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1 Anno 8, Numero 169 Akhtamar on line WWW.COMUNITAARMENA.IT 1 dicembre 13—XCIX M.Y. Akhtamar on line Toh, chi si rivede … A Vienna si incontrano dopo quasi due anni Sargsyan e Aliyev “Un buon inizio”. Così lo statunitense James Warlick, co-presidente del Gruppo di Minsk dell’Osce, ha commentato l’incontro presidenziale di Vienna tra Sargsyan e Aliyev avvenuto lo scorso 19 novembre. “Un nuovo inizio” gli ha fatto eco il presidente armeno; e da ogni parte del mondo (dalla Russia agli Stati Uniti, dall’Unione Europea alle Nazioni Unite) si sono avuti potivi commenti al meeting austriaco. Che cosa è successo, dunque? Apparentemente nulla di così diverso dai precedenti incontri presidenziali. Però - come abbiamo avuto modo di riportare anche nello scorso numero già il solo fatto di rivedersi dopo quasi due anni di incomunicabilità è buon segno che una sia pur minima volontà di definire il contenzioso forse c’è. Alimentata dall’interesse internazionale a spegnare qualsiasi ulteriore focolaio di tensione in un mondo già abbastanza turbato di suo. È un dato di fatto che tutte le dichiarazioni rese nelle ultime settimane vanno lette in segno positivo e buoni(segue pag.2) sta. Sommario Toh, chi si rivede… 1-2 Un appello della FNSI 2 Arzni, la salute è di casa 3 Caviale armeno 4 La voce dell’Artsakh 5 Marseille scandaleux! 6 Qui Armenia 6 Bollettino interno di iniziativa armena 2 Akhtamar Rispetto al passato sembra che ci sia una maggiore attenzione sul contenzioso e stia progressivamente cedendo quella voglia di stallo, di immobilismo, che ha caratterizzato gli ultimi due decenni di trattative. “Eppur si muove” verrebbe voglia di dire… Messe alle spalle le elezioni presidenziali armene ed azere, le parti in causa sono spinte a trovare un accordo Un appello della FNSI per i giornalisti turchi incarcerati Quattro giornalisti turchi, Füsun Erdoğan, Ziya Ulusoy, Bayram Namaz, Ibrahim Cicek sono stati condannati all’ergastolo il 2 novembre scorso. Altri giornalisti hanno subito pene per complessivi 3.000 anni di carcere sulla base della legge antiterrorismo in Turchia. Con accuse le più disparate per la loro attività di giornalisti sono stati incriminati e condannati, con l’aggravante dell’accusa di essere membri dell’organizzazione marxista MLKP, illegale nel Paese. Nessuno di loro ha commesso reati e oggi sono in carcere a motivo del loro lavoro espressione di una professione, il giornalismo libero e plurale, elemento distintivo delle democrazie dai regimi, per informare l’opinione pubblica e far circolare le idee. La Efj, organizzazione europea della Federazione Mondiale dei Giornalisti (Ifj), ha lanciato una campagna per la libertà dei giornalisti Turchi rinchiusi nelle prigioni del Paese (almeno 59) con accuse basate sulla legge antiterrorismo in Turchia. I giornalisti non sono terroristi. La loro libertà è un fondamento per la libertà di informazione. La Fnsi – membro attivo Efj/Ifj – lancia anche in Italia, con l’Associazione Articolo21, un appello alla sottoscrizione europea in rete per il riesame urgente di tutti i casi dei giornalisti in carcere in Turchia, per la depenalizzazione dei reati ingiusti a carico dei giornalisti, per la loro libertà. ANNO 8, NUMERO 169 di massima. I ministri degli esteri stanno per incontrarsi a brevissimo a Kiev. Sembra che qualche piccolo passo in avanti sia stato fatto. “Almeno, se in un primo momento è possibile ottenere il ritiro dei cecchini, sarà un cambiamento nei colloqui. I giovani stanno morendo e devono vivere” dichiara il rappresentante dell’Osce a Yerevan, Andrey Soroking. Quello del ritiro dei cecchini potrebbe davvero essere un primo importante passo al quale farne seguire qualche altro ancora più consistente. Non a caso, con singolare coincidenza, il ministro degli esteri turco ha sottolineato a più riprese, proprio a cavallo dell’incontro di Vienna, che la Turchia è pronta a riprendere il filo del dialogo con l’Armenia a condizione che l’Armenia on line stessa restituisca i cosiddetti territori “occupati” agli azeri. Insomma, prima un ritiro dei cecchini per garantire reciproca sicurezza alle parti sulla linea di confine; poi (azzardiamo noi) una, presumibilmente parziale consegna di territori dalla repubblica dell’Artsakh all’Azerbaigian. Terre vuote, prive di insediamenti, come la piana intorno ad Akna (Agdam) e le province a sud lungo il confine con l’Iran. Poi, allentata la tensione ed avviato il dialogo, via libera ad un primo riconoscimento internazionale, foriero di un successivo accordo definitivo e, magari, al nobel per la pace ai presidenti in carica. Forse. A meno che Aliyev non voglia ancora giocarsi la carta della minaccia armata. Però la Turchia preme. Ha bisogno di un accordo che arrivi all’inizio del 1915 per mettere in ombra il centenario del genocidio. Vedremo... UNO SCAMBIO DI TERRITORI PER LA PACE? La cartina geografica sopra riportata rappresenta uno dei possibili scenari per una concordata e pacifica conclusione del processo di pace sul Nagorno Karabakh. Sostanzialmente, rappresenta una delle teorie a suo tempo avanzate ossia quella dello “scambio di territori”. Preso atto che nessuna soluzione sarà mai possibile all’infuori di quella che preveda il pieno riconoscimento della repubblica dell’Artsakh, è stato ipotizzato che una soluzione negoziata potrebbe essere quella sopra illustrata. Come si vede, l’Azerbaigian acquisterebbe il possesso di Agdame di una porzione della fascia meridionale lungo il confine con l’Iran (eventualmente anche più estesa di quella rappresentata, fino al fiume Vorotan); in cambio restituirebbe la provincia settentrionale di Shahumian che faceva parte della vecchia oblast sovietica (NKAO). È fuori discussione che tutto il bordo occidentale dell’Artsakh deve rimanere assolutamente protetto e quindi contiguo all’Armenia. Pagina 2 3 Akhtamar on line ARZNI, LA SALUTE E’ DI CASA L’Armenia, è noto, è ricca di acque e sorgenti termali che hanno permesso lo sviluppo di una affermata specializzazione nel trattamento sanitario e terapico. Alcune località si sono proprio “specializzate” sfruttando al meglio le risorse naturali a disposizione. Non vi è regione che non abbia un centro a ciò dedicato ed anche a pochi chilomteri dalla capitale è possibile dedicarsi a cure e rimettersi in forma. Arzni, ventritre chilometri a nord di Yerevan, nella regione di Kotayk, ha puntato tutto sulla terapia delle acque e rinnova le proprie strutture, già conosciute in epoca sovietica, per venire incontro ad una clientela sempre più esigente. Nello scorso mese di agosto si è scmodato eprsino il Primo Ministro, Tigran Sarsyan, che è benuto ad inaugurare il ristrutturato “Arzni Health resort” i cui lavori di riqualificazione sono stati promossi direttamente dal governo e cofinanziati dal fondo di investimenti “SME”. Riposo e terapia sono alla base della ricetta di Arzni le cui acque sono ricche di bicarbonato di cloruro di sodio; la località inoltre vanta un clima piacevole (non troppo freddo in inverno, non troppo caldo in estate, gradevole in autunnno), con aria salubre, molte giornate soleggiate ed una pressione atmosferica piuttosto bassa e costante. Nonostante la grande città sia poco ANNO 8, NUMERO 169 lontana (ad anche la cittadina di Abovian sia ad una manciata di chilomteri) Arzni riesce ad essere un luogo indicato per il riposo ed il relax. Nonchè per il trattamento delle patologie cardiovascolari e per il beneficio della pelle: miglioramento della circolazione venosa e antiossidanti arrecano solievo ai frequentatori del centro benessere di Arzni. I benefici delle sue acque erano noti fin dall’antichità e gli storici dell’epoca riferiscono che anche Tiridate soleva riposarsi da queste parti. La località sorge sulle gole del fiume Hrazdan, a 1250 metri di altezza e conta circa 2500 abitanti. Fino alla fine degli anni Ottanta vi era una nutrita comunità di cristiani siriaci poi emigrati quando nella zona arrivarono i profughi armeni in fuga dalle persecuzioni in Azerbaigian. Arzni deve alle sue acque non solo la attività che gravita intorno al Centro benessere ma anche una fiorente industria di imbottigliamento e commercializzazione dell’acqua che arriva sulle tavole di tutta la nazione proprio con il marchio Arzni (in concorrenza con l’altro grande centro termale di Jermuk). Arzni, fondata nel 1925, vanta tuttavia la circostanza di essere stata il primo centro termale dell’Armenia sovietica; di questo suo primato “storico” la cittadina va a ragione ben fiera. Il clima favorevole ed il contesto ambientale la rendono piacevole il soggiorno. Arzni ospita anche un campo volo che è utilizzato per l’addestramento di piloti della Armenian Air Force. Vengono utilizzati velivoli ad elica, monoposto e biposto, dal momento che la pista della base non è particolarmente lunga. Non sono rare le manifestazioni aero acrobatiche. Pagina 3 4 Akhtamar CAVIALE ARMENO In Armenia i politici e gli organi di informazione, indipendentemente dal loro orientamento, trattando della Turchia e dell’Azerbaigian, li definiscono come avversari. Nella realtà, visto il comportamento di questi due paesi, che in ogni occasione cercano di danneggiare l’Armenia, essi dovrebbero, a maggior ragione, essere definiti come nemici. Grazie al loro peso politico, economico e militare, l’appartenenza alla Nato della Turchia e la “politica del caviale” dell’Azerbaigian, l’Armenia si trova indebolita di fronte alla ferocia di questi veri e propri nemici. Ma non solo soltanto gli armeni a dover guardarsi dall’arroganza minacciosa turco-azera. Vi sono anche altri popoli a trovarsi più o meno nelle stesse condizioni ed è perciò naturale che l’Armenia tenda la mano a dei “compagni di sventura”. In Azerbaigian, oltre all’etnia maggioritaria azera(turca), vi sono altri popoli non turchi, come i talishi, i tati, i curdi, i lesghi ecc.. Tutte popolazioni musulmane, non turche, e che gli azeri tendono forzatamente ad assimilare. I talishi (popolazione iranica diffusa nel sud-est dell’Azerbaigian, al confine con l’Iran) in particolar modo , sono soggetti ad un’aggressiva assimilazione forzata, contro la quale cercano di resistere quanto è loro possibile; tant’è che una ventina di anni fa nella loro regione vi fu una sollevazione anti- azera con la creazione di un effimero Stato talish. Orbene è naturale attendersi un sentimento di simpatia verso questo popolo da parte degli armeni; ed ecco che nel Karabagh è sorta una radio che diffonde programmi in lingua talish; mentre a Yerevan, nell’ambito dell’Istituto di Iranistica dell’Accademia, vi è un centro di studi talish che, a livello mondiale, è il punto di riferimento principale per gli studi riguardanti questo popolo. Vi sono anche i curdi. Con essi il rapporto è più complesso, perché una parte di essi prese parte attiva al Genocidio, ma un’altra parte si prodigò ANNO 8, NUMERO 169 per salvare gli armeni. Ora i curdi ammettono ufficialmente le loro colpe ed in varie occasioni hanno chiesto scusa agli armeni. Si sono installati perciò dei buoni rapporti tant’è che gli armeni hanno diritto ad un seggio nel parlamento della regione autonoma curda dell’Irak. Per non parlare del sindaco curdo della città turca di Dyarbekir che ha patrocinato varie iniziative a favore degli armeni, dall’istituzione di corsi di lingua armena, al sostegno per il restauro della chiesa armena di S. Ciriaco ed al museo armeno attiguo ad essa.L’esempio del sindaco di Dyarbekir è stato seguito da altri suoi colleghi e connazionali della regione, che si sono recati in Armenia con spirito di amicizia e collaborazione. Tutte queste iniziative, sebbene rivestano un aspetto culturale o sociale, non sono da disprezzare, poiché i rapporti fra i popoli sono altrettanto importanti quanto quelli fra gli Stati, dato che stabiliscono dei ponti fra i popoli, che sono molto utili e forieri di ulteriori sviluppi in altri ambiti. Ma accanto a ciò si stanno sviluppando azioni anche in campo prettamente politico. Recentemente si è tenuta a Washington una importante riunione pan-curda, con la partecipazione di rappresentanti curdi di Turchia, Irak, Iran e Siria. Ad essa ha partecipato una delegazione ad alto livello del partito armeno Dashnagtzutiun, che già negli anni venti e trenta del secolo scorso aveva fornito quadri dirigenti e comandanti militari alla sollevazione dei curdi di Turchia. Si è perciò un po’ rinverdito il legame che c’era fra il Dashnagtzutiun ed il partito curdo Hoy Bun che allora operava in Turchia. Facendo seguito a questa partecipazione armena all’assise curda, al termine di essa una delegazione del partito curdo Pace e Democrazia (operante in Turchia ove ha alcuni rappresentanti al parlamento turco) si è recata nella sede di Washington dell’Armenian National Committe (il comitato pro-causa armena degli Stati on line di Esse Uniti)dove si è incontrata con una delegazione del Dashnagtzutiun. A livello statale, poi, l’Armenia ha stabilito ottimi rapporti con altri paesi che, per un motivo o l’altro, non hanno eccessive simpatie nei confronti della Turchia, come la Grecia,Cipro,il Libano, la Siria, l’Iran e vari Stati arabi, Egitto compreso, paese nel quale, primo caso di uno Stato arabo, è in corso un dibattito per riconoscere il Genocidio. Come si vede anche gli armeni si muovono, con i loro limitati mezzi, ma con determinazione e perseveranza, come hanno fatto in questi ultimi decenni, per far riconoscere il Genocidio ed i loro diritti. Certo, non hanno i mezzi e la capacità di persuasione, palese ed occulta (attuata comprando, corrompendo, minacciando)che hanno la Turchia e l’Azerbaigian, ma riescono a farsi sentire e, come una goccia che scava la pietra, piano-piano raggiungeranno i loro obiettivi. E questa sarà la risposta armena alla politica del caviale. Sarà un caviale armeno, un po’ indigesto per coloro che, con finalità anti-armene, usano questo alimento per corrompere politici e giornalisti. Esse Pagina 4 5 Akhtamar on line la voce dell’Artsakh LA DICHIARAZIONE DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI DELLA REPUBBLICA DELL’ARTSAKH A margine dell’incontro tra il presidente dell’Armenia e quello dell’Azerbaigian, il ministero degli Affari Esteri della repubblica del Nagorno Karabakh ha diramato il seguente comunicato: La ripresa degli incontri ad alto livello tra i presidenti di Armenia ed Azerbaigian dopo un lungo periodo di interruzione è importante dal punto di vista dell’intensificazione del processo di accordo pacifico nel conflitto tra Azerbaigian e Karabakh ed il mantenimento di pace e stabilità nella regione. Crediamo che l’incontro confermi che non ci sono alternative ad un accordo di pace e serva ad assicurare la irrevrsibilità dello stesso. Allo stesso tempo, consideriamo necessario sottolineare che concreti progressi nel processo negoziale potranno essere raggiunti solamente prendendo in considerazione la realtà esistente e con il recupero del format negoziale che veda la diretta ed immediata partecipazione della repubblica del Nagorno Karabakh a tutti i livelli. Il presidente dell’Artsakh è volato a Parigi dove ha visitato la sede dell’European Phonethon che fa parte del circuito “Telethon 2013” del Fondo armeno “Hayastan” che ogni anno raccoglie milioni di euro a favore della causa armena. Sahakyan si è congratulato con lo staff di volontari presieduto da Bedros Terzian. Nella foto è insieme al celeberrimo regista franco armeno Robert Guediguian. OMBUDSMAN EUROPA E LE BUGIE AZERE L’Istituto Europeo degli Ombudsman (EOI) ha smentito quanto riportato nei giorni scorsi dalla delegazione azera che partecipava alla conferenza europea di Innsbruk (Austria). Secondo gli azeri il delegato del Nagorno Karabakh Yuri Hayrapetyan sarebbe stato cacciato dalla conferenza. Ora un comunicato ufficiale dell’Istituto sconfessa l’ennesima campagna di disinformazione di Baku. Hayrapetyan non è stato assolutamente allontanato dalla conferenza alla quale ha potuto partecipare a titolo individuale così come è riconosciuto da molti anni; non ha potuto tenere un discorso politico ufficiale in rappresentanza dell’Artsakh in quanto non esiste ancora un riconoscimento ufficiale. Ancora una volta l’Azerbaigian non ha perso l’occasione per fare una pessima figura sul piano democratico e su un tema (quello del difensore civico, l’ombudsman appunto) che dovrebbe suggerire tolleranza e moderazione. MEMORIALE INAUGURATO NELLA REGIONE DI MARTUNI Il presidente Sahakyan ha inaugurato nel villaggio di Hatsi un memoriale dedicato ai caduti della guerra di liberazione e del secondo conflitto mondiale. Hatsi è un piccolo borgo che sorge quasi al confine con la regione di Askeran, nel nord della provincia. ANNO 8, NUMERO 169 IL FUTURO ENERGETICO NELLE MINI CENTRALI IDROELETTRICHE Procedono a buon ritmo i lavori di ampliamento delle sistema idroelettrico del Paese che consentirà a breve una completa autosufficienza in campo energetico. I lavori di costruzione delle centrali di Mataghis 1 e 2 , cominciati oltre due anni fa, sono in fase di completamento: i due nuovi impianti a regime garantiscono 7,8 M/Watt di capacità. La società elettrica “Artsakh HEK” ha investito dieci miliardi di dram (circa venti milioni di euro) per questi impianti e per quelli di Trghe 1,2 e 3. Nel 2011 il volume di capacità elettrica era di 260 milioni di K/wattora; al termine del completamento dei lavori di costruzione degli ultimi impianti la capacità produttiva aumenterà di altri 130 milioni di K/wattora, garantendo piena sufficienza energetica alla nazione che può anche contare sul sistema dell’invaso artificiale di Sarsang. Complessivamente, la repubblica dell’Artsakh sarà a breve in condizione di esportare l’eccedenza di energia. LA “LISTA NERA” DELLA DEMOCRAZIA L’ultimo in ordine di tempo ad esibirsi in Artsakh è stato un paio di settimane fa Placido Domingo Junior, figlio del celebre baritono madrileno ma non meno dotato dal punto di vista vocale. Dopo la sua performance a Yerevan non ha avuto problemi a recarsi nella capitale della repubblica del Nagorno Karabakh dove ha tenuto il suo acclamato concerto. Alle domande dei giornalisti riguardo al possibile inserimento nella famigerata “Black list” azera delle personae non gratae, Domingo jr. ha chiaramente fatto capire di non essere interessato alle questioni politiche. Scherzando ha detto che con una sigaretta ed una tazza di caffè non avrebbe avuto alcun problema a passare la notte anche in Azerbaigian a meno di non dover essere giustiziato da un plotone di esecuzione il giorno dopo. Come dire, l’arte deve avere la meglio sull’intolleranza azera... Pagina 5 6 Akhtamar on line Marseille scandaleux ! L’Olympique di Marsiglia, per tutti l’OM, è una delle squadre di calcio più popolari oltralpe. Ma da alcuni mesi l’attenzione sulla formazione del famoso Vélodrome si è spostata dal piano calcistico a quello politico. A fine agosto, infatti, la società francese ha siglato un contratto di sponsorizzazione con la Turkish Airlines che ha così festeggiato il varo del nuovo volo tra la città mediterranea ed Istambul. Ora, non è il primo né sarà l’ultimo caso nel quale la compagnia aerea turca si fa pubblicità sulle maglie di una squadra sportiva. I turchi stanno investendo molto in questa operazione di maquillage ed hanno provato anche ad entrare in Italia, fino ad ora senza successo. Però loggare il simbolo turco sulle maglie della squadra di una città che ospita ottan- tamila armeni non era mai accaduto. La società marsigliese non ha voluto sentir ragioni della protesta della folta comunità armena. Una dichiarazione rilasciata dal Consiglio di Coordinamento delle Organizzazioni armene in Francia ( CCAF - Sud), la rappresentazione degli armeni di Francia ha evidenziato che questa partnership tra la compagnia di bandiera turca Turkish Airlines e l’Olympique de Marseille ha sollevato l'emozione e la rabbia dei francesi armeni sostenitori del club che non capiscono questa alleanza con uno stato negazionista del genocidio armeno. “Questa sponsorizzazione è un affronto alla memoria delle vittime del genocidio e alla dignità dei discendenti dei sopravvissuti al genocidio, alla vigilia del centenario del genocidio" dice la nota. Molti sostenitori dell’OM hanno disdettato l’abbonamento e le proteste hanno riempito i forum calcistici e le pagine dei giornali. Ma al soldo non si guarda e l’Olympique non è tornata indietro sui propri passi. Certo che in a città con ottantamila armeni ci saremmo aspettati alcune migliaia di tifosi a protestare vivacemente fuori dalla sede societaria o dentro il Vélodrome. Troppa rassegnazione da parte della comunità o disinteresse per i soldi turchi? Qui Armenia SINDACO YEREVAN A PARIGI Tron Margaryan, sindaco di Yerevan, ha partecipato a Parigi alla 33a conferenza generale dell’associazione sindaci francofoni. Nel corso della visita ha avuto un colloquio di lavoro con Bertrand Delanoe, primo cittadino della capitale francese. HIROSHIMA Un monumento alle vittime della bomba atomica di Hiroshima verrà presto inaugurato nel centro di Yerevan. Non sono stati ancora illustrati i dettagli dell’opera, ma da quanto si è appreso, si tratterà di un piccolo blocco monolitico proveniente proprio dalla cittadine sulla quale nel 1945 cadde l’ordigno che provocò la morte di centocinquantamila persone. AMBASCIATA ITALIANA L’ambasciatore italiano in Armenia Bruno Scapini sta terminando il suo mandato preso la sede diplomatica di Yerevan e, in tale occasione, ha avuto una serie di incontri di saluto con le istituzioni armene nel corso dei quali ha riconfermato la sua amicizia per l’Armenia ed il popolo armeno. ANNO 8, NUMERO 169 JEEP TROPHY IN ARMENIA Nei pressi di Ijevan (regione di Tavush) si è tenuto lo scorso 17 novembre il “Jeep Trophy Sprint” organizzato dalla Federazione automobilistica armena e sponsorizzato dalla Motul (multinazionale francese dei lubrificanti). Alla corsa hanno partecipato una quarantina di equipaggi provenienti dall’Armenia, Georgia, Turchia e Iran, divisi in quattro categorie. BANDIERA ARMENA L’Armenia ha adottato un regolamento concernente l’uso ufficiale della propria bandiera e del simbolo nazionale. Il documento contiene disposizioni riguardo le tonalità specifiche di colore da utilizzare. Inoltre i simboli dello stato non potranno essere utilizzati, senza specifica approvazione, su sigilli o documenti non provenienti da istituzioni governative. Il regolamento vuole disciplinare l’uso degli emblemi armeni e al tempo stesso aumentare nei giovani il rispetto per i valori dello stato. SVIZZERA ED ARMENIA I due Paesi hanno siglato di recente un accordo di cooperazione nel campo della educazione e della scienza. L’accordo prevede, tra l’altro, assistenza universitaria ed agevolazioni per l’apprendimento della lingua, della storia e della cultura dei rispettivi stati. IL MUFLONE FERITO La caccia la muflone è severamente vietata in Armenia e costituisce un vero e proprio reato. Un esemplare di questo animale è però stato trovato ferito da un colpo di arma da fuoco vicino alla località di Areni. Un gruppo di ambientalisti, coadiuvato dalle forze dell’ordine, ha individuato i presunti responsabili dell’azione. POVERI RESTI ARMENI Durante dei lavori di scavo in Ucraino sono stati rinvenuti resti umani. Da ricerche e dal materiale raccolto è stato accertato che si tratta di Sergey Aghasyan, classe 1925, morto in combattimento con l’Armata Rossa durante il secondo conflitto mondiale. A settanta anni di distanza troveranno riposo in terra consacrata. FUMO Varate norme ancora più severe contro il fumo e la pubblicità dei tabacchi. Pagina 6 7 Akhtamar on line Shakira, sbaglia i colori e fa infuriare gli azeri... Bollettino interno a cura di comunitaarmena.it Q U E S T A P U B B L I C A Z I ON E E ’ E D I T A CON IL FAVORE DEL MINISTERO DELLA DIASPORA il numero 170 esce il 15 dicembre 2013 w w w. k a ra b a k h. i t I nf or m az i one q uot i di a na i n i t al i an o s ul l ’ Ar t s ak h A volte basta poco per combinare un guaio. La nota cantante Shakira ha mandato su tutte le furie gli azeri allorché a Baku, in occasione della cerimonia inaugurale del torneo di calcio femminile under 17, si è presentata con la bandiera armena in mano. In realtà si trattava di quella del suo paese, la Colombia, che però la cantante ha esibito alla rovescia facendola diventare quella dell’Armenia. Lei probabilmente non si è resa conto di niente, gli azeri hanno schiumato di rabbia vedendo quel drappo... HAYclick DAMASCO, 13 NOVEMBRE - Centinaia di persone hanno preso parte ai funerali dei due piccoli armeni, Hovhannes Atokanian e Vanessa Mikho Bedros , uccisi due giorni prima dallo scoppio di un missile caduto davanti all’ingresso della scuola armena dalla quale stavano uscendo per raggiungere la fermata del bus, nel distretto cristiano della capitale siriana. Ennesime, giovani, vittime, di un guerra che non sembra avere mai fine. Aumenta purtroppo il bilancio delle vittime armene coinvolte nella guerra civile. Ed oltre al tragico bilancio di vite spezzate, la comunità deve fare i conti con la distruzione ed il vandalismo su chiese, scuole ed istituzioni armene.