercase letters (as originally drawn by Ben Shahn) with two character shapes for each letter one for the uppercase keymap position and one for the lowercase keymap position which capture the vibrant variety present in the original lettering. It is possible to compose text by combining uppercase and lowercase interchangeably (UPPERCASE ONLY, lowercase only, and UpPeR aNd LoWeRcAsE) to achieve a more personal artistic effect. FF Folk is the only authorized and officially endorsed digital version of Shahn's Folk Alphabet FF Folk® rEGULAR ® s a dual spirit: two urges, two movements, two ways of expression cohabiting back o back, like a two-fold daimon: Janus-faced. They survive, together, mutually condiioned: Apollonian harmony functions where it finds Dionysiac frenzy, and vice versa. s it overturns and dismembers, delirium draws energy from pre-established order, mashing as it goes and redeploying it in hitherto uncodified forms. Just as two hosile forces, keeping themselves to themselves and yet inseparable, are forced to co- FF FoLK REGULAR FOLK REGULAR (UPPERCASE) Folk TesTO COMpoSto In Folk ReGular e lIghT Il 15 2 1995 FF 44 Elogio della Bellezza (dittico) 1999-2000-08 Stampa digitale, silicone su forex Elogio della Bellezza 1999-2000 Litografia 45 indice delle opere 06 11 12 13 14 15 16 17 18 Doppia contrapposizione T2-T8 (particolare pag.19) in 26 copertina elaborazione digitale da una foto di Ennio Daltri 2006 da Fifteen, mostra itinerante internazionale 27 8 quintali di carta e filo metallico 1970 scultura dimensioni reali Galleria di Palazzo Galvani, Bologna Cantica (genesi esodo apocalisse) 1972 28 Libro installazione edizione di 3 + misure variabili 3 volumi di 100x70cm del peso complessivo di 70 kg. Cartone, colore nero alla nitro, nastro adesivo, corda e suo movimento aleatorio Università degli Studi di Pavia Collegio Cairoli, Pavia Collezione Fracaro29 Trasparenze opacità 1975, Installazione Resina poliestere, stampe fotografiche su alluminio + azione del fruitore con acqua e degli agenti atmosferici 30 Slide performance Finito/In 1976 Diapositive per 3 proiettori e nastro registrato Mercato del Sale, Milano 31 The Book of its Own Life 1977, 32,5x56,5x4,5 cm, f.to aperto Libro scultura per tatto e nastro registrato 32 edizione di 3 Finito Tavola autocancellante 1975-77 Installazione 33 Lastra di plexiglas sabbiata sul piano terra 30x43x1 cm 34 Stampe in b.n. su tela emulsionata che registrano l’azione di scrittura dell’autore e degli agenti atmosferici. La lastra reca incisa questa dicitura: “su questa tavola autocancellante maurizio osti ha scritto con acqua ‘finito’ milano martedì 19 aprile 1977 ore 16,15” 36 Galleria Nexus, Philadelphia, USA IO/10 1979, Installazione, 184x43x25 cm edizione di 3 37 Performance alla Galleria San Luca, Bologna 1994 Resina poliestere, enunciato, stampe fotografiche su alluminio + azione del fruitore con acqua e degli agenti atmosferici. Collezione MAGI ‘900, Pieve di Cento 39 Self Portrait 1979, Installazione, 178x188x18 cm Resina poliestere, stampe fotografiche su tela + 40 azione del fruitore con acqua e degli agenti atmosferici 19 Doppia contrapposizione T2-T8 1971-75-77, dittico, Stampe fotografiche su alluminio edizione di 6, 70x34 cm ciascuna + una copia misure variabili 20 Disegno 1877-1977 64x82,5 cm Disegno su carta + polvere di grafite su vetro Courtesy Studio G7, Bologna 21 Apollo e Dioniso 1982-87, 45,5x77 cm Dittico, disegno al silicone su vetro Courtesy Galleria civica d’arte contemporanea, Marsala 22 Legno di vite 1983, Albero filosofico, base 45,5x35,5 cm Vetro, disegno su silicone, creta, legno, foglia d’oro, lettering manuale 23 L’albero della gnosi 1983, Albero filosofico, 84x61x71 cm Resina poliestere, cotto, scagliola, legno, colore fluorescente, silicone, foglia d’oro, lettering manuale 24 Donatello 10 1994, Installazione, 240x165x5 cm Grafite su silicone su tela sagomata e resina poliestere 41 43 44 45 Caosmo T3-T8 1996-2000, Installazione Resina poliestere, enunciato, stampe fotografiche su medium density + azione del fruitore con acqua e degli agenti atmosferici Caosmo T4-T9 1996-2000, Installazione Resina poliestere, enunciato, stampe fotografiche su medium density + azione del fruitore con acqua e degli agenti atmosferici Ezra Pound Most High Lord Pensieri sull’amore / Pensieri sull’arte 1993-1995, 34x24,5 cm Libro d’artista Pazzini Editore, Verucchio ed. 20 esemplari con intervento manuale di scrittura a grafite, pennarelli colorati e silicone siglata con monogramma dall’autore Arthur Rimbaud Illuminations Illuminazioni 2003-2007 Libro d’artista, Pazzini Editore, Verucchio alcuni esemplari con intervento manuale di silicone siglata con monogramma dall’autore, 34x24,5 cm Finito 2007, Installazione, 41x52,3x17 cm, peso 49 Kg Alluminio, lettering, stampa lambda su alluminio Finito (dettaglio) 2007, 41x52,3x0,1 cm Stampa lambda su alluminio Lybris 1993, 36x10x6 cm, Installazione, Carta e resina poliestere Lybris 2007, Libro, carta e silicone, 225x50x28 cm Costellazione Miniature 2007, Installazione, 235x350x17 cm edizione di 10, 33 stampe lambda su forex + libro opera con silicone e grafite Bibliotecha Alexandrina, Alessandria d’Egitto Costellazione miniature dettaglio, 2007, 24x12 cm 2 stampe lambda su forex Viriditas Libro installazione 3 volumi di 49,5x34,5 cm, cartone, colore verde alla nitro, filo e suo movimento aleatorio Museo Carale Accattino Ivrea FF Folk Dichiarazione di poetica 2006 Stampa digitale da file, misure variabili FF Folk display (Regular, Folk Light Regular) Font digitale FF Folk display (Light Rough, Rough Regular) Font digitale FF Folk Anatomia di un carattere 2006, 200x250x0,5 cm da Fifteen 15 years of type for independent minds stampa digitale su kapamount mostra itinerante internazionale Elogio della Bellezza 1999-2000, Litografia, edizione di 150, Pazzini Editore, Verucchio Elogio della Bellezza 1999-2000-08, (dittico) Stampa digitale, silicone 38,5x49 cm 46 biografia 47 Maurizio Osti è nato a Sasso Marconi (Bologna) il 24 ottobre 1944. Si è diplomato al corso di disegno industriale presso l’Istituto Tecnico Industriale Aldini Valeriani già scuola di Arti e Mestieri. Ha lavorato professionalmente come operatore di arti applicate, rivolgendo i suoi interessi prevalentemente al campo dell’illustrazione e del graphic design. Dal 1978 è titolare del corso complementare di Tecniche Grafiche Speciali e dal 2005 del corso triennale di Progettazione Grafica presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Accanto a questa scelta professionale, Osti ha portato avanti fin dal 1964 un suo lavoro di ricerca in campo propriamente artistico; risale al 1973 la sua prima mostra personale. La sua formazione avviene nel clima delle neo avanguardie, in quella vasta area di intervento che è propria della Poesia Visuale, della Nuova Scrittura, Arte Concettuale e Minimal Art. E’ di quegli anni l’amicizia con Adriano Spatola, Giorgio Celli, Mirella Bentivoglio, Ugo Carrega fondatore della Galleria del Mercato del Sale di Milano. La frequentazione della galleria da lui diretta, contribuisce ad affinare i suoi strumenti linguistici attraverso l’investigazione di alcune strutture concettuali come il rapporto trasparenza/opacità, (rinnovata indagine del tradizionale concetto di chiaro scuro), dall’unità alla disintegrazione, dal rapporto variabilità/immutabilità solo per citarne alcuni. L’analogia nell’ambito musicale è quella dei minimalisti come Philip Glass e Steve Reich le cui ripetitività ipnotiche hanno sorprendenti corrispondenze coi lavori di quegli anni. E’ il periodo (fine anni ‘70 e primi ‘80) delle installazioni e microperformance con intervento diretto dell’artista che operando su strutture di tipo concettuale con l’uso del mezzo fotografico arriva ad elaborare una propria originale grammatica nel tentativo di cogliere e formalizzare alcuni processi simbolici primari. Verso la metà degli anni ‘80 e per circa un decennio, la sua ricerca sempre rivolta a cogliere strutture archetipiche, si arricchisce, rischiando per qualcuno il fraintendimento, di una investigazione del sentire mitico espressione di una concezione metafisica che necessariamente ripropone il tema della tradizione come forma di conoscenza magico-poetica che non rifiuti l’idea della pittura e del disegno ma piuttosto li sappia far lievitare come ‘enigma perturbante “nuova icona”. Nel ‘94 conierà il termine “Icone d’Occidente” attraverso l’invenzione evocativa del disegno a grafite e silicone espressione dell’Uno come principio unificante. Con Caosmo, dieci anni dopo, Osti, realizzando opere dalla struttura duale, espressione simbolica della cultura secolarizzata dell’occidente, riprende e riallaccia il rapporto coi linguaggi teconologici. Essere nella contraddizione abissale del moderno, tra l’eredità dell’apollineo razionalista-teosofo “verticale” Mondrian e il dionisiaco vitalistico “orizzontale” Pollock. 33 Miniature non fa che ribadire la condizione filosofica ed esistenziale di aporia tra frammenti di reminescenza del linguaggio codificato della tradizione e la sconvolgente violenza del di-segno contemporaneo. Viriditas segna in silenziosa progressione il momento germinale della “sacra” energia creativa. Maurizio Osti ha realizzato inoltre libri oggetto, ideato e illustrato libri per l’infanzia, creato una numerosa e qualificata serie di gadget tridimensionali (segni zodiacali e salvamonete) e opere di grafica editoriale (manifesti, copertine, grafica di pubblica utilità, ex libris, monogrammi, marchi, caratteri tipografici, siti internet, ecc.) unanimemente apprezzate per la loro alta qualità e originalità. Fra queste “Most High Lord”, un volume curato da Luca Cesari, sulla traduzione del Cantico delle Creature di S. Francesco d’Assisi fatta da Ezra Pound, Pazzini Editore1993. Ha disegnato insieme a Jane Patterson la famiglia di caratteri digitali Folk, ispirati all’opera del pittore e grafico americano Ben Shahn, edita da FontFont e distribuita da FontShop International di Berlino. Nel 2003/4 sempre per le Edizioni Pazzini ha realizzato un’interpretazione delle Illuminations /Illuminazioni di Arthur Rimbaud, con traduzione italiana e testo a fronte a cura di Adriano Marchetti la cui versione italiana è composta in Folk; da ultimo sempre per l’Editore Pazzini, 33 Miniature con testi di Roberto Daolio e Adriano Marchetti. mostre personali 1973 Polymorphis, testi di Giorgio Celli, Galleria di Palazzo Galvani, Bologna 1994 Icone d’Occidente. Sanluca Galleria d’Arte, Bologna 1974 Cantica, al di là del significato, testi di Renato Barilli, Carmine Benincasa, Roberto Maria Siena e Gianni Scalia, Galleria 2000, Bologna Scrittura Significante, Centroquadro, S. Marino 1996 Gli Archetipi e le Figure, testi di Eleonora Frattarolo, Galleria Alphacentauri, Parma 1975 Galleria Arti Visive, Roma Art’s Transformation Gallery, Genova Galleria il Canale, Venezia 2009 Premio Marconi per l’Arte Multimediale, testi di Claudio Cerritelli, Circolo Artistico, Bologna 1976 Trasparenze profondità, testi di Alfredo de Paz Galleria 2000, Bologna Reificazione/dissolvimento: sopravvivenza delle forme, testi di Maurizio Osti e Piero Romano, Galleria Mercato del Sale, Milano 1977 Università degli studi di Pavia, Collegio Cairoli, Pavia Galleria G7, Bologna 1978 Katholische Hochschulgemeinde, Graz 1979 IO 10, testi di Filolao, Galleria Mercato del Sale, Milano Galleria Nuova 13, testi di Marisa Vescovo Alessandria 1980 La doppia articolazione, testi di Giuseppe Bonini, Galleria il Doppio, Parma Galleria Drehscheibe, Basilea 1981 Galleria Nexus, Philadelphia, USA 1983 Fragmenta et opus, Galleria il Gabbiano, La Spezia 1986 L’Ottavo Giorno, testi di Luca Cesari e Maurizio Brignone, Studio Cristofori, Bologna Saletta Comunale d’Esposizione, Castel S. Pietro, Bologna 1987 Galleria L’Incontro, Imola 1988 Memorial Vincenzo Galetti. Galliera, Bologna 48 principali mostre collettive 1967 Parole sui Muri, a cura di Adriano Spatola, Claudio Parmiggiani, Corrado Costa, Fiumalbo 1969 Proposta per una manifestazione incontro esposizione rappresentazione, Museo Civico, Bologna 1970 Festival International du livre, Nice, Francia. INterVENTION, Galerie de la Salle, Vence, Francia. De l’unité a la détérioration, Art Total Fluxus, Galerie Ben Doute de Tout, Nizza, Francia 1971 Mecanisme d’un lire, Nizza, Francia 1972 Exposicion exaustiva de la nueva poesia, Galleria U, Montevideo 1973 I libri delle edizioni Geiger, Galleria Stein, Torino. Gruppo INterVENTION, Nizza, Francia 1974 1975 Arte contemporanea al Museo Civico di Bologna, Bologna Visual Poetry International. T’hoogt, Utrect Doppia Contrapposizione, Installazione + proiezione per diapositive, + videotape, Festival dei due mondi, Spoleto, Studio Cavalieri Artevideo, Galleria Duemila, Bologna 1976 Parola Immagine Oggetto, a cura di Mirella Bentivoglio, Istituto Italiano di Tokio, Tokio Foto e Idea, a cura di Ilaria Bignamini, Comune di Parma, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Sala del Ridotto del Teatro Regio, Parma La Scrittura, a cura di F. Menna, I. Mussa, L. Pignotti, R, Barilli, E. Migliorini, Galleria Seconda Scala, Roma Rassegna Nazionale d’Arte Contemporanea Ascoli Piceno, Civica Residenza, Ascoli Piceno 1977 La forma della Scrittura, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna Raccolta Italiana di Nuova Scrittura, a cura di Vittorio Fagone, Mercato del Sale, Milano Artisti Bolognesi, a cura di Paride Chiapatti, Teatro Gobetti, Torino Seripla Arte moltiplicata dentro e fuor d’accademia, a cura di Giorgio Brizio, Teatro Gobetti, Torino. Mater Materia, Zona, Firenze 1978 Formato Lib(e)ro, a cura di L. Caruso. E. Miccini, M. Nannucci, Fortezza da basso, Firenze Le Figure del Tempo a cura di Pier Giovanni Castagnoli, Galleria de’Foscherari, Bologna 1979 Testuale: le Parole e le Immagini, a cura di Flavio Caroli e Luciano Caramel, Rotonda della Besana, Milano 1980 Liber. Pratica Internazionale del libro d’Artista, a cura di Sarenco, E. Miccini, F. Verdi, Biblioteca Comunale A. Lazzerini, Prato 49 Multigrafie, Loggetta Lombardesca, Ravenna 1981 Linee della Ricerca Artistica in Italia 1960/1980, Palazzo delle Esposizioni, Roma 1961-1981 I vent’anni della Duemila, Galleria 2000, Bologna Livres d’art et d’artistes Libri d’Arte e d’Artista, Presentazione al Centre Georges Pompidou, NRA Parigi Transbook: la trasgressione e trasformazione del libro, a cura di Mirella Bentivoglio, Arte Duchamp Libreria, Cagliari Libri circa, a cura di Franco Torriani, Luisella d’Alessandro, Torino 1985 Il non libro. Bibliofollia ieri e oggi in Italia, a cura di Mirella Bentivoglio, Biblioteca Centrale della Regione Sicilia, Palermo Sapere/Sapore, Arte in Italia 1958/85, a cura di Carmine Benincasa, Castello di Baia, Comune di Bacoli, Napoli 1986 Undicesima Quadriennale di Roma, EUR Palazzo dei Congressi Arte e Scienza Arte e Alchimia XLII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, a cura di Arturo Schwarz; La Memoria del Tempo, a cura di Maurizio Calvesi e Marisa Vescovo, Quartiere fieristico, Verona L’ideogramma universale, a cura di Mirella Bentivoglio, Galleria e Libreria Il Segno, Torino 1987 La pittura verso gli anni 90, Premio Città di Gallarate, AA.VV. Galleria d’Arte Moderna, Gallarate Artisti per la pace nel mondo, Premio Città di Marsala, a cura di Carola Pandolfo Marchegiani, Palazzo Spanò Burgio, Marsala 1988 Il Museo dei Musei, Invenzione Luccio Passetto, AA.VV, Palazzo Strozzi, Firenze, Tokio, Kyoto L’Arte a Bologna, a cura di Marilena Pasquali, Musée des Augustins, Toulouse, Francia 1989 Figure del Fiume, a cura di Claudio Spadoni, Città di Adria, Rovigo Far Libro. Libri e pagine d’artista in Italia, AA.VV. Casermetta del Forte Belvedere, Firenze 1991 Pagine e Dintorni. Libri d’Artista Rassegna Internazionale, a cura di Gino Gini e Emma Zanella Manara, Civica Galleria d’Arte Moderna, Casa d’Europa, Gallarate 1993 L’Arte Contemporanea a Bologna, I Biennale a cura di Pietro Bonfiglioli, Palazzo Re Enzo, Bologna 1994 Nuova Scrittura. Arte italiana degli anni ‘70 nella collezione della Banca Commerciale Italiana a Milano, Sede di Piazza della Scala, Milano Fotocopie. L’uso creativo della fotocopiatrice nella comunicazione visiva, a cura di Carlo Branzaglia, Museo principali mostre collettive 1995 Ken Damy, Brescia Premio Internazionale Biennale Felice Feliciano, Per la storia, l’arte e la qualità del libro Selezione delle opere in concorso 1993-1994, a cura AAVV. Verona, mostra itinerante, Buchkunst International Frankfurter Buchmesse, Francoforte, Schonste Bucher aus aller Welt. Leipziger Buchmesse. + Deutschen Buch-und Schriftmuseum in Leipzig Libri d’Artista a Bologna 1980 1995, a cura di Guido Tucci, Sala Silentium, Bologna 1997 Rewind, Arte a Bologna 1997-1950, mostre collettive articolate per decenni, anni ‘90 a cura di Paola Serra Zanetti, Il Campo delle Fragole, Bologna 1998 Onde Parallele, a cura di Roberto Cresti, Sala Mostre, Sasso Marconi Poesia Totale, 1897-1997: dal colpo di dadi alla poesia visuale, a cura di Enrico Mascelloni e Sarenco, Palazzo della Ragione, Mantova 1999 L’altro paesaggio, a cura di Vladimiro Zocca, Comuni di Castel San Pietro Terme, Sasso Marconi, Sindacato Nazionale Artisti C.G.I.L. Bologna Text Image. Ricerche verbovisuali italiane e internazionali dalla collezione dell’Archivio di Nuova Scrittura. Musèe de Beaux-Art, La Chaux-de-Fonds, (Mostra itinerante), Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; Museion; Museum Fur Moderne Kunst/Museo d’Arte Moderna, Bolzano 2000 Il Castello delle Meraviglie. (Le 2000 e ultima notte), a cura di Valerio Dehò. (Mostra itinerante), Riola di Vergato, Sala Alvar Aalto; Grizzana Morandi; Galleria Loretta Cristofori, Bologna 2001: l’Immagine della Parola. Università degli studi di Bologna, ideazione e cura di Valerio Dehò, Galleria Studio Cavalieri Triennale Bologna 2000, Questione di segni, pittura scultura architettura, a cura di Monica Miretti, Sale Museali, Baraccano, Bologna Biblioteca Universitaria, Bologna ArteLibro, Festival del Libro d’Arte, Most High Lord, Illuminations, Illuminazioni, Pazzini Stampatore Editore, Palazzo del Podestà, Bologna 2005 Il Libro d’Artista in Emilia-Romagna, a cura di Renato Barilli Museo Civico Archeologico, Bologna Bologna Contemporanea 1975-2005, a cura di Peter Weiermair, Galleria d’Arte Moderna, Bologna 2006 Arte e Città 2006, L’alchimia dei quattro elementi: aria acqua, terra, fuoco, Sant’Apollinare, Comune di S. Giovanni in Persiceto Fifteen. 15 years of Type for independent Minds. Bologna Accademia di Belle Arti, mostra itinerante internazionale Artelibro, Festival del libro d’arte. 33 Miniature, Pazzini Editore, Palazzo del Podestà, Bologna 2007 Imagining the Book International Biennale 2007. Vegetal Memory of Umberto Eco, Bibliotheca Alexandrina, Art Center, Alessandria d’Egitto Oggetto LIBERo. Libri d’artista da collezioni pubbliche e private, a cura di Andrea Granchi, Archivio di Stato Firenze Spagiria Sette artisti per sette metalli, a cura di Paolo Gualandi, testi di Loretta Secchi, Gruppo Fiori, Ecomondo, Rimini Fiera 2008 La critica d’Arte come Critica dell’Arte. Opere dedicate a Pietro Bonfiglioli, a cura di Claudio Cerritelli, Circolo Artistico, Bologna La parola mostra il suo corpo, Forme della Verbovisualità Contemporanea, Museo della Carale, Accattino, Ivrea Biennale di Alessandria, Videofotografia contemporanea, curatrice Sabrina Raffaghello, sezione Il mito della bellezza eterna l’occhio sull’anima, a cura di Laura Villani Ambasz, La Cittadella, Alessandria, Piemonte Fil Rouge: il filo rosso dell’Arte Contemporanea a Ferrara, a cura di Nedda Bonini, Rocca di Cento, Ferrara 2001 Premio di Pittura Città di Busto Arsizio 2001, Palazzo Cicogna, Busto Arsizio 2002 Italic 1.0. Il disegno di caratteri contemporaneo in Italia, a cura di Paola Lenarduzzi, Mario Piazza e Silvia Sfligiotti, Biblioteca Nazionale di Roma 2003 Geiger e Tèchne edizioni di poesia e arte, a cura di Marco Bazzini e Giorgio Maffei, Biblioteca Poletti, Modena 2004 25 Artisti Per L’Europa, testi di Roberto Cresti, Gregorio Scalise, Biblioteca Lame, Bologna Sulle tracce del Paratesto, a cura di Biancastella Antonino, Marco Santoro, Maria Gioia Tavoni Aula Magna 50 crediti Progetto grafico Maurizio Osti Crediti fotografici Cnb & C Ennio Daltri Secondo Gnani Antonio Guerra Antonio Masotti Luca Perticoni Gabriele Romiti Uscito per la stampa da FA&BA Aprile 2009 Si ringraziano Oscar Baroncini Will Be Creative 51