Sulle strade di Rodari
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Sulle strade di Rodari
Sulle strade di Rodari FALZEA EDITORE Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 1 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 2 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 3 Sulle strade di Rodari Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 SULLE STRADE DI RODARI ideazione, realizzazione e coordinamento Cooperativa Damatrà testi e contributi Associazione culturale 0432 Cooperativa Damatrà Cristina Viola Livio Sossi Mario di Rienzo Silvana Sola Elena Braida per le Biblioteche che hanno aderito al progetto “Sulle strade di Rodari” copertina e grafica Simona Piemonte copyright 2011 Falzea Editore Viale Calabria, 60 89133 Reggio Calabria (Italy) www.falzeaeditore.it finito di stampare ottobre 2011 immagini i ritratti di Gianni Rodari e i pensieri che li accompagnano sono il frutto dell’esperienza vissuta dai bambini delle scuole dell’infanzia e primarie della regione Friuli Venezia Giulia durante i laboratori biografici curati dalla Cooperativa Damatrà. È vietata la riproduzione anche parziale di testi ed immagini senza autorizzazione. Pagina 4 con il sostegno di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (L.R.25/2006) e con il sostegno di tutti i Comuni delle 60 biblioteche: Sistema Bibliotecario del Basso Friuli: biblioteche di Aiello del Friuli, Aquileia, Campolongo Tapogliano, Cervignano del Friuli, Fiumicello, San Vito al Torre, Terzo di Aquileia, Villa Vicentina, Visco. Sistema Bibliotecario del Medio Friuli: biblioteche di Basiliano, Bertiolo, Camino al Tagliamento, Castions di Strada, Codroipo, Flaibano, Lestizza, Mereto di Tomba, Mortegliano, Sedegliano, Talmassons, Varmo. Sistema Bibliotecario della Pianura Pordenonese: biblioteche di Casarsa della Delizia, San Vito al Tagliamento. Servizio Bibliotecario Intercomprensoriale di San Giorgio di Nogaro: biblioteche di Bicinicco, Carlino, Gonars, Marano Lagunare, Muzzana del Turgnano, Palazzolo dello Stella, Palmanova, Porpetto, Precenicco, San Giorgio di Nogaro, Torviscosa. Sistema Bibliotecario della Carnia: biblioteche di Amaro, Cavazzo, Comeglians, Forni Avoltri, Lauco, Ovaro, Paluzza, Paularo, Prato Carnico, Ravascletto, Rigolato, Tolmezzo, Verzegnis, Villa Santina e Comuni di Arta Terme, Zuglio Carnico. Servizio Bibliotecario dell’Unione dei Comuni “Cuore dello Stella”: biblioteche di Rivignano, Pocenia, Teor. E biblioteche di: Grado, Pasian di Prato, Ronchi dei Legionari, San Giovanni al Natisone, Tavagnacco, Tricesimo, Udine. Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 5 Sulle strade di Rodari Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 6 Sulle strade di Rodari_prefazione QUANDO LA LETTURA DIVENTA AVVENTURA Mario Di Rienzo [Direttore del Centro Studi Rodari di Orvieto] Sono tramontati i tempi in cui la lettura era, per gli scolari, sinonimo di tortura. E sono lontani anche i tempi in cui Gianni Rodari raccontava ai lettori del “Pioniere”1 - settimanale per i ragazzi da lui fondato e diretto, con quanta caparbietà, Giuseppe Di Vittorio, il grande sindacalista pugliese, ancora bambino, costretto dalla povertà a lasciare la scuola elementare, a nove anni, leggeva di notte, “al lume di candela”. È storia lontana, risale ai primi del Novecento quando oltre il 50% della popolazione italiana era analfabeta2. Ma è storia vera ed esemplare, è testimonianza diretta di quanto la cultura può incidere sul destino di una persona e... di una nazione. Sono relativamente lontani anche i tempi in cui sempre Rodari scrisse sul “Giornale dei genitori”3 l’articolo 9 modi per insegnare a odiare la lettura4 quando l’analfabetismo (quello strumentale) in Italia era stato in buona misura debellato, si aggirava intorno al 10% e comprendeva ormai solo le fasce degli anziani5. In quell’articolo Rodari indicò le alternative possibili per invertire la rotta. Per passare dall’odio per la lettura all’amore, alla passione per la lettura, ci vogliono strategie razionali e solide, molteplici e diversificate. La lettura deve diventare un’avventura, deve cioè essere in grado di coinvolgere, di trasformarsi da compito di scuola in esperienza di vita esaltante, deve entrare in un circuito di animazione, di partecipazione, di esperienze artistiche (teatro, musica, arte, ambiente), deve poter alimentare la curiosità, affinare le sensibilità, uscire dai luoghi a lei deputati (le sale di lettura, le aule scolastiche), coinvolgere il singolo e la comunità. La lettura deve diventare un’esperienza sociale e personale, fornire materiali in grado di mettere in moto la mente, suscitare emozioni, risvegliare esigenze dormienti. Leggere è conoscere, partecipare, pensare, immaginare, sognare, progettare, confrontare. Leggere, in ultima analisi, ha senso solo se dà sapore e senso alla vita. È un modo di essere. 6 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 7 9 modi per insegnare ai bambini ad odiare la lettura Presentare il libro come una alternativa alla Tv; Presentare il libro come una alternativa al fumetto; Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più; Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni; Dare la colpa ai bambini se non amano la lettura; Trasformare il libro in uno strumento di tortura; Rifiutarsi di leggere ai bambini; Non offrire una scelta sufficiente; Ordinare di leggere. [Gianni Rodari - “Giornale dei genitori” 10 ottobre 1964] 7 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 8 Sui principi sopra accennati è facile trovare concordanze e condivisione. La questione prende ben altra piega quando si passa alla fase successiva, alla sua realizzazione, quando si passa dalle parole ai fatti. Il progetto elaborato e realizzato dalla Cooperativa Damatrà, nel corso del 2010-2011 in omaggio a Rodari per festeggiarne l’anniversario triplice (90 anni dalla nascita -Omegna 1920-, 40 anni dalla assegnazione del Premio internazionale Andersen avvenuta alla Fiera internazionale del libro per ragazzi di Bologna nell’aprile del 1970; 30 anni dalla morte -Roma aprile 1980) è una delle esperienze più esaltanti. Le parole sono diventate fatti concreti. Tutto il progetto è stato costruito con persone preparate, luoghi, materiali e attrezzature scelti con cura ed eseguiti con professionalità, a cominciare dalla costruzione de La torta in cielo da parte della scuola pasticcieri e panificatori. L’asse portante del progetto Sulle strade di Rodari è un’idea semplice e geniale al tempo stesso: trasformare le letture dei testi rodariani in esperienza di vita, fatta di incontri, confronti, spettacoli, teatro, musica. Le “favole” di Rodari hanno una particolarità unica: incuriosiscono, attraggono, divertono, fanno sorridere ma, al tempo stesso, inducono a pensare. Il lettore-ascoltatore delle favole di Rodari, sia esso bambino sia esso adulto, non resta mai estraneo o indifferente. Segue lo sviluppo della storia, del racconto, della “favola” e, sin dalle prime battute, avverte di essere di fronte a una situazione problematica, a volte paradossale, a prima vista assurda, ma per quanto inverosimile possa apparire, è sempre e comunque possibile, razionalmente sostenibile. Le favole (lunghe e corte) di Rodari sono geniali perché semplici, rapide, leggere, intriganti, assolutamente innovative rispetto alla tradizione perché fondate e sviluppate sul pensiero divergente. Fantasia e ragione camminano sempre insieme nelle “favole” di Rodari, inducono a fare ipotesi, lasciano sognare, ma allo stesso tempo inducono a riflettere e pensare, a guardarsi intorno, a scoprire quanto varia e complessa è la società. “Favolosa”, ancora una volta perché semplice, quasi lapalissiana, l’idea delle 60 biblioteche coinvolte nel progetto, che diventano le fermate del “filobus 75”. 8 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 9 Nel racconto di Rodari il filobus 75 (un filobus vero: collega il quartiere di Monteverde, dove abitava Rodari, attraversa il Centro Storico e raggiunge Piazza Indipendenza, a due passi dalla stazione Termini e dalla sede di “Paese Sera”, il giornale per cui lavorava Rodari) decide di andare nel senso opposto al suo percorso abituale e porta i passeggeri fuori città, non al centro della città, ma verso la campagna. È una storia bizzarra, stravagante di primo acchito. Eppure coglie un aspetto della vita umana, un’idea coltivata in segreto, messa a tacere dal “trantran” della vita quotidiana. Chissà quanti impiegati, commessi, operai, la mattina si alzano, prendono l’autobus, la macchina, la moto o il treno per andare al lavoro, e magari inconsciamente sognano di trascorrere una giornata completamente diversa, lontana dal “trantran” quotidiano, fatto delle solite cose (casa - autobus - ufficio/fabbrica/azienda) e viceversa. Ecco che, con una semplice inversione di marcia, il filobus realizza il sogno di quanti pensano a una giornata diversa, desiderata in segreto, ma mai provata, vissuta realmente, realizzata. Ci pensa il filobus a esaudire il desiderio a lungo coltivato e tenuto nascosto dentro di sé. Non è meraviglioso? È una favola, certo, ma è una favola che dà voce a desideri inconsci, sempre inseguiti in segreto e mai realizzati. E che dire delle biblioteche, magari poco frequentate, appartate, silenziose, che vedono arrivare un sol giorno frotte di lettori, di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, mai visti prima tutti insieme? Finalmente anche le biblioteche vedono avverarsi il loro sogno: avere le sale stracolme di gente che vuole leggere. È un giorno di festa anche per loro. Un sogno che si avvera. Col progetto Sulle strade di Rodari, tutto ciò è in buona parte avvenuto. Accanto a questa serie di attività artistiche e itineranti, ne sono state realizzate altre, di segno diverso ma complementari, rivolte a far conoscere la personalità, la vita, le opere, le idee di Rodari scrittore, poeta e intellettuale. Protagonisti di queste altre iniziative (conferenze, incontri, laboratori) sono stati alcuni docenti dell’Università di Udine, “rodarologi”, esperti di letteratura per l’infanzia, associazioni di insegnanti (Mce e Cidi) che hanno fatto proprio il messaggio “pedagogico” di Rodari. 9 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 10 Le ricorrenze con relativi festeggiamenti in occasione di anniversari, si sa, si rivelano, il più delle volte, occasioni mancate, perché sfociano nella retorica e lasciano, perciò, un po’ di amaro in bocca. Per l’anniversario di Rodari, tutte le iniziative realizzate in Italia, tra il 2010 e la prima metà del 2011, invece, hanno avuto un esito diverso: hanno riscosso successo e apprezzamenti perché sono state pensate e realizzate all’insegna della concretezza, fuori da ogni retorica. Segno che le idee di Rodari hanno lasciato il segno anche tra i lettori adulti perché quanto mai attuali in Italia e all’estero. È il destino che tocca solo ai “classici”: travalicare le barriere del tempo e dello spazio. Rodari, per dirla tutta è un classico ed è uno degli scrittori italiani del Novecento più tradotti all’estero. Qualche anno fa, in un convegno dedicato a Rodari in una biblioteca di Palermo, un relatore esordì dicendo che avrebbe affrontato il concetto di “divertimento” nel pensiero di Rodari e Don Milani. Il pubblico, composto prevalentemente da insegnanti e dirigenti scolastici, restò alquanto sorpreso e non mancò certo chi pensò, tra sé e sé, «certamente una didattica che si richiama a Rodari può essere divertente, ma una scuola che si richiami alle idee di Don Milani ha poca attinenza con il divertimento. Don Milani era severo prima di tutto con se stesso e poi con i propri allievi». Il relatore, professore di linguistica all’università di Palermo, in realtà giocò sul concetto di “passione” e “divertimento” sostenendo che qualsiasi attività, svolta con passione, diventa divertimento, è anche fatica, certamente, ma fatica che provoca soddisfazione e gioia, che aiuta a costruire un concetto positivo di sé. Se nella scuola si organizzano attività formative culturalmente solide, certamente scatta la passione, la voglia di fare e di apprendere, e tutto diventa divertente nel senso sopra detto. Se poi alle attività delle scuole si accompagnano iniziative come questa promossa da Damatrà, nel nome di Rodari, c’è speranza che… i rapporti tra scuola e territorio (enti locali e associazioni culturali, in primo luogo) possano migliorare sempre più con reciproco vantaggio. Una cosa è, comunque, certa. Da esperienze di questo tipo se ne esce arricchiti sul piano umano, culturale e sociale, e... con la voglia di… continuare. 10 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 11 1. n. 18 del 18 maggio 1954. 2. cfr. Tullio De Mauro, Storia linguistica dell’Italia Unita, Laterza editore, 1a edizione 1963, 2a edizione riveduta, aggiornata e ampliata 1970 e successive. 3. n. 10 ottobre 1964. 4. cfr. box, pag. 7. 5. cfr. Tullio De Mauro, cit. 11 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 12 Gianni era un bambino con lo sguardo serio e i pensieri allegri. Sentiva il profumo del pane e la sveglia nella notte, il suo primo gatto e la pioggia forte. [parole: Silvia 9 anni disegno: Nicoletta 8 anni] 12 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 13 13 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 14 C’ERA QUATTRO VOLTE GIANNI RODARI Storie, vita, pensieri e figure Silvana Sola [Giannino Stoppani Cooperativa Culturale / Bologna] Ci sono molti modi per entrare nel mondo delle storie di Gianni Rodari. Ci sono molti modi per ricordarlo: attraverso i testi che lui ha scritto, le immagini che le sue parole hanno suggerito ad illustratori sparsi per il mondo, le musiche nate nel confronto con la sua poetica, le riflessioni giornalistiche frutto di anni di intenso rapporto con la carta stampata, gli interventi di un intellettuale che aveva a cuore il suo paese. Ma chi era Gianni Rodari? Era un maestro? Era uno scrittore? Era un paroliere? Era un pedagogo? Era un giornalista? Era un inventore? In uno dei suoi bellissimi romanzi ci racconta di un barone che, da vecchio e ammalato, riprende energia e torna ragazzino: il titolo del libro è C’era due volte il Barone Lamberto. Noi potremmo affermare, senza possibilità di smentita, che c’era quattro volte Gianni Rodari, e forse anche di più. C’era una volta, ad Omegna, sul lago d’Orta, un bambino e un padre fornaio. Il bambino si chiamava Gianni, amava vedere entrare il pane a cuocere nel forno e amava suo padre. Purtroppo il padre morì presto e Gianni versò molte lacrime. Si trasferì con la mamma Maddalena e il fratello a Gavirate, andò a scuola e per potere proseguire gli studi entrò in seminario, poi frequentò le magistrali e diventò, giovanissimo, maestro. Insegnò per poco tempo, ma dichiara di essersi divertito moltissimo con i bambini delle sue classi. Gli piaceva più di tutto ascoltarli e faceva tesoro delle loro parole che, nel tempo, sarebbero poi diventate i motori delle sue storie. 14 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 15 C’era due volte Gianni Rodari. Un giovane uomo che amava leggere e adorava scrivere. Leggeva in modo appassionato il tedesco che aveva imparato durante il suo lavoro di precettore presso una famiglia ebrea di lingua tedesca. Scriveva per i giornali in giro per un’Europa che aveva confini diversi dall’oggi, raccoglieva parole e le legava assieme attraverso il gioco della rima nelle filastrocche per bambini. Scriveva canzoni e poesie. Racconti lunghi e corti, fiabe. Amava la geografia e le sue storie si muovono su una carta geografica che ci permette di incontrare il signor di Spilamberto, che dormiva con un occhio chiuso e uno aperto, la signora di Rovigo che metteva le scarpe del marito dentro al frigo, la mucca di Vipiteno che mangiava l’arcobaleno o il giovane di Verona che si era innamorato di una gallina faraona, i brevi racconti che ritroviamo ne Il gioco dei quattro cantoni. Lui, Gianni, viveva a Roma e andava spesso ad incontrare i bambini nelle scuole. Un giorno conobbe una bravissima maestra, molto simpatica, che guidava un’automobile rossa e insegnava in una classe di ragazzini pieni di fantasia. In quella classe, nella scuola elementare Carlo Collodi di una borgata romana chiamata Trullo, naque la storia del libro La torta in cielo. Rodari aveva un grande rispetto dei bambini, dei loro pensieri, delle loro storie. C’era tre volte Gianni Rodari. Un padre e un marito amorevole, un uomo adulto che continuava a leggere e a scrivere, che si interrogava sulla vita civile, che interveniva nel dibattito culturale, che incontrava maestre e maestri, che ideava manuali di Fantastica, che metteva i suoi pensieri in un libro importantissimo dal titolo la Grammatica della Fantasia, nato dall’esperienza di un corso di aggiornamento per insegnanti fatto nell’ex palestra dei pompieri di Reggio Emilia. Vinse molti premi per il suo lavoro: uno importantissimo, l’Andersen Award, lo mise a fianco dei più grandi scrittori per ragazzi del mondo. Era il 1970. Poi gli conferirono altre medaglie che non sempre amava indossare. 15 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 16 C’era quattro volte Gianni Rodari. Gianni Rodari non c’è più. È morto, non ancora sessantenne, per quello che doveva essere un intervento chirurgico di routine. Era il 1980. Sono trascorsi tanti anni da quel giorno di primavera e noi lo possiamo ricordare attraverso i molti libri pubblicati in tante lingue diverse. Dal cinese al russo, catalano, castigliano, galiziano e basco, estone e lettone, greco e slovacco, giapponese e tedesco, francese e vietnamita, inglese e turco, ma anche in persiano e in lingua jacuta, una lingua parlata solo nella Siberia orientale. Non sono invecchiate le storie di Gianni Rodari anche se, a volte, usano parole lontane dal linguaggio dei nostri giorni. Sono storie che invitano a sorridere, a riflettere, a pensare, a leggere e a guardare. Sono le parole di uno scrittore “civile” capaci di far sorridere, emozionare, riflettere, immaginare. C’era quattro volte Gianni Rodari e forse anche di più: C’è un quinto Gianni Rodari, quello che scriveva storie pensate per essere illustrate, che immaginava che accanto ai suoi scritti si muovessero segni e disegni. Dai rapporti stretti, di scambio diretto, con Bruno Munari che fece, delle edizioni enaudiane degli inizi, dei libri capolavoro, raffinati esempi di come la messa in pagina, la relazione tra parole e figure non siano eventi casuali, ma felici esiti di un percorso condiviso. E poi il sodalizio con Emanuele Luzzati che vede negli anni 70/80, in casa Editori Riuniti, nuove immagini per le tante storie pensate da Gianni Rodari. Dalla sua morte ad oggi il numero di illustratori che hanno illustrato “il favoloso” Gianni è incredibilmente cresciuto, in Italia e nel mondo. Non potremmo citarli tutti, ma l’invito è quello di recuperare il Rodari che porta la firma di Altan, poi gli interventi artistici di Alessandro Sanna, quelli pittorici di Fulvio Testa e Vittoria Facchini, quelli visionari di Vitali Konstantinov, Federico Delicado e Lars Aurtande, gli appassionati omaggi di Beatrice Alemagna e, quelli animati di Paolo Cardoni. 16 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 17 I molti altri rimasti fuori dall’elenco possono essere scoperti guardando con attenzione le pubblicazioni El, Emme. Einaudi Ragazzi o i cataloghi delle mostre Rodari Fullcolor e La Grammatica delle figure. I libri di Gianni Rodari sono occasioni di scoperta del piacere della lettura, dell’ascolto e della visione, speciali opportunità perché, come lui stesso ci suggerisce, non siamo nati per leggere, ma per crescere lettori e se troviamo ponti percorribili possiamo raggiungere facilmente le rive del fiume Leggere. Brevi suggerimenti bibliografici: - AaVv, Rodari Fullcolor, Giannino Stoppani, Bologna, 2009. - AaVv, La grammatica delle figure, Editrice Compositori, Bologna, 2010. - Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi, Torino, 1973. - Gianni Rodari/Altan, C’era due volte il Barone Lamberto, Einaudi Ragazzi, San Dorligo della Valle, 1997. - Gianni Rodari/Altan, Il gioco dei quattro cantoni, Einaudi Ragazzi, San Dorligo della Valle, 1995. - Gianni Rodari/Vitali Konstantinov, Giacomo di Cristallo, Emme Edizioni, San Dorligo della Valle, 2011. - Gianni Rodari/Fulvio Testa, La strada che non portava in nessun posto, Emme Edizioni, San Dorligo della Valle, 2010. - Gianni Rodari/Federico Delicado, El cazador desafortunado, Gruppo SM, Madrid, 2009. Da ricercare in biblioteca: - Patrizia Zagni, Rodari, collana n.100 “Il Castoro”, La Nuova Italia, Firenze, 1975. - Gianni Rodari, Il cane di Magonza, Editori Riuniti, Roma, 1982. 17 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 18 Si nascondeva in cortile per leggere i libri tristi e poi mangiava pane e cioccolata e più leggeva e più piangeva. Gli piaceva leggere e anche a me. [parole: Alessandro 9 anni disegno: Simone 9 anni] 18 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 19 19 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 20 L’ATTUALITÀ DELLA SCRITTURA RODARIANA Livio Sossi [Docente di Letteratura per l’infanzia Università degli Studi di Udine, Università del Litorale di Capodistria] Per comprendere il ruolo e l’importanza dell’opera di Gianni Rodari nella storia della letteratura per ragazzi dobbiamo considerare alcuni suoi testi critici: la sistemazione teorica del suo pensiero che troviamo espressa nella fondamentale Grammatica della Fantasia, pubblicata per la prima volta più di trent’anni fa, e successivamente negli Esercizi di Fantasia e nei suoi Giochi in URSS scritti durante il suo viaggio in Unione Sovietica. Il punto di riferimento principale della Grammatica è Novalis, e in particolare il seguente pensiero di Novalis: «L’arte di scrivere libri non è ancora scoperta. Però è sul punto di essere trovata». Per Rodari i Philosophische und andere Fragmente costituiranno l’illuminazione. Nasce la “Fantastica” ovvero l’arte per l’appunto di narrare le storie. Questo avviene ben prima che si affermi anche in Italia, con Franco Gaudiano, con Giulio Mozzi e altri, la scrittura creativa. Possiamo forse considerare alcune delle proposte rodariane, alcuni dei procedimenti generativi di storie, proprio come anticipazioni degli esercizi di scrittura creativa. Nelle stesura della “Fantastica” Rodari si avvarrà delle ricerche dei linguisti. Dagli Elementi di linguistica generale di Martinet sulle articolazioni del linguaggio (L’originalità del pensiero non si può manifestare che in una disposizione inattesa delle novità che, con l’esercizio, - dirà Rodari - può essere provocata) agli studi di Roman Jakobson sulle funzioni del linguaggio (conativa, fàtica, referenziale, metalinguistica, ecc.), alle ricerche della semeiotica (Rodari lesse ed apprezzò il saggio Le forme del contenuto di Umberto Eco). Svilupperà e applicherà nei suoi testi per ragazzi il concetto di straniamento elaborato da Victor Sklovskji e dai formalisti russi, e si servirà del surrealismo, in particolare della poesia surrealista francese: Breton e Queneau (Esercizi di stile). Siamo nel 1938. Rodari insegna nella scuola elementare di Gavriate e in centri vicini. Legge il numero di “Prospettive” dedicato al surrealismo e uscito nel gennaio del 1940. 20 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 21 Il fascicolo si apriva con uno scritto del direttore Curzio Malaparte, in cui si elencavano alcuni procedimenti tipici del surrealismo come la scrittura automatica, l’analogia verbale, la scomposizione e l’associazione fortuita di parole, la creazione di nuovi rapporti tra parole. Al surrealismo si ricollega anche il poeta Alfonso Gatto, che fu il grande Maestro di Rodari. Si legga ad esempio: «Passeggiando nel sonno Il nonno è andato a Onno Per ragioni di rima»1 Qui troviamo un bellissimo esempio di scarto iniziale applicato al nonsense. Ma il collegamento tra Gatto e Rodari non riguarda solo gli aspetti formali della lingua e l’impiego dei giochi di parole, ma anche i contenuti: quell’impegno civile che attraverserà l’intera produzione rodariana e che Gatto introduce per la prima volta nella poesia per i bambini, dopo il ripiegamento intimistico di derivazione pascoliano crepuscolare di Arpalice Cuman Pertile, di Renzo Pezzani, di Zietta Liù. Un’attenzione per i temi emergenti della realtà quotidiana, il lavoro, lo sfruttamento, le ingiustizie sociali, la solidarietà, l’incontro con l’altro, la pace. Lo stesso Rodari dichiara a proposito di Gatto: «il poeta vuole parlare al bambino delle cose di ogni giorno, del disoccupato, dei morti di Modena, del mondo vero, non di un mondo, anzi di un mini-mondo di convenzione». Si confrontino ad esempio gli incipit dei “Girotondi” dei due poeti, accomunati dal tema dell’accoglienza dell’altro, del diverso: In Gatto: Girotondo «Ho preso tutti i bambini per mano andiamo in corsa per la città. Alto più alto, nano più nano, evviva evviva la libertà!» In Rodari: Girotondo di tutto il mondo «Filastrocca per tutti i bambini per gli italiani e per gli abissini, per i russi e per gli inglesi, gli americani ed i francesi». 21 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 22 Le tecniche di derivazione surrealista costituiranno l’asse ovvero la struttura portante della “Grammatica della Fantasia” e insieme della poetica rodariana, perché in ultima istanza la Fantastica è la dichiarazione della poetica di Gianni Rodari. Si prenda ad esempio in considerazione l’accostamento fortuito, casuale, fra due termini: un gioco che i surrealisti chiamavano jeux du petit papiers, gioco delle piccole carte, e che rientrava nei giochi letterari affidati al caso. Ne ritroviamo la spiegazione e la proposta nel bel saggio di Jacques Charpentreau Le mystére en fleure. Les enfants et l’apprentissage de la poesie del 19792. La definizione è quella riportata da André Breton e Paul Eluard nel Dictionnaire abrégé du surréalisme del 1938: «Jeu de papier plié qui consiste à faire composer una phrase ou un dessin par plusieurs personnes, sans qu’aucune d’elles puisse tenir compte de la collaboration ou des collaborations précédentes». Rodari stesso ne spiega la personale applicazione nell’auto-intervista stesa tra il 1967 e il 1968: «Facevo il maestro elementare. Mandavo due ragazzi alla lavagna, uno davanti l’altro di dietro. Ciascuno dei due a insaputa dell’altro doveva scrivere sulla lavagna una parola qualunque. Il gioco consisteva nel fatto che io avrei inventato una storia combinando quelle due parole. “Pianta” e “pantofole”, o “orologio” diventava: la pianta delle pantofole, la pianta degli orologi». Da questo “duello di parole” come lo chiamava Rodari, nasce il binomio fantastico: accostamento insolito tra due parole estranee ovvero appartenenti a campi semantici lontani tra loro, che mette in moto l’immaginazione e che costituisce un insieme fantastico in cui i due elementi estranei possono convivere e generare una storia. Perciò - conclude Rodari - è bene scegliere il binomio fantastico con l’aiuto del caso. Descrive il metodo nel quarto capitolo della sua Grammatica. Si tratta di prendere due parole a caso e di collegarle tra loro attraverso una preposizione articolata. Come esempio, Rodari prende le parole 22 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 23 “cane” e “armadio”. Collegandole con la preposizione si ottiene: «il cane nell’armadio il cane con l’armadio il cane sull’armadio l’armadio del cane». Queste situazioni ci offrono lo spunto per una serie di ipotesi fantastiche che daranno origine ad altrettante storie. Nella scelta del binomio è necessario che tra le due parole vi sia una certa distanza semantica in modo da attivare quello che Max Ernst definiva “spaesamento sistematico” e da ottenere l’effetto di “straniamento” descritto dal semiologo russo Victor Sklovskij. Solo così si favorisce il processo di immaginazione. Il diagramma di flusso proposto da Rodari nel volume postumo Esercizi di fantastica evidenzia il percorso3. Negli anni ’80 dello scorso secolo, un altro poeta italiano, Roberto Piumini, elaborerà il concetto di cortocircuito semantico che possiamo per certi versi ricondurre al binomio fantastico rodariano. «Il poeta dirà Piumini - è un “pirata del senso” che stabilisce tra le parole un corto circuito semantico capace di suscitare nel lettore una vorticosa cavalcata di immagini». Non è più la scelta casuale delle parole, bensì l’accostamento consapevole e inedito delle parole da cui scaturisce l’immagine poetica. La costruzione della macchina narrativa de La torta in cielo (1966) si avvale della tecnica del binomio fantastico. Sempre Rodari su “Paese Sera” ritornerà sull’argomento. «Si prendano due parole a caso dal vocabolario o da qualsiasi altro testo stampato, facendo ben attenzione a non introdurre alcun elemento volontario nella scelta…, si gettino ora le due parole una contro l’altra e si osservino le varie combinazioni… Prima o poi le due parole non mancheranno di disporsi in modo da fornire l’immagine iniziale, il nucleo della favola…» In un altro libro di Rodari, Il Pianeta degli alberi di Natale, leggiamo: «Su quel pianeta hanno inventato un gioco che si chiama “duello di parole”. A impararlo ci vuole poco. 23 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 24 Uno dice una parola, per esempio “pianta”. Il secondo ne dice un’altra, per esempio “gatti”. Il terzo le mette insieme e inventa “la pianta dei gatti”.» Molte delle poesie e delle filastrocche rodariane nascono in questo modo. È il caso ad esempio de “La mucca di Vipiteno”: «una mucca di Vipiteno aveva mangiato l’arcobaleno». (mucca/arcobaleno). Penso ancora ai Viaggi di Giovannino Perdigiorno che Rodari stesso definiva un “trattatello di merceologia fantastica”, con i suoi uomini di zucchero, con il pianeta di cioccolato, con gli uomini-nuvole e gli uomini di tabacco, il paese senza sonno e il paese del nì, o il paese senza errore. Rodari elabora così il concetto di scrittura e di poesia ludica, di poesia come gioco soggetto a regole, il giocattolo poetico rodariano. Ed è a questo concetto di scrittura ludica che si può ricondurre molta della produzione letteraria contemporanea per l’infanzia. «Ha senso giocare con le parole?» si chiede Tullio De Mauro a proposito della scrittura di Rodari. «E che senso ha?» E risponde: «Giocare con le parole ci serve a non subire il mondo così come è, a immaginarlo diverso. […] Ci prepara a intervenire sulle cose per cambiarle, se vorremmo, e a capire meglio le cose e le parole così come sono, per prepararci a trasformarle»4. Ma qui entriamo già nell’ideologia dell’autore, nella prospettiva antropologico-politica della fantasia rilevata da Franco Cambi e che esamineremo più avanti. Scriverà Rodari in merito a questa sua produzione poetica: «Non le ho mai chiamate poesie, ma filastrocche. Semmai poesie per ridere o poesie per sbaglio… mi dichiaro un fabbricante di giocattoli, di giochi con le parole e con le immagini. Ho utilizzato certi poeti che amo, da Palazzeschi ai surrealisti, perché mi fornivano un linguaggio così vicino a quello della poesia popolare e così rivoluzionario che l’accostamento doveva per forza riuscire a qualche effetto sorprendente». La forza innovativa della poetica rodariana, l’attualità della sua scrittura poetica sta proprio in questo concetto di poesia come gioco, e nella raccolta, forse una delle più interessanti, Parole per giocare, edita nel 1979 da Manzuoli di Firenze nella Biblioteca di Lavoro diretta da 24 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 25 Mario Lodi. In particolare in uno dei componimenti di “Parole per giocare” troviamo espressa poi la concezione rodariana della letteratura e della scrittura: Lo scrittore che intende rivolgersi ai bambini deve avere un “orecchio acerbo”. «Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo vidi salire un uomo con un orecchio acerbo. Non era tanto giovane, anzi era maturato, tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato. […] «Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età, di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?» Rispose gentilmente: «Dica pure che sono vecchio. Di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio. È un orecchio bambino, mi serve per capire le voci che i grandi non stanno mai a sentire: ascolto quello che dicono gli alberi, gli uccelli, le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli, capisco anche i bambini quando dicono cose che a un orecchio maturo sembrano misteriose…» Così disse il signore con un orecchio acerbo Quel giorno sul diretto Capranica-Viterbo5.» In questo componimento è espressa meravigliosamente tutta la poetica rodariana. Scrivere per ragazzi richiede di avere un orecchio acerbo, un orecchio bambino, che vuol dire aver conservato lo spirito dell’infanzia dentro di sé. Che vuol dire osservare il mondo e le cose così come le vede un bambino, ma restando adulto, con tutta l’esperienza di vita acquisita e maturata nel corso degli anni. E «conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita - scrive Bruno Munari - vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare»6. Avere un orecchio acerbo vuol dire avere la capacità di ascoltare, non solo di sentire, le voci che ci circondano, quelle che per l’appunto “i grandi non stanno mai a sentire”. Vuol dire ascoltare le voci e le parole dei bambini. Il mio amico Alfredo Stoppa, uno dei più autorevoli scrittori contemporanei per ragazzi, ricollegandosi a quanto scriveva Rodari, 25 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 26 afferma: «Uno scrittore per ragazzi deve avere grandi orecchie per ascoltare, grandi occhi per vedere, un grande cuore per raccontare”. “Bisogna - scrive ancora Stoppa - smettere di pensare da grandi e limitarsi ad ascoltare i bambini»7. Tutta la migliore letteratura per ragazzi, a partire dagli inizi degli anni ’80 dello scorso secolo abbraccia la poetica rodariana dell’ “orecchio acerbo”. Da una prospettiva adulto centrica, in cui lo scrittore si preoccupava di trasmettere soprattutto norme comportamentali e sociali e rispondeva ai problemi e agli interrogativi dei ragazzi da un’ottica adulta, secondo un modello educativo eterodirezionale, si passa a una prospettiva puerocentrica che vede il bambino al centro dell’azione educativa secondo un modello autodirezionale. Si scrive mettendosi nei panni di un bambino, di un ragazzo, di un preadolescente8. Si scrive rinunciando a trasmettere a ogni costo una morale. Perché come ricorda Bianca Pitzorno: «Un romanzo non è una predica domenicale costruita attorno a un esempio di comportamento. Giusto o sbagliato. Un romanzo racconta la vita, anche con tutti i suoi errori e tutte le sue contraddizioni». Chi scrive per ragazzi deve dunque conoscere il mondo del bambino e quello del preadolescente o dell’adolescente. Non si può scrivere di ciò che non si conosce. C’è ancora un elemento della poetica rodariana che si collega alla realtà del bambino e su cui è necessario soffermarsi perché è stato ripreso e sviluppato da molti scrittori contemporanei: è l’anticonformismo, l’importanza di contrastare il trantran. «Il bambino - scrive Rodari - è anticonformista. Rifiuta istintivamente di prestare obbedienza cieca, pronta e assoluta a certe leggi del comportamento che gli vengono imposte sulla base della pura autorità, io mi rifiuto di insegnargli ad essere obbediente. Anzi, ho fatto anche una favola su un gambero che, disubbidendo ai suoi genitori, vuole imparare - e impara - a camminare avanti anziché indietro». Non posso non collegare il pensiero di Rodari ancora una volta ad Alfonso Gatto: «Non date retta al re, non date retta a me […] 26 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 27 Non date retta al saggio al maestro del villaggio al maestro delle città a chi vi dice che sa […]» Ma anche al “Discorso” del pedagogista libertario Marcello Bernardi9: «[…] Se ti dicono Obbedisci, non temere: Tu potrai fare un mondo senza padroni […] Non credere a chi ti comanda, a chi ti punisce, a chi ti ammaestra, a chi ti insulta, a chi ti deride […] essi non sanno che tu sei ancora un uomo libero». Oggi molta letteratura per l’infanzia segue questa strada: è anticonformista e trasgressiva o sovversiva. Scrive in merito Alison Lurie: «La maggioranza delle grandi opere per ragazzi sono, in un modo o nell’altro sovversive10; esprimono idee ed emozioni che all’epoca di norma non erano né approvate né riconosciute»11. Osserva Tullio De Mauro: «la polemica contro il tran-tran e contro il conformismo era per lui (Rodari) un momento per arrivare a un più alto, più libero e ricco conformarsi ai diritti che ci portiamo dentro, di vivere, di ragionare, di essere felici»12. Ed è proprio questo fondamentale aspetto del pensiero rodariano che Maria Luigia Bigiaretti, insegnante della figlia di Rodari, Paola, a Roma, sceglie come titolo per il suo saggio testimonianza pubblicato da Nuove Edizioni Romane: La Scuola Anti tran-tran, un documento straordinario sulla sua esperienza di docente che molti giovani insegnanti farebbero bene a leggere e a meditare13. All’anticorformismo si richiama tra gli altri Fabian Negrin in Occhiopin nel Paese dei bei Occhi14, rivisitazione del Pinocchio collodiano di cui Negrin critica proprio il conformismo. La domanda da cui parte l’autore è: Che cosa volevano fare di Pinocchio, Geppetto, la fata turchina e il grillo parlante? La risposta è: volevano farlo diventare un bambino conformista, un bambino che sapesse accettare le regole imposte dal mondo adulto. Negrin rovescia l’assunto collodiano e ci racconta l’evasione. L’evasione dai luoghi comuni, dal tran-tran 27 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 28 quotidiano, dalla monotonia e dal brutto, per riaffermare l’importanza della creatività e del pensiero critico. Abbiamo visto come Rodari indaghi le infinite possibilità del linguaggio, quelle stesse possibilità che vengono esplorate a partire dal 1960 dal gruppo dell’OULIPO, l’Ouvroir de Littérature Potentielle, fondato in Francia da Raymond Queneau, Jean Lescure, Fracois Le Lionnais, e a cui aderirono anche Georges Perec e, tra gli italiani, Umberto Eco e Italo Calvino. Proprio alcune opere di Calvino, penso ad esempio a Se una notte d’inverno un viaggiatore, ispirato tra l’altro ai quadrati semiotici di Greimas, sono dichiaratamente oulipiane. Vediamo di considerare ora le caratteristiche della scrittura poetica rodariana che si possono così sintetizzare: - recupero dell’oralità, in particolare delle filastrocche popolari, delle ninne nanne, delle conte, dei proverbi, dei nonsense che “da sempre accompagnano certi giochi tra adulto e bambino” - uso di espressioni dialettali, ad esempio la ridondanza pronominale (il famoso “a me mi”) e il “che” polivalente; uso di espressioni gergali [Oggi vengono utilizzati tantissimo dagli autori per ragazzi: penso a Chiara Rapaccini, a Luciano Comida, a ad Angela Nanetti] - costrutti derivati dal parlato dei bambini - allitterazioni - tecniche di straniamento come l’associazione di significati e referenti diversi a uno stesso termine. Uno dei più noti esempi di questa tecnica di straniamento ce lo fornisce lo stesso Rodari: «La palma della mano i datteri non fa. Sulla pianta del piede chi si arrampicherà?...» Non solo. Come ha puntualizzato Antonio Faeti, Rodari imposta e compone tutti questi ingredienti attingendo alla televisione, al cinema, al mondo della tecnologia e della pubblicità. Gioca, Rodari, con l’ironia, con lo sberleffo. Usa la parodia sui modi di dire, la metafora e il paradosso. Crea - come scrive Franco Cambi 28 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 29 atmosfere fantastiche, stralunate, surreali. Si accosta al nonsense e alle nursery rhymes inglesi e denuncia lo scarso interesse in Italia per la rima di matrice popolare. Scrive egli stesso limericks e, cogliendone la valenza didattica, li propone ai docenti nella sua Grammatica della fantasia. Con Rodari il limerick entra dunque nelle scuole italiane contribuendo a un diverso approccio al linguaggio poetico e al “fare poesia” in classe. Ecco un limerick di Gianni Rodari: «Un celebre zoologo di Thiene mangiò sessanta rane e stava bene. - Stavi meglio - una rana brontolò se mangiavi tua nonna di un bel po’, o ranofago zoologo di Thiene». Rispetto alla struttura tradizionale inglese proposta da Edward Lear, vediamo che Rodari introduce alcune varianti, come la scelta di un mestiere o di una professione (zoologo) nel primo verso: una delle possibili alternative alla struttura originaria. Ebbene, se guardiamo alla poesia e alla scrittura contemporanea per l’infanzia degli ultimi trent’anni, dalla scomparsa di Rodari (1980) a oggi, ritroviamo proprio tutto questo. Non solo la sua scrittura - come osserva Francesca Califano - non ha perso attualità e significatività, ma diventa, per i suoi valori e per i suoi contenuti, necessaria più che utile ancora oggi15. E Manuela Salvi, scrittrice, attenta studiosa di letteratura giovanile e responsabile di un importante e seguito sito Internet, editoriaragazzi.com, mette “Tutto Gianni Rodari” tra i libri “senza cui non potrei vivere”16. L’oralità delle filastrocche viene ripresa da Nico Orengo in A Ulì Ulè e successivamente in Canzonette, e più recentemente da molti altri autori fra cui Massimo Montanari, Massimiliano Maiucchi, Giuseppe Marasco. I proverbi vengono sviluppati da Stefano e Gualtiero Bordiglioni in Ambasciator non porta pena17, da Nicoletta Codignola in Il gallo e la gallina. Non c’è rosa senza spina18 e da Dino Ticli che, giocando con le parole, prendendo tre proverbi alla lettera, e distorcendone in parte o in tutto il reale messaggio e significato, scrive altrettante divertenti commedie pubblicate in Proverbi in scena19. 29 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 30 L’utilizzo del linguaggio della pubblicità di cui s’è detto viene ripreso e sviluppato da Luigi Grossi in Giocare con le parole/Giocare con le fiabe20. Grossi gioca con le marche dei dentifrici (Chlororont, Acquaftresch, Cetol/Squibb, Tau-marin, Cepacol/Colgate con Gardol…) e con quelle delle automobili e si diverte a rovesciare il mondo utilizzando i contrari non solo dei nomi, ma anche degli aggettivi e degli avverbi in un componimento che mostra chiaramente la matrice rodariana: «Se alla rovescia andasse il mondo, chi è quadrato sarebbe tondo, chi è tondo sarebbe quadrato, chi è sano sarebbe malato (…)» Giuseppe Pontremoli e Guido Quarzo, rispettivamente in Rabbia Birabbia e in Pocosenso rivisitano i limericks. Lo fa anche, attingendo a spunti di vita quotidiana, lo scrittore monfalconese Sergio Bozzi recentemente scomparso: «C’era un nonno di Turriaco sempre brillo ed ubriaco e brillava in modo tale che la Giunta Comunale lo nominò fanale.»21 Anche i cambi o sostituzioni di lettera, dovuti magari a un piccolo errore, sono stati utilizzati da Rodari come punto di riferimento per le sue narrazioni. Il libro degli errori ne contiene numerosi esempi, come quel Viaggio in Lamponia, «un paese dolcissimo che sa di marmellata e di sciroppo e somiglia un pochino, ma non troppo, alla Lapponia propriamente detta». Anche Antonio Porta nei suoi componimenti22 si avvale delle sostituzioni di lettere: «luna di lana lana di luna (…)» Oggi gran parte della poesia rivolta ai ragazzi è una poesia ludica, una poesia che nasce dal giocattolo poetico rodariano. Donatella Farella, 30 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 31 bibliotecaria di Mesagne, nella sua raccolta di filastrocche sulla maternità Mamma aquilone sognava un pancione23 riprende il ritmo delle filastrocche rodariane. Si veda ad esempio la Filastrocca impertinente: «Filastrocca impertinente della zebra che dice al serpente “se vorrai essere ammirato corri veloce a perdifiato!” Dice il serpente: “Posso solo strisciare ma sopra un albero posso arrivare. Sai cosa penso? Lo dico a te: ognuno è speciale così com’è!» E a una comune matrice rodariana si possono ricondurre anche i Pasticci di parole dello scrittore coriglianese Giuseppe Marasco; e le filastrocche de Il gallo canta in rima di Fabio Grimaldi i cui versi “fatti apposta per giocare” hanno affascinato e divertito Guido Quarzo; e quelle di Ivana Marangon, di Raffaella Castagna e di Chiara Lorenzoni24. Anche Roberto Piumini, che si proclama “non rodariano” perché la sua poetica fonosimbolista non ha la tensione e lo spessore civile, sociale e pedagogico di Rodari, costruisce “giocattoli di parole” come ha bene osservato Ferdinando Rotondo. Si confronti ad esempio il seguente componimento di Piumini in C’era un bambino profumato di latte: «Se i libri fossero di torrone ne leggerei uno a colazione. Se un libro fosse fatto di prosciutto a mezzogiorno lo leggerei tutto…» con Rodari che scriveva: «Se Gianduia diventasse ministro dello Stato farebbe le case di zucchero con la porta di cioccolato…» 31 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 32 Ma si può riscontare una certa analogia anche nell’elaborazione del concetto di “parola piena” che, forse casualmente, possiamo ritrovare in entrambi gli autori. Scriveva Rodari in “I bambini e la poesia”: «Quello che importa è dare ai bambini parole vere (la sottolineatura è nostra), non suoni superflui da dimenticare immediatamente». Parole vere. Cioè parole piene. Piene di senso. Piumini ritornerà più volte su questo concetto di parola piena di senso, di parola antropologicamente espressiva, che sa giocare con il suono. Parola piena per contrastare la povertà dei codici linguistici e semantici della comunicazione familiare. Ora ci pare che anche Rodari, soprattutto nell’intervento appena citato, sostenga l’importanza di questa sonorità delle parole. Un bellissimo omaggio a Rodari e alle sue Favole al telefono ci viene da Fabian Negrin che con un’originale operazione linguistico/letteraria, scrive le sue tredici Favole al telefonino25 utilizzando ogni volta un massimo di 160 caratteri tipografici, quanti sono appunto quelli consentiti per gli sms che i ragazzi inviano dai loro cellulari. Ancora una volta la scrittura diventa un gioco sottoposto a regole, un gioco che richiede l’esplorazione del funzionamento e della struttura del linguaggio per giungere a una perfetta sintesi narrativa. Ecco una “favola” di Negrin contenuta in 160 battute: «Nel bosco abitava 1 strega. TOC TOC! Chi è? Chiese. Sono il diavolo. La strega aprì. BUH! Disse il bambino che si trovò davanti. E lei morì dalla paura». Le tecniche rodariane del binomio fantastico, del “che cosa accade dopo”, del “cosa succederebbe se…” hanno poi anticipato alcune proposte della scrittura creativa e oggi continuano a essere impiegate sia dagli autori per ragazzi che dagli insegnanti. Al “binomio fantastico” si possono ricondurre alcuni bestiari fantastici come quelli di Pino Pace e di Alessio Marzaduri26. Dall’unione fra i nomi di due animali o meglio prendendo la “testa” di uno e la “coda” dell’altro, si ottengono nuovi animali, ovviamente inventati. Sono le “parole valigia” o “parole baule” usate anche da Lewis Carroll in Alice 32 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 33 attraverso lo specchio. Pino Pace in Bestiacce e più recentemente in Univerzoo. Le avventure spaziali di Sam Colam e del professor Pico Pane27 descrive poi aspetti, abitudini e comportamenti di questi animali fantastici: dove vivono, di che cosa si nutrono, quali sono i ma, attraverso una brillante ironia ricca di iperboli narrative ci fanno riflettere sui vizi e sulle manie dell’uomo. Un’operazione letteraria analoga è quella che compie Alessio Marzaduri in Meccanimali28, ma qui gli animali fantastici nascono dall’unione tra un animale e un oggetto meccanico. Ritroviamo questo gioco letterario già in un componimento di Christian Morgenstern, noto poeta tedesco nato a Monaco di Baviera nel 1871 e morto a Merano nel 1914, tratto dalla raccolta per bambini Galgendieder (“Canti patibolari”); componimento che, per merito di Alfredo Stoppa responsabile delle Edizioni C’era una volta… di Pordenone, possiamo leggere nel bell’albo illustrato da Lisbeth Zwerger Il Grande Lalulà29 il componimento, che presenta indubbie affinità con la letteratura inglese dell’assurdo, si intitola: “Nuove creazioni proposte alla natura”. Eccone l’incipit: «Il Passertoro L’Ocammello La Tortorupupa […]». Altre due varianti del “binomio fantastico” sono il mosaico o “frullato di titoli” proposto da Bianca Pitzorno30 e da Beniamino Sidoti31, e le “storie con cinque parole” suggerito da Elisabetta Pertoldi e Virginia Boldrini32. Mimmo Barba con Antonietta Ambrosiano e Attilio Bonadies attingono al “binomio” e alle “ipotesi fantastiche” nel bel saggio antologia I Quaderni della fantasia33. Sebastiano Ruiz Mignone in Casa pelosa34 racconta cosa accade a Cappuccetto Rosso dopo essere divorata dal lupo. Roberto Piumini immagina il seguito di tre fiabe famose in E poi? E poi? E poi?35. L’autore ripropone in prosa la finale di ciascuna fiaba; sceglie quindi un elemento della fiaba (Le scarpette di cristallo di Cenerentola o gli stivali del Gatto) per raccontarne in versi con lo straordinario ritmo dei contastorie girovaghi, la continuazione. All’operazione di continuazione si affiancano le proposte di modifica 33 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 34 di attributi (I “Cappuccetti Verde, Giallo, Blu e Bianco” di Bruno Munari e Maria Enrica Agostinelli; La brutta addormentata nel bosco di Grégoire Solotareff36); e di rovesciamento dei ruoli e dei punti di vista narrativi37. Lo scrittore greco Eugene Trivizas scrive I tre piccoli lupi e il maiale cattivo in cui rovescia i ruoli dei buoni e dei cattivi38: sono i tre teneri piccoli lupi dalla soffice pelliccia a dover stare attenti al Maiale cattivo. Fabian Negrin, in In bocca al lupo39 riscrive la storia di Cappuccetto Rosso “dalla parte del lupo”. Lo fa utilizzando la prima persona (l’io narrante è il lupo stesso) per invitare i lettori “a non ascoltare il suono di una sola campana, a ricercare sempre le ragioni degli altri”, perché è fondamentale riflettere e far riflettere i bambini sui luoghi comuni. Si ispirano invece al “Cosa succederebbe se…” molti albi illustrati costruiti appunto sulle ipotesi narrative. Edoardo Bardella Rampino scrive Se fossi un gatto…40, un bell’albo illustrato dalle splendide immagini di Matteo Gubellini. In ogni doppia tavola l’autore immagina di essere un animale diverso e di utilizzare le caratteristiche che ciascun animale possiede per scoprire il mondo che ci circonda. L’incipit è lo stesso per ogni frase: “Se, come un…, (nome dell’animale)”. Abbiamo ad esempio: «Se, come una lumaca, potessi portare ovunque la mia casa, girerei tutto quanto il mondo e potrei vedere i posti più lontani, perché dappertutto avrei un tetto sicuro.» Si collegano a questo filone anche tutti gli albi illustrati che prendono spunto dai desideri dei bambini utilizzando spesso come incipit il “vorrei”. Giovanna Zoboli, nel bellissimo albo illustrato da Simona Mulazzani Vorrei avere41 presenta in ogni doppia pagina un desiderio legato a un animale. Di ciascun animale sceglie una caratteristica fisica o comportamentale che l’io narrante bambino vorrebbe avere e in taluni casi immagina anche ciò che quella caratteristica consentirebbe di fare. La scrittura della Zoboli è poetica e agisce soprattutto sui sentimenti. L’incipit “Vorrei avere” che dà il titolo al libro, non viene questa volta ripetuto bensì è considerato implicito: 34 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 35 «Gli occhi del merlo per ogni erba che cresce nel campo. I passi di piuma della tigre che fanno silenzio. Il cuore veloce del topo quando scappa e scappa.» Il desiderio dei bambini di possedere un cane, che spesso si manifesta in pressanti richieste ai genitori, ci viene proposto in due albi illustrati, per certi versi speculari, usciti quasi contemporaneamente e che singolarmente presentano la stessa struttura narrativa. Si tratta di: Amelia vuole un cane di Tim Bowley illustrato dal brasiliano André Neves42 e di Un cucciolo tutto per me di Emma Dodd43. Nel primo albo è una bambina che chiede un cane al padre, nel secondo, è un bambino che lo chiede alla madre. Al rifiuto del genitore di prendere un cane, il bambino risponde con una sequenza di altre proposte di animali assolutamente impossibili da tenere in casa: elefanti, leoni, balene, coccodrilli, ippopotami… Il genitore pazientemente spiega le ragioni per cui questi animali non possono essere tenuti in casa. Ma i bambini non mollano e ritornano all’attacco con insistenza. Gli autori giocano sull’iperbole. Alla fine, il genitore esausto, cede alla richiesta iniziale del bambino che ottiene la sua vittoria sull’adulto. Come scrive Tim Bowley attribuendo il suo pensiero alla piccola Amelia: «A volte è molto difficile convincere i grandi, ma alla fine, quasi sempre, si dimostrano ragionevoli». L’insalata di fiabe ci viene proposta invece da Fulvia Degl’Innocenti in Il ranocchio principe44. Il ranocchio ridiventato principe dopo il bacio della ragazza riparte a cavallo e incontra Biancaneve sdraiata “su un letto di cristallo” e circondata dai sette nani. Di particolare interesse perché scritto da un’autrice ungherese è Se io fossi grande…, proposto in traduzione italiana da Bompiani nel lontano 1967 (l’edizione ungherese è di due anni anteriore) con le illustrazioni di Réber Laszlò, e ripreso recentemente da L’Omino Rosso di Pordenone con le nuove illustrazioni di Sarolta Szuliovszky45. «Se io fossi grande Indosserei sempre scarpe di tela Berrei due bicchieri d’acqua dopo la minestra Per la strada camminerei all’indietro 35 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 36 Accarezzerei tutti i gatti randagi E probabilmente fischierei fortissimo…» È interessante notare come i desideri dei bambini siano qui legati ai divieti imposti dagli adulti (soprattutto dei genitori). Essere grande significa dunque acquisire l’indipendenza e l’autonomia. È difficile supporre che Rodari conoscesse il lavoro della scrittrice ungherese e viceversa. Si tratta dunque della ricerca di nuova poetica e di una nuova pedagogia centrata sul bambino - che sembra svilupparsi contemporaneamente nei due Paesi e in tutta Europa. Non possiamo del resto dimenticare la fondamentale opera di due pedagogisti dei Paesi dell’Est Europeo: il polacco Janusz Korczak e il ceco Frantisek Bakulè, pionieri della “nuova educazione”. Una conferma di questa circolazione di idee che coinvolge anche il Sud America, ci viene dallo splendido Rimario (un po’ al dritto e un po’ al contrario) dello scrittore e poeta venezuelano Eduardo Polo, pseudonimo di Eugenio Montejo46 che fin dal titolo evidenzia proprio la volontà dell’autore di agire sugli aspetti ludici della lingua. È il mondo alla rovescia che permette di ottenere testi fantastici, invertendo e rovesciando le parole: un procedimento di cui si ritrovano tracce già nel Medioevo e che viene impiegato tra gli altri anche dall’inglese Walter De La Mare: Il mondo a rovescio «Vedere un macellaio uccidere un porco non è cosa nuova ma vedere una lepre rincorrere un cane è davvero strano […]»47 Scrive lo stesso Montejo nella prefazione, immaginando che la testimonianza provenga da Eduardo Polo, calligrafo e poeta, definito dagli amici “mago”: «[aveva] composto ciascuna di queste rime come un giocattolo verbale cercando di riprodurre il piacere che provano i bambini nel cambiare e sovvertire la forma delle parole per creare nuove combinazioni nei vocaboli di tutti i giorni». 36 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 37 Il “giocattolo poetico” di Rodari. Il “giocattolo verbale” di Montejo. C’è una perfetta identità di vedute su quello che deve essere il ruolo e la funzione della scrittura. Trovo assolutamente straordinarie certe convergenze stilistiche. Si prenda ad esempio il componimento “Se fossi” di cui riproponiamo le prime due strofe: «Se fossi un grillo che canta alla luna e tu mi sentissi, ti porterei fortuna. Se fossi una formica con un grosso fardello alla luce di un bacio ti troverei più bello.» In diversi autori o perlomeno in alcune delle raccolte citate manca o è meno presente un’attenzione al significato. Soprattutto è meno presente quell’impegno civile e sociale e quella spinta educativa e utopica che contraddistingue e attraversa tutta la poetica rodariana, e che si può sintetizzare nella formulazione che fa da introduzione alla Grammatica della fantasia: «Tutti gli usi della parola a tutti. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo». Qualcuno come Pietro Formentini vede in questa spinta educativa il limite della scrittura rodariana. Si potrebbe replicare come sia prima necessario discutere quale ruolo e quale funzione debba avere la scrittura e come ciascun autore trasmetta scrivendo, anche inconsapevolmente, la sua ideologia, ovvero la sua visione del mondo e le sue convinzioni etiche. Ce lo ricorda anche Bianca Pitzorno48. È indubbio però che Rodari - come scrive Angelo Nobile - possa essere considerato unanimemente «un punto di snodo della letteratura per l’infanzia del Novecento»49. Meravigliano pertanto le recenti accuse mosse a Rodari e in particolare alla Grammatica da Paola Mastrocola, docente di lettere al liceo scientifico e autrice del saggio Togliamo il 37 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 38 disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare edito da Guanda. La Mastrocola parte dalla seguente premessa: «Forse, se i ragazzi non sanno più l’italiano»… per giungere alla conclusione «vuol dire che la Scuola non ha più ritenuto che fosse il caso di farlo». Sulla premessa possiamo anche concordare, ma le conclusioni sono frutto di un ragionamento superficiale e semplicistico. Accusare poi Rodari con la sua Grammatica di aver proposto un metodo didattico alternativo volto a smontare quello esistente, e quindi di aver contribuito ad un progressivo analfabetismo linguistico e letterario, significa – come bene ha sottolineato Marika Vincenzi in un interessante commento, In difesa del rodarismo, apparso in rete - «fraintendere le reali finalità dello scritto rodariano», e in ultima istanza non aver letto e compreso Rodari. Certo preoccupano queste prese di posizione. Preoccupa soprattutto la diffusa mancanza di conoscenze e di competenze. Alla professoressa Mastrocola consiglierei la lettura del citato libro testimonianza di Maria Luigia Bigiaretti, magari affiancata da quella che un altro maestro, Rocco Brindisi, racconta in Il bambino che viveva nello specchio50. Forse queste letture la aiuteranno a rivedere la sua posizione. Per quanto riguarda la dimensione realistica e contenutistica delle poesie e dei racconti rodariani, condivido l’ipotesi proposta da Luciana Bellatalla. Il surrealismo, il nonsense, a cui approda Rodari non è solo un mezzo per evocare lo spirito del gioco e suscitare riso e sorriso, ma è strumento per poter dare senso e orientamento all’esistenza individuale e intersoggettiva: un mezzo mutuato da Carroll e dai surrealisti, condizione stessa della possibilità della vita. Questa tensione utopica rodariana, questa volontà di intervenire sul mondo e sulle cose per cambiarle e per renderle più giuste, questo suo richiamo all’azione e all’impegno dei giovani, viene evidenziata in un recente brillante contributo di Carlo Marini che scrive: «con lui (Rodari) il libro per ragazzi si fa non soltanto veicolo di valori condivisi ma - coerentemente con l’ideologia professata dallo scrittore - strumento di critica e agente di cambiamento, in una tensione utopica verso una società più umana e più giusta. Con la svolta rodariana la narrativa fantastica non è più mera evasione dalla realtà, ma occasione di riflessione, di presa di coscienza di problemi, di maturazione umana 38 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 39 e civile, di impegno attivo e militante per il miglioramento della collettività.»51 Anche Francesca Califano sottolinea come Rodari persegua costantemente «la rappresentazione utopica della realtà come stimolo alla speranza e all’impegno verso un futuro migliore»52. Se l’utopia è una dimensione connaturata nell’Uomo, oggi forse dovremo trasformare l’utopia in metautopia, quella di un mondo, come scrive Maria Moneti, «in cui i cittadini sono i progettatori dei migliori mondi possibili (…), il mondo che consente la massima libertà per gli individui e il massimo spazio perché ciascuno di essi tenti la realizzazione del migliore dei mondi possibili secondo la sua concezione di esso»53. Molti autori contemporanei rivolgono oggi la loro attenzione alle problematiche civili e sociali che si esprime soprattutto nella “letteratura testimonianza” e nella “letteratura di denuncia” di scrittori come Francesco D’Adamo, Arianna Papini, Lia Levi, Antonio Ferrara, Sofia Gallo, Angela Nanetti, Fabrizio Silei, Nicoletta Torre, Giovanni Floris, Vivian Lamarque, tanto per citarne qualcuno. Si parla di guerre e di conflitti, di bambini soldato e di lavoro minorile, di sfruttamento, violenza e prostituzione di minori, dei bambini di strada e della drammatica realtà delle carceri. Molti autori affrontano il tema delle ingiustizie sociali: abbiamo già ricordato Giuseppe Pontremoli con Rabbia Birabbia. È Ferdinando Rotondo a farci notare come in una poesia di questa raccolta sia viva, nella rabbia contro le cose ingiuste, l’ispirazione rodariana. In molti è presente la dimensione utopica. Antonio Ferrara, che affronta il tema dell’accoglienza dell’altro espressa attraverso la metafora dell’abbraccio in A braccia aperte54, storia di Cecilia che sceglie di stare dalla parte dei più deboli, scrive: «Dobbiamo permetterci di nuovo il sogno perché oggi la dignità è fuori moda e la pietà è programmata dalle banche». In molti ancora, ritroviamo il richiamo all’impegno dei giovani. Stella del Mattino, la protagonista del recente romanzo di Francesco D’Adamo Radio Niente55, unica conduttrice di una radio strampalata, esorta, dalla radio, i giovani a reagire, e lo fa con le parole di una famosa canzone di Jim Morrison, Light My Fire. 39 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 40 «Conosco i vostri sogni e le vostre speranze. Conosco le vostre delusioni. Lo so che è dura. Ma stavolta Qualcosa sta per accadere. Non ho niente da aggiungere a quello che ha scritto Jim Morrison. Fuori la città è di ghiaccio. ACCENDETE IL VOSTRO FUOCO RAGAZZI!!!» Così, dopo aver compiuto una scelta di campo ideale, etica e antropologica, Rodari ha individuato nelle tecniche che qui abbiamo presentato, un modo per interpretare ed esprimere il suo ideale, fino al punto di rovesciare il rapporto tra contenuto, valori e forma. Forse oggi dovremo ripensare anche a questo: a un ritorno a una “parola/pensiero” che è condizione ed espressione della libertà. 40 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 41 1. Alfonso Gatto, Il Vaporetto, illustrazioni di Fabian Negrin, Mondadori, Milano, 2001, p. 25. La prima edizione è del 1963. 2. Jacques Charpentreau, Le mystére en fleur. Les enfants et l’apprentissage de la poèsie, Les Editions Ouvrieres, Paris, 1979. 3. Gianni Rodari, Esercizi di fantasia, Editori Riuniti, Roma, 1981. Il Diagramma di flusso si trova a pag. 25. 4. Tullio De Mauro, Presentazione a: Gianni Rodari, Parole per giocare, Manzuoli, Firenze, 1979, p. 5. 5. Gianni Rodari, Parole per giocare, op. cit., illustrazioni di Francesco Tonucci, p. 19. 6. Bruno Munari, Verbale scritto, Il Melangolo, Genova. 7. Alfredo Stoppa, “Io scrivo, tu disegni, noi raccontiamo”, in: Silvia Blezza Picherle (a cura), Raccontare ancora. La scrittura e l’editoria per ragazzi, Vita e Pensiero, Milano, 2007. 8. Sul “ribaltamento del punto di vista adulto centrico” in Gianni Rodari si sofferma anche la studiosa Francesca Califano, autrice dell’importante saggio Lo specchio fantastico. Realismo e surrealismo nell’opera di Gianni Rodari, Einaudi Ragazzi, San Dorligo della Valle (Trieste), 1998. 9. Roberto Denti, Conversazioni con Marcello Bernardi, il libertario intollerante, Elèuthera, Milano, 1991. 10. Qui i due termini sono considerati sinonimi. Per una corretta distinzione tra trasgressione e sovversione si rimanda al saggio di Franco Trequadrini, Il libro e il bambino ribelle, Edizioni Tracce, Pescara, 1988. 11. Alison Lurie, Non ditelo ai grandi, Mondadori, Milano, 1993, p. 13. 12. Tullio De Mauro, Prefazione a: Gianni Rodari, Esercizi di fantasia, op. cit. 13. Maria Luigia Bigiaretti, La Scuola anti tran-tran. Imparare divertendosi. Una maestra racconta, Nuove Edizioni Romane, Roma, 2006. 14. Fabian Negrin, Occhiopin nel Paese dei Bei Occhi, Orecchio Acerbo, Roma, 2006. 15. Francesca Califano, “Note a margine sulla scrittura di Gianni Rodari, oggi”, in: A sbagliare le storie. Leggere Rodari oggi, “Hamelin. Storie, figure, pedagogia”, n. 16, settembre 2006, p. 30. 16. Manuela Salvi, Scrivere libri per ragazzi. Manuale di scrittura creativa per autori non affetti da adultità, Dino Audino Editore, Roma, 2011, p. 142. 17. Stefano e Gualtiero Bordiglioni, Ambasciator non porta pena, illustrazioni di Francesco Altan, Einaudi Ragazzi, Trieste, 1998. 18. Nicoletta Codignola, Il gallo e la gallina. Non c’è rosa senza spina, illustrazioni di Arianna Papini, Fatatrac, Firenze, 2001. 19. Dino Ticli, Proverbi in scena. Tre proposte teatrali comiche facilmente realizzabili, Lupo Editore, Copertino (Lecce), 2010. 20. Luigi Grossi, Giocare con le parole / Giocare con le fiabe, illustrazioni di Alfonso Artioli, Armando Editore, Roma, 1980. 21. Sergio Bozzi, A pagina uno non c’era nessuno, illustrazioni di Rosanna Nardon, Le Marasche, San Giovanni al Natisone (Udine), 1990, p. 27. 41 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 42 22. Antonio Porta, in: Antonio Porta e Giovanni Raboni (a cura), Pin Pidin. Poeti d’oggi per i bambini, Feltrinelli, Milano, 1979. 23. Donatella Farella, Mamma Aquilone sognava il pancione, illustrazioni di Antonio Boffa, Secop edizioni, Corato (Bari), 2010. 24. Giuseppe Marasco, Pasticci di parole. Un libro per giocare con immagini e parole, Tecnostampa, Corigliano, 2008; Fabio Grimaldi, Il gallo canta in rima, illustrazioni di Viviana Schettini, Edicolors, Genova, 2008; Ivana Marangon, Il gattino marroncino e altri animali in rima, illustrazioni di Francesca Vignaga, Edicolors, Genova, 2009; Raffaella Castagna, In FilAstrocca, illustrazioni dell’Autrice, Lineadaria, Biella, 2009: Chiara Lorenzoni, Attila, Adalberta… e chi più ne ha più ne metta, illustrazioni di Chiara Criniti, Lupo Editore, Copertino (Lecce), 2009. 25. Fabian Negrin, Favole al telefonino, illustrazioni dell’Autore, Orecchio Acerbo, Roma, 2010. 26. Alessio Marzaduri / Karen La Fata, Meccanimali, testo di Alessio Marzaduri, illustrazioni di Karen La Fata, Fatatrac, Firenze, 2008. 27. Pino Pace / Giorgio Sommacal, Univerzoo. Le avventure spaziali di Sam Colam e del professor Pico Pane, testo di Pino Pace, illustrazioni di Giorgio Sommacal, EDT Giralangolo, Torino, 2011. 28. Alessio Marzaduri / Karen La Fata, Meccanimali, testo di Alessio Marzaduri, illustrazioni di Karen La Fata, Fatatrac, Firenze, 2008. 29. Christian Morgenstern, Il Grande Lalulà, illustrazioni di Lisbeth Zwerger, C’era una volta…, Pordenone, 1992. 30. Bianca Pitzorno, Snoopy. Esercizi di scrittura creativa, Mondadori, Milano, 1988, p. 44/47. 31. Beniamino Sidoti, Giochi con le storie. Modi, esercizi e tecniche per leggere, scrivere e raccontare, La Meridiana, Molfetta (Bari), 2001, p. 127. 32. Elisabetta Pertoldi e Virginia Boldrini, Un’idea tira l’altra. Esercizi di scrittura ricreativa, Campanotto Editore, Pasian di Prato (Udine), 2004, p. 12/14. 33. Antonietta Ambrosiano, Mimmo Barba, Attilio Bonadies, I quaderni della fantasia, prefazione di Alessandro Bergonzoni, Guida Editore, Napoli, 2005. 34. Sebastiano Ruiz Mignone, Casa pelosa, illustrazioni di Gianni De Conno, Interlinea, Novara, 2003. 35. Roberto Piumini, E poi? e poi? e poi? Le fiabe di Cenerentola, Pollicino e Il gatto con gli stivali continuano, illustrazioni di Gloria Francella, Nuove Edizioni Romane, Roma, 2009. 36. Grégoire Solotareff, La brutta addormentata nel bosco, illustrazioni dell’Autore, Mondadori, Milano, 1992. 37. Per un’analisi più dettagliata delle operazioni letterarie e didattiche sulle fiabe rimando al mio saggio: Livio Sossi, Scrivere per i ragazzi, Campanotto Editore, Pasian di Prato (Udine), in particolare si veda il cap. XIX. 38. Eugene Trivizas, I tre piccoli lupi e il maiale cattivo, illustrazioni di Helen Oxembury, Castalia, Torino, 1994. 42 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 43 39. Fabian Negrin, In bocca al lupo, illustrazioni dell’Autore, Orecchio Acerbo, Roma, 2003. 40. Edoardo Bardella Rampino / Matteo Gubellini, Se fossi un gatto…, testo di Edoardo Bardella Rampino, illustrazioni di Matteo Gubellini, Bohem Press Italia, Trieste, 2008. 41. Giovanna Zoboli / Simona Mulazzani, Vorrei avere, testo di Giovanna Zoboli, illustrazioni di Simona Mulazzani, Topipittori, Milano, 2010. 42. Tim Bowley / André Neves, Amelia vuole un cane, testo di Tim Bowley, illustrazioni di André Neves, Kalandraka Italia, Firenze, 2008. 43. Emma Dodd, Un cucciolo tutto per me, illustrazioni dell’Autrice, Lapis Edizioni, Roma, 2008. 44. Fulvia Degl’Innocenti , Il ranocchio principe, illustrazioni di Sara Benecino, Paolo Acco Editore, Gravellona Toce (Verbania), 2010. 45. Eva Janikovszky, Se fossi grande, illustrazioni di Réber Laszlò, Bompiani, Milano, 1967: id., Se io fossi grande, illustrazioni di Sarolta, Edizioni L’Omino Rosso, Pordenone, 2006. Di questo libro esiste anche un’edizione in lingua friulana. 46. Eduardo Polo [Eugenio Montejo], Rimario (un po’ al dritto e un po’ al contrario), illustrazioni di Arnal Ballester, traduzione di Francesca Lazzerato, Orecchio Acerbo, Roma, 2005. 47. Walter De La Mare, in: Donatella Bisutti (a cura), L’albero delle parole. Grandi poeti di tutto il mondo per i bambini, Feltrinelli, Milano, 1979 (1a edizione). 48. Bianca Pitzorno, Introduzione a: Francesca Lazzarato (a cura), Scrivere per i bambini, Mondadori, Milano, 1997, p. 21. 49. Angelo Nobile, in: Angelo Nobile, Daniele Giancane, Carlo Marini, Letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, La Scuola Editrice, Brescia, 2011, p. 109. 50. Rocco Brindisi, Il bambino che viveva nello specchio, Diabasis, Reggio Emilia, 2009. 51. Carlo Marini, in: Angelo Nobile, Daniele Giancane, Carlo Marini, Letteratura per l’infanzia e l’adolescenza. Storia e critica pedagogica, La Scuola Editrice, Brescia, 2011, p. 95. 52. Francesca Califano, Lo specchio fantastico.op. cit., p. 85. 53. Maria Moneti, Utopia, La Nuova Italia, Scandicci (Firenze), 1997, p. 200. 54. Antonio Ferrara, A braccia aperte, illustrazioni dell’Autore, Falzea Editore, Reggio Calabria, 2004. 55. Francesco D’Adamo, Radio Niente, De Agostini, Novara, 2010. La citazione si trova a pag. 265. 43 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 44 Mi piace perché da giovane faceva il maestro che ride. [parole: Valentino 10 anni disegno: Andrea 9 anni] 44 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 45 45 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 46 Mi fa sentire un senso di giovinezza. Di un mondo che vuole vivere in pace. E mi fa venire in mente una canzone che ho sentito e che si intitola “Bella ciao”. [parole: Giacinto 10 anni disegno: Riccardo 9 anni] 46 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 47 47 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 48 GIANNI RODARI IN BIBLIOTECA Elena Braida [per i bibliotecari che hanno aderito al progetto Sulle strade di Rodari] Nel 1972 in un discorso per l’inaugurazione della biblioteca di Omegna, sua città Natale, Rodari si chiede se il libro sia, in quel momento storico, ancora un oggetto importante per la nostra vita. Si interroga su che cosa si possa trovare nei libri che non sia rintracciabile altrove. La risposta è: «il nostro stesso passato, cioè il nostro spessore, le radici della nostra umanità. […] Che ce ne rendiamo conto oppure no, noi Siamo quei libri. Siamo tutto ciò che è venuto prima di noi ed ha contribuito a modellare la nostra esistenza»1. Nel leggere, di conseguenza, ci ritroviamo, acquistiamo maggior conoscenza e consapevolezza di noi stessi. Leggere è un atto «che ci impegna, che mobilita la nostre risorse interne, che esige il nostro giudizio intimo. Leggere è razionalizzare, criticare, costruire»2. Nei libri l’uomo scopre «le sterminate riserve dell'immaginazione»3, che non è propria solo dei poeti, dei romanzieri, ma anche dei filosofi come degli insospettabili scienziati. «L'immaginazione non è fuga dalla realtà, ma conquista di una realtà più vera di quella che si rivela ad una vista ingenua: la realtà delle cose che non si vedono, la realtà delle cose possibili»4. Continua parlando della sua visione di biblioteca, come qualcosa di vivo e non statico, dove, accanto ai grandi classici, le persone possano trovare documenti a carattere locale testimonianti la vita sociale del loro tempo. Perché alla fine, quello di cui abbiamo bisogno non sono “consumatori di libri”, ma “creatori di cultura”5, persone che oltre a leggere sappiamo formarsi una mentalità nuova. La biblioteca è un luogo dove è possibile l’incontro fra vecchio e nuovo e dal confronto fra diversi modi di pensare nasce il cambiamento del mondo. A questo punto chiediamoci che spazio abbia l’autore Gianni Rodari all’interno delle nostre biblioteche e che edizioni troviamo delle sue opere. 48 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 49 Da bibliotecari sappiamo che solo un una quindicina di anni fa molte opere rodariane erano uscite dal commercio. La produzione dopo la sua morte arrivava a sessanta opere ed era divisa fra diversi editori con difficoltà di reperimento, ma soprattutto con il rischio di avere una visione parziale e frammentaria. Si aggiunga a questo la riduttiva idea che circolava sulla sua opera: i pochi testi presenti sui libri scolastici non potevano certo rendere giustizia del fatto che si trattasse di un poeta, di uno scrittore, di un intellettuale che parlava ai ragazzi, ma anche ai grandi; che nelle sue poesie come nei romanzi si ritrova una nuova idea pedagogica, valori sociali forti, senso civico... E che poi tutto questo è stato da lui teorizzato in articoli e saggi poco conosciuti6. Due sono stati i momenti per delle operazioni editoriali che hanno rivalutato la sua opera. Il primo nel 1991, quando tutto quello che era stato pubblicato da Einaudi confluì al gruppo Edizioni EL, Einaudi Ragazzi, Emme Edizioni. Vengono riproposti dei classici rodariani con le illustrazioni di Altan. Il secondo quando nel 2000 lo stesso gruppo cambia rotta: si rivolge ad un pubblico di bambini dai 3 ai 6 anni e lo fa lanciando sul mercato editoriale alcuni scritti rodariani nel formato dell’albo illustrato. Sarà un nuovo vestito che fiabe e filastrocche indosseranno magnificamente per un pubblico che fino ad allora non avevano incontrato. Il successo fra i piccoli lettori di queste nuove versioni ha dimostrato, anche ai bibliofili più gelosi della tradizione, come sia necessario trovare strade nuove per non lasciare negli scaffali opere che sono miniere di stimoli per la fantasia e per la ragione dei piccoli lettori, ma soprattutto di persone in crescita. Il gruppo Edizioni EL, Einaudi Ragazzi, Emme Edizioni nel 2005 acquisisce Gip nel televisore e altre storie in orbita; nel 2008, a seguito della cessione dei diritti da parte degli Editori Riuniti, inserisce in catalogo Cipollino, Gelsomino nel paese dei bugiardi, La Freccia Azzurra, Venti storie più una, Tante storie per giocare. Il medesimo gruppo editoriale si impegna a realizzare le ristampe anastatiche delle prime edizioni delle opere rodariane, con le illustrazioni di Bruno Munari e la collana “La Biblioteca di Gianni Rodari”, dove sono stati ripubblicati in volume unico gli scritti più famosi e poi raccolta la produzione intellettuale meno conosciuta7. 49 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 50 La storia dell'editoria rodariana può essere percorsa anche seguendo gli illustratori che l’hanno accompagnato8. In primis i “Quattro Moschettieri”, così definiti da Walter Fochesato9: Verdini, Munari, Altan, Luzzati. Negli anni ’50 Verdini disegna i personaggi di Cipollino e Gelsomino. Le sue ambientazioni «conferiscono immediatamente l’idea di semplicità, di facilità di lettura, di efficacia nella comunicazione, caratteristiche queste dovute al tratto leggero, lineare e tondeggiante e all'essenzialità...»10. Sua peculiare sarà una prospettiva in diagonale, che conferisce dinamicità alle scene. Di Verdini saranno anche le illustrazioni di Pinocchio, Le carte parlanti e poi nella seconda metà degli anni ’60 lo ritroveremo nelle vignette de La via migliore, mensile gratuito. Negli anni ’60 inizia il sodalizio con Munari. Entrambi condividono lo stesso ideale educativo che si basa sul concetto di presentare ai bambini una realtà senza banalizzarla; di spiegare gli aspetti complessi della società e della vita attraverso nuove modalità espressive. Non è necessario dire tutto, perché ciò che che manca genera invenzione fantastica. «[…] Munari non descrive il testo ma lo insegue o lo precede, con folgoranti intuizioni e commenti che del testo rodariano colgono il senso più ironico e vitale»11. Munari illustrerà Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Il Pianeta degli alberi di Natale, Il libro degli errori, La torta in cielo, Il gioco dei quattro cantoni. Questi stessi libri trent’anni dopo saranno affidati ad Altan (inizia nel 1992) per la Einaudi Ragazzi. Anche Altan, come Munari, non illustra il testo, ma si sofferma su alcuni particolari che vengono dilatati o reinventati. Il quarto moschettiere è Lele Luzzati, che è presente nel Castello di carte, Filastrocche lunghe e corte, Atalanta, Il libro dei perché, Filastrocche da cantare. «Le illustrazioni sono semplici, ma […] gli elementi cromatici e materici sontuosi, esuberanti, che tendono a straripare i confini per rendere ambigua e accattivante l’immagine»12. Ci sono poi innumerevoli illustratori che si sono misurati con l’opera rodariana13: Vinicio Berti, Flora Capponi, Maria Enrica Agostinelli che ha illustrato per gli Editori Riuniti La freccia azzurra, l’Enciclopedia della favola e per Einaudi Gli affari del signor Gatto; Gianni Peg che illustra 50 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 51 La freccia azzurra per una coedizione Unità Editori Riuniti; nel 1991 Luzzati, Peg-Munforti, Mirek, Chiara Rapaccini illustrano sette volumi usciti in cofanetto per gli Editori Riuniti; Federico Maggioni nel 1992 illustra C’era due volte il barone Lamberto per Einaudi Ragazzi; per l’editore Interlinea Mauro Maulini illustra Un giocattolo per Natale (1991) e Il ragioniere-pesce del Cusio; AntonGionata Ferrari è uno degli illustratori rodariani nella collana “Leprotto lettore” dell’editore Il Capitello. Gli Editori Riuniti nel 2001 ripropongono tutti i titoli di Rodari in catalogo con la collana “Matite italiane”. Undici titoli per undici illustratori come Maria Sole Macchia, Simona Mulazzoni, Alberto Ruggieri, Chiara Rapaccini, Francesca Ghermardi, Paolo Cardoni, Franco Matticchio, Fabian Negrin, Anna Laura Cantone, Vittoria Facchini, Chiara Carrer. Abbiamo già detto dell’operazione di lancio dell’albo illustrato di grande formato attuata dal gruppo Edizioni EL, Einaudi Ragazzi, Emme Edizioni, che ha ha ospitato Alessandro Sanna, nuovamente Vittoria Facchini e Anna Laura Cantone, Valeria Petrone, Nicoletta Costa, Fulvio Testa, Elena Temporin. In particolare dalle raccolte Favole al telefono, Prime fiabe e filastrocche, Filastrocche in cielo e in terra, Zoo di storie e versi... sono stati estrapolati dei testi per essere riproposti nella versione album cartonati dalla Emme Edizioni di Trieste; per alcuni, troviamo anche delle ristampe nella collana di piccolo formato “Un libro in tasca” di EL Edizioni. Siamo già oltre 150 opere! 51 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 52 GLI IRRINUNCIABILI DI GIANNI RODARI I bibliotecari del Friuli Venezia Giulia che hanno partecipato al progetto Sulle strade di Rodari hanno stilato una bibliografia degli irrinunciabili rodariani. È una selezione fortemente legata ai testi utilizzati nel percorso Sulle strade di Rodari: i bambini che hanno ascoltato Rodari dalla voce di Roberto Anglisani per mesi hanno cercato in biblioteca Favole al telefono14. Può suonare strano, per esempio, che opere come i romanzi di Cipollino, Gelsomino o La freccia azzurra non compaiano in questa bibliografia. Forse la ragione è che quelle opere, per lunghezza del testo, per il formato in brossura, per la veste editoriale che è stata scelta, sono pensate per essere lette ad alta voce da un’insegnante in classe, ad un pubblico conosciuto e costante. Inizialmente erano uscite a puntate sui giornalini dagli anni ’50 ai ’70. Provocatorimente lanciamo la proposta di ripensarli anche “a puntate”, magari sempre su periodici dedicati ai ragazzi. Inoltre, rielaborando le diverse bibliografie redatte dalle singole biblioteche o dai sistemi bibliotecari, ci si è imbattuti nella presenza di opere che sono citate sia singolarmente, oppure come raccolte di cui le stesse fanno parte. Si è scelto il criterio di citarle entrambe, nelle loro diverse edizioni15, sulla base del numero di preferenze segnalate. Grazie Signor Rodari di aver arricchito con la Sua opera le nostre biblioteche di un’ulteriore fonte di immaginazione, perché anche da esse passi la strada di rinnovamento per un mondo più umano21. Per chi vuole seguire questa strada gli indirizzi sono 851..., 852..., 853.914 ROD22. 52 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 53 1. Favole al telefono Pubblicate nel 1962 con i disegni di Bruno Munari presso Einaudi di Torino. Nel 1991 il volume viene riedito, con le illustrazioni di Altan, da Einaudi Ragazzi nelle collane “Storie e rime” (1993) e “Lo scaffale d’oro” (1995). Favole moderne in cui l’autore «mostra la sua straordinaria capacità di invenzione in grado di coniugarsi con l'osservazione della realtà contemporanea senza scadere mai nel moralismo e nella soffocante vocazione didattica...»16. FAVOLE AL TELEFONO A SBAGLIARE LE STORIE 2. A sbagliare le storie Si tratta di una delle Favole al telefono. A sbagliare le storie è uscito come albo per Emme Edizioni nel 2003, con le illustrazioni di Alessandro Sanna e nella collana “Un libro in tasca” nel 2009. Sovverte una fiaba classica come Cappuccetto Rosso, stimolando i bambini a partecipare attivamente al gioco verbale che ne nasce. 53 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 54 3. La guerra delle campane Con le illustrazioni di Pef, colorate da Ferrier esce nel 2004 come albo illustrato tratto da Favole al telefono; nel 2011 lo troviamo nella collana “Un libro in tasca”. Qui si affronta il problema della guerra, che nel binomio con la pace è uno delle costanti della poetica rodariana. LA GUERRA DELLE CAMPANE FILASTROCCHE IN CIELO E IN TERRA 4. Filastrocche in cielo e in terra Opera uscita presso Einaudi nel 1960 con le illustrazioni di Munari. Ripubblicato nelle “Storie e rime” (1996) e ne “Lo scaffale d'oro” (1997) da Einaudi Ragazzi con le illustrazioni di Altan. «Uno zoo variopinto e in continuo movimento, ascensori che si trasformano in astronavi, ragionieri a dondolo e dinastie di poltroni; accenti che scompaiono, parentesi lasciate aperte, punti e virgola irrequieti, rime sbarazzine e rompicollo:[…] è un appuntamento con una fantasia allegra e scatenata, che non rinuncia a rappresentare e a giudicare il mondo»17. 54 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 55 5. Il pittore Storia tratta da Filastrocche in cielo e in terra. Pubblicato come albo per le Edizioni EL nel 2006 con le illustrazioni di Valeria Petrone e nella collana “Un libro in tasca” nel 2010, è dedicato alle difficoltà del crescere, perché ognuno di noi trovi dentro di sé le risorse che a volte ci vengono negate. IL PITTORE CI VUOLE UN FIORE 6. Ci vuole un fiore Canzone presente nell'omonimo album del 1974. L'editore Gallucci nel 2003 e nel 2007 ne pubblica un albo illustrato da Altan, con CD allegato. La voce di Sergio Endrigo è un perfetto strumento per veicolare ai bambini di ieri e di oggi una semplice filastrocca sulle trasformazioni in natura. 55 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 56 7. Il libro degli errori Uscito da Einaudi nel 1964 e ripubblicato nel 1977 nella collana “Gli struzzi”, troverà nuova veste con le collane “Storie e rime” (1993) e “Lo scaffale d’oro” (1995) illustrato da Altan presso Einaudi Ragazzi. In esso ritroviamo testi usciti su periodici diversi. Boero li definisce «l’efficace e puntuale traduzione poetica di una pedagogia moderna e progressista, una polemica tutta fantasiosamente inventata sull’educazione e la scuola, una caccia, con la matita rossa e blu, agli errori ortografici dei ragazzi (perdonabili) e degli adulti (imperdonabili)»18. IL LIBRO DEGLI ERRORI IL PIANETA DEGLI ALBERI DI NATALE 8. Il pianeta degli alberi di Natale Uscito nel 1962 con le illustrazioni di Munari per Einaudi, poi riedito da Einaudi Ragazzi negli anni ’90 con i disegni di Altan. Romanzo definito frammentario e utopico, dove si inneggia alla pace ed al dialogo. 56 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 57 9. I viaggi di Giovannino Perdigiorno Piccole storie basate sui temi dell'umorismo e del viaggio19, che escono a puntate sul Corriere dei Piccoli dal n. 34 del 1970 al n. 33 del ’71. Le troviamo riunite in un’opera monografica nel 1973 edita da Einaudi, ripubblicate poi nelle collane “Storie e rime” (1995) e ne “Lo scaffale d’oro” (1999) da Einaudi Ragazzi. Nel 2007 esce in cartonato per Emme Edizioni con le illustrazioni di Emma Petrone e dal 2009 lo troviamo nella collana “Un libro in tasca”. I VIAGGI DI GIOVANNINO PERDIGIORNO LA GRAMMATICA DELLA FANTASIA 10. La Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie Finiamo con l’opera che è il fil rouge della poetica rodariana. Di essa si conosce soprattutto la formula del “binomio fantastico”, generatrice infinita di storie. Di essa bibliotecari, narratori, insegnanti... chiunque operi con i ragazzi è debitore a Rodari. Ma La Grammatica della fantasia può diventare qualcosa di più, come Rodari stesso si augura nell’antefatto: «Io spero che il libretto possa essere ugualmente utile a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola»20. Insomma, fantasia e immaginazione, costantemente stimolate, portano alla crescita di uomini liberi nel pensiero. 57 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 58 1. G. Rodari, Inaugurazione della nuova sede della biblioteca civica in “Sfoglialibro” n.4, 2000, p. 14. 2. Ibid. 3. Ibid. 4. Ibid., p. 15. 5. Ibid. 6. Cfr. M. Di Rienzo, Nell’anno di Rodari, “Andersen”, n. 268 (2010), pp. 31-36. 7. Per l'excursus della storia della produzione editoriale rodariana si confrontino: O. Fattucci, Un percorso di valorizzazione dell’opera rodariana, “Andersen”, n. 268 (2010), pp. 16-17 e Gianni Rodari, 1920-1980. I libri e la fantasia. 2010 Anniversario. Catalogo disponibilità, Edizioni El, Einaudi Ragazzi, Emme Edizioni, Trieste, 2010. 8. Nel 2004 a Chiostro di Voltorre (Gavirate) si è tenuta una mostra dal titolo Sotto l’ombrello della fantasia realizzata dalla Metamusa. 9. W. Fochesato, Oltre ai quattro moschettieri. Pennini e pennelli, segni e colori per Gianni Rodari, in Sotto l’ombrello della fantasia. Gianni Rodari e i suoi maggiori illustratori dal 1950 ad oggi. Catalogo della Mostra tenuta a Gavirate, Chiostro di Voltorre nel 2004 e a Cavalese nel 2004-2005, Gallarate, Metamusa, 2004, http://www.rodaricentrostudiorvieto.org. 10. E. Zanella, Illustri illustratori, in Sotto l’ombrello della fantasia, cit. 11. Ibid. Per un’approfondimento sul rapporto Rodari-Munari vedi l’intervento di Cristina Viola in questo saggio. 12. Ibid. 13. Cfr. W. Fochesato, Oltre ai quattro moschettieri, cit. 14. Ci si riferisce allo spettacolo Alfabeto Rodari, a cura di Roberto Anglisani e Francesco Bertolini, 2010. 15. Per tutte le informazioni editoriali si veda P. Boero, Una storie, tante storie, Einaudi Ragazzi, Trieste, 2010. Di ogni opera sono state citate le edizioni più diffuse nelle biblioteche coinvolte nel progetto Sulle strade di Rodari. 16. P. Boero, Una storia, tante storie, op. cit., p. 124. 17. Dalla quarta di copertina di G. Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi, Torino, 1960. 18. P. Boero, Una storia, tante storie, cit., p. 35. 19. P. Boero, Gianni Rodari e il linguaggio dell'infanzia. Un profilo critico dello scrittore scomparsi dieci anni fa, in «Sfoglialibro», n. 3, 1990, pp. 10-11. 20. G. Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi Ragazzi, Trieste, 2010, p. 10. 21. Cfr. G. Rodari, Inaugurazione... cit., p. 15. 22. Collocazione delle opere rodariane secondo la classificazione Dewey. 58 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 59 Un signore maturo con un orecchio acerbo Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo vidi salire un uomo con un orecchio acerbo. Non era tanto giovane, anzi era maturato, tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato. Cambiai subito posto per essergli vicino e poter osservare il fenomeno per benino. “Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età, di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?” Rispose gentilmente: “Dica pure che son vecchio. Di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio. È un orecchio bambino, mi serve per capire le cose che i grandi non stanno mai a sentire: ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli, le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli, capisco anche i bambini quando dicono cose che a un orecchio maturo sembrano misteriose...” Così disse il signore con un orecchio acerbo quel giorno sul diretto Capranica-Viterbo. [Gianni Rodari - Parole per giocare] 59 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:20 Pagina 60 Quando lo vedo pensieroso mi immagino la sua testa piena di idee che parlano. [parole e disegno: Lorenzo 9 anni] 60 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 61 61 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 62 RODARI INCONTRA MUNARI Cristina Viola [Fondatrice e Amministratrice di Fa...volando Cooperativa sociale, studiosa di Bruno Munari e Gianni Rodari] L'anniversario di Gianni Rodari, o, per meglio dire, il suo doppio anniversario - 90 anni dalla nascita (1920) e 30 anni dalla morte (1980) - ha dato vita alla creazione di numerose iniziative volte a ricordarlo, festeggiarlo, onorarlo. Nel mio personale percorso di studi mi sono soffermata sulla letteratura rodariana ponendo la mia attenzione sulla valenza delle illustrazioni nell’opera di Gianni Rodari dal 1950, anno di pubblicazione del suo primo libro fino alla recente scelta editoriale di Einaudi di ripubblicare tutte le opere, alcune anche in formato albo illustrato. Le illustrazioni infatti sono diventate oggetto di numerose ricerche scientifiche nel settore psicologico e pedagogico, per il loro grande valore comunicativo, e per questo motivo molte case editrici utilizzano - appunto - il formato albo illustrato o picturebook. Gianni Rodari è stato il primo scrittore che ha dato voce ai bambini e al loro pensiero con uno stile innovativo dove predomina il senso della realtà, il vissuto quotidiano ed il gioco, in contrapposizione con la letteratura per l’infanzia tradizionale. Nelle sue storie, nei romanzi come nelle filastrocche si ritrovano personaggi stravaganti, caratterizzati da vitalità e ottimismo, coinvolti in situazioni imprevedibili ma sempre ben connesse alla realtà. L’amicizia, la solidarietà, il ripudio della guerra e della violenza sono temi ricorrenti. Egli è stato capace di interpretare i gusti dei ragazzi, i loro interessi e le loro aspettative, aiutandoli a liberarsi dagli stereotipi, utilizzando un approccio paritario basato sull’ascolto e sulla comprensione. Rodari inizia la sua attività di giornalista nel 1947 a Milano. Occasionalmente scriveva per bambini collaborando con il settimanale “Vie nuove”. Nel 1949 viene inaugurata - sull’Unità - la rubrica “La Domenica dei Piccoli” e Rodari inizia a pubblicare con lo pseudonimo Lino Picco. Nel 1950 il Pci decise di pubblicare un settimanale per i piccoli, il “Pioniere”, e Rodari ebbe l’incarico di dirigere la rivista. L’abbinamento testo/immagine - quindi la collaborazione con gli illustratori - inizia proprio in questo contesto. 62 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 63 Le prime illustrazioni che accompagnano i testi di Rodari si datano 1950 ad opera di Vinicio Berti. Da allora molti “pennini e pennelli” definizione di Walter Fochesato - hanno incontrato le parole rodariane. In 60 anni la società è cambiata, come sono cambiati i gusti e le mode e le prime illustrazioni non sono più adatte ai ragazzi di oggi. Ma non si deve perdere di vista il delicato rapporto che si crea nella pagina illustrata tra immagine e parola, tra il messaggio visivo e quello verbale. Ho proprio voluto analizzare quanto le immagini siano fedeli e coerenti con il senso che hanno le parole di Rodari. Moltissimi sono stati gli artisti che - in questo lungo periodo - hanno prestato la loro opera accanto ai testi di Rodari. Tra tutti si ricordano Raoul Verdini, Bruno Munari, Emanuele Luzzati e Francesco Tullio Altan che Walter Fochesato definisce “i quattro moschettieri”, ai quali sono state dedicate diverse mostre. Quattro artisti - ognuno con una propria cifra stilistica autonoma e specifica - che interpreteranno il testo in maniera personale. Ho approfondito in particolare l’attività di due artisti che in epoche diverse hanno interpretato in maniera geniale i testi rodariani: Bruno Munari, che - negli anni ’60 - ha “illustrato” i libri che hanno reso famoso lo scrittore, e Alessandro Sanna che ha illustrato 3 albi di Gianni Rodari. La sua impeccabile tecnica pittorica si fonde con la continua voglia di sperimentazione restando però perfettamente fedele al senso delle parole di Rodari. L’incontro tra Bruno Munari e Gianni Rodari avviene nel 1960 per merito di Giulio Einaudi che chiese al primo di illustrare Filastrocche in cielo e in terra. Munari accettò con entusiasmo e col sodalizio professionale iniziò anche una bella amicizia. Con la casa editrice Einaudi pubblicherà i suoi libri più famosi e più belli: Filastrocche in cielo e in terra (1960), Il Pianeta degli alberi di Natale (1962), Favole al telefono (1962), Il libro degli errori (1964), La torta in cielo (1966), C’era due volte il barone Lamberto (1978), Il gioco dei quattro cantoni (1980) pubblicato dopo la sua morte. Rodari compiva un salto importante pubblicando con quella che allora era la casa editrice più importante. È l’inizio del felice sodalizio con Bruno Munari, colui che Boero definisce un «eccezionale commentatore visivo» che fino agli anni ’90 resterà “illustratore” di riferimento. Per Munari non si parla di illustrazione in senso tradizionale, ma di disegni quasi astratti dove predomina il senso della ricerca. 63 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 64 Per Walter Fochesato sono «…decorazioni della pagina, annotazioni in margine, segnali al lettore», discreti affinché non interferiscano con il senso del testo ne lo sovrastino. «Sono “graffiti” che giocano con il giovane lettore e lo fanno all’insegna della chiarezza e della semplicità; quella munariana è un arte [sic] nella quale convivono umorismo e geometria. È un arte [sic] sorridente, leggera e musicale dove la continua sorpresa visuale non rinuncia [sic] (come ne La torta in cielo) a interpretare sornionamente la realtà»1. Molti sono i punti che uniscono questi due personaggi - unici e memorabili - che hanno segnato il Novecento con la loro creatività e genialità: entrambi operano con leggerezza, consapevoli della capacità liberatoria dell’invenzione e convinti che il non dire tutto stimoli efficacemente la fantasia. Quando si trovano accostate le parole di Rodari e le immagini di Munari - proposte sotto forma di gioco - la magia creativa prodotta risulta fondamentale per lo sviluppo del pensiero. Altro punto di congiunzione è che entrambi condividevano l’uso frequente dell’effetto di straniamento che si basa sul capovolgimento del significato comune delle cose che determina un senso di sorpresa. Munari utilizza pochi segni rapidi, posizionati marginalmente rispetto al testo. Una sua frase - ricorrente - sicuramente più una regola, un principio, era «semplificare è più difficile che complicare» che si riscontra in tutto il suo percorso creativo e professionale e che emerge chiaramente nel lavoro svolto “in coppia” con Rodari. È consapevole che i suoi disegni possono distogliere dalla lettura e vuole sottrarsi dall’utilizzare l’illustrazione in modo realistico rispetto al narrato da cui però non intende estraniarsi. Infatti “entra” nella struttura metaforica del testo. Proseguendo nella lettura dei testi rodariani illustrati da Munari ci si rende conto di quanto la loro visione del mondo coincida. Entrambi avevano la medesima intelligenza creativa e la stessa vena ironica. Munari con la sua semplicità ma grande efficacia è riuscito a valorizzare con i suoi disegni il lavoro di Rodari dimostrandogli grande stima. Stima che era sicuramente ricambiata. Ho avuto l’opportunità di condividere i miei studi e le mie ricerche durante due lezioni presso l’Università di Udine - Facoltà di Scienze della Formazione - ospite del prof. Roberto Dapit. 64 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 65 Gli incontri, estesi anche alle insegnanti delle scuole dell’infanzia e primaria, hanno registrato una partecipazione numerosa segno di grande interesse e bisogno di approfondimento. Le “lezioni” hanno previsto una prima parte teorica ed una seconda pratica ed i partecipanti sono stati chiamati a “mettersi in gioco” sperimentando in prima persona. Il primo incontro è stato dedicato a Rodari ed al rapporto illustrazione/testo nella sua opera. Ho voluto approfondire la collaborazione che egli ha avuto con Munari - grande personalità del 1900 che, con il suo lavoro, ha segnato profondamente il mio approccio con i bambini. Ho descritto la scelta che Munari ha compiuto - in merito a tecniche e materiali - per ogni testo che è stato chiamato ad illustrare. Il laboratorio - a cui hanno partecipato studenti ed insegnanti - è stato ispirato da L’Alfabetiere di Bruno Munari perché ritengo potesse condensare “la giocosità delle parole” dei due artisti. Il secondo incontro ho invece voluto dedicarlo alla produzione munariana fatta di libri, giochi didattici e laboratori per bambini con un laboratorio dedicato al gioco didattico Più e meno di Bruno Munari. Ritengo che il lavoro di Munari, pensato per i bambini, sia una testimonianza unica e insostituibile per i futuri educatori. I suoi libri per l’infanzia (il primo è stato stampato nel 1946 ed è tuttora pubblicato) sono ancora oggi punti di riferimento moderni e significativi e le sue “invenzioni” fatte di porte che si aprono, fili che attraversano le pagine, buchi attraverso cui si vede “altro” e che trasformano le cose, sono elementi che si ritrovano abitualmente nell’editoria per l’infanzia. L’intera opera rodariana gode oggi di una grande diffusione editoriale: sarebbe però importante non dimenticare i grandi insegnamenti che ci ha lasciato senza tradire il senso profondo del suo messaggio. Mi auguro che Rodari continui a ricevere rispetto e considerazione per quello che ha dato da 70 anni a questa parte e per ciò che potrà dare negli anni a venire alle generazioni future, al fine di conservare al meglio quell’autenticità e quella magia che ancora oggi noi adulti - che lo abbiamo conosciuto - ci portiamo dentro. 1. Fochesato W., Rodari ed i suoi illustratori, in Rodari e le parole animate. Fantasia letteratura creatività, Novara, Interlinea srl edizioni, 1993, p. 57. 65 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 66 Mi piace perché era bello, ma a quei tempi era di moda. Mi piace perché era scrittore, così io posso leggere. Mi piace perché era un papà. [parole: Denis 9 anni, Piero 10 anni, Anastasia 8 anni disegno: Sebastiano 10 anni] 66 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 67 67 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 68 Lui è molto felice di avere una figlia e si vede. La bambina sorride e il sorriso è per lui. [parole: Alice 8 anni, Irene 8 anni disegno: Matteo 7 anni] 68 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 69 69 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 70 PARTIRE CON GIANNI RODARI L'esperienza de "Il Filobus numero 75" Associazione Culturale 0432 [Percorsi per l’infanzia] «Filastrocca impertinente, chi sta zitto non dice niente; chi sta fermo non cammina, chi va lontano non s’avvicina; chi si siede non sta ritto, chi va storto non va dritto; e chi non parte, in verità, in nessun posto arriverà.» Gianni Rodari - Filastrocca impertinente Per festeggiare un anno speciale dedicato a Gianni Rodari quale modo migliore se non partire? Non è un caso, in fondo, se è proprio con i versi della Filastrocca impertinente che da nove anni prendono inizio le attività di promozione della lettura realizzate in forma di viaggio da 0432. Perché è proprio vero che è necessario partire per arrivare “in qualche posto”. In quale posto esattamente? Per restarci o per continuare il viaggio? Non serve saperlo subito, l’importante è partire, dritti o storti, allontanandosi o avvicinandosi. In queste parole di Gianni, a ben vedere, si nasconde il senso stesso del mettersi in cammino. E non è un caso, ancora una volta, che queste parole non siano isolate: quasi tutta l’opera di Rodari (dai vagabondaggi di Giovannino Perdigiorno, alla descrizione di mondi fantastici come Il Pianeta degli Alberi di Natale, allo stesso Libro degli Errori - se si vuole) è un’esplorazione attorno al tema del viaggio, in tutte le sue accezioni. Ecco perché, pensando ad un modo per festeggiare la persona e la sua opera, non potevamo che partire! E per farlo ci è subito andato il pensiero al caro vecchio Filobus. Come scriveva Gianni, il viaggio del Filobus numero 75 è «tempo regalato, un piccolo extra, come quando si compra una scatola di sapone in polvere e dentro c’è un giocattolo». Così ci piacerebbe che fossero i nostri viaggi: un momento in cui le lancette dell’orologio si fermano, un momento per accorgerci dei fiori che spuntano, per dimenticarci degli impegni seri e per ricordarci gli uni degli altri. Ci piace l’idea di far incontrare le storie raccontate con un’avventura 70 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 71 vera, di unire magicamente per alcune ore (come nelle pagine di Rodari) il viaggio reale con il viaggio fantastico. Di farne nascere semplici occasioni per stare in compagnia, piccoli e grandi assieme: per scoprire senza vincoli, per condividere esperienze, per mettere in moto la nostra immaginazione. Con il progetto Il Filobus numero 75 abbiamo dato vita ad una rete di viaggi della fantasia con l’intento di unire tra loro, su scala regionale, le diverse Biblioteche aderenti a Sulle Strade di Rodari. Innanzitutto, viaggiare a bordo di un pullman, e non di uno qualsiasi! Grazie alla collaborazione di SAF Autoservizi F.V.G., la più anziana vettura extra-urbana in servizio, appositamente allestita, si è ben prestata ad accogliere i suoi nuovi viaggiatori nella veste di Filobus numero 75. E viaggiare proprio a bordo del Filobus è un privilegio che non è dato a tutti. Stranamente nessun viaggiatore si è meravigliato se durante una corsa il Filobus è uscito di strada per fare una sosta accompagnata da una storia di Gianni! Poi, viaggiare a bordo del treno, ancora una volta non uno qualsiasi! Ormai i piccoli viaggiatori della nostra regione sanno che un giorno qualsiasi, arrivando nella loro biblioteca, potrebbero sentir annunciare un viaggio de Il Treno delle Storie, progetto che 0432 conduce dal 2003. Viaggiare in treno di linea significa fare i conti con l’orario, i binari, il sottopassaggio; incrociare altri viaggiatori veri e - perché no - ascoltare le loro storie improvvisate; mettere in conto un ritardo o un temporale estivo che poi non ci spaventa veramente... insomma: il treno è un viaggio viaggio, ed è un luogo ideale per ascoltare le storie di Gianni. E per finire, viaggiare in bus attraverso la città. Questa volta sì, uno qualsiasi. Significa che se lo perdiamo tocca prendere quello dopo, che bisogna stringersi per far passare le persone, e che quando si arriva magari c’è altra strada a piedi da fare. Significa condividere un pezzo di cammino con altre persone che non si aspettavano di vederci salire in tanti e di sentirci raccontare filastrocche, a ritmo di musica, tra una curva e l’altra. Qualcuno sta al gioco, qualcuno sorride, interviene, ci incita. Qualcuno fa finta di nulla e sembra scendere apposta alla prima fermata. Qualcuno vorrebbe seguirci... ma al capolinea scendiamo anche noi! 71 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 72 Insomma: viaggiare è un allegro andare! E questo ci piace. Ma non lo faremmo così di gusto se non fosse anche molto altro. Viaggiare è un’esperienza che inizia dalla nostra disponibilità a partire, non tanto ad arrivare in qualche posto. Partire, cioè aprire uno spazio allo sconosciuto. Può essere un luogo dove non siamo mai stati... un imprevisto da cogliere... una storia che incrociamo per la prima volta, magari narrata da uno sconosciuto. Partire è darsi la possibilità di incontrare. In fin dei conti partire su ruote o rotaie non è molto diverso dal partire con un libro di storie, racconti o filastrocche. Entrambi i viaggi, quello reale e quello fantastico, condividono qualcosa che non si vede e non si tocca, qualcosa che sta alla base del nostro crescere. Questo, crediamo, lo sapeva bene il signor Gianni Rodari, che ha fatto crescere con le sue pagine viaggianti una e più generazioni di lettori pronti a partire. 72 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 73 il Filobus numero 75 Una mattina il filobus numero 75, in partenza da Monteverde Vecchio per Piazza Fiume, invece di scendere verso Trastevere, prese il Gianicolo, svoltò giù per l’Aurelia Antica e dopo pochi minuti correva tra i prati fuori Roma come una lepre in vacanza… …Si meravigliarono tutti. E sì che avevano il giornale sotto gli occhi, e in cima al giornale la data era scritta ben chiara: 21 marzo. Il primo giorno di primavera tutto è possibile. [Gianni Rodari - Favole al telefono] 73 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 74 Secondo me è come una strada che non finisce mai. [parole: Filippo 10 anni disegno: Gabriele 8 anni] 74 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 75 75 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 76 LABORATORIO BIOGRAFICO Quando le storie diventano vere Cooperativa Damatrà [Collettivo di ricerca creativa, educativa e culturale, che ha ideato e coordinato il progetto Sulle strade di Rodari] Tecnicamente la biografia è il resoconto della vita di qualcuno, ma una vita non è solo un mero elenco di avvenimenti e date, è fatta di incontri, emozioni, idee, paesaggi. Tanto più quando una vita è vissuta con una speciale vocazione allo scambio, all’ascolto, all’incontro, al racconto come nel caso di Gianni Rodari. L’idea di un laboratorio di lettura costruito sulla biografia dell’autore è perciò una conseguenza della generosità con cui lo stesso autore ha vissuto. In questo senso i suoi racconti diventano finestre che si aprono sulle vicende reali e il racconto della vita appassiona e invita a leggere con più confidenza, quasi a tu per tu con chi scrive, avendo nelle orecchie la sua voce scherzosa e negli occhi il suo sguardo ad altezza di bambino. Raccontare la biografia significa avvicinare i bambini al sentire dell’autore, alla sua poetica e all’idea viva che leggere è anche entrare in relazione con chi scrive e con quanto di sé l’autore dissemina nello spazio immateriale di una storia. È vero però che entrare in relazione è più facile se si ha qualche cosa in comune e lo scopo del laboratorio è stato quello di rendere visibili questi spazi di empatia. Il racconto dell’infanzia, ad esempio, il papà coi baffi, la mamma troppo stanca per raccontare le storie, un fratello poco più grande di lui, la casa invasa dal profumo di pane appena sfornato, il temporale, i gatti. Tanti aneddoti ricostruiti con rigore storico e immaginazione insieme, che invitano i bambini a immedesimarsi, condividere il vissuto, le esperienze, i sentimenti e le paure comuni a tutti i bambini sempre. E poi il racconto dei libri letti voracemente, quasi mangiati insieme al pane e cioccolata dentro ad un rifugio segreto costruito in cortile tra i cassoni della farina. Tra tutti abbiamo ricordato il libro Cuore che gli farà versare litri di lacrime e l’Atlante su cui cresce la passione per una certa precisione geografica che abiterà in seguito le sue rime. Ed infine la sua vocazione educativa a tutto tondo, iniziata tra i banchi di scuola e mai conclusa, presente nella sua opera di maestro, giornalista, uomo di partito, padre e scrittore. 76 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 77 Educazione intesa come possibile chiave d’accesso al cambiamento sociale, in un’accezione del rapporto educativo che si nutre di passione e per passione intende «la capacità di resistenza e di rivolta; la volontà di azione e di dedizione; il coraggio di sognare in grande; il dovere che abbiamo, come uomini, di cambiare il mondo in meglio». L’impegno politico di Gianni Rodari abita il suo scrivere, ci invita a usare le parole in maniera creativa ed espressiva, e questo è un incitamento ad appropriarsi della realtà per essere fautori di cambiamento. Non ha mai considerato i suoi lettori fruitori passivi, ma soggetti attivi nell’immaginare i mondi e i futuri. Ci piaceva che di questo i bambini si accorgessero, così il racconto biografico si è mescolato alla lettura di albi illustrati, racconti, filastrocche, alcune della quali lette dalla sua viva voce, e poi ancora fotografie, cartine geografiche, filmati d’epoca… La vita dello scrittore è diventata così una favola, nella quale Gianni è l’eroe e la sua vita è la trama del racconto. LABORATORIO BIOGRAFICO Bibliografia in viaggio Questi sono i libri che abbiamo adoperato durante i laboratori. Messi uno in fila all’altro diventano una strada lunga una vita. Molte altre strade si possono percorrere viaggiando nella vastità della produzione rodariana. 77 Rodari INTERNO:Layout 1 OMEGNA ot 23 tobre 1920 20-10-2011 10:21 Pagina 78 Gianni Rodari nasce ad Omegna il 23 ottobre 1920. «Da ogni punto della parola Omegna partono, per me, fili che si allungano in ogni direzione […]. Per adesso preferisco che i ricordi, quando si fanno vivi, rimangano dentro di me a nutrire le mie emozioni, a colorire le mie fantasie». C’era due volte il barone Lamberto EDIZIONI EL, San Dorligo della Valle (Trieste), 2009 «Se vi mettete a Omegna, in piazza del Municipio, vedrete uscire dal Cusio un fiume che punta dritto verso le Alpi. Non è un gran fiume, ma nemmeno un ruscelletto. Si chiama Nigolia e vuole l’articolo al femminile: la Nigolia.» 78 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 79 «Credo di averlo già detto sono figlio di un fornaio […] La parola “forno” vuol dire, per me, uno stanzone ingombro di sacchi, con un'impastatrice meccanica sulla sinistra, e di fronte le mattonelle bianche del forno, la sua bocca che si apre e chiude, mio padre che impasta, modella, inforna, sforna». Filastrocche in cielo e in terra EINAUDI, Torino, 1972 I colori dei mestieri «Io so i colori dei mestieri: sono bianchi i panettieri s’alzano prima degli uccelli e han la farina nei capelli...» 79 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 80 «Avevamo sempre dei gatti in casa. Forse è per questo che mi vengono in mente tante storie di gatti». Gelsomino nel paese dei bugiardi EDIZIONI EL, San Dorligo della Valle (Trieste), 2010 «Sono un gatto un po’ speciale, lo riconosco. Per esempio, so anche leggere e scrivere. Ma dopotutto sono figlio di un gessetto scolastico». 80 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 81 Nel 1937 si diploma ed insegna come supplente fino allo scoppio della guerra. «Cerco di non essere un maestro noioso, ma spero che i bambini imparino qualcosa dalle mie storie e filastrocche. Mi basta che imparino a guardare il mondo con gli occhi ben aperti. Anche ridere è una maniera di imparare». Grammatica della fantasia EDIZIONI EL, San Dorligo della Valle (Trieste), 2010 «Io spero che il libretto possa essere ugualmente utile a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola. “Tutti gli usi della parola a tutti” mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo». 81 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 82 «La pace bisogna farla prima della guerra, non dopo quando tutto è andato in pezzi. Suggerendo questa piccola furberia a tutti i governanti della terra, non ho fatto altro che il mio dovere». La guerra delle campane EMME EDIZIONI, San Dorligo della Valle (Trieste), 2004 «C’era una volta una guerra, una grande e terribile guerra, che faceva morire molti soldati da una parte e dall’altra». 82 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 83 Nel 1947 comincia a lavorare come giornalista alla redazione milanese de “L’Unità”. «La domenica il giornale avrebbe pubblicato un angolo per i bambini, curato da me. In quell’angolo pubblicai le prime filastrocche, fatte un po’ per ischerzo. Le filastrocche piacquero. Cominciarono a scrivermi mamme e bambini, per chiedermene delle altre: “Fanne una per il mio papà che è tranviere”, “Fanne una per il mio bambino che abita in uno scantinato”». L’Unità, 17 aprile 1949 «Questa “filastrocca” ci è stata chiesta da una mamma per la sua bambina che si chiama Susanna. Adesso vorremmo anche insegnarle come si recita una filastrocca, facendo saltare la bambina sulle ginocchia e fingendo di lasciarla cadere in ultimo, quando viene a “Sei tu!”. Ma a una mamma queste cose non si insegnano». 83 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 84 Nel 1951 esce il suo primo romanzo per Edizioni di Cultura Sociale, Roma. «Esce Le avventure di Cipollino tradotto in piú di trenta lingue, dal francese al kabardino-balkarico, dal russo al cinese, dal tedesco allo jakutoe». Le avventure di Cipollino EDIZIONI EL, San Dorligo della Valle (Trieste), 2010 «Una volta doveva passare di là anche il Governatore, il Principe Limone. I dignitari di corte erano molto preoccupati. - Che cosa dirà Sua Altezza quando sentirà questo odor di poveri? - Si potrebbe profumarli, - suggerì il Gran Ciambellano». 84 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 85 Il 25 aprile 1953 sposa Maria Teresa Ferretti. «- Com’è stata la tua vita con Gianni? - Bella e battagliata. È difficile vivere con un giornalista, scrittore e politico; faticoso per una donna. Ma da una persona come lui si riceveva sempre tanto». 85 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 86 Il 24 gennaio 1957 nasce la figlia Paola. «Un bambino, ogni bambino, bisognerebbe accettarlo come un fatto nuovo con il quale il mondo ricomincia ogni volta da capo». Favole al telefono EINAUDI, Torino, 1962 «“Mi raccomando, papà: tutte le sere una storia”. Perché quella bambina non poteva dormire senza una storia, e la mamma, quelle che sapeva, gliele aveva già raccontate tutte anche tre volte. Così ogni sera, dovunque si trovasse, alle nove in punto il ragionier Bianchi chiamava al telefono Varese e raccontava una storia alla sua bambina». 86 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 87 Aprile 1970. «Per l’insieme della sua opera, Rodari ha ricevuto nel 1970, da una giuria internazionale, quel Premio Andersen che viene definito “il Nobel della letteratura infantile” (ma non comporta assegni ...)». 87 Rodari INTERNO:Layout 1 ROMA 14 aprile 1980 88 20-10-2011 10:21 Pagina 88 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 89 Il 14 aprile del 1980 improvvisamente Gianni Rodari muore. C’era due volte il barone Lamberto EDIZIONI EL, San Dorligo della Valle (Trieste), 2009 «Ogni lettore scontento del finale può cambiarlo a suo piacere, aggiungendo al libro un capitolo o due. O anche tredici. Mai lasciarsi spaventare dalla parola Fine». 89 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 90 Sembra che stia guardando il cielo, sta pensando ad una nuova storia? [parole: Elisa 10 anni disegno: Vanessa 10 anni] 90 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 91 91 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 92 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:21 Pagina 93 Sommario pag. 6 Prefazione QUANDO LA LETTURA DIVENTA AVVENTURA Mario Di Rienzo [Direttore del Centro Studi Rodari di Orvieto] pag. 14 C’ERA QUATTRO VOLTE GIANNI RODARI Silvana Sola [Giannino Stoppani Cooperativa Culturale / Bologna] pag. 20 L’ATTUALITÀ DELLA SCRITTURA RODARIANA Livio Sossi [Docente di Letteratura per l’infanzia Università degli Studi di Udine, Università del Litorale di Capodistria] pag. 48 GIANNI RODARI IN BIBLIOTECA - GLI IRRINUNCIABILI DI GIANNI RODARI Elena Braida [per i bibliotecari che hanno aderito al progetto Sulle strade di Rodari] pag. 62 RODARI INCONTRA MUNARI Cristina Viola [Fondatrice e Amministratrice di Fa...volando Cooperativa sociale, studiosa di Bruno Munari e Gianni Rodari] pag. 70 PARTIRE CON GIANNI RODARI Associazione Culturale 0432 [Percorsi per l’infanzia] pag. 76 LABORATORIO BIOGRAFICO Cooperativa Damatrà [Collettivo di ricerca creativa, educativa e culturale, che ha ideato e coordinato il progetto Sulle strade di Rodari] Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:22 Pagina 94 SULLE STRADE DI RODARI contatti Cooperativa Damatrà Udine tel: 0432.235757 fax: 0432.235781 e-mail: [email protected] web: www.damatra.com Associazione culturale 0432 Basiliano - Udine tel e fax: 0432.830355 e-mail: [email protected] web: www.associazione0432.it Cooperativa Damatrà ringraziamenti Ringraziamo tutti coloro che a vario titolo e con differenti competenze e storie hanno reso possibile questo omaggio a chi, per prova, con una storia vecchia ha inventato una storia nuova. Si ringraziano la SAF Autoservizi F.V.G. S.p.a. per il supporto tecnico alla realizzazione del Filobus n.75 e la Libreria Pecora Nera. Un ringraziamento in particolare i bambini e agli insegnanti delle oltre 120 classi delle scuole dell’infanzia e primarie della regione Friuli Venezia Giulia che nell’anno scolastico 2010/11 hanno partecipato al progetto. Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:22 Pagina 95 Rodari INTERNO:Layout 1 20-10-2011 10:22 Pagina 96 Sulle strade di Rodari è il risultato di un progetto coordinato dalla Cooperativa Damatrà e realizzato con il sostegno di tante biblioteche, insegnanti, bambini, operatori culturali, lettori e di tutti coloro che a vario titolo e con differenti competenze e storie hanno reso possibile questo omaggio a chi, per prova, con una storia vecchia ha inventato una storia nuova. € 10,00