curiosità ricerca progetto innovazione
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curiosità ricerca progetto innovazione PERIODICO PERIODICO DIDI INFORMAZIONE INFORMAZIONE TECNICA TECNICA -- PERIODICO PERIODICODIDI INFORMAZIONE INFORMAZIONE TECNICA TECNICA -- PERIODICO PERIODICO DI INFORM MAGGIO 2009 n°2 KLIGENTHAL Rivista Trimestrale - Anno 2 - numero Due Registrazione del Tribunale di Latina n¡ 900 del 13 Giugno 2008 EDIZIONI loÊ studiaccio Viale Petrarca, 39 04100 LATINA tel. 0773.487724 - 0773. 358371 e-mail: [email protected] e-mail: [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE: Ezio Fiorletta DIRETTORE EDITORIALE Amedeo Giustarini CONSULENZA EDITORIALE Monica B. Stemberger, Sandra Carlin CONSULENZA LEGALE Roberto Bisceglia CONSULENZA TECNICA Amedeo Cannatelli Progetto di Daniela Stemberger Kligenthal n°2 5 ARTETESSILE TESSILE 5 - -ARTE La La forza forza primordiale primordiale delle delle sculture sculture tessili: tessili: Tania Tania ee Marussia Marussia Kalimerovi Kalimerova (Dott.ssa Emanuela Dottorini Torlonia) ( Dott.Emanuela Dottorini Torlonia) 10 - COLLEZIONISMO 10 - COLLEZIONISMO Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli Pinacoteca Giovanni e Marelli Agnelli 12 - BIOARCHITETTURA INRICORDO RICORDODIDIUGO UGOSASSO SASSO 12 - BIOARCHITETTURA:IN Ragioni e strumenti dellÕ Architettura (Istituto Nazionale di Bioarchitettura) Ragioni e strumenti dellÕ Architettura 16 TECNOLOGIA 16 -- TECNOLOGIA Polo Tiburtino (Universitˆ (Universitˆ Roma Roma Tor Tor Vergata Vergata -- Assessorato Assessorato Ambiente) Ambiente) Polo solare solare organico organico al al Tecnopolo tecnopolo tiburtino 19 Mendini: Mostra Antologica - Roma 19 -- ARTE Hiroshige - Museo Fondazione Roma 20 - ARCHITETTURA 24 - GIARDINI 28 - DESIGN 38 - ARCHITETTURA 40 - DESIGN Quaranta metri quadri (Arch. Paolo Badetti) 20 - ARCHITETTURA Quaranta metri quadri (Arch. Paolo Badetti) A del giardino (Arch. Laura DÕ Amelio) - GIARDINI 24proposito A proposito di giardino (Arch. Laura DÕ Amelio) 28 - DESIGN Fayadan: Una nuova onda per lÕ Egitto (IED Centro Ricerche) Fayadan:CULTURA Una nuova onda per lÕ Egitto (IED Centro Ricerche) 38 - idee ARCHITETTURA Nuove e grandi firme per i negozi Benetton (Archilight - Benetton Group) Nuove idee e grandi firme per i negozi Benetton (Archilight - Benetton Group) Duilio Cambellotti Manifesto Spettacolo al Teatro Greco di Siracusa Collezione Alfredo Urbinati - Sabaudia 40 - nautico DESIGN Design 2009: Esigenze attuali per esigenze future (Dott. Marco Cassiano) Design Nautico 2009: Esigenze attuali per esigenze future (Dott. Marco Cassiano) 43 - M Technology Award 2009 4 3 - M Technology Award 2009 44 - MATERIALI MATERIALI 44 Basso e massimo comfort: Clima Block Vivere consumo meglio con la casa Clima Block 48 INGEGNERIA 48 -- INGEGNERIA La Pietro La La Rocca) La certificazione certificazioneenergetica energetica(Ing. (Ing. Pietro Rocca) 54 STORIA EE CULTURA CULTURA 54 -- STORIA Statuti locali: locali: attualitˆ attualitˆ ee storia storia (Dott. ( Dott.Luciano LucianoIannaci) Iannaci) 60 RACCONTI 60 -- RACCONTI Ò Andiamo chÕ (Dott.Marco MarcoCambellotti) Cambellotti) chÕ • Ž tardi... tardiÓ (Dott. 64 -- Sulle Sulleorme ormedel delCirco Circo: L• ger - Fellini si ringrazia per la sensibilità e la gentile disponibilità: Archilight Sig. Marco Cambellotti Arthemisia Chose Benetton Group Europeo digentile Design si ringraziaIstituto per la Marco sensibilità e la disponibilità: Cambellotti AtelierChose Mendini Sig. Marco Cambellotti Ordine degli Architetti di Bologna Design Republic Chose Pinacoteca Gradara Gianni eInnova Marella Agnelli Istituto di Design IEDEuropeo Centro Ricerche Pomos Istituto Nazionale di Bioarchitettura Atelier Istituto Mendini Quasar Istituto Quasar University di Roma Ordine degli Architetti di Bologna Sig. Alfredo Urbinati Tania eGianni Marussia Kalimerovi Pinacoteca e Marella Agnelli Alessandro Mendini Pomos Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli Istituto Engineering Quasar Pontarolo Sig.Marketing Alfredo Urbinati Survey + Consulting Alfredo Urbinati hanno collaborato e ringraziamo: Francesca Castenetto hanno collaborato e ringraziamo: Aldo Di Carlo Paolo Badetti Claudia Gobbi hanno collaborato e ringraziamo: Chiara Bellocchio Gianluca Fabbri Francesca Castenetto Matilde Bonatti Antonio Magaudda AnnaDi Cantaro Aldo Carlo Roberto Parisotto Marco Cassiano Claudia Gobbi Marcello Trabucco SimonaValoroso Cesario Gianluca Fabbri Amedeo MonicaMagaudda Coppola Antonio Laura Aldo D’Amelio Roberto Parisotto Fondazione Morelato Emanuela Dottorini Torlonia Marcello Trabucco LucianoValoroso Iannaci Amedeo Pietro La Rocca Silvia Macchetto Fondazione Aldo Morelato Chiara Prosperini Bruno Stefani Laura Zannier “ ” LA FORZA PRIMORDIALE DELLE SCULTURE TESSILI: Tania e Marussia Kalimerovi Bulgare di Sofia, Tania e Marussia Kalimerovi, (in bulgaro si declina al plurale) alla quinta generazione che si occupa di fibra e tessuti, possono ben definirsi Maestre indiscusse dell’arte tessile contemporanea. Artiste uniche nell’elaborazione della fibra trasformata in scultura, installazione arazzo o gioiello, definiscono una forma d’arte tanto rara quanto sublime. Tania spiega il termine Fiberart come arte della fibra per distinguerlo dall’artigianato d’arte. Le opere sono frutto di studio e di costante ricerca: dall’ideazione al progetto, fino all’esecuzione diretta e mai delegata. È l’unicità che fa un’opera d’arte. Lavorare i fili e tessere la tela è un’arte antica, primitiva che vive anche nei miti : da Penelope, al filo di Arianna , alla Bella Addormentata nel Bosco per arrivare fino a Tania e Marussia, fate contemporanee del Design Tessile, che con mani di farfalla intrecciano, avvolgono, legano e stringono fibre naturali. Marussia, famosa per i suoi arazzi scultura e le moderne installazioni, tesse i fili con un antico telaio verticale e crea opere che hanno i colori e le forme contemporanee di increspature marine, fenditure e ruvidezze dei nostri tempi o gabbie sospese come sublimi e suadenti ragnatele d’arte, che con i bagliori stessi dei fili, sapientemente colorati, ricordano il guizzo fenomenale della fibra ottica che oggi ci permette di comunicare alla velocità della luce. Notevole questa doppia valenza del filo di antichissimo artigianato e l’utilizzo artistico carico di significati attuali perché riconduce l’arte tessile contemporanea su un piano concettuale di grande riflessione. Ma quello che colpisce nelle sorelle Kalimerovi è la loro gentilezza e umana femminilità contro l’effetto deciso delle loro opere. Anche nelle sculture di Tania, di più piccola dimensione rispetto all’opera di Marussia, si percepisce una decisione di scelta nelle forme e nei colori. Si assemblano sassi, cilindri , ramoscelli e saette che nascondono la loro materia originaria per rivestirsi e colorarsi sotto i fili avvolti dalle volute e dai ghirigori creati dall’estro d’artista. È un mistero che ci sfugge come queste fibre prendano corpo e vita nelle loro mani e diventino linguaggio artistico . Tutta l’opera svolta da queste regine di FiberArt, Tania e Marussia Kalimerovi, viene percepita nel suo insieme come una forza della natura che grida a gran voce il suo messaggio di bellezza e di potenza: dagli ultimi arazzi di Marussia come alberi possenti alle sculture più piccole di Tania, che ancorano tra di loro forme geometriche naturali fruibili alcune persino come gioielli. Impossibile non riconoscere che il bello è qui soprattutto forte, antico, primitivo e immortale. Resta un sogno da realizzare; un “sogno sulla punta delle dita” , come dice Tania, che vorrebbero realizzare a Roma con la fondazione di un Museo dell’arte tessile nel quale far confluire per acquisizione tutta l’intera collezione delle loro opere d’arte realizzate in 25 anni di carriera artistica. La struttura museale viene concepita come un polo di studio dell’arte tessile operativo con mostre permanenti e temporanee, laboratorio di tessitura , tintura e restauro, incontri, pubblicazioni, studi e approfondimenti, nonché didattica mediante corsi annuali ed estivi . Diverrebbe così un riferimento importantissimo in Europa per conoscere e promuovere un settore artistico davvero poco conosciuto che invece merita grande attenzione per il valore delle creazioni d’arte e per l’importante valore storico. Per il momento Tania ha fondato nel 2007 un’Associazione culturale, TEXFILART, registrata ed operativa, di cui ricopre l’incarico di Presidente e che è funzionale alla realizzazione del grande progetto di fondazione del Museo dell’Arte Tessile attraverso lo studio, la ricerca , la creazione e la valorizzazione della Fiberart e che vuole stimolare gli studiosi e gli storici dell’arte a sviluppare l’arte ad indirizzo tessile. Tania Kalimerova Nasce a Sofia (Bulgaria) Vive e lavora a Roma dal 1980. Cittadina italiana dal 1987. Proviene da studi e formazione musicale · soprano (Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Italia, Ungheria). Dal 1996 si dedica come professionista alle Arti Visive · Scultura tessile. Ha studiato con la sorella e artista Marussia Kalimerova nella scuola dell’artista internazionale Prof. Marin Varbanov (Bulgaria, Francia, Australia, Cina). Médaille d’Or au titre des Arts · Association “Le Merite et Dévouement Français” · Chatou · France · 2000. Accademico Pontificia Accademia “Tiberina” · Italia · 2002, (Attestato e Targa con il titolo dell’Ambasciatrice della Cultura Bulgara nel Mondo · 2005). Segnalazione dalla Commissione per aver interpretato con originale composizione la vocazione all’ascolto e alla comunicazione del Comboni · Mostra dedicata al Missionario Daniele Comboni · Palazzo della Cancelleria · Roma · Italia · 2003. Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana in occasione della mostra Verde, bianco, rosso (210° anniversa- Tania KALIMEROVA Viale dei Quattro Venti, 96 00152 Roma Tel. 06/58.95.977 347/94.12.013 [email protected] Dott.ssa Emanuela DOTTORINI TORLONIA [email protected] Mostra a Roma Palazzo Valentini 22 Giugno - 6 Luglio Marussia Kalimerova Nasce a Sofia (Bulgaria). Laureata all’Accademia delle Belle Arti di Sofia nel 1984 nella scuola dell’artista internazionale Prof. Marin Varbanov (Bulgaria, Francia, Australia, Cina). Capo della Sezione tessile dell’Unione dei Pittori Bulgari· dal 1999 al 2007. Accademico Corrispondente dell’Accademia Pontificia Tiberina · Roma · Italia · 2002 (Diploma e Targa - Titolo di Ambasciatrice della Cultura Bulgara nel Mondo · Roma · Italia · 2005). Direttore e consulente sezione bulgara Associazione Internazionale TEXfilART costituita il 16 novembre 2007. Una delle più importanti artisti di Fiber Art nel suo paese. Membro di Unione dei Pittori Bulgari · 1984; TEXART · Sofia · Bulgaria · 1990 - 94; Salon d’Automne · Grand Palais · Parigi · Francia · permanente · 1990; UNICAT · Sofia · Bulgaria · 1993 - 95; CISST · Centro Italiano per lo studio della storia del tessuto · Roma · Italia · 1993; ARELIS · Association pour la creation et la diffusion de la tapisserie Membro di: Albo Nazionale Pittori e Scultori Italiani (ANPES) · Roma · Italia · 1998; Artemision e.V · Gorlitz · Germania · 1998; Le Mérite et Dévouement Français · Chatou · France · 2000; Studi Aperti & Artisti Associati · Roma · Italia · 2000; Unione dei Pittori Bulgari · Sofia · Bulgaria · 2001; Unione dei Designer Bulgari ISARTE · Sofia · Bulgaria · 2001; Women in Textile Art · Miami (USA) · 2001; Unione Nazionale Scrittori e Artisti · Roma · Italia · 2002; Accademia Pontificia Tiberina · Roma · Italia · 2002; ARS · ArteRomaSedici · Roma · Italia · 2004; UCAI Roma · Unione Cattolica Artisti Italiani · Roma · Italia · 2007; ENAP · Ente Nazionale per i pittori e gli scultori, i musicisti, gli scrittori e gli autori drammatici · Roma · Italia · 2007; Presidente dell’Associazione Internazionale TEXfilART · 16 novembre 2007 Direttore e consulente sezione bulgara Associazione Internazionale TEXfilART costituita il 16 novembre 2007. Le sue opere sono nelle collezioni private di tutto il Mondo e nei più importanti Ministeri, Gallerie e Edifici Pubblici. Dal 1984 svolge attività espositiva in tutto il Mondo (Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Francia, Germania, Grecia, Italia, Inghilterra, Kuwait ed U.S.A) tra quali Palazzo dell’Esposizione di Sofia 1984 - 2008; Salon d’Automne · Parigi; Cité International des Arts · Parigi; Sede dell’UNESCO · Parigi; Biennale di Beauvais · Francia; alla prestigiosa Federal Riserve Bank of Boston Gallery (USA); Triennale di Tornai · Belgio; The Florida Museum of Hispanic and Latin American Art · Miami; (USA), Americas Museum · Doral (USA) e in Italia insieme alle gallerie private, espone nelle sedi pubbliche - Castello 500° · L’Aquila; Museo Civico di Anzio; S. Michele a Ripa (Ministero dei Beni Culturali) 1992, 2005; Castello di S. È stata inclusa nell’Enciclopedia dell’Arte Contemporanea ArteNova · Verona · Italia · 1997/ 98; L’Arte Italiana dal 900° ad Oggi - L’Altro modo di volare · Castellamare di Stabia (NA) · Italia · 2001; Testo di Studio sull’Arte Contemporanea (La storia dell’Arte Tessile in Bulgaria) · Sofia · Bulgaria · 2002. Alcune delle sue opere sono nelle collezioni private in Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Spagna, Ungheria, U.S.A etc… MARUSSIA KALIMEROVA francaise · Parigi · Francia · 1994; TEXFIL Sofia ’94 · Sofia · Bulgaria · 1994; Albo Nazionale Pittori e Scultori Italiani (ANPES - Membro d’Onore) · Roma · Italia · 1998; Artemision e V. · Gorlitz · Germania · 1999; Women in Textile Art · Miami (USA) · 2001; Unione Nazionale Scrittori e Artisti · Roma · Italia · 2002; Studi Aperti & Artisti Associati · Roma · Italia · 2002; Accademia Pontificia Tiberina · Roma · Italia · 2002. TANIA KALIMEROVA Presidente dell’Associazione Internazionale TEXfilART costituita il 16 novembre 2007. Svolge attività espositiva in tutto il Mondo quale rappresentante della scultura tessile in Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Spagna, Ungheria, U.S.A etc… Espone con grande successo e apprezzamento al Palazzo dell’Esposizione di Sofia dal 1996 al 2008; alla Cité International des Art di Parigi, dove viene notata e invitata per successive mostre. Nel 2000 rappresenta Italia nella prestigiosa manifestazione Women in Textile Art in The Florida Museum of Hispanic and Latin American Art di Miami (FL). Nel 2004 allo spazio Etoile di Fondazione Memmo rappresenta la scultura tessile nell’ambito di Design Fair. Il Ministero dei Beni e le attività Culturali - S. Michele a Ripa ospita nel 2005 la doppia personale Il Filo di Arianna insieme a sua sorella. Nel 2007 Americas Museum di Doral (USA) ospita la mostra celebrativa del gruppo americano di cui l’artista fa parte. Severa 1997; Spazio Etoile - Fondazione Memmo Roma · 2004. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Ha lavorato per una importante casa tessile statunitense, per gli allestimenti scenici cinematografici e per le copertine CD. Sono state prodotte varie VHS sull’attività artistica di Marussia Kalimerova. La carta stampata, la radio e la TV dei paesi ospitanti seguono con interesse la sua crescita artistica. Inoltre è stata inclusa come artista nei testi di scuola, cataloghi e guide dell’arte contemporanea. MARUSSIA KALIMEROVA Premio l’ENAP per operosità · Roma · Italia · 2008. TANIA KALIMEROVA rio della bandiera italiana) assegnata dall’UCAI Roma · Italia · 2007. PINACOTECA GIOVANNI E MARELLA AGNELLI In una struttura sospesa sul tetto del Lingotto di Torino, sede della prima grande fabbrica della Fiat, è aperta al pubblico in via permanente la collezione di opere d’arte appartenute all’Avvocato Giovanni Agnelli e a sua moglie Marella. Inaugurata il 20 settembre 2002, la Pinacoteca rappresenta il momento finale dell’oltre ventennale processo di trasformazione del Lingotto. Al termine della grande opera di trasformazione, l’edificio mantiene la grandiosità e la forza della fabbrica automobilistica progettata da Giacomo Mattè Trucco. Lo “scrigno” – come lo chiama Renzo Piano che l’ha progettato – accoglie 25 straordinari capolavori (ventitre quadri e due sculture) che spaziano dal Settecento alla metà del Novecento. Tra le opere in mostra si possono ammirare una raccolta unica in Italia di sette tele di Matisse, un dipinto di Balla del 1913 sul tema della velocità dell’automobile, capolavori di Severini, Modigliani e Tiepolo. La collezione comprende anche preziose testimonianze dell’arte veneta: sei straordinarie vedute di Venezia dipinte da Antonio Canal, detto il Canaletto, e due vedute di Dresda di Bernardo Bellotto, di tale precisione che servirono da modelli per la ricostruzione della città dopo la seconda guerra mondiale. Non mancano opere di Picasso, una del periodo blu, l’altra del periodo cubista, e testimonianze impressioniste di Renoir e di Manet. Infine, due statue in gesso di Antonio Canova, la Danzatrice con dito al mento e la Danzatrice con mani sui fianchi. Al di sotto dello scrigno, la Pinacoteca si sviluppa su altri cinque piani, in cui trovano posto le esposizioni temporanee, un centro didattico per l’arte, gli uffici e un bookshop. Le mostre, realizzate in collaborazione con i principali musei italiani e stranieri e collezioni private, intendono analizzare il fenomeno del collezionismo in tutti i suoi molteplici aspetti, sia da un punto di vista cronologico che tematico. Saranno presentate collezioni eterogenee per mostrare un’indagine approfondita del gusto e della personalità di un collezionista. Le collezioni - afferma Ginevra Elkann - raccontano sempre una storia: quella di una passione, di un amore, di un'ossessione. A volte rappresentano una vita intera, una ricerca, tante avventure, un gusto, una visione. Sono queste diverse sfaccettature del collezionismo che ci impegneremo ad investigare esponendo collezioni di natura molto varia, importanti per il loro valore sentimentale, storico o estetico. Daremo al visitatore la possibilità di venire in Pinacoteca per fare dei viaggi in mondi sconosciuti. Courtesy Giovanni e Marella Agnelli La Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, con il nuovo assetto istituzionale di Fondazione, continua nel suo obiettivo di perseguire finalità di pubblica utilità in campo culturale, in particolare in ambito artistico e nello studio dell’arte e propone accanto alla collezione permanente una nuova programmazione di mostre temporanee a partire dal 2007. Inaugurata il 20 settembre 2002, su progetto dell’architetto Renzo Piano, l’edificio si sviluppa su cinque livelli: l’ultimo piano, “lo scrigno”, accoglie in esposizione permanente 25 straordinari capolavori dal Settecento alla metà del Novecento, appartenuti all’Avvocato Giovanni Agnelli e a sua moglie Marella; i piani sottostanti ospitano invece le mostre temporanee. Grazie all’impegno di Ginevra Elkann, Vice Presidente della Pinacoteca e di Marcella Pralormo direttrice, la Fondazione si rinnova con continuità e presenta una serie di mostre ed eventi dedicati al tema del collezionismo e alla sua evoluzione, per fornire nuovi spunti di conoscenza, di analisi e di studio rivolti a tutti i visitatori, dagli allievi delle scuole di ogni ordine e grado ad un pubblico più ampio. 1 1 - ANTONIO CANOVA; Danzatrice con mani sui fianchi, 1811-1812 2 - HENRI MATISSE; Femme et anémones, 1920 circa 3 - GIACOMO BALLA Velocità astratta, 1913 4 - ANTONIO CANAL (CANALETTO) Il bucintoro al molo nel giorno dell’ascensione, 1740 circa Focalizzando dunque la propria attenzione sui molteplici spunti di riflessione legati a questo tema, la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli vuole rafforzare la propria identità di museo privato, aperto al pubblico, manifestazione della volontà dei suoi fondatori. L’obiettivo è fornire nuove chiavi di lettura delle opere conservate in collezioni pubbliche e private, che inducano a riflettere non esclusivamente sulla loro qualità estetica, ma anche sulla funzione e sul significato che rivestono per la committenza e per la collezione di cui fanno parte. Tale obiettivo è in linea con la natura della Pinacoteca che è nata dalla volontà di collezionisti privati di rendere pubblica una loro scelta e di trasmettere la gioia e la passione per l’arte. 2 La prima iniziativa del nuovo programma culturale legato al tema del collezionismo è stata la mostra “Sovrane Fragilità”, in cui sono state esposte oltre 200 porcellane delle reali fabbriche di Capodimonte e di Napoli, promosse e finanziate rispettivamente dai sovrani Carlo e Ferdinando di Borbone. A ottobre del 2007 è stata presentata per la prima volta in Italia la mostra “Why Africa?La Collezione Pigozzi” dedicata alla più importante collezione privata di arte contemporanea africana. Nell’ambito di Torino 2008 World Design Capital la mostra “SCOPRIRE IL DESIGN. La collezione von Vegesack” (20 marzo - 6 luglio 2008) ha ripercorso attraverso oltre 300 oggetti la storia del design del XX secolo. La ricerca sul collezionismo privato continua con la mostra “DALLA PREISTORIA AL FUTURO. Capolavori dalla collezione Bischofberger” (28 ottobre 2008 – 1 marzo 2009). Cinque le anime che compongono questa eclettica raccolta dello storico gallerista Bruno Bischofberger e della moglie Christina: arte contemporanea e moderna, design, fotografia, archeologia e arte popolare. 3 Negli spazi della Pinacoteca sono organizzati progetti di didattica che prevedono nuovi laboratori e attività rivolte alle scuole di ogni ordine e grado. Ogni domenica sono proposte visite guidate con approfondimenti sulla mostra temporanea e sugli artisti e sulle opere della collezione permanente. 4 Per informazioni e aggiornamenti visita www.pinacoteca-agnelli.it Ufficio Stampa Silvia Macchetto | tel. 011 0062152 [email protected] UGO SASSO 1947-2009 bioarchitettura”, ha tenuto corsi e master in numerose università italiane, ha realizzato a Bolzano nel 1994 il primo condominio ecologico italiano finanziato con soldi pubblici. Ugo Sasso, bioarchitetto nel significato del termine che lui stesso aveva contribuito a definire, fonda nel 1991 a Bolzano l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura. Allora in Italia la parola “ecologia” era quasi sconosciuta dall’opinione pubblica ma già da qualche anno lui trascinava un pugno di presunti architetti visionari nel Nord dell’Europa a vedere come bisognava costruire per rispettare l’uomo e l’ambiente. Nato ad Asmara nel 1947, cresciuto in Veneto, laureatosi nel 1971 con Carlo Scarpa, Sasso ha collaborato con i grandi della progettazione ecologica (Kroll, Krusche, Kier), direttore scientifico della “Rivista di Le ragioni del progetto Il problema che oggi sovrasta e sconquassa l’architettura è la totale mancanza di obiettivi, intenti, propositi, finalità e strategie condivisi: più soggetti, magari tutti animati dal desiderio di fare il meglio a favore della collettività, dinanzi allo stesso problema giungono a risultati tendenzialmente opposti. E questo non in base a caratterizzazioni ideologiche, politiche, culturali, intellettuali, di formazione, ecc. ma in maniera del tutto casuale e imprevedibile. Non vige alcuna chiarezza circa il corretto e lo scorretto, il legittimo e l’illegittimo, il gusto ed il disgusto, la regola e la sregolatezza: ogni valutazione si muove I n r i cor d o d i U g o S a s s o RAGIONI E STRUMENTI DELL’ARCHITETTURA 12 a caso, assumendo volta per volta coordinate quali la capacità di esprimere la contemporaneità, la dimostrazione di aver contenuto il consumo di suolo, l’abilità nel pronosticare un ipotetico futuro o di aver conseguito una distribuzione razionale, una forma ascetica o magniloquente, l’organizzazione funzionale alla cantierizzazione o la facilità di smontaggio e di riciclaggio, ecc. ecc. in una babele di segni e comportamenti in cui il valere (o non valere) tutto e il contrario di tutto rende scivoloso il raffronto, impraticabile la ragionevolezza, inapplicabile il criterio, vanificato il senso. Ad esempio, se fissato il luogo, la destinazione, la volumetria, la spesa e gli altri dati vincolanti, venisse dato distinto incarico ad un gruppo di progettisti di disegnare il progetto più idoneo, obiettivo, elegante, significativo e pertinente di cui sono capaci; e ad un altro gruppo di professionisti altrettanto coscienziosi e preparati l’incarico di disegnare un volume rispondente alle necessità edificatorie ma intrinsecamente scorretto, caotico, inelegante, insignificante e per nulla pertinente; ebbene: garantita la realizzabilità e mescolati i disegni, né il profano, né il tecnico, né il docente universitario, né lo storico dell’architettura sarebbero in grado di distinguere l’intenzione che li ha originati. Programmaticamente giusti e deliberatamente sbagliati si confonderebbero in maniera indistricabile secondo dinamiche di tragica equivalenza. Si ha così la dimostrazione dell’assurdità della situazione attuale, l’evidenziazione dell’assoluta mancanza di relazione da parte dell’architettura con le ragioni (esistono, e sono reali e cogenti!) del suo essere, ma anche la inderogabile necessità di porci un sistema di quesiti fondanti che dinanzi a ipotesi divergenti consentano un minimo di orientamento; di porci obiettivi appunto “edificanti” attraverso la condivisione di alcuni criteri strategici di base capaci di metterci d’accordo su alcune grandi priorità da cui partire per ricostruire quel concetto di architettura di cui la società ha assoluto bisogno. Stabilito Nel vasto panorama internazionale della bioarchitettura Ugo Sasso ha portato un concetto originale tutto italiano, quello che il progetto ecologico non deve esaurirsi nell’edificio eco-sostenibile, ma deve avere al centro l’uomo, la qualità sociale del vivere della persona che vi andrà ad abitare, la sua l’appartenenza al luogo geografico e sociale, la salvaguardia del suo mondo di relazioni stratificatosi attraverso il tempo nelle città e nei paesi. «Per comprendere tutto ciò – diceva – occorre dimenticare la “casa-macchina per abitare di Le Courbusier” e cioè che l’intervento oggi non può non tendere all’ecologia, tra i quesiti che vanno alla radice del fare architettura se ne possono individuare alcuni di particolare efficacia rispetto a cui graduare l’attenzione, l’impegno e le risorse. BIOARCHITETTURA [email protected] www.bioarchitettura.it Ecologia complessa Le ragioni profonde del mestiere di progettista vengono di rado indagate. L’attuale sistema formativo dà in genere per scontate le finalità dell’agire, né questo agire viene consentito durante l’esercizio della professione; mentre tutto corre, il progettista è preso dall’obbligo continuo di compiere scelte, con la matita, il mouse o con i materiali in cantiere. Si pretende che eserciti al meglio la facoltà di “decidere”, che decida subito e bene e allo stesso tempo lo si lascia solo (anzi lo si confonde e irretisce) nel difficile compito di discernere tra le poche soluzioni corrette e l’infinito delle soluzioni incongrue. Come riuscire, in tali circostanze, a decidere per il meglio? Dove trovare appigli e giustificazioni, guide e difese? Difficile ricorrere al supporto dell’accademia, gremita di sgomitatori di professione o sacerdoti di teorie avulse da ogni conoscenza cantierabile; né, come sopra accennato, possono soccorrere le riviste di settore costrette a proporre impresentabili architetture imperniate sullo spettacolo e sullo stupore (oggi persino spettacolarmente e stupefacentemente “ecologiche”) insieme a tutto il resto ruminate nel grande frullatore mediatico che tutto brucia, senza porsi il problema di discriminare, scegliere, indicare valori e significati. Eppure, al di là di tutto e nonostante tutto, il mestiere obbliga a decidere. Decisioni spicciole che, di rimando in rimando, tra linee curve o dritte, isolanti efficienti o ecologici, necessariamente salgono alle decisioni più a monte sino ad arrivare alle ragioni dell’agire, alle motivazioni che fanno scegliere un campo d’azione piuttosto che un altro, ai significati che sostanziano la pratica del progetto. È per questo che la Bioarchitettura, prima di definire specifici obiettivi e strategie, si esplica ponendo questioni, riflessioni e domande in qualche misura fondanti che, attraverso il confronto con una maniera più ecologica perché più umana, aiutano a mettere in discussione e possibilmente far traballare la maniera “ordinaria” di considerare i problemi dell’architettura. Un progetto ecologico, dunque, in quanto teso a migliorare la qualità diffusa dell’ambiente e della vita senza ricorrere a esibizionismi e senza spreco di risorse. Ma “ecologico” anche perché capace di coinvolgersi positivamente nella realtà a tutti i livelli senza distinguere tra becera attività quotidiana ed estetica opera magistrale. Ecologico perché avvicinabile e accessibile a tutti i progettisti che, senza inseguire le chimere dell’impossibile, possono guidare le proprie azioni verso obiettivi 13 pensare ai quartieri storici delle città italiane, ai piccoli paesi con case magari vecchie, dove però la comunità vive serenamente.» Ugo Sasso ha consegnato la sua filosofia del vivere e del progettare un’eco-architettura a misura d’uomo, che sia molto più del costruire in modo ecocompatibile e biosostenibile, ad un’intera generazione di sensibili architetti e di giovani studenti dei suoi corsi universitari che adesso, con l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, potranno continuare i suoi progetti, pur nel dolore e nel rimpianto del suo mite sorriso e della sua preziosa opera. il nuovo Abitare Ceramiche Rubinetterie PUBBLICITA’ Arredo Bagno Sanitari Vasche Idromassaggio 14 [email protected] Istituto Nazionale di Bioarchitettura Parquet chiari e semplici, che fanno riferimento al rispetto per le persone, incentivano l’aggregazione e quindi consentono all’ideatore di sentirsi integrato nella società, propongono situazioni adottabili dagli abitanti attuali e futuri e quindi più consone, mantenibili e trasformabili. In altre parole perché presenta più probabilità di essere accolto e quindi di essere mantenuto e durare nel tempo. Che è elemento fondamentale di ogni approccio ecologico non semplificato. Cisterna di Latina via Appia Km 54 Tel. 06.9699219 - 9693726 Fax 06.9693716 [email protected] www.edilappia.it 1 . Modulo fotovoltaico a celle DSC 2 . Layout di CHOSE-TT Lab 2 tecnologia Il 6 febbraio, presso i Laboratori di Ricerca Sviluppo Tecnologico del Polo Solare Organico della Regione Lazio (CHOSE - TT Lab), situati all’interno del Tecnopolo Tiburtino di Roma, alla presenza dell’Assessore all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio, è stata avviata la fase di industrializzazione dei pannelli fotovoltaici organici. Assieme all’assessore erano presenti il Rettore di Tor Vergata, prof. Renato Lauro, il Direttore del Dipartimento di Ingegneria Elettronica di Tor Vergata, prof. Franco Giannini, il co-direttore del Polo Solare Organico – Regione Lazio, prof. Aldo Di Carlo, e il presidente del Tecnopolo Brunetto Tini. 1 Al via la fase di realizzazione dei pannelli fotovoltaici organici alla presenza dell’Assessore all’ambiente della Regione Lazio, Filiberto Zaratti POLO SOLARE ORGANICO AL TECNOPOLO TIBURTINO 16 I Laboratori CHOSE (Center for Hybrid and Organic Solar Energy), realizzati per lo sviluppo di una linea pilota per la fabbricazione di moduli fotovoltaici di grande area basati sulla tecnologia organica – in alternativa alle convenzionali celle fotovoltaiche in silicio - sono il frutto della collaborazione tra l’Università Roma Tor Vergata e la Regione Lazio. Tra gli obiettivi del gruppo di ricerca: – lo sviluppo di un processo tecnologico per le celle organiche/ibride – la definizione di un processo di industrializzazione del fotovoltaico organico – il trasferimento tecnologico verso le PMI La fase di industrializzazione prevede la realizzazione di una linea di produzione di celle e pannelli fotovoltaici di tipo ibrido organico/inorganico (celle sensibilizzate a colorante) che non utilizzano il silicio. “Il Polo Solare, oltre a essere un elemento di ricerca di eccellenza della nostra Università, rappresenta una fase importante di formazione per i giovani. Il Polo gestisce infatti sia un Master Internazionale in “Ingegneria del Fotovoltaico”, che una Scuola Internazionale sul Fotovoltaico Organico che ospita studenti da ogni parte del mondo” (Prof. Renato Lauro – Rettore Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”). “La linea avrà inizialmente una produzione limitata del tipo di 10.000 metri quadri l'anno – spiega il prof. Aldo Di Carlo - che potrà opportunamente essere scalata. La linea che verrà realizzata avrà un costo contenuto essendo basata sulle tecniche di stampa come la serigrafia. Per questo motivo potrà facilmente penetrare nel settore del PMI italiane. Diverse industrie hanno mostrato interesse ed è stato siglato un accordo a settembre 2008 con ERG Renew Permasteelisa e Dyesol Italia per lo sviluppo di facciate fotovoltaiche che integrano questa tecnologia. Prevediamo di realizzare - conclude Di Carlo - la prima versione della linea entro il 2010, considerando che già nei nostri laboratori esiste una struttura di fabbricazione non automatizzata (batch process). ALDO DI CARLO Aldo Di Carlo ha ottenuto la laurea in fisica (con lode) presso l’università “La Sapienza” di Roma, e il PH.D presso l’Università Tecnica di Monaco (Ger“Lo scopo del Polo Fotovoltaico Organico della Regione Lazio CHOSE, mania). Nel 1996 è diventato assistenè quello di sviluppare un processo tecnologico per pannelli fotovoltaici te ricercatore al Dipartimento di Ingeorganici di tipo DSC (Dye-sensitized Solar Cells) che possa costituire gneria Elettronica dell’Università “Tor uno standard industrializzabile basato sulla ricerca di nuovi materiali, Vergata” di Roma. architetture di dispositivi e sviluppo di processi produttivi innovativi, in grado di garantire buone riproducibilità, efficienze di conversione e durata” Dal novembre 2001 è Professore Associato nello stesso Dipartimento. La sua (Prof. Ing. Franco Giannini). attività di ricerca riguarda gli studi sulle Il Polo Solare Organico della Regione Lazio costituisce uno dei tre punti proprietà ottiche ed elettroniche dei d’eccellenza a livello mondiale, assieme al Giappone e alla Germania, congegni nanostrutturati, la loro analisi per quanto riguarda la ricerca sulle nuove celle solari fotovoltaiche e ottimizzazione e la fabbricazione di organiche e ibride. congegni elettronici organici. Recentemente, è stato impegnato Spin-off Universitario DYERS nella realizzazione del “Polo Solare Presentato anche il nuovo Spin-off Universitario DYERS, nato Organico della Regione Lazio” (Center dall’esperienza dei ricercatori del Polo Solare Organico, che farà da for Hybrid and Organic Solar Energy) supporto alla fase di ingegnerizzazione del prodotto. Chose ed è attualmente codirettore del DYERS rappresenta il primo step per il trasferimento tecnologico del Polo. centro. E’ formato da Ingegneri che dopo aver conseguito il dottorato presso Aldo di Carlo è stato coordinatore l’Ateneo di Tor Vergata hanno scommesso, supportati dal Polo Solare, scientifico di vari progeti nazionali e sulla loro capacità di capitalizzare le conoscenze acquisite. Lo spin-off si internazionali ed è autore/coautore di occuperà della progettazione della macchina di produzione. più di 170 pubblicazioni scientifiche in “Promuovendo la costituzione di alcuni spin-off universitari, tra cui DYERS riviste internazionali, vari scritti, capitoli srl e TIBERLAB srl che si occupa di sviluppare il software di progettazione, di libri e 5 brevetti internazionali. CHOSE intende garantire la massima efficacia di azione mediante un continuo trasferimento tecnologico dall’Università alle imprese” (Prof. Ing. Franco Giannini). Dal 1965 assicuriamo i professionisti Travaglia Assibroker Srl | Via Emanuele Filiberto, 9 Sc. B int 8 | 04100 Latina | Tel. e fax 0773.662979 [email protected] | C.F. e P. IVA 02214320596 | Iscrizione R.U.I. n. B000075152 t TECNOLOGIA http://www.chose.uniroma2.it/ Ufficio stampa Assessorato Ambiente Sergio Ferraris [email protected] Ufficio comunicazione Assessorato allÕ Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio 06 51689336 Ufficio Stampa Università Roma Tor Vergata Sandro Lomonaco, Pamela Pergolini uffi[email protected] Ing. Monica Coppola Dip. di Ingegneria Elettronica Univ. Roma Tor Vergata mail: [email protected] 18 Polo Solare Organico Il Polo • nato due anni fa con un contributo di 6 milioni di euro da parte della Regione Lazio per la ricerca sul fotovoltaico di nuova generazione di tipo organico e ibrido. Il mondo industriale ha dimostrato di essere particolarmente interessato allÕ industrializzazione della ricerca, anche perchŽ le celle sono trasparenti e colorate e si prestano ottimamente all'integrazione architettonica. Il gruppo di ricerca • attualmente composto da oltre 30 ricercatori provenienti da varie parti del mondo, compresi alcuni "cervelli ritornati in patria" dall'Inghilterra, dalla Francia e dalla Germania. Laboratori per il Trasferimento Tecnologico Ð CHOSE TT Lab “Ad oggi la massima efficienza raggiunta su piccola area è circa il 9 % mentre su moduli di grande area si è raggiunta un’efficienza su area attiva pari al 4 %. Si tratta di risultati del tutto interessanti, specialmente perchŽ le celle funzionano sia con luce diretta che con luce diffusa e dunque utilizzabili in condizioni dove le celle convenzionali al silicio non sono efficienti come nelle pareti verticali e nelle facciate non espose a sud.. I costi di produzione, infine, sono già notevolmente inferiori a quelli del fotovoltaico tradizionale e in continua diminuzioneÓ (Prof. ALDO DI CARLO). Le celle solari dye-sensitized (DSC), lÕ alternativa al silicio Le celle solari dye-sensitized (DSC), realizzate per la prima volta dal chimico svizzero Michael GrŠ tzel nel 1991, sono celle fotoelettrochimiche arricchite di un colorante che ne aumenta lÕ assorbimento della luce solare. Queste celle costituiscono unÕ alternativa tecnicamente ed economicamente credibile alle convenzionali celle fotovoltaiche in silicio: la realizzazione di tali celle, infatti, non necessita del grande dispendio economico ed energetico tipico delle industrie dei semiconduttori. Inoltre, il fenomenale sviluppo che negli ultimi anni ha caratterizzato i settori dellÕ elettronica molecolare e delle nanotecnologie, ha reso possibile il raggiungimento di livelli di efficienza quanto meno confrontabili con quelli delle normali celle al silicio amorfo a costi decisamente inferiori. 8 Aprile - 6 Settembre 2009 Alessandro Mendini, dall’infinitesimo all’infinito Mostra antologica a cura di Beppe Finessi, allestimento di Marco Ferreri, progetto grafico di Italo Lupi Museo dellÕ Ara Pacis, Lungotevere Augusta, Roma 19 Aziende e prodotti / Partners & products: Coeso stratificato postformabile / Coeso postformed HPL Piani cucina Fullcolor / Fullcolor worktops main partner: ANAUNIA www.paretimanovrabili.com Pareti manovrabili / Movable partition walls NARDI www.nardigarden.it Arredo giardino / Garden fornitures partners: PL ABET GROUP www.parqcolor.com Pavimenti laminatiHPL Parqcolor Vintage / Parqcolor HPL Vintage flooring Contropareti Parqwall / Parqwall wall cladding 40 sqm BRAENDLI www.braendli.com Rivestimenti murali / Wall coverings MISURAEMME www.misuraemme.it Arredametni / Fornitures Con il progetto QuarantaMetriQuadri ho inteso fornire una proposta credibile e concreta alla crisi di fruizione della città contemporanea, stretta fra le contraddizioni di un selettivo mercato immobiliare, che rischia di essere il solo vero protagonista delle mutazioni sociali ed economiche del consorzio civile, e la sostenibilità che queste pressioni inevitabilmente sollevano dal punto di vista dell’espansione urbana e della rete infrastrutturale necessaria per poterla supportare con efficienza. L’attuale crisi economica globale, non a caso, è stata scatenata oltreché dalla stringente carenza di risorse energetiche, soprattutto dal crollo del 40 sqm qUARANTA METRI qUADRI sistema creditizio subprime legato all’accessibilità del mercato immobiliare. In bilico fra l’aspirazione al possesso di una casa, nucleo, identità e sede della famiglia, matrice della società, e l’impossibilità di poterla finanziare, le risposte degli operatori e delle istituzioni non sono riuscite altro che ad allargare il solco fra due mercati immobiliari contrapposti ed entrambi insoddisfacenti, quello degli alti valori (e alta qualità?) che ha generato la crisi per la sua insostenibilità e quello della casa assistita a basso costo, altrettanto insoddisfacente per l’inevitabile basso profilo qualitativo di manufatti e contesti urbani. Sembrano cogliersi così tutte le tensioni dell’attuale società. Un’analisi più accurata evidenzia inoltre la tendenza, nei contesti metropolitani occidentali, ad una sensibile riduzione dei componenti il nucleo familiare, e quindi delle esigenze dimensionali, mentre i modelli di riferimento delle abitazioni, nel panorama edilizio consolidato, sono rimasti quelli spesso incommerciabili di qualche decade fa, assieme all’incapacità di saper rinnovare la storia della città anche dal punto di vista normativo quando questa è nel vicolo cieco della crescita zero. La trasformazione deve avvenire allora partendo da presupposti diversi: non negando il mercato, che per quanto contraddittorio è l’unico sistema coerente, ma arricchendolo con proposte e modelli di qualità, assecondando la costante aspirazione a un miglioramento degli standard qualitativi delle condizioni abitative, appagando gusti e ambizioni in maniera adeguata alle aspettative e alle istanze contemporanee di consapevole gestione delle risorse. Parliamo quindi di abitazioni con elevati standard qualitativi di abitabilità in quanto a sistemi, tecnologie, arredi e componenti, combinati con un’accessibilità economica, possibile perché calmierata dalle dimensioni contenute della superficie e non dall’abbassamento della qualità. 20 Nella filosofia QuarantaMetriQuadri il vero lusso è lo spazio e pertanto, poiché ridotto e prezioso, questo dovrà essere gestito con sapienza e creatività per arricchire la fruizione esperienziale con una flessibilità d’uso ben progettata. La proposta “ideologica“sviluppa qualitativamente le potenzialità dei sistemi e dei componenti delle aziende partner che partecipano al progetto, per fornire nuove interpretazioni e un modello di sviluppo innovativo e contemporaneo; il prototipo di unità abitativa completo di accessori e arredi di qualità costituisce l’elevato standard di riferimento. QuarantaMetriQuadri è solo il primo nucleo di un’ambiziosa ricerca in corso, volta ad esplorare e sperimentare i nuovi modelli relazionali della città e del suo modulo, la casa e i modi dell’abitare, in ambito residenziale e ricettivo, terziario-produttivo, scolastico e ospedaliero. Paolo Badetti Architetto www.designrepublic.it 21 AXIA www.axiabath.it Arredo bagno / Bath collection Brezza Pavimento per esterni / Brezza outdoor floor DAS www.radiatoridiarredo.com Radiatori d’arredo / Furnishing radiators tech partners: SAMSUNG www.samsung.it Schermi / Monitors TERACREA / DEROMA www.teracrea.com Vasi e Giardino verticale / Vases, vertical garden & greenery OMA ILLUMINAZIONE www.omailluminazione.it Lampada banco / Desk lamp A. DI ARCOBALENO INTERFAIRGROUP PMP www.interfairgroup.it Allestimento / Stand contractor Paolo Badetti Architetto pbastudio, Italia [email protected] www.pbastudio.it www.adiarcobaleno.it PAOLO BADETTI L’attività didattica e seminariale condotta da Paolo Badetti presso l’università di Genova, Italia, sin dalla sua partecipazione all’I.L.A.U.D. (International Laboratory of Architecture and Urban Design) del Prof. Giancarlo De Carlo, con il quale si laurea nel 1988, porta allo sviluppo, sin dai primi anni ’90, di un’intensa attività professionale con la realizzazione di numerosi progetti architettonici e urbani e la premiata partecipazione a diversi concorsi di progettazione in Italia e all’estero. Fondato nei primi anni 2000, pbastudio moltiplica l’ambito operativo dell’architettura sviluppando parallelamente l’attività dell’interior & contract design e del design industriale con la realizzazione di diversi progetti d’eccellenza dedicati all’ospitalità, alle mostre tematiche e allo sviluppo di componenti d’arredo, con particolare cura per il progetto, il gusto del dettaglio e la qualità della realizzazione. L’evoluzione della progettazione nei settori abitativo, ricettivo e terziario e le prospettive del nuovo millennio hanno portato lo studio ad approfondimenti e ricerche dei modi dell’abitare contemporaneo, anche con la formazione di una qualificata struttura tecnico-progettuale di servizio, specificatamente dedicata agli ambiti tecnologici e allo sviluppo nella ricerca. 22 23 i n i d giar La recente scomparsa di Ippolito Pizzetti, grande letterato, appassionato di giardino, creatore di giardini, autore di ineguagliati testi sul giardinaggio, mi ha fatto tornare alla mente la definizione di giardino così come ce l’ha donata il filosofo Rosario Assunto: “[....] spazio assolutamente altro dagli spazi che la nostra quotidianità consuma consumandosi in essi.... il giardino è la Natura in quanto tale, come l’ha modellata l’Uomo per esprimere in essa il proprio spirito; servendosi delle diverse e convergenti tecniche dell’agricoltura, dell’idraulica, dell’architettura e della scultorea fabbriccità, allo scopo di fare dell’ambiente naturale un luogo in cui il vivere e il contemplare faccian tutt’uno [....]” A PROPOSITO DEL GIARDINO 2 24 Difatti, il giardino è un’opera d’arte che più che essere contemplata si gode vivendo in essa, ma escludendo assolutamente il concetto di consumo, concetto negativo e inaccettabile se riferito al giardino, e quindi da combattere con ogni mezzo. Quello che invece a noi oggi tocca è lo spazio verde o peggio ancora il verde, quasi che nel colore verde o nella quantità di spazio che l’urbanista, nella ripartizione territoriale ha voluto generosamente donarci, possa comprendere tutto quanto la parola giardino evoca nei nostri pensieri. Paradeisos, secondo un antico vocabolo di origine iranica, è il nome identificativo del giardino, luogo fantastico, “eutopico” dove la tradizione universale colloca la nascita dell’uomo. Il vocabolo originale é pairidaeza da pairi intorno e daeza muro, quindi recinto murato. È Senofonte che opera la trasposizione quando racconta di Ciro il Giovane che “[...] in tutte le terre in cui va a soggiornare, si impegna perchè diventino giardini, i cosiddetti paradisi, pieni di tutte le cose belle e buone che la terra è solita produrre [...]” E al centro di questo giardino/paradeisos un albero, elemento fecondante, che contiene in sé il seme che permette lo sviluppo della vita. Albero e giardino sono strettamente legati, boschi e foreste fanno parte del nostro immaginario collettivo, affondano le loro radici nel nostro subconscio. Il terrore panico che a volte improvvisamente ci prende, per ragioni ignote alla nostra coscienza si richiama al dio Pan, il dio della vegetazione misteriosamente animata, metafora dell’energia primordiale dell’universo. Il bosco è il luogo dove è custodita la coscienza primordiale, il luogo dove si rivelano gli spiriti ancestrali e le forze della natura. Al contrario il giardino è il luogo dove la natura selvaggia è soggiogata e dominata, il luogo dove, riuscendo a percepire le forze nascoste che lo animano, i disegni dei viali, le disposizioni della vegetazione, le forme delle aiuole, i percorsi dell’acqua alfine si compongono a formare il messaggio di conoscenza che in esso si cela, e che ci permette di rompere il guscio temporale nel quale viviamo per condurci oltre le dimensioni del quotidiano, 1 alle radici della nostra esistenza.(foto 1 e 4) Nella più antica tradizione il giardino veniva identificato con il grembo femminile, e il culto di Demetra, Dea della terra, si legava al più antico culto dei giardini di Adone, in una ritualità che rappresentava la ciclicità delle coltivazioni e l’alternarsi delle diverse colture. Terra, giardino, donna si identificano con la grande forza vitale da cui si originano fecondità e fertilità. Dall’abbandono del giardino dell’Eden, il giardino dove il creatore aveva posto l’uomo creato a sua immagine e somiglianza, nasce il grande distacco da quel luogo paradisiaco e la sua costante, continua ricerca da parte dell’uomo. Così, noi siamo alla continua ricerca del giardino come luogo fantastico di pace e felicità.(foto 3 e 7) La ricerca può essere senza speranza, se aspiriamo all’irraggiungibile, ma può invece concretizzarsi tra le nostre dita se mettiamo in pratica quanto ci viene suggerito da un antico proverbio cinese: “...vuoi essere felice un’ora, pranza con gli amici... vuoi essere felice un giorno, comprati un cavallo... vuoi essere felice una settimana, sposati... vuoi essere felice un mese, fai un viaggio... vuoi essere felice tutta la vita, cura il tuo giardino...!” Diversi hanno messo in pratica alla lettera questi preziosi suggerimenti, tra cui ricordiamo una deliziosa signorina inglese, di nome Gertrude Jekyll, Bosco e giardino è il titolo di un suo famoso libro, dove si raccontano le giornaliere esperienze e le sperimentazioni botaniche che compiva in un luogo fantastico dal nome Munstead Wood, che si trovava nel sud dell’Inghilterra, precisamente nel Surrey, personalmente insieme ad alcuni fidati giardinieri. E proprio là si compiva quanto dovrebbe compiersi in un giardino poiché “[...] lo scopo di un giardino è di fornire gioia e ristoro alla mente, di placare, di raffinare, e di innalzare il cuore in un afflato di lode e di riconoscenza [...]” 25 3 4 5 6 Bosco, giardino e paesaggio sono legati insieme nella fantastica creazione della Jekyll: difatti le successive composizioni, quasi stanze a cielo aperto, modellano il progressivo passaggio dal più addomesticato parterre affiancato alla casa ai contorni ombrosi del bosco, fino alle sfumate ondulazioni delle colline della campagna inglese. (foto 5) Bosco e giardino non sono più in antitesi, ma si completano a vicenda, il giardino perdendo la rigidità delle sue forme per entrare nel bosco e il bosco dilatandosi con le chiome degli alberi verso il paesaggio. (foto 6) Dunque sono gli alberi che divengono legame tra giardino e paesaggio, gli alberi che ci accompagnano nel nostro cammino fin dalla creazione del mondo [...] il Signore Dio piantò un giardino in Eden e vi collocò l’uomo che aveva plasmato [...] perchè lo coltivasse e lo custodisse [...] e fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare[...]. (foto 4) Ma cos’è mai in fondo un albero? Un tronco, foglie, radici, una chioma... possiamo calcolare la quantità di legno che si ricaverebbe abbattendolo, possiamo valutare lo spazio che la sua ombra copre nelle varie ore del giorno, ma non potremo mai imbrigliare l’albero dentro una quantità o un’estensione nello spazio. Gli alberi, che sono le piante più grandi che si sono sviluppate sulla terra, hanno un fascino tutto particolare. Invecchiando assumono un aspetto imponente, grandioso, maestoso. Monumenti naturali, così li ha chiamati Alexander Von Humbolt, grande studioso appassionato del genere vegetale, ammirandoli durante il suo fantastico viaggio alla scoperta del nuovo mondo.(foto 2) E proprio agli alberi dedico le riflessioni finali, gli alberi che se l’uomo fosse in grado di usare compatibilmente con le proprie necessità e contemplare nella loro bellezza potrebbero donarci il più puro dei piaceri terreni. Senza cedere ad istinti “consumistici”, così come avrebbe dovuto fare Adamo con l’albero situato al centro del giardino primigenio. Albero i cui frutti erano posti lì semplicemente per essere contemplati. LAURA D’AMELIO Architetto, socio AIAPP, laureata a Roma, con una tesi sul recupero paesaggisticodiun vuoto urbano di risulta dai bombardamenti della II guerra modiale in Via della Moretta a Roma nei pressi di Via Giulia. Dal 1990, come dipendente dell’ATER Roma (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica di Roma), ex Istituto per le Case Popolari, all’interno dell’Ufficio Edilizia Sostenibile, ha curato gli aspetrelativi al rendimento energetico e alla riqualificazione degli spazi esterni nei complessi di proprietà dell’Azienda. Attualmente è responsabile del settore che si occupa della gestione e manutenzione del patrimonio vegetal dell’ATER. Dal 2007 fa parte del comitato di redazione della rivista Architettura del Paesaggio. Arch. Laura D’Amelio 7 27 IED CENTRO RICERCHE Responsabile Relazioni Esterne Anna Cantaro [email protected] SIG E D Milano, marzo 2009 - Per cinque mesi, dal 30 novembre 2008 al 25 marzo d 2009, nella splendida cornice del Cairo, 20 designer egiziani coordinati da 1. Ci parli del workshop, della sua visione dell’iniziativa. arredi, con la supervisione professionale di IED Centro Ricerche, hanno Il primo Egypt design+Industry workshop rappresenta l’inizio di una collaborazione tra IED Centro Ricerche e le istituzioni egiziane che si occupano della promozione e modernizzazione dei locali settori produttivi legati al design. Il principale obiettivo di questa iniziativa è quello di varare un progetto pluriennale di costruzione di una identità per il “made in Egypt” attraverso il rilancio di una proposta unica e forte di prodotti di arredamento sul mercato mondiale. L’industra del “furniture” è stata scelta come primo ambito di intervento sia per il fermento innovatore da cui è percorso in questi mesi l’Egitto, che per il suo appeal per la comunicazione di settore e non, in molti paesi. Il Centro Ricerche IED in questo caso ha condiviso il ruolo di ideatore e coordinatore con Rhimal, organizzazione locale di promozione e divulgazione della cultura del design. I lavori si sono svolti al Cairo tra l’ottobre 2008 e il marzo 2009. lavorato ad una grande sfida: costruire una nuova identità culturale per il design egiziano partendo dal settore dell’arredo. N Un workshop organizzato da IED Centro Ricerche e Rhimal Design per definire la cultura del design del mobile in Egitto FABIO VERDELLI 7 designer di fama internazionale, insieme a 20 aziende locali del settore Il primo Egypt Design + Industry Workshop è il frutto di una comunione di intenti tra diversi attori: IED Centro Ricerche, l’Egyptian Furniture Export FAYADAN: UNA NUOVA ONDA PER L’EGITTO Council, l’Industrial Modernisation Centre e Rhimal Design. Si tratta di un workshop doppio: da una parte l’interpretazione della nuova cultura di un paese in via di sviluppo come l’Egitto, attraverso la realizzazione di prodotti d’arredamento domestici e contract realizzati da giovani designer locali, e dall’altra un progetto di comunicazione costruito da IED Centro Ricerche e sviluppato da un gruppo di graphic communication designer egiziani per “raccontare” i risultati del workshop. “Fayadan significa onda, un’onda nata dalle acque del Nilo. Per molti anni l’Egitto è stato un riferimento culturale a livello mondiale, il punto di partenza del Fayadan. Oggi sente l’esigenza di verificare quanto questa influenza è stata assimilata e come, di raccogliere tutto quello che l’onda ha portato con sé. Stiamo parlando di un paese in via di sviluppo che ha voglia di confrontarsi e di attingere il più possibile dalle culture vicine per essere in grado di definire al meglio, oggi, la propria cultura. La diffusione della cultura del design nel mondo è, forse, la più radicata delle nostre ragion d’essere – commenta Fabio Verdelli, direttore di IED Centro Ricerche – i giovani professionisti egiziani ci hanno chiesto di aiutarli nella costruzione di una nuova identità e di partire non a caso dal design, i prodotti che saranno in esposizione al Salone del Mobile rappresentano il manifesto di questo nuovo spirito di rinascita.” 28 EGYPT DESIGN + INDUSTRY WORKSHOP 2. Che prospettive intravede per i giovani designer egiziani? I giovani egiziani impegnati nel campo della progettazione sono una forza straordinaria che possono fare la differenza nei prossimi anni. Il paese è deciso a investire su di loro, come questo workshop e la collaborazione con IED Centro Ricerche testimoniano fattivamente, ma c’è ancora molto lavoro da fare, sia sulla loro preparazione che sul rapporto con le manifatture locali che spesso faticano a intuirne il potenziale, preferendo una strategia aziendale rivolta ai grandi nomi o nel peggiore dei casi alla produzione anonima. Fabio Verdelli Direttore di IED Centro Ricerche Nel 2006 fonda il Fabio Verdelli | Design Studio. Ha insegnato progettazione e cultura del progetto per l’Istituto Europeo di Design (Milano e San Paolo) e per la Scuola Italiana di Design. Ha lavorato per diversi marchi tra i quali: Ambasciata dei Paesi Bassi, Bene, Bosch, Briko, Chicco, CocaCola, Columbia Tristar, DeLonghi, Diesse, Elan, Fiat, Fila, Haworth, Head, Hoover, HP, Hyundai, Ibm, Ideal Standard, Ikea, Inda, Lever, Kia, Luxottica, MGM, Motorola, Olivetti, Roche, Samsung, e Saunier Duval. Dal Gennaio 2008 coordina il centro ricerche dell’Istituto Europeo di Design. 29 30 EGYPT DESIGN + INDUSTRY WORKSHOP (Accademie Optical, SOVER), Nestlè-Vera, Zambon, Campari, Amore Pacific-HERA, Epta Group-Costan, Nike, Mulino Bianco, PaglieriFelce Azzurra. Matteo Battiston Vice Direttore IED Milano e Direttore di IED Comunicazione – Docente di Egypt Design + Industry Workshop. Svolge attività di docenza e seminari presso diversi atenei pubblici e privati (Univ. Statale, IULM) sul tema del rapporto tra il brand e In ogni caso ho notato qui una maturità e una determinazione che ormai in Europa è molto rara tra i giovani della stessa età. Immagino che nei prossimi anni queste qualità, anche ben promosse da una amministrazione attenta, garantiranno loro l’opportunità di misurarsi alla pari con loro colleghi del resto del mondo. 3. In questo panorama che ruolo ha IED Centro Ricerche? IED Centro Ricerche segue attentamente lo sviluppo delle realtà emergenti nei settori legati al progetto e alla creatività in diverse aree. Questi progetti di cooperazione internazionale ci hanno sempre portato in luoghi del pianeta dove le istituzioni locali hanno intenzione di scommettere sul design come mezzo di sviluppo sociale, culturale ed economico soprattutto tra piccole e medie imprese dei settori manifatturieri. Il nostro impegno, testimoniato dagli incoraggianti risultati già ottenuti in Spagna, Turchia, Corea e Brasile, ci ha offerto la possibilità di sviluppare un’ esperienza ed un know how peculiari e di grande attualità anche in considerazione delle ultime evoluzioni della globalizzazione di mercati e sistemi. Il nostro ruolo è quello di gestire il passaggio delicato da panorami microeconomici disgregati e parcellizzati a un sistema cooperativo e concorrenziale mediante lo sviluppo di iniziative concrete, che possano trasferire un metodo e un saper fare tramite l’interazione tra le persone coinvolte, esattamente come cercheremo di fare in questi anni in Egitto. La nostra missione è quella di farci promotori di un design, magari lontano dalle copertine patinate e dal montante star system, ma in grado di offrire “una speranza progettuale” concreta per il futuro. la progettazione del prodotto; in IED Centro Ricerche è stato responsabile dei progetti di comunicazione strategica e ha coordinato le attività di progettazione della marca di grandi aziende tra le quali Jacuzzi, Ikea, Motorola, Bosch, De’Longhi. Franco Perugia Senior Consultant MS&L Italia - Docente di Egypt Design + Industry Workshop. Esperto di comunicazione di crisi e di strategie di comunicazione integrata, è coordinatore di EGYPT DESIGN + INDUSTRY WORKSHOP EGYPT DESIGN + INDUSTRY WORKSHOP Luca Loschi Senior Designer IED Centro Ricerche – Project Manager di Egypt Design + Industry Workshop. Ha coordinato diversi workshop per IED in Italia all’estero. Ha disegnato per diversi marchi tra i quali: Lugli Carrelli Elevatori, Intercast Europe, Bosch Thermotechnik Worldwide, Inda, CocaCola Italia, Briko, FAC, Samsung Italia, Arno, Hyundai Motor, De’ Longhi, Columbia Tristar Picture Italia, IED, Microcell, Wella Italia, Luxottica, Pago, Jacuzzi Europe, ANFAO corsi di formazione sia nell’area delle relazioni pubbliche che in quella della comunicazione interna per Cegos, Centro di formazione del Sole 24 Ore, e IED. Amr Abdel Kawi Titolare di Magaz Magazine – Ideatore di Egypt Design + Industry Workshop. DODO ARSLAN 1. Lei ha partecipato al Workshop in qualità di docente, quale è stata la sua percezione dell'aula? I giovani progettisti erano eccezionalmente motivati ed hanno dimostrato di avere un loro stile riconoscibile ed originale, di sapersi distaccare dai modelli classici senza perdere lo “spirito egiziano”. Inoltre mi hanno colpito la loro padronanza dell’inglese (mentre in italia lo parlano davvero in pochi!) e la loro abilità nella modellazione CAD ed i rendering digitali. Dodo Arslan Titolare di Dodo Arlsan Design Studio Docente di Egypt Design + Industry Workshop. È stato selezionato da Taschen per Design Now!, volume che raccoglie 90 tra designers e produttori 2. Che differenza ha rilevato tra il design e quello egiziano? leader mondiali, e per Design/Art Limited Sono due realtà davvero differenti quindi l’”incontro” al Salone ‘09 non potrà che essere una fantastica occasione Editions, una completa ed aggiornata raccolta di di confronto e reciproca crescita! pezzi di DesignArt di 70 designer internazionali. Ha vinto numerosi premi 3. Cosa pensa in generale di questa iniziativa? tra cui: Young&Design, il È un bellissimo segnale da parte delle istituzioni egizia- Mini Design Award, Pirelli ne, un’operazione che ci si aspetterebbe anche da quella Pzero e l’Art Directors Club. italiane (che, di fatto, dormono sugli allori del design Ha tenuto corsi italiano dei grandi maestri degli anni 70-80) così come all’Istituto Europeo di avviene in molti altri paesi d’europa: Spagna, Francia Design (Milano, Torino e San Paolo) ed alla Scuola Germania, Inghilterra e tutti i Paesi Scandinavi che tutti Italiana di Design in gli anni espongono a Milano le novità dei loro più giovacollaborazione con Ikea, ni e promettenti designer. Timberland, Chicco, Firme di Vetro e Vetrerie Bruni. Ma recentemente la Triennale di Milano, il tempio del design italiano, sta dando incoraggianti segni di reattività… numerose mostre ed iniziative l’hanno portata a nuova vita. 31 Black Cloud Pouf Cairo Dining Table Producer: Outside Sources Product: Seating Element Materials: RiceStraw in a net W: 159 D: 114 H: 54 cm Product: Dining Table Materials: Metal W: 300 D: 115 H: 77 cm DANIEL DENDRA Noa – Lounge Element Producer: La Roche Product: Dining Table Materials: Metal Structure with Glass top W: 300 D: 115 H: 77 cm SHINICHIRO OGATA Screen Table Producer: Araeek Product: Coffee Tables + Treys Materials: Steel and Leather W: 60 D: 60 H: 46 cm Profile Table Producer: Mohm Product: Dining Table Materials: Wood and Steel W: 180 D: 85 H: 73.5 cm Cabinet Producer: Ali Khalil Product: Cabinet Materials: Wood and leather W: 126 D: 45 H: 110cm A Table Producer: Mohm Product: Chair Materials: Metal W: 45 D: 53 H: 83.5cm Aluminium Chair Producer: Amr Helmy Product: Seating Element Materials: Steel and upholstered W: 304 D: 174 H: 51 cm Producer: HardWood Product: Counter Materials: Wood W: 343 D: 412 H: 90 cm Crack Dining Table Spiral Table Cocoon Chair Producer: Outside Sources Product: Chair Materials: Wood and leather W: 41 D: 48 H: 80.5cm Arch Table HARRY AND CAMILA Delta Kitchen Producer: Shadishel Product: Table Materials: Wood Veneers with glass top W: 100 D: 100 H: 80 cm Opera Dome Lighting High Above Cairo Sun Stool Caligraphy Bench Producer: ITA Egypt Product: Coffee Table Materials: Glass top with wood base W: 96 D: 96 H: 40 cm Producer: Mohm Product: Stools/ Tables Materials: Expanded Metals D: 30 H: 45 cm Producer: Mohm Product: Seating Element FRANZ SCHROFER Producer: Outside Sources Product: Lighting Element Materials: Plexiglass ora Brass W: 120 H: 54 cm LITA ALBUqEREUE Glass Table Producer: Al Cazar Product: Armchair Materials: Metal Structure with upholstering W: 106 D: 73 H: 80 cm Producer: Archi Touch Product: Desk Materials: Wood High Gloss or Plexiglass Love Seat - Plisse S-Desk Producer: Outside Source Product: Coffee Table Materials: Glass W: 100 D: 40 H: 40 cm High Stool Glass Desk Producer: HardWood Product: High Stool Materials: Plywood W: 37.2 D: 40.5 H: 80.5 cm Producer: Future Product: Desk Table Materials: Glass with wood W: 180 D: 90 H: 73 cm Producer: Yoni Furniture Product: Kitchen + Counter Materials: Wood W: 390 D: 80 H: 90 - 115 cm Lam Lam Chair Producer: Mohom Product: Lounge Chair Materials: Bent Metal structure with stainless steel cladding W: 90 D: 77 H: 67 cm Lam Lam Lounge Producer: Mohom Product: Stool Materials: Bent Metal structure with stainless steel cladding W: 45 D: 58 H: 85 cm KARIM MEKHTIGIAN Mini Deshret Nour Nut TAREK NAGA Producer: Outside Sources Product: Lighting Element (expandable) Materials: LED’s and expandable material Shadow Lounge Chair Dune Seating Element Producer: Alamin Product: Lounge Chair Materials: All wood with metal base structure W: 165 D: 94 H: 73 cm Producer: Meuble El Chark Product: Daybed Materials: All upholstered W: 180 D: 1074 H: 60 cm Producer: Meuble El Chark Product: Pouf Materials: All upholstered W: 58 D: 63 H: 73 cm Cocoon Armchair Producer: Alamin Product: Lounge Chair Materials: Wood with upholstered interior seating W: 135 D: 97.5 H: 150 cm 1 2 3 ARCHITETTURA 1 - PROGETTO IMMENSOLA 2 - PROGETTO RECYCLESCAPE 3 - PROGETTO COMBISPACE La sera del 26 gennaio 2009, in una Triennale gremita di giovani e illuminata con fari verde acido puntati sulle arcate della facciata, ha preso vita l'happening mondano per l'inaugurazione della mostra Opening Soon. Tra musica, birra, magliette omaggio e luci da discoteca nell'austero atrio della Triennale, centinaia di persone hanno visitato in anteprima la mostra, inaugurata poi ufficialmente il giorno dopo. La mostra, organizzata dal Gruppo Benetton in collaborazione con POLI. design e curata dal duo Branzi Collina, si poneva come coronamento del concorso Colordesigner. Dal 2007 ad oggi giovani creativi di tutto il mondo sono stati chiamati a riprogettare i flag-store Benetton, per dargli un'impronta più moderna e innovativa. NUOVE IDEE E GRANDI FIRME PER I NEGOZI BENETTON Opening Soon ha presentato i sei progetti finalisti; caratteri distintivi di questi sono l'assoluta novità e - nella maggior parte dei casi - un'attenzione particolare alle luci dei negozi, elemento fondamentale non solo per l'identità dei negozi, ma anche per il marketing del punto vendita. Da segnalare a questo proposito il progetto Immensola dell'italiano Tommaso Bistacchi: mensole formate da ripiani estraibili e componibili a piacere che proiettano a terra aloni di luce colorata in differenti toni pastello, gli stessi per cui Benetton è famosa in tutto il mondo. La vittoria del concorso è andata a Combispace, progetto dell'architetto portoghese Luis Pereira Miguel, tutto incentrato sulla personalizzazione dello spazio e sull'integrazione della tecnologia. La seconda sezione ha presentato i rendering dei progetti di famosi architetti per negozi del brand italiano, che saranno realizzati nei prossimi anni nelle maggiori città. Negozi perfettamente integrati nella vita delle metropoli o, al contrario, pensati come oasi di pace per isolarsi dal traffico cittadino, che portano la firma di studi del calibro di Fucksas, Cino Zucchi e Lissoni Associati (tra gli altri). Un'ultima sezione ha presentato, con installazioni video, le 700 e più idee pervenute alla giuria di Colorsdesigner da tutto il mondo. Da segnalare infine l'allestimento creato sul soffitto della sala con i coloratissimi maglioni che dagli anni '60 ad oggi sono stati disegnati da Benetton. Lana intrecciata, trame fitte o ariose, verde, rosso, righe, scacchetti... Il tutto appeso in alto, a ricoprire le strutture portanti del tetto. Sempre dal soffitto pendevano, ordinate in lunghe file, centinaia di lampadine a bulbo che avevano la triplice funzione di illuminare i capi, dare un'illuminazione diffusa all'intera sala e creare una vera e propria installazione luminosa. a cura di www.archilight.it 38 ARCHILight. La luce nel Progetto. Disano Illuminazione www.archilight.it www.benettongroup.com Photo credits: SGP, Marco Zanta, Giulio Tonini La crisi e il lusso Gli ultimi 5 anni, prima dell’arrivo della crisi finanziaria globale, hanno visto il settore nautico da diporto vivere una crescita esponenziale e una radicale trasformazione nel modo di concepire le imbarcazioni, principalmente al loro interno. Non si è assistito infatti a grandi innovazioni sul piano tecnologico legate alla propulsione o agli scafi, quanto a una sostanziale e profonda migrazione del design degli interni verso il lusso e la modernità ereditata dall’arredamento residenziale o alberghiero, quasi a voler dimenticare lo stile marinaresco che per oltre cento anni ha caratterizzato le scelte stilistiche e i materiali. DESIGN NAUTICO 2009: ESIGENZE ATTUALI PER ESIGENZE FUTURE Il recente arrivo della crisi economica, che probabilmente non ha ancora manifestato pienamente i propri effetti in tutti i settori, quanto meno nel nostro Paese, sta mettendo in discussione non solo le tendenze del design, ma l’intero settore della nautica da diporto, costringendo i cantieri a ripensarsi integralmente se non vogliono chiudere i battenti. Si salvano quasi sempre le nicchie ultraverticali che reagiscono alle crisi in modo opposto al mercato, ovvero esasperando la ricercatezza e raggiungendo i limiti massimi che l’ingegno umano, spesso non accompagnato dal buon gusto o dal buon senso, consente. Ma anche nel settore extralusso, ovvero quello blasonato degli sceicchi e dei nababbi in senso lato, spesso più per ragioni di opportunità politica che per vere necessità di budget, la lista degli ordini si è accorciata e le produzioni di altissima gamma standardizzate hanno segnato numerose e preoccupanti cancellazioni. La necessità di mettersi sotto osservazione il settore nautico l’ha avvertita immediatamente e sono già in corso dibattiti e tavole rotonde settoriali per anticipare le mosse corrette per trasformare in opportunità questa crisi. Dove andrà il mercato Non è compito nostro immaginare il futuro dell’intero settore della nautica da diporto, ma è utile anticiparne alcune tendenze per quel che riguarda il design degli interni e degli scafi. Chi saprà comprendere per primo le nuove esigenze si assicurerà un vantaggio competitivo su tutti gli altri, reagendo in modo opportuno. I designer specializzati nel settore di altissima gamma si indirizzeranno verso le produzioni su misura: chi potrà permettersi un’imbarcazione di lusso, infatti, la vorrà sempre più ritagliata su di sé per essere ancora più gratificato nella propria esclusività. Se in Italia accadrà lo stesso fenomeno che sta riguardando Europa e Stati Uniti, dove l’apparire ai livelli alti diventa persino imbarazzante, assisteremo ad un ritorno alle vecchie imbarcazioni, magari finemente restaura- 40 te. Perché da sempre il vintage o comunque il retrò riportano un’idea di lusso aristocratico, di recupero, quasi di tutela ambientale volta al recupero piuttosto che al consumo. Qualche cantiere necessariamente dovrà intraprendere la strada delle propulsioni alternative, come vedremo. Interior design nautico Anticipare la domanda di mercato è il compito del designer innovatore, ecco perché dobbiamo evidenziare subito un fenomeno in atto nella fascia bassa del mercato: abbassare il prezzo delle barche e ridurre la loro manutenzione. Motori più semplici, di facile accessibilità e manutenzione, sistemi di propulsione meno raffinati, materiali resistenti alle incrostazioni per gli scafi e abbondante uso di plastiche speciali saranno solo alcune linee guida che interesseranno più gli ingegneri che i designer. La riduzione dei costi potrà essere attuata sfruttando gli arredamenti tradizionali per l’allestimento delle barche. Ecco la vera innovazione. L’idea è quella di andare da IKEA o da Mondo Convenienza, comprare il letto, i pensili, gli accessori, adattarli leggermente all’uso in barca ed installarli sulle barche di nuova costruzione, appositamente concepite per ospitarli. Un letto su misura in legni pregiati lucidato a specchio avrà un costo anche dieci volte superiore ad un letto comprato al discount del mobile e ancorato alla barca. L’idea che ora sembra bizzarra e fuori tema, è invece un tema reale che potrebbe ridurre il costo di una barca almeno del 30-50%. Ma l’ottimizzazione degli spazi e la funzionalità tipica del design nautico? L’ingegnosità del progettista, unitamente a quanto vedremo riguardo agli scafi, troverà soluzioni idonee per sfruttare gli spazi di prua o le parti curve dell’imbarcazione. Così invece di costruire una barca con gli interni fatti per durare 50 anni, avremo un ambiente quasi domestico da aggiornare periodicamente a costi bassissimi. Il designer si specializzerà quindi non solo nella progettazione degli spazi, ma nelle soluzioni di 41 to 5. a gi eg. h c ni r g paso o i it uo m t il ei a n id x- istituto quasar design university L’Istituto Quasar, struttura di formazione e ricerca attiva sui temi del design da 21 anni, ha organizzato il primo master in Yacht Design a Roma. Ospitando illustri designer è giunto al 10° anno e da sempre ha guardato avanti per anticipare le tendenze del mercato. www.istitutoquasar.com arredo adattate al contesto nautico. Progettare i nuovi scafi Ovviamente non sarà possibile pensare ad una tale rivoluzione nel design nautico senza ripensare la progettazione degli scafi. Utilizzare gli arredi tradizionali, usare tecniche di assemblaggio più economiche, ospitare le propulsioni ibride (elettrica e diesel), rendere le imbarcazioni più adatte al vivere in barca tutto l’anno: queste necessità richiederanno ai progettisti di scafi una profonda revisione non solo del modo di pensare lo scafo, ma la barca stessa. Il rispetto delle normative ambientali sia in fase di costruzione che di recupero alla fine della vita della barca, ad esempio, sarà un elemento portante per i prossimi decenni. Sarà prioritario considerare l’uso di vernici e colle meno dannose per la salute e per l’ambiente, poter rottamare efficacemente la barca alla fine della sua vita. A questo si aggiungerà un diverso modo di pensare alla propulsione per ospitare i motori elettrici, per dare spazio ai pannelli solari che potranno finalmente dare energia anche per muoversi e non solo per alimentare i servizi di bordo. Forse, se tutto andrà bene, assisteremo alla definitiva sparizione delle lampade alogene che fanno tanto “design” a favore di quelle a led assai meno costose in termini di assorbimenti e temperature generate. I nuovi scafi saranno probabilmente più panciuti e alti per rendere facile l’integrazione degli arredi domestici garantendo anche uno spazio vitale adeguato. La sfida per i designer sarà quella di proporre soluzioni funzionali ed economiche rendendole comunque belle anche agli occhi di un mercato che da cento anni ha assistito al consolidamento di tipologie estetiche e di forma che “remano” in tutt’altra direzione. Conclusioni La crisi economica e le sue ripercussioni sul settore nautico sono quindi un’eccellente occasione per ripensare il progetto della barca da diporto nella sua interezza, segmentando l’offerta in modo ancora più marcato, creando infine le barche per tutti, riproducendo in scala nautica il successo della mitica Fiat 600 del dopoguerra. Dall’altro lato l’alto di gamma sarà il più possibile mimetizzato ed essenziale, fino ad arrivare alla cantieristica personalizzata dove, chi potrà, continuerà a finanziare soluzioni innovative e ardite fatte solo per sé. Quello che ci auguriamo è che il design, almeno in questa occasione, si trasformi in industrial design, rendendo le soluzioni geniali e innovative strumento di beneficio per l’intero mondo nautico a tutti i livelli. Articolo a cura del dott. Marco Cassiano Direttore Marketing - Istituto Quasar Design University di Roma 42 { d z m {Gu M € 22.000,00 chiavi in mano Mx-5 è tua a 149 euro al mese a tasso zero. Non perdere tempo. 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Valido fino al 30 Maggio 2009. m{zd{.it MAZDA STORE Via Bla bla bla, 00 Città Tel. 000.000000 MAZDA STORE Via Bla bla bla, 00 Città Tel. 000.000000 MAZDA STORE Via Bla bla bla, 00 Città Tel. 000.000000 MAZDA STORE Via Bla bla bla, 00 Città Tel. 000.000000 MAZDA STORE Via Bla bla bla, 00 Città Tel. 000.000000 PROVINCIA PROVINCIA PROVINCIA PROVINCIA PROVINCIA PROVINCIA PROVINCIA MAZDA STORE Via Bla bla bla, 00 Città Tel. 000.000000 MAZDA STORE Via Bla bla bla, 00 Città Tel. 000.000000 MAZDA STORE Via Bla bla bla, 00 Città Tel. 000.000000 MAZDA STORE Via Bla bla bla, 00 Città Tel. 000.000000 MAZDA STORE Via Bla bla bla, 00 Città Tel. 000.000000 AUTO ABC CITTÀ Via Bla bla bla, 00 Tel. 000.000000 AUTO ABC CITTÀ Via Bla bla bla, 00 Tel. 000.000000 AUTO ABC CITTÀ Via Bla bla bla, 00 Tel. 000.000000 AUTO ABC CITTÀ Via Bla bla bla, 00 Tel. 000.000000 AUTO ABC CITTÀ Via Bla bla bla, 00 Tel. 000.000000 AUTO ABC CITTÀ Via Bla bla bla, 00 Tel. 000.000000 CITTÀ Via Bla bla bla, 00 Tel. 000.000000 AUTO ABC CITTÀ Via Bla bla bla, 00 Tel. 000.000000 PROVINCIA CITTÀ Via Bla bla bla, 00 Tel. 000.000000 CITTÀ Via Bla bla bla, 00 Tel. 000.000000 CITTÀ Via Bla bla bla, 00 CITTÀ Via Bla bla bla, 00 PROVINCIA CITTÀ Via Bla bla bla, 00 Tel. 000.000000 PROVINCIA Mazda Latina PROVINCIA Via S. 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Concetto semplice, quasi banale, ma non ancora ben presente nella nostra “coscienza energetica”. Tra Cordovado e Sesto al Reghena, in provincia di Pordenone, si sta costruendo un’abitazione con struttura tradizionale, quindi di lunga durata e bassa manutenzione, con consumi talmente ridotti per il riscaldamento e il raffrescamento estivo da essere considerati IMPIANTI TERMICI quasi nulli. IDRAULICI MarioCOMFORT: & c. sas BASSO CONSUMO Edi Mengoni MASSIMO CLIMABLOCK CONDIZIONAMENTO Pubblicità varie.indd 1 44 In costruzione in provincia di Pordenone la casa che salvaguarda l’ambiente TECNOIMPIANTI Anche questa casa, come tutte, sarà dotata di elettrodomestici ANTINCENDIO - VAPORE che, con il loro funzionamento, inevitabilmente, generano calore: Sede Legale: Aprilia (LT) ARIA COMPRESSA il frigorifero, per creare al suo interno freddo, rilascia calore- GAS Via Trilussa, 98 - Tel. 06.9200255 all’esterno; la lavatrice per funzionare generaINNAFFIAMENTO calore, così come Cell.0338.8941263 - 0339.6790543 il televisore, il ferro da stiro e tutti gli altri elettrodomestici. In questa nuova casa saranno proprio queste fonti di calore, unite all’irraggiamento solare, che nei mesi freddi entra attraverso i vetri non oscurati, a garantire il benessere termico assieme ad un piccolissimo impianto termico a bassa temperatura. Il comfort estivo sarà, invece, garantito da murature e coperture dotate di grande massa (anche 700 kg/mq), che assicurano che il sole, nel corso delle ore in cui irraggia maggiormente, non riesca a riscaldare la struttura in tutto il suo spessore, impedendo di fatto al calore di21/07/2008 penetrare all’interno dell’edificio (pensiamo al fresco delle case dei nostri nonni con muri molto spessi e pesanti): oltre a ciò ci saranno ovviamente, sistemi di ombreggiamento e oscuramento dei serramenti esterni. Ma la vera novità è che questi risultati, raggiunti con grande facilità costruttiva, si stanno ottenendo con costi decisamente interessanti rispetto a quelli che si potrebbero sostenere per abitazioni con prestazioni inferiori, costruite con altre tecnologie. Tutto inizia con un’accorta progettazione dell’edificio: grande attenzione all’orientamento dell’abitazione che, per le caratteristiche climatiche della provincia di Pordenone, ha spinto a realizzare limitate aperture a nord e più ampie a sud; utilizzo, inoltre, di serramenti ad alta prestazione inseriti nelle murature costruite con il sistema Climablock della Pontarolo Engineering S.p.a. di San Vito al Tagliamento (PN) www.pontarolo.com (vincitore premio innovazione 2008 e definito la più grande invenzione dopo il mattone) che garantisce antisismicità ai massimi livelli, grande isolamento, (trasmittanza di 0,14 W/m2K con soli 39 cm di spessore – per chi non fosse del settore si sappia che 0,14 W/m2K è un dato assolutamente eccezionale), assenza totale di ponti termici e qualità costruttiva certa anche con mano d’opera non specializzata (si monta come un lego) e tempi di realizzazione ridotti ad 1/5. I muri del primo piano, ad esempio, comprensivi di struttura in cemento armato, isolamento spessore 24 cm, controtelai, scarichi ecc. sono stati eseguiti da 3 operai in solo un giorno e mezzo. 9.08.34 È stato previsto, inoltre, di dotare l’abitazione di un impianto di pulizia dell’aria interna (ventilazione) controllato e continuo che, nell’espellere l’aria viziata, ne usa il calore per riscaldare l’aria che entra con un recupero anche del 90% del calore stesso. I considerevoli risparmi costruttivi e di gestione rendono la casa un eccellente esempio di biocostruzione o, più correttamente, sostenibile al massimo dei livelli ottenibili oggi. Spesso, però, le ottime prestazioni degli edifici non corrispondono poi ad un reale benessere per gli abitanti, mentre questa casa è speciale anche sotto l’aspetto del comfort, in quanto la parete Climablock è dotata di un importante spessore d’isolamento sia all’esterno della muratura (18 cm), che all’interno (6 cm). Ed è proprio la presenza di quest’isolamento interno che garantisce che la temperatura superficiale della parete sia praticamente uguale a quella dell’ambiente, dando così un eccellente sensazione 45 Ufficio stampa iF Hannover | Köln Annegret Wulf-Pippig International Forum Design GmbH Messegelände / 30521 Hannover E [email protected] Ufficio stampa ZOW Germania: Anke Wöhler PH MEYER Wirtschaftsberatung GmbH & Co. KG di benessere. Le pareti non isolate internamente, quindi ad una temperatura inferiore rispetto a quella dell’aria interna, danno, al contrario, una fastidiosa percezione di disagio dovuta all’irraggiamento del corpo freddo, a volte poco percettibile ma sufficiente a creare una sensazione sconfortevole. A tutto questo si aggiunge la qualità dell’aria interna che sarà sempre pulita, nuova, non viziata per il ricambio continuo con recupero di calore. La sensazione di benessere è alla base della qualità del vivere e dell’armonia familiare: alla sera, dopo il lavoro, non si vedrà l’ora di arrivare e stare in casa. Costruire abitazioni a bassissimo consumo energetico che assicurino il miglior comfort abitativo, secondo criteri di sostenibilità, a vantaggio dell'ambiente in generale e degli occupanti in particolare, non è quindi né costoso né difficile. La Pontarolo Engineering S.p.a., specializzata nel risparmio energetico, nel comfort abitativo e nel biocostruire, produttrice del sistema Climablock, ha ampliato la presenza di tecnici per consulenze personalizzate gratuite e per visite in cantiere, affinché l’esperienza dell’azienda sia a disposizione di chi vuole progettare fabbricati sostenibili e realmente costruibili a prezzi competitivi. Mittelstrasse 50 / 33602 Bielefeld E [email protected] Ufficio stampa ZOW Italia: Simona Cesario SURVEY Marketing + Consulting srl E [email protected] M TECHNOLOGY AWARD entra nella sua terza fase: I fornitori dell’industria del mobile, dell’arredamento per interni, dell’architettura e del design possono partecipare da subito con le loro innovative proposte a M TECHNOLOGY AWARD 2009. Per la prima volta l’assegnazione del premio si terrà a Verona, nel corso di ZOW Italia. L’intera industria di fornitura di mobili e arredamento è invitata, in occasione dell’edizione di quest’anno di ZOW Italia che si terrà a Verona (dal 21 al 24 ottobre 2009), a partecipare entro il 21 agosto 2009 alla terza edizione di M TECHNOLOGY AWARD 2009 presentando le proprie innovazioni. M TECHNOLOGY AWARD è un premio conferito dal 2007 dall’organizzatore degli eventi ZOW Survey Marketing + Consulting GmbH & Co. KG, Bielefeld. Partner ufficiale del concorso è l’associazione italiana di design ADI ASSOCIAZIONE PER IL DISEGNO INDUSTRIALE di Milano. L’organizzazione e la realizzazione sono affidate anche quest’anno a iF International Forum Design GmbH di Hannover. Possono essere presentati contributi nelle categorie ferramenta, prodotti chimici, elementi e sistemi da incasso, semilavorati, decorazione di interni, superfici, materiali e progetti. Le presentazioni devono possedere in particolare un plusvalore in termini di tecnologia, innovazione e qualità del design e al momento della fiera non essere sul mercato da più di due anni. La giuria di esperti, composta dal Prof. Ruth Berktold (yes architecture, Monaco di Baviera), Prof. Dipl.-Ing. Rudolf Schricker (BDIA Bund Deutscher Innenarchitekten, Stoccarda), Jens Kohlhase (Volkswagen AG, Wolfsburg), Paolo Favaretto (Favaretto & Partners, Padova) e da Alex Terzariol (MM Design, Bressanone), valuterà tutti i contributi presentati nella riunione della giuria che avverrà il 10 settembre 2009. L’assegnazione dei premi si terrà in occasione dell’inaugurazione di ZOW il 21 ottobre 2009 a Verona. Tutti i prodotti premiati saranno anche presentati alla fiera di Verona, nonché in occasione dei successivi business event internazionali ZOW e sul sito web www.zow.info. L’iscrizione al concorso è possibile da subito online all’indirizzo www.ifdesign.de (organizzato da iF). 46 PLOTTER & MATERIALI DI CONSUMO ciiaallee Spec 0!9! 209 teera20 v a a t s m i E r P i ingegneria Printing for Professionals Vieni a provare il plotter Océ CS2236, il sistema ideale per applicazioni CAD e GIS UFFICIO 2000 s.r.l. - Via dei Sardi, 19/21 - 04100 Latina Tel. 0773.611156 - Fax 0773.611157 - E-mail: [email protected] Introduzione Tutte le nostre attività quotidiane, svolte negli edifici, hanno bisogno d’energia. Abituati come siamo a premere un pulsante per avere più luce, ad aprire il rubinetto per avere dell’acqua calda o ad avere, in quasi tutte le occasioni, il microclima per noi più confortevole, a volte non ci rendiamo conto che queste normali esigenze comportano tutte un impegno energetico. L’aumento della spesa per l’approvvigionamento energetico e la crescente consapevolezza del pesante impatto sull’ambiente delle politiche energetiche adottate fino ad ora, ha sollecitato l’attenzione riguardo al contenimento dei consumi energetici e all’utilizzo delle fonti rinnovabili. LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA Bisogna considerare come i consumi energetici siano cresciuti nel tempo in maniera direttamente proporzionale al miglioramento dello standard qualitativo della vita, per soddisfare quelli che sono diventati elementi basilari della nostra vita quotidiana. Occorre energia per: – climatizzazione invernale; – climatizzazione estiva; – produzione di acqua calda per uso igienico-sanitario; – illuminazione; – elettrodomestici; – impianti in genere. I consumi energetici hanno raggiunto valori così consistenti che, da lungo tempo, si è cercato di normarli e di contenerli. L’energia impiegata nel settore residenziale e terziario, composto per la maggior parte di edifici, rappresenta oltre il 40% del consumo finale di energia della Comunità (per il residenziale circa l’80% è rappresentato da riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria). Considerando, quindi, che circa i due terzi del consumo energetico degli edifici riguarda le abitazioni, è chiaro che l’attenzione si sia focalizzata sulle prestazioni energetiche di questi ultimi. Il punto normativo In Italia il primo serio approccio a questo tema si è avuto con la Legge n. 10 del gennaio 1991, con la quale si è trattato il risparmio energetico e si è parlato di certificazione degli edifici. Recentemente il Parlamento Europeo ha fatto sentire la sua voce, emanando la direttiva 2002/91/CE del 16 dicembre 2002 sul rendimento energetico in edilizia. Direttiva questa che è stata recepita nel 2006 e che è vincolante per gli Stati membri dell’Unione. Le indicazioni e prescrizioni della Direttiva per il contenimento dei consumi hanno obbligato i legislatori delle varie nazioni ad adottare provvedimenti quali: – lo stabilire un quadro generale di una metodologia per il calcolo del rendimento energetico integrato degli edifici; – l’applicazione di requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche 48 Certified Partner degli edifici di nuova costruzione; – l’applicazione di requisiti minimi di prestazione energetica per edifici di notevoli dimensioni soggetti a importanti ristrutturazioni; – l’adozione e un protocollo di ispezione degli impianti termici; – la certificazione energetica degli edifici. La direttiva comprende sia gli edifici ad uso residenziale che quelli utilizzati nel terziario con esclusione di taluni edifici. Tale direttiva richiede agli stati membri europei di provvedere affinchè gli edifici di nuova costruzione e gli edifici esistenti, che subiscono ristrutturazioni significative, soddisfino requisiti minimi di rendimento energetico, cioè sia tenuta sotto controllo “la quantità di energia effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare i vari bisogni connessi ad un uso standard dell’edificio”. In Italia l’attuazione di tale direttiva avviene con il Decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, come modificato dal Decreto Legislativo 29 dicembre 2006, n. 311. Questo decreto disciplina in particolare: – la metodologia per il calcolo delle prestazioni energetiche integrate degli edifici; – l’applicazione di requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici; – i criteri generali per la certificazione energetica degli edifici. Con questo decreto viene introdotto il valore limite di fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale per metro quadro di superficie utile dell’edificio, espresso in KWh/(m2 anno). Questo viene determinato in funzione del rapporto di forma dell’edificio (S/V) e del numero dei gradi giorno (GG) della località; vengono altresì introdotte delle limitazioni alle trasmittanze degli elementi costruttivi, in funzione della zona climatica di appartenenza, imponendo valori diversi in funzione temporale: dal gennaio 2006 alcuni valori, dal gennaio 2010 valori più restrittivi. Secondo l’articolo 6 (come modificato dal D.Lgs. n.311) la redazione del certificato energetico decorre dal: – 1° luglio 2007, per gli edifici di superficie utile superiore a 1000 metri quadrati, nel caso di trasferimento a titolo oneroso dell’intero immobile; – 1° luglio 2008, agli edifici di superficie utile fino a 1000 metri quadrati, nel caso di trasferimento a titolo oneroso dell’intero immobile con l’esclusione delle singole unità immobiliari; – 1° luglio 2009, alle singole unità immobiliari, nel caso di trasferimento a titolo oneroso. Il contenuto del D.Lgs. n. 192/2005, non si applica a tutti gli edifici, ma alcuni sono esclusi, ed esattamente: – gli immobili ricadenti nell’ambito della disciplina della parte seconda e dell’articolo 136, comma 1, lettere b) e c), del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n.42, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio; – i fabbricati industriali, artigianali e agricoli, non residenziali, quando gli ambienti sono riscaldati per esigenze del processo produttivo o utilizzando reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili; PIETRO LA ROCCA L’ing. La Rocca Pietro è il titolare dello studio omonimo; ha conseguito la Laurea in Ingegneria Meccanica ed è iscritto all’Ordine degli Ingegneri della provincia di Latina dal 1999, anno di inizio della propria professione. Lo Studio svolge attività di progettazione (antincendio, impiantistica elettrica e termo-idraulica) e consulenza sulla qualità (ISO 9001 e 14001) e Sicurezza ( D.Lgs. 81/2008). Esso si pregia della collaborazione con un importante ente notificato a livello internazionale, il RINA SpA, nel settore delle certificazioni di prodotto e di sistema. Lo Studio è composto da uno staff di professionisti giovani e dinamici, con un’elevata competenza tecnica acquisita in anni di esperienza. Lo Studio La Rocca, inoltre, ha sempre avuto un occhio di riguardo per tutto ciò che concerne le energie da fonti rinnovabili, è infatti attivo nel settore, principalmente, attraverso la progettazione di certificazione/attestazione energetica degli edifici e la realizzazione di impianti fotovoltaici. [email protected] acqua calda sanitaria cucina 9% 5% riscaldamento 52% illuminazione 14% raffrescamento 4% altro 16% Figura 1 - Distribuzione consumi energetici settore civile – i fabbricati isolati con una superficie utile totale inferiore a 50 metri quadrati. Certificazione e Attestazione Energetica L’ attestato di certificazione energetica deve comprendere i dati relativi all’efficienza energetica propria dell’edificio, i valori vigenti a norma di legge e valori di riferimento, al fine di: – migliorare la trasparenza del mercato immobiliare fornendo agli acquirenti ed ai locatari di immobili un’informazione oggettiva e trasparente delle caratteristiche (e delle spese) energetiche dell’immobile; – informare e rendere coscienti i proprietari degli immobili del costo energetico legato alla conduzione del proprio “sistema edilizio”, in modo da incoraggiare interventi migliorativi dell’efficienza energetica della propria abitazione; – consentire a un eventuale acquirente o affittuario di pretendere dal fornitore (venditore) di un immobile informazioni affidabili sui costi di conduzione, affinché possa valutare la convenienza o meno di spendere di più per un prodotto migliore dal punto di vista della gestione e manutenzione. L’attestato, quindi, esamina, con una diagnosi energetica, il sistema edificio/impianto evidenziandone le principali “debolezze” dal punto di vista energetico e presentando suggerimenti in merito agli interventi più significativi ed economicamente più convenienti per il miglioramento della predetta prestazione. Già in alcuni comuni italiani, per ottenere la concessione edilizia, è necessaria la certificazione energetica che ne attesti il fabbisogno energetico al massimo in una determinata categoria, come accade nelle province di Trento e Bolzano e nella regione Lombardia. Nel resto delle regioni italiane vige l’attestato di qualificazione energetica, come documento transitorio in attesa dei necessari decreti attuativi per la certificazione. In sostanza, la certificazione energetica è una scheda che riporta le caratteristiche tecniche costruttive dell’edificio, indica attraverso una lettera, un numero o altro (una specie di voto) l’efficienza energetica della casa e del sistema edificio-impianto. Per edificio si intende: una porzione di spazio delimitata da un involucro e riscaldata con energia prodotta da un unico impianto termico (es.: una palazzina con impianto centralizzato è un edificio ; una palazzina con un impianto autonomo per appartamento è composta da un numero di edifici pari al numero degli appartamenti). Il grado di efficienza energetica viene riportato sulla targa energetica dell’edificio stesso, rilasciata dal comune di competenza e prodotta in seguito a una certificazione energetica. L’attestato di certificazione energetica è un documento redatto da un professionista specializzato inserito in un apposito elenco definito dalla regione di competenza, “il certificatore energetico”, o da un organismo preposto. Al contrario, l’attestato di qualificazione energetica è redatto da professionisti qualificati, che lo predispongono per conto e nell’interesse del costruttore, che lo sottoporrà al direttore dei lavori, anche se tale osservazione non ha valore giuridico e non richiede particolari formalità. In ogni 50 acqua calda sanitaria 25% cucina 7% apparecchi elettrici ed illuminazione 11% riscaldamento ambiente 57% Figura 2 - Distribuzione consumi energetici settore terziario caso l’attestato di qualificazione energetica e la conformità delle opere realizzate devono essere presentati unitamente alla dichiarazione di fine lavori, pena l’inefficacia della stessa. Modalità operative per l’ottenimento della certificazione Per redigere l’attestato di certificazione energetica di un edificio è necessario avviare la diagnosi energetica o energy audit, cioè la procedura sistematica volta ad acquisire adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio. Tra le norme utili in fase di diagnosi energetica di un edificio, sono di recente pubblicazione le norme UNI/TS 11300 (maggio 2008), elaborate in seno al comitato termotecnico italiano. La UNI/TS 11300-1:2008 “Prestazioni energetiche degli edifici –Parte 1: determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale”, definisce le modalità per l’applicazione nazionale della UNI EN ISO 13790:2008 “Prestazione energetica degli edifici – Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento ed il raffrescamento”. Questa norma è finalizzata al calcolo di progetto e alla diagnosi energetica di edifici esistenti, per il calcolo sia in condizioni standard sia in particolari condizioni climatiche. Nella parte 2 (UNI/TS 11300-2:2008 “Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 2: determinazione del fabbisogno di energia primaria dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria”) sono forniti dati e metodi per la determinazione: – del fabbisogno di energia utile per acqua calda sanitaria; – dei rendimenti e dei fabbisogni di energia elettrica degli ausiliari dei sistemi di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria; – dei fabbisogni di energia primaria per la climatizzazione invernale e per la produzione dell’acqua calda sanitaria. La diagnosi energetica integrata con i dati raccolti sul campo (a seguito di sopralluoghi) e gli strumenti di calcolo possono individuare e analizzare gli interventi di riqualificazione energetica dell’edificio. La prima cosa da fare, nel momento in cui si inizia l’analisi di un edificio, è determinarne la posizione, ovvero la zona climatica, i gradi giorno e la temperatura di progetto relativi alla località in cui l’edificio è collocato. Il passaggio successivo è l’inserimento, all’interno del codice di calcolo, delle superfici opache e trasparenti dell’edificio. Occorrerà quindi inserire: a) per le superfici opache verticali e orizzontali (pareti esterne o verso locali non riscaldati, pavimenti ecc.): – tipologia costruttiva – superficie disperdente – trasmittanza termica b) per le superfici trasparenti (infissi, serre ecc.): – superficie infisso e vetro – tipologia vetro – orientamento – ombreggiatura Il terzo passo consiste nell’inserimento dei dati dell’impianto termico all’interno di un software ad hoc, considerando, in particolare, le seguenti La certificazione energetica edifici è un passo obbligatorio le cui radici risalgono alla L. 10/91 rivista ed integrata dal d.lgs. 192/2005 e successivamente ri-corretto e ri-integrato dal il d.lgs. 311/06. 51 Tabella 1. Principali indicatori di prestazione energetica del sistema edificio-impianto Indicatore Simbolo Descrizione PEH Definisce le caratteristiche dell’involucro, tenendo conto delle dispersioni di calore, ma anche degli apporti dovuti alla radiazione solare e l’eventuale contributo energetico dovuto a sistemi solari passivi. PEHP Definisce il fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale e considera i rendimenti del sistema climatizzazione. Fabbisogno energetico specifico acqua calda sanitaria PEW Definisce il fabbisogno di energia per la produzione di acqua calda sanitaria, facendo riferimento a consumi standard. Fabbisogno energia primaria specifico per la produzione di acqua calda sanitaria PEWP Definisce il fabbisogno di energia primaria per la produzione di acqua calda sanitaria e tiene conto dei rendimenti degli impianti. PEFR Definisce il contributo energetico dovuto alle fonti rinnovabili. Considera normalmente il contributo energetico dovuto agli impianti solari termici e agli impianti solari fotovoltaici. PEG Somma del fabbisogno di energia primaria per riscaldamento (PEHP) e di quello per la produzione di acqua calda (PEWP) al quale vengono eventualmente detratti i contributi energetici dovuti alle fonti rinnovabili (PEFR). Fabbisogno energetico specifico involucro Fabbisogno di energia primaria specifico climatizzazione invernale Contributo energetico specifico dovuto alle fonto rinnovabili Fabbisogno specifico globale di energia primaria Ciascun indice è calcolato come rapporto tra l’energia considerata (intesa come fabbisogno energetico annuo) e la superficie utile. L’unità di misura utilizzata per tutti gli indicatori è quindi kWh/m2 ∙ anno parti dell’impianto: 1. generazione (tipologia di caldaia, potenza nominale, combustibile utilizzato ecc.); 2. distribuzione (impianto autonomo, colonne montanti ecc.); 3. emissione (radiatori, ventilconvettori ecc.). Infine, occorre verificare la presenza di sistemi di produzione dell’energia da fonti rinnovabili, quali il solare termico e il fotovoltaico. La creazione del modello del sistema edificio-impianto porta alla valutazione degli indici riportati in tabella 1, attraverso i quali è possibile valutare le prestazioni energetiche e, conseguentemente, proporre interventi migliorativi. Si è messa in evidenza la necessità di operare sugli edifici esistenti per mezzo di interventi di riqualificazione energetica, in particolare per due aspetti: 1) si tratta solitamente di edifici costruiti senza una particolare attenzione verso gli aspetti legati al risparmio delle risorse energetiche; 2) sono caratterizzati da un’enorme copertura e distribuzione su tutto il territorio nazionale. utilità al momento ha due scopi di utilizzo principali: – Per il rogito: è indispensabile per tutti gli atti notarili di compravendita di ogni singolo immobile dal 1° luglio 2009; – Per l’accesso alle detrazioni del 55% sul reddito IRPEF: l’attestato energetico fa parte della documentazione necessaria all’ottenimento degli sgravi fiscali. Inoltre deve essere aggiornato quando vi siano interventi che modifichino la prestazione energetica dell’edificio o degli impianti termici. L’efficienza energetica rappresenta, quindi, la capacità di sfruttare l’energia fornita per soddisfare un determinato fabbisogno; minori sono i consumi, migliore è l’efficienza energetica. è possibile intervenire per migliorare l’efficienza energetica in tre momenti diversi della filiera energetica: all’atto del prelievo e della produzione, nella conversione delle fonti primarie in energia elettrica o in combustibili raffinati e al momento dell’utilizzazione. I primi due punti non sono appannaggio dei singoli cittadini, che invece hanno grande capacità di azione al momento dell’utilizzo finale dell’energia. Una delle principali cause di danno all’ambiente è la necessità di disporre di sempre maggiori quantità di energia, attualmente prodotta in gran parte bruciando combustibili fossili (petrolio, carbone e metano) i quali, oltre ad essere presenti in natura in quantità limitate e quindi destinate ad esaurirsi, comportano l’emissione in atmosfera di anidride carbonica e di altri componenti inquinanti, causa di smog, piogge acide e effetto serra. L’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, così definite in quanto virtualmente inesauribili, consente di far fronte sia al degrado ambientale sia all’impoverimento delle riserve dei combustibili fossili. Fanno parte delle fonti di energia rinnovabili: l’energia fotovoltaica, l’energia solare termica, l’energia eolica, la biomassa e la geotermia. Vista l’importanza dei cittadini nell’utilizzo finale dell’energia, è nell’interesse collettivo renderli consapevoli e sensibilizzarli verso queste ultime forme di energia ed è quello che si è fatto con il Decreto Legge del 19 febbraio 2007, il cosiddetto Conto Energia, rivolto esclusivamente al settore fotovoltaico, con il quale si sono stabiliti, appunto, i criteri e le modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. La concessione del cosiddetto “Conto Energia” significa riconoscimento ventennale di una tariffa incentivante, a fondo perduto, sulla produzione di energia elettrica fotovoltaica, a decorrere dalla data di entrata in esercizio dell’impianto. Passo molto importante da parte dei nostri legislatori, ma ancora poco recepito dai cittadini, effetto dovuto, forse, alla poca informazione. Studio D’Ingegneria La Rocca Ing. La Rocca Pietro e-mail: [email protected] Bibliografia Grafill - Certificazione energetica degli edifici – Stefano Cascio Sito web: www.certificazione.energetica.com Agevolazioni fiscali e conto energia L’attestato di certificazione energetica ha validità per dieci anni e la sua 52 53 ia & c r o t ura t l u La legge 8 giugno 1990, n. 142, recante norme sull’ordinamento degli Enti Locali, innovando l’organizzazione dei Comuni e delle Province, attrbuiva, all’art. 4, agli Enti predetti la competenza ad adottare i propri Statuti. La norma in argomento è stata riprodotta nel vigente Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il quale, pur abrogando, all’art. 274, la succitata legge n. 142/1990, conferma la competenza dei Comuni e delle Province ad adottare i propri Statuti (art. 6, comma 1), il che costituisce l’espressione somma della loro autonomia amministrativa. L’attuale sistema normativo italiano nel campo del diritto pubblico, pertan- s STATUTI LOCALI: ATTUALITÀ E STORIA to, contempla, per gli Enti succitati, l’esistenza, deliberata dai Consigli Comunali e Provinciali, massime assemblee elettive locali, di Statuti, e cioè di documenti contenenti, nel rispetto dei principi fissati dal Testo Unico, le regole giuridiche fondamentali della loro organizzazione e, in particolare, la specificazione “delle attribuzioni degli organi e le forme di garanzia e di partecipazione delle minoranze, … della partecipazione popolare, del decentramento, dell’accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi” e la statuizione dello stemma e del gonfalone. Lo stesso art. 6 del T.U., al comma 5, poi, prevede che ogni Statuto, una volta pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione ed affisso per trenta giorni consecutivi all’Albo Pretorio dell’Ente, entra in vigore dopo tale lasso temporale e viene inviato al Ministero dell’Interno; quest’ultimo ne cura l’inserimento nella Raccolta Ufficiale degli Statuti Comunali e Provinciali attraverso un proprio Ufficio ad hoc, e dà ad esso adeguate forme di pubblicità, che si realizzano attualmente mediante strumenti informatici. Orbene, lo Statuto come espressione massima dell’autonomia di un Ente Locale non è, invero, un’invenzione del legislatore contemporaneo. Dalla storia giuridica italiana, infatti, si apprende che nel Medioevo gli abitanti delle città, lentamente ristrutturatesi o rinate dopo la caduta dell’Impero Romano e le invasioni barbariche, o sorte ex novo, riuscirono, per desiderio di autonomia e di gestione diretta della propria floridezza economica o perché trascurate dall’Autorità Centrale, a svincolarsi dalla soggezione agli Imperi Bizantino o Romano Germanico, o da quella feudale, organizzandosi in associazioni (private) di cittadini dipoi trasformatesi gradatamente in istituzioni pubbliche; queste, dotatesi di propri organi elettivi, sia pure a suffragio ristretto, in quanto i ceti subalterni non partecipavano alla vita pubblica mediante i loro rappresentanti, assunsero la denominazione di Comuni (pure detti, a seconda delle aree geografiche, Comunità o Università, se non addirittura Ducati o Repubbliche, 54 STATUTA CASTRI BASSIANI - MS. SEC. XVI, CON L’AGGIUNTA DEL SEC. XIX come quelli marinari di Amalfi, Sorrento, Napoli, Gaeta, Pisa, Genova e Venezia, le quali ultime due soprattutto, grazie all’ampliamento del loro territorio, assunsero la veste di veri e propri Stati regionali). La stragrande maggioranza di dette nuove entità territoriali, ormai autonome, se non di fatto indipendenti, si diede, attraverso i legittimi detentori delle potestà cittadine, coadiuvati, in particolare, dai giureconsulti del tempo, delle regole di diritto, relative a materie variabili in relazione alla minore o maggiore autonomia conquistata o concessa, ma che in genere riguardavano l’organizzazione interna dell’Ente, i rapporti fra privati o fra i predetti e le Pubbliche Autorità, con prevalente riferimento alle attività agricole, artigiane e commerciali sia terrestri che marittime, a seconda della loro ubicazione interna o costiera. Queste norme, messe per iscritto, assumevano la denominazione di Statuti (Statuta, anche chiamati Brevi, Pacta, Costituzioni, Capitula, Ordinamenta, Leges Municipales, Privilegi, oppure Consuetudines, se trattavasi di formalizzazione scritta di usi tramandatisi per via orale da lungo tempo), che, tuttavia, dovevano rispettare la legislazione prodotta e/o recepita dagli organismi politici superiori del tempo (Impero Bizantino, fin quando esistettero i Ducati marinari del Sud, estintisi, com’è noto, nel XII secolo a seguito dell’unificazione politica del Mezzogiorno d’Italia in un unico Stato – Regnum Siciliae – ad opera della dinastia normanna degli Altavilla; Sacro Romano Impero Germanico; Stato Pontificio; Regnum Siciliae suddetto poi Regno di Napoli nella parte continentale, ecc…), ai quali, se non al feudatario, era attribuita la facoltà di approvarli o confermarli; tale funzione si protrasse qualvolta fino al XVIII secolo, 55 anche se ciò non sempre fu ovunque riconosciuto in loco. Per completezza d’informazione, occorre nondimeno precisare che c’erano Comuni del Centro-Nord che ritenevano i propri Statuti fonte primaria del diritto, riservando al diritto comune del S.R. Impero Germanico la natura di fonte sussidiaria. Altri Statuti del territorio in argomento sono menzionati, con una breve presentazione filologica e sostanziale, in una ricerca storico-giuridica diretta nell’anno 1993 dal compianto prof. Paolo Ungari della Libera Università Internazionale di Studi Sociali (LUISS) di Roma, intitolata Statuti cittadini, rurali e castrensi del Lazio – Repertorio (sec. XII – XIX). A conclusione di questo rapido excursus storico non appare azzardato affermare che i primi “Comuni” che godettero, come si è già detto, di piena autonomia, se non di fatto di indipendenza, furono i Ducati o Repubbliche marinare succitate, considerato che le stesse sorsero nell’Alto Medioevo, e cioè prima dell’anno Mille, a differenza dei Comuni interni del Centro-Nord, che, com’è noto, si affermarono nel Basso Medioevo, vale a dire dopo l’anno Mille. In tale Repertorio, infatti, sono indicati e presentati, per lo Stato Pontificio, gli Statuti relativi alle seguenti località: Tali Statuti contengono norme di diritto civile, marittimo, commerciale, sanzionatorio, procedurale, tributario e, sia pure in misura variabile, conformemente all’ampiezza dell’autonomia goduta dall’Ente, di quel ramo del diritto pubblico, che oggi qualifichiamo come amministrativo. Il fenomeno, sia pure con diverse cronologia, modalità ed intensità, si diffuse in Italia in tutta la Penisola e nelle Isole (ad esempio, nel Regno di Napoli la maggiore produzione di Statuti si ebbe nei periodi angioino ed aragonese, e cioè dall’anno 1266 all’anno 1504, dato che le precedenti monarchie normanna degli Altavilla e, soprattutto, sveva degli Hohenstaufen, essendo state decisamente accentratrici nell’organizzazione dello Stato, non avevano ovviamente favorito le autonomie locali, salvo eccezioni di natura pattizia al momento della nascita del Regnum, come nel caso di Gaeta). A riprova di tale feconda produzione statutaria basta accedere, fra l’altro, alla Biblioteca del Senato della Repubblica, ‘ove sono conservati, sin dal 1870, gli antichi esemplari, adornati di eleganti miniature, di circa 5.000 Statuti, adottati in Italia dagli Enti Locali dal sec. XIII al sec. XVI. L’organo costituzionale, peraltro, ha anche pubblicato un Catalogo, a cura di Sandro Bulgarelli, per le Edizioni De Luca s.r.l. di Roma (a.1995), in occasione della mostra, visitata dallo scrivente, di 154 Statuti, redatti in forma manoscritta o a stampa , a seconda della maggiore o minore antichità degli stessi, organizzata in Roma a Palazzo Giustiniani dall’8 novembre 1995 all’8 gennaio 1996, essendo Presidente del Senato Carlo Scognamiglio Pasini. Limitando, ora, il nostro studio al Basso Lazio occidentale, territorio un tempo corrispondente alla Marittima ed alla parte Ovest dell’Alta Terra di Lavoro, l’una rientrante nello Stato Pontificio e l’altra nel Regno di Napoli, si ritrova menzionato nel Catalogo suddetto per la Marittima lo Statuto di Bassiano (Statuta Castri Bassiani), costituito da un manoscritto redatto nel sec. XVI (aa. 1541-1583), con l’aggiunta del sec. XIX. 56 Bassiano, di cui si è già detto sopra (conservato nell’Archivio di Stato di Roma e nella Biblioteca del Senato); Cisterna – Statuto della terra di Cisterna (aa. 1603-1630) (conservato nell’Archivio di Stato di Roma); Cori – Statuta civitatis Corae ab Illustrissimis et Excellentissimis Almae Urbis Conservatoribus denuo approbata et confirmata (aa. 1547-1732) (conservato nell’Archivio di Stato di Roma, nell’Archivio Storico Comunale e nella Biblioteca del Senato); Maenza – Statutum Magentiae (a. 1539) (conservato nell’Archivio di Stato di Roma); Norma – Statuti della terra di Norma, nuovamente composti e formati in lingua volgare per concessione della buona memoria dell’ill.mo signor Antonio Gaietani (a. 1595) (conservato nell’Archivio di Stato di Roma e nella Biblioteca del Senato); LUCIANO IANNACI Luciano Iannaci si interessa di storia locale, soprattutto casertana, e di storia giuridica. Si è laureato in Giurisprudenza con una tesi in Storia del Diritto Italiano. Tra le tante pubblicazioni: Archivi parrocchiali della città di Caserta (1977); Benedetto XIII a Caserta (1978); Epigrafia dell’età borbonica (1995); Profili giuridici dell’epitaffio al vescovo Berarducci (1997); Riflessioni storico-giuridiche su un’epigrafe di Minturnae (1998); Corpus Inscriptionum Casertanarum – Età vicereali (2004); Evoluzione storica del pubblico funzionario (1993), dove la congiunzione dello storico con la qualità di viceprefetto trova piena realizzazione. Roccagorga – Statuto di Roccagorga (aa. 1739-1806) (conservato nell’Archivio di Stato di Roma); Roccamassima – Capitoli de’ Danni Dati in Roccamassima, approvati dall’eccellentissimo duca Salviati in Giuliano li 20 maggio 1634 (conservato nell’Archivio di Stato di Roma); San Felice – Stabilimenti che dovranno osservarsi nella comunità di San Felice (a. 1809) (conservato nell’Archivio di Stato di Roma); Sermoneta – Statutum in ducali civitate Sermoneti stricte observandum, eccellentissimi domini ducis Gugliemi Caetani iussu editum, ad meliorem formam redactum anno 1769 (aa. 1580-1769) (conservato nell’Archivio di Stato di Roma); Sezze – Statuta sive constitutiones civitatis Setiae super civilibus et criminalibus causis editae (a. 1520) (conservato nell’Archivio di Stato di Roma); Sonnino – Statutum castri Sopnini ad exemplar codicis autographi saeculo xiii exarati, anno 1423 (conservato nell’Archivio di Stato di Roma); 57 Terracina – Statuta antiquissimae civitatis Tarracinae (aa. 1504-1510) (conservato nell’Archivio di Stato di Roma e nella Biblioteca del Senato); Traetto (oggi Minturno) – Capitolazioni (a. 1751) (conservato nell’anno 1955 dalla dr.ssa Giovanna Fedele Angalli); per il Regno di Napoli sono, allo stesso modo, segnalati gli Statuti delle seguenti Università: Ponza – Registrum omnium bonorum et iurisditionis quae et quam habet curia illustrissimi domini comendatarii abbatiae Sublacensis in castro Pontis et eius teritorio (a. 1597, aggiornato all’anno 1785) (conservato nell’Archivio di Stato di Roma). Castellonorato - Capitula seu municipalia Statuta Universitatis terrae Castrihonorati (a.1508) (conservato nell’anno 1955 da mons. Leccese a Gaeta); Fondi - Statuta civitatis et universitatis Fundorum (aa. 1474-1539) (conservato nella Biblioteca del Senato); Gaeta – Statuta, privilegia et consuetudines civitatis Caietae (aa. 15521554) (conservato nella Biblioteca del Senato); Itri – Capitula universitatis terre Itri (aa. 1406-1566) (conservato nella Biblioteca del Senato); La maggior parte dei documenti sopra elencati, prevalentemente scritti in lingua latina, si trovano conservati, come si è visto, nell’Archivio di Stato di Roma (corso Rinascimento, n.40) e fanno parte di quella collezione di Statuti, provenienti dallo Stato Pontificio e da altri Stati italiani preunitari, iniziata dalla Congregazione del Buon Governo nello Stato della Chiesa durante il pontificato di Pio VI (aa. 1775-1799) e proseguita dal cardinale e giurista Teodolfo Mertel, Ministro dell’Interno nell’anno 1853, essendo Sommo Pontefice Pio IX (aa. 1846-1878). Dott. Luciano IANNACI Maranola – Capitula seu Statuta universitatis castri Maranulae eiusque districtus (aa. 1460-1475) (conservato nell’Archivio di Stato di Roma); Monticelli (oggi Monte San Biagio) – Statuta et capitula Terrae Monticelli transumpta (aa. 1519-1756) (conservato nella Biblioteca del Senato); Spigno (oggi Spigno Satùrnia) – Capitolazioni seu statuti della terra di Spigno, in conformità degli antichi statuti laceri per l’antichità, ricopiati col beneplacito dell’eccellentissimo signor duca Adriano Antonio Carafa, padrone di detta terra (a. 1721) (conservato nell’Archivio di Stato di Roma); 58 59 racc ti n o Cambellotti e Marcucci furono amici fin da giovanissimi e parteciparono a quel fermento sociale politico e artistico che più tardi diede origine a quella corrente che si chiamò il novecento romano. Il sodalizio fra Cambellotti e Marcucci durò tutta la vita e fu fecondo di evoluzioni intellettuali nell’uno e nell’altro. Più tardi al loro gruppo si unì anche Giacomo Balla da poco arrivato a Roma da Torino. Marcucci aveva una sorella, Lisa, che sposò Giacomo Balla e dal matrimonio nacquero prima Luce detta Mimmi nel 1904, e dieci anni dopo, nel ’14, Elica detta Lilli. Marcucci si sposò ed ebbe due figlie, Laura nel ‘12 e Francesca nel ‘14. Cambellotti si sposò ed ebbe due figli, Adriano nel ‘12 e Lucio nel ‘15. Adriano Cambellotti sposò Laura Marcucci e dal loro matrimonio nacquero mia sorella Laura, io e mio Una testimonianza di Marco Cambellotti ANDIAMO CH’È TARDI... 60 fratello Fabio. Giacomo e Lisa erano dunque gli zii e le loro figlie le cugine germane di mia madre. Per questo, da piccolo io frequentavo spesso Casa Balla. Erano per me occasioni di grande gioia anche perché Lilli, cugina di mamma, era una cugina anche per me, una cugina più grande, una indimenticabile compagna di giochi. Facevamo lunghe passeggiate a monte Mario portandoci la merenda, esploravamo le pendici, ci sbucciavamo le ginocchia e godevamo la vista della città che da lassù è stupenda. Balla era arcigno, piccolo, brutto, vecchio. Era antipatico. Anche Mimmi. Mimmi era alta, segaligna, di poche parole, burbera. Ma il mio rapporto privilegiato era con Lilli ed ero felice ogni volta che l’andavo a trovare. Mimmi e Lilli erano due eccellenti pittrici. Mimmi aveva preso molto dello stile del padre, spesso indistinguibile. Lilli era bravissima, aveva una tecnica sperimentata ed aveva dei soggetti preferiti che erano i fiori e i cieli. I cieli di Lilli sono inconfondibili, si riconoscono subito. La casa era bella, era ingombra di quadri, era il regno dei colori, con una bellissima terrazza piena di fiori, una casa diversa dalle altre, una casa divertente, da esplorare e in cui fare scoperte straordinarie in ogni angolo. C’erano centinaia, anzi migliaia di quadri che ingombravano tutta la casa, attaccati perfino sul soffitto, ma ce n’era uno che mi affascinava al di sopra di tutti gli altri. Nel quadro, intitolato “Andiamo ch’è tardi”, tre fanciulle, Mimmi, Lilli ed una loro amica, che poi scoprii essere una certa Gemma, detta La Bella Gemma, si preparavano per recarsi ad una festa, a un ballo. In primo piano Gemma, vestita di bianco, con un sorriso radioso, mentre sta immergendo un piumino nel portacipria. Lilli è di spalle e il suo volto si vede riflesso nello specchio, ha un lungo abito rosa e si sta aggiustando i capelli. A sinistra Mimmi, con un bel vestito nero scollato, con la mano sul pomello di una scaletta, girata verso le altre due, ha l’aria di dir loro “Andiamo ch’è tardi!”. Io ero innamorato di quelle tre fanciulle. Era un quadro pieno di sensualità, ed io sentivo l’odore della cipria, sentivo l’odore delle tre fanciulle e ne ero turbato. Passano gli anni e Balla muore. I miei contatti con Casa Balla si diradano. Faccio la mia vita e questa mi porta fuori, all’estero dove ho esercitato la professione di agronomo, in paesi del terzo mondo, nell’ambito di progetti di sviluppo. Passano altri anni e una dopo l’altra muoiono le figlie di Balla. Lilli lascia un testamento in cui destina alcuni quadri del padre ai vari parenti fra cui anche mia madre. Mamma è vecchia e delega a me tutte le operazioni di recupero di questa eredità. Vengo convocato dal notaio a casa Balla per scegliere un lotto di quadri. Vado e di lotti di quadri fra cui scegliere ce ne sono parecchi, ciascuno composto da vari pezzi per raggiungere tutti lo stesso valore determinato da un noto critico d’arte. Io avevo facoltà di scelta e uno di questi lotti era composto da un solo quadro. E quel quadro era … Andiamo ch’è tardi. Non ebbi la minima esitazione, presi il quadro e per cosi dire me lo misi sotto il braccio (impossibile data la dimensione dell’oggetto) e lo portai via, felice. Quel quadro di cui ero innamorato fin dall’infanzia, per un prodigio del destino, al di là di qualsiasi immaginazione, diveniva mio, era mio! Oggi è a casa mia, appeso sopra il letto, me lo guardo con tenerezza ogni volta che entro in camera. Passa del tempo e un giorno, era il novanta o novantuno, fui chiamato per partecipare ad una missione per la preparazione di un grande progetto in Salvador. In quel Paese, dopo dodici anni di guerra e ottantamila morti, il governo aveva finalmente fatto pace con la guerriglia che aveva occupato e amministrato come poteva un’intera provincia, ma senza mezzi né capacità. Il territorio era devastato in tutti i sensi, devastato nelle anime, nell’economia, nella psiche della gente, nel territorio, le strade, le scuole, gli ospedali… niente rimaneva in piedi, ignoranza, fame, dolore, sangue e rovine. L’avvento di quella pace fu considerato così importante dalle istanze internazionali che queste decisero un grosso investimento finanziario per rimuovere quei problemi che avevano dato origine alla guerra, appoggiando così il consolidamento della pace. Il progetto multidisciplinare riguardava naturalmente lo sviluppo rurale, sociale ed economico della provincia e io fui incaricato di progettare il 61 • • • • settore del recupero e conservazione delle risorse ambientali. Mi incontrai coi miei numerosi colleghi, molti dei quali sudamericani, ciascuno incaricato di un settore diverso. Fu una missione lunga, bella, interessante, istruttiva. Uno degli enti finanziatori, che aveva la sua sede a Roma, e che già aveva avuto contatti con una certa Lucilla Salimei, professionista del video, pensò di mandarla a realizzare un filmato, a immortalare quest’evento. Lucilla arrivò, era una bella ragazza di trentacinque anni e si inserì immediatamente nel nostro gruppo di lavoro di tecnici per capire che cosa stavamo facendo. Lei sapeva fare cinema, video, ma non sapeva niente di Salvador, di guerriglia, di sviluppo né di cooperazione. E quindi dovette rapidamente imparare un pò di tutto per capire e contemporaneamente filmare, non si sa bene che, per poi poter raccontare una storia che fosse al contempo avvincente e che soddisfacesse i motivi per cui era stata mandata. Quando ci incontrammo si presentò: Lucilla Salimei, e io, Marco Cambellotti. Hu! dico, tu sei parente di Massimiliano Salimei? Massimiliano era un ingegnere, un tipetto simpatico, che aveva lavorato con papà e che io avevo conosciuto e frequentato quando ero ragazzino. Sì, dice, è mio cugino, e tu sei parente di Duilio Cambellotti. Sì, dico, era mio nonno. Ma pensa che combinazione, ritrovarsi qui così lontano, pensa che i miei conoscevano Cambellotti, pensa che ho a casa un oggetto di Cambellotti che era di mio padre. Bene! Trascorre il mese di lavoro e prima di partire Lucilla mi dice che finito il film mi avrebbe chiamato per andarlo a vedere, così mi avrebbe mostrato anche l’oggetto di Cambellotti. Infatti passa un paio di mesi e Lucilla mi telefona, dice è pronto, vieni. Vado, vedo il film, non ve lo racconto, sarebbe troppo lungo e fuori tema, ma mi fa capire quanto è brava Lucilla! Aveva realizzato un prodotto divertente malgrado l’argomento, ma senza sangue né i pietismi dei soliti film di propaganda. Finita la proiezione, mi dice vieni, ti faccio vedere l’oggetto di Cambellotti. Mi conduce per un labirinto di casa fino a un leggio dove era aperta una copia dei Fioretti di San Francesco illustrati da Cambellotti ed è lì che, alzando gli occhi, vedo un fregio che decora il soffitto della stanza, inequivocabilmente dipinto da Lilli Balla. Dico, ma senti, quel fregio l’ha fatto Lilli Balla? Sì, certo! Perché, la conosci? Eh dico, sì che la conosco. Era mia cugina! Come era tua cugina? E allora le ho raccontato tutto l’albero genealogico, le ho raccontato come mai Lilli e Mimmi erano mie zie o cugine e perché e percome frequentavo casa Balla, la parentela fra Balla e Marcucci e come da piccolo avevo vissuto i quadri e la vita di casa Balla. Ma tu pensa che incredibile combinazione! mi fa lei. Sì, dico io, ma il fregio di Lilli come fa a stare qui, che c’entra Lilli con questo appartamento?! E Lucilla: Sai, mio padre aveva collaborato alla costruzione di questo edificio e aveva comprato quest’appartamento dove è venuto ad abitare, portando con sé la sua governante e la di lei figlia Gemma. Gemma era coetanea e molto amica delle sorelle Balla e così le due Balla venivano spessissimo a piedi da via Oslavia dove abitavano e passavano giornate intere ridendo, scherzando, ricamando, mangiando, dipingendo, cantando, facendo di 62 STORIA DELL’AGRO PONTINO: ARCHITETTURA INGEGNERIA IMMAGINI URBANISTICA - CATALOGHI DI NUMISMATICA E FILATELIA LIBRI DI ARCHEOLOGIA EDIZIONI PREGIATE tutto in quest’appartamento e spesso ci veniva anche il padre perché era proprio una casa piacevole. Bisogna dire che si trattava di un bellissimo appartamento, grande, luminoso con una impagabile vista sull’Aventino, una terrazza splendida, ben orientata, con luce, sole, una casa proprio piacevole. E in una di quelle occasioni Lilli si divertì a decorare il fregio sul soffitto. Io ero affascinato e stupito da questo racconto che, attraverso vie lontane e tortuose, ricollegava la storia di Lucilla alla mia storia. E allora, mi fa lei, se tu sei parente di Balla, vieni che ti devo far vedere un’altra cosa. E per un altro labirinto della casa, mi conduce in una stanza dove c’era una finestra sulla parete di fronte alla porta, che io noto perché aveva il davanzale assai alto e tale che per potersi affacciare avevano costruito davanti una scaletta di legno, di tre o quattro gradini con il pianerottolino quadrato e il mancorrente. Salita la scaletta si poteva aprire la finestra e affacciarsi. Lucilla mi dice: Guarda! e mi indica sulla stessa parete della porta, cioè dando le spalle alla finestra, un quadretto incorniciato in cui campeggia una brutta fotografia in bianco e nero, un ritaglio di giornale, di Andiamo ch’è Tardi. Vedi? mi fa lei, anche io ho un’opera di Balla! E vedi la ragazza in primo piano? E mi indica Gemma, quella che mia madre e sua sorella all’epoca prendevano in giro chiamandola la Bella Gemma. Quella è Gemma, l’amica delle Balla. Eh! Eh! sghignazzo io, tu hai un’opera di Balla? Ebbene, sappi che quell’opera di Balla, l’originale in carne ed ossa di quell’opera di Balla, lo possiedo io, è mio. E lei: Come la possiedi tu? Che vuoi dire? Voglio dire che quel quadro è proprio mio! Come tuo? È mio, ce l’ho io, ce l’ho a capo del letto, vieni da me che te lo faccio vedere! E così le ho raccontato tutta la storia, della mia passione per quel quadro a casa Balla quando ero ragazzino e poi del testamento, del lascito, dei lotti di quadri e di come ne sono venuto in possesso. E tu, perché conservi qui questa riproduzione del quadro? Allora Lucilla sul cui viso traspariva una strana emozione, con aria sorniona mi fa: Guarda, vedi come è composto il quadro? Vedi dove tiene la mano Mimmi, la ragazza col vestito nero? Si certo, lo vedo! Allora, mi fa, girati! Ed io mi sono girato e ho visto la finestra col davanzale molto alto, e sotto la finestra c’era il pianerottolino di legno al quale si accedeva attraverso i tre o quattro scalini, e il mancorrente di quegli scalini era sostenuto da un pilastrino di legno con un pomello, e sul pomello c’era poggiata la mano di Mimmi col vestito nero, e accanto a lei Lilli si guardava nello specchio aggiustandosi i capelli mentre Gemma dal sorriso radioso, nel suo abito bianco, impolverava il piumino nel portacipria. Non potevo crederci. Mio Dio! E’ lo stesso posto! Giacomo ha dipinto quel quadro proprio qui, in questa stanza! E io attraverso quali incroci di storie di vite sono ricapitato proprio in questo posto? Bene, questa è la storia. Nella puntata successiva Lucilla realizza per me un irrinunciabile film su mio nonno Duilio. Procuratevelo, ne vale la pena, se me lo chiedete ve lo do io, si intitola “Autodidatta”. E’ così che le vite si intrecciano, in maniere misteriose e imprevedibili. 63 Lèger - Fellini su l le orme Il grande circo sbarca per la prima volta a Gradara, a Palazzo Rubini Vesin, dove si è aperta la nuova attesissima mostra ideata da Gradara Innova e promossa dall’Amministrazione Comunale, salutata con entusiasmo dal Sindaco Franca Fronchi e dal Presidente Andrea De Crescentini: “Gradara entra con questa mostra in un’altra dimensione, pur restando fedele alla volontà di valorizzare la grande arte contemporanea: si candida a diventare nuova Capitale della Fantasia”. Protagonisti assoluti sono due grandi nomi della cultura del Novecento: il pittore Fernand Léger e il regista Federico Fellini che si incontrano inaspettatamente su di una comune passione, il circo, tema che ha ispirato gran parte degli artisti contemporanei, grazie alle infinite possibilità di lettura e interpretazione. Nel settecentesco Palazzo Rubini Vesin si fondono così i sogni espressi dall’arte figurativa e dal cinema, ma non solo: il percorso della mostra “Sulle orme del circo”, curato dalla Prof.ssa Silvia Cuppini, coinvolge differenti tematiche legate all’universo circense al fine di restituire la profondità dell’argomento ma anche la mobilità e la variabilità tipiche di questo genere di spettacolo. Un’esposizione in movimento quindi, incorniciata dallo scenografico allestimento ideato da Roberto Bua, pronta ad accogliere l’affascinante mondo del giocattolo d’epoca grazie ad una preziosa serie di automi di ispirazione circense degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta e di carillons giapponesi a tema provenienti da una collezione privata. In mostra anche parte del ricco patrimonio fotografico conservato dal CEDAC, Centro di documentazione sul circo italiano - uno dei partners coinvolti nell’evento – che ha aperto a Gradara i suoi archivi per svelare immagini accattivanti e impreviste. Le orme del circo ci conducono infine ai giorni del cir c o nostri: parte degli spazi espositivi saranno destinati ad ospitare le opere di giovani artisti contemporanei di riconosciuto valore che hanno fatto del circo il proprio punto di riferimento. A fare da filo conduttore tra le eleganti sale del palazzo è il capolavoro grafico di Fernand Léger, “Il circo”, una serie di litografie a colori realizzate nel 1950: acrobati, saltimbanchi, giocolieri ben esprimono gli esiti di una ricerca che ha portato il grande maestro francese a misurarsi con le sfide del suo tempo, come il cubismo, di cui fu uno dei riconosciuti protagonisti, e che mai ha rinnegato la passione per la forma ed il colore. Le opere di Léger esprimono lo stesso bisogno di sogno, poesia ed evasione che Fellini aveva coltivato all’ombra del tendone: i brani tratti dalle sue indimenticabili pellicole, appositamente selezionati per la mostra di Gradara dagli esperti della Fondazione Fellini di Rimini, lo dimostrano, proponendo un’inedita lettura sul rapporto tra donna e circo. Ospite d'eccezione Ambra Orfei, a testimoniare la tradizione di una delle grandi dinastie circensi in Italia e il legame della famiglia Orfei con Federico Fellini. 1 MARZO - 1 NOVEMBRE Per informazioni e prenotazioni: Gradara Innova Tel. 0541 964673 Fax 0541 823364 www.gradarainnova.com [email protected] Duilio Cambellotti Manifesto Spettacolo al Teatro Romano di Ostia Collezione Alfredo Urbinati - Sabaudia PERIODICO PERIODICO DI DI INFORMAZIONE INFORMAZIONE TECNICA TECNICA --PERIODICO PERIODICODIDIINFORMAZI INFORMAZ PERIODICO DIDI INFORMAZIONE INFORMAZIONE TECNICA TECNICA -- PERIODICO ST UD C IA CI O LY 39 t a, ITA 24 c r - 77 .ne a A r o ZI t I 8 s N E D e pe ATI 3. 4 371 mic l 8 L 7 a 5 vi 100 . 07 3.3 cio@ al.it 04 +39 .077 diac enth . g tel +39 lostu kli t . i @ l te ail: info hal. t m e- ail: igen e-m w.kl ww I ON LO lo studiaccio