La Domanda di Innovazione della Filiera del Tessile in

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La Domanda di Innovazione della Filiera del Tessile in
ARTI
La Domanda di Innovazione della
Filiera del Tessile in Puglia
Attività cofinanziata dall’Unione Europea attraverso il POR Puglia 2000-2006, Misura 3.13 “Ricerca e sviluppo
tecnologico”, Azione E “Costituzione dell’Osservatorio Permanente dell’Innovazione”
1
Questo Quaderno si basa sull’ampio studio realizzato, su incarico dell’ARTI, nel corso del
2008, da Nunzia Carbonara e Aurora Magni.
2
Indice
SINTESI E CONCLUSIONI
1.
L’INDUSTRIA DELLA MODA: CARATTERISTICHE NAZIONALI
1.1. Il settore oggi: i soggetti principali della filiera e lo scenario competitivo
1.2. Punti di forza e criticità del settore: le strategie di riposizionamento
1.3. Ricerca nel comparto e prospettiva europea
1.4. Dalla filiera produttiva alla gestione integrata dei processi e dei servizi. Nuove
tecnologie e nuovi modelli organizzativi
2.
IL SETTORE TESSILE-ABBIGLIAMENTO IN PUGLIA
2.1. Analisi del settore tessile abbigliamento in Puglia
2.2. Gli stadi della filiera presenti in Puglia
2.3. Operatori economici collegati
2.4. Imprese, ricerca e innovazione: alcuni casi significativi
3.
LA RICERCA A FAVORE DEL TESSILE-ABBIGLIAMENTO IN PUGLIA
3.1. La ricerca a favore del tessile-abbigliamento
3.2. La ricerca a favore del tessile-abbigliamento in Puglia
3.3. L’offerta formativa
ALLEGATO 1: CATALOGO DELLE INNOVAZIONI NEL COMPARTO
TESSILE E MODA
3
Sintesi e conclusioni
I principali aspetti caratterizzanti l’industria tessile e dell’abbigliamento pugliese sono i
seguenti:
• la globalizzazione dei mercati ha particolarmente gravato sul comparto pugliese, come
su quello nazionale, penalizzando, in particolare, le imprese artigiane e i laboratori
della subfornitura mono-committenti e/o impegnati in lavorazioni di bassa/non
specifica qualificazione; la crisi attraversata dal comparto negli ultimi anni e
l’instabilità del mercato hanno determinato un ridimensionamento degli addetti del
comparto e un aumento del ricorso a forme di occupazione flessibili (part time,
contratti atipici, lavoro interinale) quando non al lavoro nero, grigio e a domicilio;
• fatta eccezione per alcune imprese impegnate nella produzione di semilavorati e di
materiali per impieghi tecnici, il settore è identificabile prevalentemente con la
confezione di capi di abbigliamento, a cui contribuisce con tutte le tipologie prevalenti
di prodotto (capo spalla, maglieria, intimo, calzetteria, abiti da sposa/cerimonia) e
rivolgendosi alle fasce classiche di utenti (uomo, donna, bambino). I prodotti realizzati
sono ormai prevalentemente indirizzati a target medio-alti e alti del mercato con una
crescente propensione all’internazionalizzazione delle relazioni commerciali;
• grazie all’ottima reputazione professionale/tecnologica di cui godono, le imprese del
sistema moda tendono in molti casi ad operare come subfornitrici delle marche/griffe
affermate, beneficiando dell’effetto traino in caso di trend positivi, ma anche
subendone le flessioni nelle fasi di criticità. Una condizione considerata ormai troppo
vincolante dagli imprenditori intervistati fortemente impegnati nello sforzo di rendere
visibile sui mercati il proprio marchio e i propri campionari acquisendo riconoscibilità
presso i consumatori.
Le imprese locali hanno reagito al nuovo quadro competitivo:
• attivando iniziative utili a contenere/razionalizzare costi di produzione anche
intensificando la delocalizzazione verso aree produttive più vantaggiose;
• ridimensionando la propria struttura produttiva interna, talvolta in modo radicale, ma
rafforzando le funzioni di progettazione, prototipia, coordinamento e logistica;
• potenziando le capacità progettuali e stilistiche sia all’interno dell’azienda, sia
ricorrendo a consulenti esterni;
• sviluppando strategie di marketing volte a individuare ed affrontare nuovi mercati
(Asia in particolare) e adottando iniziative di valorizzazione del proprio marchio e
delle proprie collezioni;
• individuando modalità di relazione più strette con i consumatori mediante rapporti
diretti con la distribuzione e l’apertura di propri punti vendita.
In questo contesto l’innovazione di prodotto è intesa dalle imprese come una delle condizioni
utili ad acquisire margini di autonomia produttiva e visibilità sul mercato. Occorre precisare
come nel comparto della moda l’innovazione abbia prevalentemente carattere “incrementale”,
si basi cioè sull’inserimento progressivo nelle collezioni di elementi innovativi volti a
differenziare la nuova collezione dalla precedente o a qualificare il prodotto in nuovi target di
mercato. Un’azione continua concretizzabile nell’adozione di nuovi materiali, accessori,
trattamenti cromatici, tattili o performanti realizzati direttamente o dai fornitori talvolta per
contesti applicativi diversi da quelli propri dell’abbigliamento. Ciò non diminuisce l’entità
dello sforzo che le imprese compiono per dare originalità e valore ai capi che saranno proposti
al mercato, e che coinvolge non solo gli uffici stile e campionatura ma pressochè tutte le
attività aziendali in senso lato. Si tratta di una modalità di lavoro che rischia di rendere le
attività innovative delle imprese non visibili, non censibili. Gli imprenditori tendono a non
4
identificare le attività di definizione stilistica dei capi con la funzione “Ricerca e sviluppo”
ma a considerarla un’attività di routine. Ciò non impedisce che vi siano nell’area imprese che
condividono con le università pugliesi programmi di ricerca applicata volta a conferire ai
prodotti caratteristiche del tutto nuove.
Lo sviluppo di programmi formalizzati di ricerca coinvolge però solo alcune realtà aziendali.
E’ inoltre modesto l’interesse verso l’adozione di marchi e certificati di valenza internazionale
e volti a qualificare e garantire il prodotto. L’iter di certificazione1 è percepito, infatti, quando
adottato, come un comportamento conseguente a precise richieste dei clienti (o vincolanti la
possibilità di approcciare determinati mercati) più che una modalità valorizzante la propria
immagine: il punto di forza di ogni strategia commerciale è nella reputazione dell’azienda,
nella sua capacità di rendersi riconoscibile ed affidabile presso i propri clienti. Simile
l’atteggiamento verso etichettature eventualmente enfatizzanti il “Made in Italy” e la
tracciabilità geografica della produzione: è l’imprenditore, con la sua storia, le provate abilità
del suo staff e le caratteristiche dei materiali utilizzati a garantire la qualità dei suoi manufatti,
poco importa dove questi siano stati realizzati.
Vi è in questo una forte consapevolezza del legame profondo che unisce qualità e
valorizzazione del prodotto e qualificazione dell’azienda nel suo insieme, compresa
l’eventuale rete dei subfornitori. Ma qualificare i propri operatori e mantenerli aggiornati è
uno sforzo considerevole per aziende stressate dalle tempistiche di consegna imposte dai
clienti e dall’instabilità del mercato. Vi è difficoltà a reperire nel mercato del lavoro locale le
professionalità necessarie (tra queste export manager, creativi, disegnatori cad, modelliste) e
ad investire in formazione continuata. Eppure si avverte il bisogno di momenti di
aggiornamento e di formazione “snella”, magari svolti in aree non regionali, o realizzati in
loco ma sotto forma di laboratori interdisciplinari e animati da talenti esterni invitati in Puglia
allo scopo di portarvi la propria esperienza, il proprio vissuto.
In sintesi, il comparto tessile pugliese, nelle sue espressioni più dinamiche, appare
attraversato da una dualità di strategie imprenditoriali (non necessariamente in
contrapposizione una all’altra, anzi, spesso co-agenti):
• il rafforzamento del modello fashion-system basato sulla qualificazione del
prodotto, le politiche di brand, il miglioramento delle modalità distributive
funzionali al rafforzamento dell’immagine aziendale e della capacità dell’impresa
di agire sul mercato, l’incremento dell’efficienza organizzativa aziendale;
• l’individuazione di nicchie di prodotto/mercato caratterizzate da differenziazioni
qualitative del prodotto e dalla ricerca di ambiti applicativi diversi da quelli
consolidati.
Il secondo modello strategico, appare ancora numericamente minoritario ed è individuabile
nelle imprese che hanno attivato programmi di ricerca e che guardano con interesse alla
sinergia con altri comparti industriali affini. Un ulteriore sviluppo potrebbe riguardare, anche
in sinergia con altri comparti produttivi presenti sul territorio, l’area dell’arredo tessile2 e
l’area del tessile per la sicurezza3.
Per quanto riguarda le possibili traiettorie di sviluppo, sarebbe certamente ingenuo
sottovalutare le influenze che gli scenari internazionali possono avere nel prossimo futuro sul
settore della moda italiano e, nel caso specifico, sulle imprese pugliesi che alle griffe e ai
brand del fashion hanno fortemente legato il proprio destino. E per quanto le case di moda
italiane si dichiarino intenzionate a mantenere nel territorio nazionale parti significative della
1
Esempio: Ecolabel e Oekotex.
L’arredo tessile potrebbe accentuare la propria duttilità a contesti diversi dal salotto tradizionale orientandosi ad
esempio verso gli interni del trasporto nautico di lusso o verso l’arredo di locali ad uso collettivo quali aree
espositive/ ricreative, ristoranti, sale cinematografiche, etc.
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DPI, abbigliamento per soggetti con esigenze particolari.
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5
filiera produttiva, o almeno a fare del Made in Italy un punto di forza sul mercato, occorre
ricordare che la tranquillizzante equazione tra prodotti di importazione e scarsa qualità non è
più attuale: la competizione dei paesi di nuova industrializzazione non si gioca più solo in
termini di vantaggio di costo, ma minaccia i produttori italiani con prodotti qualitativamente
validi consegnati in tempi rapidi ai committenti. Inoltre, l’individuazione di nuovi mercati di
sbocco comporta frequentemente la scelta da parte del committente di fornitori più prossimi
alla distribuzione, condizione che potrebbe penalizzare i sub fornitori pugliesi. Un processo
che le imprese pugliesi più strutturate hanno sfruttato a loro volta nei decenni precedenti de
localizzando nei paesi dell’Est Europa e che attuano ora con un cambiamento di prospettiva: è
all’Asia che guardano tanto in termini di mercato che di alleanze produttive e di
delocalizzazione, mentre l’Est Europa pare meno vantaggioso.
In questo contesto non sorprende che solo alcune imprese di punta investano in ricerca e
innovazione avvalendosi delle opportunità offerte dai bandi comunitari, nazionali o regionali:
la preoccupazione per l’immediato futuro, la gestione delle commesse e l’acquisizione degli
ordini occupano quasi interamente l’attenzione dell’imprenditore e del management. Inoltre
ad insidiare il futuro dell’impresa concorre talvolta una minaccia interna: l’assenza di
condizioni di alternanza generazionale alla guida dell’azienda che crea dubbi sull’efficacia
degli investimenti e della programmazione delle attività nel lungo periodo.
In questo quadro di criticità è possibile individuare alcune strategie attivabili a livello
territoriale.
In primo luogo, se è vero che l’industria tessile abbigliamento italiana possa essere
tutelata/rilanciata a condizione di riposizionarsi sui nuovi mercati internazionali del lusso e
del lusso-accessibile, le imprese della moda pugliese possono contribuire a questo trend
grazie alla riconosciuta e diffusa cultura tecnologica del prodotto. L’apertura ai mercati
internazionali è un processo che le leader hanno già attivato con buoni risultati, e che può
essere esteso alle aziende meno strutturate a condizione che le stesse si alleino per muoversi
congiuntamente nei confronti di committenti spesso stranieri e potenziando, oltre al livello
qualitativo del prodotto, una qualità del servizio erogato che giustifichi prezzi altrimenti
penalizzanti.
Un’altra possibilità consiste nello sviluppare marchi e brand propri, evidenziare contenuti
qualificanti con campagne promozionali ad elevato impatto4, nell’aprire propri punti vendita o
trattare direttamente con la grande distribuzione. Si tratta di un’iniziativa che richiede
importanti investimenti e che può essere condivisa da più aziende (co-marketing) proponendo
al consumatore, di target ben individuato, linee caratterialmente definite o integrate (ad
esempio: filiera dell’accessorio, total look bambino, total look dell’abbigliamento
professionale e sicuro, eccetera.).
Un’ipotesi ulteriore è offerta proprio dalla filiera della protezione e della sicurezza,
espressioni che sottointendono un ampio catalogo di prodotti ed altrettanti contesti d’uso: dai
dispositivi di protezione individuale (DPI), allo sport, dal prodotto per utenze speciali
(portatori di handicap, anziani, ecc.) al capo ecologicamente garantito, dai prodotti anallergici
all’intimo a compressione graduata, per fare solo alcuni esempi. Si tratta di prodotti in cui
l’elemento qualificante è il carattere performante (antifiamma, antitaglio, antibatterico..) non
disgiunto da confort all’indosso e da contenuto estetico gradevole, talvolta esplicitamente di
tendenza. L’interesse manifestato dall’industria pugliese della calzatura a sviluppare prodotti
così fortemente caratterizzati può essere considerato dalle imprese della moda come
4
’L’esempio è offerto da Geox che deve il suo successo a un messaggio semplice e d’effetto e a potenti
investimenti di immagine, o daYamamay che ha puntato con successo all’idea del fashion di marca ma
accessibile e massicciamente comunicato.
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l’opportunità per misurarsi su temi forse inconsueti per la loro tradizione produttiva ma dal
trend sicuramente in crescita.
Sia che si tratti di consolidare l’immagine e la competenza fashion dell’impresa della moda
locale o di affrontare nicchie di mercato con prodotti specifici, ciò implica una crescita
qualitativa delle aziende e delle figure professionali che in esse operano e allo scopo devono
essere dedicate risorse tanto da parte dei soggetti della governance territoriale quanto dalle
singole imprese. Inoltre i cambiamenti organizzativi in atto nelle imprese pugliesi, basati sul
progressivo prevalere delle funzioni di progettazione e management dei progetti e sulla
contrazione di quelle più operative, richiedono una crescita culturale dell’azienda nel suo
complesso e una nuova capacità di sedimentare ed integrare, rendendole fruibili, conoscenze e
saperi professionali.
Occorre infine ricordare che la Puglia si avvale della presenza di strutture universitarie la cui
capacità di stimolare l’inserimento di processi di innovazione nel tessuto produttivo è
documentata dai progetti di ricerca avviati. Si tratta di risorse che possono essere
maggiormente sfruttate dalle imprese la cui capacità di usufruire di simili opportunità non è
innata ma conseguente ad un elevamento della proprie competenze professionali e progettuali.
In altre parole, in Puglia università ed imprese devono crescere insieme, condividendo
obiettivi e metodi. Una maggior attrattività delle università pugliesi potrebbe interessare
industrie di altri territori/comparti stimolando iniziative di collaborazione produttiva, mentre
una maggior crescita culturale e manageriale delle aziende può stimolare ed incentivare la
formazione di un terziario di qualità in grado di generare lavoro ed opportunità di business
trattenendo nell’area quei talenti culturali e professionali altrimenti spinti a cercare altrove
ipotesi di carriera.
Da questo punto di vista la sinergia tra un’impresa fortemente motivata ad incrementare la
propria catena del valore rafforzando i propri punti di forza immateriali (creatività, logistica,
immagine) e un terziario capace di supportare la trasformazione post fordista di uno dei
comparti più “tradizionali” del Made in Italy, rappresenta la leva imprescindibile dello
sviluppo economico e culturale dell’area.
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Capitolo 1. L’industria della moda: caratteristiche nazionali
L’industria tessile e della moda pugliese è una parte qualificante del settore tessile nazionale e
si colloca, con oltre 6.000 imprese e 28.000 addetti nel 2005, prevalentemente nella fase “a
valle” del processo di trasformazione, realizzando i capi di abbigliamento che saranno poi
inviati alla distribuzione e al consumo. L’analisi delle sue caratteristiche economiche ed
organizzative non può prescindere quindi da una lettura più generale del comparto nazionale e
delle tendenze di riorganizzazione che lo attraversano. Ciò è sollecitato da due fattori
importanti:
• la crisi che negli ultimi anni ha investito il comparto della moda in Italia e in Europa
non ha avuto, come talvolta in passato, caratteristiche di riassestamento ciclico verso
nuove condizioni di lavoro e di mercato, ma motivazioni talmente radicali da mettere
in qualche misura in discussione la permanenza dell’industria manifatturiera leggera
nell’Occidente industrializzato;
• la Puglia è fortemente collegata alla filiera nazionale e alle griffe del lusso e dell’alta
qualità, spesso localizzate in altre aree geografiche e di cui rappresenta la struttura di
riferimento per la prototipia e l’industrializzazione dei capi.
Per comprendere le trasformazioni in atto nel comparto pugliese è quindi utile collocare
quest’area geografico-industriale, che contribuisce al Made in Italy con capi moda di livello
qualitativo elevato, all’interno di uno scenario più generale e nelle relazioni dinamiche che
stabilisce con gli altri soggetti della catena del valore del sistema tessile e della moda.
L’ingresso nello scenario economico tessile di soggetti internazionali fortemente competitivi
e nel contempo l’aprirsi di nuovi mercati corrispondenti a fasce di fasce di consumatori in
grado di apprezzare ed acquistare prodotti Made in Italy, sono condizioni che hanno indotto
cambiamenti organizzativi e commerciali rilevanti nel comparto considerato.
Una lettura dell’industria pugliese che tendesse a limitarla al solo contenuto manifatturiero o a
isolarla nei confini regionali anziché collegarla a dinamiche extralocali e sistemiche
apparirebbe quindi limitante e incapace di cogliere i trend di innovazione in atto. A conferma
di ciò occorre rilevare come la regione nel suo insieme si qualifichi per la considerevole
presenza di strutture universitarie e di ricerca finalizzate al settore moda le cui attività
sembrano orientate a guadagnare ruolo oltre la dimensione regionale.
Prima di entrare nel merito delle caratteristiche predominanti dell’industria locale è pertanto
necessario ridisegnare sinteticamente il comparto tessile/moda italiano nel suo insieme e in
relazione ai cambiamenti strutturali indotti dai nuovi scenari economici.
1.1. Il settore oggi: i soggetti principali della filiera e lo scenario competitivo
Dal punto di vista produttivo la filiera del tessile moda, ancora presente in Italia con tutte le
fasi del ciclo tecnologico, può essere rappresentata da una successione sostanzialmente lineare
di azioni trasformative che, partendo dalla fibra, dalle diverse caratteristiche, la trasforma in
fili e filati e successivamente nelle differenti superfici tessili a cui, mediante i processi fisicochimici della nobilitazione, vengono attribuite caratteristiche cromatiche, estetiche e
funzionali. Il ciclo può essere raffigurato come in Figura 1.1.
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Figura 1.1. La filiera del tessile abbigliamento
Il processo “a monte” prevede una prima fase, detta filatura, in cui la materia prima (naturale,
artificiale o sintetica) subisce lavorazioni differenti a seconda delle sue caratteristiche
merceologiche e della destinazione d’uso del filato realizzato. Il passaggio successivo prevede
la realizzazione di superfici di diverso tipo: a telaio saranno realizzati i tessuti ortogonali
mediante incrocio di filati di trama con filati di ordito, mentre i tessuti a maglia saranno
prodotti con macchine rettilinee o circolari. La filiera tessile italiana contempla inoltre la
realizzazione di pizzi, ricami, feltri, tessuti non-tessuti, questi ultimi in costante crescita grazie
alla diffusione dei prodotti usa e getta in molteplici contesti. Si tratta di una gamma di
differenti tipologie di prodotti a cui corrispondono diversi contesti tecnologici produttivi e,
conseguentemente, diversi modelli organizzativi.
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La nobilitazione (cioè tintura, stampa e finissaggio) interviene mediante colorazione,
additivazione e trattamento chimico dei semilavorati in funzione dei risultati che si intendono
ottenere e può riguardare la materia prima, il filato, i tessuti e talvolta il prodotto già
confezionato. Si tratta di un universo tecnologicamente articolato in cui l’innovazione
partecipa sia migliorando le prestazioni dei manufatti sia razionalizzando il ciclo ed i costi che
questo comporta con particolare riguardo al consumo energetico e delle acque di processo.
L’introduzione dei trattamenti al plasma rappresenta, in questo senso, una delle innovazioni
più recenti consentendo di funzionalizzare5 le superfici senza impiego di acqua di processo e
in condizioni di considerevole risparmio energetico.
All’elenco dei prodotti che concorrono a definire la filiera tessile “a monte” occorre infine
aggiungere un’altra famiglia di tessili, per quanto di nicchia: quella dei compositi. Si tratta di
strutture caratterizzate da leggerezza e resistenza ottenute combinando fibre tessili speciali
quali vetro, carbonio e aramidiche predisposte in varie forme combinate ad una matrice in
resina termoindurente. A motivo della loro resistenza e leggerezza i compositi sono usati quali
elementi strutturali in caschi protettivi o in barche e autovetture da competizione.
Le lavorazioni “a valle” identificano le fasi del ciclo produttivo volte a progettare, tagliare e
assemblare i materiali in funzione della realizzazione di un capo finito e coincidono con la
confezione. Si tratta della fase del processo produttivo che relaziona direttamente con il
consumatore mediante la distribuzione (business to consumer) mentre i produttori di
semilavorati operano nella catena del business to business. Tanto le imprese del business to
business tessile quanto quelle che realizzano capi finiti possono operare conto terzi (su
commissione cioè di un cliente) o mediante un proprio campionario. Molte imprese operano
con entrambe le modalità. Si tratta in ogni caso di imprese fortemente coinvolte in attività
creative, anche se spesso al servizio di idee progettuali elaborate dal cliente, come
testimoniano importanti fiere di settore da cui i creatori di moda traggono utili spunti per la
realizzazione delle loro collezioni. Nella filiera della moda compaiono inoltre converter,
aziende cioè non direttamente produttive che realizzano collezioni assegnando a laboratori
esterni tutte le fasi trasformative ed occupandosi essenzialmente dello stile e del
coordinamento delle varie fasi.
La reciproca contaminazione creativa tra operatori a monte e a valle del ciclo di
trasformazione rappresenta un vantaggio competitivo ineguagliabile.
Il successo della filiera del Made in Italy può infatti essere riassunto nella forte integrazione
tra imprese a monte e a valle che consente di realizzare prodotti di elevata qualità e grado di
innovazione accelerando i tempi di progettazione e di industrializzazione. Su questo aspetto
trova legittimazione la spinta alla ri-verticalizzazione della filiera mediante acquisizione di
imprese a monte da parte di griffe e confezioni di pregio o di confezioni e uffici stile da parte
di aziende produttrici di semi lavorati.
La presenza in Italia di una vivace e qualificata industria meccanotessile ha inoltre
rappresentato una costante opportunità di partnership tra fornitori di tecnologie e clienti che si
è spesso concretizzata in esperienze di co-progettazione e testing di soluzioni tecnologiche
innovative mirate alla realizzazione di particolari materiali tessili ed effetti estetici. Una prassi
non dissimile a quanto è avvenuto per anni tra tintori/finitori e produttori di coloranti e
ausiliari chimici destinati al comparto tessile.
Proprio questa relazione tra soggetti diversi ma complementari ha generato un humus
culturale e operativo tale da favorire la diffusione di una costante prassi dell’innovazione dei
5
Ci si riferisce con questo termine a trattamenti volti a rendere un manufatto idrorepellente, igienizzato,
schermante o in grado di rilasciare sostanze chimiche, per fare solo alcuni esempi.
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prodotti destinati al mercato della moda ed a stimolare il fiorire dei distretti industriali come
luogo privilegiato di cultura d’impresa.
In questo contesto (che ha raggiunto fasi di significativa espansione negli anni ‘80 e ‘90) il
mondo della moda ha potuto beneficiare di preziosi alleati progettuali ed acquisire forte
valenza culturale fino ad estendere la propria influenza dai prodotti classici (abbigliamento e
accessori) al mondo dell’arredo e della casa e a guadagnare spazi importanti nel mondo
dell’oggettistica, dei trasporti.
Figura 1.2. Relazioni sistemiche tra industria tessile ed altri soggetti
I processi di condivisione progettuale e di reciproca sollecitazione tra comparti industriali e
ambiti della cultura differenti hanno consentito interessanti evoluzioni. Difficile oggi non
individuare in capi moda gli effetti migliorativi della ricerca sui materiali o individuare
prodotti che, seppur concepiti per usi tecnici non siano in qualche misura assimilabili a trend
di moda o influenzati da questi.
Una conferma in questo senso è offerta dai capi tessili protettivi (DPI) la cui funzione è
principalmente quella di garantire sicurezza al lavoratore impegnato nello svolgimento di
determinate mansioni professionali (sui cantieri, nelle imprese e in ogni situazione in cui
siano presenti situazioni di rischio) senza rinunciare nel contempo a condizioni di confort
(traspirabilità, libertà di movimenti..). Fanno parte di questa categoria di prodotti, articoli di
diversa natura: dalle calzature protettive all’abbigliamento ignifugo, dai guanti alle
mascherine, dai caschi alle imbracature, prodotti la cui componente tessile è fortemente
rappresentata e in cui la ricerca, la sperimentazione ed il rispetto di parametri tecnici definiti
da norme specifiche rappresentano fattori qualificanti le imprese che li realizzano.6
A ciò si aggiungano ambiti in cui i materiali e i prodotti tessili compaiono in funzione delle
specifiche caratteristiche tecniche: mobili imbottiti e complementi d’arredo (pavimentazioni
tessili, lampadari, tendaggi), filtrazioni, igiene, compositi, geotessili, sanità, sport. Un
comparto, quello dei tessili tecnici, in continua evoluzione e crescita grazie ad una costante
azione di ricerca volta a candidare i manufatti tessili ad integrare, quando non sostituire,
tipologie diverse di materiali e che deve quindi il proprio progresso alla capacità di dialogare
con altre branche tecnologiche industriali e con contesti applicativi diversi da quelli abituali.
6
È evidente l’affinità tra i DPI e i prodotti per lo sport, la montagna e l’abbigliamento casual. Inoltre si è
ultimamente diffusa l’esigenza di non rinunciare alla caratterizzazione fashion del DPI.
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Per quanto radicali possano apparire le differenze tra prodotti fashion e tessili tecnici, a partire
dalle destinazioni d’uso e dai target di riferimento, sarebbe quindi un errore non coglierne le
potenziali affinità. Il tessile moda infatti ha acquisito con successo input derivanti dalla
ricerca svolta in contesti high-tech come testimoniano, ad esempio, prodotti per lo sport e il
lavoro ma anche più tradizionali capo-spalla e accessori d’arredo. Dal canto suo il mondo
dell’high-tech ha supportato il trend della moda offrendo prodotti capaci di assecondarne le
tendenze come dimostra il peso crescente acquistato dall’estetica degli interni auto nell’atto
della scelta di un’autovettura.
Sulla base di queste premesse è possibile soffermarci sulle caratteristiche dimensionali
dell’industria italiana del tessile e della moda.
Secondo dati di Movimprese il comparto contava, nel 2005, 101.778 imprese attive (il 41%
delle quali nel tessile e il 49% nell’abbigliamento) con un’incidenza sul totale delle imprese
manifatturiere in Italia del 12%.
Il confronto tra i dati di fonte INAIL 2001 -2006 confermano il ridimensionamento del
comparto come evidenziato nella tabella 1.1.:
Tabella 1.1. Imprese e Addetti industria tessile (al netto delle ditte individuali e degli
apprendisti)
Imprese
Addetti
2001
2006
92.958
530.205
81.732
336.408
Variaz. Valori
assoluti
- 11.226
-193.797
Variazione %
12%
36,5%
Fonte: INAIL.
Per quanto ridimensionata l’industria moda italiana si conferma una quota significativa del
sistema tessile europeo la cui dimensione è sintetizzata nella tabella 1.2.
Tabella 1.2. Dati settore tessile moda europeo 2005
Fatturato
198 miliardi di euro
Posti di lavoro
2,7 milioni
Valore aggiunto
59,9 miliardi di euro
Aziende
230.000
Investimenti
5,07 miliardi di euro
Esportazioni
36,5 miliardi di euro
Importazioni
73 miliardi di euro
Fonte: Imprese e Industria – Commissione Europea Commercio e Industria (2005).
In un recente documento della Commissione Europea per le trasformazioni industriali
(CCMI)7 si legge, relativamente al settore tessile, moda e calzature “con circa 250.000
imprese (il 12% dell’intera industria manifatturiera dell’UE-27) e un volume d’affari di circa
240 miliardi di euro, il settore TAC rappresenta il 4% del valore complessivo del settore
manifatturiero europeo. Con i suoi 3,4 milioni di addetti a maggioranza femminile, copre il
9,3% dell’occupazione totale del settore manifatturiero europeo. In controtendenza con
l’andamento complessivo dell’industria manifatturiera europea il settore ha registrato
nell’ultimo decennio una riduzione del proprio valore aggiunto superiore al 40%”.
7
Relazione informativa della Commissione Consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI) sul tema
“L’evoluzione dell’industria tessile e calzaturiera europea” del 4 febbraio 2008 a cura di Claudio Cappellini.
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Conseguentemente alla fine dell’accordo Multifibre e all’affermarsi di un nuovo quadro di
divisione internazionale del lavoro l’industria tessile moda europea ha dovuto affrontare un
processo di razionalizzazione e riposizionamento competitivo che ha inciso
significativamente sulle dinamiche di sviluppo del settore. Secondo i dati Eurostat, nel
periodo che va dal 1993 al 2004, la produzione è infatti diminuita ad una media annua del
3,3% e questa riduzione del volume di attività ha determinato una perdita di quasi un terzo
della forza lavoro presente in Europa. In questa fase è cambiato anche il ruolo dell’Europa
negli scambi commerciali con il mondo. La vecchia Unione a 15, pur continuando a giocare
un ruolo da protagonista del commercio mondiale non è riuscita a difendere le sue quote di
mercato. Nel periodo che va dal 1999 al 2003, la sua quota sul totale delle esportazioni
mondiali è infatti scesa dal 30,5 al 28,7%. Nella stessa direzione è andato anche il contributo
dell’America del Nord che è sceso dal 6,2% del 1999 al 4,2% del 2003. Sul piano degli
scambi commerciali, il processo di apertura internazionale ha invece favorito quelle aree di
nuova industrializzazione che sono riuscite a capitalizzare un forte vantaggio sul costo del
lavoro. In questo ambito si conferma il protagonismo dell’Asia orientale che, trainata dal
contributo della Cina, detiene una quota di esportazioni mondiali di prodotti moda pari al
42,5% (40% nel 1999).
Anche l’Italia ha evidenziato una chiara difficoltà a difendere il suo posizionamento
competitivo. Nel solo quinquennio 2001 – 2005, il sistema tessile e moda ha infatti fatto
registrare non solo una forte riduzione della produzione nazionale ma anche una perdita di
fatturato (sceso da quasi 96 miliardi nel 2001 a poco più di 80 miliardi nel 2005) e di vendite
all’estero (diminuite dell’11%).
Tabella 1.3. Produzione, fatturato ed export del settore tessile-abbigliamento nel periodo
2001-2005
Tessile
-17%
Produzione
-23%
Fatturato
-17%
Export
Fonte: Elaborazione su dati Istat.
Abbigliamento
-22%
-5%
1%
Pelletteria
calzature
-29%
-12%
-14%
e Totale attività
manifatturiere
-5,9%
3,5%
7,4%
Per quanto riguarda il ruolo commerciale dell’impresa del tessile e della moda alcuni noti
elementi hanno concorso a penalizzare il ruolo internazionale del comparto. Nel periodo
2001-2007, fattori quali un rafforzamento dell’euro sul dollaro, l’avanzare della concorrenza
dell’industria tessile dei paesi a basso costo del lavoro e un diffuso rallentamento dei consumi
in Europa (principale area di sbocco dei prodotti moda italiani), hanno determinato una
crescita delle importazioni del 24% che ha spinto il valore complessivo dei prodotti moda
acquistati all’estero vicino ai 25 miliardi di euro e una diminuzione dell’export di quasi 2
miliardi di euro (pari ad una variazione del 3% rispetto al 2001) portando il valore delle
vendite all’estero a poco più di 41 miliardi di euro. Naturalmente questa divergenza nella
dinamica dei flussi commerciali ha indebolito la posizione dell’Italia, portando il saldo
commerciale del settore a poco meno di 17 miliardi di euro. A questo arretramento della
competitività internazionale non contribuiscono allo stesso modo i macro comparti del
settore: l’abbigliamento, infatti, riesce a difendere la sua presenza all’estero (+15% la
variazione dell’export nel periodo 2001-2007), mentre tessile e pelletteria arretrano
rispettivamente del 16% e del 3%. Il confronto tra comparti rileva invece una situazione
diversa dal lato delle importazioni: in sette anni cresce in valore del 53% l’acquisto di prodotti
13
dell’abbigliamento dall’estero; mentre per la pelletteria e il tessile si registrano variazioni
meno marcate.8
Tabella 1.4. Import ed export del settore tessile-abbigliamento nel periodo 2001-2005
2007 provvisorio
Variazione 2001-2007 (%)
2001
MERCE
import
export
saldo
import
export
saldo
import
8,0
9,6
14,1
13,7
6,2
4,1
7,5
6,3
16,9
11,9
9,4
5,6
6,4%
53,5%
7,6
14,1
6,5
6,5
14,6
8,1
18,5%
-3,2%
-20,4%
25,2
41,9
16,7
20,2
43,3
23,1
24,9%
-3,3%
-27,8%
294,0
345,2
Fonte: Elaborazione su dati Istat.
51,2
221,0
265,5
44,5
33,0%
30,0%
15,1%
Tessile
Abbigliamento
Pelletteria e
calzature
Totale sistema
moda
Totale attività
manifatturiere
export
saldo
-16,3% -34,4%
15,2% -27,6%
La contrazione delle vendite all’estero, benché ampiamente generalizzata, può essere imputata
in larga parte ad una perdita di competitività nell’area dell’UE a 15 e nel mercato Nord
Americano. Nell’aggregato dei 15 paesi di prima adesione UE, che ancora oggi rappresenta il
45% del fatturato all’estero del sistema tessile-abbigliamento-concia e calzature italiano, il
periodo 2001-2005 è segnato da una riduzione dell’export pari al 16% (che corrisponde ad
una perdita in valore di 3,3 miliardi di euro). Tra le aree UE a 15 dove si registra un
arretramento, la Germania, il primo mercato per l’Italia, è anche il mercato su cui si registra la
perdita più grave (-33% pari a una diminuzione del valore delle vendite di oltre 2 miliardi di
euro). In controtendenza vanno solo Spagna e Grecia dove l’export aumenta rispettivamente
dell’11% e del 4%.
Sempre in Europa, un andamento delle vendite migliorativo rispetto all’UE a 15 riguarda
l’aggregato PECO dove in cinque anni l’export è aumentato dell’8%, diventando un mercato
interessante (con una quota del 18% delle esportazioni dall’Italia).
Ancor più problematica la situazione degli scambi con l’Asia, che registra complessivamente
una crescita di importazioni del 53% in 5 anni. Un risultato da attribuire in particolar modo
alla Cina che per effetto della liberalizzazione avvenuta nel 2005 riesce a capitalizzare un
vantaggio competitivo derivato da costi di produzione estremamente più bassi rispetto a quelli
registrati nei paesi europei e da una politica commerciale fortemente aggressiva. Nessun
comparto è immune dalla pressione dell’industria cinese, ciò nonostante, il vestiario, che
assorbe il 45% degli acquisti dalla Cina (26% la quota tessile e 28% la quota pelletteria) e
quasi un quarto del totale delle importazioni resta il comparto più esposto alla penetrazione di
prodotti cinesi.
A fronte di questa progressione dell’import non è corrisposta una accelerazione delle
esportazioni sufficienti a compensare la posizione commerciale dell’Italia verso la Cina. Pur
in una dinamica di crescita (+25% nel periodo 2001-2005), le vendite sul mercato cinese si
fermano infatti a poco più di 450 milioni di euro. Una distanza rispetto al volume delle
transazioni in entrata che si traduce nel periodo considerato in un saldo negativo per quasi 4
miliardi di euro.
Relativamente al rapporto import-export occorre ribadire quanto siano squilibrate le relazioni
commerciali tra esportatori europei e extraeuropei in termini di dazi e vincoli all’ingresso, una
8
Dati elaborati da Ires su fonti Istat in “Industria tessile e della moda, nuovi scenari, nuove professionalità”
Progetto Equal Tessuto Locale , 2007
14
situazione che limita fortemente le possibilità di esportazione dei produttori italiani e crea
condizione di concorrenza sleale.9
Considerato lo scenario descritto non sorprende che da parte delle rappresentanze delle parti
sociali coinvolte e della stessa governance dell’economia italiana siano state manifestate
preoccupazioni sul futuro dell’industria tessile nel paese ed avanzate alla Commissione
Europea richieste di contenimento dell’importazione asiatica sui mercati europei e
provvedimenti a difesa della proprietà intellettuale. Inoltre allo scadere dell'accordo con la
Cina nei primi mesi del 2008, lo stesso Parlamento Europeo ha chiesto una vigilanza efficace
anticontraffazione e antidumping sui prodotti in entrata e un migliore accesso ai mercati esteri
per i prodotti UE sollecitando nel contempo norme vincolanti sull'indicazione dell'origine dei
tessili importati.
Calo dei consumi nei mercati tradizionali e l’incremento delle importazioni hanno
ulteriormente penalizzato l’industria italiana tessile e della moda a cui non resta che
accentuare riposizionandosi su target alti, su mercati cioè in grado di accettare differenziali di
prezzo a vantaggio di qualità e unicità del prodotto acquistato. Valorizzazione dell’eccellenza
produttiva e dell’origine produttiva del prodotto sono in questo senso strategie che si
abbinano alla leadership di brand dando visibilità anche a prodotti e fasi di filiera non
caratterizzati da marchi di riconosciuto valore.
Ruolo strategico in questo contesto è assunto dalla distribuzione, anello di connessione
fondamentale tra impresa manifatturiera e un consumatore i cui comportamenti appaiono
sempre meno prevedibili e fidelizzabili, riconosciuto a tutti gli effetti, soggetto della catena
del valore del sistema moda. Al fine di tenere sotto stretta osservazione le dinamiche di scelta
dei prodotti offerti elaborando strategie anticipatorie e nel contempo alleggerire l’impresa di
costi di intermediazione commerciale, molte aziende hanno aperto propri punti vendita o
stabilito strette relazioni con imprese distributive. Una sorta di “riverticalizzazione” della
filiera che tende a proporsi così più efficiente sul mercato e ad offrire un’immagine di sé
unitaria in cui il negozio diventa parte essenziale nel processo di riconoscibilità presso il
compratore.
1.2. Punti di forza e criticità del settore: le strategie di riposizionamento
Malgrado le fasi di crisi, il Made in Italy rappresenta a livello internazionale una sorta di
“ombrello” per l’intera gamma dei prodotti che si fregiano della qualifica di prodotti italiani,
come da tempo ha ben compreso l’industria della contraffazione.
L’immagine del Made in Italy rappresenta una valenza culturale che è certamente attribuibile
alla capacità espressiva e comunicativa delle grandi case di moda, un vantaggio competitivo
che spiega un’apparente incoerenza tra calo dei volumi esportati e incremento del valore del
fatturato.
Ciò è stato determinato negli anni da due fattori:
- la capacità progettuale, creativa e comunicativa delle griffe e delle case di moda;
- la presenza in Italia di una filiera dell’eccellenza produttiva concentrata in particolari
aree distrettuali.
Al di là del nuovo protagonismo produttivo e commerciale dei paesi a nuova
industrializzazione che hanno indubbiamente incrinato la potenzialità commerciale del
comparto, le maggiori cause di fragilità del sistema moda italiano possono, invece, essere così
sintetizzate:
9
A titolo di esempio: i dazi verso l’India e la Corea per i tessuti di cotone sono circa il 10%, ma considerando
altre tasse possono arrivare al 30–40% mentre l’introduzione in Europa non comporta dazi (fonte SMI)
15
-
-
-
-
inadeguata dimensione organizzativa di una fascia rilevante di imprese e conseguente
impossibilità delle stesse ad operare in un mercato complesso a forte e costante tendenza
all’internazionalizzazione;
elevato costo del lavoro: l’Italia è, con 18,5 €/ora al quarto posto in Europa dopo
Germania, Francia e Regno Unito e ben sopra Paesi come Portogallo (8,5 €/ora), Ungheria
(4,5 €/ora) e Romania (1,6 €/ora)10;
peso fiscale, vincoli e pesantezze burocratiche che oltre a gravare sulle imprese attive
limitano l’espansione di nuova imprenditoria e riducono l’interesse di investitori stranieri
per l’Italia come area di sviluppo industriale;
persistere nel comparto di una componente della sub fornitura di piccole dimensioni,
mono-committente e di scarso livello tecnologico;
alto costo dell’energia ad uso industriale che in Italia è superiore agli altri paesi europei11;
squilibri tra la domanda e l’offerta nel mercato del lavoro. Malgrado le imprese abbiano
estromesso negli ultimi anni migliaia di lavoratori a seguito di chiusura di unità
produttive, riorganizzazioni e processi di delocalizzazione, avvertono nel contempo la
mancanza di figure professionali coerenti con le linee di sviluppo del settore e si esprime
preoccupazione per il ricambio generazionale a tutti i livelli.
In questo contesto, tralasciando le strategie internazionali di contenimento degli squilibri
commerciali con i paesi di recente industrializzazione (Made In, antidumping,
antisovvenzioni e misure di salvaguardia, interventi doganali anticontraffazione) le strategie
di riposizionamento immaginabili per il comparto sono sostanzialmente riassunte nel rapporto
conclusivo “The Challenge of 2005 - European Textiles and Clothing” dell’UE dove si traccia
una strategia articolata su sette raccomandazioni:
- nel miglioramento della componente gestionale-organizzativa;
- nella componente industriale, puntando ad intensificare gli investimenti sulla tecnologia e
sui fattori tecnici e di design del prodotto;
- nella componente commerciale, rafforzando la protezione dei diritti di proprietà
intellettuale, superando gli ostacoli all’accesso ai nuovi mercati emergenti, intensificando
quegli investimenti di sviluppo dei canali di vendita, marketing e comunicazione
fondamentali per allargare i mercati di sbocco dei prodotti;
- nella componente professionale, sostenendo le imprese nell’investimento su quelle
competenze chiave su cui dovrebbe prendere forma il nuovo pattern di sviluppo.
Al di là quindi della necessità (ampiamente trasformata in prassi dalle imprese) di contenere
costi e razionalizzare le risorse e gli investimenti, il recupero di competitività viene affidato
alla capacità di tradurre operativamente un concetto di innovazione in cui convivono tutte
quelle attività che consentono di adeguare i prodotti e i processi organizzativi e produttivi alle
esigenze dei mercati e dei clienti, comprendendo in tutto questo il contributo dell’innovazione
tecnica/tecnologica e quello di avanzamento creativo. Naturalmente, una condizione
fondamentale affinché questa multidimensionalità del processo innovativo diventi la leva su
cui costruire lo sviluppo dell’impresa è senza alcun dubbio la capacità di gestire in modo
sinergico la produzione creativa e quella tecnologica, sviluppando forme di dialogo con i
consumatori grazie alle quali il prodotto si inserisce in una semantica culturale che ne
attribuisce valore e riconoscibilità. In questa logica assumono importanza le strategie di
comunicazione di brand aziendali e collettivi, la certificazione dei prodotti, l’uso corretto di
10
Eurostat (Structural Business Annual Interprise Statistics).
Il prezzo dell’energia elettrica in Italia era nel 2006 di 13,5 euro/kwh contro i 9,2 del Belgio, gli 8,6 della
Germania e i 4 dell’Inghilterra (Dati Euratex 2007).
11
16
etichette e di ogni altro strumento atto a identificare il valore del manufatto, ogni strategia di
fidelizzazione del consumatore altrimenti disorientato di fronte alla saturazione dell’offerta.
1.3. Ricerca nel comparto e prospettiva europea
Se una parte importante del dibattito politico è finalizzata a definire le strategie di difesa dei
mercati europei dalla crescente importazione di manufatti dai paesi terzi, un tema basilare
nelle politiche industriali della UE è dedicato al sostegno all’innovazione tecnologica e alla
ricerca e si esprime in particolare nel Settimo Programma Quadro e nella Piattaforma
Tecnologica. Il Settimo Programma Quadro riunisce tutte le iniziative dell’UE collegate alla
ricerca che hanno un ruolo fondamentale per raggiungere gli obiettivi di crescita,
competitività e occupazione, assieme a un nuovo Programma quadro per la competitività e
l’innovazione (CIP), a programmi di istruzione e formazione, ai Fondi strutturali e ai Fondi di
coesione per la convergenza regionale e la competitività. Inoltre è un pilastro fondamentale
per lo Spazio europeo della ricerca (SER).
I tre “pilastri” fondamentali su cui poggia la Piattaforma Tecnologica per il Tessile Moda
sono orientati a:
- incrementare la produzione di prodotti specialistici (che utilizzano processi evoluti, fibre,
filati e tessuti funzionali basati su nano- micro- bio- tecnologie, ecc.) rispetto alle
“commodities”;
- incrementare l’espansione del prodotto tessile come materia prima per altri settori
industriali (applicazioni mediche, costruzioni, trasporti, eccetera);
- concentrarsi, piuttosto che sulle grandi quantità, su produzioni “customizzate”,
personalizzate, che utilizzino meglio la logistica, la distribuzione ed i servizi.
Il quadro in cui prende forma una strategia di simile portata vede il settore tessile moda
italiano sottoposto a spinte contraddittorie. Da un lato si tratta di un comparto che avverte
come irrinunciabile condizione al mantenimento delle proprie performance competitive la
capacità di innovare continuamente la propria offerta produttiva e di adattare modelli
organizzativi e risorse tecnologiche alle esigenze del mercato, dall’altro i processi di
innovazione si configurano prevalentemente come incrementali, raramente radicali, sollecitati
dal mercato più che effetti del trasferimento in questo dei risultati della ricerca pura. Di per sé
questa considerazione non suscita una particolare sorpresa essendo estendibile a tutto il
sistema manifatturiero italiano e trova conferma nelle statistiche.
Il tasso di finanziamento diretto delle imprese private alla R&S era nel 2004 in Italia pari al
48,0% in UE (a 27) il 54,9% mentre in Cina il 65,7%, negli USA il 63,7% e in Giappone
addirittura il 74,8%. Il tasso di crescita nel periodo 2001-5 è stato in Italia dello 0,8%, in UE a
27 del 1,5% mentre in Cina del 19,7%12.
Ciò non toglie naturalmente che il settore sia costantemente impegnato nel ridefinire
campionari e collezioni, nel trovare modalità e soluzione tecniche organizzative in grado di
contenere i costi, ottimizzare risorse, comprimere i tempi di produzione e consegna
adattandoli alle richieste del mercato, nonchè a fornire prodotti personalizzati. Azioni che
richiedono una costante capacità di adattamento di materie prime, semilavorati e processi. A
questa missione concorre la presenza di un terziario tecnologico e gestionale costituito da
università, centri ricerca, strutture di consulenza, in grado di porsi come elemento socio
economico, oltre che scientifico, di riferimento nella conduzione di processi di
difesa/sviluppo di fasi di filiera e di territori13. Un nuovo protagonismo che è in parte
12
Dati Unioncamere, 2007.
A partire dagli anni ’70 e ’80 si è avvertita l’esigenza, in particolar modo nei distretti a vocazione tessili, di dar
vita a un terziario di settore a supporto delle imprese dei territori. Sono così stati istituiti centri di servizio, a
partecipazione pubblica e privata orientati a fornire attività di testing su prodotti, iniziative formative e
13
17
espressione delle strategie distrettuali (generato cioè da scelte politiche di sviluppo di
determinate aree economiche), e in parte si è formato sulla scia dei comparti industriali
trainanti spesso estranei al settore tessile (automotive, medicina, aerospaziale, ecc.).
Un’area, forse ancora marginale ma interessante, è inoltre rappresentata dalla definizione dei
prodotti e dei processi produttivi in una logica di ecosostenibilità che comprende l’analisi del
ciclo di vita del prodotto, il risparmio dell’energia e dell’acqua richieste alla sua
fabbricazione, la possibilità di riciclo e la biodegradabilità delle materie prime utilizzate e dei
manufatti realizzati, in altre parole l’impatto ecologico determinato tanto dalla produzione
quanto dall’uso del prodotto stesso. In questo senso vanno letti l’enfasi con cui si
pubblicizzano, ad esempio, capi in cotone organico, il recupero di coloranti e di fibre naturali
quali la canapa, la ginestra, l’ortica, il mais, il sughero o il bamboo la cui diffusione è
facilitata anche da iniziative fieristiche apparentemente marginali ma interessanti quali la
bolognese Sana o Fa la cosa giusta.
Ma al di là della caratterizzazione della materia prima utilizzata và rilevato come si sia
accentuata l’attenzione dei consumatori verso prodotti sicuri, privi di sostanze potenzialmente
tossiche o sensibilizzanti a contatto con la pelle, un’esigenza ben rappresentata dal nuovo
regolamento UE relativo alle sostanze chimiche Reach (che indica quali coloranti possono
essere utilizzati in Europa) e a cui i produttori tessili rispondono con strategie di certificazione
dei propri prodotti e adeguamento delle logiche produttive finalizzate alla loro realizzazione.14
Per quanto riguarda impianti, macchine e strumentazioni di produzione si è registrato negli
anni uno spostamento di attenzione da parte dei produttori meccanotessili dal potenziamento
della produttività degli impianti alla versatilità degli stessi allo scopo di assecondare le
richieste di un mercato sempre più interessato a piccoli lotti con caratteristiche differenziate.
Un esempio in questo senso è offerto dalla stampa ink-jet che, nata come supporto alla
progettazione di tirelle e cartelle colori, ha presto assunto ruolo importante nella produzione
consentendo la realizzazione di articoli fortemente personalizzati.
L’aumento dei costi dell’energia, dell’acqua e della gestione dei reflui di produzione ha poi
sollecitato la ricerca di tecnologie eco-compatibili che, seppure la loro diffusione sia ancora
limitata (un esempio è offerto dalla tecnologia al plasma), si prospettano come soluzioni di
notevole interesse.
Un peso importante hanno poi assunto le funzioni di rilevamento dati (sensori, lettori on line)
che consentano al management di produzione di ottimizzare le sequenza produttive,
controllare la qualità dei manufatti, programmare i carichi macchine e le movimentazioni
evitando tempi morti e “tracciando” lotti in lavorazione e prodotti finiti dentro e fuori la
fabbrica.
Sul fronte della progettazione le tecnologie CAD bi-tridimensionali hanno dato un decisivo
contributo tanto alle fasi di creatività quanto a quelle di prototipia e modellizzazione e si sono
arricchite di ulteriori potenzialità fino ad arrivare al “camerino virtuale”e alla possibilità di
fornire al cliente un servizio di misurazione, realizzazione e prova del capo su misura e in
tempi rapidissimi.
informative, e talvolta supporto alla ricerca: Città Studi a Biella, Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento a
Busto Arsizio (VA), Centro Tessile Serico a Como, Citer a Carpi (NO), Tecnotessile a Prato, Centro Calze a
Castelgoffredo (MN). A questi si aggiungano la Stazione Sperimentale per la Seta, le sedi del CNR e le
università ad indirizzo tessile (Politecnico di Torino, Politecnico di Milano. Università di Bergamo, LIUC di
Castellanza, oltre alle facoltà baresi su cui è data ampia informazione nel 3^ capitolo).
14
In questo senso si collocano Ecolabel, Oekotex, e le certificazioni aziendali ma anche esperienze di marchi
collettivi quali Biella The Art of Excellence, Serico o le attività dell’Associazione Tessile e Salute.
18
In estrema sintesi, le linee su cui si concretizzano l’introduzione di innovazioni tecniche
nell’industria della moda riguardano:
- il prodotto (ricerca stilistica/design, materiali, soluzioni strutturali, trattamenti chimici
funzionalizzanti, ecosostenibilità, sicurezza). In questo caso la ricerca è finalizzata a:
o ottenere l’eccellenza estetica e prestazionale tale da favorire, con le dovute
strategie di comunicazione e marketing, l’inserimento del prodotto nella fascia
alta del mercato (lusso e disegn);
o inserire il prodotti in nicchie di consumo (diversificazione), adattandolo a
specifiche finalità applicative (tessili ad uso tecnico, DPI, sport, individuazione
di nicchie di consumo con esigenze particolari);
o assecondare con l’enfasi su salute-sicurezza-benessere-ecosostenibilità il
crescente interesse di nuovi target di consumo verso prodotti di confort e
sicurezza.
- le tecnologie (versatilità, adeguamento di impianti industriali a logiche di produzione
quantitativamente/qualitativamente controllate, enfatizzazione di parametri quali
risparmio energetico, sicurezza silenziosità, potenziamento delle capacità di controllo on
line);
- le strumentazioni di simulazione/progettazione e di testing al fine di accelerare i tempi di
presenza dell’impresa e del prodotto sul mercato;
- il rilevamento dati e la tracciabilità del prodotto (pianificazione e controllo delle attività
produttive e logistiche, difesa della proprietà intellettuale), le modalità di interfaccia con
la distribuzione (monitoraggio ordini e riassorbimenti, personalizzazione dei capi,
apertura di punti vendita in proprio o in associazione con altre imprese) e di gestione della
catena della subfornitura.
1.4. Dalla filiera produttiva alla gestione integrata dei processi e dei servizi.
Nuove tecnologie e nuovi modelli organizzativi
Sollecitato dai nuovi scenari economici internazionali, il comparto della moda ha assunto
strategie e nuove modalità organizzative tali da indurre molti a ritenere che in questo settore il
passaggio dal fordismo al post fordismo abbia caratteristiche più accentuate rispetto ad altre
tipologie di impresa.15
In primo luogo l’industria “emersa” dalla crisi è riuscita ad adattare le proprie modalità di
lavoro alle esigenze del mercato globale confrontandosi con una nuova dimensione
internazionale delle relazioni. Apertura delle imprese tessili moda a partecipazioni estere
(anche asiatiche), internazionalizzazione delle relazioni commerciali e produttive,
partecipazione di imprese italiane a joint venture, accordi produttivi e distributivi sono alcuni
dei fenomeni più rilevanti. Ciò ha comportato in parte il superamento della dimensione
distrettuale delle relazioni di fornitura-terzismo, almeno come modalità prevalente,
privilegiando l’avvicinamento della produzione ai mercati di sbocco identificando quindi
nella delocalizzazione della produzione non solo un modo per contenere differenziali di costo
ma anche per aumentare l’efficienza del servizio. Il modello dell’impresa che centralizza su di
sé creatività, prototipizzazione, marketing e management delegando le azioni produttive a
fornitori qualificati si è consolidato ed esteso. La produzione è delocalizzata ma la testa del
processo è fortemente radicata in Italia a piena garanzia della qualità del prodotto finale (su
cui l’imprenditore gioca, con il proprio brand, la propria reputazione presso i clienti).
Costo del carburante e perdita di vantaggio di costo garantito in passato da alcune aree
geografiche hanno in parte rivalutato la logistica come elemento importante nella catena del
15
Si veda al riguardo Il valore della moda, a cura di Marco Ricchetti e Enrico Cietta, Bruno Mondadori, 2006.
19
valore e spinto a riconsiderare alcune scelte di esternalizzazione della produzione
riverticalizzando le fasi manifatturiere o rivalorizzando la variabile della prossimità
territoriale come condizione di competitività.
L’ampliamento della mappa delle azioni non cambia comunque l’assunto di base: la
dimensione distrettuale, così come disegnata dalla governance territoriale, può offrire indubbi
vantaggi alle imprese, per altro ampiamente studiati16 (collaborazioni, reciproca conoscenza,
processi di apprendimento collettivi, razionalizzazione dei temi della logistica) ma può
risultare troppo stretta e non consentire alle imprese di attivare quelle relazioni virtuose alla
base dei processi di riposizionamento sul mercato. In ogni caso è sempre più sul servizio che
l’impresa gioca la propria capacità competitiva nei confronti dei concorrenti. A ciò
contribuiscono moltissimo le nuove tecnologie dell’informatica e della comunicazione.
La dilatazione dei confini geografici dell’azione delle imprese “costrette” dai trend di mercato
ma anche e soprattutto “messe nelle condizioni” di operare su aree geografiche extralocali
ottimizzando tempi e risorse, ha rappresentato di per sé un elemento di selezione naturale
consentendo alle imprese più attrezzate di programmare il proprio posizionamento strategico.
Senza sottovalutare il portato dell’innovazione tecnologica rappresentato nel comparto della
moda da un costante e incrementale miglioramento di macchine e impianti in funzione
dell’esigenza di differenziare i prodotti, razionalizzare tempi di produzione e risorse e di
garantire il livello qualitativo dei manufatti, è l’ICT a offrire il maggior contributo ai processi
di gestione dei processi, coerentemente con i nuovi modelli organizzativi in atto. La
possibilità offerta dall’ICT di tenere sotto controllo variabili produttive complesse, di
garantire il rifornimento dei punti vendita di capi nelle misure e varianze volute in una logica
di just in time, rappresentano solo alcuni degli esempi di efficienza organizzativa consentita
dai nuovi sistemi di programmazione e gestione. Un’opportunità rilevante che una quota non
marginale di imprese ancora stenta ad utilizzare pienamente come rilevato dagli studi sulla
subfornitura e sulle imprese più piccole del sistema produttivo tessile17.
Il quadro che emerge osservando l’industria della moda è quello di un settore
spasmodicamente teso alla riformulazione stagione per stagione, collezione per collezione, di
nuovi modelli e materiali e talvolta di nuovi ambiti applicati degli stessi. Un comportamento
innovativo che raramente assume formalizzazione in processi identificabili nella Ricerca e
Sviluppo (investimenti dedicati, personale e procedure ad hoc) o che si conclude in attività
brevettali ma che l’impresa filtra in quotidiani e incrementali interventi migliorativi ed
adattivi. Il che spiega come il settore, pur essendo leader nel mondo nella messa a punto di
prodotti originali non risoluti nella classifica dei settori impegnati in azioni di R&S se non in
punti marginali della classifica internazionale.
Nelle produzioni, tanto a monte quanto a valle della filiera è possibile che innovazioni
significative si diffondano prevalentemente in condizione di effettiva collaborazione tra enti
di ricerca e imprese. Tra i filoni di ricerca ritenuti di maggior interesse occorre ribadire la
funzionalizzazione di materiali volti a incrementarne l’efficacia prestazionale e la
realizzazione di condizioni produttive a basso impatto energetico, nonché l’accelerazione
dell’organizzazione e dell’uso delle informazioni necessarie al processo creativo, produttivo e
distributivo.
A livello aziendale si assiste a:
- delocalizzazione di fasi di produzione in aree geografiche vantaggiose per le condizioni
economiche di produzione o per la vicinanza ai mercati di sbocco del prodotto realizzato;
16
Si vedano su definizione e opportunità della dimensione distrettuale i lavori di G.Beccatini, E.Rullani,
G.Viesti e altri.
17
Si veda al riguardo “Osservatorio della subfornitura” 2006, Comitato Network Su fornitura, a cura di Hermes
Lab.
20
-
-
-
selezione della subfornitura in funzione della definizione del maggior grado di vantaggio
nel rapporto costo-servizio realizzato;
selezione dei materiali utilizzati in funzione della comprovata tracciabilità del prodotto e
della sua certificazione (marchi di provenienza geografica, ecologici etc.);
acquisizione di sbocchi diretti sul mercato finale mediante acquisizione di punti vendita,
outlet;
contrazione della struttura occupazionale con espulsione delle funzioni non redditizie,
riduzione/contenimento del personale, assunzioni a tempo determinato, lavoro interinale e
outsourcing;
assunzione crescente di ruolo strategico delle aree progettazione/stile/ricerca/marketing,
delle funzioni organizzativo-gestionali e della logistica nella determinazione del valore del
prodotto realizzato e nell’organigramma decisionale dell’impresa;
crescente ricorso a strategie di brand e di valorizzazione del prodotto.
L’evoluzione in atto nel comparto tende ad attribuire centralità alle competenze stilistiche,
tecnologiche e manageriali di ogni fasi della filiera e stimoli l’integrazione tra i diversi
soggetti in una logica di ottimizzazione delle opportunità e delle risorse disponibili. Una
simile prospettiva richiede uno sforzo di consolidamento e potenziamento delle conoscenze e
delle abilità degli operatori delle imprese tanto a livello imprenditoriale e manageriale quanto
a livello organizzativo/operativo ed identifica nel capitale umano la risorsa in grado di
garantire il recupero della competitività delle imprese.
21
Capitolo 2: Il settore tessile-abbigliamento in Puglia
2.1. Analisi del settore tessile abbigliamento in Puglia
Insieme alla Campania, la Puglia presenta la maggior concentrazione di imprese tessili del sud
e si pone tra le prime sei regioni italiane a vocazione settoriale. La specializzazione riguarda
prevalentemente la produzione di articoli di abbigliamento e maglieria, mentre la produzione
tessile (filati e tessuti) si è notevolmente ridimensionata rispetto al passato.
Nel triennio 2000-2003 la produttività della Puglia ha mostrato una fase di stasi, per altro in
linea con i dati nazionali e anche gli investimenti fissi lordi non hanno registrato incrementi
significativi.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro la situazione sembrava nel 2004 essere migliorata
rispetto agli anni precedenti passando dal 17,3% del 2000 al 15,5% del 2004 ma sono dati che
comunque evidenziano uno stato di criticità per quanto la tenuta dei consumi riveli che lo
stato di benessere della popolazione non abbia subito flessioni.18
2.1.1. Le cifre e l’organizzazione delle province pugliesi
Nelle tabelle che seguono si riportano alcuni dati, in termini di numero di imprese e
occupazione, declinati per area geografica e per specializzazione produttiva, che consentono
di avere una indicazione sintetica circa la dimensione del settore nelle province pugliesi e i
trend negli ultimi anni.
Tabella 2.1. Numero di imprese attive, iscritte e cessate per la regione Puglia, anni 1996 - 2007
Anno
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Totale imprese Puglia
Attive
Iscritte
Cessate
6724
454
503
6764
704
735
6812
599
614
6886
515
521
6933
408
508
6993
513
537
7009
500
607
6903
355
534
6600
317
720
6332
273
619
5996
263
678
5713
252
674
Fonte: Infocamere.
18
Dati indicati in “Riterritorializzare i distretti. Bilanci e prospettive della pianificazione territoriali - la
pianificazione dei distretti industriali e delle aree produttive in Puglia” (Francesco Selicato e Francesco Rotondo)
Franco Angeli.
22
Figura 2.1. Trend delle imprese attive, iscritte e registrate per la regione Puglia, anni 1996 2007
8000
Numero di imprese
7000
6000
5000
4000
ATTIVE
3000
ISCRITTE
2000
CESSATE
1000
19
96
19
97
19
98
19
99
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
20
06
20
07
0
A nno
Fonte: Infocamere.
Dal grafico 2.1. si evince che le imprese attive crescono dal 1996 al 2002 del 4,2% mentre
decrescono dal 2002 al 2007 del 18,5%. Invece le imprese cessate e iscritte assumono lo
stesso andamento fino all’anno 2002, per poi aumentare dell’11% le cessate e diminuire, del
49,6%, le iscritte.
Nella tabella 2.2. si pone a confronto il 2001 e il 2005 sia in termini di numero di imprese
attive che in termini di numero di addetti. È interessante notare che a fronte di una riduzione
del numero di imprese del 9% si è avuta una riduzione del numero di addetti del 24,2%. Le
società di capitale mostrano un andamento in crescita dal 2002 al 2007 a fronte di un evidente
declino delle ditte individuali.
Tabella 2.2. Numero imprese attive e addetti anni 2001-2005 del settore tessile
abbigliamento per provincia
Province
2001
2005
N. Imprese N. Addetti N. Imprese N. Addetti
Bari
4.074
18.614
3.613
14.223
Brindisi
344
2.599
312
1.508
Foggia
467
1.210
391
987
Lecce
1.613
11.808
1.550
8.465
Taranto
490
3.142
466
3.139
Totale
6.988
37.373
6.332
28.322
Fonte: Movimprese e Istat.
23
Figura 2.2.Trend delle imprese attive in Regione per ragione sociale (1996 ÷2007)
6000
Numero di mprese
5000
4000
S oc ietà c apitale
3000
S oc ietà pers one
2000
S oc ietà individuale
A ltre forme
1000
0
1996
1997
1998 1999
2000
2001
2002
2003
2004 2005
2006
2007
Anno
Fonte: Infocamere.
Tabella 2.3. Numero imprese per classe di attività per provincia
ATTIVITÀ
Preparazione e filatura di fibre tessili (171)
Tessitura di materie tessili (172)
Finissaggio dei tessili (173)
Confezionamento di articoli in tessuto, esclusi
gli articoli di vestiario (174)
Altre industrie tessili (175)
Fabbricazione di tessuti a maglia (176)
Fabbricazione di articoli in maglieria (177)
TOTALE (1)
Confezione di vestiario in pelle (181)
Confezione di altri articoli di vestiario ed
accessori (182)
Preparazione e tintura di pellicce; confezione di
articoli in pelliccia, pelle e similari (183)
TOTALE (2)
TOTALE (1+2)
BA
21
32
12
BR
1
2
0
FG
1
5
0
LE
12
11
3
TA
0
0
0
TOT.
35
50
15
158
12
33
93
26
322
184
232
244
883
28
13
7
4
39
0
14
17
22
92
5
75
31
345
570
5
130
4
20
180
3
416
291
635
1.764
41
2.331
189
241
715
336
3.812
59
1
7
10
6
83
2.418
3.301
190
229
253
345
730
1.300
345
525
3.936
5.700
Fonte: Censimento Istat (2001).
24
Tabella 2.4. Numero addetti per classe di attività per provincia
ATTIVITÀ
Preparazione e filatura di fibre tessili (171)
Tessitura di materie tessili (172)
Finissaggio dei tessili (173)
Confezionamento di articoli in tessuto, esclusi gli
articoli di vestiario (174)
Altre industrie tessili (175)
Fabbricazione di tessuti a maglia (176)
Fabbricazione di articoli in maglieria (177)
TOTALE (1)
Confezione di vestiario in pelle (181)
Confezione di altri articoli di vestiario ed
accessori (182)
Preparazione e tintura di pellicce; confezione di
articoli in pelliccia, pelle e similari (183)
TOTALE (2)
TOTALE (1+2)
BA
297
264
86
676
BR
3
3
0
74
FG
1
10
0
120
LE
31
58
13
349
TA
0
0
0
32
TOT.
332
335
99
1.251
713
1.225
1.460
4.721
123
13.624
91
17
90
278
0
2.320
53
67
80
331
10
855
403
160
2.083
3.097
40
8.648
30
7
123
192
4
2.945
1.290
1.476
3.836
8.619
177
28392
146
1
14
23
1
185
13.893
18.614
2.321
2.599
879
1.210
8.711
11.808
2.950
3.142
28.754
37.373
Fonte: Censimento Istat (2001).
Come emerge dalla lettura delle tabelle 2.3 e 2.4., la provincia che presenta la maggiore
concentrazione del settore, sia in termini di numero di imprese che di numero di addetti è
Bari, con 3.301 imprese e 18.614 addetti. Interessante è anche il dato disaggregato per
specializzazione produttiva: si nota infatti che quasi tre imprese su quattro del sistema
pugliese della moda producono capi di vestiario esterno o articoli di maglieria
(rispettivamente il 67% e il 11%). Molto limitato in termini numerici è invece il peso della
filiera a monte: si occupa di filatura e tessitura solo il 2% delle aziende pugliesi del comparto.
Più specificatamente, si rileva che l’attività produttiva con un maggior numero di imprese in
provincia di Bari è quella relativa alla confezione di articoli di vestiario e accessori, essa
infatti conta ben 2.231 aziende e 13.624 addetti (pari rispettivamente al 71% e 73% del totale
provinciale).
Significativo è anche il dato relativo alla fabbricazione di articoli in maglieria (244 imprese)
con una particolare specializzazione nella fabbricazione di pullover, cardigan ed altri articoli
simili a maglia.
Nel fornire un quadro delle province pugliesi, non si può trascurare il dato di Lecce che con
345 imprese e 2.083 addetti supera la provincia di Bari nella fabbricazione di articoli in
maglieria. In tale provincia la maggiore specializzazione si ha nella fabbricazione di articoli di
calzetteria a maglia, che conta 308 imprese. Da rimarcare inoltre il dato sul numero medio di
addetti nel settore delle confezioni pari a 12 contro 6 di Bari.
Infine, a confermare la caratteristica di settore costituito da imprese di piccole dimensioni si
riporta la Figura 2.3. che mostra la distribuzione percentuale delle imprese del settore tessile
per classe di addetti e per provincia.
25
Figura 2.3. Distribuzione percentuale delle imprese per classe di addetti e per provincia
Lecce
1-9
Brindisi
10 - 19
20 - 49
Taranto
50 - 249
>250
Bari
Foggia
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Fonte: Censimento Istat (2001).
Per completare l’analisi del settore tessile-abbigliamento in Puglia è interessante analizzare i
dati sulle importazioni e sulle esportazioni negli ultimi anni.
Tabella 2.5. Valore delle importazioni ed esportazioni del settore tessile-abbigliamento
per provincia - anni 1996, 2001, 2007 (milioni di euro)
1996
Province
Import
Bari
2001
Export
Import
2007
Export
Import
Export
73,1
166,2
115,8
157,2
227,7
142,3
Brindisi
3,6
7,9
2,7
4,6
8,7
10,4
Foggia
9,8
6,1
8,3
2,8
14,3
3,4
Lecce
37,9
156,3
59,0
182,7
63,7
100,3
4,1
128,7
15,5
352,1
15,0
200,9
37,9
385,4
39,2
353,8
47,7
304,3
Taranto
Totale
Fonte: Istat-Coeweb.
Dalla tabella 2.5. si rileva che la provincia di Bari prevale sia in termini di esportazioni che di
importazioni: con il 64% delle importazioni totali della regione (2007) e il 47% per le
esportazioni (2007). Inoltre si assiste ad un andamento crescente in ambito regionale nei tre
anni per gli import, mentre una oscillazione per gli export che ha determinato un saldo
negativo per il 2006 e 2007, come riportato in figura 2.4. e nei dati contenuti nella tabella 2.6.
Tabella 2.6. Import ed export (milioni di euro) del settore tessile-abbigliamento per la
regione Puglia, anni 1996-2007 e relativo saldo commerciale
Importazioni
Esportazioni
Saldo commerciale Puglia
1996
128,7
352,1
223,4
2001
200,9
385,4
184,4
Fonte: Istat-Coeweb.
26
2005
291,0
319,9
28,9
2006
336,2
300,6
-35,6
2007
353,8
304,3
-49,5
Figura 2.4. Importazioni ed esportazioni per la regione Puglia, anni 1996-2007
450
400
mln. di euro
350
300
250
Importazioni
Esportazioni
200
150
100
50
0
1996
2001
2005
2006
2007
anni
Fonte: Elaborazione dati Istat-Coeweb..
Nella tabella 2.6. si evidenzia che il saldo commerciale sul totale delle cinque province si sia
notevolmente ridotto nel biennio 2006-2007, portandosi in negativo. Tale dato può essere
spiegato sempre come effetto del processo di delocalizzazione produttiva, che comporta da
parte delle imprese nazionali l’acquisto dei prodotti realizzati all’estero a cui fa seguito la
commercializzazione.
Infine, a rimarcare la forte vocazione della regione nel comparto dell’abbigliamento piuttosto
che nel comparto del tessile, si riportano (tabella 2.7.) i dati disaggregati delle importazioni ed
esportazioni.
Tabella 2.7. Valori delle importazioni ed esportazioni disaggregati per comparto, anni
1996, 2001 e 2007 (in milioni)
Importazioni
Tipologia produttiva
DB17-Prodotti tessili
DB18-Articoli di
abbigliamento
1996
2001
Esportazioni
2007
1996
2001
2007
92,1
125,9
164,1
91,1
111,7
77,4
36,5
74,9
189,6
260,9
273,6
226,8
Fonte: Elaborazione dati Istat-Coeweb.
2.1.2. I distretti del tessile-abbigliamento in Puglia
Le dinamiche di sviluppo del settore in Puglia sono state caratterizzate da processi di
agglomerazione in aree territoriali circoscritte e dalla conseguente formazione di veri e propri
distretti industriali.
Si riconoscono, in particolare, nella regione quattro poli di produzione che presentano le
connotazioni di veri e propri distretti industriali:
- il distretto nord barese-ofantino;
- il distretto della conca nord barese;
- il distretto dei trulli;
- il distretto del Sud-salento.
27
Ciascuno di questi distretti presenta caratteristiche e specializzazioni produttive differenti. In
particolare, il distretto Nord Barese-Ofantino, localizzato tra la provincia di Foggia e quella di
Bari nei comuni di Andria, Barletta, Canosa di Puglia, Margherita di Savoia, S. Ferdinando di
Puglia, Trani e Trinitapoli, è specializzato essenzialmente nella produzione di maglieria.
In tabella 2.8. sono riportati i dati relativi al numero di imprese, al numero addetti e al numero
medio di addetti per ogni Comune del distretto nord barese-ofantino.
Tabella 2.8. Numero imprese, addetti e numero medio di addetti per Comune del
distretto nord barese-ofantino
Comuni
N. Imprese N. Addetti N. medio Addetti
Andria
555
2.491
4,5
Barletta
677
2.710
4,0
Canosa di Puglia
63
374
5,9
Margherita di Savoia
13
19
1,5
S. Ferdinando di Puglia
17
49
2,9
Trani
63
422
6,7
Trinitapoli
16
57
3,6
Totale distretto
1.404
6.122
4,4
Fonte: Censimento Istat (2001).
Dai dati riportati, si rileva che è la città di Barletta a presentare la maggiore concentrazione di
attività produttive del distretto. Essa conta infatti 677 imprese (pari al 48% del totale del
distretto) e 2.710 addetti (44%).
I dati disaggregati, dimostrano che il distretto è specializzato oltre che nella confezione di
abbigliamento anche nella produzione di articoli in maglia, concentrandosi il 28% di imprese
produttrici di maglieria del totale regionale.
Le principali produzioni nel distretto della Conca Nord-Barese, localizzato nei comuni delle
province di Bari: Bisceglie, Bitonto, Corato, Giovinazzo, Molfetta, Ruvo di Puglia e Terlizzi,
sono la maglieria (in particolare la maglieria tagliata), l’abbigliamento sportivo (felpe, tute) e
l’abbigliamento intimo.
L’esperienza della confezione di abbigliamento esterno è specifica dei comuni di Bitonto e
Bisceglie, mentre specializzazioni nel comparto dell’intimo sono più frequenti nei comuni
Bisceglie e Corato. Tra le imprese attive nella produzione di vestiario esterno, si rilevano
comunque specializzazioni produttive consolidate: nel Comune di Bitonto sono numerosi i
laboratori che confezionano capi di abbigliamento per bambini, per lo più di tipo economico
(tutine, pigiameria), mentre in tutto il territorio è presente una certa vocazione per la
produzione di abbigliamento sportivo (felpe, tute, abbigliamento fitness).
In tabella 2.9. sono riportati i dati relativi al numero di imprese, al numero addetti e al numero
medio di addetti per ogni Comune del distretto della conca nord barese.
28
Tabella 2.9. Numero imprese, addetti e numero medio di addetti per Comune del
distretto della conca nord barese
Comuni
Imprese N. Addetti N. medio Addetti
1.460
5,3
Bisceglie
278
1.700
37,8
Bitonto
45
608
6,5
Corato
93
27
3,9
Giovinazzo
7
348
7,6
Molfetta
46
613
8,5
Ruvo di Puglia
72
143
7,5
Terlizzi
19
4.899
8,7
Totale distretto
560
Fonte: Censimento Istat (2001).
Il Comune che presenta il maggior numero di addetti è Bitonto (1700 addetti) con una
dimensione media aziendale che supera la media regionale (37,8 contro 6,7), mentre Bisceglie
conta il maggior numero di imprese (278). Si rileva nel distretto una significativa presenza di
imprese tessili oltre che di imprese di confezioni (14% sul totale del distretto).
Il distretto dei Trulli è localizzato principalmente a cavallo tra la provincia di Bari e quella di
Taranto e si estende fino a Brindisi. In particolare, l’area dei Trulli, è centrata sull’asse
Putignano - Martina Franca e sui Comuni contigui di Bari Sud (Noci e Castellana Grotte) e
Brindisi (Francavilla Fontana e Ceglie Messapica). Nel distretto si possono distinguere
prevalentemente tre categorie di specializzazione:
- abbigliamento bambino, caratterizzato prevalentemente da collezioni coordinate di
abbigliamento esterno (pantaloni, gonne, camice, capi spalla), sia di tendenza che di linea
classica, oltre che da alcuni prodotti specifici (berretti, tute per neonati) che si collocano
nella fascia medio – alta del mercato;
- abbigliamento uomo – donna che comprende soprattutto capi spalla (cappotti, giacche,
giacconi), soprattutto nel polo manifatturiero di Martina Franca, ma si estende anche ad
abiti e capi coordinati (camice, gonne, pantaloni) da collocarsi prevalentemente nella
fascia media del mercato, nonché in quella medio – alta per le manifatture di tipo
sartoriale;
- abbigliamento da sposa che consiste in abiti da sposa e da cerimonia di fascia medio –
alta, a seconda delle lavorazioni artigianali richieste e dei materiali impiegati, soprattutto
a Putignano, Castellana, Grottaglie, Alberobello, Locorotondo e Noci.
In tabella 2.10. sono riportati i dati relativi al numero di imprese, al numero addetti e al
numero medio di addetti per ogni Comune del distretto dei trulli.
Tabella 2.10. Numero imprese, addetti e numero medio di addetti per Comune del
distretto dei trulli
Comuni
Alberobello
Castellana Grotte
Locorotondo
Noci
Putignano
Martina Franca
Ceglie Messapica
Francavilla Fontana
Totale
Imprese
25
50
32
44
201
218
39
26
635
N. addetti
377
401
216
582
1.492
2.503
764
245
6.580
Fonte: Censimento Istat (2001).
29
N. medio Addetti
15,1
8,0
6,8
13,2
7,4
11,5
19,6
9,4
10,4
Dalla tabella emerge che i comuni che presentano la maggiore concentrazione di imprese sono
Martina Franca e Putignano, che contano rispettivamente 218 e 201 imprese (pari al 35% e
31% delle imprese del distretto). Per tale distretto, in modo ancora più significativo rispetto
agli altre realtà pugliesi, si ritrova una netta superiorità di imprese che producono
abbigliamento: ben l’88% delle imprese infatti sono specializzate nella confezione di articoli
di vestiario e accessori per un totale di 6.211 addetti (pari al 22% del totale regionale).
Infine, il distretto del Sud Salento è formato dalla cintura di Casarano - Gallipoli e paesi
limitrofi. All’interno dello stesso distretto di Nardò – Gallipoli si evidenzia la presenza di due
poli produttivi distinti, attorno a cui si aggregano vocazioni produttive specialistiche che
risultano assai differenziate:
- il polo produttivo di Nardò che di identifica con la produzione di abbigliamento esterno
uomo – donna di tipo classico (capi spalla, gonne, pantaloni, camice, cravatte) e
abbigliamento esterno uomo-donna di tipo casual (t-shirt, maglieria, jeanseria);
- il polo industriale di Racale – Melissano che risulta tra i leader mondiali nel settore
tessile per quanto riguarda la specializzazione nella produzione di calzetteria a maglia.
C’è da aggiungere a questi l’area a sud di Lecce in cui è localizzato un polo di cravattifici
all’avanguardia, il secondo a livello nazionale, che collabora con le più importanti griffe del
mondo.
In tabella 2.11. sono riportati i dati relativi al numero di imprese, al numero addetti e al
numero medio di addetti per ogni Comune del distretto del sud Salento. Dai dati riportati in
tabella si rileva che il Comune che presenta il maggior numero di imprese è Racale con 132
imprese (pari al 24% delle imprese del distretto) mentre Nardò conta il maggior numero di
addetti (906 addetti). Significativo anche il dato del Comune di Matino che segue Nardò per
numero di addetti e presenta un valore medio di addetti per impresa pari a circa 18 unità, ben
superiore alla media del distretto e alla media regionale. Analizzando il dato disaggregato, si
rileva inoltre che il distretto presenta una elevata concentrazione di imprese specializzate nella
fabbricazione di articoli in maglieria (256 imprese che occupano 1.263 addetti, rappresentanti
rispettivamente il 46% e 30% del totale del distretto).
Tabella 2.11. Numero imprese, addetti e numero medio di addetti per Comune del
distretto del sud Salento
Comune
Alliste
Galatone
Matino
Racale
Melissano
Nardò
Taviano
Ugento
Maglie
Casarano
Ruffano
Corsano
Supersano
Totale
Fonte: Censimento Istat (2001).
N. Imprese
30
27
40
132
67
79
41
29
10
30
10
51
10
N. Addetti
64
95
714
485
381
906
189
135
112
417
279
339
113
N. medio Addetti
2,1
3, 5
17,9
3,7
5,7
11,5
4,6
4,7
11,2
13,9
27,9
6,6
11,3
556
4.229
7,6
30
2.1.3. Analisi strategica del settore tessile-abbigliamento in Puglia
Il quadro che emerge dall’analisi19 concorda nel delineare il comparto tessile pugliese come
capace, malgrado le flessioni indotte dalla crisi e la piccola dimensione delle imprese che lo
rappresentano, di qualificanti iniziative produttive e commerciali. Ciò è particolarmente
favorito dalla presenza sul territorio di imprese di spicco che fanno un po’ da volano dell’area
oltre che rappresentare per le più piccole imprese un modello a cui riferirsi. Si tratta di
aziende che hanno una considerevole capacità di esportazione, governano una rete di
subfornitori residenti spesso anche all’estero e che sviluppano campionari in proprio o per
conto di committenti di pregio (grandi firme e brand). A queste si aggiunge un elevato
numero di micro imprese ed attività artigianali che talvolta sfuggono alle statistiche ufficiali,
ma grazie alla cui competenza sartoriale il sistema locale del settore tessile abbigliamento ha
accumulato negli ultimi decenni un importante patrimonio di know how e una solida
reputazione.
Le informazioni riportate per l’analisi strategica del settore sono declinate in base alle
seguenti sei tipologie produttive: abbigliamento per bambino, abbigliamento esterno
(cappotti, giacche e giacconi), abiti da sposa e da cerimonia, camiceria, intimo-lingerie,
maglieria.
La produzione di abbigliamento per bambino si localizza essenzialmente nella zona di
Putignano, dove si registra la presenza della Mafrat spa, azienda leader nel comparto con un
fatturato che supera i 20 milioni di euro, una rilevante quota di export e un numero di addetti,
nell’area, pari a 150 unità. A questa si aggiungono una decina di imprese di medie dimensioni
localizzate sempre a Putignano (Gimel, Vuemme, Lavis, Loredana) e a Monopoli (Bufi).
Sono state censite inoltre 25 piccole imprese e più di 50 imprese piccolissime.
Per quel che concerne la produzione di capi spalla, Martina Franca (TA) è il Comune a
maggiore vocazione settoriale, dove si registra la presenza della ITN spa, azienda leader nella
produzione di abbigliamento da uomo con un fatturato di oltre 20 milioni di euro e 230 unità
di personale. Non sono tuttavia trascurabili le presenze nei comuni di Bitonto e Noci, dove
operano aziende competitive, come ad esempio la P.R.I.A.M.O. srl che produce con il
marchio Park House e la Effedue Manifatture. In generale comunque la produzione di capi
spalla uomo è di difficile quantificazione (si stimano circa 200 imprese e 3.000 addetti
comprendenti anche l’indotto per l’area di Marina Franca e circa 1.000 addetti in provincia di
Bari), mentre risulta poco rilevante la produzione di capi spalla donna (circa dieci piccole
imprese). Infine nei pantalonifici si registra un numero di addetti che non supera le 500 unità.
Per quanto riguarda la produzione di abiti da sposa, il comparto registra un numero di circa
800 addetti. Vale la pena evidenziare che complessivamente le aree produttive pugliesi
specializzate nell’abbigliamento sposa (Putignano, Lecce e provincia, Spinazzola, San
Severo) coprono circa l’80% della produzione nazionale. La caratteristica principale delle
imprese Pugliesi è che oltre il 50% svolge attività di terzismo per le imprese del Nord-Italia.
Nella zona di Putignano in particolare esiste una modesta quantità di aziende piccole ma ben
strutturate tra cui Giovanna Sbiroli, Valentini, Val&Max Sposa, e circa un centinaio di
microimprese e di laboratori artigianali.
Per quanto riguarda la produzione di camiceria, il comparto registra un numero di addetti
inferiore a 700. Nella zona di Noci opera la “Nocese Manifatture”, meglio nota col marchio
Harry&Sons: azienda leader nel settore e tra le più grandi della provincia nel settore, la cui
produzione è superiore alle 800.000 camicie all’anno. Vanno menzionati inoltre circa 200
19
L’analisi strategica del settore è stata realizzata utilizzando dati e informazioni tratti da studi recentemente
svolti in regione, in particolare nell’ambito del progetto “Equal Tessuto Locale” (a cura di Spegea) realizzato nel
biennio 2005-2007, del progetto Focus e del progetto “Sud che Innova. Il laboratorio dell’Innovazione di
Confindustria Bari” realizzato nel 2005-2006.
31
microproduttori, che svolgo il ruolo di subfornitori dell’azienda leader, nonché i collegamenti
di questo polo produttivo con il polo della camiceria di Francavilla Fontana (BR).
La produzione di intimo-lingerie è localizzata nei comuni di Andria e Canosa e i dati
testimoniano la presenza di una decina di imprese strutturate con fatturati compresi fra i 5 e
15 milioni di euro, tra queste Andra Lingerie srl, e di circa 500 laboratori.
Si registra inoltre la presenza di alcune imprese divenute esclusivamente commerciali, come
ad esempio la “Fashion Italia”.
Il comparto della maglieria è il comparto produttivo che ha sofferto maggiormente la
concorrenza internazionale. Ciononostante vi sono alcune aziende di successo che hanno
avviato una profonda ristrutturazione, posizionandosi su fasce di mercato medio-alte come la
PSV srl, la Gordon Confezioni (entrambe localizzate a Cassano delle Murge) e la New Linea
Elle (localizzata a Barletta). Il Comune di Barletta è quello in cui vi è la maggiore
concentrazione produttiva. In questa area ai numerosi laboratori (circa 300) con produzione a
domicilio si affiancano alcune imprese di media dimensione che stanno attivando un profondo
processo di cambiamento e riposizionamento.
Per quanto riguarda le fasce di mercato in cui l’industria tessile pugliese opera occorre
rilevare che le produzioni realizzate riguardano target alti.
La produzione di abbigliamento per bambino si colloca infatti in una fascia di mercato medioalta, alta e lusso. Le produzioni vanno dalle collezioni coordinate di abbigliamento esterno
(pantaloni, gonne, camicie, capi spalla), sia di tendenza, sia di linea classica, alle produzioni
di alcuni prodotti specifici come berretti, tute per neonati, fino ad arrivare alla produzione
total look, dal pantalone al capo spalla al jeans.
Anche per quanto concerne la produzione di capi spalla, si riscontrano alcune aziende
posizionate sulla fasce medio-alta ed alta del mercato, che si stanno anche organizzando con
una propria rete vendita, attività a carattere sartoriale ed una pluralità di imprese collocate
nella fascia media di mercato.
Per quel che riguarda la produzione di abiti da sposa e da cerimonia, le imprese collocano i
loro prodotti nelle fasce medio-alta o alta del mercato, a seconda delle lavorazioni artigianali
richieste e dei materiali impiegati nella produzione e lo stesso vale per le aziende operanti nel
comparto della camiceria.
La produzione di intimo-lingerie è svolta da alcune imprese che hanno subito in passato un
processo di riposizionamento e che operano nelle fasce di mercato medio-alto, mentre la
maggior parte delle imprese collocano i loro prodotti nella fascia più economica del mercato.
Anche nella produzione di maglieria, vi sono alcune imprese ormai già riposizionate nelle
fasce di mercato medio-alto, mentre la maggior parte delle imprese collocano i loro prodotti
nella fascia media ed economica del mercato.
Per quanto riguarda la localizzazione delle fasce di mercato in cui operano le imprese tessili
pugliesi l’ambito regionale e nazionale rappresenta il mercato principale, ma se si sta
assistendo ad una graduale apertura dell’economia locale verso l’estero. Con particolare
riferimento alle esportazioni, è necessario effettuare una distinzione fra i mercati geografici
principali e quelli in crescita.
I principali mercati di esportazione si ritrovano all’interno della UE (Germania, Francia, Paesi
Bassi), anche se tra i mercati dove vi sono i maggiori margini di crescita sono la Russia, i
Paesi dell’area balcanica, gli Stati Uniti e il Medio ed Estremo Oriente, nonché ed i paesi
dell’area mediterranea (Tunisia).
Il peso delle esportazioni delle aziende pugliesi resta comunque modesto rispetto alle
dinamiche del settore a livello nazionale (1,4% delle esportazioni nazionali nello stesso
settore). A tal proposito è utile sottolineare il peso delle esportazioni delle aziende presenti
nelle province di Bari e Lecce, le quali sviluppano la maggior parte delle attività esportative
regionali (rispettivamente 34% e 47%). La provincia di Taranto invece, che ospita il polo
32
produttivo di Martina Franca, si mantiene su livelli più contenuti (10% delle esportazioni
regionali).
In generale, si assiste ad una sostanziale tenuta delle posizioni competitive rispetto alla
crescente concorrenza, specie dai paesi a basso costo dell’estremo oriente. Purtroppo le
dimensioni ridotte della maggior parte delle imprese spesso limitano le rispettive capacità di
investimento in altre forme di integrazione con i mercati esteri. La potenzialità di export del
comparto locale, soprattutto per i prodotti che richiedono maggiori specializzazioni sartoriali
ed artigianali di elevata qualità (abiti da sposa, capi spalla e lingeria), appare ancora
sottosviluppata a causa della dimensione troppo limitata delle imprese rispetto alle esigenze di
espansione e alle attività di marketing e di valorizzazione della produzione connesse allo
sviluppo di nuove opportunità di mercato all’estero.
Con particolare riferimento alle specializzazioni produttive, il settore dell’abbigliamento per
bambino fa risultare la maggiore quota di export/fatturato rispetto alle altre produzioni. Le
stime parlano infatti di un fatturato di circa 100 milioni di euro, di cui metà dovuto all’export.
Inoltre è da sottolineare come parte della produzione sia realizzata per marchi o aziende del
Nord Italia. Anche il comparto dei capi spalla riscontra un forte impulso da parte delle
aziende pugliesi rivolto ad aumentare le esportazioni.
La produzione di abiti da sposa e da cerimonia riveste un peso rilevante nel quadro nazionale.
Dei 70.000 abiti da sposa prodotti in Italia ogni anno, circa il 50% è prodotto nella zona di
Putignano. Nonostante i dati relativi al mercato nazionale siano confortanti, il valore
dell’export resta comunque contenuto. Le difficoltà ad incrementare le vendite sui mercati
esteri sono dovute sia ad aspetti culturali/religiosi/economici, sia alla presenza di competitors
affermati (quali Spagna, Francia), sia alla presenza di produttori a basso costo.
Per quel che concerne la produzione di camiceria, le aziende leader hanno una propria rete di
distribuzione (Harry&Sons ha circa 80 punti vendita in Italia e all’estero) oltre ad essere
orientate verso politiche di export.
Le imprese che producono intimo e lingerie servono invece un mercato prevalentemente
nazionale ai quali stanno affiancando da alcuni anni iniziative sempre più incisive sui mercati
esteri.
Per quanto si riconosca la necessità di attivare maggiori iniziative finalizzate all’esportazione
le imprese del comparto, tranne le leader citate, faticano a impegnarsi in questa direzione
anche a causa di una struttura organizzativa non adeguata a reggere investimenti
promozionali, commerciali e quindi produttivi di livello coerente con una simile politica.
A ciò si aggiungono le disparità nelle politiche di dazio che gravano in modo squilibrato sulle
imprese europee impegnate in azioni di esportazione mentre favoriscono enormemente
l’ingresso di prodotti extraeuropei sui mercati italiani ed europei in genere. Una situazione
complessa (sia dal punto di vista economico che dal punto di vista burocratico) che, unita alle
dimensioni ridotte dei volumi di vendite esportati non induce certo le aziende ad investire
nelle attività di export, allargando ad esempio la rete di agenti o acquisendo nuovi contatti con
distributori.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento di semilavorati (tessuti e filati) si registra, anche in
Puglia, un aumento graduale della rilevanza dell’import, specie di prodotti appartenenti alle
fasce più basse di mercato.
In Puglia esistono aziende che producono prevalentemente su commessa di uno o più
committenti (spesso un brand di spicco) ma non mancano aziende che hanno un proprio
marchio. Le imprese che realizzano abbigliamento per bambino sono per la maggior parte
strutturate e si presentano anche con marchi propri (Mafrat Trend, No World, Bebebò, Fefè,
Carlotta, Serena), per quanto prevalga la produzione su contratto o su licenza per griffe
nazionali ed estere (tra questi: G. Ferrè, Laura Biagiotti, Mariella Burani, Byblos Miniclub,
Guru Babygang, Versace, Roberto Cavalli).
33
Per quanto riguarda la produzione di capi spalla, le aziende del territorio stanno tentando di
promuovere politiche di marca propria (la I.T.N. SpA produce con il marchio Angelo Nardelli
e la PRIAMO con il marchio Park House che ha ottenuto recentemente importanti
riconoscimenti anche all’estero). Inoltre, alcune aziende intrattengono rapporti di
collaborazione produttiva anche con importanti società di distribuzione nazionali ed estere (tra
questi: Max Mara). L’azienda leader nella produzione di camiceria produce con marchio
proprio (Harry&Sons).
Le aziende che producono abiti da sposa e da cerimonia effettuano una distribuzione dei capi
sia con marchio proprio (Giovanna Sbiroli, Valentini, Egò, Val & Max), sia col marchio del
rivenditore finale. E’ da rilevare che questo particolare comparto non è ancora sviluppato il
concetto del marchio in quanto la sposa ha in genere come interlocutore l’atelier che in genere
realizza su misura l’abito fornito dalle imprese.
La produzione di intimo e lingerie è invece caratterizzata da un gran numero di imprese che
producono essenzialmente con marchio proprio (Andra Lingerie, Best Calze, confezioni Di
Chio, Diben, Due Esse, IGAM SpA).
Infine, anche per quanto riguarda la produzione di maglieria, assistiamo ad un processo di
riposizionamento con l’avvio di politiche di marchio proprio.
2.2. Gli stadi della filiera presenti in Puglia
La filiera del tessile-abbigliamento è costituita dall’insieme delle aziende e delle attività che
concorrono alla realizzazione, distribuzione e commercializzazione del prodotto. Pertanto
l’archiettura della filiera può considerarsi organizzata su due macro-componenti:
- la componente industriale-manifatturiera;
- la componente dei servizi.
Le aziende che compongono la componente industriale-manifatturiera della filiera realizzano
le diverse fasi del processo produttivo che porta alla realizzazione del prodotto finito. In
particolare, si distinguono le fasi di: 1) produzione di materie prime, 2) filatura, 3) tessitura,
4) tintura, 5) finissaggio, 6) confezione.
In Puglia, come evidenziato dai dati quantitativi riportati nei paragrafi precedenti, sono
maggiormente presenti imprese specializzate nell’ultimo fasi della filiera produttiva, ovvero le
imprese che confezionano il prodotto finito di abbigliamento. Dai dati Istat, si evince che le
imprese della filatura, tessitura e finissaggio costituiscono meno dell’1% del totale delle
imprese del tessile-abbigliamento in Puglia.
Tabella 2.12. Le principali imprese della filatura
Denominazione Impresa
Localizzazione
Artigianfilati di Fucci F.sco
Barletta
Beltex srl
Barletta
Montessile di Campana Franco
Andria
Ri.fel.tex. Filati srl
Barletta
Atierre srl
Corato
Essebi srl
Bitonto
Manifattura Effeci srl
Melissano
Fonte : Elaborazione su dati Infoimprese.
Specializzazione
Produzione di filati e cucirini
Lavorazione materie tessili
Produzione di filati e cucirini
Lavorazione di filati e tessuti
Lavorazione di filati e tessuti
Produzione e trasformazione filati
Produzione filati
Tabella 2.13. Le principali imprese della tessitura
Denominazione Impresa
Società Lavorazione Tessuti srl
Martex
Nicotex srl
Localizzazione
Andria
Andria
Barletta
Specializzazione
Produzione e lavorazione tessuti
Realizzazione tessuti a maglia
Tessitura di fibre naturale e non
34
Spazio 2000 srl
Barletta
Dapi srl
Bitonto
Darotex
Corato
Tessitura Carlos 2 srl
Bitonto
Tessitura del Salento srl
Maglie
Fonte : Elaborazione su dati Infoimprese.
Tessitura e finissaggio
Lavorazione e trasformazione filiati
Tessitura di filati di cotone, lana, seta
Tessitura di filati
Fabbricazione e lavorazione tessuti
Tabella 2.14. Le principali imprese del finissaggio
Denominazione Impresa
Localizzazione
Mimatex di Ippolito Maria
Trani
Puglia Stampe di Calò
Barletta
Finissaggio Miss di Camillono
Terlizzi
Bruno S.a.s.
Monte Tessile srl
Bitonto
Alto Livello srl
Castellana Grotte
Sa.Vi. srl
Putignano
Fil Trade srl
Melissano
Fonte : Elaborazione su dati Infoimprese.
Specializzazione
Finissaggio di tessuti
Finissaggio di tessili
Finissaggio di tessuti a maglia
Finissaggio di tessuti e filati in genere
Finissaggio dei tessili
Finissaggio dei tessili
Torcitura e testurizzazione
La componente dei servizi comprende tutte le molteplici attività materiali e immateriali che
contribuiscono a dare valore al prodotto e che possono essere classificate sia in base allo
specifico servizio offerto alla componente industriale della filiera, sia in base al grado di
specializzazione moda dello stesso servizio. Le attività possono avere un diverso grado di
specializzazione moda e pertanto essere:
• specializzati per la moda, ossia, quei servizi utilizzati esclusivamente dalle imprese del
sistema moda (tra cui quelli principali sono gli studi di stile, stampa specializzata,
agenzie di modelle per le sfilate, organizzazione di fiere specializzate ecc.);
• a forte prevalenza della moda, ossia, quei servizi intensamente utilizzati dal sistema
moda anche se non dedicati al settore in modo esclusivo (rientrano indubbiamente in
questo ambito la stampa per quanto riguarda le riviste femminili, la gestione degli spazi
urbani per l'organizzazione di eventi, fotografi, società di analisi dei trend culturali,
ecc.);
• generali, ossia, quei servizi che ogni sistema metropolitano offre al sistema delle
imprese (spazi espositivi, trasporti e centri per la logistica, reti di telecomunicazioni,
servizi finanziari, consulenza, spazi di produzione culturale, ecc.).
Tabella 2.15. Le principali aziende operanti nell’area prodotto20
Denominazione Impresa
ASA Comunicazione srl
Agenzia servizi avanzati
Gruppo TKM srl
Localizzazione
Bari
Bari
Diesse srl
Bari
Antonio Battaglia srl
Bari
Calceviva S.n.c.
Martina Franca
20
Specializzazione
Marketing, pianificazione e controllo gestionale ,
elaborazione dati
Marketing, pubblicità e comunicazione
Ricerca e selezione di materiale tessile, tessuti, filati,
pellame ed altri accessori; grafica e consulenza per
l’allestimento di collezioni tessili e abbigliamento in
genere
Design di prodotti tessili, di articoli di abbigliamento, e
altri prodotti moda
Ufficio Stile, progettazione di marchi, realizzazione di
prototipi
Nell’area prodotto sono state classificate tutte le aziende che si occupano di ricerche di marketing, analisi e
tendenze culturali, tutti gli esperti che si occupano della ricerca dei materiali, tutti gli esperti di moda come
stilisti, cool hunter, disegnatori , grafici designer, ed esperti di brand identità.
35
Industrie Fashiondaunia srl
N.A.F. srl
Foggia
Taranto
Total Look srl
Taranto
Fortunato srl
Design, Styling nel campo della moda e dell’abbigliamento
Design, Styling nel campo della moda e dell’abbigliamento
Studio, ideazione, disegno, esecuzione, servizi di
assistenza tecnica e stilistica nel campo della moda e del
design in genere
Serigrafia e stamperia di tessuti e prodotti tessili e
abbigliamento
Lecce
Tabella 2.16. Le principali aziende operanti nell’area servizi21
Denominazione Impresa
Localizzazione
Agorà Multiservice S.r.l.
Bari
Fashion Models Budapest S.r.l.
Lecce
GIO Cristallo "Comunicazione ed
Eventi"
Moda Insieme S.a.s.
di Barnabà Vito
WAKE UP srl
Specializzazione
Organizzazione, promozione e gestione diretta e per conto
terzi di eventi nella moda
Organizzazione di spettacoli e sfilate di moda e corsi per
modelli e modelle
Pubblicità, organizzazione eventi per la moda, consulenza di
marketing
Organizzazione di sfilate di moda e quanto altro attiene a
tali settori
Comunicazione e consulaneza di marketing per la moda
Barletta
Bari
Barletta
2.3. Operatori economici collegati
2.3.1. I Consorzi
In questi ultimi anni si stanno diffondendo in Puglia nuove realtà organizzative, i consorzi,
una forma di aggregazione funzionale, che consente alle imprese distrettuali che ne fanno
parte di usufruire di una serie di benefici nel campo della ricerca, dello sviluppo di reti
informatiche, delle strategie di marketing e di internazionalizzazione. Nel territorio pugliese
operano numerosi consorzi nel settore del tessile-abbigliamento. La tabella 2.17. sintetizza le
caratteristiche dei principali consorzi, in termini di numerosità delle aziende aderenti.
Tabella 2.17. I principali consorzi del settore del tessile-abbigliamento in Puglia
Nome
N. di Imprese
Specializzazioni
Localizzazione
aderenti
produttive
Consorzio Tessile Moda BAT
Consorzio Copac
Consorzio del Polo Tessile
5
20
5
Consorzio Gruppo Innovazione
Tessile
Consorzio Idea Fashion
Consorzio Baby Italia
6
Consorzio Sposa & Moda
Italiana
Consorzio Mediterraneo per
l’abbigliamento
6
23
8
n.d.
21
Tessile-abbigliamento
Tessile-abbigliamento
Abbigliamento e
confezioni
Tessile-abbigliamento
Barletta
Casarano
Martina Franca
Tessile-abbigliamento
Abbigliamento ed
accessori per bambini
Sposa e moda
Martina Franca
Putignano
Abbigliamento e
confezioni
Tuglie
Martina Franca
Putignano
L’area servizi comprende sia i servizi gestionali e organizzativi sia i servizi inerenti la comunicazione. Con
riferimento a questi ultimi maggiormente specializzati per la moda, si distinguono: agenzie di pubblicità, che si
occupano dei servizi pubblicitari, quelli grafici, quelli multimediali ed infine quelli internet e agenzie d’eventi,
che si occupano invece dell’organizzazione di eventi.
36
2.3.2. Centri servizi
Moda Mediterranea
Per supportare il settore della moda verso i livelli aziendali maggiormente competitivi è nata
nel 2002 in Puglia l’agenzia di sviluppo22 Moda Mediterranea SpA, su iniziativa della
Camera di Commercio di Bari. La finalità di Moda Mediterranea è così sintetizzabile:
• migliorare la cultura d'impresa e promuovere il ricorso alla certificazione di qualità dei
processi produttivi e dei prodotti;
• favorire il processo di internazionalizzazione delle imprese;
• effettuare studi, analisi di mercato, indagini campionarie;
• elaborare e realizzare programmi di ricerca e attivare percorsi specifici di istruzione e
formazione, promovendo ogni utile coordinamento con università, scuole e centri di
formazione;
• favorire la collaborazione con le grandi maisons del settore e il partenariato tra imprese
anche di regioni differenti e promuovere il collegamento in rete delle imprese e la
creazione di marchi;
• diffondere le informazioni in merito alle agevolazioni e agli incentivi di natura finanziaria,
fiscale e previdenziale, posti a disposizione delle imprese dalla legislazione e offrire
assistenza per la stipula dei contratti con primarie aziende nazionali ed estere;
• organizzare manifestazioni, esposizioni, presentazioni, eventi, convegni, dibattiti, incontri
pubblici e privati finalizzati alla conoscenza del Sistema Moda e dei collegamenti che esso
presenta con la storia e la cultura del territorio, favorendo ogni utile collaborazione con i
diversi settori dell'economia;
• diffondere la conoscenza dei prodotti delle imprese operanti sul territorio, attraverso azioni
di pubblicità istituzionale, la realizzazione di cataloghi comuni, l'edizione, la pubblicazione
e la diffusione di informazioni di carattere commerciale, anche con l'utilizzo di mezzi
tecnologici avanzati.
Operativamente, Moda Mediterranea SpA ha attivato numerosi servizi e progetti, tra i quali:
- un servizio di direct marketing;
- il servizio di ricerca partner destinato ai acquirenti nazionali ed internazionali del
settore moda;
- servizi di assicurazione crediti per le imprese in Italia e all’estero;
- consulenza finanziaria;
- reperimento di stagisti con copertura finanziaria di tutor aziendali;
- organizzazione di sfilate;
- il recente progetto di creare un Incubatore per le aziende della moda (vedi box).
Box: L’Incubatore per la aziende della Moda
Grazie all’accordo fra Provincia, Università di Bari e Moda Mediterranea SpA nascerà a Bari
l’Incubatore per le aziende Moda della Puglia che erogherà servizi avanzati a favore delle
aziende del territorio, creando un network fra stilisti, esperti di marketing e mondo della
ricerca. Il progetto prevede di lanciare nuovi stilisti, sostenere i più interessanti “start up”
22
Le agenzie di sviluppo sono strutture che contribuiscono ad abbassare permanentemente le barriere e lo
sviluppo locale, sottoforma di potenziamento del capitale sociale locale, di riduzione dei costi di transazione per
le imprese e di miglioramento della qualità sociale, aumentando lo stock locale di beni pubblici. Esse agiscono a
livello sub-regionale e promuovono lo sviluppo locale negli aspetti imprenditoriali, occupazionali, ambientali e
culturali.
37
aziendali, supportare le aziende maggiormente strutturate con servizi di eccellenza, soprattutto
nel campo della ricerca e sviluppo, del management e dell’innovazione.
L’obiettivo primario del progetto è quello di realizzare un trasferimento di know-how e
innovazione tecnologica dai centri di ricerca e dai laboratori universitari alle imprese.
Nell’incubatore della moda le imprese regionali potranno trovare un partner affidabile per la
progettazione dei campionari, l’innovazione dei materiali e la comunicazione, ovvero i
capisaldi su cui poggia l’affermazione di una griffe.
TessilPuglia
Il Centro Servizi TessilPuglia è stato realizzato nel 2007 nell’ambito del progetto
“Progettazione, realizzazione e sperimentazione di un Modello di Centro Servizi Regionale a
supporto della filiera del tessile e abbigliamento”. Tale progetto fa parte a sua volta di un
progetto più ampio dal titolo DDTA (Distretto Digitale a supporto della filiera produttiva del
tessile-abbigliamento), promosso dall’assessorato allo Sviluppo Economico della Regione
Puglia, di cui la Camera di Commercio di Bari è soggetto capofila. L’obiettivo del progetto è
quello di digitalizzare il comparto del tessile-abbigliamento pugliese per renderlo più
competitivo sui nuovi mercati globali, attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti ed una migliore
integrazione di filiera e commerciale.
Il Centro Servizi TessilPuglia è stato creato al fine di soddisfare i seguenti macro-obiettivi:
- facilitare l’accesso delle imprese del settore tessile-abbigliamento ai sistemi di
integrazione digitale di filiera;
- creare una rete tra i distretti esistenti per la promozione e la diffusione di best practices
di carattere gestionale e tecnologico;
- creare strutture attraverso cui fornire alle imprese del territorio servizi di supporto
negli ambiti dell’innovazione di processo e di prodotto, e diffondere nuove pratiche in
tema di innovazione tecnologica per la valorizzazione dei distretti produttivi.
In particolare, il Centro Servizi TessilPuglia non ancora nel pieno della sua attività dati i
tempi recenti di costituzione, erogherà servizi innovativi telematici e tradizionali alle imprese
pugliesi attraverso il Portale TessilPuglia. Tra i servizi di tipo telematico fruibili dal Portale vi
dovrebbero essere:
• servizio informativo: i dati relativi a news settoriali, newsletter, informazioni su
eventi, convegni, fiere, seminari, link di siti utili per il settore, documentazione per
incentivi finanziari, studi di settore;
• directory aziendale: sezione del portale contenente le schede delle aziende del settore,
con possibilità di effettuare ricerche per livelli di specificità utilizzando l'elenco delle
aziende registrate;
• catalogo: sezione del portale che elenca le tipologie e i costi dei prodotti
commercializzati dalle imprese registrate;
• tendering e aste on line: l’azienda registrata può lanciare una richiesta pubblica di
offerta o di preventivo per l'acquisto o la vendita di uno stock di merce;
• co-Design: servizio di e-collaboration che snellisce tempi e costi di comunicazione
nella progettazione. Si tratta di uno spazio virtuale nel quale creare i progetti,
coinvolgere i partecipanti, scambiare i documenti, e inviare i messaggi;
• e-recruitment: servizio che consente alla domanda e offerta di lavoro di incontrarsi in
un “mercato virtuale”.
I servizi di natura non telematica sono:
• supporto per la sottoscrizione di convenzioni con fornitori e acquirenti;
• scouting di buyers e mercati di sbocco;
38
•
supporto per la creazione di un marchio commerciale per la vendita dei prodotti
realizzati attraverso i canali convenzionali e non (e-business) sul territorio nazionale
ed estero;
• supporto per la realizzazione di cataloghi per la presentazione delle collezioni;
• supporto alla progettazione e al design attraverso la selezione di stilisti (anche
emergenti); condivisione e/o cessione, con le aziende che ne fanno richiesta, dei
modelli creati;
• servizi di immagine e supporto nei rapporti con i media.
Tutte le attività del Centro Servizi TessilPuglia sono implementate dall’ATS costituita da: le
Camere di Commercio di Bari, Brindisi, Foggia e Lecce, Capgemini Italia SpA, il Consorzio
CETMA, il Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari.
2.4. Imprese, ricerca e innovazione: alcuni casi significativi
Le innovazioni introdotte dalle imprese del settore tessile e dell’abbigliamento in Puglia sono
essenzialmente rivolte all’innovazione di prodotto, intesa essenzialmente come sviluppo di
nuovi modelli e nuove collezioni. Appare invece carente l’attenzione delle imprese locali
all’innovazione di prodotto basata sull’utilizzo di materiali innovativi e sulla ricerca di nuove
funzionalità dei materiali tessili.
Con riferimento all’innovazione di processo, è consolidata e diffusa l’adozione di tecnologie
di automazione nella produzione volte ad aumentare l’efficienza delle produzioni, di
tecnologie automatiche di supporto alla progettazione e di tecnologie di gestione ed
elaborazione delle informazioni.
Sempre con riferimento all’uso delle Information and Communication Technologies per il
coordinamento organizzativo ed inter-organizzativo, si registra solo per le grandi imprese un
crescente utilizzo delle tecnologie di comunicazione come Internet, posta elettronica,
groupware, EDI (Electronic Data Interchange).
Si riportano nel seguito alcuni casi aziendali particolarmente interessanti in quanto
espressione di dinamiche innovative nei diversi ambiti di innovazione: prodotto, processo,
gestione ed organizzazione.
2.4.1. Megatex SpA
La Megatex SpA, fondata nel 1989 e localizzata a Melissano (LE), produce calze tecniche,
classiche e sportive per uomo, donna e bambino. Ha 49 addetti ed un fatturato che supera
l’1,5 milioni di euro, di cui il 43% all’estero.
Dal 2000 l’azienda ha avviato un processo di innovazione di prodotto, con l’obiettivo di
“trattare le fibre naturali (cotone e lana) per ottenere prestazioni simili alle fibre sintetiche”.
Attualmente porta avanti la sua strategia innovativa avvalendosi di un team di ricercatori
interno (costituito da 4 unità di personale), investendo poco meno del 3% del fatturato in R&S
e interagendo strettamente con un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria
dell’Innovazione dell’Università di Lecce.
È stato proprio grazie alla combinazione delle competenze sul prodotto interne all’azienda e le
elevate conoscenze sui materiali possedute dai ricercatori universitari che sarà possibile
sviluppare prodotti innovativi sia per la calza classica (es. calze allungabili) e soprattutto per
la calza sportiva. In particolare il progetto di ricerca svolto dalla Megatex congiuntamente con
l’Università di Lecce ha portato a sviluppare i seguenti brevetti:
1. “Filati di origine naturale e sintetica con proprietà di elevato assorbimento ottenuti
attraverso l’introduzione di idrogel superassorbente”;
2. “Filati di origine naturale e sintetica con caratteristiche di barriera al trasporto di calore
ottenuti attraverso la deposizione di aerogel”;
39
3. “Trattamenti funzionali antibatterici su materiali di origine naturale o sintetica ottenuti
tramite deposizione di cluster di argento prevalentemente metallico”;
4. “Filati allungabili derivati dalla caratterizzazione di materiali ad elevata componente
viscosa”.
Di fondamentale importanza per la realizzazione dell’intero progetto di ricerca e soprattutto
per l’industrializzazione dei risultati della ricerca è stato l’accordo con le aziende produttrici
di filati e di macchine tessili.
Innovazioni a minore contenuto di ricerca ma non per questo di minore impatto per l’azienda
riguardano gli aspetti della logistica e del marketing. Con riferimento alla logistica
distributiva (logistica esterna), la Megatex prevede di implementare un nuovo sistema
informatico finalizzato a gestire e controllare al meglio la rete di vendita, così da riuscire ad
ottenere informazioni dettagliate e puntuali sul mercato, gestire il rapporto con i dettaglianti,
programmare la produzione. Con riferimento alla logistica interna, l’azienda sta procedendo
ad automatizzare la logistica interna, dotandosi di tecnologie hw e sw: magazzino
automatizzato, tecnologia wireless, palmari con lettura codice a barre, al fine di ottimizzare la
gestione del magazzino e l’assemblaggio degli ordini. Con riferimento al marketing, l’azienda
intende creare un marchio proprio e, facendo leva sulle innovazioni sviluppate, adottare una
strategia di differenziazione di prodotto23.
2.4.2. IGAM SpA
La IGAM SpA, localizzata a Canosa di Puglia (BA), è nata nel 1986 ed attualmente è tra le
prime aziende pugliesi nella produzione di abbigliamento intimo e pigiameria.
Conta 85 addetti e, nel 2007, ha raggiunto un fatturato di 28 milioni di euro, con vendite
prevalentemente realizzate in Italia (solo il 4% del fatturato è dovuto alle esportazioni).
La IGAM già dai primi anni ’90 ha intrapreso un processo di profonda trasformazione organizzativa e
gestionale che le ha consentito di restare competitiva. In particolare, l’azienda ha riorganizzato i
processi produttivi, delocalizzando fasi di lavorazione e intere produzioni rispettivamente nei paesi
dell’Est Europa e dell’Asia. L’internazionalizzazione peraltro non ha riguardato solo la
produzione, ma anche gli approvvigionamenti, la IGAM infatti acquista il 70% dei tessuti
greggi dalla Turchia che poi vengono lavorati (colorazioni, stampe) presso le imprese del
Nord Italia. Inoltre, la IGAM ha creato già nei primi anni ’90 marchi propri (tra cui spiccano
Nottingham e Bimbissimi) e su questi ha puntato facendo ingenti investimenti24 in
comunicazione e immagine.
L’esigenza attuale espressa dall’azienda è quella di gestire in modo efficiente una siffatta
organizzazione produttiva e consolidare la sua posizione sul mercato.
Il primo obiettivo è perseguito sia attraverso l’adozione di tecnologie informatiche avanzate
utilizzate per la gestione della produzione interna, il controllo di gestione, la gestione delle
relazioni con i clienti25, e la gestione della logistica. È proprio sull’aspetto della logistica che
l’azienda ha avviato anche una profonda trasformazione organizzativa. Essa infatti ha
decentralizzato ad un operatore logistico esterno la logistica (trasporti e magazzinaggio)
Questa trasformazione organizzativa ha richiesto un adattamento dei sistemi informativi
aziendali. La IGAM infatti si è dotata di un sistema informativo interfacciato con quello
dell’operatore logistico, in modo da avere il pieno controllo del magazzino esterno. Inoltre
23
Attraverso l’utilizzo di fibre e filati innovativi e/o attraverso una differente combinazione dei filati sarà
possibile realizzare calze differenziate per le diverse discipline sportive (corsa, sci, ecc.) e calze differenziate per
le diverse condizioni di lavoro (sanitarie, termiche, isolanti, ecc.).
24
La spesa in comunicazione è pari a 1.200.000 euro.
25
L’azienda ha avviato un progetto di informatizzazione per interfacciarsi con il magazzino dei clienti al fine di
ottimizzare la gestione delle corte e dei riordini.
40
stanno adottando, sempre in collaborazione con l’operatore logistico, lettori ottici palmari che
consentiranno di ottimizzare le operazioni di inventario e gestione ordini.
Per quanto riguarda il posizionamento sul mercato, la IGAM ha avviato un progetto di
espansione sui mercati esteri, ha ampliato la propria gamma di prodotti e prevede in futuro di
distribuire il prodotto utilizzando punti vendita propri o affiliati mono-brand.
2.4.3. Giovanna Sbiroli srl
La Giovanna Sbiroli srl è tra le prime nate nel polo degli abiti da sposa localizzato a
Putignano. È specializzata principalmente nella produzione di abiti da sposa su misura, ma
produce anche abiti di alta moda su misura. Impiega attualmente 47 addetti e si avvale di una
rete di laboratori locali che contano circa 250 addetti.
Come molte altre aziende del settore abbigliamento e del comparto abiti da sposa, la
Giovanna Sbiroli srl ritiene prioritario investire nell’area del Marketing, della Distribuzione e
dello Sviluppo Prodotto.
Con riferimento al Marketing, il rafforzamento del brand aziendale la riconoscibilità sui
marcati nazionali e, soprattutto, internazionali e la conseguente necessità di effettuare
investimenti in comunicazione e/o innovare la politica distributiva aprendo punti vendita
diretti/monomarca, sono ritenuti gli aspetti più strategicamente rilevanti per la competitività.
Con riferimento allo Sviluppo Prodotto, l’azienda ritiene fondamentale non tanto l’utilizzo di
tecnologie innovative per la progettazione, di cui è già dotata, quanto la possibilità di generare
nuove idee di prodotto, nuovi stili e nuovi modelli. In tal senso, la ricerca di nuove idee su
colori, accessori, tessuti e lavorazioni condotta nei modi più disparati, dai viaggi alla
partecipazione alle fiere, dalle scuole di formazione di alto livello all’analisi di altri mercati,
risulta di vitale importanza.
Nonostante la forte connotazione artigianale del settore in cui l’azienda opera, è alquanto
significativa la partecipazione della Giovanna Sbiroli ad un progetto di ricerca realizzato da
un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Gestionale del
Politecnico di Bari. Il progetto è finalizzato a sviluppare uno strumento di misurazione del
corpo umano basato sulla fotogrammetria. Tale strumento verrebbe utilizzato presso i
rivenditori che così potrebbero prendere le misure necessarie per adattare il capo di
abbigliamento e le trasferirebbero automaticamente all’azienda produttrice. I benefici
derivanti dall’applicazione dei risultati della ricerca sono notevoli. Infatti, poter dotare i
rivenditori di una cabina di misura consentirebbe di:
1) ridurre i tempi di misura e trasferimento delle misure presso l’azienda produttrice;
2) aumentare la precisione delle misure e il relativo trasferimento al sistema CAM;
3) risolvere il problema delle competenze sartoriali che devono essere possedute dagli
addetti ai punti vendita.
2.4.4. SACHIM srl
La SACHIM srl di Putignano (BA) è una delle poche aziende pugliesi specializzata nella
produzione dei tessili tecnici26, con un fatturato di 5 milioni di euro e 45 addetti, occupa
attualmente una superficie coperta di circa 10.000. L’azienda realizza l’intero processo di
produzione: dall’estrusione del polietilene in monofilamento e film, alla tessitura in reti di
tessuti tecnici per agricoltura, edilizia e tempo libero. I principali fattori di competitività sono
la qualità dei prodotti e l’efficienza produttiva. L’azienda infatti ha peraltro ottenuto
certificazioni ISO 9001, ISO 140001 e EMAS.
26
Tra le altre pugliesi le principali sono: vi sono altre aziende sono la “Tessiture Ostunesi” ad Ostini (BR) e
Agriplast a Rutigliano (BA).
41
SACHIM ha avviato diversi progetti di innovazione avvalendosi sia di competenze interne
che di competenze esterne (Università di Lecce), con una spesa in R&S che nel 2007 ha
raggiunto i 300.000 euro, pari a circa il 5% del fatturato.
Un primo progetto (2007) ha riguardato lo sviluppo di un prototipo di tessuto ibrido: tessuto
che mette insieme sia il monofilamento che il film e che consentirà all’azienda di sviluppare
prodotti di più elevata qualità così da ampliare la gamma dei prodotti.
Un ulteriore progetto di innovazione di prodotto (2008) ha riguardato lo sviluppo di nuovi
schemi tessili. In tal caso la sperimentazione è sull’impostazione dei telai finalizzata ad
ottenere trame di tessuto differenti che abbiano sia una differenziazione estetica sia una
differenziazione prestazionale (es. diversa resistenza al peso). Il progetto, portato avanti con
l’Università di Lecce, ha riguardato il miglioramento del processo produttivo finalizzato a
migliorare il monofilamento e diminuire così la difettosità del prodotto.
L’azienda intende inoltre beneficiare del “Conto Energia”, avendo in corso la realizzazione di
un impianto fotovoltaico per la produzione di energia.
Un ulteriore progetto, sviluppato internamente all’azienda, riguarda lo sviluppo di una
macchina di cucitura automatizzata.
Progetti di innovazione e ricerca futuri di interesse della SACHIM riguardano:
- la realizzazione di un laboratorio di misura per realizzare prove sui prodotti (sia
realizzati dall’azienda che prodotti di terzi), controlli di qualità, misure di resistenza e
test di caratterizzazione dei prodotti;
- il miglioramento del processo produttivo per bandelle di polietilene (linea di
produzione del film) e relative applicazioni tessili;
- l’automatizzazione del magazzino attraverso utilizzo di tecnologia wireless, lettori
palmari di codici a barre.
2.4.5. Nocese Manifatture srl
Nata nel 1936, oggi la Nocese Manifatture srl è leader sul mercato nazionale nella produzione
di camicie da uomo. L’espansione dell’azienda sul mercato nazionale e sui mercati
internazionali (il 25% del fatturato è dovuto alle esportazioni) si è avuta nei primi anni ’90
grazie all’affermazione del marchio Harry&Sons che attualmente è distribuito in Italia e in
diverse città europee con oltre 60 negozi franchising monomarchio.
La creazione di un marchio associato ad un prodotto specializzato e riconoscibile (camicia da
uomo classica e sportiva prodotta in Italia e venduta ad un prezzo contenuto) e ad un servizio
efficiente e personalizzato (riassortimenti in Italia in 24 ore e camicie su misura) insieme con
una strategia distributiva innovativa per lo specifico comparto (il franchising) ha consentito
all’azienda di crescere e restare competitiva, mantenendo la produzione in Italia.
Ancora oggi, la strategia aziendale si basa sulla specializzazione, la qualità dei tessuti, la
selezione accurata dei materiali, il servizio al cliente, una produzione efficiente e interamente
Made in Italy ed ancora oggi l’azienda punta sul marchio e sul prodotto per crescere sul
mercato. La Nocese è infatti impegnata da circa due anni nello sviluppo di una linea
innovativa di total look che sarà distribuita con un nuovo marchio, indirizzata ad un diverso
segmento di mercato e venduta in negozi multibrand.
Il brand, il prodotto, il servizio sono i fattori di competitività dell’azienda ed è su questi che si
impegna per apportare miglioramenti continui.
In particolare, per il brand la Nocese nella prossima stagione presenterà un nuova linea che
sarà distribuita con un nuovo marchio e continuerà ad investire nella comunicazione per
rafforzare il marchio Harry&Sons.
Per quanto riguarda il prodotto, l’azienda ha una continua attenzione alla creazione di nuove
collezioni e soprattutto allo sviluppo di prodotti di elevata qualità e fattura. A tal fine si avvale
sia di un ufficio stile interno sia di uno esterno, sia di un team di modellisti interno sia di
42
consulenti modellisti esterni. L’azienda inoltre produce interamente in Italia, eseguendo
internamente le fasi di taglio e di stiro e decentralizzando ad imprese locali la fase della
cucitura.
Per quanto riguarda il servizio, con riferimento al cliente finale, la Nocese ha avviato un
progetto finalizzato ad ottimizzare la produzione “su misura” della camici al fine di garantire
al cliente un prodotto personalizzato non solo nella vestibilità ma anche nella composizione
dei tessuti. Un’ulteriore attività progettuale, realizzata in collaborazione con il CETMA di
Brindisi, riguarda il trattamento dei tessuti ed è finalizzato ad ottenere superiori prestazioni
del prodotto quando sottoposto a specifiche condizioni di lavaggio, di sudorazione, ecc. Con
riferimento agli affiliati franchiser, l’azienda al fine di ottimizzare il processo di gestione
degli ordini, intende adeguare il sistema di networking con tutti i negozi franchising passando
dal semplice sistema di invio dell’ordine via Internet, attualmente in uso, al sistema di
inserimento e gestione dell’ordine da parte del franchiser.
2.4.6. Romano SpA
Fondata nel 1967 la Romano SpA con sede a Matino (provincia di Lecce) è oggi leader nella
produzione di abbigliamento casual uomo e donna, in particolare nel mercato del jeanswear.
Conta attualmente 370 addetti, di cui circa il 6% laureati, e esporta il 50% del fatturato. Una
forte spinta nella crescita dell’azienda si è avuta a seguito della creazione del marchio
Meltin’Pot nel 1994 e della sua affermazione sui mercati nazionali e internazionali. Il
successo delle produzioni Meltin’Pot è il risultato di una strategia di marketing di successo,
un concept di prodotto a forte ispirazione internazionale in grado di interpretare le tendenze
emergenti di quegli anni, ma anche l’esperienza accumulata nel corso degli anni nello
sviluppo di collezioni jeanswear. Infatti, fino ai primi anni ’90 la Romano produceva solo ed
esclusivamente jeanswear per conto dei colossi mondiali del denim. Ad oggi il 60% del
fatturato è realizzato dalla divisione Meltin’Pot e il 40% dalle produzioni conto terzi e su
licenza. Significativo è proprio quest’ultimo dato che, al contrario di quanto ci si possa
aspettare, è in crescita. La Romano è infatti un esempio eccellente di un “contoterzismo
evoluto” e di come le aziende contoterziste pugliesi possano crescere nello scenario
competitivo attuale caratterizzato da fenomeni di delocalizzazione. L’azienda infatti grazie
alle sue elevate competenze nello sviluppo delle collezioni, nei tessuti, nella gestione della
produzione e della distribuzione non si limita a realizzare il prodotto sulla base di una
specifica richiesta del cliente, ma mette a disposizione il proprio know-how progettuale,
gestionale, organizzativo e produttivo per risolvere qualsiasi esigenza. In termini più
operativi, la Romano gestisce per conto dei clienti sia la fase di progettazione e realizzazione
delle collezioni sia la produzione delle stesse sia la gestione logistica delle merci.
Per realizzare tali attività la Romano si avvale:
- di uno staff di circa 60 addetti per lo sviluppo delle collezioni, costituito da stilisti,
modellisti ma anche specialisti nel trattamento dei tessuti, a cui si aggiungono
consulenti stilisti e modellisti esterni, e investendo circa 3 mln. di euro all’anno. Negli
ultimi anni è stata potenziata l’area della lavanderia con l’acquisizione di nuovi
impianti e con lo sviluppo al suo interno di un team di ricerca per i finissaggi e i
trattamenti;
- di un ciclo produttivo improntato sulla massima ingegnerizzazione del processo:
l’azienda si è dotata dei sistemi tecnologicamente più avanzati, sviluppando nel
contempo nuove soluzioni produttive e organizzative che le consentono di offrire
elevati standard qualitativi con tempi di risposta estremamente brevi. Tutta la catena
produttiva vanta un alto tasso di automazione, a partire dal momento in cui i modelli
vengono generati e piazzati da un avanzato sistema CAD/CAM, fino ad arrivare
all'impianto di lavanderia in cui tutte le fasi vengono gestite e controllate dai
43
-
-
computer. La struttura produttiva si completa con una serie di partnership con
importantissimi produttori del bacino del Mediterraneo, a cui è affidato il 70% della
produzione, che lavorano in stretta collaborazione con la Romano SpA e sono in
grado di garantire flessibilità e elevati standard qualitativi.
di un sistema logistico avanzato con il pieno controllo dell’intera supply-chain. Il
magazzino prodotto finito della Romano è in grado di affrontare qualsiasi situazione
logistica gestendo sia bulk orders che spedizioni frazionate in destinazioni multiple.
di una funzione marketing che implementa strategie di servizio al cliente e customer
care, avvalendosi anche di tecnologie avanzate per il Customer Relationship
Management (CRM), di comunicazione a livello nazionale e internazionale (con
investimenti pari a circa il 7-8% del fatturato) e di distribuzione (dal merchandiser nei
punti vendita all’apertura degli show room a Milano, Parigi e Monaco).
2.4.7. Mafrat SpA
La Mafrat SpA, con più di 20 milioni di euro di fatturato e 150 addetti, è leader nel settore
dell’abbigliamento per bambino. La Mafrat si articola come un vero e proprio gruppo
industriale fortemente internazionalizzato.
La dimensione internazionale è sia sul fronte della produzione ma anche e sempre più sul
fronte del mercato a valle. La Mafrat infatti sin dal 1988 ha avviato un processo di
delocalizzazione di alcune attività produttive27 e già dagli anni ’70 si è affacciata sui mercati
esteri. Attualmente il 70% del fatturato è dovuto alle esportazioni ed è recentissima l’apertura
di uno showroom aziendale a Pechino.
L’azienda ha una lunga tradizione: si avvia già nel 1944 con la produzione di maglieria per
neonato, negli anni ’90 si introducono prodotti di abbigliamento per altre fasce di età diverse
dal neonato, ma è dal 2000, con l’acquisizione su licenza di alcuni tra i principali marchi
italiani della moda, che l’azienda ha visto crescere sensibilmente i suoi volumi di vendita e di
fatturato. I brand acquisiti infatti hanno consentito all’azienda di entrare in un segmento di
mercato di fascia alta e di sfruttare al massimo i canali distributivi, potendo vendere più linee
di prodotto su uno stesso canale distributivo.
Certamente a trainare il successo dell’azienda c’è “la forza dei brand sui mercati”, intesa
come capacità intrinseca di un marchio di differenziarsi e di modificare le scelte e i
comportamenti dei consumatori, ma alla base di tale successo c’è una notevole capacità
aziendale di sviluppare diverse collezioni innovative all’anno28, di gestire in modo efficiente
la produzione e la distribuzione, di produrre prodotti di qualità, di presidiare i mercati, e di
sviluppare strategie di comunicazione29.
Pertanto le azioni strategiche della Mafrat mirano a rafforzare tali capacità, attraverso:
- le formazione continua dei neo-assunti sulle competenze stilistiche;
27
L’attività di produzione è completamente esternalizzata: l’azienda si avvale di un indotto di circa 700 addetti
in Italia e circa 1000 addetti all’estero (sud est asiatico). Attualmente l’azienda ha rapporti consolidati con i
partner produttivi esteri e non considera critica la gestione delle produzioni delocalizzate. Alle imprese
dell’indotto, comprese quelle estere, trasferisce le schede tecniche di produzione. Gli approvvigionamenti per i
prodotti realizzati all’estero vengono gestiti dalle aziende estere, per i prodotti realizzati in Italia vengono gestiti
dall’azienda. L’esternalizzazione di tutte le fasi della produzione richiede d’altra parte un importante impegno
gestionale e finanziario nella logistica.
28
Per ogni marchio distribuito dalla Mafrat, l’azienda sviluppa due collezioni all’anno. Ciascuna collezione è
realizzata da uno specifico ufficio stile, è infatti necessario che non vi siano contaminazioni tra le collezioni, in
quanto queste devono esprimere idee stilistiche differenti.
29
La comunicazione è un aspetto molto importante per le aziende che lavorano su licenza, sia per l’impegno
finanziario richiesto che per quello gestionale. In ogni contratto di licenza infatti è prevista una quota notevole di
spese in pubblicità e inoltre è demandata all’azienda l’intera definizione e gestione dei piani di comunicazione.
44
-
il potenziamento della capacità di commercializzazione, con l’individuazione e il
presidio di nuovi mercati di sbocco;
lo sviluppo di un servizio post-vendita e di customer care, per fidelizzare il cliente;
l’ottimizzazione dei processi logistici e produttivi.
***
La Tabella 2.18. riporta i dati sintetici dei progetti di ricerca promossi da imprese del settore
tessile-abbigliamento o con ricadute sul settore finanziati nell’ambito dei PIA-PIT (20002006). Come è evidente il numero delle imprese che hanno portato avanti tali progetti
finanziati è molto basso. Tale dato può avere una duplice spiegazione: 1) in taluni casi manca
una vera e propria capacità progettuale delle imprese ed uno scarso interesse sui temi della
ricerca e innovazione tecnologica; 2) in altri casi, e soprattutto per le imprese più grandi e con
capacità di auto-finanziamento, così come è risultato da alcune delle interviste condotte, vi è
uno scollamento tra le tempistiche dei progetti finanziati e le esigenze aziendali.
Tabella 2.18. Progetti di ricerca nell’ambito del tessile-abbigliamento finanziati
nell’ambito dei PIA-PIT (2000-2006).
Imprese promotrici
Obiettivi del progetto
Altri partner
- Fashion Flair Group Srl
(distribuzione abbigliamento bambino
- Bitonto - BA)
- Gary Srl (produzione pigiami Bitonto - BA)
- Hartex time Sas (produzione
abbigliamento - Bitonto - BA)
- Ines confezioni (produzione
abbigliamento per la casa - Bitonto BA)
- Lartex srl (produzione pigiami e
abbigliamento bambino - Bitonto BA)
- V.J. Srl (produzione abbigliamento
Bambino - Bitonto - BA)
ITN SpA (abbigliamento uomo Martina Franca -TA)
Principe Franz srl (produzione abiti da
cerimonia - San Giorgio Ionico - TA)
- Principe Franz srl (produzione abiti
da cerimonia - San Giorgio Ionico TA);
- Scatolificio Meridionale (Produzione
di scatole di oggettistica da regalo e di
articoli personalizzati - San Giorgio
Ionico - TA)
Nocese Manifatture srl (produzione
- Ricerca di filati e tessuti per migliorare il
confort;
- Introduzione di nuove tecnologie di
processo;
- Applicazione di tecniche innovative per
- la confezione ai materiali innovativi,
prestando attenzione in particolare ai
trattamenti nanotecnologici e alla loro
- adozione secondo metodologie non
invasive.
- PSTG - Parco Scientifico e
Tecnologico Galileo – Padova);
- Dip. di Chimica (Università di
Bari);
- ASA sr.l. (consulenza
aziendale – Bitonto – BA);
- DNV Italia (ente di
certificazione);
- Programma e Stile (servizi –
Bitonto – BA).
Implementazione di un sistema innovativo
basato sulla tecnologia RFID
(Radiofrequency identification) di controllo
della produzione, completamente
informatizzato, che prevede l’applicazione,
ai tessuti in entrata, di “smart label” in
grado di memorizzare il numero della
commessa e l’elenco di tutte le fasi della
lavorazione previste.
Introduzione di nuovi algoritmi per
l’ottimizzazione del processo di serigrafia
su carta e su stoffa e dei relativi parametri
di funzionamento.
Schönenberger (progettazione e
realizzazione di sistemi di
logistica - Germania).
Sviluppo di un sistema automatizzato di
caricamento – scaricamento tessuto sulla
macchina di serigrafia per la riduzione dei
tempi di esecuzione e il miglioramento
della produzione.
- Sviluppo di un nuovo servizio di
45
- Dip. di Ingegneria per
l’Ambiente e lo Sviluppo
Sostenibile (Politecnico di
Bari);
- Infosystem srl (informatica e
della telematica - Taranto).
Dip. di Ingegneria per
l’Ambiente e lo Sviluppo
Sostenibile (Politecnico di
Bari).
Consorzio CETMA (centro di
camiceria maschile - Noci - BA)
- Rotundo Salvatore (tessileabbigliamento – Lecce)
Linea Blu srl (tessile- abbigliamento –
Lecce)
- Ibim srl (produzione berretti – Lecce)
- Claudio De Prezzo Mode srl (tessileabbigliamento – Lecce)
realizzazione di camice "su misura";
- Creazione di un “Laboratorio Stile”, con
l'introduzione nel processo produttivo di
un sistema CAD-CAM;
- Sviluppo di collezioni innovative "Total
Look", di prodotti attualmente non
fabbricati.
- Sviluppo di un “Ufficio Stile e ricerca”;
- Applicazione di nuove tecniche di
trattamento di capi e tessuti;
- Sviluppo di collezioni innovative "Total
Look".
46
ricerca – Brindisi).
FINVAR srl (centro di
ricerca - Lecce).
Capitolo 3: La ricerca a favore del tessile-abbigliamento in Puglia
3.1. La ricerca a favore del tessile-abbigliamento
3.1.1. Il quadro europeo
La Piattaforma Tecnologica Europea (PTE)30 del tessile-abbigliamento ha sintetizzato le linee
di sviluppo del settore tessile in Europa nel documento “Vision for 2020”. La “Vision for
2020” identifica tre principali obiettivi strategici:
1. incrementare la produzione di prodotti specialistici (che utilizzano processi evoluti,
fibre, filati e tessuti funzionali basati su nano- microbio-tecnologie, nuovi processi di
rivestimento/spalmatura, stampa digitale, ecc.) rispetto alle commodities;
2. incrementare l’espansione del prodotto tessile come materia prima per altri settori
industriali (applicazioni mediche, costruzioni, trasporti, ecc.);
3. concentrarsi, piuttosto che sulle grandi quantità, su produzioni “customizzate”,
personalizzate, che utilizzino meglio la logistica, la distribuzione ed i servizi.
Su tali obiettivi di lungo periodo è stata sviluppata una Strategic Research Agenda (SRA) che
indica le attività di ricerca prioritarie da intraprendere al fine di garantire un’effettiva
innovazione del settore tessile-abbigliamento europeo e di superare i limiti individuati dalla
Vision for 2020 al raggiungimento dei tre obiettivi strategici.
In particolare, la Strategic Research Agenda, che verrà aggiornata ogni due anni, ha
identificato, per ciascun obiettivo strategico, le seguenti nove tematiche prioritarie su cui
indirizzare le attività di ricerca e sviluppo:
1. Nuove fibre e compositi speciali per prodotti tessili innovativi
Lo sviluppo di fibre innovative a monte della catena del valore del tessile, costituisce
un’importante fonte di prodotti innovativi e nuove aree d’applicazione a valle della catena del
valore. La ricerca dovrebbe quindi focalizzarsi sulle opportunità derivanti dalla produzione di
fibre e compositi speciali mediante lo sviluppo di nuove o migliori proprietà dei materiali e
attraverso lo sviluppo di migliori e nuovi processi produttivi. Le priorità di ricerca stabilite
dalla PTE a riguardo consistono:
• nell’elaborazione di nuove fibre per creare prodotti tessili innovativi nel campo della
sicurezza e salute;
• nello sviluppo di fibre che consentano di produrre prodotti con caratteristiche di
confort, benessere e salute migliori;
• in migliori, più resistenti ed efficienti composti fibrosi;
• nella creazione di fibre e composti la cui produzione abbia un minor impatto
ambientale;
• nella produzione di fibre attraverso l’uso delle nanotecnologie;
• nello sviluppo di fibre con caratteristiche superficiali peculiari;
• nello sviluppo di fibre per prodotti con migliori care-properties, circa la pulizia, il
lavaggio, la stiratura;
30
Fanno parte della PTE del tessile: l’Euratex (presidenza e segreteria), Associazioni nazionali di settore,
Imprese del settore, Membri di Textranet (enti di ricerca), Membri di Autex (università). Sono in via di
inserimento: Rappresentanti dei distributori e della rete di vendita, Sindacati tessili, Associazioni di consumatori,
Rappresentanti dei settori fornitori.
47
• il rafforzamento dei metodi di produzione delle fibre, dei non-tessuti e delle fibre
composite.
Naturalmente le innovazioni in tale ambito costituiranno la base per nuove innovazioni in
settori anche diversi da quello tessile, come per esempio in quello automobilistico, edilizio, in
campo medico, aerospaziale ecc.
2 “Funzionalizzazione” di prodotti tessili e relativi processi
Mediante la funzionalizzazione dei materiali tessili è possibile realizzare prodotti per nuovi
usi e aree d’applicazione, oltre a migliorare le prestazioni dei materiali tessili nelle
applicazioni convenzionali con un conseguente valore aggiunto sui prodotti. La PTE ha
individuato le seguenti aree su cui la ricerca dovrà focalizzarsi:
• una maggiore flessibilità ed efficienza nello sviluppo dei prodotti e dei materiali;
• un incremento delle proprietà dei tessuti e dei materiali, evitando contemporaneamente
un aumento dei costi;
• un minor utilizzo delle risorse naturali, di energia e di sostanze chimiche;
• sviluppo di materiali in grado di variare le loro caratteristiche a seconda delle
condizioni ambientali o attraverso l’invio di impulsi;
• processi di funzionalizzazione versatili e flessibili.
3. Biomateriali, biotecnologie e processi ecologici
Il campo della biotecnologia industriale è ritenuto uno delle maggiori fonti di innovazione e in
tale ambito sono state individuate tre aree d’applicazione: i biomateriali, le biotecnologie e i
processi eco-compatibili.
Per quanto riguarda i biomateriali la PTE ha individuato le seguenti principali aree di ricerca:
• produzione di fibre basate sulla fermentazione o altri processi biochimici;
• sviluppo di fibre che incorporano sostanze bio attive;
• produzione di fibre totalmente biodegradabili;
• sviluppo di biomateriali per applicazioni tecniche e mediche.
Per quanto riguarda le biotecnologie, si prevede che i processi biotecnologici sostituiranno nel
tempo quelli chimici grazie alla loro maggiore eco-efficienza. Determinante inoltre sembra
essere l’uso degli enzimi e delle proteine nei processi di trattamento delle superfici tessili al
fine di migliorare le proprietà tecnologiche tradizionali e introdurre nuove proprietà
funzionali.
Infine, con riferimenti ai processi eco-compatibili, la necessità di implementare processi di
produzione sostenibili è oggi considerata alla stregua del bisogno di incrementarne la
produttività e la qualità. La PTE a tal riguardo, ha proposto le seguenti priorità di ricerca:
• utilizzo degli scarti e dei rifiuti dei processi tessili come risorsa per le biomasse;
• miglioramento delle caratteristiche delle fibre naturali e dei relativi processi produttivi;
• sviluppo di processi e trattamenti alternatici al fine di ridurre l’utilizzo di acqua ed
energia, riducendo anche l’impatto sulla salute umana.
4. Nuovi prodotti tessili per l’aumento delle prestazioni umane
La domanda, da parte dei consumatori finali, di prodotti tessili e d’abbigliamento funzionali è
in continuo aumento. Le proprietà richieste ai tessuti vanno dalle funzioni di protezione a
quelle curative, combinate con la leggerezza, l’ottimizzazione del calore corporeo, la gestione
dell’umidità, il confort, la durabilità, quindi la biodegradabilità o l’opportunità di riciclaggio
del prodotto. La risposta a tali richieste è rappresentata dallo sviluppo di nuovi materiali
combinati con sistemi integrati di sensori e azionatori elettronici. Le priorità di ricerca a
riguardo individuate dalla PTE prevedono:
48
• lo sviluppo di strumenti di simulazione per l’iterazione con il consumatore al fine di
ottenere prodotti funzionali ottimizzati;
• sviluppo di tessuti o dispositivi in grado di reagire autonomamente al cambiare
dell’attività svolta o delle condizioni di chi li indossa al fine di ottimizzarne il confort
e la salute;
• in fine lo sviluppo di tessuti funzionali paramedici, che possano per esempio rilasciare
sostanze curative o che incorporano sistemi di monitoraggio dei parametri corporei.
5. Nuovi prodotti tessili per applicazioni tecniche
I prodotti tessili per le applicazioni tecniche costituiscono una gamma molto diversificata e
ciò è conseguenza degli innumerevoli mercati di consumatori finali. Le applicazioni più
comuni riguardano il trasporto, l’edilizia e l’ingegneria.
La PTE ha individuato, per ogni campo d’applicazione dei tessuti tecnici, una serie priorità di
ricerca.
6. Prodotti tessili ed abbigliamento “intelligenti”
I tessuti intelligenti rappresentano un’importante fonte d’innovazione, tuttavia affinché
abbiano successo sono necessari materiali e sistemi ad elevate prestazioni, nonché una
perfetta combinazione con dispositivi elettronici in grado di rilevare parametri meccanici,
fisici, chimici, elettrici e biologici del corpo umano.
Le principali aree di ricerca riguardano:
• la necessità di fornire energia ai dispositivi elettrici e le modalità di stoccaggio di tale
energia;
• sviluppo di algoritmi di elaborazione dati in grado di gestire le enormi quantità di dati,
che possono provenire per esempio da un sistema di monitoraggio permanente, e gli
azionatori presenti nei tessuti;
• sviluppo di componenti elettrici altamente flessibili, con una elevata capacità di
allungamento e in grado di resistere all’usura e ai processi quali lavaggio e stiratura;
• sviluppo di sistemi di comunicazione dei dati, preferibilmente wireless;
• ottenere prodotti comunque confortevoli, facili da usare e pulire.
7. Customizzazione di massa
Affinchè la customizzazione di massa31 costituisca un fattore di successo dell’industria tessile
è necessario affrontare in maniera sistematica gli ostacoli tecnologici ed organizzativi che
frenano l’innovazione industriale.
La PTE ha quindi evidenziato la necessità di:
• sviluppare sistemi di produzione altamente flessibili e in grado di realizzare piccoli
lotti;
• adottare sistemi di produzione 3D;
• utilizzare strumenti che permettano la simulazione, l’ottimizzazione, la
flessibilizzazione e la virtualizzazione dei processi produttivi (naturalmente tali
strumenti dovranno integrarsi con l’intera supply chain del tessile);
• supportare lo sviluppo e l’innovazione di prodotto attraverso l’uso di software di
simulazione 3D in grado di simulare le proprietà dei materiali e l’eventuale
produzione;
• utilizzare sistemi di simulazione, in grado di visualizzare in tempo reale un indumento
su un manichino virtuale rappresentante il cliente, strumenti di scannerizzazione e
31
Con il termine customizzazione si intende il processo tramite cui si fornisce un prodotto realizzato su misura
per un cliente. La customizzazione di massa è la realizzazione di prodotti personalizzati in grandi volumi.
49
sistemi iterativi di creazione di modelli in cooperazione con i consumatori e i
distributori.
8. Approccio innovativo alla progettazione e alle tecnologie
La capacità d’innovazione è il fattore principale in una industria che non può contare sull’uso
della manodopera a basso costo e sull’accesso privilegiato alle materie prime. Tale capacità
deriva dalla combinazione di elementi creativi con conoscenze tecnico-scientifiche, tuttavia il
successo di tali capacità è fortemente legata all’uso di metodologie e tecniche in grado di
trasformare l’idea in risultati industriali tangibili. Mentre la creatività è un elemento che non
può essere rafforzato tramite la ricerca, gli approcci metodologici e tecnologici alla
progettazione e allo sviluppo di prodotto possono essere migliorati tramite le scienze
matematiche, informatiche, chimiche, sociali e manageriali. La PTE ha pertanto individuato
una serie di fattori chiave:
• sviluppo di strumenti in grado di effettuare un’analisi sui requisiti e sulle funzioni che
i nuovi prodotti dovranno avere in relazione alle esigenze della società e dei singoli
consumatori;
• riduzione del time to market e dei relativi costi, attraverso l’utilizzo soprattutto dei
sistemi software di simulazione;
• sistemi di sviluppo prodotto che implichino la cooperazione fra i diversi soggetti della
supply chain del tessile e che contemporaneamente coinvolga anche altri settori
industriali, come quello edilizio, automobilistico ecc.
• reti di comunicazione per il reciproco scambio di informazioni e idee
Quest’ultimo punto tuttavia si trova in alcuni casi in conflitto con i diritti delle proprietà
intellettuali (IPR), è necessario quindi lo sviluppo di sistemi che permettano la marcatura, il
monitoraggio e la rintracciabilità della proprietà dei progetti e/o dei disegni.
E’ inoltre necessario sviluppare una più efficiente rete di comunicazione tra università,
industria e centri di ricerca; quindi si potrebbe promuovere l’immagine del tessile europeo al
fine di attirare risorse umane competenti.
9. Integrated Quality and Life Cycle Management
I nuovi prodotti dell’industria tessile sono sempre più soggetti o rigorosi standard di qualità e
performance, devono questi infatti garantire la qualità lungo tutto il ciclo vita, dalla
progettazione alla produzione, distribuzione, utilizzo, conservazione e per finire al riciclaggio
o allo smaltimento. Le imprese devono quindi implementare sistemi di gestione della qualità
al fine di migliorare sia la qualità dei prodotti sia gli aspetti legati al loro ciclo di vita. Sono
quindi necessarie nuove soluzioni per la gestione dei rifiuti industriali e per il riciclaggio.
Inoltre, devono essere sviluppati nuovi ed effettivi meccanismi di controllo della qualità lungo
tutta la catena del valore. Questo significa che il settore tessile, il settore dell’abbigliamento e
dei servizi hanno bisogno di innovare i loro concetti, le loro metodologie e le loro tecniche di
Supply Chain Management e di Integrated Quality Management.
La PTE ha evidenziato alcuni punti salienti, fra i quali:
• l’utilizzo di parametri che quantifichino la qualità e la sostenibilità delle materie
prime:
• lo sviluppo di strumenti di ottimizzazione della qualità in tutte le fasi del ciclo vita;
• la tracciabilità delle materie prime e dei prodotti lungo la catena del valore;
• l’utilizzo di strumenti di comunicazione della qualità;
• corsi di formazione per il corretto utilizzo dei prodotti;
• sistema di feedback lungo tutta la catena del valore;
• sviluppo di processi per il recupero dei prodotti.
50
Infine, la Strategic Research Agenda ha evidenziato la necessità di creare condizioni generali
di contesto che favoriscano lo sviluppo delle attività di ricerca, l’adozione delle innovazioni,
l’integrazione tra i soggetti dell’innovazione e il coinvolgimento di tutti gli attori
imprenditoriali, comprese le PMI.
In particolare, la SRA ha definito cinque aree tematiche trasversali su cui intervenire al fine
creare le condizioni necessarie a supportare lo sviluppo competitivo e l’innovatività
dell’industria tessile europea:
A. Sviluppare un quadro normativo che favorisca l’innovazione
L’innovazione industriale costituisce un investimento ad elevato rischio. Affinchè vi siano
investimenti nella ricerca e nell’innovazione è quindi avvio che il profitto atteso
dell’investimento dovrà essere superiore al rischio finanziario.
Mentre le autorità pubbliche non possono influenzare il grado di rischio dell’investimento,
queste però possono cercare di rendere l’investimento più attrattivo agendo sul profitto atteso,
incentivando così gli investimenti nella R&S.
Al fine di migliorare il rendimento atteso, la PTE suggerisce i seguenti interventi:
• un più facile processo di regolamentazione dei nuovi prodotti;
• minore burocrazia nelle procedure di start-up di un’impresa;
• un ruolo attivo delle autorità pubbliche come prime acquirenti di prodotti innovativi
attraverso gli appalti pubblici;
• un’effettiva protezione delle proprietà intellettuali, attraverso una migliore
applicazione delle leggi e la guerra alla contraffazione;
• riduzione dei costi della messa sul mercato dei prodotti;
• un’ulteriore apertura nei confronti dei mercati esteri.
B. Sviluppare un sistema di istruzione in grado si supportare la trasformazione del settore
tessile
Il processo d’innovazione fin qui proposto richiede per la sua attuazione risorse umane
qualificate, sia in termini di conoscente scientifiche che tecniche, e che ricoprano tutti i livelli
organizzativi, dall’operaio al top manager. È quindi fondamentale il ruolo dell’istruzione
pubblica e privata nello “sfornare” nuovi laureati e tecnici con competenze e conoscenze nel
settore tessile.
Naturalmente uguale importanza riveste la formazione dell’attuale forza lavoro dell’industria
tessile (2,6 milioni nel 2003).
Alla luce di ciò la PTE ritiene necessario:
- la definizione di programmi educativi post-diploma e post-laurea, in grado di conferire
conoscenze e competenze rilevanti per i bisogni della ricerca e dell’innovazione nel
settore tessile e dell’abbigliamento;
- lo sviluppo di competenze e conoscente trasversali lungo tutta la catena del valore;
- incoraggiare la comunicazione fra il settore industriale e gli enti d’istruzione;
- istituire borse di studio o altri strumenti finanziari di supporto;
- la definizione di programmi di formazione continuata;
- lo sviluppo di strumenti di meritocrazia.
C. Sviluppare strumenti di finanziamento della ricerca e dell’innovazione
Sicuramente uno degli ostacoli maggiori nel settore tessile europeo è la mancanza di risorse
monetarie. La media delle imprese tessili europee ha un fatturato di 1,2 milioni di euro e 15
dipendenti. Ciò implica che la maggior parte delle imprese non ha la possibilità di svolgere
attività di ricerca in maniera continua e strategica. A ciò si aggiunge:
• un inasprimento delle condizioni per avere finanziamenti bancari;
51
• una tradizionale immagine di bassa solvibilità delle imprese tessili;
• l’assenza di un mercato azionario per le PMI;
• la generale difficoltà di accesso ai fondi pubblici.
Al fine quindi di superare tali ostacoli è necessario:
• revisione dei regolamenti dei finanziamenti pubblici volti a favorire l’innovazione nel
settore tessile;
• un più veloce, affidabile e trasparente accesso agli esistenti fondi pubblici;
• una revisione e correzione dei regolamenti dei mercati finanziari i quali inibiscono
l’innovazione industriale;
• lo sviluppo di strumenti che incentivino l’investimento in capitale di rischio, come per
esempio sgravi fiscali;
• un supporto e orientamento alle imprese, specialmente alle PMI, circa gli strumenti di
finanziamento.
Data l’importanza dell’argomento la PTE ha avviato una serie di progetti circa il
finanziamento dell’innovazione, alcuni dei quali saranno esaminati in seguito.
D. Creare un sistema di standardizzazione
I prodotti, i processi e i sistemi organizzativi innovativi sono caratterizzati da migliori
performance, efficienza, sicurezza, rispetto a quelli tradizionali. Al fine di permettere ai
consumatori di tali innovazioni di comprendere e valutare tali miglioramenti, quest’ultimi
devono essere quantificabili e confrontabili. È evidente quindi come il processo di
standardizzazione giochi un ruolo cruciale.
Il processo di standardizzazione dovrà pertanto riguardare:
• le proprietà dei materiali e delle superfici;
• i processi tecnologici;
• le nuove aree d’applicazione ed i nuovi usi;
• ICT, knowledge management e la supply chain.
A causa della complessità, della diversità dei prodotti e dei processi produttivi, combinata con
una lunga e frammentata catena del valore, l’industria del tessile e dell’abbigliamento non ha
mai avviato veri e propri processi di standardizzazione. Il gruppo di lavoro creato si prefigge
quindi di:
• effettuare una valutazione degli attuali sistemi di standardizzazione;
• riorganizzare tali sistemi e re indirizzarli in supporto all’innovazione;
• individuazione delle aree in cui la standardizzazione può avere un impatto
significativo sull’innovazione;
• la messa in comune di risorse per supportare eventuali ulteriori attività di
standardizzazione.
E. Sviluppare una efficace ed efficiente gestione dei cambiamenti tecnologici e
dell’innovazione
Molte imprese anche riconoscendo l’importanza dell’innovazione continuano a fallire
l’implementazione di un approccio gestionale innovativo. Ciò è dovuto alla mancanza:
• dell’identificazione dell’innovazione come elemento del core business e della strategia
d’impresa;
• di un effettiva strategia e misure di protezione delle proprietà intellettuali;
• di collaborazioni lungo la catena del valore del tessile e con altri settori;
• di un’apertura verso le innovazioni di altri mercati;
• di una efficace selezione delle idee.
A tal fine la PTE può giocare un importante ruolo di supporto:
52
• nella revisione dei concetti e dei sistemi di approccio gestionale innovativo;
• tramite studi mirati ad individuare i punti deboli del settore tessile, quindi mediante la
definire di azioni di miglioramento;
• mediante la diffusione dei strumenti e dei metodi di approccio gestionale innovativo;
• per un’effettiva protezione delle proprietà intellettuali;
• per l’identificazione di validi progetti pubblici e la formulazione di proposte per nuovi
progetti.
3.2. La ricerca a favore del tessile-abbigliamento in Puglia
3.2.1. Le Università
3.2.1.1. Università degli studi di Bari
Le attività di ricerca condotte dal Dipartimento di Chimica, in stretta collaborazione con
l’Istituto di Metodologie Inorganiche e dei Plasmi (IMIP) del CNR, di interesse del settore
tessile-abbigliamento riguardano le applicazione industriali della tecnologia dei plasmi freddi
e in particolare i processi di trattamento al plasma dei materiali e le relative applicazioni nei
settori industriali a bassa tecnologia. Su tale ambito di ricerca il Dipartimento di Chimica ha
un'esperienza consolidata. Nel corso degli anni, il team di professori e ricercatori ha messo a
punto numerosi processi plasmo-chimici su substrati polimerici al fine di ottenere materiali da
impiegare in diversi settori industriali, dall'imballaggio farmaceutico-alimentare alla
sterilizzazione, dal tessile ai biomateriali.
Con riferimento specifico all’attività di ricerca a favore del settore del tessile-abbigliamento,
si segnalano i seguenti progetti:
- “Processi plasmochimici per trattamenti superficiali di tessuti e pellame per abbigliamento
e mobili. Studio di fattibilità”, finanziato dalla Regione Puglia finalizzato alla
sperimentazione di metodologie innovative per trattamenti superficiali basati sull’utilizzo
di plasmi freddi a bassa pressione e a pressione atmosferica. In particolare la ricerca è
stata finalizzata ad individuare processi plasmochimici di deposizione di film sottili e/o di
trattamento, in grado di impartire a tessuti naturali, artificiali e a pellami caratteristiche
superficiali di repellenza all’acqua e agli oli, ma anche di resistenza alle macchie.
- “Innovatessile”, progetto in cui il Dipartimento di Chimica è il partner32 scientifico
mettendo a disposizione il suo know-how in termini di rivestimenti antibatterici e
rivestimenti idrofobi. Obiettivo primario del progetto è quello di ricercare filati e tessuti
che soddisfino le esigenze di confort del consumatore, che oggigiorno si sono modificate,
si richiedono infatti sempre più spesso prodotti multifunzionali, per i quali devono
coesistere e convivere prestazioni anche contrastanti tra di loro, come ad esempio
l'impermeabilità all'acqua e la permeabilità all'aria, così come la forte resistenza abbinata
alla morbidezza. Per ottenere questi risultati le fibre hanno un ruolo centrale, ma
altrettanto importanti, soprattutto in alcune applicazioni specifiche, sono i trattamenti di
nobilitazione che conferiscono al tessuto prestazioni che di per sé non avrebbe. Altro
obiettivo del progetto è quello di sostenere le aziende nella selezione di quelle tecnologie
32
Il progetto è stato promosso da una serie di imprese dell’area industriale di Bitonto (BA): Fashion Flair Group
srl (distributrice di abbigliamento per neonati, bambini e ragazzi), Gary srl (produttrice di pigiami), Hartex time
S.a.s. (produttrice di abbigliamento), Ines Confezioni (produttrice e distributrice di abbigliamento per la casa),
Lartex srl (società leader nel mercato italiano della pigiameria da bambino e dell'abbigliamento da neonato), V.J.
srl (azienda di abbigliamento per bambini). Altri partner del progetto sono: il Parco Scientifico e Tecnologico
Galileo; l’ASA s.r.l. (società di consulenza aziendale di Bitonto); la Det Norske Veritas Italia (ente di
certificazione); la Programma e Stile (società di consulenza di Bitonto).
53
che meglio si possano integrare nelle infrastrutture produttive esistenti, facendo
particolare attenzione a mantenere intatte tali infrastrutture e optando per una soluzione
che prevedesse l’utilizzo dei macchinari esistenti all’interno di ogni singola struttura.
Infine la ricerca è stata finalizzata ad applicare tecniche innovative per la confezione ai
materiali innovativi, prestando attenzione in particolare ai trattamenti nanotecnologici e
alla loro adozione secondo metodologie non invasive, ossia tali da non dismettere il
contesto produttivo precedentemente operativo e integrarsi con questo. L’applicazione
delle tecnologie innovative non ha riguardato solo la produzione ma anche il packaging.
Infine il Dipartimento di Chimica, nell’ambito del Bando della Regione Puglia "APQ Ricerca
- Reti di Laboratori Pubblici di Ricerca", ha presentato il progetto dal titolo “Laboratorio per
il trasferimento di processi high-tech via plasma al tessuto industriale pugliese del settore
TAC”. I partner del progetto sono il Dipartimento di Chimica e l’Istituto di Metodologie
Inorganiche e dei plasmi (IMIP) del CNR, vi sono accordi anche con Moda Mediterranea SpA
per sensibilizzare e creare il parternariato locale e con lo spin-off Plasmasolution srl per le
attività di applicazione industriale della ricerca.
Il Dipartimento di Informatica è coinvolto nel progetto finanziato dalla Regione Puglia dal
titolo “Progettazione, realizzazione e avvio sperimentale di un modello di Centro servizi
regionale a supporto della filiera del tessile-abbigliamento”33, che vede tra gli altri partner una
cordata di enti pubblici e privati.
I benefici attesi per la filiera del tessile-abbigliamento, rivenienti dall’adozione dei risultati
della ricerca condotta dal Dipartimento di Informatica e dall’implementazione di soluzioni
tecnologiche innovative che incorporano tali risultati, sono i seguenti:
- realizzazione di ambienti interoperabili può consentire ad imprese eterogenee della filiera
del tessile-abbigliamento di cooperare in modo efficiente ed efficace attraverso l’uso di
comuni standard di comunicazione ma può anche dare la possibilità ad esse di esposti, in
modo intelligente, verso il mercato esterno alla filiera;
- applicazione di un approccio tecnologicamente innovativo per l’estrazione della
conoscenza dai dati generati e raccolti dalle imprese può migliorare sia il marketing
relazionale (promozione e distribuzione di prodotti) sia la produzione industriale
(produzione di particolari tipi di prodotti);
- utilizzo di soluzioni innovative per dedurre automaticamente i profili utente può fornire
importanti benefici nella fase di ritrovamento delle informazioni portando vantaggi per le
imprese nella vendita, mentre il vantaggio principale per gli utenti è avere un sopporto
personalizzato per la ricerca e il filtraggio delle informazioni;
- utilizzo di strumenti innovativi di indicizzazione e ritrovamento di documenti riguardanti
bandi e normativa, porta un notevole vantaggio nella gestione amministrazione aziendale.
Un ulteriore progetto sviluppato dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari in
collaborazione con il Politecnico di Bari e diverse aziende è intitolato “Produzione distribuita
come sistema innovativo” (Progetto strategico 2006-2008 finanziato dalla Regione Puglia). Il
progetto, sebbene non indirizzato specificatamente al settore tessile abbigliamento, avrà
ricadute positive per imprese di differenti caratteristiche organizzative e merceologiche.
Infatti, obiettivo del progetto è quello di sviluppare applicazioni basate su work-flow che
orchestrino applicazioni, strumenti e uomini per l’esecuzione di uno o più processi di business
interrelati tra loro. I domini applicativi su cui il progetto di ricerca si impegna sono tutti quelli
che oggi potenziano le imprese utilizzatrici nel marketing, nella vendita, nella erogazione di
33
Tale progetto fa parte a sua volta di un progetto più ampio dal titolo DDTA (Distretto Digitale a supporto della
filiera produttiva del tessile-abbigliamento), promosso dall’Assessorato allo Sviluppo Economico della Regione
Puglia, di cui la Camera di Commercio di Bari è soggetto capofila. L’obiettivo del progetto è quello di
digitalizzare il comparto del tessile-abbigliamento pugliese per renderlo più competitivo sui nuovi mercati
globali, attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti ed una migliore integrazione di filiera e commerciale.
54
servizi, nella gestione delle risorse umane, nella distribuzione e nell’approvvigionamento.
Perciò, il progetto di ricerca indagherà sulle innovazioni che le tecnologie ICT possono
apportare nella costituzione delle filiera dell’informazione e della conoscenza a supporto dei
processi dei settori appena detti. Una volta conferite ad un’impresa utilizzatrice di ICT le
capacità informatiche e di telecomunicazioni che tutte le precedenti innovazioni possono
produrre, l’impresa destinataria potrebbe non essere in grado di competere con le sue
concorrenti più grandi perché essa è carente nelle capacità necessarie per costituire nella sua
organizzazione tutti i processi previsti dalla catena del valore. Perciò, il progetto di ricerca si
pone il problema di individuare le innovazioni tecnologiche che consentano di costituire,
all’interno di comunità di interesse, imprese virtuali attraverso la cooperazione di tante
imprese piccole che conferiscono alla virtuale le capacità di cui dispongono. L’impresa
virtuale insieme avrebbe tutte le capacità necessarie per la sua competizione. Il progetto
inquadra tutti i suoi obiettivi nella costruzione di una stabile infrastruttura per la produzione
dell’innovazione nelle ICT. Questa deve occuparsi di selezionare risultati di ricerca che,
integrati, possano essere trasformati in innovazioni che potenzino le capacità produttive delle
imprese ICT. Inoltre, l’innovazione nello sviluppo deve mirare ad archetipi (concetti e
prototipi dimostrativi) che potenzino le imprese virtuali utilizzatrici di ICT e, con esse, le
imprese reali che le costituiscono.
3.2.1.2. Politecnico di Bari
I Dipartimenti maggiormente coinvolti in iniziative e progetti di ricerca di interesse per la
filiera del tessile-abbigliamento sono il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Gestionale
(DIMEG), il Dipartimento di Elettronica ed Elettrotecnica (DEE) e il Dipartimento di
Ingegneria per l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile (DIASS).
In particolare, il DIMEG svolge ricerche su diversi ambiti, quali le tecniche di Reverse
Engineering, le nuove tecnologie di progettazione CAD e le tecniche di integrazione CADCAM, le metodologie innovative di gestione delle supply chain, il customer profiling, la
gestione della qualità. Per tali attività di ricerca e al fine di offrire servizi alle imprese, il
DIMEG si avvale di un Laboratorio di Prototipazione Rapida & Reverse Engineering dedicato
alla realizzazione di prototipi, alla Ricostruzione di modelli CAD da oggetti esistenti e alla
progettazione di stampi e di un Laboratorio di Knowledge Management dedicato allo sviluppo
di sistemi di supporto alla creatività, sviluppo e applicazione di modelli e tecniche innovative
per il data mining e il supply chain management.
Tra i progetti attivati dal DIMEG, quelli che potranno avere un maggiore impatto sul settore
sono:
• sviluppo di un prototipo di camera di misura antropometrica per la misura 3D del
corpo umano mediante fotogrammetria digitale a campo stretto per la realizzazione di
capi di abbigliamento su misura. Il progetto è finalizzato a sviluppare un sistema
basato sulla fotogrammetria digitale in campo stretto per la misurazione del corpo
umano al fine di velocizzare il processo di realizzazione di abiti su misura di elevata
qualità (ad esempio abiti da sposa). Lo scopo finale è, dunque, quello di mettere a
punto un innovativo sistema di rilievo e misura 3D del corpo umano, a bassissima
intrusività, basso costo e buona accuratezza, che potrebbe consentire ad atelier, anche
di piccole dimensioni, di elaborare un vero e proprio modello virtuale del soggetto;
tramite l’utilizzo successivo e combinato di sistemi CAD 3D, ed utilizzando anche
l’applicazione ddi texture dell’abito, potrebbe quindi essere possibile elaborare un
abito virtuale tramite il calcolatore ed ottenere direttamente lo sviluppo delle superfici
2D da tagliare per ottenere l’abito progettato.
• Metodologie innovative per lo sviluppo di mercati organizzati di servizi logistici,
ovvero un progetto finalizzato allo studio e messa a punto di nuove metodologie per lo
55
sviluppo di servizi evoluti orientati alla mobilità delle merci attraverso la creazione di
mercati organizzati. Tale mercato organizzato realizzerà l’incontro tra domanda e
offerta di servizi logistici e risiederà su un sistema web-based. I benefici attesi dal
progetto riguardano sia le imprese operanti nel settore delle ICT sia le imprese
appartenenti ai diversi settori manifatturieri tra cui il tessile-abbigliamento che
presentano la necessità di ricorrere a servizi logistici per l’espletamento delle
operazioni di fornitura e di distribuzione. Per queste ultime, in particolare, i benefici
attesi riguardano l’incremento di efficienza del processo logistico.
• Ulteriori progetti, trasversali ai diversi settori manifatturieri sono finalizzati a:
“Sviluppo di un sistema per la composizione automatica di processi di business in
sistemi ERP mediante Concept Covering basato su Abduzione”, “Acquisizione e
gestione della conoscenza sui clienti attraverso le ICT per aumentare la competitività:
modelli innovativi di profilazione dei clienti”, “Produzione distribuita come sistema
innovativo” (progetto DIPIS dell’Università di Bari).
Il DEE è impegnato in progetti di ricerca trasversali rispetto ai diversi settori industriali e
progetti che sono specificatamente indirizzati al settore del tessile-abbigliamento.
I primi, sviluppati dal laboratorio di Information Systems (SisInf Lab) riguardano:
“Acquisizione e gestione della conoscenza sui clienti attraverso le ICT per aumentare la
competitività: sviluppo di modelli innovativi di profilazione dei clienti” (progetto sviluppato
in collaborazione con il DIMEG); “Sviluppo di un sistema per la composizione automatica di
processi di business in sistemi ERP mediante Concept Covering basato su Abduzione”
(progetto sviluppato in collaborazione con il DIMEG); “Produzione distribuita come sistema
innovativo” (Progetto DIPIS finanziato dalla Regione Puglia); “Tecnologie ICT per la
tracciabilità di prodotti agroalimentari equipaggiati con RFID tag”.
Per quanto l’attività di ricerca specificatamente indirizzata al settore tessile-abbigliamento, il
DEE ha sviluppato il progetto dal titolo: Riconoscimento automatico dei difetti dei tessuti,
con l'uso di telecamere a colori. Tale progetto prevede la realizzazione di un sistema per il
controllo automatico dei tessuti mediante l'uso di tecniche di visione artificiale. In particolare
si prevede di realizzare un prototipo che sia in grado di ispezionare la stoffa a tutta altezza al
fine di individuare difetti come fili mancanti, macchie d'olio, fili rotti, nodi, buchi o strappi. Si
prevede di utilizzare per lo scopo telecamere lineari a colori questo perché si vuole inquadrare
il tessuto in fase di svolgimento e riavvolgimento su due rulli motorizzati. Dall'esame delle
immagini acquisite si cercherà di desumere l'aspetto che i diversi difetti presenti sui tessuti
assumono una volta digitalizzati dalla telecamera al fine di individuare gli algoritmi di
filtraggio più appropriati allo scopo della loro rilevazione. Si arriverà a sviluppare un
algoritmo di riconoscimento dei difetti sufficientemente stabile. Si provvederà
successivamente a organizzare il software in modo che tenga conto delle specifiche
problematiche delle telecamere lineari e precisamente la continuità del difetto in due
immagini successive ad esempio e dunque la memorizzazione delle parti di difetto visibili in
ciascuna delle due immagini e la successiva ricombinazione. Al termine della fase di studio
verrà realizzato un prototipo che verrà installato presso la GIPLA, su di un macchinario che
possa provvedere a srotolare e riarrotolare i tessuti, mostrandoli alla vista delle telecamere ben
tesi ad evitare che le pieghe che si possono formare nella movimentazione del tessuto,
possano indurre alla segnalazione di falsi errori. Il prototipo verrà testato alla presenza dei
tecnici di GIPLA che si occupano del controllo di qualità, per la verifica delle capacità del
sistema.
Infine il DIASS, dipartimento del Politecnico di Bari con sede a Taranto, è impegnato su due
progetti di ricerca che rientrano in un programma di più ampio respiro, finalizzato alla
creazione di un “consorzio della cerimonia”, che fornisca tutto il necessario per eventi come
56
matrimoni, battesimi, cresime e comunioni, formato oltre che dalle imprese citate, anche da
aziende dell’argenteria e del packaging:
1) “Originali algoritmi per il processo di serigrafia su carta e stoffa”, i cui risultati
potranno essere utilizzati per migliorare l’efficienza dei processi produttivi delle
aziende del tessile-abbigliamento. Il progetto in particolare si propone da un lato di
migliorare il processo di serigrafia su stoffa in modo da implementarlo a livello
produttivo e dall’altro lato di utilizzare la tecnologia RFID applicata alla logistica
interna dell’impresa. L’introduzione di nuovi algoritmi per la gestione del processo di
serigrafia servirà per migliorarne l’efficacia, utilizzando differenti tipologie di tessuti
con disegni più o meno complessi, con differenti tipologie di inchiostri e con differenti
condizioni operative. Ciò avverrà attraverso: riduzione al minimo del numero di
blocchi del sistema; riduzione al minimo di errori di caricamento; elevata flessibilità
produttiva; riduzione al minimo degli scarti qualitativi per effetto di errate condizioni
operative. Dall’utilizzo della tecnologia RFID per i capi soggetti alla serigrafia, i
promotori del progetto si attendono invece: riduzione del numero di capi con difetti
qualitativi; completa tracciabilità di ogni capo; riduzione del lead time di produzione;
riduzione dei lead time di approvvigionamento; riduzione del time to market dei nuovi
prodotti.
2) “Sistema automatizzato di caricamento – scaricamento tessuto sulla macchina di
serigrafia”, i cui risultati consentiranno di automatizzare il trasporto e il caricamento
del tessuto sulla macchina serigrafia al fine di minimizzarne i tempi di esecuzione,
migliorandone la precisione e limitando le necessità di interventi manuali, ciò a
vantaggio della riduzione dei costi del processo e dell’incremento della produttività
per le imprese del tessile-abbigliamento che effettuano lavorazioni di serigrafia sul
tessuto. L’aumento di produttività sarà reso possibile dal minor lead time di serigrafia,
dai minori tempi di setup macchina e dalla maggiore flessibilità produttiva che
l’automazione consentirebbe. Inoltre altri benefici legati a quest’innovazione sono la
rispondenza del nuovo sistema produttivo alle più severe normative nazionali e
internazionali e vantaggi in termini di affidabilità, riproducibilità, sicurezza e bilancio
energetico.
3.2.1.3. Università degli Studi del Salento
Il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione (DII) è costituito da circa ottanta tra docenti e
ricercatori, afferenti prevalentemente alle Facoltà di Ingegneria e di Scienze. La loro attività
di ricerca si svolge in diversi settori dell’ingegneria industriale e meccanica, della fisica,
chimica ed ingegneria dei materiali, delle nanotecnologie, della fisica e dell’ingegneria dei
dispositivi elettronici, dell’ingegneria elettronica e dell’automazione, dell’ingegneria
dell’informazione e di quella gestionale, con particolare attenzione, in generale, alle
tecnologie innovative ed alla promozione e diffusione dell’innovazione tecnologica. Alle
attività del Dipartimento collaborano circa quindici tra tecnici ed amministrativi, mentre
numerosi giovani laureati e diplomati sono impegnati, con contratti a tempo determinato, nei
numerosi progetti di ricerca in svolgimento. Svolgono inoltre la loro attività di ricerca
all’interno del Dipartimento numerosi dottorandi di ricerca afferenti a sette diversi Dottorati
di ricerca. Complessivamente lavorano quindi all’interno del Dipartimento circa duecento
persone tra laureati e diplomati.
Le attività di ricerca condotte dal DII di interesse del settore tessile-abbigliamento riguardano:
- l’innovazione nella scienza e tecnologia dei materiali e in particolare lo sviluppo di nuovi
prodotti industriali in materiali polimerici, compositi e ceramici, inclusi tessuti con fibre
sintetiche ed applicazioni nell’area dei biomateriali;
57
- l’ottimizzazione e il controllo del processo di produzione dei monofilamenti, ottenuti a
partire dal polietilene sottoposto alle fasi di poliaddizione, policondensazione ed
estrusione;
- la Graphics and Software Architectures (GSA) che è settore di ricerca nei campi della
computer graphics collaborativi, delle comunità virtuali e delle architetture software di
comunicazione orientate ai servizi. I risultati di tali attività di ricerca sono rivolti a
migliorare l’efficienza di comparti industriali (trasporti, tessile, abbigliamento, mobiliero
ecc.). A supporto di tale attività di ricerca opera il GSA-Lab (laboratorio afferente
all’area), che realizza prototipi software sperimentali ed innovativi attraverso tecniche di
progettazione dell'ingegneria del software e l'utilizzo di design pattern di consolidata
efficacia.
I progetti di ricerca sviluppati specificatamente per il settore tessile-abbigliamento sono i
seguenti:
- “Filati prototipali con proprietà antibatteriche a base di fibre naturali e sintetiche”, progetto
finalizzato alla realizzazione di un prototipo di fibra antibatterica mediante
fotodeposizione di argento su filamenti sia di origine naturale sia di origine sintetica. A tal
fine è stata utilizzata una nuova tecnica, brevettata dai promotori dell’iniziativa in
collaborazione con l’impresa finanziatrice e utilizzatrice dei risultati della ricerca34, che
permette la deposizione dell’argento senza usare alcun legante: questo consente
un’importante vantaggio in termini di costi e di tempi. Per ottenere la fibra antibatterica
sarà progettato e realizzato un apposito impianto di fotodeposizione, che può trattare
contemporaneamente più filati. Questa struttura permette una completa automatizzazione
del processo e richiede un intervento limitato dell’operatore, che deve solo controllare i
parametri di processo mediante l’apposito software, caricare e scaricare dall’impianto le
rocche da trattare e quelle già trattate e infine aggiungere la soluzione impregnante
nell’apposita vaschetta. L’innovatività della ricerca sta nell’applicazione alle fibre
derivate da filati naturali, per ottenere un prodotto finale che offrisse il confort che un
filamento sintetico non può garantire. Ci si è quindi concentrati sulla possibilità di unire
l’argento alle fibre naturali più diffuse, quali lana e cotone, usando l’innovativa tecnica di
impregnazione in umido. Questo metodo permette di agglomerare al filato un cluster
metallico che può raggiungere il 20% del peso del filo. Le concentrazioni maggiori di
argento saranno usate per quelle applicazioni per le quali le proprietà antisettiche sono
fondamentali, come quelle ospedaliere (camici, lenzuola, coprimaterassi). Invece per altre
applicazioni, come intimo e calzetteria, concentrazioni minori di argento saranno
sufficienti ad evitare la proliferazione batterica e la conseguente emanazione di cattivi
odori. Il progetto mira ad accrescere le competenze teoriche e il know-how industriale in
un settore in crescita come quello dei prodotti antibatterici in genere e, nella fattispecie,
dell’abbigliamento asettico. Il lavoro di ricerca si propone di abbattere i costi di
produzione di questi beni: questo è un aspetto rilevante dato che ricerche di mercato
dimostrano come il maggiore ostacolo all’acquisto dei prodotti antibatterici per i
consumatori sia proprio il loro elevato prezzo.
- “Miglioramento del processo produttivo per la produzione di monofilamenti polietilenici di
qualità elevata e relative applicazioni tessili. L’obiettivo primario è lo studio e la
realizzazione di un nuovo sistema di controllo del processo di estrusione per la riduzione
delle tolleranze di titolazione dei monofilamenti polietilenici e il conseguente aumento
della stabilità dimensionale della produzione e della qualità dei filati e dei tessuti. Il
34
La Megatex, impresa leader nel settore della calzetteria e di comprovata esperienza, che metterà a disposizione
del progetto un equipe di tecnici, che contribuiranno alla scelta dei filati da trattare, alla realizzazione dei
prototipi di calza, ai test di lavaggio con lavatrici industriali ai test di asciugatura in tamburo, infine alla tessitura
finale delle calze antibatteriche.
58
lavoro mira a raggiungere una stabilità di titolazione superiore a quella dei produttori
concorrenti. La produzione è stata effettuata su una linea in grado di controllare in tempo
reale la titolazione in maniera precisa e stabile, con adeguati strumenti di misura. Altri
obiettivi sono la possibilità di produrre filato non più destinato al solo uso interno, ma da
vendere a prezzo ridotto ma con alta qualità. L’implementazione del nuovo sistema di
controllo di produzione del monofilamento è stata programmata al fine di ottenere una
serie di risultati sia sul processo di filatura sia sul successivo processo di tessitura.
L’aspettativa maggiore legata al progetto è la possibilità di ridurre la tolleranza sul titolo
del monofilo dal 5% all’1%. Un risultato simile permetterebbe di ridurre le prove di
produzione e i controlli in linea e di poter procedere anche al lancio in produzione di lotti
misti di filato (grazie alla maggiore stabilità acquisita dal sistema). Tutti questi vantaggi
significano anche poter godere di una riduzione dei costi. Inoltre le migliorie
precedentemente citate porterebbero alla produzione di tessuti di qualità superiore, grazie
a una maggiore stabilità dei parametri di tessitura e a una bassa quantità di scarti. Oltrechè
un’unità di ricercatori del DII, al progetto partecipano l’impresa Sachim s.r.l., sita in
Putignano (BA) e operante nella produzione di filati sintetici e di tessuti tecnici per uso
agricolo ed industriale (teli e sacchi in juta) e un consulente esterno della Arrigoni SpA,
impresa operante nella produzione di filati termoplastici.
Afferisce al DII la Scuola Superiore-ISUFI (Istituto Superiore Universitario di Formazione
Interdisciplinare), una delle sei Scuole Superiori del Paese, recentemente riconosciuta dal
MIUR dopo un quinquennio di sperimentazione positivamente valutata. I suoi programmi di
alta formazione possono avere ricadute positive su tutti i settori industriali. In particolare la eBusiness Management School, forma esperti in grado di confrontarsi con la globalizzazione
dei mercati, con le complessità dei processi di sviluppo generata dalle interdipendenze
tecnologiche, economiche, sociali e istituzionali e con le dinamiche dell’Economia Digitale
basata sulla conoscenza.
Sempre nell’ambito dell’e-Business Management School è operativo un Incubatore di
“Business Innovation Leadership”, che è inserito in una rete di relazioni organiche con
Imprese e Istituzioni Scientifiche su scala Nazionale ed Internazionale. Tale Incubatore è
specializzato su applicazioni innovative abilitate da piattaforme ICT integranti processi di “eBusiness”, “e-Learning”, “Knowledge Management” e “Business Strategy”. L’Incubatore è
attualmente impegnato a realizzare un programma del MIUR finalizzato a sviluppare e
realizzare nell’area Mediterranea Extra-Comunitaria una rete di centri di competenza
specializzati sui processi abilitanti la “Business Innovation Leadership” nei settori rilevanti
per le economie dei paesi Mediterranei.
3.2.2. I centri di Ricerca
3.2.2.1. Il CETMA
Il CETMA è un centro di ricerca applicata ed ingegneria industriale avanzata costituito nel
1994 e localizzato presso la Cittadella della Ricerca di Brindisi. Dispone di una struttura di
circa 4.000 mq dotata di strumentazioni avanzate e software specialistici, uffici, aule di
formazione, laboratori tecnologici, biblioteche e postazioni multimediali. Nel suo attuale
organico conta circa 80 ricercatori, ai quali ogni anno si aggiungono 50 ingegneri neolaureati,
soprattutto donne, ed alcuni diplomati, geometri e tecnici.
Ha sviluppato numerose partnership con vari soci tra cui ENEA, Università di Lecce, Alfa
Edile srl, D'Apollonia spa, Infobyte spa, Rodriguez Engineering srl, Telcom SpA.
Il CETMA è organizzato su tre divisioni, ciascuna specializzata su un’area di competenze:
• Divisione Ingegneria dei Materiali e delle Strutture;
• Divisione Ingegneria informatica;
59
• Divisione Design, Grafica e Comunicazione.
Presso tali Divisioni vengono sviluppati progetti di ricerca e servizi innovativi. Il CETMA si è
dotato di un Centro di Realtà Virtuale al fine di rispondere alle esigenze di realtà produttive e
imprenditoriali che vogliono operare sulla frontiera tecnologica e consolidare le basi della
competitività attuale e futura attraverso tecnologie innovative. L'uso della realtà virtuale apre
possibilità a soluzioni ancora inesplorate e consente di sperimentare nuove metodologie di
progettazione in 3D.
I progetti di ricerca sviluppati dai ricercatori e tecnici del CETMA a favore del settore tessileabbigliamento sono i seguenti:
- “Su Misura”: progetto promosso dall’impresa Nocese Manifatture Srl si articola su una
duplice linea di ricerca. Da un lato si intende di sperimentare un nuovo servizio,
totalmente innovativo in Italia, denominato “su misura” che dia la possibilità di realizzare
capi personalizzati direttamente nei punti vendita. Dall’altro lato si intende mettere a
punto processi innovativi per il miglioramento della resa estetica e funzionale di tessuti e
capi di camiceria in particolare utilizzando colorazione con pigmenti naturali. In termini
più operativi il progetto è finalizzato a:
o sviluppare un nuovo servizio di realizzazione di camice "su misura" tramite l'impiego
di nuova tecnologia. L’innovazione che caratterizza questo nuovo servizio tocca
aspetti di natura sia produttivo/gestionale sia tecnologica. L’innovazione di tipo
gestionale, è consistita nella possibilità di prendere le misure direttamente al cliente,
presso i punti vendita, trasmetterli in azienda, fabbricare il capo richiesto in 48 ore e
spedirlo in 72.
o Creare un “Laboratorio Stile”, con l'introduzione nel processo produttivo di un sistema
CAD-CAM che rende possibile l'esecuzione interna della modellistica (fase
attualmente realizzata in outsourcing) e il taglio dei capi. Relativamente al nuovo
progetto "Servizio su Misura", questo sistema ha permesso di interagire sulla
modellistica con un CAD dedicato appositamente sviluppato, che permetterà la
creazione di capi personalizzati, in base alle esigenze del cliente, utilizzando le misure
giunte all'ufficio dedicato dell'azienda dagli addetti dei punti vendita.
o Sviluppare collezioni innovative "Total Look", di prodotti attualmente non fabbricati
(maglia, capospalla, giubbotti, cravatte, kaftani e blues, pantaloni), che permetteranno
alla Nocese di entrare in segmenti di mercato nuovi attualmente non presidiati,
puntando sulla ricerca estetica, su lavorazioni particolari, su abbinamenti di tessuti e
filati e finiture pregiate.
- “Progettazione, realizzazione e avvio sperimentale di un modello di Centro servizi
regionale a supporto della filiera del tessile-abbigliamento”, progetto finanziato dalla
Regione Puglia, in cui la Divisione Design, Grafica e Comunicazione del CETMA è
impegnata nella progettazione grafica e realizzazione dei layout grafici per l’immagine
coordinata del centro servizi e nella redazione della documentazione utente ed operativa
per i “Servizi vendita alla filiera” e “Servizi supporto alla filiera”.
- Progetto europeo Avalon35 che si propone di studiare l’applicabilità delle leghe a memoria
di forma nel tessile al fine di promuovere la creazione di prodotti innovativi ad alto valore
aggiunto tramite l’integrazione di nuovi materiali con proprietà multifunzionali. A tal fine,
il progetto si prefigge di adattare tecniche di lavorazione, di sviluppare modelli finalizzati
alla prototipazione virtuale di prodotto, di sviluppare nuove metodologie organizzative di
supporto all’innovazione.
35
Progetto sviluppato nell’ambito della European Technology Platform for the Future of Textiles and Clothing.
Altri soggetti italiani coinvolti nel progetto sono: D’Appolonia spa, CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche –
IENI, Stam srl, IRIS DP srl, EAA, Elettronica Applicata all’Automazione SpA, Estreme Materials srl, Mascioni
& HDPI srl, AGV SpA.
60
3.2.2.2. Tecnopolis
Il Parco Scientifico e Tecnologico di Tecnopolis ha partecipato al progetto europeo Fashion
To Future36. È un progetto di meta-coordinamento sviluppato nell’ambito del Sesto
Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico che sfruttando i risultati di tre
precedenti progetti (Fashion Net, SHOES5000 e ITE) intende promuovere il trasferimento di
tecnologia e innovazione alle PMI del sistema moda dell’Europa mediterranea e favorirne
l’accesso alle opportunità offerte dal nuovo Settimo Programma Quadro. Gli obiettivi
specifici del progetto sono stati i seguenti:
- assistere e promuovere la creazione di idee progettuali innovative di ricerca e sviluppo,
incoraggiando una sinergia tra il settore moda e settori diversi ma capaci di trasferire ad
esso innovazione/nuove tecnologie consentendone lo sviluppo competitivo nello scenario
mondiale;
- facilitare i contatti e le interazioni tra PMI, aggregazioni di aziende, progetti ed iniziative
comunitarie, attori della filiera moda;
- identificare, analizzare e diffondere casi di successo/insuccesso di aziende nei progetti di
ricerca europei del Sesto Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico al
fine di aumentare la consapevolezza delle piccole e medie imprese e dotarle di
indicazioni/informazioni per una efficace partecipazione al prossimo Settimo Programma
Quadro (2007-2013);
- stimolare collaborazioni transnazionali con stakeholders ed aziende dei paesi terzi.
Tecnopolis ha raccolto esperienze e best practices a livello locale e ha svolto azioni di
sensibilizzazione su progetti e tecnologie. Limitata tuttavia è stata l’attenzione delle aziende e
delle organizzazioni di ricerca e innovazione al progetto. Tra queste: il CETMA di Brindisi e,
per le aziende, la Megatex di Lecce, la Eco Leather SpA di Monopoli (Bari), la C&COIS di
Bari che offre servizi di e-business per la vendita di camicie su misura.
3.2.2.3. ENEA
L'ENEA, Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Ambiente ha consolidato da luglio 2001
la propria presenza nel territorio di Brindisi in maniera strutturata, costituendo presso il
complesso denominato “Cittadella della Ricerca” un Centro di Ricerca, con 40 laboratori ed
un organico di 70 dipendenti. L’Unità Tecnico Scientifica Materiali e Nuove Tecnologie con
la Sezione Tecnologie e Processi di Trattamento e Rivestimento di Materiali sviluppa
tecnologie e processi atti a fornire nuove o migliorate funzioni per bulk, superfici e interfacce
di materiali, con lo scopo di realizzare nuovi prodotti e nuove applicazioni. La Sezione
raccoglie la più alta concentrazione in ENEA di dispositivi sperimentali atti a modificare
superfici e interfacce dei materiali. In particolare, attraverso trattamenti con fasci energetici
(elettroni, ioni, laser) è possibile intervenire sulle proprietà microstrutturali di superficie di un
materiale tradizionale, migliorandole in funzione di un uso specifico. Attraverso rivestimenti
sottili o spessi, ottenuti con tecniche di deposizione di tipo fisico e chimico è possibile
nobilitare superfici di materiali tradizionali mediante strati sottili di materiali innovativi per
impieghi funzionali. Va precisato però che la ricerca teorica e sperimentale condotta finora
non è stata focalizzata sui materiali tessili e pertanto non ha sviluppato applicazioni
innovative per il settore tessile-abbigliamento.
3.2.2.4. Istituto di Metodologie Inorganiche e dei Plasmi (IMIP) del CNR
36
Altri soggetti italiani coinvolti nel progetto sono: IPI, D’Appolonia spa, APRE, C.G.S. di Coluccia Michele &
C s.a.s., Tecnotessile, CITER, Treviso Tecnologia, Istituto Superiore per le Industrie Artistiche/Industrial
Design.
61
Le attività di ricerca dell’IMIP di Bari riguardano lo studio sperimentale e teorico della
chimica dei plasmi. In particolare, le linee di ricerca sperimentale del Centro hanno riguardato
lo sviluppo di metodologie plasmochimiche di deposizione e trattamento di materiali e la
diagnostica spettroscopica di plasmi. Risultati di eccellenza nel campo dei materiali hanno
riguardato i semiconduttori, gli ossidi, i polimeri e i biomateriali. In particolare, sono stati
ottenuti risultati di interesse fondamentale e tecnologico nel campo del “plasma etching” per
applicazioni in microelettronica, la deposizione via plasma di silicio amorfo e microcristallino
per applicazioni nel fotovoltaico e nell’elettronica, la deposizione ed il trattamento di nitruro
di gallio per applicazioni optoelettroniche, il trattamento via plasma di polimeri per
applicazioni nel campo del “coating” e di biomateriali per le applicazioni di interesse
biomedicale. L’IMIP collabora strettamente sia con il Dipartimento di Chimica
dell’Università di Bari sia con Plasma Solution srl. Anche in questo caso, la ricerca teorica e
sperimentale condotta finora presso l’IMIP non è stata focalizzata sui materiali tessili e
pertanto non ha sviluppato applicazioni innovative per il settore tessile-abbigliamento.
3.2.2.5. Centro Laser Scrl
Il Centro Laser di Valenzano (BA) è un centro di ricerca e trasferimento tecnologico operante
dal 1979 i cui soci sono: l’Università degli Studi di Bari, il Politecnico di Bari, l’ Università
degli Studi di Lecce, la Provincia di Bari, il Comune di Bari, la Camera del Commercio di
Bari, l’ENEA, la MER MEC SpA, la Ansaldobreda SpA, la Quanta System SpA, la Quality
srl e la STIM Engineering srl.
Il Centro Laser opera prevalentemente nel campo delle applicazioni industriali delle
tecnologie laser, in particolare nelle lavorazioni di saldatura, foratura, taglio e trattamenti
superficiali. Il taglio laser dei materiali è la più comune e diffusa applicazione dei laser di
potenza. I vantaggi del taglio laser sono molteplici, tale tecnologia infatti consente di ottenere
bordi di taglio stretti e paralleli, zona termicamente alterata molto ridotta, capacità di taglio
indipendente dalla durezza del materiale, capacità di operare su profili complessi e con raggi
di curvatura molto ridotti, possibilità di tagliare materiali già rivestiti superficialmente. Inoltre
il taglio laser può essere utilizzato per i materiali organici, quali lana, cotone, cuoio, ecc., e
pertanto importanti applicazioni possono aversi nel settore del tessile-abbigliamento.
Specificatamente per il settore tessile, il Centro Laser sta seguendo un progetto di ricerca
finalizzato a sviluppare un sistema di controllo della qualità dei tessuti. Tale sistema evidenzia
i difetti del tessuto al fine di ottimizzare gli scarti. In particolare, le informazioni generate dal
sistema vengono utilizzare per effettuare una classificazione di ciascun rullo di tessuto. La
disponibilità di tutti i dati analitici sui difetti quali stopponi, spagotti, chiarelle, trame doppie,
trame rotte, fili mancanti, strappi di tempiale, macchie d’olio, fili lunghi, consente di
effettuare una classificazione, cioè una suddivisione in gruppi omogenei per livello di
difettosità che può comportare o meno lo scarto del pezzo.
3.2.2.6. Plasma Solution srl
La Plasma Solution srl è stata costituita nei primi mesi del 2004 come spin-off dell’Università
di Bari. L’attività di ricerca e sviluppo della Plasmasolution si sviluppa nell’ambito delle
nanotecnologie e, in particolare, nell’ambito dei processi di trattamento al plasma dei
materiali. Con riferimento specifico al tessile-abbigliamento, i processi basati sulla tecnologia
al plasma sono di funzionalizzazione del materiale e consentono di:
- realizzare tessuti antimacchia (grazie ad un effetto di riduzione del livello di adesione
della fibra);
- aumentare l’adesione dei colori ai tessuti;
- realizzare trattamenti ritardanti di fiamma;
62
-
migliorare il confort di tessuti poco traspiranti (es. poliestere) attribuendone un
“effetto manoseta”;
- realizzare tessuti antibatterici e antimuffa;
- realizzare tessuti metallizzati attraverso il deposito di strati nanometrici di metalli, così
da ottenere sia un effetto moda sia effetto di protezione da onde elettromagnetiche.
Fino ad ora la Plasmasoution non ha realizzato progetti con attori imprenditoriali regionali
della filiera del tessile-abbigliamento. Si segnala invece una attività di ricerca condotta a
livello nazionale nell’ambito del Progetto Plasmatext, finanziato con Bando 2007 della
Regione Lombardia “Metadistretti Moda”. Tale progetto ha coinvolto il Politecnico di Milano
e 4 aziende lombarde ed è stato finalizzato a sviluppare: trattamenti antimacchia su seta per
parati e arredamento, rivestimenti antimacchia su tessuti per sedili auto; trattamenti
antimacchia, antigraffio e antifiamma su tessuti d’arredamento e tendaggi. Analoghe attività
di ricerca sono state realizzate per conto di una azienda con sede a Caserta produttrice di
tessuti e filati di pregio per arredamenti.
Tra i clienti di Plasma Solution srl, figura una sola impresa locale specializzata nella
produzione di scarpe, con cui sono stati avviati contatti che porteranno alla produzione di
stampi distaccanti per poliuretano. Da evidenziare infine un progetto di ricerca per conto di
Fiat Auto finalizzato a realizzare trattamenti antimacchia sui tessuti dei sedili delle auto.
Tabella 3.1. Principali progetti di ricerca e innovazione realizzati dalle Università
pugliesi
Titolo del Progetto
Progettazione, realizzazione e
avvio sperimentale di un
modello di Centro servizi
regionale a supporto della
filiera del tessileabbigliamento
Filati prototipali con proprietà
antibatteriche a base di fibre
naturali e sintetiche
Miglioramento del processo
produttivo per la produzione
di monofilamenti polietilenici
di qualità elevata e relative
applicazioni tessili
Processi plasmochimici per
trattamenti superficiali di
tessuti e pellame per
abbigliamento e mobili.
Studio di fattibilità
Sviluppo di un prototipo di
camera di misura
antropometrica per la misura
3D del corpo umano mediante
fotogrammetria digitale a
campo stretto per la
realizzazione di capi di
abbigliamento su misura
Tipologia di
finanziamento
Progetto DDTA
(Distretto
digitale a
supporto della
filiera
produttiva del
tessileabbigliamento)
Progetto
esplorativo
Soggetti coinvolti
Università e centri di ricerca
Imprese
Dipartimento di Informatica –
Capgemini Italia SpA (società di
Università di Bari
servizi)
Consorzio CETMA
Dipartimento di Ingegneria
Dell’Innovazione - Università di
Lecce
Dipartimento di Ingegneria
Dell’Innovazione - Università di
Lecce
Megatex S.p.a (Produzione di calze
classiche e sportive – Melissano-LE)
Progetto
esplorativo
Dipartimento di Chimica Università di Bari
Mer Mec S.p.A37 (Progettazione e
realizzazione di strutture per il
monitoraggio e la diagnostica Monopoli - BA)
Progetto
esplorativo
Dipartimento di Ingegneria
Meccanica e Gestionale Politecnico di Bari
Giovanna Sbiroli Confezioni srl
(Produzione abiti da sposa e
cerimonia - Putignano - BA);
Easy-D-Rom (Sviluppo software
CAD/CAM - Modugno - BA)
Progetto
esplorativo
37
Sachim s.r.l (Produzione di filati
sintetici e di tessuti tecnici per uso
agricolo ed industriale – Putignano
BA)
L'azienda partecipa al progetto come partner di ricerca e non in quanto utilizzatrice diretta dei risultati della
ricerca.
63
Riconoscimento automatico
dei difetti dei tessuti, con l'uso
di telecamere a colori
Progetto
esplorativo
Dipartimento di Elettrotecnica
ed Elettronica - Politecnico di
Bari
GIPLA società coop. (Produzione di
camice - Noci - BA)
Originali algoritmi
per il processo di
serigrafia su carta
e stoffa
PIA-PIT misura
3.13.
Dipartimento di Ingegneria per
l’Ambiente e lo Sviluppo
Sostenibile - Politecnico di Bari
Sistema automatizzato di
caricamento – scaricamento
tessuto sulla macchina di
serigrafia
PIA-PIT misura
3.13.
Dipartimento di Ingegneria per
l’Ambiente e lo Sviluppo
Sostenibile - Politecnico di Bari
Principe Franz s.r.l (Produzione abiti
da cerimonia - San Giorgio Ionico TA);
Infosystem s.r.l (settore
dell’informatica e della telematica Taranto)
Principe Franz s.r.l (Produzione abiti
da cerimonia - San Giorgio
Ionico - TA);
Scatolificio Meridionale (Produzione
di scatole
di oggettistica da regalo e di articoli
personalizzati - San Giorgio Ionico TA)
3.3. L’offerta formativa
A livello regionale, sono disponibili solo due corsi di laurea di primo livello (laurea triennale)
e due corsi di livello master indirizzati al settore tessile-abbigliamento.
Di seguito si riporta in forma tabellare la mappatura dell’offerta formativa di livello superiore
(lauree e master) erogata in Regione e specificatamente indirizzata alle imprese del settore
tessile-abbigliamento.
Tabella 3.2. Corsi di livello universitario
ISTITUTO
Politecnico di
Bari
Univeristà
degli studi di
Bari
Univeristà
degli studi di
Lecce
NOME CORSO
OBIETTIVI FORMATIVI
TITOLO DI
STUDIO
Disegno Industriale
Acquisire competenze nell’ambito della
progettazione del prodotto, traduzione esecutiva
dei progetti,
ingegnerizzazione, modellazione, prototipazione
dei progetti, verifica dei requisiti di qualità del
prodotto; marketing dei prodotti industriali.
Laurea di I livello
Scienze e tecnologie
della moda
Acquisire competenze nel settore gestionale e
giuridico, storico-artistico, psico-sociologico,
estetico-culturale, del design, delle tecniche di
produzione, delle discipline informatiche e
scientifico-tecnologiche.
Laurea di I livello
Acquisire conoscenze nei settori delle arti, del
cinema, del teatro e del costume, con particolare
riguardo alla conoscenza
dei linguaggi espressivi, delle tecniche e dei
contesti delle manifestazioni specifiche;
nonché competenze nell’uso degli strumenti
informatici e della comunicazione telematica
negli ambiti specifici.
Laurea di I livello
Scienze e tecnologie
delle arti figurative,
della musica, dello
spettacolo e della moda
(Stamms)
L’Università degli Studi di Bari ha istituito Corso di Laurea in Scienze e Tecnologia della
Moda a partire dall’anno accademico 2003/4. Tale corso è finalizzato alla formazione di tre
figure professionali specifiche, intese a rispondere alle esigenze delle imprese locali: l’esperto
in gestione aziendale nel settore della moda; il creativo; il tecnologo dei materiali e dei colori.
64
Il corso di laurea è attivato su due sedi didattiche, una a Barletta e l’altra a Martina Franca
(TA), è un corso a numero programmato con 65 posti disponibili per la sede di Barletta e 10
posti per la sede didattica di Martina Franca.
Il corso di Laurea in Scienze e tecnologie delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e
della moda è stato attivato nell’anno accademico 2001/2002. Esso intende formare figure
professionali che potranno operare in diversi ambiti, quali l’animazione e l’industria culturale,
le televisioni e i mass-media, il costume e la moda, dall’ideazione alla sua realizzazione.
Il corso di laurea in Disegno Industriale è erogato dalla Facoltà di Architettura del Politecnico
di Bari. Tuttora sono attivi tre percorsi di specializzazione: Disegno industriale, Arredamento,
Progettazione grafica.
Tabella 3.3. Iscritti e Immatricolati ai Corso Universitari pugliesi nell’a.a. 2007-2008
Iscritti
Iscritti al 1°
anno
251
64
88
21
193
0
174
51
Scienze e Tecnologia della Moda –
Università di Bari – sede di Barletta
Scienze e Tecnologia della Moda –
Università di Bari sede di Martina
Franca
Scienze e Tecnologia della Moda –
Università di Lecce
Disegno Industriale – Politecnico di
Bari
Tabella 3.4. Laureati al Corso di Laurea in Scienze e Tecnologia della Moda (Puglia)
nell’anno solare 2007
Totale Laureati /
Diplomati
Scienze e Tecnologia della Moda – Università
di Bari – sede di Barletta
20
Scienze e Tecnologia della Moda – Università
di Bari sede di Martina Franca
3
Scienze e Tecnologia della Moda – Università
di Lecce
59
Disegno Industriale – Politecnico di Bari
23
Tabella 3.5. Corsi di livello master
ISTITUTO
Università degli
studi di Bari
(Dipartimento
formazione)
Università degli
studi di Bari
(Dipartimento
formazione)
NOME CORSO
Master in moda,
psicologia e
marketing
Master in Fashion
Marketing e
merchandising
OBIETTIVI FORMATIVI
Formare figure professionali che possano
operare come esperti di Marketing,
Psicologia, Comunicazione e Fashion in
tutti i settori sia privati che pubblici.
Preparare professionisti con conoscenze e
capacità tali da poter essere inseriti
all’interno di un gruppo di lavoro che si
occupa della commercializzazione del
prodotto moda. Formare una figura
professionale che, oltre a conoscere le
dinamiche di sviluppo del prodotto, abbia
competenze relazionali, di marketing, di
65
BENEFICIARI
Diplomati di scuola
media inferiore
Diplomati di scuola
media inferiore
pianificazione, di gestione sia economica
che delle risorse umane.
Università degli
studi di Bari
(Facoltà di
Economia, Facoltà
di Scienze della
Formazione,
CRASMI38
Spegea
38
Master in
Management della
Moda e del Design
Formare un "Esperto in management della
moda", che sia in grado di essere operativo
nell’organizzazione di un’impresa di
moda, oppure nel coordinamento di una
collezione, oppure nell’organizzazione di
eventi di moda.
Laureati
Master in
Management of the
Fashion Industry
Formare professionisti in grado di gestire i
processi di internazionalizzazione ed
innovazione sui sistemi produttivi delle
imprese del settore moda. Fornire
strumenti manageriali per il Sales & Retail
management, il Supply Chain management
e il Brand management.
Laureati
Centro Ricerche, Analisi e studi sui fenomeni delle Mode in Italia.
66
67
ALLEGATO 1
CATALOGO DELLE INNOVAZIONI NEL COMPARTO TESSILE E MODA
Alcune esemplificazioni
Le griglie seguenti riportano alcune tra le più significative innovazioni finalizzate a potenziare/migliorare prodotti destinati in particolare al
mercato dell’abbigliamento funzionale e fashion. Si tratta per lo più di soluzioni ampiamente sperimentate nella catena del BtoB, in merito alle
quali esiste anche ampia letteratura tecnica ma ancora marginalmente applicate ai prodotti finiti e che possono pertanto rappresentare
un’opportunità competitiva per le imprese. Le informazioni riportate, seppur non esaustive, rappresentano un quadro delle opportunità di
attribuzione del valore mediante interventi performanti e innovativi sui prodotti e sui processi.
1.Innovazioni su prodotto
INNOVAZIONI
Protezione da raggi UV
Confort da assenza di cuciture
Antibatterici, batteriostatici,
trattamenti anti-odore
Rilascio di sostanze chimiche
Riscaldamento mediante fibre e
filati
Sistemi di termoregolazione e
traspirabilità
Trattamenti anti-infeltranti
Antismog e antifumo
Anti-insetti
ESEMPLIFICAZIONI
Finissaggio della superficie tessile ad esempio con microcapsule in ceramica. Per garantire una adeguata interazione con il tessuto le particelle inorganiche
vengono applicate disperdendole in resine polimeriche ottenendo così un film in cui le nanoparticelle sono inglobate.
Cuciture termosaldate.
Trattamenti consistenti nel frenare la crescita dei microrganismi riducendo anche la quantità di sottoprodotti indesiderati. A questo riguardo, in rapporto ai
batteri, si distingue tra effetto batteriostatico, vale a dire che frena la crescita, ed effetto battericida, vale a dire letale.
Effetto ottenuto mediante ciclodestrine o microcapsule ancorate al tessuto in fase di finissaggio contenenti aromi o sostanze cosmetiche che si aprono per
abrasione o aumento di temperatura liberando il contenuto sulla pelle. Il rilascio può essere programmato. Il processo è riattivabile per ricarica.
Inserimento nel tessuto di fili di metallo e materiali elettroconduttivi.
Spalmature e laminature ad effetto antivento e impermeabilizzante, Aerogel, micromembrane, sistema outlast, inserimento di filati termo conduttivi.
Mediante finissaggio.
Effetti ottenuto dall’applicazione di biossido di titanio che sotto l’effetto dei raggi solari sviluppa reazioni chimiche che neutralizzano le molecole inquinanti.
Rilascio programmato di sostanze capaci di allontanare gli insetti. Spesso di origine vegetale non tossiche per l’uomo.
Antifiamma
Modifica delle fibre in modo da acquisire effetti flam retardant, finissaggi sui tessuti e sui filati.
Antimacchia
Antipiegatura
Antipilling
Protezione da onde
elettromagnetiche
Contenimento muscolare /
compressione graduata
Ancoraggio di micro flim idrorepellenti (es. teflon).
Effetti ottenuti mediante finissaggio.
Sviluppo di filati a maggior resistenza all’abrasione.
Inserimento nei tessuti di strutture di filati metallici (gabbie di faraday) che deviano le onde elettromagnetiche.
Tessuti elastomerici.
Calze terapeutiche: costruzione della calza su informazioni personalizzate sul rilievo della gamba del paziente.
68
Resistenza colori al cloro e al sole
Trattamenti di finissaggio mirati.
Effetti vintage, delavè
Tessuti 3D
Nastri ad elevata adesione
L’utilizzo di enzimi nei finissaggi consente l’ottenimento di effetti usato (es: jeans), maggior lucentezza o eliminazione della pelosità della superficie tessile.
Costruzione di armature tridimensionali.
Studiati sulla base delle zampe del geco rappresentano un’evoluzione del velcro.
Visibilità
Inserti elettroluminescenti nell’abbigliamento o negli accessori.
Cambiamento di colore per effetto
luce/temperatura
Illuminazione
Inserimento di filati sintetici e/o metallici ad effetto riflettente o capaci di ingabbiare e rilasciare luce.
Ricarica cellulari e i-pod
Pannelli solari inseriti nell’abbigliamento consentono di ricaricare le batterie di strumentazioni collegate.
Sensoristica per rilevamento dati
fisiologici
Materiali a memoria di forma
Tessuti per sport acquatici
Filati conduttivi o micro sensori.
Sistemi refrigeranti
Inserimento di sistemi di raffreddamento termico nell’abbigliamento mediante circolazione di acqua raffreddata.
Fibre ottiche inserite nei tessuti.
Sottili fili metallici capaci di effettuare allungamenti e/o flessioni al modificare della temperatura.
Fibre idrorepellenti, studio della struttura del tessuto funzionale a ridurre l’atrito con l’acqua e a rendere compatto il muscolo nello sforzo atletico.
2. Innovazioni su processo
TIPOLOGIA PROCESSO
Cucitura
Gestione magazzino, tracciabilità
movimentazione materiali,
anticontraffazione
Ancoraggio di sostanze alla
superficie tessile
INNOVAZIONI
Filo ad eliminazione ad alta temperatura/vapore
Termosaldatura delle cuciture
Tecnologia Rfid
BREVE DESCRIZIONE
Consente di ridurre i tempi di eliminazione delle imbastiture.
Procedimento finalizzato a rendete impermeabili le cuciture in capi sportivi, dpi, accessori e scarpe.
Sensori la cui memoria contiene dati personalizzati su ogni singolo oggetto e che possono essere letti a
distanza.
Plasma
Il plasma o quarto stato della materia è un gas ionizzato costituito da elettroni, ioni positivi, atomi e
molecole. Le specie generate dal plasma per effetto del campo elettrico bombardano la superficie del
substrato e interagiscono con quest’ultimo. Il trattamento al plasma con gas funzionalizzanti (es. ossigeno)
consente perciò di aumentare la bagnabilità, l’affinità tintoriale e la funzionalizzazione di fibre, filati e
superfici.
Rimozione mediante plasma di strati superficiali e conseguente modifica della morfologia del tessuto.
Sfibramento di materiali tessili in fase di filatura (ad esempio: fibre vegetali a libro) , rimozione di strati
superficiali del tessuto (esempio: effetto usato sui jeans).
Consegna di capi finiti su misura in tempi rapidi e senza necessità di effettuare prove di indossabilità.
Ablazione
Ablazione
Plasma
Enzimi
Progettazione abiti on line
Stampa
Cabine per il rilevamento di misure
antropomorfe del cliente e trasferimento delle
stesse alla produzione
Digitale, ink jet
Sovrapposizione tessuti
Tecnica del piping
Macchine di stampa di piccola dimensione progettate per la campionatura si rendono utili nella
realizzazione di capi/articoli esclusivi a numeri di produzione volutamente limitati.
Mediante sovrapposizione di più strati di materiali consente di realizzare rifiniture, effetti estetici,
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bretelline, etc.
Simulano il corpo umano sottoposto a riscaldamento e umidità per simulare prestazioni sportive e verificare
la resa del materiale in termini di traspirabilità (esempio skin model).
Applica un monomero/polimero funzionale su un tessuto, al fine di impartire la proprietà correlata con il
gruppo funzionale presente sul monomero/polimero a tutta la superficie del tessuto in questione.
Es: un jeans viene acquistato senza alcun effetto superficiale apparente, in seguito al primo lavaggio o
abrasione, si evidenzia sulla superficie del tessuto il disegno o la grafica impresse in precedenza tramite
irraggiamento.
Gli Ultrasuoni (US) sono in grado di favorire differenti reazioni a seconda della frequenza alla quale viene
generato il fenomeno di cavitazione, ovvero: trasferimento di massa che consente di favorire la
penetrazione di particelle e o molecole in substrati tessili o rimozione dello sporco .
Le lavorazioni, sfruttano alcune delle caratteristiche tipiche del processo laser, ovvero elevata velocità,
precisione, assenza di frangiature, alta qualità estetica e impatto ambientale nullo,.
Su floccati o in generale su tessuti con pelo è possibile asportare completamente o parti della superficie
funzione dei disegni o dei motivi desiderati.
il bordo risulta netto, grazie ad una sorta di rifusione, rendendo non più
necessarie le cuciture.
Simulazione di vestibilità e di ambientazione dell’abito con annesse informazioni tecniche relative alla sua
producibilità industriale.
Misurazione del confort
Manichini per simulazione
Modificazione superfici
Electron beam: acceleratore di particelle in
grado di generare elettroni ad elevata energia
(300 keV – 1.2 MeV).
Tintura e finissaggi
Miglioramento del tessuto mediante ultrasuoni
Personalizzazione di tessuti (es:
anticontraffazione) ed effetti moda
Laser
Eliminazione di cuciture mediante
taglio
Prototipia e progettazione
Laser
TIPOLOGIA
PROCESSO/PRODOTTO
Controllo, tracciabilità prodotti
INNOVAZIONI
BREVE DESCRIZIONE
RfiD
Sistema adottato nella logistica, nel controllo di prodotti e persone in ingresso/uscita,
antitaccheggio e anticontraffazione.
Sistema di numerazione a 96 bit con integrazione di barcode.
Sistemi informatici per il disegno e la progettazione di armature tessuti e simulazione maglia e
disegno figurini anche con effetti 3D, lo sviluppo e il piazzamento delle taglie.
CAD 2D e 3D
3. Innovazioni gestionali
Gestione logistica/magazzini
Progettazione
campionari/collezioni
Avanzamento prodotto
Progettazione e gestione siti web
GS1, etichetta logistica
CAD, sistemi operativi, comunicazioni via standard
internazionali, interfaccia utente mirata al disegno
veloce, alla definizione di parametri tecnici e
all’archiviazione efficace
Database standard e relazionali;
Sistemi di programmazione controllo produzione e
logistica interna-esterna;
Interfaccia con le funzioni amministrative e i magazzini;
Interfaccia con i punti vendita.
Programmi color management
Organizzazione e gestione informazioni e variabili capi dalla progettazione alla prototipia e
all’industrializzazione della collezione.
Gestione immagini, testi e musiche, gestione interfaccia attiva (e commerce).
4. Innovazione finalizzata all’ecosostenibilità
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TIPOLOGIA
PROCESSO/PRODOTTO
Materiali ecocompatibili
INNOVAZIONI
BREVE DESCRIZIONE
Fibre/filati biodegradabili
Finissaggi
Plasma
Tintura e lavaggi
Utilizzo di CO2
Riutilizzo scarti tessili di origine naturale
Macinazione meccanica e riutilizzo
Riciclaggio di materiali utilizzati nel ciclo
di lavorazione tessile (scarti tessili, spole
e rocche)
Macinazione, estrusione e riutilizzo
Generazione energia
Scelta di materia prima rinnovabile
Sistemi di produzione energia da fonti alternative
Fibre naturali/artificiali
Riduzione dell’impatto da sostanze
chimiche
Trattamenti enzimatici
Realizzazione di prodotti in fibre a rapida degradabilità dopo l’uso (esempio: mais, fibra di
legno..).
Attribuzione di caratteristiche ai tessuti senza utilizzo di acqua di processo La tecnologia plasma è
inoltre una tecnologia pulita e quindi con potenzialità di sviluppo consistenti per l’affermazione in
un prossimo futuro di un tessile più eco-sostenibile.
In apposite attrezzature è possibile tingere o lavare materiali tessili senza utilizzo di solventi
sintetici.
Con questa tecnologia si ottiene una polvere facilmente miscelabile con altri materiali
particolarmente adatta a essere inserita come carica per esempio in pannelli truciolati e in sistemi
per l'insonorizzazione.
La polvere costituita da polipropilene può essere trattata mediante processi di formatura per
iniezione oppure estrusione, per ottenere prodotti con caratteristiche innovative (ad esempio: parti
di macchinari tessili in sostituzione delle parti metalliche con conseguente alleggerimento del
macchinario) . Gli scarti tessili possono essere inseriti in materiali compostiti.
Ad esempio: combustione olii e biomasse, energia solare ed eolica.
Ci si riferisce in questo caso alle ricerche volte a ampliare le possibilità di sfruttamento di fibre
naturali tradizionali (esempio: cotone) mediante OGM o al recupero di fibre antiche quali
ginestra,sughero, ortica, canapa. Interessanti i filati prodotti da caseina.
Utilizzati in fasi di lavorazioni della fibra (esempio: sfibramento del lino o della ginestra)
riducono la superficie dei manufatti eliminando scorie e pelosità o producendo effetti moda.
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