pdf rivista - Analisi e Calcolo

Transcript

pdf rivista - Analisi e Calcolo
Tribologia
Effetti della diluizione sulla microstruttura
e comportamento ad usura
di una lega Fe-C-B-Cr-Mo
L. Rovatti, J. N. Lemke, M. Colombo, O. Stejskal, M. Vedani
Generalmente tra le leghe hardfacing a base ferro quelle ipereutettiche, composte da carburi primari in una
struttura eutettica, offrono le migliori prestazioni ad usura. L’ottimizzazione della composizione chimica di tali
leghe, però, deve tener conto del fenomeno della diluizione. Durante la deposizione, la diffusione di elementi di
lega e la fusione del substrato possono modificare la sequenza di solidificazione della lega. Ciò porta ad una
diminuzione della frazione dei carburi primari e alla variazione delle proprietà del rivestimento.
Lo scopo della ricerca è stato quello di analizzare gli effetti della diluizione. In un primo approccio la diluizione
viene simulata tramite la fusione di una lega ipereutettica Fe-C-B–Cr-Mo con aggiunte crescenti di ferro puro.
Successivamente è stata analizzata la fusione della lega direttamente in crogioli di acciaio. I risultati derivanti dalla
simulazione sono infine messi a confronto con quelli ottenuti dalla deposizione della lega tramite un processo
industriale di spin casting. L’evoluzione microstrutturale dopo diluizione è stata studiata tramite microscopia
ottica, elettronica, diffrazione dei raggi X, misure DSC e di microdurezza, mentre la resistenza ad usura è stata
analizzata attraverso prove pin-on-disc.
Parole chiave: Rivestimenti - Tribologia - Microscopia elettronica - Ghisa- Fusione e Rifusione
Introduzione
La metodologia hardfacing consente di aumentare le proprietà di resistenza ad usura di utensili e parti meccaniche
tramite la deposizione di un rivestimento duro e ad elevate
proprietà tribologiche senza alterare la tenacità del substrato [1]. Le leghe hardfacing sono generalmente costituite da fasi dure come composti intermetallici, carburi e
boruri dispersi in una matrice metallica più duttile. Tra le
leghe hardfacing a base ferro quelle ad alto contenuto di
elementi di lega come Cr, Mo, V e Nb sono impiegate per
applicazioni industriali in cui è richiesta elevata resistenza
a corrosione e ad usura. Alcune tra le principali applicazioni si trovano nel settore minerario, lavorazione del calcestruzzo o nel processo di estrusione dei polimeri [2-4].
I processi di deposizione adatti a produrre rivestimenti
hardfacing con spessori rilevanti che possono raggiungere alcuni millimetri sono le tecnologie di Laser cladding,
Plasma Transferred Arc cladding, processi di Spin Casting
o altre tecnologie di saldatura ad arco [5,6]. Oggi il conL. Rovatti, J. Lemke, M. Colombo, M. Vedani
Politecnico di Milano,
Dipartimento di Meccanica, Milano
O. Stejskal
Bernex Bimetallic Sro, Modrice bei Brno,
Czech Republic
La Metallurgia Italiana - n. 3/2015
trollo della diluizione sta acquisendo importanza per tutte
le tecniche di deposizione, al fine di ottenere rivestimenti
di elevata qualità [6,7]. Se un minimo livello di diluzione
è richiesto per assicurare la continuità tra rivestimento e
substrato, un alto livello di diluizione non consente di preservare l’omogeneità della microstruttura e delle proprietà
tribologiche del rivestimento [8]. La diluizione è causata
dall’interdiffusione degli elementi di lega e da una parziale fusione del substrato. Specialmente in leghe ad alto
contenuto di C e B che diffondono nel modo interstiziale,
la diluizione può modificare sensibilmente la sequenza di
solidificazione della lega hardfacing riducendo la frazione
delle fasi dure del rivestimento [8, 9].
In letteratura sono presenti pochi esempi di studi sistematici sugli effetti della diluizione sulla microstruttura e
sulle proprietà di leghe hardfacing a base ferro e ad alto
contenuto di B e C [8,10]. Considerando che la diluizione
chimica può essere definita come percentuale di materiale
base nel rivestimento [7], in questa ricerca sono stati analizzate le conseguenze della diluizione in una lega hardfacing Fe-C-B–Cr-Mo attraverso graduali aggiunte di Fe puro.
In un secondo stadio, per realizzare condizioni di diluizione
più rappresentative, le polveri hardfacing sono state fuse
direttamente in crogioli di acciaio. Questo approccio è stato sviluppato per simulare gli effetti del processo di spin
casting, un processo di deposizione di rivestimenti a basso
punto di fusione sulla superficie interna di cilindri usati nel
campo industriale dell’estrusione dei polimeri.
15
Memorie
Come ultima fase dello studio è stata analizzata la microstruttura di un inlay prodotto da spin casting industriale
mettendola a confronto con quella ottenuta dalla simulazione sperimentale.
Materiali e procedura sperimentale
Nel presente studio sono stati investigati gli effetti della
diluizione su una lega ipereutettica la cui composizione è
riportata in tabella 1. La lega contiene un alto tenore di
C, B, Cr e di altri elementi di lega che formano carburi e
boruri stabili in modo da garantire un’elevata resistenza a
corrosione e a usura.
C+B
Si
Mn
Cr
Ni
Mo
V
Cu Fe
5.5-6 1.9-2.4 0.2-0.5 9-10 3.5-4.5 5-6 0.07-0.1 1-1.5 Bal.
Tab. 1 Composizione della lega base (% in peso)
Table 1 - Chemical composition of the reference alloy (wt.%)
Le polveri della lega hardfacing, (granulometria 45-355 μm)
sono state miscelate con quelle di ferro puro (grado di purezza del 99%, granulometria 50-150 μm) e poste in crogioli
di allumina (dimensioni di 30 x 15 x 10 mm) per la fusione
all’interno di un forno in atmosfera controllata sotto flusso
di argon. Nella seconda modalità di indagine in laboratorio,
le polveri non diluite sono state portate a fusione in crogioli
di acciaio (dimensioni di 40 mm x 30 mm 45 mm e qualità
C60) per riprodurre le reali condizioni di diluizione.
I crogioli utilizzati per le fusioni sono riportati in figura 1.
Nella figura 1b è riportata la sezione trasversale dei crogioli di acciaio dopo fusione della lega base. A seguito dei
processi di fusione i campioni sono stati sezionati e caratterizzati tramite prove DSC per misurare l’intervallo di solidificazione. Il ciclo termico imposto nelle rampe DSC ha
previsto una velocità di 30°C/min fino a 1250°C, un mantenimento alla temperatura massima di 15 min, seguito da
un raffreddamento con la stessa velocità fino a temperatura
ambiente. Analisi di diffrazione ai raggi X (XRD) sono state condotte tramite una strumentazione PANalitical X-Pert
PRO utilizzando la radiazione CuKα (λ = 0,15418 nm) per
determinare le fasi presenti. Le analisi microstrutturali al
microscopio ottico (OM) ed elettronico (SEM) sono state realizzate dopo levigatura con carte abrasive, pulitura ai panni con paste diamantate ed attacco chimico con reagenti
Nital 3% e Marble. La durezza dei provini è stata misurata
tramite macrodurometro Vickers (294.3 N), mentre i profili
di microdurezza nei depositi sono stati realizzati utilizzando
un carico di 19.6 N. Le prove di usura sono state realizzate
tramite un tribometro pin-on-disc (CSM Instruments) utilizzando una sfera di Si3N4 (diametro di 6 mm), ad una velocità
lineare di 0.1 m/s per circa 9000 giri per una lunghezza di
300 m. Le tracce di usura sono state osservate al SEM e il
loro profilo è stato misurato tramite un profilometro a contatto da cui è stato ricavato il volume di usura.
Fig.1 - Crogioli di allumina (a) e di acciaio utilizzati per
la fusione delle polveri (b)
Fig.1 Alumina and steel crucibles (a,b) used for melting the
alloy powders
Risultati e discussione
Microstruttura della lega base
La lega base fusa e risolidificata nei crogioli di allumina è
caratterizzata da un’elevata percentuale di fasi dure (84 ±
4.65% in volume) in una matrice metallica, come mostrano
le micrografie riportate in figura 2.
Fig. 2 - Microstruttura della lega base as cast
Fig. 2 - Microstructure of the as cast alloy: OM (a) and
SEM BSE micrograph (b). The table contains the EDS
microanalysis related to the point analysis of figure b
Fig. 3 - Spettro XRD della lega base
Fig. 3 - XRD spectrum of the reference alloy
Dalla caratterizzazione tramite microanalisi EDS e dalla diffrazione ai raggi X (figura 3), nella microstruttura della lega
16
La Metallurgia Italiana - n. 3/2015
Tribologia
Fig. 4 - Micrografie ottiche
della lega diluita con 20% (a),
30% (b), 40% (c) e 50% (d) di
polvere di ferro puro
Fig. 4 - Optical micrographs of
the diluted alloys with different Fe
addition: 20 wt. % Fe (a), 30 wt.
% Fe (b), 40 wt. % Fe (c), 50 wt. %
Fe (d)
Fig. 5 - Micrografie SEM-BSE
della lega diluita con 20% (a),
30% (b), 40% (c) e 50% (d) di
polvere di ferro puro
Fig. 5 - SEM-BSE micrographs of
the diluted alloys: 20 wt. % Fe (a),
30 wt. % Fe (b), 40 wt. % Fe (c), 50
wt. % Fe (d)
base si evidenzia la presenza di boruri M2B e carburi M7C3
primari (corrispondenti alle fasi più scure in figura 2b), di
carbo-boruri M23(C,B)6 e M3(C,B) di forma sferoidale e di fasi
ricche in Mo di forma lamellare e blocky-shape.
Come riportato in letteratura, la presenza di boruri M2B
e carburi M7C3 si osserva in leghe hardfacing FeCrMoCB
con alto rapporto B/(B+C) come quella in esame [11]. In
aggiunta, Röttger et al. hanno attribuito la presenza di una
struttura lamellare ricca di Mo in questa classe di leghe
hardfacing alla fase eutettica M3B2 [11].
Microstruttura della lega dopo diluizione
Per verificare ed analizzare l’influenza della diluizione sulla
microstruttura della lega hardfacing su substrati di acciaio,
le polveri della lega base sono state miscelate con diverse
La Metallurgia Italiana - n. 3/2015
aggiunte di polvere di ferro puro. Le micrografie ottiche di
figura 4 illustrano le variazioni microstrutturali della lega
per crescenti livelli di diluizione. E’ possibile individuare
una transizione dalla solidificazione ipereutettica a quella ipoeutettica in corrispondenza di un’aggiunta di ferro
superiore al 30% vista l’alta concentrazione di C+B della
lega. Come è possibile osservare in figura 4, solo in corrispondenza dell’aggiunta del 40% di Fe si possono notare le
prime dendriti metalliche primarie, mentre la microstruttura della lega diluita al 50% di Fe risulta essere chiaramente
ipoeutettica.
In figura 5 a-d sono riportate micrografie SEM-BSE rappresentative della struttura delle leghe diluite. Si evidenzia
che aggiunte di ferro superiori al 20% riducono la percentuale di carburi e boruri primari M2B e M7C3. Inoltre, nelle
leghe ad elevata diluizione, il Mo è presente prevalentemente nella fase a struttura lamellare e non più nella for17
Memorie
Fig. 6 - Evoluzione delle fasi primarie (a) delle frazioni dei carbo-boruri e delle fasi ricche in Mo (b) con livelli
crescenti di diluizione
Fig. 6 - Primary phase evolution with increasing dilution rate (a), fraction of the carbo-borides and Mo-rich phases in the
diluted alloys (b)
Fig.7 - Intervallo di solidificazione della lega base e
delle leghe diluite
Fig. 7 - Solidification ranges of the reference alloy and of
the diluted alloys
ma blocky-shape (Figura 2b). A seguito della diluizione si
osserva inoltre che la matrice metallica risulta caratterizzata da una struttura bainitico-martensitica (figura 5a-d).
Per monitorare l’evoluzione microstrutturale dopo diluizione è stato misurato il contenuto delle fasi presenti nelle
leghe diluite. In figura 6 sono riportate rispettivamente le
frazioni in volume delle fasi primarie totali, dei carbo-boruri
primari M7C3 e M2B e delle fasi ricche in Mo in funzione del
livello di diluizione. Come già illustrato, la transizione alla
solidificazione ipoeutettica si osserva in corrispondenza di
una diluzione tra il 30% e il 40% (figura 6a).
In figura 7 sono riportati i risultati delle prove DSC per
i diversi livelli di diluizione considerati. Per aggiunte crescenti di ferro le temperature di inizio e fine solidificazione
aumentano.
In corrispondenza della composizione prossima al punto
eutettico della lega con aggiunte di 30%Fe l’intervallo di
solidificazione raggiunge, come atteso, un valore minimo
18
Fig. 8 - Andamento della durezza della lega base e
delle leghe dopo diluzione
Fig. 8 -Macrohardness of the reference alloy and of the
diluted alloys
di 51°C. Nel campo della solidificazione ipoeutettica l’intervallo di solidificazione ha un nuovo ampliamento di circa
il 23% in corrispondenza del massimo livello di diluizione.
E’ importante ricordare che all’aumentare dell’intervallo di
solidificazione aumenta la tendenza delle leghe a manifestare fessurazione a caldo durante la solidificazione, rendendo molto critico il processo di produzione di manufatti
integri [12].
L’evoluzione della durezza è stata analizzata per livelli crescenti di diluizione. I risultati delle misure di durezza sono
riportati in figura 8.
Come si può osservare dal grafico, la durezza rimane stabile per bassi livelli di diluizione, mentre si ottiene una diminuzione pari al 20% in corrispondenza di una diluzione
del 50%. Tale andamento può essere associato alla diminuzione della frazione di fasi dure primarie e dei carburi
blocky-shape ricchi in Mo nelle leghe diluite.
La resistenza ad usura rappresenta uno dei parametri chiaLa Metallurgia Italiana - n. 3/2015
Tribologia
Fig. 9 - Microstrutture SEM delle tracce di usura dopo prove pin-on-disc di 300 m sulla lega base (a) e sulla lega
base + 30%Fe (b)
Fig. 9 -SEM micrographs obtained by SEM-BSE of the wear tracks of the reference alloy (a) and of the diluted alloy with
30% of Fe (b)
Materiale
lega base
lega base + 30%Fe
Volume di usura (x 104 μm3)
442 ± 55
1304 ± 47,2
Tabella 2 - Volume di usura dopo prove pin-on-disc per
una lunghezza di strisciamento di 300 m delle leghe
studiate
Table 2 Volume loss of the investigated alloys after pin-ondisc wear tests (sliding distance 300 m)
ve delle leghe hardfacing. Per questa ragione è stata simulata un livello di elevato diluizione tipico di un inlay dopo
spin casting di una lega hardfacing con alto contenuto di
elementi interstiziali. Le perdite di volume misurate dopo
prove di usura per lunghezze di strisciamento pari a 300 m
sono riportate in tabella 2.
Dai risultati ottenuti si può dedurre che alti livelli di diluizione portano ad una marcata diminuzione della resistenza ad usura. In particolare, la perdita di volume misurata
aumenta del 195% in corrispondenza di una diluizione del
30%.
In figura 9 è possibile osservare le tracce di usura della
lega base e del materiale diluito del 30% a seguito del test
pin-on-disc per una distanza di 300 m. La lega base non
mostra particolari segni di modificazioni morfologiche sulla superficie, mentre la lega diluita presenta marcati segni
di usura e di ossidazione.
Fig.10 - Micrografie ottiche e SEM della lega base
fusa nel crogiolo di acciaio in posizioni differenti:
nella parte alta (a,b), nella parte centrale (c,d) e
all’interfaccia con il crogiolo (e,f)
Microstruttura della lega fusa nel crogiolo
di acciaio
Fig. 10 - Optical and SEM micrographs the hardfacing alloy
melted in the steel crucible at different positions on cross
sectioned samples: top (a, b), middle (c, d) and bottom
part (close to interface with the substrate) (e, f)
In figura 10a-f è illustrato l’effetto della diluizione dovuto dalla fusione della lega base direttamente in crogioli di
acciaio.
La Metallurgia Italiana - n. 3/2015
19
Memorie
Fig.11 - Sezione della lega base fusa nel crogiolo di acciaio (a) e profilo di durezza corrispondente (b)
Fig. 11- Cross section (a) and corresponding hardness profile of the reference alloy cast in the steel crucible (b)
Fig.12 - Microstruttura
della lega base dopo
spin casting
Fig.12 - Optical and
SEM-BSE micrographs of
the reference alloy after
spin casting process
Dalle micrografie di figura 10 si nota che la parte centrale
(1.5 mm dall’interfaccia) e alta del crogiolo (3 mm dall’interfaccia) mostrano una struttura ancora ipereutettica del
tutto simile a quella osservata nella lega base fusa nei crogioli di allumina (figura 2). All’interfaccia con il substrato si
osserva uno strato di circa 300 μm caratterizzato da una
struttura eutettica. Sulla base dei precedenti risultati della
simulazione della diluizione (figura 4), si può dedurre che
quest’area ha una struttura caratterizzata da una diluzione
superiore al 30%. In particolare, come mostra la micrografia SEM-BSE di figura 10d, nella parte bassa del crogiolo
non si osservano carbo-boruri primari e fasi blocky-shape
ricche in Mo. Inoltre, si è osservata una parziale fusione
del substrato che è passato allo stato liquido miscelandosi
con la lega hardfacing provocando una variazione microstrutturale nella parte bassa del crogiolo (figura 10e-f).
Evidenti porosità si individuano in corrispondenza della
struttura eutettica della lega all’interfaccia con il substrato. Una possibile spiegazione di tale fenomeno può essere
la variazione della sequenza di solidificazione della lega
dopo diluizione. Come mostrano i risultati DSC in corrispondenza della composizione eutettica, si osserva un aumento delle temperature di liquidus e solidus e un valore
minimo dell’intervallo di solidificazione (figura 7).
Il profilo di durezza misurato nella sezione della lega fusa
nel crogiolo di acciaio è riportato in figura 11. I risultati
20
ottenuti sono coerenti con i precedenti dati di durezza misurati dopo diluzione (figura 8).
Nella parte centrale a circa 1.5 mm dall’interfaccia e nella
parte alta della sezione, a circa 3 mm, la durezza presenta
un valore prossimo a quello misurato nella lega base (figure 8 e 11). All’interfaccia si può invece osservare un valore
minimo di durezza del rivestimento dovuto all’elevata diluzione in quest’area.
Microstruttura della lega base dopo spin casting
Le micrografie riportate in figura 12 sono relative al rivestimento depositato attraverso processo di spin casting in
un impianto industriale. Sulla base dei risultati ottenuti tramite simulazione, è possibile stimare che l’inlay analizzato
mostra una struttura eutettica e un livello di diluizione del
30%. Come mostrano le micrografie 12a-b è quasi completamente soppressa la presenza dei boruri M2B e dei carburi M7C3 e delle fasi blocky-shape ricche in Mo. È possibile
osservare inoltre la presenza della fase lamellare ricca in
Mo (figura 12b).
Lo spettro XRD riportato in figura 13 conferma i risultati
precedentemente discussi. Nella lega base dopo spin casting si individua la presenza dei carbo-boruri ortorombici
M3(C,B) e di quelli cubici M23(C,B)6 e dei picchi relativi alla
fase Fe-α. Dai risultati ottenuti si può dedurre che, con la
La Metallurgia Italiana - n. 3/2015
Tribologia
deposizione su substrati di acciaio. Il metodo sperimentale
utilizzato può rappresentare uno strumento di ottimizzazione non solo per il processo di spin casting, ma per tutte
le tecniche di deposizione di rivestimenti spessi.
Ringraziamenti
Il presente studio è stato sviluppato per il progetto di ricerca DEBACOAT- Development of high-performance
barrels with innovative gradient coatings, finanziato dalla
Commissione Europea nel FP7-SME-2012 (id del progetto:
315417). Gli autori ringraziano il Dr. Tuissi (CNR.IENI Italia)
per l’analisi XRD.
Fig.13 - Spettro XRD della lega base dopo spin casting
Fig. 13 - XRD spectrum of the reference alloy after spin
casting
diminuzione di carbonio e boro disponibili, viene stabilizzato l’eutettico contenente le fasi M3(C,B) e M23(C,B)6. Tale risultato è concorde con quanto mostra il diagramma di stato Fe-C-B e come confermano le prove DSC (figura 7) [13].
In corrispondenza di un’aggiunta del 30% di ferro, infatti,
si osserva un minimo del range di solidificazione (51°C),
corrispondente ad una solidificazione eutettica. Poiché la
microstruttura dell’inaly è influenzata dai parametri del
processo di spin casting, un approccio sistematico di analisi della diluizione può rappresentare un importante strumento di controllo della qualità del rivestimento.
Conclusioni
La presente ricerca ha studiato gli effetti microstrutturali
legati alla diluzione di una lega hardfacing ad alto contenuto di elementi di lega quali: C, B, Cr e Mo. In particolare,
la transizione microstrutturale iper-ipoeutettica è stata individuata per un livello di diluizione superiore al 30%. L’influenza della diluizione sulla durezza non è così marcata
come atteso. Nelle leghe diluite la durezza rimane stabile
per livelli di diluizione inferiori del 30%, mentre diminuisce
di circa il 20% solo per un’aggiunta di Fe del 50% in peso.
La resistenza ad usura subisce, al contrario, una marcata
diminuzione per alti livelli di diluizione. A seguito di prove pin-on-disc i volumi di usura nelle leghe diluite sono
aumentati del 195% rispetto a quelli misurati nelle leghe
base. La variazione dell’intervallo di solidificazione a seguito di diluizione raggiunge un valore minimo per composizioni prossime a quelle eutettiche, mentre subisce un
incremento in campo ipoeutettico. Tale allargamento può
avere influenza sulla tendenza alla formazione di difetti in
fase di solidificazione.
Il rivestimento a seguito del processo di spin casting considerato in questa sperimentazione risulta caratterizzato da
un livello di diluzione di circa il 30%. I risultati della ricerca
hanno permesso di individuare un approccio sistematico
per l’analisi della diluizione di leghe hardfacing a seguito di
La Metallurgia Italiana - n. 3/2015
Bibliografia
1] M.F. Buchely, J.C. Gutierrez, L.M. Leon, A. Toro, Wear,
259 (2005) 52-61
2] E.O. Correa, N.G. Alcantara, D.G. Tecco, R.V. Kumar,
Metall. Mater. Trans., 38A (2007) 1671-1680
3] C.-H. Lin, C.-M. Chang, J-H. Chen, W. Wu, J. Alloys and
Comp., 498 (2010) 30-36.
4] R.J. Chung, X. Tang, D.Y. Li, B. Hinckley, K. Dolman,
Wear 301 (2013) 695-706
5] A. A. Sorour, R. R. Chromik, M. Brochu, Metallogr. Microstruct. Anal., 2 (2013) 223-233
6] L. St-Georges, Wear 263 (2007) 562-566
7] B. Valsecchi, B. Previtali, E. Gariboldi, International
Journal of Structural Integrity 3 (2012) No.4 377–
395
8] I. Hemmati,V. Ocelı´k n, J. Th. M. De Hosson, Materials Letters 84 (2012) 69–72
9] C. R. Das, S. K. Albert, A. K. Bhaduri and R. Nithya,
Materials Science and Technology 23 (2007) No. 7,
771-779
10 L. Rovatti, J. N. Lemke, N. Lecis, O. Stejskal, and M.
Vedani Effect of dilution on microstructure and wear
resistance of a Fe-based hardfacing alloy with high
amount of carbide-forming elements, Conference Papers in Science, Article ID 276374.
11] A. Röttger, S. Weber, W. Theisen, Materials Science
and Engineering A 532 (2012) 511- 521
12] J. Campbell, Castings, Second ed., Butterworth Heinemann Publisher, Oxford (2003)
13] L. Brewer and S.-G. Chang, Metallography, Structures
and Phase Diagrams, Vol 8, Metals Handbook, 8th ed.,
American Society for Metals, Metals Park, OH (1973).
21
Memorie
Dilution effects on microstructure and wear
resistance of a Fe-C-Cr-Mo hardfacing alloy
Keywords: Dilution - Fe-based hardfacing alloys - Microstructure - Casting - Wear resistance
Hardfacing is the application of a hard, wear-resistant material to the surface of a component to reduce loss of
material by abrasion, impact, erosion and corrosion. Fe-based alloys containing high amount of carbide-forming elements can be utilized like as-cast products or as hardfacing alloys for producing thick deposits. The main industrial
application fields of hardfacing alloys are mining and mineral processing, cement industry and polymer extrusion.
Suitable deposition processes are welding-based techniques (e.g. Tungsten Inert Gas deposition, Plasma Transferred Arc), laser cladding or spin casting of the molten alloy inside barrels. The chemical composition of the hardfacing
alloys has to be tuned considering the dilution effects with the substrate. In fact, the diffusion of interstitial elements
at the deposition temperature is not negligible.
In the present paper, the effects of dilution on a hypereutectic Fe-C-B based alloy containing Cr and Mo was investigated. The microstructural evolution was studied by XRD (X-ray diffraction), differential scanning calorimetry (DSC),
optical microscopy (OM) and scanning electron microscopy (SEM), while mechanical behaviour was analysed by
hardness measurements and wear resistance by pin-on disc tests.
The dilution on the reference alloy was simulated by producing laboratory castings with an increased amount of
Fe, up to 50 wt. %. For Fe addition higher than 30 wt. % the microstructure shifted from a fully hypereutectic to an
hypoeutectic structure with notable differences in alloy properties. In correspondence of the eutectic structure the
solidification range reached a minimum value. Moreover, the hardness and wear properties of the diluted alloys
decreased when the Fe level increased over 30 wt. %.
The obtained results were compared in a first step with the dilution of the hardfacing alloy cast on steel substrates
and secondly with the inlay microstructure produced by a real industrial process. In particular the Fe-C-B-Cr-Mo
hardfacing alloy produced by the spin casting process showed a dilution level higher than 30 %.
Considering that the deposition parameters can highly influence the final microstructure of the inlay, the methodological analysis of the dilution can represent an useful instrument for the quality and the property optimization of
the hardfacing alloys.
22
La Metallurgia Italiana - n. 3/2015