L. ha assistito in tivù la pubblicità di una linea erotica. Mmm… belle
Transcript
L. ha assistito in tivù la pubblicità di una linea erotica. Mmm… belle
Oblò L. ha assistito in tivù la pubblicità di una linea erotica. Mmm… belle donnicciole, senza dubbio! Sua moglie è assente quella sera; diceva che sarebbe stata a una cena con le colleghe, in un ristorante lacustre. L. s’approfitta di telefonare per avere un appuntamento intimo; lo vuol fare, considerato i rapporti difficili con la sua consorte. Chiama la cosiddetta “linea erotica”; risponde, al cellulare, sua moglie! *** Esiste! Esiste ancora la maledetta presenza di avvoltoi delle pompe funebri dei nosocomi. Basta, andatevene, “stronzi” esseri umani! Al signor U. L. gli è stato detto che il figlio ventisettenne è in coma dopo un incidente motociclistico. Accorso al capezzale del figlio e trovandosi in un comprensibile momento di sconforto e dolore, è oggetto delle attenzioni del personale delle imprese di pompe funebri che gravita attorno al letto dei moribondi, indossando ingannevoli camici bianchi. Pronti a intervenire sulle famiglie, per far firmare un contratto per un funerale, in un momento in cui nessuno ha il coraggio di ammettere che il proprio familiare finisse dall’altra parte del mondo. Vili avvoltoi; trasparenti sadici farabutti! *** Vi ricordate il famoso film con Alberto Sordi e Claudia Cardinale: “Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata”? Ebbene, dalla fantasia cinematografica alla realtà accaduta nell’anno 2003, a Sydney, e raccontata dal quotidiano nazionale “Il Giornale”, del 01/07/2003. La vicenda è cronaca rosa, più che giudiziaria. Il set realistico è un sobborgo di Sydney. Lui, che chiameremo Alberto come il compianto attore romano, ha 37 anni, lavora come carpentiere in un’impresa di costruzioni ed è finito laggiù negli anni Ottanta, in cerca di fortuna e di un’anima gemella. Passa in rassegna tante ragazze del luogo, le scarta perché troppo emancipate. Non gli resta che tentare in Italia, con l’unica possibilità esistente: mettere annunci matrimoniali su quotidiani italiani. La prima ragazza che risponde sembra bella, seria e disponibile; inizia un flirt epistolare, ma si sa come vanno a concludere queste vicende dopo un tiremmolla… Dimenticata la prima, arriva la seconda risposta: un fallimento. E così la terza. La quarta corrispondenza è quella a un passo dall’altare. È una torinese di 27 anni, che chiameremo Claudia; in Australia ci verrebbe, eccome! Alberto chiede le foto e Claudia le spedisce: una, formato tessera (una bella ragazza bionda, capelli fluenti e viso regolare) e un’altra a figura intera (e chissenefrega se però è una foto di gruppo e Claudia è dietro a tutti i suoi amici, tanto che si vede solo il viso). Lui scrive: “Ti aspetto”. Lei risponde: “Arrivo”. Aeroporto di Sydney. Come segno di riconoscimento lei porterà dei fiori plastificati, dai colori gialli e violetto. La prudenza però, come si afferma, non basta mai. Lui ci va, sì, in aeroporto… Arriva una bionda, meravigliosa, alta, filiforme; non è lei: è senza fiori. Arriva un’altra biondina da capogiro, italiana; niente, anche lei a mani vuote. Aspetta ancora e ne vede apparire un’altra con un mazzo di fiori come descritto; a vederla è effettivamente bionda ed elegante ma… buon Dio, peserà almeno 120 chili! Ed è lei, la Claudia, la futura consorte di Alberto! Lui è sotto choc! Vaccaboia, la ragazza è un fenomeno da baraccone!! Un sogno spezzato! Il rosa vira nella farsa. Alberto scappa senza farsi notare; Claudia rimane impantanata laggiù, lontana da casa, senza soldi, senza l’indirizzo del futuro marito (ha solo il numero della casella postale), senza speranze e con un sacco d’ira in corpo. Avvisa la polizia del luogo, affermando che il suo spasimante (!) l’ ha ingannata, l’ ha presa in giro e altre mille accuse a suo carico. Povero Alberto! Storia conclusa? Macché… Alla Procura di Torino è giunta una denuncia per truffa della ragazza ripudiata. La farsa vira nel grottesco. Alberto si fa vivo e chiede protezione tramite il suo legale. Al giornale, sopra menzionato, ha raccontato questa storia: “Il truffato, semmai, sono io. Avevo addirittura già affittato un alloggio per andare a vivere dopo il matrimonio. Lei mi ha mentito: nelle fotografie che mi ha mandato non si vedeva tutta intera; mi ha imbrogliato. Se avessi saputo che era così, non avrei mai accettato d’incontrarla.” A differenza del film, purtroppo, Alberto e Claudia non si metteranno insieme. *** I nostri fiumi sono belli? Sì… anzi, no… ni… bho, chi lo sa! Lasciamo i fiumi come sono, ossia con le acque sempre meno chiare. I nostri fossati, le rogge e le seriole sono canali belli? No, all’unanimità! Sono sempre sporchi e inquinati; il livello è calato: puzza e detriti, un po’ dovunque. Topi e topastri sono padroni! A proposito di questi mostruosi ratti, ci vorrebbe anche in italia una singolare competizione come quella indetta dall’istituto d’igiene pubblica del Gabon: una gara tra i migliori sterminatori di topi nella capitale, Libreville. In due settimane sono stati uccisi 12.613 topi dai solerti partecipanti, ma il primo premio, pari a 300mila franchi africani (circa 455,00 euro) è andato a un concorrente che, da solo, ha potuto esibire quasi 3.000 topi massacrati. In Italia: il Tevere, l’Arno, il Po, l’Adige, e altri importanti fiumi… sono regni di schifosi ratti che se vanno a zonzo con tutta tranquillità anche sui marciapiedi cittadini. Che fare? Un concorso a premi come indetto in Africa? Ma no… unica soluzione una maggior coscienza civile e punizioni severe. Si sa… siamo sporcaccioni e ce ne sbattiamo dei nostri fiumi, a iniziare dagli scarichi abusivi industriali. *** Episodio accaduto a Londra, nel dicembre 2002. Un’ingegnosa mamma è riuscita a fare partire la sua autovettura nonostante il figlio, di un anno, avesse ingoiato una parte della chiave necessaria per disattivare l’antifurto. Non si è neppure allibita delle conseguenze fisiche del suo bambino (strano!); non si è data per vinta e ha accostato la pancia nuda del figlio dove si trovava il chip di sicurezza al cruscotto del mezzo, arrivando a far partire il motore. Ha capito che è stato il suo bambino a ingoiare il chip, e senza attendere che il piccolo vomiti, o faccia il ruttino o che caghi (scusate, il termine) fuori il chip, la mamma (bella tonta lei, lasciare incustodito il bimbo mentre faceva commissioni) ha avvicinato lo stomaco del bimbo all’antifurto. *** A Ferno (Va), la mamma F. spinge la carrozzina contromano in una strada a senso unico. Stesso luogo, il conducente di un carro funebre sosta davanti la chiesa in attesa di una bara. Ancora medesimo luogo, un automobilista sporge la macchina dalle strisce della sosta perché il mezzo è più enorme dello spazio disegnato a terra. Tre personaggi dello stesso paese; tutti e tre multati dal vigile-castigatore della strada. Vigile inflessibile, multati irosi! Quest’ultimi hanno presentato un esposto alla Procura del Tribunale… La finale della ridicola storia: archiviazione dei casi! *** Maggio 2004, a Vidigulfo (Pv). Ridicolo su ridicolo nel ridicolo (penso d’essermi spiegato!) accaduto nel cimitero. La bara da seppellire misura due metri e cinque centimetri, mentre la tomba è più corta di sette centimetri. Il netturbino necroforo resta sbigottito: “Accidenti, la fossa è più corta della bara!”. In versione becchino (o seppellitore) lascia che siano i fatti a rispondere per lui; che per far stare una cassa così lunga dentro una fossa più corta non trova di meglio che tagliarla. Il necroforo si arma di scalpello, seghetto e pialla e, alla fin fine, toglie quei centimetri di troppo alla bara. I parenti del defunto (è proprio il caso di dire che sono dei poveri imbecilli, perché anziché intervenire drasticamente e insultare il becchino per quella stupida decisione, sono rimasti immobili, pietrificati a osservare andare in mille pezzi quella cassa di faggio misura standard! Sì, proprio degli autentici babbei, ipocriti e insulsi!) non sapevano reagire. Intervento tragicomico al limite del paradosso quando il becchino scopre che il feretro ancora non entra. Che cosa fa, allora, il becchino? Udite… udite… L’idiota e forsennato “operaio cimiteriale” saltella sulla bara tentando di incastrarla dentro la fossa corta. Durata dell’operazione, trenta minuti; quei trenta minuti in cui i parenti (i più imbecilli del mondo, mai conosciuti!) ancora non hanno reagito alle imprese del becchino o bloccato con tutta forza quest’uomo forsennato. Risvegliata da quel tragico choc è la figlia (oca, ocona e ochetta?) del defunto che, si confida a un giornale: “Un trauma nel trauma, non credevamo ai nostri occhi; quello là prendeva a martellate la bara, ci saltava sopra… In quella bara c’era mio papà (un 53enne fulminato da un infarto. N.d.A.), ma una salma è qualcosa di sacro o no?” Certamente che la salma è sacra, cara oca giuliva che sei stata spettatrice indecisa e sconquassata come tutti gli altri insensati! Il Comune locale imbocca la strada del “no comment”. *** Stavolta tappa a Rho, nel milanese. Un pensionato preleva inconsapevolmente dalla propria banca una cospicua cifra e questa consegnata, in stato d’incoscienza, a un sedicente medico che lo ha ipnotizzato. Quando è tornato in sé si è reso conto di quanto è successo leggendo la ricevuta di prelievo che ha in mano. Una truffa con ipnosi! Stento a credere… però, più ci penso, più mi viene voglia di rintracciare quel medico fasullo. Ho bisogno di lui per fare cambiare mentalità o decreti leggi ai politicanti italiani… *** Milano, ore 10.30 di una tiepida mattina autunnale. I vigili della zona Venezia bloccano il traffico per via della manifestazione studentesca di piazza fontana. Ecco che davanti al blocco della vigilanza urbana si ferma una Lancia Thema. Scende l’autista, vestito a festa e chiede di poter passare: “Dobbiamo andare a Palazzo Reale, c’è la sposa che ci aspetta.” “No, guardi, di qui non si passa. C’è il corteo. Se volete raggiungere via Palestro, scendete dall’auto e fatevi, a piedi, questo tratto di strada; altrimenti, aspettate la fine della manifestazione.”, risponde il ghisa. L’autista e lo sposo, perdono le staffe alla battuta, forse, un po’ strafottente del vigile. Il promesso sposo comincia a sbraitare: “Se non mi fai passare, ti spacco la faccia”. Non l’avesse mai detto! Lo stesso vigile lo squadra stupefatto e ribadisce: “Da qui non si passa.” A quel punto lo sposo reagisce. “Figli di puttana! Stronzi! Andate a zappare la terra!” L’imbestialito sposo diffonde coraggio verso i parenti che, accorsi sul luogo, accerchiano i ghisa; i parenti azzimati e incattiviti li spintonano! Una vera baraonda: altri spintoni, qualche mano addosso e qualche caduta a terra… Il promesso sposo, che a quel punto sente d’averla fatta grossa, si prende per mano la mamma e s’infila nell’auto. La Thema “sposalizia” sgomma e s’incunea tra i pochi manifestanti rimasti in Corso Venezia bloccata solo da transenne. I parenti ospiti imitano lo sposo… I vigili pestati a botte? Bhe, loro sono finiti al pronto soccorso! Poveretti! Vu chiederete, a questo punto, se la sposa, stanca di attendere la sua dolce meta, abbia abbandonato la bella sala di Villa Reale. No, lei ha avuto costanza e ha deciso d’infilare al dito la fede nuziale al focoso marito che, dopo la cerimonia, è stato costretto a rilasciare ai vigili le sue generalità per l’invio di una comunicazione giudiziaria. Non sapremo mai come avrà trascorso la sua luna di miele… *** Miss Italia, Miss Europa, Miss Mondo… sono comprensibili, ma Miss Cicciona d’Italia è una autentica stronzata! Direi che la stronzata la commette colei, grassa ovviamente, che accetta la manifestazione organizzata. Tale spettacolo è annuale, e realizzato in ogni dove d’Italia. Sotto i riflettori vi sono forme molte rotonde e soprattutto tanta ciccia portata con disinvoltura. Ciccione orgogliose? Ma valle a capire… *** Le stragi del sabato sera, in Italia, le conoscono tutti. Discoteca, droga, alcool, fumo… poi, vanno a schiantarsi. Decine e decine di giovani perdono la vita. Tran tran che siamo abituati a sentire e vedere. A Bersenbrûck, nella Bassa Sassonia, invece è accaduto quel che nemmeno i nostri giovani penserebbero di fare. Correvano all’impazzata verso la discoteca; alla guida dell’auto, il 24enne C.; lei J. di soli 15 anni, gli è accanto, o meglio… sopra. Facevano sesso! La velocità dell’auto variava a seconda dell’intensità delle effusioni dei due cretini (chiedo scusa ai loro familiari di questa mia definizione per le vittime) a bordo. C., troppo impegnato nella ginnastica amatoria (o scopata erotica), ha perso il controllo dell’auto, a cento km l’ora. La corsa del sesso è finita contro un’altra vettura che procedeva in senso opposto. *** Questo è un episodio che fece scalpore e divertì mezzo pianeta. Nel 1968, in una valle della California, il Narcotic Bureau scoprì una piantagione di cannabis sativa, di marijuana. Le piante erano mature e gli agenti, senza pensarci due volte, diedero loro fuoco. Richiamati da un istinto infallibile, qualcosa come diecimila hippies si appollaiarono in cima a un’altura verso la quale il vento spingeva il fumo del rogo della cannabis. Praticamente, si fecero il più maestoso spinello della storia. *** Dopo Vidigulfo, siamo in un cimitero di Chioggia (Ve). Una bara da seppellire, ma i becchini litigano: schiamazzano, gridano, si insultano… I becchini litigiosi trovano un improvviso punto di convergenza e scaricano, rimproverati, parolacce a tutti. Al momento di calare la bara la scaraventano, invece, dentro la fossa. Quindi, dulcis in fundo, se ne vanno sempre bestemmiando e urlando. Ai parenti non resta che armarsi di vanga e buona volontà e provvedere autarchicamente alle ultime operazioni.