Numero 1 / giugNo 2016 La newsletter di Sixtus Italia esclusiva per

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Numero 1 / giugNo 2016 La newsletter di Sixtus Italia esclusiva per
La newsletter di Sixtus Italia
esclusiva per gli operatori
sanitari sportivi
Numero 1 / giugno 2016
T
orna SixNews. E per l’occasione si mette un vestito tutto nuovo. Abbiamo
rinnovato la newsletter
periodica sul mondo Sixtus Italia,
un restyling grafico per essere al
passo con i tempi ma con la stessa
attenzione di sempre ai contenuti
e la stessa volontà di raccontare lo
sport a 360 gradi insieme a tanti
amici, vecchi e nuovi, che avranno
voglia di essere ospitati su queste
pagine per raccontarci il loro impegno quotidiano. Così, dopo un
periodo di stop, SixNews torna
a essere lo strumento informativo pensato per restare sempre in
contatto e continuare in quel racconto, cominciato quasi dieci anni
fa, sul mondo Sixtus Italia inteso
come sport, salute, benessere fisico e innovazione.
Per farlo abbiamo scelto di tornare a realizzare la newsletter
che va ad affiancarsi agli strumenti tradizionali di informazione e ai nuovi canali di comunicazione come gli aggiornamenti
costanti sui social (a proposito
non dimenticate di mettere mi
www.sixtus.it
piace alla pagina Facebook Sixtus
Italia o seguirci su Instagram @
sixtus_italia per essere sempre
aggiornati). Altre importanti novità sono in arrivo nella grande
famiglia Sixtus Italia che vi racconteremo anche qui, nella nuova SixNews.
Intanto però godiamoci quest’estate sportiva ricca di sport e
passione a cominciare da Euro
2016, il nostro racconto comincerà proprio da qui e da un grande
in bocca a lupo ai ragazzi di Conte:
allons azzurri!
Sixtus Italia e gli Azzurri
storia di un lungo cammino
L
o puoi chiamare in mille modi: tifo, passione,
fede, amore ma nessuna definizione riesce
ad essere esaustiva, il rapporto che ci lega
ai colori azzurri è molto di più. Un legame
che da tanto tempo vede Sixtus Italia in prima fila
a tifare per la Nazionale e a contribuire con i suoi
prodotti innovativi ai successi sportivi degli Azzurri. Chi non ricorda la notte di Varsavia 2012 in cui
Balotelli dopo aver segnato due gol alla Germania
e portato l’Italia in finale, si toglie la maglia e mostra a tutto il mondo quelle strisce azzurre sulla
schiena: è una consacrazione anche per il Dream
K, la speciale banda elastica adesiva utile per ridurre il dolore da trauma muscolare.
Ogni grande competizione calcistica ne ha di
storie da raccontare legate alla preparazione e
condizione dei giocatori, a cui Sixtus Italia contribuisce nel suo ruolo di fornitore ufficiale degli
azzurri. Una continua innovazione nei prodotti
che vede Sixtus Italia presente nella borsa degli azzurri anche in Francia con Start Oil, un olio
tonico per i messaggi e Sport Fluid, una lozione
tonificante e rinfrescante per il dopogara. Due
prodotti da conoscere meglio, per scoprire chi
sono i compagni di viaggio degli Azzurri a Euro
2016.
Start Oil, è uno speciale olio tonico per massaggio che, grazie alla sua composizione, predispone rapidamente all’impegno sportivo senza
richiedere un massaggio prolungato. Startoil lascia sulla pelle una leggera e impercettibile pellicola oleosa che protegge da freddo e umidità.
Un olio altamente innovativo che si caratterizza
anche per il suo effetto termoregolatore: a seconda delle condizioni ambientali e della tem-
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peratura esterna, le sostanze eteree presenti nel
prodotto contribuiscono a mantenere un microclima corporeo ideale. Tra l’altro può essere utilizzato anche nel delicato massaggio dopo-gara,
in caso di dolori muscolari. Concludiamo con lo
Sport Fluid, una lozione tonificante e rinfrescante dopogara che grazie alla sua formulazione a
base di erbe alpine dall’alto valore tonificante,
rinfresca rapidamente favorendo così la ripresa
dall’impegno sportivo sia negli intervalli che nel
dopogara. Distribuito sul petto o sulle tempie
prima dell’attività sportiva, può contribuire a
una migliore respirazione. Ottimo anche in caso
di idromassaggio defaticante.
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Come si preparano gli
Azzurri per un Europeo?
Risponde il professor Castellacci
E’ una Nazionale che corre (in tutti
i sensi) e che sta stupendo tutti
a Euro 2016 per la preparazione
fisica e psicologica. Ma come si
fa a raggiungere e mantenere una
condizione ottimale pur essendo a
fine stagione? Noi abbiamo provato a chiederlo al professor Enrico
Castellacci, medico della nazionale,
che siamo riusciti a contattare nei
giorni precedenti alla partenza
degli Azzurri verso la Francia.
Professor Castellacci ci auguriamo
che sarà un’estate tinta di azzurro
intenso? Come sta andando la preparazione per gli Europei 2016?
Ovviamente speriamo che il cielo
sopra la Francia si tinga di azzurro
intenso, consapevoli comunque
che si tratta di una competizione sportiva per la quale stiamo
facendo il possibile affinché la
preparazione sia ottimale, e ben
sapendo che sarà il campo a dare
le risposte.
Per il fisico degli azzurri quali potranno essere i fattori di rischio?
I fattori di rischio esistono perché
ci troviamo ad affrontare impegni
agonistici così ravvicinati dopo un
campionato, per i giocatori, estremamente stressante fisicamente e psicologicamente. Quindi è
fondamentale la valutazione del
recupero. Per questo tra le altre
metodiche effettueremo test ematici e salivari che ci consentono un
monitoraggio delle condizioni individuali.
Della strumentazione a disposizione del centro di Coverciano cosa
‘porterete’ in Francia? Un bagaglio
dove non manca il marchio Sixtus
Italia.
Tra le varie apparecchiature non
possono mancare l’ipertermia, il
laser, la diatermia e tante altre,
tutte rigorosamente fornite dalla Sixtus Italia. Colgo l’occasione
per formulare un ringraziamento
particolare all’azienda toscana che
da anni ci supporta con passione e
competenza.
Ormai ve ne avvalete da anni, in
passato quali episodi e risultati ricorda con maggior piacere?
Sicuramente la vittoria al Campionato del Mondo 2006 ed il
secondo posto agli Europei del
2012. Esperienze esaltanti, oserei
dire commoventi e difficilmente
descrivibili per l’alta suggestione
emotiva.
Quando ci si prepara per un evento sportivo come un Campionato
europeo, quanto è importante l’alimentazione?
L’alimentazione è, ovviamente,
estremamente importante non
solo per la prestazione, ma anche
per i recuperi, fondamentali in
questo tipo di competizioni. Da
rispettare i criteri di razionalizzazione nei rapporti tra nutrienti,
l’idratazione, e una corretta supplementazione sotto controllo
medico.
il nostro AD Massimo Marrucci con il professor Castellacci in occasione
del ritiro azzurro del 2009.
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Gloria Peritore,
una donna con i
guantoni sul tetto
del mondo
La fighter e le
vittorie a Oktagon
V
incere per due anni consecutivi Oktagon e
restare con i piedi per terra, anzi ben saldi sul ring dove ci si allena ogni giorno per
prepararsi al prossimo incontro. Questa è
Gloria Peritore, fighter che sta mietendo importantissimi successi sui ring più importanti del mondo
grazie al duro lavoro e alla determinazione perché
nello sport vanno messi “anima e cuore”. Gli stessi
che Gloria metterà sul ring il prossimo 24 giugno a
St. Louis nel Missouri dove affronterà la forte fighter
olandese Denise Kielholtz. E in attesa del match
racconta come è arrivata a vincere Oktagon.
ed esperte, quindi ho dovuto allenarmi duramente, per diverse ore al giorno e fare molte rinunce.
Ma il mio sport è bello per questo, se sacrifichi
parte della tua vita per raggiungere determinati
risultati, prima o poi le soddisfazioni arrivano. La
mia carriera sportiva è cominciata con una sconfitta per KO tecnico nel contatto pieno. Ma quel
match è stato per me determinante, perché mi
ha fatto prendere la decisione di intraprendere
seriamente questo sport, senza mollare mai. Ho
deciso di iniziare a combattere veramente grazie
a quella sconfitta.
Come nasce la passione per questa disciplina?
Si dice che non sia difficile vincere ma ‘rivincere’
e tu hai centrato il successo a Oktagon nel 2015 e
2016. Cosa hanno significato questi due successi?
Sono un ex giocatrice di pallamano e l’agonismo
mi è sempre piaciuto, mi fa sentire viva. L’amore per la kickboxing è arrivato per caso. Mi sono
trasferita a Firenze dalla Sicilia nel 2008 e dopo
qualche anno, essendo impossibilitata ad allenarmi con la squadra di pallamano di Pontassieve con cui avevo iniziato a giocare, ho deciso di
provare uno sport individuale. La kickboxing mi
“spaventava” abbastanza, ma ho deciso di provare per capire se fossi stata in grado. Allora scrissi
una mail al mio attuale maestro, Paolo Morelli,
per chiedere se 21 anni fossero troppi per poter
cominciare. Mi rispose subito di no, quindi andai
a fare un allenamento di prova. Mi innamorai fin
da subito di questo sport, ma ammetto di essere
stata fortunata ad aver trovato un maestro che
è riuscito a trasmettermi la passione per le arti
marziali.
Come sei arrivata al successo? Allenamenti, prime
vittorie e anche sconfitte?
Come in tutte le cose, per ottenere i risultati ambiti, bisogna iniziare dal basso e mettercela tutta,
crederci fino in fondo ma senza avere paura di
puntare in alto. Questo è quello che ho cercato di
fare insieme al mio maestro. Ho iniziato a combattere nel 2011 nella kickboxing a contatto leggero, per poi passare alla Kickboxing a contatto
pieno nel 2012 e nel 2013 c’è stato il mio esordio
nel professionismo. Diciamo che per raggiungere
questi risultati ho bruciato molte tappe e abbiamo
anche rischiato, affrontando avversarie più forti
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Vincere Oktagon due volte consecutive, e soprattutto per KOT nel 2016, ha superato sicuramente
le mie aspettative. Come vi dicevo ho bruciato
molte tappe e quindi ogni match per me è sempre
una grande prova. Ripenso spesso ad una scena
vissuta col mio maestro, quando nel 2014 eravamo a vedere Oktagon da spettatori e lui scherzando mi disse: “l’anno prossimo ci sari tu su quel
ring”, e io mi feci una grande risata, ignara che
l’anno dopo avrei calcato sul serio uno dei ring
più importanti al mondo.
C’è un segreto dietro a queste due vittorie?
Credo che la seconda vittoria ad Oktagon sia dovuta anche al fatto di non essermi montata troppo la testa vincendo l’anno prima, la partecipazione ad eventi così importanti spesso possono
avere dei risvolti negativi nella mente degli atleti.
Quando ho vinto Oktagon per la prima volta, io e
il mio maestro l’abbiamo considerato un ottimo
punto di partenza per il futuro, abbiamo lavorato sodo e nel 2016 mi sono riconfermata. Il mio
obiettivo adesso è combattere all’estero e questo
Oktagon, data la grandezza e gli ospiti internazionali, è stata per me un’ottima occasione per farmi
conoscere. Abbiamo già ricevuto diverse proposte da vari promoter che stiamo valutando.
Quanto è importante l’allenamento fisico e quello
mentale?
Cinquanta e cinquanta. Curo molto anche l’aspetto
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Oktagon è stata una buona occasione per
farmi conoscere. Spero che i miei sacrifici
come quelli di tanti sportivi che si allenano duramente e danno la vita per lo sport
vengano ricompensati. Finora non posso di
certo lamentarmi, sono molto contenta dei
risultati ottenuti e andrò avanti in questo
modo, sempre con i piedi per terra e cercando di essere un esempio per tutti quegli
atleti che mettono anima e cuore in questo
sport.
mentale in quanto è strettamente correlato alle
prestazioni fisiche. Nella preparazione pre-match
non possono mancare le mie sedute di mental
training con Lapo Baglini, ad esempio. Con il mio
coach impostiamo spesso i match con tattiche
sempre diversi e la lucidità mentale è fondamentale per riuscire a compiere ciò che ci prefissiamo.
Il mio maestro è molto bravo in questo e mi supporta molto anche per quanto riguarda l’aspetto
mentale. Per quanto riguarda l’allenamento fisico, ho dovuto raddoppiare gli allenamenti sia in
termini di tempo che di intensità. Faccio allenamenti specifici a seconda del tipo di avversaria
o a seconda della mia preparazione fisica o del
tempo a disposizione prima di ogni match.
Recuperare velocemente e al tempo stesso nel
modo migliore da un infortunio, è possibile?
E’ possibile ma ci vuole costanza e impegno. Bisogna affidarsi alle persone giuste ed evitare,
secondo me, metodi casalinghi che sono molto
diffusi nell’ambiente degli sport da combattimento. Nel mio sport è molto facile subire traumi di
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qualsiasi tipo ed entità, dopo ogni incontro devo
calcolare anche un arco di tempo per il recupero,
contando che combatto senza protezioni, utilizzo
solamente i guantoni.
Puoi raccontare la tua esperienza la macchina Red
Coral?
Nel 2013 ebbi una grossa lacerazione del muscolo della coscia dovuta ad una ginocchiata subita
in combattimento. Ero costretta a camminare con
le stampelle e zoppicavo. Il mio medico mi consigliò di provare a programmare delle sedute con
la macchina Red Coral, quindi iniziai a farle, con
cadenza giornaliera. Abbinate ad esercizi riabilitativi molto semplici e veloci, queste sedute mi
hanno aiutato a recuperare molto più in fretta di
quanto pensassi. Nel giro di 30 giorni dall’infortunio sono riuscita ad allenarmi con regolarità e
non ho mai più avuto nessun tipo di ricaduta.
Prossimi impegni e obiettivi?
Red Coral
Dispositivo portatile
per la diatermia
E
fficacia, rapidità di risultato, semplicità
di utilizzo, selettività nell’azione di trattamento e risparmio energetico. Sono
queste le cinque caratteristiche vincenti
di TECnosix Red Coral dispositivo per diatermia (nato da una felice intuizione sulla spiaggia
egiziana di Coral Bay) che consente di eseguire numerose e diverse terapie fisiche e riabilitative con risultati importanti per il paziente e
sicuri per l’operatore. Il tutto grazie a un macchinario di dimensioni e peso ridotti che lo rendono facile da trasportare e adatto anche per il
trattamento a domicilio.
Ma quali sono le peculiarità del dispositivo?
L’obiettivo del sistema TECnoSix Red Coral è
quello di ottimizzare la trasmissione energetica ai tessuti corporei in termini di efficacia,
visto che è possibile verificare in tempo reale la quantità di potenza realmente assorbita
dal corpo durante il trattamento, di rapidità
di risultato attraverso l’opportuna scelta di
potenza applicata e tempo d’esposizione del
paziente al trattamento, di semplicità d’utilizzo, grazie a un’interfaccia con l’operatore
essenziale, intuitiva e funzionale, di selettività nell’azione del trattamento sulle differenti
zone del corpo, potendo scegliere fra le differenti frequenze di lavoro, e non ultimo di
risparmio energetico, attraverso un sistema,
costruttivo ad alta efficienza, che permette
di rendere disponibile al trattamento quasi la
totalità della potenza assorbita dalla rete. Un
dispositivo innovativo e al tempo stesso facile da usare per terapie fisiche e riabilitative.
Per saperne di più:
http://www.sixtus.it/fisioterapia/prodotto/
tecnosix-red-coral/
Il 24 giugno sarò al Bellator a St.Louis. Poi sicuramente i prossimi impegni saranno internazionali.
Siamo in contatto con USA e Cina, come dicevo
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Il ‘Razzo’ del circo bianco si prepara
a tornare più forte di prima
Intervista a Giuliano Razzoli
è
il Razzo del circo bianco, medaglia d’oro nello slalom speciale a Vancouver 2010: Giuliano Razzoli è un misto di velocità e determinazione non solo sugli sci, anche quando
parla si fatica a stargli dietro, si sente che ha tanta
voglia di tornare in pista dopo il brutto infortunio del
gennaio scorso, quando si è rotto il crociato sinistro
nello slalom di Kitzbuehel.
“Il recupero sta andando bene, è un periodo un po’
noioso però devo dire che sono contento: mi sto
allenando bene e non vedo l’ora di tornare sugli
sci”, racconta mentre è impegnato nella riabilitazione a Fontanellato, vicino a Parma. Di solito per
gli sciatori questo è il periodo del riposo prima di
ripartire con la preparazione ma per Razzoli “niente vacanze quest’anno! – dice con tono scherzoso - Prima voglio tornare a posto fisicamente, poi
con calma mi prenderò il tempo per staccare un
po’. Ora lavoro tutti i giorni”. Come nello slalom
c’è da tagliare il più velocemente possibile il traguardo di tornare sugli sci e l’azzurro lavora duro:
“Dal lunedì al venerdì sono al centro di fisioterapia per le terapie e gli allenamenti due volte al
giorno: nei primi mesi ho seguito maggiormente
un programma per il rinforzo muscolare adesso
mi alleno per migliorare la condizione in generale.
Non ho fretta, voglio fare le cose con calma, fatte
bene – racconta – ma non mi fermo mai: il sabato
e la domenica lavoro a casa tra palestra e piscina.
L’obbiettivo è rimettermi gli sci tra la fine di giugno e l’inizio di luglio”.
Un recupero in cui Giuliano Razzoli ha trovato un
alleato prezioso in Game Ready, l’innovativa macchina di cura per i traumi e il recupero post-operatorio che fa lavorare insieme ‘compressione’ e
‘freddo’: “Praticamente in questi ultimi mesi ci ho
vissuto insieme! E’ una macchina molto semplice
da utilizzare e pratica, io la tengo in auto, pronta
all’uso: basta avere a portata un po’ di ghiaccio.
Me ne avevamo parlato bene, dicendo che era
una buona terapia che aiutava la riabilitazione:
l’ho provata e mi sono trovato molto bene, tanto
che sono ormai tre mesi che la uso praticamente
tutti i giorni al termine di ogni allenamento di carico”. Con un vantaggio importante per accelerare il recupero dopo l’infortunio perché “permette
carichi di lavori più intensi”, aggiunge Razzoli.
Un impegno costante con l’obiettivo di tornare
a spingere sugli sci più forte di prima: “Mi sono infortunato nel mio
momento migliore, la stagione si è
interrotta proprio nella fase clou: ero
arrivato secondo nella gara precedente ed ero a un passo da Hirscher
e Kristoffersen. D’altronde lo sci è
uno sport ‘cattivo’ ma bisogna sapersi rialzare con la passione di sempre
per rimettersi in forma e ripartire da
dove ci siamo fermati. L’obbiettivo è
quello di tornare più forte di prima,
utilizzando il periodo di stop per migliorare fisicamente e tecnicamente:
nello sci e nello sport non bisogna
mai fermarsi ma fare sempre un passo avanti”, conclude Razzoli.
Game Ready compressione e freddo lavorano in
team per un pronto recupero
C
ompressione e freddo lavorano in team
come mai prima d’ora per accelerare la
cura dei traumi e il recupero post operatorio. E’ questa il principio alla base di Game
Ready, l’innovativo macchinario che sfrutta la tecnologia ACCEL™ (compressione attiva e loop di
scambio del freddo) per creare un sistema terapeutico rivoluzionario che permette di facilitare
la guarigione. Quando il corpo subisce un trauma
muscolo-scheletrico, scatena una serie di risposte
fisiologiche nel tentativo di evitare danni ai tessuti
circostanti e iniziare il processo riparativo. L’infiammazione è uno di questi meccanismi naturali. Pur
trattandosi di una componente fondamentale del
processo di guarigione, la risposta infiammatoria
provoca aumenti localizzati della temperatura dei
tessuti, la formazione di edemi e la carenza di ossigeno a livello cellulare. Tutto questo si traduce in
dolore che ostacola di fatto il recupero: qui entra
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in azione il Game Ready che abbinando sinergicamente la compressione attiva e le terapie del freddo crea un sistema terapeutico rivoluzionario che
permette di facilitare la guarigione. Game Ready è
infatti un enorme passo avanti rispetto all’applicazione del freddo statico e della compressione, che
controllano in modo passivo il dolore e il gonfiore,
la tecnologia ACCEL offre infatti la possibilità terapeutica di aumentare la funzionalità linfatica, incoraggiare il flusso di sangue e stimolare la guarigione
dei tessuti. In sintesi, la possibilità di ottimizzare e
accelerare i meccanismi di riparazione naturali del
corpo. E chiunque, che sia un atleta affermato o una
persona normale, durante un periodo di riabilitazione post-operatoria, sogna solo di tornare al più
presto a riprendere la vita di tutti i giorni il più velocemente possibile e per riuscirci c’è Game Ready.
Per saperne di più www.sixtus.it/fisioterapia/prodotto/game-ready
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