Pagine di ACR - Azione Cattolica Verona
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Pagine di ACR - Azione Cattolica Verona
PAGINE di > VERONA : Anno 7 - n° 1 - Settembre 2013 @ C R light Pronti per giocare? C arissimi Educatori, è con particolare entusiasmo che vi saluto e idealmente abbraccio forte ciascuno di voi! Ormai è alle porte un nuovo anno associativo, un anno straordinario, un anno che desidera trasmettere sempre più, attraverso una nuova proposta e un nuovo percorso, tutta la ricchezza umana e cristiana che l’Azione Cattolica porta con sé. Sommario Dal diario della 4 Commissione Campi 8 Da segnare in agenda! Iniziativa Annuale 9 2013-2014 20 Festa del Ciao ACR Azione Cattolica Verona Piazzetta San Pietro Incarnario, 3 37121 Verona Tel. 045. 800 49 25 Email: [email protected] [email protected] 36 @CR PAGINE ww w . a c vdier on a .i t Per una proposta da vivere con le famiglie di 23 bambini e ragazzi dell’ACR Proposta per la 29 celebrazione dell’Avvento L’esperienza che caratterizzerà il nuovo anno associativo è quella del gioco e lo slogan che ci viene proposto lo chiarisce molto bene: Non c’è gioco senza te! Dobbiamo fare attenzione però, perché mettere al centro del nuovo anno il gioco non vuol dire essere infantili, banalizzare o addirittura rendere superficiali i contenuti e i messaggi che vogliamo trasmettere come educatori, tutt’altro. Consapevoli quindi che il gioco è alla base della crescita e dello sviluppo fisico, intellettivo, affettivo e cristiano di ogni persona, il nuovo percorso di Azione Cattolica ci propone di mettere in luce alcuni aspetti fondamentali. Il gioco ci chiede anzitutto di avere un punto di riferimento che ci chiama per nome e vuole sentire la nostra risposta positiva, quella di riunirci insieme per giocare. Il punto di riferimento evidentemente è Gesù, campione di gioco, in particolare, campione di quel gioco che ha a che fare con la nostra vita, quel gioco che ci fa scoprire sempre meglio a quale vocazione siamo chiamati. Per questo motivo non ci può essere un vero gioco se Tu, Gesù, non sei con noi. Il gioco ci invita ad avere delle guida sicure, guide adulte e formate che ci mostrino con il loro esempio e la loro testimonianza come si fa a giocare, quali strumenti utilizzare affinchè il gioco possa essere vissuto nel migliore dei modi. Il gioco, per sua natura, ci spinge a tirar fuori le nostre emozioni, la nostra sensibilità, le nostre qualità e perché no, anche i nostri limiti. Giocare significa rivestirci di semplicità e autenticità per essere veri testimoni nei confronti dei più piccoli. Il gioco ci stimola ad aprire l’orizzonte delle nostre conoscenze. Sappiamo bene che non è bello giocare da soli, infatti il gioco è più divertente quando siamo in tanti. Questo nuovo anno possa essere occasione per fare nuove amicizie o per approfondire quelle già presenti, non solo, ma anche l’opportunità per andare alla ricerca di nuovi ragazzi e ragazze desiderosi di far parte di un gruppo di gioco che può offrire loro la possibilità di crescere, come persone e come cristiani. Gesù ci aiuterà a vivere questo impegno utilizzando con insistenza questa parole: Quelli che troverete, chiamateli! (Mt 22, 1-14). Il gioco ha evidentemente delle regole, ciascun partecipante deve assumere delle linee guida che possano essere condivise con gli altri giocatori, solo in questo modo, il gioco potrà risultare fruttuoso per tutti e tutti ne usciranno vincitori. Nel gioco qualche volta si bara, per vincere o per arrivare primi. Il gioco che ci viene proposto e che vogliamo proporre, non prevede imbrogli ma esclusivamente la sana competizione che fa crescere e maturare 2 PAGINE di @CR Ci vediamo il… 20 ottobre 09 novembre DAY TWO dalle ore 9:00 alle or e 18:00 Sede di Azione Catto lica P.tta San Pietro Incarn ario ASSEMBLEA ELETTIVA 23 < 24 novembre 2 GIORNI TERZA MEDIA Casa di S. Giovanni in Loffa 06 dicembre 15 dicembre 26 < 30 dicembre :) VEGLIA DELL’ADESIO NE DAY THREE dalle ore 9:00 alle or e 18:00 Sede di Azione Catto lica Pi.tta San Pietro Incarn ario CAMPO INVERNALE GVSS A cura di: > Centro Diocesano Acr - Verona (email: [email protected]) > Commissione Itinerari (email: [email protected]) > Commissione Spiritualità Si ringraziano tutti coloro che hanno dedicato tempo, idee e contribuito con articoli o altro alla realizzazione di questo numero PAGINE di @CR 35 Canto finale: Popoli tutti Mio Dio, Signore, nulla è pari a te. Ora e per sempre voglio lodare il tuo grande amore per noi. Mia roccia tu sei, pace e conforto mi dai. Con tutto il cuore e le mie forze, sempre io ti adorerò. Popoli tutti acclamate al Signore, gloria e potenza cantiamo al Re, mari e monti si prostrino a Te, al tuo nome, o Signore. come ci ricorda san Paolo in diverse occasioni: Gareggiate nello stimarvi a vicenda. E allora arriva il momento di “metterci in gioco”, di tirar fuori tutto il nostro ingegno e tutta la nostra fantasia per creare il gioco più bello del mondo, il gioco di Azione Cattolica insieme a Gesù! Buon cammino! Don Riccardo Feltre Assistente Diocesano ACR e Giovani Canto di gioia per quello che fai, per sempre Signore con Te resterò, non c'è promessa non c'è fedeltà che in Te. Rit. Buon Natale 2013 a te e alla tua famiglia dai tuoi educatori! 34 PAGINE di @CR PAGINE di @CR 3 DAL DIARIO DELLA COMMISSIONE CAMPI III^ personaggio MARIA Lo spazio dedicato alla Commissione Campi Ottobre 2012 Una nuova avventura comincia. La commissione campi si è totalmente rinnovata quest’anno (quasi dai...) e l’entusiasmo non manca. Siamo davvero carichi, e si vede, credetemi! Non c’è una riunione senza risate, battute e cibo ovviamente! Ma siamo qui per lavorare, per sistemare i campi, quindi...al lavoro! Si parte con i piccoli, il campo Robin Hood è il primo che affrontiamo. Con questo campo vorremmo aiutare i ragazzi prima di tutto a scoprirsi persone piene di doni e talenti che, solo se portati alla luce e condivisi potranno dar frutto. Ognuno infatti, sarà chiamato a scoprire quali sono le doti in cui eccelle per poterle mettere a disposizione dell'intera banda di Robin Hood a protezione del tesoro di re Riccardo. Però, di fronte alle difficoltà, agli ostacoli e soprattutto allo spietato attacco del principe Giovanni il Carognoso, i ragazzi si renderanno presto conto di quanto sia difficile rimanere uniti e di quanto sia invece facile sprecare i doni del Signore. Tuttavia con l'aiuto dello Spirito Santo, che è stato donato a ciascuno nel Battesimo e con il contributo di ogni componente del gruppo, i ragazzi saranno in grado di vincere il male e riusciranno persino a convincere il Carognoso a pentirsi delle sue marachelle. La storia e la struttura rimangono immutate, per ora, sforbiciamo un po’ le celebrazioni rendendole più adatte all’età e alla pazienza dei bimbi; nessuna novità allora? Certo che no! C’è un cappello di carta da sostituire, cappello che a detta di ex responsabili o educatori è impossibile da fare. Ci cimentiamo in prima persona nell'arte degli origami e, viste le nostre difficoltà, decidiamo di sostituirlo...ma con cosa? Ed ecco la lampadina che si accende: perchè non un sacchetto di stoffa colorato, dove i bambini metteranno i talenti che riceveranno durante il campo? Chissà come la prenderanno gli educatori, chissà se come idea piacerà... 4 PAGINE di @CR Guida: Maria è la mamma che si mette fin da subito a servizio di Dio rispondendo con tanta gioia al suo desiderio di far nascere Gesù nel mondo, in mezzo a tutti gli uomini, in mezzo a noi, oggi, nelle nostre case, nei nostri paesi, nei nostri quartieri, nelle nostre città. E’ bello sentire Maria vicina a ciascuno di noi, vicina perché Maria prova tante emozioni, tanti sentimenti e qualche volta anche un po’ di paura perché non sa quello che accadrà, non sa se sarà in grado di portare a termine un compito così impegnativo. Eppure Maria si fida e si lascia guidare. Dio chiede anche a noi di fidarci e metterci al suo servizio, facendo in modo che tante persone, vedendo noi, possano avvicinarsi a Gesù e conoscerlo sempre meglio per farlo entrare nella loro vita come noi lo abbiamo già fatto entrare. Mettiamo davanti al tabernacolo, accanto agli occhiali e alla culla, un grembiule, segno del servizio speciale che Maria ha svolto in casa nei confronti di Giuseppe e di Gesù, possa essere anche il simbolo del nostro servizio ai nostri famigliari, ai nostri parenti, ai nostri coetanei e amici, sicuri che se lo svolgiamo avendo Maria come riferimento, lo faremo in modo più vero e autentico. Preghiera finale davanti al tabernacolo Preghiamo insieme: Signore, è di nuovo Natale. Ormai tutto è pronto: gli alberi, le luci, i presepi, i regali. Ma quello che ancora non è pronto sono io. Signore, ho visto il presepio: tante case sono illuminate, le porte sono aperte, le persone sono partite. Altre case invece sono rimaste buie, le porte sono chiuse e le persone addormentate. Signore, tu nasci a Betlemme, tu vieni nel nostro mondo, tu vuoi fermarti a casa mia: ti spalanco la porta, ti apro la casa. Voglio accoglierti come ha fatto Maria, come hanno fatto i pastori. Anch'io come i pastori possa venire, vedere e tornare trasformato per diventare tuo messaggero. PAGINE di @CR 33 tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. II^ personaggio GIOVANNI BATTISTA Guida: Giovanni Battista è il grande amico di Gesù fin da quando erano giovani. Anche le loro si conoscevano da tanto tempo e spesso e volentieri si scambiavano consigli sul come avrebbero educato i figli. E’ come quello che accade oggi, con le nostre mamme. Giovanni ad un certo punto della sua vita capisce che Gesù è davvero il figlio di Dio che tutti aspettavano da tanti anni, per questo motivo, parla di lui alla gente, gli prepara la strada affinchè possa portare il Vangelo ad ogni persona che incontrerà nel suo cammino. E noi stiamo preparando la strada a Gesù? Parliamo alla gente che conosciamo di Gesù? Diciamo a tutti chi è Gesù per noi? Portiamo davanti al tabernacolo, vicino al paio di occhiali, la culla vuota e pronta per essere utilizzata per accogliere Gesù al suo arrivo. Scriviamo su un foglietto colorato il modo con cui in questi giorni vorrei parlare di Gesù agli altri e quindi preparare anche io la strada al suo arrivo, poi metto il mio foglietto dentro alla culla. Guida: Scrivere un modo con il quale ci impegniamo a preparare la strada all’arrivo di Gesù, ci insegna a metterci in gioco, a fare in modo che noi per primi lo accogliamo nel nostro cuore, nelle nostre case, nelle nostre scuole, in quegli ambienti che frequentiamo quotidianamente. Canto 32 PAGINE di @CR Gennaio 2013 Dopo Natale si torna al lavoro...c’è il campo medie che aspetta di essere totalmente rinnovato! Ci dispiace però salutare per sempre Harry Potter, quindi perchè non tenere l’ambientazione e cambiare un po’ gli obiettivi? Detto fatto, un libro al giorno per vivere una settimana all’insegna della magia. Il tema fondamentale del campo è l’amicizia, in particolare come posso essere un vero amico. Per essere amici ci vuole tempo e soprattutto la pazienza di compiere un cammino insieme. Durante la settimana i ragazzi scopriranno alcuni atteggiamenti che potranno esser loro d'aiuto in questo cammino: innanzitutto, per essere amici, è necessario conoscersi. Nella conoscenza, però bisogna essere disponibili a presentarsi agli altri per quello che si è davvero, ed è necessario accettare che l’altro sia diverso superando pregiudizi e antipatie. Se sono amico, ho fiducia nell’altro e posso instaurare con lui un dialogo sincero. Posso anche confidarmi con lui fino a raggiungere una totale sintonia. Amare l’amico ci fa desiderare di condividere delle esperienze con lui, di aiutarlo nei momenti di bisogno, ma essere amici è anche accettare di soffrire per il bene dell’altro, è riuscire a perdonare i tradimenti. Amare e sentire di essere amati è motivo di grande gioia e di continuo stupore! Diamo fondo a tutte le nostre conoscenze potteriane, non lasciamo nulla al caso (se proprio alla fantasia degli educatori...). Sono i particolari che fanno la differenza, e questo lo abbiamo davvero capito, diventa il nostro motto. Inventiamo giochi che coinvolgano i ragazzi, gare e sfide che non li lascino quasi respirare...ci saranno oggetti che si spostano, cioccorane da trovare, firme e dediche da conquistare, un boccino d’oro da vincere tutte le sere. Richiede molto impegno preparare questo campo, ma possiamo assicurarvi che l’orgoglio di vedere il risultato finale non ha eguali! PAGINE di @CR 5 Aprile 2013 La presentazione campi si avvicina, l’agitazione comincia a farsi sentire. Non c’è tempo però di farsi prendere dal panico, il lavoro da finire è tanto e bisogna mettersi d’impegno: un cambio di date dei campi 6/8 ci “obbliga” a rivedere tempi, attività e note tecniche di quello che credevamo essere un campo pronto, rallentando la sistemazione di Cameloff, il tema per i 9/11. Non demordiamo, siamo una squadra ormai ben collaudata, dopo mesi di incontri, lavorare insieme non ci pesa, soprattutto se alla fine ci premiamo con una bella pizza! “E poi” ci ripetiamo come un mantra “Cameloff è a posto, basta solo una ritoccatina!”. E invece tra l'arrivo del Re da anticipare al lunedì (e l'accoglienza di un Re come Gesù non si può mica improvvisare!), l'attività del sabato da rivedere interamente, il giorno della camminata che ha bisogno di obiettivi tutti nuovi, la ritoccatina diventa un bel lavoro sostanzioso, con tanto di “compiti per casa”. N e l l 'im p o rta n te c e n tro d i reclutamento del feudo di Cameloff, i nostri aspiranti cavalieri scopriranno di essere stati chiamati da Gesù per essere suoi amici e sul suo esempio potranno anche imparare ad essere amici degli altri. Le doti necessarie ad ogni buon cavaliere sono senza dubbio il coraggio nell'affrontare il Cavaliere Oscuro e l'essere giusti con se stessi e con gli altri, accettando i propri e altrui limiti e apprezzando le qualità, ma un cavaliere del Re deve anche saper camminare insieme agli altri, saper rispettare il Creato e saper perdonare, anche fermandosi ad aspettare e cercare il fratello e amico che si perde. Una volta ricevuta l'investitura a cavalieri, i ragazzi scopriranno l'infinita misericordia del loro Re che sempre perdona i suoi figli e solo così saranno anche loro in grado di perdonare il Cavaliere 6 PAGINE di @CR preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!". Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Infine disse ai suoi servi: "La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze". Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Parola del Signore I^ personaggio ISAIA Guida: Isaia è il primo dei tre personaggi che ci vuole raccontare il modo con cui egli si è messo a servizio di Dio. Isaia è uno dei profeti più importante della Bibbia, la sua caratteristica è quella di parlare spesso con Dio il quale gli mostra alcuni avvenimenti che dovranno accadere. Uno di questi avvenimenti viene descritto nel suo libro e si tratta della nascita di un bambino che dovrà nascere. Questo virgulto è forse Gesù che anche quest’anno nascerà per ogni uomo e per ogni donna. Portiamo davanti al tabernacolo un paio di occhiali e uno alla volta li indossano per guardare con attenzione il tabernacolo all’interno del quale c’è Gesù. Chi vuole può fare anche una preghiera nel silenzio del proprio cuore o a voce alta. Guida: Gli occhiali ci ricordano che spesso non riusciamo a vedere bene, che cosa? La natura che ci circonda, le persone che vivono accanto a noi, Gesù che passa accanto a noi. Isaia ha saputo interpretare nelle parole di Dio l’arrivo di suo figlio Gesù e quindi guardare avanti, non fermarsi nel presente ma vedere lontano, vedere il futuro. PAGINE di @CR 31 Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo. F.: Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. M.: Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. F.: Se dico: «Almeno l'oscurità mi copra e intorno a me sia la notte»; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce. M.: Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. Oscuro e avranno finalmente la consapevolezza di essere Figli di Dio e Fratelli tra di loro. Nonostante qualche imprevisto, anche questo sussidio sta per essere ultimato, ora si tratta di impaginare tutto e di mettere all’opera il nostro “occhio da falco” per scovare ogni più piccolo errore (anche se ahimè non sarà sufficiente). I nostri mercoledì insieme si fanno sempre più intensi man mano che la presentazione campi si avvicina ma anche più piacevoli nel vedere i risultati del nostro lavoro finalmente su carta stampata. 4 Maggio 2013 Ci siamo, la presentazione campi è arrivata! Vediamo gli educatori che metteranno in pratica le nostre idee, che faranno vivere ai ragazzi le avventure che noi abbiamo immaginato e sognato in questi mesi. Ora il campo passa a loro, noi ci chiediamo se piacerà, se toglieranno o aggiungeranno qualcosa, se alla fine i ragazzi saranno contenti...tante domande che avranno risposta, ma non stasera: da oggi il campo è del gruppo educatori, noi ci facciamo da parte! Insieme: Gloria al Padre… Acclamiamo insieme al Vangelo: Lampada ai miei passi La tua parola è lampada ai miei passi, sulla mia strada ci sei tu, Signore: sei luce immensa con la tua parola, sei gioia vera, e rimani in me. Beato l'uomo d'integra condotta, che nella legge saldo resterà, beato chi è fedele ai tuoi comandi e chi ti cerca con sincerità. Rit. E chi è giovane come potrà, tenere pura sempre la sua via, tenendo in cuore ogni tua parola, per meditarla nella fedeltà. Rit. Dal Vangelo secondo Matteo Gesù parlava loro con parabole e disse: "Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest'ordine: "Dite agli invitati: Ecco, ho 30 PAGINE di @CR PAGINE di @CR 7 AL TUO SERVIZIO GESU’ Celebrazione di Avvento in attesa del Santo Natale 2013 Guida: Puntuale, ritorna ogni anno il tempo di Avvento, tempo che ci indica la strada per prepararci a vivere una delle feste cristiane più importanti dell’anno: la festa del Santo Natale. Al centro di questo necessario periodo di preparazione ci sono alcuni personaggi famosi che con il loro atteggiamento, il loro modo di fare, il loro carattere molto diverso l’uno dall’altro, ci insegnano come sia possibile accogliere Gesù, mettendoci a completo servizio degli altri nella vita di tutti i giorni. I personaggi sono: Isaia, il profeta capace di guardare a fondo le cose che ci circondano, in particolare il disegno di Gesù che nasce per noi; Giovanni Battista, il grande amico di Gesù che prepara il suo arrivo; Maria, la mamma di Gesù che lo porta nel suo grembo e tra qualche settimana ce lo donerà. Ricordiamoci, durante questa celebrazione, che l’atteggiamento che ciascuno di questi 3 personaggi ci insegna, è quello del servizio. Nel nome del Padre… Canto di inizio celebrazione (Come tu mi vuoi) Preghiamo a cori alternati maschi (M) e femmine (F) il salmo 139: M.: Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. F.: Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta. Lo spazio dedicato alla Commissione Spiritualità 8 PAGINE di @CR M.: Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. PAGINE di @CR 29 vedere loro le foto del battesimo, della prima comunione o della cresima? 5. Quando arriva a casa la stampa associativa per i nostri figli la leggiamo con loro? Chiediamo a loro di che cosa tratta? 6. Troviamo all’inizio o alla fine della giornata un momento per pregare coi nostri figli? Chiediamo loro di farlo? 7. Cerchiamo una relazione con gli educatori ACR e i catechisti dei nostri figli? parte— 7^ parte —PAUSA (15”) 8^ parte RIPORTO E RIFLESSIONE CONCLUSIVA (30”) I gruppi ritornano in assemblea e riportano i punti principali del confronto insieme. Si lascia spazio ad eventuali commenti della guida e dell'assemblea. Questa fase si potrebbe concludere proponendo ai genitori di partecipare attivamente al gioco conclusivo. 9^ parte GIOCO CONCLUSIVO Alla fine della giornata gli adulti raggiungeranno i ragazzi dell'ACR per concludere la giornata con un gioco tutti insieme. Le modalità specifiche del gioco sono riportate nella proposta della Festa del Ciao per il MATERIALI (disponibile sul sito www.acverona.it) fotocopie preghiera filmato Ken Robinson cartelloni per divisione gruppi di interesse foglio con le domande per il lavoro di gruppo 28 PAGINE di @CR FESTINSIEME 2013 Non c’è gioco senza te Lo spazio dedicato alla Commissione Itinerari ACR Un bentornato a tutti da parte della Commissione Itinerari! Quest’anno vorremmo inizare esplitando alcuni obiettivi che ci siamo dati per questa nuova partenza: • fornire a tutti gli educatori una possibile chiave di lettura dell'Iniziativa Annuale, dando loro spunti per approfondire per sé e per i propri ragazzi la proposta formativa della guida nazionale. La spiegazione della commissione non dovrà essere esauriente ed approfondita rispetto tutti gli aspetti dell'Iniziativa Annuale, ma lasciare negli educatori la curiosità e l'entusiasmo di affrontare i temi proposti per questo anno associativo. • Far cogliere agli educatori la centralità del tema del gioco. Sottolineare come questo si possa ritrovare all'interno dell'Iniziativa Annuale, dalla categoria (anno della Compagnia) all'ambientazione (parco giochi). Inoltre, sottolineare come il gioco inteso come strumento/esperienza di crescita e maturazione e non come strumento fine a se stesso, possa per gli educatori essere immediatamente spendibile nella relazione educativa coi propri ragazzi. • Presentare agli educatori le novità della guida nazionale: nell'itinerario di liturgia di ogni fase viene sottolineato un momento della celebrazione eucaristica per fase vengono offerti alcuni accenni sul significato rituale del singolo momento aiutando così a cogliere gli aspetti più utili per l'iniziazione liturgica dei ragazzi. Box sul cammino assembleare • Sottolineare agli educatori la presenza sul cammino di ogni fascia box sui sacramenti e motivazioni che hanno portato all'introduzione di questi box. I sacramenti sono diversi per ciascuna fascia. Vi presenteremo inoltre due novità per quest’anno: 1) chiederemo ad ogni Zona la disponibilità di una persona. Questi quattro rappresentanti durante la prima fase si dovranno rendere disponibili per 2-3 incontri per ideare con la Commissione Itinerari la proposta della Festa della Pace. Questa iniziativa nasce da una serie di riflessioni: • conoscere gli educatori e far conoscere agli educatori la PAGINE di @CR 9 Commissione Itinerari ACR e il suo operato; • trovare idee sempre nuove e più adatte alle esigenze degli educatori • accompagnare gli educatori ad una maggiore comprensione degli obiettivi e delle attività della Festa della Pace affinché possano risultare coinvolgenti e vere guide per il gruppo che poi a livello zonale propone la giornata alle parrocchie. Inoltre, questo potrebbe risultare di aiuto nel momento in cui gli educatori devono coinvolgere gli adulti (dell'associazione) e i genitori. 2) chiedere a ciascuna parrocchia di fornire (entro una data da stabilire) il testo di un'attività svolta durante l'anno associativo 2012/2013 allo scopo di creare una piccola pubblicazione associativa che raccolga tutte queste attività al fine di metterle a disposizione di tutte le altre associazioni parrocchiali. Iniziativa “regala un'attività”. Referente: Simone Bonato. Nella prima fase i ragazzi capiscono che cosa è il gioco naturale ed imparano a coglierne gli aspetti fondamentali ed immediatamente spendibili nel quotidiano: costruire relazioni autentiche. Nella seconda fase si colgono gli aspetti principali del gioco forzato: disagi, sensazioni, paure legati alla dinamica del gioco forzato. La fatica del sottostare a delle regole imposte. Nella terza fase si cerca di portare l'obiettivo del gioco naturale meno frequente (costruire relazioni vere e profonde) all'interno delle dinamiche del gioco forzato che rispecchia la quotidianità della vita di bambini e ragazzi. “L’itinerario formativo di quest’anno, caratterizzato dalla categoria della compagnia incentrata sull’esperienza vissuta nella comunità cristiana, aiuterà i ragazzi a scoprirsi invitati da Dio alla festa della comunione con Lui che si realizza proprio nella comunità dei discepoli di Cristo.” I discepoli della prima comunità cristiana hanno testimoniato la gioia della resurrezione di Gesù, sebbene il loro cammino sia stato caratterizzato anche dalla fatica e dalle difficoltà. Quindi: “tutta la vita del cristiano è caratterizzata dalla gioia e possiamo quasi dire che una vita cristiana senza gioia non è tale!” (Guida nazionale fascia 6/8 e 9/11 pag. 29, guida 12/14 pag. 31). L’iniziativa annuale riportata sulla guida anticipa il tema centrale per l’intero anno associativo: la gioia. Quale gioia? Perché l’uso del termine gioia e non felicità? Per spiegare la differenza tra queste due parole citiamo due interventi: il primo è un articolo di Antonella Verdiani (“Gioia e felicità non sono la stessa cosa”) che affronta il tema dal punto di vista etimologico con 10 PAGINE di @CR 5^ parte ...IN ASSEMBLEA (10”) il filmato attraverso il grande tema dell'istruzione lancia un'importante provocazione che riguarda un compito centrale dei genitori: aiutare i figli a scoprire i propri doni, sostenerli nella maturazione dei loro talenti affinché possano diventare persone ricche di umanità e testimoni autentici di Gesù, adulti coraggiosi e senza paura di fronte ad un sistema che omologa e standardizza. La domanda “vuoi giocare con noi?” implica un atteggiamento di accoglienza che la famiglia tutta esprime nei confronti del bambino e del suo cammino di crescita umana e cristiana. Attraverso questa semplice domanda riaffermiamo con forza, all’inizio di questo cammino, che nulla educa più della comunione vissuta e testimoniata nei momenti di gioia così come in quelli di difficoltà; nulla educa più della famiglia che si mette totalmente in gioco e che, nella fede, trasmette questo e l’autentica bellezza della vita buona del Vangelo. Mettersi in gioco vuol dire per entrambi i genitori impegnarsi su diversi fronti: • impegnarsi in quell’elargizione di umanità che è il cuore di ogni processo educativo • tener conto del dinamismo di reciprocità in base al quale i genitorieducatori vengono a loro volta in certa misura educati • saper riconoscere e accogliere le specificità di ciascun figlio, aiutandoli a metterle in campo per migliorare se stessi e il mondo in cui vivono in un’ottica di bene comune Una famiglia che vive davvero nell’amore diventa immagine e riflesso di Dio Padre, introducendo così i figli a vivere nella Chiesa da fratelli. 6^ parte LAVORO DI GRUPPO (30”) Proposta di alcune domande per il lavoro di gruppo: 1. Cerco un dialogo diretto con mio figlio? Dopo la scuola, lo sport, gli incontri del catechismo e dell’ACR gli chiedo che cosa ha fatto? Come sono andate le attività? 2. Accompagno mio figlio a Messa? O lo mando con i suoi amici? 3. Se mio figlio mi pone domande in merito a Gesù o alla Chiesa, che cosa faccio? Cambio discorso? Oppure cerco di dargli una risposta? 4. Riusciamo a parlare di fede coi nostri figli? Oltre alle foto delle vacanze, dei primi passi, del primo giorno di scuola, ecc. facciamo PAGINE di @CR 27 3^ parte RIFLESSIONE GUIDATA (5”) I genitori verranno accompagnati in un salone e qui inizierà la proposta pensata solo per loro! Ecco alcuni spunti di riflessione che chi guida la giornata potrà utilizzare per provocare i partecipanti. “Vuoi giocare con noi?” è la domanda che il bambino dovrebbe ascoltare non soltanto all’incontro ACR, ma quotidianamente in famiglia. È questo infatti il luogo principale in cui si gioca la vita, è qui che nasce ed è qui che si cresce secondo le scelte che ogni famiglia compie per e con i propri figli. La scelta di percorrere un cammino di fede non è una scelta “per”, ma costituisce in maniera particolare una scelta “con”, che va dunque condivisa e vissuta insieme come famiglia. Non basta quindi che i ragazzi seguano un cammino di fede a loro misura: perché l’esperienza di fede diventi vita, è necessario che si incarni e continui poi a casa; è necessario che tutta la famiglia si metta in gioco nelle piccole cose quotidiane. È importante risvegliare nei genitori l’importanza profondamente educativa del loro ruolo, spingendoli ad assumersi il compito di educare a quei valori umani ampiamente condivisi quali l’azione comunitaria, il saluto, la capacità di ascoltare, quella di chiedere e accordare il perdono, il ringraziamento, l’esperienza di azioni simboliche, il clima di un banchetto tra amici, la celebrazione festiva sottesi ad esempio nella celebrazione eucaristica. Abbiamo iniziato questo incontro proprio con loro: i vostri figli. Questa è sicuramente una condizione speciale, ma tutti siamo chiamati anche nelle piccole cose a costruire una relazione con loro, un'interazione che non ci permetta solo di conoscerli, ma anche di aiutarli a maturare. Maturare che cosa? 4^ parte PROVOCAZIONE CON UN FILMATO (15”) Visione del filmato relativo ad un intervento di Ken Robinson (febbraio 2006, Monterey, California) sull’educazione intesa come strumento che dovrebbe favorire la creatività umana e lo sviluppo delle qualità personali e i talenti di ciascuno. un’impostazione scientifico/pedagogica. Il secondo è tratto da un’omelia di papa Francesco in occasione di una S.Messa a Santa Marta. “Gioia e felicità non sono la stessa cosa” di Antonella Verdiani […]“Una distinzione semantica tra gioia e felicità (concetti spesso confusi) è necessaria.[…] Nel linguaggio comune, la gioia è associata ad un'emozione, uno stato passeggero. Tuttavia il suo significato originario è tutt'altro che effimero, dato che la sua lontana etimologia sanscrita rinvia al termine di yuj (lo stesso da cui deriva la parola yoga), generalmente tradotto come ‘unione dell’anima individuale con lo spirito universale’. C'è qui un senso di connessione tra il terreno e il celeste, dell’uomo con il divino e degli uomini tra loro; una dimensione sacra della gioia che si è persa nel tempo, soprattutto nella cultura occidentale. Appena il legame viene ripristinato, la gioia investe indirettamente tutti gli aspetti della vita (perché 'contribuisce' ad essi) e ci riporta al concetto di gioia di vivere come sentimento edificante avvertito da tutta la coscienza, tutte le dimensioni dell’essere. Da una semplice emozione, essa si trasforma quindi in sentimento, in stato; diventa una manifestazione della reliance [3] dell'anima individuale con una dimensione superiore. In questo modo la gioia invade tutto l'essere e connette 'l’alto' con 'il basso', lo spazio interno e quello esterno, il soggetto e l’oggetto, l’individuo e gli altri. La parola felicità è oggi per lo più associata al concetto di benessere e più spesso ancora, ad uno stato di benessere materiale. Ci discostiamo in questo modo dal nostro obiettivo che non è quello d’identificare l'educazione come un percorso verso un destino favorevole in termini di ricchezza, ma piuttosto come un percorso d’evoluzione dell’essere verso uno stato di completezza, dove la gioia recupera tutta la sua dimensione filosofica, ontologica. Come si è visto, la felicità intesa come benessere è molto alla moda oggi. Negli ultimi dieci anni, le ricerche sul tema della felicità hanno stimolato teorie e dibattiti in tutti i settori, dalla salute all'economia alle scienze sociali, di cui le scienze dell'educazione fanno parte.[…] [3] Neologismo francese che indica il legame e la connessione tra una persona e gli elementi naturali (reliance cosmica), della persona con i suoi propri aspetti interiori (reliance psicologica) e con la collettività (reliance psicosociale). 26 PAGINE di @CR PAGINE di @CR 11 Dall’omelia della S. Messa in Santa Marta di papa Francesco “Il cristiano è un uomo e una donna di gioia. Questo ci insegna Gesù, ci insegna la Chiesa, in questo tempo in maniera speciale. Che cosa è, questa gioia? E’ l’allegria? No: non è lo stesso. L’allegria è buona, eh?, rallegrarsi è buono. Ma la gioia è di più, è un’altra cosa. E’ una cosa che non viene dai motivi congiunturali, dai motivi del momento: è una cosa più profonda. E’ un dono. L’allegria, se noi vogliamo viverla tutti i momenti, alla fine si trasforma in leggerezza, superficialità, e anche ci porta a quello stato di mancanza di saggezza cristiana, ci fa un po’ scemi, ingenui, no?, tutto è allegria … no. La gioia è un’altra cosa. La gioia è un dono del Signore. Ci riempie da dentro. E’ come un’ unzione dello Spirito. E questa gioia è nella sicurezza che Gesù è con noi e con il Padre”. […] “No, perché se noi vogliamo avere questa gioia soltanto per noi alla fine si ammala e il nostro cuore diviene un po’ stropicciato, e la nostra faccia non trasmette quella gioia grande ma quella nostalgia, quella malinconia che non è sana. Alcune volte questi cristiani malinconici hanno più faccia da peperoncini all’aceto che proprio di gioiosi che hanno una vita bella. La gioia non può diventare ferma: deve andare. La gioia è una virtù pellegrina. E’ un dono che cammina, che cammina sulla strada della vita, cammina con Gesù: predicare, annunziare Gesù, la gioia, allunga la strada e allarga la strada. E’ proprio una virtù dei grandi, di quei grandi che sono al di sopra delle pochezze, che sono al di sopra di queste piccolezze umane, che non si lasciano coinvolgere in quelle piccole cose interne della comunità, della Chiesa: guardano sempre all’orizzonte”. […] “E’ il dono che ci porta alla virtù della magnanimità. Il cristiano è magnanimo, non può essere pusillanime: è magnanimo. E proprio la magnanimità è la virtù del respiro, è la virtù di andare sempre avanti, ma con quello spirito pieno dello Spirito Santo. E’ una grazia che dobbiamo chiedere al Signore, la gioia. In questi giorni in modo speciale, perché la Chiesa si invita, la Chiesa ci invita a chiedere la gioia e anche il desiderio: quello che porta avanti la vita del cristiano è il desiderio. Quanto più grande è il tuo desiderio, tanto più grande verrà la gioia. Il cristiano è un uomo, è una donna di desiderio: sempre desiderare di più nella strada della vita. Chiediamo al Signore questa grazia, questo dono dello Spirito: la gioia cristiana. Lontana dalla tristezza, lontana dall’allegria semplice … è un’altra cosa. E’ una grazia da chiedere”. Vieni Spirito Santo con il tuo amore, accendi il nostro cuore e rendilo capace di amare. Illumina le nostre menti perché possiamo comprendere la verità di Dio e aderire ai suoi insegnamenti. Accendi la nostra vita e rendici capaci di comunicare gioia e speranza a quelli che ci sono accanto. Per Gesù Cristo, morto e risorto per noi. Amen. Invocazioni proposte liberamente dai genitori L1 Aiutaci, o Signore, ad essere una famiglia che sappia ascoltarsi senza fatica, accogliersi con bontà, donarsi con amore T Ascoltaci, o Signore L2 Donaci, o Signore, la grazia di poterci custodire l’un l’altro. Sostienici nel metterci in gioco senza riserve nella tua famiglia, quella dei figli di Dio. T Ascoltaci, o Signore L3 Signore, tu ci chiami insieme a prendere parte della tua gioia con i fratelli T Fa che noi possiamo aiutare gli altri a sentirci più vicini. Amen Recitiamo tutti insieme il Padre nostro... Benedizione finale 2^ PARTE PREPARATIVI PER LA FESTA (45”) Dopo la preghiera genitori e ragazzi sono chiamati a vivere la parte di preparazione della Festa del Ciao tutti insieme. Dovranno essere preparati dei cartelloni su ognuno dei quali deve essere indicata una particolare mansione da svolgere per preparare la festa: preparazione sala, addobbi, cibo e bevande, accoglienza, ecc.. Si dovranno lasciare alcuni minuti per dar tempo a genitori e bambini dell'ACR di scrivere il proprio nome su uno solo di questi cartelli, formando dei gruppi di interesse. Quando ciascuno avrà segnato il proprio nome, i gruppi potranno iniziare a lavorare insieme per preparare quanto necessario allo svolgimento della Festa del Ciao. Questa preparazione non dovrà durare più di 30 minuti. Le altre cose che mancano dovranno essere sistemate da educatori e da chi guida la giornata. 12 PAGINE di @CR PAGINE di @CR 25 dei cammini di Iniziazione Cristiana che ragazzi e genitori stanno seguendo. L'Azione Cattolica pertanto ha pensato anche per i genitori un cammino da vivere in tre periodi speciali (Mese del Ciao, Mese della Pace e Mese degli Incontri) e che li sostenga nella loro esperienza di educatori alla vita e alla fede. NOTA per Educatori ACR e Adulti dell’Associazione. Per l’organizzazione della giornata invitiamo tutti, Educatori ACR e Adulti dell’Associazione, a collaborare sia nella fase di coinvolgimento, preparazione e coordinamento sia nella guida dell’incontro. Sarebbe una bella opportunità di conoscenza e dialogo per gli Educatori che almeno uno tra loro potesse essere presente per tutta la durata dell’incontro con i genitori. Nell’anno della Compagnia, è la gioia che si prova con l’esperienza di far parte della comunità cristiana e del camminare insieme. È la gioia piena di sentirsi parte di una Chiesa invitata a far parte del Regno di Dio che si raduna per far festa intorno al Cristo risorto e che si sforza di vivere il Vangelo. Secondo il Vangelo di quest’anno è la gioia che si prova ad essere invitati alle “nozze dello sposo”. Il re della parabola vuole condividere un momento, un evento importante, intimo, e ci chiama “amici”. E’ la gioia di chi oltre all’invito, cioè il dono della fede, ha anche l’abito nuziale, cioè la carità. È la gioia riservata a colui che incontra il Signore Gesù attraverso la fede ricevuta mediante il dono del battesimo e che racconta agli altri ciò che ha reso come una festa la sua vita. Nella domanda di vita di prossimità e accoglienza: per i ragazzi è la gioia che nasce dall’esperienza di un’intesa con gli altri raggiunta nella dimensione del gioco, di un gioco vero, con regole condivise. E’ una gioia che va al di là del divertimento, è un sentimento che scaturisce dalla profonda relazione che grazie al gioco, si è stati in grado di raggiungere. ATTIVITÀ 1^ PARTE PREGHIAMO INSIEME (15”) Il momento di preghiera potrebbe iniziare tutti insieme, genitori e ragazzi. Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen... Preghiamo a cori alternati genitori e figli Signore, Padre di infinito amore, aiutaci nel compito educativo verso i nostri figli. Fa’ che vedano in noi un riflesso del tuo amore per loro e aiutaci ad essere modelli autentici di vita cristiana. Sostienici nelle nostre debolezze e rafforza il nostro amore coniugale. Fa’ che nella famiglia ci sia sempre pace e forza per superare insieme le prove della vita. Donaci di vivere sempre nella tua volontà e sostieni in noi un animo generoso, per costruire insieme un mondo più giusto e fraterno. 24 PAGINE di @CR Cari educatori, vogliamo fornirvi una panoramica sul cammino dell’anno per cercare di suggerirvi un percorso, o almeno una chiave di lettura che comprenda l’ambientazione, la domanda di vita e lo slogan dell’anno. L’anno che sta per iniziare sarà ambientato in un parco giochi e avrà come tema centrale il gioco. Lo slogan, “non c’è gioco senza te”, richiama quell’accoglienza espressa nella domanda di vita: nessuno, infatti, può essere felice se non si sente amato e un invito così categorico non può che riempire di gioia il destinatario. Teniamo allora presente, durante tutto l’anno, questo bisogno universale di accoglienza, di amare e di sentirsi amati, e cerchiamo di renderlo concreto, così come ognuno è capace. “Non c’è gioco senza te” ha anche un altro significato: non un invito rivolto a una persona diversa da chi legge, ma un invito rivolto proprio a te che stai leggendo, o al ragazzo a cui lo slogan verrà proposto. Si richiede, insomma, il protagonismo di tutti, che è da sempre uno degli obiettivi centrali del cammino formativo dei ragazzi. Ogni ragazzo deve diventare, secondo le sue possibilità, protagonista nei suoi ambienti di vita. “Non c’è gioco senza te”: ma di quale gioco stiamo parlando? Innanzitutto un gioco da fare insieme agli altri, perché da soli raramente PAGINE di @CR 13 ci si diverte. Un gioco è più bello se è condiviso! (è l’anno della compagnia!). La guida ci suggerisce allora un posto stabile di incontro, un luogo pubblico e gratuito in cui i ragazzi possano andare a giocare: il parco giochi. Ripensando alla nostra esperienza da bambini il parco giochi ci ricorda il luogo di ritrovo con gli amici, ma anche lo spazio nel quale sapevamo di trovare dei giochi speciali. Andare al parco giochi era quel momento di libertà che si aspettava con tanto desiderio. Per i bambini è uno spazio in cui liberare la fantasia che è il mezzo con cui essi costruiscono i loro giochi. La dimensione del gioco è lo spazio delle relazioni vere, perché nel mondo della loro fantasia i bambini possono dimostrare ciò che sono senza essere imbrigliati dalle pastoie della realtà e dalle regole imposte dagli adulti. Proprio per questo motivo i bambini prendono il gioco molto sul serio e vogliono scegliere loro come, dove e con chi giocare. Questo tipo di gioco sulla cui analisi sarà centrata la prima fase scegliamo di chiamarlo gioco naturale. C’è però un altro tipo di gioco: lo chiameremo gioco strutturato. Qui le regole, i luoghi e i compagni sono imposti dall’esterno. Di fronte a questo tipo di gioco un primo aspetto che incontra il ragazzo riguarda la limitazione alla propria libertà dovuta al contesto rigido nel quale viene inserito. La sua reazione potrà essere di rifiuto e chiusura. Un secondo aspetto riguarda l’individualismo: deve cercare di mettere in gioco le proprie potenzialità senza prevalicare gli altri. Un terzo aspetto è legato ai contesti nei quali si svolge : in molti casi non sono adeguati né al gioco né allo sviluppo delle relazioni. Un ultimo aspetto è legato all’obiettivo. Qual è la motivazione con cui ciascuno di noi si mette in gioco? Sceglie di essere lì o è una situazione che gli è capitata? A causa di questi fattori la dimensione della relazione autentica e profonda con i compagni di gioco non viene stimolata. Cerchiamo allora, durante la seconda fase, di far percepire ai ragazzi la differenza tra il gioco naturale e il gioco strutturato, e di sottolinearne eventuali aspetti positivi. Durante la terza fase spingiamo i ragazzi ad essere davvero protagonisti stimolandoli a mettersi in “gioco” e ad estendere l’invito alla partecipazione anche ad altre persone. Questo protagonismo, unito all’apertura verso gli altri, spinge a vedere le regole condivise non come un’imposizione, ma come un modo per “esserci” davvero, per dare la possibilità a tutti di esprimersi al meglio. 14 PAGINE di @CR FESTA DEL CIAO Per una proposta da vivere con le famiglie di bambini e ragazzi dell’ACR Commissione Itinerari ACR OBIETTIVI Questo momento viene proposto dall’associazione diocesana a tutte le associazioni parrocchiali prendendo spunto dal sussidio Formato Famiglia che da già da qualche anno propone il coinvolgimento dei genitori di bambini e ragazzi dell’ACR a livello nazionale. Quali i motivi che portano alla ricerca di una partecipazione dei genitori? Innanzitutto, l’esperienza di Gesù per i ragazzi non è solo una proposta da vivere al Catechismo o all’ACR, ma un’esperienza da ricercare nel quotidiano, nelle cose di tutti i giorni, sport, scuola, amicizie e soprattutto in famiglia. Affinché questo possa avvenire l’Associazione non può prendersi cura solo dei ragazzi ma anche dei loro genitori, informandoli circa il cammino che parallelamente i loro figli stanno seguendo. Formazione o informazione? Sicuramente l’Azione Cattolica desidera formare anche i suoi genitori, pertanto l’incontro, pensato nello stile di Azione Cattolica, cerca di portare dei contenuti che in primo luogo raccontino ai genitori il cammino pensato per i propri figli, e in secondo luogo li accompagni ad una maturazione personale e di famiglia alla luce della nuova Iniziativa Annuale. E per la preparazione ai Sacramenti? Da qualche anno a questa parte l’Azione Cattolica cerca di fare proposte sempre più mirate ai ragazzi organizzando attività su “piste” diversificate affinché il cammino venga calibrato a seconda che i ragazzi si stiano preparando a ricevere un particolare Sacramento, oppure che lo abbiano già ricevuto. Per i primi la proposta è di accompagnamento ad una consapevolezza, mentre per i secondi un avvicinamento a questo particolare momento della propria vita di fede. Questa attenzione declinata per i genitori deve sempre tener conto del contesto parrocchiale, in modo particolare della realtà PAGINE di @CR 23 ATTIVITA' Finiti i preparativi per la festa, gli adulti si avviano per proseguire il loro percorso, mentre ai ragazzi viene proposta un'attività che li porti a comprendere le caratteristiche del gioco "naturale". I ragazzi sono invitati a riunirsi spontaneamente in gruppi che possono quindi essere formati da componenti di età diversa o in numero sproporzionato rispetto agli altri. Ogni gruppo avrà il compito di scegliere un gioco da proporre agli altri, senza nessun tipo di vincolo: sceglierà il suo spazio di gioco, le sue regole e lo svolgimento. A turno, ogni gruppo proporrà agli altri il proprio gioco, e si giocherà insieme. Da una parte la ricerca di una relazione vera, la sensazione di libertà che caratterizzano il gioco naturale. Dall’altra parte la condivisione di regole che ci consentono di raggiungere degli obiettivi, di costruire qualcosa. Tutti aspetti positivi che abbiamo riscontrato nelle due fasi. La terza fase diventa pertanto un momento di sintesi dove si accompagna il ragazzo verso l’obiettivo di mettersi in relazione con l’altro nei diversi contesti del vivere quotidiano. Terminate le attività di adulti e acr segue un momento di pausa insieme. CONCLUSIONE Come conclusione della giornata viene proposto ad adulti e ragazzi un gioco "strutturato", scelto da chi prepara la giornata: non serve per forza un gioco pensato appositamente, l'importante è che sia un gioco con regole e tempistiche ben precise; i ragazzi noteranno subito la differenza con il gioco fatto in precedenza. Potrebbe essere un gioco dinamico (ad esempio fazzoletto in piedi, palla prigioniera...) oppure più tranquillo (ad es. passaparola, ruota della fortuna...), dipende dal target di adulti che partecipano. N.B. Per strutturare la proposta della festa del Ciao abbiamo preso spunto, sia per la parte di preparazione che per lo svolgimento, dalla guida nazionale. Vi invitiamo quindi a leggere le pagine dedicate alla festa (guida 6/8 da pag 56 a 59; guida 9/11 da pag; guida 12/14 da pag 54 a 57) per prenderne ulteriori spunti. 22 PAGINE di @CR PAGINE di @CR 15 VUOI GIOCARE CON NOI? PRIMA FASE Tutto è pronto, venite alle nozze LA FASE Nella prima fase i ragazzi scoprono qual è il gioco che fa per loro, ovvero quello che noi chiameremo gioco “naturale”. Non quello dove ci si sceglie i compagni più forti solo per lo scopo della vittoria, ma quel gioco che permette loro di relazionarsi con gli altri compagni, e permette loro di condividere nuove esperienze con amici vecchi e nuovi, quel gioco fatto di relazioni dove più si è e più diventa bello e interessante. ATTEGGIAMENTO: ACCOGLIENZA Non a caso l'atteggiamento prevalente della fase è l'accoglienza, caratteristica che consente di aprirsi al prossimo, di non rimanere chiusi in se stessi, ma di guardare alla bellezza di ciò che ci accomuna, che ci rende compagni, amici. Bellezza nell’essere accolti, scelti, e bellezza nell’accogliere tutti. IL VANGELO Quando si accoglie un invito, ci si aspetta sempre qualcosa di grande. Ogni sì è legato al desiderio di fare un’esperienza bella e arricchente. Nel Vangelo di Marco quello che per gli invitati era un invito a un banchetto nuziale, per noi diventa un invito al gioco, il quale ci permette di creare relazioni vere con chi ci sta attorno, con la consapevolezza che la gioia e l'entusiasmo con cui diciamo il nostro “si” all'invito ci aiuterà a creare delle relazioni autentiche Si propone ai ragazzi una caccia al tesoro alla ricerca di quattro spicchi di una torta. Ciascun spicchio trovato simboleggia uno degli "ingredienti " della festa: • invito - busta • clima accogliente - cappellino • cura dei luoghi - scopa • coinvolgimento - magliette acr Alla conclusione della caccia al tesoro i ragazzi ritornano al punto di partenza dove gli educatori spiegheranno loro cosa rappresentano gli spicchi conquistati e il perché questi “ingredienti” rendono speciale la festa. Alla luce della discussione in gruppo con gli educatori sull’importanza dell’ingrediente “invito”, i ragazzi devono ora occuparsi di preparare gli inviti per i loro amici e conoscenti: gli educatori potrebbero utilizzare un altro incontro se disponibile, oppure lasciare ai ragazzi il compito di abbellire, personalizzare e consegnare un invito precedentemente preparato e consegnato loro alla fine di questo incontro. ...INIZIA LA FESTA! Per l'ambientazione della giornata diamo spazio alle nostre idee: possiamo ricreare nei nostri saloni parrocchiali un parco giochi, con panchine, qualche giostrina. Se risultasse difficile una struttura tridimensionale, potrebbero essere usati dei cartelloni con dei disegni di quello che possiamo trovare in un vero parco giochi. Un'altra idea potrebbe essere quella di organizzare la festa in un vero e proprio parco giochi, o in uno spazio verde adiacente alla parrocchia. Nella giornata non abbiamo preso in considerazione gli eventi raccontati nella storia della guida nazionale. ACCOGLIENZA E PREGHIERA BENE, GIOCHIAMO! SECONDA FASE Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale? LA FASE Nella seconda fase analizziamo quali possono essere le paure, i disagi che i ragazzi possono incontrare o creare loro stessi nella dimensione 16 PAGINE di @CR Queste fasi saranno svolte insieme ai genitori dei ragazzi e agli Adulti dell’Associazione, quindi fate riferimento alla Festa del Ciao riportata di seguito all’interno di questo numero di Pagine di ACR Light. L’ALLESTIMENTO DELLA FESTA Questa fase sarà svolta insieme ai genitori dei ragazzi e agli Adulti dell’Associazione quindi fate riferimento alla Festa del Ciao riportata di seguito all’interno di questo numero di Pagine di ACR Light. PAGINE di @CR 21 FESTA DEL CIAO Pronti, via! Commissione Itinerari ACR OBIETTIVI I ragazzi: • Scoprono la bellezza del momento di festa e di gioco, resi significativi dalla condivisione con gli altri. • Curano in maniera particolare il momento dell’invito e della preparazione della festa, scegliendo il luogo e abbellendolo per renderlo accogliente. • Collaborano con gli altri settori, e con i loro genitori, sfruttando al massimo i talenti e le inclinazioni di tutti. • Sperimentano le caratteristiche e le differenze tra gioco naturale e gioco strutturato. PREMESSA Per i suoi obiettivi, la festa del Ciao prende un significato pieno se collocata alla fine del mese del Ciao, durante il quale i ragazzi hanno lavorato sulle caratteristiche del gioco naturale e sull’importanza del giocare insieme. Dato che la giornata è di fatto una festa, per prepararla con cura e soprattutto per far comprendere ai ragazzi l’importanza di tutti i passaggi dei preparativi, è proposto qualche incontro precedente per la progettazione della festa. La novità di quest'anno per la festa del Ciao consiste nel coinvolgimento degli adulti della parrocchia e in modo particolare dei genitori dei ragazzi; nulla vieta ovviamente di estendere l’invito a tutta la comunità. La giornata inizierà quindi con un momento di preghiera e un'attività tutti insieme. INCONTRO DI PREPARAZIONE DELLA FESTA Questo incontro è proposto prima del giorno della festa del Ciao, per dar modo ai ragazzi di capire quali sono gli "ingredienti" di una festa ben riuscita e il loro significato. 20 PAGINE di @CR del gioco, soprattutto quando il gioco naturale diventa gioco strutturato, soprattutto negli ambienti che frequentano tutti i giorni, come la scuola o lo sport… Possono essere scelti per ultimi in un gioco a squadre, e sentirsi deboli e rifiutati, oppure arrivare ad imbrogliare per vincere o per aver ragione, per sentirsi leader della propria squadra. Oppure perdere la voglia di giocare con compagni che giocano a livelli troppo competitivi, o estremamente agonistici. Quando poi si arriva ad infrangere le regole o a modificarle a proprio vantaggio ci si infervora, si arrivano a liti che possono minare le relazioni tra i compagni di squadra, il gioco non è più così divertente. Talvolta davanti a giochi che non conosciamo, la curiosità di mettersi alla prova viene soffocata dalla paura della novità, di non essere adeguati, di perdere e di fare brutta figura. Spesso queste paure finiscono nel giocare a giochi solitari, con i videogames o con giochi già pronti. E’ importante che i ragazzi capiscano l’importanza delle regole e il loro rispetto: esse esistono affinché il gioco risulti più avvincente, per mettere tutti i partecipanti sullo stesso piano, non per impedire che qualcuno imbrogli per vincere. Attenzione: questo non significa che sia sbagliato giocare per vincere, mettere alla prova le proprie abilità di singolo e di squadra, trovare modi nuovi per amalgamare le capacità di ciascuno e sfruttarle al massimo per la vittoria e per un ambiente di gioco gioioso. Questa collaborazione porterà anche a rendere bello un luogo, come un parco giochi del paese, che magari è frequentato solo da anziani, o da ragazzi che si annoiano sulle panchine. Qualcuno potrà vincere la propria timidezza ed esprimersi nel gioco, oppure educarsi allo stare insieme, a veicolare la propria “vivacità” in modo costruttivo. ATTEGGIAMENTO: CONDIVISIONE Nella seconda fase l’atteggiamento prevalente è la condivisione: condivisione dello stesso invito, del gioco e delle sue regole, condivisione dello spazio, spinti dalla voglia di mettersi alla prova, di sperimentare, di migliorare le proprie abilità. IL VANGELO Nel Vangelo di Matteo chi partecipa alle nozze si presenta con la tenuta sbagliata: dopo i vari rifiuti che il Re si è visto arrivare, ancora una volta qualcuno si è presentato al banchetto senza accettare il dono che gli viene offerto. PAGINE di @CR 17 Anche chi gioca con l’unico obiettivo di vincere, o di dimostrare quanto è forte lui o la sua squadra, si presenta a chi vuole divertirsi giocando con gli altri con gli obiettivi e l’atteggiamento sbagliati. SIAMO TUTTI? TERZA FASE Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. ATTEGGIAMENTO: GRATUITA’ Per i ragazzi vivere l’atteggiamento della gratuità significa andar oltre la vittoria, gareggiare per il divertimento, non per vincere. Devono imparare a mettere in gioco le loro capacità gratuitamente per far divertire tutti allo stesso modo, per instaurare così relazioni vere e profonde con i loro amici. IL VANGELO Nel brano del Vangelo dell’anno viene ripetuto più volte l’invito, e davanti al rifiuto inaspettatamente il re allarga la possibilità alla partecipazione alla festa sempre a più persone! Anche i ragazzi sono quindi chiamati a chiamare tutti, fino “ai crocicchi delle strade”. LA FASE Dopo aver visto le differenza tra il gioco naturale e il gioco strutturato :il primo nasce con un carattere esclusivo, a causa della cura con cui i giocatori si scelgono tra loro, spesso sulla base di prime impressioni positive e pregiudizi favorevoli ad alcuni piuttosto che ad altri. Il gioco naturale è, per i bambini, il luogo delle relazioni vere, delle sperimentazioni delle proprie capacità e della propria creatività e il luogo della gioia piena e della piena realizzazione. Nel gioco strutturato si impara l’importanza del rispetto delle regole, come esse contribuiscano alla buona riuscita del gioco stesso, come siano necessarie per la condivisione di comuni obiettivi. Prendendo quindi le caratteristiche positive di entrambi i tipi di gioco, vogliamo in questa fase far sì che i ragazzi allarghino l’invito al gioco a tutti quelli che incontrano sulla loro strada, senza chiusure e pregiudizi. Quello che ci preme sottolineare, però, è che non dobbiamo presentare l’obiettivo come un “dovete allargare l’invito”, che risulta un approccio inefficace e spesso ipocrita: dobbiamo piuttosto accompagnare i ragazzi alla scoperta di come, allargando l’invito al gioco a tutti (perché vogliamo, non perché dobbiamo!) , la nostra vita ne venga migliorata. Infatti: allargare l’invito ci permette di conoscere più persone, nuovi punti di vista, sperimentare nuovi lati di noi stessi perché veniamo stimolati da persone diverse. Non siamo più noi stessi solo in presenza di pochi amici fidati, ma abbiamo il coraggio di essere noi stessi sempre, perché giochiamo alla pari con tutti. Infine, giocare con questa modalità ci consente di vivere pienamente. Questa pienezza riempie di gioia la nostra vita. 18 PAGINE di @CR Tutto il materiale lo trovate sul sito www.acverona.it nell'area download. PAGINE di @CR 19