Dizionari bilingui - Università di Torino
Transcript
Dizionari bilingui - Università di Torino
FL Fenomeni Linguistici 6 Carla Marello Dizionari bilingui con schede sui dizionari italiani per francese, inglese, spagnolo, tedesco M.trello. OIl:IONARI 6 1UNtìUI Zanlchelli ZZ9l00 Zanichelli '-- 76 2. Il difficile trionfo della sinonimia interlinguistica 62. Si tratta di A new Englisb-Cbinese Dictionary pubblicato nel 1975 a Hong Kong dalla10int Publishing Co. e redatto da membri di università cinesi, fra cui l'Università di Shanghai. ~ un dizionario prevalentemente diretto a studenti cinesi: 3. Microstrutture al microscopio 3.1 Profili di voce lessicografka bilingue Il modo in cui ciascun dizionario dispone i traducenti, i composti e i derivati, gli esempi, la fraseologia all'interno di una voce dedicata ad una parolalemma polisernica può variare notevolmente. Bisogna prima di tutto chiarire che è molto difficile per una redazione lessicografica restare 80000, 100000 o 120000 e più volte fedele al modello di voce lessicografica che si è prefisso e che descrive nelle introduzioni. Spesso parti del discorso come le congiunzioni, gli articoli, le preposizioni, i pronomi, le interiezioni obbligano il lessicografo a discostarsi dal modello per fronteggiare la mancanza di un significato vero e proprio Oe parole appartenenti a questa parte del discorso vengono infatti dette "parole vuote", oppure si dice che hanno un "significato funzionale"). Certi verbi come/are, dare, avere, andare, prendere, ecc. obbligano l'estensore della voce ad adottare una rnicrostruttura particolare per ripartire una fraseologia abbondante. Le difficoltà di questo tipo, tuttavia, affliggono tanto il compilatore di dizionari monolingui quanto quello di bilingui. Vi sono deviazioni dal modello di microstruttura adottato che sono invece esclusivo appannaggio delle voci di dizionario bilingue. La natura bipartita del dizionario bilingue (Ll-~ e ~-Ll) e il fatto che le lingue avvicinate hanno caratteristiche strutturali diverse porta spesso ad avere profili di voce simili ma differenti nello stesso dizionario. Un tipo di profilo sarà influenzato dall'indirizzo descrittivo che sempre ha la sezione ~-Ll' l'altro risentirà dell'assetto forzatamente normativo della sezione Ll-~' È stato fatto notare (Manley 1983, p. lO) che una vera competenza linguistica implica un certo grado di creatività linguistica e che per il momento la lessicografia bilingue non è in grado di illustrare quest'aspetto creativo. Anzi il dizionario, soprattutto nella parte Ll-~' dovendo elencare i tipici modi di dire corre il rischio di trasformarsi in una raccolta di clichés abusati. Per fare in modo che la sezione ~-Lz veicoli anche un minimo di suggerimenti · 78 3. Microstrutture al microscopio per la creatività linguistica, Gak (970) ha proposto di creare voci lessicografiche divise in due parti: una dedicata alla langue con gli equivalenti semici, i sinonimi,le frasi idiomatiche, le collocazioni ristrette ed un'altra con esempi di paro/e, ossia con passi tolti da traduzioni di buona qualità e contenenti traducenti del lemma determinati dal contesto. Una direzione analoga seguono anche tutti quelli che promuovono, come Hartmann (1980 e 1985), la testologia contrastiva: invece di agire all'interno del dizionario bilingue questa propone d'affiancare all'uso dei dizionari bilingui un'attività di analisi contrastiva fra testi tradotti e testi originali, al fme di sgravare la voce lessicografica dall'impossibile compito di fornire un buon traducente per ogni possibile contesto. Ritornando alla presente realtà lessicografica bilingue, in Italia vediamo che, come nella quasi totalità della lessicografia bilingue internazionale, i profili di microstruUura più comuni sono almeno quattro. Spesso più profili convivono nello stesso dizionario. Profilo A Lemma, accezione 1: traducenti, esempi; traducenti per usi estensivi e figurati, esempi e talvolta modi di dire, collocazioni; accezione 2...Ìl: come sopra. FRASEOLOGIA: modi di dire, proverbi, collocazioni, espressioni colloquiali; nei dizionari tedesco-italiano e inglese-italiano parole composte con il lemma. Nei dizionari che seguono questo promo (ad esempio, per le voci più complesse, i due Garzanti, il Ferrante-Cassiani) si trovano modi di dire e collocazioni dentro e fuori della sezione fraseologica. La determinazione delle accezioni non è molto curata e non segue criteri coerenti per tutte le voci del dizionario. Le lingue come il francese, l'italiano o lo spagnolo che in luogo delle parole composte hanno spesso locuzioni nominali del tipo ferro da stiro, o cbemin de Jer o a7'7n(,j da Juego, inducono il lessicografo a inserire tali locuzioni a volte SOllO le accezioni, a volte nella fraseologia. Perciò, anche per gli altri promi, quando si parla di parole composte si intendono sempre quelle delle sezioni inglese-italiano e tedesco-italiano. Profilo B Lemma, accezione l, traducenti, esempi; traducenti per usi estensivi e figurati, esempi, modi di dire, collocazioni; accezione 2... n: come sopra. FRASEOLOGIA: o molto breve o inesistente, riservata ai proverbi o ai casi che non si possono ripartire sotto le accezioni. Questo profilo si ritrova in dizionari come il Robert-Signorelli, lo Skey, il Cambridge-Signorelli, il Boch che si basano sull'accurata ripartizione deUe 3. Microstrutture al microscopio 79 accezioni fatta dal monolingue a cui si ispirano, oppure creano tante acce-zioni da distribuire sotto di esse tutto il materiale a proposito e a spropositot , Le parole composte sono in genere trattate come lemmi oppure, come accade nello Skey, elencate in fondo alla voce. Promo C Lemma, accezione l, traducenti, esempi; accezione 2: come sopra (spesso il senso figurato dell'accezione 1 viene promosso ad accezione esso stesso); accezione n: come sopra FRASEOLOGIA: molto consistente: se necessario comprende esempi, parole composte, modi di dire, proverbi, in genere disposti secondo un ordine alfabetico. Così procedono ad esempio il Sansoni tedesco e, con meno rigore, il Ragazzini. Nella parte tedesco-italiano del Sansoni le parole composte con il lemma sono, secondo la tradizione lessicografica tedesca, raggruppate in un lemma a parte successivo. Le maggiori differenze tra il promo C e il promo A sono: - il profilo C tende a elencare un numero maggiore di accezioni; - il profilo C non mette locuzioni idiomatiche o espressioni colloquiali sotto le accezioni; le accezioni, elencate in modo piuttosto serrato, sono accompagnate soltanto da esempi brevi, da aggettivi ~ il lemma è un sostantivo, da complementi se il lemma è un verbo, ecc.; - nella sezione italiano-~ del profilo C le locuzioni nominali e verbali, come ferro da stiro, prender sonno, sono nella fraseologia. Promo D Lemma, accezione l: traducenti; accezione 2: traducenti; accezione 3: traducenti (j sensi figurati sono quasi sempre promossi ad acceZione); accezione n: traducenti. FRASEOLOGIA: composta da vari blocchi ordinati in modi diversi. La differenza fra profilo D e profilo C consiste principalmente nel fatto che in D le accezioni non sono mai accompagnate né da esempi né da collo- cazioni: inoltre, mentre la sezione fraseologica di C elenca alfabeticamente materiale eterogeneo, il corrispondente settore di D, specie se i lemmi sono dei verbi, si orgalÌizza in blocchi. Così si comportano le voci del Sani: le voci complesse del Larousse-Sansoni distribuiscono la fraseologia secondo l'ordine delle accezioni (risultano così molto simili alle voci con promo B, se non fosse per i traducenti anticipati in testa alla voce). 80 3. Microstrulture al microscopio I redattori del dizionario italiano e francese Balmas-Wagner, all'interno del profilo D, sostengono di presentare le esemplificazioni dei valori semantici ordinate con "progressione dall'uso proprio a quello figurato e traslato, dall'uso comune a quello tecnico-scientifico" e di inserire alla fine della fraseologia i proverbi, i gallicismi, gli italianismi, le locuzioni tipiche. A parte quest'ultima fraseologia nella fraseologia, il Balmas-Wagner sembra comportarsi secondo le direttive seguite anche dal Larousse-Sansonij non usando però accezioni numerate o una chiara disposizione tipografica rende la consultazione molto più difficoltosa. La tavola n. 1 alle pp. 81-84 mostra la voce conto trattata secondo i profili A (Garzanti inglese), B (Cambridge-SignoreIli), C (Sansoni tedesco), D (Sani). Si vedà anche la tavola sinonica dei profili a p. 85. Spunti interessanti per questa tipologia della microstrultura offre anche la comparazione della voce prendre nel Garzanti francese (profilo A), nel Boch (profilo B), nel Larousse-Sansoni (profilo D). Dal confronto si possono ricavare due conclusioni: 1 - molto spesso la scelta del profilo è determinata oltre che da decisioni redazionali - influenzate dalle rispettive tradizioni lessicografiche nazionali o dai monolingui presi a modello - anche dalle caratteristiche proprie di ciascuna lingua (il profilo C, ad esempio, si trova nei bilingui di inglese e di tedesco); 2 - dizionari che seguono lo stesso tipo di profilo possono ordinare e suddividere le accezioni dello stesso lemma in modo diverso. La discussione di quest'ultimo punto merita una trattazione a parte e perciò le dedichiamo il paragrafo seguente. 3. Microstrutture al microscopio conto, s.m. I. account (anche comm.): - aperto, opcu (o running) account; - arretralo, outatanding (o unpaid) account; - cassa, cash account; - chiuso, closcd (o balanced) account; corrente, ourront account (o accoUl~t currcnt, abbr. AlC); di giro, clearanco acoount; - in partecipa..'"ione, joint account: liquidato, saldalo, sottled account; - scoperto, overdrawn acoount; estratto - , statement of account; il - torna, no,~ torna, the account fs r1cht, fs ~ng; aprire, chiude:-e 111'1 - , to open, to closo an account; compilare un - , to mako out an account; da addebi· tarsi al mio - , to be charged to in)' account; fare, tirare i cOliti, to make up accounts; saldare un - , to settle an account Il la Corte dei Conii, (amm.) the Audit Offica :t. (di ristoranle, albergo) bili: cameriere, il - pcr favore, waiter, (tbe) bill, pleass 3. (calcolo) calculatlon, computation, account: far di - , to do sums (o to reckon up); Sbagliarsi nel fare i propri conti, to bo out in one's reckonings Il a conii latti, all thiDgs considered (o alter ali) 4. (assegnamenlo) rcllance: faccio - su di te, I rely on you; fare - sull'appoggio di qleu., to count (o to reokon) on s.o.'s support S. (sIima, reputa..'"ione) eatecm, regard: cose, persone di nessuno, poco - , things (o matters), peoplo of no, of little account; tenere in qualche - , to trcat with respcot; tenere qlcu. in poco - , to hold S.o. iD low csteem 6. (Fraseologia): per - Il rischio di qlcu., for S.t..·S account and risk :1 per - mio, (quanto a me) as for me (o as far as I am concernsd) Il per - proprio, on one's own account II a buon - , tn any case II in fin dei conii, in eonoluslon Il per nessun - , on no account Il chiedere infol'"7n(Uioni sul - di qleu., to ask for Information about s.o. Il lare i conii addosso a qlcu., to pry into s.o.'s ftnanclal atralrs (o to meddle In other pcople's atrairs) Il lare i conti con qlcu .. te bring (o te cali) s.o. te acoount: con te lar/) i conii più. tardi, (fam.) I will have a reokonlng with 1'ou later; un uiorno dovrai fare i conti con la giustizia per i tuoi delitti, ono day you will be brought to book for "t0ur orimea Il fare - di, '(immaginare) to lmaglne: (proporsi) to intend II fare i conii senza l'oste, (fam.) to reokon without one's host Il mettere - , te bo worth while (o to Ilay): non mette - d'arrabbiarsi, 1t ia not worth while gettlng angry; non mette - di lavorare tanto, it does not pay to work SO hard II mettersi per proprio - , to Bet up for oneself Il regolare i conti con qlcu., te balance (o to square) aocounts with s.o. II rendere - di. qZ.co., to answer fol' stbg. (o to account for sthg.) II rendersi di qZ.co., to realizo sthg. II conti chiari amicicia lunDa, provo short reokonlngs make long friends. 81 82 3. MicroslTUnure al microscopio cOnto m. 1 (calcolo) calculation: account: reckoning: computation: i miei conti erano esatti my calculations were right: fare un - to add up: leggere, scrivere e far di reading, writing and arithmetic; i conti. tornano the accounts are right. the accounts balance: i conti non tornano the ac· counts are wrong. the accounts don't balance: tenere i conti to keep accounts: sbagliare i conti to be out in one's reckonings; fare i conti in tasca Il qc. to pry into sb's financial affairs; fare i conti con qc. to settle up with sb; con te farò i conti dopo 1'11 settle with you later; regolamento di conti (gergo malavita) showdown; (comm.) settlement; fare i conti senza l'oste to reckon without one's host; - alla rovescia countdown O (prov.) conti chiari, amici cari short reckonings make long friends 2 (comm.) account: aprire un - to open an account; - in banca bank account; - corrente current account; chiudere un - to c10se an account: estratto - statement of account, bank statement; - di risparmio savings account; scoperto overdrawn account; avere il - scoperto to be over· drawn; (fam.) to be in the red; - attivo credit side of a banking account; - passivo debit side of an account; - profitti e perdi· te profit and loss account; - spese expense account; libro dei conti account book; lo meua sul mio - charge it to my ac· count; - consuntivo balance: revisore dei conti auditor 3 (somma da pagare) bili; account; (fattura) invoice: il -, per fa. vore the bili, please; saldare un - to settle an account 4 (va· lutazione, proposito) account: tener - che to take into account that. to bear in mind that; far - che (supporre) to suppose; (avere "intenzione) to intend; (immaginare) to imagine; farsu qc. to rely on sb. to count on 5b; ad ogni buon - in any case; in fin dei conti ali things considered; per mio -, partirò domani for my part, J shall leave tomorrow O (oggetto di analisi) chiedere - a qc. to ask sb for an explanation: rendere - di q.c. to account far 5th; rendersi - di q.c. (cllpire) to realize 5th; (accorgersi) to become aware of 5th 5 (stima) ac· count; esteem; consideration: tiene in poco - le mie opinioni he holds my opinions of small account; di gran - of much ac· count; di poco - of liule account: di nessun - of no account; tenere q.c. da - to keep 5th with care 6 (vantaggio) advan· tage; profit; account: ci trovo il mio - it is to my advantage; metter - to be worth, to pay; non mette - parlarne it is not worth speaking of it; per - di (da parte di) from; (per incarico di) on behalf of, for; (a spese di) at the expense of O (loc.) per -mioalone. 3. Microstrutture al microscopio contol m. 1 Rcchoung I; (CII/CO/O) BettchDung I. Ausrec:hnulII/. 2 (somma dovula) RccbnulII/: il - d~lla slUlIl die Rcchnung der Schneiderin; (nda) Rechnung /. Rechnungszettel m; (/gltura) Rechnung I. FakIur I. 3 <tig) (uantaggio) Vorteil m. Nutzen m. 4 C/ig) (stima) Ansehen n. Schitzung /. Aeht11D8 /. 5 (assegnamento) Verrrauen n. VerlaS m. 6 {Econ} Konto n. [J .prire (o a«entlere) un - bllllcmo ein Bankkonto eriiffnen; - aperto offenes Konto; - attivo oktives Konto. Aktivkonto n; /lVere un - iII banca cin KOnlo bei der Bank haben. dn Bankkonlo haben; bloccare Utl - cin Konto sperren; a (ogni) buon -: I (;', ugn; caso I jedenfalls. auf alle ralle; 2 Iptr prudttlZll) vorsichlshalber; cameriere. il -! Herr Ober. zahlen!; (Comm) - capilale Kapiutlkonlo ti; (/iII.) chieder - di qc. a qd. idn. weg~R elw. [11."'] zur Rede slellen. idRo fiir elw. [ace] zur Rechenschaft zieben; (Comm) chiudae un - eme Reclinulll abschlieBen; CODIPilare un - eine Rechnung aufste1len; - co!" rente Kontokorrmt n) laulende Rechnulll; - cOlnnte poslale Postscheckkonton; (lIg) cii gran - von hohcm Ansehen; di nes· sun - unbedeutend. bedeutulllslos: - estero AusL1ndskonto n: far - (supporre) annehmen: far - tli: l (immagintm) sieh vor· stellcn: 2 (suppare) annchmen; 3 (/lVtr l'intenzion~) beabsichti· gen, rechnen; {m} IM~ i -i addosso (o in ttlSCII) Il qd. idm. alles nachrechnen; (/i~) IlU bene i propri.i alles genau berechnen; (/ig) fare i ·i con qtl. mit jdm. abrechnen; (/ig) f~ i -; con qc. mit etw. [tla/] n:clulen. etw. [",c) beriieksic:htigen; fil - di ~ssere a casa lua tu, als wiirest du zu Hilusc; f . di - rechnen; 1M gran - di qtl. jdm. eme gro8e Bedcutung beimessen: f. male i pr0pri ·i sic:h vcnednen; flUe - su qc. mit etw. {dal] rechnen: (/ig) Il ·i fatlÌ allcs in a1lcm, cins ins (II furs) andere gerechnel; - fiduciario Andcrkonlo n; (/ig) in fin dt; ·i schIicJ3lieh. lelzlen Endes; in - (comt atlticipo) als Anzahlung; mettere - sich lohnen, sich vcrlohnen: tlOtl mcllt - parlMne das iSI nichl der Rcde werl; mtlter~ itl - in Rechnung stcllen, mitreehncn; (ligI beriicksichligen. in Rechnung ziehen; mtllere qc. sul - di ql. elW. auf ids. Reehnung schreiben: - numeralo NummernmnlO ti: - d'ordine Ordnungskonto n; (/ig) lare i ·i s~nZll l'oste clic Rechnung ohne den Wirt mac:hcn; PlISSivo passives Konto. Pl1ssivkonto n: per - di: l seitens [gen]: 2 (a nome di) iD Namen [gm]; 3 (per incllrico di) 1m Auftrll&e [gen]: 4 (a SP~SI di) suf Kosten [gtn]; (Comm) per - rd'altril (o di leni) fiir fremde Rechnung; (/ig) per - mio: 1 meinetwegen, was mic:h betritft. ich fiir.meine Person: 2 (tla solo) alleino I1bsellS; (Comm) per - proprio auf (o fiir) eigenc RechnulII; per - e rischio dt:l commitlmle auf Rechnung und Gefabr des Auftra88ebers; rtr' un -. per l'altro clncrseits. andererselts; Ptr nessun - um kdnen Preis, suf keincn Falli - preventivo Vor· anschlag m; (CGmm) _ profitti ~ ptrdi/~ Gewinn- und Verlustreehnung l: render - di qe. ilber crw. {ace] Rechenschafublcgcn (o geben): rmtI"s; - di qc. etw. [ace] hemerken (o WlIhrneh· menI; (esserne cOtlscio) sic:h ciner Sachc bewuBr sein, sic:h ilbcr etw. [ace) im klaren sein; - scoperto uberzogenes Konto: - stipendi Gehahskonto n: 5111 - di qd. iiber (o von) jdm.; (lig) lener - di qc.: 1 CIW. [ace] aufzcichnen: tener - delle speu dic Ausgaben aufzcichnen: 2 (considerarlo) etw. [Ila') beriicksìchtigen: senZll 'tne, - di ohne Riicksieht auf [.ree]; (Il prescindere) abgcsehen von [tIat]: t~ nrre dII (o ti;) ~ echonen; tmtr~ qd. in _ tIi tlmico idn. fiir einen Freund halten; tmtr~ fld. in grIln - idn. hochsc:hitzen, vie! von idm. balten; tmtrt: fld. in poco - Idn. gerinssdJjitzen, wcnla von jdm. balteo' tenuto (o I~n~ndo) - di unter Berilck· siehtigullll [genI. mlt Rnc:ksieht auf [ace]j (/ig) esstrt: tenuto in - di gelten ds {nom]: totDIr _ sleh lOMen; (esstr~ vllntag· gioso) vorteilhalt seln; il - tOmll dlc Rechnung stimmt. Proli.: -i chia,i, amici cMI kmze Rechnung. Jangc Freundsc:haft, 1\ se Ili/m; presto i un -. altrimmti IlndiJmlo Il;11 WeRn du I:iald kommst, ist es JIlt. SODlt gcheo wir ves; i un altro - das iat etwas anderes. conto' m. (I~II) I""conlo) Enihlung f. cont9J'CUe V.t. (cootQfCO. con~rdl coDtqn! coDt9rto) aUIWin· dm, auswringen cootoftlCl'&i v.r. 1 sleh winden, sidl krilmmen: conto,,"si dIII iolore sich vor Schmcr2 windcn. 2 (ril. Il cost) sleh verkri1mmeD. sleh kriimmen. contorcfmçnto m. Windung f, Verdrehuns/. 83 84 3. Microstrulture al microscopio e6Dto, m., (Gen.) account; f) (computo) counl, (calc%) caIçulation, J. - (DESCRIZIONI VAreckoning; e (di al· RlB): a1la _ ...... bergo) bili. (fattura) in· count-down; - oJ Detto. voic:c; e (consitlerazionominal account; ne) consideration, con· opetlo. open accounl; cern (stima) esteem. - ....rOl.oto. oulslandrega;d: "(assegnamen· ing accounl; - atti.o to) reliance, lrust (in. (app. p ...i ...). credit on); 0 (osservazione) side (or debit sidc) of nolice; O (Intenzione) an account· - C<lpi. inlenlion: tal.. capitai' account; - _ , cash account; - chl_, account closed; - con...I., (I) current account, (2, con interessi) accOUDt curceDt; - c..tI, cosl·accounling; - 01'01. be..... holel bili; - cii _icurozi... , insurance costs (P/.); - oli liro. c:Jeacance account; - oli ri ...... account of net proceeds; - oli ri_ro, account of rccovery; - cii ripulizio.... averaging account; - cii rito...... account of redrofl: o.ceoIo ..... surplus account; - iD port••i_i..... joinl account; - i ..tere..l. interesl accounl; - m.rci, trading accounl; - potri_...o, fixed asselS (PI.); - ...101010. seltled account; - OCGtIOtI., overdrafl; - lociol•• joint account; - _ ........il•• iDcorne account; Coeli iD - copltal•• capitai expendilure: atrotto - . statement of account; I.. - 01....." •• OD consignment ; Li"ro -i. account book; Lo Cort. dei -i. Ihe Slale Audit Office. D. - (FRASEOL.) (vedi anche c...ti): A""... -. wilh good rcasoD; Ad opl """" - , jusl in case; A (ia)-, on accounl; A on no account; Aprir. (o cbiadoro) .... - , to opcn (or to dose) an account; ~.ro WoflDO""'; auI - di, IO make inquiries c:oncerning; Mere iD WoD - , to have a high rcgard foc; (Co//oq.) C,iomu. q.DO oli. rna d.i -i. to pul someooe througb his facings; (Com.) Compii... .... -. lo make oul an account; ClUed.ro - • q ...o (oli q ...). to cali a person lo account (conccrning something); IlAr. - di, (J) lo explain, (2) to givc an account of; (Com.) Do o.credllA•••ul - cii q .... , lo put lo a person's credil; Do odol."".....ul - di q.lIO. IO c:harge lo a person's account; D••• o q ...o il - ODO. lo give a person his due; t "" altro - . il '5 anolber matter; Fore - ali (q ,DO). to rc:ly on (someone); Il - to ...., the bili is correel: Il - aOD lo..... Ihc account does noi balance; N.D e1ov.ro road.re - o D ...""•• to be accounlable to no one; NOlI _ ..tu. - . noi to be worlh whilc:; No.. meller. -, not to pay; NOD tiucit. Il I...... il - di. lo lose count of; N.D ..per. roadoni - di, not to be able IO understand; Noa t .... r. - oli, to take no account of, to leave aut of accounl; P.........1 - eli, to put IO someone's account; P.r - eli. (l) OD bchalf of, (2) far account of; P.r - mi. (...... Ie.). (I) far my (bis, etc.) own account, (2, opinione) in my (bis, etc.) opinion, (3) as far as I (he, etc.) am (is) a_ -, concerned; Per proprio - etelusivo, on one"5 own account; Pon.Da cii poco - , pegple of littlc: account; QaocInro i -i. lo square accounts with; R...t.... -i, lo pay alT old $Cores; R......t. - cii, to give account of: R.....er.i - di, to get it through oDe's head; SaLIar. "" - , to settle an account; Sapo,. I....... _i.... o far cii - . to be good al rcading, writing and arithmelic; Sbqli...i • f .... i -i, lo be oul in one's reckonings; T......... - oli, in c:onsideration of, considering; T....r. il - di. to keep counl of; Taere ia l1'aD - , to hold in esteem i Verificare UD - , to audit an account, 3. Microstrutlure al microscopio PROFILO A PROFILO B PROFILO C PROFILO D LEMMA LEMMA LEMMA LEMMA accezione 1: Traducenti, esempi; traducenti per usi estensivi e figurati, esempi e talvolta frasi fatte, collocazioni accezione 1: Traducenti, esempi; traducenti per usi estensivi e figurati, esempi modi di dire, collocazioni, frasi fatte accezione 1: traducenti, esempi accezione 1: traducenti accezione 2: come sopra (spesso il senso figurato dell'accezione 1 viene promosso accezione 2 ... n: accezione 2 ... n: ad accezione come sopra come sopra autonoma) 85 accezione 2: traducenti Ci sensi figurati sono quasi sempre promossi ad accezionO accezione n: traducenti accezione n: come sopra FRASEOLOGIA: FRASEOLOGIA: FRASEOLOGIA: FRASEOLOGIA: modi di dire, proverbi, collocazioni, frasi fatte, espressioni colloquiali; nei dizionari tedesco-+ italiano inglese-+ italiano molto breve o inesistente riservata ai proverbi o ai casi di espressioni che non si possono ripartire fra le accezioni. molto consiste nte; se necessario comprende esempi, parole composte, modi di dire, proverbi, in genere disposti secondo un ordine alfabetico composta da vari blocclù, ordinati in modi diversi O 86 3. Microslrulture al microscopio 3.2 L'ordine e il numero delle accezioni Come nei dizionari monolingui, l'ordine delle accezioni può essere ispirato a vari criteri: - il Robert-Signorelli proclama di procedere dal senso "più frequente al meno frequente, dal senso primitivo ai valori derivati" (p. 8), per cui verreè in primo luogo vetTO e poi bicchiere ; - il Sansoni tedesco e quello inglese (rispettivamente a p. XI e p. 15) dichiarano di procedere Ndai significati più comuni ai meno comuni, dal significato proprio a quello figurato, dal significato moderno a quello antiquato". Una dichiarazione simile fa anche Skey; - gli autori del Borrelli-Chinol-Frank, il dizionario inglese e italiano delhl De Agostini, affermano genericamente che i vari significati ·sono sempre stati rigorosamente distinti e disposti secondo un ragionato e plausibile ordine di successione"; - esplicito invece è il Boch quando sostiene d'aver ordinato le varie accezioni di lingua corrente da quelle di uso più frequente a quelle di uso più raro. "L'applicazione di questo criterio ci ha a volte condotti ad anteporre una accezione di senso figurato ad un'altra di senso proprio"; - gli altri dizionari non si soffermano a commentare l'ordine delle accezioni. Se confrontiamo la voce grève nel Robert-Signorelli e nel Larousse-Sansoni con la stessa voce nel Boch, nel Balmas-Wagner, nel Garzanti francese e nel Ferrante-Cassiani vedremo che mentre il secondo gruppo mette per prima l'accezione sciopero e per seconda l'accezione greto, spiaggia, cioè fa prevalere il senso oggi più frequente sul senso primitivo, i primi due dizionari danno la precedenza al senso primitivo (nonostante il Robert-Signorelli nella dichiarazione sopra citata menzionasse per primo il criterio della frequenza d'uso). La voce film ha un senso primitivo "pellicola, membrana, strato sottile" e poi il senso più comune di "pellicola fotografica e cinematografica". Seguono l'ordine dal primitivo al derivato Ragazzini, Garzanti, Borrelli-Chinol-Frank, Skey, Cambridge-Signorelli, Sansoni inglese. Privilegia il senso più comune di "pellicola fotografica e cinematografica" soltanto Sani. Queste differenze di ordine delle accezioni si ritrovano, come dicevamo, anche confrontando i dizionari monolingui delle varie lingue. I dizionari bilingui hanno un problema in più (già accennato in 2.2.5) e cioè lo stabilire su che cosa orientare il numero e la descrizione delle accezioni. Non è infani possibile basarsi unicamente sul numero e sulla descrizione delle accezioni adottate da un buon dizionario monolingue della lingua a cui appartiene il lemma, perché è necessario tener conto delle distinzioni di 3. MicrostrultUre al microscopio 87 significato implicate dalla presenza o assenza di traducenti isomorfi. I lemmi con un solo significato e pure i lemmi polisemici del monolingue possono, per nece~sità di traduzione, vedersi attribuire un numero di accezioni maggiore nel bilingue. È norma diffusa nei bilingui promuovere ad accezione i sensi figurati che di solito i monolingui trattano sotto accezioni più vaste. Ad esempio, se nello Zingarelli, vocabolario monolingue della lingua italiana, fiume ha un'accezione principale "corso d'acqua" e poi due accezioni secondarie "greto, leno di fiume" e "grande quantità", nel Boch, a causa della presenza in francese dei traducenti jleuvee rlvlère, illessicografo ha dovuto sdoppiare l'accezione principale dello Zingarelli per specificare che quando il fiume è un affluente si traduce rlv1ère. D'altra parte può accadere, quando il traducente ha la stessa ampiezza semantica del lemma, che la microstruttura polisèmica del dizionario monolingue diventi ridondante nel bilingue (si veda in proposito LOtzsch 1979). Il dizionario bilingue infatti non deve descrivere il significato, ma delimitarlo: di contro ai 3 significati principali di nuovo che il monolingue Devoto-Oli propone (1 contrapposto a 'vecchio'; 2 contrapposto a 'usato'; 3 'inesperto'), il Langenscheidt italiano e tedesco ne presenta uno solo, proprio perché neu ha gli stessi significati del lemma italiano. Il dizionario Sansoni tedesco e italiano arriva a dieci accezioni (tutte tradotte con neu, seguito da traducenti più specifici); il Ciardi Dupré-Escher dà "neu Il (giovane) Jung Il (fresco) ftisb Il (estraneo) Jremd Il (inesperto) unerJabren Il (ignoto) unbekannt ". Una voce di questo tipo' induce nell'utente italiano la falsa impressione che, ad esempio, nuovo nel senso di "inesperto" non si possa dire in tedesco neu. La voce del Sansoni invece non rinuncia a descrivere analiticamente i significati di nuovo (come fa un monolingue), ma rassicura l'utente che neu è una buona traduzione in tutti i casi, anche se propone traduzioni più precise per ogni contesto. Questo atteggiamento, comune ai dizionari bilingui più curati, è certamente utile nella libera composizione di testi in Lz, ma può portare a casi di ipertraduzione, di traduzione più precisa dell'originale. Infatti quando il dizionario bilingue mi dice che io posso tradurre nuovo nel senso di "ignoto" con neu e con unbekannt, non mi dà soltanto la traduzione del lemma, ma anche del sinonimo contestuale, di una delle possibili definizioni sinonimiche qellemma. Anche tutti i casi di corrispondenza incompleta fra lemma e traduzione illustrati nel paragrafo 2.2.4 portano a voci lessicografiche bilingui con accezioni non perfettamente coincidenti con quelle delle voci dei rispettivi dizionari monolingui, proprio perché la lingua d'arrivo ci obbliga a dar rilievo a 88 3. Microstrutture al microscopio sfumature di significato non importanti per il parlante nativo della lingua di partenza, ma fondamentali per la lingua d'arrivo, che codifica e segmenta in modo diverso quella particolare porzione di realtà. Bisogna quindi essere molto guardinghi nell'usare i dizionari monolingui esistenti e i bilingui preparati per altre lingue d'arrivo quando si compila un nuovo dizionario bilingue. La dichiarazione del Robert-Signorelli "invece di analizzare ogni parola di una lingua secondo le differenze di traduzione nell'altra, ci siamo basati sull'analisi interna ad ogni lingua, come in un dizionario monolingue" (p. 8), va dunque accettata come una presa di posizione teorica un po' troppo netta, che nella pratica viene poi sfumata. Tornando all'esempio di fiume, nella sezione italiano-francese il dizionario Robert-Signorelli è obbligato ad analizzare la parola italiana come segue: fiume (corso d'acqua importante o che sfocia in mare) fleuve; (che si getta in un altro corso d'acqua) rlv1ère f. Deve cioè offrire un'analisi che non è affatto quella dei dizionari monolingui italiani, ma è redatta in funzione dei traducenti francesi. Poiché il Robèrt-Signorelli vuole offrire anche i vantaggi di un monolingue di francese e riporta le brevi definizioni dei significati dei lemmi francesi date nel Petit e nel Micro-Roben, le sue voci non eliminano mai accezioni in nome dell'isomorfia semantica del traducente: diviene perciò volutamente un bilingue anomalo, che tiene in primo luogo a descrivere il significato del lemma e poi a delimitarlo rispetto alla lingua d'arrivo. Il dizionario Boch affronta in ottica più contrastiva la questione ed afferma (p. 6): "Tutte le accezioni di un lemma che abbiano, nell'altra lingua, altrettanti 'traducenti' sono contraddistinte da un indice numerico. Accade tuttavia di frequente che un gruppo più o meno folto di accezioni (se non addirittura tutte le accezioni di un lemma) sia 'copeno' da un unico traducente. In tal caso, le varie accezioni-sempre ordinate in base al concetto di frequenza quando si tratti di lingua comune - sono distinte tra loro da un tondino nero". Si può concludere dicendo che le possibilità d'uso del lemma individuate dai dizionari monolingui della lingua di panenza costituiscono l'ossatura della voce bilingue; su quest'ossatura vanno operati raggruppamenti o ulteriori specificazioni di significati in funzione del paesaggio lessicale della lingua d'arrivo, ma non bisogna cadere nell'estremo opposto e cioè giungere a strutturare la voce bilingue in base alla lingua d'arrivo. 3. Microsrrunure al microscopio 89 3.3 Il profilo olandese Tutti i profili di microstruttura illustrati in 3.1 sono accomunati dalla caraueristica di non tenere conto della distribuzione del lemma all'interno degli esempi, delle frasi idiomatiche, delle collocazioni, ecc. In quanto ad efficacia e praticità di consultazione per l'uso attivo della sezione Ll-~ O'uso che ne fanno i parlanti di Ll per comporre e tradurre in ~, i profili esaminati sono pressoché equivalenti. Per l'uso passivo della sezione ~-Ll' cioè per la traduzione da ~, il profilo D è sicuramente più pratico perché dà subito tutti i traducenti. Chi conosce abbastanza la ~ trova l'informazione che gli serve nell'elenco dei traducenti e non ha bisogno di andare oltre, non è costretto a scorrere gli esempi fino ad individuare il traducente che gli serve. Il profilo D tuttavia è perfettibile, perché la ricerca di informazioni all'interno della sezione fraseologica resta comunque laboriosa. La redazione lessicografica della casa editrice olandese van Dale ha adottato una rnicrostruttura che cerca di snellire la consultazione di esempi, collocazioni, fraseologia. La prima applicazione del nuovo schema di voce lessicografica si è vista nel dizionario francese-olandese preparato per la van Dale da Bernard AI e dai suoi collaboratori. Com'è detto nell'introduzione al Groot woordenboek Frans-Nederlands (983) e ancor più distesamente in Al (983), il dizionario (molto ampio: 1578 pagine delle quali un centinaio dedicate ad un originale compendio grammaticale e una quarantina a liste di proverbi, nomi propri, parole frequenti) è rivolto ad olandesi che debbano leggere testi in francese o tradurre dal francese. Si tratta dunque di un dizionario passivo, pensato per aiutare utenti non proprio alle prime armi - è destinato agli allievi delle secondarie superiori e al pubblico adulto - ma comunque utenti per i quali è più comodo risalire dall'intorno linguistico al senso che non viceversa, come li obbligano a fare le altre microstrutture. È infatti alquanto curioso che la voce lessicografica bilingue della sezione passiva conservi una microstruttura fondata su suddivisioni semantiche, quando è evidente che la forma della ~ è la chiave più facile per chi è parlante nativo di 1.,. L'olandese o l'italiano che si trovano di fronte un testo francese o inglese o di qualsiasi altra lingua che non conoscono a fondo sono molto aiutati nella ricerca del traducente di una certa parola dalle altre parole che la circondano, soprattutto dalla forma di tali parole (morfologia, sintassi) dal momento che il loro senso può essere altrettanto oscuro. Perciò sia il dizionario van Dale francese-olandese, sia quello ingleseolandese, apparso nel 1984 sotto la direzione di W. Martin e G.A.). Tops, presentano voci lessicografiche così strutturate: 90 3. MicroslrUUure al microscopio Lemma, pronuncia in IPA, indicazione circa la frequenza della parola, parte .del discorso, rinvio alla lista dei proverbi qualora il lemma figuri in uno o più proverbi; traducenti, compresi i sensi figurati, elencati come traducente 0.1, 0.2, 0.3, O.nj collocazioni, esempi, nomi composti, modi di dire disposti in base alla combinazione del lemma con le nove parti del discorso, contrassegnate in tutti i dizionari van Dale con i seguenti numeri: 1. sostantivo 2. aggettivo 3. verbo 4. pronome 5. avverbio 6. preposizione 7. articolo 8. congiunzione 9. interiezione. Se quindi un esempio è rubricato come 1.3 significa che in esso il lemma, nel significato 3, è combinato con un sostantivoj 6.2 sta ad indicare un'espressione linguistica in cui il lemma, nel senso 2, è combinato con una preposizione. Il segno tipografico Cf, detto 'bandierina', se usato al primo posto come in Cf. 1 attentionà/apeinture/a1la vocepeinlure, o come in Cf. 3 again, whalaboutthechi1dl alla voce again, sta ad indicare che in tali esempi il lemma è usato rispettivamente nel senso 1 e nel senso 3, ma non è possibile dire con quale parte del discorso è combinato. Lo stesso segno usato in seconda posizione come in 6. Cf à peine alla voce peine o come in 1.Cf rain cats and dogs alla voce cal, indica che i lemmi, usati rispettivamente in combinazione con una preposizione e con un sostantivo, hanno nelle espressioni un senso non riconducibile a nessuno di quelli elencati in apertura di voce. La tavola n. 2 a p. 91 mostra la voce lessicografìca pe1necosì come si trova in Boch e come aPPl!-rirebbe qualora adottassimo la miccostruttura dei dizionari van Dale. La tavola n. 3 a p. 92 propone la voce to answer del Ragazzini e il suo rifacimento in base al profilo olandese2 • Dal confronto dovrebbero apparire i vantaggi del profilo olandese: 1) la stessa miccostruttura può venir usata per tutte le parti del discorso; 2) (poiché i nomi, gli aggettivi e i verbi sono le parti del discorso percentualmente più numerose nel lessico di francese, inglese e olandese) gli intorni più frequentemente riscontrabili di un lemma saranno appunto quelli in cui il lemma compare affiancato a sostantivi, aggettivi e verbi che, in base alla numerazione adottata, vengono presentati per primi; 3. Microstrunure al microscopio 91 (p~nl s. f. 1 peua: - pkuniaire. pena pecuni:aria; - atpitale. - de morto pena çapitale. pena di morte; lire fldJSib/e d'lIM -. essere passibile di una pena; purgu sa -. sconl2re la pena El (fig.) souffrir les ~ines « l·enfer. palire le pene dell'inferno El errtr comme une 11_ tn -. vagare come un'anima in pena Elsous - d'ameruIe. SQUS de morto sotto pena di multa. pena b vita El ({dm.) polli' iii - . IU n'iras pIU .:II anima. per punizione. non andrai al cinema 2 pena. dispiacere (m.). dolore (m.). t6rmento (m.): peinu de anu. pene d·amore. dispiaceri amorosi; pM!Qgu la - de q•• prendere parte al dolore di q.; co/U{)lu un ami dans '" -. consobre un amioo nd dolore El fairt de la - ci q.. dare un dispiacere a q.. addolorare, amareggiare q. El cela _ fail de la -. ciò mi dispiace. mi addolora El s'il l'apprtnail. tela lui ferail ~_Ilp de -. se venisse a saperlo, gli arrecherebbe un groao dispiacere El le illaisail - ci 1I0ir/. povcrelto. faceva pena a vederlol El lire. se _ttre en - de q•• SI2re in pena, in ansia perq. 3 Catica: ho_ de -. uomo di fatica El w«-. con fatica. a stento El UI\S - . scnz::a fatica, scnz::a diffiCOltà El ci grand -, a fatica. a stento El on a ~aucoup de - à cOmPreruln ce qu'il diI, si Ca molta fatica a capire ciò che dice El i'ai tu 10llUS /es pdnes du monde ci Illi laire enlendre raÌJon, ho Catto una fatica improba per fargli intendere ragione El j'ai - à dkhiJTm son «riture. faccio fatica a decifrare la sua scrittura El i',i - ci eroire qu'il ail diI celil, stento a credere che abbi.:a detto questo El y donne< de la -. faticare. darsi dafi'.:are D il s'UI donnl ~allCOup de ..... pOlli' rimo si è dato un gran daffare per nulla El se donne<. prcruln la - de .... prendersi b briga di ... El doMtZ-1IOIIS la - d·cntrer. « 1I0US amoir/ • .:avanti. prego!. s'accomodi, pregol El (li.f.) mourir. sc tue< lÌ iii -, ammazzarsi dalla fatica. dal lavoro El ra n'tn vaut pu la -. non ne vale la pena El un film qui IIdIll iii d'llre un film che vale la pena di essere visto D c'cst - ~c, è (tutta) f:atica sprecata El cc n'est pas la - d'insister. è inutile insistere Il Ila;l-ce bitn iii -l. era proprio il caso? D te n'llail pas la - que IIOIIS 1I0US dlratllliez. non era il caso che si disturbasse 4 neU.:a Ioc. avv. i plllnll, .:apperu: il esI à - six "tutes. sono appena le sei; il 'J a à -, cinq minutes. apperua cinque minuti fa; il cst lÌ - guIri, è appena guarilO jc !lims à - de com_er, ho appena cominciato; il ~ ci - de quoi lIillre. guadagna appena di che vivere; le Iflldlllenait ci - de se Ielle<. il sole s'era appcn.:a a1zlto; ci - rtntrls. noru nous SQ_S mis ali trltllai/. appena tornati, ci siamo messi al lavoro; ci - Ilions-nous arrillh 4I"il S'tSI mis ci plnwcir. eravamo appena arrivati che si è messo a piovere; un g4tçon d'Il - vingt anso à - plus 4gI que 'oi, un ragazzo appena ventenne, appena più vecchio di te & nella Ioc. avv. i paina, i grand paina, a malaperua. a stenlo. a fatica: il /enail ci - delrout. si reggeva in piedi a ma1apcna; (In 'J 1I0rail ci -. ci si vedeva a slenlo. a fatica D c'tsI ci - si jt I·..i r(Con"", Itllt_nt il a ~. ho stentato a riconoscerlo tanto è cambiato Il Y. anche gl1lnd-plllnll. +pelne pa_. 'III. Boch 1985 Elaborazione della voce secondo il profilo olandese. omenendo le traduzioni della fraseologia. pelnc (pt:nl <S.f.> O.lpena ~ punizioneO.2pena ~ dispiaceTe <m.>. do/ore<m.>. tomumlO <m.> O.3falica ~ pena. stento <m.> • 1.1 - de molt .... ; une !me en - ... 1.2 - de coeur ... 1.3 homme de - ... 2.1 - pécuniaire ... ; - capitale ... 2.3 - perdue ... 3.1 are passible d'une - ... ; purger sa - ... ; <fig.> souffrirles pcinesde l'enfer ... ; errercommeune!me en - ... 3.2 partager la - de qn .... ; faire de la - à qn .... ; cela me fait de la - ... ; s·ill·apprenait. cela lui ferait beacoup de - ... ; il faisait - à voir ... ; etre. se meltre en - de qn .... 3.3 on a beacoup deà comprendre ce qu'il dit ... ; i'ai eu toutes les peines du moncle à lui faire entendre raison ... ; i'ai - à dèchiffrer son écriture ... ; i'ai - à croire qu'il ait dit cela ... ; se donner de la - ... ; il s'est donné bcaucoup de - pour rien ... ; se donner. prendre la - de ... ; donnez vous la - d'entrer, de vous asscoir ... ; <fig.> mourir. se touer à la - ... j un fdm qui vaut la - d'etre vu ... 6.1 pourla - ... ; sous - d·amende. de molt ... 6.2 co - de ... 6.3 à grand - ... ; avec - ... ; saos - ... ; 6.4 à - appena. 92 3. Microstrutture al microscopW lo answer ['a:n5:)-), v. I. e i. 1 rispondere (in quasi IUlli i sensI); to a. a letter (Ihe phone, tbe door, !be beO), rispondere a una lettera (al telefono, alla porta, al campanello); This instrument does not a. my purpose, questo strumento non risponde al mio scopo; lbe ship wouldn't a. ber rudder, la nave non rispondeva al timone 2 pagare lo scotto; pagare di persona: The guilt was mine and I lIIISWered ror it, la colpa fu mia e pagai lo scotto 3 (anche to a. a purpose) rispondere a uno scopo; esser utile; servire: That WOD't a. at aU, ciò non servirà affatlo. • ({am.) to a. back, rispondere (in modo imperlinente e sgarbato); ribattere; rimbeccare O to a. blow wi!b blow, ribattere colpo su colpo O to a. ror, rispondere di; essere responsabile di; farsi garante di o (naut.) to a. (to) !be belm, ubbidire al timone; sentire il timone o to a. to, rispondere a; reagire a (una sollecitazione) o to a. to !be name or, rispondere al nome di: chiamarsi o to a. (to) ODe's hopes (a descrlptlOD, etc.), rispondere (o corri· spondere) alle proprie speranze (a una descrizione, ccc.) o (tel.) lIIISWerlng maclJine, segreteria teleronica. Ragazzini 1984 Elaborazione della voce secondo n profilo olandese (to) answer ['a:nsa") <'I.> 0.1 rlspmuJere ~ ribattf!TfI 0.2 pagare lo scot'Q ::) pagare di ptmcmaO.3rlspo1ulere auno scopo =>esserutile, servire. l.lto - me bcll, mcdoor, a letter, me phone rispondere al campanello, alla porta, a una lettera, al telefono; to - a blow wim a blow ribattere rolpo su colpo; to - (to) me helm ubbidire al timone, stmlire il limone, this ship wouldn't - her rudder la nave non risponderJa al timone; answcring machine segreteria telefonica 1.3 to - a purpose rispondere a uno scopo; this instrument docs not - my purposc questo slrumenlo non risponde al mio sCCfJO VI to - (to) one's hopes, a description rispondere, rorrisponJere alle proprie speranze, a una descrizione 5.1 to - back rispondere (in modo imperlinenle e sgarbato), ribattere, rimbeccare 5.3 mat won't - at ali ciò non servirà affatto 6.1 to - lO rispondere a, reagire a ; to - to me name of rispondere al nome di, chiarnani 6.2 lO - (or rispondere di, essere respcmsabile di,fanigarante di; me guilt was mine and I answered (or il la colpa fo mia e pagai lo srouo. 3. Microstrulture al microscopio 93 3) l'utente viene abituato a vedere la parola nei suoi intorni linguistici, a considerarla come parte del sistema combinatorio della lingua, owiando in parte allo sradiçamento che la lemmatizzazione e il trattamento lessicografico delle parole sempre comportano; 4) l'uso del segno <{ in prima posizione permette di segnalare l'uso testuale e pragmatico di certe parole, inclassificabile sulla base delle nove parti del discorso; è questa una possibilità nuova per i dizionari che in genere sono muniti di un metalinguaggio per segnalare i significati 'strani', ma non si sono ancora provveduti di strumenti per descrivere i comportamenti linguistici che trascendono la sintassi della frasej 5) il promo olandese ha possibilità più concrete, rispetto agli altri tipi di voce lessicografica, di offrire un panorama completo delle combinazioni sintagmatiche del lemma, sempre che il lessicografo nel redigere ogni voce abbia cura di passare attraverso l'intera griglia delle parti del discorsoj 6) il profilo, infine, si presta particolarmente bene a diventare una voce di dizionario bilingue inserito nel calcolatore e ad essere successivamente elaborata per scopi diversi Oa van Dale ha effettivamente 'messo nel càlcolatore' i suoi dizionari). Fra gli svantaggi del profilo olandese potremmo contare: 1) l'incertezza circa la parte di discorso da considerare per decidere sotto quale numero rubrica re un'espressione linguistica (bisogna basarsi sulla parola che precede il lemma o su quella che lo segue? Che bisogna fare in caso di parole facoltative?)j 2) il dare per scontato che l'utente conosca e sappia individuare le parti del discorso; 3) la dispersione in rubriche diverse della fraseologia con senso simile (inconveniente di poco conto nell'uso passivo del dizionario e comunque facilmente risolto scorrendo la voce alla ricerca di tutte le espressioni precedute dallo stesso numero in seconda posizione: 1.2, 3.2 e 7.2 sono, ad esempio, tre espressioni in cui il lemma ha lo stesso significato). Non considero uno svantaggio l'iniziale smarrimento che questa miccostruttura provoca in chi è abituato a consultare i dizionari bilingui con voci dai profili più tradizionali, perché ci si orienta in fretta. La casa editrice van Dale ha fatto delle ricerche ed ha rilevato che gli allievi delle scuole superiori hanno imparato rapidamente a servirsi della nuova voce lessicograficaj più difficoltà hanno avuto gli adulti abituati a raggruppamenti fraseologici basati sul senso. È anche stato fatto un test in alcune classi scolastiche per verificare se questo metodo, in un certo senso distribuzionale, avesse anche ricadute benefiche sulla competenza metalinguistica degli allievi. Là dove un test di riconoscimento delle parti del discorso aveva dato risultati disastrosi, dopo due 94 3. Microslrultun! al microscopio mesi durante i quali gli allievi erano stati addestrati, in sei lezioni, ad usare il dizionario, si sono ottenuti buoni risultati: gli studenti non sapevano se una certa parola era una preposizione, ma sapevano di dover cercare nella voce .lessicografica la sezione 6 per trovare combinazioni del lemma con quella parola. Si può quindi affermare che una voce lessicografica con una microstruttura 'distribuzionale' stimola la competenza grammaticale, non tanto quella che si esplica nell'enunciazione di regole, ma quella che porta a riconoscere la composizione degli intorni linguistici di una parola straniera. Il dare per scontato che l'utente conosca teoricamente, e quindi sappia individuare, le parti del discorso in base a questo sapere teorico sembra perciò, alla luce degli esperimenti condotti, un prerequisito più supposto che necessario. Circa la difficoltà che abbiamo messo in primo piano, ossia il problema di stabilire quale parola dell'intorno linguistico considerare per sapere sotto quale numero cercare l'eventuale traduzione, bisogna dire che è una questione di grande rilevanza e di soluzione, almeno dal punto di vista metalessicografico, abbastanza complessa. I lessicografi che hanno redatto i dizionari van Dale non si sono infatti basati su un criterio puramente distribuzionale, non hanno cioè rubricato le varie espressioni sempre e solo in base alla parte del discorso immediatamente precedente il lemma o immediatamente seguente. Nella voce peine, peine de mort, peines de coeur, bomme de peine sono tutte combinazioni rubricate come I., cioè combinazioni del lemma con un altro sostantivo, nonostante ci sia di mezzo in tutti e tre i casi una preposizione. Allo stesso modo troviamo sotto library 1.1 Library 01 Congress, sotto sympatby 1.1 /etter 01 sympatby e VI rea and sympatby. Sul criterio puramente distribuzionale prevale quindi il peso della parola 'piena'. è spiegato abbastanza esplicitamente nelle istruzioni per l'uso che precedono il dizionario inglese-olandese, dove alle pp. 26-27 si dà una definizione di "parola rilevante del contesto". Se il lemma è un aggettivo e nell'espressione da rubricare si riferisce ad un sostantivo, l'espressione verrà rubricata come 1. Ad esempio alla voce dea/. l'espressione IUm a deal ear lO è registrata sotto 1. e alla voce dead sempre come 1. troviamo !be man is dead. Se il lemma è un sostantivo valgono nell'ordine le seguenti priorità: SI - se nell'espressione c'è un aggettivo, essa va rubricata come 2. Ad esempio alla voce ear, tum a deal ear è 2; S2 - non potendo applicare SI, l'espressione va rubricata sotto il primo sostantivo. Cosl alla voce dog, rain cals and dogsè 1. e alla voce francese cassero/e troviamo cassero/e en aluminium come 1.1; 3. Microstrutture al microscopio 95 53 - non potendo applicare né 51, né S2,I'cspressione va rubricata sotto il primo verbo. Ad esempio alla voce sympatby, strikein sympatbywitb è 3.1 (mentre be in sympatby witb è 6.1, cioè è rubricata come combinazione con preposizione: anche se non è dello, lO be non è un verbo 'pieno' come gli altri): 54 - non potendo appl icare né 5 l, né 52, né 53, l'espressione va rubricata solto il primo avverbio. Se il lemma è un verbo: VI - l'espressione è rubricata sotto il primo sostantivo. Ad esempio alla voce lum, IUrn a deaf ear lo è sotto 1. e alla voce ménager l'espressione ne pas ménager le sei dans le potage é registrata come 1.1: V2 - non potendo applicare VI, l'espressione va rubricata sotto il primo verbo. Alla voce condemn troviamo condemned lO spend one~ li/e in povertycome 3.1: alla voce passer, faire passer ti qn. l'envie, le goul de qc. è 3.3: V3 - non potendo applicare né VI, né V2,I'espressione va rubricata sotto il primo avverbio. Cosl alla voce sai/troviamo come 5. l'espressione informale didyou bave lo sail in at Ihal momenl?, mentre alla voce finir, ilfinira malè 5.2; V4 - non potendo applicare né VI, né V2, né V3,I'espressione è rubricata sotto il primo aggettivo. Cosl alla voce leave troviamo leave (stbJ unsaid come 2.2 e sotto jugertroviamo si tu /ejuges bon come 2.2. I curatori dei dizionari van Dale soslengono che le loro stralegie di rubricazione seguono le strategie di ricerca che l'utente è portato spontaneamente ad adottare quando deve cercare una espressione. Queste priorità sono state anche adottate per decidere in quale voce registrare locuzioni idiomatiche più o meno complesse. Se la locuzione contiene un sostantivo, un aggettivo, un verbo viene registrata in genere in tre voci, quella con il sostantivo come lemma, quella con l'aggettivo come lemma e quella con il verbo come lemma. La ricerca della voce che ha come lemma il sostantivo presente nella locuzione è in ogni caso sempre la più sicura. Il dizionario Inglese-olandese risolve gran parte dei suoi problemi di distribuzione introducendo moltissimi lemmi formati da piÙ parole. SymJJatby stri/ee, spaghetti western, incorne taxe persino incorne-taxreliefsono altrettanti lemmi. Inoltre quando un sostantivo è spesso usato in funzione di aggettivo, viene creato un lemma omonimico: si ha cosl un lemma iron aggettivo, un iron sostantivo e un lemma lo iron. Quanto ai verbi, nelle istruzioni per l'uso del dizionario inglese-olandese a p. 16, viene spiegato che quando un verbo s'accompagna ad avverbi o preposizioni, il fatto viene segnalato alle rubriche 5. e 6.; ma se questi phrasal verbs hanno una notevole autonomia semantica rispetto al lemma, alle rubriche 5. e 6. c'è soltanto un rimando e al punto opportuno dell'ordine alfabetico si troverà il phrasal verb come lemma. Consultando la voce lo cutsi avrà un macroscopico esempio di questa disposizione. Dai criteri di rubrlcazione in precedenza enunciati consegue che nel due dizionari 96 3. Microstrutture al microscopio van Dale le combinazioni con 4. (pronome), s. (avverbio), 7. (articolo), 8. (congiunzione) e 9. (interiezione) si trovano meno frequentemente delle altre, pur essendo articoli, pronomi e congiunzioni fra le parole con alta frequenza d'uso. Nel dizionario inglese-olandese la rubrica 7. è chiamata in causa più spesso che la corrispondente rubrica del dizionario francese-olandese, perché non si riferisce soltanto agli articoli, ma alla più vasta categoria dei determinatori. A questa categoria appartengono oltre agli articoli, gli aggettivi possessivi, i dimostrativi, aggettivi come al/, each, some, every, many, enough, which?, whal?'firsl, second, /asI, ecc., i numerali one, IWO, ecc., i predeterminatori come both, half, such, ecc. Esempi di rubricazione nella sezione 7. sono per il francese c'est une sp/endeur, c~t un zéro, un p/asmagène, un(e) syrien(ne) rispettivamente alle voci splendeur, zéro, p/asmagène, syrien. Sono esempi che mostrano come un aggettivo può essere sostantivato, come un sostantivo sia numerabile, come ('articolo possa essere importante in una espressione figurata. Per l'inglese citiamo 7.1 every inch a gentleman alla voce inch, 7.1 alljlesh alla vocej1esh, 7.3sth.farotheralla vocefar, 7.1 the(three) Magi alla voce magus. Esempi di combinazione con pronomi sono 4.1 se procureralla voce procurerei! se riflessivo dà invece luogo a una sezione separata dci verbo, per cui ad esempio troveremo rendre, rendre transitivo e se rendre, renfermer e se renfermer), 404 en rabattrealla voce rabattree per l'inglese 4.7 thal's rich alla voce rich, 4.q a holierIhan-thou attilude alla voce hOly, 4.5 lo crown (il) ali alla voce lo crown. Nella sezione S. riservata alle combinazioni con avverbi troviamo, ad esempio, nel dizionario francese-olandese oui et non, eh bien oui, ah oui, a/ors alla voce oui, manger à méme le platalla voce plat, voix bien, mal posée sotto posé, zul alorsl alla voce zut. Nel dizionario inglese-olandese S.l play back a baI/sotto play, S.l be didn'l so much wanllo meelJohn as (lo meel)John's suteralla voce much avverbio, 5.1 kindly dispositioned alla voce disposilioned. Combinazioni con congiunzioni sono si oui, mau aui, sotto oui, (non) sans que alla voce sans, 101 ou fard alla voce tard, elle esI plare comme une Iimande alla voce plalaggettivo. In tutti gli esempi in cui la congiunzione necessita di essere messa in rilievo, i dizionari van Dale usano il grassetto: cosl è per que, ou, comme negli esempi sopra riportati. Per l'inglese si vedano 8.2 bow can l rell if/wbetberil is lrue or notlsoUo lo rell, 8.3 Ibe room was ali messy and everything alla voce everyhing, 8. q she's thirty il sbe's a day alla voce day. Le combinazioni di un lemma con un'interiezione sono rare: per il francese si veda l'espressione (etichettata come volgare) aui ou merde e ab oui? alla voce oui; per l'inglese 9.1 More rea? Yes please alla voce yes. Le preposizioni ricevono rilievo quando sono la testa di un sintagma con significato e occorrenza autonomi: troviamo à peine come 6. q sotto peine, à quoi bon come 6.1 alla voce quOl Vengono rubricate sotto 6. anche le preposizioni che occorrono con determinati verbi e aggettivi: 6.2 parvenirà ( + infinito) sotto parvenir, 6.1 partir en voyage sotto partir, 6.1 they moved inlo the Jlal alla voce IO moue, 6.3 father wiI/ be proud ofyou alla voce proud, 6.1 previous lo sotto previous. Incoerenze nella rubricazione non mancano: ad esempio 1010u fard sotto tard è rubricato 8.1, mentre aui el non risulta rubricato come 5.1; je lui du zulalla voce zul 3. Microstrutture al microscopio 97 meglio figurerebbe come 3.1, anziché venir presentato come combinazioni con pronomej ab ouilè una delle rare combinazioni con interiezione, ab bonlè invece registrato come Cf.9. In arder ofprecedence registrato come 1.1 è sorprendente, dal momento che dopotutto è un sintagma preposizionale e non un sintagma nominale come order ç{ precedence; nella stessa voce precedence, il medesimo intorno to take precedence overè presente in due esempi, dei quali uno è dato come combinazione con verbo e l'altro come combinazione con preposizione. Si tratta molto probabilmente di una differenza voluta, perché in ceni casi é impos;sibile attribuire un lemma ad una sola combinazione. Va detto tuttavia che la doppia rubricazione si verifica soprattutto con intomi comprendenti preposizioni. Quando i redattori dei dizionari van Dale inseriscono la stessa espressione in due sezioni (ad esempio la 3., combinazione con verbo, e la 6., combinazione con preposizione) intendono sottolineare il ruolo significativo della preposizione in tali casi'. 3.3.1 Profilo olandese e uso attivo del dizionario Finora abbiamo sottolineato i pregi del prof.ilo olandese per quanto concerne l'uso del dizionario nella traduzione da ~a LI' ma la pubblicazione del Groot woordenboek Nederlands-Frans (1985) che adotta la microstruttura dei precedenti dizionari van Dale ~- olandese, induce a riflettere sull'opportunità di utilizzare raggruppamenti per forma, anziché per senso, anche in dizionari per la traduzione in lingua straniera4• Se riesaminiamo i sei vantaggi del profilo olandese elencati in 3.3, vedremo che valgono tanto per l'uso attivo quanto per l'uso passivo del dizionario: il punto cruciale sta a monte, nello stabilire se il criterio di raggruppamento per parti del discorso complica la ricerca dell'utente che deve tradurre in~. Poiché non esistono da noi dizionari simili ai bilingui van Dale, i dati sperimentali sui quali basare un giudizio (che non sia inflciato da~ l'abitudine ai raggruppamenti per senso) restano quelli provenienti dal pubblico olandese. Superato lo smarrimento provocato, soprattutto negli adulti, dalla microstruttura del primo dizionario, quello francese-olandese, gli utenti ed anche i recensori di dizionari accettano ormai senza patemi ogni nuovo dizionario val Dalej non si pongono il problema dell'uso attivo o passivo, ma sembrano essersi abituati alla nuova 'ricetta' lessicografica. Proprio per non turbare questa nuova abitudine, la casa editrice ha preferito puntare sull'uniformità microstrutturale di tutti i propri dizionari, non introducendo nessuna modifica nel raggruppamento degli esempi. Per rendere i dizionari olandese - ~ più simili a quelli con microstrutture organizzate sul significato, sarebbe bastato, senza rinunciare all'analisi dell'intorno linguistico, imperniare il raggruppamento sul numero che compare dopo il 98 3. Microstrutture al microscopio punto. Mettendo insieme 1.1, 2.1, 3.1,4.1 oppure 3.2, 4.2,6.2, si possono infatti riunire tutte le espressioni in cui la parola-lemma è usata con lo stesso significato. Decisioni editoriali e abitudini di consultazione a parte, la ragione per cui il profilo olandese resta valido anche per i dizionari ~-~ risiede nella sua maggior coerenza e sistematicità. La microstruttura van Dale, inoltre, ha il pregio di non impedire all'utente una lettura 'mentale' della voce alla ricerca delle espressioni in cui la parola-lemma ha lo stesso senso, mentre gli altri profili non consentono un agevole collegamento fra intorni simili. Note 1. Un esempio di distribuzione a sproposito del materiale si ha nella voce prendere del Boch. Il profilo B è adottato anche dai due Garzanti e dal Ferrante-Cassiani per le voci polisemiche non troppo complesse. 2. Per to answer sarebbe stato meglio fare una distinzione (come fa il Grool woordenboek Engels-Nederlansdella van Dale) fra uso assoluto e uso con complementi. Tale distinzione non è stata introdotta per non complicare inutilmente il confronto fra la voce del Ragazzini e il suo rifacimento alla van Dale. Gli adattamenti secondo il profilo olandese della voce peJne e di to answer fanno apparire chiaramente come Boch e Ragazzini abbiano introdotto materiale superfluo, dando sia la costruzione con verbo all'infinito sia mostrandola in un esempio, oppure dando più esempi per la stessa espressione (si pensi a lOanswer fare 1beguiltwas mine and I answeredfor ito ai dieci esempi per àpeine). Va inoltre osservato che gli esempi dei due dizionari italiani (Boch e Ragazzini) sono generalmente più lunghi di quelli presenti nei dizionari bilingui van Dale. Per brevità nell'adattamento di peJne non ho riportato la traduzione italiana degli esempi. . Sono molto grata al Prof. B. Al per aver controllato la stesura secondo i metodi van Dale delle due voci; la rielaborazione di answer preparata per questo capitolo è stata anticipata in Marello (987). 3. Perciò nel disporre secondo il profilo olandese il materiale dato da Boch alla voce peJne ho classificato étre, se mettre en peine de qn. come 3.2, ma ho anche recuperato come 6.2 en peine de. 4. La microstruttura del dizionario van Dale olandese-francese corrisponde alla microstruttura del dizionario monolingue olandese della stessa casa editrice: ovviamente il dizionario bilingue olandese-francese contiene in più materiali dal valore puramente contrastivo. o 4. L'uso del dizionario bilingue 4.1 Dizionari bilingui e insegnamento Dopo un certo periodo in cui l'uso del dizionario bilingue è stato bandito, o quanto meno scoraggiato, nei corsi di lingue straniere si assiste ormai da qualche anno ad una graduale riammissione di questo strumento nella pratica didattica. Vi è sicuramente un rapporto di causa ed effetto fra l'assunzione di testi originali nei corsi di lingua e il rafforzamento del prestigio dei dizionari: come osserva Galisson (1983b, p. 23), l'accrescimento degli ostacoli presenti nei testi autentici, sommato alla propensione per la riflessione autonoma caratteristica del modello cognitivista d'apprendimento, ftnisce per indurre i discenti ad un uso maggiore dei dizionari, ultima risorsa per comprendere. Inoltre, entrata in crisi l'idea che il signjftcato vada spiegato e appreso solo attraverso la ~, gli insegnanti lasciano cadere molti dei veti riguardanti l'uso dei dizionari bilingui. In un interessante saggio Béjoint (988) mostra che gli esperimenti di psicolinguistica non ci hanno provato come effettivamente avvenga l'apprendimento del significato lessicale di una parola di una lingua straniera. Nella nostra memoria ci sono tanti 'vocabolari' quante sono le lingue che conosciamo (bilinguismo coordinato), oppure c'è un'unica rappresentazione semantica a cui insiemi di unità lessicali di lingue diverse vengono ricondotte (bilinguismo composito)? Le tendenze più recenti della ricerca propendono per la copresenza in ciascun discente di un bilinguismo in parte composito, in parte coordinato, secondo il grado di conoscenza di LI e di l:z, della somiglianza fra LI e ~, dell'età del discente, del contesto di acquisizione, del tipo di unità lessicali da apprendere. Se ne trae l'ovvia conclusione che quando raccomandiamo l'uso del dizionario monolingue di ~ per imparare a "pensare in ~", ci basiamo su un desiderio, non su osservazioni scientifiche: lo sforzo di pensare in un'altra lingua potrebbe apparire inutile se si venisse a scoprire poi che nel nostro cervello c'è un'unica rappresentazione semantica. Le difficoltà che gli allievi, anche di livello avanzato, trovano nell'usare il monolingue di 100 4. L'uso del dizionario bilingue Lzfa si che, soprattutto per la traduzione dalla lingua madre alla lingua straniera, il bilingue venga adoperato più spesso (si vedano nel § 4.2 i dati delle inchieste che lo confennano). A. Underhill, autore di un fortunato manuale su come usare il monolingue di inglese Advanced Learners Diclionarydella Oxford U. P., ha tracciato un bilancio dei pro e dei contro nell'uso del monolingue di I-z e del bilingue (d. Underhill 1985). Si è dichiarato favorevole all'uso del monolingue di I-z, ma i suoi commenti sui dizionari bilingui sono equilibrati ed interessantil • In particolare si può concordare con la sua idea che gli studenti inizialmente abituati ad usare solo dizionari bilingui devono essere incoraggiati dagli insegnanti a passare ad un uso del bilingue integrato dal monolingue di Lz, almeno per quelle lingue, e finora sono praticamente soltanto inglese e francese, che dispongono di dizionari monolingui per stranieri. Per gli studenti di tutte le altre lingue il mercato non offre alternative, perché dal bilingue si può passare soltanto al monolingue per parlanti nativi. Tuttavia, stanno facendo la loro apparizione forme miste di dizionario, che riuniscono earaneristiche del bilingue e del monolingue: per ora riguardano francese e inglese Lz, ma non è detto che non si possano sviluppare anche per altre Iingue2 • L'OxfordStudent's DiclionaryforHebrewSpeakers (1985) è appunto uno di questi dizionari ibridi. Riproduco qui di seguito a sinistra una voce dell'OXford Studenl's Diclionary of Current Englisb e a destra il suo adattamento per studenti israeliani. able l'clbll adj1 be IIble to do sth. have the able adj 1 be able to do somethlng, bave tbc powcr, means or opportunity: WiII yOIl be ..... to come? c:> cani, could. 2 (.r, ·st) clevcr: capable: hal/ing or showing knowlcdge. skill: an ..... lawl'erlspeech; tht .....stlmost .... man J know. power, mcans or opportunity: Will you be able to come?O can 2 , could. ~;::I! 2 (abler, ablesl) clever; capable; having or sbowing knowledge, sl\i\I: an able lawyerlspeech; . the '\l'::I~D ablestlmost able man I know. Come si può notare l'edizione israeliana non ha la pronuncia in trascrizione fonetica: i curatori sostengono infatti che il loro studente deve già fronteggiare due alfabeti e imporgli anche l'IPA sarebbe troppo. Inoltre nella glossa israeliana a) il lemma compare negli esempi citati sempre per intero; b) il segno tipografIco di rimando è sostituito da un esplicito 5CC; c) le indicazioni per la formazione del grado comparativo e superlativo (nell'edizione inglese -r, -5t) sono sostituite dalle più espilicite indicazioni (abler, ablest); d) le due parti della glossa contrassegnate da l e 2 sono nettamente separate e lo spazio che si crea con l'a capo è in pane occupato da un traducente in ebraico. Il traducente non è dato tanto per tradurre il lemma inglese, quanto per suggerire allo studente il significato, aiutandolo a capire meglio la glossa in inglese (per ulteriori dettagli, cf. Reif 1987). 4. L'uso del dizionario bilingue 101 Una formula simile si trova nel LongmanFirstLearning Dictionary Englisb-Arabic (1987), contenente 2500 voci in inglese, ciascuna accompagnata da una 'guide translation' in arabo. In Giappone la casa editrice Shogakukan ha pubblicato un dizionario inglesegiapponese per giapponesi che non è tanto un bilingue quanto un monolingue, il Random House Dictionary, con un'analisi delle polisemie in ottica contrastiva. Un'operazione analoga è stata fatta per il francese dalla stessa editrice giapponese, prendendo come base il htil Robert'. Vi sono poi dizionari monolingui per stranieri come il Dictionnairedufrançais fondamental pour l'Afrique realizzato nel 1974 da J. David nell'ambito del B.E.L.C., con la collaborazione di molti insegnanti di francese in Africa. Quest'opera, basata sul Dictionnairefondamental de la langue françaisedi G. Gougenheim 0958, seconda ediZione), non offre aiuti soUo forma di traduzioni, ma tenta di venire incontro ai bisogni comunicativi di chi studia e usa il francese in Africa. Sono cosi state aggiunte 529 unità "africane" (che rappresentano circa un decimo del dizionario contenente 4727 elementi lessicali), per lo più legate ai campi semantici della natura, della famiglia, ad auività economiche e ai trasponi. Inoltre unità già presenti nel dizionario di Gougenheim sono state ridefinite tenendo conto di un pubblico africanoj si vedano le due voci pomme, e bièrea sinistra. in Gougenheim (958) e a destra nella rielaborazione ·africana·~. BIÈRE** [bjtr]. n. f., boisson Irès eoublère (bl!r), n. f., bol880D faile ranle eo Afrique : VOIIS prendrez une bière avec de l'orge et. du houblon : il a bionde 011 une bière brune?; une bouteille de bu un verre de biire. pomme [p:.ml, D. f.,· rrult. a8sez groa et dur : il a parlag~ une pomme avee ,a '/Bar. - ~ pomme de &erre, raclDe (partfe de la :. piante qui est daDs .• ' la terre) qui sort d'aliment. : nOUB avon, mang~ du pommu de terre avec la viande. bière: de la bière de mi/o POMME* [p,m]. n. f., fruit assez gros et dur, qui ne pousse pas dans les regions tropicales : j'ai mordu dans une pomme bien mQre. POMME DE TERRE·· [p)mdiltEr). n. C., piante dont la racine seri de légume (voir « frites l)~ : nous mangeons des pommes de terre cuites d l'eau. Per l'inglese segnaliamo il Longman Primary Dictionary (982), illustrato, preparato per studenti africani e contenente 8000 voci in cui il linguaggio delle definizioni non oltrepassa le 1500 parole. Il Dictionnairedufrançais langueétrangère, nlveau I e niveau Il (Larousse 1978), è pubblicato in Germania dalla Moritz Diesterweg di Francoforte, con un'introduzione in tedesco di P.J. Hausmann. Questa costituisce un'amichevole e abilissima 'esca' per lo studente tedesco che ancora non padroneggia il francese abbastanza per capire un'introduzione scritta in tale lingua. Il dizionario è veramente valido e innovativo e meriterebbe una diffusione maggiore di quella raggiunta finora. Un vero ibrido, diretto sia al pubblico italiano sia a quello francese, cOn l'intento di fungere da bilingue bidirezionale e da monolingue per stranieri è il Robert-Signorelli, di cui riporto una voce. Prima del traducente, lo si può notare, compare una definizione nella lingua del lemma, come nei monolingui. 102 4. L'uso dsl dizionario bilingue enchainement lòIEnmòl s.m. 1 [série de choses qui salii l'n rapport de dépendanC"e 1 un fatai enchainenrent de circonslances un fatale complesso di circostanze; l'enchainement des verlèbres l'incastro delle vertebre; l'el/cllaiI/ement des IIeures, des saisons la successione f., il succedersi inv. delle ore. delle stagioni .... 2 chaine, 2 succession <> (danse) 'encha1nement' inv. <> (mus.) successione armonica· di accordi 2 [rapporl enlre les élémenlsl concatena:z:ione f., connessione (f.): l'enchainement des idées hi concatena:z:ione delle idee .... Unison, sulle #- discours qui mal/que d'enchainemenl discorso che manca di nesso logico <> [.... ENCHAiNER A 41 ripresa f. ì Sulle riviste specializzate dedicate all'insegnamento delle lingue sl.raniere o alla linguistica applicata, sono apparsi negli ultimi dieci anni numerosi saggi relativi ad esperienze di uso del dizionario monolingue di ~ e bilingue in classes e, più in generale, sono stati pubblicati resoconti di verifiche e questionari sull'uso che gli studenti fanno dei dizionari. Confrontando fra di loro circa quindici inchieste sull'uso dei dizionari, Hartmann (987) giunge alla conclusione che è ormai il momento di l.rasformare le ricerche da raccolte di opinioni (gli intervistati dicono davvero quello che fanno o quello che credono di fare, o ancora quello che pensano sarebbe doveroso fare?) o da osservazioni di studenti che l.raducono o compongono in Lz usando il dizionario, a inchieste che forniscano davvero dati generalizzabili. Soprattutto per quanto concerne l'analisi delle strategie di consultazione, così importanti per creare la microstruttura ideale, si è soliti dire che non si avranno dati sperimentali attendibili finché non sarà possibile fllmare i soggetti mentre usano il dizionario o, ancora meglio, si potrà seguire la consultazione dei dizionari nei computer, passo per passo, tramite il video e il numero e il tipo di interrogazioni fatte. Tono (984) rappresenta un tentativo interessante di studiare le strategie di consultazione anche senza ricorrere a dizionari computerizzati o a riprese fllmate. A 402 studenti universitari giapponesi (63 fondamentalisti di inglese, e i restanti delle facoltà di educazione ftSica, sociologia, matematica, arte, ecc.) sono stati dati dei testi inglesi di circa 100-400 parole, affinché li traducessero in giapponese. Nei testi vi erano delle parole inventate e agli studenti venivano forniti dizionari bilingui contenenti voci relative il queste parole inventate. Gli studenti erano suddivisi in gruppi e non tutti ricevevano le stesse voci di dizionario per le parole inventate: in alcune voci per scegliere il traducente appropriato bisognava basarsi sull'informazione relativa alla parte del discorso, in altre sulla costruzione del verbo, oppure sulla distinzione numerabile/non numerabile, in altre ancora sulle discriminazioni di 4. L'uso del dizionario bilingue 103 senso, sulle collocazioni, sui modi di dire, sul rinvio ad altre voci. Inoltre alcuni gruppi disponevano di voci corredate di esempi, altri gruppi di voci in cui l'ordine delle accezioni era differente. In questo modo Tono ha potuto stabilire che la parte iniziale della glossa è quella maggiormente sfruttata; lo studente passa al traducente successivo soltanto se il primo è palesemente inadatto. Le infonnazioni sintattiche non sono molto usate: vi si ricorre solo se il traducente non si adatta al contesto. Gli esempi elencati dopo il primo traducente scoraggiano chi consulta al punto da indurlo a non leggere il secondo traducente. Gli studenti fondamentalisti di inglese dimostrano di saper sfruttare più informazioni degli altri: non si basano unicamente sul senso, cioè sul traducente. Dall'esperùnento di Tono si ricavano suggerimenti sulla fonna da dare alla miCfostruttura di dizionario passivo ~-Ll) che danno ragione al profilo D e al profilo olandese (cf. i 55 3.1 e 3.3), i quali ammassano tutti i traducenti all'inizio della glossa senza inframmezzare esempi6• L'osservazione sull'uso più oculato delle informazioni da parte dei fondamentalisti d'inglese dimostra che l'allenamento ad usare dizionari porta frutti e controbilancia i risultati registrati da Bensoussan et al. (981) e Sora (984), secondo i quali l'uso del dizionario non migliora la riuscita nei reading comprehension tests e nella composizione in L:z. I risultati sperimentali negativi circa l'efficacia dell'uso del dizionario bilingue possono produrre due reazioni: convincere gli insegnanti che il dizionario bilingue è uno strumento scarsamente utile o, peggio, pericoloso; indurre insegnanti e lessicografi ad un'analisi più rigorosa degli eventuali errori causati dal dizionario e farne tesoro perché si rendano, in futuro, migliori i dizionari e, al presente, più accorti e consapevoli gli utenti. In quest'ultima ottica, sulla scorta dei libretti contenenti esercizi da svolgere coi monolingui', sono nati manualetti da affiancare ai dizionari bilingui8• Ad esempio Piitzold e Schnorr (1985), affiancato al dizionario Pons tedesco e inglese, contiene una prima sezione dedicata a esercizi per scoprire com'è fatto n dizionario (Dove trovo la tal parola? Che cosa significa la tal abbreviazione o il tal segno tipografico? ecc.). Una serie di esercizi serve ad aiutare il lettore a congetturare com'è scritta una parola che ha potuto soltanto ascoltare. Questo tipo di esercizio è particolarmente utile per lingue come l'inglese e anche per il francese. Benché l'uso del dizionario sia nella stragrande maggioranza dei casi legato ad attività che partono da un testo scritto e sfociano in un testo scritto, questo non signifICa che l'utente di ~ non debba ricevere aiuti quando, sentita una parola che non conosce, wole appurarne il significato in LI; anzi è da presumere che se gli studenti fossero più allenati a riconoscere le corrispondenze fra pronuncia e grafia della ~ cercherebbero più spesso nel dizionario bilingue informazioni su parole 'sentite' ma non 'viste'. 104 4. L'uso del dizionario bilingue La terza parte del manualetto è dedicata ad esercizi su 'falsi amici', omografi, frasi idiomatiche, giochi di parole, traduzione di parole polisemiche e soprattutto sulle tecniche più semplici per tradurre in I-z un'espressione di LI che non si trova nel dizionario. Nella fattispecie vengono presentate tecniche per tradurre in inglese parole composte tedesche che non compaiono nella parte tedesco-Inglese del dizionario. Da noi è apparso nel 1986 Usare bene il dizionario inglese-ilaliano italianoinglese. Sono esercizi guidati a cura di W. D'Addio e S. Stcrancich da svolgersi prevalentemente, ma non esclusivamente, con iI dizionario Collins-Giunti (del dizionario e del manuale d'esercizi parlo nei 557.4.5 e 7.4.5.1). Al di là dei manuali nati per uno specifico dizionario o dei corsi di lessicografia con esercizi (come Kipfer 1984, impiegato in università straniere a volte anche per allenare gli studenti di lingue), un fatto è verameAte indicativo dell'avvenuta rivalutazione del dizionario bilingue nell'insegnamento della ~: sempre più spesso corsi di lingue e testi di avviamento della ~ contengono sezioni dedicate all'uso del dizionario bilingue o suggeriscono esercizi in cui tale uso è implicato. In ambiente italiano si vedano, ad es. Ciliberti-Ambroso 0981, pp. 67-74) e soprattutto Mariani 0987, pp. 40-71) per i discenti d'inglese. Più frequente resta tuttavia il rimando al o l'imitazione del dizionario monolingue; ad esempio, Hausmann (987) nota che nei moderni corsi di francese per stranieri c'è una tendenza crescente a "vocabolarizzare" i manuali, cioè a dare maggior spazio all'apprendimento delle parole (rispetto alla precedente insistenza sulle strutture sintattiche) e a presentare il materiale lessicale cosi come fanno i dizionari. Fra i più orientati in questa direzione cita i due volumi del corso Méthode Orange (parigi, Hachette 1978 e 1982). Il libro di Robert Galisson Les expressions imagées(1984) contiene esercizi di ampliamento delle conoscenze lessicali per il cui svolgimento si rimanda anche all'uso del suo Dictionnaire des expressions imagées (984). Sull'insegnamento dell'uso del dizionario, soprattutto bilingue, tornerò nel § 5.5, dopo esser passata attraverso l'illustrazione degli usi (e degli insegnamenti) dichiarati e la fase di autoistruzione-autoinformazione attraverso cui ogni insegnante dovrebbe passare per consigliare e guidare gli allievi con piena cognizione di causa. 4.2 I dizionari bilingui giudicati dagli utenti Nonostante le osservazioni riportate nel paragrafo precedente circa l'impossibilità di generalizzare i dati pròvenienti dalla maggioranza delle inchieste 4. L'uso del dizionario bilingue 105 svolte finora sull'uso dei dizionari, ritengo che i risultati ottenuti abbiano il merito di indicare i punti nodali per future ricerche da condursi in modo rigoros09• Hartmann 0987, pp. 23 e 26) concentra i dati fondamentali contenuti in alcune relazioni di inchieste. Questi dati si possono schematicamente elencare come segue: a) l'uso del dizionario dipende dalla natura dell'attività e dalle conoscenze dell'allievo; b) gli studenti usano più il bilingue del monolingue; c) gli studenti non usano tutte le informazioni loro offerte dai dizionari; d) gli insegnanti usano più i dizionari bilingui specializzati che quelU generali; e) il significato e le indicazioni grammaticali sono le informazioni più importanti per la traduzione; O gli utenti ricevono poca istruzione su come usare il dizionario; g) l'utilizzazione frequente del dizionario non porta a risultati sensibilmente migliori; h) l'uso dei bilingui può portare ad errori; il non-uso non evita tali errori; i) i più giovani hanno più difficoltà nell'individuare lemmi e sensi; k) gli studenti avanzati usano maggiormente il dizionario; l) l'uso del bilingue rafforza la traduzione letterale non idiomatica; m) l'uso del monolingue di ~ spesso non risolve tutti i problemi grammaticali dell'utente. Alcuni di questi risultati confermano quanto si poteva supporre anche senza inchieste (pensiamo ai 'risultati' prevedibilissimi elencati sotto a, c, k), altri invece sono più interessanti (cf. g, h, i, l) e andrebbero approfonditi con inchieste mirate, come accade in parte con il Research Project into Dictionary Use, i cui dati elaborati saranno disponibili nel 1989. 4.3 Opinioni di studenti italiani Anche in Italia sono stati fatti di recente studi sull'uso dei dizionari e sul loro ruolo nell'apprendimento della ~. Riguardano studenti universitari di lingue; le tecniche d'investigazione adottate e i risultati conseguiti si allineano con quelJi delle precedenti o coeve ricerche condotte all'estero. Poiché, tuttavia, I~ inchieste italiane contengono anche dettagli apprezzabilmente originali e, a differenza di quelle citate da Hartmann (987), non sono molto conosciute negli ambienti metalessicografici, ne darò un resoconto abbastanza particolareggiato 1o• In primo luogo propongo un raffronto schematico dei campioni intervi- 106 4. L'uso del dizionario bilingue stati e del tipo di verifica condotta. Sora ha intervistato 115 studenti universitari italiani di inglese (51 del secondo anno, 27 del terzo, 22 del quarto, 15 fuori corso), proponendo loro un questionario mirante a stabilire che uso facevano dei dizionari bilingui e monolingui; inoltre ha fatto fare a 39 studenti del secondo anno (25 dei quali avevano risposto anche al questionario) una prova di lettura con domande di comprensione e una composizione in ~, con quesiti circa il modo in cui avevano usato il dizionario durante tali prove (cf. Sora 1984). . Coviello ha proposto, nel 1985, un questionario a 42 studenti universitari italiani di francese (21 del primo anno e 21 del quarto anno) con lo scopo di capire qual era la loro immagine del dizionario bilingue e monolingue, di indagare che uso facevano degli strumenti lessicografici e di far dare una definizione di dizionario (cf. Covi elio 1987). lo ho proposto nel 1983 a 42 insegnanti di lingua straniera nelle scuole secondarie pubbliche italiane un questionario circa il loro uso, personale e nell'insegnamento, dei dizionari bilingui e monolingui; nel 1984 ho distribuito a 58 studenti universitari di lingue, torinesi e padovani <39 del primo anno e 19 del secondo o terzo anno), un questionario sull'uso del dizionario monolingue di ~ e sul bilingue. Tanto Coviello quanto Sora non hanno allegato ai loro scritti i testi dei questionari distribuiti e altrettanto ho deciso di fare io, per non appesantire la trattazione, tanto più che riporto le domande le cui risposte intendo discutere. Mentre si può supporre che le domande proposte da Coviello ai propri intervistati siano per lo più formulate sul modello di quelle di Galisson (983), riprese parzialmente anche nel mio questionario, per l'inchiesta di Sora disponiamo solo di una descrizione generale. Sappiamo che è stata articolata in quattro parti: una parte con domande sul dizionario monolingue di ~, una seconda sezione con domande uguali a proposito del bilingue; una terza parte con quesiti sulle aspettative e sulle esigenze degli utenti, il loro uso di dizionari specialistici ecc.; la quarta sezione era costituita da un esercizio di reading comprehension e di composizione. Gli studenti dovevano indicare le parole ricercate nel dizionario mentre svolgevano questi esercizi e in particolare se avevano consultato voci lessicografiche per controllare un'informazione già nota o per cercare qualcosa che ignoravano; infine veniva loro chiesto se erano stati soddisfatti di quanto avevano trovato nei proprio dizionari. Riferirò subito i risultati della quarta sezione, poiché prove simili non sono state proposte né da Coviello né da me e perciò non possono essere inserite nel confronto analitico che segue. Quasi tutti gli studenti di Sora nelle due prove hanno usato dizionari; per la reading comprehension i più hanno usato il monolingue, per la composizione una metà ha preferito il bilingue. La quasi 4. L'uso del dizionario bilingue 107 totalità dei soggeni nella reading comprehension ha consultato il dizionario per cercare termini non conosciuti e il 60% controllava anche quelli noti. Tutti sono stati soddisfatti delle risposte ottenute. Nella composizione in ~ il dizionario è stato usato per controllare parole già conosciute e non sempre i risultati della consultazione sono stati soddisfacenti, perché nei dizionari mancavano chiare specificazioni degli appropriati contesti d'uso dci termini stranieri. Come àpprendiamo da Sora, 25 dei soggetti che avevano svolto gli esercizi avevano anche compilato le prime tre sezioni del questionario, perciò è stato possibile confrontare il loro comportamento in relazione con la propedeutica all'uso del dizionario ricevuta nel corso di lezioni in cui si erano lette le introduzioni dei dizionari, i dizionari erano stati esaminati in classe e si erano svolti esercizi che richiedevano il loro impiego. "Non si è notata tuttavia nessuna evidente relazione fra preparazione e tipo di uso del dizionario. Semmai i soggetti più preparati hanno svolto gli esercizi in modo leggermente peggiore della media" (Sora 1984, p. 44)11. Per quanto concerne i risultati delle risposte alle domande più rilevanti nelle prime tre sezioni di Sora, nel questionario agli studenti proposto da Coviello e nel mio, li troverete esposti qui di seguito sotto forma di dati messi a confronto e, dove necessario, brevemente commentati12 • Alla domanda "Che tipo di informazione cerca nella voce di un dizionario bilingue" era possibile fornire risposte multiple (molto spesso, spesso, mai) e scegliere fra suggerimenti quali: significato o traduzione, ortografia, informazioni grammaticali, ecc. Perciò la somma delle percentuali è superiore a 100. Gli intervistati hanno coralmente affermato di ricercare molto spesso il significato o la traduzione (oltre il 90% delle risposte, con una punta del 98% fra i miei intervistati), quindi l'ortografia (70%). Le informazioni grammaticali, la pronuncia, le varietà e i registri sono scarsamente utilizzati. PUÒ essere interessante notare che fra i miei intervistati la stessa domanda fatta a proposito dei monolingui di l:z, ha dato, com'era da aspettarsi, risultati molto diversi. Il significato viene ricercato molto spesso solo dal 51%; in compenso il monolingue viene consultato molto spesso dal 49% per trovare sinonimi e dal 36% per le informazioni grammaticali. Fra le parti del discorso, i miei intervistati consultano nei dizionari bilingui soprattutto i verbi (95%), i nomi (93%) e gli aggettivi (78%). Ricordo che anche per questa domanda erano possibili risposte plurime e perciò la somma delle percentuali è superiore a 100. Si potrebbe osservare che il dato è banale, dal momento che queste tre parti del discorso sono anche, in percentuale, le più numerose del lessico nelle lingue e nei dizionarij in realtà il risultato è meno ovvio se si pensa che gli studenti sono chiamati a tradurre testi in cui, percentualmente, il numero complessivo di preposizioni, articoli, congiunzioni e avverbi è decisamente superiore a quello di nomi, verbi e aggettivi. D'altra l 108 4. L'uso del dizionario bilingue parte preposizioni, articoli e congiunzioni sono classi di parole molto limitate rispetto alle altre, sono proprio quelle parole che l'insegnante esorta ad imparare a memoria e a non cercare sul dizionario. Le ammonizioni dei docenti e forse ancor di più la difficoltà oggettiva di ricavare qualcosa dalle voci lessicografiche relative a preposizioni, articoli e congiunzioni, sono, al di là di ogni considerazione statistica, la causa della massiccia consultazione dei lemmi relativi alle cosiddette parole piene. Quanto all'alta frequentazione delle voci relative ai verbi questa dipende molto probabilmente dal fatto che lo studente sa 1) che la costruzione del verbo condiziona la struttura della frase 2) che nei dizionari bilingui le voci riguardanti i verbi sono quelle più ricche d'esempi e di suggerimenti grammaticali13 • Sul tipo di parole consultate maggiormente esiste in ambito internazionale una polemica fra Hartmann (982) e Hatherall (984). Il primo, intervistando studenti inglesi di tedesco, aveva appurato (anche qui le risposte plurime portano la somma delle percentuali oltre 100) che gli studenti consultano: parole grammaticali (es. well) parole legate alla cultura (es. Knodel) parole enciclopediche (termini chimici, ecc.) parole comuni (es. Beln) parole gergali (es. doof) parole tabù (es. Po) altre nomi propri 70,2% 61,5% 54 % 50,3% 46,6% 24,2% 15,5% 9,3% Hatherall 0984, pp. 183-184), fa notare che i dati di Hartmann contrastano con quelli di Béjoint 0981b), il quale aveva constatato che il proprio campione di studenti francesi non cercava mai nel monolingue di inglese i seguenti tipi di parole, elencati in base alle percentuali di minor consultazione: 66% parole comuni 47% parole strutturali (= grammaticali) 45% parole tabù 38% nomi propri. Nello stesso campione il 68% cercava molto spesso locuzioni idiomatiche, il 55% cercava talvolta parole enciclopediche, il 53% cercava talvolta parole legate alla cultura di un popolo. 4. L'uso del dizU:mario bilingue 109 Le differenze nazionali e il fatto che gli uni fossero chiamati a rispondere sull'uso dei dizionari bilingui e gli altri su quello dei monolingui di Lz, non giustifica le discrepanze fra i dati e, secondo Hatherall, è attribuibile ad una sola ragione: gli studenti rispondono non in base a quello che fanno realmente, ma in base a quello che pensano dovrebbero fare. Confrontiamo coi dati ottenuti da Hartmann, quelli ricavati per i bilingui in Italia in risposta alla domanda "Quali categorie di parole consulta più spesso?": Sora 66% espressioni idiomatiche 50% parole legate alla cultura 33% avverbi, preposizioni, congiunzioni Marello 53% modi di dire e proverbi 34% parole legate alla cultura 13% altre (comuni, gergali, arcaiche, nomi propri) Come si può notare i dati sono più vicini a quelli di Béjoinl, soprattutto per quanto concerne la consultazione delle parole cosiddette VUOle o strutturali o grammaticali. Alla domanda "Per quale attività usa maggiormente il bilingue?" gli studenti da me interpellati14 hanno risposto: molto spesso 84% 74% 70% 68% 24% 10% mai lettura di testi in I-:z per tradurre in I-:z per tradurre da I-:z per comporre in I-:z per ascoltare I-:z per parlare I-:z 7% 5% 90Al 45% 66% Gli studenti in sostanza usano il dizionario bilingue per attività di decodifica (ma arrivati ad una maggior padronanza in genere preferiscono usare per tale scopo il monolingue di I-:z) e per attività di codifica in Lz, soprattutto quando questa non è libera (composizione), ma legata ad un testo assegnato (traduzione in I-:z)lS. Ponendo ai miei intervistati una domanda di tipo 'glottodidattico', "Fra le principali funzioni del dizionario bilingue qual è fondamentale secondo lei?", ho però ricevuto risposte abbastanza sconcertanti: 50% aiutare a decodificare 21% aiutare a codificare 47% imparare un numero crescente di vocaboli o di significati. 110 4. L'uso del dizionario bilingue C'è da chiedersi perché il 74% degli intervistati dica di usare il dizionario bilingue spesso o moho spesso per tradurre in Lz e solo il 21% ritenga che la sua funzione principale sia appunto aiutare chi deve tradurre in Lz, cioè codificare. Le possibili ipotesi per spiegare questa differenza di risposte sono: a) lo studente continua ad avere una visione poco strumentale del dizionario, perfmo di quello bilingue, e lo considera un magazzino di parole, più che un mezzo per svolgere attività (una conferma di questa ipotesi sembra venire dalle risposte fomite alla stessa domanda fatta circa la funzione del monolingue di Lz: 21% ritiene che la sua principale funzione sia aiutare a decodificare, 15% aiutare a codificare e il 49% pensa che il monolingue serva a imparare nuovi vocaboli e significati); allo stesso modo lo studente sembra pensare che il proprio lessico di Lz si arricchisca imparando parole e significati in vitro, più che in testi concreti; b) la pratica della traduzione in Lznon è molto diffusa rispetto alla traduzione da Lz e ad altre attività; perciò, anche se nelle occasioni in cui traducono in Lz gli studenti usano molto il dizionario bilingue, quest'uso è relativamente raro rispetto agli altri e porta lo studente a credere che aiutare a codificare non sia la funzione principale del dizionario bilingue; c) infine può darsi che lo studente si renda conto (è l'ipotesi che più gli farebbe onore) che un dizionario bilingue non può aiutare più di tanto a tradurre in una lingua straniera, che ]a parte attiva L1 ~ Lz ha dei limiti intrinseci rispetto a quella passiva Lz ~ LI' e che perciò codificare non può essere la sua principale funzione, anche se finisce, in pratica, per esserlo, soprattutto quando il discente si abitua ad usare anche il monolingue di ~ per decodificare. Non è superfluo a questo punto precisare che solo il 72% de] mio campione dice di rendersi conto che il proprio bilingue ha un verso, è fatto per un determinato tipo di pubblico. Inoltre il 72%, quando traduce in ~, asserisce di controllare nella sezione Lz ~ L1 i traducenti suggeriti nella sezione L1 ~ Lz. Si tratta di affermazioni denotanti un certo grado di conoscenza approfondita del dizionario bilingue; altre risposte fanno però pensare che ci sia un distacco fra quello che gli studenti dicono di sapere circa il dizionario bilingue e il suo uso e quanto poi veramente fanno. Per chiarire meglio l'immagine che gli studenti hanno del dizionario bilingue ho posto una serie di domande che anche altri in Italia e all'estero hanno rivolto: "Le è stata fatta una lezione sull'uso del dizionario bilingue?". Il 62% sostiene di non averla mai avuta, il 37% ha invece ricevuto una iniziazione ai misteri del bilingue e in particolare il 36% alle medie, il 45% alle superiori, mentre il 18% è dovuto arrivare fino all'università per saperne qualcosa. Autonomamente gli studenti non sono molto curiosi: se ammettiamo che le introduzioni di almeno alcuni fra i bilingui italiani sono infor- 4. L'uso del dizionario bilingue 111 mative e non soltanto autopromozionali, ne consegue che la loro lettura potrebbe giovare allo studente desideroso di usare il dizionario come uno strumento le cui prestazioni vanno conosciute. Purtroppo soltanto il 33% degli intervistati da Sora Jla letto l'introduzione del proprio bilingue; il 20% dei miei intervistati non l'ha mai letta, il 21% l'ha letta appena acquistato il dizionario e presumibilmente l'ha subito scordata, il 60% la legge quando non capisce un'abbreviazione; il campione di Béjoint 0981 b) non è tanto più curioso, dal momento che il 34% non ha mai Ietto l'introduzione del proprio monolingue di Lz e il 55% l'ha scorsa sommariamente16• Comunque, con o senza le debite presentazioni, il 75% degli studenti che ho interrogato sostien'e d'aver cominciato ad usare un dizionario bilingue fra i lO e i 12 anni (mentre un 51% dice d'aver cominciato a consultare il monolingue di Lz fra i 16 e i 18 annO; ben 1'82% afferma di aver usato il bilingue nella media inferiore, il 79% nella media superiore (ma rispettivamente solo il 36% e il 24% aveva il permessp di usarlo nei compiti in classe). L'89016 degli studenti a cui ho distribuito il questionario ha usato anche un bilingue di greco elo latino: fra questi studenti il 50% è convinto che l'aver consultato dizionari di lingue morte sia servito loro per usare meglio i bilingui di lingue vive, ma ben il 34% è più soddisfatto dei bilingui di lingue morte che di quelli di lingue vive. Richiesti del motivo di questa maggior soddisfazione, gli studenti, scegliendo fra risposte suggerite, hanno detto che i dizionari di lingue morte sono migliori perché descrivere una lingua morta è più semplice, non essendod la necessità di mantenersi aggiornati17• Fra gli studenti italiani, il 50% di quelli intervistati da Sora sono insoddisfatti del proprio bilingue perché "non trovano quello che cercano". Dei miei intervistati il 29% è soddisfatto; scavando fra "i motivi di insoddisfazione degli altri, si scopre che i maggiori torti del bilingue sono il non dare suffidenti indicazioni per scegliere il buon traducente tra molti, o, ed è in pratica lo stesso, il non dare la traduzione contestuale, il negare le necessarie informazioni grammaticali e sintattiche. È dopotutto buon segno che solo una minoranza (17 studenti su 41 insoddisfatti) rimp~overi al dizionario bilingue di non avere tutte le parole che vi ha cercato: le altre lamentele sono infatti sulla qualità, sempre migliorabile, mentre sulla quantità di lemmi inseribili in un dizionario bilingue generale in un volume influiscono limiti flSid non superabili. Il monolingue di Lz in genere raccoglie maggiori consensi; fra quanti hanno risposto al mio questionario il 67% ne è soddisfatto. Anche all'estero Béjoint (981) ha trovato il 77% di soddisfatti, ed anche il campione di Tomaszczyk (979) dichiara di essere più soddisfatto dei monolingui di Lz che dei bilinguj18. 1162% dei miei intervistati ha già viaggiato nel paese di cui studia la lingua; solo un terzo ha modificato il proprio giudizio sul dizionario bilingue in segui- 112 4. L'uso del dizionario bilingue to a tale esperienza, gli altri dicono che erano consci dei limiti del mezzo già in precedenza. Alla domanda "Che cosa renderebbe più facilmente consultabile un dizionario bilingue?" i miei intervistati potevano rispondere con una serie di punti attribuibili a opzioni già suggerite; in ordine d'importanza sono stati indicati come elementi facilitanti: una più chiara impostazione tipografica un maggior numero di rimandi da lemmi difficili (ad esempio, forme irregolari) a lemmi facili (forme regolari: singolari, presente, ecc.) un uso limitato delle abbreviazioni II introduzione di verb patterns come quelli dei monolingui inglesi. Invitati ad esprimersi su quale testo (fra dizionario bilingue, dizionario monolingue di ~, grammatica di ~, antologia di testi in ~, libri in L) ritenessero più importante per l'apprendimento della ~ nella media inferiore, nelle superiori e all'università, 54 fra gli studenti da me intervistati hanno distribuito i 15 punti a loro disposizione (5 al testo più importante, 4 al secondo in ordine d'importanza e così via fino ad assegnare 1 punto solo al meno importante) come segue: l MEDIA bilingue mono di ~ grammatica antologia libri in ~ 184 72 260 143 151 SUPERIORI 141 120 169 209 171 UNIVERSITÀ 108 174 140 187 196 Come si può constatare con il progredire degli studi diminuisce l'importanza attribuita al dizionario bilingue e cresce quella assegnata al monolingue di ~1!iI. Questa rilevazione presenta tuUavia anche altri dati meritevoli di commento: a posteriori, giunti a1l'università, gli studenti si rendono conto che lo studio grammaticale va fatto fanché la mente è fresca, cioè nelle medie. È probabile che gran parte degli intervistati abbia studiato la ~ con metodi situazionali e si sia poi sentita rinfacciare, sempre più aspramente, man mano che proseguiva gli studi, di mancare delle necessarie basi grammaticali. Non riesco a spiegarmi altrimenti un tale concentrarsi di voti sulla grammatica nella media. Interessante è anche l'importanza attribuita alla lettura di libri in I-:z già nelle medie inferiori: unita ai punteggi assegnati alli antologia, costituisce un altro chiaro segnale di quanto gli studenti vorrebbero fosse fatto in materia di insegnamento delle lingue straniere per le generazioni future. È 4. L'uso del dizionario bilingue 113 certo infatti che nell'assegnare i punti non hanno pensato a quanto facevano loro durante le medie (con tre ore alla settimana!), ma a quanto avrebbero voluto fare, giudicando sulla base di quanto sperimentano sui banchi universitari e sentono dire dalle cattedre universitarie. Non hanno pensato nemmeno alle capacità di effettiva lettura di un allievo della media: quello che emerge dal quadro di punteggi è soprattutto un pio desiderio che si lavori di più sulla lingua straniera prima di arrivare a1l'università2o• Vi erano ancora nel mio questionario una serie di domande volte non tanto, o meglio non solo, a saggiare i desiderata degli intervistati, quanto la loro capacità di figurarsi un dizionario leggermente diverso: le risposte hanno mostrato che fra gli studenti vige il concetto del n'più c'è, meglio è" e non si tiene conto del fatto che tutte e tre le proposte fatte nel questionario, se inglobate nel dizionario bilingue, ne complicano la leggibilità. Benché il 43% dichiari di non conoscere l'IPA, il 76% lo ritiene indispensabile nei dizionari e solo 8 studenti osano dire che per le lingue come lo spagnolo, il tedesco e l'italiano non è indispensabile. Il 55% è favorevole alla divisione in sillabe dei lemmi stranieri; solo 3 studenti affermano che è superflua per francese e italiano, mentre 23 intervistati non la vogliono e basta. Il 62% vorrebbe nella sezione ~ => Lt l'etimologia, perché è convinto che lo aiuterebbe a capire meglio il significato di una parola e a ricordarlaj evidentemente questi studenti non hanno provato ad immaginarsi com'è difficile collocare un'etimologia nella voce di un dizionario bilingue che deve già dare a fianco del lemma la pronuncia, magari la divisione in sillabe e finalmente i traducenti. 4.4 Opinioni di insegnanti italiani Dal momento che gli studenti si fanno un'immagine del dizionario, sia esso bilingue, monolingue di lingua madre o di lingua straniera, prevalentemente attraverso quanto viene loro detto o fatto fare dagli insegnanti di lingua, non è inutile riportare brevemente le opinioni sui dizionari bilingui espresse da un gruppo di insegnanti torinesi intervistati nel 1983. Si tratta di 42 docenti: Il delle medie inferiori, 31 delle superiori21 j 23 insegnano inglese, 15 francese, 3 tedesco, l spagnolo. Il questionario loro distribuito comprendeva una trentina di domande che comportavano risposte piuttosto discorsive. Leggerle è stato molto interessante ed istruttivo, ma la quasi totale impossibilità di quantificarle mi ha indotto in seguito a sollecitare in modo diverso gli studenti per ottenere informazioni simili nella sostanza. È stato interpellato un numero maggiore di professori delle superiori, 114 4. L'uso del dizionario bilingue perché l'uso del dizionario bilingue nella media inferiore è ridotto. Comunque, se la domanda da me posta nel 1984 agli studenti "Usava il dizionario bilingue nelle medie inferiori?" fosse rivolta nel 1990 agli allievi dei professori della scuola media da me intervistati, non riceverebbe una risposta molto diversa. Infatti degli Il professori che insegnano nella scuola dell'obbligo, 7 consentono, soprattutto in 21 e in 31 , l'uso del dizionario bilingue in classe per esercizi e per i 'compiti in classe', mentre 4 non lo fanno usare. Uno dei 4 docenti che non ne consentono l'uso è esplicito in proposito: "Non permetto l'uso del dizionario bilingue nei compiti in classe, perché voglio imparino il maggior numero di vocaboli possibile. lo sono il loro vocabolario per le parole che non conoscono". Anche nelle superiori il numero dei docenti che permeue l'uso del bilingue nei compiti in classe è grande. Soltanto 6 su 31 dichiarano di non consentirne l'uso: gli altri o lo ammettono senza condizioni o lo arginano, permettendone l'uso solo negli ultimi anni delle superiori o in un certo tipo di prove. Queste dichiarazioni trovano puntuale riscontro nelle risposte degli studenti alla domanda "Usava il bilingue nelle superiori? E nei compiti in classe?". Il 79% risponde che lo usava; al 36% non era consentito consultarlo nei compiti in classe, al 24% sì, al 39016 soltanto in certi tipi di prove di valutazione. Anche per altre domande non sono emerse macroscopiche differenze fra le risposte dei docenti della media inferiore e quelle date dai professori delle superiori. D'ora in poi, perciò, darò i risultati riferendoli ai 42 professori complessivamente. Il 43% dei docenti insegna da più di 20 anni, il 40% da più di lO e il 17% da meno di lO. Dei 23 insegnanti d'inglese lO (43%) usano lo Hazon, altri lO lo Skey, 2 (9%) il Ragazzini, 1 il Sansoni inglese. Fra i 15 insegnanti di francese, 5 (33%) usano il Garzanti francese, 5 il Boch, 3 (20%) il Robert-Signorelli, 2 il Ferrante-Cassiani. I tre insegnanti di tedesco usano il Sansoni, l'insegnante di spagnolo l'Ambruzzi. Praticamente tutti i professori hanno più di un dizionario. Alla domanda circa i criteri seguiti nello scegliere il dizionario bilingue che usano più spesso, ben 12 (28%) professori su 42 rispondono che usano un certo dizionario perché è stato loro regalato; 8 di questi 12 precisano però che non è il solo motivo: 3 ne hanno letto una recensione favorevole, 2 dicono che è stato loro consigliato da chi ha preso parte alla redazione del dizionario o da un professore universitario, 3 dicono d'averlo esaminato e d'averlo trovato buono. Fra i docenti a cui il 'bilingue del cuore' non è stato regalato, 8 dicono d'averlo scelto perché era stato loro consigliato da un docente universitario, 4. L'uso del dizionario bilingue 115 3 perché consigliati da un professore delle secondarie superiori, 4 su consiglio di un collega, di un amico o di un redattore. Altri 3 insegnanti usano un dizionario che "era già in casa". Perdò i professori che dicono di aver scelto un certo dizionario bilingue seguendo unicamente il proprio giudizio personale sono in tutto 7. Ecco le motivazioni che adducono: uno ci confida che era il primo con la pronuncia in IPA (si riferisce allo Hazon)j 2, riferendosi al Robert-Signorelli e allo Skey, affermano "è un adattamento di un monolingue che conosco e apprezzo"j 4 tagliano corto asserendo "l'ho esaminato ed era buono". n docente di spagnolo ha scelto l'Ambruzzi "perché è 11 unico completo oltre al Carbonell", un insegnante di inglese non ricorda più perché usi lo Hazon, sa solo che "l'ha sempre usato". 3 intervistati non hanno risposto. Alla domanda riguardante lo scopo per cui usano più di frequente il dizionario bilingue, 20 (48%) hanno risposto che lo usano per tradurre in Lz, 15 (36%) per tradurre dalla ~. 7 non hanno risposto e poiché era possibile aggiungere altri usi, molti hanno indicato come meno frequente, ma comunque importante, l'utilizzazione del di~ionario per correggere elaborati, controllare la pronuncia, cercare i sinonimi. Vinformazione che gli insegnanti cercano più spesso nel bilingue è la traduzione di una parola; in secondo luogo la traduzione di proverbi e modi di dire e le costruzioni sintattiche. Le sfasature, gli anisomorfismi fra i lessici di due lingue, che i professori considerano meno ben trattate sono nell'ordine: - le differenze nell'area di significato coperta - le differenze di registro - le differenze simattiche (indicate da 4 insegnantl)22. Fra le voci che i professori consultano per saggiare la 'bontà' di un dizionario bilingue che non conoscono vi sono, non in ordine di importanza, le seguenti: a) preposizioni di uso frequente b) verbi come il fare, dire, essere, ingl. lO gel, lo be, lo make i verbi separabili o non separabili come ted. vergeben, fortgeben c) parole polisemiche come it. senso d) parole che ritagliano aree semantiche contigue come ingl. trave~Journl!)l, trlP; business, affatr e) neologismi O omonimi come il. lasso g) parolacce e parole di argot h) modi di dire i) termini tecnici e commerciali. Va però segnalato che quest'abbondanza di controlli è ingannevole: infatti 116 l 4. L'uso del dizionario bilingue ben 29 (69%) insegnanti su 42 non hanno risposto alla domanda o hanno risposto che non saggiavano nessuna voce in particolare. n 70% degli insegnanti della media inferiore consiglia l'acquisto di un bilingue ai proprio allievi, almeno a partire dal terzo anno; anche 1'81% dei docenti delle superiori lo consiglia. La totalità è d'accordo nel raccomandarne l'uso ad allievi di corsi medi ed avanzati: il 71% lo sconsiglia ai principianti. I ~iteri in base ai quali gli insegnanti consigliano un dizionario bilingue piuttosto che un altro sono nell'ordine: - contiene informazioni sulla costruzione sintattica e ha molti esempi tradotti - è facile da consultare - è il più aggiornato - ha un maggior numero di lemmi. L'inchiesta condotta da GaHsson (1983) rivolgeva le due precedenti domande a 51 insegnanti di francese provenienti da varie parti del mondo e otteneva risultati analoghi: 1'85% dei professori di francese consigliava l'acquisto di dizionari, bilingui in un primo momento, monolingui in un secondo tempo. Mentre nel mio questionario erano suggeriti alcuni criteri in base ai quali consigliare un dizionario bilingue agli allievi, Galisson aveva lasciato facoltà di rispondere liberamente e osservava: "gli argomenti più comunemente avanzati sono di natura pedagogica: chiarezza, precisione, facilità d'uso, maneggevolezza, completezza"; "gli studenti intervistati si dimostrano poco competenti in lessicografia ( ... ) gli insegnanti non appaiono più adatti degli altri a giudicare in modo circostanziato i dizionari, né quindi a consigliare l'uso di questa o quell'opera con piena conoscenza di causa" (Galisson 1983, p. 35). Richiesti di esprimere un parere sulla necessità e sul modo di rendere più facile da consultare un dizionario bilingue, 7 insegnanti hanno risposto che i dizionari bilingui non dovrebbero essere più facili. Per usare le parole di uno di loro: "i dizionari ben fatti saranno sempre difficili da consultare" 23. 6 insegnanti non hanno risposto e i restanti 29 hanno indicato come fattori facilitanti nell'ordine: - l'introduzioni di lemmi con rimandi - l'uso limitato delle abbreviazioni -l'introduzione in appendice di schemi sintattici tipici, ripresi all'interno dei lemmi - la diversa grafica e l'eliminazione di lemmi supernui2~. 1145% degli insegnanti è favorevole alla creazione di dizionari bilingui per fasce di utenti; il 52% invece non è favorevole e risponde che "già esistono i tascabili e le edizioni ridotte"2S, "sarebbero soltanto un'operazione commerciale", "il quadro della lingua offerto dal bilingue deve essere il più completo possibile", si finirebbe insomma per "impigrire troppo gli allievi". 4. L'uso del dizionario bilingue 117 Soltanto il 17% dei docenti afferma di non fare una lezione in cui spiega come usare il dizionario bilingue; gli altri la tengono per lo più in seconda o terza media e nelle superiori al secondo o terzo anno di studio della lingua. Il 38% fa usare il dizionario bilingue in classe, generalmente nelle superiori, per attività di lettura collettiva di giornali; ciò tuttavia non accade molto sovente. Il 67% assegna compiti a casa che richiedono esplicitamente l'uso del bilingue: nelle medie per ricerche sul lessico impiegato in versioni, per composizioni in ~, riassunti, lettere, dialoghi; nelle superiori per le stesse attività e per la lettura di giornali stranieri. Il 26% non permette l'uso del dizionario durante le prove di valutazione Ci cosiddetti compiti in classe) e ho già detto all'inizio di questo paragrafo qual è l'atteggiamento in proposito dei docenti dell'obbligo e delle superiori. Il 38% dei professori non insegna a leggere l'Alfabeto Fonetico Internazionale, ma curiosamente soltanto 1'11% ritiene non importante l'indicazione della pronuncia in IPA e cioè 1 insegnante, più quello di spagnolo e i 3 di tedesco. La maggioranza di quelli che insegnano l'IPA ai propri allievi iniziano dalla prima media o dalla prima classe delle superiori. Per il 55% è sufficiente che l'indicazione della pronuncia nel dizionario venga data nella parte L2~LI' come avviene ora. Il 45% sarebbe favorevole all'introduzione dell'etimologia nella sezione ~~LJ' perché convinto che gli allievi "ricorderebbero meglio le parole", "amplierebbero le proprie conoscenze culturali". Il 38% non favorevole all'introduzione dell'etimologia nel bilingue sostiene, a mio avviso sensatamente, che "non è necessaria perché basta cercarla in un monolingue della Lz", "sarebbe un'informazione in più ed appesantirebbè la consultazione", e argomenta pure, con minor ragione tuttavia, che "farebbe del dizionario bilingue un'opera specialistica non scolastica" e non avrebbe utilità perché "o si fa tutta la storia di una parola oppure non ha senso fornirne gli estremi". 7 docenti non hanno risposto. La quasi totalità degli insegnanti delle superiori usa un monolingue di Lz, mentre il 30% degli insegnanti della scuola media asserisce di non usarlo. Fra i monolingui di Lz inglesi predominano quelli della Oxford U. P.; i vari formati di Robert e Larousse si dividono equamente le preferenze dei docenti di francese; gli insegnanti di tedesco consultano lo Spracbbrockbaus, il Wabrlg, il Duden che però, ricordiamolo, non sono monolingui di Lz, ma monolingui per tedescofoni. Mentre soltanto 2 insegnanti della media consigliano ai propri allievi migliori un monolingue di L2, il 58% degli insegnanti deIJe superiori ne raccomanda l'acquisto26• Infine alla domanda "Che tipo di informazioni, assenti o carenti nei dizio- 118 7 4. L'uso del dizionario bilingue nari bilingui che conosce, vorrebbe trovare in un dizionario bilingue del futuro?" il 36% non ha risposto. Gli altri hanno indicato di volere più neologismi, più attenzione alle locuzioni idiomatiche, ai termini gergali, volgari, tecniccrscientifici. n quadro complessivo che si ricava dalle risposte degli insegnanti non è scoraggiante, ma nenuneno del tutto confortante: molti docenti dimostrano di avere un'idea piuttosto chiara della natura e della funzione del dizionario bilingue, ma non guasterebbe una formazione più specifica in merito. Se 1'83% degli insegnanti dichiara di fare una o più lezioni per spiegare l'uso del bilingue, ma solo il 37% degli studenti afferma d'aver ricevuto insegnamenti di tal tipo, vuoi prs>babilmente dire che, anche quando una lezione c'è stata, non ha lasciato il segno e si può ancora lavorare molto per migliorare l'efficacia della didattica preparatoria all'uso del dizionario27• Occorre poi sfatare il pregiudizio circa la necessaria ed inevitabile difficoltà del dizionario come tipo di testo e del dizionario bilingue nella fattispecie; occorre anzi far comprendere quanto in una voce lessicografica è frutto di tradizione secolare o del concetto del "più c'è, meglio è (tanto peggio se crea confusione)" e quanto invece è davvero utile e necessario a chi consulta. Ad esempio, il fatto che il 45% degli insegnanti sia favorevole all'introduzione dell'etimologia dimostra negli insegnanti la stessa incapacità riscontrabile negli studenti di figurarsi una voce di sezione ~=>Ll con pronuncia in IPA, magari divisione in siUabe e (collocata dove?) etimologia, più traducenti ed esempi. Un'incapacità ancor più evidente di riflettere sul disegno finale della voce, salvo l'invocarne altrove una maggiore leggibilità e semplicità, è mostrata da quel 35% di insegnanti che dichiara di volere la pronuncia delle parole straniere anche nella sezione Ll=>Lz. La domanda era stata fatta proprio nell'intento di appurare se il professore di lingua straniera, dopo anni di frequentazione dei dizionari bilingui, era in grado di figurarsi una glossa infarcita di tante pronunce quanti sono i traducenti proposti per ogni accezione del lemma di Ll 28• Sono convinta, tuttavia, che la conoscenza dei dizionari bilingui presso gli insegnanti di lingua straniera sia in realtà più approfondita di quanto certe affermazioni non sempre coerenti e certa svagatezza o reticenza nel rispondere al mio questionario possano far credere. È probabile abbia influito negativamente sull'attenzione posta nel compilare il questionario il modo con cui è stato presentato, cioè fuori da un corso di aggiornamento, senza servirsi dell'appoggio di un'associazione di docenti, ma semplicemente attraverso la richiesta ai presidi di distribuirlo ai propri insegnanti di lingue e di ritirarlo compilato entro una certa data. Alcuni docenti devono averlo considerato come una ricerca accademica su aspetti non cruciali dell'insegnamento della Lz, con scarsa possibilità di ricadute applicative. La maggio- 4. L'uso del dizionario bilingue 119 ranza dei docenti, tuttavia, ha risposto con impegno pensando, giustamente, di contribuire a migliorare i dizionari e la didattica relativa. 4.5 Dizionari bilingui e professionisti della traduzione Nell'eterna polemica fra belle infedeli e brutte fedeli il dizionario bilingue è sempre stato sullo sfondo, invocato e odiato dal traduttore. Nel rapporto fra dizionario e chi traduce vi sono momenti idilliaci, momenti di calma operosa, momenti tempestosi. Iniziando dalla situazione più comune, quella della versione dalla lingua straniera in lingua madre (per il professionista di traduzioni soprattutto scritte sarebbe infatti buona norma non tradurre mai in lingua straniera; cf. Bonino 1980, p. 525; Lederer 1981; Seleskovitch 1975 ecc.), i momenti di idillio sono rappresentati dalle occasioni in cui il dizionario bilingue offre un buon traducente che il traduttore, ancorché bilingue, non conosceva. Infatti, per quanto piena d'esperienza, una persona bilingue non raggiungerà mai una vastità di conoscenze lessicali tale da pareggiare o superare quella registrata in un dizionario bilingue di media dimensione. Molte persone bilingui, ciascuna particolarmente esperta in un settore dello scibile, potrebbero, unite, possedere una conoscenza Oessicale ed enciclopedica) di due culture e delle rispettive lingue equivalente in ampiezza, e sicuramente superiore in qualità, a quella riversata dai redattori in un dizionario bilingue. Di solito, però, quando il traduttore affronta una traduzione è solo con le sue conoscenze, magari non troppo approfondite, circa l'argomento trattato nel testo da tradurre: il dizionario monolingue della lingua in cui è scritto il testo e il dizionario bilingue, generale e/o specializzato, sono i suoi immediati interlocu tori 29• Se il contesto dà al traduttore una vaga idea del significato di una parola o di un'espressione in ~, è probabile che il traduttore salti decisamente la ricerca nel monolingue di ~ e consulti subito il bilingue. n traducente che vi trova può essere soddisfacente per lui, ma insoddisfacente per l'esperto dell'argomento trattato dal testo, esperto che potrà suggerire traducenti migliori di quelli proposti dal dizionario bilingue. Più l'argomento è remoto e specialistico, più le probabilità che il dizionario bilingue offra un servizio imperfetto sono alte; in tal caso è consigliabile procurarsi dei dizionari specialistici, ma non esistono per tutte le lingue e per tutte le branche e perciò la garanzia di una buona traduzione in questi casi va ricercata al di fuori degli strumenti lessicografici. li traduttore con una certa esperienza è tuttavia preparato a perdonare questo tipo di cattivo o imperfetto servizio offertogli dal dizionario non spe- 120 7 4. L'uso del dizionario bilingue cializzato, così come è disposto a 'collaborare' col dizionario bilingue quando questo gli offre traducenti che non sono cattivi, ma nemmeno adatti al contesto che sta traducendo. Sono i momenti che ho definito di calma operosa. Chi traduce non trova nel dizionario bilingue la soluzione, ma vi trova sufficienti spunti per arrivare da solo alla buona traduzione o almeno ad una buona parafrasi esplicativa, basandosi sulla propria conoscenza lessicale ed enciclopedica di parlante nativo30• • I momenti tempestosi sono invece quelli in cui il lemma non compare o il traducente offerto dal dizionario bilingue è palesemente inadatto e non suggerisce spunti, per cui il traduttore è costretto, in mancanza di informatori in carne ed ossa, ad inseguire affannosamente dizionari monolingui di ~, e più frequentemente dizionari gergali o specializzati, dal momento che le parole non incluse nellemmario di un dizionario generale sono appunto tecnicismi, parole rare o gergali. Questi momenti tempestosi sono molto più frequenti nel corso di una traduzione da LI in ~, quando chi traduce ha una conoscenza della ~ sufficiente per giudicare inadatti i traducenti proposti dal bilingue, ma non bastante per proporre un'alternativa valida. Le scuole per interpreti e traduttori consigliano sempre ai proprio allievi di andare oltre il bilingue generale, arrivando al bilingue specializzato e talvolta al confronto di enciclopedie e manuali nelle due lingue'l. Da queste osservazioni appare evidente che le scuole di interpretariato e traduzione e i corsi universitari di traduzione sarebbero luoghi ideali per una collaborazione attiva con i lessicografi. La costruzione di dizionari bilingui attivi (il tipo di bilingue più complesso e carente finora) potrebbe diventare un momento del curriculum formativo dell'interprete e soprattutto del traduttore. Già oggi si incoraggia nei corsi di traduzione la redazione di glossari32 , però l'attività che prospettiamo è molto più impegnativa. Qualora un dizionario bilingue attivo diventasse lo strumento auspicato e prefigurato da Mary Snell-Hornby (cf. Snell-Horbny 1983 e 1987), cioè un sistema di campi semantici contrastivi, in cui il principio dell'equivalenza è sostituito da quello della differenziazione e qualora tale dizionario facesse riferimento ad una buona grammatica contrastiva, chi meglio di una classe di aspiranti traduttori, guidati da insegnanti non digiuni di linguistica potrebbe apprezzarlo e migliorarlo? Infatti, come avverte la stessa Snell-Hornby (1987, p. 170), "Such a dictionary would be a highly sophisticated reference tool, and it would presuppose the leamer's willingness to make full use of the information it provided". Un utente così motivato si trova per lo più solo nelle scuole di traduttori. La costruzione di un simile dizionario, che per il momento non esiste e che esplicherebbe appieno le proprie potenzialità soprattutto attraverso una prima fase di progettazione e consultazione tramite computer, non sarebbe 4. L'uso del dizionario bilingue 121 affatto una sterile esercitazione, ma darebbe ai futuri professionisti l'occasione di far fruttare la pratica traduttiva e nello stesso tempo l'opportunità di osservare in modo distaccato la propria attività. Per costruire campi semantici contrastivi è necessario partire dalla testologia contrastiva alla Hartmann, cioè da un corpus costituito da testi originali, omogenei per argomento, e dalle loro traduzioni; se le traduzioni sono state fatte dagli aUievi il coinvolgimento è assicurato. Individuati i campi semanticiss, si può riflettere sulle relazioni interne fra le parole che ricoprono quell'area di significato e sulle relazioni esterne con le parole che nell' altra lingua ricoprono una corrispondente area di significato. Si toccheranno con mano i contorni dell'anisomorflSmo linguistico. I migliori dizionari di falsi amici già contengono e permettono osservazioni simili, ma presentando le parole a gruppi di due o tre danno un'idea troppo frammentata delle relazioni interne ed esterne dei campi a cui appartengono: sono certo utili al traduttore, ma meno del confronto fra campi di una certa estensione"'. Estraendo da testi le parole che formeranno i campi, gli allievi dovrebbero conservare anche traccia della costruzione sintattica in cui sono inserite, in modo da fare una scelta traduttiva consapevole della grammatica che ogni parola porta con sé!s. La preparazione di un (frammento di) dizionario di questo tipo porta ad esplicitare almeno alcune delle operazioni che il traduttore compie traducendo; è però lecito continuare a chiamare una simile descrizione 'dizionario', se il lavoro viene presentato non solo sotto forma di campi lessicali affiancati, ma anche corredato di indici alfabetici con rimandi, se cioè assume la veste di un'opera di riferimento, con accessi rapidi alla consultazione. I campi semantico-Iessicali da indagare contrastivamente sono soprattutto quelli connessi a percezioni e valutazioni, quelli legati a norme socioculturali o a insiemi di oggetti e attività strutturati. Nel frattempo i lessicografi approntano strumenti di consultazione sempre più affidabili e linguisticamente consapevoli per le singole lingue, individuano con maggior precisione le parti fraseologiche, le formule stereotipate, per cui gli aspiranti traduttori possono36 o potranno contare su sponde solide cui appoggiarsi per costruire con la propria competenza il ponte del confronto interlinguistico. Nel passato il traduttore professionista ha spesso collaborato alla redazione di dizionari bilingui assoggettandosi alle regole della tradizione lessicografica; ha visto in un certo senso mortificato, sacrificato il proprio patrimonio di esperienza traduttiva nel letto di Procuste della glossa bilingue. È venuto il momento che il traduttore si affianchi allessicografo anche nella fase di progettazione: la vivace sperimentazione in sede di lessicografia bilingue dimostra che i tempi sono maturi e che ogni utile apporto può essere oggi accolto da redattori di dizionari che fino a qualche decennio fa erano impermeabili a ogni suggerimento relativo al disegno del dizionario. 122 4. L'uso del dizionario bilingue Introducendo nella preparazione del futuro traduttore la lessicografia contrastiva si può realisticamente pensare ad un'evoluzione positiva del rapporto fra dizionari bilingui e traduttori, ad un aumento dei momenti di 'calma operosa', soprattutto se ai bilingui tradizionali chi traduce affiancherà opere come quelle che abbiamo auspicato, dizionari attivi o passivi che non propongono facili equivalenze, ma aiutano a scegliere la traduzione attraverso l'analisi delle differenze fra una lingua e l'altra!7. Note 1. 7 2. 3. 4. 5. In un punto soltanto i commenti di Underhill dovrebbero essere precisati, là dove affenna che il dizionario bilingue "is more suited to comprehension ramer man production-type activities" (Underhill 1985, p. 105). È: più giusto dire che la sezione Ll~~di un bilingue è predisposta, ma in modo insufficiente, per attività di produzione; circa il falto, innegabile, che i dizionari bilingui si rivelano più efficaci nelle attività di comprensione, questo dipende tanto dal disegno del dizionario, quanto dalla natura delle attività di comprensione che possono maggionnente giovarsi del contesto; inoltre quando tali attività sfociano in un testo scritto, non bisogna dimenticare che tale testo è in LI' più facile da comporre di un testo in ~. Atkins 0985, p. 22) sostiene "mere is in me English-speaking world a fairly rigid dichotomy between monolingual and bilinguallearners' dictionaries. Such is not tbe case in other areas: in ltaly, for eJl.ample, the hybrid dictionary (one with bom bi-and mono-features) is a normal event". Su quali dati la Atkins basi quest'ultima affennazione non è molto chiaro: l'unico dizionario veramente 'ibrido' sul mercato italiano è il Robert-Signorelli. Anche lo Skey si ispira ad un monolingue nella sezione inglese-italiano, ma resta sostanzialmente un bilingue nell'impostazione. Non credo che questi due casi permettano di considerare 'una cosa normale' in Italia i dizionari bi-mono-lingui. Traggo queste indicazioni da Rey 1986. Vi sono altri esempi di come il tipo tradizionale di dizionario bilingue e monolingue possa essere modificato. Ad esempio l'Oxford Engelsk-Norsk Ordbokdi A.S. Hornby eH. Svenkerud (983), pubblicato a OsIo dall'editrice Cappelens, è un dizionario bil ingue per norvegesi, in cui i lemmi, i derivati e i composti sono tradotti, ma non gli esempi inglesi. Il Diccionario inglés For Spanisb speakers di F. de Mello Vianna (Skok ie: National Textbook 1982) è un dizionario monolingue inglese le cui definizioni sono tradotte in spagnolo per facilitare la lettura all'utente di lingua madre spagnola. Anche i numerosi disegni, quando riguardano esseri umani, raffigurano sempre dei neri. I nomi propri geografici presenti negli esempi si riferiscono a località africane. Si vedano fra gli altri Barone (979), Baxter (980), Bujas (1975), De Martino (1981), Scholfield (1982), Rossner (1985). 4. L'uso del dizionario bilingue 6. 7. 8. 9. lO. 123 Effettivamente i djzionari inglese-giapponese Ligbtbouse (Kenkyusha 1984) e Global (Sanseido 1983) hanno il profilo D; potrebbe quindi darsi che gli studenti giapponesi siano abituati, più di studenti di altri paesi, a questo profilo e gradiscano meno le microstrutture con esempi intercalati fra i traducenti. La casa editrice MacMillan pubblicò nel 1974 un Dictionary Teacber's Manual; Whitcut (979), Ellis (978) e UnderhiII (980), Kirkpatrick (1981) suggeriscono esercizi da svolgere rispettivamente con il Longman DiclionaryofContemporary English, con l'Oxford Advanced Learner's Dictionary of Cumml Englisb e con il Chambers UniuersaL Burridge-Adam (1985) è una guida all'uso in classe dei learners' dictionaries con scopi più ampi di quelli dei testi appena menzionati. Un'appendice di Travaux pratiques scritta sotto la direzione di R. Lagane accompagna il Dictionnaire du Français contemporain ed anche il Robert métodiqueha un Livretpédagogique(984); Arkley (t 970) è un manualetto inglese per bambini, mentre Winter (981) è per principianti. Cbeck it(Gyldendal, Copenhagen 1978) è un manuale per bambini con molte vignette. In ambiente italiano 11 nuovo Zingarelli (983), nella copia saggio destinata agli insegnanti, comprendeva anche un'appendice di R. Solarino e G. Dossena con esercizi e giochi di parole da svolgere col dizionario; il Dizionariopraticodel/a lingua italiana(t987) della Mondadori può contare su un quaderno didattico con esercizi guidati di F. Roncoroni: Fare italiano con il dizionario; il Grande Dizionario Garzanti della lingua italiana (1987) ha una guida, venduta a pane, compilata da insegnanti e lessicografi, dal titolo 11 dizionario per. Suggerimenti e proposte per un uso dinamico e creativo del dizionario italiano. Oltre a Patzold e Schnorr (985) e SchOlZ (1985), concernenti rispettivamente bilingui tedesco e inglese, tedesco e francese, cito i numeri speciali lO, 11, 13, 17 della rivista Langenscheidt Mitteilungen fur den Philologen, usciti fra il 1973 e il 1982 e contenenti saggi riguardanti dizionari bilingui per francese e inglese pubblicati dalla Langenscheidt. Look it up della casa editrice Gyldendal è in danese e suggerisce esercizi per arricchire il proprio lessico inglese; Engelska ordboksguiden della editrice Esselte Studium è in svedese ed è una guida all'uso dei dizionari per studenti di inglese a livello avanzato. Come questo sia vero, si evince tra l'altro dal fatto che B. T. Atkins, H. Lewis, I. Sedwell, D. Summers eJ. Whitcut nel preparare il Research Project intoDictionary Use, hanno fatto tesoro degli errori altrui per evitare di ripetcrli. Il progetto sponsorizzato dalla AlLA Commision on Lexicography & Lexicology e dall'EURALEX, la Società Europea di Lessicografia, coinvolge studenti e docenti di inglese di tutta Europa e consiste in un'inchiesta molto articolata, con esercizi da svolgere con il dizionario, senza il dizionario, con gruppi di controllo; prevede una finale elaborazione elettronica dei dati raccolti (cf. Atkins et al. 1987). Sull 'util ità, comunque rilevante, delle ricerche tramite questionario condotte finora, cf. anche Béjoint-Moulin (1987, p. 98). Sora (984) è stato pubblicato su un periodico di scarsa circolazione; i dati da me raccolti vengono pubblicati in questa sede per la prima volta, anche se alcune risultanze sono state anticipate in Marello (1987). Queste ricerche, come pure Coviello (987) sono state condotte autonomamente; non ci sono stati scambi di 124 7 4. L'uso del dizionario bilingue opinioni sul contenuto dei questionari, ma esiste una notevole somiglianza fra le domande fatte perché Coviello ha tenuto conto soprattutto di Galisson (1983), Sora di Tomaszczyk (1979) e Béjoint (1981b), mentre io ho introdotto nel mio questionario per gli studenti domande che ritenevo importanti sulla base di precedenti risposte ricevute da insegnanti elementari intervistati nel 1979-80 (cf. Marello 1982) e soprattutto da docenti di lingue straniere intervistati nel 1983, oltre a praticamente tutti i tipi di domande presenti nei questionari di Galisson, Béjoint e Tomaszczyk. Il. Sul piano delle conoscenze teoriche anche Coviello (1987) ha registrato risultati deludenti: gli studenti del IV anno che avevano frequentato seminari di introduzione alla lessicografJa e all'uso dei dizionari, pur dando definizioni di 'dizionario' più circostanzate e realistiche di quelle fornite dagli studenti del I anno, non hanno fatto nessun uso di terminologia specifica, né fatto riferimento alla molteplicità dei tipi di dizionario. Esiti come questi non dimostrano tanto l'inutilità di corsi per l'uso e la conoscenza del dizionario, quanto la necessità di studiare meglio come impostarli: un conto è svolgere un seminario di qualche ora, un altro fare un corso Istituzionale con seminari ed esercizi su aspetti specifici. Fra le proposte recenti in quest'ultima direZione, si veda Kipfer (1984). Un altro conto ancora è adottare un uso del dizionario integrato alle normali attività linguistiche, cf. oltre § S.S. 12. Preciso che mentre Sora (984) fornisce dati percentuali commentati, Coviello non dà riscontri percentuali, ma i suoi risultati 'parlano' anche nella forma discorsiva in cui ella stessa li fornisce. Chiariamo innanzitutto che gli intervistati dichiarano di possedere i seguenti dizionari: Sora 58% Hazon 26% Ragazzini 10% ha 2 diz. bi!. Marello su 58, 49 intervistati hanno un diz. bilingue d'inglese 67% Hazon 12% Borrelli-Chinol-Frank 8% Ragazzini 12% altri diz. (16% ha 2 o più diz. bi!. d'inglese) Coviello tutti i 42 studenti hanno un diz. bil. di francese; i più diffusi sono Garzanti, Ferrante-Cassiani, Boch Marello gli studenti hanno nell'insieme 18 copie di Garzanti francese Il copie di Ghiotti 5 copie di Sansoni-Larousse. I dizionari rnonolingui di La più diffusi sono, sulla base delle tre interviste, per l'inglese l'Oxford Advanced Learner's Dictionary of Current English, seguito dal Concise Oxford Diclionary, per il francese il Peltte larousse, e il Petit Robert. La diffusione di certi bilingui o di certi monolingui di La. pur accertata su campioni esigui, mostra caratteri registrati anche all'estero su campioni più vasti e cioè: a) la notevole staticità del mercato (i titoli apparsi negli ultimi dieci anni saranno in 4. L'uso del dizionario bilingue 125 mano a studenti universitari forse nel 1990; gli studenti universitari continuano ad usare all'università il dizionario bilingue acquistato all'inizio delle secondarie e, semmai, comprano un monolingue di 1..), b) l'affezione degli insegnanti per i dizionari su cui si sono essi stessi formati e che perciò tendono a consigliare agli allievi. L'emergere di fattori commerciali e regionali, che invece non appare in questi campioni limitati, è però documentato da rilevamenti ratti nel mondo dell'editoria ed è esasperato in Italia da un sistema di vendita dei testi scolastici che finisce per 'obbligare' il libraio a vendere i dizionari della casa editrice che gli ha ritirato manuali scolastici invenduti, restituendogli non soldi, ma l'equivalente della somma in dizionari. 13. Non drammatizzerei quindi per la relativamente bassa percentuale di studenti, (52%) fra quelli da me intervistati, che afferma di usare il dizionario per cercarvi informazioni grammaticali; in realtà le cerca tantissimo, attraverso la consultazione delle voci relative ai verbi. 14. Gli studenti interrogati da Sora hanno dato risposte equivalenti, dicendo di usare il dizionario bil ingue soprattutto per tradurre in ~ e meno per tradurre da ~, per leggere testi in ~ o fare composizioni libere in ~. 15. Infatti se si chiede loro per quali attività usano il monolingue di Lz, rispondono come segue (tra parentesi i risultati ottenuti di Béjoint 1981): lettura in L2 traduzione da ~ traduzione in L2 composizione in ~ fase d'ascolto in L2 conversazione in ~ 54% (written comprehension 60%) 49% (idem 86%) 31 % (idem + composizione 58%) 46% 13% (oral comprehension 14%) 5% (oral composition 9%) 16. Fra gli studenti interpellati da Sora il 50% aveva letto l'introduzione del proprio monolingue di ~; va osservato, fra l'altro, che le introduzioni dei leamers' dictionaries contengono solitamente informazioni fondamentali per usare appieno il dizionario, informazioni più importanti per una buona consultazione di quanto in genere non siano quelle contenute nelle introduzioni dei bilingui. 17. Come osserva Zgusta 0986, pp. 1-2), in realtà nel corpus di una lingua morta c'è più dinamismo di quanto il profano possa immaginare: non solo si scoprono nuovi testi e nuove iscrizioni, ma ci sono nuove edizioni critiche e si allarga il numero degli autori da cui i dizionari scolastici di latino o di greco prendono esempi. 18. Non va trascurato, tuttavia, questo dato: ponendo direttamente la domanda "È più soddisfatto del bilingue o del monolingue di Li", Sora ha raccolto un 32% più soddisfatto del bilingue ed io, su 29 che hanno risposto, ho trovato Il studenti che dichiarano di preferire il bilingue "anche perché non sanno capire" il monolingue e 4 che non hanno preferenze fra I due tipi di dizionario. Bisogna inoltre ricordare che queste domande finiscono per avere un valore concreto solo per gli studenti di inglese e minor valore per quelli di francese; gli studenti di tedesco o di altre lingue non dispongono di veri monolingui di ~ per ora: sappiamo che ? 126 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 4. L'uso del dizionario bilingue un monolingue di tedesco per stranieri è in corso di compilazione da parte di G. Haensch, D. GOLZ e altri per la casa editrice Bertelsmann. Coviello aveva posto un quesito simile ai propri intervistati: aveva cioè chiesto agli studenti del primo anno di università e a quelli del quarto di indicare i testi per loro piÒ importanti nell'apprendimento della Lz· Le matricole hanno indicato nell'ordine grammatica, libro di testo, dizionario bilingue; quelli del quarto anno libro di testo e, in secondo piano, a pari merito, grammatica e dizionari bilingui e monolingui. Si noti che un numero esiguo di intervistati proviene dal liceo linguistico; la grande maggioranza viene da secondarie superiori in cui le ore di insegnamento della Lz sono quelle che sono. Va anche detto che, a qualche anno di distanza dalla somministrazione del questionario, in piena discussione di una riforma della scuola secondaria superiore in cui le lingue straniere hanno più spazio, e soprattutto alla luce della progressiva introduzione delle lingue straniere nelle elementari, la graduatoria di importanza dei vari tipi di testi stilata dagli intervistati appare meno rivoluzionaria e velleitaria. I docenti delle superiori in parte insegnano in istituti tecnici e professionali, in parte in licei scientifici e classici. Alla stessa domanda sugli anisomorfismi non ben trattati gli studenti hanno risposto proprio come i professori, hanno cioè messo in primo piano la scarsa resa degli anisomorfismi semantici, i più "facili" da notare, seguiti a distanza rawicinata dalle sfasature di registro e poi da quelle sintattiche, indicate come mal rese da 13 studenti. Il numero di studenti relativamente alto che trova non ben trattate le sfasature sintattiche è, messo a confronto con il ristretto numero di insegnanti che awertono tale mancanza, una spia di conoscenze, capaciù e bisogni (skills and needs) diversi. Quest'opinione è radicata e dura a morire se la ritroviamo ancora venti anni dopo la chiara e bella affermazione di Haas 0962, p. 48): "There is another desideratum for a good dictionary, monolingual or bilingual, which can be stated very simply. A good dictionary is one in which you can find the information you are looking for preferably in rhe very first pIace you look. Nothing could be sllller than the tacit assumption, far too commonly encountered, that it is somehow good for the soul of the user if he has to work hard to find what he is looking for". Gli studenti intervistati hanno invece indicato quale primo fattore facilitante l'impostazione tipografica, come si è visto nel § 4.3; è un'altra spia delle differenze fra ciò che è "facile" per gli uni e per gli altri. Sui 58 studenti solo 17 dichiarano di non possedere tascabili; in compenso 29 intervistati ne possiedono due o tre, li usano in viaggio e 15 li trovano soddisfacenti "viste le loro dimensioni". Sulla differenza fra un'edizione ridotta e un eventuale dizionario bilingue per fasce d'apprendimento cf. § 5.3 e 5.4. Fra gli insegnanti intervistati da Galisson (983) erano emersi i seguenti dati: docenti di Parigi consigliano l'acquisto di un monolingue di Lz bilingue 90% 35% 4. L'uso del dizionario bilingue docenti di Middleburg 48% (48%) 127 87% (81%) I dati fra parentesi riponano le risposte allo stesso quesito date dalla totalità (docenti della media e delle secondarie superiorO degli insegnanti torinesi: come si vede sono più vicini a quelli raccolti nei questionari distribuiti ai professori americani di francese. Galisson commenta la differenza di risultati fra insegnanti di francese intervistati a Parigi e insegnanti nordameriaoni nel modo seguente: i primi si rifanno "a una metodologia diretta, che si sforza di evitare la lingua madre e eliminare il bilingue dalla scuola"; i nordamericani utilizzano "metodi molto più dottrinali e accettano, in nome del pragmatismo, di vedere i loro allievi accedere al senso per la via che sembra loro più facile, cioè attraverso un dizionario bilingue, anche se questa facilità è più apparente che reale e sfocia talvolta nell'approssimazione" (Galisson 1983, p. 37). 27. ~ ben vero che gli studenti da me intervistati non sono necessariamente allievi dei docenti intervistati, ma credo che le risposte degli insegnanti si possano con buona approssimazione generalizzare. 28. Il dizionario francese e italiano Ferrante-Cassiani dà la trascrizione fonetica nella pane italiano-francese per quelle parole francesi, proposte come traducenti o usate in esempi, che considera di pronuncia difficile. I due insegnanti di francese che affermano di usare prevalentemente tale dizionario non sembrano averlo notato; del resto le indicazioni non sono molto frequenti e nell'introduzione del Ferrante-Cassiani non si parla di questa caratteristica. 29. Sempre che non sia affetto da "mitridatismo dei traduttori", malattia professionale °a cui vanno soggetti tutti i traduttori privi di autocontrollo e di forza sufficiente per reagire e tendere al meglio', ·comoda accettazione del ciarpame tradizionale dei binomi diretti (parola in lingua di partenza = parola in lingua d'arrivo) favoriti da certi dizionari bilingui che hanno la pessima abitudine di indicare per ogni lemma come prima corrispondenza 'generica' una certa parola destinata poi ad essere impiegata indiscriminatamente in tutti i casi, cioè anche in quelli in cui l'espressione potrebbe e dovrebbe essere tradotta appropriatamente con un 'altra parola" (Bonino 1980, pp. 502-503). Questo passo illustra chiaramente che l'uso del bilingue dev'essere critico e soprattutto chiarisce i motivi per cui lo sforzo di "v Scerba (dare traducenti con un largo raggio d'applicazione per conservare la polisemia del lemma, cf. supra § 2.2.5) non ha avuto grande seguito nella tradizione lessicografica bilingue europea: per difendersi dalle accuse di genericità, il dizionario bilingue preferisce rincorrere tutti i possibili contesti, inducendo piuttosto all'ipertraduzione (cf. supra § 3.2). 30. C'è da sperare che non abbia invece ragione Sergio Perosa, il quale sul Corriere della Sera del 16 settembre 1973 scriveva: "I traduttori-scrittori degli anni Trenta e Quaranta - i Pavese e i Vittorini - lavoravano in un'estrema penuria o addirittura in un'assoluta mancanza dei più elementari sussidi linguistici: dizionari e glossari, repertori e manuali e via dicendo. Non trovando la spiegazione dei loro dubbi o inventavano (il più delle volte facendo centro) o saltavano. Oggi di vocabolari, repertori, glossari, cataloghi e concordanze, dizionari di 'slang' ce n'è a 7 128 4. L'uso del dizionario bilingue bizzeffe, e di ottima fattura. Ma nessuno li guarda. Nel frattempo siamo tutti diventati almeno bilingui - l'inglese, chi non lo sa - e perciò nessuno si sogna, o si degna di consultarli. Sarebbe come un'ammissione di ignoranza o di debolezza" (citato in Bonino 1980, p. 514). Nel numero 2, novembre 1983 di Language Monlhly, una rivista internazionale rivolta a tutti coloro che svolgono professioni riguardanti le lingue straniere (traduttori, interpreti, insegnanti, linguisti), è apparso alle pp. 22-23 un articolo non firmato intitolato Dizionari scelli italiani e bilingui. Una bibliografia commentala. L'autore dice d'avere alle spalle una carriera di traduttore della CEE e del Parlamento Italiano. Fra i dizionari bilingui inglese e italiano consiglia quello in quattro volumi della Sansoni-Harrap, il Dizionario tecnicodi G. Marolli (1980, xi ed.) e il McGraw-HiII (1982), il Dizionariodieconomiadi Bannock, Baxter e Rees (1983), tradotto dall'economista F. Caffè, il Dizionario commerciale di G. Ragazzini (1981). Per la medicina segnala Lucchesi (1980) e Bussi-Cognazzo (1981). 31. Nel programma del 2° anno del corso tenuto da M.me Seleskovitch all'ESIT, la prestigiosa scuola per interpreti e traduttori di" Parigi, si legge (fra i titoli degli argomenti relativi alla preparazione da prevedere quando si deve lavorare come interprete in conferenze di soggetto tecnico) un eloquente e lapidario: "critique des dictionnaires, éloge des encyc1opédies" (Seleskovitch-Ledercr 1984, p. 175). 32. Anzi molte tesi per conseguire il diploma finale consistono nella costruzione di glossari specialistici: così accade ad esempio alla Scuola Superiore di Linguc Moderne per Interpreti e Traduttori di Trieste o all'lnstitut fOr Obersctzer- und Dolmetscherausbildung dell'Università di Vienna. Sull'attività 'Iessicograafica' di quest'ultimo, si veda BOhler (1987). 33. La determinazione di un campo semantico è questione complcssa e dibattuta in sede di teoria linguistica, cf. SCur 1978, ma in sedc didattica e lessicografica si può adottare un'ottica pragmatica e delimitare il campo secondo criteri orientati sull'utente. 34. Esempi di dizionari di falsi amici sono: il recente Odd-Pairs & False Friends. Dizionario difalse analogie e ambigue affinilàfra inglese e italiano di Virginia Browne, pubblicato nel 1987 dalla Zanichelli; la pubblicazione di A. D'Eugenio Falsi A micilnglesi (At! antica Editrice, Foggia, 1984). D'Addio Colosimo (1978) è un saggio su falsi amici e insegnamento dell'inglese a italiani. Pcr il tedesco segnaliamo fra gli altri Schwierigkeiten des deutsch-italienischen Wortschalzes di Bruno Storni in collaborazione con Paolo Giovannelli, pubblicato dalla Klelt nel 197;. L'introduzione contiene un esplicito riferimento alla tradizione della linguistica tedesca nello studio del Wonfeld. I dizionari di falsi amici e false corrispondenze sono di solito redatti per coppie di lingue di diverso ceppo: un dizionario di falsi amici italiano e spagnolo o italiano e francese, data l'affinità della formazione del vocabolario delle tre lingue, dovrebbe limitarsi a segnalare le somiglianze più platealmente ingannevoli oppure finirebbe per assumere dimensioni ingovernabili, qualora l'analisi seguisse le caratteristiche discorsive del genere. Per Iingue dello stesso ceppo, qual i sono appunto le neolatine, il ricorso all'ana! isi contrastiva di campi piuttosto va<;ti e non di coppie o triplette di parole diventa quasi indispensabile. Infatti, maggiore è la somiglianza fra due lingue, tanto più 4. L'uso del dizionario bilingue 129 risulta difficile spiegare succintamente dove risiedono le differenze e tanto più è arduo per lo studente, o aspirante traduttore, cogliere tali sfumature. Tuttavia nel recente LesJaux amis aux aguels. Dizionario diJalseanalogieeambigueaffinità traJrancese e italiano (Zanichelli, Bologna, 1988), Raoul Bach e Carla Salvioni hanno preferito, con risultati peraltro buoni, seguire il modello tradizionale del dizionario di falsi amici, commentando oltre 1500 parole del tipo quadroIcadre, ombrell%mbrelle. 35. Per indicazioni metodologiche veramente utili sul modo in cui registrare i contesti in cui si trovano le parole oggetto di studio, e più in generale per un approccio onomasiologico e semasiologico alla costruzione di un "auto-dictionnaire" personalizzato, cf. Galisson (983). 36. Per la lingua inglese e la francese è effettivamente lecito usare il presentepassono, perché sono a disposizione di tutti descrizioni ampie ed affidabili: per l'inglese menziono qui solo il recente dizionario monolingue COBUILD e i due volumi dell'OxJord Dictionary oJCurrent ldiomatic English. Per il francese ricordo che i dizionari Robert hanno sempre cercato di descrivere i rapporti semantici fra parole lontane nell'ordine alfabetico; ricco di risvolti didattici e applicativi è il Dictionnaire des expressions imagées di R. Galisson (Paris, CLE InternationaI1984), che affronta con grande consapevolezza metodologica (alla parte di comprensione segue quella per la produzione di espressioni figurate) un'area dell'uso linguistico importante e a volte difficile da individuare e tradurre. 37. In un recente congresso su traduzione e lessicografia, tenutosi nel luglio 1987 a Viii (Tirolo), traduttori, lessicografi, editori, teorici della traduzione e insegnanti di traduzione provenienti da 16 paesi, hanno discusso sulle esigenze dei traduttori in quanto diverse da quelle di chi studia una lingua straniera. Hanno anche formulato alcuni concreti suggerimenti per nuovi tipi di dizionari, in particolare hanno prospettato la necessità di strumenti con struttura simile a quella che abbiamo descritto più sopra, cioè di tesauri bilingui con informazioni sia linguistiche sia enciclopediche. Bibliografia 1. Dizionari A1berti-Flalhe (1782) c Flalhe Ph. J. (1782), Nuovo dizionario italiano-tedesco e tedescoilaliano, 2 voli. Weidrnann, Leipzigj bilingue basato su Alberti di Villanova (1771-1772). A1berti di Villanova F. (1771-1772), Nouveau dictionnaire composé sur les Dictionnaires de l~cadémie de France et de la Crusca, enrichi de lous Ies lermes propres cles sciences el des am, Massy, Paris; Gravier, Naples. A1berti di Villanova F. (1797-1805), Dizionario universale critico enciclopedico della lingua italiana, 6 voli., Marescandali, Lucca. A1tieri F. (1726-1727), Dizionario italiano e inglese, 2 voli., W. andJ. Innys, Londan. Antonini A. (1735), Diclionnaire italien, lalin et françois, Vincent, Paris. Antonini A., Lehninger G.A. (1763), Dizionario italiano-tedesco tedesco-italiano, Fritsch, Leipzig. Bacci L., Savelli A. (1908-1916), Dizionario Spagnolo-Italiano, Italiano-Spagnolo, Barbera, Firenze. Bannock G., Baxter RE., Rees R. (1983), Dizionario di economia, seconda edizione, Laterza, Bari (traduzione, curata da F. Caffè, del Penguin Dictionary oJ Economia). Baretti G. (1760), A DictionaryoftheEnglishandltalianLanguages, 2 voli., Hitch and Hawes, Londan. Baretti G. (1778), A Dictionary, Spanish and English, and English and Spanish, J. Nourse, Londan. Barzizza G. 05(9), Vocabularium breve, per Simanem de Luere, Venetiis. Bergeron L. (1980), Dictionnaire de la Iangue québécoise, VLB Éditeur, Montréal. Bargogni M. (1935), Nuovissimo vocabolario inglese per le scuole, Casa ed. Poliglotta, Roma. Borfoni B. (1793-1799), Nuovo Vocabolario italiano-tedesco Neues Deutsch-Ilalienisch Wortemuch, Galeazzi, Milano. Bussi L., Cognazza M.T. (981), Nuovo dizionario inglese-italiano delle scienze mediche, Minerva Medica, Torino. Bibliografia 243 Caccia J. (1869), Nuevo Diccionario Italiano-Espanol y EspafioJ.Jtaliano, Gamier, Paris. Calepino A. (1502), Dictionarium linguae lalinae, Reggio. Calogero G. (1948), Vocabolario francese-iIaliano italianofrancese, Sansoni, Firenze. Canal P. (598), Diclionairefranfois et italien, Chouet, Genève. Canini M.A. (875), Diccionario Espanol-Italiano, Sonzogno, MilanolPagnoni, Naples. Castelli N. (Biagio AngusellO (700), La Fontana della crusca, Weldmann, Leipzlg 1718 3a edizione. Castelli N. (1710), Reggia diMercurio, 4 voli., A. Pavino, Venezia. Cormon G.L.B., Manni V. (1802), Dizionarioporlalilee dipronunziafrancese-ilaIiano italiano-francese, Cormon et Blanc, Uone/Parigi. CormonJ.B., Manni V. (1805), DiccionariodefallriqueraItaliano-EspanolyEspanolItaliano, Cormon y Blanc, Leon (Lyon). Cotgrave R. (611), A DictionaryoflbeFrench andEnglisb Tongues, A. IsIip, London. Cowie A.P., Mackin R., McCaig I.R. 0975-1983), Oxford Dictionary of Cummt Idiomatic Englisb, 2 voli., Oxford U.P., Oxford. C van Dale (983) Groot woordenboek Frans-Neder/ands, UtrechL van Dale (1983) Groot woordenboek Duils-Nederlands, UtrechL van Dale (984) Groot woordenboek Engels-Neder/ands, UtrechL van Dale (1984) Groot woordenboek Hedendaags-Neder/ands, Utrecht. van Dale (1985) Groot woordenboekNederlands-Frans, UtrechL De Felice E. e Duro A. (1974), Dizionario della lingua edella ciuUlà italiana contemporanea. Palumbo, Palermo. DevotO G., Oli G.C. (1971), Dizionario della lingua italiana, Le Monnier Firenze Dictionnaire des expressions et Ioculionsfigurées (1979), Les Usuels Ro";rt, p .. Dubois J. et al. (1971), Dictionnaire dufrançais conr-fvwoain Lar~usse p .ans. -"OYV", , anso Edgren H. (901), An ltalianandEnglisbDictionarywitbPronounciation ndB 'f EtymOlogies, Beli & Sons Ud, Londanj Bolt & Co., New Yark. a ne Enenkel A. A. (1909), A New Dictionary 01 the Englisb and ltalian languages, Siegle Hill & Co., Londan. Estienne R. (538), Dietionarium Iatino-gaUieum, R. Estienne, Paris. Estienne R. (539), Dietionnairelrançois-Ialin, R. Estienne, Paris. Fenice G.A. (158'0, Dictionnaire François & ltalien, Morges. Ferrari C., Caccia J. (1874), Grand Dictionnaire français-itaIien ilalien{rançais, Garnier, Paris. Piario J. (598), A WorldeolWordes, printed al Londan by A. Halfield for Edw. Blount. Franciosini L. (1620), Vocabolario Italiano e Spagnolo, Appresso G.P. Profllio, Roma. Frisoni G. (1917-1927), Dizionario Moderno Italiano-Spagnuolo e SpagnuoJo-ltaliano, Hoepli, Milano. 244 Bibliografia Gallsson R. (1984), Dictionnaire de c01rlJJréhension et de produclion des expressicms imagées, CLE lntemational, Paris. Ghiotti C. (890), Vocabolario scolasticofrancese-italiano ilaliano-j'rancese, Petrini, Torino. Graglia C. (795), 1be New Pocket Dictionary of the Italian and Englisb Languages corrected throughout by A. Montucci andJ. Sivrac, C. Dilly, London (è Graglia G. con un errore di stampa). Graglia G. (1787>, An Italian and Englisb Pocket Dictionary, Lockyer Davis, London. Hulsius L. (605), Dictionarium Teutscb-Italiiiniscb und Italiiiniscb-Teutscb, Hulsius, Frankfurt a. M. Hulsius L. (616), Dictionairefrançois-allemand-italien, E. Kempffer, Frankfurt. Introito e porta, Vocabolario italiano-tedesco (Hm, ristampa anastatica Bottega d'Erasmo, Torino, 1971. Jagemann Chr. J. (1790), Dizionario italiano-tedesco e tedesco-italiano, Severin, Weissenfels-Leipzig. James W., Grassi G. (1854), Dizionario italiano-inglese e inglese-italiano, Tauchnitz, Leipzig. Johnson S. (1755), DictWnary oftbe Englisb Language, Straham, London. Kramer M. 0676-1678), Das Neue Dictionarium oder WortBucb in ltaliiiniscbTeutscberund Teutscb-Italiiiniscber Spracb reicblicb ausgefubrt mil al/en seinen naturlicben redensarten, Endter, NOrnberg. Kramer M. (1700-1702), Das berrlicb Grosse Teutscb-Italiiiniscbe Dictionarium oder Wort- und Red-Arten-Scbatz, Endter, NOrnberg. Lapucci C. (1984), Madidi dire della lingua italiana, Vallardi, Milano (prima edizione Valmartina, Firenze, 1969). Lara L.F. (982), Diccionariofundamental del Espanol de Mexiro, Fondo de Cultura Economica, Mexico. Lara L.F. (986), Diccionario basico del espanol de Mexico, Fondo de Cultura Economica, Mexico. Las Casas C. de (1570), Vocabolario de las /enguas toscana y castellana, Francisco de Aguilar, Siviglia. Linati F. 0887>, Nuevo Diccionario ltaliano-Espano/, Ramirez, Barcelona. Lucchesi M. (980), Dizionario medico ragionato inglese-italiano, Conina, Milano. Magnarapa C. (1935), Dizionario novissimo italiano-francese francese-italiano, Eridania, Milano. Mariotti S. 0%4), Vocabolariofrancese-italiano italianofrancese, Signorelli, Milano. MaroIli G. (980), Dizionario tecnico inglese-italiano e italiano-inglese (undicesima edizione), Le Monnier, Firenze. McGraw HiII, Zanichelli (1982), Dizionario enciclopedico scientifico e tecnico inglese- Bibliografia 245 italiano e italiano-inglese, Zanichelli, Bologna. Meadows F.C. (1834), New ltalian and English Dictionary, Tegg, London. Mel'cuk LA. et al. (1984), Dictionnaire explicatif et combinalOire dujrançais contemporain, Presses Universitaires de Montreal, voI I. Mello Vianna F. (1982), Diccionario inglésfor Spanish Speakers, National Textbook, Skokie. Mel zi G. B. (892), Nuovo dizionario inglese-italiano italiano-inglese, Treves, Milano. Michaelis H. (1879-1880, Di:nonano completo italiano-tedesco e tedesco-italiano, Brockhaus. Leipzig. Michaclis H. (895). Nuovo dizionario tascabile italiano-tedesco. Brockhaus. Leipzig. Millhouse J. 0849-1853). New English and ltalian Pronouncing and F.xplanatory Dictionary, 2 voli .• a spese dell'autore, Tip. Guglielmini. Milano. Minerbi L. (1553). Il Dittionario di Ambrogio Calepino dalla lingua latina nella volgare brevemente ridotto. San Luea al segno del Diamante, Venezia. Moliner M. (985). Diccionario de uso del espano~ Gredos, Madrid. Nebrija E.A. de (1492), Dictionarium latino-hispanicum, Salamanca. Ncbrija E.A. (1495). Dictionarium ex Hispaniensi in Latinumsermonem, Salamanca. N icot J. (1606), 7bresor de la langue francoyse, D. Doueeur. Paris. Oudin A. (1640), Recherches ltaliennes et Françoises. ou Dictionnaire, Sommaville, Paris. Oudin C. (1607>, Tesorode Jasdos lenguasfmncesayespaiiola. chez Mare Orry, Paris. oxford Student's Dictionary for Hebrew Speakers (985), A.S. Hornby with tbe assistance of C. Ruse. Hebrew editor J. Reif with tbe assistanee of Y. Levy, Kernerman Publishing Ltd. Lonnie Kahn Ltd., Tel Aviv. Petron; S.E .• OavenportJ. (824). A New Dictionary English and Italian, Italian and English, with tbe equivalents in French, Treuttel and Wurtz, London. Ragazzini G. (1981). Dizionario commerciale inglese-italiano e italiano-inglese, Mursia. Milano. Rigutini G .• Bull~ (l896-1900~, Nuovo dizio~ario italiano-tedesco e tedesco-italiano, Hoeplt, Mtlanoj 1981 ristampa anastatica della sesta edizione 1920, Zanichelli, Bologna. Roberts J.P. (1867), Dizionario italiano-inglese e inglese-italiano, Barbera, Firenze. Ronna A. (1836). Dictionnairefrançais-italien italien{rançais, Hingray, Paris. 0: Sacerdote G. (905), Dizionario tascabile italiano-tedesco e tedesco-italiano, Langenscheidt, Berlino. Scobar L. eh. (519), VocabuJarium nebrissense ex siciliensi sermone in Jatinum, per Bernardinum Benalium, Venetiis. Spinelli N. 0929-1930), Dizionario italiano-inglese inglese-italiano, 2 voli., SEI, Torino. 244 Bibliografia Galisson R. (1984), Dictionnaire de comprébension et de produclion des expressions imagées, CLE Intemational, Paris. Ghiotti C. (1890), Vocabolario scolasticofrancese-italiano ilaliano-francese. Petrini. Torino. Graglia C. (795), 7be Nero Pocket Dictionary of the Italian and English Languages corrected throughout by A. Montucci andJ. Sivrac. C. Dilly. London (è Graglia G. con un errore di stampa). Graglia G. (787), An Italian and English Pocket Dictionary. Lockyer Davis. London. Hulsius L. 06(5), Dictionarium Teutsch-Italiilnisch und ltalianiscb-Teutscb. Hulsius, Frankfurt a. M. Hulsius L. (1616), Dictionairefrançois-allemand-italien. E. Kempffer, Frankfurt. InlToilo e porta, Vocabolario italiano-tedesco (14m. ristampa anastatica Bottega d'Erasmo, Torino, 1971. jagemann Chr. J. (1790), Dizionario italiano-tedesco e tedesco-italiano. Severin, Weissenfels-Leipzig. james W., Grassi G. (1854), Dizionario ilaliano-inglese e inglese-italiano. Tauchnitz. Leipzig. Johnson S. (755). Dictionary oftbe English Language. Straham. London. Kramer M. (1676-1678). Das Neue Dictionarium oder WortBucb in ltaliilnischTeutscher und Teutsch-Italiiinischer Sprach reichlich ausgefuhrt mil alJen seinen natùrlichen redensarten, Endter. NOrnberg. Kramer M. 0700(1702). Vas herrlich Grosse Teutsch-Italiilnische Dictionarium oder Wort- und Red-Arten-Schatz, Endter. Nurnberg. Lapucci C. (984). Modidi dire della lingua italiana. Vallardi. Milano (prima edizione Valmartina. Firenze. 1969). Lara L.F. (1982), Diccionariofundamental del Espanol de Mexico. Fondo de Cultura Economica. Mexico. Lara L.F. (1986), Diccionario basico del espanol de Mexico. Fondo de Cultura Economica, Mexico. Las Casas C. de (570), Vocabolario de las lenguas toscana y castellana, Francisco de Aguilar,Siviglia. Linati F. (1887), Nuevo Diccionario Italiano-Espano/, Ramirez. Barcelona. Lucchesi M. (980), Dizionario medico ragionato inglese-italiano, Cortina. Milano. Magnarapa C. (935), Dizionario novissimo italiano{rancese francese-italiano. Eridania, Milano. Mariotti S. (1%4), Vocabolariofrancese-italiano italianofrancese. Signorelli. Milano. Marolli G. (980), Dizionario tecnico inglese-italiano e italiano-inglese (undicesima edizione), Le Monnier, Firenze. McGraw H iii, Zanichell i (1982), Dizionario enciclopedico scientifico e tecnico inglese- Bibliografra 245 italiano e italiano-inglese, Zanichelli, Bologna. Meadows P.c. (1834), New ltalian and Englisb Dictionary, Tegg, London. Mel'cuk I.A. et al. (984), Dictionnaire explicatif et comOtnatoire du français contemporain, Presses Universitaires de Montreal, volI. Mello Vianna F. (982), DiccionarioinglésforSpanisbSpealeers, National Textbook, Skokie. Melzi G.B. (1892), Nuovo dizionario inglese-italiano italiano-inglese, Treves, Milano. Michaelis H. 0879-1881), Dizionario completo italiano-tedesco e tedesco-italiano, Brockhaus, Leipzig. Michaelis H. (895), Nuovo dizionario tascabile italiano-tedesco, Brockhaus, Leipzig. Mi1Ihouse J. (1849-1853), New Englisb and ltalian Pronouncing and F.xplanatory Dictionary, 2 voli., a spese dell'autore, Tip. Guglielmini, Milano. Minerbi L. (1553), 11 Dittionario di Ambrogio Calepino dalla lingua latina nella volgare brevemente ridotto, San Luca al segno del Diamante, Venezia. Moliner M. (985), Diccionario de uso del espaiio~ Gredos, Madrid. Nebrija E.A. de (492), Dictionarium Iatino-bispanicum, Salamanca. Nebrija E.A. (1495), Dictionariumex Hispaniensiin Latinumsermonem, Salamanca. Nicot J. (1606), Tbresor de la Iangue francoyse, D. Douceur, Paris. Oudin A. (640), Recbercbes Italiennes et Françoises, ou Dictionnaire, Sommaville, Paris. Oudin C. (607), Tesoro de Ias dos lenguasfrancesayespaiiola, chez Marc Orry, Paris. Oxford Student's Dictionary for Hebrew Speakers (985), A.S. Hornby with tbe assistance of C. Ruse. Hebrew editor J. Reif with tbe assistance of Y. Levy, Kernerman Publishing Ltd. Lonnie Kahn Ltd., Tel Aviv. Petronj S.E., Davenport J. (824), A New Dictionary Englisb and Italian, ltalian and English, with the equivalents in French, Treuttel and Wurtz, London. Ragazzini G. (1981), Dizionario commerciale inglese-italiano e italiano-inglese, Mursia, Milano. Rigutini G., Bulle O. (18%-1900), Nuovo dizionario italiano-tedesco e tedesco-italiano, Hoepli, Milano; 1981 ristampa anastatica della sesta edizione 1920, Zanichelli, Bologna. Roberts J.P. (867), Dizionario italiano-inglese e inglese-italiano, Barbera, Firenze. Ronna A. (836), Dictionnairefrançais-italien italienfrançais, Hingray, Paris. Sacerdote G. (905), Dizionario tascabile italiano-tedesco e tedesco-italiano, Langenscheidt, Berlino. Scobar L. eh. (1519), Vocabulan'um nebrissenseexsiciliensisermonein Iatinum, per Bernardinum Benalium, Venetiis. Spinelli N. 0929-1930), Dizionario italiano-inglese inglese-italiano, 2 voli., SEI, Torino. 246 BiblkJgrafia Thomas W. 0550), Principal rules qfthe ltalian Grammar, with a Dictionariefor the betterunderstandyngeofBoccace, Petrarcha, andDante, printed by T. Berthelet, London. Torriana G. (1659), Vocabolario Italiano e inglese ( ... ) formerly Compiled by fohn Florio, printed by T. Warren. London. Valentini P. (836), Grandizionariopratico italiano-tedesco, tedesco-italiano, 4 voli., Lanzinger Treves, Milano. Valla N. (1512), Vocabulariumvulgarecum latino apposito, per Joannem Tacuinem, Venetiis (ristampa anastatica Bottega d'Erasmo, Torino). Veneroni G. 0680, Dictionaire italien etfrançois, Cochart et Loyson, Paris. Venuti P. (561), Dittionario volgare & latino, G.A. Valvassori detto Guadagnino, Venezia. Venuti P. (1592), Dictionarium latinum, G.O. de Micheli, Venezia. Vittori G. (609), Tesoro de las tres Ienguas Francesa, Italiana, y Espanola, Pernet, Genève. Vittori G. (617), le 7bresordes trois langues, Espagnole, Françoise, et ltalienne, 3 voli. J. Crespin, Cologny. Vopisco M. (1564), Il Promptuarium. Vocabolario volgare-latino, Leonardo Torrentino, MondovI (ristampa anastatica con presentazione di G. Gasca Queirazza, Bottega d'Erasmo, Torino, 1972). Wahrig G. (1968), Deulscbes W6rterbucb. Mit einem 'Lexikon der deutschen Sprachlehre', Bertelsmann Lexikon, GOtersloh, Berlin, MOnchen. Wartburg W. von 0922-1928), Franzdsisches etymologisches Worterbuch. Eine DarsteUung des galloromanischen Spracbschatzes. Bonn; Leipzig 1932-1940. Weber P.A. (840), Nuovo dizionario italiano-tedesco e tedesco-italiano, Holtz, Lipsia. 2. Saggi e articoli Adrados P.R. (1986), "Tbe Greek-Spanish Oictionary and Lexicographic Seience", in Le:dcograpbica, 2, pp. 8-32. Agricola E., Sehildt J., Viehweger O. (Hrsg.) (982), Wortschatzforsbung beute. AktuelJe ProbIeme der lexikologie und l.exikographie, VEB Verlag Enzyklop1idie, Leipzig. Aisenstadt E. (979), "Collocability restrictions in dictionaries", in Hartmann R.R.K., (ed.) (979), pp. 71-74. AI B. (1983), "Oictionnaire de thème et dictionnaire de versioni, RetJue de Pbonétique appliquée, 66-68, pp. 203-211. Albano Leoni P., De Blasi N. (a cura di) 0980, lessico e semantica, Atti del XII Congresso internazionale di studi sulla Società di Linguistica italiana, Sorrento 19-21 maggio 1978, BullOni, Roma. Bibliografia 247 Albano Leoni F., Morlicchio E. (988), Introduzione alJo studio della lingua tedesca, Il Mulino, Bologna. AI-Kasimi A. 09m, Linguistics and Bilingual Diclionaries, E.J. Brill, Leiden, 198321 ed. A1var Ezquerra M. (981), "Las diccionarios bilingOes: su contenido·, in Linguistica Espafiola A ctua~ 3, 1981, pp. 175-196. Alvar Ezquerra M. (1983), Le:JCicologia y lexicografia, Colecci6n Guias Bibliograficas l, Edicions Almar, Salamanca. Aragone E. 09(50, "Recensione a Gallina A. (959)", in Rivista di letterature moderne e comparate, xiv, n. 1-2, giugno 1961, pp. 107-112. Arce A. (in corso di stampa), ·Principales grarnaticas y diccionarios bilingOes en la Espana del XIX", in Actas del lO Congreso de ltalianistas. Ard J. (1982), "The use or bilingual dictionaries by EFL students while writing", ITL, 58, pp. 1-27. Arkley A.J. (970), Let's work witb tbe dictionary, Nelson. Atkins B.T. (1985), "Monolingual and bilingualleamers' dictionaries: a comparison", in llson R., (ed.) (985), pp. 15-24. Atkins B.T., Lewis H. et al. (987), "A research project into tbe use or leamers' dictionaries", in Cowie A.P. (ed.) (987), pp. 29-43. Baldelli I. (1959), "L'edizione dei glossari latino-volgari dal secolo XIII al XV" in Atti dell'VIII Congresso Internazione di studi romanzi (Firenze, 3-8 aprile 1956), vol. Il, Sansoni, Firenze, pp. 757-763. Baldelli I. (971), "Un glossarietto latino-reatino del Cantalicio·, in Medioevo volgare da Montecassino all'Umbria, Adriatica, Bari, pp. 195-238. Baldinger K. (ed.) (1974), Introduction aux dictionnaires /es plus importants pour J'bistoire dufrançais, J(\incksiek, Paris. Barone R. (979), "On the use or tbe Advanced Learner's Dictionary or Current English (rrom theory lO practice), Rassegna italiana di linguistica applicata, Il, 1-2, pp. 187-194. Bart Rossebastiano A. (975), "I 'Colloquia' di Noel de Berlaimont nella versione contenente il portoghese", Annali dell'Istituto orientale di Napo/~ sezione romanza, 17, pp. 31-85. Bart Rossebastiano A. (981), ·Per la storia dei vocabolari italiano-tedeschi. Localizzazione e datazione di un ramo della tradizione manoscritta", La ricerca dialettale, 3, pp. 289-302. Bart Rossebastiano A., (a cura di) (983), Vocabolari veneto-tedescbi del secolo Xv, voI. I, EdiZioni l'Artistica, Savigliano, pp. I-III. Bartholomew D.A., Schoenhals L.C. (1983), Bilingual Dictionaries for Indigenous Languages, Instituto LingUistico de Verano, Mexico D.F. Battisti C. (1955), Note bibliografiche alle traduzioni itaHane di vocabolari enciclopedici e tecnici francesi nella seconda metà del Settecento, Institut Français, Firenze. Baxter J. (1980), "The dictionary and vocabulary behaviour: a single word or a handful?", Tesol Quaterly, 14,3, pp. 325-336. 248 BibliografJa Beaugrande R. de, Dressler W.u. (981), EinfUhrungindie Textlinguistik, Niemeyer, TObingen; tr. it. Introduzione alla linguistica testuale, Il Mulino, Bologna (1984). Béjoint H. (1981), "Variétés de langue et marques d'usage dans les dictionnaires", Grazer Linguistische Studien, 15, pp. 7-16. Béjoint H. 0981b), "The foreign student's use of monolingual English dictionaries: a study of language needs and reference skills·, Applied Linguistics, 2,3, pp. 207222. Béjoint H. (988), ·Psycholinguistic evidence and the use of dictionaries by Lz learners", in Snell-Hornby M. (ed.) (988), pp. 139-148. Béjoint H. (in corso di stampa), "The Teaching of Dictionary Use: Present State and Future Tasks·, in Hausmann F.J., Reichmann O., Wiegand H.E., Zgusta L. (eds.) (in corso di stampa). Béjoint H., Moulin A. (987), "The piace of the dictionary in an EFL programme", in Cowie A.P. (ed.) (987), pp. 97-114. Benson M. (985), ·Collocations and idiorns", in llson R., (ed.) (1985), pp. 61-68. Benson M. (988), Soviell.exicograpby: A Suroey, in Snell-Hornby M. (ed.) (988), pp. 217-227. Bensoussan M., Sim D., Weiss R. (981), "The etrect of dictionary usage on EFL test performance compared with student and teacher attitudes and expectations·, in Sigurd B. e Svartvik)., (eds.) (981), AlLA '81 Proceedings, Lund U.P., Lundj ed anche in Reading in a Foreign language, 2(2) Autumn 1984, pp. 262-276. Bergenholtz H. (984), "Grammalik im Worterbuch: Syntax", in Wiegand H.E., (Hrsg.) (984), pp. 1-46. Bergenholtz H., MugdanJ., (Hrsg.) (985), Lexikographie und Grammalik, Akten des Essener Kolloquiurns zur Grammatik im Worterbuch (28-30.6.1984), Niemeyer, TObingen. Berkov V.P. (19m, Slovo vdvuiazycbnom slovare, Academia Nauk Estonskoi CCR, Valgus, Tallin. Berni-Canani M., Fumel Y., Pristipino P. (985), "Analyse Iinguistique des dictionnaires bilingues. Premières réflexions", DO.Rl.F. Università, Centro di documentazione e di ricerca per la didattica della lingua francese nell'università italiana, Repères, l, juillet, pp. 75-102. Berni-Canani M., Pristipino P. (1987), "La transcription phonétique dans les dictionnaires bilingues Français-ltalienlItalien-Français: Problémes", in Repères, 2, 1987, pp. 86-109. Berretta M. (984), "Connettivi testuali in italiano e pianificazione del discorso", in Coveri L., (a cura di) (984), Linguistica testuale. Atti del XV Congresso Internazionale di studi della Società di Linguistica Italiana (Genova S. Margherita Ligure, 8-10 maggio 1981), Bulzoni, Roma, pp. 237-254. Bertini F. (981), Ala tradizione lessicografica latina fra tardo antico e alto medioevo", in la cultura in Italia fra tardo antico e alto medioevo. Atti del Convegno CNR Roma, 12-16 novembre 1979, Roma 2 voli., pp. 397-409. Bingen N. (1986), Le Mailre Italien (1510-1660). Bibliograpbie des ouvrages d'enseignement de la langue italienne destinés au public de langue française. Suivie d'un Répertoire des ouvrages bilingues imprimés dans /es pays de langue Bibliografia 249 française, Bruxelles. Bingen N., Van Passen A.M. (in corso di stampa), "la lexicographie bilingue frança~ italien, italien-français", in Hausmann P. l., Reichmann O., Wiegand H.E., Zgusta L. (eds.) (in corso di stampa). BischoffB. 0960, "'fIle study of forelgn languages in the Middle Age", Speculum, 36, pp. 209-224. Boisvert L., luneau M., Poirier C., Verreault C. (985), Dictionnai1e du français québécois. Description et bistoire des regionalismes en usage au Québec depuis l'époque de la Nouvells-France jusqu'à nos jours incluant un aperçu de leur extension dans /es provinces canadiennes limilropbes, Les Presses de l'Université lavai, Sainte-Poy. Boisvert L., Poirier C., Verreault C. (986), lA lexicogmpbie québécoise. Bilan et perspectives, Les Presses de l'Université lavai, Québec. Bonino A. (1980), n traduttore. Fondamenti per una scienza della traduzione, vol. I, New Technical Press, Torino. Bosco Coletsos S. (988), Storia della lingua tedesca, Garzanti, Milano. Boulanger l.C. (986), AspeclS de l'interdiction dans la lexicograpbie française contempomine, Niemeyer, Tiibingen. Bowers P. (1966), Textual and Litemcy CriJicism, Cambridge U.P., London. Bray L. (1988), "La lexicographie bilingue italien-allemandlallemand-italien au dixseptième siècJe. L'exemple des dictionnaires de L. Hulsius et de M. Kramer", in Snell-Hornby M. (ed.) (988), pp. 199-216. Bray L. (1988b), "La lexicographie bilingue italien-allemandlallemand-italien du dixseptième siècle", in /nternational]ournal 01 Lexicograpby 1/1988. Bray L. (in corso di stampa), "Consultabilité et lisibilité du dictionnaire: aspects formels", in Hausmann P.J., Reichmann O., Wiegand RE., Zgusta L. (eds.) (in corso di stampa). Bray L., Bruna M.L., Hausmann P.J. (in corso di stampa), "La lexicographie italienallemand, allemand-italien", in Hausmann FJ., Reichmann O., Wiegand H.E., Zgusta L. (eds.) (in corso di stampa). Broeders T., Hyarns P. (983), "The pronunciation component of an English-Dutch dictionary", in Hartmann R.R.K., (ed.) (984), pp. 165-175. Bruna M.L. (1984), "Contributo bibliografico allo studio della lessicografia italaslovena", Studigorlziani, LX, luglio-dicembre 1984, pp. 33-36. Bruna M.L. (1987), la lessicograf'Ja italo-(serbo)croata (1649-1985), in .Studi di lessicografia italiana-, voI. IX. 1987, pp. 21-45. Buchgeher-Coda G., Geick-Losano L. (987), Deutscbe (Lokal)pri:ipositionen im syntaktiscb-semantiscben Beziebungsgefuge, Tirrenia Stampatori, Torino. Biihler H. (987), "Das Wiener Modell der Terminologieausbildung fOr Obersetzer und Dolmètscher", in Dressler W. u., Grassi C., Rindler Schjerve R., Stegu M. (Hrsg.) (987), pp. 125-133. Bujas Z. (975), "Testing the performance of a bilingual dictionary based on topical current texts", Studia Romanica et Anglica Zagrebiensia, 39, pp. 193-204. Buridant C. (986), "Lexicographie et glossographie médiévales. Esquisse de bilan et perspectives de recherche", in Buridant C. (ed.) (986), pp. 9-46. 250 Bibliografia Buridant C. (ed.) (986), leJdque. La /exicographie au Moyen Age, 4, Presses Universitaires de Lille, Lille. Burridge S., Adam M. (985), Using a Leamer's Dictionary in the Classroom, Oxford U.P., Oxford. Calleri D., Marello C., (a cura dO (982), Linguistica contrastiva. Atti del XII Congresso Internazionale di Studi della Società di Linguistica Italiana (Asti, 26-28 maggio 1979), Bulzoni, Roma. Carlson L. (1984), WeU in Dialogues Games, Benjamins, Amsterdam. Casares J. (1950), Introduccion a la lexicografza moderna, Revista de filologia espaiiola, Anejo 52, Madrid. Castellani A. (1980), Saggi di linguistica e filologia italiana e romanza, Editrice Salerno, Roma. Castro A. (1936), Giosarios latino-espano/es de la Edad Media, Madrid. Catalan O. (974), Linguistica Ibero-romanica, Gredos, Madrid. Cervani R. (1978), L'epitome di Paolo del''De verborum signifu:atu" di Pompeo Festa. Struttura e metodo, Roma, 1978. Chien O. (1986), Lexicography in Q,ina: Bibliography 01 Diclionaries and related literature, University or Exeter Press, Exeter. Ciliberti A., Ambroso S. (981), la lenura-studio in lingua inglese, Zanichelli, Sologna. Claes F. M. (t9m, Bibliographisches Verzeichnis der deutschen Vokabulare und WlirterbUcher gedrucJet bis 1600, Olms, Hildesheim/New York. Claes F.M. (980), A Bibliography 01 Netherlandic Dictionaries, Kraus, MOnchen. Oivio A. e G.P. (1971), BibliografJa della lingua regionale e dei dialeni del Piemonte e della Valle d~osta e della letteratura in piemontese, Centro studi piemontesi, Torino. Collison R.L. (1982), A History 01 Foreign-language Dictionaries, André Oeutsch, London. Conte M.-E. (1986), "Coerenza, interpretazione, reinterpretazione", Lingua e stile, 21 pp. 357-372. Conelazzo M. (1980), I dialeni e la dialettologia in Italia (fino al 18(0), Narr, TObingen. Coseriu E. (1971), "Solidarietà lessicaU" in Teoria del linguaggio e linguistica generale, Laterza, Bari, pp. 303-316. Coste D., Counillon J., Ferenczi V., Manins-Baltar M., Papo E., Roulet E. (976), Un Niveau Seui~ Conseil de l'Europe, Strasbourg. Cousin P-H. (982), "La mise en équation des entités lexicales françaises et anglaises dans un dictionnaire bilingue", in Calleri D., Marello C. (a cura di) (t 982), pp. 255277. Coveri L., Petracco Sicardi G., Piastra W. (a cura di) (1980), Bibliogralia dialettale ligure, A Compagna, Genova. Coviello G. (987), "n dizionario oggi. Due gruppi di studenti messi a conrronto su un 'oggetto' molto discusso', in Rassegna italiana di linguistica applicata. n.1 gennaio-aprile, pp. 109-129. ,_ Bibliografia 251 Cowie A.P. (981), "The treatment of collocations and idioms in leamer's dictionaries", Applied Linguistics, 2-3, pp. 223-235. Cowie A.P. (984), "EFL dictionaries: past achievemenLS and present needs", in Hartmann RRK. (ed.) (984), pp. 155-164. Cowie A.P. (987), "Syntax, the dictionary and the leamer's communicative needs", in Cowie A.P. (ed.) (987), pp. 183-192. Cowie A.P. (ed.) (987), 1be Dictionary and tbe Language Learner, Papers from the EURALEX Seminar at the University of Leeds, 1-3 Aprii 1985, Niemeyer, Tùbingen. Creamer l'h. (987), "Beyond the definition: some problems with examples in recent Chinese-English and English-Chinese bilingual dictionaries", in Cowie A.P. (ed.) (987), pp. 238-245. Creswell l'.J. (975) "Usage in dictionaries and dictionaries of usage", Publication of the American Dialect Society, Nos. 63-64. Croce B. (931), "Un insegnante di lingua italiana in Germania: Nicolò di Castelli", in Croce B. (931), Nuovi Saggi sulla Letteratura Italiana del Seicento, Laterza, Bari, pp. 347-357. Crusca (985), La Crusca nella tradizione letteraria e linguistica italiana. Atti del Congresso Internazionale per il IV centenario, presso l'Accademia della Crusca, Firenze. D'Addio Colosimo W. (978), "Alcuni problemi di lessicologia differenziale applicata all'insegnamento dell'inglese ad allievi italiani: i "False" e "Partial cognates", in Annali dell'Istituto Orientale di Napoli (sez. Anglistica). D'Addio W., Stefancich S. (986), Usare bene il dizionario inglese-italiano italianoinglese Collins-Giunti, Giunti, Firenze. Dardano M., Dressler W.U., Held G. (a cura di) (983), Parallela. Atti del 2° convegno italo-austriaco SU, Roma 1-4.2.1982, Narr, Tubingen. De Man L. 0%4), Middeleeuwse systematiscbe glossarla, serie Lexicographica, Brussel. De Martino G. (981), "II dizionario bilingue come componente dell'insegnamento glottodidattico", in Albano Leoni F., De Blasi N. (a cura di) (981), pp. 161-181. De Mauro l'. (980), "Consuntivo dei lavori", Vicino Oriente, III, pp. 287-295. "Dizionari scelti italiani e bilingui. Una bibliografia commentata", LanguageMontbly, November 1983, pp. 22-23. Deszo L. (982), "Topics in the methodology of science and comparative Iinguistics", in Gambarara D., D'Atri A. (a cura di) (982), ldeologia,filosofra e linguistica, Atti del Convegno internazionale di studi, Rende (CS), 15-17 settembre 1978, Bulzoni, Roma, pp. 5-33. D'Oria D. (977), Les tabous sexuels dans les dictionnaires monolinguesfrançais contemporains, Adriatica Editrice Salentina, Lecce. D'Oria D., Conenna M. (984), ''Tradurre proverbi, creare proverbi", intervento al Congresso 'fraduzione e Creazione', Lingua e Letteratura (I.U.L.M., Milano/ Feltre), 2, pp. 78-88. Dossena G. (986), "Giocare con le parole", in Roncoroni F. (986), Parole come strumenti, Mondadori, Milano, voI. I, pp. 487-520. 252 Bibliografia Dressler W.U., Grassi C., Rindler SchjeIVe R., Stegu M. (Hrsg.) (987), Parallela 1lI. Linguistica contrastiva/Linguaggi seltoriali/Sintassi generativa. Atti del IV incontro italo-austriaco dei linguisti a Vienna 15-18 settembre 1986, Narr, Tlibingcn. Dr~ler W.U., Wodak R. (983), 'Soziolinguistische Oberlegungen zum 'Osterreichischen Worterbuch' n, in DardanoM., DresslerW.U., Held G. (a cura di) (983), pp. 247-260. Drumbl J. (986), "Die Verantwortung rur das Wort" relazione tenuta al Congresso Internazionale Tradurre. Teoria ed Esperienza, Bolzano 27 febbraio - 1 marzo 1986, Coop. Editrice Nuova Grafica Cierre, Verona. Drysdale P.D. (987), "The role of examples in a learner's dictionary", in Cowie A.P. (ed.) (987), pp. 213-223. Dubois J., Dubois C. 0970, lntroduction à la /exicographie. Le dictionnaire, Larousse, Paris. Dubois J. (981), nModels of dictionary: evolution in dictionary design", Applied Linguistics, voI. Il, n. 3, pp. 236-249. Duval A. (986), "Le métalangage dans les dictionnaires bilingues", lexicographica, 2, pp. 93-100. Ellis R. (978), Advanced Learner's Dictionary. A short Course, Gyldendal, Copenhagen. Fabbri M. 0979, 1988Z), A Bibliograpby oJHispanic Dictionaries. Catalan, Galician, Spanisb. Spanisb in tbe Latin America and tbe Pbilippines. Appendi:x: A Bibliograpby oJ Dictionaries, Galeati, Imola. F:ibian Z. (986), "Le raccolte dei modi di dire italiani pubblicati in Ungheria", in Studia Lexixograpbica neolatina, Acta Universitatis Szegedinensis, Acta Romanica Tomus XI, pp. 82-118. Fabian Z. (in corso di stampa), "Geschichte der italienisch-ungarischen/ungarischitalianischen Lexikographie", in Budal.EX 1988 Proceedings oJEURA1.EX 3rd lnternational Congresso Fahy C. (980), "Introduzione alla 'bibliografia testuale"', La bibliofilia, LXXXII, pp. 151-181. Fairest F10wer (985), 7be Fairest Flower. The Emergence of Linguislic National Consciousness in Renaissance Europe. International Conference ofThe Center far Medieval and Renaissance Studies. University of California - Las Angeles, 12-13 December 1983, presso l'Accademia della Crusca, Firenze. Fiorelli P. (985), "Per un glossario giuridico della Toscana napoleonica. Saggio d'un glossario dei testi bilingui della Toscana napoleonica (lettera B)", in Lingua degli ufftci e lingua di popolo nella Toscana napoleonica, presso l'Accademia della Crusca, Firenze pp. 59-210. Fleischer W. (982), Pbraseologie der deutschen Gegenwartssprache, VEB Bibliographisches Istitut, Leipzig. Folena G. (1%9), "Geografia linguistica e testi medievali", in Atti del Convegno internazionale sul tema: Gli atlanti linguistici, problemi e risultati (Roma 20-24 ottobre 1%7), Accademia Nazionale dei Lincei, anno CCCLXV, quaderno III, Ro- Basque Bibliografia 253 ma, pp. 197-222. Folena G. (983), L'ilaliano in Europa. Esperienze linguistidJedel Settecento, Einaudi, Torino. Fourment Berni-Canani M. (1986), "Anno/An-Année (Projet pour une entrée de dictionnaire bilingue)", in Lexicon Pbilosopbicum. Quaderni di terminologia filosqf'u:a e storia delle idee, 2 -1986, pp. 9-15. Frantz 0.0. (979), "Florio's Use of Contemporary ltalian Literature in A World 01 Won:Ies", in Diclionaries, no. 1, pp. 47-56. Fu-mien Yang P. (985), o,inese Lexicology and Lexicograpby: a Se/ected and Classifred Bibliograpby, Chinese u.P., Hong Kong. Gak V.G. (970), "La langue et le discours dans un dictionaire bilingue", Langages, 19. Galisson R. (983), "Image et usage du dictionnaire chez les étudiants (en langue) de niveau avancé", Etude de Linguislique Appliquée, 49, pp. 192-207. Galisson R. 0983b), Ves mots pour communiquer. EJémenIS de lexicométbodologie., CLE Intemational, Paris. Galisson R. (984), lss espressions imagées, CLE Intemational, Paris. Gallina A. (959), Contribuii alla storia della lessicografia ilaIo-spagnola dei secoli XVI e Xvn, Olschki, Firenze. Gallina A. 0959b), "Un antico dizionarietto spagnuolo-italiano", in Quaderni iber0americani 3 (24), pp. 601-604. Gallina A. (in corso di stampa), "La lexicographie bilingue Espagnol-Italien/ltalienEspagnol", in Hausmann F.J., Reichmann O., Wiegand H.E., Zgusta L. (eds.), (in corso di stampa). Gamberini S. (1970), Lo studio dell'italiano in Ingbilterra nel '500e nel '600, Messina! Firenze. Gasa Queirazza G. 0%1), Ricerche sulla /essicogralia italiana del Cinquecento, Gheroni, Torino. Gasa Queirazza G. (972), "Presentazione", in Vopisco M. (1972) (Bibliografia diz.) Gates E. (973), "A bibliography on generaI and English lexicography" in McDavid R.I., Ouckert A.R. (eds.) (973). Gates E. (988), "The treatment of multiword lexemes in some current dictionaries of English", in Snell-Hornby M. (ed.) (988), pp. 99-106. Geeraerts O.,janssens G. (982), Wegwijs in woordenboeken. Ben kriliscb overzicbt van de lexicograpbie van bel Nederlands, Van Gorcum, Assen. Gimson A.C. 0%2), An Introduclion lo tbe Pronunciation if Englisb, Arnold, London, 1970, 1980. Gimson A.C. (1973), "Phonology and the lexicographer", in McDavid R.I., Duckert A.R. (eds.) (973). Gimson A.C. (981), "Pronunclation in EFL dictionaries", Applied Linguistics, voI. Il, No. 3 Autumn, pp. 250-262. Giustiniani V.R. (987), Adam von RotJweilDeutscb-Italieniscber SpracbIUbrer, Narr, Tubingen. Goetz G. (1923), De glossariorum Ialinorum origine ellatis, Corpus glossariorum 254 Bibliograjia latinorum Bd. l, Leipzig und Berlin. Gold D. L. (1975), "New Perspectives in Spanish Monolingual Lexicography", in Babel 21, pp. 69-77. Gold D.L. (1979), Wfhe ordering oflexemes in a dictionary", in Papers oftbe Dictionary Society of NOTtb America, published by the School of Library and Information Science, The University ofWestern Ontario for the DSNA, pp. 51-80. Gold D.L. (1986), "Rewiew of Robert C. Melzi '/be Bantam New College ltalian and EnglisbDictionary(Bantam Books, NewYork 1976)", Lexikograpbica, 2, pp. 305309. GoLZ H. (1961), "Kontexti.ibersetzung und VokabelUbersetzung in althochdeutschen Glosse", PBB(Sonderband), 1961, pp. 139-152. Grassi C. (1979), "n contributo della geografia linguistica ad una nuova lessicografia dialettale italiana", in Honer M., Vernay H., WolfL. (Hrsg.) (979), Festscbrift Kurt Baldingerzum 60. Geburstag, Niemeyer, Tubingen, pp. 700-724. Greule A. (1984), nDie Lexikographie dcr dcutschen Ortsname", in Wicgand H.E. <Hrsg.) (1984b), pp. 135-157. GrubmOller K. 09(7), Vocabularius ex qua. Untersucbungen zu lateiniscb-deutscben Vokabulanm des Spiitmittelalters, C.H. Beck'eche Vcrlagsbuchhandlung, MOnchen. Gunther E. (Hrsg.) (1986), Beitrage zur l.exiJeograpbie slawiscber Spracben, (Linguistiscbe Studien Reibe A, 147), Akademie dcr Wissenschaficn dcr DDR, VEB KongreS- und Werbedruck, Oberlungwitz. Gutiérrez Marrone N. (1974), "Investigaci6n sobre variaciones léxicas en el mungo hispano", in '/be Bilingual Review, I, 2 (May-Aug. 1974), pp. 152-158. Haas M.R (1%2), "What belongs in a bilingual dictionary?", in Householder F.W. e Saporta S. (eds.), pp. 45-50. Haensch G. (980), "Algunas cosideraciones sobre la problematica de 105 diccionarios del espaiiol de América", in Lingufstica Espanola Actua~ 2, 1980, pp. 375-384. Haensch G., WolfL., Ettinger S., Werner R (1982), La lexicograpbfa. De la linguistica te6rica a la lexicografla practica, Gredos, Madrid. Hall RA. Jr. (1958), Bibliografia deUa linguistica italiana, Sansoni, Firenze, 3 voli.; l° supplemento decennale 1968; 2° supplemento 0966-1976) Giardini, Pisa, 1980. Hall R.A. Je. (1973), Bibliografia essenziale della linguistica italiana e romanza, Sansoni, Firenze. Hartmann RR.K. (ed.) (1979), Dictionaries and their users. Papers from the 1978 B.A.A.L. Seminar on Lexicography, ITL 45-46: anche pubblicata nella serie Exeter Linguistic Studies, Exetee U.P., 1979. Hartmann R.RK. (1980), Contrastive Textology. Comparative Discourse Analysis in Applied Linguistics, Groos, Heidelberg. Hartmann R.R.K. (1981), "Styles values: linguistic approaches and lexicographical practice", Applied Linguistics, vol. Il, No.3, Autumn 1981, pp. 263-273. Hartmann RRK. (982), "Das zweisprachige Worterbuch in Fremdsprachenerwerb", in Wiegand H.E. (Hrsg.) (1982), pp. 73-86. Bibliografia 255 Hartmann R.R.K. (ed.) (984). Lexeter 'c'13 Proceedings. Paper from tbe Intemational Conference on Lexicographyat Exeter. 9-12 September 1983. Niemeyer. TObingen. Hartmann R.R.K. (985). "Contrastive text analysis and the search for equivalence in the bilingual dictionary". in Hyldgaard-Jensen K.• Zettersten A. (eds.) (1985). pp. 121-132. Hartmann R.R.K. (1987). "Four perspectives on dictionary use: a criticai review of research methocls". in Cowie A.P. (ed.) (1987). pp. H-28. Halherall G. (1984), "Studying dictionary use: some fìndings and proposals·. in Hartmann R.R.K. (ed.) (1984), pp. 183-189. Haugen E.L. (984), A Bibliography of Scandinauian Dictionaries, Kraus Inlemalional Pubblications, White Plains N.Y. Hausmann F.J. 09m, Einfuhrung in die Benutzung der neufranz6siscben WorterbUcher, Niemeyer, Tiibingen. Hausmann P J. (t 983). "WorterbOcher in Frankreich und Deutschland. Ein Vergleich", in Wiegand H.E. (Hrsg.) (1983). pp. 119-155. Hausmann P.J. (1985). '7rois paysages dictionnairiques: la Grande-Bretagne,la France et l'Allemagne. Comparaisons et connexions", in Lexicograpbica l. 1985, pp. 24-50. Hausmann F.J. 0985b), "Kollokationen 1m deutschen Worterbuch. Ein Beitrag zur Theorie des lexikographischen Beispiels·, in Bergenholtz H., MugdanJ. (Hrsg.) (1985), pp. 118-129. Hausmann F.J. (1986), "Worterbuch und Wahrheit. Zur Rezeption des Worterbuchs der deutschen Gegenwartssprache in der Bundesrepublik·, in Malige-Klappenbach H. (1986), Das W6rterbuch derdeutscben Gegenwartssprache. Bericbt, Documentation und Diskussion. Herausgegeben von P.J. Hausmann, Niemeyer, Tiibingen. Hausmann P.J. (1987), "Die Vokabularisierung des Lehrbuchs oder: die Wortschatzwende. Prasentation und Vermiltlung von Wortschatz in Lehrwerken filr den Pranzosischunterricht~, in Die Neueren Sprachen, 86:5, pp. 426-445. Hausmann P.J. (988), ~Les dictionnaires bilingues italien-allemandlallemand-italien au dix-huitième siècle", in Snell-Homby M. (ed.) (1988), pp. 207-216. Hausmann P.J., Cop M. (985), "Short history of English-German lexicography", in Hyldgaard-Jensen K., Zettersten A. (eds.) (1985). Hausmann P.J. e Honig W. (982), "A propos alpha 8. Steht das Worterbuch am Scheideweg zwischen Buch und Computer? •Linguistik und Didaktile, 49/50, 13 pp. 108-112. Hausmann P.J., Reichmann O., Wiegand H.E., Zgusta L. (eds.) (in corso di stampa), W6rterbtkher. Dictianaries. Dictionnaires. Ein internationales Handbuch zur Lexikographie. /nternational Encyclopedia of Lexikograpby. Encyclopédie internaZionale de lexicographie, De Gruyter, Berlin-New York. Haywood J.A. (1959), Arabic Lexicography. /15 history, and its piace in the generai history of lexicography, 2nd ed. photomechanical reprint, 1965, Brill, Leiden. Heath D., Herbst T. (985), ·Wer weiss schon, was im Worterbuch steht? PHiydoyer fiir mehr Worterbucharbeit im Englischunterricht·. in DieNeurenSpracben84, 6, 256 Bibliografia pp. 580-595. Helbig G. (982), VaIenz -Satzglieder-semanlische Kasus - Salzmodelle, VEB Verlag Enzyklopadie, Leipzig. Held G. (983), "Kommen Sie doch! oder 'Venga purd.'. Bemerkungen zu den pragmatischen Partikeln im Deutschen und Italienischen am Beispiel auffordemer Sprechakte", in Dardano M., Dressler W.U., Held G. (a cura dO (983), pp. 316-336. Helling Ch. (1983), "Deutsche Modalpartikeln und ihre italienischen Entsprechungen", in Dardano M., Dressler W.u., Held G. (a cura di) (983), pp. 376-386. Hellmann M.W. Oirsg.) (984), Ost-West-Wortscbatzvergleicbe. Mascbinell gestrltze Untenucbungen zum Vokabular von Zeitungstexten aus der BRD und der DDR, TObingen. Herbst T, Stein G. (1987), "Dictionary-using skiIls: a piea for a new orientation in language teaching", in Cowie A.P. (ed.) (987), pp. 115-127. Hirschberg j. (1979), "Spoken usage, status labels and DARE", in Papers of the DSNA (1979), pp. 109-131. Hobar D. (ed.) (982), Papers oflhe Dictionary Society of Nortb America 1977, The DSNA, Indiana State Universitiy, Terre-Haute. Hofler M. (ed.) (982), la lexicograpbiefrançaise du XV/ au xV/n siécle. ACles du Colloque Intemational de Lexicographie, WolfenbOttel, 9-11 ottobre 1979, WolfenbOttel. Holker K. (1988), "Con and co: continuity and marqueurs in oral discoursc", in Conte M.-E., PetOfi j.S., SOzer E. (eds.) (988), Text and Discourse Connectedness, Benjamins, Amsterdam. Holly W. (986), "Wortbildung und Worterbuch", in Lexicograpbica, number 2, 1986, pp. 195-213. Holtus G., Schweickard W. (1985), "Elemente gesprochener Sprache in einem venezianischen Text von 1424: das italienisch-deutsche Sprachbuch von Georg von NOmberg", in Holtus G., Radtke E. (Hrsg.) (1985), Gesprochenes ltalieniscb in Gescbicbte und Gegenwart, Narr, TObingen, pp. 354-376. Householder P.W., Saporta S. (eds.) (962), Problems in /exicograpby. Reporl oflhe Conference on Lexicograpby held at Indiana University, November 11-12, 1960. IjAL 28 (n02, part IV), Bloomington. Hyldgaard-jenscn K., Zettersten A. (eds.) (983), Symposium zur Lexikograpbie. Symposium on lexicograpby. Proceedings of the symposium on lexicography. Copenhagen, September 1-2 1982, Olms, Hildesheim. Hyldgaard-Jensen K., Zettersten A. (eds.) (985). Symposium on Lexicograpby Il Proceedingsofthe Second Intemational Symposium on Lexicography, University of Copenhagen, May 16-17, 1984, Niemeyer, TObingen. Iannucci ).E. (962), "Meaning discrimination in bilingual dictionaries', in Householder P.W., Saporta S. (eds.) 0%2), pp. 201-216. lannucci).E. (974), "Sense discrimination in English and Spanish bilingual dictionaries", Babe~ 20, pp. 142-148. Iannuccij.E. (985), "Sense Discriminations and Traslalion Complements in Bilingual Bibliografia , 157 D ictionaries" , in Diclionaries 7, pp. 57-65. llson R. (ed.) (985), Diclionaries, LexicograpbyandIanguageLeaming, Pergamon Press, ()xford U.K. llson R. (ed.) (986), Lexicograpby. An Emerging lntemational Profession, Manchester U.P ',' Manchester. llson R. (987), "Illustrations in dictionaries", in Cowie A.P. (ed) (1981), pp. 193-212. Jackson H. (985), 'Grammar in the dictionacy", in llson R. (ed.) (985), pp. 53-59. Jakobson R. (959), "()n linguistic aspects oftranslation", in Brower R.A. (ed) (1959), On Translalionj tr.it. in Jakobson R. (966), Saggi di linguistica generale, Feltrinelti, Milano. Jernej J. (982), "Fraseologia in chiave contrastiva (con esemplificazione italiana, serbocroata e tedesca)", in Calleri D., Marello C. (a cura di) (982), pp. 125-132. Kage (). (1982), "Noch 'ugs.' oder doch schon 'derb'? Bemerkungen und VorschHige zur Praxis des stilistischen Markierung in deutschen Einsprachigen Worterbiichern", in Wiegand H.E. CHrsg.) (982), pp. 109-120. Katre S.P. (980), ·Current Trends in Indian Lexicography", in Zgusta L. (ed.) (1980), pp. 177-189. Kipfer B.A. (984), Workbook on Lexicograpby. A course for dictionary users with a glossary of English lexicographical terms, Exeter Linguistic Studies, voI. 8, Wheaton & Co Ud., Exeter. Kipfer B.A. (985), "fhe Declining Role of tbe In-House Dictionary Statr' in Diclionaries number 7, pp. 237-245. Kirkpatrick B. (985), "A lexicographical dilemma: monolingual dictionaries for tbe native speaker and for the leamer", in IIson R. (ed.) (985), pp. 7-13. Kirkpatrick E.M. (981), Chambers Universal Learner.s' Workbook, Chambers, Edinburgh. Kresilkova J. (1984), R vocabolario italiano-lalino-cec~1edesco, Cisalpino, Milano. Kromann H-P., Riiber T., Rosbach P. (984), "Oberlegungen zu Grundfragen der zweisprachigen Lexikographie", in Wiegand H.E. CHrsg.) (1984b), pp. 159-238. Kucera A., Vollnhals (). (986), ·Compact mit dem Computer. Maschinelle Urnkehr eines zweisprachigen Fachworterbuches·, Lexicographica, 2, pp. 120-126. Kiihl de Mones U. (985), Los inicios de la lexicografta del espanol del Uruguay. El Vocabolario Rioplalense Razonado por Daniel Granada 0889-1890), Niemeyer, Tiibingen. KOhn P. (1978), Deutscbe Worterbrlcher. Eine sys1emalische Bibliographie, Niemeyer, Tiibingen. KOhn P. (1983), "Sprachkritik und Worterbuchbenutzung", in Wiegand H.E. (Hrsg.) (983), pp. 157-177. Kiihn P. (1987), Mildem Worterbucbarbeiten.EineEinfrlhrungindieDidaktikund Melhodik der W6rlerbuchbenutzung, DOrrsche Buchhandlung, Bonn - Bad Godesberg. KOhn P., Puschel U. (982), " 'Der Duden reicht mir': zum Gebrauch aJlgemeiner einsprachiger und spezieller WorterbOcher des Deutschen", in Wiegand H.E. 258 Bibliografia Oirsg.) (982), pp. 121-151. Labarre A. (975), Bibliograpbiedu Dictionarium d'Ambrogio Calepino (1502-1779), Koemer, Baden-Baden. Lamy M.-N. (1985), "Innovative practices in French monolinguallearners' dictionaries as compared with their English counterparts", in llson R. (ed.) (985), pp. 25-34. Landau S. (984), Dictionaries. 1be Art and Craft of 1exicograpby, Scribner's, New York. Lederer M. (1981), La traduction simultanée. Experience et théorie, Minard, Paris. Lee C. (987), Introduzione allo studio della lingua francese, Il Mulino, Bologna. Lepschy A.L., Lepschy G.C. (977), 1be Italian Language Today, Hutchinson, London. Lepschy G.C. (1973), "Which dictionary?", in Societyfor Italian Studies Universities BuIletin, no. 6. Lepschy G.C. (1976), Recensione a VI. Macchi (ed.) 1be SansoniDictionaries: EnglishItalian Italian-Englisb, in Times Literary Supplement, 5 marzo 1976, p. 269. Lepschy G.C. (1982), Recensione a Malcolm Skey (ed.) Dizionario inglese-italiano italiano-inglese, in Times Literary Supplement, 3 settembre 1982, p. 951. Lepschy G.C. 0982a), Recensione a 1be Cambridge Italian Dictionary voi n, in lingua Nostra XLIII, fase. 2-3, pp. 81-84. Lepschy G.C. (984), "Dictionaries", in 1be Italianist 4, pp. 150-159. Lepschy G.C. (1986), "Dictionaries II", in 1be ltalianist 6. Lepschy G.C. 0986a), Recensione a Barbara Reynolds (ed.), Cambridge/Signorelli Dizionario italiano-ing/ese inglese-italiano, in Times Literary Supplement, 9 maggio 1986, p. 512. Leutgeb M. (982), La définition dans le dic.tionnaire et dans les molS croisés, Arbeitspapicre der Romanistik InstitUt Innsbruck, 4. Lewanski R.C. 0972-73), A Bibliography ofSlavic Dictionaries, 4 voli. Editrice Compositori, Bologna. LOtzsch R. (979), "Einige Fragen der Entwicklung der zweisprachigen russischen Lexikographie an der Akademie der Wissenschaften der DDR", in ZeilScbriftfur SlavistiJe, 24, pp. 402-408. Lubbers-Van der Brugge C.J.M. (951), Johnson and Baretti. Some AspeclS of Eighteentb-Century Life in England and Italy, GroningenlDjakarta. Lyons J. (1977), Semantics, 2 voli., Cambridge U.P., Cambridge. Magay T. (979), "Problems of indicating pronunciation in bilingual dictionaries with English as the source language", in Hartmann R.R.K. (ed.) (1979), pp. 98-103. Magay T. (984), "TechnicaI or generaI: problems or vocabulary selection In a medium-size bilingual dictionary", in Hartmann R.R.K. (ed.) (984), pp. 221-225. Malkiel Y. (1962), "A typological c1assiflcation or dictionaries on the basis of distinctive features", in Householder F., Saporta S. (eds.) (1962), pp. 3-24. Malkiel Y. (980), "Tbe lexicographer as a mediator between linguistics and society·, in Zgusta L. (ed.) (1980), pp. 43-58. Manley J. (983), "Tbe bilingual dictionary: problerns of normativity, selection and semantic c1assiflcation", in Hyldgaard-Jensen K., Zettersten A. (eds.) (1983), pp. Bibliografia 259 119-125. Marconi D., Bertinetto P.M. (984), "Analisi di ma. Parte I: Semantica ! pragmatica. Parte Il: Proiezioni diacroniche", in Lingua e stiIe(984), annata 19, fascicolo 2, pp. 223-258; fascicolo 3, pp. 475-509. Marconi D. (982), Dizionari ed enciclopedie, GiappicheIli, Torino, 1985, I:' ed. Marello C. (978), "I vocabolari come mezzo di educazione linguistica", in Orientamenti pedagogici, XXV, nn. 1-2. Marello C. (979), "Text, coherenceandlexicon", in PetafiJ.S. (ed.), (1979), pp. 618633. Marello C. (980), Lessico ed educazione popolare. Dizionari metodici italiani del1'800, Armando, Roma. Marello C. (1982), "Invece di sciacquare i panni in Amo. I vocabolari d'italiano nell'insegnamento·, in Bertinetto P.M., Ossola C. (a cura dO (1982), Insegnare stanca, Il Mulino, Bologna, pp. 219-308. Marello C. (986), "II vocabolario e il testo", in Italiano e oltre, Anno I, numero 2, pp. 70-74. Marello C. (1987), "Examples in contemporary ltalian bilingual dictionaries", in Cowie A.P. (ed.) (987), pp. 224-237. Marello C. 0987a), "Linguistica contrastiva attraverso i dizionari bilingui italiano e tedesco", in Dressler W. u., Grassi C., Rindler 5chjerve R., Stegu M. (Hrsg.) (1987), pp. 81-93. Marello C. (988), "Ellipsis between connexityandcoherence", in ConteM.-E., Pelafi ).S., SOzer E. (eds.), Text and Discourse Connectedness, Benjamins, Amsterdam. Marello C. 0988b), "Anaphora and deixis as cohesive devices in lexicography", in Snell-Hornby M. (ed.) (988), pp. 117-123. Mariani L. (987), Study skills through English, Zanichelli, Bologna. Marini A. (985), 'Un classico della lessicografia italo-francese: il Dictionnaire di Cormon e Manni", in Filologia moderna, VII, pp. 219-243. Marmo V. e al. (1981), "Per una storia dell'ideologia dei vocabolari dialeuali italiani", in Albano Leoni P., De Blasi N. (a cura dO (981), pp. 423-452. Marrone C. (981), "Aspetti lessicologici nella didattica dello spagnolo", in Albano Leoni P., De Blasi N. (a cura di) (981), pp. 189-219. Masel E., MoreUi G. (985), "la Landeskunde nell'insegnamento dell'italiano come lingua straniera: spunti di discussione", in Insegnare italiano. Bollettino d'informazione per gli insegnanti di italiano in Austria, 1/1985, pp. 21-51. Massariello Merzagora G. (982), La lessicografia, Zanichell~ Bologna. Matoré G. 0%8), Histoire des dictionnairesfrançais, Larousse, Paris. Mc David R.I., DuckertA.R. (eds.) (973), LexicographyinEnglish(Annalsofthe New York Academy of Sciences, voI. 211), ANYAS, New York. Melloni A., Capanaga P. (1980), Materiales linguisticas para la comunicacion socia~ Pitagora, Bologna. Melzi R.C. (1972), "A Critique of Several Modem Italian and English Dictionaries", in Italica, 49, 3, pp. 338-343. Melzi R.e. (986), "Bilinguismo, etnicità e l'insegnamento dell'italiano negli Stati Uniti", in Melodi e Ricerche, V 1 gennaio-glugno, pp. 103-119. 260 Bibliografia Messeri A.L. (956), "Giovanni Torriano e il suo dizionario inglese-italiano", in Lingua nostra XVII, pp. 108-111. Migliorini B. 0960, 1978), Storia della lingua italiana, Sansoni, Firenze. Mitchell E. (983), Searcb-Do Reading: Difficulties in using a Dictionary (Formative Assessment of Reading. Working Paper 21), College of Education, Aberdeen. M",lIer E. (1983), "Homonymie bzw. Polysemie. Kriterien fUr die Ansetzung des Lemmas im Oanisch-DeulSCh Worterbuch (OTO)", in Hyldgaard-jensen K., Zeuersten A. (eds.) (1983), pp. 169-188. Morlicchio E. (982), "L'Abrogans: analisi contrastiva latino-antico alto tedesco", in Calleri D., Marello C. (a cura di) (982), pp. 279-302. Mugdan j. (1983), "Grammatik im Worterbuch: Flexion", in Wiegand H.E. (Hrsg.) (983), pp. 179-235. Navarro Salazar M.T. (1985), "Un glossario latino-eugubino del Trecento", in Studi di lessicografia ilaliana, voI. Il, 1985, pp. 21-155. Nencioni G. 09(1), "Filologia e lessicograna a proposito della ·variante", in Studi e problemi di critica testuale, AUi del Convegno di studi di filologia italiana nel centenario della Commissione per i Testi di Lingua (Bologna, aprile 1%0), Commissione per i testi di Lingua, Bologna, 1961, pp. 183-192i ristampato in Nencioni G. (983), pp. 57-66. Nencioni G. (1980), "Lessicografìa e letteratura italiana", in Studi di IessicografJa italiana, Il, 1980, pp. 5-30; ristampato in Nencioni G. (983), pp. 180-207. Nencioni G. (983), Di serino e di parlato. Discorsi linguistici, Zanichelli, Bologna. Nencioni G. (1985), ·Verso una nuova lessicografìa·, in Studi di IessicografJa italiana, vol. Il, 1985, pp. 5-19. Neubauer F. (980), DieStrukturderExplikationen in deutschen einspracbigen WorterbUcbem. Eine vergleicbende lexiko-semantiscbe Anaryse, Buske, Hamburg. Nibbi A. (968), "n dizionario italiano-inglese e inglese-italiano di Giuseppe Baretti·, In Lingua Nostra XXIX, pp. 40-46. Niederehe H.-J., Wolf L. (ed.) (987), Français du Canada -français de France. Actes du Colloque de Trèves de 26 au 28 septembre 1985. Niemeyer, TObingen. Nuccorini S. (986). "l'learners' dictionaries' e i loro utenti: note su un particolare tipo di testo e su un particolare tipo di destinatario·. Atti del VII Congresso AIA. Ticci, Siena. Nuccorini S. (985); "Making effective use of dictionaries", in Perspective Tesol-ltary (ATESI), voI. IX, no. 1, january 1985, pp. ~5. Nuccorini S. (988). ·Sulla performance dei 'Leamers' Dictionaries': problemi di comprensione del lessico nella lettura in inglese lingua straniera", in De Mauro T· t Gensini S., Piemontese E. (a cura di) (1988), Dalla parte del ricevente: percezione, comprensione. interpretazione, Ani del XIX Congresso SLI. Roma, Bulzoni, pp. 191-200. O' Brien T., Jordan R.R. (985). Developi"g Reference Skills, Collins, London. Bibliografia 261 O' Connor D. (1972), "john F1orio's Conttibution to ltalian-English Lexicographye, in ftalica, 49, pp. 49~7. O' Connor D. (1973), "Voci non spiegate nel dizionari di john F1orlo', in Studi di Filologia ftaliana XXXI, pp. 207-246. O' Connor D. (1978), "Italian-English Lexicography in the Twentieth Century", in ftalica, 55, pp. 338-358. O' Connor D. (]979), "Neologisrns in Modem ltalian-English Dlctionarles', In ftalica, 56, pp. 283-287. O' Connor D. (1982), "A Survey of Some Twentieth-Century ltalian-English Pocket Dictionaries", in ftalica, 59, pp. 175-181. O' Connor D. (in corso di stampa), "Bilingual Lexicography English-ltalian ItalianEnglish", in Hausmann FJ., Reichmann O., Wiegand H.E., Zgusta L. (eds.) (in corso di stampa). Olivieri O. (942), "I primi vocabolari italiani fino alla prima edizione della Crusca', in Studi difilologia italiana, 6, 1942, pp. 64-192. Osselton N.E. (1979), "Some problems or obsolescence in billngual dictionaries', in Hartmann R.R.K. (ed.) (1979), pp. 120-126. Osselton N.E. (1973), 7be Dumb Linguisls. A Study oftbe Bar/fest Englisb and Dutcb Dicticmaries, Leiden University PreSs, LeidenlOxford Universlty Press, London. Paktar M.M. (981), A History ofSanscril /.e:Jcicograpby, Munshirarn Manoharlal, New Delhi. Parodi S. (1983), Quattro secoli di Crusca 1583-1983, presso l'Accademia della Crusca, Firenze. van Passen A.M. (1981), "Appunti sui dizionari italo-francesi apparsi prima della fme del Settecento", in Studi di lessicografJa italiana, voI. III, 1981, pp. 29-65. Patzold K.M., Schnorr V. (1985), PONS W6rterbucb-ABC Engliscb. Obungen zum PONS Globalw6rterbucb Engliscb, Klett, Stuttgart. Paulys (1893), Real-Encyclopddie der classiscben Altertumswissenscbaft. Neue Bearbeitung, Wissowa G., Kroll W. Hrsgg., Stuttgart. Pètofi j.S. (ed.) (1979), Text vs. sentence. Basic questions oftext linguistics, 2 voli. Buske, Hamburg. . Pettinato G. (1979), Ebla. Un impero inciso nell'a18i1Ia, Mondadori, Milano. Pettinato G. (1981), "I vocabolari bilingui di Ebla. Problemi di traduzione e di lessicografia sumerico-eblaita', in Cagni L. (ed.) (1981), La linguadiEbIa, Napoli, pp. 241-276. Pettinato G. (1982), "Testi lessicali bilingui della Biblioteca L.2769. Parte I: Traslitterazione dei testi e ricostruzione del Vocabolario di Ebla" in collaborazione con E. Areari, A. Magi-Spinetti e G. Visicato, in Materiali epigrafici di Ebla, 4, Istituto Universitario Orientale di Napoli, Seminario di Studi Asiatici, Napoli. Piea P. (1979), "Homography or polysemy: on a computer-aided analysis of nODpronominal neuterverbs in French", in Hartmann R.R.K. (ed) (1979), pp. 154-162. Poggi I. (1981), Le interiezioni: studio del linguaggio e analisi della mente, Boringhieri, Torino. Poggi Salani M. (982), "Venticinque anni di lessicografia italiana delle origini (leggere 262 Bibl~r~ scrivere e politamente parlare). Note sull'idea di lingua", Historiograpbia linguistica,9, pp. 265-297. Poirier C. (1985), "Coping with English Borrowings in the Dictionnaire du Français QuébécoiS', in Dictionaries, number 7, 1985, pp. 94-111. Policardi S. (1947), fohn Florlo e le relazioni cullurali anglo-italiane agli albori del xvn secolo, Venezia. Policardi S. (948), "I dizionari di Giovanni Aorio", in Lingua Nostra IX, pp. 54-60. Polo J. (976), El espanol come Iengua extranjera, ensenanza de idiomas y traducci6n. Tres calas bib/~rapbicas, Sociedad generaI espai'lola de libreria, Madrid. Ponti M.D. (984), "Espressioni idiomatiche e traduzione" in Lingua e letteratura, IULM Istituto Universitario di Lingue Moderne, n. 2, 1984, pp. 71-77. Prati A. (931), lvocabolaridelleparlateitaliane, Tipografia Caponera, Romai Pomi, Bologna, ristampa anastatica 1965. Princi Braccini G., Vecchio Kevorkjan E. (986), Glossarlo deig/ossari a testi italiani anteriori al Quattrocento. Bibliografia, presso l'Accademia della Crusca, Pirenze. Putzer o. (1983), "Wortbildung der deutschen Gegenwartssprache im Premdsprachenunterricht", in Dardano M., Dressler W.U., Held G. (a cura di) (983), pp. 114-131. Quemada B. (1960), "L'inventaire des dictionnaires bilingues. A propos du Dictionnairefrançais-néerlandaisde N. de Berlaimont", in CabieTs de lexicologie 2, 1960, pp. 67-78. Quemada B. (1967), Lesdictionnairesdufrançaismoderne 1539-1863. Eludesurleur bisloire, leurs types et leurs métbodes, Didier, Paris. Quondam A. (1983), "La letteratura in tipografia", in Letteratura italiana 2: Produzione e consumo, Einaudi, Torino, pp. 555-686. ReadA.W. (1975), nDictionary", voce in TbenewEncyclopaediaBritannica, 1975, 15 ed. Reif J.A. (987), "The development of a dictionary concept: an English learner's dictionary and an exotic alphabet", in Cowie A.P. (ed.) (987), pp. 146-158. Rettig W. (982), "Les dictionnaires bilingues des langues française et allemande au 18e siécle: questions de méthode", in Honer M. (ed.) (982), pp. 103-114. Reuther T. (983), "Zur semantisch-syntaktischen Klassifizierung und lexikographischen Erfassung von PunktionsverbgefOgen", in Dardano M., Dressler W.U., Held G. (a cura di) (983), pp. 135-145. Rey A. 09m, Le lexique: images et modèles. Du dictionnaireà la lexic%gie, Colin, Paris. Rey A. (986), "!.es écarts culturels dans les dictionnaires bilingues·, Lexicographica, 2, pp. 33-42. Rey A. (1982), Enciclopédiesetdictionnaires, Presses Universitaires de France, Paris. Rey-Debove j. (1971), ElUde linguistique et sémiotique des dictionnaires français conremporains, Mouton, Paris-La Haye. Rey-Debovej. (978), Le métalangage. Elude linguistique du discours sur le langage, Bibliografia 263 Le Robert, Paris. Robinson J. (1983), "A glossary of contemporary English lexicographical terminology", in Dictionaries, n. 5, 1983, pp. 76-114. Roncoroni P. (1987),' Fare italiano con ildizionario. Quaderno didattico con esercizi guidati, Mondadori, Milano. Rosier ).L. (963), "Lexical strata in Florio's 'New World ofWords'", in Englisb Studies, 44, pp. 415-423. Rossebastiano Bart A. (1984), Antichi vocabolari plurilingui d'uso popolare: la tradizione del Solenissimo Vocbabuolista, Edizioni dell'Orso, Alessandria. Rossebastiano Bart A. (1986), "Alle origini della lessicografia italiana" in Buridant C. (ed.) (986), La /exicograpbie au Moyen Age, Lexique 4, Presses Universitaires de Lille, Lille, pp. 30-60. Rossi S. (1966), "Un 'italianista' nel Cinquecento inglese: William Thomas", in Aevum XL, pp. 281-314. Rossner R. (1985), "The learner as lexicographer: using dictionaries in second language learning", in Ilson R. a cura di (985), pp. 95-102. Rowald P. (913), Repertorium lateiniscber Worteroerzeicbnisse und Speziallexika. Supplementum autorum latinorum, Teubner, Leipzig. Sabatini P., Coluccia R., Lupis A. (983), ·Prospettive meridionali nella lesslcografia storica italiana", in Dardano M., Dressler W. u., Held G. (a cura di) (983), pp. 146169. Sager J.C., Dungworth D., McDonald P.F. (1980), Englisb Speciallanguages. Principles and practice in science and tecnology, Brandstetter, Wiesbaden. Saussol ).M. (1980), Glonodidaclica del espanol con especial preferencia ilalofonos, v v Liviana, Bologna. Scerba L. V. (940), "Versuch einer allgemeinen Theorie der Lexikographie (Opyt obscej teorii leksikografiO", in Wolski W. (Hrsg.) (982), pp. 17-62. Schippan T. (984), Lexikologie der deutscben Gegenwartsspracbe, VEB Bibliographisches Institut, Leipzig. Schmidt G.D. (975), "DDR-Lexeme in Bundesdeutschen Rechtschreibworterbuchern. Eine kritische Betrachtung des Duden und des Knaur", in Deutscbe Spracbe 1975, pp. 314-331. Schmuck A., Voigt W. (986), "Zweisprachige elektronische WorterbUcher: Am Beispiel des Langenscheidt-Worterbuchs 'alpha 8' ", Lexicograpbica, 2, pp. 284290. Schnorr V. (1986), "Translational Equivalent andlor Explanation?The Perennial Problem of Equivalence", I.e:x:icographica, 2, pp. 53-60. Scholfield P. (982), ·Using the English dictionary for comprehension", in Tesol Quaterly, 16, n.2, 1982, pp. 185-194. Schone H. (1907), Repertorium griecbiscber Worteroerzeicbnisse und Speziallexika, Teubner, Leipzig. Schur N.W. (973), BrilisbSelf-Taughtwith Comments in American, MacmUlan, New York. SchOtz A. (t 985), PONS Worterbucb-ABC FranzOsische. Obungen rum Pons Global- 264 Bibliografia w6rterbuch FranzOsisch und.zum Pons Miero Robert en Poche, Kleu, Stuugan. Sciarone A. (984), "Tbe organisation ofthe bilingual dictionary" in Hanmann RR.K. (ed.) (1984), pp. 413-419. Scotti Morgana S. (1983), Esordi della Iessicografr.a scientifICa italiana. Il 'Saggio alfabetico d'Istoria medica e naturale' di Antonio Vallisnieri, La Nuova Italia, Firenze. 5&r G.S. (978), Le teorie delcampoin linguistica, Mursia, Milano, (ed. originale russa 1974). Seco M. (987), Esludios de lexicografJa espanola, Colecci6n filologica Paraninfo, Madrid. Seibicke W. (1983), "Lexikographie deutscher Personennamen", Wiegand H.E. (Hrsg.) (983), pp. 275-306. Seleskovitch D., Lederer M. (984), Interpréter pour traduire, Didier, Paris. Seleskovitch D. (1975), lAngage, Iangue5 et mémoire. Etude de la prue de nOles en interpTétation consécutive, Minard, Paris. Serianni L. (984), "La lessicografla", in Formigari L. (a cura di) (984), Teorieepralicbe linguistiche nell'Italia del Settecento, Il Mulino, Bologna, pp. 111-126. Signorini S. (1983), "L'Alfabetto italiano' stampato a Mosca l'anno 1773: un esempio di bilinguismo nella Russia del XVIII secolo", in Studi di lessicogralia italiana, vol. V,I983. Simone R. (987), "Idee sulla grammatica "fine" con qualche riflessione sugli "intraducibili", in Destro A. et al. (987), Tradurre. Teorieed esperienze, Bolzano/ Bozen, pp. 45-46. Sinclair J.M. (ed.) (987), Looking Up, Collins ELT, London. Slagter P.J. (1979), Nivei Umbra~ Conscjo de Europa, Strasbourg. Snell-Homby M. (1983), Verb-descriptiuily in German and English. A contrastive study in Semantic Fields, Winter, Heidelberg. Snell-Homby M. (986), "The Bilingual Dictionary - Vieti m of its own tradition?", in R.R.K. Hanmann (ed.) (1986), 1be Hislory 01 Lexicograpby. Papers from the dictionary Research Centre Seminar al Exeter, March 1986, 8enjamins, Amsterdam, pp. 207-218. Snell-Homby M. (ed.) (988), ZuriLEX '86 Proceedings, Francke, Tubingen. Solarino R. (1986), "II lessico e il lavoro della mente", in Italiano e oltre, Anno I, numero 2, pp. 59-65. Sora F. (984), "A studyofthe use ofbilingual and monolingual dictionaries by ltalian university students ofEnglish", in Papers on work in progress, n.12, dicembre 1984, Clueb Bologna, pp. 40-46. Stames D.W.T. (937), "Bilingual dictionaries of Shakespeare's day", PMLA, Artiele LXV, UI (Dee. 1937>, pp. 1005-1018. Stames D.T. (1964), "John Florio Reconsidered", in Texas Sludies in Literature and lAnguage. 6, pp. 407-422. Stames D.W.T., Noyes G.E. (954), Renaissance Dictionaries, Englisb-Lalin and lAlin-englisb, University of Texas Press, Austin. Stein G. (1985) 1be Englisb Diclionary belore Cawdrey, Niemeyer, TUbingen. Stein G. 0985a), ·Word-formation in modern English dictionaries", in I1son R (ed.) Bibliografia 26S (985), pp. 35-44. Steiner G. (984), 'On an exact art (agaio)", in Lingua e 1etten:JlUra, "Traduzione e creazione", 1984, anno II, n. 2, pp. 13-25. Steiner R.]. (970), Two Centuries 01 Spanisb and Englisb Bilingual Lexicograpby 0590-1800), Mouton, The Hague-Paris. Steiner R.]. (982), "Howa bi1ingual dictionary bestserves tbe writer" in Hobar D. (ed.) (982), pp. 24-31. Steiner RJ. (984), "Guide\ines for reviewers ofbilingual dictionaries", in Dictionarles, n. 6, 1984, pp. 166-181. Steiner R.]. (986), "How many Laoguages Should a 'Bilingual' Dictionary offer?", Le:dcograpbica, 2, pp. 85-92. van Sterkenburg P.G.]. (984), Van voordenliist lot woorrJenboek: Inleiding lO de geschiedenis van woordenboeken van bet Nederlands, Brill, Leiden. Tancke G. (984), Die ilalieniscben W6rterbUcber von den Anllingen bis zum Erscbeinen des "Vocabolario degliAccademici della Ousca"(1612J, Niemeyer, TObingen. Thompson S.A. (984), "Bilingual dictionaries and tbe notion of 'Iexical categories' in Chinese", in Hartmann RR.K. (ed.) (984), pp. 282-288. Thun H. (978), Probleme der PbraseoIogie: Untersucbungen zur tuietJeri10Iten Rede mit Beispielen aus dem FranzOsiscben, ltalieniscben, Spaniscben und Rumliniscben, Niemeyer, TObingen. Titone R. (986), Tradurre: problemi psicolinguistid e glouodidattici, Formiga Eclitore, Milano. Tomaszczyk]. (979), "Dictiooaries: users and uses", in Glouodidactica', 12, pp. 103119. Tomaszczyk]. (988), "Tbe bilingual dictionary under review", in SnelI-Hornby M. (ed.) (1988), pp. 289-297. Tono Y. (984), On tbe Diclionary User's Reference SIdl/s. Thesis presented to tbe Faculty of the Department of English Education, Tokyo Gakugei University, . December 1984. Trabalza C. (1908), Storia della grammatica italiana, Milano; ristampa anastatica Forni, Bologna, 1963. UnderhiIl A. (1980), Use 10ur Dictionary, Comelsen & Oxford University Presso UnderhiIl A. (985), "Working with the monolingualleamers' dictionary", in lIson R (ed.) (985), pp. 103-114. Vicino Oriente (1980), III, Atti del seminario di stUdi su "Bilinguismo e traduzione nell'antico Oriente", Roma 20-22 marzo 1980, Istituto di Studi del Vicino Oriente, Università di Roma. Viehweger D. (1982), "Die Darstellungen semantischer Vereinbarkeitsbeziehungen zwischen lexikalischen Elementen 1m einsprachigen WOrterbuch des Deutscheo", in Agricola E., Schildt]., Viehweger D. (Hrsg.) (982), pp. 23-41. Vignuzzi U. (1983), "Problemi di lessicografia italiana medioevale", in Dardano M., 266 Bibliografia Dressler W.U., Held G. (a cura di) (983), pp. 170-185. Vignuzzi U. (984), n 'Glossario latino-sabino' di Ser Jacopo Ursello da Roccantica, Edizioni Università italiana per stranieri, Perugia. Vitale M. (1966), "La III edizione del Vocabolario della Crusca. Tradizione e innovazione nella cultura linguistica fiorentina seicentesca", in Acme, 19, pp. 109-153. Vitale M. (971), "La IV edizione del Vocabolario della Crusca. Toscanismo, classicismo, filologismo, nella cultura linguistica fiorentina del primo Settecento', in Studi diftlologia romanza offerti a S. Pellegrini, Padova, pp. 675-704. Vitale M. (1978), la questione della lingua, nuova edizione, Palumbo, Palermo. Wagner R.L. (1967, 1970), !es vocabulairesfrançais. I: Dé/inition. Les Dictionnaires; II: !es tdcbes de la lexicologie synchronique. Glossaires et Dépouillements. A nalyse 1exica1e, Didier, Paris. von Wanburg W., Keller H.E., Geuljans R. 0%9), Bibliographie des dictionnaires patoisgalloromans 0550-1967), nouvelle édition, Droz, Genève. Weinreich U. 0%9), 'Problems in tbe analysis of idioms·, in Puhvel J. (ed.) (969), Substance and Structure o/language, University of California Press, Las Angeles pp. 23-81. Welis j.C. (1985), "English pronunciation and its dictionary representation", in llson R. (ed.) (1985), pp. 45-51. Werner R. (979), "Zum Stand der Lexikographie des amerikanischen Spanisch", in Ibero-Amerikanisches Archiv NF5, 1979, pp. 121-160. Wemer R. (1986), "Zum Stand der zweisprachigen Lexikographie Deutsch-Spanisch, Spanisch-Deutsch" in Lexicographica, number 2, 1986, pp. 127-161. Whitcut J. (1969), Learning fllith IDOCE, Longman, London. WhitcutJ. (1985), "Usage notes in dictionaries: tbe needs of the leamer and tbc native speaker", in llson R. (ed.) (1985), pp. 75-80. Whitcutj. (1986), "Tbe training of dictionary users', in llson R. (ed.) (1986), pp. 111122. Wiegand H.E. (1981), "Pragmatische Informationen in neuhochdeutschen wonerbuchem. Ein Beitrag zur praktischen Lexikologie", in Wiegand H.E. (Hrsg.) (981), pp. 139-271. Wiegand H.E. CHrsg.) (1981), Studien zurneuhocbdeutscben Lexikographie /, Olms, Hildesheim, ZOrich, New York. Wiegand H.E. CHrsg.) (1982), Studien zur neubocbdeutschen Le:x:ikograpbie II, Olms, Hildesheim. Wiegand H.E. (1983), "Was ist eigentlich ein Lemma? Ein Beitrag zur Theorie der lexikographischen Sprachbeschreibung" in Wiegand H.E. (Hrsg.) (1983), pp. 401473. Wiegand H.E. (Hrsg.) (1983) Studien zurneuhochdeutscben Lexikograpbie In, Clms, Hildesheim. Wiegand H.E. (1984), Fragen ZUr Grammatik in Worterbucbbenutzungsprotokollen. Ein Betrag zur empirischen Erforschung der Benutzung einsprachiger Wonerbucher, rnimeo. Wiegand H.E. (Hrsg.) (984), Studienzurneubocbdeutscben Lexikograpbie lY, Clrns, Bibliografia 267 Hildesheim. Wiegand H.E. (984), "Vorwort" in Wiegand H.E. (Hrsg.) (1984b), pp. III-XVI. Wiegand H.E. (Hrsg.) 09B4b), Studien zur neubocbdeutscben le:Jdcograpbie V. Olms, Hildesheim. Wiegand H.E. (985), "Gennan dictionarles and research on the lecicography of German from 1945 to the presenL With a select bibliography· in leJdcograpbica, 1/1985, pp. 172-224. Williams E.B. (960), Analysis of the problem of meaning disaimination in Spanish and English bilinguallexicography", in Babe~ 6, 1960, pp. 121-125. Wilson N.L. (978), ·Conceming the translation of predicates", in Guenthner F., Guenthner-Reutter M. (eds.) (978), Meaning and Translation, Duckworth. Winter M. (1981), Making Ibe most olyour Easy Englisb Diclionary, Harrap, London. Wolski W. (Hrsg.) (982), Aspekte der sOfl!ietrussj.scben Lexikograpbie. Obersetzungen, Abstracts, bibliographische Angaben, Niemeyer, Tilbingen. Wolski W. (1986), ·Partikeln 1m Worterbuch. Eine Fallstudie am Beisplel von docb", Lexicograpbica, 2, pp. 244-270. Wood R.E. (1984), "Review of Geeraerts D., Janssens G. (982)", in DicIionaries,6, 1984, pp. 276-277. Wooldridge T.R. (1975), "Robert Estienne cruciverbiste: les équations sémantiquesdu Dictionnaire francois-Iatin", in Cabiers de le:dcologie, 27, 0975-11), pp. 107-116. Wooldridge T.R. 09m, Les débuts de la le:dcograpbieJrançaise. Eslienne, Nicolet le !bresorde la languefrançoyse (1606), University ofToronto Press, Toronto. Wòrterl:rUcber als Feblerquelle (970), Buske, Hamburg. WUster E. 09(7), !be Macbine 'rool. An interlingual dictionary cf basic concepts Englisb-Frencb, Master volume, London. WUster E. 0%8), Grundbegriffe bei Werkzeugmascbinen. Deutscher Erganzungsband zu dem Grundwerk !be Macbine Too~ London. 1 Xue Shiqi (1982), "Chinese lexicography past and present", in Diclionaries, n. 4, 1982, pp. 151-169. Yates F.A. (934), ]obn FkJrio. 7be Li/e 01 an I/alian in Sbakespeare's England, Cambridge. Zamponi E. (1986), nIlgioco dei draghi", in I/aliano e oltre, Anno', numero 2, pp. 5558. Zaunmilller W. (958), Bibliograpbiscbes Handbucb der Spracbw6rterbUcber: ein internationales Verzeichnis van 5600 Worterbikbem der ]ahre 1460-1958fur mebr als 500 Spracben und Dialelele / A criticai bibliography of language dictionaries, Hafner, New York, Hiersemann/StuttgarL Zgusta L. (971), Manual of Lexicography, Mouton, The Hague. Zgusta L. (ed.) (980), 7beory andMethod in Lexicography: western and non-western perspeclives, Hombeam Press, Columbia South Carotine. Zgusta L. (984), IReview of Wiegand H.E. (Hrsg.) (981), (982), (983), (984)1, in Dktionaries, 6, 1984, pp. 268-275. " 268 Bibliografia Zgusta L. 09Mb). "1'ranslational equivalence in the bilingual dictionary", in Hartmann R.R.K. (ed.) (984)," pp. 147-154. Zgusta L. (1986), "Introduction to tbe tbematic part: Problerns or the Bilingual Dictionary". in I.exicograpbica, 2, pp. 1-7. Zgusta L. 0986b). "Rewiew or Diclionnaire du français québécoiS', in Dictionaries, Number 8, 1986, pp. 272-279. Zischka G.A. (959), Index lexicorum: Bibliographie der Iexika/ischen Nachsclagewerke, Hollinek. Wien. Zogfen E. (Hrsg.) (985), WOrterbucher ùnd ibre Didaletik, 1bemenheft BielefeJder Beitrage zur SprachlebrfoTSchung, Heft 1+2, Jahrgang 14, Keimer Verlag, Bad Honnef e Hebsacher Verlag, ZOrich. Zolli P. (973), Bibliografia dei dizionarispecializzati italiani delX/Xsec%, Olschki, Firenze. Zolli P. (978), "Appunti linguistici e bibliografici sui dizionari specializzati italiani tradotti dal francese nel XVIII secolo", in La Ricérca Dialettale, Il, pp. 35-55. Zolli P. (981), "Innovazione e tradizione nel'Noveau Dictionnaire François-Italien' di F. Alberti de Vdleneuve", in Mélanges li la memoire de Franco Simone, Slatkine, Genève. Zolli P. (1984), "I dizionari bilingui italiano-sloveno, sloveno-italiano del XX secolo. Schede per una bibliografia", in Est Europa, voi l, 1984. Istituto di lingue e letterature dell'Europa orientale, Udine, pp. 51-55.