Eurolog – L`Europa in dialogo con il mondo antico

Transcript

Eurolog – L`Europa in dialogo con il mondo antico
Eurolog – L’Europa in
dialogo con il mondo antico
Introduzione
Impressum
Perché conoscere il passato? Come può la conoscenza del mondo antico aiutarci
a trovare risposta a domande del presente e del futuro? Sono questi i quesiti che
formano il fulcro del progetto Eurolog.
Se guardiamo a singoli eventi del passato e ai loro effetti ci è dato di riconoscere che
simili aspetti esistono tuttoggi e che dunque i loro effetti possono essere preveduti.
La tesi della comparabilità radica nel fatto che gli odierni paesi dell’Europa e del
Mediterraneo hanno un passato comune. L’Europa moderna si è evoluta dal passato.
Le culture preistoriche dell’Anatolia, i Fenici, la Grecia antica, il periodo ellenisticoromano e Bisanzio rappresentano ere produttive che formarono via via la società,
l’edilizia urbana e l’arte in tutta l’Europa e in tutto il Mediterraneo.
Editore
Prof. Dr. Harald Siebenmorgen
Badisches Landesmuseum Karlsruhe
Concetto, realizzazione e testo
Dr. Katarina Horst
Alexandra Neuner M.A.
Angelika Zinsmaier M.A.
Traduzione (dal tedesco)
Veronica Ronchi, M.A.
Allestimento e restauro,
Marketing e PR,
Badisches Landesmuseum Karlsruhe
Design e grafica
Ranger-Design, Stuttgart
Contatto
Dr. Katarina Horst
[email protected]
Ringraziamenti a:
Dorothee Abdelhamid, Goethe- Institut Tunis
Christiane Bohrer, Goethe- Institut Tunis
Kurt Ranger und Peter Fajt, Ranger-Design Stuttgart
Claus Hattler, Badisches Landesmuseum Karlsruhe
Eva Kurz, Badisches Landesmuseum
DanaeKontopodis, Iraklion
Ferdaous Louhichi, Tunis
Belinda Montúfar de Maschke, EU- coordination,
Karlsruhe
Prof. Jim Moran, Toronto
Peter Panik, Vienna
Dr. Martin Schäfer, Atene
Referenze fotografiche :
Porta sul mondo: Porto di Amburgo: Martin Elsen
Centro città: Karlsruhe, Bildstelle Stadt Karlsruhe MMG,
Cairo: monasosh, flickr. Fez: cutcaster
Fede: Rothko-Chapel: www.rothkochapel.org,
Ex voto in lamina d’argento da Weißenburg:
Archäologische Staatssammlung, Monaco,
God’scorner: Kapfenhof St. Peter, Germania,
Benessere: Badenweiler: “Archäologie erleben”, ed. A.
Pomper, R. Redies, A. Wais, p.42, pubblicato presso Theiss,
Stuttgart 2004,
Hamam: Frauenzentrum in der Schokoladenfabrik, Berlin
Nozze in bianco: matrimonio di massa: Kim Hong-Ji,
Thompson Reuters, Matrimonio Aldobrandino,
da: “PompejianischeWandbilder”, A. Majouri, Berlin 1938
Altre immagini: I Eurolog-partner-musei e autori
Heißt München auf italienisch
wirklich Monaco???
Nell’Europa odierna la globalizzazione e la migrazione con il conseguente commescolarsi delle culture, sono per molti causa di irritazione. Di conseguenza spesse volte
osserviamo tendenze di ritiro, di emarginazione e di regionalismo. Vi è sempre stata
tra le diverse culture, e vi sarà anche in futuro, una reciproca influenza. In passato
generalmente queste influenze non venivano concepite come “estranee” ma, in una
percezione individuale, come parte della propria cultura. Se contempliamo il modo
in cui la gente si arrangiava e accomodava con questa mescolanza ci si propongono
numerose soluzioni abili ad incidere sulla realtà odierna. A prescindere dalle limitazioni dovute ai connotati dell’attuale concetto di “impero”, un punto di riferimento ci
è dato dall’Impero Romano, che si mostrò capace di unire in un unico sistema diversi
popoli e culture.
Per quanto singolarmente moderni, le leggi e i diritti garantiti ai membri dell’Impero
Romano non possono venir separati dal loro originario contesto delle imprese
militari e della conquista violenta, mezzi per cui l’impero andava accrescendosi di
nuovi territori. Ciò nonostante a chi diveniva cittadino romano (sotto la legge
“ius soli”) l’integrazione nell’impero aveva tanto da offrire: sicurezza materiale ed
economica, un sistema legislativo e libertà; e tutto ciò senza dover rinunciare alle
proprie tradizioni e alla propria cultura. Questo, così come altri esempi del progetto
Eurolog ci mostreranno come un’ Europa unita arrechi vantaggi a tutti, nel rispetto
delle singole identità culturali.
Il Progetto Eurolog, al quale contribuiscono come partner quattro istituzioni culturali,
è patrocinato dal “EU-Culture Programme”.
Katarina Horst
ISBN 978-3-937345-70-3
Eurolog – L’Europa
in dialogo con l’antichità
Le genti dell’area europeo-mediterranea possono rifarsi ad un passato comune
tuttora vivo nel loro patrimonio intellettuale, spirituale e materiale. Gli incontri e i
rapporti, con le loro rispettive forme di comunicazione e di vita erano parti incisive
del mondo antico così come lo sono di quello moderno. Per millenni elementi di
una cultura sono entrati a fare parte di un’altra e viceversa dando origine ad un
costante scambio culturale. È a questo processo che si dedica il metodo Eurolog
offrendo un nuovo punto di vista.
L’Impero Romano –
„Globalizzazione“ nell’antichità
Una parallela al nostro attuale mondo globalizzato ci è data dall’Impero Romano,
che fu capace di riunire in un solo sistema una varietà di popoli e di culture.
L’espansione romana diede un’impronta incisiva alla carta geografica europea,
tuttora riconoscibile. Al suo apice lo stato polinazionale contava più di 100 milioni
di abitanti. L’annessione all’Impero non era sempre un processo libero e volontario,
eppure offriva a molti sicurezza, un sistema di leggi e libertà, senza che per questo
dovessero rinunciare alle proprie tradizioni e alla propria cultura. Spesse volte grazie
al reciproco contatto tra romani e popoli annessi e ai conseguenti processi di
integrazione nascevano delle culture eterogenee. Molto di ciò che oggi ci appare ben
riuscito, dall’Impero Romano fu realizzato in condizioni diverse: esso creò un’area
economica uniforme, una valuta comune, parità di diritto all’interno di una pluralità
di stati e un’uniforme politica estera e di sicurezza.
Il presente progetto è finanziato con il sostegno della
Commissione europea. L‘autore è il solo responsabile di
questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione
declina ogni responsabilità sull‘uso che potrà essere fatto
delle informazioni in essa contenute
Il progetto Eurolog
Il metodo Eurolog
Com’è possibile trovare risposte per questioni sociali attuali mediante lo studio
dell’antichità? Nell’area europeo-meditarranea il patrimonio culturale comune è
particolarmente ricco proprio nelle epoche antiche. Le regioni del mediterraneo sono
sempre state un luogo di scambio economico e culturale. I rapporti interculturali
hanno formato il mondo moderno e continuano ad influirvi. Se guardiamo a singoli
fenomeni della vita quotidiana di allora e ai loro effetti, ci accorgiamo che ve ne è
di paragonabili nella vita odierna. Da questa consapevolezza possiamo trarre spunti
utili per dare un’impronta al modo di vivere nell’europa di oggi e del futuro.
L’obiettivo di Eurolog
Nel dialogo europeo con l’antichità il team internazionale dell’Eurolog esamina aspetti dell’odierna vita quotidiana per dimostrare come alcune delle loro componenti,
presunte tipiche di una cultura, estendano le loro radici a quel comune patrimonio
culturale. La consapevolezza di ciò può favorire la comprensione e il rispetto reciproci
e far fronte all’emarginazione, alla discriminazione, all’oppressione e all’ingiustizia
sociali. Con questo obiettivo Eurolog propone un aperto scambio d’idee tra gente
di tutti i paesi e invita a provare nuovi punti di vista e a promuovere le competenze
interculturali.
Sulla base del „metodo Eurolog“ i partner del progetto hanno realizzato presso
musei e luoghi storici prodotti innovativi per la divulgazione e la comunicazione.
Accanto a questa esposizione sono nati un libro per bambini, un manuale per guide
turistiche, una fiaba e un app per gli smartphone. Per ulteriori informazioni vedi
www.eurolog-project.eu.
Porta sul mondo
Scambio culturale attraverso il Mar
Mediterraneo
Essendo vissuti senza l’arte della navigazione
e senza contatti con l’esterno i Ciclopi rimasero
privi di cultura. Così giudicava già Omero,
il poeta greco, attorno all’anno 700 a.C.
nell’Odissea, gli abitanti giganti di un’isola del
Mediterraneo.
Infatti già in tempi remoti i popoli del Mediterraneo coprivano con le loro navi lunghe
distanze raggiungendo coste straniere. La
fisionomia naturale dell’area mediterranea
offriva una vasta varietà di materie prime,
come il rame a Cipro o il marmo sulle isole
greche. E grazie al fiorente commercio marittimo si prospettavano innumerevoli possibilità
di produzione. Le grandi culture dell’antichità,
come l’Egitto, la Fenicia e la Grecia conobbero
un vivo scambio di idee e di abilità tecniche.
Queste premesse diedero il via ad uno straordinario sviluppo culturale che incide tuttora
sul nostro modo di vivere. Fu qui che vennero
raggiunte delle maggiori conquiste culturali
dell’umanità: la lavorazione del metallo e la
nascita e diffusione dell’alfabeto presso i Fenici, dai quali si estese alla Grecia per giungere
fino ai Romani.
Una rete nel mondo
Capienti impianti di immagazzinaggio,
l’arginamento della pirateria, una valuta
comune ed infine la Pax Romana istutuita
dall’imperatore Augusto fecero dell’Impero
Romano un’area economica uniforme. Ed è
qui che fiorisce il più grande scambio di beni
economici dell’antichità; un fenomeno che
può servire a modello per il commercio
mondiale odierno.
Nel passato era la navigazione ad unire le
regioni del Mediterraneo in un’area culturale
comune ed omogenea - oggi sono molteplici
le forme di trasporto che tessono la rete
globale.
Vista aerea della cittadella di Alanya, Turchia: Le origini della
cittadella risalgono al II . sec. a.C., il cantiere navale e la
“Torre rossa” sorsero in epoca selgiuchida.
Il porto di Amburgo, Germania, è per grandezza il terzo
porto container in Europa.
Per Strada
Xanten
Colonia Ulpia Traiana
Str
a
ße
Köln
Colonia
Agrippina
tal
Mobilità
ein
Strasbourg
Argentorate
Augst
Augusta
Rauricorum
Avenches
Aventicium
Lyon
Lugdunum
Trento
Tridentum
Milano
Mediolanum
Bolzano
Pons Drusi
Marseille
Massilia
Sulle nuove strade si incontravano persone
di tutte le parti di questo stato polinazionale:
commercianti con le loro merci, artigiani
chiamati ad usare delle loro capacità in altre
regioni, inviati, soldati, mercanti di schiavi e
schiavi, famiglie e viaggiatori interessati alla
cultura.
Via
Ae
Ravenna
Au
g
m
ust
il
a
Via Flaminia
Incontro
g
Au
ia
laud
mitia
Ju
Genova ia Scau
ri
Genua
Nice
Pisa
Nicae
Pisae
Via
Virunum
Verona
Verona
C
Via
ta
us
lia
Via Do
SS1
Rimini
Colonia Ariminum
Fano
Fanum Fortunae
SS3
Via
li
re
Au
Roma
Ascoli
Asculum
ria
la
a
Vi
a
Rome
Sa
SS4
SS5
urtina
Via Tib
Valeria
Via
Ap
pia
Ostia
Ostia
Napoli
Neapolis
Pescara
Aternum
SS7
Brindisi
Brundisium
Istanbul
Byzantium
Durrës
Dyrrhachium
Via Egnatia
Edessa
Taranto
Tarentum
Comunicazione
La rete viaria non rappresenta solo il più
grande contributo romano al processo di
civilizzazione, ma insieme anche il motore
principale della diffusione della cultura romana
nell’intero impero. La lingua latina stabilitasi
come lingua ufficiale in molte province, la
formazione culturale, la mitologia, la cucina e
gli usi riguardo l’igiene sono alcuni esempi di
questa espansione. Le strade romane tuttavia
non erano a senso unico: i romani si mostravano aperti a nuovi influssi culturali purché
questi promettessero un miglioramento della
qualità di vita. Così ad esempio adottarono
l’uso dei pantaloni e dei mantelli a cappuccio,
indumenti tipici delle regioni fredde.
Augsburg
Augusta
Vindelicum
Rö
mis
che
Rh
Oggigiorno essere per strada, essere in viaggio
è una cosa ovvia. Le strade collegano tra di
loro tutte le regioni europee e mediterranee.
Le premesse per tanta mobilità vennero create
dal corpo militare romano. Durante i mille
anni della sua espansione territoriale esso
costruì un sistema viario di una lunghezza di
più di 80.000 km – cioè due volte la circonferenza equatoriale della terra.
Thessaloniki
Thessalonica
main routes in Roman time
todays main routes
Patras
Patrae
Tunis
Carthago
Le pietre miliari erano i „cartelli stradali“ dei romani:
indicavano la distanza alla prossima città. Quello qui
raffigurato risale agli anni attorno al 200 d. C. ed era
situato su di una strada nella Germania Superior.
Il carro da viaggio sulla lapide mortuaria del legionario
Lucius Aemilius Crescens forse allude ad un impresa di
trasporti della sua famiglia. La lapide proviene dalla
provincia Germania Superior e risale al I. sec. d. C..
Athina
Athenae
Korinthos
Corinthus
Centro città
Centro città
Finché ci saranno città ci saranno anche piazze
nelle quali affluisce la gente. Tutti gli assi principali
conducono a questi urbani punti nodali di
convegni, commercio, festività, cerimonie
religiose, giustizia e politica. Tali funzioni della
piazza si rispecchiano nella sua impostazione
architettonica. Nell’antica Grecia la agorà, la
piazza centrale contornata da portici colonnati, era delimitata da negozi, da templi e
da edifici pubblici. Già dal VI. sec. a.C. essa
rappresentava l’aspetto essenziale della cittàstato greca. Nelle prime assemblee pubbliche
gli uomini cittadini liberi potevano influire sugli
eventi politici. La stessa idea architettonica fu
adottata dai romani per il loro Foro, e poi diffusa nelle altre città dell’Impero Romano.
La pianificazione urbanistica europea si orienta ancor oggi a questo antico piano edilizio.
L’idea del centro città permette così anche a
gente estranea di orientarsi facilmente.
Oggi il termine latino „forum“ non indica solo l’aspetto
pubblico dell’area urbana ma sta anche per lo scambio
a livello mondiale che avviene nelle piattaformi virtuali
dell’internet.
La medina di Fes, Marocco
Piazza Syntagma ad Atene, Grecia
Oriente e occidente
La città orientale conobbe un’evoluzione
diversa. In un folto intreccio di vicoli angusti
e di edifici la gente abita, commercia e prega
in una stretta coesistenza di sfere. Nucleo di
questa struttura urbana è la moschea, punto
focale nella vita quotidiana, religiosa e politica
di una “medina” - termine che appunto
significa “città”. Ma anche qui, nel corso del
XX. sec. e sotto l’influsso dell’architettura
europea, vennero create nei sobborghi
moderni ampi spazi a mò di piazze.
Agorà romana di Perge,
Turchia meridionale
L’agorà di Atene viene considerata la culla della democrazia,
poichè fu qui che ebbero luogo le prime assemblee del
popolo.
La Piazza Tahrir al Cairo, Egitto: in un sobborgo,
nella piazza di impronta europea si raccolgono
migliaia di persone in una dimostrazione per
libertà e riforme; photo: Monasosh, flickr
Marktplatz (piazza del mercato)
a Karlsruhe, Germania; photo: MMG
La giustizia veniva amministrata sull’agorà di Atene: i cocci servivano ai cittadini liberi come schede
di voto nello scrutinio attraverso l’ostracismo.
Fede
Molte culture – molte credenze
Le religioni antiche abbracciavano una varietà
di divinità, miti e riti che col passare dei secoli
si fusero nel crogiolo delle regioni mediterranee.
Dopo la fondazione di Roma le idee religiose
dei popoli italici subirono l’influenza del
panteon greco. Con lo stabilirsi dell’impero
romano alcuni imperatori vollero istituire il
culto della loro persona divinizzata. Mantenuto il precetto dell’adorazione dell’imperatore,
gli uomini erano liberi di praticare i propri culti. I romani anzi, mostravano un vivo interesse
per le usanze religiose delle culture straniere
che tendevano ad integrare nel loro mondo.
Il Panteon a Roma, Italia, costruito nel II. sec. d.C.
Calendario
Già nell’ottocento nei paesi di lingua
tedesca i bambini si preparavano al
Natale con il calendario dell’avvento.
Originariamente dietro le 24 porticine
corrispondenti ai 24 giorni dell’avvento
si celavano motivi cristiani; ora sono
dolcetti o piccole sorprese. Ma rimane
la tradizione cristiana di tali calendari. Di
recente questa usanza venne adottata
da alcuni musulmani residenti a Berlino
in Germania per scandire il tempo del
Ramadan fino al Şeker Bayramı, ovvero
la “festa dello zucchero” o “piccola festa” che conclude il mese del digiuno.
Una tolleranza coi limiti
Questa varietà di credenze portò alla nascita
di nuovi culti e di divinità interculturali. Ma
la tolleranza romana trovava un limite nelle
religioni monoteistiche, come il Giudaismo
o il Cristianesimo, poiché esse interdicevano
i sacrifici alla casa imperiale.
Un tempio per tutti gli dei
ln greco la parola “panteon” significa “a tutti
gli dei”. Il Panteon di Roma, costruito in epoca
imperiale, fu il primo tempio ad esser consacrato a “tutti gli dei”. Un’idea paragonabile
venne realizzata nel 1971 dalla coppia filantropa de Menil con la costruzione della RothkoChapel a Houston: è questo “un luogo per
cerimonie religiose di tutte le fedi, un centro
per i diritti dell’uomo, per la libertà e per gli
interessi globali”.
La Rothko-Chapel a Houston, Texas/ USA, venne inaugurata
nel 1971. All’interno dell’edificio ottagonale sono esposti
14 dipinti monocromatici del pittore Marc Rothko.
Ex voto
L’usanza di dedicare un ex voto per richiedere
una grazia o come ringraziamento per una
grazia ricevuta è comune a un vasto pubblico
religioso: sia il pellegrino nel santuario montano minoico, sia il devoto che porta l’offerta
nel tempio greco o romano o sia esso il cristiano in una chiesa cattolica o ortodossa.
Figurine fittili come la presente sono state
rinvenute nell’area del santuario montano di
Petsophas a Creta, e risalgono al II. millennio
a. C.
La lamina votiva romana con la rappresentazione della dea Minerva e degli dei Apollo e
Mercurio data al III. sec. a.C. e proviene da
un tesoro ritrovato a Weißenburg in Baviera
della Germania.
Gli ex voto moderni in uso nella chiesa grecoortodossa possono essere acquistati in negozi
di devozionali.
Simboli
Già da sempre gli uomini sentono il
bisogno di rivolgersi a forze superiori con
la preghiera e con l’offerta. Riti e simboli
hanno lo scopo di scongiurare il male.
Sotto questo aspetto l’occhio è un segno
comune che si riscontra in tutti i tempi e
in tante culture. Ovunque al mondo esso
viene percepito e compreso nel suo significato apotropeico. La sua adozione può
avvenire in modo cosciente o inconscio.
Artemide – Diana
Gli antichi greci veneravano Artemide, la dea
vergine, come patrona delle donne e dei bambini,
come signora della fauna, del bosco e della
caccia. Il più delle volte la troviamo rappresentata
con arco e frecce.
In Asia Minore, a motivo del suo aspetto di divinità feconda, si confuse con Cibele, dea madre
e divinità delle montagne, e ne nacque Artemis
Ephesia, adorata ad Efeso, città sulla costa
dell’odierna Turchia occidentale. La sua immagine
di culto è adorna di figure animali, il busto coperto da simboli di fertilità.
I romani identificarono con Artemide l’antica dea
italica Diana, patrona del regno animale e del
parto. Immagini di culto e statuette ci mostrano
Diana soprattutto come cacciatrice vestita di una
corta tunica e stivali e recante una faretra.
Nel corso dell’epoca imperiale furono edificati in
tutto l’impero luoghi di culto dedicati a Diana,
in cui la dea spesse volte veniva correlata a
qualche divinità femminile locale che mostrasse
caratteristiche paragonabili. A nord delle Alpi
i romani incontrarono Abnoba, la dea celtica
della Foresta Nera, che venne messa alla pari con
Diana e poi venerata con il suo nuovo epiteto
come “Diana Abnoba”. Statuette di questa dea
furono rinvenute nella Germania sud-occidentale
nei pressi di complessi termali, di fonti sacre o di
santuari naturali, ma anche lungo le nuove strade
maestre. La patrona delle fonti salutari estese
cosí, come Diana Abnoba, la sua protezione
anche sui viaggiatori.
Espressione di pietà privata
Per la devozione quotidiana e per ottenere
protezione divina, i romani avevano piccoli altari
domestici recanti rappresentazioni di divinità, i
cosidetti lararii. Anche molti cristiani allestiscono
un angolo della casa come un luogo di devozione.
I musulmani invece usano pregare su appositi
tappeti e così non sono legati ad un determinato
luogo; per loro fondamentale è orientarsi verso
La Mecca.
Isis Laktans,
statuetta egizia
Badisches
Landesmuseum
Karlsruhe, Germania
Gli ebrei devoti applicano all’infisso della porta
d’ingresso una Mezuzah, cioè un piccolo contenitore di forma per lo più cilindrica che contiene
una pergamena recante la preghiera Shma Israel
(Ascolta Israele).
Museo Archeologico
di Antalya, Turchia
„L’angolo del Signore Iddio“ in una
casa in Foresta Nera
Articolo devozionale:
Maria col bambino
Badisches Landesmuseum
Karlsruhe
Diana romana,
Musei Capitolini, Roma
Larario romano dalla Casa dei Vettii a
Pompei, Italia, I. sec. d.C.
Isis romana,
da Perge
Isis e Maria
Isis era per gli antichi egizi la madre degli dei, la
creatrice della cultura, la signora del mondo e
maga. La dea seduta tiene in grembo suo figlio
Horus, il divino reggente del paese sul Nilo. Sia
i greci che a pari modo i romani veneravano Isis
e ne svilupparono un culto misterico che trovò
vasta diffusione. Un’eco dell’immagine di Isis con
in grembo suo figlio si riscontra nelle rappresentazioni cristiane della Madonna con il bambino.
Diana-Abnoba
celtico-romana
Mezuzah
Articolo-souvenir:
Artemide romana di Efeso
Larario moderno del designer
austriaco Peter Panik
Tappeto per la preghiera musulmano
Nozze in bianco
Vestis virum reddit –
„Il vestito fa l’uomo“
– constatò l’oratore Quintiliano nel I. sec. d.C..
I vestiti scaldano e proteggono, danno un
tocco personale ed esprimono l’appartenenza
ad una comunità. In occcasioni particolari
vigono dei dresscodes, dei codici di vestiario
ben comprensibili all’interno di un gruppo
sociale: un fenomeno questo che persiste
dall’antichità.
Nozze in bianco
Oggigiorno la gran parte della gente per associazione pensando al bianco pensa all’abito da
sposa. Nella Grecia e nella Roma antica per le
donne il bianco era simbolo di purezza. Nella
tragedia greca del poeta Euripide, la mitica
sposa Alcesti si presenta al re Admeto, suo
sposo in una veste bianca, léfko péplo. Per i
romani invece è un affresco a testimoniare che
la donna romana si sposava in abito bianco
col velo. I cristiani allacciando al mondo romano, mantennero questa tradizione all’interno
dei nuovi riti istituiti dalla Chiesa e la diffusero
nel mondo.
In tempi moderni, grazie ai film occidentali
e ai matrimoni di celebrità l’abito bianco da
sposa conquistò i cuori di donne nelle più
disparate parti del mondo. In questo modo aspetti antichi e cristiani trovarono accesso nelle
usanze di altre religioni.
„Matrimonio aldobrandino“: l’affresco a Roma risale al
I. sec. a.C. La sposa vestita di bianco e velata siede in
attesa su di un letto.
Sposalizio di massa in Asia: le spose portano abiti
bianchi.
Sposi turchi: Un vestito da sposa di carattere occidentale
combinato all’uso turco di attaccarvici delle banconote.
um
Dim S
Buon Apettito
n
asche
Mault
Cultura culinaria
Originariamente nel menu quotidiano dei romani vi era un pastone di frumento cotto. Con
la colonizzazione della Grecia la situazione
culinaria cambiò: i romani benestanti presero
a cenare con un pasto di tre portate e un dessert, inoltre adottarono l’uso greco-orientale
di mangiare sdraiati su delle klinai.
gli
o loro
ti: son tto riteconvin
sono inaci, un pia ropea.
e
n
,
ionale carne e sp
ità Eu ella
merid
omun
d
di
della C no nel sud tte
rmania loni ripieni
ualità
lla Ge
ce
ro
llini
ina de oè dei ravio archio di q ento arriva
loro ri Ma
d
Torte
a
le
tt
ic
glio
lm
a ci
o.
a
, ci
a
n
se
d
g
n
d
l
u
a
e
e
ro
,
b
o
h
b
n
N
li!
tett
nel
ron
i in
ltasc
ra
olo
e
ro
n
u
lb
u
,
p
a
lli
u
lt
e
a
lie
u
M
ra
rt
o
ig
rc
e
arco P
di M
äbisch
ro fam
a dei to
sco ed
cci inte
vi di M
itanti
Gli ab ri delle Schw mente tede oria di intre anche le lo che la ricett avano le na ripieni,
a
n
a
sè
st
iv
a
ri
to
st
rr
a
n
a
a
n
e
a
n
p
in
st
co
u
ve
i
g
è
in
o
ue
id
ove
nto ori
storia
– tra q Venezia, d egli involtin
recand
nuto ta altà la loro iani italiani ai tedeschi
a
d
volta
nche
re
ig
Ma in ia degli art trasmettere er la prima li vi erano a
p
a
n
a
i
a
u
it
dei q
Germ
arono nero serv
ore”.
n
mezzo
o il cu
on tard
che n ni in Italia ve Cina, nel che toccan
lli
alla
i torte ro carichi d le leccornie
lo
icco
con i
sum, “p
i dim
Paesi lontani - nuovi pietanze
Per rifornirne la popolazione, a Roma i generi
alimentari giungevano via mare dall’intero
impero. Con l’espansione territoriale romana
iniziò anche una notevole onda di migrazione,
che portò nella capitale ma anche nelle periferie del regno gente di provenienza diversa
assieme alle loro specialità e alle loro usanze
culinarie. Giunsero ad esempio nelle province
settentrionali prodotti alimentari del mediterraneo fino ad allora sconosciuti. Ce ne danno
prova alcuni reperti archeologici rinvenuti
in Gallia e in Germania: anfore romane con
resti di salsa di pesce, noccioli di oliva, gusci
d’ostrica e vino.
Molta gente – pasti veloci
Nel trafficare febbrile della vita quotidiana
della Roma antica erano molto richiesti i pasti
veloci consumati nelle taverne, le quali in
parte erano gestite da gente di provenienza
straniera. Erano i luoghi in cui chi girava per
Roma aveva l’occasione di incontrare e conoscere nuovi gusti. Per queste vie anche qualche
spezia esotica andò a finire nelle rispettive
pentole di casa.
A Roma venivano scaricate dalle navi mercantili tante anfore da trasporto da formare con
i loro cocci un colle visibile tuttoggi: il Monte
Testaccio.
Rappresentazione di un banchetto di uomini sdraiati su
klinai, coppa greca attorno al 480 a.C.
Badisches Landesmuseum Karlsruhe
Pizza
L’esiste
nza del
la pizza
questi
ve
la
rono d nnero introdo dobbiamo ad
all’Amer
tti
un
ic
200 a.C
a del su sul continente o scambio cu
. - non
lturale.
d. L’an
europeo
era al
tica p
Gli antic
so
spezie
hi n
e un im tro che una p izza romana lo nel XVI. se
- come
colo dai on cnoscevan
iadina
pasto d
d
ce la d
i miele
o i pom
i
marinai
es
e form farina e olio
aggio d
d’oliva crive Marcus spagnoli che odori,
condita
i pecora
Po
li
.
prima d rcius Cato at portato
ella cott
ura con rno al
delle
Una taverna di epoca romana a Pompei, Italia, I. sec. a.C.:
le semplici taverne sulla strada offrivano pietanze calde da
consumarsi velocemente.
BBQ all’antica: alcuni vasi greci
del V. sec. a.C. ci mostrano
come veniva arrostita la carne
allo spiedo.
Souvlaki – ŞIŞ-Kebab
La carne allo spiedo cotta sul fuoco
aperto ha una
traditione millenaria comune a tutte
le culture.
to
apprezza
atico più n resti
Garum
ento arom
o co
Il condim veniva preparat salamoia.
i
a
dai roman macerare in un e dai
fatti
reci
di pesci
eso dai G
i
rionale,
erlo appr
Dopo av in Africa settent ro cucina
lo
si
Cartagine trodussero nella sotto il
in
ro
romani lo ro in tutto l’impe
se
e lo diffu
Garum.
nome di
Il Monte Testaccio a Rom, Italia: gli archeologi suppongono
che sia costituito dai cocci di ben 53 millioni di anfore.
innghiale
erto il ci raffinata.
fuoco ap
iedo sul
una salsa
sp
da
o,
lo
gi
o
al
in
at
ag
m
no
gn
M
cu
pesce e e Obelix arrostiva ettato accompa sedano, aneto,
di
fil
salsa di
di
al Garum
Garum, errieri galli Asterix vece lo servivano la ricetta: semi
aggiunti
o
on
a
ng
gu
svel
1,8)
pe ve
II
mani in
ne
pe
,
VI
ro
e
I
ia
I famosi
rio
.
o
ar
ta
ra
et
zenzer
coquin
com’e
di un ric
abacca,
o. (De re
tero, così
romano
tico, asar
iele e vin
l’autore
timo, levis
aceto, m
Aspicio,
giorana, taio assieme ad
ag
m
,
ta
men
l mor
pestati ne
pesce e
Benessere
Acqua – fonte di vita
Nelle grandi thermae o nei più piccoli balinea
i romani potevano dedicarsi completamente
alla loro passione per i bagni. L’origine di entrambi i termini – thermae e balinea – è greca,
e così anche l’origine della cultura del bagno
è da cercarsi nell’oriente ellenistico. Ma i sontuosi impianti termali sono caratteristicamente
romani e rappresentano uno degli aspetti dominanti della civiltà e dell’ ars vivendi romane.
Dal bagno termale
al centro benessere
Originariamente gli impianti termali romani
si trovavano presso sorgenti naturali di acque
calde o con doti curative. Il loro era uno scopo
terapeutico o igenico-sanitario: infatti non vi
mancava un luogo di culto per Asclepio, il dio
della medicina. Col passare del tempo però
si mutarono in lussuosi impianti ricreativi che
offrivano ogni sorta di divertimento e di formazione, sia culturale che fisica, e dove ci si
dava appuntamento e ci si incontrava.
La storia delle terme romane è la storia di
un successo: fornite di una vasca per l’acqua
fredda, una per l’acqua tiepida ed una per
quella calda ed inoltre di una “sauna umida”
erano in tutto e per tutto paragonabili agli
impianti-sauna moderni. Vi era anche una sala
per la ginnastica e un’area riscaldata per il
relax ed i massaggi. A tanto lusso non si rinunciava neppure nelle più remote province.
Dopo la caduta dell’impero la cultura romana
non trovò proseguimento immediato dappertutto. Nelle cuture islamiche però nacquero
gli hammam, dei complessi termali risalenti
all’antica tradizione.
Al giorno d’oggi la cultura termale di stile
romano sta godendo di un nuovo boom.
La società moderna cerca relax in templi del
benessere e in oasi Spa.
Le terme romane di Badenweiler nella Germania meridionale sono un importate complesso termale del I. sec. d.C.
Le divinità delle sorgenti garantivano benessere e persino
guarigione.
Le terme traiane a Roma, in Italia, si estendevano su di una
superficie di circa 100.000 m² e potevano ospitare fino a
1000 visitatori. La cisterna dell’acqua principale aveva una
capacità di 7,5 milioni di litri.
Il Hammam è una sauna umida che si è evoluta dalle terme
greco-romane, ancora d’uso presso i bizantini.
Applauso
Spettacolo di culto
Le origini del teatro europeo sono da cercarsi
nell’ ambito del culto religioso e risalgono al
III. millennio a. C. Secondo la recente opinione
degli archeologi i grandi spiazzi rettangolari
negli impianti palaziali minoici di Creta erano
luoghi per rappresentazioni religiose con elementi di carattere teatrale, ai quali gli spettatori assistevano dalle scalinate di pietra.
L’antico teatro di Dioniso ad Atene poteva ospitare fino a
17.000 spettatori. Originarie dell’antica grecia non sono
solo le forme drammatiche della tragedia e della commedia
ma anche lo spazio a scalinata semicircolare destinato agli
spettatori.
Intrattenimanto per tutti
Nella Grecia d’epoca classica il teatro venne
munito di elementi architettonici specifici
come la scena, skene, o lo spazio per gli spettatori, il theatron. Il teatro di Dioniso ad Atene
del V. sec. a.C., è ritenuto la cellula germinale
del teatro antico e di conseguenza anche di
quello moderno. Da qui partì per espandersi
in tutto l’antico mediterraneo sia sua la forma
artistica che quella architettonica.
Le tematiche dei pezzi teatrali erano sempre
più centrate sulla critica sociale, sulla politica e
sull’arte. Gli attori erano solo di sesso maschile
e portavano maschere diverse.
Sul lato nord-occidentale del palazzo minoico di Knosso
si trova uno spiazzo rettangolare con delle scalinate per
gli spattatori. Era probabilmente qui che aveva luogo la
taurocatapsia, cioè il salto rituale del toro.
Apriamo il sipario
I romani adottarono il teatro dai greci nel suo
concetto complessivo e lo diffusero in tutto
l’impero romano. Con questo il teatro acquistò una grande popolarità e condusse ad un
mutamento dei valori e della cultura pubblica.
Oggi troviamo i teatri in tutte le città del
mondo. Nel corso dei secoli le tematiche delle
rappresentazioni sono quasi immutate. Come
allora anche oggi attingono alla vita e sono
quindi sempre attuali.
La panca di pietra proveniente dal teatro romano della
cittadina Lopodunum, l’odierna Ladenburg sul Neckar,
Germania, reca un’epigrafe con il nome del donatore. In
questo modo il suo posto a teatro era riservato.
Il teatro romano meglio conservato si trova nell’odierna
Turchia meridionale, ad Aspendos. Nel II. sec. i selgiuchidi lo
adibirono a caravanserraglio e venne così risparmiato dallo
spoglio e dalla rovina.
I partner eurolog e i loro prodotti
Direzione del progetto:
Prof. Dr. Harald Siebenmorgen,
Dr. Katarina Horst,
Angelika Zinsmaier M.A.,
Alexandra Neuner M.A.
(Badisches Landesmuseum
Karlsruhe, Deutschland).
Prodotti: Eurolog – L’Europa
in dialago con il mondo antico.
Esposizione itinerante con
libretto di accompagnamento.
1. Partner:
Prof. Dr. AthanasiaKanta,
(precedente Direttrice:
XXIII. Sopraintendenza per
i monumenti archeologici,
Creta/Iraklio, Grecia)
ManolisVrachnakis
Prodotto: “Minoan Crete
and the origins of ancient
Greek theater”, Guida per
accompagnatori culturali
e “The Performance”,
una storia sul teatro per
bambini e adulti.
2. Partner:
Seher Türkmen,
Gülcan Demir,
Belgin Savaş,
Faruk Yilmazer
(Direzione Museo Alanya/
Ministero della Cultura
e del Turismo, Direzione
Generale dei Beni Culturali
e del Museo, Turchia)
Prodotto: “My Holiday
Book“-, un libro interattivo per bambini.
3. Partner:
Dr. Claudio Parisi-Presicce,
Dr. Isabella Damiani,
Dr. Klaus Werner
(Musei Capitolini –
Direzione Musei.
Sopraintendenza Capitolina
ai Beni Culturali, Roma
Capitale)
Prodotto: Capitolini.info,
sito web con autorizzazione
NFC per la descrizione
delle opere nei musei.
Partner associati:
Prof. Dr. Taher Ghalia,
Soumaya GharsallahHizem (Musée du Bardo,
Tunis, Tunisia)
Luogo di convegno del
simposio accademico della
Eurolog-Summer School
“Competenza interculturale
nell’archeologia”,
Aprile 2012.
Per tutti i prodotti Eurolog, gli scritti della Summer School e per ulteriori informazioni: www. eurolog-project.eu