L`idioma tagliato - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
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L`idioma tagliato - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
la Rivista Anno 102 - n. 11 - Novembre 2011 L’idioma tagliato REKDESIGN.COM Insuperabile per le vostre “Maxi” insalate. Santa Lucia, questa è mozzarella. Editoriale di Giangi Cretti Ci abbiamo girato attorno a lungo. Intenzionalmente evitata, per anni, tentennando, l’abbiamo costeggiata, con accurate acrobazie dialettiche. A turno preoccupati di non “svegliare il can che dorme” e di “non disturbare il conducente”. Ma ora la domanda è indifferibile. Escludendo, per ragioni comprensibili, riconducibili a legittima e autentica passione, i romantici cultori della lingua di Dante, ormai ce la dobbiamo porre: a chi interessa davvero l’italiano fuori d’Italia? Poco o nulla allo stato italiano. Che in controtendenza – ma questa sembra essere ormai diventata la sua vera tendenza – con quanto avviene per altre nazioni come Francia e Germania, affida la tutela e la promozione della propria lingua e cultura a pindariche o vellutate dichiarazioni di principio, all’ipocrisia di comodo, alla speranza, folcloristicamente tutta italica, veicolata sul modello: “io speriamo che me la cavo”. Come leggere diversamente la decisione di tagliare i già esigui (esangui?) fondi destinati ai corsi di lingua e cultura, costringendo gli enti gestori - la maggior parte dei quali si pone come saggio obiettivo di evitare un fallimento doloso, e, come massima ambizione, di onorare i salari arretrati degli insegnanti assunti in loco – ad adoperarsi per chiudere con salva dignità. Decisione che fa il paio con quella di dimezzare le risorse per Rai Italia (già Rai International, e di suo nulla più che un arlecchino assemblaggio di programmi passati sulle reti nazionali) anziché investire su un serio progetto per un canale che nel mondo proietti l’immagine poliedricamente virtuosa del nostro Paese. Oppure, per ampliare a proposito la scelta, una decisione che si associa all’assenza di un’irrinunciabile riflessione sul ruolo e l’efficacia dell’azione degli istituti italiani di cultura, a cui si privilegia un semplicistico ridimensionamento delle risorse e delle funzioni dirigenziali. Se a questo aggiungiamo che criptici (criptati?) sono i criteri con i quali si sta procedendo alla ristrutturazione della rete consolare, mentre avvolta nel mistero è la prospettiva dell’azione finalizzata ai processi di internazionalizzazione, viene da pensare che l’Italia, nei fatti e in una società irrimediabilmente globalizzata, non creda nell’Italia. Perché il vero problema non sono i tagli attuati in modo lineare. Sono i tagli come unica ratio, in totale assenza di una visione lungimirante, di un progetto di spessore strategico, di un’alternativa dotata di senso e non semplicemente propagandistica. Eppure il nostro, è un Paese che si indigna quando viene paragonato alla Grecia; che è la settima economia al mondo, la seconda industria manifatturiera d’Europa; che ha più patrimonio che debiti ed è ricco il doppio della Spagna. È perfettamente (così ci dicono) solvibile. Ma, e forse non a caso, è anche il Paese che sul piano internazionale è costretto a chiedere, ciò che invece, ben oltre il formalismo diplomatico, dovrebbe ritenersi scontato: essere trattato con il dovuto rispetto. [email protected] la Rivista n. 11 Novembre 2011 1 Sommario n. 11 Novembre 2011 1 Editoriale CULTURA 45 Zurigo in Italiano 49 Sardegna: Federalismo, opportunità, autonomia, identità, sovranità Il 5 e il 18 novembre a Zurigo 50 I Valdesi italiani e la Svizzera riformata quasi cinque secoli di strette e cordiali relazioni Nel 120° di fondazione della Chiesa Evangelica di lingua italiana di Zurigo 56 Due Sorelle…un solo amore: Fellini! Rimini e Sion 59 «Sono cresciuto con la disciplina del lavoro» A colloquio con il regista Rolando Colla 63 Non solo Chaplin I trent’anni delle Giornate del Cinema Muto PRIMO PIANO 13 Beni di lusso: nel 2011 crescita di oltre il 10% Altagamma 15 La Svizzera è il Paese più competitivo al mondo 17 Sedotti e affascinati Turisti stranieri in Svizzera 19 Non ci resta che piangere? Con Roger Nesti Il punto sui corsi di Lingua e Cultura Italiana 25 Novità per le pensioni degli italiani all’estero INCONTRI 36 Ore 14:00 a Lugano Fabiola Gianettoni & Milena Casagrande 65 40 La prima vittoria è quella contro i propri limiti e difetti Donne in carriera: Elisa Santoni Cinematografo, baracche e lunapark La magia del Crazy Cinématographe della città di Lussemburgo 66 Ludovico Einaudi in concerto a Zurigo RUBRICHE IN BREVE 4 CONVENZIONI INTERNAZIONALI 32 ITALICHE 7 TALENTI ALTROVE 35 EUROPEE 9 L’ELEFANTE INVISIBILE 43 INTERNAZIONALI 11 BENCHMARK 55 ETICAMENTE 23 DIAPASON 67 BUROCRATICHE 26 CONVIVIO 72 ANGOLO FISCALE 29 MOTORI 77 ANGOLO LEGALE 31 STARBENE 80 In copertina: Elaborazione grafica del ritratto di Dante Alighieri eseguito da Sandro Botticelli (1445-1510), Fondation Bodmer, Ginevra. 2 la Rivista n. 11 Novembre 2011 DOLCE VITA 69 Orgogliosa del passato fiduciosa del futuro A colloquio con Ljuba Manz 70 Il piacere del gusto responsabile Intervista con Rafael Perez Presidente di Slow Food Svizzera 72 Quando il pesce va a nozze con gli ortaggi Gran tour di Sicilia 78 79 Bimec: Milano, 16 - 19 novembre Il mondo della meccatronica e automazione si dà appuntamento a Milano 86 L’artigiano in fiera: Milano, 3 - 11 dicembre Originalità Qualità Passione e Genialità 87 MOTOR SHOW 2011: Bologna, 3 - 11 dicembre Il Salone Internazionale dell’Automobile IL MONDO IN CAMERA 90 Il ritorno dei miti Le nuove Lancia Thema e Voyager ENERSOLAR+:Milano, 16 - 19 novembre L’evento dedicato alle energie rinnovabili E.TECH experience: Milano, 16 - 19 novembre Biennale internazionale dell’Energia, dell’Impiantistica elettrica e dell’Illuminazione Editore Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Direttore - Giangi CRETTI Comitato di Redazione G.M. BONADA, A.G. LOTTI, C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI Collaboratori Ph. BERNASCONI, C. BIANCHI PORRO, M. CALDERAN, G. CANTONI, M. CARACCIOLO DI BRIENZA, V. CESARI LUSSO, M. CIPOLLONE, P. COMUZZI, D. COSENTINO, A. CROSTI, L. D’ALESSANDRO, F. FRANCESCHINI T. GATANI, G. GUERRA, F. Macrì, G. MERZ, A. ORSI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL Italian Swiss Tax and Legal Forum 2011 a Ginevra La subfornitura monzese si presenta al mercato svizzero Nasce Ducati (Schweiz) AG IL MONDO IN FIERA 84 85 The Geneva chapter connects business 91 Si è svolta a Ginevra dal 10 al 13 ottobre 2011 Nuova edizione di Italy at Cern 92 Modena e l’Emilia Romagna a Gourmesse 2011 Una presenza molto apprezzata 93 Grande successo a Renens Sardegna, isola del gusto 94 Contatti commerciali 96 Servizi camerali La Rivista Seestrasse 123 - Cas. post. 1836 - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892328 Fax ++41(0)44 2015357 [email protected], www.ccis.ch Pubblicità Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella postale - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892323 Fax ++41(0)44 2015357 e-mail: [email protected] Abbonamento annuo Fr. 60.- Estero: 50 euro Gratuito per i soci CCIS Le opinioni espresse negli articoli non impegnano la CCIS. La riproduzione degli articoli è consentita con la citazione della fonte. 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Il potenziale del “Play Terziario” presente nel Blocco 4 verrà poi sottoposto ad un’attenta valutazione nell’ambito della campagna di perforazione tutt’ora in corso. La scoperta comporterà uno sviluppo della distribuzione di gas su larga scala, attraverso esportazioni verso i mercati internazionali e regionali grazie all’impiego del GNL e forniture al mercato domestico che potranno fornire un contributo importante per sostenere la crescita industriale ed economica del Paese. Anche quest’anno Helvetic Airways ha ricevuto il premio Travel Star d’argento nella categoria “Compagnie aeree regionali e di nicchia”. Rispetto all’anno scorso Helvetic Airways ha potuto registrare anche un aumento di suffragi a favore. Helvetic Airways combina comfort, voli diretti e la cortese ospitalità svizzera a bordo. L’entusiasmo dei passeggeri per l’eccezionale qualità e l’attenzione per l’individualità, per soddisfare le necessità di tutti gli ospiti, sono di grande importanza. In questo senso, anche quest’anno è stato fondamentale viziare i passeggeri e soddisfare le loro aspettative. Lo slogan “su tutta la linea svizzera” è inteso da Helvetic Airways non solo come una promessa ai suoi clienti, ma anche come incentivo per mantenere gli alti standard di qualità e per migliorarsi di continuo. Gli sforzi sono stati premiati: Helvetic Airways ha ottenuto, grazie alle sue prestazioni, per il secondo anno consecutivo il premio Travelstar d’argento. Farmaci contraffatti: attenzione alle ordinazioni via Internet Ordinare dei medicinali via Internet può rivelarsi dannoso per la salute: Swissmedic, i farmacisti e le industrie farmaceutiche lanciano un’azione di sensibilizzazione sul tema, segnalando anche la possibilità di farsi controllare i prodotti acquistati online presso una delle 760 farmacie aderenti. Il pericolo è dovuto alle contraffazioni. «Esistono numerosi compratori in buona fede, che non sanno che questi “medicinali” non solo non guariscono, ma sono spesso dannosi», deplorano Swissmedic, la Società dei farmacisti pharmaSuisse e le associazioni delle imprese farmaceutiche Interpharma e vips. Molto spesso i composti utilizzati non sono conformi a quelli dichiarati sulle confezioni. Inoltre, sottolinea le associazioni di categoria, i medicinali pubblicizzati come naturali ed «esclusivamente a base di piante» contengono quasi sempre principi attivi chimici, a volte tossici. Tutte le forme di contraffazione sono da condannare, ha precisato il presidente di pharmaSuisse Dominique Jordan. «Però una T-shirt di Armani a due dollari non mette in pericolo la salute». La situazione in materia di medicinali è nettamente più drammatica. I pazienti sono messi in pericolo, perché pensano che il prodotto sia autentico ed efficace, ha affermato Jordan. I prodotti dimagranti, ad esempio, contengono spesso sostanze pericolose. Un›analisi effettuata su 122 campioni pubblicata da Swissmedic in giugno mostra che quasi il 90% di questi farmaci contiene principi attivi che mettono in pericolo la salute. La campagna è intitolata stop-piracy. Un cortometraggio sull›argomento - che mostra il percorso di un medicinale illegale - e visibilesul sito www.stop-piracy.ch. 4 la Rivista n. 11 Novembre 2011 Italia: le famiglie fanno fatica a risparmiare In Svizzera ancora disparità fra uomini e donne Cala in maniera appena percettibile la percentuale degli italiani che riescono a risparmiare (ma al Sud si registra un vero e proprio crollo) mentre aumenta quella di coloro che temono di non riuscire a farlo il prossimo anno come in passato. L’indagine condotta dall’ACRI (l’Associazione Fondazioni e Casse di risparmio) con l’Ipsos traccia un quadro piuttosto negativo del risparmio, da sempre e ancor più con la crisi uno dei principali obiettivi degli italiani. A ciò si aggiunga, secondo quanto reso noto a metà di ottobre l’Ufficio studi della Confartigianato, che sono quasi 2 milioni (1.944.000) in Italia i giovani tra i 25 e 34 anni senza lavoro. Un numero che fa guadagnare alla Penisola il primato negativo in Europa per il più alto tasso di giovani inattivi: 25,9% a fronte del 15,7% della media UE. Anche in questo caso le percentuali più levate si riscontrano nel Mezzogiorno e fra le giovani donne. In Svizzera esistono ancora disparità salariali tra uomo e donna. Secondo uno studio effettuato dell’Ufficio federale di statistica (UST) relativo a dati rilevati nel 2008, in quell’anno il salario mediano lordo standardizzato era pari a 6.392 franchi per gli uomini e a 5.255 franchi per le donne. Mentre il 61,1% di tale divario trova una spiegazione dovuta a fattori oggettivi, il restante 38,9% è riconducibile esclusivamente a una discriminazione salariale. Lo studio evidenzia anche che la situazione sembra orientata verso un lento miglioramento. Infatti, si fa notare, il salario mediano per le donne tra il 1998 e il 2008 è cresciuto del 18,5%, contro un incremento del 14,1% per gli uomini. Le donne, comunque continuano a soffrire di una maggiore precarietà: lavorano in misura maggiore la sera e nel finesettimana e sono il doppio rispetto agli uomini ad avere un’occupazione su chiamata. Manodopera estera: Travail.Suisse chiede di cambiare la politica verso i Paesi terzi L’ammissione in Svizzera di manodopera proveniente da Paesi terzi extra UE va ripensata; oggi sono le multinazionali a dettare legge in questo ambito e regna «una grande ipocrisia». È l’allarme lanciato dal sindacato Travail.Suisse, che sollecita adeguate misure di accompagnamento per contrastare il fenomeno dei clandestini; a suo dire in Svizzera ci sono 100 mila «sans papiers». Considerata l›evoluzione demografica, anche in futuro la Svizzera dovrà fare i conti con l›immigrazione, ma non potrà reclutare in Europa tutta la manodopera di cui ha bisogno, avverte il sindacato. Già oggi la politica di ammissione dei lavoratori stranieri non rispecchia più la realtà e non risponde ai bisogni della società. Regna una reale ipocrisia: soltanto la richiesta di specialisti molto qualificati è garantita e si preferisce tacere sulla forte presenza di clandestini. Ci vuole una politica di ammissione più flessibile e giudiziosa, avverte Travail.Suisse, ma nel contempo occorre vigilare affinché non vi siano pressioni sui salari e sulle condizioni di lavoro, che comprometterebbero la politica di formazione e di integrazione del Consiglio Federale. Il presidente di Travail.Suisse ha quindi proposto una serie di raccomandazioni che dovrebbero caratterizzare la politica migratoria: controlli severi sulle retribuzioni e condizioni di lavoro per impedire il dumping salariale; misure obbligatorie di formazione per gli stranieri che sono già in Svizzera; una politica di integrazione che valorizzi l›insieme delle potenzialità e delle risorse esistenti. Secondo Flügel «La politica di integrazione deve finalmente essere anche una politica di coesione sociale». la Rivista n. 11 Novembre 2011 5 GAMMA MASERATI. UN PERFETTO EQUILIBRIO DI CLASSE, TECNOLOGIA E DESIGN Se pensate al lusso più raffinato ed esclusivo, al fascino e all’eleganza dell’italian style più ispirato, a una sportività che sa emozionare senza sacrificare il comfort e il piacere di guida, state pensando a una Maserati. Che si tratti dell’ammiraglia Quattroporte, della GranCabrio, della GranTurismo o della sportivissima GranTurismo MC Stradale, ogni modello del Tridente, rappresenta un irripetibile connubio di classe raffinata e impeccabile ingegneria. Scegliere una Maserati significa entrare in un mondo nel quale l’automobile è espressione della creatività e del talento, di un’inesauribile passione per l’eccellenza, attenta ai temi della sicurezza e del rispetto per l’ambiente. Per tutte le informazioni sui modelli, le novità e le iniziative Maserati, visitate www.maserati.ch LA GAMMA MASERATI COMPRENDE: QUATTROPORTE - QUATTROPORTE S - QUATTROPORTE SPORT GT S - GRANCABRIO - GRANCABRIO SPORT - GRANTURISMO - GRANTURISMO S GRANTURISMO S AUTOMATICA - GRANTURISMO MC STRADALE. La rete ufficiale dei concessionari Maserati in Svizzera: Garage Foitek AG, 8902 Urdorf/Zürich, 044 736 1 736 Niki Hasler AG, 4052 Basel, 061 375 92 92 Krähenmann Autocenter AG, 8706 Meilen, 044 793 21 00 Sportgarage Leirer AG, 9063 Stein, 071 368 50 30 Sportgarage Leirer AG, 9016 St. Gallen, 071 250 09 01 Automobile Németh AG, 3032 Hinterkappelen, 031 909 25 25 Auto Pierre Sudan, 6300 Zug, 041 711 88 15 Loris Kessel Auto SA, 6916 Grancia-Lugano, 091 994 55 71 Modena Cars SA, 1202 Genève, 022 757 87 87 Garage Zénith SA, 1005 Lausanne, 021 321 30 00 Garage Zénith SA, 1950 Sion, 027 323 32 32 Italiche di Corrado Bianchi Porro Statiche statistiche Crescita mensile del 5% ad agosto per gli ordini industriali in Italia. Dato decisamente oltre le attese che erano per un +1,7% dal +1,8% del mese precedente. Il dato diffuso dall’Istat è frutto di un aumento del 6,8% degli ordinativi interni e del 2,2% di quelli esteri. Il rialzo sarebbe in parte riconducibile a una diversa distribuzione delle ferie estive rispetto agli anni precedenti. In sostanza sarebbe proseguita la tendenza stagnante in atto dalla fine del 2010. Nella media degli ultimi tre mesi gli ordinativi totali diminuiscono in effetti dell’1% rispetto al trimestre precedente mentre nel confronto con il mese di agosto 2010, l’indice degli ordinativi segna una crescita del 10,5%. Per quanto concerne il fatturato dell’industria, ad agosto è cresciuto, al netto della stagionalità, del 4% rispetto al mese precedente, con aumenti del 3,8% sul mercato interno e del 4,6% su quello estero. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 come nell’agosto 2010) il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 12%, con aumenti del 12,3% sul mercato interno e del 12% su quello estero. I fattori meteorologici e la crisi finanziaria, hanno in parte contribuito ad un mutamento delle abitudini. Il dato viene confermato nelle previsioni della Banca d’Italia nel sondaggio congiunturale autunnale effettuato su un campione dell’industria e servizi non finanziari (commercio, alberghi, ristoranti, trasporti, servizi professionali) con almeno 20 addetti. Secondo questi dati, nei primi tre trimestri del 2011, il fatturato per l’industria è aumentato rispetto all’anno precedente per la metà delle imprese, è rimasto invariato per il 24% ed è diminuito per il 26%. Nei servizi, il fatturato è restato invariato per oltre il 35%, è cresciuto per il 34,8% delle imprese ed è sceso per il 30% del campione. Non si sbloccano invece gli investimenti, con una quota invariata per circa il 64% rispetto all’anno precedente, in linea con quella già modesta prevista in precedenza, mentre il 23% li ha diminuiti e solo il 12,7% li ha accresciuti. Secondo la Banca d’Italia, le recenti turbolenze dei mercati finanziari eserciterebbero per oltre il 40% degli operatori una pressione al ribasso sugli investimenti e la tendenza si accentua per le imprese meridionali. Oggi la clientela continua ad effettuare ordinazioni, ma l’azienda non guadagna, diminuisce la capacità di autofinanziamento e la preoccupazione principale rimane la compressione dei costi, dunque risalta una minore propensione all’investimento. La riprova è che poco meno di due terzi delle imprese ha segnalato che la propria domanda di prestiti bancari è rimasta pressoché invariata nel primo semestre del 2011 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, mentre si evidenzia un deterioramento delle condizioni per l’accumulazione. Comunque, secondo la Banca d’Italia, il debito delle PMI verso le banche mostra segnali di rallentamento. Le imprese restano tuttavia molto attive. Nei primi sette mesi del 2011 gli investimenti diretti italiani all’estero sono stati pari a 27,1 miliardi, un importo superiore al flusso dell’intero 2010. Gli investimenti esteri in Italia sono cresciuti ad un ritmo più contenuto (12,5 miliardi a fronte dei 4,5 dello stesso periodo del 2010). A seguito della crisi dei debiti sovrani, gli investitori esteri hanno acquistato titoli italiani (specie titoli di Stato) in misura assai minore. Tra gennaio e luglio sono infatti affluiti 14,1 miliardi a fronte dei 56,3 dell’analogo periodo del 2010. Sul fronte immobiliare, dalla parte dei privati si segnala un calo del 6,6% nel secondo trimestre dell’anno nel numero di compravendite di abitazioni a fronte di un modesto incremento dei prezzi (0,5%) inferiore al relativo andamento dei prezzi al consumo. Per gli investimenti di portafoglio, i residenti italiani hanno dimezzato gli acquisti di titoli azionari esteri (15,7 miliardi a fronte di 31,3 del 2010). Oltre a ciò, i consumi delle famiglie registrano una crescita contenuta (+0,2%) nel secondo trimestre. Le immatricolazioni di autoveicoli si sono attestati sui bassi livelli della primavera del 2010. Da rilevare infine che nel terzo trimestre 2011 le banche hanno in genere mostrato un modesto irrigidimento dei criteri di offerta dei prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni e per il credito al consumo. L’Istat ha comunque comunicato che, come stabilito in sede europea, sono state pubblicate le nuove serie dei conti nazionali elaborate in base alle versioni più recenti della classificazione delle attività economiche compresa una revisione delle serie storiche. In base a questi dati aggiornati che tengono conto del maggior peso dei servizi sull’industria manifatturiera, nel 2008, anno di benchmark della revisione, il livello del Pil a prezzi correnti è risultato più alto dello 0,5% rispetto alla stima precedente. Nel decennio 2000-2010 la variazione media annua del Pil in volume risulta pari allo 0,4% annuo, più elevata rispetto allo 0,2% di cui si era parlato in precedenza. Anche il rapporto tra debito e Pil si riduce di conseguenza. Senza contare il varo delle due manovre correttive dei conti pubblici italiani nel quadriennio 2011-14 per il raggiungimento del pareggio di bilancio al 2013. la Rivista n. 11 Novembre 2011 7 Europee di Philippe Bernasconi Ultima spiaggia È sembrato davvero di essere di fronte a un “o la va o la spacca”. Il futuro dell’euro, dell’Eurozona e, fondamentalmente, anche della stessa Unione europea era e rimane appeso a un fragilissimo accordo raggiunto dopo giornate di frenetiche e drammatiche discussioni e al termine di un vertice, questa volta davvero dell’ultima spiaggia. Non ha del resto avuto dubbi la Cancelleria tedesca ad ammonire nelle ore precedenti gli ultimi incontri: “Se salta l’euro fallisce l’Europa”. Se l’Europa non è fallita ce lo diranno solo le prossime settimane e i prossimi mesi. Certo è che l’intesa di massima messa a punto dai leader europei in una convulsa notte di fine ottobre non sembra essere ancora del tutto a prova di bomba (o di speculazione, se preferite). Si tratta di una promessa, e come tale andrà onorata con i fatti. E poi sono ancora una volta emerse le divergenze tra i vari leader europei. Tecniche, ma anche e soprattutto politiche. Un’intesa di massima sulla ricapitalizzazione delle banche, sul fondo Salva Stati e sulla svalutazione del debito greco (di ben il 50%). Il vertice dell’ultima spiaggia dei capi di Stato di governo di Unione europea e Eurozona potrebbe avere partorito una soluzione in grado di salvare la moneta unica. Il condizionale rimane però d’obbligo. Perché l’accordo deve essere seguito da fatti concreti, dall’impegno degli Stati a rischio bancarotta a ridurre le proprie spese e i propri debiti, da quello degli attori privati a far la propria parte (rinunciando, almeno in parte, alle proprie esposizioni) e da quello degli Stati “ricchi” a metterci parecchio del loro per salvare la baracca. L’intesa rimane, insomma, appesa a un filo. Del resto, se sui problemi da risolvere tutti sembrano essere d’accordo, sulle soluzioni sono ancora una volta emerse divisioni più o meno profonde. Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, inizialmente concordi sulla strategia da adottare, si sono quasi subito divisi quando ci si è messi a fare i conti. La Francia, le cui banche sono particolarmente esposte sul fronte greco, avrebbe gradito un maggiore impegno in soldoni per salvare gli istituti di credito in difficoltà. Ma Berlino ha fin da subito detto no. Rimane, comunque, la “visione” tedesca fatta di rigore e di rispetto delle regole. “Gli aiuti ai Paesi in difficoltà devono essere legati a severe condizioni – ha puntualizzato Angela Merkel – L’Unione europea deve diventare un’Unione della stabilità”. E poi ancora“ogni Paese a rischio deve fare i suoi compiti in casa, in modo da raggiungere autonomamente una propria stabilità”. Come dire, noi adesso facciamo la nostra parte cercando di salvare il salvabile, ma poi ognuno deve fare per sé. E chi sgarra può considerarsi fuori dal nostro progetto. Quella proposta dalla Germania (sostenuta dai Paesi virtuosi del Nord Europa) è una nuova governance economica e finanziaria, basata sul rigore e sul rispetto delle regole. Una governance che se applicata, non avrebbe probabilmente prodotto il caso Grecia. La Commissione europea, dal canto suo, si è preoccupata di non perdere potere e di non perdere pezzi per strada. Troppo drastica la ricetta tedesca. E così anche il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, ha presentato il suo piano: ricapitalizzazione urgente delle banche europee, sospensione del pagamento di dividendi e bonus finché la ricapitalizzazione non sarà completata, far sì che le banche aumentino i fondi propri “sicuri”, coinvolgere i privati nella ricapitalizzazione degli istituti di credito e nella ristrutturazione del debito greco, aumentare anche fino a 2500 miliardi di euro il fondo salva Stati e dare una risposta chiara e decisiva alla necessità di sostegno della Grecia. Una sorta di “road map” salva euro che ha quale minimo comun denominatore una richiesta semplice e chiara: non è più il tempo di tergiversare, occorre agire, presto e in modo risolutore, ma nel segno della solidarietà. Perdere un pezzo significherebbe far cadere l’intero castello. E poi c’è la Banca centrale europea (BCE), con le sue decisioni, da molti ritenuta finora l’unica ad aver tenuto a galla l’euro. Pur gettando acqua sul fuoco (“l’euro non è a rischio”) il presidente uscente dell’istituto di Francoforte, Jean-Claude Trichet, ha lanciato un appello affinché si riformino i trattati dell’Unione europea. L’obiettivo deve essere quello di permettere ai paesi della zona euro di “impedire a un membro di Eurolandia di creare dei problemi e di impedire che un solo Paese metta in pericolo tutti gli altri”. Come dire, evitare che si giunga nuovamente a un caso Grecia. Regole più sicure e soprattutto un’autorità che le faccia rispettare. Chi sfora deve essere punito per tempo. Un po’ quello che sostiene la Germania di Angela Merkel. Al capezzale della Grecia (e dell’euro) si sta insomma probabilmente giocando un braccio di ferro tra visioni diverse dell’Unione monetaria e della stessa Unione europea. Con la convinzione, però, questa volta che bisogna fare presto. Perché, come ha ricordato Angela Merkel,“se salta l’euro fallisce l’Europa”. la Rivista n. 11 Novembre 2011 9 Benvenuto sorriso. Benvenuti nei Total Beauty Natuzzi: lo stile che nasce dall’assidua ricerca del bello e della qualità. La tradizione e l’innovazione che si incontrano. Idee create nel Centro Stile Natuzzi e realizzate dalle mani di esperti artigiani. Per dare vita a prodotti inimitabili, frutto della passione made in Italy. NBEFJO*UBMZ XXXOBUV[[JDI XXXJMPWFOBUV[[JDPN /"56;;*4503&4 -"64"//&3VFEF(FOÒWFt&50:$IFNJOEF/PZFS(JSPEt;Ã3*$)4DIàU[FOHBTTF %Ã#&/%03'3JOHTUSBTTFt%*&5*,0/3JFETUSBTTF Internazionali di Michele Caracciolo di Brienza L’identità culturale in una società sempre più multiculturale Dal genocidio ruandese agli orrori della pulizia etnica nell’ex Jugoslavia, passando per i massacri perpetrati in nome del fondamentalismo islamico, il pianeta intero è stato negli ultimi anni percorso da morbose convulsioni identitarie. L’identità, sia essa etnica, religiosa, linguistica è a volte la ragione di rifiuto dell’altro e dell’intolleranza sanguinante. Il razzismo consiste essenzialmente nel creare una gerarchia dei gruppi umani secondo criteri genetici che hanno orrore dell’incrocio di popoli, del . In fondo, la creazione di un’identità è di per sé qualcosa di razzista? Tutt’altro. Il multiculturalismo dà forza alle identità culturali che si arricchiscono e si rafforzano mutualmente con il contatto con le altre culture. Il limite tra la civiltà dell’integrazione e la barbarie dell’intolleranza è tuttavia molto facile da superare. Grazie agli impressionanti progressi della tecnica nei mezzi di comunicazione e di trasporto, una società sempre più aperta all’esterno si sta realizzando in ogni paese. La conseguenza di questo progresso è la cosiddetta globalizzazione quale fenomeno commerciale, finanziario e infine culturale. Le persone possono apprendere le abitudini di un paese straniero senza nemmeno visitarlo. La ragione è che i film, la musica, l’arte in generale e la gastronomia sono strumenti efficaci per mettere in contatto individui completamente diversi per lingua, etnia e credenze religiose. Il multiculturalismo non è un fenomeno disastroso, come spesso molti cercano di descriverlo. Ha dei vantaggi e degli svantaggi. I governi centrali possono trovare delle soluzioni accettabili per la tutela delle minoranze in modo da evitare delle tensioni sociali e garantire una convivenza pacifica all’interno di una società sempre più multiculturale. Bisognerebbe avere la speranza che il dialogo, l’apertura mentale, la tolleranza reciproca e la curiosità di conoscere siano il lubrificante per il funzionamento armonioso delle società umane con uno scopo comune: il progresso civile che sfocia nello stato di diritto. Le migrazioni sono un evento su scala mondiale le cui conseguenze sono sotto l’osservazione della comunità internazionale. Senza dubbio i flussi migratori possono considerar- si un elemento destabilizzante e allo stesso tempo una condizione preventiva per lo sviluppo di ogni paese. Le ragioni che spingono a emigrare hanno numerose implicazioni culturali ed economiche. Le tendenze migratorie sono causate principalmente dalla ricerca di migliori condizioni di vita all’interno dello stesso paese o in un paese estero confinante o meno. Nel momento in cui questa mobilità avviene su larga scala, essa non è altro che uno degli aspetti più lampanti della globalizzazione. La migrazione quale fattore destabilizzante è presente quando nel paese ospite vi è un disequilibrio tra le risorse e la popolazione. A questo riguardo si può pensare al flusso di rifugiati del Kosovo nella vicina Albania durante i bombardamenti della Nato nel 1999 oppure ai campi di rifugiati in Kenia a causa dell’attuale carestia in Somalia. I problemi sono logistici e igienici, poiché i rifugiati arrivano in zone in cui la capacità d’accoglienza è limitata o non esiste. Questo è il caso limite dei rifugiati. I flussi migratori sono sovente uno stimolo allo sviluppo economico che non trova il suo fondamento unicamente nell’accumulazione di capitale, ma anche nei lavoratori e consumatori di un paese. Proprio per questo motivo i paesi con un grande territorio come gli Stati Uniti e altri paesi dell’America Latina del XIX secolo si aprirono ai flussi migratori per permettere il proprio decollo industriale. Una migrazione controllata non è dunque un fattore che causa sempre instabilità. In Italia, ad esempio, la popolazione sta invecchiando e il tasso di natalità è basso. Un flusso migratorio controllato è utile a mantenere il benessere economico e la vitalità del Paese. La tendenza demografica italiana difficilmente cambierà e questo fatto causerà dei seri problemi per l’economia nazionale e il sistema previdenziale, se le frontiere si dovessero chiudere ai lavoratori di altri paesi. In questo caso l’immigrazione non è una causa d’instabilità, ma è una condizione per lo sviluppo futuro e la prosperità. Senz’altro, una società con un alto grado di differenze etniche ha problemi d’integrazione rispetto a paesi più omogenei. Tuttavia, la ricchezza culturale e la diversità all’interno di un quadro di valori condivisi sono tutti fattori che contribuiscono alla grandezza e alla solidità di una democrazia. la Rivista n. 11 Novembre 2011 11 Finalmente : Le verdure che piacciono anche ai bambini ! Barilla Piccolini. A mangiare bene si comincia da Piccolini. ––--- –––––– --–––––--------- ––– ––––– –––––––-----–-----––––---––– ALTAGAMMA Beni di lusso: nel 2011 crescita di oltre il 10% Il mercato mondiale dei beni di lusso quest’anno dovrebbe aumentare tra il 10 e il 13%, dopo che nel 2010 è già cresciuto di 13 punti percentuali con un fatturato di 173 miliardi di euro. Sono questi i dati che emergono dall’Osservatorio Altagamma realizzato con Bain & Company, sulla base dei quali si deduce che anche le previsioni del settore per il 2012 sono positive. Stando allo studio, il settore delle automobili di lusso è tornato a crescere nel 2010 del 17% con vendite per 245 miliardi di euro e una spesa di incremento del 14% per il 2011. Per quanto riguarda, invece, il settore dei vini e dei superalcolici di lusso, si tratta di un ambito che non ha subito impatto particolari dalla crisi finanziaria e ha registrato un – 4%nel 2009, per riprendersi già nel 2010 facendo segnare un incremento del 12%. La crescita, tuttavia, sembra rallentare nel 2011 con una spesa che si attesterebbe su un + 6%, per un totale di vendite pari a 42 miliardi di euro. Sul fronte dell’alimentare di lusso la ripresa importante è già avvenuta nel 2010 con un +10%, mentre nel 2012 l’attesa è di un recupero di un ulteriore 6%, che porterà il valore del mercato a raggiungere 35 miliardi di euro. Uno dei settori più colpiti dalla crisi finanziaria è stato quello degli alberghi di lusso, che nel 2009 ha registrato un ribasso del 20%. Nel secondo trimestre del 2010 il mercato ha però invertito il trend e registrato una lieve ripresa, pari al 3%. Quest’anno torneranno sui valori del 2008 le vendite di design e arredamento dell’alto di gamma per un giro d’affari pari a circa 18 miliardi di euro. Negativo il mercato degli yacht di lusso nel 2010, che cede un ulteriore 18% dopo aver perso già il 22% nel 2009. L’attesa, per la fine del 2011, è di una leggera ripresa pari a +7% che dovrebbe riportare il settore ai 7 miliardi di euro di giro d’affari, comunque lontani dai 10 del 2008. È cresciuto del 13%, invece, il mercato dei beni di lusso personali nel 2010, per un totale di 173 miliardi di euro. E per il 2011 è attesa un’ulteriore crescita del 10%. Un altro studio coordinato da Altagamma, il «Fashion and Luxury Insight 2011», condotto con la SDA Bocconi, analizza il fatturato delle imprese mondiali del settore più orientate sulla moda, con un giro d’affari che nel 2010 è aumentato del 10,9% (-5,3% nel 2009, l’anno neanche tanto «horribilis» per il comparto) mentre nel primo semestre 2011 la crescita complessiva dei fatturati è del 12,4%. La crescita in Europa è favorita da una parte dalla debolezza dell’euro, che ha stimolato il turismo, dall’altra dalla progressione del settore dei gioielli e degli orologi. Negli Stati Uniti la crescita continua anche grazie a una presenza distributiva importante nelle città di medie dimensioni, mentre in Giappone, nonostante la tragedia di Fukusima, il 2011 chiuderà meglio delle attese, anche se in negativo in conseguenza dello sforzo per la ricostruzione. Per il prossimo anno il consensus Altagamma 2012 conferma la crescita nei mercati nuovi e in quelli tradizionali. Performance sopra la media sono previste per gli articoli in pelle, per le calzature e, di nuovo, per gioielli e orologi. la Rivista n. 11 Novembre 2011 13 SSSSSSssst! Il riposo fa bene al sapore. Stagionato da 9 a 15 mesi Stagionato oltre 16 mesi Stagionato oltre 20 mesi La sua pasta già granulosa ha un gusto delicato: ecco il Grana Padano D.O.P. più giovane, il formaggio da pasto per eccellenza. Formaggio da grattugia o da tavola? Il Grana Padano D.O.P. oltre 16 mesi risolve ogni dubbio, con il suo gusto pieno, pronunciato ma mai piccante. Grana Padano RISERVA: la stagionatura prolungata lo rende di assoluta eccellenza. Perfettamente idoneo tanto al consumo da pasto che da grattugia, è una scelta da veri intenditori. Grana Padano, tre stagionature, tre sapori. La Svizzera è il Paese più competitivo al mondo Secondo il rapporto annuale del Forum economico mondiale (WEF), pubblicato le scorse settimane a Ginevra, la Svizzera resta il Paese più competitivo al mondo. Gli Stati Uniti perdono posizioni, mentre nella graduatoria avanzano i Paesi emergenti. L’Italia avanza dal 48° al 43° posto. È dal 2009 che la Confederazione si colloca in cima alla classifica, redatta sulla base di dodici criteri e un’inchiesta condotta presso 14.000 dirigenti economici in 142 Paesi. Quest’anno, la Svizzera precede, nell’ordine: Singapore (terza nel 2010), la Svezia (seconda), la Finlandia (settima) e gli USA (quarti). Tra i primi dieci si piazzano anche la Germania (quinta), i Paesi Bassi (ottavi), la Danimarca (nona), il Giappone (sesto) e la Gran Bretagna (dodicesima). Tra gli altri principali paesi europei, la Francia è 18a (15a l’anno scorso), la Spagna 36a (42a); dal canto suo, l’Italia, 43a, migliora di cinque posti la sua graduatoria, mentre la Grecia scivola dall’83° al 90° rango. Il WEF rileva che, in termini generali, la competitività dei Paesi industrializzati ha stagnato negli ultimi sette anni, mentre quella di diversi Paesi emergenti è migliorata. Così, la Cina sale di una posizione al 26° posto, il Sudafrica dal 54° al 50°, il Brasile dal 58° al 53°, mentre l’India scende dal 51° al 56° rango e la Russia dal 63° al 66° posto. In fondo alla classifica si trovano Haiti e il Ciad. La Svizzera si colloca al primo posto grazie ai buoni risultati ottenuti nella maggior parte dei settori indagati: è in testa per l’innovazione, le capacità tecnologiche, l’efficienza del mercato del lavoro. Inoltre, annota ancora il WEF, gli istituiti di ricerca scientifica elvetici sono tra i migliori al mondo. La loro stretta collaborazione con il settore privato, l’elevato livello degli investimenti in ricerca e sviluppo da parte delle imprese, una solida proprietà intellettuale garantiscono che la ricerca si traduca in nuovi prodotti. Per quanto concerne il deposito di brevetti, nelle graduatorie stilate dal Forum, la Svizzera occupa il settimo rango. La produttività è inoltre stimolata dal settore privato e da una popolazione che si adattano attivamente alle tecnologie più recenti. Le istituzioni pubbliche sono poi tra le più efficienti e trasparenti al mondo (settima posizione). La competitività in Svizzera è rafforzata, inoltre, da infrastrutture eccellenti (quinto rango) e mercati finanziari molto sviluppati (settimo posto) che beneficiano di strutture bancarie più sane rispetto all’anno scorso. L’ambiente macroeconomico è infine tra i più stabili al mondo (undicesima posizione). Nel suo rapporto il Forum avverte però che se la Confederazione vuole mantenere la propria capacità nel campo dell’innovazione deve aumentare il tasso d’iscrizioni alle università, che è inferiore rispetto a quello di altri Paesi. Nella foto: Se la Confederazione vuole mantenere la propria capacità nel campo dell’innovazione deve aumentare il tasso d’iscrizioni alle università (nella foto la sede principale di quella zurighese), che è inferiore rispetto a quello di altri Paesi. la Rivista n. 11 Novembre 2011 15 I paesaggi alpini costituiscono la cifra distintiva della Svizzera. TURISTI STRANIERI IN SVIZZERA Sedotti e affascinati Secondo un’inchiesta condotta su oltre 9 mila ospiti, la Svizzera viene apprezzata per la natura e la cordialità. I prezzi e gli orari di apertura dei negozi rappresentano gli aspetti critici. Secondo i turisti stranieri, la natura è il motivo più importante per un soggiorno in Svizzera, mentre i prezzi elevati rappresentano la principale debolezza del turismo elvetico. È quanto emerge da un’inchiesta condotta presso 9.168 ospiti provenienti da 110 Paesi. La natura non è soltanto la campagna, ma anche le città: l’ambiente urbano «seduce per i suoi numerosi spazi verdi e la sua vicinanza all’acqua», annota Svizzera Turismo in un comunicato diffuso all’inizio di ottobre. Tutti gli ospiti sono concordi nell’affermare che la bellezza dell’ambiente alpino è uno dei principali fattori di differenziazione della destinazione Svizzera. Anche la cordialità è uno dei punti forti, tuttavia i turisti asiatici «si sentono ancora troppo spesso incompresi». Su questo punto sono soprattutto gli stessi svizzeri ad esprimere preoccupazione. Per quanto concerne l’ospitalità vi è quindi ancora potenziale di miglioramento: dato che la Svizzera si contraddistingue soprattutto per la qualità dell’offerta turistica e non per i prezzi, anche su questo punto è importante migliorare il livello di soddisfazione dei turisti. Dal Monitoraggio del turismo svizzero 2010 emerge che gli orari di apertura dei negozi vengono globalmente criticati, soprattutto dagli ospiti provenienti da lontano. Gli orari più corti rispetto a quanto praticato all’estero vengono, infatti, percepiti dai turisti come una mancanza di considerazione per le esigenze della clientela. Sarebbero soprattutto le città che potrebbero approfittare di uno sviluppo turistico offrendo degli orari di apertura dei negozi più estesi. Ma da quanto emerge dall’inchiesta la grande debolezza del turismo elvetico sono i prezzi troppo elevati. Si tratta di un fattore a cui sono meno sensibili i viaggiatori provenienti dai mercati più lontani. Tra i Paesi vicini, i meno impressionati sono i francesi, tradizionalmente ed emozionalmente legati alla destinazione turistica Svizzera. Quest’ultima dispone comunque di «un’eccellente potenziale sui mercati lontani»: per esempio in India e nella Repubblica popolare cinese la Confederazione viene considerata una «destinazione che riunisce prestigio e un elevato livello di qualità», sottolinea l’inchiesta condotta da Svizzera Turismo. Le informazioni ottenute con questo strumento permettono di elaborare delle raccomandazioni mirate, in modo da ottimizzare sia l’offerta nelle diverse regioni elvetiche, sia le azioni di marketing nei Paesi di origine dei visitatori. Secondo Svizzera Turismo si tratta di uno strumento essenziale per la migliore comprensione della clientela turistica. L’inchiesta è stata condotta per la prima volta nel 2006 e viene svolta ormai regolarmente ogni tre o quattro anni. I membri di Svizzera Turismo possono accedere gratuitamente ai dati tramite Internet. I dati sono raccolti in oltre 100 destinazioni turistiche elvetiche e quindi forniscono uno spaccato abbastanza ampio delle opinioni dei turisti che visitano il nostro Paese. la Rivista n. 11 Novembre 2011 17 Provate le migliori specialità italiane a base di caffè presso il Gran Café Motta di Zurigo. Vi aspettiamo! Orario d`apertura: Lun-Ven 07.00-23.00 Sab 07.30-24.00 Dom 07.30-23.00 Limmatquai 66, 8001 Zürich, Tel. 044 252 31 19 CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA Non ci resta che piangere? È l’interrogativo che abbiamo posto Roger Nesti, Coordinatore degli enti gestori in Svizzera, invitandolo a fare il punto sulla situazione in cui versano oggi corsi di lingua e cultura italiana in Svizzera dopo l’annuncio che i contributi da parte dello stato italiano subiranno un ulteriore taglio. Fare il punto sulla situazione dei corsi di lingua e cultura italiana in Svizzera non è cosa semplice di questi tempi. La parola più ricorrente tra gli addetti ai lavori da anni è “tagli”. Tagli, tagli e ancora tagli. Anche per l’anno prossimo. Tagli pesanti che mettono seriamente a rischio il sistema corsi. Tutta colpa della crisi? Non vi è dubbio che la crisi finanziaria internazionale, le difficoltà dell’EURO e la drammatica situazione economica italiana impongano una rigorosa politica di risparmio e di contenimento della spesa pubblica che riguardi tutti i settori di intervento dello Stato. È inevitabile che questi tagli colpiscano anche i capitoli di spesa per gli italiani all’estero. Tuttavia è bene ricordare che tali capitoli hanno già subito pesanti riduzioni nell’ultimo triennio. Un esempio per tutti, il capitolo di spesa per i corsi di lingua e cultura italiana che è stato più che dimezzato. In Svizzera dai 3 milioni e mezzo di EURO di contributi del 2007 si è passati a 1,7 milioni di EURO nell’anno in corso. Considerando il tasso di cambio sfavorevole, negli ultimi quattro anni gli enti gestori Per Roger Nesti, Coordinatore degli enti gestori in Svizzera, il tempo hanno avuto a disposizione il 60% in meno di risorse. stringe e in alcune realtà la situazione sta precipitando. Siamo all’ulInsomma, verrebbe da dire che “abbiamo già dato”. Ma tima chiamata per chi ha veramente a cuore i corsi di lingua e cultura. siamo consapevoli che sarà impossibile anche stavolta sottrarsi a ulteriori riduzioni di contributo. Le manovre finanziarie straordinarie già approvate quest’anno Una scelta che scontenta, oltre e la legge di stabilità obbligano il Ministero degli Affari che nella sostanza anche per il modo. Esteri a ridurre di almeno 200 milioni i propri stanzia- Economisti e politici di tutti gli schieramenti chiedomenti (sempre che Francia e Germania non obblighino no da mesi al Governo di abbandonare questa politica dei tagli lineari per stabilire delle priorità di intervento, l’Italia a maggiori sacrifici). promuovere la ripresa e andare a colpire i veri sprechi. Un ordine del giorno approvato in Parlamento ha Con quali criteri si procede alla riduzione? La linea seguita in questi anni dal Governo italiano è imposto ai ministeri di attuare un cosiddetto “spending stata quella dei tagli lineari, cioè proporzionali su tutti review”, un’analisi ragionata sulle spese da sostenere e i capitoli e per tutti i beneficiari. Una scelta controversa quelle da tagliare. Una scelta che incredibilmente, ale contestata da più parti che denota una mancanza di meno così si vocifera nei corridoi ministeriali, rischia strategia sia per quanto attiene la politica finanziaria di rivelarsi un boomerang proprio per il settore corsi. che quella di promozione della lingua italiana all’este- La riduzione di spesa del MAE imporrebbe un taglio ro. Questa “politica del carciofo”, sfogliare foglia per fo- lineare di circa il 25-30%, già pesante di per sé. Invece glia i corsi, non può che condurre allo smantellamento sul capitolo 3153, quello che finanzia gli enti gestori dei corsi, per il 2012 si prevederebbero tagli del 40-45%! dell’intero sistema dei corsi. la Rivista n. 11 Novembre 2011 19 La sopravvivenza dei corsi è ormai garantita dal contributo delle famiglie. Una prospettiva dolorosa. Una scelta incomprensibile. Come può lo Stato italiano pensare di applicare i maggiori tagli al settore corsi che rappresenta uno strumento strategico di diffusione e promozione dell’italiano all’estero? Può l’Italia privarsi di questo sistema da cui può trarre solo benefici in termini di ritorno economico, turistico, commerciale e d’immagine? Qualitativamente e quantitativamente il settore corsi, almeno in Svizzera, rappresenta per la diffusione capillare nel territorio e il coinvolgimento di migliaia di famiglie, l’intervento più importante dello Stato italiano e il legame di identificazione più forte con l’Italia. Le attività paradidattiche legate ai corsi (le feste di Natale, le gite istruttive, la festa della mamma tanto per citarne alcune) rappresentano in molte località uno dei pochi momenti di aggregazione socioeducativa della collettività di origine italiana. La politica dei tagli non è una novità dell’ultima ora. Infatti. Negli ultimi tre anni il sistema corsi ha già pesantemente risentito dei tagli finanziari dello Stato. Dal 2007 a oggi sono stati chiusi quasi 200 corsi e la frequenza è diminuita di oltre 2000 alunni. Gli ulteriori tagli ai contributi ministeriali porteranno a un nuovo e inevitabile ridimensionamento dei corsi con disagi per le famiglie che si vedranno privare di un’importante opportunità didattico-formativa. La metà dei corsi gestiti dagli enti rischia seriamente di scomparire a partire dal 2012 (gli enti attualmente gestiscono poco più di 400 corsi, erano ben 700 nel non lontano 2007). Con quali altre prevedibili conseguenze? la chiusura di nuovi corsi arrecherà l’ennesimo danno di immagine nei confronti delle autorità locali che sostengono e ospitano i corsi e contribuirà a marginalizzare ulteriormente l’italiano nella scuola svizzera. L’insegna- 20 la Rivista n. 11 Novembre 2011 mento dell’italiano ha già subito nell’ultimo decennio un preoccupante calo di interesse nella Confederazione. Nella scuola pubblica la lingua di Dante è oramai spesso confinata nella scuola media superiore e, in molte realtà, ridotta a materia facoltativa e non curricolare. I corsi rappresentano una sorta di “salvagente” per l’italiano, consentendo di avvicinare alla nostra lingua alunni italiani e non sin dall’età della scuola primaria. Che fare? Individuare soluzioni o possibili rimedi, per continuare a soddisfare un’esigenza e un interesse ancora molto diffusi e sentiti anche nelle famiglie di seconda, terza o quarta generazione. Servirebbe una seria riforma della famigerata legge 153. Se ne parla da anni, impensabile che ci si arrivi adesso. Sarebbe tuttavia già un bel passo in avanti, se si eliminassero una serie di norme e cavilli che oggi di fatto ostacolano anziché promuovere l’organizzazione dei corsi. Serve più flessibilità applicativa, sia per gli enti che per gli uffici scolastici, per rispondere in maniera più adeguata alle peculiarità delle realtà locali. Insomma, la riforma, chiesta da anni a più voci, continua ad essere una pia aspirazione. Anche senza una nuova legge il vero nodo da sciogliere spetta comunque alla politica e allo Stato italiano che deve scegliere se continuare a promuovere la lingua e la cultura italiana all’estero (sembra una questione banale, ma con i tempi che corrono la risposta non è scontata) e con quali mezzi intenda attuare questa politica di promozione. Soprattutto, c’è bisogno finalmente di una scelta di campo. In sostanza lo Stato deve decidere se impegnarsi in prima persona con un intervento interamente statale oppure se appoggiarsi sul privato sociale e non profit con contributi finanziari a enti locali. Questa scelta di fondo imporrebbe una riflessione pedagogica e didattica e non solo finanziaria che qui tralascio. Prospettive? La scelta può essere soltanto una: abbandonare l’intervento statale diretto e sostenere le attività svolte da enti locali in grado di documentare e certificare la qualità del loro lavoro. Semplicemente non ci sono i soldi per finanziare un sistema che si regga unicamente sull’intervento statale. È vero che negli ultimi anni in Svizzera è arrivato qualche docente MAE (di ruolo, inviati e pagati dal Ministero Affari Esteri - ndr) in più, frutto tuttavia di spostamenti tra sedi estere. Negli ultimi dieci anni il contingente MAE è stato ridotto di oltre un terzo. Da quest’anno sono rimasti meno di mille i docenti italiani che il MAE invia all’estero, suddivisi tra corsi, scuole e università. Impensabile che essi possano assorbire tutte le attività esistenti. Anzi, è molto probabile che anche il contingente MAE subisca tagli non indifferenti nel prossimo biennio. A questo punto, con Troisi e Benigni, non ci resta che piangere? Non resta che affidarsi agli enti locali che tuttavia debbono urgentemente rivedere la loro organizzazione. Serve una riduzione del loro numero e una loro professionalizzazione. Le difficoltà di molti enti in questi mesi ci dicono che l’esperienza, complessivamente positiva, degli enti fondati prevalentemente sul volontariato si è esaurita. Mi rendo conto di non dire cose nuove. Invidie, campanilismi e lotte di potere (sic!) hanno finora impedito di affrontare e ragionare la questione. Adesso il tempo stringe e in alcune realtà la situazione sta precipitando. È l’ultima chiamata per chi ha veramente a cuore i corsi di lingua e cultura. Come Foscolo, anche voi siete rimasti senza speranza? Sono ancora molti a sperare che una soluzione la si possa trovare sul fronte svizzero. Certo sarebbe bello (e anche giusto) se le autorità scolastiche cantonali finanziassero i corsi o addirittura li integrassero interamente nel sistema scolastico. È un’opinione diffusa tra gli addetti ai lavori, ma politicamente (e soprattutto finanziariamente) non è proponibile. Non facciamoci illusioni quindi, a breve e medio termine non ci saranno fondi da parte delle autorità svizzere per finanziare i corsi. La recente legge federale sulle lingue e il concordato HARMOS, in via di appli- Contro i tagli ai corsi la protesta. cazione, ribadiscono che il compito della scuola locale è di sostenere i corsi da un punto di vista logistico-organizzativo e di promuoverli tra gli alunni di origine straniera. Sarebbe già tanto, se si riuscisse in tutti i Cantoni a veder realizzato quanto prevede l’attuale normativa. Per fare di più anche alla scuola svizzera mancano semplicemente le risorse finanziarie. Quei pochi fondi messi a disposizione dalla legge sulle lingue saranno destinati interamente all’aggiornamento dei docenti e alla realizzazione di materiale didattico. Eppure i numeri confermano che la richiesta di corsi non è esaurita. Se dopo un triennio di forti tagli - come detto superiori al 50% - i corsi sono calati soltanto del 10-15%, ciò è dovuto al forte interesse dimostrato dalle famiglie e dalla loro disponibilità a pagare una quota di partecipazione. La somma dei versamenti effettuati dai genitori è abbondantemente superiore a un milione di franchi. Questa disponibilità è stata fondamentale per permettere al sistema corsi di reggere di fronte alle difficoltà degli ultimi anni. Per il futuro più immediato la disponibilità delle famiglie a contribuire alla copertura dei costi non sarà soltanto importante, bensì decisiva. CANTON OBVALDO: NO ALL’ABOLIZIONE DELL’ITALIANO COME OPZIONE SPECIFICA L’appello per la raccolta di firme di protesta Il Consiglio di Stato del Canton Obvaldo ha deciso di abolire l’italiano come opzione specifica dalla Kantonsschule Obwalden di Sarnen. L’ASPI (Associazione Svizzera dei Professori di Italiano), la piattaforma Italianoascuola, la Pro Grigioni Italiano e il DECS del Canton Ticino (Dipartimento della scuola, della cultura e dello sport) lanciano una raccolta di firme contro questa decisione. Come si evince dall’indagine sulla vitalità dell’italiano promossa dalla SSISS (Società Svizzera degli Insegnanti delle Scuole Secondarie) mediamente sono dieci gli allievi che annualmente scelgono l’italiano come opzione specifica a Sarnen, un numero tutt’altro che esiguo (e perfino superiore a quello dei cantoni limitrofi). Inoltre, la delibera del Consiglio di Stato obvaldense non favorisce l’apprendimento di una terza lingua nazionale, come auspicato dal RRM. Vi invitiamo pertanto ad aderire alla raccolta di firme in favore del reintegro dell’italiano come opzione specifica a Sarnen. Contro la decisione del Canton Obwaldo di sopprimere l’offerta dell’insegnamento dell’italiano nei corsi di maturità, è stata lanciata una petizione. Chi volesse sottoscriverla lo può fare online tramite il link http://www.italianoascuola.ch/ dell’associazione degli insegnanti di italiano in Svizzera. la Rivista n. 11 Novembre 2011 21 È NATO FIAT FREEMONT. TUTTE LE AUTO CHE VUOI. s-OTOREDIESEL-ULTI*ET6DI ULTIMAGENERAZIONE s!UTORADIO#$-0CONTOUCHSCREEN 53"E"LUETOOTH® s3ENSORIDIPARCHEGGIO sCONlGURAZIONIDISEDILIPOSTIVERI NUOVO FIAT FREEMONT A CHF sAIRBAG%30(ILL(OLDER 2OLLOVER-ITIGATION s#RISTALLIOSCURATI0RIVACY'LASS s#LIMATIZZATOREAUTOMATICOTRIZONA s3ISTEMA+EYLESSENTRYGO s#ERCHIINLEGADAv 37 150.– . UN SOLO PREZZO, QUELLO VERO. &REEMONT5RBAN-ULTI*ET6#6)LMODELLORAFlGURATOÒDOTATODIEQUIPAGGIAMENTISPECIALI 3ALVOMODIlCHEDIPREZZO/FFERTAVALIDAlNOALNOVEMBRE freemont.fiat.ch Eticamente di Fabio Franceschini Fatti salvi l’onore, la reputazione e l’immagine di ognuno Si continua a parlare del ddl sulle intercettazioni entrato nel gergo quotidiano come “legge bavaglio”. Nonostante la devastante crisi economica, i problemi del lavoro e delle famiglie, che, dopo l’aut aut europeo, impone al mondo politico di rivolgere lì lo sguardo e l’impegno, sembra invece che la “vera” urgenza del Paese sia fare una legge che metta il “silenziatore” alla libera informazione e alle notizie. Dietro il pretesto della tutela della privacy si nascondono, infatti, i disegni di coloro che sembrano preoccupati ad imporre il silenzio sui fatti e misfatti della cronaca di tutti i giorni, sull’intreccio sempre più pesante tra politica e malaffare. Una storia vecchia: da tempo ormai una certa classe politica cerca in vario modo di circoscrivere la libertà di informazione, quasi fosse un’esigenza fortemente sentita dall’elettorato; anche se nei fatti appare un tentativo di insabbiare e tutelare interessi particolari. Un obiettivo che accomuna tutti i parlamentari: la ‘legge bavaglio’ sembra gradita a tutte le forze politiche presenti a Montecitorio in maniera trasversale. D’altronde, è noto che la prima proposta di “legge bavaglio” fu presentata dal centrosinistra il 17 aprile 2006 e venne approvata con un voto unanime da tutte le forze politiche nessuna esclusa; il che la dice lunga su quale sia il pensiero prevalente a proposito di libertà di stampa, considerata una questione che si deve affrontare nelle stanze del potere e non sul mercato dell’informazione in un rapporto esclusivo fra giornalisti e lettori. Ciò non significa che la libera informazione non debba avere alcun vincolo, al contrario: i limiti sono già stabiliti dal codice penale. Applicandolo altre limitazioni non dovrebbero aver ragione di esistere. Vietare la pubblicazione di intercettazioni pubbliche contraddice ogni logica. Com’è, infatti, possibile che una cosa pubblica non sia pubblicabile? È un controsenso: in quanto pubblica è già stata, per sua natu- ra, in qualche modo, pubblicata. Ma il Parlamento italiano sembra impermeabile a questo tipo di ragionamento. Di diverso avviso la corte di giustizia europea: ha addirittura affermato che la libertà d’informazione è talmente importante e prevalente su tutti gli altri diritti, compreso quello alla privacy, che il giornalista ha il diritto di pubblicare notizie coperte da segreto istruttorio o investigativo nel caso in cui queste riguardino personaggi pubblici. In Italia già è vietato pubblicare notizie coperte da segreto istruttorio e ora si vuole proibire di diffondere un certo tipo di notizie comunque pubbliche. Le limitazioni riguardano anche l’intoccabile internet: immediate le reazioni degli interessati in riferimento all’art. 29 del ddl sulle intercettazioni nel quale si legge che: «Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono». Chiunque, quindi, sentendosi offeso da un contenuto di un blog, potrebbe arrogarsi il diritto di chiederne la rimozione entro 48 ore di tempo. Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell’onore e dell’immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall’articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione. Siamo arrivati al punto che bisogna mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all’arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro, invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per “non avere problemi”. Allo stato attuale, se il Governo non cambierà strada, è lecito attendersi la mobilitazione di una parte della società per la promozione di un referendum contro una legge che, se approvata, lede la democrazia del nostro paese. la Rivista n. 11 Novembre 2011 23 ,QWHU,.($6\VWHPV%9 ( ( ' , ( 9 2 8 1 $ 63$=,2 9LHQLQHOQRVWURQHJR]LR,.($'DQRLWURYHUDL 9LHQL 9 QHO QRVWUR QHJR]LR ,.($ 'D QRL WURYHUDL IIDQWDVWLFKHLGHHUHJDORHWXWWRTXHOORGLFXLKDL ELVRJQRSHULOWXR1DWDOH E ,QWHU,.($6\VWHPV%9 Novità per le pensioni degli italiani all’estero Dal mese di febbraio 2012 la Citibank sarà il nuovo gestore del servizio di pagamento delle oltre 411.000 pensioni erogate dall’INPS a nostri connazionali residenti all’estero Nel luglio del 2010 Citibank si è aggiudicata la gara, bandita dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, per l’affidamento del servizio di pagamento delle oltre 411.000 pensioni a connazionali residenti in 131 Stati. In seguito, a maggio di quest’anno, INPS e Citibank hanno firmato, dopo un lungo negoziato, il disciplinare per l’esecuzione del suddetto servizio per il prossimo triennio. Citibank, che ha al suo attivo una notevole esperienza nei pagamenti pensionistici all’estero, gestendoli per conto di 15 Nazioni, tra cui il Regno Unito e gli Stati Uniti (circa un milione e mezzo di pensioni), subentrerà così all’Istituto delle Banche Popolari (ICBPI), che dopo tre anni termina il servizio con il pagamento del rateo di gennaio 2012. Le modalità di pagamento non cambiano Non presentano sostanziali novità i metodi di pagamento: accredito su conto corrente bancario; riscossione in contanti allo sportello; spedizione a domicilio di assegno di deposito non incassabile. Gli Istituti di credito corrispondenti in loco, di norma, resteranno quelli attuali. Il Ministero degli Esteri, tramite la Direzione Generale competente, ha partecipato alla concertazione con l’Istituto e la Banca per impostare le linee di definizione delle modalità di funzionamento del servizio e per assicurare un’adeguata tempistica per la necessaria informazione, attraverso la Rete dei propri Uffici all’estero, e di tutti gli ambienti interessati della nostra collettività. Attivate Ambasciate e Uffici consolari A tal fine il Ministero ha già dato istruzione alle Ambasciate e agli Uffici consolari per un’azione che assicuri la massima sensibilizzazione dell’utenza. Dal canto loro INPS e Citibank il 1° novembre prenderanno diretto contatto con l’utenza interessata con un’operazione di mailing che avrà per destinatari tutti i pensionati residenti all’estero i quali riceveranno un“pacchetto informativo”sul nuovo servizio, che include tra l’altro risposte alle domande più frequenti e istruzioni per la dimostrazione della propria esistenza in vita prevista con cadenza annuale. I pensionati dovranno restituire alla Banca l’apposito modulo incluso nel “pacchetto informativo”, entro il 2 aprile 2012. Alla fine del mese di gennaio del prossimo anno, INPS e Citibank, con una seconda operazione di mailing, ribadiranno ai pensionati che non avessero ancora provveduto, la necessità di far loro pervenire l’attestazione dell’esistenza in vita, pena la possibile sospensione della pensione a partire dal rateo di maggio 2012. A disposizione dei pensionati, INPS e Citibank hanno predisposto specifiche utenze operative: il sito informatico www.inps.citi.com, l’indirizzo di posta elettronica inps. [email protected], nonché venti numeri verdi telefonici in altrettanti Paesi con numerosa presenza di nostri pensionati ai quali, a partire dal 1° novembre prossimo, gli interessati potranno rivolgersi direttamente. la Rivista n. 11 Novembre 2011 25 Burocratiche di Manuela Cipollone Codice Antimafia Principio di trasparenza Emergenza umanitaria Il Codice Antimafia è solo uno dei tanti provvedimenti entrati in vigore il mese scorso con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale che ha registrato nuove ordinanze sull’emergenza emigrazione, ratifiche di accordi internazionali, cambiamenti nella rete consolare italiana all’estero e novità per le amministrazioni locali. Come accennato, è entrato in vigore il 13 ottobre scorso il Codice Antimafia, varato il 6 settembre. Il Codice è suddiviso in cinque libri: la criminalità organizzata di tipo mafioso; le misure di prevenzione; la documentazione antimafia; le attività informative ed investigative nella lotta contro la criminalità organizzata. L’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata; modifiche al codice penale e alla legislazione penale complementare. Abrogazioni. Disposizioni transitorie e di coordinamento. Obiettivo del Codice quello di essere un punto di riferimento normativo e di migliorare l’efficienza delle procedure di gestione, destinazione ed assegnazione dei beni confiscati. In sostanza, si è inteso fare sintesi e innovare leggi varate dal 1956 ad oggi, anche se è stata riordinata la sola materia delle misure di prevenzione (personali e patrimoniali) e quella della documentazione antimafia (per le aziende che contrattano con la Pubblica amministrazione), rimettendo a un futuro intervento la riduzione a “testo unico” del diritto penale sostanziale contro le associazioni di stampo mafioso, intervento che andrà ultimato nei prossimi due anni. Il Codice istituisce la Banca dati centrale delle comunicazioni e le informazioni antimafia; fa dei prefetti le nuove “sentinelle” del rispetto delle regole e della concorrenza; allarga la platea dei destinatari dei controlli antimafia dentro le aziende. Quanto ai beni confiscati alla mafia, il Codice limita la discrezionalità dei tribunali locali in merito alla loro rassegnazione per finalità sociali. Sul fronte dei contratti pubblici, il Codice stabilisce che le pubbliche amministrazioni devono acquisire la documentazione antimafia (Co- 26 la Rivista n. 11 Novembre 2011 municazione antimafia e Informazione antimafia) prima di stipulare contratti o forniture, rilasciare concessioni pubbliche. Conti in regola È entrato in vigore nell’ultimo mese anche il decreto legislativo che introduce sanzioni e “meccanismi premiali” per regioni, province e comuni che abbiano i conti in regola. Il decreto, in particolare, prevede che per il “principio di trasparenza” anche le regioni debbano redigere una relazione di fine legislatura che contenga, come prevede l’articolo 1,“la descrizione dettagliata delle principali attività normative e amministrative svolte durante la legislatura”, con specifico riferimento al sistema ed esiti dei controlli interni; ad eventuali rilievi della Corte dei conti; alle eventuali carenze riscontrate nella gestione degli enti sottoposti al controllo della regione, degli enti del servizio sanitario regionale”, e indicando le azioni intraprese per contenere la spesa, “con particolare riguardo a quella sanitaria”. La relazione deve contenere, infine, lo stato certificato del bilancio regionale. Diversi gli accordi internazionali entrati in vigore nell’ultimo mese: tra questo, quello siglato nel 2007 tra italia e Argentina per la mutua assistenza amministrativa per la prevenzione, l’accertamento e la repressione delle infrazioni doganali; stessa sorte per l’Accordo nel campo della cooperazione militare siglato nel 2006 tra con il Marocco, e per l’Accordo di partenariato economico tra gli Stati del Cariforum, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall’altra, siglato nel 2008. Tra i provvedimenti ratificati dal Ministero degli Esteri, la soppressione del Vice Consolato di Iskenderun – Alessandretta, in Turchia, divenuto Consolato Onorario e posto alle dipendenze del Consolato a Smirne, e la limitazione delle funzioni consolari del titolare del Consolato onorario a Lucerna, Alberto Grilli, che fa riferimento al Consolato Generale a Zurigo. In Gazzetta altre ordinanze per fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria in relazione all’eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai paesi del Nord Africa: la prima per prorogare al 31 dicembre del 2012 lo stato di emergenza umanitaria; l’altra per prorogare, di altri sei mesi, i permessi di soggiorno rilasciati per motivi umanitari. L’ordinanza indica in 2.598.000 euro il costo massimo del provvedimento a carico del Fondo nazionale della protezione civile. Rimanendo in argomento, è stata pubblicata un’altra ordinanza per “ulteriori disposizioni urgenti di protezione civile” per affidare “in termini di somma urgenza”, il servizio di messa in sicurezza, rimozione, trasporto, demolizione e recupero/smaltimento delle imbarcazioni usate dagli scafisti. Per farlo, l’ordinanza stanzia 200.000 euro. HUf]ZZUX]gc`UUbXUhUgc[[YhhUUX]gdcb]V]`]h{ hUggY gbUW_ VU[U[`]cYa][`]U]bW`igY Novità per Expo 2015 La Corte di cassazione anche questo mese dà conto di una nuova proposta di legge di iniziativa popolare questa volta diretta alla interpretazione autentica dell’articolo 53 della Costituzione: la proposta di legge, in particolare, mira ad introdurre questo inciso: “non costituisce ragione di capacità contributiva il reddito derivante dal lavoro in tutte le sue forme e applicazioni: organizzative, esecutive, intellettuali, tecniche e manuali”. Con un decreto emanata in luglio e pubblicato solo il mese scorso, diventa ufficiale la nomina dei componenti del Consiglio di amministrazione dell’ENIT - Agenzia nazionale del turismo, presieduta da Matteo Marzotto. Alla vice presidenza Mauro Di Dalmazio, coordinatore degli Assessori regionali in materia di turismo. Gli altri membri del cda sono Bernabò Bocca, Flavia Coccia e Maurizio Melucci. Con un decreto del Presidente del Consiglio si introducono modifiche ad un precedente provvedimento contenente “Interventi necessari per la realizzazione dell’EXPO Milano 2015”: tra le modifiche apportate, quella del Commissario straordinario del Governo, carica che, alla luce delle recenti elezioni, compete ora al nuovo sindaco di Milano Giuliano Pisapia. I Presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, è invece stato nominato Commissario generale dell’EXPO. Gli altri articoli del decreto specificano i compiti di entrambi. Infine, anche il nostro Paese ha risposto con un decreto ad hoc pubblicato in Gazzetta (Dichiarazione dell’eccezionale rischio di compromissione degli interessi primari in conseguenza del rientro sulla terra del veicolo spaziale NASA UPPER atmosphere research satellite - UARS) all’allarme della Nasa, poi verificatosi inutile, circa il pericolo derivato dalla caduta di pezzi di satellite sul suolo italiano. Inutile perché, alla fine, il satellite è caduto nell’Oceano Atlantico. EXjZ\ckX^`ljkXg\ic»BkXc`X' <XkXe`X%IXc\idf% ;i`e[`j`%HcY`Xf EXd\`XM\id\ klkkf`eZcljf[X .. L?i'# DfYbchUn]cb]giU]fVYf`]b"Wca ]bU[Ybn]Uj]U[[]cddifY U``c$,(,+'+,$$$ $,G:f"#a]b" la Rivista n. 11 Novembre 2011 27 ,QPRGRFKHDUULYDWHLQWHPSRGDLYRVWULFDUL &RQUHJDOLDSSHWLWRGLGHOL]LHIHVWLYHHVRJQLQDWDOL]L 7PHUVKP]VSV PU]LYUHSLMLZ[P]V +PJLTIYL +LZ[PUHaPVUP :H+V3\U4HY4LY.PV=LU:HI+VT3\U4HY4LY.PV=LU:HI+VT3\4H KHWLYA\YPNV .LUUHPV )HYP )YPUKPZP *H[HUPH 3HTLaPH;LYTL ]VSPVNUPNPVYUVK\YHU[LSºPU]LYUV (WWYVÄ[[H[LVYHKLSSVZJVU[VKP,\YVZ\PUVZ[YP]VSPWLY3HTLaPH;LYTL)HYP)YPUKPZPL*H[HUPHK\YHU[LPNPVYUPMLZ[P]P 0UWP]PVMMYPHTVJOPSPHNNP\U[P]PKPIHNHNSPVPUMYHUJOPNPHWLYP]VZ[YPYLNHSP 7LYHWWYVÄ[[HYLKLSS»VMMLY[HZ\SIHNHNSPVPUMYHUJOPNPH\UH]VS[HLMML[[\H[HSHWYLUV[HaPVULZ\^^^OLS]L[PJJVT ZPWYLNHKPJVU[H[[HYLPSUVZ[YV*LU[YVKP(ZZPZ[LUaHHSU\TLYV 03=6:;96*6+0*,*6<765!3*51<8?/ *V\WVU]HSPKVZ\P]VSPWLYKH)HYP)YPUKPZP3HTLaPH;LYTL*H[HUPH =HSPKVKHSHSÏWVZZPIPSL\[PSPaaHYL\UZVSVJV\WVUWLYWYLUV[HaPVUL 7V[L[LWYLUV[HYLPS]VZ[YV]VSVPU7\NSPHVHS[YLKLZ[PUHaPVUPZ\^^^OLS]L[PJJVTVJVU[H[[HUKVPSUVZ[YV:LY]PJL*LU[LYHSU\TLYV Angolo fiscale di Tiziana Marenco Gli Accordi sull’imposta liberatoria e la regolarizzazione anonima di capitali non dichiarati (2 parte) a La seconda parte dell’Accordo firmato con la Germania, sulla quale ci soffermiamo in questo numero dell’Angolo Fiscale, è dedicata alle modalità di regolarizzazione dei capitali non dichiarati in passato. La regolarizzazione riguarda esclusivamente capitali depositati presso un agente pagatore in Svizzera in data 31 dicembre 2010. Non sarà quindi possibile trasferire nuovi capitali in Svizzera allo scopo di regolarizzarli. In casi eccezionali sarà invece possibile versare su un conto preesistente e tuttora aperto al momento dell’entrata in vigore dell’Accordo il 1° gennaio 2013 un ammontare pari ai prelievi effettuati sullo stesso conto negli ultimi anni. Capitali non più depositati in Svizzera in data 31 dicembre 2010 non ricadono sotto le disposizioni dell’Accordo stipulato con la Germania. La regolarizzazione si effettua secondo il sistema “pay or disclose”: il contribuente può scegliere tra il pagamento forfettario di un’imposta liberatoria e l’invio delle informazioni riguardanti i suoi averi al fisco del suo paese di residenza. Il pagamento forfettario viene determinato nel caso dell’Accordo con la Germania analogamente ai conteggi effettuati nell’ambito della procedura tedesca di autodenuncia. La formula di calcolo prende in considerazione una componente di capitale e una di reddito; il reddito si presume essere in media del 3%. Il tasso finale determinato sulla base di una formula di calcolo che si trova in appendice all’Accordo può variare tra il 19% e il 34%. Al cliente che sceglie di versare anonimamente l’imposta liberatoria l’agente pagatore rilascerà un certificato che conferma la sua identità, il pagamento effettuato e i conti o capitali per i quali è stata versata l’imposta. Secondo gli Accordi firmati con Germania e Regno Unito, il versamento dell’imposta consuma le imposte sui redditi, l’imposta sulla sostanza, quelle sulle successioni e donazioni, l’imposta sul valore aggiunto come pure eventuali imposte su industrie e commerci (e relativi interessi e multe). Non vi è tuttavia effetto liberatorio secondo il tenore dell’Accordo firmato con la Germania per delitti ai sensi del § 370a Abgabeordnung AO (evasione organizzata e per mestiere, nel frattempo abrogato) come pure nel caso le autorità competenti avessero già raccolto prima del 21 settembre 2011, data della firma dell’Accordo, indizi sufficienti a perseguire un delitto fiscale e il contribuente ragionevolmente doveva esserne al corrente (come sembra essere il caso per i CD illegalmente prodotti ed in seguito venduti o trasmessi alle autorità tedesche e francesi). Ancora più severo su questo punto l’Accordo con il Regno Unito, che dà tempo alle autorità britanniche sino al 1° gennaio 2013 per aprire un’indagine nei confronti di un contribuente vanificando così la possibilità di versare l’imposta liberatoria per il tramite dell’agente pagatore svizzero. Se l’Accordo con la Germania come previsto entrerà in vigore il 1° gennaio 2013, le banche domanderanno ai clienti di comunicare entro il 31 maggio 2013 se preferiscono versare l’imposta liberatoria o comunicare volontariamente i dati concernenti i loro averi, per il tramite dell’Amministrazione Federale delle Contribuzioni (AFC), al fisco del loro paese di residenza. I dati inclusi nella comunicazione sono i seguenti: • Identità; • No di carta d’identità o passaporto; • Nome e indirizzo dell’agente pagatore; • No di cliente; • Saldo alla fine dell’anno per gli anni 2002–2012 In caso di mancata risposta di un cliente, l’agente pagatore sarà obbligato ad addebitare l’imposta liberatoria sul conto del cliente o, in mancanza di copertura, a comunicare i dati e parametri sopra citati all’AFC, la quale li trasmetterà in seguito al fisco straniero. (continua) [email protected] la Rivista n. 11 Novembre 2011 29 &LR¶FKHSUDWLFKLDPRGDO KDRJJLXQQRPH )DLU5HODWLRQVKLS%DQNLQJ 7XWWHOHSXEEOLFD]LRQLEDQFDULHDIIHUPDQRFKHLOFOLHQWHqLO©FHQWUR GHOO¶DWWHQ]LRQHªFRVDVLJQL¿FDFRQFUHWDPHQWHTXHVWDIUDVH" (FRPHIDUHSHUQRQSHUGHUHGLYLVWDTXHVWR©FHQWURGHOO¶DWWHQ]LRQHª IUDLWDQWLVVLPLLPSHJQLGLXQ¶D]LHQGDPRGHUQD" 'DSLGLDQQL)LQWHU%DQN=XULFKEDQFDVYL]]HUDGLTXDOLWj SHUFRUUHODSURSULDVWUDGDLQDXWRQRPLDODQRVWUDSUHVHQ]DVXO PHUFDWRqVHPSUHVWDWDPROWRULVHUYDWDPDFKLKDYROXWRFRQRVFHUFL PHJOLRKDSUHVWRVFRSHUWRFKHGDQRLLOFRQFHWWRGL©YDORULªDVVXPH XQ¶LPSRUWDQ]DPROWRULOHYDQWH )DLU5HODWLRQVKLS%DQNLQJqFLzFKHLFOLHQWLSRVVRQRFKLHGHUFLH FKHQRLGREELDPRGDUHORURSHUWXWWLLFOLHQWLFKHQRQVLDFFRQWHQWDQR GLSURPHVVHPDFKHGHVLGHUDQRSURYDUHGDYYHURTXDQWRSRVVDHVVHUH GLYHUVRLO3ULYDWH%DQNLQJ 3HUXOWHULRULLQIRUPD]LRQL!ZZZILQWHUFK )DLU5HODWLRQVKLS%DQNLQJ 6HGHFHQWUDOH)LQWHU%DQN=ULFK6$&ODULGHQVWUDVVH&+=XULJR 6HGLH$IILOLDWD/XJDQR&KLDVVR1DVVDX%DKDPDV $VVLFXUD]LRQHYLWD)LQWHU/LIH9DGX]/LHFKWHQVWHLQ Angolo legale di Massimo Calderan Diritto italiano: aumento di capitale in presenza di perdite Il diritto italiano, come d’altronde anche quello svizzero, prevede che in caso di perdite rilevanti in una società di capitali come misura si riduca il capitale sociale. Infatti, quando risulta che il capitale di una SPA o SRL è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite, gli amministratori, e in caso di inerzia il collegio sindacale, devono “senza indugi” convocare l’assemblea dei soci, alla quale devono sottoporre una relazione sulla situazione patrimoniale della società e proporre gli opportuni provvedimenti. Se entro l’esercizio successivo la perdita non risulta diminuita a meno di un terzo, l’assemblea ordinaria dei soci che approva il bilancio di tale esercizio deve ridurre il capitale sociale in proporzione delle perdite accertate. In tal caso, si tratta di una riduzione di capitale obbligatoria. Quando la perdita è inferiore a un terzo, una eventuale riduzione di capitale è facoltativa. Queste riduzioni, comunque, sono soltanto “nominali”, perché effettivamente non viene ridotto il patrimonio della società, ma soltanto il capitale sociale nominale. Quando per la perdita di oltre un terzo del capitale, questo è inferiore al minimo legale (attualmente: EUR 120.000 per la SPA, EUR 10.000 per la SRL), gli amministratori devono “senza indugi” convocare l’assemblea dei soci per deliberare la riduzione del capitale sociale e il contemporaneo aumento dello stesso ad una cifra non inferiore al minimo legale. La Commissione Società del Consiglio Notarile di Milano, con la massima n. 122 del 18 ottobre 2011 ha precisato che, in materia di aumenti di capitale, nel caso in cui una società di capitali abbia maturato delle perdite, è possibile aumentare il capitale sociale, senza alcuna preventiva copertura della medesima perdita, ovvero senza preventiva riduzione del capitale sociale, se tale aumento ripristina la situazione patologica venutasi a creare. Quindi, anche se le perdite erodono il capitale al di sotto del minimo legale, sarà possibile procedere direttamente all’aumento dello stesso in modo tale da annacquare le perdite e riportarle sotto il livello di guardia. Secondo la massima dei notai milanesi la de- liberazione di un aumento del capitale non può essere impedita dalla presenza di perdite superiori al terzo del capitale, anche tali da ridurre il capitale stesso ad un importo inferiore al minimo legale previsto per le SPA e le SRL. L’aumento del capitale è legittimo dove “sia in grado di ridurre le perdite ad un ammontare inferiore al terzo del capitale e di ricondurre il capitale stesso, se del caso, a un ammontare superiore al minimo legale”. Pertanto, la massima elenca le ipotesi in cui l’aumento di capitale può essere disposto: (1) nel caso di perdite incidenti sul capitale per non più di un terzo; (2) nel caso di perdite incidenti sul capitale per più di un terzo, (a) se il capitale non si sia ridotto al di sotto del minimo legale (i) in sede di “opportuni provvedimenti”; (ii) in qualsiasi momento antecedente l’assemblea di approvazione del bilancio dell’esercizio successivo rispetto a quello in cui la perdita è stata rilevata; (iii) in sede di assemblea di approvazione del bilancio dell’esercizio successivo rispetto a quello in cui la perdita è stata rilevata, a condizione che si tratti di un aumento di capitale da sottoscrivere tempestivamente in misura idonea a ricondurre la perdita entro il terzo; (b) se il capitale si sia ridotto al di sotto del minimo legale, in sede di assemblea convocata dagli amministratori, a condizione che si tratti di un aumento di capitale da sottoscrivere tempestivamente in misura idonea a ricondurre la perdita entro il terzo. In conclusione, potrebbe non essere mai necessaria la preventiva riduzione del capitale sociale ad assorbimento delle perdite se l’aumento di capitale diretto ripristina le situazioni venutesi a creare che la massima definisce“patologiche”, ossia la presenza di perdite superiori a un terzo del capitale. Nemmeno quando le perdite erodono il capitale al di sotto del minimo legale. Tali situazioni finora sono sempre state risolte riducendo in un primo momento il capitale sociale onde ottenere il riassorbimento completo delle perdite e subito dopo, in caso il capitale fosse inferiore al minimo legale, aumentandolo onde ripristinare il minimo di legge. [email protected] la Rivista n. 11 Novembre 2011 31 Convenzioni Internazionali di Paolo Comuzzi Stabile organizzazione in Italia Una sentenza recentissima (7 Ottobre 2011) e alcuni principi che si possono trarre dalla stessa La stabile organizzazione, come abbiamo sempre detto, è un elemento essenziale1 per giungere alla tassazione del reddito di una impresa estera nell’ambito di uno stato che abbia proceduto alla firma di una convenzione contro le doppie imposizioni. In buona sostanza è solamente in presenza di questo elemento di fatto2 che lo Stato contraente (diciamo lo Stato A) può giungere alla tassazione del reddito che l’impresa Z (residente fiscale nello Stato B) produce nel suo territorio. Questa impostazione, per quanto riguarda l’ordinamento italiano, è molto chiara: il reddito di impresa può essere oggetto di tassazione in Italia solo in presenza di una stabile organizzazione del soggetto estero e questa affermazione è certamente netta e circostanziata nell’ambito del complesso normativo che regola il nostro sistema tributario e non può essere messa in discussione. Questa affermazione nasce in primis dalla norma interna (ovvero il nostro Testo Unico delle imposte dirette) e quindi si afferma pienamente nelle clausole delle convenzioni contro le doppie imposizioni che sono state firmate dal nostro paese (e che trovano nel modello OCSE una formulazione di base). Va anche precisato che la normativa fiscale italiana, a scanso di equivoci, si fa carico, di fornire una definizione domestica di stabile 1 2 3 4 5 32 la organizzazione e questa definizione è importante quando esistono incertezze circa l’esistenza della stessa e queste riguardano società residenti in paesi che non hanno concluso alcuna convenzione contro le doppie imposizioni con l’Italia3. Infatti, per determinare la soggezione alla tassazione del soggetto estero si deve sempre partire da quella che è la norma interna (se già questa esclude qualsiasi forma di tassazione allora è inutile fare un qualsiasi riferimento alla convenzione) e solo dopo si deve fare un esame della eventuale convenzione in essere4. Questo perché la norma convenzionale non può che limitare il diritto alla tassazione mentre non esiste alcuna convenzione contro le doppie imposizioni che possa favorire una espansione di questo diritto5 alla tassazione. Stabilito questo punto è interessante vedere cosa abbia affermato la Cassazione con la sentenza del giorno 7 Ottobre 2011 (numero 20597) che è stata recentemente commentata (Eutekneinfo 8 Ottobre 2011). La Cassazione La Cassazione si è fatta cura di indicare alcuni principi e tra questi: 1. Una organizzazione produttiva articolata in molteplici sedi (tra loro distinte ma ovviamente connesse) ed integrate in una struttura di carattere unitario non è certamente un elemento preclusivo alla Del resto su questa strada si è messa anche la Cassazione. L’analisi circa la esistenza della stessa è affidata a considerazioni fattuali prima che giuridiche. La esistenza di una stabile organizzazione deve essere valutata prima con riferimento alla normativa interna e quindi alla normativa convenzionale (che deroga alla norma interna). La norma interna può essere applicata in deroga al principio stabilito nella convenzione contro le doppie imposizioni solo quando detta norma interna sia più favorevole al contribuente. Questo è un principio essenziale del diritto tributario internazionale: mai la convenzione allarga il diritto di tassare. Rivista n. 11 Novembre 2011 esistenza di una stabile organizzazione in Italia del soggetto estero (a maggior ragione quando esiste una direzione di carattere unitario). 2. La mancanza di indipendenza di queste diverse sedi (nel caso di specie società) rende più evidente la esistenza di questa stabile organizzazione. Sono due affermazioni che in se stesse appaiono anche corrette (di fatto, le società presenti sul territorio Italiano sono articolazione della società estera) ma che devono poi calarsi nella realtà ovvero nella ricerca di un conto economico di questa stabile organizzazione e quindi del reddito che lo stessa viene a generare ed in questo senso un esempio potrebbe certamente essere utile. Se affermiamo che il soggetto Z (residente fiscale in B) agisce in Italia mediante una stabile organizzazione e sappiamo che in Italia il soggetto Z possiede la società (A) vi sono due possibilità: a) possiamo enucleare all’interno di (A) o al suo fianco una stabile organizzazione di (Z) [si pensi alla società A che vende scarpe ma che al suo interno ha una divisione composta da personale dedito alla firma di accordi per la vendita di prodotti diversi, contratti che esegue direttamente Z] o possiamo dire che è la stessa (A) ad essere una stabile organizzazione di Z. Nel primo caso è ovvio che nessun problema può insorgere a carico di (A) in quanto il soggetto Z ha una propria organizzazione in Italia e quindi è di Z che dobbiamo occuparci giungendo alla stesura di un conto economico e quindi della relativa (ed omessa) dichiarazione dei redditi. Nel secondo caso il tema diventa complesso in quanto (A) è da ritenere talmente compenetrata in Z da essere essa stessa una pura articolazione. Questa differenza nella sentenza (o almeno dai commenti) non emerge e quindi non è dato sapere se del problema siano state investite le società italiane (articolazioni in Italia di Z) o se il problema sia rimasto a carico della sola Z. In merito all’articolazione l’affermazione della Cassazione ci pare corretta in quanto il concetto di stabile organizzazione dovrebbe essere un concetto sostanziale (da affermare a seguito di un esame di fatto) e non un mero concetto di carattere giuridico formale. In presenza di una situazione per cui si ha che: Z possiede in Italia una società produttiva ed una commerciale è lecito pensare che sussista (in principio) una stabile organizzazione della stessa Z e questa affermazione diviene lecita nel momento in cui la stessa Z viene a definire le politiche di produzione e di vendita e si ingerisce nella attività delle due com- pagini sociali formalmente autonome ma di fatto eterodirette. È difficile negare che in questa situazione Z non abbia in Italia una stabile organizzazione nella forma del luogo di svolgimento della attività (che è una delle forme che può assumere la stabile organizzazione che, lo ricordiamo, può essere anche una stabile organizzazione di carattere personale cosa che avviene in presenza di agenti con poteri di firma che direttamente impegnano il mandante). In questa situazione è lecito pensare che quel profitto che Z apprende (e che magari risulta “in modo imperfetto” nella dichiarazione annuale del rappresentante IVA) e che viene tassato solo nello Stato di residenza di Z sull’assunzione che non sussista alcuna stabile organizzazione sia invece da tassare (almeno in parte) in Italia ovvero nello Stato in cui viene svolta (almeno parzialmente) una parte dell’attività. Questa affermazione trova fondamento se, da un’analisi di fatto, si riesce a dare dimostrazione compiuta del modo di operare delle società italiane (ovvero della sostanziale etero direzione delle stesse) e quindi diventa importante il modo in cui viene condotta la verifica fiscale e diviene centrale il modo in cui sono raccolti gli elementi che poi vengono portati a supporto. Si ritiene che a questa fattispecie possa essere applicata la sentenza della Corte di Cassazione ed i principi che la stessa ha proceduto a stabilire. Conclusione Come si vede siamo in presenza di un tema che presenta dei notevoli principi di complessità in primis in materia di indagine. Occorre che il verificatore sia molto attento nell’approfondire alcune situazioni di fatto che possono evidenziare una sostanziale etero direzione della società italiana e / o una presenza all’interno delle stesse di un nucleo di persone che di fatto genera revenues per la società estera mentre i costi di queste persone restano a carico della società residente fiscale in Italia. Questo è certamente un caso palese per cui la società Z viene ad apprendere un reddito maggiorato (perché scarica su altri i costi) ed evita una qualsiasi forma di tassazione nell’ambito dello Stato (A) in cui opera “di nascosto”. In questa situazione una ripresa di carattere fiscale deve riguardare due entità: in primis la società italiana che al suo interno ha dei costi la cui inerenza appare quantomeno dubbia (personale che non porta alcun vantaggio) e quindi la società estera che opera in Italia mediante una stabile organizzazione (della quale deve essere ricostruito un conto economico prima di giungere ad una tassazione). la Rivista n. 11 Novembre 2011 33 Lucasdesign.ch BANCHIERI SVIZZERI DAL 1873 FIDUCIA E PASSIONE. È BSI. BSI AG Schützengasse 31 CH-8021 Zürich tel. + 41 058 809 81 11 fax + 41 058 809 83 68 www.bsibank.com BSI si prende cura di voi e del vostro patrimonio ogni giorno. Con la competenza di un esperto e la sensibilità di un amico. A company of the Generali Group Talenti altrove di Chiara Rinaldi Elisa Alfieri: un’esperta di princìpi contabili internazionali All’estero per amore... della lingua tedesca! Questo mese incontriamo Elisa Alfieri, Executive Director presso la società Ernst & Young a Zurigo. Elisa ha un hobby interessante: la sua professione. Ma ama anche l’internazionalità, scoprire persone e culture nuove e vivere la diversità. Perchè all’estero? Per amore... della lingua tedesca! Mi sono appassionata a questa lingua quando ero ancora al liceo e ho continuato a studiarla assiduamente. Dopo la laurea ho cominciato a lavorare in una società di revisione a Milano e ho cercato di avere contatti con i miei colleghi tedeschi. A quei tempi, il 1991, poco dopo l’unificazione tedesca, il mercato tedesco era in crescita e si trovava lavoro facilmente. Così dopo 2 anni mi sono trasferita a Düsseldorf con la stessa società per fare un’esperienza lavorativa all’estero. Avevo intenzione di restare solo due anni, ma i miei piani cambiarono già dopo una settimana, quando incontrai il mio futuro marito. E come sei arrivata in Svizzera? Dopo 7 anni a Düsseldorf ho cambiato datore di lavoro e mi sono trasferita a Francoforte per seguire mio marito. Dopo tanti anni nella revisione contabile, nel 2004 ho colto al volo l’offerta di trasferirmi nell’ufficio londinese e specializzarmi nei principi contabili internazionali. Il soggiorno a Londra è stato uno dei periodi più intensi e più ricchi della mia vita non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche a livello personale con una varietà di esperienze in un ambito veramente multiculturale. Dopo 2 anni e mezzo, mi è stato proposto di rientrare in Germania, ad Amburgo, dove si era costituito il competence center per i principi contabili internazionali. Con i contatti sviluppati a Londra in poco tempo ho trovato invece una posizione presso la sede svizzera della stessa società e mi sono trasferita qui nel 2007. E la Svizzera è stata una sorpresa fantastica. Dal punto di vista lavorativo, questo è il paese dei gruppi multinazionali quotati, che preparano i loro bilanci secondo i principi contabili internazionali e quindi posso sfruttare al meglio la mia specializzazione e far parte del network internazionale della mia società che sviluppa interpretazioni e studi nel campo degli International Financial Reporting Standards. Poi, in Svizzera posizionarsi è più facile, i percorsi sono molto più brevi e i rapporti professionali sono meno formali. L’ambiente lavorativo è ottimo, il migliore tra i paesi dove ho lavorato finora. La caratteristica principale è l’internazionalità: io ed i miei colleghi rappresentiamo più di trenta nazionalità diverse! E quindi non tornerai più in Italia? Mio marito non parla italiano e non ha mai voluto impararlo, penso perché inconsciamente non voglia lasciare la Germania, dove attualmente lavora. Quindi no, non ho mai pensato di tornare in Italia. Penso comunque che se tornassi con la mia esperienza professionale potrei accedere a delle posizioni lavorative interessanti: tutti i miei ex-colleghi hanno buone posizioni. Quali sono i problemi principali che vedi in Italia? L’organizzazione è molto gerarchica e c’è anche il problema della mentalità. In Germania, una volta chiarito il problema, si passa all’azione. In Italia c’è molta meno certezza di realizzare quanto pianificato. La Svizzera è caratterizzata da un’altissima flessibilità e da un eccezionale pragmatismo nell’affrontare i problemi e le strutture organizzative sono meno rigide. Credo che uno dei maggiori problemi sia la mancanza di flessibilità nel mercato del lavoro, ed i contratti a termine non sono certo la soluzione. C’è paura di assumere a tempo indeterminato, soprattutto i giovani che quindi cercano migliori opportunità all’estero. D’altra parte, manca la mobilità. La gente non vuole spostarsi per cercare lavoro, negli altri paesi lo si fa molto di più. Ciò, in gran parte, è dovuto ai legami con la famiglia. I genitori oggi stanno economicamente meglio dei figli che quindi restano a casa e sono meno incentivati a cercare. A volte, è proprio il modesto stipendio iniziale che costringe i giovani a restare in famiglia. Un’altra problematica del mercato lavorativo italiano, è il lavoro nero con entrate in forme non dichiarate, forme pseudo legali con arrangiamenti “all’italiana”. Se si mette al confronto il mercato del lavoro in Italia con quello svizzero, si nota immediatamente il contrasto in termini di flessibilità: in Svizzera la perdita o il cambio del posto di lavoro è visto come un’opportunità per migliorare la propria posizione; in Italia, quando uno ha trovato un lavoro, se lo tiene stretto! Sei a conoscenza della legge varata per favorire il rientro dei giovani in Italia? Sinceramente no, non ne ho mai sentito parlare. la Rivista n. 11 Novembre 2011 35 FABIOLA GIANETTONI & MILENA CASAGRANDE ORE 14.00 A LUGANO Testo: DAVE HERTIG foto: WILLY SPILLER 36 la Rivista n. 11 Novembre 2011 Le modelle presentano le ultime collezioni. A sinistra: pima era un cinema, oggi è l’«Atelier Fabiola»: Milena Casagrande (a sinistra) con Fabiola Gianettoni. Milena Casagrande cura la clientela facoltosa presso ABN AMRO Lugano. Il giorno dopo la sfilata di moda dell’Atelier Fabiola, si reca a Como insieme alla titolare Fabiola Gianettoni per visitare una delle migliori manifatture tessili d’Europa. Di ritorno a Lugano, durante il pranzo, a Fabiola viene in mente un’idea brillante. Milena: effettivamente, le soluzioni di cui parla non sono «prêt à porter»: è necessario ascoltare con la massima attenzione per capire e poi interpretare il messaggio del cliente. Fabiola Gianettoni: ci scambiamo i ruoli? Milena: con tutti questi parallelismi possiamo anche continuare a svolgere la nostra vera professione. Milena Casagrande: lei lavora come Private Banker e io gestisco l’atelier? Ottima idea. (sorridono entrambe) Fabiola: in entrambe le nostre attività sono fondamentali la fiducia, la serietà e la discrezione. Milena: quale aspetto del mio lavoro la interesserebbe? Fabiola: penso che nella sua professione si debba essere innovativi, al fine di trovare le soluzioni ideali per i suoi clienti. E sicuramente deve anche essere una buona psicologa per capire cosa occorre alle persone, quello che cercano. Fabiola: le clienti, innanzitutto, vogliono avere la certezza di potersi fidare prima di esprimere il loro desideri. Ed è solo a questo punto che capiamo quale stile si addice alla personalità del cliente. Milena: anche le sue clienti, come le mie, devono avere l’assoluta certezza che le loro preferenze e confidenze rimangono altrettanto segrete, come se fossero custodite in una cassetta di sicurezza? Fabiola: sì, tutto resta assolutamente confidenziale - nemmeno mio marito verrà mai a sapere nulla. Le clienti vengono da noi per trovare la moda migliore, ma la discrezione è altrettanto importante per loro. la Rivista n. 11 Novembre 2011 37 Il cuore dell’«Atelier Fabiola»: qui nascono le creazioni della casa. A Destra: Fabio Bernasconi del Gruppo Ratti presenta a Fabiola Gianettoni le nuove stoffe. Milena: capisco benissimo cosa intende, perché nella mia professione la discrezione è forse l’aspetto più importante. I clienti chiedono performance e soluzioni intelligenti alle loro problematiche, talvolta molto complesse, e per conseguire gli obiettivi è importante comprendere il loro modo di vivere e di essere. Spesso le conversazioni si evolvono e trattano della vita quanto dei numeri. Tra l’altro, ho notato un’altra analogia. Fabiola: quale? Milena: quasi. Ho un’ultima domanda. Ammiro le donne come lei: svolgono un lavoro molto interessante, fanno progredire la propria attività e, contemporaneamente, riescono ad avere una famiglia. Ma come fa? Fabiola: mi piacerebbe poterle dire - nessun problema - ma voglio essere sincera. Ci sono stati e ci sono spesso momenti in cui desidererei poter fare di più: sia per l’atelier che per la famiglia. La mia vita è un compromesso, ma, in situazioni difficili, i figli hanno naturalmente la priorità. Milena: anche le sue clienti fissano un appuntamento, cosicché può dedicarsi interamente a loro con la massima attenzione, senza essere interrotta o distratta da altro. Fabiola: allora, cosa facciamo, ci scambiamo il lavoro per un po’? Milena: l’idea è certamente divertente anche se naturalmente so che ha dovuto lavorare e imparare per tanti anni, per arrivare a conquistare una posizione come la sua. È comunque affascinante potersi occupare di moda a questo livello. Il suo lavoro mi ricorda l’architettura per interni alla quale dedico parte del mio tempo libero. Fabiola: allora tutto chiaro? (grandi risate, sono ormai al caffè) 38 la Rivista n. 11 11 -Novembre Novembre 2011 2011 ABN AMRO Bank, Via Balestra 11, 6900 Lugano Milena Casagrande Senior Relationship Manager Private Banking [email protected] tel. +41 (0)91 913 81 01, www.abnamro.ch ATELIER FABIOLA, Via Canova 16, 6900 Lugano Fabiola Gianettoni titolare e direttrice tel. +41 (0)91 922 94 70, [email protected] la Rivista n. 11 Novembre 2011 39 Donne in carriera di Ingeborg Wedel Elisa Santoni La prima vittoria è quella contro i propri limiti e difetti Le Olimpiadi di Londra del 2012 sono assai vicine per le atlete che si preparano con il massimo impegno per la conquista del podio. Così ho pensato di dare spazio a queste donne in carriera, in quanto presumo che una buona parte dei nostri lettori sia appassionata di sport e - comunque - interessata alle olimpiadi, avvenimento che laurea le migliori della categoria. Incontriamo Elisa Santoni, che, con il suo gruppo, si presenta per la Ginnastica ritmica. “Sono nata a Roma 23 anni fa, molto legata ai miei meravigliosi genitori e ai due fratelli di 21 e 26 anni, che mi hanno trasmesso amore per lo sport e sani principi: mi hanno amata e non soffocata con aspettative troppo grandi. Mi sono avvicinata, per gioco, a 5 anni alla ginnastica ritmica, con buone doti di ampiezza e di articolarità, buone capacità di coordinazione, fisico longilineo. A queste doti si accompagnavano una forte disponibilità al sacrificio, una grande volontà, una capacità di controllare le emozioni, un innato senso alla competizione. Ho iniziato a gareggiare a 8 anni e dopo solo sei mesi ho subito un intervento al cuore per correggere un difetto congenito di pervietà. I miei famigliari mi hanno incoraggiata, hanno creduto in me anche quando ho deciso a 14 anni - convocata dalla nazionale - di trasferirmi alle porte di Milano presso il centro tecnico federale dove da juniores ho partecipato a due campionati europei. Così è iniziata la mia attività da senior: con le mie compagne ho disputato 4 Europei (1 medaglia d’oro, 5 d’argento, 6 di bronzo.), 6 Mondiali: (4 medaglie d’oro, 8 d’argento, 2 di bronzo.) 2 Olimpiadi (Atene a 16 anni: medaglia argento, Pechino 4° posto). Insomma, in 10 anni di carriera in Nazionale posso affermare con orgoglio che la nostra squadra - di cui sono il Capitano dal 2004 - non è mai scesa dal podio (salvo Pechino ) e che, dal 2002 ad oggi, è riuscita a conquistare complessivamente 71 medaglie in campo internazionale. Non ho però trascurato gli studi: ho conseguito la maturità scientifica e sono iscritta alla Facoltà di Scienze Motorie de L’Aquila. Faccio parte del gruppo sportivo dell’Aeronautica Militare con la qualifica di primo aviere scelto e questo mi consente di dedicarmi con più tranquillità all’attività agonistica. Nel mese di settembre, con la responsabilità di essere la squadra campione del mondo, abbiamo partecipato ai mondiali di Montpelier, ottenendo il terzo oro mondiale consecutivo e poi altre due medaglie d’argento. La mia attività è ora tutta volta alle olimpiadi di Londra. Ci stiamo allenando con concentrazione e umiltà. Abbiamo cercato di rendere i nostri esercizi ancora più difficili; le nostre 40 la Rivista n. 11 Novembre 2011 ore di allenamento sono aumentate, la nostra sincronia resa quasi perfetta la prima vittoria è quella contro i propri limiti e difetti. La carriera agonistica di una ginnasta inizia precocemente e precocemente si conclude (intorno ai 25/26 anni) quindi non credo che interferirà sulla mia vita privata anche se da poco sono legata ad un ragazzo, non penso per ora di creare una famiglia. In questo periodo prevale la mia attività agonistica e non la vita personale”. Elisa ha accettato di buon grado di rispondere alle nostre consuete domande. Cosa significa essere donna piuttosto che uomo in carriera? Significa dover lavorare più degli uomini, per dimostrare sempre di essere all’altezza e lottare contro certi pregiudizi. Significa spesso accettare rinunce che toccano la sfera personale come ad es. la maternità. Di fatto la parità deve essere raggiunta, sulla donna ancora grava la difficoltà di conciliare il lavoro con la famiglia. Troppo spesso professionalità ed impegno non sono sufficienti, troppo spesso non prevalgono il criterio della qualità e dell’eccellenza. Nonostante negli ultimi anni sia miglio- rata la posizione professionale delle donne, permangono ancora purtroppo disparità soprattutto nel ricoprire posizioni al vertice un po’ credo anche per la mancanza di modelli al femminile. Quanto tempo serve ad un’atleta donna per farsi apprezzare? Per anni la competizione è stata considerata prerogativa maschile, vista come dimostrazione di forza e resistenza. Per fortuna la pratica sportiva della donna è andata di pari passo con lo sviluppo culturale e sociale, ma per farsi “apprezzare”, spesso non basta possedere carattere, costanza, ambizione; occorre vincere senza tanti giri di parole. Il tempo necessario per farsi apprezzare? Quello necessario per costruire una vittoria. Quali sono le principali difficoltà? Credo che occorra forse fare una differenza tra la donna che intenda intraprendere una carriera dirigenziale nell’ambito sportivo prerogativa ancora per lo più maschile, che va ad affrontare tutte le difficoltà sopracitate, e la donna che pratica sport e che credo debba abbattere luoghi comuni che la vedono snaturata delle sue caratteristiche femminili per un modello simile a quello maschile. Quando cessa la diffidenza verso la donna atleta? Nel momento che lei stessa prende coscienza che il suo fisico e il suo patrimonio creativo spirituale e umano, sono diversi da quello maschile. La donna deve rimanere donna, non deve competere con gli uomini. Quali sono gli ostacoli? Per quanto riguarda la pratica dell’attività sportiva salvo la maternità, che ovviamente allontana temporaneamente o che, a seconda delle discipline può indurre allo stop, non trovo che la donna affronti più ostacoli rispetto ad un uomo. Per fortuna è caduta la barriera dell’arruolamento nel servizio militare, io stessa faccio parte del Centro Sportivo dell’Aeronautica ed i premi sportivi sono equiparati. Quali sono gli svantaggi? Ricevere poco attenzione da parte dei media: un evento sportivo al femminile ha senz’altro meno rilevanza di uno stesso evento al maschile. Figurarsi se poi, come nel caso dello sport che pratico, la ginnastica ritmica è solo prerogativa femminile! Se non vinci anzi se non dimostri che sei costantemente al top e spesso non è neanche sufficiente, non vi è ritorno di immagine ……ma qui occorrerebbe fare un ‘ulteriore distinzione tra gli sport maggiori e quelli considerati minori. Quali sono i vantaggi, i privilegi? Non credo che quanto donna si goda di particolari vantaggi o di maggiori privilegi. Le intuizioni femminili sono superiori? L’intuito femminile è ormai un luogo comune. È un dono, una sensazione. È la capacità di lasciarsi guidare dall’istinto, anziché dalla sfera razionale. Credo dipenda dalla capacità e dall’abitudine innata delle donne ad essere in contatto con se stesse e con i propri sentimenti. Io stessa mi riconosco intuitiva, ma non impulsiva, ed il mio sesto senso in alcune situazione si è rivelato utile. Quanto conta l’arte della seduzione? Mi piace pensare che una donna faccia carriera per le sue capacità, per la sua preparazione, per i suoi meriti, ma occorre riconoscere che un bell’aspetto, un misto di femminilità e fascino, tenacia e determinazione possono senz’altro essere d’aiuto. Qual è la soddisfazione maggiore? In generale quando si è apprezzati per il lavoro svolto, per i risultati ottenuti. Nel particolare non sono in grado di definire la soddisfazione maggiore, mi verrebbe da dire quando mi sono ritagliata un piccolo spazio nella storia vincendo per quattro volte un titolo mondiale o la medaglia d’argento alle olimpiadi, ma posso dire anche quando ho respirato il rispetto degli avversari nel sapermi confrontare con lealtà e tenacia; o quando ho capito di essere, con le mie compagne, un modello ed un esempio per tante bimbe che si avvicinano al nostro sport. A cosa deve rinunciare per sfondare Per sfondare nel mondo maschile una donna deve rinunciare per il 60% ai suoi hobby, per un 20%ad una parte della vita privata, per l’altro 20% alla famiglia. Quali hobby riesce a coltivare? Io e le mie compagne ci alleniamo circa 8 ore al giorno, non ci rimane dunque molto tempo libero. Cerco comunque di ritagliarmi gelosamente un po’ di spazio per leggere, ascoltare musica, andare al cinema, fare shopping. la Rivista n. 11 Novembre 2011 41 Con la forza del leone. Da Venezia attraverso le Alpi – il successo non conosce confini. GENERALI offre soluzioni per ogni età e situazione. Sia per la previdenza o la protezione quotidiana, da GENERALI lei trova una soluzione a misura per le sue esigenze personali. Semplicemente L’Elefante invisibile1 di Vittoria Cesari Lusso E la siepe?! Ci sono conflitti che non si possono evitare! Siano essi tra gruppi o tra singole persone. Se un paese pretende di estendere il proprio territorio a scapito di un altro, gli abitanti di quest’ultimo non esiteranno a lottare per difendere le proprie case e la propria indipendenza. Se un concorrente ruba un brevetto, un’idea, il derubato si batterà con tutti i mezzi legali possibili per impedirne lo sfruttamento da parte del rivale disonesto. Se la moglie di Tizio se ne va con l’amante, il marito tradito difficilmente resisterà all’impulso viscerale di insultare i fedifraghi e di coltivare sentimenti di rabbia e vendetta. Se un segretario di partito vuol vincere le elezioni, fatalmente criticherà aspramente – a torto o a ragione, poco importa – i partiti rivali. Se a un certo punto due colleghi amici aspirano ad essere promossi allo stesso posto, è probabile che sviluppino reciproci sentimenti di avversione. Ci sono tuttavia altri numerosi conflitti nel quotidiano che sarebbero del tutto evitabili, se solo sviluppassimo una competenza di base indispensabile per vivere relazioni civili con il prossimo, in casa, nel mondo del lavoro, nella vita sociale. Si tratta della capacità a evitare che piccole e banali divergenze si trasformino in quelle che mi piace chiamare le“spirali perverse”. Ovvero in guerre senza fine in cui ogni parte in causa sembra fare del proprio meglio per dare il peggio di sé. Vediamo come funzionano tali“spirali”(elefanti enormi, ma spesso invisibili). Prendiamo l’esempio dei signori Gallo e Luccio. Vicini di casa da un paio di anni. A un certo punto sorge un problema concreto: una siepe situata sul terreno di Gallo che deborda nel giardinetto di Luccio. 1 Una vecchia leggenda indiana narra di un elefante che pur muovendosi tra le folle con la sua imponente mole passava comunque inosservato. Come se fosse invisibile… Atto primo (e primo giro di spirale). Luccio rivolge la richiesta in modo aggressivo: tu.., tu.. quand’è che ti decidi a potare la tua siepe, possibile che non vedi il fastidio che dà; l’altro giorno mio figlio si è pure graffiato! Erano giorni che rimuginava la faccenda, cosicché quando ha incrociato Gallo d’impulso gli ha parlato in tono aggressivo e accusatore. In quel modo è come se avesse definito l’altro un menefreghista, attribuendosi il diritto di sgridarlo, come farebbe un genitore autoritario con il proprio bambino! Gallo, sentendosi attaccato, si innervosisce e risponde apostrofando a sua volta il vicino: tu… tu… che sei tanto bravo a fare la lezione agli altri, pensa piuttosto ad abbassare il volume del tuo maledetto televisore! Nella sua risposta Gallo, non prende neanche in considerazione il “problema da risolvere”, ma insorge alla sgradevole definizione implicita che l’altro dà di lui, e non accetta di fare la figura del “ragazzino”che si fa sgridare dal“padre severo”. Atto secondo (e secondo giro di spirale). Luccio inviperito si rivolge allora a un avvocato che, un po’ come un Azzeccagarbugli di manzoniana memoria, manda a Gallo una lettera redatta in linguaggio complicato e farraginoso. Quest’ultimo reagisce indignato e, appoggiandosi a un amico che fa il legale, risponde con una lettera dai toni ancora più duri. I due sono sempre più inviperiti l’un contro l’altro. La mente di entrambi durante il giorno è invasa da un pensiero e da un sentimento unico: quanto l’altro sia scorretto, ignobile, bieco, intrattabile! Atto terzo (terzo giro di spirale). Nei giorni seguenti entrambi proibiscono ai rispettivi figli di continuare a giocare assieme. La collera contagia naturalmente anche le mogli, che cominciano a guardarsi in cagnesco. A ogni pasto, in ognuna delle due famiglie, non si parla d’altro: si evocano e si amplificano tutti i microindizi del passato che in qualche modo già segnalavano la perfidia e il malanimo dell’avversario: “Io l’ho sempre sospettato che fosse una persona di cui si deve diffidare. E poi, già mio padre che era collega del suo, mi diceva che sono una famiglia di zoticoni”. Le emozioni dei vari personaggi diventano sempre più negative. E non solo le emozioni. Il nervosismo e lo stress accumulato comincia a farsi sentire anche a livello fisico. In particolare, Luccio dorme male e ha accessi di orticaria. Gallo soffre di crampi allo stomaco. Atto quarto (quarto giro di spirale). I protagonisti ne parlano e sparlano a dritta e manca in cerca di alleati. Soprattutto di alleati propensi a dar loro ragione! E così, lo scenario che ciascuno si è costruito diventa ogni giorno più vero!! Come le emozioni che provano! Come i mali di cui soffrono! E la siepe?! Chi si ricorda più che il problema iniziale era quello di regolare la banalissima questione della siepe! Ora lo scopo è dimostrare al mondo la malvagità dell’altro, e cercare in ogni modo di annientarlo!! Se avete commenti o reazioni in merito al tema trattato non esitate a contattarmi [email protected] la Rivista n. 11 Novembre 2011 43 Scegliete chi sa scegliere. Direzione Generale e Agenzia di Città Via Giacomo Luvini 2a, CH–6900 Lugano Tel. +41 58 855 32 00 Sede Principale Via Maggio 1, CH–6900 Lugano Tel. +41 58 855 31 00 Succursali ed Agenzie Chiasso, Mendrisio, Lugano-Cassarate, Paradiso, Bellinzona, Biasca, Locarno, San Gallo, Basilea, Berna, Zurigo, St. Moritz, Celerina, Poschiavo, Castasegna, Pontresina, Samedan, Coira, Davos, MC-Monaco Abbiamo scelto la trasparenza, la prudenza, la qualità del servizio. Fate anche voi la scelta giusta: scegliete BPS(SUISSE). Anche in tempi difficili. Call Center 00800 800 767 76 www.bps-suisse.ch Banca Popolare di Sondrio (SUISSE) La Banca che parla con te. Un’iniziativa a cura di… ALA – Amici del Liceo Artistico www.zurigoinitaliano.ch www.liceo.ch Liceo Vermigli Associazione svizzera per i rapporti economici e culturali con l’Italia www.asri.ch Pro Grigioni Italiano di Zurigo Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Pro Ticino di Zurigo Comites di Zurigo www.comites-zurigo.ch Consolato Generale d’Italia in Zurigo Filmpodium Liceo Artistico www.ccis.ch www.conszurigo.esteri.it www.filmpodium.ch www.liceo.ch proLinguaitaliana www.liceo-vermigli.com www.pgi.ch www.proticino.ch www.prolinguaitaliana.ch Seminario di Romanistica dell’Università di Zurigo Società Dante Alighieri di Zurigo Zurigo in italiano www.rose.uzh.ch www.dantealighieri.ch www.zurigoinitaliano.ch Unter dem Patronat des Präsidialdepartements der Stadt Zürich Wir danken dem Präsidialdepartement der Stadt Zürich für den Versand. Con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia in Zurigo, del Comites e del Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport del Canton Ticino 27 e 28 ottobre Francesco De Sanctis Universität Zürich Aula KO2-F-152 Rämistrasse 71 8006 Zürich Identità e rappresentazioni dell’Italia unita 5 novembre ore 17.00 Casa d’Italia Erismannstrasse 6 8004 Zürich Il Convegno internazionale intende riflettere sul ruolo svolto dal quadro desanctisiano della storia letteraria italiana nella formazione di un concetto unitario di nazione. Potenzialità economica del federalismo Svizzera e Sardegna a confronto Dibattito sulle opportunità turistico commerciali e degustazione di prodotti tipici. Intervengono: Giorgio Garau (Università Sassari), Antonio Fanni (Unioncamere Sardegna), Andrea G. Lotti (Camera di Commercio Italiana per la Svizzera), Leonardo Canonico (Gruppo Mediterranea Ag). Organizzano: Cattedre di Letteratura italiana e di Cinematografia dell’Università di Zurigo Cattedra De Sanctis del Politecnico di Zurigo Società Dante Alighieri di Zurigo Filmpodium di Zurigo Per il programma: www.rose.uzh.ch/crivelli Organizzano: Federazione dei Circoli sardi in Svizzera e Associazione Culturale Sarda «E. Racis» di Zurigo, in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia in Zurigo e la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera la Rivista n. 11 Novembre 2011 45 6 novembre Zwinglikirche Ämtlerstrasse 23 8003 Zürich 120 anni di predicazione in lingua italiana a Zurigo Organizza: Chiesa evangelica di lingua italiana (Waldenser) Ore 11.45 Concerto della cantante lirica Adriana Marfisi Al pianoforte: Mº Giancarlo Prossimo Ore 15.00 Incontro con lo scrittore Maurizio Maggiani Maggiani parlerà della sua strada attraverso il valdismo. Di come ha conosciuto la fede valdese mentre preparava il suo romanzo Il coraggio del pettirosso. E di quello che ancora porta con sé. 6 novembre Vox Blenii e castagne ore 16.30 Pfarreizentrum St. Konrad Fellenbergstrasse 231 8047 Zürich Albisrieden Castagnata ticinese con la partecipazione del noto gruppo bleniese di canto È gradita la prenotazione presso popolare. [email protected] oppure 044 737 37 31 (ore 18.00 a 19.00) 7 novembre Tra due isole ore 18.30 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zürich Incontro multimediale con Pippo Pollina, cantautore e musicista 8 novembre Otmar Nussio ore 18.15 Universität Zürich Romanisches Seminar Aula D31 Zürichbergstrasse 8 8032 Zürich Una vita tutta «suoni e fortuna» 9 novembre Vincenzo Vela e il «suo» museo ore 18.30 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zürich Artista ticinese e personalità impegnata: vita ed opere 10 novembre Le città invisibili di Italo Calvino ore 18.15 Universität Zürich Romanisches Seminar Aula D31 Zürichbergstrasse 8 8032 Zürich Lo scrittore, traduttore e giornalista culturale Gianni Lorenzo Lercari introdurrà il pubblico al celebre colloquio immaginario fra Marco Polo e Kubilaj Khan, con il quale Calvino apre orizzonti fantastici fra realtà e utopia, creando una filigrana filosofica in bilico fra l’esistente e l’inesistente. 11 novembre Lucani, guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù ore 18.30 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zürich 46 Organizza: Pro Ticino Organizza: Zurigo in italiano Organizzano: Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo Pro Grigioni Italiano di Zurigo Presentazione dell’autobiografia del concertista, solista e direttore d’orchestra grigionese Otmar Nussio (1902 – 1990). Il volume è apparso nel 2011 nella Collana Letteraria della Pro Grigioni Italiano. Interverranno le curatrici Tania Giudicetti Lovaldi e Anna Ciocca-Rossi. Organizza: Pro Ticino Zurigo Seminario di Romanistica dell’Università di Zurigo Dott. Gianna Mina Zeni Direttrice Museo Vincenzo Vela, Ligornetto (TI) e presidente Associazione dei musei svizzeri Organizza: Zurigo in italiano Organizzano: Circolo Lucano di Zurigo ALA – Amici del Liceo Artistico con il contributo della Regione Basilicata Alla presentazione del libro da parte dell’autrice Angela Langone seguirà un buffet di specialità lucane. Ingresso libero 12 novembre Made in Italy Organizzano: L’Altraitalia e Cono Merendino ore 19.00 Ristorante Da Cono Badenerstrasse 526 8048 Zürich Cena di gala di sapori e gusti italiani 13 novembre Il banchiere di Dio ore 20.00 Casa d’Italia Erismannstrasse 6 8004 Zürich Spettacolo teatrale 15 novembre Viaggio nell’Italia di Berlusconi ore 18.00 Universität Zürich Aula KOL-F-104 Rämistrasse 71 8006 Zürich Conferenza di Marcello Veneziani, noto giornalista e scrittore italiano la Rivista n. 11 Novembre 2011 Per prenotazioni: Durante la serata sfilata di abiti e cappelli ideati e realizzati da Lamula Shop Maria Bernasconi: 079 821 19 01 di Milano e sfilata di bijoux in plexiglass e Swarovski ideati e realizzati da Ristorante da Cono: 044 492 46 41 Plexylandia di Milano. Costo: Fr. 68.– Musica dal vivo. Organizzano: L’Altraitalia Fondazione Arbor SpazioStudio Protagonista di questa storia è Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace, ideatore e realizzatore del microcredito, un sistema di piccoli prestiti destinati a Ingresso libero coloro che non potevano accedere ai crediti dei circuiti bancari tradizionali. Una storia senza retorica, pratica, reale, concreta come la povertà e la paura. Organizza: ASRI – Associazione svizzera per i rapporti economici e culturali con l’Italia Ingresso libero 16 novembre Tschinggen-Abend ore 19.00 Helferei Winkelwiese 6 8001 Zürich Lesung und Buchpräsentation mit Angelo Maiolino und Vincenzo Todisco 16 novembre Figlie d’Italia ore 18.15 Universität Zürich Romanisches Seminar Aula D31 Zürichbergstrasse 8 8032 Zürich Poetesse patriote nel Risorgimento (1821-1861) 17 novembre Missa pro Defunctis ore 19.30 Wasserkirche Limmatquai 31 8001 Zürich Antonio Caldara (1670 – 1736) 18 novembre Federalismo: Svizzera e Sardegna a confronto ore 16.15 Universität Zürich Rämistrasse 71 Aula KO2-F-150 8006 Zürich Organizzano: Rotpunktverlag Kulturhaus Helferei Ingresso libero Im Buch Als die Italiener noch Tschinggen waren beleuchtet Angelo Maiolino die Überfremdungsinitiative Schwarzenbachs (1970) aus der Perspektive der italienischen Immigranten. Vincenzo Todisco liest aus seinem neuen Roman Rocco und Marittimo. Organizzano: Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo Società Dante Alighieri di Zurigo Maria Teresa Mori, nota esperta di storia delle donne, ha raccolto varie testimonianze (poesia, diari e lettere) di un «altro» Risorgimento: quello in cui la voce femminile è protagonista e in cui si attesta la partecipazione delle donne alla lotta per l’unità nazionale. Organizza: Società Dante Alighieri di Zurigo. Informazioni: www.dantealighieri.ch Concerto di musica sacra di Antonio Caldara, compositore italiano del periodo Ingresso libero (colletta finale) barocco. Gruppo Musica Fiorita. Direzione e organo Daniela Dolci. Organizza: Federazione dei Circoli sardi in Svizzera e Associazione Culturale Sarda «E.Racis» di Zurigo, in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia in Zurigo e la Convegno.Intervengono: Raimondo Zucca (Università Sassari), Antonio Delo- Camera di Commercio Italiana per la Svizzera gu (Università Sassari), Sergio Sotgiu (Università Sassari), Carlo Moos (Università Zurigo). Programma su: www.ccis.ch ore 18.30 Casa d’Italia Erismannstrasse 6 8004 Zürich Organizza: Società Dante Alighieri di Zurigo Conferenza-concerto con Tonino Castiglione in cui si percorrerà la storia della in collaborazione con Unitre canzone dei cantautori (De Andrè, Tenco, Paoli, Gaber, Guccini, Venditti, Ben- Informazioni: www.dantealighieri.ch nato, De Gregori, ecc.). Ingresso libero 18 novembre Qui lo chiamano blues ore 20.30 Kantonsschule Stadelhofen Aula Promenadengasse 5 8001 Zürich Lettura danzante 19 novembre Cena di Gala ore 19.30 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zürich Menù campano 20 novembre Tempio di Concerti ore 17.00 Zwinglikirche, 1º piano Ämtlerstrasse 23 8003 Zürich Jazz: Alessandro d’Episcopo Trio 21 novembre Una famiglia di artisti italiani fra Zurigo e Milano 18 novembre ore 18.30 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zürich La canzone d’autore italiana Organizzano: Giuseppe Sofo in collaborazione con la Kantonsschule Stadelhofen Lettura di racconti di Giuseppe Sofo dai libri Qui lo chiamano blues (Azimut, Ingresso libero Roma, 2008) e Quest’alba radioattiva (Las Vegas Edizioni, Roma, 2011) accompagnati dalla danza della ballerina Giulia Tonelli, dello Zürcher Ballett. Organizza: Liceo Artistico Prenotazione obbligatoria: Una sola volta all’anno lo splendido salone liberty del Liceo Artistico diventa 044 202 80 40 oppure [email protected] ristorante. Il cuoco, Giovanni De Martino, insegnante all’Istituto professionale Costo: Fr. 60.–, bevande escluse Il menù si trova sul sito www.liceo.ch Roberto Virtuoso di Salerno, porterà il suo saper fare… Organizza: Chiesa evangelica di lingua italiana (Waldenser) Alessandro d’Episcopo, Piano Hämi Hämmerli, Kontrabass Elmar Frey, Schlagzeug L’attività socio-culturale e politica dei De Grada nell’ambito della comunità italiana di Zurigo Conferenza con Tindaro Gatani, studioso dei rapporti italo-svizzeri e Marc Philippe Seidel, storico d’arte. 24 novembre La ferrovia del Bernina ore 19.00 Zentrum Karl der Grosse Grosser Saal Kirchgasse 14 8001 Zürich Gli operai italiani in Svizzera a inizio ’900 Organizza: ALA – Amici del Liceo Artistico Ingresso libero Sabato 26 novembre visita guidata con Marc Seidel sulle orme di Antonio De Grada a Zurigo. www.degrada.ch Organizza: Pro Grigioni Italiano, sezione di Zurigo, in collaborazione con il Gruppo Valtellinesi e Valchiavennaschi di Zurigo e la Società Pusc’ciavin da Zürich Andrea Tognina, storico, autore di Gli operai del Bernina: storia sociale di un Ingresso libero cantiere ferroviario. la Rivista n. 11 Novembre 2011 47 25 novembre ore 18.30 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zürich Layers, ritratto di un pittore pugliese a Zurigo Organizza: ALA – Amici del Liceo Artistico Cortometraggio di Paola Laterza con Giampaolo Russo «Ientu te Sciaroccu fuoco vento acqua» Canti musiche, racconti popolari salentini a cura della Libera Compagnia Teatrale Onlus di Aradeo e il gruppo musicale Amistade. Saranno presenti l’artista Giampaolo Russo, la regista Paola Laterza, i musicisti M. Bovino, A. Mighali, F. Bove, N. Chezzi, la danzatrice di pizzica P. Chezzi e il narratore Mirko Gabellone. 26 novembre ore 14.00 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zürich Due esempi dell’inizio ’900 Giornata del Cinema Italiano ore 16.00 – 22.00 Casa d’Italia Erismannstrasse 6 8004 Zürich 150° dell’Unità d’Italia Ore 16:00 Ore 19:00 28 novembre Cagliostro tra Lavater e Goethe ore 18.30 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zürich Conferenza di Tindaro Gatani 29 novembre Ritratto di Alice Ceresa (1923 – 2001) 30 novembre ore 18.15 Universität Zürich Romanisches Seminar Aula D31 Zürichbergstrasse 8 8032 Zürich I Vicerè R. Faenza (2007) Noi Credevamo M. Martone (2010) Bisogna mettere alla prova la fedeltà del coniuge? Organizzano: Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo Centre for Renaissance Studies di Zurigo Attraverso l’Orlando furioso, il Don Chisciotte e Così fan tutte Nuccio Ordine traccia un percorso che contribuisce a ribaltare un antico pregiudizio sull’infedeltà e la volubilità delle donne. Cedere alle «tentazioni» non è una prerogativa femminile ma riguarda l’intero genere umano. Stefano Bartezzaghi (la Repubblica) 4 dicembre Tempio di Concerti ore 17.00 Zwinglikirche, 1º piano Ämtlerstrasse 23 8003 Zürich «Magnificat anima mea» 9 dicembre Ridere è …di vino Organizza: Cattedra di Linguistica italiana dell’Università di Zurigo in collaborazione con la Società Dante Alighieri. Ingresso libero. Organizza: Chiesa evangelica di lingua italiana (Waldenser) Barbara Meldau all’organo Metzler della Zwinglikirche. Musiche di D. Buxtehude, J. S. Bach, J. Rheinberger, M. Dupré. Organizza: NonsoloConvivio e Go-Italy DegustAzione scenica con racconti, monologhi teatrali e poesie di grandi auto- Informazioni e prenotazioni 044 289 23 23 ri comici italiani dal Rinascimento ai giorni nostri. go-italy.ccis.ch Interpreta l’attore Alessandro Pazzi. Per sua natura lo spettacolo non è adatto ad un pubblico rigorosamente aste- Entrata: 25.– (non solo vino compreso) mio. 11 dicembre Tempio di Concerti ore 17.00 Zwinglikirche, 1º piano Ämtlerstrasse 23 8003 Zürich «Wie schön leuchtet der Morgenstern» Rivista Organizza: ALA – Amici del Liceo Artistico I consigli di Ariosto, Cervantes e Mozart ore 18.15 Universität Zürich Aula KOL-F-117 Rämistrasse 71 8006 Zürich la Ingresso libero Organizza: Società Dante Alighieri di Zurigo A dieci anni dalla scomparsa un ricordo a cura di Monika Schüpbach della Informazioni: www.dantealighieri.ch scrittrice, che nata in Svizzera, visse la maggior parte della sua vita in Italia. Ingresso libero Primo Levi giocatore n. 11 Novembre 2011 Organizzano: Consolato Generale d’Italia a Zurigo Comites di Zurigo La conferenza tratta la posizione del mago e guaritore siciliano tra Johann Caspar Lavater e Johann Wolfgang Goethe, il celebre cultore della fisiognomica di Zurigo e il poeta di Weimar. 1 dicembre ore 19.30 Cabaret Voltaire Spiegelgasse 1 8001 Zürich Partenza dal Liceo Artistico, Parkring 30, Zurigo. Annunciarsi entro il 22 novembre al segretariato del Liceo Artistico: 044 202 80 40. Gruppo di massimo 18 persone. www.degrada.ch Villa Dem Schönen e complesso edilizio al Bleicherweg 37-47. Con Marc Philippe Seidel, storico d’arte. 27 novembre ore 18.30 Internationaler Lyceum Club Rämistrasse 26 8001 Zürich 48 L’architettura dell’epoca pionieristica a Zurigo Tina Zweimüller all’organo Metzler della Zwinglikirche. Musiche di P. Müller-Zürich, J. S. Bach, U. Probst e W. Tiepner. Organizza: Chiesa evangelica di lingua italiana (Waldenser) IL 5 E IL 18 NOVEMBRE A ZURIGO Sardegna: Federalismo, opportunità, autonomia, identità, sovranità (TG) - Il federalismo è una forma centralizzata e moderna di aggregazione di Stati sovrani. Il primo esempio è costituito dalla fondazione degli Stati Uniti d’America, nati con la Convenzione di Filadelfia approvata il 17 settembre 1798, che fu frutto di un compromesso, tra coloro che volevano riunire in solo Stato le tredici colonie e quanti, invece, volevano lasciare a esse pieni poteri. La formula ebbe successo perché, al contrario degli Stati unitari, al Governo centrale furono attribuite le competenze di difesa nazionale e di politica estera ed economico-finanziaria, cioè soltanto i poteri per garantire l’unità della Federazione, lasciando, per tutto il resto, piena facoltà di autogestione ai singoli governi locali. Tra gli altri Stati federali ricordiamo la Svizzera, la Russia, la Germania, l’Austria, la Spagna (organizzata in Comunità autonome), il Regno Unito, il Canada, l’Australia. Finora gli Stati federali sono il frutto dell’aggregazione di entità politiche già esistenti. Cosa che si poteva fare in Italia al momento della sua unità, come prospettavano Carlo Cattaneo o Antonio Rosmini. Oggi stiamo assistendo al tentativo di trovare virtuosa applicazione a quello che in Italia è il cosiddetto federalismo fiscale, previsto dalla Legge 42/2009, che si propone di instaurare una proporzionalità diretta fra le imposte riscosse in una determinata area territoriale del Paese e le imposte effettivamente utilizzate dall’area stessa. È un problema del dare e dell’avere: chi più dà più avrà. Negli Stati federali, vedi la Svizzera, sono previsti dei meccanismi di compensazione per le zone e i soggetti più deboli, che non sono, invece,definiti nella legge italiana. Da qui, perciò, alcuni dei dubbi sull’efficacia in termini di ricadute positive sulle varie realtà locali. Nell’anno in cui si celebrano i 150 dell’Unità del Paese si moltiplicano le iniziative tese ad approfondire la questione. In questo solco si inserisce anche il convegno Federalismo, opportunità, autonomia, identità, sovranità organizzato dalla Federazione dei Circoli Sardi in Svizzera e dall’Associazione Culturale Sarda «E. Racis» di Zurigo, in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia di Zurigo e la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, con il patrocinio e il contributo della Regione Autonoma della Sardegna e l’Assessorato del Lavoro. Il convegno, articolato in due sessioni, quella economica alla Casa d’Italia di Zurigo, il 5 novembre 2011, e quella storica all’Università di Zurigo, il 18 novembre 2011, si propone di fare il punto, con gli esperti che interverranno al dibattito, sulle opportunità del federalismo sulle varie realtà locali in Sardegna nell’attuale e particolare momento di crisi. Sessione economica Sessione storica Casa d’Italia, Erismannstr. 6, Zurigo 5 novembre 2011, ore 17.00 Salone Luigi Pirandello Università di Zurigo (Rämistr. 71) 18 novembre 2011, ore 16.15 Aula KO2-F-150 Ore 17:00 Indirizzo di saluto delle Autorità e degli organizzatori Ore 16:15 Indirizzo di saluto delle Autorità e degli organizzatori Intervengono Relatori Giorgio Garau, Professore associato di Statistica economica e docente di statistica ed econometria presso l’Università di Sassari. Ha conseguito il dottorato in Econometria e Statistica presso l’Università di Ginevra. “La Sardegna e il federalismo fiscale” Raimondo Zucca, Docente ordinario di Epigrafia latina presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari. “L’identità dei sardi nell’antichità. Ruolo attivo dei sardi di oggi nel quadro delle piccole patrie mediterranee ed europee”. Leonardo Canonico, Dottore commercialista esperto in fiscalità internazionale esperto revisore dei conti della Gruppo Mediterranea AG. “Potenzialità economica del Federalismo: il caso Svizzera” Antonio Delogu, Prof. Ordinario di Filosofia Morale, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Sassari. “Autonomismo e federalismo nel pensiero di Antonio Pigliaru” Antonio Fanni, Funzionario e rappresentante dell’Unione Camere di Commercio della Sardegna. Sergio Sotgiu, Coordinatore della Scuola Universitaria per Stranieri, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Sassari. “Il federalismo in alcuni momenti del pensiero filosofico del Novecento” Andrea Lotti, Segretario Generale, Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. “Mercato svizzero e italiano, con particolare riferimento a quello sardo, a confronto”. Carlo Moos, già Docente di Storia moderna dell’Università di Zurigo.“L’idea di federalismo in Carlo Cattaneo”. Moderatore Moderatore Giangi Cretti, Giornalista Giangi Cretti, Giornalista A coronamento dell’incontro seguirà una degustazione di prodotti enogastronomici della Sardegna In chiusura dei lavori verrà offerto un aperitivo con prodotti tipici la Rivista n. 11 Novembre 2011 49 NEL 120° DI FONDAZIONE DELLA CHIESA EVANGELICA DI LINGUA ITALIANA DI ZURIGO I Valdesi italiani e la Svizzera riformata quasi cinque secoli di strette e cordiali relazioni di Tindaro Gatani 50 Il movimento religioso valdese prende il nome dal suo iniziatore francese Valdesius (Valdo), un ricco commerciante di Lione che, nella seconda metà del XII secolo, in occasione di una tremenda carestia, si era convertito agli ideali di povertà e predicazione evangelica, donando tutti i suoi beni ai poveri e facendo tradurre la Bibbia in francese. I caratteri principali della dottrina valdese sono di indole prevalentemente morale e disciplinare e comportano, tra l’altro, la rigorosa osservanza dei precetti del Sermone della montagna e il conseguente ripudio di giuramento, menzogna, pena di morte, esercizio delle armi. Il conflitto con le autorità ecclesiastiche ebbe origine dalle questioni dogmatiche come la negazione del purgatorio e della validità delle indulgenze. Zwinglihaus, sede della Chiesa evangelica di lingua italiana di Zurigo. Il martirologio di Guardia Piemontese Il culto valdese venne originariamente praticato con la guida di rettori ovvero missionari itineranti, i cosiddetti barba, letteralmente zio. Quei pochi valdesi che riuscirono a sfuggire al feroce sterminio della Crociata contro gli Albigesi, gli eretici in gran parte catari che avevano la loro sede principale ad Albi in Provenza, si rifugiarono sulle montagne della Savoia e del Piemonte, dove, tra una persecuzione e l’altra, riuscirono a fondare delle piccole ma salde comunità non solo su quelle montagne, ma in luoghi anche molto lontani come quelle stabilitesi sulla Sila calabrese, a San Sisto, a Fuscaldo e a Guardia che, dalla loro massiccia immigrazione, prese addirittura il nome di Piemontese. E dalla Calabria i Valdesi passarono anche in Sicilia con alcuni loro seguaci che si stabilirono a Messina, a Palermo e in altre città dell’Isola. Erano dei piccoli gruppi autonomi, che vivevano lavorando la terra ed esercitando il commercio, e poiché non facevano opera di proselitismo erano tollerati dalla Chiesa anche se guardati a vista e tenuti sotto discreto controllo. I guai per queste piccole comunità cominciarono quando cercarono di rafforzare i loro rapporti con i loro correligionari delle vallate della Savoia e del Piemonte che intanto avevano stretto sempre più fitte relazioni con i riformati svizzeri. I rapporti ufficiali dei Valdesi piemontesi con le chiese riformate svizzere risalgono, infatti, ai primi anni della predicazione di Zwingli dal quale si recarono alcuni barba per discutere questioni di fede e concordare una eventuale collaborazione. Già nel 1532, a un anno dalla morte di Zwingli, con il sinodo di Chanforan, in Valle d’Angrogna (Torino), i Valdesi piemontesi, pur restando autonomi, aderivano alla Riforma zurighese, temperando alcuni loro caratteri e accettando alcuni principi zwingliani come «la giustificazione mediante la sola fede» e «la predestinazione assoluta». Con l’affermazione di Calvino, i Valdesi che erano di madrelingua francese, manifestarono una più marcata simpatia per Ginevra e il suo riformatore. Furono i primi contatti dei calabro-valdesi con Ginevra e l’arrivo di alcuni calvinisti nelle vallate della Sila a scatenare la dura reazione della Chiesa cattolica, che si concluse con la persecuzione di San Sisto, di Fuscaldo e il martirologio di Guardia Piemontese, dove, l’11 giugno 1561, giunse il boia «a pigliarsi a una a una le vittime... e ottanta persone furono sgozzate». la Rivista n. 11 Novembre 2011 La revoca dell’Editto di Nantes Oltre a questi ottanta giustiziati, il martirologio di Guardia conta una decina di impiccati, due uccisi, quattro di cui «si ignora la fine» e «sei esuli». Di questi ultimi è segnalato a Ginevra per l’anno 1561 l’arrivo di solo due di loro: Antonio Mignano e Luigi Costanzo. Altri due guardioti erano giunti a Ginevra prima: Filippo Orsello nel 1559 e Giovanni Arnole nel 1560. Due altri ancora vi giungeranno nel 1572: Andrea Occello (Ussel) e Francesco Rossello. A un secolo di distanza, esattamente nel 1655, una vera e propria ondata di valdesi delle vallate alpine trovarono rifugio in Svizzera per sfuggire alla feroce repressione voluta da Carlo Emanuele duca di Savoia che fece marciare contro gli inermi seguaci della loro dottrina un esercito di 16 mila uomini sotto il comando del marchese di Pienezza. Quella persecuzione suscitò indignazione nei Paesi protestanti e soprattutto nelle città riformate svizzere, che si limitarono tuttavia a prestare alle vittime di quegli eccessi più un aiuto morale che materiale. Per l’occasione, una delegazione della chiesa riformata svizzera si era recata alla corte dei Savoia a Torino per intercedere in favore dei perseguitati. La repressione, apparentemente cessata, continuò però a covare per esplodere in modo più violento nel 1686 con la crociata contro i Valdesi delle valli piemontesi attuata con estrema ferocia dalle truppe francosabaude, in quanto la loro sorte era stata legata a quella degli Ugonotti (storpiatura di Eidgenossen = confederati) francesi. Luigi XIV di Francia (1643-1715), il re Sole, celebre per il suo potere assoluto in quanto, diceva, «lo Stato sono io» e, pensava, «la Chiesa anche!», per attuare il suo programma di ricattolicizzazione forzata della Francia revocò, nel 1685, l’Editto di Nantes che, emanato da Enrico IV nel 1598, garantiva agli Ugonotti libertà di coscienza, eguaglianza politica e libero esercizio del loro culto anche se limitato ai centri non episcopali. Per sfuggire all’applicazione di quei severi provvedimenti restrittivi, gli Ugonotti furono costretti, dopo cruenti scontri, a rinunciare alla loro fede oppure prendere la via dell’esilio. Più di 60 mila profughi trovarono allora rifugio in Svizzera, da dove molti ripartiranno poi, alla ricerca di una nuova patria, verso l’Olanda e la Prussia. Le revoca dell’Editto di Nantes ebbe un’immediata e triste conseguenza anche nel Ducato di Savoia, dove Vittorio Emanuele II, il 31 gennaio 1686, emise un editto di persecuzione contro i suoi sudditi valdesi delle vallate piemontesi. Venivano abolite tutte le libertà religiose e l’unica possibilità rimasta loro era la scelta dell’abiura o della via dell’esilio. Il duca di Savoia, imparentato con il re di Francia per aver sposato sua nipote Anna d’Orleans, non poteva opporsi alla minacciosa pressione del potente vicino. Quando i Valdesi, invece di ottemperare all’ordine ricevuto, cominciarono a organizzarsi per opporsi all’imposizione, il duca fece pubblicare, il 9 aprile, un secondo editto con il quale ordinava ai ribelli la perentoria sottomissione o l’esilio forzato in massa. I ribelli irriducibili La reazione no si fece attendere: le truppe francesi comandate dal generale Nicolas de Catinat intervennero nella Valle della Perosa e in quella di San Martino mentre l’esercito sabaudo, capitanato da don Gabriele, zio del Duca, entrava nelle Valli del Pellice e dell’Agrogna. La spietata crociata si lasciava dietro il deserto: tutti i Veduta di Torre Pellice con al centro la Chiesa valdese. la Rivista n. 11 Novembre 2011 51 i superstiti. Le città di Basilea, di Berna, di Ginevra, di Zurigo e molti principi protestanti tedeschi inviarono loro ambascerie a Torino per chiedere clemenza. Nonostante l’insuccesso di quelle missioni diplomatiche, riformati svizzeri e protestanti tedeschi continuarono a insistere presso la corte di Vittorio Emanuele II per mitigare le sofferenze di quei perseguitati. Alcuni Valdesi, seguendo la sorte degli Ugonotti, presero la via dell’esilio. Le proteste diplomatiche da una parte e i continui attacchi della resistenza dall’altra costringevano ben presto il duca di Savoia ad accettare la trattativa sulle proposte umanitarie. Alla corte torinese regnavano tuttavia ancora delle perplessità, generate «dal desiderio di dare al problema valdese una soluzione tale» che, togliesse «per sempre all’eresia ogni velleità di rinascita» in territorio sabaudo e «dall’altro non urtasse la suscettibilità della Santa Sede e del re di Francia», molto «interessati nella questione». L’eventuale soluzione da adottare non avrebbe dovuto comunque intaccare il prestigio del principe, né annullare «i frutti faticosamente conseguiti con la guerra e la lunga detenzione dei Valdesi» (A. Pascal). Francesco Pugno, uno dei primi pastori della Chiesa evangelica di lingua italiana di Zurigo. Paesi di quelle disgraziate vallate furono saccheggiati e incendiati; diverse centinaia di Valdesi furono barbaramente torturati e uccisi; migliaia fatti prigionieri e di essi non pochi moriranno per i maltrattamenti e le sofferenze subite nelle fortezze piemontesi. Ma molti furono anche quelli che riuscirono a sfuggire all’eccidio, riparando sulle più alte montagne del Pellice e della Germanasca. Furono questi ultimi a costituire un gruppo di combattenti decisi a difendere, a ogni costo, la loro fede, organizzando la resistenza. Ridotti alla disperazione, ma decisi a non arrendersi, uscivano spesso dai loro nascondigli per piombare sui villaggi che erano stati loro, per rifornirsi di cibo e di armi, ma anche per attaccare i presidî ducali o per punire i delatori e i seviziatori dei loro correligionari. Nella loro sete di giustizia e di vendetta non disdegnavano di saccheggiare o taglieggiare le popolazioni fatte immigrare con la forza sulle loro vecchie terre. I loro atti di vera e propria guerriglia facevano sfumare agli occhi di Vittorio Amedeo II la previsione di una vittoria rapida e decisiva (cfr. Arturo Pascal, L’espatrio dei Valdesi in terra svizzera, Zurigo 1952). La guerriglia fu intensificata a partire da settembre di quel 1686, sia in vista della brutta stagione che avrebbe costretto i presidî militari a rientrare nei loro quartieri invernali, sia per il continuo afflusso nelle fila della resistenza di nuovi combattenti «che la persecuzione aveva disperso, o che evadevano dalle prigioni o che, dopo una simulata abiura, ritornavano a far causa comune con gli antichi compagni di fede» (A. Pascal, op. cit.). Alla notizia che anche i Valdesi piemontesi erano stati vittime della feroce repressione, i Cantoni riformati si mobilitarono per organizzare i soccorsi per 52 la Rivista n. 11 Novembre 2011 Il rifugio svizzero Grazie all’intercessione dei riformati svizzeri si giunse a un tacito armistizio tra le forze ducali e i ribelli, subito dopo seguito dai negoziati tra i due deputati elvetici nominati dalla Dieta di Aarau del 10 settembre e il conte Ottavio Solaro di Govone, plenipotenziario ducale, che si incontrarono a Lucerna il 17 ottobre 1686 per concordare il pacifico espatrio dei Valdesi dal ducato di Savoia. I Cantoni riformati furono costretti ad accettare che i Valdesi espatriati sarebbero stati tenuti «lontani dalle frontiere del Piemonte, disarmati e privati di ogni possibilità di ritorno in patria». Il 3 gennaio 1687, Vittorio Amedeo II promulgava da Moncalieri l’editto che permetteva la scarcerazione dei condannati per la fede e concedeva a tutti i Valdesi, con quel suo atto di «personale clemenza», di espatriare «negli Svizzeri», a patto che partissero «nel tempo e per la strada loro assegnata», fornendoli «di vitto e di qualche comodità per il viaggio» e naturalmente di una scorta armata fino alle frontiere del ducato. Dopo il censimento degli imprigionati e tutta una serie di provvidenze e istruzioni per la marcia delle brigate di esuli, si passò alla scarcerazione e alla partenza per scaglioni proprio nel cuore del rigido inverno. La tradizione valdese narra delle tragiche vicende del primo drappello di profughi che ebbe il compito di precedere le tredici brigate regolari sulla via dell’esilio. Si trattava di un gruppo di detenuti rinchiusi nelle carceri di Mondovì e liberati prima dell’Editto di Moncalieri: fatti uscire nel tardo pomeriggio della fine di dicembre 1586, ben 150 di loro morirono per la stanchezza e per il gelo nello spazio di 5 leghe. Lo spostamento di un così alto numero di profughi comportò uno sforzo non indifferente, per gli alloggi e il vettovagliamento durante il viaggio e la prima sistemazione nei cantoni riformati. Mentre quella folla di «consunti e macilenti», con «gli occhi spenti e inebetiti», con «sul volto la macabra visione di padri, di madri, di spose e di figli seviziati, violentati o lentamente consunti», erano in viaggio verso l’ospitale terra svizzera, Vittorio Amedeo II, che si faceva passare per il conte di Ten- da, si godeva il Carnevale di Venezia insieme ai cugini Eugenio di Savoia-Soissons e Massimiliano elettore di Baviera. Per ironia della sorte fu proprio quel soggiorno veneziano a gettare i primi germi di quella politica antifrancese del Savoia, che avrebbe portato poi al ritorno in patria dei Valdesi. Proprio in Laguna, grazie ai potenti servizi segreti della Serenissima Repubblica Veneta, era cominciata a circolare la notizia che Luigi XIV, proprio mentre era impegnato nella feroce ricattolicizzazione della Francia, aveva avuto modo di intavolare trattative segrete con i Turchi per indurli a far guerra all’Austria e alla Polonia che, accanto alla Spagna, erano gli Stati più cattolici d’Europa. Le truppe ottomane, dopo un memorabile assedio, erano state sconfitte il 12 settembre 1683 nella battaglia di Kahlenberg, un colle che sovrasta Vienna, con una vittoria che, per la salvezza del Cristianesimo, è paragonata a quella riportata da Carlo Martello sugli Arabi a Poitiers nell’anno 732. Il rimpatrio e... l’emigrazione Sulla prima sistemazione in Svizzera, sulle condizioni degli esuli, sulla loro assegnazione ai diversi Cantoni riformati, molto interessante è il lavoro di A. Armand Hugon – E. A. Rivoire su Gli esuli valdesi in Svizzera, Torre Pellice 1974, dal quale sappiamo che in totale il loro numero fu di 2514 persone così suddivise: Berna 995, Neuchâtel 124, Zurigo 699, Basilea 327, Sciaffusa 218, San Gallo 151. La cifra di 2514 corrisponde ai 2652 Valdesi giunti a Ginevra con le 13 brigate dei liberati dalle prigioni piemontesi, detratti i morti e i dispersi tra l’arrivo sul Lemano e quello alle sedi di destinazione. Vari furono i tentativi di ritorno in patria messi in atto da piccoli gruppi di esiliati, ma solo nel giugno del 1690, Vittorio Amedeo II concedeva loro il permesso di rientrare. Il ducato era allora minacciato proprio dal suo vecchio alleato francese. Il maresciallo De Catinat stava organizzando una spedizione contro la Savoia, che era entrata a far parte della Lega di Augusta contro Luigi XIV. Il rimpatrio degli esuli, iniziato a luglio, si concluse entro il mese di novembre 1690. Nel frattempo le truppe francesi, il data 18 agosto, nella battaglia della Staffarda (Cuneo), avevano sconfitto quelle della Lega di Augusta comandata da Vittorio Amedeo II. Da allora in poi i Valdesi rimasti isolati nelle loro valli alpine poterono continuare a professare la loro fede. Ma per un loro riconoscimento si dovette aspettare la Rivoluzione francese e quindi lo Statuto varato da Carlo Alberto di Savoia nel 1848, il cui primo articolo recita: «La religione Cattolica, Apostolica e Romana è la sola Religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi». Le relazioni dei Valdesi italiani con i riformati svizzeri e particolarmente con Zurigo continuarono a essere sempre cordiali e stretti e proprio per questo, dopo l’Unità d’Italia, quando da ogni parte d’Italia la gente senza lavoro cominciò a emigrare in tutto il Mondo, i Valdesi scelsero Zurigo e il suo Cantone sia per la vicinanza alle loro valli piemontesi sia per affinità religiosa. Sin dal 1870 operavano tra gli immigrati valdesi nella Confederazione le missioni volanti, che visitavano le comunità isolate, che per il loro carattere privato avevano rapporti difficili con le chiese riformate locali e con la Chiesa valdese in Italia. Per evitare disapori ed equivo- Giovanni Rodio, uno dei primi pastori della Chiesa evangelica di lingua italiana di Zurigo e padre di Valdo Rodio, che fu tra i fondatori della sede di Zurigo della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. ci, nel 1890 fu costituito a Zurigo un comitato che, nel 1891, promosse la fondazione di una Chiesa Evangelica di Lingua Italiana, una delle prime associazioni italiane della città. La chiesa della Missione Cattolica Italiana sarebbe stata fondata soltanto nel 1898, dopo i drammatici fatti della rivolta contro gli Italiani del luglio di due anni prima. L’esempio di Zurigo indicò la giusta strada da seguire inserendo la Chiesa Evangelica, dipendente dalla sede centrale valdese di Torre Pellice, nelle locali strutture della locale chiesa riformata. Fu in questo contesto che gruppi privati e comitati locali presero iniziative per portare la Parola di Dio tra gli operai italiani, offrendo anche corsi d’istruzione e di alfabetizzazione biblica e un modesto aiuto sociale (locali di lettura, interventi spontanei di sostegno materiale e morale). La storia della Chiesa Evangelica di Lingua Italiana di Zurigo è stata recentemente illustrata in un monumentale volume del pastore Ernst Matthias Rüsch dal titolo “Conversation über das Eine, was not tut”. Evangelisch-reformierte Italienerseelsorger im Kanton Zürich im 19. und 20. Jahrhundert, Zürich 2010, pp. 564. Tra i primi Pastori della Chiesa Evangelica di Lingua Italiana di Zurigo troviamo Francesco Pugno e Giovanni Rodio, padre di Valdo che, oltre a essere animatore della Chiesa Evangelica, agli inizi del Novecento, fu anche impreditore e molto attivo nella vita associativa degli immigrati italiani a Zurigo. Tra le altre sue iniziative c’è stata anche quella della fondazione della locale Camera di Commercio Italiana, la cui prima sede camerale provvisoria fu ubicata proprio «presso la ditta di import-export del socio e consigliere Valdo Rodio alla Bahnhofstrasse 57 a». la Rivista n. 11 Novembre 2011 53 HSBC Private Bank (Suisse) SA Accesso privilegiato ai mercati emergenti ? I nostri contatti sono anche i vostri. Quando uno dei nostri clienti ha deciso di aprire un’attività in Asia, gli abbiamo presentato i nostri team di specialisti di Hong Kong. Grazie a questi referenti bancari in loco, la sua impresa è oggi quotata alla Borsa di Hong Kong. In Svizzera, HSBC Private Bank conta oltre 2000 collaboratori, dedicati alla gestione patrimoniale per clienti svizzeri ed internazionali. Ovunque nel mondo, oltre che a Ginevra, Zurigo, Lugano, St. Moritz e Gstaad. www.hsbcprivatebank.com Benchmark di Nico Tanzi Quanti amici hai? Lo strapotere di Facebook e la sfida di Google+ Sono ottocento milioni, e continuano a crescere. Metà di loro ci trascorre tutti i giorni, da 5-10 minuti a intere ore. Sono gli utenti di Facebook: il più diffuso e frequentato social network. Fiumi di parole sono stati scritti per spiegare il successo planetario dell’invenzione di Mark Zuckerberg. Uno spettro enorme di punti di vista. Ma su una cosa si è tutti d’accordo: Facebook è “il” fenomeno comunicativo di questo inizio di millennio. Non ha proposto rivoluzioni tecnologiche o innovazioni travolgenti – come in parte era avvenuto con Second Life, universo virtuale frequentato qualche anno fa da decine di milioni di persone attraverso il proprio “avatar”: sembrava la nuova frontiera, grandi aziende e personaggi pubblici di rilievo vi si erano stabiliti in pianta stabile; poi, è sparito dai radar nel volgere di pochi mesi. No, non è tecnologicamente rivoluzionario, Facebook; e nessuna delle funzioni che offre sono una sua esclusiva. A Palo Alto (la cittadina della Silicon Valley dove ha sede l’impero Fb), semplicemente, sembrano essere riusciti a combinare gli elementi giusti per offrire al pubblico ciò di cui aveva bisogno. Ma a decretarne il trionfo – come molti osservatori riconoscono – è stata quella che è probabilmente l’intuizione più geniale di Fb: l’invenzione degli “amici”. L’aver ribattezzato “amicizie” quelli che in altri social network erano semplici “contatti”. Zuckerberg ha preso atto di una delle esigenze più drammaticamente impellenti dell’uomo contemporaneo, la paura della solitudine, e ha trasformato un sito web in un surrogato affettivo. Ovvio che non sono amicizie reali, la maggior parte di quelle siglate su Facebook. Ma che importa? A livello simbolico, ogni essere umano è in cerca delle “carezze” affettive che solo l’amicizia può offrire. E dunque l’utente-tipo di Facebook integra la cerchia virtuale di amicizie nata attraverso il suo profilo Fb nella sua esistenza reale, elevandola a componente spesso fondamentale della sua ritualità quotidiana. Un gioco di auto-gratificazione ideale che finisce per acquisire un suo statuto di realtà. Tanto da far vivere la “cancellazione” (da parte di qualcun altro) dellìamicizia come una sorta di micro-lutto da elaborare. Interessantissimo l’e- sperimento sociologico lanciato un paio d’anni fa dalla catena americana Burger King in una campagna pubblicitaria virale di enorme successo. “Cosa sei disposto a fare per un Whopper?” si chiedeva agli utenti Fb. Il Whopper è un hamburger da tre dollari e settanta. “Sacrifica dieci amici su Facebook”, era il messaggio di Burger King,“e avrai diritto al tuo bel panino gratis”. Si fa presto a fare i conti: 3,70 dollari per dieci amici, dunque il valore venale di un “amico” è di 37 centesimi di dollaro. Gli ideatori della campagna, geniali quanto sadici, per mettere a frutto fino in fondo la trovata, avevano fatto in modo che i “cancellati”, coloro alla cui amicizia si rinunciava per amore dell’hamburger, al momento della cancellazione ricevessero questo messaggio: “sei stato sacrificato in cambio di un panino gratis”. Risultato: 230 mila “amici” cancellati nel giro di pochi mesi. Tanti: ma non tantissimi, in fondo, considerato che moltissimi utenti Fb contano fra le loro amicizie molte persone che non hanno mai visto e che mai incontreranno in vita loro. Come ha scritto Sergio Gridelli su Uielinux.org, “Anche amici che non abbiamo mai visto, con i quali (forse) abbiamo condiviso “solo” un video di YouTube, facciamo fatica (per moltissimi è stato impossibile) cancellarli dalle nostre pur flebili relazioni”. Fossero stati semplici “contatti” quelli da cancellare, probabilmente Burger King avrebbe dovuto sfornare un sacco di panini in più. Adesso Facebook si trova davanti la sfida di Google+ - il social network lanciato nei mesi scorsi dal più usato motore di ricerca in rete. Una sfida che si gioca anche su questo terreno: Google+, infatti, ha eliminato il concetto di “amicizia”, almeno nella notificazione: non devo chiederti l’amicizia né confermare la tua richiesta di amicizia (come in Facebook), ma ti aggiungo ad una o più delle cerchie (amici, colleghi ecc.) in cui suddivido i miei contatti. Senza che ti venga comunicato a quale cerchia appartieni. Sapremo presto se Google+, che a detta di molti è più performante e ben strutturato di Facebook – riuscirà a scalzarne il dominio o almeno a convincere parte dei suoi utenti a traslocare sulla nuova piattaforma. Affaire à suivre. la Rivista n. 11 Novembre 2011 55 RIMINI E SION Due Sorelle…un solo amore: Fellini! La Fondazione Fellini per il Cinema di Rimini, sorella maggiore della Fondazione Fellini di Sion, uno scrigno di tesori dell’opera del Maestro da mettere in sinergia con quella svizzera di Marco Patruno 56 Recentemente è stata aperta la nuova sede della Fondazione Fellini per il Cinema situata a Sion in Vallese. In questa magnifica dimora, nel frattempo, è stata inaugurata la mostra dal titolo: Tutto Fellini 8 ½, visitabile alla ”Maison du Diable” fino al 18 dicembre prossimo. Approfittiamo dell’occasione che ci offre quest’avvenimento per meglio far conoscere queste due sorelle al pubblico. Non tutti conoscono la storia della “Fondazione Fellini per il Cinema di Rimini”. Cominciamo col parlarvi proprio di lei: Perché questa celebre fondazione si trova a Rimini? Semplicemente perché Federico Fellini è nato nel 1920 in questa celebre località balneare. La Fondazione è sorta nel 1995 per volontà della sorella Maddalena Fellini e del Comune di Rimini che voleva in tal modo rendere omaggio al suo illustre concittadino. Per un certo periodo le collezioni furono accolte alla “Casa Fellini di Rimini” in attesa di una sede più adeguata all’importanza dell’opera del Maestro. Federico Fellini intento a disegnare una pagina del suo prezioso ”Libro dei Sogni” (©Anna Baldazzi). La nuova sede non è più un miraggio In questo momento, il Presidente Pier Luigi Celli e il Direttore Paolo Fabbri di questa Fondazione stanno lavorando alacremente per dare un tetto di prestigio a questa collezione che tutto il mondo invidia. Il Comune di Rimini ha messo provvisoriamente a disposizione della Fondazione una villa che si situa alla via Nigra N°26. Qui, i ricercatori e gli appassionati dell’opera del grande cineasta italiano possono consultarne i documenti e i preziosi disegni che ripercorrono la straordinaria avventura umana e cinematografica del Maestro. Fra questi tesori spicca il celebre Libro dei miei sogni. Fellini, pur non girando un solo metro di pellicola nella città natale, ha spesso raccontato, nei suoi film, i ricordi della sua gioventù tra cui il fascino che esercitava in lui il Cinema Fulgor che frequentava assiduamente. Fu infatti questa vetusta sala cinematografica che lo fece avvicinare al mondo del cinema e lo portò ad amare la settima arte. Sarà proprio lì che si realizzerà la futura “Casa Fellini” di Rimini. I lavori dovrebbero iniziare entro fine anno, il costo dell’opera, secondo le ultime stime, si aggira sui 9 milioni di euro. L’intervento sarà tutto a carico dell’Istituto” Valloni”, mentre il Comune di Rimini spenderà 11 milioni di euro per l’utilizzo del Cinema Fulgor nei prossimi trentacinque anni. Al piano terra sono previsti la biglietteria, il bar, un bookshop, una sala di un’ottantina di posti (cineteca) e la nuova sala del Fulgor da 190 posti. Il restauro della sala, foyer e facciata, saranno “firmate” dal premio Oscar alla scenografia Dante Ferretti. la Rivista n. 11 Novembre 2011 Particolare delmanifesto della mostra Tutto Fellini 8 ½, visitabile alla ”Maison du Diable” fino al 18 dicembre prossimo. L’entrata della Maison du diable a Sion sede della Fondation Fellini pour le Cinéma”. Al primo piano saranno collocati gli uffici della Fondazione e le sale per riunioni, al secondo la biblioteca, al terzo gli spazi per le mostre. A questo punto entra nelle possibilità che anche il Museo Fellini venga trasferito in questa struttura avanguardista. ta al Museo du Jeux de Paume a Parigi nel 2010. Tale mostra ha registrato un franco successo di critica e di pubblico. Oggidì, questa Fondazione ha trovato quindi un tetto degno delle sue collezioni che gli permetterà di valorizzare l’opera eccezionale del grande Maestro del cinema. Una sorellina dalle belle promesse Oggi, questa celebre Fondazione italiana si ritrova una sorella fra le mura di una dimora del XVI secolo, “La Casa del Diavolo”, appartenente alla famiglia Supersaxo. È dunque in queste mura storiche adeguatamente ristrutturate che è stata inaugurata la nuova sede della “Fondation Fellini pour le Cinéma” di Sion, in Svizzera. È l’occasione quindi di fare una breve retrospettiva sui momenti fondamentali di questa straordinaria avventura. La Fondazione è nata il 6 luglio del 2001. Questo grazie alla donazione dei Fondi d’archivio di Gérard Morin (originario di Martigny), ex Segretario e assistente di Federico Fellini, il quale ha donato il tutto al Liceo e Collegio des Creusets di Sion in Vallese. La scelta non fu casuale.Morin intendeva, infatti, con questa generosa strategia, invogliare i giovani studenti a interessarsi alla settima arte. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e numerose sono state le manifestazioni promosse da questa dinamica Fondazione per fare conoscere l’opera del Maestro in Svizzera e nel mondo. In questa sede citeremo la mostra Fellini la Grande Parade che è stata presenta- Una nuova collaborazione Attualmente questa Fondazione conserva 15’000 documenti che sono gestiti dai suoi responsabili e dal suo dinamico Presidente Stephane Marti. Una sorellina che vuole interagire con la sua sorella maggiore di Rimini. Inoltre, nel corso degli anni, si è stabilito, tra queste due sorelle, un filo rosso che ha portato i suoi frutti in uno spirito di sana collaborazione. Naturalmente allo stato attuale, potendo contare ambedue su nuove strutture, si potrà ancor meglio collaborare per divulgare nel mondo l’opera di quel gran signore del Cinema Mondiale che è stato Federico Fellini, per la gioia di tutti gli appassionati della settima arte. Tra le varie iniziative una prossima collaborazione fra i tre licei delle regioni limitrofe: il Liceo Giorgio Spezia di Domodossola, il Lycée Frison Roche di Chamonix e il Lycée-Collège des Creusets di Sion. Si tratta di un’idea lanciata dalla Direzione didattica di quest’ultima Istituzione: un progetto dal titolo “L’atelier du Regard” a cui i giovani dei tre Paesi parteciperanno sotto l’egida della Fondazione Fellini per il Cinema di Sion. la Rivista n. 11 Novembre 2011 57 A COLLOQUIO CON IL REGISTA ROLANDO COLLA «Sono cresciuto con la disciplina del lavoro» di Paola Volk Il suo ultimo film Giochi d‘estate ancor prima di uscire nelle sale cinematografiche ha già compiuto un percorso di grande successo: Dopo la selezione ufficiale della Mostra del cinema di Venezia, dove ha saputo coinvolgere e commuovere il pubblico, il film è stato presentato nei più importanti festival cinematografici del mondo, ed è stato votato all’unanimità per rappresentare la Svizzera alla corsa agli Oscar 2012 come miglior film straniero. Giochi d‘estate racconta di una vacanza al mare in Toscana durante la quale la storia di due bambini, Nic e Marie si intreccia con quella dei genitori del ragazzino, una coppia sull‘orlo di una separazione molto tormentata. Una storia violenta, emotiva e piena di sfumature. Incontriamo Rolando Colla nel luogo dove il regista scrive le sue sceneggiature e si ritira per trovare la concentrazione e l‘ispirazione necessaria al suo lavoro. Nel quartiere di Seefeld, amatissimo dagli zurighesi, si trova il suo studio dove al caos di libri, riviste, locandine e DVD sparsi ovunque prevale nettamente la forza creativa emanata da uno dei mestieri più affascinanti del mondo. La presentazione del suo Film alla 68° Mostra del Cinema è stata accolta a Venezia da minuti e minuti di standing ovation. È stata una sorpresa oppure un po` se l‘aspettava? Come figlio di italiani, emigrati a Zurigo per lavorare, sono cresciuto con la disciplina del lavoro e ho sempre avuto un concetto del cinema come impegno molto serio e non come sogno. Molti identificano il mondo del cinema a un sogno, mentre io, fin dall‘inizio ho legato il mio lavoro di regista alla fatica, alla lotta contro i miei dubbi e contro le condizioni della produzione che esistono soprattutto nel campo del cinema d‘autore. Questo film mi ha impegnato in maniera totalizzante per quattro anni prima a livello di sceneggiatura e poi per la realizzazione e le riprese. L‘accoglienza che sta avendo ora è una sensazione bellissima: come quando fai una scalata molto faticosa, arrivi nel punto che ti eri Fra il caos di libri, riviste, locandine e DVD sparsi ovunque prevale nettamente la forza creativa emanata da uno dei mestieri più affascinanti del mondo. prefissato e da lì puoi godere di una vista spettacolare; allora ti senti ripagato di tutte le tue fatiche e capisci che valeva la pena affrontare la salita e tutte le difficoltà. Solo per godersi quel singolo momento. Quei 6 minuti di applausi a Venezia che sembravano non finire mai, sono stati una sorpresa incredibile, che davvero non mi aspettavo. Mi hanno fatto capire che il film piace, perché emoziona, commuove, fa pensare alla vita, alla nostra vita, e non vuole solo divertire, va oltre il divertimento. Perché ha scelto la Maremma, per raccontare una storia molto cruda, molto forte come quella del suo film? Avevo visto un libro di fotografie dal titolo “il cerchio“ scattate da un fotografo boemo, Jan Jedlicka. Fotografie in bianco e nero scattate in inverno, un libro magico. In quelle foto ho intuito che c’era un paesaggio primordiale, selvaggio, tra le pinete e le dune di sabbia. Poi ho visitato quei luoghi di persona e ho davvero trovato spiagge che appaiono all‘improvviso dopo una palude, tronchi sradicati, bianchi dalla salsedine, insetti e zan- la Rivista n. 11 Novembre 2011 59 zare, paesaggi arcaici. Ho capito immediatamente che si trattava dello sfondo perfetto per la storia che volevo raccontare e mi sono innamorato di quei luoghi incontaminati lontano dalla Toscana idillica e turistica. «Non avrei mai potuto raccontare questa storia senza averla vissuta personalmente» I protagonisti della storia sono da una parte i due adulti, persi nelle loro vite sbagliate e nel rancore che sfocia nella brutalità più cieca e dall‘altra i due ragazzini che crescono covando un sentimento di rabbia verso il mondo e si sentono pericolosamente attratti dalla violenza. Ci sono degli elementi autobiografici in questa vicenda così amara? Ho avuto un’infanzia simile a quella del protagonista, con un padre molto violento che maltrattava mia madre e i figli, ma allo stesso tempo si sentiva inadeguato al ruolo che avrebbe voluto assumere agli occhi della propria famiglia. Tutte le tensioni e i conflitti che descrivo nel film li conosco personalmente, li ho vissuti sulla mia pelle. Una parte di questo sentimento distruttivo me lo porto ancora dietro, perché non è facile controllare la propria distruttività. Non avrei mai potuto raccontare questa storia senza averla vissuta personalmente. Naturalmente poi durante la sceneggiatura il film ha preso un altro cammino allontanandosi da quello che era autobiografico; anche per questo ho abbandonato l‘idea iniziale di ambientare la storia negli anni ‘60 e ho deciso di rappresentarla ai nostri giorni. 60 Incontriamo Rolando Colla nel suo studio, nel quartiere di Seefeld, amatissimo dagli zurighesi, dove il regista scrive le sue sceneggiature e si ritira per trovare la concentrazione e l‘ispirazione necessaria al suo lavoro. Come hai scelto gli attori che nel film interpretano i genitori di Nic? Per interpretare il ruolo di Vincenzo, il padre violento che vuole approfittare delle vacanze per riconquistare la moglie ho scelto Antonio Merone che conosco da tempo e che ha già lavorato con me in altre produzioni. Per il mio film, era perfetto e già lo sapevo. Con lui c‘è un rapporto di grande fiducia e stima e ha sempre dimostrato di essere straordinariamente bravo. La protagonista femminile, Adriana, è Alessia Barela; non la conoscevo e l‘ho scelta a Roma tra tante altre attrici perché ho capito che poteva incarnare tutte le contraddizioni che animano il suo personaggio. È una donna bella, che non sa se rimanere con il suo uomo o andarsene. Da una parte vuole essergli vicino, dall’altra ha bisogno della sua vita. Anche lei è bravissima e sta ricevendo delle recensioni fantastiche su tutta la stampa. Abbiamo fatto moltissime prove in teatro, simulando le situazioni e gli stati d‘animo del film. Abbiamo simulato come ci si sente ad essere arrabbiati, violenti o innamorati. Come camminare, come respirare, come parlare in queste situazioni. Abbiamo cercato degli esempi in internet e ho chiesto ai ragazzini di cercare degli animali o dei paesaggi o dei colori che rappresentassero quelle emozioni. Così pian piano ho costruito i personaggi e poi gli intrecci e i rapporti tra un personaggio ed un altro. Ho mandato in giro i ragazzini con i vestiti di scena, al McDonald’s o in altri luoghi, e li ho filmati in mezzo alla gente. È stato difficile lavorare con degli adolescenti? È stato un percorso molto difficile perché la cosa più importante con i ragazzi è mantenere la spontaneità. Ho scelto ragazzini che non avevano mai fatto cinema prima, li ho scelti nelle scuole, nelle strade e nella periferia di Roma di Napoli e di Lugano. Tra 1700 ragazzini ne ho scelti prima una trentina con i quali ho iniziato a lavorare molto seriamente e infine i cinque che recitano nel film. Attraverso un meticoloso lavoro di prove ho cercato di far sì che l’entusiasmo, la leggerezza e la spontaneità dei bambini non andasse persa a causa della sceneggiatura e delle battute da imparare. Nel tuo film rappresenti i conflitti e le tensioni di una famiglia tipicamente italiana, un po‘ vecchio stampo o è un modello che si ritrova anche nella realtà Svizzera? Nella preparazione del Film ho lavorato con la responsabile della violenza casalinga di Zurigo, Francisca Gräber. Abbiamo avuto 45 ore di incontri e riunioni e mi ha raccontato di tantissime violenze familiari che avvengono tra le mura domestiche delle famiglie svizzere. Solo a Zurigo l‘anno scorso ci sono state 1600 denunce alla polizia per maltrattamenti e più di 2000 “padri padroni“ sono stati allontanati dalle loro famiglie la Rivista n. 11 Novembre 2011 «Questi conflitti non avvenivano solo nell‘Italia del dopoguerra, ci sono sempre stati e continuano ad esserci anche oggi, non solo in Italia» perché picchiavano la moglie o i figli. Questi conflitti non avvenivano solo nell‘Italia del dopoguerra, ci sono sempre stati e continuano ad esserci anche oggi, non solo in Italia, ma ovunque. Su questo argomento sono davvero molto informato. La violenza domestica non è altro che la parte arcaica dell‘uomo che non ha i mezzi per comunicare e per vivere la propria frustrazione in maniera meno conflittuale. Molti uomini hanno bisogno della violenza per sfogarsi e per esprimersi ma poi vivono questa situazione come una malattia dalla quale si vuole guarire. Nel film ci sono molti riferimenti simbolici. La scelta del campeggio per esempio, un luogo proletario, e sopratutto molto precario. L‘instabilità è accentuata nella scena in cui i protagonisti devono spostare la propria tenda attraversando il campeggio. La ragazzina di Ginevra della quale Nic si innamora sta invece in un bungalow che sembra apparentemente più stabile, ma è solo l‘apparenza della stabilità. In realtà, la ragazzina soffre perché non ha mai conosciuto suo padre e perché sua madre si rifiuta di parlargliene e quindi anche lei ha una situazione di instabilità che la fa stare male. Attraverso il campeggio volevo poi gettare uno sguardo sui diversi livelli sociali. C‘è la zona dei bungalow per i pochi che se lo possono permettere, c‘è la zona del campeggio con le comodità della Tv e del frigorifero e poi c‘è la zona dove non c‘è niente e dove si paga la metà. Il campeggio è un luogo dove si possono incontrare tanti livelli sociali, ma anche persone di varia nazionalità e di conseguenza tutte le loro storie e i loro conflitti. Sì, in effetti, c‘è molta simbologia e poi si respira l‘aria di mare e di vacanza in contrasto con i destini di gente semplice che volevo raccontare. «Gli adulti non hanno una vera capacità di cambiare. Per i loro figli la vita è ancora aperta» Il personaggio del ragazzino cinese Lee che si vergogna dell‘italiano stentato dei propri genitori ha qualche riferimento con la vicenda dell‘emigrazione degli italiani in Svizzera che lei ha vissuto personalmente? Quella dei cinesi è l‘emigrazione del nuovo millennio; basta farsi una passeggiata per Roma e vedere che or- mai ci sono intere attività commerciali, soprattutto i Bar e i Tabacchi, gestite dai cinesi, un popolo che nonostante difficoltà è riuscito a farsi volere bene e a superare i pregiudizi. Sì, è un po‘ come gli italiani che negli anni ’50 e ‘60 arrivavano in Svizzera senza conoscere la lingua, con orari e ritmi di lavoro pazzeschi e con la mancanza di un sostegno culturale che potesse aprire qualche prospettiva lavorativa in più. L‘integrazione in queste condizioni è estremamente difficile, si tende a rimanere chiusi in gruppi ristretti di connazionali. Per la seconda generazione è tutto più semplice: i figli dei Cinesi arrivati in Italia da una decina di anni al massimo vanno a scuola, imparano perfettamente la lingua e pian piano diventano parte integrante del paese dove sono nati. Nel mio film volevo raccontare anche questo: gli adulti non hanno una vera capacità di cambiare, né i genitori di Nic, né la madre della ragazzina di Ginevra, né il padre cinese di Lee. Loro non cambieranno mai mentre per i loro figli la vita è ancora aperta. Hai mai pensato di ritornare in Italia oppure ti senti ormai al 100% svizzero? Non devo rappresentare l‘Italia o la Svizzera. Devo rappresentare me stesso e questo è già di per sé un obiettivo molto difficile da raggiungere. Il lavoro che cerco di realizzare giorno per giorno è di essere onesto con me stesso indipendentemente da dove vivo. L‘Italia sta vivendo un momento molto difficile per quanto riguarda il cinema d‘autore, c‘è una grande crisi e sono convinto che non riuscirei a fare del cinema in Italia. In Svizzera invece ho sempre avuto l‘appoggio del Ministero e della città di Zurigo e anche dalle Tv. Purtroppo in Italia vengono prodotte quasi solamente storie che fanno divertire e per i registi non è facile trovare le risorse economiche se vogliono raccontare qualcosa di crudo e duro e commuovere allo stesso tempo, se vogliono tirare fuori quello che li ha fatto soffrire per dare alla gente una vera emozione. I film d‘autore in Italia hanno un pubblico molto più piccolo che in Svizzera e poi non c‘è un grande guadagno come con le commedie. Mi dispiace dirlo ma in Italia il cinema è troppo legato ai soldi e chi si appassiona a progetti che hanno un valore più culturale prima o poi resta tagliato fuori. Questo non toglie che mi sento molto legato ai luoghi e ai valori della mia terra d‘origine, una terra unica al mondo, densa di bellezza da togliere il fiato e di gente straordinaria. FIGLIO DI EMIGRATI Figlio di emigrati italiani trasferitisi a Zurigo per lavoro, Rolando Colla, nato a Sciaffusa 53 anni fa, inizia il suo percorso nel mondo del cinema recitando in tre film diretti dal fratello Fernando (Fiori d’autunno, Onore e riposo, L’alba) che ha poi deciso di abbandonare la carriera cinematografica e di dedicarsi alla medicina. Il suo primo lungometraggio Una vita alla rovescia (1998), che narra la storia di una donna che si finge uomo per trovare la sua felicità intellettuale, ottiene un importante riconoscimento al Festival di Locarno. Qualche anno dopo (2002), sempre a Locarno, vince il prestigioso Pardo D‘oro con Oltre il confine interpretato da Anna Galiena e ambientato in Bosnia. Dopo alcune sceneggiature e regie televisive dirige L’altra metà del cielo (2007), la storia di due fratelli di origine algerina si trovano coinvolti su fronti opposti, nella lotta al terrorismo. Il suo ultimo film Giochi d‘estate ancor prima di uscire nelle sale cinematografiche ha già compiuto un percorso di grande successo: Dopo la selezione ufficiale della Mostra del cinema di Venezia, dove ha saputo coinvolgere e commuovere il pubblico, il film è stato presentato nei più importanti festival cinematografici del mondo, ed è stato votato all’unanimità per rappresentare la Svizzera alla corsa agli Oscar 2012 come miglior film straniero. la Rivista n. 11 Novembre 2011 61 Ernst & Young, il vostro partner competente per: Assurance Tax Legal Transactions Advisory www.ey.com/ch I TRENTA ANNI DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO Non solo Chaplin di Mattia Leto A ottobre Pordenone è diventata ancora una volta la capitale del cinema muto. Studiosi e appassionati, cinefili e melomani, rappresentanti di cineteche e musei sono arrivati da ogni parte per seguire le Giornate del Cinema Muto. Questo festival, diretto dallo storico inglese David Robinson e dedicato esclusivamente ai film realizzati prima dell’avvento del sonoro, ha festeggiato i trenta anni con un ricco programma. Accanto ai grandi eventi celebrativi, gli organizzatori hanno proposto molte rarità e nuove scoperte. Prima fra tutte, The White Shadow (1924) di Graham Cutts, con Alfred Hitchcock assistente alla regia, sceneggiatore, scenografo e montatore. Di questo film sono stati da poco ritrovati i primi tre rulli, che sono stati presentati dal New Zealand Film Archive e dall’americana National Film Preservation Foundation in prima internazionale. Spazio anche all’animazione Disney: il pubblico ha potuto apprezzare tre cartoni animati della serie Laugh-Ograms (1922), Goldie Locks and the Three Bears, Jack and the Beanstalk e Jack the Giant Killer che sono stati da poco identificati al MoMA e alla Library of Congress. Grande entusiasmo ed emozione anche per The Soldier’s Courtship (Il corteggiamento del soldato) di Robert William Paul, del 1896, uno dei primi film a soggetto realizzati in Inghilterra e al mondo. Ritenuto perduto per oltre un secolo, è stato rinvenuto alla Cineteca Nazionale di Roma, un’istituzione da tempo penalizzata dai tagli alla cultura ma pur sempre all’avanguardia dal punto di vista professionale. Come di consueto, la manifestazione si è aperta con un evento musicale: la proiezione di Novy Vavilon (La nuova Babilonia, 1929) di Kozincev e Trauberg con la musica di Dmitrij Šostakovi . Caduta nell’oblio dopo la débâcle delle prime esecuzioni e ritrovata nel 1975, la partitura è stata eseguita nella versione curata da Mark Fitz-Gerald, la cui perfetta sincronizzazione, risultato di un ventennale lavoro sulle parti orchestrali e il manoscritto originale, ha consentito di apprezzare appieno il genio del compositore russo. Al musicista è stata dedicata un’intera rassegna, “Šostakovi & FEKS”, che ha offerto la rara opportunità di vedere tutti i muti sopravvissuti del gruppo d’avanguardia Fabrika EKScentriceskogo aktera (Fabbrica dell’attore eccentrico). Altri tesori dal forziere del muto sovietico sono stati proposti nella rassegna sul cinema georgiano, che porta a Pordenone ancora due titoli di Lev Push, regista di talento vittima della censura stalinista e riscoperto nella scorsa edizione delle Giornate. Nei 150 anni dell’Unità d’Italia, il festival ha reso omaggio al cinema nazionale proponendo una serie di film riscoperti e restaurati negli ultimi tre decenni e interpretati o diretti da personalità divistiche quali Francesca Bertini, Pina Menichelli, Febo Mari, oltre alla galassia dei comici degli anni Dieci. Insieme alle opere Disney gli organizzatori hanno presentato le meraviglie dei pionieri dell’animazione giapponese e soprattutto le pellicole che documentano le grandi spedizioni polari del 191112. Sabato 8 ottobre è stata la volta del ritorno dopo 25 anni di uno degli eventi più memorabili della storia del festival, il capolavoro di Victor Sjöström The Wind (Il vento), con Lillian Gish. Una pellicola di rara bellezza, accompagnata dalla partitura orchestrale composta e diretta da Carl Davis, che ha chiuso il festival e ha rimandato all’anno prossimo l’appuntamento con i film del periodo più emozionante della storia del cinema. la Rivista n. 11 Novembre 2011 63 «Penso sempre che il mio ultimo progetto sia il migliore. Finché inizio con il successivo.» Una soluzione assicurativa che protegge i risultati raggiunti con tanto impegno. Gestire un’impresa propria può essere gratificante, ma anche impegnativo. Per questo comprendiamo che vogliate proteggerla al meglio e vi offriamo una soluzione assicurativa semplice, perfettamente adeguata al vostro modello commerciale. Questo è solo uno dei preziosi servizi che offriamo quando serve aiuto. Lo chiamiamo Zurich HelpPoint. Chiedete ulteriori informazioni al vostro consulente assicurativo o visitate il sito zurich.ch/miaimpresa LA MAGIA DEL CRAZY CINÉMATOGRAPHE DELLA CITTÀ DI LUSSEMBURGO Cinematografo, baracche e lunapark di Mattia Leto C’era un tempo in cui il cinema non aveva ancora una casa, ovvero un luogo deputato alla sola visione del film come la sala cinematografica; un tempo in cui lo si chiamava in mille modi e non lo si riteneva ancora un’invenzione rivoluzionaria. Nei primi anni della sua esistenza, la cinematografia-attrazione (così amano chiamarla gli esperti) la si poteva trovare un po’ ovunque in città. In particolare, sul finire dell’Ottocento e nei primissimi anni del Novecento, il cinema ha prediletto fiere, sagre, feste di paese per dispensare le proprie visioni. In uno dei più piccoli stati d’Europa, il Lussemburgo, dal 1340 si svolge la fiera denominata Schueberfouer. Tra bancarelle di dolciumi, birra e salsicce, tra giostre, attrazioni di ogni tipo, nani e ballerine, più di cento anni fa si è insediata anche la settima arte. In baracche o tende improvvisate, infatti, i cittadini lussemburghesi e gli stranieri provenienti da tutta Europa hanno potuto per qualche anno gustare il meglio delle prime produzioni. Poi sono arrivate le prime sale e del cinematografo alla Schueberfouer non si è sentito più parlare, finché un bel giorno, nel 2007, la Cinémathèque de la Ville de Luxemburg non ha deciso di riportare il cinema nel luogo delle origini, in mezzo alle mirabolanti e moderne giostre della fiera. L’ambizione era quella di ricreare l’atmosfera delle prime proiezioni e di far rivivere al grande pubblico la magia del cinema dei primi tempi. I film, infatti, sono proiettati in un tendone in stile Belle Epoque costruito apposta per l’occasione e, soprattutto, sono introdotti e commentati da attori che ricoprono il ruolo di quello che una volta si chiamava imbonitore, ovvero il commentatore del film. Una figura che solo da pochi anni ha ricevuto la doverosa attenzione degli storici del cinema e che faceva della proiezione cinematografica un evento unico e irripetibile. L’evento si è ripetuto anche questo anno. Dal 19 agosto al 7 settembre, lungo tutta la durata della fiera, la Compagnia degli Imbonitori della città di Lussemburgo è stata impegnata quotidianamente nell’attrarre spettatori fuori dalla tenda, nell’introdurli al programma e soprattutto nell’intrattenerli durante la proiezione. Insieme a loro un musicista, ulteriore elemento fondamentale delle prime proiezioni. Il programma, composto da cortometraggi della durata non superiore ai cinque minuti, si è svolto in moduli tematici che spaziavano dalla comicità al Burlesque, dalla fantascienza alla pornografia. La risposta degli spettatori è stata entusiasmante. In molti si sono lasciati coinvolgere dalla bravura dei commedianti e, soprattutto, dall’originalità delle opere che, pur essendo state destinate quasi esclusivamente a un pubblico popolare, rischiavano di rimanere sconosciute ai più. Crazy Cinématographe è un esperimento coraggioso, da riproporre in altri paesi, un’iniziativa che ha dimostrato che il film muto non è fruibile soltanto da pochi esperti ma, se correttamente riproposto, può diventare davvero patrimonio e godimento di tutti. la Rivista n. 11 Novembre 2011 65 Ludovico Einaudi in concerto a Zurigo di Bruno Indelicato La figura di Ludovico Einaudi non ha certo bisogno di troppe presentazioni. Dopo aver conquistato l’attenzione di pubblico e critica con il concept-album Le Onde (1996), passando per due seguiti riusciti come Eden Roc e I Giorni, oggi è tra gli artisti italiani più fortunati in campo internazionale, fino al grande successo alla Royal Albert Hall di Londra lo scorso anno, preceduta dal notturno e onirico Nightbook (2009). Le dolci note del suo pianoforte hanno già ammaliato le platee di tutta Europa, dove ha venduto oltre 750mila dischi. Negli ultimi tempi, la crescente popolarità del“fenomeno Einaudi”ha determinato una singolare polarizzazione del gusto estetico, ma c’è un punto in cui sostenitori e detrattori finiscono per convergere: Einaudi ha coniato uno stile limpidamente riconoscibile, facendo non pochi proseliti. La sua è una musica che appartiene a una dimensione temporale indefinita, in cui s’intrecciano diverse epoche e culture musicali: la canzone popolare, la tradizione classico-romantica, il jazz e il rock, il minimalismo, l’elettronica; ma anche culture extraoccidentali, con alcune delle quali la sua musica condivide la tendenza alla ripetizione, determinando nell’ascoltatore effetti ipnotici. È infine una musica che dialoga con il cinema e la letteratura, evocando paesaggi sonori, storie e memorie collettive. La sua musica non prevede mai parole, ma solo note, deliziose scale, motivetti che entrano dentro, e che si allungano e girano in testa. Alla domanda cosa fosse per lui la musica, in un’intervista rispose: “È una forma d’arte che mi dà tantissimo e che mi appassiona sempre di più. Mi muove i sentimenti e mi magnetizza, mi tocca le corde più profonde. È come una donna che ami e che non vorresti mai lasciare”. CONCERTO Ludovico Einaudi Piano Solo 23 novembre 2011, ore 20, Chiesa Neumünster Zurigo, (Neumünsterallee 21) Prezzi: CHF 65/55/45 (posti non numerati) Sito ufficiale: www.einaudiwebsite.com 66 la Rivista n. 11 Novembre 2011 Dopo Giappone, Stati Uniti e Canada, Einaudi ritorna in Europa per alcune tappe. Tra queste c’è anche Zurigo, che lo accoglie nella splendida cornice della chiesa Neumünster. A Zurigo ripercorre i brani dei suoi ultimi dischi, che lo hanno portato sulle vette delle classifiche di musica classica italiane e straniere. Be OB<MHKB: Ze[^k`hkhfZgh]b IKBFBLLBF: <E:LL>Ng Zg`heh]bjnb^m^g^e\^gmkhlmhkb\h:]n^iZllb]ZObZO^& g^mh^]Zee^ob^ib_Zfhl^i^keh¿lahiibg`ÀBeOB<ÍL;:K % ibZ\^ohe^ ingmh ]Í bg\hgmkh :e KBLMHK:GM> ;>EBL:KBH lÖsbhlZ\n\bgZbmZebZgZBe`bZk]bghi^glbe^ LHIK: BIBGB% ;:K>KBLMHK:GM>%khfZgmb\hkbmkhoh^lmboh K'A'Pbkma A'Anghe]@^g'FZgZ`^k ObZ<ZfiZgbZ-*hh*10KhfZ!BmZer" M^e'hh,2h/-+,0h*?Zqhh,2h/-10*12h >&fZbe3bg_h@ahm^eob\mhkbZkhfZ'\hf Bgm^kg^m3ppp'ahm^eob\mhkbZkhfZ'\hf Diapason di Luca D’Alessandro MARCO MENGONI - SOLO 2.0 (Sony) Lo dichiara il titolo dell’album: Marco Mengoni ha lanciato il suo secondo disco di inediti presso la Sony Music. Un giovane cantante, sul quale da qualche mese sono puntati gli occhi del pubblico – non solo quello di X Factor, ma anche quello di Sanremo, dove Mengoni nel 2010 ha presentato Credimi Ancora. L’album è un riassunto delle esperienze artistiche degli ultimi due anni, che lo hanno confrontato con la musica commerciale e non, camminando, come afferma lui stesso, su quel filo di rasoio che delimita «il bene e il male». Esperineze che hanno influenzato i suoi testi che – per rilevare il suo messaggio – si servono di spunti ironici e nello stesso tempo riflettono sul conformismo alle regole opponendosi anche alla stampa: nei brani Uranio 22 e Come Ti Senti parla con sarcasmo dell’indottrinamento dei nostri capi e del vuoto interesse dimostrato da certi giornali che scavano fra la musica alla ricerca del pettegolezzo, del sordido e del privato a tutti i costi. SUGARPIE AND THE CANDYMEN - SWING’N’ROLL (Irma) Come Mengoni, anche i Sugarpie and the Candymen – gruppo italiano dal fascino Golden Twenties – ci propongono il loro secondo album. Un lavoro in studio che contiene nella prima parte 7 brani inediti scritti dalla band stessa che si rifanno al genere swing, ma che lasciano intendere le più disparate influenze. La seconda parte invece comprende rivisitazioni swing di brani famosi con una rinnovata ricerca stilistica e arrangiamenti sempre più complessi. Nel disco la band si avvale della collaborazione di musicisti di fama come Gianni Satta, Gianni Azzali, Mattia Cigalini e Dean Zucchero, un bassista di New York. In prima fila l’affascinante cantante in abito da sera, Georgia Ciavatta che con Jacopo Delfini alla chitarra, Renato Podestà alla chitarra elettrica, Roberto Lupo alla batteria e Alex Carreri al contrabasso, si esibisce regolarmente in numerosi festival di musica jazz in Europa, tra l’altro anche al JazzAscona dove quest’anno ha vinto il prestigioso Prix Public. IVANO FOSSATI - DECADANCING (EMI) Nell’intervista con Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai Tre Ivano Fossati ha annunciato di terminare la sua carriera con Decadancing, uscito il 7 ottobre. «È una scelta serena presa in tanto tempo.» Fossati è un perfezionista: lo si nota ascoltando questo suo disco, pieno di riflessioni profonde di un musicista che non solo ha vinto diversi premi, ma è riuscito a posizionarsi tra gli artisti italiani più completi e «colti» dell’attuale scena musicale. Decadancing parla del ballo della decadenza, o meglio, usando le parole dell’autore: «In questo clima da tardo impero se la lingua che parliamo è in decadenza, se politica e morale sono già decadute, il lavoro manca e la cultura – la musica in particolare – ricopia se stessa fino allo sfinimento, i ragazzi guardano oltre le frontiere con speranza, e io non farei niente per trattenerli». Son queste le ragioni della sua scelta? La mancanza di cultura? La musica che si copia? La speranza che non c’è più? Così fosse: Fossati d’ora in poi mancherà al mondo. Definitivamente. STADIO - DIAMANTI & CARAMELLE (EMI) L’uscita del loro nuovo album di inediti dal titolo Diamanti & Caramelle segue, a più di due anni, Diluvio Universale. Anche in questo gli Stadio non fanno mancare una dedica a due calciatori celebri, Scirea e Facchetti, a loro avviso, due personaggi che portano nei loro cuori una storia e un rispetto per la professione calcistica. «Sono le storie di quei calciatori veri, che riescono a fare di un sogno la loro realtà. Sono campioni che aiutano i bambini a sognare e che oggi vanno riscoperti: Facchetti e Scirea sono punti di riferimento ideali». Frasi che fanno trasparire la filosofia di vita degli Stadio che si ritrova nell’autenticità. Essere sinceri in quello che si fa, fare da modello con senso di responsabilità che personaggi celebri devono avere nei confronti di un pubblico che non solo ammira, ma imita il modo di pensare, di agire, di vivere insomma. Diamanti & Caramelle è un album che trasporta in ciascuno dei brani gli ideali di chi di vita ne hanno vissuta tanta. la Rivista n. 11 Novembre 2011 67 big business exquisite cuisine sweet dreams +41 (0) 44 227 77 00 +41 (0) 61 275 85 00 A COLLOQUIO CON LJUBA MANZ Orgogliosa del passato fiduciosa del futuro La signora Manz, vedova di Caspar Manz, si trova oggi alla testa di un’azienda che mantiene alta la tradizione famigliare nel settore alberghiero elvetico. Dopo i 120 anni del St. Gotthard di Zurigo, si celebrano quest’anno i 75 dell’Hummerbar. 120 anni di St. Gotthard festeggiati nel 2009. Come si trova alla testa di una dinastia, che con i figli è ormai giunta alla 4° generazione, e alla quale appartengono anche il Continental a Losanna l’Euler e il City a Basilea e l’Hotel de la Paix a Ginevra? È un’immensa gioia e contemporaneamente un onore per me, in quanto donna che è entrata a far parte della dinastia Manz per matrimonio, assumere questa particolare responsabilità nei confronti degli ospiti, dei collaboratori e della famiglia, assicurando il passaggio dell’azienda alle prossime generazioni. Molto si parla della forza della moneta svizzera e delle conseguenze che questo ha sul turismo. Risentite dell’apprezzamento del franco e più in generale della crisi? In linea di massima risentiamo della forza del franco, ma un’impresa che esiste da 120 anni ha dovuto superare anche altri momenti difficili come quelli della crisi del petrolio o di quella immobiliare; per non parlare di due guerre mondiali. Inoltre, fluttuazioni monetarie non sono una novità: penso, ad esempio a quando il marco tedesco, quotato 1.20 rispetto al franco, si trova nella condizione in cui si trova oggi l’euro. Oltre 120 anni dell’Hotel St. Gotthard, quest’anno state celebrando un altro importante traguardo: i 75 anni dell’Hummerbar. Caspar Manz e suo padre viaggiavano spesso a Parigi, decisero così di aprire un bar. Dare vita a quello che oggi è l’Hummerbar rientra fra le azioni pionieristiche di Caspar Manz. In occasione dell’apertura vennero vendute 6 ostriche, le rimanenti 94 se le mangiò tutte lui. Oggi le ostriche sono diventate un “must”. Il nostro chef di cucina Philippe Alloin, un giovane chef francese, continua sull’onda di quella tradizione. È una soddisfazione constatare come la nostra clientela resti fedele generazione dopo generazione. Voi state festeggiando questo anniversario con appuntamenti che si rivolgono ad un pubblico di gourmet. Lo scorso 21 settembre avete proposto una cena di gala con i vini dei Marchesi de’ Frescobaldi. Il prossimo 18 novembre sarà la volta di un menù realizzato da Reto Mathys, chef e proprietario del La Marmitte, considerato il più raffinato fra i ristoranti d’alta quota, situato com’è a 2500 m. sul livello del mare. In abbinamento con i vini della tenuta Gagliole di Castellina in Chianti di proprietà del banchiere zurighese Thomas Bär. Non sembra una semplice operazione commerciale. Qui ci sono anche affetti, frequentazioni di lungo corso e sentimenti di amicizia. Sbaglio? L’amicizia, con i proprietari della Banca Julius Bär sulla Bahnhofstrasse, si è consolidata di generazione in generazione. È un ulteriore motivo di soddisfazione constatare come un banchiere del calibro di Thomas Bär si adoperi per affermare una buona cultura del mangiare, alla quale appartiene di diritto anche il buon vino. Con Reto Mathis l’amicizia risale ai tempi del padre. Ci vuole coraggio a realizzare un concetto gastronomico a 2500 m. sul livello del mare. Straordinario è constatare come la famiglia Mathis sia riuscita a portare i livelli della loro cucina agli stessi livelli altimetrici del loro locale. I suoi rapporti con l’Italia sono confermati dal fatto che buona parte dell’anno lei risieda a Ischia e che i suoi figli in Italia vi abbiano anche studiato. Come nasce e si consolida questo rapporto? Mia madre mi ha cresciuto cantandomi canzoni napoletane tradotte in russo. Al pari di tutti i russi l’Italia ha sempre avuto un posto particolare nel mio cuore. Con i miei figli, che sono cresciuti in Italia, ho realizzato il mio sogno di bambina. Con i suoi figli Michael ed Alexander la vostra dinastia è giunta alla quarta generazione. Possiamo quindi pensare che anche il futuro vi vedrà protagonisti nel settore dell’hotelleria svizzera? Sì, anche se tutto è nelle mani di Dio. la Rivista n. 11 Novembre 2011 69 INTERVISTA CON RAFAEL PEREZ PRESIDENTE DI SLOW FOOD SVIZZERA Il piacere del gusto responsabile In programma a Zurigo dall’11 al 13 novembre 2011 la prima edizione di Slow Food Market Slow Food, nata in Piemonte nel 1986, è un’organizzazione internazionale non-profit impegnata per un consumo e commercio equo e solidale di buoni prodotti alimentari. Se in Italia il “Salone del Gusto” è una realtà consolidata da ormai 15 anni, ora anche in Svizzera, grazie all’impegno della sezione elvetica, Slow Food avrà una propria fiera. Ne abbiamo parlato con Rafael Perez presidente di Slow Food Svizzera. Signor Pérez, la prima edizione svizzera della fiera di Slow Food si presenta sotto il nome di “Slow Food Market“. Come mai questo esplicito riferimento al mercato? Quando penso ad un mercato, la mente torna all’infanzia e al mercato di quartiere, dove accompagnavo mia madre a fare la spesa. Un luogo in costante laborioso fermento intriso di profumi di ogni tipo, che anticipavano il piacere di pregustare i vari prodotti stagionali. Luoghi della tradizione che ormai sono diventati sempre più rari. È a questa tradizione che si orienta lo Slow Food Market? Sì. Riproporremo quanto accade per il Salone del Gusto a Torino, con singole regioni che con i loro produttori e i loro prodotti saranno in primo piano. I padiglioni della Fiera di Zurigo si trasformeranno in un grande mercato, caratterizzato dalla presenza di bancarelle piuttosto che da stand espositivi. E, come in un grande mercato, i visitatori, in perfetta sintonia con lo spirito di Slow Food, si sposteranno da una bancarella all’altra odorando, provando, gustando e approfondendo la conoscenza dei prodotti che di volta in volta verranno loro proposti. Quali specialità troveranno i visitatori? L‘80% degli espositori è svizzero. La loro offerta spazia dall’autentico formaggio dell’Alpe alle specialità di SLOW FOOD MARKET SVIZZERA Dall‘11 al 13 novembre 2011 si svolgerà a Zurigo per la prima edizione di «Slow Food Market Svizzera». In due padiglioni adibiti a mercato della Fiera di Zrugio circa 150 produttori provenienti da Svizzera, Italia Francia e Germania, presenteranno ai visitatori della “Fiera del Gusto“ la loro variegata offerta, risvegliando lo spirito della scoperta invitando a degustare, discutere, comprare. Nei cosiddetti «Laboratori del Gusto» verrà offerta, sotto esperta guida, la possibilità di provare i sapori di prodotti selezionati e originali. In un esclusivo CaffèBar si potranno gustare oltre 20 tipi di caffè di diversa provenienza e conoscere così la raffinatezza delle diverse tostature. Il cosiddetto “Percorso dei sensi” di alpinavera solleciterà tutt’e cinque i sensi affinandoli in consapevole piacere culinario. Informazioni: www.slowfoodmarket. 70 la Rivista n. 11 Novembre 2011 carne e insaccati particolari come i Cicitt ticinesi, fino ai teneri e soffici prodotti da forno di Friborgo. Ovviamente, anche l’Italia è presente, con alcuni espositori di prodotti tipici quali olio d’oliva, miele, pasta, capperi, insaccati e naturalmente vini, molti dei quali si potranno degustare nello spazio adibito a Vinoteca. Basta a questo a giustificare l’esistenza di Slow Food? Diciamo che questo è un passo molto importante in questa direzione. Slow Food crea un legame etico fra produzione e piacere del gusto. In questo senso, sostiene la biodiversità, il manteni- mento di un’agricoltura e di un artigianato durevoli, si impegna per salvaguardare la dignità del produttore. Sono concetti di largo respiro che possono apparire astratti. Slow Food Market offre la possibilità a tutti i visitatori di sperimentarli tradotti in pratica quotidiana. Provare piacere e al contempo assumersi la responsabilità di questo piacere: sostenendo i produttori e contribuendo al mantenimento dell’artigianato tradizionale. Sono queste le cose che rendono Slow Food qualcosa di unico. Molte grazie. LA CCIS ALLO SWISS FOOD MARKET Incontro con Carlo Petrini e Laboratorio del Gusto Nell’ambito della prima edizione dello Slow Food Market, in programma a Zurigo dall’11 al 13 novembre 2011, la Camera di Commercio Italian per la Svizzera organizza un incontro, con ricco aperitivo, alla presenza di Carlo Petrini fondatore del movimento, che, nato in Italia, si è ormai affermato in tutto il mondo, incidendo profondamente sul rapporto con il cibo. L’incontro è previsto per venerdì 11 novembre 2011 alle ore 16.30, presso lo stand numero 64 della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) A seguire, dopo una visita al mercato, che sarà animata da oltre un centinaio di produttori di delizie per il palato, se lo riterrete opportuno, avrete la possibilità di partecipare ad un “laboratorio del gusto” (dalle 19.30 alle 21.00) durante il quale potrete conoscere e verificare le ragioni che presiedono ad uno dei più consolidati matrimoni gastronomici del Made in Italy: quello fra il Prosciutto crudo e il Lambrusco. Sia la partecipazione all’aperitivo, sia quella al laboratorio del gusto sono soggette ad iscrizione obbliga- toria e prevedono un costo privilegiato complessivo di 30.- franchi. È possibile iscriversi anche solamente all’aperitivo al costo di 15.-franchi. Si ringraziano le ditte Sacripanti e Aleardi Delizie Culinarie per la cooperazione. Il numero dei posti è limitato Per iscrizioni contattare la CCIS: Tel. 044 289 23 23 e-mail: [email protected] la Rivista n. 11 Novembre 2011 71 Convivio di Domenico Cosentino Sardi a beccafico e allinguati. Gran tour di Sicilia Quando il pesce va a nozze con gli ortaggi Quello proposto da Wine, Fish & Food Regione Sicilia, alla fine di questa lunga estate, è un Grand Tour, un lungo percorso enogastronomico che va da settembre fino a dicembre, alla scoperta non solo dei sapori e dei prodotti della regione, ma anche della storia e della tradizione di questa splendida isola. “Terra di Limoni”, come la definì Goethe nel suo Viaggio in Italia. La manifestazione iniziata il l5 di settembre (Cefalù, Sorbeth Festival) si protrarrà fino al 13 dicembre (Siracusa,Cuccia di Santa Lucia) e toccherà città come Messina, Catania, Enna, Siracusa, Ragusa, Trapani e Palermo; centri come Leonforte, Noto, Bronte, S. Angelo di Brolo, Mottta Camastra e località costiere come Mazzara del Vallo, San Vito Lo Capo, Cefalù, Capo Milazzo e Olivieri. Nei cinquanta e più appuntamenti, tutti dedicati ai sapori dell’autunno, tra degustazioni, concerti e incontri si parlerà anche della storia dei prodotti. E non solo! Perché (almeno così è parso al viaggiatore goloso nei suoi tre giorni di permanenza a Palermo) 72 la Rivista n. 11 Novembre 2011 oggi il mix più goloso provocato dall’intreccio delle vicende storiche dell’isola, la straordinarietà della cucina ittica siciliana, è nei rimandi tra mare e terra, ovvero tra pesci e verdure, quello che ordina di accompagnare alici, sarde, sgombri, tonni-palamati, polipi, totani e triglie a capperi, pomodori, olive, origano, melanzane e peperoni. Cooking peace (Si cucina la pace) A partire per prima (naturalmente dopo l’inaugurazione a Cefalù) è stato San Vito Lo Capo: dal 20 al 25 settembre, in questa cittadina di mare in provincia di Trapani si è svolta la 14.esima edizione di cous cous Fest, una kermesse internazionale per scoprire tutti i segreti del cous cous, che gli organizzatori, sotto il segno dell’integrazione culturale e in occasione della “Primavera Araba”, hanno battezzato con lo slogan “Cooking peace”(Si cucina la pace). Nei 5 giorni di festa, al centro dell’attenzione è stata la pietanza a base di semola di Il viaggiatore goloso con la signora Cettina Catanese. grano cotta a vapore e “incocciata” a mano: cous cous trapanese, cou cous dei paesi del Mediterraneo e cous cous nordafricano, biologico e senza glutine. Molto attesa dai visitatori e dai turisti (tanti inglesi quest’anno) è stata la gara internazionale del cous cous che si è svolta sul lungomare: A sfidarsi nove chef provenienti da Costa d’Avorio, Francia, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Senegal, Tunisia ed Egitto, che hanno preparato cous cous a base di verdura, pesce e agnello, che in tanti hanno gustato anche in spiaggia in un’area dalle atmosfere esotiche. Pasta chi sardi palermitana Sarà stato il poco tempo a disposizione, saranno stati i troppi chilometri da percorre da una città all’altra per partecipare a più sagre, sarà stato forse il caldo afoso (malgrado fossimo già alla fine di settembre), che ha spinto il viaggiatore goloso a stralciare dalla sua agenda gli appuntamenti per Il pesce spada Fest di Messina, Il ritorno del tonno di Favignana La grigliata dei gamberoni di Mazzara del Vallo, la sagra del salame di Sant’Angelo di Brolo, le noci di Motta Camastra e i pistacchi di Bronte, e a passare qualche giorno a Palermo. La verità è che Palermo ti stordisce con i suoi splendori, con i suoi palazzi, con la sua luce, con il suo calore, ma so- prattutto, per un viaggiatore goloso come me, ti prende per la gola con la sua cucina: la più povera delle preparazioni si gonfia di sapore a ogni passaggio di erbe raccolte sul ciglio di un campo (finocchietto selvatico), o a quelle strappate tra le pietre dei muretti a secco (capperi). Olive e capperi sono ubiqui e indispensabili, aglio e cipolla la matrice per ogni soffritto, i pomodori, piccoli e maturi, regalano dolcezza e colore, l’origano (fresco, appena raccolto) un profumo che non si dimentica, che insieme all’olio extravergine d’oliva di Valdemone o Val del Bellice, sta alla base di una succulenta caponata o della Pasta chi sardi. Una città che seduce i visitatori Ma il vero prodigio di Palermo non è solo la cucina. Palermo seduce i visitatori. Il viaggiatore goloso, entrato da Porta Nuova in corso Vittorio Emanuele, dopo un po’ non capiva più niente. E si è messo a girare beato per piazze, vicoli e mercati. Ha visitato per primo Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina, situata al primo piano. “Quasar”, la chiamavano gli arabi che l’avevano costruita per primi nel IX secolo. Più tardi, nel 1132 trasformata da Ruggero II, la basilica a tre navate è stata dedicata ai santi Pietro e Paolo. Ma Palermo ha altre frecce nell’arco: la Cattedrale del IV secolo, che all’in- la Rivista n. 11 Novembre 2011 73 74 Maurizio Bravo (sommelier) porta a tavola la pasta chi sardi. I cannoli siciliani. terno custodisce le spoglie di Santa Rosalia, dove alla cappella nr. 22, il viaggiatore goloso, sempre rispettoso per tutto quello che è sacro, si è fermato per un momento a meditare e si è trovato “costretto” a leggere la seguente frase scritta a caratteri a stampatello: ”Zona di massimo rispetto, si raccomanda il silenzio. Questa è la cappella di Santa Rosalia-Vergine-Eremita, dove sono custodite le spoglie della patrona cittadina”. E così ha fatto il viaggiatore goloso: in silenzio è entrato ed in silenzio è uscito dal duomo! Poi è andato a visitare e passeggiare per i due mercati storici di Palermo: Ballerò e Vuccirìa, dove ha visto il pesce più fresco d’Italia e toccato con mano frutta e verdura cariche di energie positive. Altro luogo incantato è l’oratorio con gli stucchi di Serpotta a santa Cita. Nel cortile interno, il viaggiatore goloso, ha potuto ammirare un albero immenso che sembra uscito da una tavola di Bosch: il tronco di seta verde è ricoperto di grosse spine, i fiori si spalancano a un’altezza vertiginosa, a grappoli di grandi trombe bianche e rosa. Ultima tappa: la fontana di piazza Pretoria, detta anche “Piazza della vergogna”, così soprannominata dai palermitani, per la nudità delle statue. la facciata del duomo si presenta con un portico a trifora, due massicce torri fortificate e pregevoli porte di bronzo. Nel vastissimo interno basilicale a tre navate, si può ammirare il soffitto a crociera di tipo bizantino, le pareti delle absidi rivestiti da mosaici a fondo oro raffigurano storie cicliche dell’Antico testamento; nel catino absidale mediano vi è la colossale figura del Cristo Pantocratore (Onnipotente). Sul fianco destro vi è il sarcofago in porfido di Guglielmo I, morto nel 1166, e quello marmoreo di Guglielmo II il Buono. Il quale, secondo una leggenda, fece costruire il Duomo, dopo aver sognato la Madonna, a cui era molto devoto, che gli rivelò il segreto di una “travatura” con queste parole: ”Nel luogo dove stai dormendo è nascosto il più grande tesoro del mondo: dissotterralo e costruiscici un tempio in mio onore”. Guglielmo fece scavare e, con grande stupore, venne scoperto un tesoro in monete d’oro che furono subito destinate alla costruzione del Duomo di Monrreale (1176), per il quale furono chiamate maestranze arabe specie per i mosaici (i mastri di l’oru) che adornarono non solo l’abside col Cristo, ma anche le pareti e le colonne. Il Duomo di Guglielmo II Quando il viaggiatore goloso è arrivato a Porta Felice, di fronte al Golfo di Palermo, il sole era al tramonto. Il suo raggio lunghissimo, guardando verso il “Cassaro” (oggi Corso Vitt. Emanuele), sembrava una lama d’oro che spaccava in due la città. Allora, si è ricordato che a Monreale, all’Hotel Guglielmo II, era atteso a cena per le ore 21.00 dove, la Confraternita della Pasta chi sardi, rappresentata dalla Signora Cettina Catanese, proprietaria dell’Hotel, aveva organizzato un “Diner-Gala”, che vedeva quale protagonista la Sarda. Il viaggiatore chiamò un taxi e, prima di andare in albergo, si è fatto condurre a Monreale, dove adagiato sulle pendici del Monte Caputo, sorge il duomo dedicato a Santa Maria Nuova che domina tutta la conca d’oro. Malgrado l’ora tarda, il duomo era gremito di gente fino all’esterno: “C’è un matrimonio”, riferirono alcuni invitati. Non potendo entrare nel duomo. il viaggiatore goloso (lo aveva già visitato in passato) dirà, brevemente, che Sardi marinati, a Beccaficu, Allinguati e Pasta chi sardi Nell’elegante salone situato al secondo piano dell’Hotel, la signora Cettina Catanese, raffinata buongustaia e profonda conoscitrice della cucina siciliana, fece accomodare il viaggiatore goloso ad un tavolo rotondo, ben apparecchiato, a fianco di altri membri della confraternita. Maurizio Bravo, responsabile della sala ed esperto sommelier, ha servito, come antipasto delle sardi marinati in agrodolce, polipo e patate, una caponatina di melanzane e peperoni, e delle fette di scamorza affumicata. Come pane: Panelle di ceci calde. Seguirono le Sarde a beccafico e quelle Al linguate (passate nell’aceto, infarinate e fritte). Come vino, Maurizio ha servito, alla perfetta temperatura un vino bianco: Altavilla, dell’Azienda Agricola Firriato SrL, Paceco (TP) DOC 2010. Come primo piatto: pasta chi sardi. Perfetta unione tra gli spaghetti al dente e il pesce azzurro. Sublime nel sapore e nel profumo del finocchietto selvatico. la Rivista n. 11 Novembre 2011 LA RICETTA Pasta chi sardi (mangiata a Monreale) Nota: Questa ricetta servita a Monreale, non conteneva ingredienti come l’uvetta, i pinoli, le acciughe salate e nemmeno lo zafferano che, in altre province della Sicilia, il viaggiatore ha trovato .Conteneva, invece, i pomodorini! Ingredienti: 280 g di spaghetti (o Bucatini), 250 g di sarde(freschissime!), 140 di finocchietto selvatico(appena colto!), 400 g di pomodorini, 40 g di olio extravergine d’oliva, sale e pepe. Come l’hanno preparata: Lo chef ha pulito e sviscerato con cura le sarde eliminando le teste e le code. Le ha sciacquate a lungo sotto acqua corrente, quindi le ha tagliate a pezzetti. Ha mondato il finocchietto, separando i rametti dal tronco. Li ha lavati e sbollentati per circa 5 minuti. Ha conservato l’acqua di cottura. In una padella ha versato l’olio d’oliva, ha soffritto la cipolla e ha aggiunto i pomodorini, il finocchietto e un po’ della sua acqua. Ha fatto cuocere per 5-6 minuti. A questo punto ha aggiunto le sarde e regolato di sale e pepe. Ha cotto la pasta nell’acqua del finocchietto, l’ha scolata al dente l’ha condita con la salsa preparata, l’ha amalgamata con cura e l’ha servita. Il vino: L’abbiamo gustata con l’Altavilla dell’Azienda Agricola Firriato, Pacco (TP). www.molino.ch LA GASTRONOMIA ITALIANA IN SVIZZERA E per secondo, sardine al pepe rosa e timo e, poi, un Sauro Imperiale adagiato su una cipollata, anche questa in agrodolce. Dopo il sorbetto al limone. Infine, quale dessert :I cannoli Siciliani, ripieni di ricotta di pecora, arancia e cedro canditi, pistacchi e spolverati con zucchero a velo. Mentre gustava i cannoli accompagnandoli con un sorso di Malvasia liquoroso, il viaggiatore goloso (a tanto sollecitato dal Sauro imperiale) non ha potuto fare a meno di pensare allo scrittore siciliano Andrea Camilleri e al suo romanzo La gita a Tindari: “Montalbano raprì il frigo e fece un nitrito di pura felicità. La cammarera Adelina gli aveva fatto trovare Due Sauri imperiali con la cipollata, cena con la quale avrebbe passato la nottata intera a discutere, ma ne valeva la pena”. Viva Italia Cucina tradizionale! Da noi apprezzerete la vera italianità con le nostre specialità tipiche, che normalmente solo in Italia potete apprezzare. Lasciatevi incantare dal nostro ambiente mediterraneo e da un servizio impeccabile, dalle nostre eccellenti pizze, preparate secondo le ricette originali del campione del mondo di pizzaioli e con il marchio «Vera Pizza napoletana DOC», alle tipiche pietanze a base di carne o di pesce, nonché dalla nostra prelibata pasta fresca e ai succulenti dolci. E se amate le tradizioni culinarie del bel Paese, da noi troverete consigli sui migliori, eccellenti vini selezionati da tutte le regioni italiane. «Buon appetito!» Il team Molino si farà piacere di accoglierla alla sua prossima visita con un cordiale «benvenuto»! Nei 17 Ristoranti MOLINO in Svizzera, Lei è un’ospite sempre gradito durante tutti i 365 giorni dell’anno: MOLINO Berna Waisenhausplatz 13 3011 Berna Telefono 031/ 311 21 71 MOLINO Vevey Rue du Simplon 45 1800 Vevey Telefono 021/ 925 95 45 MOLINO Dietikon Badenerstrasse 21 8953 Dietikon Telefono 044 / 740 14 18 MOLINO Winterthur Marktgasse 45 8400 Winterthur Telefono 052 / 213 02 27 MOLINO Friborgo 93, rue de Lausanne 1700 Friborgo Telefono 026 / 322 30 65 MOLINO Zermatt Bahnhofstrasse 52 3920 Zermatt Telefono 027/ 966 81 81 MOLINO Ginevra-Thônex 106, Rue de Genève 1226 Thônex Telefono 022 / 860 88 88 MOLINO Zurigo-Wallisellen Glattzentrum 8304 Wallisellen Telefono 044 / 830 65 36 MOLINO Ginevra Place du Molard 7 1204 Ginevra Telefono 022/ 307 99 88 MOLINO Zurigo Stauffacherstrasse 31 8004 Zurigo Telefono 044 / 240 20 40 MOLINO Ginevra-Carouge Centre La Praille 1227 Carouge Telefono 022 /307 84 44 MOLINO Zurigo Limmatquai 16 8001 Zurigo Telefono 044 / 261 01 17 LE LACUSTRE Ginevra Quai Général-Guisan 5 1204 Ginevra Telefono 022 / 317 40 00 MOLINO Frascati Zurigo Bellerivestrasse 2 8008 Zurigo Telefono 043 / 443 06 06 MOLINO Montreux Place du Marché 6 1820 Montreux Telefono 021/ 965 13 34 MOLINO S. Gallo Bohl 1 9000 S. Gallo Telefono 071/ 223 45 03 MOLINO Uster Poststrasse 20 8610 Uster Telefono 044 / 940 18 48 la Rivista n. 11 Novembre 2011 75 Motori di Graziano Guerra Chevrolet Aveo 1.3L turbodiesel La 4 porte più economica d’Europa In occasione del suo Centenario, Chevrolet ha invitato la stampa internazionale alla presentazione dinamica di quattro nuovi modelli, e a ripercorrere la storia centenaria del Marchio fondato in America dall’emigrato svizzero Louis Chevrolet nel 1911. Fra le novità presentate, sulle colonne di questa edizione mi è parso doveroso raccontare della nuova Aveo, in quanto c’è anche un po’ d’Italia su questa 1.3L turbodiesel. Infatti, il motore è stato messo a punto nel Centro GM Powertrain di Torino, uno dei tre poli mondiali della ricerca General Motors. La nuova versione turbodiesel 1.3 litri con dispositivo Start/Stop si aggiunge ai motori benzina 1.2 e 1.4 già disponibili. Le versioni del turbodiesel 1.3 litri sono a norma Euro5 e sono dotate di catalizzatore ossidante di tipo close coupled e filtro antiparticolato. La versione Eco da 95 CV ha emissioni di CO2 pari a 95 g al chilometro, mentre il motore da 75 CV, per la Aveo berlina 4 porte, produce 97 g di CO2/km. Per quanto riguarda i consumi di carburante, il 1.3 diesel da 75 cv sulla 4 porte consuma solo 3.7 l/100 km rendendo di fatto la slanciata berlina, la quattro porte con i consumi di carburante più bassi attualmente disponibile in Europa. La 75 cv e il modello Eco del turbodiesel 1.3 litri generano una coppia massima di 190 Nm, la motorizzazione standard da 95 cv eroga 210 Nm a 1.750 giri/min. Con la trasmissione manuale a sei velocità, la versione da 95 cv consente di raggiungere una velocità massima di 174 km/h. Il modello Eco passa da 0 a 100 km/h in 11,7 secondi. La struttura di base, intorno alla quale è costruita la Aveo 1.3 turbo diesel, è composta da un blocco motore di ghisa e da un pianale leggero in alluminio. Le teste dei quattro cilindri sono realizzate in alluminio per garantire leggerezza e sono a 16 valvole, per aumentare il flusso di aria. Le tre versioni montano un sistema di iniezione common-rail dalle prestazioni elevate. Il carburante viene iniettato nella camera di combustione del motore fino a cinque volte per ciclo, con un sistema a iniezione multipoint a 1400 bar (modello 75 cv) e 1600 bar (95 cv). La nuova Aveo si presenta con un design originale, e un telaio che ha notevolmente migliorato la maneggevolezza. L’interno si rivela pratico e intelligente. È proposta con controllo elettronico della stabilità (ESC) di serie, assistenza alla partenza in salita e tecnologia start&stop. Sarà sul mercato svizzero al prezzo base di 22›090 franchi dal primo trimestre del 2012. GM POWERTRAIN TORINO “Il turbo diesel da 1.3 litri sulla Aveo è il primo diesel a essere montato su una piccola Chevrolet in Europa. Costituisce un’importante integrazione della nostra gamma e garantirà in particolare economia e basse emissioni, caratteristiche che molti proprietari di una piccola elegante cercano,” ci ha dichiarato Stefano Caprio (nella foto), Product Engineering Chief Engineer, responsabile della produzione di questo motore presso il polo di ricerca GM torinese e presente al Chevrolet Centennial Event. Il Centro GM torinese, sorto sei anni fa è passato dagli ottanta dipendenti iniziali a oltre 420 nel 2011, che si dedicano allo studio e allo sviluppo di motori diesel, nel 2008 ha trasferito la sua sede presso il Politecnico di Torino. la Rivista n. 11 Novembre 2011 77 Il ritorno dei miti Le nuove Lancia Thema e Voyager La nuova Thema segna un nuovo capitolo nella storia leggendaria del marchio Lancia. Prima ammiraglia globale che unisce il meglio dei due mondi, nasce sulla base della nuova Chrysler 300 realizzata sulla piattaforma a trazione posteriore LX del Gruppo Chrysler e commercializzata dall’inizio di quest’anno. Come la prima Thema del 1984, affronta il segmento di mercato più difficile e prestigioso con l’ambizione di offrire una vera alternativa. Lancia appare più favorita di altri nella capacità rispondere alle esigenze di un cliente attento alla tecnologia e che chiede sostanza di prodotto, ma anche uno stile dalla forte personalità. Per il suo patrimonio di valori: Lancia Thema, ammiraglia globale che coniuga la funzionalità del marchio Chrysler con il lusso degli interni in pelle Poltrona Frau, il silenzio ovattato delle grandi Lancia e la cura dei dettagli che esprimono il meglio del“Made in Italy”. Progettata per fornire potenza ed efficienza in città come nelle lunghe percorrenze, la nuova lancia Thema propone due motorizzazioni a sei cilindri, tutte con trasmissione automatica e trazione posteriore: un benzina V6 Pentastar 3.6 l con 286 CV e cambio automatico ad 8 rapporti, e una motorizzazione diesel V6 da 3.0 l con due livelli di potenza: 190 CV e 239 CV, entrambe con cambio automatico a 5 rapporti. Lancia Voyager - Vero e proprio re dei Multi-Purpose Vehicle (MPV) con 27 anni di vita e più di tredici milioni di unità vendute in 120 Paesi del mondo, l’icona americana incontra lo stile italiano e si trasforma in un esclusivo monovolume alto di gamma. Definita miglior Voyager di sempre, raccoglierà il testimone da Lancia Phedra per scrivere un’altra pagina di storia in questa categoria. Disponibile nell’allestimento Gold e con due motorizzazioni Nuova Panda Design Story Dopo l’anteprima mondiale al Salone di Francoforte, ecco il design della nuova Panda attraverso un documento esclusivo realizzato dal Centro Stile Fiat. Il nuovo modello propone un aggiornamento stilistico degli esterni attraverso linee morbide e arrotondate su un volume di forma regolare e di grande efficienza per lo spazio. Forme morbide e arrotondate che, oltre a rendere omaggio alla prima generazione di Fiat Panda, accentuano il look“all-terrain”del modello rafforzato anche dai marcati passaruota. Infine, come sulla serie attuale, la porzione inferiore del portellone sporge rispetto al lunotto. Gli interni riprendono con coerenza le scelte stilistiche degli esterni e propongono un abitacolo spazioso, funzionale e confortevole, che poco ha da invidiare a quello di vetture di categoria superiore. Panda fa della flessibilità uno dei suoi punti di forza, come il sedile posteriore, che può essere sdoppiato e scorrevole, e lo schienale del sedile del passeggero anteriore, che si può ripiegare a formare un tavolino. 78 la Rivista n. 11 Novembre 2011 (un potente benzina 3.6 da 283 CV Euro5 e un brillante diesel 2.8L da 163 CV Euro5), Lancia Voyager presenta un inedito frontale dove spiccano la griglia con il logo Lancia, paraurti avvolgenti, gruppi ottici posteriori con tecnologia a LED, grandi fari con fendinebbia integrati nel paraurti anteriore. Completano il look le barre longitudinali e trasversali sul tetto. Le dimensioni importanti - lungo 5,21 metri, largo 1,99 m, alto 1.75 m e con un passo di circa 3,1 metri - trovano un corrispettivo nell’ampio e raffinato abitacolo che si distingue per qualità dei materiali e cura dei dettagli, da sempre peculiarità del marchio Lancia, come dimostrano i sedili rivestiti in pelle di alta qualità, come il volante (riscaldato) e il pomello del cambio. Ducati news Nasce Ducati (Schweiz) AG Dal 1° gennaio 2012 la ditta Motorimport AG trasferirà la distribuzione in Svizzera del marchio Ducati al costruttore. Ducati Motor Holding SpA, con sede a Bologna creerà una filiale in Svizzera e fornirà la rete di distribuzione direttamente. I ZIOD ,gINI IONE S S A P UNA I AGG VANT A AND DOM Proseguendo nel suo piano strategico, il costruttore italiano di motociclette Ducati ha annunciato dei piani di miglioramento in Svizzera con l’inaugurazione ufficiale di Ducati (Schweiz) AG. Con l’annuncio, Ducati sottolinea la sua fiducia nel mercato svizzero, sulla rete di concessionari come pure il suo impegno nei confronti dei proprietari di moto Ducati. Il 34enne ticinese Marco Biondi (nella foto) è stato nominato direttore generale di Ducati (Schweiz) AG e inizierà la sua attività il 1° gennaio 2012 a Wollerau SZ (sulle sponde del Lago di Zurigo). La Motorimport AG rappresenterà il leggendario Marchio italiano fino alla fine dell’anno, garantendo una transizione trasparente nella rete di concessionari esistente. Inoltre, con l’inaugurazione di un nuovo esclusivo store Ducati nell’agglomerazione di Zurigo, continuerà la collaborazione con l’azienda italiana. Ducati ringrazia Motorimport AG per l’eccellente lavoro durante gli ultimi 13 anni. L’azienda Motorimport AG ha rappresentato e sviluppato la distribuzione di Ducati in Svizzera dal 1998. Oggi sono più di 11.000 le Ducati che circolano sulle strade svizzere. Nell’anno corrente, fino alla fine di settembre, le immatricolazioni di moto nuove E ING ,EAS ENTI M A NZI lNA Marco Biondi, dal 1° gennaio 2012 direttore generale di Ducati (Schweiz) AG. del Marchio sono state 1.331 (+ 44,2%). Dal 19 novembre 2011, Motorimport AG aprirà a Dietlikon una concessionaria esclusiva Ducati e presenterà su una superficie di 1000 mq tutto il mondo Ducati. )LPARTNERSICUROPER LEASINGElNANZIAMENTI 2ICHIEDETEUNgOFFERTALEASINGALPIáVICINO CONCESSIONARIOOPPURETELEFONATECI :àRCHERSTRASSE 3CHLIEREN 4EL &AX WWWlDISlNANCECH la Rivista n. 11 Novembre 2011 79 Starbene Un pacemaker personalizzato La sedentarietà fa male Un pacemaker che regola automaticamente gli impulsi con cui sincronizza le contrazioni del cuore consentendo di “personalizzare” il funzionamento dell’apparecchio in base alle effettive esigenze del paziente, o meglio del suo cuore. È l’ultima frontiera nella terapia dello scompenso cardiaco, la condizione in cui il cuore non è in grado di pompare una quantit. Il progresso più recente in questo campo è stata l’introduzione della terapia di risincronizzazione cardiaca (CRT) che consente di diminuire di oltre un terzo (36%) la mortalità. Si tratta di una procedura che consiste nell’indurre il cuore a contrarsi nel modo più efficiente possibile grazie a piccole scosse elettriche prodotte da un particolare pacemaker. La CRT risulta efficace nel 60-70% dei pazienti; un modo per migliorare ulteriormente l’efficacia della terapia consiste nell’ottimizzare la sequenza degli impulsi, regolandone al meglio gli intervalli in funzione delle esigenze del paziente. È qui che il nuovo sistema, frutto della ricerca italiana, è destinato a fare la differenza. Grazie a un sensore miniaturizzato posizionato nella punta dell’elettrocatetere, il nuovo sistema misura le vibrazioni prodotte dal cuore e con le informazioni raccolte è in grado di determinare automaticamente i valori ottimali dei ritardi fra gli stimoli da inviare alle diverse parti del cuore e a riprogrammare automaticamente la CRT. Oltre a personalizzare in tempo reale il funzionamento dell’apparecchio, il nuovo dispositivo permette di effettuare le rilevazioni ancora più vicine alla situazione reale rispetto a quanto avviene in occasione dei controlli in cui l’ottimizzazione viene eseguita a riposo. Al fisico e alla mente. Tuttavia, se siamo costretti a stare seduti a una scrivania per tutto il giorno, cerchiamo allora di approfittare di tutte le occasioni che si presentano per fare del movimento. Non serve sfiancarsi o andare tutte le sere in palestra, basta ingegnarsi e il modo per muoversi un po’ lo si trova. Per esempio, fare qualche metro a piedi in più per raggiungere l’ufficio, o magari avventurarsi per le scale anziché prendere l’ascensore. Insomma, se mettiamo in moto la fantasia, forse possiamo fare lo stesso con il fisico. Fin qui nulla di nuovo. Novità invece giungono da uno studio condotto da ricercatori austriaci del Centro per le Scienze Motorie e Sport Universitari dell’Università di Vienna,che ha coinvolto la bellezza di 1,3 milioni di persone in tutto il mondo, per valutare il possibile legame tra l’aumento dei livelli di attività fisica in diversi ambiti e le cause di mortalità in generale. Pubblicati sull’International Journal of Epidemiology, i risultati dello studio, mostrano che alti livelli di attività fisica sono risultati associati a una ridotta mortalità per le diverse cause, indipendentemente dal lavoro, la vita quotidiana, il tempo libero o lo spostamento attivo. L’associazione è stata più elevata per l’attività fisica condotta nel tempo libero e nella vita quotidiana. Le donne risultavano quelle con una riduzione della mortalità maggiore; inoltre, non beneficiavano di una riduzione del rischio, ma, al pari degli anziani, anche di una maggiore longevità, se all’attività fisica abbinavano un’esposizione all’aria aperta e ai raggi solari con attività semplici come l’andare a fare spesa, il giardinaggio, il passeggiare o l’andare in bicicletta. Non è vero che l’uomo sia più divertente È un acronimo misterioso: GSOH. Deriva dall’inglese Great Sense Of Humour e si dice di una persona che possiede uno spiccato senso dell’umorismo. Solitamente accredita lo stereotipo che vuole l’uomo più divertente della donna. Convinzione consolidata dall’atteggiamento che un uomo assumerebbe per impressionare una potenziale partner. In queste situazioni, l’umorismo maschile surroga i colori sgargianti di un animale o la coda del pavone. A cercare di sfatare il mito, ci si è messa una ricercatrice – femmina ovviamente – dell’Università della California a San Diego (Usa), la dottoressa Laura Mickes..«Le differenze che troviamo tra le capacità di uomini e donne di essere divertenti – sostiene - sono così piccole che non possono spiegare la forza della fede nello stereotipo». Per dimostrare che uomini e donne sono parimenti divertenti, ha arruolato un gruppo di maschi e femmine, li ha rinchiusi in una stanza tranquilla e li ha invitati a scrivere le didascalie di alcune vignette per la rivista NewYorker. Le vignette con due didascalie ciascuna, sono state sottoposte ad un altro gruppo di partecipanti che le ha valutato in una sorta torneo a eliminazione diretta, eliminando via via quelle che erano ritenute meno divertenti. Metodo che pur non essendo rigorosamente scientifico, consentiva comunque di evitare qualsiasi forma di pregiudizio di genere. I risultati dello studio – pubblicati su Psychonomic Bulletin and Review – hanno mostrato che gli uomini superavano in comicità le donne di 0,11 punti su un perfetto, teoricamente possibile, punteggio di 5,0. Il dato tuttavia curioso, è che la comicità maschile funziona più con gli stessi maschi che non con le femmine. 80 la Rivista n. 11 Novembre 2011 Inutile e dannoso l’allungamento del pene Vi indulgono i francesi (degli altri, al momento, non si hanno dati). Lo rende noto dall’Accademia di chirurgia transalpina che annota come molti uomini abbiano l’impressione di avere un pene troppo piccolo anche se in realtà un intervento correttivo sarebbe oggettivamente superfluo. Infatti, circa l’85% dei maschi che in Francia si presentano in sala operatoria ha un pene di dimensioni normali. Una domanda così alta è legata più che altro all’immagine che si vuol avere di se stessi piuttosto che a delle vere e proprie disfunzioni - spiega lo studio -. Il ruolo del chirurgo è allora pedagogico. Bisogna spiegare la realtà al paziente senza respingere la sua richiesta, ma dimostrando la mancanza di fondamento di tale intervento. Lo studio mette in guardia sulle moderne tecniche di allungamento del pene in quanto possono essere controproducenti, causando gravi problemi di erezione. Inoltre, l’uso di alcuni materiali come il silicone e la vaselina dovrebbe essere proibita, mentre le iniezioni di grasso autologo hanno un effetto transitorio a causa del riassorbimento del grasso stesso. Telefonini assolti (o quasi) Non è ancora un’assoluzione definitiva per i cellulari, ma quella pubblicata sul British Medical Journal le va molto vicino. Il più grande studio finora mai condotto sull’argomento non ha infatti trovato alcun legame tra l’utilizzo dei telefonini e lo sviluppo di tumori al cervello. «Abbiamo preso in considerazione tutti coloro (più di 400 mila persone) che hanno stipulato un contratto di telefonia mobile tra il 1982 e il 1995 in Danimarca e siamo riusciti a seguirne quasi 360 mila per ben 18 anni. Nel 1996 e poi di nuovo nel 2002 abbiamo confrontato la frequenza di tumori in questo gruppo di persone rispetto a quella che si è verificata nella popolazione generale, ma né allora né a un ulteriore controllo ripetuto nel 2007 abbiamo trovato nessuna differenza significativa tra chi da molti anni usava il cellulare e chi invece no». la Rivista n. 11 Novembre 2011 81 “Ogni attività di Private Banking richiede un elevato livello di confidenzialità e fiducia. Crediamo fermamente nelle potenzialità del sistema di gestione bancario Ambit Apsys di SunGard per assicuralo “ con la massima efficienza. Christine Ehrat, lic.oec.publ. Membro della direzione MediBank AG Zug Ambit Apsys – per banche con più di 500 utenti AMBIT APSYS The Well Managed Bank Helping Banks better manage their customers SunGard ha progettato il sistema Ambit Private banking facendo leva sui suoi principali punti di forza: compliance ed efficienza. Inoltre, il sistema Ambit è stato integrato con funzionalità CRM che facilitano una più efficace interazione tra consulenti e clienti. Ad oggi, più di 70 banche private utilizzano questo software, che si è rivelato essere molto flessibile ed affidabile, riuscendo a soddisfare un sempre crescente numero e una complessità di richieste da parte dei loro clienti. Migrate su Ambit Apsys entro pochi mesi. Parliamone insieme. Telefono 022 929 83 00. www.sungard.com/apsys © 2010 SunGard Trademark information: SunGard, the SunGard logo, and Ambit Apsys are trademarks or registered trademarks of SunGard Data Systems Inc. or its subsidiaries in the U.S. and other countries. All other trade names are trademarks or registered trademarks of their respective holders. Il Mondo in fiera ENERSOLAR+: Milano, 16 - 19 novembre L’evento dedicato alle energie rinnovabili Bimec: Milano, 16 - 19 novembre Il mondo della meccatronica e automazione si dà appuntamento a Milano E.TECH experience: Milano 16 - 19 novembre Biennale internazionale dell’Energia, dell’Impiantistica elettrica e dell’Illuminazione L’artigiano in fiera: Milano, 3 - 11 dicembre Originalità Qualità Passione e Genialità MOTOR SHOW 2011: Bologna, 3 - 11 dicembre 83 Il Salone Internazionale dell’Automobile la Rivista n. 11 Novembre 2011 Fiere ENERSOLAR+: Milano, 16 - 19 novembre L’evento dedicato alle energie rinnovabili Un settore in costante crescita La prossima edizione, in programma a fieramilano dal 16 al 19 novembre 2011, sarà un’ulteriore opportunità di business per un comparto in forte sviluppo. In Italia, nel settore fotovoltaico l’anno scorso sono stati installati 2.100 MW, con una crescita del 192% rispetto al 2009. In aumento anche le aziende che operano nel settore. EnerSolar+ 2011, la grande kermesse dedicata all’energia solare fotovoltaica e termica, alle tecnologie fotovoltaiche (PV Tech), agli inverter (Invex) e ad altre energie rinnovabili quali cogenerazione, biogas, idroelettrico, legno e biomasse, geotermia, biocarburanti (Greenergy Expo), si preannuncia sotto i migliori auspici, grazie alla vivacità dei settori di riferimento. In particolare, il settore fotovoltaico registra continui incrementi come emerge dal Solar Energy Report, lo studio realizzato dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, secondo cui in Italia l’anno scorso sono stati installati 2.100 MW, con una crescita del 192% rispetto al 2009. Con questi numeri il volume d’affari del 2010 risulta pari a 7,6 miliardi di euro (+162% rispetto al 2009). In crescita anche il numero di imprese attive nel settore (+13%), che si attesta a 800, e l’occupazione: il comparto, infatti, dà oggi lavoro a 18.500 addetti (oltre 50.000 se si considera anche l’indotto). In questo favorevole contesto, e forte del successo suscitato l’anno scorso, si presenta l’edizione 2011 di EnerSolar+, che si svolgerà dal 16 al 19 novembre nel quartiere espositivo di fieramilano, Rho. Nell’ambito della manifestazione si terranno anche alcune novità interessanti come il Green Village, che sarà un’ulteriore opportunità di incontro per gli operatori e conterrà aree workshop, una libreria “verde” e gli stand di aziende di servizi green riconducibili trasversalmente ai settori della manifestazione. EnerSolar+ 2011 ospiterà inoltre l’Area R&D, che favorirà l’incontro, il dialogo e il confronto tra il mondo del- la ricerca applicata e quello dell’impresa. In particolare, quest’area sarà una vetrina innovativa che offrirà grande visibilità ai principali attori della ricerca italiana ed estera: università, spin off, centri di ricerca pubblici e privati, parchi scientifico-tecnologici. Come già in occasione delle edizioni precedenti, EnerSolar+ 2011 prevede un qualificato programma di conferenze, che sarà un’interessante opportunità per fare il punto della situazione sui settori di riferimento e analizzarne le possibilità di sviluppo insieme ai massimi esperti. EnerSolar+ 2011 si svolgerà in contemporanea con HTEhi.tech.expo, il salone dedicato alle tecnologie innovative, E.Tech, la biennale internazionale dell’energia, dell’impiantistica elettrica e dell’illuminazione organizzata da Fiera Milano e Bimec, la biennale per la meccatronica e l’automazione organizzata da Efim. (www.enersolar.biz) PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch E.TECH experience: Milano, 16 - 19 novembre Biennale internazionale dell’Energia, dell’Impiantistica elettrica e dell’Illuminazione Nasce a Fiera Milano E.TECH Experience, la biennale internazionale dell’Energia, dell’Impiantistica elettrica e dell’Illuminazione, che terrà l’edizione del debutto dal 16 al 19 novembre 2011. Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta da Fiera Milano, con la partnership strategica di Federazione ANIE, che segna una discontinuità nel mondo delle manifestazioni professionali di tecnologia. È la fiera dei prodotti, ma anche e soprattutto dei servizi e delle soluzioni per generare 84 la Rivista n. 11 Novembre 2011 energia e portarla negli spazi abitativi e di lavoro dell’uomo, rispondendo così alla sfida più importante del nostro tempo: vivere in modo sostenibile, sicuro ed efficiente. “E.TECH Experience - spiega l’amministratore delegato di Fiera Milano Enrico Pazzali - è una mostra della filiera dell’energia all’altezza delle tecnologie più innovative e delle richieste sempre più complesse e sofisticate degli utilizzatori finali. Costituisce la risposta di Fiera Milano alle sollecitazioni del mercato emerse con chiarezza nell’azione “di ascolto” delle aziende, che abbiamo condotto nella fase progettuale di E.TECH Experience insieme al Comitato Marketing Strategico di ANIE. E’ un evento capace di coniugare la specializzazione merceologica con l’integrazione dei diversi settori della filiera. E’ una mostra multitarget, che si rivolge con la stessa efficacia all’operatore interessato al prodotto come a quello focalizzato sulle soluzioni di sistema”. Tre i macrosettori merceologici sui quali sarà articolata la manifestazione: - generazione e distribuzione di energia elettrica (E.TECH Experience Energy); - componenti e sistemi per impiantistica elettrica (E.TECH Experience Building); - sorgenti e apparecchi luminosi (E.TECH Experience Lighting). Una particolare attenzione sarà riservata alla produzione di energia da fonti rinnovabili, sezione della mostra realizzata in collaborazione con Enersolar+ e Greenergy. E.TECH Experience si propone come una manifestazione multitarget, in grado di rivolgersi a tutti profili professionali della filiera energetica. Sicuramente installatori e manutentori, impiantisti e distributori. Ma anche imprese di costruzione, progettisti, grandi utilizzatori finali privati (facility manager, industria, collettività, amministratori di condominio) e della pubblica amministrazione. I workshop animati dalle aziende che arricchiranno il momento espositivo e i convegni di approfondimento dei temi portanti dell’evento (efficienza e risparmio energetico, sicurezza degli impianti, sostenibilità) accresceranno l’interesse degli operatori per E.TECH Experience, facendone un’imperdibile occasione di informazione e aggiornamento professionale, oltre che di business. (www.etechexperience.it) PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch Bimec: Milano, 16 - 19 novembre Il mondo della meccatronica e automazione si dà appuntamento a Milano Dopo il successo raccolto dall’edizione precedente, BIMEC, biennale per la meccatronica e l’automazione, rinnova l’appuntamento con il meglio della produzione internazionale di settore dal 16 al 19 novembre 2011. Sulla scorta del positivo riscontro raccolto nel 2007, BIMEC si ripresenta al pubblico scegliendo un nuovo e ancor più prestigioso palcoscenico: da fieramilanocity, la mostra dedicata alle nuove tecnologie applicate alla produzione industriale trasloca nel prestigioso quartiere espositivo di Rho- Pero, le cui strutture assicurano piena efficienza e condizioni operative adeguate all’importanza dell’evento e delle imprese che ne sono protagoniste. Incentrata su assemblaggio, manipolazione, movimentazione, robotica e visione industriale, BIMEC è organizzata da EFIM-ENTE FIERE ITALIANE MACCHINE, società specializzata nella gestione di manifestazioni espositive del calibro di BI-MU, biennale della macchina utensile. Posticipata poiché in sovrapposizione con EMO - manifestazione mondiale che si è svolta a Milano nell’ottobre scorso e che ingloba il repertorio tecnologico della manifestazione specializzata in meccatronica - BIMEC si annuncia ancor più ricca di novità poiché giunge ben quattro anni dopo l’ultima edizione. Linee e macchine per l’assemblaggio, robot industriali, sistemi di visione, misura e controllo, software e hardware per lo sviluppo di sistemi e prodotti (PLM), logistica, impiantistica, dispositivi di sicurezza, subfornitura rappresentano il contenuto tecnologico della terza edizione di BIMEC. Promossa da UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, BIMEC gode del patrocinio di AIDA, associazione italiana di assemblaggio, IMVG, Italian Machine Vision Group, CIS, Comitato Interassociativo Subfornitura, e SIRI, associazione italiana di robotica e automazione. A compendio della manifestazione fieristica, UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE proporrà una serie di iniziative e attività volte a valorizzare la presenza degli operatori presenti alla mostra. (www.bi-mec.it) PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch la Rivista n. 11 Novembre 2011 85 Fiere L’artigiano in fiera: Milano, 3 - 11 dicembre Originalità Qualità Passione e Genialità 16a mostra mercato internazionale dell’artigianato L’originalità e la qualità dei prodotti, gli uomini e le storie che li hanno realizzati, il lavoro geniale e appassionato degli artigiani: questi sono gli elementi che caratterizzano Artigiano in Fiera, il più grande e affascinante villaggio mondiale dell’artigianato. Artigiano in Fiera è un evento unico al mondo: un momento di incontro per conoscere e abbracciare la tradizione e la cultura del lavoro di oltre cento Paesi, in un’atmosfera di festa e di positività in contatto diretto con gli artigiani. Per chi vive questa fiera l’impressione che essa suscita è innanzitutto di bellezza, entusiasmo e condivisione. Questo la rende unica e diversa da tutte le altre fiere. Nel lavoro organizzativo partiamo sempre dalla consapevolezza di essere parte di un evento straordinario, che viene percepito come tale da tutti: visitatori ed espositori. L’artigiano è il vero protagonista. La passione, l’intelligenza e la creatività di questi imprenditori sono incredibili: che si tratti di artigiani italiani o provenienti dalla più lontana parte del mondo, ognuno riesce a ridar vita alla tradizione della propria terra valorizzandola al meglio, con prodotti nuovi, accattivanti, innovativi, utili o semplicemente buoni da mangiare, se consideriamo il comparto eno-gastronomico. La loro genialità è di riuscire a comunicare a tutti una bellezza in atto che solo un prodotto fatto a mano è in grado di possedere. E quello che colpisce di più il visitatore è la positività dell’umano all’opera. Per questo motivo venire in fiera a incontrare gli artigiani è un’esperienza entusiasmante; ed è proprio per questo che le istituzioni locali devono sempre di più valorizzare le micro-piccole imprese artigiane, vero patrimonio, non solo culturale ma anche 86 la Rivista n. 11 Novembre 2011 economico di qualsiasi regione o Paese. I’impegno è quello di mantenere sempre viva la curiosità nei confronti del lavoro di tutti gli artigiani che incontriamo. Finché terremo desto questo stupore, Artigiano in Fiera sarà sempre un evento ricco di novità, che conferma “strano” connubio tra visitatori, organizzatori ed espositori. (www.artigianoinfiera.it) PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch MOTOR SHOW 2011: Bologna, 3 - 11 dicembre Il Salone Internazionale dell’Automobile Il padiglione 30 sarà anche l’occasione per conoscere nuovi modelli di auto elettriche e seguire l’evoluzione dei progetti di mobilità sostenibile di Enel, da“e-Mobility Italy”(la sperimentazione pilota già in corso a Pisa, Roma e Milano) agli accordi siglati proprio in occasione dell’ultima edizione del Motor Show con la Regione Emilia Romagna e i Comuni di Bologna, Reggio Emilia e Rimini. (http://www.motorshow.it) PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch Il Motor Show, Salone Internazionale dell’Automobile torna per la sua a BolognaFiere dal 3 all’11 dicembre 2011. Il Salone avrà il suo esordio nelle giornate dell’1 e 2 dicembre, con la prima dedicata alla stampa, la seconda a stampa ed operatori economici e a seguire - il 3 dicembre - l’apertura al pubblico. Appena concluso il tradizionale road show di presentazione della manifestazione alle Case automobilistiche, il Salone, grazie ad un “time to market” particolarmente favorevole, sarà l’occasione per la presentazione di numerose anteprime e si conferma l’unica vetrina italiana per tutte le novità di un mercato nella seconda parte dell’anno molto ricco di nuovi modelli. Il Motor Show di Bologna conferma il suo impegno nell’affrontare e proporre al grande pubblico i temi di maggiore attualità per il settore. Sarà quindi ancora Electric City powered by Enel, l’iniziativa dedicata al mondo della mobilità elettrica, uno dei focus di maggiore richiamo della manifestazione e protagonista all’interno del padiglione 30 grazie all’impegno di Enel, che ha creduto nel progetto ed ha voluto ancora sostenerlo. Il layout di questa edizione sarà ancora più spettacolare: la città del futuro verrà messa in mostra in un’ambientazione ancora più scenografica, nella quale i costruttori di automobili, i fornitori di utilities, Comuni, Università e Istituti di tecnologia, ricerca e sviluppo metteranno a disposizione del pubblico del Salone il proprio know-how e la propria esperienza sul settore. Il vero valore aggiunto sarà rappresentato dalla pista indoor, appositamente costruita, in cui il pubblico del Motor Show avrà la possibilità di effettuare test drive di tutte le ultime novità disponibili sul mercato. Nel 2010 sono stati 5.588 i test drive effettuati in 11 giorni di manifestazione solo per quanto riguarda il prodotto elettrico. È IL MARCHIO CHE DISTINGUE LA MIGLIORE OSPITALITÀ ITALIANA. CERCATELO E TROVERETE ACCOGLIENZA DI QUALITÀ. Lo espongono alberghi, ristoranti, agriturismo, camping e stabilimenti balneari che hanno ottenuto la certificazione rilasciata dalle Camere di Commercio d’Italia. Per saperne di più cliccate su www.10q.it la Rivista n. 11 Novembre 2011 87 IL PROGRAMMA COMPLETO DI IVECO: CONVENIENTE SU TUTTA LA LINEA. Dall’apprezzatissimo furgone Daily al peso massimo Stralis: Grazie agli innumerevoli modelli disponibili, la nuovissima gamma di mezzi Iveco offre soluzioni specifiche, dalla convenienza ideale, per ogni incarico di trasporto. IVECO (Svizzera) SA, Oberfeldstrasse 16, 8302 Kloten, tel. 044 804 73 73, www.iveco.ch Il Mondo in Camera Italian Swiss Tax and Legal Forum 2011 a Ginevra Grande successo a Renens Sardegna, isola del gusto La subfornitura monzese si presenta al mercato svizzero Si è svolta a Ginevra dal 10 al 13 ottobre 2011 Nuova edizione di Italy at Cern The Geneva chapter connects business Contatti Commerciali Modena e l’Emilia Romagna a Gourmesse 2011 Una presenza molto apprezzata Servizi Camerali la Rivista n. 11 Novembre 2011 89 Il mondo in camera Italian Swiss Tax and The Geneva chapter Legal Forum 2011 a Ginevra connects business La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS), in collaborazione con la Camera di Commercio, dell’Industria e dei Servizi di Ginevra (CCIG) e l’OSEC, con il sostegno della BSI Bank di Ginevra, organizza martedì 22 novembre il seminario “Italian Swiss Tax and Legal Forum 2011” presso la sede della CCIG. Gli argomenti fiscali e legali che saranno trattati in questa edizione sono di grande attualità e legati principalmente alla tematica della Black– list di cui sarà fatta un’analisi pratica sia per fare chiarezza sulle diverse lists che si sono susseguite in Italia negli ultimi anni, sia per comprendere quelle che possono essere le conseguenze per gli operatori economici svizzeri. In questo contesto creato dalle Black lists, dove l’investitore potrebbe considerare non semplice l’idea di investire in Italia, saranno presentate ai partecipanti le migliori opzioni e i rischi che l’investitore può evitare sia dal punto di vista fiscale che legale nell’acquistare una società o un fondo di commercio in Italia. Il seminario non si rivolge esclusivamente ai consulenti specializzati, avvocati, fiscalisti ma anche alle banche e alle imprese. Il costo per la partecipazione al seminario è per i soci di CCIS e CCIG di CHF 200.-; per i non-soci di CHF 300.-. Ai partecipanti sarà fornita l’intera documentazione del seminario. Essendo il numero di posti limitato, è obbligatoria l’iscrizione che deve pervenirci entro il 15 novembre 2011. Per maggiori informazioni: CCIS – Ufficio di Ginevra Marianna Valle, Fabio Franceschini tel.: 022 9068595, fax: 022 9068599 e-mail: [email protected] Nel far fronte all’attuale rallentamento dell’economia mondiale l’ufficio di Ginevra della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) si specializza nella “Ricerca importatori e committenti”, il servizio commerciale volto a trovare dei nuovi partner commerciali per lo sviluppo di affari sia di singoli privati che di piccole, medie e grandi aziende. Forte della sua centenaria esperienza sul mercato elvetico, la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera offre ai propri clienti la possibilità di implementare il loro business non solo nella Svizzera francese, tedesca e italiana grazie all’ufficio di Ginevra e alla sede centrale a Zurigo, ma anche in tutto il resto del mondo attraverso la rete delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) presenti in ben 47 Paesi diversi. Contattateci per un primo colloquio gratuito di consulenza individuale! Per ulteriori informazioni: Camera di Commercio italiana per la Svizzera Sede di Ginevra Marianna Valle, Fabio Franceschini Tel: 0041 22 906 85 95 e-mail: [email protected] L’aeroporto di Reggio Calabria cerca investitori esteri La subfornitura monzese si presenta al mercato svizzero È iniziata lo scorso 21 ottobre la collaborazione tra Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Camera di Commercio Italo-tedesca sede di Stoccarda e Promos (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano, sede di Monza) finalizzata all’inserimento sul mercato svizzero di prodotti e lavorazioni elettromeccaniche di 5 aziende selezionate della Provincia di Monza. La CCIS ha realizzato a questo scopo un seminario tecnico sul comparto della subfornitura a Monza il 21 ottobre ed ha già avviato delle ricerche individuali di controparti commerciali per 5 aziende monzesi: Misani (www.misani.it); Solzi Ingranaggi (www.solzingranaggi.it); Aecas srl (www.aecas.it); Zappa srl (www.officinezappa.it); Maurizio Rossoni (www. rossonimaurizio.com). Per maggiori informazioni Alessandro Babini: [email protected] Fabrizio Macrì: [email protected], Tel. 044 289 23 23 90 la Rivista n. 11 Novembre 2011 Per informazioni dettagliate Camera di Commercio italiana per la Svizzera Fabrizio Macrì Tel: 0041 44 289 23 23 e-mail: [email protected] Italy at CERN 2011 L’industria chiama e le grandi aziende rispondono in termini di contatti e di preaccordi per nuove partnership e piani di sviluppo. Sotto questa egida si è svolta presso la sede del CERN-Meyrin l’esposizione dell’industria Made in Italy. In collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) di Padova, la Camera di commercio italiana per la Svizzera (CCIS) ha organizzato, dopo il grande successo dell’ultima edizione del 2008, la manifestazione “Italy at CERN 2011”. Si tratta di una manifestazione che si svolge periodicamente, con cadenza biennale o triennale, ed è intesa come una vetrina aperta sul CERN dell’industria italiana a tecnologia avanzata. E così, anche questa volta, è stata una fruttuosa occasione per stabilire numerosi contatti con potenziali acquirenti del noto centro europeo di ricerca. Le 19 aziende italiane che vi hanno preso parte provenivano da svariati settori: elettronica, meccanica, fisica e ingegneristica dai nomi illustri come, tra gli altri, Caen, Saes, Zoppas, CSC e Saverdon. La manifestazione si è articolata in quattro giornate nel corso delle quali si sono alternati ospiti di primo rango. Lunedì 10 ottobre, giornata inaugurale, Maurizio Biasini, delegato scientifico alla Missione permanente d’Italia presso le OOII, ha aperto la manifestazione presentando alle aziende italiane e al pubblico quelle che sono state le relazioni tra l’industria italiana e il CERN negli ultimi anni e il ritorno economico che ne è conseguito. È seguito l’intervento di Dante Gregorio (gruppo servizi industriali) incentrato sulle procedure di acquisto esistenti al CERN, e di Giovanni Anelli, che ha spiegato l’importanza dei trasferimenti di tecnologia. Martedì 11 ottobre, momento centrale della manifestazione, ha visto la presenza delle più alte cariche istituzionali: S.E. l’Ambasciatore d’Italia della Missione Permanente d’Italia presso le OOII, Laura Mirachian, il Segretario Generale della CCIS, Andrea G. Lotti, il Direttore della ricerca del CERN, Sergio Bertolucci, e il Presidente entrante dell’INFN, Franco Badeschi. La giornata di martedì si è conclusa con un concerto di musica classica, aperto a tutti gli operatori del CERN, in cui il “Trio Poem”, tre emergenti musicisti italiani, hanno deliziato il pubblico con le note di Beethoven, Dvoràk e Piazzolla. Non poteva non mancare a questa manifestazione tutta “Made in Italy” il gruppo FIAT che ha presenziato all’evento per tutta la sua durata esponendo al CERN 6 auto: «Abbiamo partecipato a questa edizione di Italy at CERN – ha detto Eric Laforge, Managing Director di Fiat Group Automobiles Switzerland SA – con grande entusiasmo perchè si tratta di una finestra per promuovere il “savoir faire” italiano. Questa manifestazione è anche un’opportunità importante per entrare in contatto con clienti potenziali e per promuovere al meglio la tecnologia italiana applicata al mondo dell’automobile». L’edizione 2011 di “Italy at CERN”, conclusasi giovedì 13 ottobre con un cocktail party, porta a casa un ottimo risultato soprattutto per le aziende italiane che nell’arco di queste quattro giornate hanno avuto la possibilità di avviare numerosi e fruttuosi contatti commerciali. la Rivista n. 11 Novembre 2011 91 Il mondo in camera Modena e l’Emilia Romagna a Gourmesse 2011 Una presenza molto apprezzata Dal 7 fal 10 ottobre 2011, presso il Centro Congressi di Zurigo, si è svolta la fiera del gusto e delle specialità “Gourmesse”. Quest’anno la CCIS ha avuto il piacere di ospitare una collettiva proveniente dall’Emilia Romagna composta dalle seguenti aziende: Acetaia Fabbi, Acetaia La Bonissima Srl, Acetaia Vetus, Campagnia del Montale, Cantina della Volta, Lardo di Colonnata Giannarelli e Pasticceria Emiliana Srl. Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione della nostra Camera di Commercio e l’Azienda Speciale della CCIAA di Modena. Nella giornata inaugurale, venerdì 7 ottobre, è stata organizzata una cena di gala presso il Ristorante Intermezzo. Un menù tipico modenese è stato presentato ai 50 ospiti intervenuti (stampa, operatori di settore e autorità varie) riscontrando un eccellente successo. Dopo l’introduzione di Andrea G. Lotti, Segretario generale della CCIS, il direttore di Promec (Az. Speciale della CCIAA di Modena), Agostino Pesce, ha salutato gli intervenuti fornendo delle informazioni utili e interessanti sulla provincia di Modena. Presente alla cena il Console Generale d’Italia a Zurigo Min. Plen. Mario Fridegotto che ha rivolto un indirizzo di saluto ai tutti i partecipanti, plaudendo all’iniziativa Durante la fiera i numerosi visitatori hanno potuto degustare dei prodotti di eccellenza del territorio come ad esempio l’aceto balsamico tradizionale di Modena, il lambrusco, la torta ducale nonché il lardo di colonnata. Anche tra gli operatori di settore vi è stato un forte interesse nei confronti delle eccellenze emiliane. Per qualsiasi informazione concernente i prodotti esposti in fiera la CCIS è a completa disposizione per fornire tutte le informazioni del caso. 92 la Rivista n. 11 Novembre 2011 Grande successo a Renens Sardegna, isola del gusto Ha riscosso uno straordinario successo di critica e di pubblico la cena con degustazione guidata “Profumi e sapori di una terra d’eccellenza: Sardegna, isola del gusto”. La serata, che si è svolta il 16 settembre scorso presso la Salle de Spectacles di Renens (Canton Vaud), è stata organizzata dalla Camera di Commercio italiana per la Svizzera (CCIS) – ufficio di Ginevra e la Federazione dei circoli sardi in Svizzera, rappresentata dalla Presidente Francesca Fais, in collaborazione con la Regione Sardegna. La cena, aperta dal Console generale D’Italia Dr. Adolfo Barattolo,è stata l’occasione per fare scoprire ai convenuti, giornalisti ed esperti la ricchezza enogastronomica e culturale di un’isola come la Sardegna che si impone per la straordinarietà e la specialità dei suoi prodotti: i vini, i liquori, i formaggi, il miele, l’olio d’oliva extra vergine, il pane e non per ultima la bottarga. Il momento più alto e gradito della serata è stata la relazione sulla geografia vitivinicola guidata dal sommelier Pietro Massa, Maitre - capo sala presso la scuola alberghiera di Bosa, che ha presentato i vini presenti tra le tavole dei partecipanti dando alla serata anche quel tocco culturale, che insieme ai piatti tipici della Sardegna,hanno reso la serata molto particolare. la Rivista n. 11 Novembre 2011 93 Contatti commerciali DAL MERCATO ITALIANO Offerte di merci e servizi Caffè Nicla Caffe Strada statale per suio alto I - 04021 Castelforte LT Tel: 0039/3409065188 E-mail: [email protected] www.niclacaffe.com Prodotti zootecnici SGDA srl Via Mellana 4 I - 15033 Casale Monferrato AL Tel: 0039/0142453439 Fax 0039/0142417451 [email protected] - www.sgda.it Organizzazione di eventi Eventifuturi sas Via Fabroni 9 I - 50134 Firenze Tel: +39 393 8665105 E-mail: [email protected] www.eventifuturi.com Pasta Pasta Rossini srl Via Via Modena, 340 I - 34034 Cassana FE Tel. 0039/0532824477 Fax 0039/0532824476 E-mail: [email protected] www.pastarossini.it Abbigliamento e moda Teddy Spa Via Coriano 58 - Grosrimini - Blocco 97 I – 47900 Rimini Tel. 0039/0541 301480 Fax 0039/0541 383430 [email protected] - www.teddy.it Prodotti da forno ORO.PAN C/da San Giuliano-zona P.I.P. I - 85050 Brienza PZ Tel. 0039/3297113688 Fax: 0039/0975381158 E-mail:fragranze [email protected] Vino Tenuta Mainardi Località Mainardi I – 84020 Aquara SA Tel. 0039/0828 189 74 65 Fax 0039/0828 189 74 64 E-mail: [email protected] www.tenutamainardi.it Automazione industriale Proteo Engineering srl Via S. Vito 693 I – 41057 Spilamberto MO Tel. 0039/059 789611 Fax 0039/ 059 789666 E-mail: [email protected] www.proteoeng.com Pasta fresca Parma PaSt sas Via Naviglio Alto 69 I – 43100 Parma Tel. 0039 0521 798120 Fax 0039 0521 705612 E-mail: [email protected] www.parmapast.it Acciaio Everside srl via Lamarmora 58 I – 10128 Torino Tel. 0039 011 3190101 Fax 0039 011 3192450 E-mail: [email protected] Quadri multi orologio per risparmio energetico Sanviti elettrocostruzioni srl Via Palermo 5b I – 43100 Parma Tel: 0039/0521 774774 Fax 0039/0521 270780 [email protected] - www.sanviti.it Pasta fresca Pasta Julia Spa Via Piemonte Loc. S. Luciola I – 06038 Spello PG Tel: 0039 0742 3017 61 Fax: 0039 0742 3601812 [email protected] - www.pastajulia.it Tessuti per arredamento Triade srl Via Marconi 3 I – 22079 Villa Guardia CO Tel. 0039/031 563132 Fax 0039/031 563311 [email protected] - www.triade.it Presepi Bertoni srl Via Gandhi 49 I – 41122 Modena Tel: 0039/059 250449 Fax 0039/059 260571 E-mail: [email protected] www.bertonipresepi.it CERCO LAVORO » Laureato in economia e commercio con 3 anni di esperienza lavorativa nel settore contabile disponibile per proposte di assunzione nel settore amministrativo. 0039 3401999836 [email protected] » Italiana, traduttrice-interprete, ex“AIT Genève”, lunga esperienza: da/in francese, inglese, tedesco, russo, spagnolo, turco. Sconto 10% per i membri della CCIS. C. 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Indirizzo e-mail: [email protected], Telefono: ++39 348 4791696 94 la Rivista n. 11 Novembre 2011 Macchine per la trasformazione della plastica 01 Machinery srl Via Bettisi 12 I - 48018 Faenza (RA) Tel. 0039/ 0546 662625 Fax: 0039/ 0546 662625 E-mail:[email protected] www.01machinery.com Pavimentazioni in cotto Kamares snc Via Meucci 6 I – 41028 Serramazzoni MO Tel. 0039/0536 955205 Fax. 0039/0536 950055 [email protected] - www.kamares.net Vini Cà franco Tradizioni e Vini Via Saletto n. 17 I – 31010 Roncadelle di Ormelle TV Tel: 0039/ 0422 851074 Fax: 0039/0422 851842 [email protected] - www.cafranco.com Prosciutti di Parma Italfine srl Via Provinciale 46 I – 43020 Beduzzo di Corniglio PR Tel. 0039/0521 887160 Fax 0039/0521 887477 [email protected] - www.italfine.it Complementi di arredo urbano SMEC Via Vivaldi 30 I – 41019 Soliera MO Tel. 0039/059 566612 Fax 0039/059 566999 E-mail: [email protected] www.smec-onweb.it Prodotti cosmetici Davines Via Ravesini 9a I – 43126 Parma Tel. 0039/0521 965611 Fax 0039/0521 965716 Email: [email protected] www.davines.com Richieste di ricerca agenti-rappresentanti • La ditta International Innovation Pala GmbH (www.innovazionipala.it) è una impresa di diritto svizzero che possiede proprietà industriali e brevetti internazionali per lo sfruttamento e la realizzazione di impianti di energia rinnovabile e per lo sviluppo sostenibile è alla ricerca di soci collaboratori e finanziatori per acquisto e sfruttamento del diritto di priorità dei brevetti in proprio possesso. • L’Azienda Agricola Borghesi Erika è una affermata realtà della provincia di Pistoia dedita alla produzione di un olio extravergine di oliva di altissima qualità Il Macchia Palmane. Negli oliveti posti in leggera collina il Lazzero oggi è unito a Moraiolo, Leccino, Frantoio e Maurino. Le olive sono raccolte a mano all’ invaiatura e subito frante, separatamente, con sistema a ciclo continuo. L’ Extravergine Macchia Palmane (IGP Toscano) si offre alla vista di un colore giallo con bei riflessi verdi, al naso fa correre la mente all’ oliva ed all’ erba, in bocca è ampio, persistente e con un buon equilibrio tra l’ amaro ed il piccante caratteristici. La ditta è alla ricerca in Svizzera di importatori e grossisti specializzati nella distribuzione di olio extravergine d’oliva con cui avviare una collaborazione di lungo termine. • Salottino GmbH Seestrasse 158 - 8810 Horgen Sconti per i soci per regali aziendali (cesti specialita’ italiane, vini, regalistica), possibilita’ catering, feste private. Eva Vogel degli Esposti 079 3745427 • L’Azienda Agricola Podere Salicutti è un’affermata realtà della provincia di Siena dedita alla produzione di un Brunello di Montalcino di altissima qualità. La scelta colturale è quella del biologico che si avvale di tecniche molto semplici tendenti all’incremento della fertilità del terreno con l’apporto di sostanza organica da concimi di stalla o da sovesci di leguminose e cereali. Si ritiene fondamentale l’apporto di sostanze umificanti naturali per incrementare l’attività biologica del terreno e favorire l’assorbimento degli altri elementi nutritivi. Le infestazioni fungine del vigneto si controllano benissimo con poltiglia bordolese e zolfo puro.. La ditta è alla ricerca in Svizzera di importatori e grossisti specializzati nella distribuzione di vino con cui avviare una collaborazione di lungo termine. Per le richieste di cui sopra rivolgersi a: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123, casella postale, 8027 Zurigo, Tel. 044/289 23 23, Fax 044/201 53 57, e-mail: [email protected], www.ccis.ch IMMOBILIARE Cogoleto (Ge) St.Anna Golf Vendiamo a soli tre km dal mare, e a 15 km dall’aeroporto di Genova, affacciata direttamente sulla buca 5, con piacevole vista mare e monti, villa di nuova costruzione di mq. 300 circondata da 8000 mq. circa. possibilità di frazionare in due unità immobiliari. Arenzano (GE) All’interno del complesso residenziale della Pineta, in posizione panoramica, comoda ai servizi, villa posta su due livelli di mq 350 con piacevole vista mare, circondata da mq. 250 circa di giardino . Firenze Vendiamo a pochi passi dalla Basilica di Santa Maria Novella, palazzo cielo - terra di mq. 1000 composto da 13 unità immobiliari con destinazione commerciale e residenziale. 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I prezzi: EURO 670’000,00 a 830’000,00 Fabbricato monopiano a Voltri È in vendita, nel retroporto di Genova – Voltri, un fabbricato monopiano denominato “Piastra Commerciale” ad uso Servizi Portuali a destinazione commerciale, accorpato all’edificio denominato “Torre Uffici” con annesso ampio parcheggio. In posizione centrale tra il casello autostradale di Genova - Voltri , le banchine del Porto, gli uffici del Terminal e il varco di entrata del Porto. Possibilità di ampliamento di ulteriori 2’000 mq circa. Possibile la realizzazione di un impianto fotovoltaico. Per ulteriori informazioni consultare il sito web: http://www.ccisweb.com/IT/immobili.aspx 95 Tomorrow needs commitment Proteggere, far fruttare e trasmettere il suo patrimonio. Oggi come ieri, il nostro impegno è guidato dalla trasparenza e da una visione a lungo termine. È con questi valori dettati dal buon senso che intratteniamo con lei una relazione duratura, basata sulla fiducia. Affrontiamo il futuro con serenità. www.ca-suisse.com ABU DHABI - BAHRAIN - BASILEA - BEIRUT - DOHA - DUBAI - GINEVRA - HONG KONG - KARACHI - LOSANNA - LUGANO - MONTEVIDEO - NASSAU - SINGAPORE - TEL AVIV - ZURIGO ATTIVITÀ E SERVIZI Con i suoi circa 800 Soci la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, fondata nel 1909, è un‘associazione indipendente ai sensi del Codice Civile Svizzero. Il suo compito precipuo consiste nella assistenza alle imprese dedite all‘interscambio tra Italia, Svizzera ed il Principato del Liechtenstein. La gamma dei suoi servizi, certificati ISO 9001, è molto variegata e comprende tra l‘altro: - Ricerche su banche dati di produttori, importatori, grossisti, commercianti, agenti/rappresentanti dei seguenti Paesi: Italia e Svizzera - Informazioni riservate su aziende italiane: visure, bilanci, assetti societari, protesti, bilanci, rapporti commerciali, ecc. (disponibili on-line in giornata) - Segnalazioni di potenziali fornitori ed acquirenti - Ricerca e mediazione di partners commerciali italiani e svizzeri - Organizzazione di incontri e workshop tra operatori, con l‘ausilio di servizi di interpretariato e segretariato - Recupero di crediti commerciali, con particolare riguardo alla ricerca di soluzioni amichevoli e extragiudiziali PUBBLICAZIONI - La Rivista periodico ufficiale mensile (11 edizioni all‘anno) Calendario delle Fiere italiane Annuario Soci Indicatori utili Italia-Svizzera Agevolazioni speciali per i Soci Seestrasse 123, Casella postale, 8027 Zurigo Tel. ++41 44 289 23 23, Fax ++41 44 201 53 57 http://www.ccis.ch, e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 - Recupero dell‘IVA svizzera in favore di operatori italiani, nonché dell‘IVA italiana per imprese elvetiche - Consulenza ed assistenza legale in materia di diritto commerciale, societario e fiscale - Assistenza e consulenza in materia doganale - Informazioni statistiche ed import/esport - Informazioni finanziarie e riservate sulla solvibilità di imprese italiane e svizzere - Ricerca di prodotti, marchi di fabbricazione e reperimento di brevetti - Azioni promozionali e di direct marketing - Arbitrato internazionale - Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti gli insediamenti in Svizzera ed in Italia - Seminari e manifestazioni su temi specifici di attualità - Traduzioni - Viaggi di Studio - Certificato di Italiano Commerciale rilasciato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma - Swiss Desk Porti italiani - La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane. Rappresentanza ufficiale di Fiera Milano e di VeronaFiere - Recupero crediti in Svizzera - Regolamento di Arbitrato e di Conciliazione della Camera Arbitrale della CCIS - Compra-vendita di beni immobili in Italia - Costituzione di società affiliate di imprese estere in Italia - Il nuovo diritto societario italiano - Servizi camerali Rue du Cendrier 12-14, Casella postale, 1211 Ginevra 1 Tel. ++41 22 906 85 95, Fax ++41 22 906 85 99 e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 RECUPERO IVA ITALIANA RECUPERO IVA SVIZZERA Il servizio, offerto a condizioni molto vantaggiose, è rivolto sia alle imprese svizzere che recuperano l’IVA pagata in Italia che alle imprese italiane che recuperano l’IVA pagata in Svizzera. Grazie agli accordi di reciprocità tra Italia e Svizzera la legislazione svizzera consente agli imprenditori italiani il rimborso dell’IVA svizzera. Grazie agli accordi di reciprocità tra l’Italia e la Svizzera, la legislazione italiana consente agli imprenditori svizzeri di ottenere il rimborso dell’IVA italiana. La CCIS: • fornisce la necessaria documentazione; • esamina la documentazione compilata; recapita l’istanza di rimborso in Italia all’Autorità fiscale competente; • avvia e controlla l’iter della Vostra pratica tramite il suo ufficio di Pescara; • fornisce assistenza legale La CCIS: • fornisce un servizio di informazione e prima consulenza; • diventa il Vostro rappresentate fiscale; • esamina la completezza della Vostra documentazione; • invia la documentazione alle autorità svizzere e segue l’iter della vostra pratica. Informazioni più dettagliate contattare la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera +41 (0)44 289 23 23 RICERCA DI PARTNER COMMERCIALI Grazie alla propria rete di contatti e alla conoscenza delle esigenze e dei bisogni del mercato elvetico e di quello italiano, la Camera di Commercio offre ad imprese sia svizzere che italiane intenzionate ad esportare i propri servizi e prodotti all’estero un’accurata ricerca di controparti commerciali. Attraverso un’analisi sistematica del mercato obiettivo ed identificati i partner commerciali ritenuti più idonei per le imprese a diventare affidabili interlocutori nel settore di riferimento, viene organizzato un incontro presso le aziende target così selezionate permettendo alle imprese italiane o svizzere un rapido ed efficace ingresso sui rispettivi mercati di riferimento. Per ulteriori informazioni ed un preventivo sul servizio, potete contattarci al seguente indirizzo mail [email protected]