Disegno e Storia dell`Arte prof. PAOLO STRONA Appunti di

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Disegno e Storia dell`Arte prof. PAOLO STRONA Appunti di
Disegno e Storia dell’Arte
prof. PAOLO STRONA
Appunti di Approfondimento e Curiosità sulla
Grammatica Visuale e la Percezione Visiva
Tutto ciò che sa fare il nostro cervello!
Seocndo uon stiduo di uan univretisà inlegse l‘oridne dlele
letetre all‘intreno di uan praola nno è improtatne, ciò ceh
improta è al pirma e l‘utliam letetra. Il retso nno improta motlo in
qulael oridne si trvoa, lo leeggrai comnuque sezna prbloema.
premessa
Rappresentazione grafica dell’idea di progetto
Il Disegno Geometrico è il linguaggio attraverso il quale un’idea, un progetto si oggettivizza
nelle sue dimensioni reali. Obiettivo è quindi di far conoscere la “grammatica” di questo
particolare mezzo di comunicazione.
Riferimento scientifico è la geometria proiettiva che consente la descrizione grafica in modo
chiaro, univoco e universale di oggetti.
Lo sviluppo di un’idea progettuale, dopo l’accurato lavoro di analisi, può essere riprodotta o
rappresentata tramite alcune regole.
L’approfondimento delle tecniche di rappresentazione consentirà agli studenti un’immediata
e suggestiva comunicazione a livello visivo delle proposte creative, potendo proporre anche
una restituzione del progetto di uno “street paint” o di un trompe l’oeil (ad esempio nel
cortile della scuola) tramite alcune ore di laboratorio pratico.
LA PERCEZIONE
Gli psicologi della forma sostengono che nella percezione si ha coscienza
immediata di un tutto strutturato, il cui comportamento non è determinato dai suoi
supposti elementi, ma da leggi strutturali interne al tutto (Wertheimer, Sulla teoria
della forma, 1925). In questo quadro si è poi molto insistito sul carattere ipotetico
della percezione: le percezioni sono punti di vista, ipotesi, sull'oggetto, suscettibili
di modificazioni, approfondimenti, correzioni.
La psicologia della Gestalt rifiuta di suddividere l’esperienza umana nelle sue
componenti elementari e tende a considerare l’interezza più che le singole
componenti. Quello che noi sentiamo è il risultato di una precisa organizzazione. I
medesimi principi di organizzazione guidano anche i nostri processi di pensiero.
Quindi la percezione non è preceduta dalla sensazione ma è piuttosto un processo
immediato, non influenzato dalle passate esperienze e deriva da una
combinazione organizzata delle diverse componenti di uno stimolo.
Giacomo Devoto, dava questa definizione della teoria:
Ogni percezione si presenta all’esperienza come un tutto unico, una struttura
definitiva avente una sua “forma” individuale, che è impossibile comprendere
attraverso una sua scomposizione in una serie di elementi giustapposti.
In conclusione, secondo i gestaltisti: gli oggetti si presentano quali forme o totalità
a sé stanti la cui organizzazione in unità è dovuta a diverse condizioni che ne
regolano dinamicamente la formazione. "L'insieme è più della somma delle sue
parti" dice la Gestalt e quello che noi siamo e sentiamo, il nostro stesso
comportamento, sono il risultato di una complessa organizzazione che guida anche
i nostri processi di pensiero.
I principali fattori che determinano il raggruppamento percettivo, e la composizione
di elementi in interi, che rappresentano i principi alla base della teoria della Gestalt
si raggruppano in:
IL RAPPORTO TRA FIGURA E
SFONDO
Ci permette di “leggere” l’immagine,
attraverso la separazione della figura
dallo sfondo. Gli elementi simili sono
contrastati da elementi dissimili, dando
insieme l’impressione di intero.
CHIUSURA
Il nostro occhio tende a completare gli
spazi vuoti e le forme non chiuse. Noi
tendiamo a vedere le immagini complete
persino quando una parte dell’informazione
è mancante.
CONTINUAZIONE
L’organizzazione della percezione porta lo
sguardo a proseguire lungo e oltre una
linea retta o una curva.
PARALLELISMO
Linee parallele tendono ad
essere raggruppate
assieme.
PROSSIMITA’
Il raggruppamento percettivo è favorito
dalla vicinanza tra loro delle parti.
Tendiamo a identificare come gruppi
elementi vicini tra loro. Questa legge è da
tenere in considerazione quando
l’immagine gioca un ruolo importante
nell’abilità di interpretare il messaggio che
si nasconde dietro.
SOMIGLIANZA
Elementi visivi simili verranno raggruppati
sulla base della forma, della grandezza, del
colore o della direzione.
COMUNE DESTINO
Quando gli oggetti si muovono
nella stessa direzione, tendono
ad essere percepiti come una
entità unica.
REGIONE COMUNE
Figure che si posizionano all’interno di una
stessa regione chiusa tendono ad essere
percepite insieme.
SIMMETRIA
Questo principio descrive l’istanza nella
quale si percepisce l’intero di una figura
rispetto alla percezione delle parti singole
che la costituiscono.
Approccio alla percezione visiva e all’illusionismo ottico
Vedi qualcosa che si muove?
In realtà non c‘è niente che si muove!
...le linee rosse orizzontali sono
parrallele o no?
Cosa vedi? Una spirale o dei cerchi?
Fissa il puntino e muovi la testa avanti e
indietro…
Degli studi hanno dimostrato che
i bambini non riconoscono questa
immagine „intima“, perché la loro
memoria non conosce ancora
questa situazione.
Ciò che vedono i bambini sono 9
delfini..
Li vedi anche tu ?
L’ANAMORFOSI
L'anamorfismo è un effetto di illusione ottica per cui una immagine viene proiettata sul
piano in modo distorto, tale per cui il soggetto originale sia riconoscibile solamente
guardando l'immagine da una posizione precisa.
Il soggetto originale può essere una figura piana oppure un oggetto tridimensionale.
Nel secondo caso, l'osservatore dell'anamorfismo percepirà la figura come
tridimensionale. In altri casi la visione è possibile utilizzando uno specchio curvo o
cilindrico.
L'Anamorfosi è quindi la tecnica di dissimulazione di una figura o di un oggetto
deformandolo.
La forma reale originaria potrà essere riconosciuta soltanto osservando l’oggetto o la
figura deformati secondo una particolare prospettiva o attraverso uno specchio
deformante.
L'Anamorfosi è una curiosa tecnica, in quanto consente all'artista di mascherare
immagini agli spettatori meno accorti.
Dopo la scoperta di questa tecnica, molti pittori utilizzarono il procedimento
dell'Anamorfosi per mascherare segretamente nei propri quadri scene erotiche o
irriverenti e fu è molto apprezzata nell'arte rinascimentale
Un’attuale, intelligente ed efficace applicazione della prospettiva anamorfica si può
notare nel caso dei pannelli pubblicitari stesi o disegnati sui campi di calcio. In effetti
sono solo una sorta di tappeti con impressa una immagine anamorfica studiata per
essere vista correttamente proprio dal punto di ripresa delle telecamere, trucco infatti
riesce perfettamente in quanto visti così sembrano proprio dei pannelli verticali con
tanto di base.
Collegato in qualche modo all’anamorfismo ed al suo uso di “illusione ottica” ,
possiamo anche citare il tema del Trompe-l'œil.
Il trompe l'œil, letteramente "inganna l'occhio", è una tecnica pittorica in uso già nella
antica Grecia e Roma. Essa consiste nel dipingere uno sfondo apparentemente reale
su di una parete per farla sparire alla vista.
Sebbene la frase abbia origine nel periodo Barocco, l'uso del trompe-l'œil è di molto
precedente. Un tipico murale trompe-l'œil può rappresentare una finestra, una porta o
un atrio per dare una falsa impressione che la stanza sia più grande.
Breve storia
A partire dal rinascimento diversi pittori hanno fatto uso dell'anamorfismo per
nascondere significati alternativi in un'opera. Leonardo da Vinci ha tracciato in alcuni
suoi appunti diversi esempi di figure anamorfiche. Nella parte inferiore del dipinto “Gli
ambasciatori” di Hans Holbein il Giovane è visibile una strana figura.
Osservando il quadro da destra tenendo la testa vicina al
piano, si può chiaramente vedere che la figura anamorfizzata è
un teschio.
La tecnica è tuttora usata nel cinema, nel teatro e nel settore
pubblicitario. Nella tecnica cinematografica CinemaScope,
l'anamorfismo è utilizzato per riprendere un formato di schermo
con rapporto base/altezza differente da quello della pellicola.
Speciali lenti (lenti anamorfiche)comprimono l'immagine
lateralmente (compressione anamorfica) al momento della
ripresa e la riespandono durante la proiezione.
Un artista, Julian Beever, si è specializzato nel disegnare sui
marciapiedi formidabili opere anamorfiche, tali che i passanti
percepiscano cavità nel marciapiede o oggetti tridimensionali
che in realtà non esistono.
La “3D Sidewalk Art”:
lo street painter JULIAN BEEVER
Girando in rete, in più di un sito vengono esposte delle creazioni artistiche raggruppate sotto il nome di ‘3D sidewalk art‘ - davvero fuori dal comune. Gessetti
colorati e un marciapiede al posto di pennelli e tela fanno di questa forma d’arte un
qualcosa che lascia veramente a bocca aperta.
Fosse stato italiano lo avrebbero chiamato 'madonnaro'. In effetti, gli strumenti di lavoro
sono gli stessi: gessetti colorati, marciapiedi e fantasia. Ma Julian Beever, inglese di
nascita, è molto di più: è un genio del disegno su strada, un illusionista che trasforma
le sue pitture in vere e proprie creazioni in 3D. Basta guardarle dall'angolazione giusta:
la tecnica, in gergo, si chiama anamorfismo.
A dire il vero, Julian Beever è diventato famoso indirettamente su Internet. Questo
perchè, come testimonia anche Wikipedia, nel 2004 ebbe grande diffusione un’email a
catena che promuoveva le sue opere. Le immagini immortalavano l’artista mentre si
tuffava in una piscina inesistente, oppure mentre nuotava - come Paperone - tra
montagne di monete (di gesso color oro). E proprio il fatto che la fama arrivasse
tramite una catena ha alimentato per mesi i dubbi circa l’autenticità di queste opere. In
effetti, le illusioni ottiche tridimensionali sono talmente impressionanti che non a pochi
potrebbe venire in mente che si tratti solamente di brillanti composizioni digitali
piuttosto che di arte da marciapiede Eppure questi dubbi sono stati smentiti una volta
per tutte. Infatti gli incredibili trompe-l’oeil creati con i gessetti colorati altro non sono
che una forma originale di anamorfismo. L’anamorfismo, tecnica nota già ai tempi di
Leonardo da Vinci, è una particolare forma d’arte consistente nella proiezione su un
piano di un’immagine appositamente distorta, tale che, osservata da una certa
angolazione, produce un effetto tridimensionale che sembra sfidare le leggi della
prospettiva. E Beever non è il solo artista di questo tipo: famose sono anche le
creazioni del suo collega Kurt Wenner