Provincia di Firenze Assessorato alla pianificazione territoriale

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Provincia di Firenze Assessorato alla pianificazione territoriale
Provincia di Firenze
Assessorato alla pianificazione territoriale
Direzione Generale Sviluppo e Territorio
Direzione Urbanistica e Pianificazione Territoriale
A.S. Progetti d’area vasta e S.I.G.
ATTO DI AVVIO DEL PROCEDIMENTO PER LA FORMAZIONE
DEL PIANO ATTIVITÀ ESTRATTIVE E RECUPERO DELLE
AREE ESCAVATE E RIUTILIZZO DEI RESIDUI
RECUPERABILI DELLA PROVINCIA (P.A.E.R.P.)
ALLEGATO 1 - RELAZIONE TECNICA
Febbraio 2009
Indice
1.
INTRODUZIONE ........................................................................ 1
2.
OBIETTIVI DI PIANO E RISULTATI ATTESI .............................. 2
3.
CONTENUTI DEL QUADRO CONOSCITIVO ................................ 4
4.
SINTESI DEI RISULTATI DEL CENSIMENTO ........................... 18
3.1 Scheda di censimento .........................................................................................5
3.2 Informazioni cartografiche ................................................................................ 14
3.3 Basi informative geografiche utilizzate per l’inquadramento del contesto territoriale
generale ............................................................................................................... 17
5.
IL RICICLAGGIO DI MATERIALI DERIVANTI DA ATTIVITÀ DI
COSTRUZIONE & DEMOLIZIONE (C&D) .......................................... 20
5.1 Potenzialità offerta di materia prima secondaria derivante da impianti di recupero . 21
5.2 Offerta materia prima seconda derivante da impianti di recupero con riferimento
all’annualità 2006 .................................................................................................. 22
6.
PRELIMINARE INDIVIDUAZIONE DELLE AZIONI DI PIANO... 24
7.
ULTERIORI RICERCHE DA SVOLGERE..................................... 27
8.
ENTI ED ORGANISMI EVENTUALMENTE TENUTI A FORNIRE
GLI APPORTI TECNICI E CONOSCITIVI IDONEI AD INCREMENTARE
IL QUADRO CONOSCITIVO, ANCHE AI FINI DELL’EFFETTUAZIONE
DELLA VALUTAZIONE INTEGRATA (LR 1/2005 art. 15 c. 2, lett. c e
DPGR 4/R del 9.02.2007 art. 12 c. 2, lett. a) .................................. 29
9.
ENTI
ED
ORGANISMI
PUBBLICI
EVENTUALMENTE
COMPETENTI ALLA EMANAZIONE DI PARERI, NULLA-OSTA O
ASSENSI COMUNQUE DENOMINATI, RICHIESTI AI FINI DELLA
APPROVAZIONE DEL PIANO (LR 1/2005 art. 15, comma 2, lett. d) 30
I
1.
INTRODUZIONE
La Regione Toscana ha approvato il P.R.A.E.R. con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 27 del 27
febbraio 2007 e demandato alla province la predisposizione dei P.A.E.R.P. da redigersi ai sensi delle leggi
vigenti in materia nonché del regolamento regionale n.10/R del 23 febbraio 2007.
Il P.A.E.R.P., come definito dall’art 7 della LR 78/98, “è l’atto della pianificazione settoriale attraverso il quale
la Provincia attua gli indirizzi e le prescrizioni dei due settori del P.R.A.E.R.” (Piano regionale delle attività
estrattive, di recupero delle aree escavate e di riutilizzo dei residui recuperabili). Settori concernenti
rispettivamente i materiali per usi industriali, per costruzioni e opere civili (Settore I) ed i materiali
ornamentali (Settore II).
Il P.A.E.R.P. inoltre, è elemento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, di cui art. 9 – L.R. 78/98
e ad esso si applicano le procedure di formazione, approvazione e relative varianti di cui alla LR n.1 del
3.01.2005 “Norme per il governo del territorio”.
Ai sensi dell’art. 10 comma 2 lett. a) della” e s.m.i., della stessa legge regionale, infatti, il P.A.E.R.P. è un
atto di governo del territorio e come tale è sottoposto, ai fini della sua approvazione, alle procedure previste
all’art. 18 e quindi alle disposizioni di cui agli articoli 15, 16 e 17, nonché alla Valutazione Integrata
disciplinata dall’art. 11 della medesima legge e dal Regolamento regionale 4/R del 9.02.2007.
Il presente documento, predisposto ai sensi dell’art.15 della LR 1/05, rappresenta la parte costitutiva
dell’atto di avvio e riporta tra gli altri lo stato attuale delle attività estrattive in Provincia di Firenze, effettuato
tramite una ricognizione delle conoscenze in materia di cave, recupero di cave dismesse o in abbandono e
riutilizzo dei materiali recuperabili assimilabili.
A seguito dell’approvazione del P.R.A.E.R., infatti, la Provincia di Firenze si è organizzata per ricomporre un
quadro conoscitivo di riferimento, esauriente e soprattutto aderente alla realtà provinciale, sia in termini di
localizzazioni territoriali che di dimensionamenti relativamente ai quantitativi di materiali estratti, ai materiali
recuperabili e potenzialmente estraibili nell’arco dei prossimi anni.
Il primo passo è stato dunque quello di definire e specificare le conoscenze in materia di attività estrattive
esistenti nel territorio provinciale fiorentino. Le iniziative attivate in questo senso, hanno riguardato in sintesi
la creazione una banca dati geografica in ambiente GIS che ha preso in considerazione i seguenti elementi:
a) lo stato aggiornato delle attività estrattive presenti nel territorio provinciale relativamente ai due settori
del P.R.A.E.R., comprensivo di dati sui quantitativi estratti e dimensionamento così come risultante dagli atti
autorizzativi;
b) il contesto territoriale in cui si inseriscono tali attività, inteso come risultante della sovrapposizione di più
temi e precisamente, il sistema dei vincoli ambientali e paesaggistici, le conoscenze fisiche e naturalistiche
del territorio, il patrimonio edilizio e insediativo nonché il quadro della pianificazione provinciale.
1
Tale banca dati geografica è stata concepita come un sistema dinamico ed aperto a nuove implementazioni e
aggiornamenti, anche in conseguenza delle diverse fasi temporali di attuazione del piano.
L’aggiornamento di partenza di tale banca dati risale al 31 Dicembre 2006; ciò consente di estrarre una serie
di risultati di sintesi che analizzati con i dati di produzione all’anno 2007, attualmente in fase di
aggiornamento, ci inducono già ad esprimere alcune riflessioni svolte preliminarmente.
Durante il periodo compreso tra il presente avvio del procedimento e l’adozione del Piano inoltre, saranno
altresì eseguite ulteriori analisi di statistica descrittiva anche con riferimento all’annualità 2008, ciò al fine di
acquisire elementi di ulteriore completezza del Piano.
2.
OBIETTIVI DI PIANO E RISULTATI ATTESI
La L.R. 78/98 indica in modo abbastanza preciso quelli che sono i “compiti” ed il ruolo delle Province nella
redazione degli elaborati che compongono il P.A.E.R.P.. In particolare all’art. 8 descrive i seguenti “Elementi
essenziali di ciascun settore del P.A.E.R.P.”:
a) la specificazione del quadro conoscitivo delle risorse estrattive, dei giacimenti, dei materiali recuperabili
assimilabili individuati dal P.R.A.E.R. e delle altre risorse essenziali del territorio potenzialmente interessate
dai processi estrattivi, nonché il censimento delle attività estrattive in corso;
b) le prescrizioni localizzative delle aree estrattive in relazione al dimensionamento e ai criteri attuativi
definiti dal P.R.A.E.R., ai fini della pianificazione comunale di adeguamento, precisando i criteri e i parametri
applicati nella redazione del P.A.E.R.P. per la valutazione degli effetti territoriali, ambientali e igienico sanitari
sulla base delle prescrizioni del P.R.A.E.R.;
c) le interrelazioni con gli altri piani di settore regionali e provinciali interessati;
d) i termini, comunque non superiori a sei mesi, per l'adeguamento della pianificazione comunale al
P.A.E.R.P.;
e) le eventuali misure di salvaguardia di cui all'art. 21 della L.R. n. 5 del 1995;
f) il programma di monitoraggio del P.A.E.R.P. anche ai fini della verifica del rispetto del dimensionamento
definito dal P.R.A.E.R.
Un obiettivo non espressamente indicato dalla legge regionale ma ben enunciato all’interno del P.R.A.E.R. è
quello di avvicinare con maggiore precisione possibile il dimensionamento del piano, in termini di fabbisogno
provinciale, proprio a partire dai dati forniti dal Bilancio Regionale.
Ulteriori obiettivi generali di piano ci derivano inoltre dalla declinazione del dettato normativo di
riferimento e quindi anche da quanto previsto dal P.R.A.E.R., relativamente all’assetto territoriale e allo stato
della pianificazione nella Provincia di Firenze. In particolare, tali obbiettivi possono essere riassunti nei
seguenti punti, qui di seguito enunciati:
2
1 – Verifica dei contenuti del P.R.A.E.R.
a) esame degli allegati cartografici del P.R.A.E.R. e verifica delle relative localizzazioni, attraverso una
puntuale specificazione del quadro delle risorse e dei giacimenti in scala 1:10.000. In questa fase saranno
considerate attentamente le caratteristiche fisico-ambientali del territorio attraverso l’acquisizione di dati e
informazioni di maggior dettaglio per quanto attiene la conoscenza delle risorse (CARG Regione Toscana,
dati puntuali reperibili in progetti e dati di letteratura). Tale approfondimento sarà svolto ripercorrendo il
processo logico concettuale contenuto nel P.R.A.E.R., poiché in prima analisi saranno valutate le risorse nelle
loro consistenze qualitative e quantitative dopodiché la loro conferma e riproposizione quali giacimenti
avverrà prevalentemente sulla base di considerazioni di merito sullo stato attuale delle produzioni oltre che
dal confronto con il sistema della vincolistica;
b) verifica e confronto delle previsioni contenute nel P.R.A.E.R. e la pianificazione territoriale in Provincia di
Firenze - di livello statale, provinciale e comunale - con particolare riferimento al sistema della vincolistica
ambientale dello Stato. Saranno quindi effettuate verifiche sulla coerenza del piano con i vigenti strumenti di
pianificazione. Attraverso questi ultimi saranno raccolti ulteriori elementi di conoscenza a livello di strati GIS
implementando in tal modo le banche dati già in possesso dell’Amministrazione anche al fine di ottimizzare
l’attività di pianificazione provinciale.
c) verifica di coerenza con il dimensionamento del P.R.A.E.R. relativamente ai diversi settori;
I risultati di questa fase porteranno dunque ad una ridefinizione, in scala 1:10.000, delle perimetrazioni
individuate nel P.R.A.E.R., consentendo di verificare la coerenza del P.A.E.R.P. con il sistema della
pianificazione territoriale di qualsiasi livello territoriale.
2 – Definizione dei contenuti pianificatori del P.A.E.R.P..
a) monitoraggio, a partire dalla data di redazione del P.A.E.R.P. dei contenuti in termini di produzione e di
fabbisogni riportati dal P.R.A.E.R. approvato nel 2007;
b) definizione delle prescrizioni localizzative e dei criteri di rinaturalizzazione, con indicazione delle modalità
di adeguamento della pianificazione comunale;
c) Indicazioni per i Comuni sui siti dismessi aventi potenzialità di recupero, da svolgersi secondo quanto
prescritto al punto 4 “Recupero di Cave dismesse” dell’Allegato 1 - Elaborato 2 del P.R.A.E.R.;
d) fasatura del P.A.E.R.P. con il Piano provinciale dei rifiuti, in particolare per lo sviluppo di quelle parti di
piano inerenti i seguenti aspetti: il recupero nel Settore I degli scarti di produzione del Settore II (pietra
ornamentale), il riciclaggio di materiali provenienti da Costruzioni & Demolizioni (in questo caso il lavoro va
principalmente svolto nella asseverazione dei percorsi di certificazione di tali materiali), il reperimento di siti
idonei allo stoccaggio di terre e rocce da scavo;
3
e) definizione delle situazioni estrattive meritevoli di costituzione di Consorzi estrattivi secondo quanto
previsto al punto 5 “Consorzi di cave contermini” dell’Allegato 1 - Elaborato 2 del P.R.A.E.R. e relativa
individuazione dei Comuni interessati;
f) stesura delle norme tecniche di attuazione;
In sostanza il P.A.E.R.P. della Provincia di Firenze dovrà riuscire a coniugare la permanenza sul territorio
provinciale di attività cruciali per il suo sviluppo senza intaccare le risorse ambientali e i valori identitari
riconoscibili nel territorio. Una volta effettuata la verifica della identificazione di una data area da risorsa a
giacimento, la linea attuativa del piano, espressa a livello di prescrizioni localizzative, sarà pertanto quella di
consolidare fino al totale sfruttamento le attività presenti nelle aree già coltivate ed intaccare giacimenti
“vergini” esclusivamente laddove ne sia documentata la assoluta necessità per tipologia di materiale,
altrimenti non reperibile sul mercato nell’ambito del territorio provinciale.
3.
CONTENUTI DEL QUADRO CONOSCITIVO
Come già indicato nell’introduzione alla presente relazione, la strutturazione del quadro conoscitivo del
P.A.E.R.P. della Provincia di Firenze si è in primo luogo concretizzata nel censimento, nella schedatura e
inquadramento a livello di contesto territoriale allargato, delle attività estrattive presenti nel territorio della
Provincia di Firenze. È stata inoltre effettuata una ricognizione sui giacimenti di nuova perimetrazione
presenti nel P.R.A.E.R., ma non ricompresi nel PRAE e quindi ancora non oggetto di concessione all’esercizio
dell’attività di cava.
Le attività sono state condotte attraverso un’operazione di ricerca, schedatura ed approfondimento delle
attività estrattive in esercizio e dismesse, eseguita mediante la documentazione autorizzativa ed informativa
(redatta ai sensi del Testo Unico in materia di cave e torbiere) disponibile presso gli Uffici Comunali
competenti, interviste e ricerche bibliografiche oltre che tramite indagini di campagna. Al termine di tale
attività è stato possibile mettere a punto un database contenente le informazioni relative a tutti siti coinvolti
dal censimento, suddivisi secondo le seguenti categorie indicanti lo “Stato di attività”:
• cave attive o inattive con autorizzazioni valide o garanzie fideiussorie aperte;
• cave dismesse (non autorizzate o garantite);
• cave storiche (sempre non autorizzate o garantite);
• nuovi giacimenti (per i quali non sono ancora state rilasciate autorizzazioni).
Le cave dismesse e quelle storiche sono state a loro volta suddivise in:
• cave di maggiore interesse, meritevoli di approfondimento
• cave di minore interesse, non meritevoli di approfondimento.
La necessità di approfondimento è stata determinata in base alla sussistenza di almeno una delle seguenti
condizioni:
4
¾ inserimento tra le risorse del P.R.A.E.R.;
¾ elevate dimensioni;
¾ collocazione nell’ambito di importanti bacini estrattivi (anche storici);
¾ interessamento o richieste di riattivazione (giunte alla Provincia di Firenze) da parte di
Amministrazioni Pubbliche o privati;
¾ importanza storica;
¾ elevata qualità della risorsa.
Le cave attive e inattive, i nuovi giacimenti e le cave dismesse o storiche di maggiore interesse sono state
oggetto di sopralluoghi specifici. Per le cave dismesse o storiche di minore interesse si è fatto riferimento alla
raccolta delle informazioni documentali e bibliografiche.
È opportuno evidenziare che alcune cave dimesse potrebbero essere non comprese nella ricerca e risultare
quindi escluse dal quadro conoscitivo. Ciò è purtroppo inevitabile per molte cave di modeste dimensioni e/o
datato abbandono e/o collocate in ambienti quasi completamente rinaturalizzati. In molti casi le aree in
questione sono completamente coperte da boschi affermati. In altri casi si tratta invece di cave di pianura o
collina colmate o rimodellate fino a rendere irriconoscibili le antiche tracce di scavo.
Riteniamo tuttavia che ciò non costituisca un limite del quadro conoscitivo, poiché il censimento delle attività
estrattive dismesse è finalizzato ad individuare le situazioni meritevoli di nuovi interventi di recupero.
Ebbene, è indiscutibile che le cave non riconoscibili non necessitino, in prima istanza, di essere recuperate
per mitigare gli impatti esistenti, salvo casi particolari (aree di degrado, instabilità dei versanti, ecc.).
3.1 Scheda di censimento
Per ogni cava è stata compilata una scheda di censimento contenente il maggior numero di informazioni
reperibili dagli atti amministrativi (soprattutto comunali), dagli strumenti urbanistici, dal regime vincolistico
(ai vari livelli), dalle destinazioni d’uso e da tutti gli elementi a carattere giacimentologico e geologico in
senso lato rilevabili in situ. Ne è risultata la scheda riportata nelle pagine seguenti, organizzata su due fogli
in formato A4.
Ovviamente le informazioni riportate nella scheda, al termine del censimento, risultano sviluppate nella sua
completezza solo per le cave attive. Le cave dismesse risultano prive o quasi del quadro degli atti
amministrativi, poiché difficilmente reperibile, mentre le cave non visitate sono prive delle osservazioni e dei
giudizi di campagna. I nuovi giacimenti non hanno ovviamente alcun dato nei campi relativi alle attività
estrattive pregresse.
La tabella successiva riassume, per le diverse tipologie di cava o giacimento, le informazioni contenute nelle
schede di censimento (1=si, 0=no).
5
MODELLO SCHEDA DI CENSIMENTO CAVE - PAGINA 1
6
MODELLO SCHEDA DI CENSIMENTO CAVE - PAGINA 2
7
1
1
1
1
1
0
1
1
giacimento P.R.A.E.R.
Approfondimento
Denominazione
Comune
Località
1
1
1
1
1
1
1
1
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0
1
0
1
1
1
1
0
1
1
est Gauss-Boaga
1
1
1
1
CAMPO
sistemazioni ambientali realizzate
vincoli e limitazioni (caselle)
eventuali annotazioni geotopi, biotopi e
risorse idriche ptcp
pericolosità geologica piani bacino
pericolosità idraulica piani bacino
frane censite autorità bacino
aree golenali
eventuali annotazioni su specifici vincoli e
limitazioni
nord Gauss-Boaga
titolare autorizzazione
indirizzo titolare
telefono titolare
tipologia cava
uso principale materiali escavati
uso secondario materiali escavati
presenza impianti prima o
seconda lavorazione
distanza impianti lavorazione
principali se esterni alla cava
mercato servito dalla cava
estensione area cava
Sopralluogo
metodi coltivazione
1
1
1
1
1
1
1
1
0
0
0
1
1
1
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0
0
0
0
0
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0
0
1
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1
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1
0
0
1
1
1
numero di addetti
Attività
anno attivazione
1
1
1
data rilascio autorizzazione
NUOVE AREE
CAVE ATTIVE
CAVE DISMESSE
VISIT.
CAVE NON VISITATE
NUOVE AREE
CAVE ATTIVE
CAVE DISMESSE
VISIT.
CAVE NON VISITATE
CAMPO
cava numero
codifica risorsa P.R.A.E.R.
1
1
1
1
0
1
0
1
1
1
1
1
1
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1
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1
1
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1
1
1
1
1
1
0
1
ulteriori vincoli
Morfologia
posizione cava di versante
quota massima
acclività media versante
evidenza della discarica
dissesti nel raggio di 50 m dalla cava
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
0
1
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0
0
1
1
1
1
1
0
1
0
formazioni geologiche
1
1
1
1
0
0
1
0
0
0
0
0
1
0
1
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1
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0
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1
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1
1
1
1
0
0
0
1
1
0
1
numero autorizzazione
1
0
0
0
1
1
1
1
data scadenza dell’autorizzazione
tipologia cavata 1
tipologia cavata 2
tipologia cavata 3
1
1
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
1
1
1
1
1
1
1
0
0
0
1
1
1
0
volume
volume
volume
volume
1
1
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
1
1
1
1
1
1
0
0
0
0
1
0
1
0
1
0
0
0
litologie estratte
uso del suolo
copertura vegetale
qualità del giacimento
rapporti con i corsi d’acqua
eventuali annotazioni sugli elementi
ambientali salienti
Fotografie
classificazione viabilità di accesso
eventuali annotazioni sulla viabilità di
accesso
note nuclei abitati presso cava e
infrastrutture
presenza centri e nuclei abitati nel raggio di
200 m dalla cava
criticità manifeste
eventuali annotazioni sulle criticità
impatto ambientale e naturalistico attuale
impatto ambientale e naturalistico in caso di
estensione
impatto paesaggistico attuale
impatto paesaggistico in caso di estensione
impatto per l’igiene e la salute attuale
impatto per l’igiene e la salute in caso di
estensione
1
1
0
1
autorizzato - tipologia 1
autorizzato - tipologia 2
autorizzato - tipologia 3
totale autorizzato
volume autorizzato a discarica
volume autorizzato a ripristino
proveniente dall’interno
volume autorizzato a ripristino
proveniente dall’esterno
1
0
0
0
impatto sociale attuale
1
1
0
0
1
0
0
0
1
1
0
1
volume totale estratto (ufficiale)
volume totale residuo (ufficiale)
1
1
0
0
0
0
0
0
impatto sociale in caso di estensione
eventuali annotazioni sugli impatti in caso
di estensione
orientamento possibile riattivazione
1
0
1
1
0
0
1
0
8
volume totale residuo (stima)
volume annuo estratto negli
ultimi anni
importo lavori ripristino
(fidejussione)
procedure in corso
tipologia ripristino
sistemazioni ambientali
autorizzate
1
1
0
1
impatto acustico
1
0
0
0
1
0
0
0
1
1
0
1
1
0
0
0
1
1
0
1
1
1
0
1
0
0
0
0
priorità di recupero
indicazioni tecniche sugli interventi
necessari
indirizzi coordinamento attività estrattive
per cave contermini
fonti bibliografiche
1
1
1
1
0
1
0
1
1
0
0
0
Note
1
1
1
1
Tabella 1 – Campi della scheda di censimento delle cave e criterio di compilazione (1 = sì, 0 = no)
I campi della scheda sono di diversa tipologia:
• campi testuali o numerici liberi;
• selezione singola da elenco;
• selezione multipla da elenco.
Le possibilità di scelta per selezioni multiple sono esplicitate nella scheda, mentre non lo sono le selezioni
singole da elenco. Le relative possibilità di scelta sono evidenziate nella seguente tabella:
CAMPO
SCELTE MULTIPLE
giacimento P.R.A.E.R.
Si
no
approfondimento
Si
no
tipologia cava
1 fronte unico
2 anfiteatro
3 fossa
6 schermato
7 sotterraneo
8 sottotecchia
I industriale
C costruzione
"
uso materiali escavati
4 imbuto
5 culminale
O ornamentale
N inerti
P prestito
1
"
M cemento
presenza impianti prima
o seconda lavorazione Si
no
distanza
impianti
lavorazione principali
1) < 500 m
2) tra 500 m e 5 km
3) tra 5 km e 20 km
4) > 20 km
5) in cava
I internazionale
N nazionale
R regionale
P provinciale
C comunale
A attiva
SA
attiva
I inattiva
D dismessa
ST storica
N inerti
"
mercato
cava
6) no impianti
servito
dalla
attività
"
saltuariamente
N nuovo sito
anno attivazione
A anteriore 1981
oppure anno
tipologia cavata
I industriale
C costruzione
O ornamentale
P interessati in parte
T interessati in toto
frane censite autorità
bacino
A assenti
aree golenali
A assenti
P interessati in parte
T interessati in toto
morfologia
M montagna2
C collina3
P pianura
S sommitale
M mezza costa
P piede
posizione
versante
cava
di
evidenza della discarica Si
no
dissesti nel raggio di 50
m dalla cava
A assenti
M moderati
1
2
3
F fossa
L fossa
lago
S significativi
sito rientrante tra le concessioni minerarie di marna da cemento vigenti (Settimello, Testi, Monsavano) o recenti (Sieci)
montagna è definito terreno impervio ad almeno 600 m slm
collina è ciò che non è montagna o pianura
9
con
CAMPO
SCELTE MULTIPLE
uso del suolo
1
edificato
pertinenze
e
3 discariche
4 cantieri
7 frutteti ed oliveti
8 prati
9 aree agricole
eterogenee
10 boschi
"
6 seminativi
"
11
vegetazione
arbustiva
ed 12 vegetazione rada o
erbacea
assente
13 zone umide
qualità del giacimento
classificazione
di accesso…
A alta
M media
14 corpi idrici
B bassa
viabilità 1 cava servita da 2 cava servita
strada comunale strada provinciale
da 3 cava servita
strada regionale
4 cava servita 5 cava servita
da da
strada da
statale
superstrada
8 strada di accesso
7 strada di accesso alla alla cava non indicata
6 cava servita da cava non indicata entro entro 300 m dal
autostrada
100 m dal perimetro
perimetro
"
presenza centri e nuclei
abitati nel raggio di 200
m dalla cava
A assenti
D
nel
estrattivo
impatti stimati
2 alto
orientamento
riattivazione4
5 aree verdi
non agricole
2 aree estrattive
1 molto alto
perimetro F fuori dal perimetro
estrattivo
3 medio
4 basso
5 assente
preponderante 3 esclusiva finalità di
possibile 1 preponderante 2
finalità estrattiva5 finalità di recupero6
recupero7
4 sconsigliata8
impatto acustico9
1 alto
2 medio
3 basso
Tabella 2– Scelte dei campi della scheda di censimento a selezione singola da elenco
Segue una sintetica descrizione dei campi della scheda di censimento:
CAMPO
cava numero
codifica risorsa P.R.A.E.R.
giacimento P.R.A.E.R.
approfondimento
fonti informative
denominazione
comune
località
est Gauss-Boaga
nord Gauss-Boaga
titolare autorizzazione
indirizzo titolare
telefono titolare
tipologia cava
uso principale materiali
escavati
uso secondario materiali
DESCRIZIONE
codice ISTAT del Comune esclusa parte riferibile alla Provincia di Firenze; punto;
numerazione in ambito comunale ordinata in base alla coordinata nord
codice della risorsa P.R.A.E.R. che interseca anche solo in parte la cava in questione
Giacimento P.R.A.E.R. che interseca anche solo in parte la cava in questione
cave visitate o meno
elenco e codifica delle fonti informative: denominazione Autorità di Bacino,
denominazione proposta 1994 piano cave Firenzuola, cave storiche, cave IGM, cave
CARG
risultante da progetti, cartelli o notizie dirette
Comune in cui si trova la cava
località oppure via e numero civico
riferita al baricentro della cava
riferita al baricentro della cava
risultante da progetti, cartelli o notizie dirette
risultante da progetti, cartelli o notizie dirette; talvolta omesso per cave dismesse
risultante da progetti, cartelli o notizie dirette; talvolta omesso per cave dismesse
geometria della cava, scelta da elenco
classificazione ai sensi della LR 78/98, scelta da elenco
come sopra, compilato solo se presente
4
questo campo sintetizza il giudizio soggettivo del rilevatore circa la teorica possibilità di riattivazione della cava dismessa o storica,
senza per entrare nel merito circa l’opportunità di attuare o meno tale possibilità
5
se la cava dovesse riaprire risultano esserci gli spazi per una importante produzione di materiali commerciabili
6
modesta produttività residua della cava ma potenzialità per un buon ripristino
7
elevate difficoltà a proseguire con gli scavi ma buone condizioni per operare un recupero, ad esempio mediante tombamento
8
le condizioni geologiche, giacimentologiche, ambientali, vegetazionali (anche in riferimento al rinverdimento spontaneo), stradali e
abitative sono tali da sconsigliare, in prima analisi, interventi di una certa rilevanza
9
calcolato in base alla presenza degli abitati, del metodo di coltivazione, della presenza degli impianti, della litologia estratta
10
CAMPO
DESCRIZIONE
scavati
presenza impianti prima o
interni al perimetro di cava individuato 10
seconda lavorazione
distanza impianti lavorazione
scelto da elenco oppure omesso in mancanza di informazioni
principali se esterni alla cava
scelto da elenco in base alle informazioni sommarie raccolte; per le collocazioni al
mercato servito dalla cava
confine di Comune, Provincia o Regione si considerano comunali, provinciali e
regionali anche i mercati del territorio adiacente
estensione area cava
calcolata in base al perimetro di cava individuato
sopralluogo
Data
risultante dal progetto, evidente da sopralluogo o supposto in base alla tipologia di
metodi coltivazione
cava; la voce “escavatore” comprende pale meccaniche, ruspe, ripper e mezzi
manuali
dato richiesto al titolare dell’autorizzazione o altri soggetti informati; sono
solitamente compresi gli addetti agli impianti di lavorazione dentro la cava; di
numero di addetti
conseguenza sono sottovalutati gli addetti delle cave che eseguono la lavorazione
esterna
scelto da elenco in base alla situazione riscontrata durante il sopralluogo o alle
attività
informazioni fornite dal Comune
fornito dal Comune, desunto dalla data di prima autorizzazione o richiesto a persone
anno attivazione
informate
autorizzazione vigente di apertura, variante o ampliamento, in generale l’ultima
data rilascio autorizzazione
rilasciata
numero autorizzazione
se assegnato dal Comune
data scadenza
risultante dall’autorizzazione stessa
dell’autorizzazione
tipologia cavata 1
classificazione ai sensi della LR 78/98, scelta da elenco; aggiunta la tipologia "cava di
tipologia cavata 2
prestito", nella Provincia di Firenze sempre riferita all’utilizzo per inerti
tipologia cavata 3
volume autorizzato - tipologia
1
volume autorizzato - tipologia
metri cubi totali in banco
2
volume autorizzato - tipologia
3
volume totale autorizzato
metri cubi totali in banco, di norma equivalente alla somma delle tre tipologie
volume autorizzato a discarica metri cubi riportati al volume in banco; stimato in mancanza di informazioni chiare
volume autorizzato a
metri cubi riportati al volume in banco; scavo non venduto né collocato nella
ripristino proveniente
discarica ma usato per il rimodellamento e ripristino della cava
dall’interno
volume autorizzato a
metri cubi così come messi a dimora del materiale usato per il rimodellamento e
ripristino proveniente
ripristino della cava, proveniente dall’esterno
dall’esterno
metri cubi in banco risultanti dalla documentazione di avanzamento lavori o dalla
volume totale estratto
contabilità dei contributi ai sensi della LR 78/98, sommato per le diverse tipologie di
(ufficiale)
materiale
volume totale residuo
volume totale autorizzato meno volume totale estratto
(ufficiale)
la stima si riferisce: a) cava compresa tra i giacimenti P.R.A.E.R., in aggiunta a
quanto autorizzato; b) cava esclusa dai giacimenti P.R.A.E.R. teoricamente
volume totale residuo (stima)
riattivabile (giudizio personale); valore arrotondato alle decine di migliaia se inferiore
a 100000 e alle centinaia di migliaia se superiore
volume annuo estratto negli media o valore maggiormente significativo delle ultime misurazioni, con particolare
ultimi anni
riferimento ai contributi LR 78/98
importo lavori ripristino
importo intero comprensivo di IVA
(fidejussione)
procedure in corso
iter amministrativi avviati presso il Comune
tipologia ripristino
scelta multipla tra scarpata unica, gradoni, tombamento parziale, tombamento totale
10
area di cava autorizzata o area di cava individuata nel censimento o giacimento P.R.A.E.R.
11
CAMPO
DESCRIZIONE
sistemazioni ambientali
opere di ripristino della vigente autorizzazione
autorizzate
sistemazioni ambientali
opere di ripristino evidenti dal sopralluogo o rinverdimento spontaneo
realizzate
vincoli e limitazioni (caselle) sono spuntati i vincoli che interessano almeno una parte della cava perimetrata
eventuali annotazioni geotopi,
note riferite ai vincoli presenti nel sito
biotopi e risorse idriche ptcp
pericolosità geologica piani
basata sulle classi individuate nei Piani di Assetto Idrogeologico
bacino
pericolosità idraulica piani
basata sulle classi individuate nei Piani di Assetto Idrogeologico
bacino
frane censite Autorità di
solo per fiume Arno
Bacino
aree golenali vincolate dal Piano Stralcio per le Attività Estrattive dell’Autorità di
aree golenali
Bacino del Fiume Arno
eventuali annotazioni su
note al fine di chiarire o quantificare le selezioni di vincoli e limitazioni
specifici vincoli e limitazioni
morfologia
selezione da elenco
posizione cava di versante
selezione da elenco
quota massima
valore arrotondato alla decina più vicina
acclività media versante
valore arrotondato ai 5° più vicini
si risponde no anche per le discariche, definite con riferimento al DPR 128/59,
evidenza della discarica
sicuramente presenti ma non individuabili a distanza
dissesti nel raggio di 50 m
da rilevamento geomorfologico o informazioni bibliografiche (prime tra tutte quelle
dalla cava
delle Autorità di Bacino e degli Strumenti Urbanistici Comunali)
formazioni geologiche
denominazione della formazione arealmente dominante individuata dal CARG
litologie estratte
da rilevamento geologico o informazioni progettuali
selezione da elenco basata sulla classificazione Corine Land Cover della Regione
uso del suolo
Toscana, con raggruppamento di classi
copertura vegetale
commento relativo a specie presenti, dimensioni, distribuzione, stato salute, ecc.
qualità del giacimento
scelta da elenco, in base al rilevamento giacimentologico e alle informazioni raccolte
rapporti con i corsi d’acqua
come definiti dal PTCP e dai Piano di Bacino
eventuali annotazioni sugli
note per approfondimenti o chiarimenti sulle componenti ambientali
elementi ambientali salienti
fotografie
codifica originale delle fotografie scattate e selezionate per la cava in esame
classificazione viabilità di
classificazione della più vicina strada pubblica, scelta da elenco
accesso
eventuali annotazioni sulla
Descrizione del collegamento tra la cava e la viabilità pubblica
viabilità di accesso
note nuclei abitati presso
elenco nominativi
cava e infrastrutture
presenza centri e nuclei
scelta da elenco; "nel perimetro estrattivo" indica che gli abitati sono compresi
abitati nel raggio di 200 m
nell’area a destinazione estrattiva comunale
dalla cava
Scelta multipla su quali sono i problemi della cava attuali o futuri (prosecuzione o
ripresa dell’attività). Alcune note: "ripristino" indica che il ripristino non è adeguato;
"centri e nuclei abitati" indica che la cava da loro fastidio; "turismo" indica che ci
sono visitatori che si potrebbero allontanare; "viabilità" indica che la viabilità di
accesso alla cava è inadeguata (ad esempio, poiché passa da paesi oppure è stretta
oppure limitata nel carico dei veicoli, ecc.); "qualità acque" indica inquinamenti
criticità manifeste
attuali o potenziali; "captazione acque" indica interferenze attuali o potenziali con
pozzi e sorgenti; "stabilità versanti" - "caduta massi" – "erosione" – "ristagni" si
riferiscono alle condizioni attuali o alle previste condizioni future; "rumore" e
"polvere" sono critici in mancanza di barriere, in presenza di ricettori sensibili, in
previsione di attrezzature rumorose (esplosivi, martellone, impianti frantumazione) o
materiali polverulenti; l’igiene è perlopiù connessa ai precedenti problemi, ma
potrebbe anche derivare da altro…
eventuali annotazioni sulle
note per motivare le selezioni del campo precedente
criticità
impatto ambientale e
selezione da elenco riferita alla data di sopralluogo
12
CAMPO
naturalistico attuale
impatto ambientale e
naturalistico in caso di
estensione
impatto paesaggistico attuale
impatto paesaggistico in caso
di estensione
impatto per l’igiene e la
salute attuale
impatto per l’igiene e la
salute in caso di estensione
DESCRIZIONE
selezione da elenco riferita a una ipotetica e significativa prosecuzione o
ampliamento della cava
selezione da elenco riferita alla data di sopralluogo
selezione da elenco riferita a una ipotetica e significativa prosecuzione o
ampliamento della cava
selezione da elenco riferita alla data di sopralluogo; comprende rumore, polvere,
inquinamento, pericoli…
selezione da elenco riferita a una ipotetica e significativa prosecuzione o
ampliamento della cava
selezione da elenco riferita alla data di sopralluogo; rappresenta l’apparente grado di
impatto sociale attuale
accettazione della cava da parte della Comunità
impatto sociale in caso di
selezione da elenco riferita a una ipotetica e significativa prosecuzione o
estensione
ampliamento della cava
eventuali annotazioni sugli
note per motivare le selezioni dei campi precedenti per ampliamento o prosecuzione
impatti in caso di estensione dell’attività
orientamento possibile
selezione da elenco per cave inattive, dismesse o storiche
riattivazione
scelta da elenco basata su presenza di abitati nel raggio di 200 m (1 = assenti, 3 =
presenti), impianti (3 = si, 0 = no), metodi coltivazione (massimo tra 4 = esplosivo,
3 = martellone, 2 = escavatore, 1 = altro), litologia (1 = alluvionali, 2 = altro); il
impatto acustico
fattore determinato è R = abitati x (impianti + metodo) x litologia; in base alla
distribuzione dei valori sono definite le classi R < 7 basso, R = 8-15 medio, R > 15
alto
priorità di recupero
note e suggerimenti riferiti alla situazione attuale
indicazioni tecniche sugli
ipotesi di intervento e suggerimenti
interventi necessari
indirizzi di coordinamento
indicazioni per eventuali problemi di convivenza segnalati o supposti tra cave
attività estrattive per cave
contermini
contermini
cave segnalate in: censimento cave dell’Autorità di Bacino del fiume Arno (sigle tipo
brip-7 e 152/m), cartografie IGM scala 1:25.000 (sigla 25k), cave segnalate nella
fonti bibliografiche
nuova Carta Geologica Regionale (sigla CARG), proposta piano cave De Zordo per
Comune Firenzuola (solo numero, es. 81), studio Geolitologia del costruito di Firenze
(sigle tipo stor. serena)
note
Annotazioni non comprese nei precedenti campi
Tabella 3 – Descrizione dei campi della scheda di censimento
Una parte delle informazioni contenute nelle schede di censimento derivano dal rilevamento di campagna o
dall’esame delle cartografie. Molti campi sono invece calcolati automaticamente in base alle informazioni
territoriali di seguito descritte. Nel corso dei sopralluoghi, dove eseguiti, è stata controllata la validità delle
immissioni automatiche e/o sono state aggiunte specifiche annotazioni.
Si precisa che l’assegnazione dei valori automatici, come ad esempio quello relativo ai vincoli esistenti,
comprende nella maggior parte dei casi le casistiche si/no: il risultato è “si” anche se una piccola parte della
cava è coperta dal vincolo in questione. In altri casi sono invece distinti i casi di interessamento “assente”,
“in parte”, “in toto”.
Questo tipo di trattazione corrisponde alla ricognizione di documenti di prima analisi che saranno
opportunamente verificati ed elaborati nella formazione del Piano. La parte dedicata alla descrizione degli
impatti è finalizzata ad evidenziare le maggiori criticità emerse dalla gestione dell’attività di cava e
conseguentemente fornire un supporto decisionale all’ente avente competenze autorizzatorie, nei confronti
della realizzazione di opere di mitigazione e di prevenzione di ulteriori impatti in sede di ampliamento.
13
Per le cave di tipo puntuale, il calcolo dei campi automatici è stato fatto assegnando alle cave stesse una
superficie circolare con raggio 25 m. Quello acquisito rappresenta un primo livello di informazioni che
saranno oggetto di specifici ulteriori approfondimenti nel proseguo delle attività di redazione del Piano.
3.2 Informazioni cartografiche
Oltre alle informazioni contenute nella scheda di censimento delle cave della Provincia di Firenze, sono state
raccolte ed elaborate ulteriori informazioni cartografiche, organizzate in strati informativi GIS secondo i
seguenti raggruppamenti tematici:
1. cave riconoscibili da ortofoto;
2. cave individuate nella cartografia IGM in scala 1:25.000;
3. cave censite dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno nell’ambito della “Proposta di stralcio del Piano di
Bacino” del 1994 relativa alla “attività estrattiva nel bacino dell’Arno- Fabbisogno di materiali litoidi e
cave”;
4. cave censite nella proposta di Piano Cave 1994 del Comune di Firenzuola, redatta dall’arch. De Zordo;
5. cave individuate nella nuova Carta Geologica Regionale;
6. cave storiche individuate dalla ricerca “Le pietre del patrimonio storico italiano: conoscenze finalizzate
alla conservazione. Verifica di metodologie e applicazione a significativi casi urbani e territoriali. La
geolitologia del costruito della città di Firenze”;
7. cave della Provincia di Firenze, suddivise in areali e puntuali;
8. aree estrattive dello Strumento Urbanistico comunale11;
9. risorse del P.A.E.R.P.;
10. giacimenti del P.A.E.R.P.;
11. cave storiche del P.A.E.R.P..
I primi 6 punti hanno costituito la base di partenza per la perimetrazione e la localizzazione delle “cave della
Provincia di Firenze”, ossia per le cave di cui al presente censimento e relative schede. Si precisa, infatti, che
in precedenza non esisteva una restituzione delle aree estrattive esistenti nella Provincia di Firenze,
aggiornata e opportunamente georiferita. Le seguenti informazioni hanno inoltre concorso alla
perimetrazione definitiva delle cave:
• limiti di coltivazione autorizzati dalle Amministrazioni Comunali raccolti a titolo ricognitivo;
• esame delle fotografie aeree, effettuata per talune cave sui voli disponibili all’Archivio Cartografico della
Regione Toscana;
• rilevamento di campagna;
11
cartografate solo a livello ricognitivo, ferma restando la validità della documentazione originale degli S.U.; in taluni casi sono state
incontrate significative differenze tra le perimetrazioni riportate prima sotto forma cartacea e successivamente riproposte dai Piani
Strutturali o Regolamenti Urbanistici informatizzati probabilmente riconducibili a varianti approvate in seguito all’avvio del procedimento.
Ai fini della redazione delle prescrizioni localizzative verrà specificatamente richiesto un contributo ai Comuni in termini di fornitura degli
esatti limiti autorizzati
14
• consultazione e confronto di strumenti di navigazione virtuale, basati su riprese da satellite e aereo, quali
Terra Flyer (Regione Toscana), Google Earth, Local Live.
Nella delimitazione delle cave è stata generalmente data priorità ai limiti autorizzati, anche se – in alcuni casi
- diversi dai limiti estrattivi attuali. Se la cava esistente risulta di estensione minore rispetto alla cava
autorizzata si dà atto del prevedibile sviluppo della cava nell’arco di validità dell’autorizzazione comunale.
Dove la cava esistente da foto aeree invece risulta più estesa della cava autorizzata, è stata di norma
operata una suddivisione in cava attiva o comunque autorizzata e cava dismessa (porzione di cava non
autorizzata, di regola ripristinata ed esaurita).
Le cave non individuabili ma comunque segnalate dalle fonti bibliografiche sono state mantenute con
individuazione puntuale. A questo riguardo si evidenzia che sono state utilizzate le cave del CARG (elementi
vettoriali puntuali) solo dove le stesse trovavano conferma dalle altre fonti informative o dalla stessa
cartografia raster del CARG (presenza del simbolo cave e miniere); il livello vettoriale consultato (strato13),
oltre alle cave, comprende infatti anche i siti dove si rinviene una risorsa naturale e dove sono stati condotti
sondaggi di varia natura (dai sondaggi per la ricerca geotermica ai sondaggi di carattere conoscitivo svolti
dalla Regione Toscana).
Nella banca dati geografica sono state inserite anche le informazioni tematiche ritenute più significative ai
fini della pianificazione estrattiva. Si tratta di informazioni contenute anche nelle schede di censimento, nei
confronti delle quali viene svolta una continua attività di aggiornamento mano a mano che si rendono
reperibili nuovi dati. Questi dati risultano in parte documentati a titolo ricognitivo, mentre in altri casi
vengono a costituirsi quali parti fondative del P.A.E.R.P. in quanto caratterizzanti il territorio dal punto di
vista dei vincoli ritenuti ostativi e condizionanti nei confronti dello svolgimento di una attività di cava. Il
continuo aggiornamento dei dati seguenti risulta pertanto cruciale ai fini di una corretta definizione degli
ambiti di impegno territoriale sviluppati dal P.A.E.R.P.:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
riserve naturali;
parchi
aree naturali protette di interesse locale (ANPIL);
siti di interesse comunitario (SIC);
vincolo archeologico;
boschi;
elettrodotti > 132 kV;
gasdotti;
infrastrutture principali (ferrovie, autostrade e strade statali, regionali, provinciali e comunali);
aree di reperimento parchi del PTCP;
bellezze naturali e monumentali;
captazioni di acque sotterranee a uso acquedottistico;
biotopi del PTCP;
geotopi del PTCP;
risorse idriche del PTCP;
sentieri CAI;
aree di rispetto cimiteriale;
aree sottoposte a vincolo paesaggistico;
pericolosità geologica di cui ai Piani di Assetto Idrogeologico delle Autorità di Bacino (Arno, Reno, Bacini
Romagnoli);
• pericolosità idraulica di cui ai Piani di Assetto Idrogeologico delle Autorità di Bacino (Arno, Reno, Bacini
Romagnoli);
15
•
•
•
•
frane censite dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno;
aree golenali oggetto del Piano Stralcio delle Attività Estrattive dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno;
aree allagate del Piano Stralcio sul Rischio Idraulico dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno;
aree per interventi strutturali per la riduzione del rischio idraulico del Piano Stralcio sul Rischio Idraulico
dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno;
• alvei e golene perimetrati dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno;
• informazione geologica del CARG.
Sono state inoltre consultate e inserite nelle schede di censimento, ma non ancora nella banca dati
geografica, le seguenti informazioni provenienti dalle Autorità di Bacino del Reno (fiumi Reno, Sillaro, Idice,
Santerno, Senio) e dei Bacini Romagnoli (Lamone):
• reticolo idrografico corsi d’acqua principali, secondari e minori;
• fasce di pertinenza fluviale;
• aree ad alta probabilità di inondazione.
Le aree destinate a casse di espansione delle Autorità di Bacino del Reno e dei Bacini Romagnoli sono
assenti nel territorio della Provincia di Firenze.
Le informazioni reperite dalle varie Autorità di Bacino sono abbastanza disomogenee. Si è cercato quindi di
uniformare i dati raccolti secondo i criteri seguenti:
BACINO ARNO
pericolosità geologica
PF4
pericolosità geologica
PF3
pericolosità geologica
PF2
pericolosità geologica
PF1
pericolosità geologica
assente
pericolosità
idraulica
PI4
pericolosità
idraulica
PI3
pericolosità
idraulica
PI2
pericolosità
idraulica
PI1
pericolosità
idraulica
assente
ALTRI BACINI
pericolosità geologica
PF4
pericolosità geologica
PF3
pericolosità geologica
PF2, PF1 o assente
ANNOTAZIONI
informazioni contenute nella banca dati geografica
l’informazione per il bacino dell’Arno è completa; per gli altri bacini è
indicata pericolosità assente per le tre classi raggruppate
aree ad alta probabilità da considerare che nei bacini montani del Reno e della Romagna la
di inondazione
pericolosità idraulica è assente o molto circoscritta
non rilevata
territorio esterno alle
“aree
ad
alta
probabilità
di
inondazione”
reticolo
idrografico reticolo
idrografico
principale (alveo)
corsi d’acqua principali,
secondari e minori
aree golenali del Piano fasce di pertinenza
Stralcio sul Rischio fluviale
Idraulico
per l’Arno si tratta di una informazione lineare, per gli altri bacini di
una informazione areale
le aree golenali dell’Arno sono definite con buona attendibilità per le
zone di pianura immediatamente adiacenti ai corsi d’acqua principali;
le fasce di pertinenza fluviale di Reno e Romagna sono molto estese,
talvolta fino a decine di metri sopra la pianura alluvionale
aree allagate (1966 – aree ad alta probabilità le aree ad alta probabilità di inondazione derivano dal censimento
1999)
del
Piano di inondazione
degli eventi
Stralcio sul Rischio
Idraulico
Tabella 4 – Corrispondenza informazioni nelle varie Autorità di Bacino
16
La struttura della scheda di censimento delle cave segue le suddivisioni relative al bacino dell’Arno,
convertendo le informazioni degli altri bacini secondo la precedente tabella.
3.3 Basi informative geografiche utilizzate per l’inquadramento del
contesto territoriale generale
Le fonti informative utilizzate per la schedatura delle cave e la realizzazione della banca dati sono riassunte
nella seguente tabella:
DESCRIZIONE
Risorse, giacimenti, storiche P.R.A.E.R.
Censimento cave Arno
Parchi
Riserve naturali
Anpil
Sic
Archeologico
Boschi
Elettrodotti
Gasdotti
Infrastrutture Principali
Reperimento Parchi PTC
Bellezze naturali e monumentali
Captazioni acquedottistiche
Biotopi, Geotopi
Risorse idriche PTCP
Sentieri
Rispetto cimiteriale
Vincolo paesaggistico
Pericolosità piani di bacino – geologica
Pericolosità piani di bacino – idraulica
Frane censite dall’Adb Arno
Aree golenali
Rapporti con i corsi d’acqua – alveo e golene
Rapporti con i corsi d’acqua – ambito A, B
Rapporti con i corsi d’acqua – aree esondabili
Casse di laminazione
Informazione geologica
FONTE
Regione
ADB Arno
SIT Regione
SIT Regione
PTCP Provincia
PTCP Provincia
PTCP Provincia – Regione Toscana
PTCP Provincia
PTCP Provincia
PTCP Provincia
Provincia
PTCP Provincia
PTCP Provincia
Ufficio pozzi Provincia
PTCP Provincia
PTCP Provincia
SIT Regione
SIT Regione
Provincia
ADB Arno, Reno, Romagna
ADB Arno
ADB Arno
ADB Arno
ADB Arno
ADB Arno
ADB Arno
ADB Arno
Regione
Tabella 5 – Fonti informative e archivi GIS reperiti
I biotopi e i geotopi sono distinti in base alla codifica delle schede allegate al PTCP (file BIO_REP.DBF).
Le basi cartografiche utilizzate sono la CTR in scala 1:10.000 e la corografia IGM in scala 1:25.000.
Per tutto il territorio provinciale sono state esaminate le ortofoto in scala 1:10.000.
17
4.
SINTESI DEI RISULTATI DEL CENSIMENTO
COMPARTI ESTRATTIVI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE
Sono state censite 902 cave di cui 532 areali e 370 puntuali. La seguente tabella riepiloga la loro
distribuzione nei comuni della Provincia di Firenze.
COD. COMUNE
1
BAGNO A RIPOLI
2
BARBERINO DI MUGELLO
3
BARBERINO VAL D’ELSA
4
BORGO SAN LORENZO
5
CALENZANO
6
CAMPI BISENZIO
7
CAPRAIA E LIMITE
8
CASTELFIORENTINO
9
CERRETO GUIDI
10
CERTALDO
11
DICOMANO
12
EMPOLI
13
FIESOLE
14
FIGLINE VALDARNO
15
FIRENZE
16
FIRENZUOLA
17
FUCECCHIO
18
GAMBASSI TERME
19
GREVE IN CHIANTI
20
IMPRUNETA
21
INCISA IN VAL D’ARNO
22
LASTRA A SIGNA
23
LONDA
24
MARRADI
25
MONTAIONE
26
MONTELUPO FIORENTINO
27
MONTESPERTOLI
28
PALAZZUOLO SUL SENIO
29
PELAGO
30
PONTASSIEVE
31
REGGELLO
32
RIGNANO SULL’ARNO
33
RUFINA
34
SAN CASCIANO IN VAL DI PESA
35
SAN GODENZO
36
SAN PIERO A SIEVE
37
SCANDICCI
38
SCARPERIA
39
SESTO FIORENTINO
TOTALE AT. S.A. IN.
24
30
6
26
18
7
7
7
7
6
2
14
47
26
114
151
13
21
30
31
11
27
1
3
12
15
30
6
10
20
40
10
1
23
15
7
14
12
10
0
1
0
0
1
0
0
1
0
0
0
2
0
0
0
21
0
1
3
0
0
0
0
2
3
0
0
1
0
1
1
0
0
0
0
1
0
0
0
18
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
6
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0
2
2
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0
0
0
0
0
0
1
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0
2
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0
0
0
1
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0
0
0
2
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
15
0
0
1
2
0
0
0
0
0
0
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
DI.
19
27
6
25
17
7
7
6
7
6
2
12
7
26
37
78
13
20
24
27
11
18
1
1
8
15
29
3
10
19
36
10
1
23
15
5
14
12
10
ST. PUNTUALI AREALI
5
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
40
0
77
31
0
0
0
0
0
9
0
0
1
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
16
27
3
20
3
1
3
0
1
0
2
4
21
5
77
22
2
6
16
14
10
16
0
0
4
4
11
0
5
9
19
3
0
9
4
2
3
4
5
8
3
3
6
15
6
4
7
6
6
0
10
26
21
37
129
11
15
14
17
1
11
1
3
8
11
19
6
5
11
21
7
1
14
11
5
11
8
5
40
19
4
16
8
1
902
SIGNA
41
TAVARNELLE VAL DI PESA
42
VAGLIA
43
VICCHIO
44
VINCI
TOTALI
1
1
0
1
0
42
0
0
0
0
0
14
0 18
0
3
0 10
0
7
0
1
23 653
0
0
6
0
0
170
1
3
12
3
0
370
18
1
4
5
1
532
Tabella 6 - Riepilogo per comune delle cave censite
Le abbreviazioni indicano le cave attive (AT.), saltuariamente attive (S.A.), inattive (IN.), dismesse (DI.),
storiche (ST.). In realtà vi sono ulteriori 8 cave storiche, non risultanti nella tabella poiché tuttora attive e
quindi ricomprese fra quest’ultime.
Le cave dismesse di dimensioni non cartografabili alla scala 1:10.000 o non più riconoscibili sul territorio
perché trasformate o mascherate alla vista da parte della vegetazione, ma note sulla base di documenti di
letteratura, sono state rappresentate con tematismo puntuale.
Si evidenziano i seguenti comparti estrattivi comprensivi di cave storiche:
MATERIALE
argilla per cotto
argilliti
per
imprunetino
basalto e calcare
calcare
calcare
calcare
calcare
calcare
calcare,
sabbie
gesso
e
e
e
e
USO
industriale
cotto industriale
LOCALITÀ
Circondario Empolese
Chianti
FORMAZIONE
depositi marini pliocenici
Formazione di Sillano, Argille a
Palombini
inerti
Mugello - Alto Mugello
Ofioliti
inerti
Montaione
Anidriti di Burano e Calcare
Cavernoso
marna
inerti
Firenzuola
F.ne di Monte Morello
marna
inerti/minerario Calvana - Monte Morello
F.ne di Monte Morello
marna
minerario
Greve in Chianti, San Casciano F.ne di Monte Morello
marna
minerario/inerti Pontassieve, Rignano, Incisa F.ne di Monte Morello
Valdarno
serpentiniti, inerti
Montagnoso
Ofioliti
industriale
Gambassi
ghiaia
ghiaia e sabbia
ghiaia e sabbia
ghiaia e sabbia
inerti
inerti
inerti
inerti
Alto Mugello
Valdarno superiore
Val di Sieve
Val di Pesa
lignite
lignite
onice calcareo
pietra bigia
minerario
minerario
ornamentale
ornamentale
Barberino di Mugello
Santa Barbara
Montaione
Santa Brigida - Monte Senario
Anidriti di Burano e Calcare
Cavernoso
depositi alluvionali
depositi alluvionali Fiume Arno
depositi alluvionali Fiume Sieve
depositi
fluvio-lacustri
pliocenici
depositi lacustri villafranchiani
depositi lacustri villafranchiani
Travertino
Arenarie di Monte Senario
pietra di Montaione
ornamentale
Montaione
Pcg – conglomerati
pietra
pietra
pietra
pietra
serena
serena
serena
serena
ornamentale
ornamentale
ornamentale
ornamentale
pietra serena
pietra serena
pietraforte
pietraforte
pietraforte
ornamentale
ornamentale
costruzione
ornamentale
ornamentale
Alto Mugello
Marnoso Arenacea
San Godendo
Marnoso Arenacea
Fiesole
Unità Cervarola-Falterona
Monti del Chianti – Gonfolina – Unità Cervarola-Falterona
Tavarnuzze
Pratomagno
Unità Cervarola-Falterona
Bruscoli
Unità Cervarola-Falterona
Greve in Chianti
Formazione della Pietraforte
Firenze
Formazione della Pietraforte
Riscaggio
Formazione della Pietraforte
19
MATERIALE
pietraforte
pietraverde (gabbro
serpentiniti)
sabbia
sabbia
USO
ornamentale
e ornamentale
inerti
inerti
LOCALITÀ
Bagno a Ripoli
Montaione
FORMAZIONE
Formazione di Sillano
Ofioliti
Bacino FI-PO-PT
Circondario Empolese
depositi alluvionali Fiume Arno
depositi alluvionali Fiume Arno
Tabella 7– Comparti estrattivi della Provincia di Firenze
Nella CARTA DI SINTESI DELL’APPROFONDIMENTO DEL QUADRO CONOSCITIVO, sono cartografate tutte le
risorse, i giacimenti ed i materiali storici del P.R.A.E.R. e le cave del censimento suddivise in puntuali ed
areali.
Per la verifica delle concessioni minerarie sono stati consultati i registri e le cartografie presso ex Corpo delle
Miniere, adesso “Unità Operativa Complessa Vigilanza sulle Attività Minerarie - Area Miniere, Distretto
Minerario di Firenze” e verificate le informazioni disponibili in rete.
Nella provincia di Firenze sono registrate come attive le seguenti concessioni:
COMUNE
NOME
MINERALE
Calenzano –
Sesto
Settimello
Fiorentino
Pelago
Monsavano
Greve in
Testi
Chianti
QUANTITA’ QUANTITA’
ESTRATTA ESTRATTA
2006 [ton] 2007 [ton]
PRIMA
ULTIMO CONCESSIONARIO
CONCESSIONE
Marna
154.600
107.300
27/09/1930
BUZZI S.p.A.
Marna
156.915
153.522
15/11/1930
ITALCEMENTI S.p.A.
Marna
490.597
440.559
10/01/1934
SACCI S.p.A.
Tabella 8 – Concessioni minerarie rilasciate in ambito provinciale
I feldspati di Sasso di Castro sono stati completamente asportati nell’ambito della coltivazione della omonima
cava per l’Alta Velocità, gestita da Cavet. Merita fin da ora sottolineare che il settore delle concessioni
minerarie esula dai contenuti di pianificazione del P.A.E.R.P., e viene pertanto riportato solo a titolo
ricognitivo.
5.
IL RICICLAGGIO DI MATERIALI DERIVANTI DA
ATTIVITÀ DI COSTRUZIONE & DEMOLIZIONE (C&D)
Nelle attività edilizie, nei ripristini ambientali, nel settore della costruzione stradale, in alternativa al materiale
proveniente dalle cave, possono essere utilizzate materie prime seconde derivanti da attività di recupero di
rifiuti esercitate essenzialmente da impianti iscritti nell’apposito Albo Provinciale per le attività di recupero
(art 216 D.Lgs. 152/06) e pertanto soggetti a procedure semplificate; questi impianti sono sostanzialmente
mulini per la triturazione e vagliatura dei rifiuti inerti atti a produrre materie seconde di pezzatura omogenea
e caratteristiche chimico-fisiche, previo obbligatorie verifiche di laboratorio, conformi alle vigenti normative.
20
Gli studi merceologici e tecnici hanno dimostrato che le caratteristiche chimico-fisiche di detti materiali sono
paragonabili a quelle della materia prima vergine estratta dalla cava, ciò che comporta un notevole risparmio
sull’impatto ambientale legato alla estrazione e al mancato smaltimento del rifiuto inerte in discarica.
La Provincia intende fondare in questo settore parte del proprio fabbisogno di inerti e pertanto, fin dalle fasi
di avvio del procedimento di redazione del piano, è stata effettuata una attenta ricognizione finalizzata ad un
corretto dimensionamento delle potenzialità presenti sul territorio provinciale oltre che delle effettive
produzioni.
5.1 Potenzialità offerta di materia prima secondaria derivante da
impianti di recupero
Al fine di effettuare una valutazione dei materiali inerti disponibili nella Provincia di Firenze è stato
determinato, in base alla potenzialità degli impianti di gestione di rifiuti inerti iscritti in procedura semplificata
nel Registro Provinciale, il quantitativo di inerti che “virtualmente” potrebbero derivare da attività di recupero
indicata con il codice R5 (Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche) sulle tipologie considerate nei punti
7.1, 7.3b e 7.12b del D.M. 05/02/1998 (come modificato dal D.M. 186/2006).
Nello specifico, le tipologie di rifiuti considerate sono le seguenti:
¾ Punto 7.1 - Tipologia: rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato,
purché privi di amianto, in generale provenienti da demolizione. Mediante attività meccaniche e
tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e
separazione della frazione metallica e delle altre frazioni indesiderate, da questi materiali si
ottengono materie prime seconde per l’edilizia, con caratteristiche conformi all'allegato C della
circolare del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio 15 luglio 2005, n. UL/2005/5205.
¾ Punto 7.3b – Tipologia: sfridi e scarti di prodotti ceramici crudi smaltati e cotti. Codici CER
identificativi provenienti dalla fabbricazione di prodotti ceramici, mattoni, mattonelle e materiale
di costruzione smaltati.
Le attività di recupero di tale tipologia di rifiuto comprendono le operazioni di frantumazione,
vagliatura, eventuale miscelazione con materia prima inerte nell'industria lapidea al fine di
ottenere materiale lapideo nelle forme usualmente commercializzate.
¾ Punto 7.12b - Tipologia: calchi in gesso esausti, provenienti da attività scultoree ed industrie
ceramiche.
Le attività di recupero di tale tipologia di rifiuto comprendono la frantumazione dei manufatti e
la separazione della parte metallica ai fini della produzione di materiale e manufatti per l'edilizia,
nelle forme usualmente commercializzate.
21
In pratica, sono considerati nel calcolo i materiali rispetto ai quali gli impianti sono autorizzati a svolgere
operazioni meccaniche e tecnologicamente interconnesse di frantumazione, vagliatura e miscelazione,
selezione granulometrica e separazione da frazioni indesiderate ai fini di ottenere frazioni inerti di natura
lapidea.
Si noti che gli atti disponibili presso gli uffici della Direzione Ambiente e Gestione Rifiuti riguardano
unicamente gli impianti dell’ATO 6, pertanto non sono compresi nel calcolo i quantitativi relativi agli impianti
del Circondario Empolese Valdelsa, che comunque verranno acquisiti successivamente per un corretto e
completo dimensionamento.
I 37 impianti presenti sul territorio provinciale complessivamente presentano le seguenti potenzialità
suddivise in base ai punti del D.M. del 05/02/1998 (poi modificati dal D.M. n. 186/2006):
capitolo CER
Quantità (t/a)
07.01
1.191.825,0
07.03b
15.712,5
07.12b
2.150,0
totale
1.209.688,5
Tabella 9– Totale quantitativi di rifiuti dei punti 7.1, 7.3b e 7.12b che le aziende della Provincia di Firenze sono
autorizzate a sottoporre ad R5
5.2 Offerta materia prima seconda derivante da impianti di recupero
con riferimento all’annualità 2006
Di seguito, per confronto, si valuta l’effettiva produzione delle materie prime seconde in Provincia. A tale
scopo sarebbe utile poter determinare il quantitativo di rifiuti di tali tipologie prodotto in Provincia ma, poiché
i soggetti che producono tali tipologie di rifiuti non sono ad oggi obbligati alla denuncia MUD, il dato di
produzione che si ottiene risulta sottostimato rispetto a quello reale. In ogni caso pur conoscendo questo
limite è stata effettuata un’indagine sulle denunce del 2006 (MUD presentato ad aprile 2007) la quale ha
fornito per i codici CER dei punti 7.1, 7.3b e 7.12b del già citato DM un quantitativo totale di rifiuti prodotti
(quantitativo totale comprendente i rifiuti prodotti nella unità locale ed al di fuori della unità locale) pari a
417.297 t, di cui 396.317 t per la Provincia di Firenze (escluso il Circondario) e 20.980 t per il Circondario
Empolese Valdelsa.
Al fine di avere una stima più rappresentativa della potenzialità di produzione di materie prime seconde si
sono analizzati i dati delle Aziende della Provincia di Firenze che effettuano operazioni di recupero R5. I dati
estratti dai MUD del 2006 inerenti i rifiuti inerti dei punti 7.1, 7.3b e 7.12b effettivamente sottoposti ad
operazioni di recupero come R5 dalle aziende della Provincia di Firenze (incluso Circondario Empolese
Valdelsa) sono riportati nella seguente Tabella:
22
codice CER
descrizione
Quantità sottoposta ad R5 (t)
Provincia FI (no Circ.)
101201
101206
scarti di mescole
trattamento termico
non
sottoposte
101311
101399
Rifiuti non specificati altrimenti
170101
Cemento
170102
Mattoni
170103
mattonelle e ceramiche
miscugli o scorie di cemento, mattoni,
mattonelle e ceramiche, diverse da quelle
di cui alla voce 17 01 06
materiali da costruzione a base di gesso
diversi da quelli di cui alla voce 17 08 01
rifiuti misti dell'attività di costruzione e
demolizione, diversi da quelli di cui alle
voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03
101208
101299
170107
170802
170904
200301
TOT parziale
TOT
--------
---------
94,22
9,4
691,67
20,94
157,60
----------
--------5,00
--------
--------
2.453,97
9544,04
--------------
64,48
526,91
49,9
5.533,13
1.689,62
7,75
51,9
662.683,75
36.448,68
0,18
----------
a
stampi di scarto
scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e
materiali da costruzione (sottoposti a
trattamento termico)
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della produzione di materiali
compositi a base di cemento, diversi da
quelli di cui alle voci 10 13 09 e 10 13 10
Circondario
Rifiuti urbani non differenziati
672.149,18
47.883,96
720.033,14
Tabella 10 – Elenco tipologie di rifiuti dei punti 7.1, 7.3b e 7.12b (e relativi quantitativi) che nel 2006 risulta siano state
sottoposte ad R5
Rispetto ai dati estratti considerando l’anno di produzione e recupero 2005 (531.391,35 t) è risultato un
netto incremento del quantitativo totale di tali tipologie di rifiuti sottoposti ad R5.
Riepilogando, si è determinato che la potenzialità degli impianti virtualmente sfruttabile per il recupero di
materiali inerti in Provincia di Firenze (escluso il Circondario) è pari a 1.209.688,5 t/a e che, in base a
quanto dichiarato dagli impianti stessi, per l’anno 2006 i materiali inerti effettivamente recuperati sono stati
in totale 720.033,14 t/a, di cui 672.149,18 t/a per la Provincia di Firenze e 47.883,96 t/a del
Circondario Empolese. Considerando che, il peso di volume del materiale inerte da C&D sia pari a 1.3 t/m3
si può attendere una produzione di 930.529 m3/a, mentre la quantità effettivamente prodotta con
riferimento alla annualità 2005 è di 553.871 m3/a.
23
6.
PRELIMINARE INDIVIDUAZIONE DELLE AZIONI DI
PIANO
Coerentemente con quanto indicato in sede di programmazione degli obiettivi e di formazione del quadro
conoscitivo, sono state sviluppate alcune considerazioni in merito alla individuazione di quelle azioni
prioritarie che consentiranno il conseguimento dei richiamati obiettivi.
1.
Individuazione di prescrizioni localizzative in funzione di una lista di vincoli territoriali modulati in
funzione del loro status di “ostativi” o “condizionanti” alla conduzione di una attività estrattiva. In
questa fase di avvio del procedimento si è preventivamente deciso di inserire nella lista dei vincoli
ostativi:
•
Aree ricadenti in art.10 (ambiti di reperimento per l’istituzione di parchi, riserve e aree naturali
protette di interesse locale – L.R.49/95) del PTCP della Provincia di Firenze ad esclusione delle aree
su cui esistono attività già autorizzate in bacini estrattivi consolidati nel tempo.
•
Aree derivanti dall'attuazione della "Legge quadro sulle aree protette" 6.12.91 n.394 e della l.r.
11.4.1995, n.49 "Norme sui parchi, le riserve naturali e le aree naturali protette di interesse locale".
•
Aree di salvaguardia delle opere di captazione delle acque destinate al consumo umano, in
attuazione dell’art. 94 del D.lgs 152/2006 e successive modificazioni ed integrazioni.
•
Zone di salvaguardia assoluta dei Piani di Bacino dell’Arno, della Toscana Nord, della Toscana Costa
e dell’Ombrone.
•
Aree soggette a vincolo archeologico ai sensi del D.Lgs 42/2004 ex L.364/1909 ed ex L.1089/39.
•
Aree carsiche e grotte.
e dei vincoli condizionanti da sottoporsi a specifica valutazione in sede di adeguamento urbanistico:
•
Terreni rimboschiti con finanziamento o contributo finanziario pubblico ed aree boscate distrutte o
danneggiate dal fuoco, in attuazione della l.r. 21.3.2000 n. 39 “Legge forestale della Toscana” e
relativi regolamenti.
•
Aree di cui all’Allegato D – siti di importanza comunitaria della l.r. 6.4.2000 n. 56 “Norme per la
conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche eccettuato quelle che presentano a fini estrattivi materiali non reperibili all’esterno di tali aree e
previa verifica di incidenza.
•
Aree ricadenti in art.11 (“aree fragili” da sottoporre a programma di paesaggio) del PTCP della
Provincia di Firenze.
•
Altre zone di salvaguardia dei Piani di Bacino.
•
Aree soggette a vincolo idrogeologico così come determinate ai sensi del Regio Decreto Legge 30
dicembre 1923 n. 3267 “Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni
montani” .
•
Aree soggette a usi civici.
24
•
Aree soggette a vincolo storico-monumentale o paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/2004 ex L.
1497/39, ex L. 431/85, ex L.364/1909 ed ex L.1089/39.
•
Altri condizionamenti introdotti da normative urbanistiche di settore di qualsiasi livello.
2. La definizione di prescrizioni operative per le modalità di estrazione dei materiali e di indirizzi per la
progettazione finalizzati alla minimizzazione di impatti sulle componenti ambientali, che dovranno essere
recepiti dalla strumentazione urbanistica comunale;
3. L’incremento del recupero di rifiuti speciali provenienti dall’attività di costruzione e demolizione, i
cosiddetti rifiuti C&D, e quindi conseguentemente la riduzione della quantità di questi rifiuti da smaltire;
4. L’incentivazione delle attività di recupero di aree di cava dismesse per le quali non esiste allo stato attuale
un obbligo di sistemazione derivante da concessioni in essere;
5. Adozione di misure tese al soddisfacimento a scala provinciale del fabbisogno individuato dal P.R.A.E.R. e
di conseguenza una ridotta mobilità in entrata e uscita di materiale dalla Provincia di Firenze.
Merita infine evidenziare fin da ora, un elemento di criticità desunto dalle attività conoscitive finora messe in
atto. Il censimento dell’attività estrattiva per l’annualità 2006 rappresenta un primo elemento di
monitoraggio/valutazione del dimensionamento P.R.A.E.R., a cui le Province toscane, in ottemperanza al
perseguimento del principio dell’autosufficienza di produzione e utilizzo su base provinciale, si devono
attenere con scostamenti inferiori al 10%. Con riferimento alle tabelle di dimensionamento A, B, E, G
(P.R.A.E.R. – Elaborato 2), si rileva che i risultati del richiamato censimento sono riportati in modo
comparativo in Tabella 10 ed evidenziano forti scostamenti in termini di produzione rispetto al
dimensionamento, con particolare riferimento al Settore I inerti di pregio.
Tipologia di
materiale
inerti di pregio
inerti non di pregio
arenaria (ornamentale)
Produzione
2006
Dimensionamento
Note
P.R.A.E.R.
(Elaborato 2 Tabelle A, B, E, G)
404,521
1,668,000 Il dato di produzione e quello di dimensionamento
P.R.A.E.R. differiscono in modo sostanziale. È
probabile che il dimensionamento regionale sia
sovrastimato. Al tempo stesso ad oggi si verifica
sicuramente un apporto dall’esterno di materiali di
qualità, che rende effettivamente inferiori le
produzioni interne rispetto ai fabbisogni
545,398
305,000 In questo caso si verifica che il dato di produzione
presenta esubero rispetto al dimensionamento
P.R.A.E.R.. In realtà la distinzione fra materiali di
pregio e non di pregio talvolta risulta molto labile per
cui è realistico ritenere che il mercato assorba più
materiale scadente rispetto a quanto previsto e che
pertanto i materiali prodotti "non di pregio" vadano a
decremento del deficit di quelli di pregio che
comunque rimane alto
64,901
62,000 La stima di fabbisogno appare sostanzialmente
allineata con quella di produzione con uno
scostamento minimo
25
materiali recupero da
ornamentali
501,409
1,003,000 Il dimensionamento risulta molto alto se confrontato
con il dato di produzione annuo di pietra ornamentale.
E' probabile che il piano regionale intenda perseguire il
recupero anche di ravaneti e situazioni di accumulo
presenti nei bacini estrattivi di pietra ornamentale. La
localizzazione di quest’ultimi quasi esclusivamente nel
Comune di Firenzuola offre un ulteriore elemento di
riflessione principalmente soprattutto se si considera
che gran parte del materiale è commercializzato verso
l’Emilia Romagna.
In ogni caso il dato va combinato con quello degli
inerti non di pregio
Tabella 11 – Riepilogo attività estrattiva per tipologia di materiale
Per quanto riguarda le produzioni presenti in Provincia di Firenze ed escluse dalla Tabella 10, il riferimento
va alle argille per la produzione di cotto che nel 2006 totalizzano 51.255 m3 e di gesso per leganti 30.000
m3. Come precisato dal P.R.A.E.R. nell’Elaborato 2 – Prescrizioni e criteri per l’attuazione del P.R.A.E.R., la
produzione di questi materiali del Settore I non è vincolata a stime precise di fabbisogno e
dimensionamento, ma deve essere sufficiente a coprire la domanda interna. Per quanto attiene le argille, il
mercato del cotto, quello maggiormente presente in Provincia di Firenze, sta subendo un momento di
generalizzata contrazione e la produzione risulta sufficiente a coprire la domanda, mentre per la produzione
di gesso, la presenza di questa attività nel Comune di Gambassi Terme risulta coprire una domanda che va
oltre il fabbisogno provinciale e regionale, risultando di interesse nazionale. Per queste produzioni, in
assenza di ulteriori segnalazioni o elementi di interesse si ritiene pertanto, a livello di P.A.E.R.P., di agire nel
senso del consolidamento delle attività esistenti senza bisogno di pianificare l’apertura di ulteriori situazioni
estrattive.
Per quanto riguarda le strategie generali del piano si cercherà, per quanto possibile, di potenziare la
produzione e vendita di materiale di C & D su cui esistono concreti margini di miglioramento.
Tipologia Produzione Dimensionamento
di
2005 (m3)
P.R.A.E.R. anno
materiale
2005 (Elaborato 2
- Tabella H) (m3)
Riciclaggio
408.762.58
510.000
di
materiali
da C&D.
Materie
prime
seconde
Produzione
2006 (m3)
Dimensionamento
Note
P.R.A.E.R. anno
2006 (Elaborato 2
- Tabella H) (m3)
553.871
521.000 Mentre nel 2005 il dato di
produzione
e
quello
di
dimensionamento P.R.A.E.R.
differiscono di circa 100.000
m3, nel 2006 la produzione
supera il dimensionamento di
circa 30.000 m3. Come
tendenza di mercato si
registra una difficoltà da
parte dei produttori a vendere
i materiali di riciclaggio da
C&D. La Provincia di Firenze
presenta tuttavia potenzialità
al trattamento di materiali in
misura
che
supera
il
1.000.000 m3.
Tabella 12 – Riepilogo produzione di materiali di riciclaggio da C&D
26
Come accennato in precedenza, infatti, in questo settore e con riferimento ai dati del 2005 e del 2006, la
Provincia di Firenze mostra complessivamente un elevato potenziale in termini di impianti, con una
prosuzione che nel 2006 supera di 30.000 m3 il dimensionamento del P.R.A.E.R.. Risulta tuttavia interessante
sottolineare che esistono già le potenzialità per raddoppiare la produzione utilizzando a completo regime gli
impianti già autorizzati. Importante sarà anche migliorare la promozione dell’utilizzo di queste materie prime
seconde e ciò si ritiene che possa avvenire agendo sulla leva della certificazione degli impianti e dei prodotti.
In relazione al panorama estrattivo provinciale, rimane “scoperto” il settore della produzione di materiale
inerte per cementifici. Dal punto di vista della produzione, si verifica, infatti, che le caratteristiche
petrografiche dei materiali estratti dalle miniere in concessione ai cementifici presenti in Provincia di Firenze,
risultano spesso carenti in calcare rispetto alla componente silicatica della marna. Ciò corrisponde all’ingresso
di calcari prodotti esternamente rispetto all’attività mineraria che arricchiscono la marna in dovuta
percentuale al fine di ottenere un prodotto idoneo alla produzione del clinker. In Provincia di Firenze non
risultano attive - al momento - situazioni di estrazione di calcare puro, disponibili per queste finalità e non
sono individuate neanche risorse e giacimenti in grado di soddisfare potenzialmente questa tipologia di
domanda.
Per questa tipologia di materiale, oltre che per quello degli inerti di pregio per la produzione di calcestruzzi, è
probabile che il Piano possa presentare situazioni di elevato deficit. Va quindi segnalata la concreta
possibilità di dover addivenire alla sottoscrizione di accordi di programma con le Province “esportatrici” di
materiali del Settore I, almeno per i primi anni di vigenza del P.A.E.R.P..
In alternativa si potrebbe supplire attraverso un forte aumento di produzione nel territorio della Provincia di
Firenze, ma se da un lato ciò appare difficilmente perseguibile dal punto di vista tecnico in relazione all’entità
dei volumi in gioco, configurerebbe invece un importante sfruttamento delle attuali risorse in un breve arco
temporale ed oltretutto avrebbe ripercussioni su un tessuto produttivo consolidato presso le Province
confinanti ed “esportatrici” con facilmente comprensibili conseguenze sulla produzione, fatturati e livelli
occupazionali.
7.
ULTERIORI RICERCHE DA SVOLGERE
Considerando il quadro conoscitivo acquisito, le ulteriori ricerche da svolgere sono quelle sostanzialmente
indicate dalle norme specifiche in materia, ivi compreso il Piano regionale. In particolare, la costruzione del
quadro conoscitivo prevede sostanzialmente i seguenti ulteriori contributi analitici:
1. L’aggiornamento, alle annualità 2007 e 2008, delle conoscenze relative al censimento delle attività
estrattive in esercizio, con la specificazione dello stato di attuazione delle autorizzazioni rilasciate dai
comuni, della tipologia dei materiali estratti, dei metodi di coltivazione e delle potenzialità estrattive
residue anche in termini temporali. Individuazione dei quantitativi di materiale residuo da estrarre
con le attuali autorizzazioni in corso o con i piani di coltivazione da portare a termine. Definizione del
bacino di utenza delle attività in esercizio. Il quadro estrattivo generale e la definizione del bacino di
27
utenza benché con gli inevitabili limiti di approssimazione legati alla difficoltà di reperimento di dati e
dinamicità del mercato, consentirà di formulare un’attendibile valutazione della misura in cui si attua
il soddisfacimento della domanda interna provinciale e dell’incidenza dell’importazione di materiali. I
dati in possesso fanno oltretutto ritenere che ci siano anche casi di esportazione, oltre che nel
tradizionale settore degli ornamentali, nel settore I degli inerti, recuperati dagli scarti di lavorazione
del settore ornamentale e veicolati dai bacini estrattivi di Firenzuola verso la Provincia di Bologna
lungo la valle del Santerno.
2. Approfondimenti delle conoscenze relative alle risorse estrattive ed ai giacimenti individuati dal
P.R.A.E.R. con verifica dettagliata delle risorse essenziali del territorio, di cui all’articolo 3 della legge
regionale 3 gennaio 2005 n. 1 (Norme per il governo del territorio), potenzialmente interessate.
3. Definizione e verifica puntuale dei vincoli e limitazioni d’uso del territorio, compresi quelli
eventualmente stabiliti da atti di pianificazione territoriale e ambientale.
4. Approfondimento delle conoscenze relative alle cave e alle zone di reperimento di materiali
ornamentali storici con particolare riferimento all’evidenziazione di quelle che sono suscettibili di
riapertura.
5. Evidenziazione fra le cave dismesse di quelle poste in elevate condizioni di degrado e suscettibili di
parziale riapertura alla produzione finalizzata al recupero;
6. Ricognizione della consistenza dei materiali di recupero derivanti dall’estrazione dei materiali
ornamentali con riferimento alle potenzialità di utilizzo degli attuali ravaneti.
7. Completamento del censimento e localizzazione GIS delle attività di recupero di materiali assimilabili
di cui all’articolo 2, comma 2, della L.R. 78/1998 ed autorizzate ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.:
aggiornamento dell’acquisizione delle informazioni relative ai quantitativi di materiale trattato,
assimilabile alle materie prime, ai fini della verifica delle previsioni del P.R.A.E.R. e della sua capacità
di integrazione e/o sostituzione di equivalenti quantitativi di materia prima proveniente dai siti di
cava.
8. Evidenziazione delle potenzialità in termini di produzione di materiali inerti provenienti dalla
manutenzione, sghiaiatura di invasi collinari disposti sul territorio provinciale in connessione ad
eventi di manutenzione e recupero volumetrie idriche ed eventuale analisi del percorso tecnico
amministrativo per l’autorizzazione.
9. Approfondimento del piano di dimensionamento del P.R.A.E.R. anche in seguito alle attività di
monitoraggio e all’andamento della domanda edilizia nel territorio provinciale;
10. Approfondimento sulla possibilità di estendere ad altre cave la coltivazione in galleria di pietra
ornamentale attualmente portata avanti in una cava del Bacino di Brento Sanico (Firenzuola).;
11. Esatta riperimetrazione dei limiti autorizzati dai Comuni per l’estrazione, quadro conoscitivo
imprescindibile ai fini della stesura delle prescrizioni localizzative nell’ambito dei giacimenti.
28
8.
ENTI ED ORGANISMI EVENTUALMENTE TENUTI A
FORNIRE GLI APPORTI TECNICI E CONOSCITIVI
IDONEI
AD
INCREMENTARE
IL
QUADRO
CONOSCITIVO, ANCHE AI FINI DELL’EFFETTUAZIONE
DELLA VALUTAZIONE INTEGRATA (LR 1/2005 art. 15 c.
2, lett. c e DPGR 4/R del 9.02.2007 art. 12 c. 2, lett. a)
Tenendo conto delle finalità e degli specifici caratteri settoriali del piano, nonchè del percorso metodologico
descritto nei paragrafi precedenti, gli Enti e gli organismi pubblici a cui richiedere di fornire eventuali apporti
tecnici e conoscitivi utili e/o idonei ad incrementare il quadro conoscitivo di riferimento, anche ai fini della
valutazione integrata del Piano, sono:
1. la Regione Toscana;
2. la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Firenze;
3. la Soprintendenza Archeologica della Toscana;
4. l’Autorità di Bacino del Fiume Arno;
5. l’Autorità di Bacino del Fiume Reno;
6. l’Autorità di Bacino dei Fiumi romagnoli;
7. l’Ufficio Regionale Tutela dell’Ambiente e del Territorio;
8. l’ARPAT;
9. l’AATO 2 e l’AATO 3 per quanto riguarda la risorsa idrica;
10. Publiacqua S.p.A.;
11. Acque Toscane S.p.A.;
12. l’AATO 5 e AATO 6 per quanto attiene i rifiuti;
13. l’ARRR (Agenzia Regionale Recupero Risorse);
14. i 44 comuni della Provincia di Firenze;
15. il Circondario Empolese – Valdelsa;
16. l’ANCE Toscana;
17. AITEC;
18. ANDIL;
19. l’Assocave Toscana;
20. le Comunità Montane della Montagna Fiorentina, del Mugello e del Pratomagno;
21. i Consorzi di Bonifica della Romagna Occidentale, Toscana Centrale, Area fiorentina, Ombrone
Pistoiese, Bisenzio, Reno-Palata, Renana;
22. le Province contermini di Pisa, Arezzo, Prato, Pistoia, Siena, Bologna, Ravenna, Forlì – Cesena;
23. le associazioni sindacali di categoria;
24. le associazioni delle imprese di categoria;
25. l’Università degli Studi di Firenze;
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26. gli Ordini e collegi professionali (Geologi, Ingegneri, Architetti, Agronomi e Forestali, Chimici,
Geometri, Periti Industriali, Periti agrari);
27. il Corpo Forestale dello Stato;
28. l’Azienda A.S.L. n. 10 e n. 11;
29. la Camera Commercio, Industria e dell’Artigianato;
30. le Associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ex
Art.13 della L.349/86, limitatamente a quelle presenti con propri organi rappresentativi in provincia
di Firenze.
Con riferimento a quanto previsto dalla LR 1/2005 art. 15 comma 2, lettera e) si ritiene congruo stabilire in
60 (sessanta) giorni dalla data di trasmissione del presente atto il termine entro cui potranno pervenire
alla Provincia eventuali apporti tecnici e conoscitivi.
9.
ENTI ED ORGANISMI PUBBLICI EVENTUALMENTE
COMPETENTI ALLA EMANAZIONE DI PARERI, NULLAOSTA
O
ASSENSI
COMUNQUE
DENOMINATI,
RICHIESTI AI FINI DELLA APPROVAZIONE DEL PIANO
(LR 1/2005 art. 15, comma 2, lett. d)
Secondo le disposizioni della LR n. 78/1998, e s.m.i. e delle norme e regolamenti ad essa collegati, non
risulta che il Piano della Attività Estrattive, di Recupero delle aree escavate e riutilizzo dei residui recuperabili
della Provincia di Firenze debba essere sottoposto a preventivi pareri, nulla-osta o assensi comunque
denominati da parte di Enti od organismi pubblici.
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